Guerra e pace - Marsilio Editori · 2021. 1. 20. · ralli, disegni stamp, ee test antichii D.i...

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30 Notizie IL GIORNALE DELLARTE Numero 377, luglio-agosto 2017 Questo mese 92 mostre in 62 città in 11 Paesi Il Giornale delle MOSTRE Praga magica anche in stile Liberty A cura di Franco Fanelli (Arte contemporanea e Gallerìe) Cristina Valota (Arte antica) Laura Giuliani (Archeologia) Walter Guadagnini (Fotografia) Vittorio Bertello (Antiquari) Trieste. All'Art Nouveau ceca è dedicata la mostra «Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti», fino al 7 gennaio 2018 alle Scuderie e al Castello di Mlramare. Provenienti dal Museo delle Arti Decorative di Praga, oltre 200 opere tra pittura e grafica, manifesti e gioielli, vetri, ceramiche, mobili e oggetti da tavola, tessuti, abbigliamento (nella foto, abito da passeggio in merletto, 1900-07, Vienna) e raffinata biancheria illustrano una versione del Liberty tra le meno popolari, attecchita in Boemia su influenza viennese e sviluppatasi tardivamente rispetto agli analoghi movimenti internazionali. Notevole è la forza innovativa dei dipinti, dei manifesti e delle tavole decorative dal fascino slavo di Mucha, dei progetti di Vojtech Preissig per motivi ornamentali e carte da parati, dei gioielli di Marie Krivànkovà, così vicini all'estetica secessionista viennese, dei vetri della Lòtz Witwe, dai preziosi tessuti cangianti che nulla hanno da invidiare a Tiffany, o di quelli incisi e molati della Vetreria Harrach, per proseguire con le porcellane biomorfe di Cari Knoll, gli oggetti in metallo di Franta Anyz, i «giocattoli artistici moderni» di Minka Podhajska e i mobili progettati da Josef Fanta e da Jan Kotera, figure tra le più illustri del panorama architettonico boemo. La mostra, curata da Radim Vondracek, Iva Knobloch, Lucie Vlckova con la direzione di Helena Koenigsmarkova e di Rossella Fabiani, è prodotta e organizzata da Civita Tre Venezie e Villaggio Globale International. Catalogo Marsilio. • Caria Cerutti Venezia Guerra e pace Picasso si sdoppia negli anni Trenta Venezia. Dal 26 agosto al 7 gennaio le Project Rooms della Collezione Peggy Guggenheim ospitano una mostra sul rapporto tra Pablo Picasso e il Mediter- raneo. Fulcro dell'esposizione, curata da Luca Massimo Barbero, è l'opera «Sulla spiaggia (La Baignade)», in collezione presso il museo veneziano, dipinta il 12 febbraio 1937. È un periodo che vede l'artista attratto da due polarità contrap- poste: l'evasione, con opere dedicate a suggestioni marine, e l'impegno etico per la denuncia degli orrori della guerra civile spagnola, concretizzatosi nell'ese- cuzione di «Guernica» (1937). Nella prima categoria si pongono altri due dipinti in mostra: «Femme assise sur la plage», pre- stato dal Musée des Beaux-Arts di Lione e realizzato nello stesso tomo di giorni dell'opera veneziana, e «Grande baigneu- se au livre», anch'essa firmata e datata febbraio 1937, proveniente dal Musée Pi- m casso di Parigi. A contornare questi tre di- pinti sono stati selezionati nove disegni. Alcuni sono studi preparatori per «Guer- nica», altri sono incentrati sul soggetto delle bagnanti. Non manca l'incisione «H sogno e la menzogna di Franco (Sueno y mentirà de Franco», un'opera invet- tiva avente come obiettivo il generale * Francisco Franco, che scatenò la guerra civile. Anche questa incisione è del 1937, «Grande baigneuse au livre» di Pablo Picasso anno di digressioni formali nell'area del biomorfismo di matrice surrealista (i sog- getti con bagnanti) e di sintesi di natura simbolica della frammentazione cubista dell'immagine (le denunce civili). La mo- stra intende ripercorrere, con opere mi- rate, il processo creativo che portò Picas- so a trasognare organismi antropomorfi che poggiano silenti, lirici, ma anche inquietanti, su spiagge, e a costruire un lessico adatto a esprimere il dolore della guerra. • Guglielmo Gigliotti New York La pittura è abitabile Hélio Oiticica al Whitney Museum New York. H Whitney Museum ospita, dal 14 luglio al primo ottobre, la prima retrospettiva completa del brasiliano Hélio Oiticica (1937-80), nato e morto a Rio de Janeiro. Una mostra ambizio- sa, realizzata in collaborazione con il Carnegie Museum di Pittsburgh e l'Art Institute di Chicago, che esplora l'in- tera produzione dello scultore, pittore e artista concettuale, uno dei pionieri dell'installazione ambientale. Il percor- so si apre con i primi lavori geometrici su carta, risalenti agni anni Cinquanta, e alle opere neoconcretiste, tra cui le «Invengòes», piccoli monocromi su ta- vola. La parabola artistica di Oiticica si caratterizza per il graduale superamen- to della bidimensionalità della pittura, come preannunciano i «Rilievi spaziali» (dipinti tridimensionali pendenti) e i «Nuclei» (composti da pannelli sospesi al soffitto a diverse altezze). In mostra gli straordinari «Parangolés», abiti fatti di porzioni di tessuto dipinto, paraventi e corde, concepiti per essere indossati du- rante le sessioni di samba; e i «Penetràv- eis», strutture labirintiche delimitate da pannelli colorati percorribili dai visitato- ri, che l'artista descrisse come «affreschi Sassoferrato Il disegnatore perfetto Esposti anche 21 dei 63 disegni della regina Sassoferrato (An). «Disegna sempre al mas- simo livello quasi che voglia cancellare i di- segni precedenti per non apparire che come un disegnatore perfetto». L'artista mosso da tale ambizione è Giovanni Battista Salvi detto il Sassofeixato (1609-85) e lo descrive così il direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno Stefano Papetti a proposito della mostra «Devota Bellez- za. Il Sassoferrato con i disegni della Collezioni Reali britannica» aperta «Madonna con il Bambino e san Giovannino» di Sassoferrato, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo fino al 5 novembre nel Palazzo degli Scalzi nel borgo natale del pittore. La rassegna ha messo a segno una sorta di scoop espositivo ottenendo 21 dei 63 fogli della regina Elisabetta mai usciti dai confini britannici su un corpus sti- mato di 90 opere grafiche certe. Li af- fiancano 9 disegni di collezioni private e 17 dipinti dalle Marche investite dal terremoto, più altri da Roma e Padova, e selezionati da Vittorio Sgarbi. Arrivati in Gran Bretagna nel Settecento, i fogli giungono dalla Royal Library del Castel- lo di Windsor tramite il comitato che ha come commissario scientifico Francois Macé de Lépinay e Stefano Papetti come presidente curatore, il quale aggiunge: «Questi disegni hanno un livello di finitura tale che presentano differenze minime con la pittura. Qualche Madonna nel dipinto ha in più l'aureola, ma le pieghe delle vesti hanno già una perfezione estrema. È un pittore con una componente di idealizzazione molto for- te. È strano che non ci siano altri disegni più rapidi: può darsi li abbia distrutti lui stesso». Intanto la rassegna attesta una rinnova- ta attenzione verso un artista rimasto fedele a soggetti sacri, al Classicismo e a Raffaello come evidenzia la mostra sem- tg pre sul Sassoferrato ora in corso fino al f a primo ottobre nella Galleria Tesori d'Ar-1 te nel complesso monastico di San Pie-J tro a Perugia (cfr. n. 374, apr. '17, p. 39). I • Stefano Miliani % Palermo I fasti di Serpotta Accanti ai bozzetti, i disegni di Amato Palermo. Fino al primo ottobre la mo- stra «Serpotta e il suo tempo» mette in scena i fasti del Barocco siciliano tra Sei e Settecento. Nel modesto calendario degli eventi espositivi in Sicilia spicca fi- nalmente ima mostra imponente (oltre 100 opere), curata da Vincenzo Abbate nell 'Oratorio dei Bianchi di pertinen- za della Galleria regionale di Palazzo Abatellis, a cui è collegato un percorso di visita dei più importanti oratori serpottiani. La mostra, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, in collaborazione con l'Abatellis, è organizzata da Civita Sicilia, con un comitato scientifico in cui spiccano, tra gli altri i nomi di Gioacchino Barbera, Maria Concetta Di Natale, Pierfran- cesco Palazzotto, Evelina De Castro, Maria Giuffrè e Marco Rosario Nobile. Il percorso si incentra su due protagonisti di quella felice stagione, i due Gia- como, Serpotta e quell'Amato che fu regista della magnificen- za architettonica dell'epoca, rin- novata sul Classicismo barocco di matrice romana, per esten- dersi, quindi, alla tempe- rie storico artistica in cui la Sicilia non era «solo» geograficamente al centro del Mediterraneo. Capitale del Viceregno di Sicilia aperta all'Europa, l'isola era allo- ra snodo e approdo di uno straordinario dialogo tra le arti documentato da dipin- ti, marmi, stucchi, oreficerie, avori, co- ralli, disegni, stampe e testi antichi. Di Serpotta, a cui è interamente dedicato il piano terra dell'Oratorio, dove si posso- no ammirare a distanza ravvicinata gli stucchi provenienti dalla Chiesa delle Stimmate, staccati prima della distru- zione di fine Ottocento per far posto al Teatro Massimo, sono esposti anche i disegni e i bozzetti, dai quali emerge la qualità e la dimensione europea dell'o- pera, già colta da studiosi come Argan e Brandi, per il quale ultimo lo «scultore» è «forse H massimo del Settecento europeo». Alla dignità dell'arte del marmo fece infatti assurgere quell'arte dello stucco con cui rivestì elegantemente chiese e oratori della città. Al primo piano, i dipinti provenienti da edifìci religiosi sono , messi a confronto con le grandi | architetture esemplificate dai disegni preparatori di Amato, mentre la ricca sezione delle arti decorative mette a fuoco il ruolo mm »< fondamentale di un settore trainante dell'e- conomia di Palermo capitale del Viceregno di Sicilia, quello della produzione suntuaria, j insieme alla grande commit- = tenza ecclesiastica e nobiliare \ e alla valenza delle maestranze 1 cittadine. • Silvia Mazza l «La Purezza», 1703-04, di Giacomo Serpotta, Palermo, Oratorio dei Bianchi ANDINSKY \ A r~ Musica XI I / \ I I I— e Spirituale ji W / V V J L_ nell'Arte £ I OND-AZIONF iPALAZZO : MAGNANI Palazzo Magnani Reggio Emilia 11 novembre 2017 - 25 febbraio 2018 mobili su scala umana». Ita i lavori più noti le grandi installazioni ambientali degli anni Sessanta: prima fra tutte «Tropi- calia» (1967), composta da due «Penetrav- eis» immersi in un ambiente di sabbia, piante e uccelli, memore del paesaggio brasiliano. Tra i meriti della mostra quel- lo di dare risalto al periodo newyorche- se dell'artista (1970-78): un momento di grande sperimentazione, in cui Oiticica si dedicò al film, alla performance e alla scrittura nella sua abitazione stu- dio del Lower East Side, un laboratorio frequentato da amici, collaboratori e artisti. Come afferma Donna De Salvo, curatrice della mostra insieme a Elisa- beth Sussman, Lynn Zelevansky e James Rondeau, «gii otto anni passati negli States ebbero un impattofortissimo sul lavoro di Oiti- cica, tanto da continuare a influenzare la sua g pratica, anche dopo U suo ritomo in Brasile». § • Federico Florian «P15 Parangolé Capa 12, Eu Incorporo a Revolta» (1967), di Hélio Oiticica Indossato da Nlldo de Mangueira

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  • 30 Notizie IL GIORNALE DELLARTE Numero 377, luglio-agosto 2017

    Questo mese 92 mostre in 62 città in 11 Paesi

    Il Giornale delle

    MOSTRE Praga magica anche in stile Liberty

    A cura di Franco Fanelli (Arte contemporanea e Gallerìe) Cristina Valota (Arte antica) Laura Giuliani (Archeologia) Walter Guadagnini (Fotografia) Vittorio Bertello (Antiquari)

    Trieste. All'Art Nouveau ceca è dedicata la mostra «Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti», fino al 7 gennaio 2018 alle Scuderie e al Castello di Mlramare. Provenienti dal Museo delle Arti Decorative di Praga, oltre 200 opere tra pittura e grafica, manifesti e gioielli, vetri, ceramiche, mobili e oggetti da tavola, tessuti, abbigliamento (nella foto, abito da passeggio in merletto, 1900-07, Vienna) e raffinata biancheria illustrano una versione del Liberty tra le meno popolari, attecchita in Boemia su influenza viennese e sviluppatasi tardivamente rispetto agli analoghi movimenti internazionali. Notevole è la forza innovativa dei dipinti, dei manifesti e delle tavole decorative dal fascino slavo di Mucha, dei progetti di Vojtech Preissig per motivi ornamentali e carte da parati, dei gioielli di Marie Krivànkovà, così vicini all'estetica secessionista viennese, dei vetri della Lòtz Witwe, dai preziosi tessuti cangianti che nulla hanno da invidiare a Tiffany, o di quelli incisi e molati della Vetreria Harrach, per proseguire con le porcellane biomorfe di Cari Knoll, gli oggetti in metallo di Franta Anyz, i «giocattoli artistici moderni» di Minka Podhajska e i mobili progettati da Josef Fanta e da Jan Kotera, figure tra le più illustri del panorama architettonico boemo. La mostra, curata da Radim Vondracek, Iva Knobloch, Lucie Vlckova con la direzione di Helena Koenigsmarkova e di Rossella Fabiani, è prodotta e organizzata da Civita Tre Venezie e Villaggio Globale International. Catalogo Marsilio. • Caria Cerutti

    Venezia

    Guerra e pace Picasso si sdoppia negli anni Trenta

    Venezia. Dal 26 agosto al 7 gennaio le Project Rooms della Collezione Peggy Guggenheim ospitano una mostra sul rapporto tra Pablo Picasso e il Mediter-raneo. Fulcro dell'esposizione, curata da Luca Massimo Barbero, è l'opera «Sulla spiaggia (La Baignade)», in collezione presso il museo veneziano, dipinta il 12 febbraio 1937. È un periodo che vede l'artista attratto da due polarità contrap-poste: l'evasione, con opere dedicate a suggestioni marine, e l'impegno etico per la denuncia degli orrori della guerra civile spagnola, concretizzatosi nell'ese-cuzione di «Guernica» (1937). Nella prima categoria si pongono altri due dipinti in mostra: «Femme assise sur la plage», pre-stato dal Musée des Beaux-Arts di Lione e realizzato nello stesso tomo di giorni dell'opera veneziana, e «Grande baigneu-se au livre», anch'essa firmata e datata febbraio 1937, proveniente dal Musée Pi-

    m casso di Parigi. A contornare questi tre di-pinti sono stati selezionati nove disegni. Alcuni sono studi preparatori per «Guer-nica», altri sono incentrati sul soggetto delle bagnanti. Non manca l'incisione «H sogno e la menzogna di Franco (Sueno y mentirà de Franco», un'opera invet-tiva avente come obiettivo il generale

    * Francisco Franco, che scatenò la guerra civile. Anche questa incisione è del 1937,

    «Grande baigneuse au livre» di Pablo Picasso

    anno di digressioni formali nell'area del biomorfismo di matrice surrealista (i sog-getti con bagnanti) e di sintesi di natura simbolica della frammentazione cubista dell'immagine (le denunce civili). La mo-stra intende ripercorrere, con opere mi-rate, il processo creativo che portò Picas-so a trasognare organismi antropomorfi che poggiano silenti, lirici, ma anche inquietanti, su spiagge, e a costruire un lessico adatto a esprimere il dolore della guerra. • Guglielmo Gigliotti

    New York

    La pittura è abitabile Hélio Oiticica al Whitney Museum

    New York. H Whitney Museum ospita, dal 14 luglio al primo ottobre, la prima retrospettiva completa del brasiliano Hélio Oiticica (1937-80), nato e morto a Rio de Janeiro. Una mostra ambizio-sa, realizzata in collaborazione con il Carnegie Museum di Pittsburgh e l'Art Institute di Chicago, che esplora l'in-tera produzione dello scultore, pittore e artista concettuale, uno dei pionieri dell'installazione ambientale. Il percor-so si apre con i primi lavori geometrici su carta, risalenti agni anni Cinquanta, e alle opere neoconcretiste, tra cui le «Invengòes», piccoli monocromi su ta-vola. La parabola artistica di Oiticica si caratterizza per il graduale superamen-to della bidimensionalità della pittura, come preannunciano i «Rilievi spaziali» (dipinti tridimensionali pendenti) e i «Nuclei» (composti da pannelli sospesi al soffitto a diverse altezze). In mostra gli straordinari «Parangolés», abiti fatti di porzioni di tessuto dipinto, paraventi e corde, concepiti per essere indossati du-rante le sessioni di samba; e i «Penetràv-eis», strutture labirintiche delimitate da pannelli colorati percorribili dai visitato-ri, che l'artista descrisse come «affreschi

    Sassoferrato

    Il disegnatore perfetto Esposti anche 21 dei 63 disegni della regina

    Sassoferrato (An). «Disegna sempre al mas-simo livello quasi che voglia cancellare i di-segni precedenti per non apparire che come un disegnatore perfetto». L'artista mosso da tale ambizione è Giovanni Battista Salvi detto il Sassofeixato (1609-85) e lo descrive così il direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno Stefano Papetti a proposito della mostra «Devota Bellez-za. Il Sassoferrato con i disegni della Collezioni Reali britannica» aperta

    «Madonna con il Bambino e san Giovannino» di Sassoferrato, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo

    fino al 5 novembre nel Palazzo degli Scalzi nel borgo natale del pittore. La rassegna ha messo a segno una sorta di scoop espositivo ottenendo 21 dei 63 fogli della regina Elisabetta mai usciti dai confini britannici su un corpus sti-mato di 90 opere grafiche certe. Li af-fiancano 9 disegni di collezioni private e 17 dipinti dalle Marche investite dal terremoto, più altri da Roma e Padova, e selezionati da Vittorio Sgarbi. Arrivati

    in Gran Bretagna nel Settecento, i fogli giungono dalla Royal Library del Castel-lo di Windsor tramite il comitato che ha come commissario scientifico Francois Macé de Lépinay e Stefano Papetti come presidente curatore, il quale aggiunge: «Questi disegni hanno un livello di finitura tale che presentano differenze minime con la pittura. Qualche Madonna nel dipinto ha in più l'aureola, ma le pieghe delle vesti hanno già una perfezione estrema. È un pittore con una componente di idealizzazione molto for-te. È strano che non ci siano altri disegni più rapidi: può darsi li abbia distrutti lui stesso». Intanto la rassegna attesta una rinnova-ta attenzione verso un artista rimasto fedele a soggetti sacri, al Classicismo e a Raffaello come evidenzia la mostra sem-

    tg pre sul Sassoferrato ora in corso fino al f

    a

    primo ottobre nella Galleria Tesori d'Ar-1 te nel complesso monastico di San Pie-J tro a Perugia (cfr. n. 374, apr. '17, p. 39). I • Stefano Miliani %

    Palermo

    I fasti di Serpotta Accanti ai bozzetti, i disegni di Amato

    Palermo. Fino al primo ottobre la mo-stra «Serpotta e il suo tempo» mette in scena i fasti del Barocco siciliano tra Sei e Settecento. Nel modesto calendario degli eventi espositivi in Sicilia spicca fi-nalmente ima mostra imponente (oltre 100 opere), curata da Vincenzo Abbate nell'Oratorio dei Bianchi di pertinen-za della Galleria regionale di Palazzo Abatellis, a cui è collegato un percorso di visita dei più importanti oratori serpottiani. La mostra, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, in collaborazione con l'Abatellis, è organizzata da Civita Sicilia, con un comitato scientifico in cui spiccano, tra gli altri i nomi di Gioacchino Barbera, Maria Concetta Di Natale, Pierfran-cesco Palazzotto, Evelina De Castro, Maria Giuffrè e Marco Rosario Nobile. Il percorso si incentra su due protagonisti di quella felice stagione, i due Gia-como, Serpotta e quell'Amato che fu regista della magnificen-za architettonica dell'epoca, rin-novata sul Classicismo barocco di matrice romana, per esten-dersi, quindi, alla tempe-

    rie storico artistica in cui la Sicilia non era «solo» geograficamente al centro del Mediterraneo. Capitale del Viceregno di Sicilia aperta all'Europa, l'isola era allo-ra snodo e approdo di uno straordinario dialogo tra le arti documentato da dipin-ti, marmi, stucchi, oreficerie, avori, co-ralli, disegni, stampe e testi antichi. Di Serpotta, a cui è interamente dedicato il piano terra dell'Oratorio, dove si posso-no ammirare a distanza ravvicinata gli stucchi provenienti dalla Chiesa delle Stimmate, staccati prima della distru-zione di fine Ottocento per far posto al Teatro Massimo, sono esposti anche i disegni e i bozzetti, dai quali emerge la qualità e la dimensione europea dell'o-pera, già colta da studiosi come Argan e Brandi, per il quale ultimo lo «scultore» è «forse H massimo del Settecento europeo». Alla dignità dell'arte del marmo fece infatti assurgere quell'arte dello stucco con cui

    rivestì elegantemente chiese e oratori della città. Al primo piano, i dipinti provenienti da edifìci religiosi sono

    , messi a confronto con le grandi | architetture esemplificate dai

    disegni preparatori di Amato, mentre la ricca sezione

    delle arti decorative mette a fuoco il ruolo

    mm »< fondamentale di un settore trainante dell'e-

    conomia di Palermo capitale del Viceregno di Sicilia, quello della produzione suntuaria, j insieme alla grande commit- =

    tenza ecclesiastica e nobiliare \ e alla valenza delle maestranze 1 cittadine. • Silvia Mazza l

    «La Purezza», 1703-04, di Giacomo Serpotta, Palermo, Oratorio dei Bianchi

    ANDINSKY \ A r ~ Musica

    X I I / \ I —I I — e Spirituale — j i W / V V J L _ nell'Arte

    £ I O N D - A Z I O N F

    i P A L A Z Z O : MAGNANI

    Palazzo Magnani Reggio Emilia 11 novembre 2017 - 25 febbraio 2018

    mobili su scala umana». I t a i lavori più noti le grandi installazioni ambientali degli anni Sessanta: prima fra tutte «Tropi-calia» (1967), composta da due «Penetrav-eis» immersi in un ambiente di sabbia, piante e uccelli, memore del paesaggio brasiliano. Tra i meriti della mostra quel-lo di dare risalto al periodo newyorche-se dell'artista (1970-78): un momento di grande sperimentazione, in cui Oiticica si dedicò al film, alla performance e alla scrittura nella sua abitazione stu-dio del Lower East Side, un laboratorio frequentato da amici, collaboratori e artisti. Come afferma Donna De Salvo, curatrice della mostra insieme a Elisa-beth Sussman, Lynn Zelevansky e James Rondeau, «gii otto anni passati negli States ebbero un impattofortissimo sul lavoro di Oiti-cica, tanto da continuare a influenzare la sua g pratica, anche dopo U suo ritomo in Brasile». § • Federico Florian

    «P15 Parangolé Capa 12, Eu Incorporo a Revolta» (1967) , di Hélio Oiticica Indossato da Nlldo de Mangueira