Greta Bianco 3 L - X Istituto Comprensivo Modena...
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Il giornale degli studenti, prof. e genitori della scuola media G. Marconi
Anno XI Numero 38 Maggio 2014
il
Sommario
Progetto “Continuità” p. 1
Mondo Scuola
La storia raccontata da Franco Bellei p. 2
Ocean Sub p. 2
Campioni di sport p. 3
L’Inferno della 2^M p. 4
La porta della 2^I p. 5
Festa della Polizia Municipale p. 5
Gita al parco storico Monte Santa Giulia p. 6
Alla ricerca dei fossili p. 7
Napoleone Bonaparte: uscita al parco Ferrari p.7
Visita a Fossoli p. 8
Ricerca sulla pena di morte p. 9
Per non dimenticare p. 10
Abbiamo tra noi il campione di C.S.I. Judo p. 11
Gita a Trento p. 12
Pangea p.13
Il figlio perduto p.13
Donazione e Solidarietà p. 14
L’Isola del Tesoro p. 15
Trinity p. 16
Marconi’s got talent p. 17
Le cartoline del MEF p. 18
Scrittori in erba
Caro diario p. 19
Noi poeti di 2P p. 20
Limerick della 1I p. 21
Giovani oggi
5 Seconds of Summer p. 22
MTV Movie Awards 2014 p. 22
Film da vedere p. 23
e libro da leggere p. 23
Ultima di copertina
Auguri p. 24
I BAMBINI DELLE ELEMENTARI IN VISITA NELLA NOSTRA
SCUOLA
Venerdì 2 maggio, i bambini della
classe 5^B delle scuole “Anna
Frank” sono venuti a visitare la
scuola e a conoscerci. Dopo un’ora
di lezione di arte, sono arrivati e
sono stati con noi fino alle 11.00.
Inizialmente siamo andati in Aula
Magna, dove i bambini ci stavano
aspettando entusiasti di vederci. Ognuno di noi ha detto una o più
frasi che avrebbero aiutato ogni bambino a riconoscere il ragazzo
con cui aveva fatto corrispondenza; alcuni bambini hanno avuto dif-
ficoltà a riconoscere il proprio compagno di penna. In seguito abbia-
mo presentato la scuola e ricordato alcune regole, aiutandoci anche
con un video intitolato “Benvenuti alle Marconi”. Li abbiamo anche
rassicurati sul fatto che la scuola Media non è così brutta come for-
se pensavano. Abbiamo aiutato i bambini a conoscere meglio questa
scuola facendogliela visitare. Loro hanno visto la nostra classe (dove
abbiamo fatto alcune foto), la palestra e alcuni laboratori. In segui-
to siamo andati nel laboratorio di cucina, dove abbiamo fatto meren-
da con bibite e snacks che avevamo comprato noi qualche giorno pri-
ma. Per me è stata una bella
esperienza e credo che lo sia
stata anche per i bambini. Al-
cuni di loro erano timidi e ini-
zialmente poco integrati con la
nostra classe , nonostante
ognuno di noi cercasse di en-
trare in confidenza con loro.
Conclusa l’attività, erano più tranquilli e, secondo me, contenti di
avere visto la scuola che molti di loro frequenteranno. Secondo me
per i bambini è stato utile e rassicurante visitare la scuola e con-
frontarsi con noi prima di frequentare le scuole Medie.
Veronica Riso, 2°S
Puoi scaricare il giornalino tutto a colori all’indirizzo:
http://istitutomarconi.altervista.org/?page_id=100
Il nostro giornalino nasce
dalla collaborazione di stu-
denti, insegnanti e genitori,
della scuola Marconi. Il
progetto è in parte finanzia-
to dalla Circoscrizione 2,
che ringraziamo.
2
La 3 L e la 3 M incontrano un ex partigia-
no Franco Bellei, un ex partigiano, è venuto a raccontarci la sua storia…
Tanto per cominciare, è nato a Modena nel 1929 e ha inizia-to ad andare a scuola nel 1935. Ha deciso di continuare gli studi, prima al “Corni” per tre anni e, in seguito, per altri due, ha frequentato la scuola di Bastiglia.
Allora, frequentare la scuola voleva dire andarci quando era possibile, quando non c’erano né bombardamenti né allarmi. Nella scuola a Bastiglia incontrò il maestro Nello Rovatti, che seguiva i ragazzi in un doposcuola. L’uomo cercò di convincere i giovani a unirsi ai partigiani (che lui stesso diri-geva), per potere cacciare i tedeschi.
Così, diciassette ragazzi, tra cui Bellei, di un’età compresa tra i quindici e i diciassette anni, iniziarono a collaborare con i partigiani, formando il gruppo dei “Giovanissimi”.
Questi fingevano di aiutare i tedeschi a montare le linee tele-foniche, per poi, di notte, andarne a tagliare i fili, che dopo sotterravano nei campi del padre di Franco.
Portavano poi le mele ai prigionieri che si trovavano in Cittadella; dentro alle mele metteva-no dei messaggi per indicare le vie di fuga.
Quasi tutte le sere dicevano ai genito-ri che sarebbero andati a giocare, lasciandoli così
ignari della loro attività di partigiani.
La popolazione aveva due principali paure: i bombardamenti dell’aereo “Pippo” e i rastrellamenti, dove fu ucciso anche un amico di Franco, Mauro Capitani, ad Albareto.
Il ventidue aprile, una domenica mattina, finalmente Modena venne liberata dai partigiani, ma presto la gioia venne sosti-tuita dalla preoccupazione che i tedeschi potessero uccidere i cittadini o potessero fare scoppiare un incendio in città. Fortunatamente non diedero segni di vendetta e la città si tranquillizzò.
Quello stesso giorno Franco e i suoi familiari erano preoccu-pati per la sorella, che era uscita per portare il latte alla ca-scina, ma non le successe nulla di male.
Finita la guerra, Franco e i suoi compagni dissotterrarono i fili che avevano nascosto sotto terra e li portarono nelle case che ancora non avevano l’elettricità.
In seguito Franco trovò, tramite un amico, un lavoro come addetto alle macchine frigorifere.
Nel frattempo riuscì a trovare casa in Via Nonantolana, dove andò ad abitare con la sua famiglia.
Qui riuscì a condurre una vita normale, anche se credo che, come è successo a tutti, quelle atrocità gli rimasero in men-te. Alla fine della guerra ebbe alcuni riconoscimenti per ave-re svolto attività partigiane.
La città di Modena ottenne la medaglia d’oro.
Non bastano poche righe per raccontare la vita di una per-sona, men che meno quella di un partigiano; bisogna ascol-tarla direttamente, essere testimoni di ciò che dicono le per-sone che hanno vissuto direttamente le vicende della guer-ra, in modo che vengano ricordate tutte le esperienze orribili, ma allo stesso tempo bellissime, che hanno vissuto questi eroi. Ogni classe dovrebbe avere la possibilità di incontrarli e di sentire con le proprie orecchie la storia raccontata dal loro punto di vista e non da un libro.
Greta Bianco 3 L
Quest’anno al nostra scuola ha aderito al progetto “Prime bolle in acqua” proposto dalla società Ocean Sub di Modena per avvicinare i ragazzi e le loro famiglie alle attività subacquee. Il progetto è stato indirizzato alle classi terze che il 12 marzo nella Sala delle Giunchiglie hanno assistito ad una presentazione teorico/pratica delle attività subac-quee con l’uso dei respiratori e in apnea. Successivamente, domenica 30 marzo, gli alunni hanno potuto prendere parte in piscina ad una lezione pratica, nella quale hanno sperimentato l’apnea e l’immersione con le bombole e, attraverso giochi subacquei, hanno scoperto la propria acquaticità. Al termine dell’attività è doveroso ringraziare tutte le per-sone che l’hanno resa possibile e in particolare Cristina Piccinini e Fiorella Beccari insieme con tutti coloro che hanno collaborato (Fabrizio Rinaldi e Giancarlo Campa-na, Walter Stella che ha curato i primi contatti con la scuola; Elisabetta, Claudio, Andrea per la presentazione in Aula Magna; Fabrizio, Rino, Roberto, Federico, Alberto, Gioia, Davide e Barbara per l’esperienza in piscina ). Grazie anche al Preside che ha permesso lo svolgimento dell’iniziativa, che speriamo di poter ripetere. Appuntamento quindi al prossimo anno!!!!!!!!
Le insegnanti di ed. fisica
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MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI
G.S.S. Atletica Cadetti Il 7 e il 14 maggio alcuni alunni delle due sedi Fer-
raris e Marconi hanno partecipato a Modena e a Ce-
senatico alle fasi provinciali e regionali di atletica
leggera, qualificandosi in entrambe le occasioni al
primo posto, sia come squadra che come individua-
listi.
Parteciperanno quindi alla fase nazionale, che avrà
luogo all’inizio di giugno all’Aquila, i seguenti alun-
ni: Araldi Filippo, Barbieri Riccardo, Caiumi Jeremy,
Lisotti Filippo, Sala Matteo, Salvato Gianmarco, So-
lieri Paolo, Mantovi Caterina.
IN BOCCA AL LUPO, RAGAZZI!! La redazione
Torneo di pallavolo
Domenica 4 maggio è andata in scena al Palanderlini la
fase finale dell’Anderlini First class, la manifestazione
organizzata dalla Scuola di Pallavolo a favore degli alun-
ni delle prime classi delle scuole medie di Modena e pro-
vincia.
Le squadre, guidate dagli insegnanti di educazione fisi-
ca, hanno
dato vita
ad un tor-
neo avvin-
cente ed
equilibrato
che si è
concluso
nel tardo
pomeriggio
davanti ad alcune centinaia di persone che applaudivano
le prestazioni dei giovani atleti. Per le Scuole Marconi
hanno partecipato alcuni rappresentanti della 1^ M che,
dopo i primi momenti di difficoltà dovuti all’inesperienza
e a una certa emozione, si sono pian piano ambientati
aggiudicandosi tre belle vittorie e vincendo il proprio
girone finale.
Complimenti a Ferrarini Giada, Mazzoni Matilde, Me-
schieri Gaia, Rota Valentina, Cardillo Antonio, Franchi-
ni Francesco, Iotti Riccardo, Migliaccio Samuele per
l’impegno e l’entusiasmo. Un grazie ai genitori per la
collaborazione e soprattutto per il supporto ai nostri gio-
vani atleti. La redazione
Coppa Speranze Giovedì 1 aprile si è svolta la gara di corsa campestre
“Coppa Speranze Fiat” nei campi della New Holland. Noi
ragazzi delle Marconi, selezionati per la corsa, ci siamo
recati nel luogo sopra indicato con l’autobus dopo una
breve spiegazione delle regole, sempre le solite, che a-
vremmo dovuto rispettare.
Una volta arrivati ci siamo cambiati negli spogliatoi e,
dopo un breve riscaldamento, la gara vera e propria è
potuta iniziare. Essa consisteva in un giro e mezzo di
percorso uguale per tutte le categorie di ragazzi e ragaz-
ze.
Anche quest’anno è stato molto divertente e la scuole
partecipanti (non solo di Modena) sono state numerosis-
sime.
Io personalmente non mi sono classificata tra le prime,
ma alcuni ragazzi della nostra scuola sono stati vera-
mente bravi!
Dopo la gara ci siamo riposati un po’, mangiando la me-
renda o prendendo qualcosa al bar.
A mezzogiorno circa siamo ritornati a scuola.
Secondo me, la Coppa Speranze è un’esperienza molto
importante, perché comprende lo sport (fondamentale
per i ragazzi della nostra età!) e dà l’opportunità di fare
nuove conoscen-
ze e di divertirsi
insieme. Spero
che questa atti-
vità si possa
ripetere anche
il prossimo an-
no.
Beatrice Crudo,
2I
4
Quest’anno du-
rante le ore di
letteratura ab-
biamo affronta-
to la Divina
Commedia,
scritta nel xiv
sec. da Dante
Alighieri in vol-
gare fiorenti-
no.
Questo poema
deriva da un do-
lore immenso
provato da Dan-
te e dalla pro-
fonda crisi che
gli ha ispirato il
viaggio nell’al
di là. Il poema ci
ha molto colpi-
to e ci è piaciu-
to perché contiene ingredienti che sembrano di
magia, fantasy, amore, ma anche insegnamenti
molto attuali. Abbiamo letto alcuni brani
dall’inferno e ci siamo chiesti se potrebbe essere
proprio così!
Dante ci mostra
le conseguenze
delle nostre azio-
ni malvagie, scrive
per darci il mes-
saggio che dagli
errori degli altri
si può imparare e
che dal peccato si
può sempre
“risalire”. Qualcu-
no di noi ha detto
anche di essere
stato influenzato
da questa lettura
e in seguito di a-
verci riflettuto
nell’ascoltare
certi fatti alla tv.
Dopo aver letto
alcuni brani, abbiamo cercato di figurarci alcuni
personaggi rappresentando il dolore dei danna-
ti attraverso la fotografia. La prof. ferrarini ci
ha detto di utilizzare solo le nostre mani, i capel-
li, gli occhi, la bocca, cioè pezzi del
corpo per sottolineare la fisicita’
delle punizioni e la bestialita’ dei
peccatori.
Come potete immaginare, ci siamo
molto divertiti…..
La mostra delle nostre foto verra’
esposta durante la festa di fine
d’anno della scuola.
Adriano, Alessio, eugenio,
ilias, ivan, lara, m.chiara
della ii m
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MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Anche noi della 2°I ci siamo impressionati a leggere ed
ascoltare i versi dell’Inferno della Divina Commedia che
riguardano l’ incisione che Dante ha visto sulla porta
dell’Inferno.
Quindi abbiamo deciso di scrivere noi stessi delle incisioni
da affiggere sulla porta della nostra classe, immaginando
che sia lei che parli a coloro che la varcano.
Infine ne abbiamo scelto alcune e, insieme ad immagini e
disegni, le abbiamo incollate su un cartellone che abbiamo
attaccato alla porta dell’ aula.
Beatrice Crudo e Sara Milioni, 2I
Mercoledì 14 maggio, le classi 1^R, 2^I, parte della 2^P
e parte della 3^P hanno assistito, in rappresentanza del-
la scuola secondaria di primo grado G. Marconi, alla ceri-
monia di commemorazione del 154° anniversario della
fondazione del Corpo di Polizia Municipale del Comune
di Modena.
Hanno partecipato alla manifestazione l’assessore Anto-
nino Marino,
agenti, ispetto-
ri, commissari,
vicecomandan-
te e coman-
dante della
Polizia Muni-
cipale, rappre-
sentanti di
altre forze
dell’ordine e
alcuni ragazzi
del Liceo Mu-
sicale Orazio
Vecchi,
che hanno
accompagnato la cerimonia con la loro musica.
Anche il sindaco avrebbe dovuto prendere parte alla
manifestazione, ma è stato trattenuto a Roma.
Dopo un breve discorso di introduzione, è stato
l’assessore a fare il suo discorso.
In seguito ci sono stati il riconoscimento
dell’avanzamento in grado e la premiazione di alcuni
agenti per lavori particolari da loro svolti nel corso
dell’anno 2013.
Infine è arrivata la parte che ci riguardava più da
vicino: la prof. Cuoghi è salita sul palco e ha fatto un
discorso (un po’ commovente secondo uno degli agen-
ti presenti) sul percorso di educazione stradale e alla
legalità,
che è sta-
to presen-
tato nel
corso
dell’anno
scolastico
precedente al
corrente nella
nostra scuola
e che è stato
confermato
anche
quest’anno.
Il tutto si è
concluso con i
ringraziamen-
ti, un buffet e la proiezione dei video sul progetto di edu-
cazione stradale e alla legalità da noi realizzati.
Quest’uscita mi è piaciuta molto e… il giorno dopo su un
quotidiano c’erano perfino delle nostre foto!
Beatrice Crudo, 2I
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Il giorno 5 maggio 2014 noi della classe 3^O, insieme alle classi
3^N e 3^M, ci siamo recati presso il Parco Monte Santa Giulia, a
Monchio di Palagano. All’arrivo siamo stati accolti presso il
Centro servizi del parco da Massimo e Yuri, le nostre due guide
per tutto il periodo della gita. Dopo un attento discorso
sull’orienteering, ci hanno accompagnato nella perlustrazione
del parco. Dopo qualche minuto di riposo abbiamo fatto la pri-
ma gara che, come tutte le gare di orienteering, consisteva nel
cercare delle lanterne nei sentieri del parco orientandosi solo con
una mappa. Nel pomeriggio invece si è svolta la vera gara che è
durata più di un’ora! Al ritorno eravamo stanchissimi... L’arrivo
all’ostello e all’hotel è stato molto sollevante. Tuttavia, prima di
rientrare ci siamo fermati nel centro di Monchio e abbiamo visi-
tato il parco, a cui gli abitanti del paese sono molto legati. La
mattina seguente siamo ritornati al centro servizi e abbiamo
assistito ad una lezione tenuta da Massimo. Ci ha spiegato che in
quei luoghi, durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo
l’armistizio dell’8 settembre del 1943 tra Italia e Alleati, i parti-
giani iniziarono la Resistenza contro i nazifascisti per liberare
l’Italia del Nord occupata dai tedeschi. Nel marzo del 1944 alcu-
ni partigiani spararono a una pattuglia tedesca di passaggio. In
risposta vennero chiamate le SS che, il 18 marzo, sterminarono
chiunque si trovasse nei dintorni di Monchio. Questo episodio è
noto come la strage di Monchio. In ricordo delle 136 persone
uccise, è stata posta una lapide in centro nella piazza principale,
con tutti i nomi e, nel parco lì vicino, sono state piantate 136
piante in memoria delle vittime. Alcune ricerche più recenti
hanno stabilito che forse il bilancio dei morti è compreso tra i
137 e i 142. È significativo che le piante utilizzate siano tutte
autoctone, ovvero piante del posto. Successivamente ci sono
stati illustrati gli effetti "collaterali" della guerra: quelli fisici,
ma anche e soprattutto psicologici. Abbiamo letto le testimo-
nianze di alcuni
sopravvissuti ,
che raccontava-
no la reazione
all’uccisione dei
nemici: alcuni
ad esempio pro-
vavano un tale
disgusto per ciò
che avevano
fatto da dover
rimettere. Era
poi tale il
“rischio” che
questi soldati
non fossero più
“efficienti” che i
loro capi
dell’esercito avevano previsto l’uso di droghe per renderli più
incoscienti, altri invece si ubriacavano prima di ogni attacco.
Un’altra riflessione interessante ha riguardato i mezzi di propa-
ganda dell’epoca. Nel pomeriggio infine abbiamo assistito ad un
diorama vivente, in cui alcuni attori travestiti da partigiani o da
soldati tedeschi, ci hanno fatto rivivere alcuni momenti di quel
periodo. È stato interessante poter capire qualcosa di più anche
della psicologia di quegli uomini, il partigiano “piuma” e il nazi-
sta Kurt. Alla fine abbiamo riflettuto anche sulla reazione che
alcuni nostri amici hanno avuto di fronte al soldato tedesco,
soprattutto, dopo che questi aveva fatto “prigionieri” alcuni
nostri compagni. Alcuni hanno provato un odio istintivo nei
suoi confronti, altri sembravano pronti a collaborare con lui e
altri ancora sono rimasti indifferenti. Questa cosa ci ha fatto
capire che nei momenti di panico non tutti siamo in grado di
reagire consapevolmente, ma soprattutto che ci viene d’istinto
parlare senza pensare, che tutto ciò che noi diciamo e facciamo
può determinare sia cose belle che negative. In tempo di guerra
tantissime sono state le persone che hanno rivelato nascondigli,
rifugi, bunker ecc. così come tante sono quelle che hanno difeso i
propri amici anche a costo della vita.
In conclusione non possiamo non ricordare alcuni momenti di
svago durante la gita, ad esempio dopo la cena in hotel abbiamo
fatto una camminata nella cittadina che, seppur piccola, possie-
de una sua specialità, poi, abbiamo fatto una sosta nel parco
giochi, in cui ci siamo potuti sbizzarrire prima di rientrare nelle
nostre “tane”, dove abbiamo avuto ancora qualche minuto di
conversazione prima di lasciarci una splendida giornata alle
spalle e attendere l’inizio della successiva, altrettanto coinvol-
gente. La gita è stata un’esperienza che ha fornito molte infor-
mazioni alle classi e che ha permesso anche tanto svago.
Stefano Carpi,
Alex Ganassi,
Nadia Manto-
vani, Vittorio
De Simone,
classe 3^O
7
MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI
La lezione di scienze di Lunedi 7 Aprile è stata diversa dal solito.
Infatti il nonno di Alessio, un nostro compagno di classe, paleontologo per passione, è venuto a spiegarci e a mo-strarci i fossili.
Con la professoressa di scienze, insieme alla mia classe, ci siamo recati in aula di scienze, dove il nonno paleontologo ci aspettava.
Il signore aveva portato con sé tantissimi fossili, li aveva posizionati su un bancone e ce li ha mostrati tutti.
Subito ci ha fatto vedere un fossile e ci ha chiesto di che animale fosse; dopo vari tentativi siamo arrivati alla conclu-sione: era il fossile di un gamberetto.
Il paleontologo ci ha spiegato di averlo trovato a Modena e
che il nome scientifico del fossile è Aeger Broni.
In seguito ci ha mostrato attraverso il microscopio altri fos-sili e poi con delle cartine geografiche, ci ha fatto vedere i luoghi in cui c’è molta presenza di fossili nei dintorni di Mo-dena come la “Rocca delle Streghe” e i “Giacimenti di
Bolca”, nell’Appennino.
Il paleontologo ci ha poi illustrato il fossile di una stella co-meta e siamo rimasti tutti sbalorditi: eravamo convinti che non fosse possibile. Infatti ci ha raccontato la storia di un professore paleontologo che nel 1715 era stato preso in giro dai suoi alunni, che avevano creato dei fossili di stelle comete e di altre cose bizzarre e il professore, molto sicuro di sé, ci aveva creduto.
Dopo questa divertente storia il nonno di Alessio ci ha mo-strato altri fossili e ce li ha fatti anche toccare, spiegandoci che alcuni li aveva trovati lui e altri glieli avevano regalati dei suoi amici.
Il paleontologo ci ha anche detto che i fossili si possono comprare, costano tantissimo, ma a volte potrebbero esse-re delle fregature.
Infine ci ha spiegato che quando si trova un fossile bisogna specificare il nome del fossile, il luogo di ritrovamento e
l’età.
Poi il paleontologo, poco prima che io e la mia classe ce ne andassimo, ha regalato a ognuno un sacchetto con dentro dei fossili.
È stata un’esperienza bellissima ed è stato davvero molto interessante scoprire le meraviglie che si possono trovare sotto di noi.
Daniele Bercowitz, 2O
Il personaggio di Napoleone, imperatore francese, lo abbiamo affrontato partendo dallo studio della Rivoluzione Francese con materiali e approfondimenti, in particolare sul suo potente e-sercito. Questo studio ci ha preparati all’uscita al Parco Ferrari, avvenu-ta sabato 10 maggio: lì abbiamo assistito ad una rievocazione storica di un campo dell’esercito napoleonico. E’ stato un percorso a tappe, proprio dentro a questo campo, dove ci veniva spiegato come funzionava l’esercito e tutto ciò che ruotava intorno a questi soldati. Come conclusione del percorso tutte le classi hanno fatto una “carica”, di corsa naturalmente, verso il cannone che ha spara-to tre colpi, facendo crescere entusiasmo e stupore generale. Al termine delle attività siamo tornati tutti a scuola: ciao Napo-leone !
Alessia Sala , Gabriele Piccinini Classe II P
I fossili che ci ha regalato
il nostro ospite
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UN’ ESPERIENZA CHE TI CAMBIA LA VITA Ci sono molte esperienze che nella mia vita non dimentiche-
rò mai; una di queste è sicuramente l’uscita al campo di con-
centramento di Fossoli.
Scesi dall’autobus, ci siamo trovati davanti al grande cancel-
lo che segnava l’entrata del campo. Ad accoglierci c’era
Eugenio, la nostra guida, che ci ha subito accompagnati da-
vanti a quella che, una volta, era una baracca contenente i
prigionieri. Anche se la struttura era inagibile, la tristezza era
quasi palpabile, malgrado la rigogliosa vegetazione ci illudes-
se.
Nel maggio del 1942, i fascisti iniziarono la costruzione di
questo campo, con lo scopo di imprigionarci i soldati inglesi
catturati.
Le dimensioni erano esorbitanti, tre volte maggiori (16 etta-
ri) di quelle di tutti i campi italiani; questo lo rese, perciò, il
più grande campo di pri-
gionia del nostro Paese.
Inizialmente, nel 1943, le
condizioni di vita dei cin-
quemila prigionieri erano
relativamente accettabili:
avevano la possibilità di
scrivere e di ricevere lette-
re e di essere puntualmen-
te visitati dalla Croce Ros-
sa. Questo durò fino all’8
settembre, quando Bado-
glio firmò l’armistizio con
il generale anglo-
americano. In seguito, in
Italia si scatenò uno sface-
lo: i soldati non sapevano
più contro chi combatte-
re, perlomeno fino alla liberazione di Mussolini, quando ven-
ne istituita l’RSI (Repubblica Sociale Italiana).
Il 9 settembre, le SS e la Gestapo formarono il quartier gene-
rale a Verona e Hitler ordinò alle truppe di occupare il cam-
po di Fossoli. Inoltre, spedì tutti i prigionieri in Germania.
Così iniziò il secondo, terribile, utilizzo del campo.
Mussolini firmò la “Carta di Verona”, la quale sanciva che
tutti gli ebrei dovevano essere considerati dagli italiani nemi-
ci, dovevano essere privati dei loro beni, arrestati e raccolti
in campi di concentramento provinciali, come prigioni, caser-
me, scuole.
Nel novembre del 1943 il campo di Fossoli fu aperto anche
agli ebrei, i quali sarebbero poi stati trasferiti nel più grande
campo di sterminio, cioè Auschwitz-Birkenau, in Polonia. Il
campo venne quindi diviso in tre parti: una per gli oppositori
politici, una per gli ebrei e una dedicata all’amministrazione,
alle camerate militari e all’armeria.
Le condizioni di vita di vita erano tragiche e le persone erano
obbligate a dormire su letti di legno.
Partivano in continuazione numerosi treni verso Auschwitz-
Birkenau (ovvero “campo di betulle”) e la gente viveva , se si
può dire così, nel terrore di una morte inevitabile. Inoltre,
era impossibile scappare, perché c’erano soldati tedeschi
ovunque e il perimetro era protetto da tre giri di filo spinato.
Nell’agosto del 1944 , però, i nazi-fascisti, minacciati dagli
anglo-americani che risalivano la penisola e dai partigiani,
abbandonarono definitivamente il campo di Fossoli.
In seguito, dopo la fine della guerra, il sacerdote Zeno Saltini
accolse centinaia di orfani nel campo, trasformandolo in
“Nomadelfia”.
Nel 1952, don Zeno si trasferì in Toscana e il territorio fu subi-
to occupato dalle centosessanta famiglia di sfollati prove-
nienti dall’ Istria, creando
una sorta di borgo: “San
Marco”.
Dopo la spiegazione di
Eugenio, ci siamo spostati
nel Museo del Deportato
di Carpi. L’interno era
freddo, cupo, tutto nero,
rosso e grigio, quasi a ri-
chiamare la tragicità dei
reperti che conteneva. Fu
inaugurato nel 1973 da un
ex deportato diventato
famoso, “Belgioioso”.
Il museo è suddiviso in
tredici diverse stanze;
ognuna di esse è caratte-
rizzata da frasi dei deportati incise sulle pareti. Quella che mi
ha colpita di più è stata la famosissima citazione di Bertolt
Brecht: ”Il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.
Nella sala di fianco era presente un murales che raffigurava
gli ebrei: stilizzati, senza bocca, occhi vuoti, nudi e senza
sesso. Non posso negare l’inquietudine che mi trasmetteva,
ma posso ammettere che mi sono venuti i lucciconi. Infine,
l’ultima stanza, la più particolare, ma allo stesso tempo an-
che impressionante, è quella dei nomi. Quindicimila nomi in
una stanza vuota, scritti nero su grigio, compresi quelli dei
deportati di Fossoli, che sono stati “torturati” nel campo.
Questa esperienza mi ha fatto concretamente riflettere sulle
atrocità che le persone vissute non molti anni fa hanno do-
vuto subire; anche a casa non ho fatto altro che pensarci e
ripensarci,credo che sia una delle cose che non dimenticherò
mai nella mia vita.
GRETA BIANCO 3L
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MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Dopo aver studiato in storia un importantissimo saggio dell’illuminista italiano Cesare Beccaria,
Dei delitti e delle pene, che già nel 1764 af-fermava l’inutilità della pratica della pe-na di morte e dopo aver letto la Costituzione europea che all’articolo II-62 sancisce che ogni persona ha diritto alla vita e
che nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato nei paesi UE, abbiamo cercato maggiori informazioni sulla pena di morte nel mondo.
Così abbiamo scoperto che, secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati a marzo 2014: 98 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato. 7 paesi l'hanno abolita salvo che per reati ecce-zionali, quali quelli commessi in tempo di guer-ra. 35 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello in-ternazionale a non eseguire condanne a morte. In totale 140 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 58 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso.
Inoltre, abbiamo appreso che almeno 778 perso-ne sono state messe a morte in tutto il mondo nel 2013. Questo dato, però, non comprende le migliaia di persone messe a morte in Cina, dove la pena capitale è considerata segreto di stato.
Dopo aver approfondito il tema, ci sentiamo di
condividere i 10 motivi, che riportiamo di seguito ed elaborati da Amnesty International, per i quali dire no alla pena di morte nel mondo :
1. Viola il diritto alla vita 2. È una punizione crudele e disumana 3. Non è stato mai dimostrato il suo valore de-terrente 4. Uno stato che uccide compie un omicidio premeditato 5. È sinonimo di discriminazione e repressione 6. Non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima 7. Un errore giudiziario può uccidere un inno-cente
8. Infligge sofferen-za ai familiari dei condannati 9. Nega qualsiasi possibilità di riabili-tazione 10. Non rispetta i valori di tutta l'u-manità
La classe 2I
10
Relazione sull’uscita a
Bologna di Zainabe
Kachni, 3M
Il 23 aprile del 2014 io e
la mia classe siamo an-
dati a Bologna, dopo un
breve tragitto per arri-
vare in stazione abbia-
mo preso un treno per
giungere a destinazio-
ne.
Arrivati alla stazione di
Bologna la nostra guida
ci è subito venuta incontro. Cinzia Venturoli, responsabi-
le del CEDOST (centro documentazioni stragi) di Bologna
ci ha immediatamente parlato della strage avvenuta il 2
agosto del 1980 di cui Bologna fu protagonista. Infatti
l’uscita era finalizzata per approfondire questo argomen-
to.
Quel giorno, il 2 agosto 1980, all’interno della sala
d’attesa della stazione dei treni di Bologna, una valigetta
fu poggiata sotto una delle tante panchine. Per la quanti-
tà di persone presenti, in molti non hanno fatto caso alla
valigetta o non ci hanno dato peso. All’epoca questi detta-
gli preoccupavano molto meno rispetto ad adesso. Sfortu-
natamente la valigetta conteneva una bomba, molto po-
tente, che scoppiò quel 2 agosto verso le 10.25.
La guida, durante il percorso, ci ha mostrato molti punti
e segni di rilevante importanza:
primo segno: spaccatura della parete (che divide
l’esterno e i binari dalla sala d’attesa) dovuta
dalla bomba. La spaccatura è, attualmente, rico-
perta da una vetrata;
secondo segno: targa commemorativa nella quale, le
parole incise, spronano le persone e i giovani a
ricostruire e far mantenere la pace. La targa,
inoltre, riporta i simboli dell’Unesco, delle Ferro-
vie dello Stato, dell’Associazione 2 agosto 1980,
che riunisce tutti i familiari delle vittime rimaste
ferite, mutilate o uccise.
Tra le persone presenti in stazione quel 2 agosto possia-
mo ricordare un ragazzo di soli 19 anni, un poliziotto in
licenza. La potenza della bomba lo ha ribaltato sul bina-
rio facendogli perdere un occhio, la sensibilità del braccio
e un dito. Era presente anche una sedicenne che è stata
sbalzata contro la parete. Lo sbalzo le ha causato gravi
problemi alla gamba che le hanno impedito di continuare
la sua carriera da sciatrice. Altri esempi ci hanno dimo-
strato che molti nostri coetanei hanno perso la vita e la
gravità dell’evento avvenuto.
Attraverso il racconto si siamo resi conto che, nonostante
le ferite dei sopravvissuti fossero gravi, la vera ferita in-
sanabile per le persone vittime di quell’evento è stata il
trauma che ha condizionato il resto della loro vita
Un terzo segno del di-
sastro si trova
all’interno della sala
d’attesa ed è quel
(circa) metro quadrato
di pavimento ancora
originale del 1980. È
leggermente scavato
all’interno di 25 cm per
via della bomba che ha
concentrato la sua po-
tenza verso le pareti.
La sala d’attesa era di
seconda classe e quel
giorno brulicava di gente. All’interno, una targa in mar-
mo riporta i nomi delle vittime della strage. La sala è sta-
ta dedicata a Torquato Secci, primo presidente
dell’associazione “2 agosto 1980” e padre di Sergio Secci,
una vittima rimasta uccisa per via delle ustioni.
Durante quel disastroso sabato i tassisti si mostrarono
solidali offrendo passaggio ai familiari delle vittime.
Altro segno all’interno della sala è un quadro risalente al
1980, salvato dalla strage, e appeso alla parete che ritrae
il teatro comunale.
Il quinto segno è fuori dalla stazione su una lapide che
riporta incisa una preghiera che definisce questo atto ter-
roristico una coltellata alle spalle.
Fuori dalla stazione, il sesto segno è rappresentato
dall’orologio ancora fermo all’ora dell’esplosione (10.25).
Lo stabile collocato sopra la sala d’aspetto ospitava uffici
che sono crollati a seguito dell’esplosione, che ha provoca-
to la morte di tutte le ragazze che al loro interno lavora-
vano, tranne due, che si sono sentite terribilmente in col-
pa per essere sopravvissute al contrario delle compagne.
Ma numerosi sono stati gli atti solidali che quella terribi-
le mattina si sono verificati, uno lo si deve all’autista di
un autobus, della linea 37 che ha collaborato trasportan-
do i morti e lasciando i vivi alle ambulanze.
Ognuno ha fatto quel che poteva, tutta la città si è messa
in piedi per dare il suo contributo. Per aiutare chi ne ave-
va il bisogno e confortare chi non aveva più nessuno. Dai
tassisti agli autisti ai donatori di sangue (l’Avis ha dovuto
mandare via di donatori per la gran quantità di sangue
che ha ricevuto). Bologna, dimostrandosi solidale, si è
guadagnata la Medaglia d’oro al valore Civile.
Il settimo segno della strage l’abbiamo visto in piazza
Maggiore dove vi è una seconda lapide che, oltre a segna-
lare le vittime del 2 agosto, ricorda altre bombe e altre
vittime in date diverse, non tutte a Bologna, ma su tratte
che si dirigevano verso essa.
La bomba è stata messa il 2 agosto proprio perché era un
giorno festivo e la stazione sarebbe stata piena, infatti, lo
era. Molti giovani e famiglie erano presenti e durante il
percorso la curiosità ci ha portato a chiedere: chi è stato e
perché l’ha fatto?
11
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Abbiamo ottenuto le nostre risposte non appena ci siamo
incontrati con Paolo: un sopravvissuto. Infatti, la guida ci
ha spiegato che furono due membri dei gruppi neo- fasci-
sti a mettere la valigetta sotto la panchina, ovvero Fran-
cesca Mambro e Valerio Fioravanti, all’epoca ventunenni.
Adesso queste due persone sono vive e libere in Italia,
nonostante avessero una otto ergastoli e l’altro sei. I fasci-
sti hanno voluto mettere una bomba con l’intenzione di
indebolire la democrazia, rendendola agli occhi del popolo
poco sicura al contrario di come lo sarebbe stata sotto la
dittatura fascista.
Paolo, poco più tardi ci ha raccontato la sua esperienza
personale:
si trovava in stazione con i genitori e la nonna, il padre,
per via del traffico, era rimasto fuori, mentre la madre
accompagnava la suocera e i figli per fare i biglietti. Paolo
ricorda solo di aver visto un’ultima volta la madre consul-
tare gli orari del treno e poi più nulla. Si è risvegliato sot-
to le macerie ed è stato estratto due ore dopo. Ha scoper-
to di aver perso la madre e la nonna due settimane dopo
l’evento e ora fa parte di un’associazione dove si pretende
giustizia e verità su quell’atto terroristico giustificato col
fine di cambiare l’Italia attraverso la violenza.
2 P
Abbiamo tra noi il
CAMPIONE ITALIA-
NO di C.S.I. Judo!
Sabato 03 Maggio
2014
Nicola Congiusta è di-
ventato campione ita-
liano di Judo.
MONDO SCUOLA
12
Martedì 15 aprile, noi della 2S, insieme alle classi 2R e
2O, ci siamo recati a Trento per una gita.
Siamo arrivati verso
le 10.30 e, accompa-
gnati dai prof. e dagli
autisti, abbiamo preso
un pullman per anda-
re verso il castel Bese-
no, in montagna, un
po’ fuori da Trento.
Siamo arrivati in un
parcheggio dove siamo
scesi dal pullman e
abbiamo fatto meren-
da, poi abbiamo prose-
guito a piedi.
Mentre camminava-
mo, abbiamo sollevato
lo sguardo e abbiamo
visto imponenti mura
e una grande entrata.
Il maestoso castello si trova su un’altura, da cui si può
ammirare tutto il paesaggio circostante. Era una giornata
bellissima, col sole, e l’aria era fresca e pulita. Siamo en-
trati all’interno delle mura del castello e abbiamo visto
alcuni spazi che venivano utilizzati per diversi scopi: il
campo dei tornei, un grande prato affacciato sulla valle, è
il luogo dove si svolgevano i tornei nell’età medievale; la
guardia, invece, è una piccola stanza in cui i soldati rico-
noscevano i nemici e prevedevano le loro mosse; abbiamo
osservato le merlature a “coda di rondine” e le diverse
torri. Questo castello ci ha fatti sentire come se avessimo
fatto un salto nel Me-
dioevo, e ci siamo im-
maginati i tornei che si
svolgevano un tempo.
Dopo aver visitato tut-
to il castello, siamo
scesi a piedi e siamo
tornati a Trento in pul-
lman, dove abbiamo
pranzato in un grande
parco. Passata una
mezz’oretta, siamo ri-
partiti per il castello
del Buonconsiglio, dove
una guida ci ha accolti
e ci ha mostrato tutte
le parti della fortezza.
Questo castello è ap-
partenuto al principe-
Papa fra 1500 e 1600.
C’erano molti affreschi e simboli della Chiesa. In seguito,
siamo andati nel centro della città, dove la guida ci ha
illustrato il Duomo e un palazzo, appartenuto
all’imperatore austriaco, che una leggenda racconta esse-
re stato costruito dal diavolo. Infine i professori ci hanno
lasciato prendere un gelato e poi siamo tornati a casa, con
un ricordo speciale della gita di seconda media.
Questa esperienza è stata molto bella e divertente, ci è
piaciuta un sacco e ci ha dimostrato che la storia non è
affatto noiosa!
Alessia Wang e Matilde
Bettalico, 2S
13
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Il giorno 7 maggio 2014 c’è stata una gara nazionale di mate-
matica.
Pangea è un concorso di matematica in cui ognuno deve sfrut-
tare la propria mente con agilità, perché ci sono numerosi que-
siti da svolgere nel minor tempo possibile. Non sono quesiti
facili, anzi sono molto complessi. In questo test si trovano do-
mande del programma di terza, che i ragazzi di seconda non
hanno fatto.
Questa gara si svolge ogni anno, intorno al mese di maggio.
Tutti possono partecipare!
La gara non classifica le scuole in base al livello di riuscita.
L’unico obiettivo è quello di fare acquisire ai ragazzi coraggio
nella competizione. La partecipazione al concorso Pangea è
gratuita.
I premi consistono in :
• buoni spesa e regali per i primi tre studenti classificati di
ogni città
• partecipazione alle cerimonie di premiazione regionali. Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I
La classe 2N, insieme al professor Sitta, ha svolto un’
attività interessante: ci siamo divisi in gruppi da tre e poi
abbiamo visto un video che parlava di una parabola della
Bibbia. La parabola era quella del ”Buon samaritano“. Al
termine della visione, il professore ci ha dato una scheda
in cui c'erano delle immagini e noi, sotto ad ognuna, dove-
vamo scrivere un piccolo pezzo di trama, usando i termini
del video. Più ne mettevamo meglio era. Dopodiché il pro-
fessore ci ha ritirato i fogli e ha controllato le parole che
avevamo scritto. La volta dopo ha fatto fare tutto il lavo-
ro a noi: ha consegnato una parabola a ogni gruppo e ci ha
detto di suddividerci i compiti in modo autonomo. Uno di
noi doveva fare il riassunto e dividere la parabola in se-
quenze, un altro doveva disegnare le scene e il terzo do-
veva colorare e scrivere i titoli.
Abbiamo svolto tutto il lavoro fuori, in corridoio: abbiamo
portato fuori le sedie, i banchi e i computer e poi ci siamo
dedicati al compito, divertendoci. Il nostro gruppo ha let-
to la parabola del figlio perduto e del figlio fedele.
La parabola racconta che un giorno il figlio più giovane di
un uomo disse a
suo padre che
voleva la sua parte
del patrimonio.
Dopo averla otte-
nuta, se ne andò
di casa a spendere
i suoi soldi in cose
inutili. Così, dopo
qualche giorno, si
ritrovò a dormire
per strada in mezzo agli scatoloni. Mentre stava girando,
vide un cartello con un annuncio di lavoro in una fattoria;
decise di andarci e iniziò a lavorare dando da mangiare ai
maiali. Dopo qualche settimana decise di andarsene, per-
ché non ne poteva più di lavorare lì. Tornato a casa, suo
padre lo abbracciò e gli disse che era distrutto per la sua
partenza ed era felicissimo che fosse tornato. Lo mandò
a cambiarsi, fece uccidere il vitello più grosso e preparò
una festa. Il figlio più grande, essendo geloso, chiese a
suo padre perché per lui non facesse mai delle feste e il
padre gli rispose:” Tuo fratello era morto e ora è come
risorto”.
Chiara Alfarano e Elisa Bengala, 2N
MONDO SCUOLA
14
…
Quando la scuola insegna la Vi-ta…
Il progetto “Donazione e solidarietà”, che ogni anno la nostra
scuola propone nelle classi seconde, è sempre molto apprezzato
dalle ragazze e dai ragazzi.
Lo psicanalista statunitense Erik H.
Erikson ha detto: ”Esiste un solo
tipo di uomo veramente adulto: la
persona che ha cura di sé, dell’altro,
dell’ambiente; in una parola l’uomo
solidale”
Abbiamo provato a riflettere su
questa affermazione per raccontare
ed esprimere la nostra opinione, alla
luce delle conoscenze apprese duran-
te l’uscita in quartiere, nella visita
alla sede della Croce Rossa, negli
incontri svolti con volontari
dell’A.V.I.S. e dell’A.I.D.O., e con le diverse esperienze che in
queste ultime settimane abbiamo sviluppato.
La classe 2P ha scritto una lettera a un giornale, per fermare
sulla carta osservazioni e stati d’animo, per raccontare e riflette-
re insieme.
La lettera al giornale, al suo direttore, ha avuto lo scopo di illu-
strare le attività svolte nella nostra scuola e il valore educativo
che tali attività possono avere per gli adolescenti.
Egregio dott. Grazioli,
sono una studentessa della scuola Media “G. Marconi” di Mode-
na e
Le scrivo con lo scopo di informarLa
sulle attività che la nostra scuola ha
organizzato per le classi seconde in
queste ultime settimane.
Abbiamo avuto il piacere di incon-
trate qui a scuola due volontari di
due associazioni molto importanti:
AIDO e AVIS.
L’AIDO (Associazione italiana do-
nazione organi) si occupa di donare
organi a chi ne ha bisogno; ci sono
infatti oggi 9000 persone che aspet-
tano e che hanno bisogno di organi
per continuare a vivere.
Noi abbiamo conosciuto il presidente di questa associazione per
il Comune di Modena e abbiamo visto con quale passione e dedi-
zione svolge questo compito.
Ci ha raccontato numerose storie di persone che avevano perso
ogni speranza, ma che, grazie ad un gesto di solidarietà di un
volontario, sono riuscite a cominciare una nuova vita.
L’AVIS (Associazione Volontari Italiana Sangue) si occupa in-
vece di raccogliere sangue dai volontari membri
dell’associazione e di distribuirlo ai vari ospedali.
(le foto inserite nell’articolo sono state scattate in oc-
casione dell’assegnazione del premio, a cui ogni anno la
nostra scuola partecipa, Donazione e Solidarietà )
Noi abbiamo conosciuto una dottoressa dell’associazione che ci
ha raccontato in che modo e con quali caratteristiche si può
donare.
Ci ha fatto capire che basta davvero
poco per salvare la vita a una persona.
Come queste associazioni ce ne sono
molte altre, come l’ADMO
(Associazione Donazione Midollo Osse-
o), l’AIL (Associazione Italiana Leuce-
mie), l’ASEOP (Associazione Sostegno
Ematologia Oncologica Pediatrica),
l’ANED (Associazione Nazionale Emo
Dializzati), l’AIRC (Associazione Ita-
liana Ricerca Cancro), l’AVPA
(Associazione Volontari Pubblica Assi-
stenza), l’ANTF (Associazione Nazio-
nale Trapianti Fegato)…
Considero davvero ammirevoli tutti i volontari e le persone che
fanno parte di queste associazioni ed è per questo che Le chiedo
di rendere pubbliche, scrivendo un articolo sulla Gazzetta di
Modena, la volontà e la solidarietà che dimostrano, e quello che
per noi ha significato venirne a conoscenza.
La Solidarietà è un gesto verso persone meno fortunate, e questa
esperienza è stata utilissima a farcelo capire; è servita a respon-
sabilizzarci e ad aiutarci a diventare cittadini del futuro più
consapevoli del fatto che possiamo fare molto per gli altri.
Un’altra esperienza che ci ha fatto capire l’importanza del vo-
lontariato è stata l’uscita alla sede della Croce Rossa di Modena,
associazione internazionale che si
occupa di pronto soccorso e che orga-
nizza molte iniziative Socio assisten-
ziali, Manifestazioni, Inter HT san-
gue…
Un volontario ci ha mostrato come
funziona l’organizzazione della Croce
Rossa e in che modo si può far parte
di quest’associazione.
Anche questa visita è stata molto
utile per noi ragazzi.
Per me tutte queste esperienze hanno
significato tanto, perché sono convin-
ta che non le scorderò e che me ne
ricorderò quando avrò raggiunto la maggiore età ed entrerò a far
parte anche io di associazioni che si occupano di
SOLIDALARIETA’. Credo sia utile trasmettere e far capire
l’importanza della solidarietà ai cittadini, perché TUTTI hanno
diritto alla VITA.
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità e Le porgo
cordiali saluti
Vittoria Filomena 2P
studentessa della classe 2P scuola “G.Marconi”
15
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Buongiorno caro dottor. Grazioli;
le scrivo questa lettera con lo scopo di illustrarle attività svolte
nella nostra scuola, nelle classi seconde; e il valore educativo che
tali attività possono avere per noi adolescenti.
Mi scuso, non mi sono ancora presentata: sono Maria Pia Tota-
ro, un’ alunna della scuola secondaria di primo grado “G. Mar-
coni”, di preciso faccio parte della 2aP.
Nelle settimane scorse le classi seconde hanno partecipato a di-
verse attività interessanti ed educative; l’ argomento base trat-
tato è stato il volontariato e la solidarietà abbiamo svolto uscite
e partecipato a interventi di esperti.
Gli interventi dei due esperti in particolare, del direttore dell’
associazione AIDO e di una dottoressa dell’ AVIS, hanno tratta-
to del concetto di solidarietà e in poche parole semplici ma mol-
to chiare ci hanno spiegato come funziona il loro lavoro facendo-
ci conoscere anche storie di ragazzi e persone che grazie a queste
associazioni sono riusciti ad avere una vita nuova.
È stata un’ attività interessante, a mio parere , che può stimola-
re i ragazzi ad essere più responsabili e a far capire loro che aiu-
tare qualcuno può essere più interessante, facile e importante di
quello che può sembrare. Oltre a questo interessante intervento
degli esperti abbiamo fatto un’ uscita in quartiere insieme a
Mariangela, la vigilessa, e il suo collega, fino ad arrivare al cen-
tralino 2 dei vigili, dove Mariangela ci ha fatto vedere, sul com-
puter, la zona Crocetta, sorvegliata dalle loro telecamere; ci ha
spigato anche la funzione di quel monitor e come funziona.
Vicino a quella postazione dei vigili di quartiere abbiamo incon-
trato Daniele, un volontario della Croce Rossa: è stato interes-
sante conoscerlo e dopo le presentazioni ci ha fatto vedere l’
interno di una loro ambulanza e ci ha spiegato, molto brevemen-
te, a cosa servivano tutti gli oggetti all’ interno.
Siamo poi entrati nella sede della Croce Rossa dove, sempre Da-
niele, ci ha spiegato le attività che lì si svolgono, come si fa a
diventare volontari e che importanza ci sia in tutte le iniziative
che svolgono.
Una cosa che ci tenevo a dire è che è stato molto interessante
fare queste attività a scuola: spiegano e portano a conoscenze
dei ragazzi qualcosa che molto spesso si dà per scontato , ma che
non è così.
Il diritto alla vita è una cosa che spesso può essere aiutato anche
con un piccolo grande dono.
Dare qualcosa di tuo agli altri è una cosa bellissima, secondo me.
Le chiedo semplicemente di tenere conto di questo scritto e di
informare la gente di ciò che c’è fuori; di cosa si potrebbe fare e
di stimolare gli adolescenti a credere nella solidarietà.
A me è piaciuto molto questo percorso sviluppato nella nostra
scuola ed è stato interessante; ho capito aspetti della vita che
spesso non consideravo o tralasciavo…
Ora la saluto e la ringrazio del tempo che mi ha dedicato.
Cordiali saluti da Maria Pia Totaro
P.S. spero prenda in considerazione la mia lettera!...
Per chiarimenti potete contattarmi presso:
E-MAIL: [email protected]
Maria Pia Totaro - 2aP
Il giorno 26 marzo noi, della classe 1M, abbiamo incontrato il
narratore Simone Maretti che ci ha raccontato il famoso romanzo
“L’isola del tesoro”. L’autore di questo classico è Robert Luis Ste-
venson, la vicenda è ambientata nel 17… Il racconto si svolge
nella prima parte in Inghilterra e nella seconda sull’isola del teso-
ro, appunto. L’attività mi è molto piaciuta perché la vicenda è
sorprendente, perché Maretti è molto bravo e perché il finale è a
sorpresa.
Adele Barbieri, 1M
Disegno realizzato da Samuele Migliaccio e Adele Barbieri, 1M
MONDO SCUOLA
16
Martedì 13 e Mercoledì 14 Maggio 2014, per il secondo anno
di seguito, si sono svolti nella biblioteca della nostra scuola
gli esami orali per la certificazione Trinity.
Un nutrito gruppo di studenti, ben 54, si sono preparati per
sostenere questa prova di esame con un insegnante madrelin-
gua inviato dal Trinity College di Londra partecipando a 8
incontri pomeridiani di un’ora e mezza/ due ore circa con le
prof Bruini e Rizzo. Siamo felici di poter dire che tutti i can-
didati hanno passato l’esame, 12 alunni hanno ricevuto la
votazione massima di AA (corrispondente a 10), 6 hanno ot-
tenuto la votazione AB (91/2) 17 hanno ottenuto la votazione
BB(9), 6 hanno ottenuto la votazione BC (8), 11 / hanno otte-
nuto la votazione CC (7), 2 hanno ottenuto la votazione CD
(61/2)
Trinity è un esame di certificazione orale, fatta da un esami-
natore madrelingua esterno alla scuola inviato dall’ente certi-
ficatore accreditato “TRINITY COLLEGE LONDON” .
L’obiettivo generale è di migliorare le competenze linguisti-
che degli alunni attraverso attività di consolidamento della
comprensione e produzione orale, adatta agli obiettivi
linguistici previsti dalle Indicazioni ministeriali per la scuola
secondaria di I grado e nell’ambito del Quadro Comu
ne di Riferimento per l’Apprendimento/Insegnamento della
lingua straniera, previsto dall’Unione Europea. Trinity
Le insegnanti Jessica Bruini e MariaCristina Rizzo che hanno
condiviso con i “Trinitiani” la “fatica” della
preparazione, ringraziano i ragazzi per l’impegno e
l’entusiasmo dimostrato.
Poiché la nostra scuola è dallo scorso anno un centro accredi-
tato per le certificazioni internazionali siamo particolarmente
soddisfatte del buon risultato ottenuto e continueremo a pro-
porre la certificazione agli studenti delle classi terze del pros-
simo anno con modalità innovative rispetto a quanto fatto
quest’anno e lo scorso anno scolastico.
Si ricorda alle famiglie che la pergamena nominativa inviata
dal Trinity College potrà essere ritirata all’inizio del prossimo
anno scolastico poiché arriverà a scuola solo nel mese di Lu-
glio.
Le insegnanti Rizzo e Bruini
18
Nella mia cartolina ho attaccato molti libri, proprio perché un po’
mi piace studiare, ma mi piace anche leggere e un mio sogno è
quello di scrivere un libro e, magari, da grande diventare una scrit-
trice.
Ho incollato anche l’immagine di un cane, perché mi ricorda tanto il
mio quando si addormenta sui miei libri e quaderni mentre faccio i
compiti.
Sulla mia cartolina c’è poi una coccinella, simbolo di fortuna e di
speranza, perché spero in un futuro di riuscire a sentirmi realizzata.
Vittoria Filomena II P
Descrivendo la mia cartolina descrivo me stessa.
Descrivo la mia passione per la pallavolo, l’amicizia che ho con per-
sone a cui voglio bene e che sono molto importanti per me, descri-
vo la mia voglia di sognare e il mio sogno nel cassetto, la determi-
nazione e la voglia di non mollare mai.
Per me la vita va affrontata con coraggio, con voglia di fare e di
mettersi in gioco, sperimentando e provando anche se si sa che si è
destinati a fallire, senza però rimpiangere il fatto di averci provato,
per essere subito pronti a ricominciare e a ritentare.
Nella vita si riesce a fare tutto, anche le cose più impensabili, secon-
do me.
Elisa Benelli II P
Io nella mia cartolina ho messo delle immagini riguardanti il calcio e
la Juventus, perché il calcio è la mia passione, come
anche la Juventus; ho messo anche l’immagine di Pogba, perché
sarebbe un sogno per me poterlo incontrare.
Giacomo Nicolini II P
Nella cartolina ho cercato di inserire le mie passioni, ciò che mi
piace fare: i miei SOGNI...
Lascerei libera l’interpretazione, perché ogni persona possa dare
un suo libero significato ad ogni immagine, come preferisce.
Ora però descrivo gli elementi più significativi per me:
-a me piace la fotografia, perciò ho inserito la macchina fotografica
e un obbiettivo, perché secondo me la foto é, e può essere, la visio-
ne della realtà da un altro punto di vista.
-Io voglio essere LIBERA di viaggiare, di andare per la mia strada,
di inseguire i miei sogni e anche se incontro una salita vorrei riusci-
re a superarla senza problemi: è per questo che ho messo un sen-
tiero nel verde e un cielo azzurro da esplorare.
- Io ho spesso sognato ad occhi aperti per cercare di stare sempre
al passo, anche se dopo me ne sono sempre pentita; ho sempre
guardato le persone negli occhi quando mi parlano o almeno mi
piacerebbe farlo, perché guardando una persona negli occhi ho
sempre pensato che si possa capire molto di più quello che ha den-
tro, la sua "storia", e, alcune volte, anche i suoi pensieri: è per
questo che ho messo gli occhi di una persona nella mia cartolina.
- La bocca è per me un altro elemento importante, perché mi
piace dire quello che sento, per chiarirmi, litigare o aiutare.
-Ho poi inserito una casa , perché vorrei costruire, più avanti, una
mia famiglia.
-C'è poi un disegno, di un' auto, perché è una mia passione dise-
gnare.
- Ho inoltre inserito un bambino che "bacia" l' acqua: amo i bambi-
ni, sono una delle mie occupazioni principali; ho molte cugine, mol-
to piccole, amo stare con loro e farle giocare.
-Per ultimo elemento ho tenuto la mia passione, quella più gran-
de, HIP-HOP: io pratico danza da sei anni, con grande dedizione,
infatti ho fatto pianti interminabili a causa della danza ed ora non
riuscirei a spiegare neanche il perché!... A dire il vero. Da un paio
d’anni ho cambiato insegnante e di conseguenza lo stile. E’ stato un
cambiamento radicale: per un po' mi è parso di ricominciare da 0...,
poi, per fortuna, mi sono sbloccata. Monia, la mia insegnante, ha
portato me e le mie compagne di corso a fare la nostra prima gara
e, nonostante avessimo cambiato stile da pochi mesi, siamo arriva-
te 3e e questo è stato l' inizio di un VERO SOGNO ...
La danza, per me, ha assunto molta più importanza in quest’ultimo
periodo: ho iniziato a fare 1 000 sacrifici... spero sia l’inizio di una
brillante carriera!
Maria Pia Totaro II P
NOI CREATORI…
19
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Caro diario,
voglio raccontarti di quando, martedì 1 aprile, la mia clas-
se, insieme alla 3^I, è partita per andare due giorni a Ro-
vereto .
Già una settimana prima ero eccitatissima all’idea di anda-
re via e pensavo che sarebbe stata un’ esperienza fanta-
stica, nella quale, oltre a visitare i luoghi della Prima
guerra mondiale, ci saremmo uniti molto come classe.
Il lunedì precedente alla partenza, tra una telefonata e
l’altra alle mie amiche per chiedere cosa sarebbe stato
meglio portarsi dietro, ho preparato la mia borsa.
La mattina successiva mi sono svegliata molto presto, ma
non ero per niente stanca perché non vedevo l’ora di par-
tire.
Saliti in autobus, mi sono seduta di fianco alla mia miglio-
re amica, Greta, ed abbiamo chiacchierato per tutto il
viaggio. Durante la sosta ho notato che tra di noi era nato
un clima molto più amichevole e tranquillo del solito. Arri-
vati a destinazione, non avendo nulla in programma, le pro-
fessoresse ci hanno portato a vedere la “Fondazione Ope-
ra Campana dei Caduti”. Inizialmente qualcuno non era
molto entusiasta della decisione, ma in seguito si è ricre-
duto. La campana è molto bella, imponente, con bassorilie-
vi lavorati accuratamente, e da lassù si godeva di una vi-
sta stupenda.
Quindi abbiamo avuto modo di fare merenda e di svagarci
un po’ sulle gradinate attorno al monumento: ci siamo fat-
te qualche foto per ricordarci di questi bei momenti ,
abbiamo parlato, riso, scherzato e ci siamo divertite.
Finita questa visita, siamo andati all’ostello per lasciare le
valigie, non vedevamo l’ora di sapere la disposizione nelle
camere, ma abbiamo dovuto attendere fino alla sera. A-
spettando il pranzo siamo stati nel cortile dell’albergo e lì
ci siamo avvicinati molto.
Dopo aver mangiato ci siamo recati al planetario, io non
c’ero mai stata e andarci è stato molto interessante.
Entrati, la guida che ci ha seguiti durante questa visita, ci
ha dato qualche informazione generale e ci ha fatto alcu-
ne domande; poi, lentamente, è spuntato il sole, è tramon-
tato, si sono spente le luci e sulla cupola sono apparse le
stelle. La sensazione che ho provato era fantastica, cre-
devo proprio di guardare il cielo in una notte molto lumi-
nosa, sembrava di poter toccare quei puntini luccicanti,
nella stanza regnava la pace e la tranquillità e tutti erano
attenti, rivolti all’ insù.
Siamo poi andati al MART, il museo di arte moderna, e
abbiamo trattato l’argomento del vedere, guardare, os-
servare: abbiamo parlato della differenza tra i diversi
termini; abbiamo capito che ognuno, quando osserva, co-
glie dei particolari diversi da quelli che notano gli altri;
con delle illusioni ottiche abbiamo notato come può facil-
mente essere ingannata la vista. Eravamo abbastanza
stanchi ma, avendo un po’ di tempo a disposizione, prima
di cena siamo andati a fare un giretto, abbiamo scritto
una cartolina e l’abbiamo spedita a casa. Dopo la cena
siamo usciti tutti per prendere un gelato in tutta tran-
quillità.
La mattina seguente ci siamo preparati in fretta e siamo
partiti per andare alle trincee del Nagià-Rom. Appena
arrivati, ci ha accolti la guida; noi, anche solo vedendo il
percorso che dovevamo percorrere, eravamo già esausti!
Abbiamo fatto diverse tappe, poi siamo entrati nelle trin-
cee e percorrendole ho provato una sensazione di irre-
quietezza e disagio; ho pensato a tutte le persone che
durante la guerra sono morte lì, lontano da casa, dagli
affetti e dalla vita reale.
Quindi abbiamo mangiato e poi siamo stati un po’ insieme
prima di partire verso il museo della guerra. Verso le quattro siamo saliti in pullman, stanchi, ma mol-
to contenti di come era andata la gita e siamo tornati a
Modena.
Per concludere, diario, voglio dirti che sono tornata a ca-
sa davvero soddisfatta di quei giorni perché, anche se
questo bellissimo percorso delle Medie sta per finire, ho
legato molto con i miei compagni.
Dopo questa esperienza penso che, alla fine della scuola,
sarà ancora più difficile separarmi da loro. Lara Gramazio 3^L
SCRITTORI IN ERBA
21
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
C’era un prof. delle Marconi
a cui piaceva la Guerzoni
alla fine la baciò
così macho diventò
quel prof. delle Marconi
Nicolò
C’era un prof. delle Marconi
a cui piaceva buttarsi dai balconi
non mangiava la colomba
perché gli sembrava una bomba
così il prof. delle Marconi inghiottiva panettoni
Matteo
C’era un prof. delle Marconi
che portava scatoloni
draghi e streghe in quantità
donava qua e là
quel matto prof. delle Marconi
Stefano
C’era un prof. delle Marconi
che giocava coi bottoni
il preside lo scoprì
e nei guai lui finì
quel poveretto prof. delle Marconi
Manrico
C’era un prof. delle Marconi
che amava tanto Berlusconi
quando il cavaliere lo venne a sapere
gli tirò in faccia due pere
a quello sciocco di un prof. delle Marconi
Daniel
C'era un prof. delle Marconi
Che mangiava bottoni
Un giorno un bottone si girò
e di colpo lui si bloccó
A quel bottoniere prof. delle Marconi
Alessia D. S.
C'era un prof delle Marconi
che mangiava sempre bottoni,
un giorno marci li trovò
e subito al bagno andò.
Povero golosone prof delle Marconi.
Chiara
SCRITTORI IN ERBA
22
Adesso sono entrati nella musica i ragazzi del nuovo
gruppo “5 SECONDS OF SUMMER”, una band australiana
composta da Calum Hood, Ashton Irwin, Luke Hem-
mings e Michael Clifford. Si è formata poco più di un
anno fa e sta riscuotendo un enorme successo aprendo,
insieme a Camryn, il “Take Me Home Tour” degli “One
Direction”. I 5SOS, dopo essersi fatti conoscere pubbli-
cando cover di Ed Sheeran, Justin Bieber ed Adele sul
loro Canale YouTube, hanno conquistato un contratto di-
scografico con Sony ATV Music Publishing. Questi ragaz-
zi (che frequentavano tutti la stessa scuola,Norwest
Christian College,tranne Ashton Irwin, che, infatti, si è
aggiunto dopo) si sono uniti e hanno cominciato a mettere
su YouTube dei video di loro stessi in cui cantano cover a
canzoni famose. Hanno avuto oltre cinque milioni di visua-
lizzazioni. La band ha attirato l’ interesse delle principali
etichette musicali e case editrici.
Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I
La 23ª edizione degli MTV Movie Awards si è svolta il
13 aprile al Nokia Theatre di Los Angeles; è stata presentata
dall'attore comico Conan O’Brien. Le candidature sono state
annunciate il 6 marzo e di seguito riportiamo i nomi di colo-
ro che hanno vinto.
Vincitori: Film dell'anno: Hunger Games - La Ragazza di fuoco
Migliore interpretazione femminile: Jennifer Lawren-
ce, Hunger Games - La Ragazza di fuoco
Migliore interpretazione maschile: Josh Hutcher-
son, Hunger Games - La Ragazza di fuoco
Migliore rivelazione: Will Poulter, Come ti spaccio la
famiglia
Miglior bacio: Emma Roberts, Jennifer Aniston e Will
Poulter, Come ti spaccio la famiglia
Migliore lotta: Orlando Bloom e Evangeline Lilly vs. gli
orchi, The Hobbit: La desolazione di Smaug
Miglior interpretazione comica: Jonah Hill, The Wolf of
Wall Street
Migliore performance horror: Brad Pitt, World War Z
Miglior duo sullo schermo: Vin Diesel e Paul Wal-
ker, Fast & Furious 6
Migliore interpretazione senza maglietta: Zac E-
fron, That Awkward Moment
Momento #WTF (ma che cavolo): The Lude Scene, The
Wolf of Wall Street
Miglior cattivo: Mila Kunis, Il grande e potente Oz
Migliore trasformazione sullo schermo: Jared Le-
to, Dallas Buyers Club
Miglior momento musicale: Backstreet Boys, Jay Baru-
chel, Seth Rogen e Craig Robinson,Facciamola finita
Migliore performance cameo: Rihanna, Facciamola
finita
Migliore eroe: Henry Cavill nei panni di Clark
Kent, L'uomo d'acciaio
Personaggio preferito: Shailene Woodley nei panni di
Tris Prior, Divergent
Trailblazer Award (dedicato agli attori più promettenti):
Channing Tatum
Generation Award (dedicato a uno degli attori più in-
fluenti della sua generazione): Mark Wahlberg
Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I
GIOVANI OGGI
23
IL GIORNALINO DELLE MARCONI
Titolo: RIO 2 missione Amazzonia
Regista: Carlos Saldanha
Data uscita: 17 aprile 2014
Genere: Animazione, Commedia, Avventura, Family
Anno: 2014
Sceneggiatura:Don Rhymer, Carlos Saldanha
Trama:più variopinto, divertente e musicale, a tre anni
dallo straordinario successo del primo film, tornano il
pappagallo Blu e la sua compagna Gioiel, divenuti nel frat-
tempo genitori di tre scatenati pappagallini, in
un’avventurosa vacanza nella foresta dell'Amazzonia.
Abituati a vivere comodamente in città, insieme ai loro
tre figlioletti,la saputella Bia, il piccolo e avventuroso
Tiago, e la temeraria adolescente Carla, Gioiel è preoccu-
pata che i figli , sull'esempio del padre, diventino più simi-
li agli umani anziché imparare a comportarsi come veri
uccelli. Pertanto, decide di portare la sua famiglia in A-
mazzonia, alla ricerca delle terre selvagge dei loro avi.
Al loro arrivo nel profondo della foresta amazzonica, con
somma sorpresa per tutti, si scopre che il capo dello
stormo di macao blu nascosti nel santuario degli uccelli, è
il padre di Gioiel, Eduardo. Un momento emozionante per
Gioiel, che conosce finalmente il suo papà, un po' meno
per Blu, che scopre invece di avere un suocero più critico
di una suocera.
Come se l’incontro con l’ipercritico suocero non fosse ab-
bastanza, Blu deve anche misurarsi con Roberto, un uccel-
lo selvatico e affascinante, che ha un rapporto speciale
con Gioiel, oltre a vedersela ancora una volta con il vendi-
cativo e perfido Miguel, spalleggiato dalla graziosa ma
velenosissima rana Gabi.
Elisa Bengala e Chiara Alfarano 2N
Titolo = La vita come viene
Autrice = Anne-Laure-Bondoux
Casa editrice = Edizioni San
Paolo
Genere = romanzo
La scrittrice francese Anna-
Laure Bondoux sa scrivere libri
per ragazzi che, secondo me,
piacciono anche ai grandi. Io, di
recente, ho letto uno dei suoi
romanzi, “La vita come viene”,
edito in Italia da San Pao-
lo Edizioni. Esso narra la storia
di due sorelle senza genitori,
morti in un incidente stradale, dai caratteri opposti, co-
strette ad affrontare l’ennesima prova difficile che rin-
salderà ancora di più il loro legame.
Le due sorelle vivono a Parigi. Maddy ha quindici anni,
mentre sua sorella Patty ne ha venti. A quest’ultima tocca
il compito di fare da capofamiglia, ma in realtà è lei a di-
mostrarsi poco responsabile, superficiale, spensierata,
praticamente inaffidabile.
Maddy è il suo opposto. Frequenta le superiori ed è la
tipica ragazza per bene, intelligente e brava a scuola. Un
giorno scopre che sua sorella è incinta… Da questo mo-
mento in avanti il libro è un’ alternanza di avventure, colpi
di scena, lacrime e risa accompagnate da tanto ottimismo,
perché alla fine è la gioia di vivere a vincere, nonostante
gli ostacoli che la vita è capace di frapporre tra le prota-
goniste della storia e la loro felicità.
La Bondoux, dopo il successo del romanzo “Le lacrime
dell’assassino” col quale nel 2009 ha vinto il Premio An-
dersen per il miglior libro per i lettori oltre i 12 anni, si
riconferma un’ottima autrice per ragazzi.
Io lo consiglio a tutti: è un libro che fa ridere, ma, allo
stesso tempo, fa riflettere perché affronta tematiche
complicate.
Comunque state tranquilli, un sorriso e una risata ve li
strapperà!
Sara Milioli, 2I
GIOVANI OGGI
24
il
LA REDAZIONE
CRUDO BEATRICE 2I
MILIOLI SARA 2I
LO BIONDO AURA 2L
STRAFACE ILARIA 2L
ARMILLOTTA NICOLAS 2M
ALFARANO CHIARA 2N
BENGALA ELISA 2N
COVELLA ALESSIO 2O
FILOMENA VITTORIA 2P
TOTARO MARIA PIA 2P
BUFFAGNI GINEVRA 2R
PALTRINIERI GIADA 2R
BETTALICO MATILDE 2S
RISO VERONICA 2S
WANG WEN HAN 2S
BAIARDI SOFIA 3I
MARTINELLI ILENIA 3I
NICOLINI CHIARA 3I
RUBBIANI FRANCESCA 3I
BIANCO GRETA 3 L
GRAMAZIO LARA 3L
KACHNI ZAINABE 3M
MARZIA GAIA 3M
LAZZERINI ELISA 3N
CARPI STEFANO 3O
MANTOVANI NADIA 3O
SPANO PAOLA 3P
PUIU NATALIA 3R