Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

28
itinerari escursionistici impianti e piste da sci parco naturale Paneveggio pale di San Martino Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino Sentiero Etnografico del Vanoi, Sentiero Tonadico Cimerlo, Sentiero della Grande Guerra, Ecomuseo del Vanoi San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi

description

Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino è stato istituito nel 1967 e si estende per una superficie di quasi 20.000 ettari, nella quale sono rappresentati i luoghi più vari. Le pareti rosate delle Dolomiti, le rocce scure punteggiate di laghetti di origine glaciale del Lagorai e di Cima Bocche, le foreste verdi e i pascoli delle malghe. Situato nel settore orientale della provincia di Trento, è caratterizzato da tre distinte unità geografiche e paesaggistiche. A nord, la Foresta di Paneveggio famosa per i suoi abeti da risonanza, a sud-est la catena dolomitica delle Pale di San Martino e ad ovest la catena porfirica del Lagorai

Transcript of Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Page 1: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

itinerariescursionistici

impianti e pisteda sci

parco naturale Paneveggio

pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San MartinoSentiero Etnografico del Vanoi, Sentiero Tonadico Cimerlo, Sentiero della Grande Guerra, Ecomuseo del Vanoi

San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi

Page 2: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Caratteri generali

Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino è costituito da ambienti tipicamente montani e, nell’ambito dei suoi quasi 20.000 ettari, sono rappresentati i luoghi più vari. Il territorio si trova in un’area ricca di grandi contrasti e al suo interno le pareti rosate delle Dolomiti si contrappongono alle rocce scure punteggiate di laghetti di origine glaciale del Lagorai e di Cima Bocche. Più in basso le verdi foreste e i pascoli delle malghe donano all’ambiente splendidi paesaggi.

Valli impervie, forre scavate da impetuosi torrenti, aridi altipiani rocciosi e piccoli ghiacciai, dolci pascoli alpini e praterie fiorite convivono con silenziosi e limpidi specchi d’acqua e suggestive secolari foreste.

Vi sono tante forme modellate dall’uomo, segni sul territorio di una storia antica ed affascinante, sentieri da percorrere, luoghi su cui soffermarsi e piccoli musei da visitare.

Il Parco è stato istituito nel 1967 e da allora ha avuto un continuo percorso di crescita, ha visto e continua a vedere un aumento dell’apprezzamento da parte del grande pubblico che viene a visitarlo.È situato nel settore orientale della Provincia di Trento, ed è caratterizzato da tre distinte unità geografiche e paesaggistiche. Il settore settentrionale è occupato dalla Foresta di Paneveggio, famosa per la presenza dell’abete da risonanza e tutelata da lungo tempo. Il settore sud orientale comprende parte della catena dolomitica delle Pale di San Martino, il settore occidentale è rappresentato da parte della catena porfirica del Lagorai.

Autunno in Val Canali

Val Venegia

p a g . 2

Page 3: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

La Pala di San Martino vista dal Cimon della Pala

p a g . 3

Page 4: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

I Centri Visitatori

Il primo approccio per conoscere il parco è dato dai Centri Visitatori. Ognuno costituisce un piccolo museo dove si possono acquisire informazioni sulle iniziative organizzate ma anche acquistare pubblicazioni e materiale di interesse naturalistico ed approfondire temi specifici.

1. Villa Welsperg, situata poco dopo l’imbocco della Val Canali vicino al laghetto omonimo, è dal 1996 la sede del Parco. La Villa ospita un moderno ed articolato centro di visita dotato di una stanza con un grande plastico del parco, una sala video, una sala storica sulla dinastia dei Conti Welsperg (un tempo proprietari dell’edificio), di una sala con acquari e di una sala con raccolte naturalistiche (campioni di legno o xiloteca, di arbusti, di rocce e licheni). La ricca biblioteca, dedicata a Dino Buzzati, dà modo ai visitatori di soffermarsi a leggere ed approfondire le conoscenze, soprattutto sui temi legati alla montagna.

2. Il Punto Info Parco di San Martino di Castrozza è piccolo ma grazioso e ricco di informazioni. Permette di approfondire gli aspetti naturalistici legati al clima, alla geologia, alla paleontologia, agli ambienti e agli animali d’alta quota di quest’area protetta.

3. Il Centro Terra Foresta di Paneveggio è situato poco lontano dal lago di Forte Buso, lungo la strada n. 50 che da Predazzo sale al Passo Rolle. Il centro racconta della grande foresta omonima di abete rosso, nota come “Foresta dei Violini” per la qualità dei suoi abeti di risonanza usati dai liutai per la costruzione

Punto Info San Martino di Castrozza

Villa Welsperg

p a g . 4

Page 5: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Il Centro visitatori di Paneveggio

di casse acustiche di strumenti musicali. Gli allestimenti raccontano inoltre degli animali del bosco, i più rappresentativi

tra i quali sono senz’altro l’urogallo, il cervo e il gallo cedrone. Il piano superiore ospita di volta in volta mostre temporanee dedicate a temi naturalistici, storici ed etnografici. Poco lontano, un grande recinto permette di osservare da vicino un gruppo di questi grandi ungulati. Dal centro visitatori parte un percorso naturalistico con punti di osservazione guidati e illustrati.

4. La Casa del Sentiero Etnografico a Caoria è il punto di partenza dell’omonimo sentiero che sale lungo la Valsorda e la Valzanca.

I Centri Visitatori

Alba sulle montagne del Parco

p a g . 5

Page 6: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

I sentieri tematici del Parco

Il Sentiero Etnografico del Vanoi

Un museo all’aria aperta: questo è, in estrema sintesi, il Sentiero Etnografico del Vanoi. L’itinerario si snoda tra il paese di Caorìa, a 845 m di quota e Malga Miesnotta di sopra, situata mille metri più in alto.Il Sentiero è stato denominato “un viaggio nel tempo e nello spazio” perché offre ai residenti l’opportunità di riappropriarsi di un passato quasi dimenticato e agli ospiti di riconoscere la storia della comunità con le sue trasformazioni economiche e sociali.Sul Sentiero sono evidenziate, con i relativi anelli di visita, le quattro unità paesaggistiche: la Val, i Pradi, il Bosc e la Montagna, individuate a seguito di ricerche etnografiche, storiche e sociali.Il Sentiero Etnografico è una delle proposte dell’Ecomuseo del Vanoi. Lungo i sentieri e nei siti visitabili da luglio a settembre sono rappresentati tre dei sette temi dell’Ecomuseo: il legno, l’erba e la mobilità. Gli altri quattro temi, presentati in altri allestimenti dell’Ecomuseo diffusi in tutta la Valle del Vanoi, sono il sacro, l’acqua, la pietra e le guerre (vedere pag. 20).

Intinerario storico culturale “da Tonadico al Cimerlo sul cammino della storia”

Non solo un avvicinamento pedonale al Parco ma anche una proposta conoscitiva ed educativa del territorio e della sua storia.La segnaletica decisamente particolare contribuisce a favorire un contatto diretto del visitatore al territorio dando non solo segnali di conferma ma anche la possibilità di curiose letture personali e spunti di riflessione.L’intinerario è suddiviso in più tratte che partendo dal paese di Tonadico portano attraverso la suggestiva Val Canali fino alla cima del monte Cimerlo.

Ruderi di Castel Pietra

Escursionisti sul Sentiero Etnografico del Vanoi

p a g . 6

Page 7: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Forte Dossaccio

I sentieri tematici del Parco

L’itinerario dal Palazzo Scopoli porta a visitare la medioevale Chiesetta dei SS. Vittore e Corona recentemente restaurata, l’apiario dell’Ottocento di don Fuganti al “Pian della Lotta”, il giardino in movimento e gli scavi di archeologia industriale per il recupero del primo impianto idroelettrico di Primiero costruito nel 1901 presso la Madonna della Luce. Si prosegue fino ad arrivare sotto l’imponente masso di Castel Pietra e a Villa Welsperg sede del Parco. Proseguendo si raggiungono i Prati Piereni, Fosna e si giunge a Prato Cimerlo dove è allestita la Frabica delle Scritture popolari.L’itinerario è completo di segnaletica e di pannelli informativi.Nei pressi di Villa Welspeg è presente un percorso pedonale naturalistico - tematico denominato Le Muse Fedaie. Una attenzione particolare è rivolta alla capacità di osservare e interiorizzare, alla meditazione e alla possibilità di seguire un percorso naturopatico. L’elemento simbolico per comunicare il concetto basilare di biodiversità è la mitologia greca. I temi del percorso sono: l’allevamento del cavallo di razza “Norica”, il paesaggio, la vegetazione, i suoli, la pecora di razza “Lamon”, reintrodotta in Val Canali dal Parco, l’uso terapeutico dell’acqua con una vasca Kneipp, gli habitat umidi.

Intinerario storico “Sentiero della Grande Guerra”

Con questo progetto il Parco si propone di recuperare alcuni luoghi che furono teatro della prima guerra mondiale.Fra questi il Forte Dossaccio, costruito alla fine del XIX secolo, è una delle presenze più rilevanti. Dal dosso roccioso su cui si erge, è possibile vedere la maggior parte dei luoghi sopra menzionati. Esso infatti fu concepito per controllare e difendere l’area compresa tra Passo Rolle, Malga Bocche e la sottostante strada per Predazzo.

Sull’itinerario Tonadico-Cimerlo,lo studiolo di don Fuganti

p a g . 7

Page 8: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Centro visitatori

Bivacco - rifugio

Malga

Parcheggio

Confine di Regione

Da 0 a 1000 metri

Da 1001 a 2500 metri

Oltre 2500 metri

P

legenda

Il territorio del Parco

p a g . 8

Page 9: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Nel parco troviamo ambienti caratteristici contraddistinti per le diversità geomorfologiche del territorio:

1. Il Vanoi e la Val Canali2. La Foresta di Paneveggio3. Le Pale di San Martino4. I porfidi del Lagorai e di Cima Bocche

La foresta di Paneveggio

Val Canali

La catena del Lagorai nel Vanoi

Pale di San Martino

Gli Ambienti del Parco

p a g . 9

Page 10: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

La Valle del Vanoi, caratterizzata da luoghi suggestivi e ancora selvaggi, è un bacino praticamente chiuso su tutti i lati, tranne che nella parte più meridionale dove confluisce nel Cismon. Si incunea profondamente nel punto in cui il massiccio del Lagorai raggiunge la sua massima profondità in direzione Nord-Sud. Il paesaggio è stato modificato nei secoli passati da un’impressionante serie di catastrofi naturali (alluvioni e smottamenti) dovute al carattere torrentizio dei corsi d’acqua.

L’incantevole Val Canali, situata nella parte sud-orientale del Parco, è dominata a nord da imponenti gruppi rocciosi del versante meridionale delle Pale di San Martino, mete da sempre ambite da alpinisti ed escursionisti. Punti di appoggio sono il rifugio Canali - Treviso posto nel bosco a m. 1.630 e il rifugio Pradidali a m. 2.278.Laghetto in Valle del Vanoi

La faunaIn primavera non è difficile avvistare il capriolo, mentre in Val Canali e sulle pendici delle Pale è presente la lepre comune, animale legato all’esistenza dei prati falciati. Tra i carnivori, la più diffusa è sicuramente la volpe.Il tasso è il mustelide che si trova più frequentemente nel territorio del Parco, oltre alla faina e alla martora. Negli ambienti detritici e nei boschi d’alta quota si può incontrare facilmente la salamandra. Negli ambienti d’alta quota il padrone incontrastato è il camoscio, luogo amato anche dall’aquila, il rapace predatore che nidifica negli anfratti rocciosi delle Pale e del Lagorai.

Tra la fauna del Vanoi è certamente da menzionare la lince, la cui presenza è stata ripetutamente segnalata. Ai margini delle zone prative si trova il francolino di monte, è presente anche la coturnice. A quote superiori, in aree appartate della Valsorda e della Valzanca, nidificano anche il gallo cedrone e il fagiano di monte.

I boschi e le radure del Vanoi sono anche terreno di caccia di parecchi predatori alati, come la poiana, il falco pecchiaiolo, il gheppio, il gufo reale e l’aquila reale.

Possiamo trovare anche l’allocco, il gufo comune, la civetta capogrosso e la civetta nana.

1. Il Vanoi e la Val Canali

p a g . 1 0

Page 11: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Non è difficile trovare rettili innocui come il colubro liscio e la natrice. Non mancano i rettili velenosi: la vipera comune si trova in zone soleggiate e sotto i m. 1.200 di quota, mentre ad altitudini superiori si trova il marasso.

In tutte le zone boscose troviamo lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino e il topo quercino. Tra i Corvidi si possono osservare il corvo imperiale, il gracchio alpino e la cornacchia.

La floraNei dintorni della Val Canali troviamo boschi di abete rosso e di abete bianco, ci sono anche faggi, molto evidenti in autunno per le foglie secche di colore bruno chiaro. A quote più elevate e nei prati abbandonati sono presenti i larici.

Nel sottobosco possiamo osservare l’erica, la sesleria, l’acetosella, i mirtilli nero e rosso, il falso bosso e numerose specie di muschi. Sui massi possiamo osservare frammenti di vegetazione rupicola come la “Potentilla caulescens”, mentre le parti in ombra sono popolate da varie specie di felci.

Lungo i letti asciutti dei torrenti, soprattutto nei versanti a nord, compaiono i primi lembi di mugheta. Nella Val Canali è presente il rododendro irsuto e, sulle rocce, il rododendro cistino.

Addentrandosi nella Valzanca, una valle laterale della Valle del Vanoi, si trovano vecchi prati colonizzati da noccioli e si attraversano zone rimboschite ad abete rosso. A quote più alte, la prateria alpina sfuma nei ghiaioni scuri ai piedi delle rupi del Lagorai, i larici stanno ormai ricolonizzando i pendii sovrastanti e sui versanti esposti a nord si trovano ampie macchie di rododendri, mentre le pendici meridionali dei monti sono occupate da una graminacea che colora i pendii di verde-azzurro (Festuca varia, ben riconoscibile per i

Val Canali in autunno

Aquila reale

1. Il Vanoi e la Val Canali

p a g . 11

Page 12: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

1. Il Vanoi e la Val Canali

Pradi de Tognola

“Siega de Valzanca”

densi cespi di foglie sottili e pungenti), mentre nelle fessure delle roccette compare la rara Androsace vandellii.

Nei pascoli si trovano Veronica bellidioides, la cinquefoglia fior d’oro, il timo, il brugo e la campanula barbata.

L’uomoDa un punto di vista insediativo, la Valle del Vanoi è caratterizzata dalla presenza di alcuni centri abitati che raccolgono la maggioranza della popolazione e da una rilevante edificazione sparsa, lungo le vie di comunicazione. Gli insediamenti si diversificano per la loro collocazione topografica in agglomerati edificati sulle prime pendici dei monti (Ronco), su conoidi di deiezione (Caoria) e su terrazzi o ripiani orografici (Canal San Bovo, Prade e Zortea).

La Val Canali è meta di interesse turistico per escursionisti o semplici amanti della natura che trovano ospitalità nei numerosi ristoranti, agritur e rifugi della zona. Nonostante il ridimensionamento della zootecnia tradizionale, la popolazione locale si dedica ancora con particolare cura al mantenimento e coltivazione di prati e prati-pascoli in cui si collocano i rustici detti “masi”, utilizzati soprattutto nel periodo estivo. Nella Val Canali, come del resto in tutto il gruppo delle Pale, è praticato l’alpinismo che iniziò ufficialmente il 30 maggio 1864 con una comitiva di alpinisti inglesi, fra cui William D. Freshfield e Francis F. Tuckett, condotti da due guide (una svizzera e una savoiarda). Questi realizzarono la prima traversata alpinistica del Passo Canali, fra la valle di Angheraz e la Val Canali.

p a g . 1 2

Page 13: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

1. Il Vanoi e la Val Canali

Negli stessi anni vennero salite, soprattutto da alpinisti inglesi e tedeschi, le principali cime del gruppo (1870, Cimon della Pala; 1878, Pala di San Martino; 1879, Sass Maór). Nel secolo successivo (1920) il ventunenne Günther Langes, dotato di buona esperienza alpinistica maturata sulle Dolomiti, aprì una delle vie alpinistiche più spettacolari: lo “Spigolo del Velo”, sulla Cima della Madonna. Negli anni successivi furono aperte innumerevoli vie su tutte le principali cime delle Pale.

Dagli anni Ottanta gli alpinisti si dedicarono alle cime minori, alla ricerca di vie sempre più difficili e tecniche.

Altopiano delle Pale

Val Canali

p a g . 1 3

Page 14: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

2. La foresta di Paneveggio

La foresta demaniale di Paneveggio, senza dubbio il “cuore verde” del Parco, si estende a ventaglio nell’alto bacino del torrente Travignolo, fra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le cime di Bocche. Essa è anche conosciuta come “foresta dei violini”: una parte dei suoi abeti rossi plurisecolari forniscono infatti da sempre la materia prima ideale per la costruzione di tavole armoniche per strumenti a corda. Il legno di abete rosso è infatti particolarmente elastico, trasmette al meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d’organo che creano risonanza: si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini!

La floraL’estensione attuale della foresta di Paneveggio è di circa 2.700 ettari. Lo strato arboreo è costituito in prevalenza (85%) da abete rosso (Picea abies), che occupa la fascia altimetrica compresa fra i 1.500 e i 1.900 metri. Più in alto, fin verso i 2.200 metri, diventano più frequenti il larice e il pino cembro. L’abete bianco lo si trova verso Paneveggio (Val dei Buoi). Il faggio manca completamente. Assai scarse le altre latifoglie; solo presso il lago di Forte Buso e sulle sponde del torrente, alle quote più basse, crescono pioppi tremuli, sorbi, betulle, salici, aceri di monte e ontani. La pecceta, affascinante per l’ombra, la vastità e la complessità, è oggetto da molto tempo di accurati studi sull’ecologia. Tra i fiori della foresta, una specie è particolarmente rara e preziosa: “Epipogium aphyllum”, un’orchidea priva di clorofilla, di origine eurosiberiana.

La faunaVi sono nelle foreste del Parco molte specie di uccelli: ricordiamo il raro picchio tridattilo e il picchio nero oltre al regolo, la capinera, il merlo acquaiolo e il rampichino alpestre.

Foresta di Paneveggio

p a g . 1 4

Page 15: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

La civetta

Solo da poco più di trent’anni il cervo popola di nuovo la foresta di Paneveggio; da decenni era ormai estinto nel Trentino orientale oggi si contano più di un migliaio nel Parco.

Dal recinto di Paneveggio, ampliato a circa 6 ettari, ogni anno vengono prelevati esemplari che servono per il ripopolamento di altre zone protette. Non è facile vedere questi animali fuori dal recinto; si tratta infatti di una specie molto elusiva, in grado di far perdere le proprie tracce per quasi tutto l’anno.

L’uomoDue secoli fa la foresta aveva un’estensione pari a un terzo di quella attuale, a causa dello sfruttamento intensivo per rifornire di legname i cantieri della Repubblica di Venezia.

Nel corso della prima guerra mondiale poi, il fronte l’attraversò per quasi tutta la durata del conflitto e la massa di legname abbattuta in quel periodo corrisponde a quanto, con la gestione attuale, si abbatte in trent’anni. Gravi danni furono provocati anche da un violento ciclone abbattutosi nel 1926 e dall’alluvione del 1966.

L’aspetto di questa foresta è dunque il risultato di un lungo intervento dell’uomo: l’attuale strumento di pianificazione di tale intervento è un periodico piano di assestamento, basato su un attento monitoraggio della realtà forestale. È compito del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento curarne la gestione economica e la sorveglianza.

Il cervo

2. La foresta di Paneveggio

p a g . 1 5

Page 16: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

3. Le Pale di San Martino

La geologiaA lungo la regione dolomitica rappresentò una zona di confine fra terre emerse e un mare poco profondo caratterizzato da isole, soggette a erosione, e da zone di bassi fondali in cui si depositavano frammenti di roccia e resti organici: qui si sovrapposero strati di arenarie rossastre e di calcari grigi, alternati talora ai depositi conglomeratici di Richthofen.

Solo in un periodo successivo si formarono le scogliere coralline di Dolomia dello Sciliar, che costituiscono oggi il corpo massiccio delle Pale di San Martino. Poco diversa è la Dolomia della Rosetta, che si formò più tardi in un bacino lagunare chiuso, stratificandosi sull’omonima cima e sull’altopiano delle Pale. Catena settentrionale delle Pale

Alghe e coralli si accumularono con rapidità in quelle acque ben ossigenate, pulite e tranquille. Mentre la subsidenza continuava, nuove colonie coralline si sovrapposero alle spoglie di quelle preesistenti fino a raggiungere uno spessore di circa 800 metri. Ne derivò una dolomia chiara, compatta, cristallina, senza stratificazioni, diversa dagli altri tipi di dolomia come ad esempio quella del gruppo di Brenta.

La faunaSopra i m. 1.300 vive la lepre variabile, adattata all’ambiente alpino, che per sfuggire ai predatori ha sviluppato il dimorfismo stagionale: nel periodo invernale assume un manto di colore bianco candido, per mimetizzarsi nella neve, mentre nel periodo estivo assume una colorazione verde-olivastra facilmente confondibile con l’ambiente circostante.Sono presenti anche camosci e stambecchi. Numerose anche le marmotte, caratteristiche per il loro inconfondibile fischio.

p a g . 1 6

Page 17: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

L’Altopiano delle Pale con il ghiacciaio della Fradusta nel 1990

p a g . 1 7

Page 18: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

4. I porfidi del Lagorai e di Cima Bocche

La geologiaLa catena del Lagorai è costituita da porfidi quarziferi, che portano il segno delle glaciazioni quaternarie. L’aspetto più evidente è la presenza dei laghetti d’alta quota, che hanno riempito le conche di erosione degli antichi ghiacciai.

Le rocce che costituiscono queste montagne sono il risultato di una serie di eruzioni risalenti al periodo geologico del Permiano. Queste furono causate da vulcani situati nella zona di Bolzano che, circa 270 milioni di anni fa, coprirono tutta la regione fino a Cima d’Asta con ondate successive di lave e nubi ardenti.

Cima Cece

Il paesaggio che osserviamo oggi porta però il segno di eventi molto più vicini nel tempo: le grandi glaciazioni del Quaternario. Furono queste, insieme all’erosione dovuta al vento e allo scorrere delle acque superficiali, a modellare le linee delle montagne e delle valli, approfondendo solchi preesistenti, erodendo fianchi vallivi, trasportando detriti e costruendo circhi glaciali, anfiteatri e cordoni morenici.

La faunaFra le pendici del Dossaccio e Malga Lusia, una suggestiva porzione della foresta è eletta a Riserva speciale del gallo cedrone. Scomparso dalla maggior parte delle foreste delle Alpi, questo tetraonide è presente con un discreto numero di esemplari, in Trentino Alto Adige, dove sembra che trovi condizioni idonee per la propria sopravvivenza. I laghetti ospitano il tritone alpino che, nel periodo degli amori assume una livrea molto appariscente, con colorazione bluastra nella parte superiore e arancione sul ventre.

La floraOltre la quota di m. 1.800 e fino ai m. 2.200, lo strato arboreo è costituito in prevalenza dal larice e dal pino cembro. Nei laghetti alpini cresce il Sparganium angustifolium, le cui infiorescenze sferiche sono visibili ai primi di agosto; verso fine luglio si

p a g . 1 8

Page 19: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

4. I porfidi del Lagorai e di Cima Bocche

vedono affiorare dall’acqua i fiorellini bianchi di Ranunculus lutulentus. Il versante della Val Travignolo che sale verso la catena Lusia-Cima Bocche è coperto dalla pecceta. Tuttavia la diversa esposizione (sud) e l’affioramento di zone calcaree fanno sì che lo strato di muschio e i mirtilli siano qui meno diffusi rispetto ad altre zone del parco.

Compare invece l’erica, che testimonia una certa aridità del suolo. Il versante è attraversato da vallette in cui scorre l’acqua: in questi luoghi l’abete rosso è sostituito dall’ontano bianco e il sottobosco diviene più ricco. Nei punti più umidi si trovano vere e proprie piante paludicole, come il cosiddetto cardo di palude e alcune specie di giunco.

Verso i m. 1.800 di quota il bosco assume un aspetto imponente e compare qualche isolato esemplare di cembro: è il punto in cui il versante si fa meno ripido e siamo ormai prossimi ai pascoli di Malga Bocche. È questo il caratteristico paesaggio del bosco di conifere subalpino su silice: un magnifico esempio di esso lo si trova nel tratto fra Malga Bocche e il Lago di Bocche. Qui, a circa m. 2.250, il cembro è ancora presente, mentre il larice è sporadico: siamo in una sorta di prateria alberata, che si dirada e più in alto lascia il posto a alberi isolati. Il cembro sale fino nella conca del Lago di Bocche (circa m. 2.400), dove sta colonizzando i versanti più soleggiati con esemplari relativamente giovani e di piccole dimensioni.

L’uomoAll’ultimo ritiro dei ghiacci, avvenuto circa 10.000 anni fa, poté assistere anche l’uomo; infatti i cacciatori del Mesolitico dalla valle dell’Adige, attraverso il Lagorai, risalirono i fianchi della valle del Cismon e si spinsero verso il Colbricon e il Passo Rolle con i loro campi di caccia stagionali. Soprattutto ai laghetti di Colbricon, alla sella fra il Colbricon e la Cavallazza, ma anche presso Malga Fosse e al Rolle sono stati trovati interessanti reperti a testimonianza del loro passaggio.

Laghi di Colbricon

p a g . 1 9

Page 20: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

L’Ecomuseo del Vanoi

L’Ecomuseo del Vanoi è:

• un museo dello spazio, diffuso ed esteso a tutto l’ambiente, al paesaggio, ai luoghi e alle attività umane, alla cultura materiale e spirituale, agli spazi da riconoscere e vivere quotidianamente;

• un museo del tempo, che dal passato dell’uomo in questo territorio, lo segua nel presente, aprendosi al futuro, riconoscendo la continuità della storia, le trasformazioni e le evoluzioni possibili;

• un museo della comunità, uno specchio nel quale la popolazione si guarda per riconoscersi, dove cercare i valori del territorio a cui è legata, porgendolo ai suoi ospiti per farsi meglio comprendere nel rispetto del suo lavoro e delle sue identità;

• un museo dei saperi, ancora presenti nelle attività, nei mestieri e nelle conoscenze conservate nella memoria viva e nella maestria di molti abitanti, ancora recuperabile come risorsa lavoro e riproponibile in nuove forme creative ed imprenditoriali; Istituito nel 1999, l’Ecomuseo propone annualmente un calendario d’appuntamenti e si è dotato di un progetto pluriennale d’attività. Nel 2002 è stato ufficialmente riconosciuto dalla Provincia Autonoma di Trento.

Prà dei Tassi

Stanza del Sacro a Zortea

p a g . 2 0

Page 21: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

L’Ecomuseo del Vanoi

I temiL’Ecomuseo cura l’individuazione, la conoscenza e la trasmissione del patrimonio diffuso su tutta la Valle del Vanoi attraverso l’identificazione e l’approfondimento di 7 temi cardine:

l 'erba

l 'acqua il Legno

il Sacro

la Mobilità

la Guerra

la Pietra

Acqua: il torrente Vanoi con i suoi affluenti caratterizza l’onnipresenza di un’acqua che corre, che plasma i luoghi della valle e quindi scende verso la pianura e il mare.

Sacro: un significativo rapporto con il sacro, con la parte immateriale che compensava la dura e incerta vita materiale, ha disseminato la valle del Vanoi di molti segni di devozione.

Mobilità: a partire dal Settecento le comunità del Vanoi sono strutturate in nuclei agricoli stabili sui fondovalle, con i loro pradi a mezza quota; ciò ha richiesto una minuta organizzazione verticale del lavoro e del territorio, con continui movimenti lungo miriadi di sentieri.

Erba: cercare l’erba è stata per secoli la principale attività quotidiana che, assieme alla risorsa legno, ha permesso la sopravvivenza della popolazione fino a metà Novecento; molti saperi si sono sviluppati attorno all’erba: riconoscerne le proprietà, l’utilizzo alimentare e curativo.

Legno: lo sfruttamento economico delle ampie foreste del Vanoi è molto antico; la silvicoltura e la produzione di legname hanno rappresentato da sempre l’integrazione economica principale dell’attività agropastorale.

Guerra: nel 1914 la valle viene investita dalla prima guerra mondiale; il cimitero militare di Caoria, le strade militari e i resti di baraccamenti e trinceramenti in quota sono i segni ancora visibili delle grandi ferite impresse alla valle.

Pietra: a partire dal 1400 centinaia, forse migliaia di minatori tedeschi giunsero in Vanoi e Primiero per avviare e condurre le miniere di piombo, rame, zinco, argento. La coltivazione di cave per l’estrazione di pietra (granito e calcare) è invece ancora praticata.

p a g . 2 1

Page 22: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Punti informativi e siti visitabili

Casa dell’Ecomuseo a Canal San Bovo Punto informativo (laboratorio e spazio per incontri) aperto tutto l’anno sulle attività e sulla missione dell’Ecomuseo del Vanoi. Nelle sue sale, sono ospitati dei pannelli illustrativi dei temi ecomuseali e delle esposizioni temporanee.

Museo della Grande Guerra sul Lagorai a CaoriaIstituito e gestito dal Gruppo Alpini di Caoria, il museo raccoglie le memorie storiche (uniformi, armi, oggetti personali dei combattenti, sia italiani che austriaci, e cimeli) della prima guerra mondiale combattuta sui monti del Lagorai. E’ aperto in estate e su richiesta. Museo Arti e Mestieri a CaoriaAllestito allo scopo di tramandare i saperi di un tempo, il museo raccoglie e illustra tutti i semplici oggetti usati nella vita quotidiana e gli attrezzi di lavoro dei nostri avi suddivisi in “angoli” tematici. E’ aperto in estate e su richiesta. Sentiero Etnografico a CaoriaÈ un viaggio nel tempo e nello spazio in un ambiente un tempo intensamente costruito e vissuto nell’ambito dell’economia agricola di sussistenza ed oggi valorizzato come museo “open air”. Il Sentiero Etnografico è un insieme di percorsi che si snodano tra l’abitato di Caoria a 845 m di quota e Malga Miesnotta di sopra a 1879 m attraversando i luoghi che gli abitanti hanno animato, costruito e trasformato nei secoli con la loro attività.

L’Ecomuseo del Vanoi

La casa dell’Ecomuseo

Pra de Madego

p a g . 2 2

Page 23: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

L’Ecomuseo del Vanoi

Sentiero Etnografico del Vanoi“Pra dei Tassi”

Museo della Grande Guerra

Stanza del Sacro a ZorteaL’esposizione, aperta in estate e su richiesta, propone una lettura del rapporto uomo, religiosità e territorio, nella storia del Vanoi, attraverso tre sezioni che approfondiscono temi storici che hanno segnato nel profondo la vita della comunità. Si affiancano inoltre esposizioni temporanee sulla storia e l’attualità religiosa di Valle.

Maggiori informazioni sulle iniziative proposte e gli orari stagionali di apertura nel sito www.ecomuseo.vanoi.it Casa dell’Ecomuseo Tel. 0439 719106

p a g . 2 3

Page 24: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Mobilità sostenibile nel Parco

Vivere il Parco significa anche conoscere e visitare i suoi tesori naturalistici e paesaggistici senza disturbare l’ambiente, gli animali, i fiori e le piante che li compongono.

È possibile avvicinarsi a questi tesori e fruire del territorio protetto senza arrecare loro danno, evitando di aggredirli con un assalto disordinato di auto, moto e pullman.

Anche la circolazione dei mezzi a motore deve diventare sempre più sostenibile per l’ambiente: meno emissioni nocive, meno rumore, meno ingorghi, comportano per tutti la possibilità di fruire delle meraviglie della natura preservandole per il futuro.

Mobilità sostenibile nel Parco vuol dire allora scegliere consapevolmente il luogo che si vuole visitare, il mezzo migliore per arrivarci e il periodo più indicato per goderne appieno la bellezza. Per questi motivi l’Ente Parco ha istituito un servizio di bus navetta che consente di raggiungere rapidamente i luoghi più frequentati dai visitatori (dal sito web del parco www.parcopan.org sono scaricabili gli orari dei bus navetta e la cartina con i percorsi e le fermate).

Non dimentichiamo i mezzi e i servizi pubblici che soprattutto durante la stagione turistica offrono un valido servizio alternativo all’uso del mezzo privato.

Ma il mezzo migliore per visitare il parco sono le proprie gambe: infatti solo a piedi percorrendo gli innumerevoli itinerari e sentieri è possibile apprezzare in assoluto relax quanto di meglio può offrire la natura quando sapientemente protetta.

La navetta del Parco

Escursione a Passo Rolle

p a g . 2 4

Page 25: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Centro Visitatori Villa WelspergVia Castelpietra, 2 - Loc. Val Canali38054 Tonadico (TN)Tel. (+39) 0439 765973 - Fax (+39) 0439 762419 E-mail: [email protected]

Punto Info Parco di San Martino di CastrozzaVia Laghetto, 2738054 San Martino di Castrozza (TN)Tel. (+39) 0439 768859

Centro Terra Foresta di PaneveggioLoc. Paneveggio38037 Predazzo (TN)Tel. (+39) 0462 576283 - Fax (+39) 0462 577221E-mail: [email protected]

Casa Sentiero EtnograficoVia Caseri38050 Caoria (TN)Tel. (+39) 0439 710049

Casa dell’EcomuseoP.zza Vittorio Emanuele III38050 Canal San Bovo (TN)Tel. (+39) 0439 719106E-mail: [email protected]

Recapiti Centri Visitatori

p a g . 2 5

Page 26: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Dati sintetici

Info ParcoScopo del Parco Paneveggio - Pale di San Martino è la tutela delle caratteristiche naturali e ambientali, la promozione dello studio scientifico e l’uso sociale dei beni ambientali.

Anno di istituzione: 1967 Estensione iniziale: ettari 15.704 Estensione complessiva attuale: ettari 19.711 Gestore: “Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino”, che ha personalità giuridica autonoma. Opera dal 1990.

Sede del Parco:Villa Welsperg Via Castelpietra, 2 - Loc. Val Canali38054 Tonadico (TN)Tel. (+39) 0439 64854 - Fax (+39) 0439 762419 E-mail: [email protected]

Il labirinto di Villa Welsperg

Villa Welsperg in inverno

p a g . 2 6

Page 27: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Guida del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

L’Editore ringrazia per la concessione di utilizzo di alcune fotografie, delle informazioni e della fattiva collaborazione,l’Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino e l’Ecomuseo del Vanoi.

Referenze fotografiche:Pag. 1, 3, 9, 12, 16, 17, 18, 22, 25 - foto archivio, Carlo Bazan.Pag. 2, 3, 5, 10, 13, 19 - foto archivio, Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e VanoiPag. 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12, 14, 15, 20, 22, 23, 24, 26 e disegni a pag. 21 - foto archivio, Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino.

Realizzazione grafica: Ana Mayerly Polloni, Roberto Menegon.

Revisione dei testi: Enrica Candiani, Mauro Cecco, Roberto Vinante.

Realizzazione editoriale e ideazione progetto: Carlo Bazan Studio Multimediale S.a.s., per conto dell’Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi.

Referenti per l’Azienda per il Turismo: Presidente Antonio Stompanato, Dir. Ivan Cristoforetti, Ugo Bettega, Antonella Faoro.

Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione e diffusione con qualsiasi mezzo dei contenuti della presente guida, senza autorizzazione scritta del detentore del Copyright.

Copyright 2010 “Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi”.Copyright 2010 “Carlo Bazan Studio Multimediale S.a.s.”

Editore “Carlo Bazan Studio Multimediale S.a.s.”Via Sile, 3/d - 31040 Volpago del Montello (TV) Tel. (+39) 0423 622078 - [email protected] Edizione dicembre 2010.

p a g . 2 7

Page 28: Guida Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

www.sanmartino.comAzienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi

San Martino di CastrozzaVia Passo Rolle, 165 - 38054 San Martino di Castrozza

Tel. (+39) 0439 768867 - Fax (+39) 0439 768814 - E-mail: [email protected]

Fiera di PrimieroVia Dante, 6 - 38054 Fiera di Primiero

Tel. (+39) 0439 62407 - Fax (+39) 0439 62992 - E-mail: [email protected]

Canal San BovoPiazza Vittorio Emanuele III - 38050 Canal San Bovo

Tel. (+39) 0439 719041 - Fax (+39) 0439 719041 - E-mail: [email protected]