Guida Agli Effetti Per Chitarra

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Guida agli effetti per chitarra Una chitarra elettrica così come la conosciamo più o meno tutti, è utilizzabile senza l’ausilio di effetti o diavolerie varie, collegandola semplicemente ad un altoparlante, il suono che questo riproduce è chiaro e naturale. Per molti chitarristi usare degli effetti, significa distogliere l’attenzione su la cosa più importante, ovvero il tocco, ed infine, il sound originale, quello che viene creato solitamente dal mix Chitarra/Amplificatore. Per fortuna nel vasto mondo dei pedalini è possibile scegliere se optare per un suono più cristallino o uno più distorto e scuro, tra un effetto ripetizione da mal di testa, e un altro che invece lavora a sostegno del suono. Non bisogna mai essere drastici nel giudicare un determinato argomento, la cosa importante è sperimentare, non tutti si affidano al sound originale della propria chitarra, può essere privo di personalità, così come potrebbe averne da vendere, la verità sta nel mezzo, scegliere gli effetti in base allo stile, e a quello che vogliamo sentir uscire dall’amplificatore. Difficile scegliere dopo aver letto qualche recensione, dopo aver visto qualche video su internet (tipo video- recensione), così come a volte è sbagliato affidarsi ai consigli dei commercianti, che il più delle volte si limitano semplicemente a vendere il prodotto più costoso. Lo scopo di questa guida, è quello di accennare anzi tutto il concetto di effetto per chitarra, capire che tipologie di effetto esistono, quali sono e che funzione svolgono all’interno della catena. Analizzeremo inoltre le differenze tra un pedale analogico e uno digitale, parlando infine di sistemi multi-effetto, digitali e non solo. Capitolo 1: Che tipi di effetti esistono Capitolo 2: Gli effetti Analogici e Digitali Capitolo 3: Corretto uso della catena di effetti Capitolo 4: Pedaliere multi-effetto ed MFX Capitolo 5: Qualche effetto a pedale da vicino

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Guida agli effetti per chitarra

Una chitarra elettrica così come la conosciamo più o meno tutti, è utilizzabile senza l’ausilio di effetti o diavolerie varie, collegandola semplicemente ad un altoparlante, il suono che questo riproduce è chiaro e naturale. Per molti chitarristi usare degli effetti, significa distogliere l’attenzione su la cosa più importante, ovvero il tocco, ed infine, il sound originale, quello che viene creato solitamente dal mix Chitarra/Amplificatore. Per fortuna nel vasto mondo dei pedalini è possibile scegliere se optare per un suono più cristallino o uno più distorto e scuro, tra un effetto ripetizione da mal di testa, e un altro che invece lavora a sostegno del suono. Non bisogna mai essere drastici nel giudicare un determinato argomento, la cosa importante è sperimentare, non tutti si affidano al sound originale della propria chitarra, può essere privo di personalità, così come potrebbe averne da vendere, la verità sta nel mezzo, scegliere gli effetti in base allo stile, e a quello che vogliamo sentir uscire dall’amplificatore. Difficile scegliere dopo aver letto qualche recensione, dopo aver visto qualche video su internet (tipo video-recensione), così come a volte è sbagliato affidarsi ai consigli dei commercianti, che il più delle volte si limitano semplicemente a vendere il prodotto più costoso. Lo scopo di questa guida, è quello di accennare anzi tutto il concetto di effetto per chitarra, capire che tipologie di effetto esistono, quali sono e che funzione svolgono all’interno della catena. Analizzeremo inoltre le differenze tra un pedale analogico e uno digitale, parlando infine di sistemi multi-effetto, digitali e non solo.

Capitolo 1: Che tipi di effetti esistono

Capitolo 2: Gli effetti Analogici e Digitali

Capitolo 3: Corretto uso della catena di effetti

Capitolo 4: Pedaliere multi-effetto ed MFX

Capitolo 5: Qualche effetto a pedale da vicino

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Che tipi di effetti esistono

Di effetti ne esistono veramente molti, e questo è sicuramente un bene, perchè ognuno di questi ha

caratteristiche tecniche ben differenti, un suono differente, e ovviamente anche dei prezzi molti diversi.

Citarli tutti non è affatto importante oltre che impossibile, è invece necessario elencare le categorie alla

quale essi appartengono, non sono molte, bisogna conoscerle e capirle però, vediamo quali sono le più

importanti.

Wah/Cry-Baby: Il Wha è tra gli effetti più famosi e antichi nella storia della musica, in particolare di quella

Rock, Jimmy Hendrix è senza ombra di dubbio il maestro indiscusso, alcuni suoi brani celebri sono stati

suonati per mezzo di questo straordinario effetto, tecnicamente molto semplice ma di grande impatto

musicale se usato correttamente. Il caratteristico sound viene fuori tagliando ed impiegando nel segnale

delle frequenze più alte, il risultato finale ricorda il pianto di un bambino, per questo motivo viene anche

definito “cry baby”.

Il Wah nasce come effetto a pedale, ed è tra i pochi a non avere una versione digitale, questo perchè il suo

utilizzo non è continuo, ma viene usato occasionalmente durate l'assolo, quindi azionato per mezzo di un

pedale, simile a quello del volume o del Whammy per esempio. Tramite alcuni Software specifici o multi

effetto digitali, è possibile attivarlo, ma in modo permanente, da utilizzare più per la ritmica che per gli

assoli, almeno che non ci sia integrato un pedale di espressione. I produttori più famosi sono VOX e Dunlop,

quest'ultimo prende il nome di “Cry-Baby”. Tra i vari artisti che lo utilizzano o l'hanno utilizzato citiamo; Eric

Clapton, David Gilmour, Santana, Stevie Ray Vaughan e molti altri.

Compressore: Tra i vari, questo è sicuramente l'effetto più utilizzato nella musica, nei generi più disparati

tra l'altro, il Rock e gli stili più duri non possono farne a meno, se usato in modo corretto inoltre, è

tranquillamente applicabile a contesti blues, il Jazz probabilmente non rientra nelle categorie utilizzanti di

tale effetto (mai dire mai però). Il compressore riceve il segnale, ne riduce l'ampiezza e lo rielabora in una

banda più stretta, decisamente molto utile nelle chitarre soliste, che oltre ad un distorsore/overdrive,

vogliono un sound più potente e compresso. La compressione del livello audio è comunque un argomento

complesso, di cui probabilmente non parleremo mai, a noi serve più che altro sapere il concetto di base,

entrando un po nel vivo della questione, quello che accade è una riduzione della dinamica del segnale.

Distorsore: La storia di questo effetto è molto interessante. Può essere definito come il primo vero effetto

per chitarra elettrica, ma non era un pedale, bensì parliamo di una distorsione naturale dell'amplificatore,

che a quei tempi, veniva portato a volumi estremi, ma questo andava in saturazione e creava quel tipico

sound sporco, ma allo stesso tempo originale e con più armoniche, questo cominciò a piacere ai chitarristi

dell'epoca, tant'è che si cominciò proprio a ricercare quelle sonorità, che fino a qualche tempo prima, erano

solo un problema, definiamolo pure “tecnico”. Erano gli anni 60', i tempi dei Rolling Stones e dei Beatles, gli

anni d'oro comunque furono i 70' e successivamente gli 80', oggi un effetto a cui pochi rinunciano.

Molti si domandano se Distorsore ed Overdrive appartengono alla stessa categoria di effetto, potremmo

dare un si teorico, se consideriamo che entrambi tendono ad alterare il suono lavorandoci sopra, al fine di

distorcerlo, in modo diverso si, ma il concetto di base è questo. Oggi esiste una netta distinzione tra questi

due effetti, non potrebbe essere altrimenti, le differenze sono notevoli, per ora parliamo della distorsione.

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Essa, a differenza dell'overdrive modifica l'onda sonora al suo ingresso, se volessimo essere più precisi,

l'onda originale solitamente viene considerata a forma sinusoidale, con una distorsione attiva questa

diventa letteralmente quadrata, mentre l'overdrive mantiene tutto sommato una linea originale, il che

spiega le differenze di suono tra i due.

Overdrive: Abbiamo detto che la distorsione si creò praticamente da sola, dal nulla, un amplificatore che

andava in saturazione regalava un sound distorto. Negli anni tutto questo è stato rimpiazzato da effetti a

pedale di ogni genere e forma, ed ecco che arriva l'overdrive. Un effetto di questo genere si può ancora

ottenere alla vecchia maniera, alzando il guadagno del preamplificatore, questo, essendo progettato per

lavorare con bassi segnali va in saturazione e il gioco è fatto. Questa pratica sembra essere comunque

ormai abbandonata e rimpiazzata dai pedali analogici che tutti conosciamo, il suono che esso produce, che

provenga direttamente da un amplificatore o da un effetto a pedale, è più caldo e come già detto, meno

aggressivo, non taglia le frequenze e crea meno armoniche rispetto alla distorsione, ma non per questo non

viene usato nel Rock e in altri stili, anzi.

Equalizzatore: Conosciuto come effetto, anche se probabilmente non è un termine corretto, l'equalizzatore

permette di ricreare il giusto sound in modo preciso e mirato, senza quindi necessariamente lavorare sul

pannello dell'amplificatore, andremo ad agire sui potenziometri; alti, bassi e medi, per quelli classici a tre

bande. Viene inserito generalmente dopo gli effetti di Overdrive e Distorsione, in quanto utilizzarli può

voler dire un cambiamento di quello che solitamente ascoltiamo, dei bassi troppo profondi ad esempio

possono essere attenuati, così come è possibile valorizzare gli alti, far squillare una chitarra nel modo

giusto. Il suono, inteso come segnale audio, viene sottoposto ad vero e proprio filtraggio, da qui si possono

effettuare varie operazioni, tra cui quelle indicate sopra. Gli equalizzatori di “fascia alta”, sono quasi sempre

a sette bande.

Chorus: Anche il Chorus fa la sua parte nel sound finale, è un effetto “sfasamento” per chitarra e non solo,

infatti viene spesso impiegato negli impianti voce. Il suo scopo è quello di impiegare una o più linee di

ritarto nel segnale, così da creare un effetto di ritardo, comunque brevissimo, non parliamo di un vero e

proprio delay. Scendendo più sul tecnico, il tempo di ritardo varia mediante un LFO (Oscillatore a bassa

frequenza), crea infine un effetto Doppler, ovvero un cambiamento apparente della frequenza e della

lunghezza d'onda, un fenomeno conosciuto fin dal 1845, insomma mica male. Il risultato finale è un

raddoppio del segnale originale, esso contiene svariate dissonanze, spesso e volentieri usato nel Jazz.

Flanger: Inventato negli anni 50' in modo abbastanza spartano da alcuni tecnici audio, è attualmente un

effetto elettronico che lavora in un modo più o meno simile a quello del Chorus, impiegando una linea di

ritardo dove viene fatto poi passare il segnale, dando vita ad un effetto Comb Filter, tradotto in Italiano

“filtro a pettine”. Il sound finale presenta dei picchi di risonanza e punti di assenza di segnale audio.

L'effetto in questione non viene usato spesso nell'esecuzione dei brani, bensì occasionalmente, il risultato è

più o meno simile al rumore di un aero a reazione, non a caso viene usato per riprodurre il suono di un

elicottero o di un aereo appunto, sulla chitarra.

Delay: E' tra gli effetti Eco insieme al riverbero. Il delay riceve un segnale e lo registra al suo interno, lo

riproduce poi in vari modi in base alla configurazione; Tempo di ritardo, volume del segnale copia, tempo di

ripetizione e via discorrendo. La differenza tra un effetto delay e un riverbero, è che il primo può riprodurre

il suono “copia” con un attacco ritardato, mentre il secondo riceve un segnale originale e lo prolunga nel

tempo, dando un sostengo e non una ripetizione. Anche il delay nasce come effetto analogico, ma è stato

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ben presto rimpiazzato con una circuitazione digitale, nessuna usura dei componenti, qualità audio più

fedele e più opzioni a disposizione.

Ci sono alcuni effetti/dispositivi non citati. Il Noise gate ad esempio, riduce drasticamente i rumori di fondo

generati dagli effetti, dagli amplificatori o direttamente dalla chitarra/basso. Viene generalmente usato

quando nel sound, quindi nella catena, sono presenti distorsioni e overdrive più o meno pesanti, in quanto

questi tendono a generare rumore, così come cavi audio di scarsa qualità. Il noise suppressor è tra gli effetti

di volume ed è opportuno inserirlo dopo gli effetti di modulazione (chorus, flanger, phaser), e prima degli

effetto Eco. Il riverbero, applicato ad un contesto musicale (live o studio di registrazione), viene utilizzato

per far si che il suono non sia stoppato, ma prolungato nel tempo, dando la sensazione di un riverbero

naturale in ambienti più grandi. Per riverbero si intende infatti, un segnale audio che uscendo da una

sorgente tipo un amplificatore, incontra sul percorso un ostacolo, meno assorbono le pareti, tanto più è

prolungato l'effetto. Non avere un effetto del genere, significa contare esclusivamente su l'effetto riverbero

naturale che quella stanza può offrirci.

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Gli effetti Analogici e Digitali

Gli effetti per chitarra sono attualmente una garanzia per molti chitarristi, permettono di esprimersi al

meglio talvolta, questo sempre un per discorso legato al proprio gusto personale, al proprio stile e tutto il

resto, non è il caso di criticare chi ne fa un grande uso, così come non è da logiare chi non ne usa proprio.

Dal Rock al Jazz, la contaminazione di attrezzature più o meno costose è innegabile. L'enorme quantità di

effetti per chitarra, ci spinge ad entrare sempre più nel vivo delle caratteristiche tecniche, questo per

facilitarci la scelta, fatta sempre premessa che la cosa migliore è provarli di persona. Tra i vari dubbi che

affliggono un chitarrista in procinto di acquistare un effetto, di qualunque tipo sia, c'è quello del; Meglio

analogico o digitale?

Non è così facile rispondere, gli effetti nascono analogici, fino agli anni 70' infatti, un effetto era realizzato

con un dispositivo elettrico che modificava il segnale di ingresso attraverso un circuito analogico, in realtà

tutto molto semplice, ma comunque efficace, ieri come oggi. Come è giusto che sia, la tecnologia andò

avanti ed arrivò il Digitale, sembrò una svolta nel mondo della musica, ma questo è vero in parte. Gli aspetti

favorevoli dell'impiego di una tecnologia digitale sono legati alla personalizzazione dell'effetto, alla

moltitudine di modifiche che si possono apportare, in lungo e in largo, ai costi incredibilmente bassi, ma gli

aspetti negativi? Per capirli occorre spiegarne il funzionamento, piuttosto semplice da capire.

L'effetto digitale effettua un'operazione di conversione analogico-digitale tramite un processo di

digitalizzazione, che avviene a sua volta grazie ad un componente elettronico, comunemente chiamato

A/D, ed effettua poi il processo inverso, cioè; digitale-analogico (D/A). Il segnale in entrata viene quindi

trattato più volte, questo significa che se la qualità dei circuiti e dei componenti è scadente il suono ne

risentirà incredibilmente. Di conseguenza, se volete affidarvi ad apparecchiature digitali, probabilmente

dovrete spendere cifre considerevoli. Spezziamo comunque una lancia a favore del digitale, se è pur vero

che non è oro tutto ciò che luccica, i migliori effetti a Rack sono digitali, così come gli effetti di delay e

modulazione in generale, sono decisamente superiori in quest'ultima categoria di circuitazione. I pedali

singoli che tutti abbiamo visto e provato almeno una volta, offrono una qualità “forse” ancora superiore

rispetto ai vari multi-effetto digitali oggi in commercio, ma anche qui il discorso andrebbe preso con le

pinze.

Ormai le aziende produttrici di sistemi multi-effetto digitali, hanno come unico scopo, quello di “emulare”

alcuni effetti storici e conosciuti, dai compressori MXR della Dunlop ai distorsori, tipo Fulltone OCD o

Electro-Harmonix Big Muff tanto per dirne un paio, e ci riescono anche bene, quindi non sempre ci sono

differenze abissali, possono nascere in casi particolari, del resto è difficile per un componente digitale,

“imitare” un distorsore valvolare, ed ecco quindi che il tutto cambia da un effetto a un altro.

Molti si chiedono inoltre come sia possibile riconoscere/distinguere un effetto analogico da uno digitale.

Per chi non lo sapesse faccio una piccola precisazione; Per digitale non s'intende sempre il multi-effetto,

tipo Zoom, Line6 POD, la serie BOSS GT o Ditech RP, parliamo sempre di pedalini singoli. Purtroppo i

produttori, nel sul sito ufficiale e ne tanto meno sul manuale, scrivono in modo chiaro che tipo di

circuitazione è impiegata nel pedale, è facile capirlo quando parliamo di un effetto a valvole, in quel caso è

ovvio che l'effetto è analogico e non digitale. Non esiste un modo certo per saperlo, probabilmente

bisognerebbe leggere direttamente il PCB interno, possiamo comunque dire che: Quasi tutti i Delay sono

digitali, stesso discorso per gli effetti Riverbero, almeno che non parliamo di quello a molla, ormai

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abbandonato direi, usato anche in molti amplificatori. Gli effetti di distorsione ed overdrive sono analogici il

più delle volte, questo di principio perchè la loro costruzione è molto semplice ma soprattutto perchè il

suono distorto su circuitazione analogica sembra andar meglio ed essere il preferito da molti, è ovviamente

digitale nei vari multi-effetto. Uno esclude l'altro insomma, a volte è meglio il digitale altre l'analogico,

provateli e capirete cosa vi piace di più.

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Corretto uso della catena di effetti

Avere una quantità infinita di pedali può essere inutile, se collegati nel modo sbagliato possono

semplicemente dar vita ad un sound confuso, privo di senso, anche in base alla configurazione del singolo

pedale indubbiamente. E' vero che non esiste un ordine da seguire a tutti i costi, anche qui come sul

discorso chitarre in generale, amplificazione e cura degli strumenti, esistono scuole di pensiero che non

sempre si prendono tra loro, ma esiste invece un ordine consigliato, in quanto ogni singolo effetto

analogico o digitale, dovrebbe lavorare in determinate condizioni, così da non creare nessun conflitto o

disturbo di fondo. Ad esempio, il pedale Wah è preferibile inserirlo all'inizio della catena, questo perchè

dovrebbe lavorare su un segnale pulito proveniente direttamente della chitarra e non da un segnale già

lavorato, dal compressore ad esempio, o peggio ancora, dal distorsore.

Ancor più importante è la parentesi dedicata al compressore, questo non fa altro che amplificare il segnale

proveniente dalla chitarra, è fondamentale che lavori su un suono pulito e senza rumori di fondo alla base,

causati dai cavi di scarsa qualità, da altri effetti, anche i migliori ne producono, e dalla stessa chitarra, (nelle

Fender Stratocaster ad esempio, che non sono schermate), ma diciamo pure nel single coil in generale, il

risultato finale sarebbe un ronzio amplificato più del dovuto, nel sound finale anche questo fa la differenza.

Nella catena poi, gli effetti Eco, vale a dire Delay e Reverb, vengono messi alla fine, questo perchè il loro

scopo è quello di creare un doppio segnale, una vera e propria copia, specie nel primo effetto citato,

inserendoli ad esempio al centro della catena, significherebbe avere un doppio segnale ri-lavorato

all'infinito, è invece opportuno che operino alla fine, sul segnale processato. Un corretto uso della catena di

effetti:

Wha Wha: Il pedale Wah su un segnale pulito si esprime al meglio, al naturale.

Compressore: Amplifica il segnale, indispensabile se sono stati usati dei filtri precedentemente.

Booster: Da una maggiore spinta al suono, anche un aiuto per la successiva distorsione, non sempre

occorre.

Distorsione/Overdrive: Diamo colore al suono.

Equalizzatore: Lavorare su; Alti, Medi e Bassi, per gli equalizzatori a tre bande.

Chorus, Flanger, Phaser: Gli effetti di modulazione. Il Phaser può essere messo anche prima del Wah.

Delay e Riverbero: Danno un ulteriore spessore al suono.

Questa è una catena di effetti tradizionale, ad eccezione del booster che entra in gioco in condizioni

particolari, dove il suono risulta eccessivamente spento, il resto degli effetti rappresentano una postazione

completa. Ce ne sono comunque altri, gli effetti Pitch ad esempio, come Vibrato e Pitch Shifter possono

essere collegati prima del Chorus e del Flanger, cioè prima della modulazione, ci sono infine gli effetti di

volume e soppressori dei rumori di fondo, i così detti Noise gate, inseriteli prima degli effetti Eco. Il pedale

di volume infine, può essere collegato in modo differente, a l'inizio della catena ad esempio, o alla fine, in

modo da controllare il volume generale, l'altra alternativa è inserirlo prima degli effetti Eco. Provate

comunque a sperimentare qualcosa voi, non sentitevi costretti a seguire un ordine preciso.

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Pedaliere multi-effetto e digitali

Avevamo parlato in una precedente guida, dell'esigenza di avere quanti più effetti possibili nel minor spazio

e rimanendo in spese tutto sommato contenute, in quella si parlava di effetti e amplificazione in un unico

sistema, amplificatori combo, ora parliamo invece di singoli effetti, pedaliere digitali e non. Credo sia il

sogno ricorrente di ogni chitarrista, avere un multi-effetto che racchiuda un po tutto, dagli effetti più

famosi all'accordatore, dal Wah al volume e così via. Di natura il chitarrista è sempre costantemente

indeciso su quale effetto comprare, ammesso che ne faccia uso, cosa aggiungere e cose togliere alla catena,

e a volte non si hanno le idee chiare nemmeno su che tipo di sound realmente si cerca, in casi ancora più

estremi, in realtà neanche ci serve comprare un nuovo effetto. Vuoi per passione, vuoi perchè ti piace

vedere tutti quei LED che si accendono in sala prove o a casa, o perchè non hai niente di meglio da fare che

spendere soldi in effetti e simili, vediamo di approfondire l'argomento in modo ragionevole.

Chi è nel giro, saprà che i dubbi non mancano mai in questo mestiere, che sia a livello amatoriale o

mondiale, qualche domanda ci ronzerà sempre nella testa, e se prima abbiamo cercato di rispondere al;

Digitale o Analogico?, ora vediamo di capire cosa significa avere un multi-effetto analogico sotto i piedi, o

una postazione multi-effetto completamente digitale, anche qui non mancano voci di “corridoio” del tutto

sbagliate. Diciamo subito che per multi-effetto non si intende sempre il prodotto digitale, questo è l'errore

più comune in cui s'inciampa. Questa sigla infatti, sta ad indicare semplicemente una catena di effetti tipo

“Compressore, Distorsore, EQ, Modulazione ed Eco, in una singola struttura”, la realizzazione poi può

essere completamente analogica, basti pensare ad esempio alla strumentazione di grandi chitarristi come

David Gilmour, la cui pedaliera è stata realizzata interamente da Pete Cornish e non è affatto digitale, bensì

al suo interno c'è tutta la circuitazione dei pedali originali usati da Gilmour, tipo; Demeter Compulator, Big

Muff, BK Tube Driver e via di seguito. In Italia è difficile trovare liutai o comunque esperti in materia, che

realizzino sistemi di questo genere, i prezzi si aggirano intorno ai 1,000€ con buona fortuna. Potete pensare

ad un multi-effetto del genere se avete le idee ben chiare, di conseguenza fornirete le vostre specifiche, e il

tutto verrà realizzato sulla base del vostro sound, un lavoro molto personale insomma, beato chi può

permetterselo.

Ci sono poi i multi-effetto digitali che un po tutti abbiamo visto in giro, su internet o in negozio, ovvero dei

sistemi principalmente molto compatti, che racchiudono una serie di funzionalità come ad esempio un

accordatore cromatico (indispensabile), una base programmabile di batteria per esercitarsi o divertirsi, in

molti casi poi, avremo anche la possibilità di collegare la pedaliera al PC e registrare musica tramite

software appositi come Cubase. Queste sono funzionalità esterne, ovviamente poi c'è il discorso degli

effetti integrati “digitali”. Gli MFX, queste pedaliere digitalizzate appunto, racchiudono una tipica catena di

effetti di cui abbiamo parlato fino ad ora, dal compressore agli effetti Eco, tra l'altro nell'ordine consigliato

prima, includendo spesso e volentieri anche un pedale di volume, in alcuni casi come nelle ultime serie

Digitech RP o BOSS GT, racchiude anche l'effetto Wah e Digitech Whammy controllabile manualmente. Gli

aspetti positivi di queste soluzioni riguardano anzi tutto il prezzo, si parte dai 50€ per arrivare fino a 500€

per le soluzioni più “commerciali”, lasciando quindi da parte gli effetti a Rack.

Una semplice catena di effetti analogica, anche la più scadente vi porterebbe via più di 150€, e il risultato

non è detto che sia migliore degli altri, non ci metterei proprio la mano sul fuoco. L'aspetto economico

riguarda anche l'alimentazione dei singoli pedalini, molto spesso infatti in soluzione economiche e non solo,

l'alimentatore (quasi sempre a 9v) non è incluso, questo ci costringe a comprarlo o ad alimentarlo a

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batteria, e questa non dura molto. Altro aspetto da considerare è la praticità d'uso, avere cinque o sei

pedali significa anche dover comprare una pedaliera che li contenga, che possa alimentarli senza troppi

problemi, è un'altra spesa che si aggiunge, così come è una spesa comprare dei jack che li colleghi questi sei

pedali.

Negli MFX questi problemi non esistono, troveremo un unico alimentatore, sempre incluso nella

confezione, nessuna necessità di ulteriori cavi per collegare gli effetti (escluse soluzioni four cables), ma

solo quei due che servono per la chitarra e l'amplificatore. Nei multi-effetto digitali più economici le

aziende solitamente non spendono nel ricreare sound tipici di pedali più o meno famosi, si rimane su

distorsioni classiche ma personalizzabili, compressore, equalizzatori vari, pick-up simulator e via

discorrendo. Sono perciò da tenere in seria considerazione, con pochi Euro si può avere tra le mani

qualcosa di molto versatile che col tempo comunque, può essere rimpiazzato con modelli più aggiornati,

tutto sommato non sono delle spese proibitive, tra l'altro effetti di questo genere si comportano benissimo

in sala prove con amplificatori di un certo livello. Arriviamo poi a dei modelli più professionali, il cui prezzo è

decisamente più alto ma offrono una qualità superiore e degli effetti più “ricercati”, troveremo quasi

sicuramente tra i compressori; Boss CS3 ed MXR DynaComp, per le distorsioni ProCo RAT e Big Muff, Ibanez

TS-9/8 per l'ovedrive, questo tanto per fare un piccolo elenco e capire di cosa parlo, è quello che le aziende

di oggi cercano di offrire al chitarrista che ha più o meno in testa il sound perfetto, ma non può comprarsi

così tanti effetti per ovvie ragioni economiche.

La domanda è ovviamente lecita: Ma la qualità è paragonabile a quella dei circuiti analogici? Diciamo così,

attualmente quasi tutti i pedali in commercio sono digitali, forse l'analogico sta pian piano scomparendo,

non a caso pare stia diventando impossibile distinguerli, ad eccezione di alcune produzioni rimaste

prettamente vintage quindi, il resto è quasi tutto digitale. Gli MFX riescono a svolgere un ottimo lavoro

sotto ogni punto di vista, avvicinandosi molto alla qualità dei pedali singoli, in alcuni casi ad eguagliarla, ma

sicuramente soffrono alcune carenze riguardo gli effetti di Delay, che si sono digitali, ma richiedono un

hardware che immagazzini il suono, e molto spesso non si superano i 4-5 secondi. C'è poi da considerare la

difficoltà da parte di un processore, di imitare il sound tipico di una distorsione valvolare, qui sicuramente ci

sono differenze, ma per il resto credo che non si possano scartare, almeno che non ne abbiate provata una

e vi è sembrata una delusione, allora si, ma in caso contrario pensateci seriamente.

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Qualche effetto a pedale da vicino Abbiamo cercato di capire cos'è e come funziona un effetto analogico/digitale per chitarra, spaziando un po tra la storia e quello che offre il mercato di oggi. A solo titolo informativo vorrei illustrare qualche pedale singolo del vecchio tipo, tanto per rendere l'idea più chiara su quanto è stato scritto scritto fin'ora. Con la speranza che la lettura sia stata piacevole e comprensibile, vedremo quindi alcuni; Compressori, Distorsori/Overdrive ed altri. Tendo a precisare che la scelta è stata più o meno casuale e poco dettata dal mio gusto personale, direi più per un aspetto pratico e di immagini disponibili nella rete di buona qualità, ne citeremo quindi solo alcuni, di ottima qualità si, ma che oltre a non essere i più importanti all'interno della catena, non sono da prendere in considerazione, non è un consiglio ma solo un modo per fari entrare ulteriormente nel vivo dell'argomento. Sarà disponibile, non a breve purtroppo visto il lavoro che devo affrontare, una Guida completa sui vari Setup per iniziare a suonare, quindi l'acquisto dei vari componenti a partire dalla Chitarra, per arrivare ad Effetti e Amplificatori, una guida sul “Cosa comprare” ecco. Boss CS-3 Compression Sustainer: E' il moderno compressore/sustainer della Boss, piuttosto versatile e apprezzabile visto le numerose configurazione possibili, regolabile in; Level, Tone, Attack e Sustain. E' possibile utilizzarlo con una classica batteria da 9 volt (inserita all'interno), o alimentarlo esternamente con l'apposito alimentatore originale BOSS PSA-Series, purtroppo non incluso nella scatola come spesso accade, il cui prezzo si aggira intorno ai 70,00€. Si adatta un po a tutti i generi, fornendo compressioni più morbide e calde, o all'occorrenza più estreme, ma di sicuro una soluzione standard, ottima anche considerando il poco rumore che questo genera. Fulltone OCD: Solido, ben costruito e semplice da utilizzare, l'OCD è un Distorsore/Overdrive prodotto dalla Fulltone. Si alimenta a batteria o con un alimentatore fino a 18 volt DC, la tecnologia è true-bypass. I potenziometri sono i classici tono volume e drive, un bel LED blu d'accensione in alto corona il tutto, fin troppo potente direi. Troviamo due modalità; HP ed LP. Per la prima, occorre attivare lo switch in alto, l'OCD in questa modalità fornisce un suono più caldo e avvolgente, tipico di un distorsore valvolare, ma questo non lo è affatto. Decisamente molto versatile, non solo Rock quindi. Boss GE-7: E' un equalizzatore a sette bande (da 100 Hz a 6,4 KHz) prodotto dalla Boss, ed è forse fra i più utilizzati in quanto relativamente economico, e direi anche completo, come collegamenti ed opzioni. Anche lui come gli altri della serie può essere alimentato con una batteria o tramite un alimentatore a 9v, quello della serie Boss PSA-Series ad esempio, potete usarne altri, basta che rispettiate lo standard di voltaggio. Non manca il LED d'accensione e una facile accessibilità al vano batteria interno, al contrario di molti altri pedals, direi che è punto a favore. Il prezzo è molto interessante, circa 75,00€ online.

Boss DD-7: Tra gli ultimi effetti delay della Boss c'è l'ottimo DD-7, un aggiornamento del precedente DD-3

Digital Delay, il quale comunque forniva prestazioni di tutto rispetto a prezzo onesto. E' completo e

semplice da utilizzare, non è il prodotto più potente dalla casa ma non deve interessarci. E' possibile

configurare il Level, il feedback, tempo di delay e Mode. Il ritardo arriva fino a 6,4 secondi, la struttura

come sempre è molto solida e non manca il LED d'accensione, così' come l'alimentazione esterna, tramite

un Boss serie PSA-Series a 9 volt, eventualmente una batteria 9v.