GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

27

description

woman fiction

Transcript of GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

Page 1: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf
Page 2: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

CAROL TOWNEND

Schiavo d'amore

Page 3: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Chained to the Barbarian

Harlequin Historical © 2012 Carol Townend

Traduzione di Federica Isola Pellegrini

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione I Grandi Romanzi Storici marzo 2013

Questo volume è stato stampato nel febbraio 2013

presso la Rotolito Lombarda - Milano

I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410

Periodico settimanale n. 865 dello 08/03/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

Page 4: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

5

1

Guillaume digrignò i denti, deciso a non perdere conoscenza. Scure, impetuose ondate minaccia-vano di privarlo della vista, la testa gli pulsava dolorosamente a causa delle percosse che aveva ricevuto, ma non avrebbe perduto conoscenza. Le bambine erano raggomitolate ai suoi piedi. Fino ad allora né Daphne né Paula erano state messe in vendita. Né lui. Be', non era molto pro-babile che qualcuno lo acquistasse, malconcio com'era. Benché non fosse particolarmente reli-gioso, adesso stava pregando. Signore, fa' che non veniamo separati. Se fossero rimasti insie-me, avrebbe potuto proteggerle un po' più a lun-go. Misericordia. Due bimbette minuscole, che non avevano che lui, un cavaliere diventato schiavo, per vegliare su di loro. Sapeva per espe-rienza che cosa significasse essere abbandonati in tenera età. E quelle povere creature erano per-fino più piccole di quanto lo era stato lui quan-do... Non aveva importanza in confronto alle sofferenze che potevano venire inflitte a quelle orfanelle, che non erano certo in grado di prov-vedere a se stesse.

Page 5: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

6

Non poteva riportare in vita la loro madre, ma, se fosse stato umanamente possibile, le avrebbe aiutate. Qualcosa gli si abbatté sulla schiena. Il mani-co di una lancia. Mentre si avviava incespicando verso la pedana della sala delle aste, un'altra on-data di oscurità gli si rovesciò addosso. Le cate-ne sferragliavano, imprigionando le sue caviglie, pendendo dai suoi polsi. L'oscurità era talmente impenetrabile da impedirgli di vedere davanti a sé. Sembrava che fosse l'imbrunire, ma la sera non poteva essere calata così presto. Avrebbe potuto giurare che non fosse ancora mezzogior-no. Si sforzò di reggersi in piedi, tentando nello stesso tempo di conservare la lucidità. Si trattava di una battaglia, una battaglia impegnativa quan-to tutte le altre a cui aveva partecipato, e non doveva fallire. Le bambine avevano bisogno di lui. Percepì un forte ronzio nelle orecchie. Nume-rose macchie nere stavano svolazzando nella sa-la delle aste, simili a corvi in un campo di grano. Sapeva che cosa significava. Da un momento all'altro sarebbe crollato come un pioppo abbat-tuto. Le membra gli pesavano come piombo e i suoi movimenti, mentre saliva sulla pedana, era-no estremamente lenti. La vista gli si schiarì a sufficienza da consentirgli di scorgere Paula e Daphne di fronte a lui sulla piattaforma soprele-vata, aggrappate l'una all'altra. Gli occhi di Pau-la erano enormi, il suo viso terribilmente pallido. Sia lei sia la sorella erano stremate dalla fame, ovviamente, ma Guillaume aveva imparato che, nel misero mondo degli schiavi, la mancanza di

Page 6: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

7

cibo era uno dei mali minori. Arricciò le labbra. Il miscredente che stava tentando di venderli ri-teneva che affamare uno schiavo non fosse che un sistema per tenerlo sotto controllo. Si concen-trò sulle bambine, augurandosi di essere venduto insieme a loro. Paula doveva avere... quanti, due anni? E Daphne solo pochi mesi. Sbatté le pal-pebre per sbarazzarsi delle macchie nere e un fiotto di bile gli salì alla gola. E pensare che a-veva giudicato dura la sua esistenza precedente! Una ciocca di capelli biondi gli cadde sugli occhi. Quando mosse la testa per scostarla, una fitta lancinante gli trafisse le tempie e il ronzio alle orecchie aumentò di volume. Nel frattempo, il furore gli si era insediato nello stomaco, cor-rosivo come un acido. Non avrebbe dovuto esse-re lì. Quello era il mercato degli schiavi di Co-stantinopoli e lui era in vendita. Un cavaliere sulla pedana su cui venivano esibiti gli schiavi. Gesù, che cos'era diventato il mondo? Guillaume si costrinse a passare in rassegna quanto lo circondava. La pedana era situata al centro di un mercato coperto gremito di gente. Dei pilastri di pietra sostenevano il tetto. Con un sussulto, comprese per quale motivo le torce non erano state accese. La luce del sole irrompeva dalle arcate in stile romano, vivide lame che gli si conficcavano nel cervello come pugnali ro-venti. L'oscurità era stata evocata dalla sua men-te esausta, dal suo corpo contuso. Gli abitanti di Costantinopoli si stavano spin-gendo a vicenda, chiacchierando e ridendo men-tre si assiepavano attorno alla pedana. Fissavano le bambine con gli occhi stretti. E lui. Da quanto gli era dato di capire, la schiavitù

Page 7: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

8

era considerata un fatto comune, nel cuore del-l'impero. Era la seconda volta che veniva fatto salire su una pedana del genere. Non ricordava niente del-la prima, dato che lo avevano drogato per ren-derlo inoffensivo, anziché malmenarlo. La droga era risultata oltremodo efficace. Non si era ac-corto di niente finché non si era svegliato in ca-tene per scoprire che lui, Sir Guillaume Bradfer, era diventato uno schiavo. La collera per la propria sorte, per l'ingiustizia che aveva subito, gli torse le viscere. Era un ca-valiere, non avrebbe dovuto trovarsi lì! Accan-tonò risoluto la rabbia, poiché avrebbe avuto tut-to il tempo per abbandonarvisi il giorno seguen-te. Adesso le bambine avevano bisogno di lui. Le macchie nere, i corvi... la sua mente era or-mai incapace di distinguere la realtà dall'imma-ginazione... si stavano lanciando verso una lama di sole. Sbatté di nuovo le palpebre e riuscì a mettere a fuoco la stanza. Colonne. Due bambi-ne. Estranei che esaminavano, che valutavano. Non doveva perdere i sensi. Doveva accertarsi che Daphne e Paula non fossero comprate da un uomo malvagio come l'ultimo. L'oscurità non lo avrebbe inghiottito finché non avesse saputo che erano al sicuro... La sala delle aste oscillò, i corvi si innalzaro-no, la luce gli ferì gli occhi. Mordendosi la lin-gua, lui percepì il sapore del sangue. Anche se neri brandelli guizzarono ai margini del suo campo visivo, rimase cosciente. Un movimento nei pressi della pedana catturò la sua attenzione. Due giovani donne stavano fis-sando attentamente le bambine. Scosse di nuovo

Page 8: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

9

il capo per scostarsi i capelli dalla fronte e si sentì gelare. Speranza. Si augurò di non esserselo immaginato, ma gli occhi di entrambe le donne esprimevano quella che sembrava compassione. E sbigottimento. E-mozioni indubbiamente estranee a un'indole cru-dele, emozioni che Guillaume non si era aspetta-to di trovare nel mercato degli schiavi di Costan-tinopoli. «Dovete comprarle, dovete!» La più alta delle due donne afferrò il braccio della sua compagna, indicando le bambine. I suoi occhi grigio fumo erano lucidi di lacrime. Guillaume trattenne il fiato mentre lei portava lo sguardo nella sua direzione. Un'unica lacrima rifletté la luce mentre le cadeva dalle ciglia. Malgrado il tramestio e il brusio della folla, malgrado il dolore alla testa e alle spalle, lui la udì trattenere il fiato, vide le sue dita rafforzare la stretta attorno al braccio dell'amica. Speranza. «Compratelo! Dovete comprarlo!» La voce della donna risuonò chiara. Pressante. Se ne avesse avuto la forza, si sarebbe acci-gliato. Quella donna voleva comprarlo, contuso e malridotto com'era? Doveva essere fuori di senno. Eppure, quegli occhi grigio fumo erano gentili. La stanza oscillò ancora una volta, la sua vista si stava di nuovo offuscando. Guillaume aveva l'impressione di sbirciare attraverso una spessa caligine. Si impose di rimanere cosciente. Se quelle donne le avessero acquistate, le bambine sarebbero state al sicuro.

Page 9: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

10

Come facesse a saperlo non ne aveva idea, ma lo sapeva senza ombra di dubbio. Se quelle don-ne avessero comprato le bambine, non avrebbe più dovuto temere per la loro incolumità. Non avrebbe avuto importanza chi avesse comprato lui, non era uno schiavo e non aveva intenzione di restare in quella città. Aveva dei progetti, che non aveva ancora attuato a causa di Paula e Da-phne. Fissò quei luminosi occhi grigi e il resto del mercato si dissolse. Molto vagamente, sentì pro-testare l'amica della donna. «Ha l'aria di un at-taccabrighe.» Si riferiva a lui. Gli occhi grigi rimasero fissi sul suo viso, il velo della donna ondeggiò. Al pari della veste che indossava, era semplice, di un marrone spen-to. «Comprate anche lui, oltre alle bambine» di-chiarò. «Vi prego, mia signora... io non possiedo del denaro, ma vi ripagherò in qualche modo. Vi darò il mio braccialetto d'oro e il resto dei miei gioielli. Potrete venderli e comprare altri schia-vi.» Il ronzio nelle orecchie di Guillaume era più forte che mai, i corvi erano riapparsi e stavano agitando frenetici le ali fra lui e le due giovani donne. Il pavimento vacillò. «Mia signora» riprese la ragazza con la veste marrone, «vi darò Zephyr, potrete vendere anche lei...» Guillaume doveva essere svenuto per alcuni minuti, poiché quando tornò in sé le licitazioni erano già in corso. Lo stomaco gli si contrasse. Le due giovani donne non sembravano abbastan-za ricche per acquistare degli schiavi. In effetti, quella che stava facendo un'offerta indossava

Page 10: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

11

una veste che sarebbe potuta appartenere a un'ancella. Seguirono altre offerte da parte di un uomo che aveva l'aspetto di un facoltoso mer-cante e di una donna che indossava una veste co-lor ciliegia e aveva un viso talmente dipinto da sembrare smaltato. Le parole cortigiana di Babi-lonia gli balzarono all'istante alla mente. Fece una smorfia. Doveva avere la febbre. Il braccio destro gli pulsava in modo atroce. Fa-cendo sferragliare le catene, si sforzò di mitigare il dolore sorreggendolo con l'altro braccio, e do-vette ricacciare un'ondata di nausea. Si rifiutò di ricordare a se stesso che molto spesso la nausea indicava che c'era una frattura. Ai piedi della pedana, le due giovani stavano parlottando fra loro. Paragonandole agli altri of-ferenti, Guillaume si sentì stringere il cuore. Il tessuto delle loro vesti era troppo grossolano, il colore troppo anonimo. Il loro abbigliamento non reggeva il confronto con gli abiti di sfarzoso broccato verde del mercante né con quelli di seta color ciliegia della signora imbellettata. Era as-surdo illudersi che quelle donne fossero in grado di acquistare sia lui sia le bambine. Comprate le bambine. Lasciate perdere me, ma, per l'amor del cielo, comprate le bambine! Sbirciando attraverso una fitta nebbia grigia, stava tentando di decidere se quelle donne aves-sero la possibilità di prevalere sugli altri offeren-ti quando si udì un trambusto in fondo alla stan-za. Un uomo si stava aprendo un varco tra la fol-la per avvicinarsi alla pedana, i capelli neri come la notte, l'espressione irata. Allorché raggiunse la più bassa delle due donne, quella che aveva fatto le offerte, tentò di prenderle il braccio.

Page 11: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

12

Qualcosa nel suo portamento, nella sua postura, lasciava capire che era un soldato. Anche se Guillaume si sforzò disperatamente di reggersi in piedi, la nebbia grigia si stava av-vicinando inesorabilmente. Prima inghiottì le co-lonne del mercato, poi cominciò ad avvolgere le due donne. No! Doveva restare cosciente! La pedana scivolò via da sotto i suoi piedi. Anna di Heraclea si conficcò le unghie nel palmo delle mani. Il cuore le batteva a un ritmo irregolare. Era tornata solo due giorni prima nel-la capitale e l'ultimo posto in cui avrebbe voluto trovarsi era il mercato degli schiavi. Chi lo a-vrebbe desiderato, se avesse potuto evitarlo? Nel migliore dei casi, si trattava di un luogo che tra-sudava brutalità, in cui venivano trattati gli affa-ri più sordidi. Un luogo in cui vendevano carne umana. Si rifiutava di pensarci, tanto più che avrebbe dovuto riflettere su quello che avrebbe detto al padre quando lo avesse incontrato il giorno se-guente. Due anni... Non lo vedeva da quando si era recata a Rascia due anni addietro. Intendeva ancora costringerla a sposare Romanos? Quella prospettiva le gelò il sangue nelle ve-ne. Doveva escogitare un sistema per persuader-lo che il matrimonio con Romanos era impossi-bile, invece di perdere tempo nel mercato degli schiavi. Katerina era voluta venire lì a tutti i costi e lei si era resa conto che, se non l'avesse accompa-gnata, ci sarebbe venuta da sola. Cosa che sareb-be stata oltremodo imprudente. Era già abba-

Page 12: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

13

stanza terribile il fatto che avessero lasciato il Palazzo scortate unicamente da un sergente va-riago e da un paio di guardie fuori servizio, ma che Katerina avesse anche solo preso in conside-razione l'idea di venire lì da sola... sarebbe stata una tale follia. Katerina doveva salvare le appa-renze, se voleva interpretare il ruolo della Prin-cipessa Theodora. Avrebbe dovuto spadroneggiare nell'apparta-mento della principessa circondata da un nume-roso seguito, avrebbe dovuto comportarsi in mo-do da convincere tutti gli abitanti del Grande Pa-lazzo che era la principessa. Non avrebbe dovuto trovarsi nel mercato degli schiavi, non avrebbe dovuto comprare degli schiavi. Grazie al cielo, il comandante Ashfirth le aveva rintracciate. Era convinto che Katerina fosse la principessa e a-veva il buonsenso di mostrarsi discreto. Anna ascoltò con un orecchio solo mentre il comandante tentava di dissuaderla dall'acquista-re quegli schiavi. «Quelle bambine sono troppo piccole per esse-re emancipate» stava dicendo. «Dovrete badare a loro finché non saranno cresciute. E, se avete in-tenzione di addestrarle per diventare delle serve, ci vorranno degli anni prima che possano render-si utili...» Un groppo le serrò la gola mentre osservava le bambine rannicchiate sulla pedana. Povere crea-ture. Povere piccole creature. Avevano gli abiti a brandelli, la faccina sporca e, cosa infinitamente peggiore, l'aria di non toccare cibo da una setti-mana. Se Katerina le avesse comprate, avrebbe compiuto una buona azione. Sarebbe valsa la pe-na di venire in quel posto orribile.

Page 13: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

14

E poi c'era lui. Il giovane uomo che aveva l'a-spetto di un vichingo. Nel medesimo istante in cui Anna lo aveva visto, l'idea più assurda le era balzata alla mente, un'idea totalmente assurda e pericolosamente allettante nello stesso tempo. Quell'uomo era disperato. Avrebbe fatto qual-siasi cosa per riacquistare la libertà. Sposalo. Sposare uno schiavo? Sì! Il matrimonio con un uomo del genere le avrebbe consentito di sfuggire a quello con Ro-manos. Una volta che fosse diventato suo marito, gli avrebbe restituito la libertà. Non l'avrebbe più rivisto e Romanos non si sarebbe mai sogna-to di toccarla, quando avesse appreso che era stata la moglie di uno schiavo. Non poteva sposare un perfetto estraneo. Ma meglio che sposare Romanos... Per la Beata Vergine, non poteva farlo. Eppu-re... L'idea si rifiutò di abbandonarla. Il comandante Ashfirth stava fissando l'uomo con un fiero cipiglio. «Quanto a quello schiavo, sembra possedere un'indole ribelle. Dubito che sarebbe disposto a ricevere degli ordini.» Alzando il capo, il cuore in gola, Anna studiò il giovane che, malgrado le catene, si mostrava così protettivo nei confronti delle bambine. La sua somiglianza con Erling era stupefacente. A differenza degli altri schiavi, appariva robusto, dotato di lunghe cosce possenti e di spalle lar-ghe. Come sarebbe stato Erling, se fosse vissuto. Delle ciocche di capelli biondi gli ricadevano sugli occhi, occhi di un verde brillante che per un istante sconvolgente avevano fatto vibrare le

Page 14: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

15

corde del suo cuore. Quegli occhi verdi le ricor-davano Erling. L'avevano riportata indietro nel tempo, in un'altra epoca e un altro luogo. Non essendo un ricordo piacevole, però, lo re-legò in un remoto recesso della memoria. Non era stata colpa sua, ciò che era accaduto a Erling non era stata colpa sua. E, del resto, quel guer-riero non era Erling. Erling era morto. E lei non aveva modo di sapere se poteva fare assegna-mento su quell'uomo. Le avrebbe obbedito. Benché non sembrasse arrendevole come Erling, le avrebbe obbedito. Bastava guardarlo negli occhi: quell'uomo desi-derava la libertà più di quanto anelasse a prende-re il respiro successivo. Se gliel'avesse offerta, le avrebbe obbedito. E suo padre? Che cos'avrebbe fatto se lei a-vesse rinviato il loro incontro fino a quando non avesse sposato lo schiavo? Come avrebbe reagi-to? Mentre fissava la pedana, avvertì una contra-zione alle viscere. Lo schiavo era stato picchia-to. Aveva gli zigomi contusi e c'era una macchia color ruggine sul tessuto strappato della sua tu-nica. Quando si spostò, le sue catene tintinnaro-no rumorosamente. Erano necessarie quelle catene? Non sembrava del tutto cosciente. Ma era possibile che il co-mandante Ashfirth avesse ragione? Era possibile che fosse un ribelle? Non aveva importanza. Sembrava perfetto per raggiungere lo scopo che si era prefissa, assolutamente perfetto. Sarebbe stato più che in grado di tenere a bada suo padre. Quell'uomo lo avrebbe indotto a rendersi conto che non poteva più darla in moglie a Romanos.

Page 15: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

16

Scoccando un'occhiata ad Ashfirth, Anna notò che il suo cipiglio si era un tantino attenuato. Le parve che stesse cedendo al desiderio di Katerina di comprare le bambine, ma certo non le avrebbe permesso di acquistare uno schiavo di sesso ma-schile. Tuttavia, Katerina doveva acquistarlo, lui a-veva bisogno del loro aiuto. Poteva darsi che lei avesse fallito con Erling, ma non avrebbe fallito con quell'uomo. Purché lui avesse fatto esattamente ciò che de-siderava. Purché l'avesse sposata. Ricorrere a un simile stratagemma era pura follia, ovviamente. Sposare un uomo per evitare di sposarne un altro non era un'eventualità che avesse mai preso in considerazione prima di al-lora. Nondimeno, appena aveva visto lo schiavo biondo, appena aveva notato la sua somiglianza con Erling, l'idea le era balzata alla mente già completamente formata. Follia. Chi era più disperato dei due?, si chie-se Anna. Lei o lo schiavo? Le occorreva del tempo per riflettere, ma pri-ma doveva comprare quell'uomo. Rendendosi conto che il battitore stava fissando Katerina in un silenzio carico di aspettativa, le assestò una leggera gomitata. «Fate un'altra offerta!» sibilò. «Altrimenti li perderemo.» Il comandante Ashfirth corrugò ulteriormente la fronte, ma, poiché credeva che Katerina fosse la principessa, non si sarebbe azzardato a contra-starla. Quando Katerina sollevò il mento, Anna intuì che l'avrebbe spuntata. «Intendo acquistarli» dichiarò. Alzò la mano, fece segno al battitore e le licitazioni ripresero.

Page 16: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

17

Il mercante che si trovava dall'altra parte della pedana dava l'impressione di possedere una bor-sa molto capiente. Loro avevano portato il dena-ro sufficiente? Sarebbero state in grado di rilan-ciare? La tensione che le attanagliava ogni mu-scolo, Anna tornò a conficcarsi le unghie nel palmo delle mani. Seguirono altre offerte, ma infine Katerina al-zò di nuovo la mano e risuonò un colpo di gong. «Aggiudicati!» Anna lasciò andare il fiato che aveva trattenu-to. Ce l'avevano fatta, gli schiavi appartenevano a loro! Guillaume tornò in sé mentre veniva trascina-to giù dalla pedana e in un recinto adiacente. L'oscurità era tornata a calare su di lui e, poiché riusciva a stento a vedere al di là, e tanto meno a reggersi in piedi, si accasciò contro una colonna e osservò incuriosito il pavimento che stava co-minciando a fluttuare verso di lui. E poi lei lo raggiunse, la donna dagli occhi grigio fumo. Un uomo corpulento dall'aria mar-ziale le stava accanto, ma a Guillaume non inte-ressava. Gli occhi grigi incontrarono i suoi, una mano femminile si tese verso di lui. Fiori prima-verili... percepiva un sentore di fiori primaverili. «Lasciate che vi aiutiamo.» La sua voce era dolce e fumosa, al pari dei suoi occhi. Lei e l'uomo corpulento lo abbassa-rono sul pavimento. «Le bambine... Daphne... Paula?» Guillaume si costrinse a formulare quella domanda con e-strema difficoltà. Il suo greco, la lingua ufficiale di Costantinopoli, era alquanto arrugginito. Seb-

Page 17: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

18

bene, naturalmente, lo comprendesse meglio di qualsiasi cavaliere dell'Apulia di sua conoscen-za, quel giorno doveva esercitare uno sforzo so-vrumano su se stesso per esprimersi chiaramen-te. «Sono al sicuro, saranno accudite a dovere» mormorò la ragazza. «Come voi.» «Dove... dove...?» All'improvviso, prima che Guillaume riuscisse a mettere insieme la forza necessaria per chiedere dove li avrebbero portati, la nebbia grigia tornò ad avvilupparlo, offuscan-dogli la vista, privandolo della voce. Mentre la testa gli ciondolava sul petto, lo sferragliare del-le catene fu l'unica risposta che gli giunse all'o-recchio. Nell'appartamento della principessa nel Bou-koleon, Anna si inginocchiò sul pavimento di marmo del salone, accanto al pagliericcio dello schiavo. Studiò il suo viso incosciente. Poco pri-ma che trovassero una lettiga, il capo degli schiavi aveva dichiarato che era franco, uno dei molti normanni che erano giunti nell'impero. Era un franco, quindi, non un vichingo come Erling. Un franco che probabilmente aveva ere-ditato i suoi colori da un antenato nordico. Tut-tavia, se Erling fosse vissuto, sarebbe stato so-migliante a quell'uomo. Sebbene i capelli color chiari e gli occhi verdi, ora chiusi, fossero i tratti comuni più evidenti, la rassomiglianza generale era innegabile. Le parve di riconoscere Erling in quella possente corporatura, nel modo protettivo con cui il franco aveva vegliato sulle bambine. Malgrado le catene e le ferite, era stato pronto a battersi contro il mondo intero per difenderle.

Page 18: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

19

Erling si era mostrato altrettanto protettivo. Ver-so di lei. Lei invece lo aveva abbandonato alla sua sorte e il rimorso l'aveva perseguitata per anni. Ma non avrebbe abbandonato anche quest'uomo. Po-teva darsi che non avesse ancora deciso se ser-virsi o meno di lui, ma, qualunque decisione a-vesse preso, lo avrebbe liberato. Il franco emise un gemito e agitò la testa sul cuscino, anche se non sollevò le palpebre. Anna batté le mani per chiamare una delle serve. «Manda a prendere altra acqua, per favo-re, Maria. E dei panni puliti. E...» Scoccò un'oc-chiata alla tunica insanguinata. «... anche un pa-io di forbici. Voglio che si senta pulito e a suo agio.» «Sì, mia signora. Quel pavimento deve essere duro sotto le vostre ginocchia. Desiderate un cu-scino?» «Sì, grazie.» Anna portò lo sguardo all'altra estremità della sala, in direzione delle bambine. Il cuore le si strinse. Povere piccole. Dietro suo ordine, alcune serve si stavano prendendo cura di loro. Aveva-no portato una tinozza di rame, brocche di acqua fumante, delle spugne... «Penso che prima dovrebbero mangiare» os-servò. «Dubito che tocchino cibo da giorni. Date del pane e del latte alla maggiore. Quanto all'al-tra... c'è una nutrice nel palazzo?» «Mi informerò, mia signora.» Una delle ancelle si abbassò in una riverenza e corse fuori, oltrepassando la sentinella di guar-dia alla porta, un'altra entrò con una cesta di panni puliti.

Page 19: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

20

Anna riportò l'attenzione sullo schiavo franco. I suoi capelli avevano bisogno di essere taglia-ti. Sporchi e ingarbugliati, non vedevano un pet-tine da diverso tempo. Cautamente, attenta a non destarlo, glieli scostò dalla fronte e dalle guance. Il suo viso le aveva mozzato il fiato nel medesi-mo istante in cui lo aveva visto, e non solo a causa della sua somiglianza con Erling. I suoi li-neamenti erano attraenti, classici e regolari, la bocca estremamente ben fatta. Aveva una ma-scella forte, oscurata dalla ricrescita della barba di diversi giorni, e tutto in lui trasudava una pro-rompente virilità. Ma i lividi sotto la barba! An-na aggrottò le sopracciglia. I suoi zigomi erano troppo aguzzi, oltre che contusi e insanguinati. Nel complesso, aveva un aspetto emaciato che contrastava con la sua corporatura poderosa. Era mezzo morto. «Juliana?» «Mia signora?» «Ordinate di portare dalle cucine della carne e del vino.» «Della carne? Ma siamo ancora in Quaresi-ma!» «Della carne» confermò lei in tono risoluto. «Preferibilmente manzo. Dite loro che è per l'ap-partamento della principessa. Nessuno solleverà obiezioni.» «Bene, mia signora.» Afferrando la tunica del franco, Anna comin-ciò a sfilargliela. «Tenete, mia signora.» Maria le porse un paio di forbici e depositò un cuscino ornato di nappe sul pavimento. «Grazie.»

Page 20: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

21

Anna tagliò la stoffa della tunica. Al pari del viso, il suo petto era costellato di lividi. Facendo una smorfia disgustata, scambiò un'occhiata con una delle serve. «Certa gente non merita di pos-sedere degli schiavi.» «No, mia signora.» A un tratto, i due battenti della porta d'ingres-so si spalancarono e il comandante Ashfirth ir-ruppe nella stanza, l'espressione burrascosa. Te-neva Katerina per un braccio e se la stava tiran-do dietro. Anna trattenne il fiato. Sentendosi tremare, si raddrizzò. Aveva paura, una paura terribile, che il momento che aveva tanto temuto fosse arriva-to. Il comandante le aveva smascherate? Si era accorto che la donna che credeva la principessa non era che una serva? Deglutì a stento. «Principessa Theodo...» «Più tardi» la interruppe lui bruscamente, marciando verso la camera da letto. Il suo viso era atteggiato a un'espressione dura, le spalle ir-rigidite dal furore. Una pallidissima Katerina le lanciò un'occhia-ta disperata, ma, poiché il comandante continua-va a trascinarla attraverso la sala, non le rimase che seguirlo. Lo sapeva! Il comandante Ashfirth sapeva che Katerina era un'imbrogliona. Misericordia, se la notizia fosse diventata di dominio pubblico, si sarebbero trovate entrambe in un mare di guai! Il comandante mise fuori la testa dalla porta della camera da letto e fece segno alla guardia di avvicinarsi. «Kari?» «Signore?»

Page 21: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

22

«La principessa e io non desideriamo essere disturbati.» «Capisco.» «Me lo auguro. Nessuno...» Il comandante ac-cennò ostentatamente in direzione di Anna. «... e intendo nessuno deve entrare in questa stanza.» «Senza eccezioni, signore?» «Una sola, il capitano Sigurd. Hai capito?» «Certo, signore.» La porta si chiuse con un tonfo e il chiavistel-lo venne inserito. Juliana lasciò andare il fiato. «Per la Beata Vergine, che cos'è questa storia? Il comandante non farà del male alla principessa?» Anna fissò confusa la porta chiusa della came-ra da letto, penosamente consapevole della ne-cessità di tenere a freno la lingua. «Non credo.» La sua mente si lanciò a un galoppo sfrenato. Come tutti gli abitanti del Palazzo, probabilmen-te con l'unica eccezione di Ashfirth il Sassone, Juliana era convinta che Katerina fosse la Prin-cipessa Theodora. «Il comandante nutre un pro-fondo rispetto per la principessa» aggiunse pru-dente. «Non dimenticare che l'imperatore lo ha incaricato di proteggerla.» Juliana sgranò gli occhi mentre fissava a sua volta la porta chiusa. «Ma di certo non dovrebbe entrare nella sua camera da letto! Che cosa stan-no facendo là dentro?» Che cosa, appunto? «Avvicinati, Juliana.» Anna impresse un tono sbrigativo alla propria voce. «Aiutami a girare quest'uomo su un fianco, in modo che possa la-varlo.» L'ancella la guardò con palese disapprovazio-

Page 22: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

23

ne. «Avete intenzione di lavarlo voi, mia signo-ra? Uno schiavo? Un uomo?» «Si tratta...» Anna esitò, riluttante a rivelare troppe cose a una fanciulla che conosceva appe-na. «... si tratta di una penitenza che mi sono im-posta per espiare i miei peccati.» Per amore di Erling. Anche se Juliana inarcò un sopracciglio, tro-vando evidentemente poco convenzionale una si-mile penitenza – una patrizia che lavava uno schiavo! – dopo un istante si chinò per aiutarla, anche se con estrema riluttanza. Lei si augurava almeno che lo sbigottimento causato dalla vista di Anna di Heraclea che lava-va uno schiavo franco le distogliesse la mente da qualunque cosa stesse accadendo nella camera da letto della principessa.

Page 23: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

SUSANNA IVES I segreti di un lord

CAROL TOWNEND Schiavo d'amore

INGHILTERRA, 1819 - Henrietta ha deciso di trasformare il goffo Conte di Kesseley in un eroe dal fascino maledetto. Ma lui rivela una natura più trasgressiva del previsto e...

COSTANTINOPOLI, 1081 - Per evitare un matrimonio indesi-derato, Anna di Heraclea ha deciso di sposare un giovane schiavo. Che però non è un prigioniero qualunque...

I capricci del duca HELEN DICKSON

HONG KONG - INGHILTERRA, 1882 - Ogni volta che si in-contrano, tra l'impulsiva Marietta e il collerico Lord Trevel-lyan scoccano scintille. Sarà odio, il loro, oppure amore?

Fuga nella brughiera ANN LETHBRIDGE

SCOZIA, 1818 - Dopo una rocambolesca fuga attraverso la brughiera, Lady Selina e l'indomito Ian Gilvry sono costret-ti a sposarsi. Ma l'onore non è l'unico motivo che li lega...

Page 24: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

MERIEL FULLER Una dama da salvare

ERICA RIDLEY I misteri di Blackberry Manor

INGHILTERRA, 1193 - Un'inaspettata complicità lega fin dal primo momento Brianna e il Conte di St. Loup. Ma basterà a sconfiggere la solitudine dei loro cuori?

INGHILTERRA, 1813 - Ospite del cupo Gavin Lioncroft nel suo tetro maniero, Evangeline si innamora di lui anche se tutti lo credono uno spietato assassino. E lotta per salvarlo.

Lo scandaloso segreto di Lisette HELEN DICKSON

INGHILTERRA, 1816 - Quando Lisette torna a Londra, il pri-mo uomo che incontra è lo stesso che le ha salvato la vita in India, Ross Montague. E l'attrazione che vibra tra loro...

Il bacio del capitano JENNIFER BRAY-WEBER

CARAIBI, 1727 - In cambio di un passaggio sul vascello del capitano Drake, Gilly accetta di cantare per lui. Ma il peri-coloso pirata, vittima del suo fascino, non rispetta i patti...

Dal 3 aprile

Page 25: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

www.harlequinmondadori.it - Seguici su

PresentaFONDENTE COME IL CIOCCOLATO

Un altro romanzo per le nostalgiche di Mr. Grey? No, di più. Megan Hart fi rma un libro che va oltre le 50 Sfumature. Perché Dan è ancora più spietato, ancora più irresistibile. Feroce, oscuro, affascinante, sa cosa vuole e come ottenerlo. E vuole solo Elle, a costo di sovvertire ogni sua regola.

Non chiedo scusa a nessuno per quello che sono o per quello che sono stata, dentro e fuori dal letto.Ho un lavoro, una casa, una vita e per molto tempo non ho desiderato nient’altro.Fino a Dan. Fino a ora.

Il sesso è come un bignè: è una tentazione che ti fa dimenticare i buoni propositi, ma ti soddisfa tanto che sei contenta di aver ceduto.

MOLTO PIÙ CHE UN EROTICO. La storie di Elle e Dan è sexy, passionale, potente, oscura. Amazon Reviews

In libreria e nei migliori supermercati.

Page 26: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

Dal 20 marzo Scoprili su www.eHarmony.it - Seguici su

L’affascinante Duca di Shelbourne, è a caccia di una moglie. E nessuno meglio di Miss Tessa Mansfi eld, può essere grado di trovargli una consorte adeguata. Ma man mano che la ricerca procede, un dubbio l’assale: e se la moglie ideale fosse proprio lei?VICKY DREILING al suo incantevole debutto: imperdibile.

Questo mese...

Lady Bernadette Marie Burton è una vedova

ancora avvenente e dalla lingua affi lata, che aveva giurato

di non rimettere mai più piede in Inghilterra.

Ma il destino sembra non essere d’accordo e fi nisce per metterla

nuovamente di fronte a un antico amante mai dimenticato…

Due differenti classi sociali, un solo bruciante desiderio.

Page 27: GRS865_SCHIAVO D'AMORE.pdf

Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio

PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA!

Voglio abbonarmi ai Grandi Romanzi Storici Speditemi mensilmente 4 inediti ro-manzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in

ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005).

Sì!

YB0144

Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONYC/O Brescia CMP - 25126 Brescia

Cognome.............................................................Nome..................................................................Via.....................................................................................................................N°........................Località.............................................................................Prov...................CAP...............................Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................Firma............................................................................................Data..........................................

Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corri-spondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2013. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa.I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato.I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informa-tivi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamentomailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato.Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’in-formativa? SI NOAcconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO

AbbONATI!