Greta Bianco 3 L - X Istituto Comprensivo Modena...

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Il giornale degli studenti, prof. e genitori della scuola media G. Marconi Anno XI Numero 38 Maggio 2014 il Sommario Progetto “Continuità” p. 1 Mondo Scuola La storia raccontata da Franco Bellei p. 2 Ocean Sub p. 2 Campioni di sport p. 3 L’Inferno della 2^M p. 4 La porta della 2^I p. 5 Festa della Polizia Municipale p. 5 Gita al parco storico Monte Santa Giulia p. 6 Alla ricerca dei fossili p. 7 Napoleone Bonaparte: uscita al parco Ferrari p.7 Visita a Fossoli p. 8 Ricerca sulla pena di morte p. 9 Per non dimenticare p. 10 Abbiamo tra noi il campione di C.S.I. Judo p. 11 Gita a Trento p. 12 Pangea p.13 Il figlio perduto p.13 Donazione e Solidarietà p. 14 L’Isola del Tesoro p. 15 Trinity p. 16 Marconi’s got talent p. 17 Le cartoline del MEF p. 18 Scrittori in erba Caro diario p. 19 Noi poeti di 2P p. 20 Limerick della 1I p. 21 Giovani oggi 5 Seconds of Summer p. 22 MTV Movie Awards 2014 p. 22 Film da vedere p. 23 e libro da leggere p. 23 Ultima di copertina Auguri p. 24 I BAMBINI DELLE ELEMENTARI IN VISITA NELLA NOSTRA SCUOLA Venerdì 2 maggio, i bambini della classe 5^B delle scuole “Anna Frank” sono venuti a visitare la scuola e a conoscerci. Dopo un’ora di lezione di arte, sono arrivati e sono stati con noi fino alle 11.00. Inizialmente siamo andati in Aula Magna, dove i bambini ci stavano aspettando entusiasti di vederci. Ognuno di noi ha detto una o più frasi che avrebbero aiutato ogni bambino a riconoscere il ragazzo con cui aveva fatto corrispondenza; alcuni bambini hanno avuto dif- ficoltà a riconoscere il proprio compagno di penna. In seguito abbia- mo presentato la scuola e ricordato alcune regole, aiutandoci anche con un video intitolato “Benvenuti alle Marconi”. Li abbiamo anche rassicurati sul fatto che la scuola Media non è così brutta come for- se pensavano. Abbiamo aiutato i bambini a conoscere meglio questa scuola facendogliela visitare. Loro hanno visto la nostra classe (dove abbiamo fatto alcune foto), la palestra e alcuni laboratori. In segui- to siamo andati nel laboratorio di cucina, dove abbiamo fatto meren- da con bibite e snacks che avevamo comprato noi qualche giorno pri- ma. Per me è stata una bella esperienza e credo che lo sia stata anche per i bambini. Al- cuni di loro erano timidi e ini- zialmente poco integrati con la nostra classe , nonostante ognuno di noi cercasse di en- trare in confidenza con loro. Conclusa l’attività, erano più tranquilli e, secondo me, contenti di avere visto la scuola che molti di loro frequenteranno. Secondo me per i bambini è stato utile e rassicurante visitare la scuola e con- frontarsi con noi prima di frequentare le scuole Medie. Veronica Riso, 2°S Puoi scaricare il giornalino tutto a colori all’indirizzo: http://istitutomarconi.altervista.org/?page_id=100 Il nostro giornalino nasce dalla collaborazione di stu- denti, insegnanti e genitori, della scuola Marconi. Il progetto è in parte finanzia- to dalla Circoscrizione 2, che ringraziamo.

Transcript of Greta Bianco 3 L - X Istituto Comprensivo Modena...

Il giornale degli studenti, prof. e genitori della scuola media G. Marconi

Anno XI Numero 38 Maggio 2014

il

Sommario

Progetto “Continuità” p. 1

Mondo Scuola

La storia raccontata da Franco Bellei p. 2

Ocean Sub p. 2

Campioni di sport p. 3

L’Inferno della 2^M p. 4

La porta della 2^I p. 5

Festa della Polizia Municipale p. 5

Gita al parco storico Monte Santa Giulia p. 6

Alla ricerca dei fossili p. 7

Napoleone Bonaparte: uscita al parco Ferrari p.7

Visita a Fossoli p. 8

Ricerca sulla pena di morte p. 9

Per non dimenticare p. 10

Abbiamo tra noi il campione di C.S.I. Judo p. 11

Gita a Trento p. 12

Pangea p.13

Il figlio perduto p.13

Donazione e Solidarietà p. 14

L’Isola del Tesoro p. 15

Trinity p. 16

Marconi’s got talent p. 17

Le cartoline del MEF p. 18

Scrittori in erba

Caro diario p. 19

Noi poeti di 2P p. 20

Limerick della 1I p. 21

Giovani oggi

5 Seconds of Summer p. 22

MTV Movie Awards 2014 p. 22

Film da vedere p. 23

e libro da leggere p. 23

Ultima di copertina

Auguri p. 24

I BAMBINI DELLE ELEMENTARI IN VISITA NELLA NOSTRA

SCUOLA

Venerdì 2 maggio, i bambini della

classe 5^B delle scuole “Anna

Frank” sono venuti a visitare la

scuola e a conoscerci. Dopo un’ora

di lezione di arte, sono arrivati e

sono stati con noi fino alle 11.00.

Inizialmente siamo andati in Aula

Magna, dove i bambini ci stavano

aspettando entusiasti di vederci. Ognuno di noi ha detto una o più

frasi che avrebbero aiutato ogni bambino a riconoscere il ragazzo

con cui aveva fatto corrispondenza; alcuni bambini hanno avuto dif-

ficoltà a riconoscere il proprio compagno di penna. In seguito abbia-

mo presentato la scuola e ricordato alcune regole, aiutandoci anche

con un video intitolato “Benvenuti alle Marconi”. Li abbiamo anche

rassicurati sul fatto che la scuola Media non è così brutta come for-

se pensavano. Abbiamo aiutato i bambini a conoscere meglio questa

scuola facendogliela visitare. Loro hanno visto la nostra classe (dove

abbiamo fatto alcune foto), la palestra e alcuni laboratori. In segui-

to siamo andati nel laboratorio di cucina, dove abbiamo fatto meren-

da con bibite e snacks che avevamo comprato noi qualche giorno pri-

ma. Per me è stata una bella

esperienza e credo che lo sia

stata anche per i bambini. Al-

cuni di loro erano timidi e ini-

zialmente poco integrati con la

nostra classe , nonostante

ognuno di noi cercasse di en-

trare in confidenza con loro.

Conclusa l’attività, erano più tranquilli e, secondo me, contenti di

avere visto la scuola che molti di loro frequenteranno. Secondo me

per i bambini è stato utile e rassicurante visitare la scuola e con-

frontarsi con noi prima di frequentare le scuole Medie.

Veronica Riso, 2°S

Puoi scaricare il giornalino tutto a colori all’indirizzo:

http://istitutomarconi.altervista.org/?page_id=100

Il nostro giornalino nasce

dalla collaborazione di stu-

denti, insegnanti e genitori,

della scuola Marconi. Il

progetto è in parte finanzia-

to dalla Circoscrizione 2,

che ringraziamo.

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La 3 L e la 3 M incontrano un ex partigia-

no Franco Bellei, un ex partigiano, è venuto a raccontarci la sua storia…

Tanto per cominciare, è nato a Modena nel 1929 e ha inizia-to ad andare a scuola nel 1935. Ha deciso di continuare gli studi, prima al “Corni” per tre anni e, in seguito, per altri due, ha frequentato la scuola di Bastiglia.

Allora, frequentare la scuola voleva dire andarci quando era possibile, quando non c’erano né bombardamenti né allarmi. Nella scuola a Bastiglia incontrò il maestro Nello Rovatti, che seguiva i ragazzi in un doposcuola. L’uomo cercò di convincere i giovani a unirsi ai partigiani (che lui stesso diri-geva), per potere cacciare i tedeschi.

Così, diciassette ragazzi, tra cui Bellei, di un’età compresa tra i quindici e i diciassette anni, iniziarono a collaborare con i partigiani, formando il gruppo dei “Giovanissimi”.

Questi fingevano di aiutare i tedeschi a montare le linee tele-foniche, per poi, di notte, andarne a tagliare i fili, che dopo sotterravano nei campi del padre di Franco.

Portavano poi le mele ai prigionieri che si trovavano in Cittadella; dentro alle mele metteva-no dei messaggi per indicare le vie di fuga.

Quasi tutte le sere dicevano ai genito-ri che sarebbero andati a giocare, lasciandoli così

ignari della loro attività di partigiani.

La popolazione aveva due principali paure: i bombardamenti dell’aereo “Pippo” e i rastrellamenti, dove fu ucciso anche un amico di Franco, Mauro Capitani, ad Albareto.

Il ventidue aprile, una domenica mattina, finalmente Modena venne liberata dai partigiani, ma presto la gioia venne sosti-tuita dalla preoccupazione che i tedeschi potessero uccidere i cittadini o potessero fare scoppiare un incendio in città. Fortunatamente non diedero segni di vendetta e la città si tranquillizzò.

Quello stesso giorno Franco e i suoi familiari erano preoccu-pati per la sorella, che era uscita per portare il latte alla ca-scina, ma non le successe nulla di male.

Finita la guerra, Franco e i suoi compagni dissotterrarono i fili che avevano nascosto sotto terra e li portarono nelle case che ancora non avevano l’elettricità.

In seguito Franco trovò, tramite un amico, un lavoro come addetto alle macchine frigorifere.

Nel frattempo riuscì a trovare casa in Via Nonantolana, dove andò ad abitare con la sua famiglia.

Qui riuscì a condurre una vita normale, anche se credo che, come è successo a tutti, quelle atrocità gli rimasero in men-te. Alla fine della guerra ebbe alcuni riconoscimenti per ave-re svolto attività partigiane.

La città di Modena ottenne la medaglia d’oro.

Non bastano poche righe per raccontare la vita di una per-sona, men che meno quella di un partigiano; bisogna ascol-tarla direttamente, essere testimoni di ciò che dicono le per-sone che hanno vissuto direttamente le vicende della guer-ra, in modo che vengano ricordate tutte le esperienze orribili, ma allo stesso tempo bellissime, che hanno vissuto questi eroi. Ogni classe dovrebbe avere la possibilità di incontrarli e di sentire con le proprie orecchie la storia raccontata dal loro punto di vista e non da un libro.

Greta Bianco 3 L

Quest’anno al nostra scuola ha aderito al progetto “Prime bolle in acqua” proposto dalla società Ocean Sub di Modena per avvicinare i ragazzi e le loro famiglie alle attività subacquee. Il progetto è stato indirizzato alle classi terze che il 12 marzo nella Sala delle Giunchiglie hanno assistito ad una presentazione teorico/pratica delle attività subac-quee con l’uso dei respiratori e in apnea. Successivamente, domenica 30 marzo, gli alunni hanno potuto prendere parte in piscina ad una lezione pratica, nella quale hanno sperimentato l’apnea e l’immersione con le bombole e, attraverso giochi subacquei, hanno scoperto la propria acquaticità. Al termine dell’attività è doveroso ringraziare tutte le per-sone che l’hanno resa possibile e in particolare Cristina Piccinini e Fiorella Beccari insieme con tutti coloro che hanno collaborato (Fabrizio Rinaldi e Giancarlo Campa-na, Walter Stella che ha curato i primi contatti con la scuola; Elisabetta, Claudio, Andrea per la presentazione in Aula Magna; Fabrizio, Rino, Roberto, Federico, Alberto, Gioia, Davide e Barbara per l’esperienza in piscina ). Grazie anche al Preside che ha permesso lo svolgimento dell’iniziativa, che speriamo di poter ripetere. Appuntamento quindi al prossimo anno!!!!!!!!

Le insegnanti di ed. fisica

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MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI

G.S.S. Atletica Cadetti Il 7 e il 14 maggio alcuni alunni delle due sedi Fer-

raris e Marconi hanno partecipato a Modena e a Ce-

senatico alle fasi provinciali e regionali di atletica

leggera, qualificandosi in entrambe le occasioni al

primo posto, sia come squadra che come individua-

listi.

Parteciperanno quindi alla fase nazionale, che avrà

luogo all’inizio di giugno all’Aquila, i seguenti alun-

ni: Araldi Filippo, Barbieri Riccardo, Caiumi Jeremy,

Lisotti Filippo, Sala Matteo, Salvato Gianmarco, So-

lieri Paolo, Mantovi Caterina.

IN BOCCA AL LUPO, RAGAZZI!! La redazione

Torneo di pallavolo

Domenica 4 maggio è andata in scena al Palanderlini la

fase finale dell’Anderlini First class, la manifestazione

organizzata dalla Scuola di Pallavolo a favore degli alun-

ni delle prime classi delle scuole medie di Modena e pro-

vincia.

Le squadre, guidate dagli insegnanti di educazione fisi-

ca, hanno

dato vita

ad un tor-

neo avvin-

cente ed

equilibrato

che si è

concluso

nel tardo

pomeriggio

davanti ad alcune centinaia di persone che applaudivano

le prestazioni dei giovani atleti. Per le Scuole Marconi

hanno partecipato alcuni rappresentanti della 1^ M che,

dopo i primi momenti di difficoltà dovuti all’inesperienza

e a una certa emozione, si sono pian piano ambientati

aggiudicandosi tre belle vittorie e vincendo il proprio

girone finale.

Complimenti a Ferrarini Giada, Mazzoni Matilde, Me-

schieri Gaia, Rota Valentina, Cardillo Antonio, Franchi-

ni Francesco, Iotti Riccardo, Migliaccio Samuele per

l’impegno e l’entusiasmo. Un grazie ai genitori per la

collaborazione e soprattutto per il supporto ai nostri gio-

vani atleti. La redazione

Coppa Speranze Giovedì 1 aprile si è svolta la gara di corsa campestre

“Coppa Speranze Fiat” nei campi della New Holland. Noi

ragazzi delle Marconi, selezionati per la corsa, ci siamo

recati nel luogo sopra indicato con l’autobus dopo una

breve spiegazione delle regole, sempre le solite, che a-

vremmo dovuto rispettare.

Una volta arrivati ci siamo cambiati negli spogliatoi e,

dopo un breve riscaldamento, la gara vera e propria è

potuta iniziare. Essa consisteva in un giro e mezzo di

percorso uguale per tutte le categorie di ragazzi e ragaz-

ze.

Anche quest’anno è stato molto divertente e la scuole

partecipanti (non solo di Modena) sono state numerosis-

sime.

Io personalmente non mi sono classificata tra le prime,

ma alcuni ragazzi della nostra scuola sono stati vera-

mente bravi!

Dopo la gara ci siamo riposati un po’, mangiando la me-

renda o prendendo qualcosa al bar.

A mezzogiorno circa siamo ritornati a scuola.

Secondo me, la Coppa Speranze è un’esperienza molto

importante, perché comprende lo sport (fondamentale

per i ragazzi della nostra età!) e dà l’opportunità di fare

nuove conoscen-

ze e di divertirsi

insieme. Spero

che questa atti-

vità si possa

ripetere anche

il prossimo an-

no.

Beatrice Crudo,

2I

4

Quest’anno du-

rante le ore di

letteratura ab-

biamo affronta-

to la Divina

Commedia,

scritta nel xiv

sec. da Dante

Alighieri in vol-

gare fiorenti-

no.

Questo poema

deriva da un do-

lore immenso

provato da Dan-

te e dalla pro-

fonda crisi che

gli ha ispirato il

viaggio nell’al

di là. Il poema ci

ha molto colpi-

to e ci è piaciu-

to perché contiene ingredienti che sembrano di

magia, fantasy, amore, ma anche insegnamenti

molto attuali. Abbiamo letto alcuni brani

dall’inferno e ci siamo chiesti se potrebbe essere

proprio così!

Dante ci mostra

le conseguenze

delle nostre azio-

ni malvagie, scrive

per darci il mes-

saggio che dagli

errori degli altri

si può imparare e

che dal peccato si

può sempre

“risalire”. Qualcu-

no di noi ha detto

anche di essere

stato influenzato

da questa lettura

e in seguito di a-

verci riflettuto

nell’ascoltare

certi fatti alla tv.

Dopo aver letto

alcuni brani, abbiamo cercato di figurarci alcuni

personaggi rappresentando il dolore dei danna-

ti attraverso la fotografia. La prof. ferrarini ci

ha detto di utilizzare solo le nostre mani, i capel-

li, gli occhi, la bocca, cioè pezzi del

corpo per sottolineare la fisicita’

delle punizioni e la bestialita’ dei

peccatori.

Come potete immaginare, ci siamo

molto divertiti…..

La mostra delle nostre foto verra’

esposta durante la festa di fine

d’anno della scuola.

Adriano, Alessio, eugenio,

ilias, ivan, lara, m.chiara

della ii m

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MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Anche noi della 2°I ci siamo impressionati a leggere ed

ascoltare i versi dell’Inferno della Divina Commedia che

riguardano l’ incisione che Dante ha visto sulla porta

dell’Inferno.

Quindi abbiamo deciso di scrivere noi stessi delle incisioni

da affiggere sulla porta della nostra classe, immaginando

che sia lei che parli a coloro che la varcano.

Infine ne abbiamo scelto alcune e, insieme ad immagini e

disegni, le abbiamo incollate su un cartellone che abbiamo

attaccato alla porta dell’ aula.

Beatrice Crudo e Sara Milioni, 2I

Mercoledì 14 maggio, le classi 1^R, 2^I, parte della 2^P

e parte della 3^P hanno assistito, in rappresentanza del-

la scuola secondaria di primo grado G. Marconi, alla ceri-

monia di commemorazione del 154° anniversario della

fondazione del Corpo di Polizia Municipale del Comune

di Modena.

Hanno partecipato alla manifestazione l’assessore Anto-

nino Marino,

agenti, ispetto-

ri, commissari,

vicecomandan-

te e coman-

dante della

Polizia Muni-

cipale, rappre-

sentanti di

altre forze

dell’ordine e

alcuni ragazzi

del Liceo Mu-

sicale Orazio

Vecchi,

che hanno

accompagnato la cerimonia con la loro musica.

Anche il sindaco avrebbe dovuto prendere parte alla

manifestazione, ma è stato trattenuto a Roma.

Dopo un breve discorso di introduzione, è stato

l’assessore a fare il suo discorso.

In seguito ci sono stati il riconoscimento

dell’avanzamento in grado e la premiazione di alcuni

agenti per lavori particolari da loro svolti nel corso

dell’anno 2013.

Infine è arrivata la parte che ci riguardava più da

vicino: la prof. Cuoghi è salita sul palco e ha fatto un

discorso (un po’ commovente secondo uno degli agen-

ti presenti) sul percorso di educazione stradale e alla

legalità,

che è sta-

to presen-

tato nel

corso

dell’anno

scolastico

precedente al

corrente nella

nostra scuola

e che è stato

confermato

anche

quest’anno.

Il tutto si è

concluso con i

ringraziamen-

ti, un buffet e la proiezione dei video sul progetto di edu-

cazione stradale e alla legalità da noi realizzati.

Quest’uscita mi è piaciuta molto e… il giorno dopo su un

quotidiano c’erano perfino delle nostre foto!

Beatrice Crudo, 2I

6

Il giorno 5 maggio 2014 noi della classe 3^O, insieme alle classi

3^N e 3^M, ci siamo recati presso il Parco Monte Santa Giulia, a

Monchio di Palagano. All’arrivo siamo stati accolti presso il

Centro servizi del parco da Massimo e Yuri, le nostre due guide

per tutto il periodo della gita. Dopo un attento discorso

sull’orienteering, ci hanno accompagnato nella perlustrazione

del parco. Dopo qualche minuto di riposo abbiamo fatto la pri-

ma gara che, come tutte le gare di orienteering, consisteva nel

cercare delle lanterne nei sentieri del parco orientandosi solo con

una mappa. Nel pomeriggio invece si è svolta la vera gara che è

durata più di un’ora! Al ritorno eravamo stanchissimi... L’arrivo

all’ostello e all’hotel è stato molto sollevante. Tuttavia, prima di

rientrare ci siamo fermati nel centro di Monchio e abbiamo visi-

tato il parco, a cui gli abitanti del paese sono molto legati. La

mattina seguente siamo ritornati al centro servizi e abbiamo

assistito ad una lezione tenuta da Massimo. Ci ha spiegato che in

quei luoghi, durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo

l’armistizio dell’8 settembre del 1943 tra Italia e Alleati, i parti-

giani iniziarono la Resistenza contro i nazifascisti per liberare

l’Italia del Nord occupata dai tedeschi. Nel marzo del 1944 alcu-

ni partigiani spararono a una pattuglia tedesca di passaggio. In

risposta vennero chiamate le SS che, il 18 marzo, sterminarono

chiunque si trovasse nei dintorni di Monchio. Questo episodio è

noto come la strage di Monchio. In ricordo delle 136 persone

uccise, è stata posta una lapide in centro nella piazza principale,

con tutti i nomi e, nel parco lì vicino, sono state piantate 136

piante in memoria delle vittime. Alcune ricerche più recenti

hanno stabilito che forse il bilancio dei morti è compreso tra i

137 e i 142. È significativo che le piante utilizzate siano tutte

autoctone, ovvero piante del posto. Successivamente ci sono

stati illustrati gli effetti "collaterali" della guerra: quelli fisici,

ma anche e soprattutto psicologici. Abbiamo letto le testimo-

nianze di alcuni

sopravvissuti ,

che raccontava-

no la reazione

all’uccisione dei

nemici: alcuni

ad esempio pro-

vavano un tale

disgusto per ciò

che avevano

fatto da dover

rimettere. Era

poi tale il

“rischio” che

questi soldati

non fossero più

“efficienti” che i

loro capi

dell’esercito avevano previsto l’uso di droghe per renderli più

incoscienti, altri invece si ubriacavano prima di ogni attacco.

Un’altra riflessione interessante ha riguardato i mezzi di propa-

ganda dell’epoca. Nel pomeriggio infine abbiamo assistito ad un

diorama vivente, in cui alcuni attori travestiti da partigiani o da

soldati tedeschi, ci hanno fatto rivivere alcuni momenti di quel

periodo. È stato interessante poter capire qualcosa di più anche

della psicologia di quegli uomini, il partigiano “piuma” e il nazi-

sta Kurt. Alla fine abbiamo riflettuto anche sulla reazione che

alcuni nostri amici hanno avuto di fronte al soldato tedesco,

soprattutto, dopo che questi aveva fatto “prigionieri” alcuni

nostri compagni. Alcuni hanno provato un odio istintivo nei

suoi confronti, altri sembravano pronti a collaborare con lui e

altri ancora sono rimasti indifferenti. Questa cosa ci ha fatto

capire che nei momenti di panico non tutti siamo in grado di

reagire consapevolmente, ma soprattutto che ci viene d’istinto

parlare senza pensare, che tutto ciò che noi diciamo e facciamo

può determinare sia cose belle che negative. In tempo di guerra

tantissime sono state le persone che hanno rivelato nascondigli,

rifugi, bunker ecc. così come tante sono quelle che hanno difeso i

propri amici anche a costo della vita.

In conclusione non possiamo non ricordare alcuni momenti di

svago durante la gita, ad esempio dopo la cena in hotel abbiamo

fatto una camminata nella cittadina che, seppur piccola, possie-

de una sua specialità, poi, abbiamo fatto una sosta nel parco

giochi, in cui ci siamo potuti sbizzarrire prima di rientrare nelle

nostre “tane”, dove abbiamo avuto ancora qualche minuto di

conversazione prima di lasciarci una splendida giornata alle

spalle e attendere l’inizio della successiva, altrettanto coinvol-

gente. La gita è stata un’esperienza che ha fornito molte infor-

mazioni alle classi e che ha permesso anche tanto svago.

Stefano Carpi,

Alex Ganassi,

Nadia Manto-

vani, Vittorio

De Simone,

classe 3^O

7

MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI

La lezione di scienze di Lunedi 7 Aprile è stata diversa dal solito.

Infatti il nonno di Alessio, un nostro compagno di classe, paleontologo per passione, è venuto a spiegarci e a mo-strarci i fossili.

Con la professoressa di scienze, insieme alla mia classe, ci siamo recati in aula di scienze, dove il nonno paleontologo ci aspettava.

Il signore aveva portato con sé tantissimi fossili, li aveva posizionati su un bancone e ce li ha mostrati tutti.

Subito ci ha fatto vedere un fossile e ci ha chiesto di che animale fosse; dopo vari tentativi siamo arrivati alla conclu-sione: era il fossile di un gamberetto.

Il paleontologo ci ha spiegato di averlo trovato a Modena e

che il nome scientifico del fossile è Aeger Broni.

In seguito ci ha mostrato attraverso il microscopio altri fos-sili e poi con delle cartine geografiche, ci ha fatto vedere i luoghi in cui c’è molta presenza di fossili nei dintorni di Mo-dena come la “Rocca delle Streghe” e i “Giacimenti di

Bolca”, nell’Appennino.

Il paleontologo ci ha poi illustrato il fossile di una stella co-meta e siamo rimasti tutti sbalorditi: eravamo convinti che non fosse possibile. Infatti ci ha raccontato la storia di un professore paleontologo che nel 1715 era stato preso in giro dai suoi alunni, che avevano creato dei fossili di stelle comete e di altre cose bizzarre e il professore, molto sicuro di sé, ci aveva creduto.

Dopo questa divertente storia il nonno di Alessio ci ha mo-strato altri fossili e ce li ha fatti anche toccare, spiegandoci che alcuni li aveva trovati lui e altri glieli avevano regalati dei suoi amici.

Il paleontologo ci ha anche detto che i fossili si possono comprare, costano tantissimo, ma a volte potrebbero esse-re delle fregature.

Infine ci ha spiegato che quando si trova un fossile bisogna specificare il nome del fossile, il luogo di ritrovamento e

l’età.

Poi il paleontologo, poco prima che io e la mia classe ce ne andassimo, ha regalato a ognuno un sacchetto con dentro dei fossili.

È stata un’esperienza bellissima ed è stato davvero molto interessante scoprire le meraviglie che si possono trovare sotto di noi.

Daniele Bercowitz, 2O

Il personaggio di Napoleone, imperatore francese, lo abbiamo affrontato partendo dallo studio della Rivoluzione Francese con materiali e approfondimenti, in particolare sul suo potente e-sercito. Questo studio ci ha preparati all’uscita al Parco Ferrari, avvenu-ta sabato 10 maggio: lì abbiamo assistito ad una rievocazione storica di un campo dell’esercito napoleonico. E’ stato un percorso a tappe, proprio dentro a questo campo, dove ci veniva spiegato come funzionava l’esercito e tutto ciò che ruotava intorno a questi soldati. Come conclusione del percorso tutte le classi hanno fatto una “carica”, di corsa naturalmente, verso il cannone che ha spara-to tre colpi, facendo crescere entusiasmo e stupore generale. Al termine delle attività siamo tornati tutti a scuola: ciao Napo-leone !

Alessia Sala , Gabriele Piccinini Classe II P

I fossili che ci ha regalato

il nostro ospite

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UN’ ESPERIENZA CHE TI CAMBIA LA VITA Ci sono molte esperienze che nella mia vita non dimentiche-

rò mai; una di queste è sicuramente l’uscita al campo di con-

centramento di Fossoli.

Scesi dall’autobus, ci siamo trovati davanti al grande cancel-

lo che segnava l’entrata del campo. Ad accoglierci c’era

Eugenio, la nostra guida, che ci ha subito accompagnati da-

vanti a quella che, una volta, era una baracca contenente i

prigionieri. Anche se la struttura era inagibile, la tristezza era

quasi palpabile, malgrado la rigogliosa vegetazione ci illudes-

se.

Nel maggio del 1942, i fascisti iniziarono la costruzione di

questo campo, con lo scopo di imprigionarci i soldati inglesi

catturati.

Le dimensioni erano esorbitanti, tre volte maggiori (16 etta-

ri) di quelle di tutti i campi italiani; questo lo rese, perciò, il

più grande campo di pri-

gionia del nostro Paese.

Inizialmente, nel 1943, le

condizioni di vita dei cin-

quemila prigionieri erano

relativamente accettabili:

avevano la possibilità di

scrivere e di ricevere lette-

re e di essere puntualmen-

te visitati dalla Croce Ros-

sa. Questo durò fino all’8

settembre, quando Bado-

glio firmò l’armistizio con

il generale anglo-

americano. In seguito, in

Italia si scatenò uno sface-

lo: i soldati non sapevano

più contro chi combatte-

re, perlomeno fino alla liberazione di Mussolini, quando ven-

ne istituita l’RSI (Repubblica Sociale Italiana).

Il 9 settembre, le SS e la Gestapo formarono il quartier gene-

rale a Verona e Hitler ordinò alle truppe di occupare il cam-

po di Fossoli. Inoltre, spedì tutti i prigionieri in Germania.

Così iniziò il secondo, terribile, utilizzo del campo.

Mussolini firmò la “Carta di Verona”, la quale sanciva che

tutti gli ebrei dovevano essere considerati dagli italiani nemi-

ci, dovevano essere privati dei loro beni, arrestati e raccolti

in campi di concentramento provinciali, come prigioni, caser-

me, scuole.

Nel novembre del 1943 il campo di Fossoli fu aperto anche

agli ebrei, i quali sarebbero poi stati trasferiti nel più grande

campo di sterminio, cioè Auschwitz-Birkenau, in Polonia. Il

campo venne quindi diviso in tre parti: una per gli oppositori

politici, una per gli ebrei e una dedicata all’amministrazione,

alle camerate militari e all’armeria.

Le condizioni di vita di vita erano tragiche e le persone erano

obbligate a dormire su letti di legno.

Partivano in continuazione numerosi treni verso Auschwitz-

Birkenau (ovvero “campo di betulle”) e la gente viveva , se si

può dire così, nel terrore di una morte inevitabile. Inoltre,

era impossibile scappare, perché c’erano soldati tedeschi

ovunque e il perimetro era protetto da tre giri di filo spinato.

Nell’agosto del 1944 , però, i nazi-fascisti, minacciati dagli

anglo-americani che risalivano la penisola e dai partigiani,

abbandonarono definitivamente il campo di Fossoli.

In seguito, dopo la fine della guerra, il sacerdote Zeno Saltini

accolse centinaia di orfani nel campo, trasformandolo in

“Nomadelfia”.

Nel 1952, don Zeno si trasferì in Toscana e il territorio fu subi-

to occupato dalle centosessanta famiglia di sfollati prove-

nienti dall’ Istria, creando

una sorta di borgo: “San

Marco”.

Dopo la spiegazione di

Eugenio, ci siamo spostati

nel Museo del Deportato

di Carpi. L’interno era

freddo, cupo, tutto nero,

rosso e grigio, quasi a ri-

chiamare la tragicità dei

reperti che conteneva. Fu

inaugurato nel 1973 da un

ex deportato diventato

famoso, “Belgioioso”.

Il museo è suddiviso in

tredici diverse stanze;

ognuna di esse è caratte-

rizzata da frasi dei deportati incise sulle pareti. Quella che mi

ha colpita di più è stata la famosissima citazione di Bertolt

Brecht: ”Il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.

Nella sala di fianco era presente un murales che raffigurava

gli ebrei: stilizzati, senza bocca, occhi vuoti, nudi e senza

sesso. Non posso negare l’inquietudine che mi trasmetteva,

ma posso ammettere che mi sono venuti i lucciconi. Infine,

l’ultima stanza, la più particolare, ma allo stesso tempo an-

che impressionante, è quella dei nomi. Quindicimila nomi in

una stanza vuota, scritti nero su grigio, compresi quelli dei

deportati di Fossoli, che sono stati “torturati” nel campo.

Questa esperienza mi ha fatto concretamente riflettere sulle

atrocità che le persone vissute non molti anni fa hanno do-

vuto subire; anche a casa non ho fatto altro che pensarci e

ripensarci,credo che sia una delle cose che non dimenticherò

mai nella mia vita.

GRETA BIANCO 3L

9

MONDO SCUOLA IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Dopo aver studiato in storia un importantissimo saggio dell’illuminista italiano Cesare Beccaria,

Dei delitti e delle pene, che già nel 1764 af-fermava l’inutilità della pratica della pe-na di morte e dopo aver letto la Costituzione europea che all’articolo II-62 sancisce che ogni persona ha diritto alla vita e

che nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato nei paesi UE, abbiamo cercato maggiori informazioni sulla pena di morte nel mondo.

Così abbiamo scoperto che, secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati a marzo 2014: 98 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato. 7 paesi l'hanno abolita salvo che per reati ecce-zionali, quali quelli commessi in tempo di guer-ra. 35 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello in-ternazionale a non eseguire condanne a morte. In totale 140 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 58 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso.

Inoltre, abbiamo appreso che almeno 778 perso-ne sono state messe a morte in tutto il mondo nel 2013. Questo dato, però, non comprende le migliaia di persone messe a morte in Cina, dove la pena capitale è considerata segreto di stato.

Dopo aver approfondito il tema, ci sentiamo di

condividere i 10 motivi, che riportiamo di seguito ed elaborati da Amnesty International, per i quali dire no alla pena di morte nel mondo :

1. Viola il diritto alla vita 2. È una punizione crudele e disumana 3. Non è stato mai dimostrato il suo valore de-terrente 4. Uno stato che uccide compie un omicidio premeditato 5. È sinonimo di discriminazione e repressione 6. Non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima 7. Un errore giudiziario può uccidere un inno-cente

8. Infligge sofferen-za ai familiari dei condannati 9. Nega qualsiasi possibilità di riabili-tazione 10. Non rispetta i valori di tutta l'u-manità

La classe 2I

10

Relazione sull’uscita a

Bologna di Zainabe

Kachni, 3M

Il 23 aprile del 2014 io e

la mia classe siamo an-

dati a Bologna, dopo un

breve tragitto per arri-

vare in stazione abbia-

mo preso un treno per

giungere a destinazio-

ne.

Arrivati alla stazione di

Bologna la nostra guida

ci è subito venuta incontro. Cinzia Venturoli, responsabi-

le del CEDOST (centro documentazioni stragi) di Bologna

ci ha immediatamente parlato della strage avvenuta il 2

agosto del 1980 di cui Bologna fu protagonista. Infatti

l’uscita era finalizzata per approfondire questo argomen-

to.

Quel giorno, il 2 agosto 1980, all’interno della sala

d’attesa della stazione dei treni di Bologna, una valigetta

fu poggiata sotto una delle tante panchine. Per la quanti-

tà di persone presenti, in molti non hanno fatto caso alla

valigetta o non ci hanno dato peso. All’epoca questi detta-

gli preoccupavano molto meno rispetto ad adesso. Sfortu-

natamente la valigetta conteneva una bomba, molto po-

tente, che scoppiò quel 2 agosto verso le 10.25.

La guida, durante il percorso, ci ha mostrato molti punti

e segni di rilevante importanza:

primo segno: spaccatura della parete (che divide

l’esterno e i binari dalla sala d’attesa) dovuta

dalla bomba. La spaccatura è, attualmente, rico-

perta da una vetrata;

secondo segno: targa commemorativa nella quale, le

parole incise, spronano le persone e i giovani a

ricostruire e far mantenere la pace. La targa,

inoltre, riporta i simboli dell’Unesco, delle Ferro-

vie dello Stato, dell’Associazione 2 agosto 1980,

che riunisce tutti i familiari delle vittime rimaste

ferite, mutilate o uccise.

Tra le persone presenti in stazione quel 2 agosto possia-

mo ricordare un ragazzo di soli 19 anni, un poliziotto in

licenza. La potenza della bomba lo ha ribaltato sul bina-

rio facendogli perdere un occhio, la sensibilità del braccio

e un dito. Era presente anche una sedicenne che è stata

sbalzata contro la parete. Lo sbalzo le ha causato gravi

problemi alla gamba che le hanno impedito di continuare

la sua carriera da sciatrice. Altri esempi ci hanno dimo-

strato che molti nostri coetanei hanno perso la vita e la

gravità dell’evento avvenuto.

Attraverso il racconto si siamo resi conto che, nonostante

le ferite dei sopravvissuti fossero gravi, la vera ferita in-

sanabile per le persone vittime di quell’evento è stata il

trauma che ha condizionato il resto della loro vita

Un terzo segno del di-

sastro si trova

all’interno della sala

d’attesa ed è quel

(circa) metro quadrato

di pavimento ancora

originale del 1980. È

leggermente scavato

all’interno di 25 cm per

via della bomba che ha

concentrato la sua po-

tenza verso le pareti.

La sala d’attesa era di

seconda classe e quel

giorno brulicava di gente. All’interno, una targa in mar-

mo riporta i nomi delle vittime della strage. La sala è sta-

ta dedicata a Torquato Secci, primo presidente

dell’associazione “2 agosto 1980” e padre di Sergio Secci,

una vittima rimasta uccisa per via delle ustioni.

Durante quel disastroso sabato i tassisti si mostrarono

solidali offrendo passaggio ai familiari delle vittime.

Altro segno all’interno della sala è un quadro risalente al

1980, salvato dalla strage, e appeso alla parete che ritrae

il teatro comunale.

Il quinto segno è fuori dalla stazione su una lapide che

riporta incisa una preghiera che definisce questo atto ter-

roristico una coltellata alle spalle.

Fuori dalla stazione, il sesto segno è rappresentato

dall’orologio ancora fermo all’ora dell’esplosione (10.25).

Lo stabile collocato sopra la sala d’aspetto ospitava uffici

che sono crollati a seguito dell’esplosione, che ha provoca-

to la morte di tutte le ragazze che al loro interno lavora-

vano, tranne due, che si sono sentite terribilmente in col-

pa per essere sopravvissute al contrario delle compagne.

Ma numerosi sono stati gli atti solidali che quella terribi-

le mattina si sono verificati, uno lo si deve all’autista di

un autobus, della linea 37 che ha collaborato trasportan-

do i morti e lasciando i vivi alle ambulanze.

Ognuno ha fatto quel che poteva, tutta la città si è messa

in piedi per dare il suo contributo. Per aiutare chi ne ave-

va il bisogno e confortare chi non aveva più nessuno. Dai

tassisti agli autisti ai donatori di sangue (l’Avis ha dovuto

mandare via di donatori per la gran quantità di sangue

che ha ricevuto). Bologna, dimostrandosi solidale, si è

guadagnata la Medaglia d’oro al valore Civile.

Il settimo segno della strage l’abbiamo visto in piazza

Maggiore dove vi è una seconda lapide che, oltre a segna-

lare le vittime del 2 agosto, ricorda altre bombe e altre

vittime in date diverse, non tutte a Bologna, ma su tratte

che si dirigevano verso essa.

La bomba è stata messa il 2 agosto proprio perché era un

giorno festivo e la stazione sarebbe stata piena, infatti, lo

era. Molti giovani e famiglie erano presenti e durante il

percorso la curiosità ci ha portato a chiedere: chi è stato e

perché l’ha fatto?

11

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Abbiamo ottenuto le nostre risposte non appena ci siamo

incontrati con Paolo: un sopravvissuto. Infatti, la guida ci

ha spiegato che furono due membri dei gruppi neo- fasci-

sti a mettere la valigetta sotto la panchina, ovvero Fran-

cesca Mambro e Valerio Fioravanti, all’epoca ventunenni.

Adesso queste due persone sono vive e libere in Italia,

nonostante avessero una otto ergastoli e l’altro sei. I fasci-

sti hanno voluto mettere una bomba con l’intenzione di

indebolire la democrazia, rendendola agli occhi del popolo

poco sicura al contrario di come lo sarebbe stata sotto la

dittatura fascista.

Paolo, poco più tardi ci ha raccontato la sua esperienza

personale:

si trovava in stazione con i genitori e la nonna, il padre,

per via del traffico, era rimasto fuori, mentre la madre

accompagnava la suocera e i figli per fare i biglietti. Paolo

ricorda solo di aver visto un’ultima volta la madre consul-

tare gli orari del treno e poi più nulla. Si è risvegliato sot-

to le macerie ed è stato estratto due ore dopo. Ha scoper-

to di aver perso la madre e la nonna due settimane dopo

l’evento e ora fa parte di un’associazione dove si pretende

giustizia e verità su quell’atto terroristico giustificato col

fine di cambiare l’Italia attraverso la violenza.

2 P

Abbiamo tra noi il

CAMPIONE ITALIA-

NO di C.S.I. Judo!

Sabato 03 Maggio

2014

Nicola Congiusta è di-

ventato campione ita-

liano di Judo.

MONDO SCUOLA

12

Martedì 15 aprile, noi della 2S, insieme alle classi 2R e

2O, ci siamo recati a Trento per una gita.

Siamo arrivati verso

le 10.30 e, accompa-

gnati dai prof. e dagli

autisti, abbiamo preso

un pullman per anda-

re verso il castel Bese-

no, in montagna, un

po’ fuori da Trento.

Siamo arrivati in un

parcheggio dove siamo

scesi dal pullman e

abbiamo fatto meren-

da, poi abbiamo prose-

guito a piedi.

Mentre camminava-

mo, abbiamo sollevato

lo sguardo e abbiamo

visto imponenti mura

e una grande entrata.

Il maestoso castello si trova su un’altura, da cui si può

ammirare tutto il paesaggio circostante. Era una giornata

bellissima, col sole, e l’aria era fresca e pulita. Siamo en-

trati all’interno delle mura del castello e abbiamo visto

alcuni spazi che venivano utilizzati per diversi scopi: il

campo dei tornei, un grande prato affacciato sulla valle, è

il luogo dove si svolgevano i tornei nell’età medievale; la

guardia, invece, è una piccola stanza in cui i soldati rico-

noscevano i nemici e prevedevano le loro mosse; abbiamo

osservato le merlature a “coda di rondine” e le diverse

torri. Questo castello ci ha fatti sentire come se avessimo

fatto un salto nel Me-

dioevo, e ci siamo im-

maginati i tornei che si

svolgevano un tempo.

Dopo aver visitato tut-

to il castello, siamo

scesi a piedi e siamo

tornati a Trento in pul-

lman, dove abbiamo

pranzato in un grande

parco. Passata una

mezz’oretta, siamo ri-

partiti per il castello

del Buonconsiglio, dove

una guida ci ha accolti

e ci ha mostrato tutte

le parti della fortezza.

Questo castello è ap-

partenuto al principe-

Papa fra 1500 e 1600.

C’erano molti affreschi e simboli della Chiesa. In seguito,

siamo andati nel centro della città, dove la guida ci ha

illustrato il Duomo e un palazzo, appartenuto

all’imperatore austriaco, che una leggenda racconta esse-

re stato costruito dal diavolo. Infine i professori ci hanno

lasciato prendere un gelato e poi siamo tornati a casa, con

un ricordo speciale della gita di seconda media.

Questa esperienza è stata molto bella e divertente, ci è

piaciuta un sacco e ci ha dimostrato che la storia non è

affatto noiosa!

Alessia Wang e Matilde

Bettalico, 2S

13

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Il giorno 7 maggio 2014 c’è stata una gara nazionale di mate-

matica.

Pangea è un concorso di matematica in cui ognuno deve sfrut-

tare la propria mente con agilità, perché ci sono numerosi que-

siti da svolgere nel minor tempo possibile. Non sono quesiti

facili, anzi sono molto complessi. In questo test si trovano do-

mande del programma di terza, che i ragazzi di seconda non

hanno fatto.

Questa gara si svolge ogni anno, intorno al mese di maggio.

Tutti possono partecipare!

La gara non classifica le scuole in base al livello di riuscita.

L’unico obiettivo è quello di fare acquisire ai ragazzi coraggio

nella competizione. La partecipazione al concorso Pangea è

gratuita.

I premi consistono in :

• buoni spesa e regali per i primi tre studenti classificati di

ogni città

• partecipazione alle cerimonie di premiazione regionali. Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I

La classe 2N, insieme al professor Sitta, ha svolto un’

attività interessante: ci siamo divisi in gruppi da tre e poi

abbiamo visto un video che parlava di una parabola della

Bibbia. La parabola era quella del ”Buon samaritano“. Al

termine della visione, il professore ci ha dato una scheda

in cui c'erano delle immagini e noi, sotto ad ognuna, dove-

vamo scrivere un piccolo pezzo di trama, usando i termini

del video. Più ne mettevamo meglio era. Dopodiché il pro-

fessore ci ha ritirato i fogli e ha controllato le parole che

avevamo scritto. La volta dopo ha fatto fare tutto il lavo-

ro a noi: ha consegnato una parabola a ogni gruppo e ci ha

detto di suddividerci i compiti in modo autonomo. Uno di

noi doveva fare il riassunto e dividere la parabola in se-

quenze, un altro doveva disegnare le scene e il terzo do-

veva colorare e scrivere i titoli.

Abbiamo svolto tutto il lavoro fuori, in corridoio: abbiamo

portato fuori le sedie, i banchi e i computer e poi ci siamo

dedicati al compito, divertendoci. Il nostro gruppo ha let-

to la parabola del figlio perduto e del figlio fedele.

La parabola racconta che un giorno il figlio più giovane di

un uomo disse a

suo padre che

voleva la sua parte

del patrimonio.

Dopo averla otte-

nuta, se ne andò

di casa a spendere

i suoi soldi in cose

inutili. Così, dopo

qualche giorno, si

ritrovò a dormire

per strada in mezzo agli scatoloni. Mentre stava girando,

vide un cartello con un annuncio di lavoro in una fattoria;

decise di andarci e iniziò a lavorare dando da mangiare ai

maiali. Dopo qualche settimana decise di andarsene, per-

ché non ne poteva più di lavorare lì. Tornato a casa, suo

padre lo abbracciò e gli disse che era distrutto per la sua

partenza ed era felicissimo che fosse tornato. Lo mandò

a cambiarsi, fece uccidere il vitello più grosso e preparò

una festa. Il figlio più grande, essendo geloso, chiese a

suo padre perché per lui non facesse mai delle feste e il

padre gli rispose:” Tuo fratello era morto e ora è come

risorto”.

Chiara Alfarano e Elisa Bengala, 2N

MONDO SCUOLA

14

Quando la scuola insegna la Vi-ta…

Il progetto “Donazione e solidarietà”, che ogni anno la nostra

scuola propone nelle classi seconde, è sempre molto apprezzato

dalle ragazze e dai ragazzi.

Lo psicanalista statunitense Erik H.

Erikson ha detto: ”Esiste un solo

tipo di uomo veramente adulto: la

persona che ha cura di sé, dell’altro,

dell’ambiente; in una parola l’uomo

solidale”

Abbiamo provato a riflettere su

questa affermazione per raccontare

ed esprimere la nostra opinione, alla

luce delle conoscenze apprese duran-

te l’uscita in quartiere, nella visita

alla sede della Croce Rossa, negli

incontri svolti con volontari

dell’A.V.I.S. e dell’A.I.D.O., e con le diverse esperienze che in

queste ultime settimane abbiamo sviluppato.

La classe 2P ha scritto una lettera a un giornale, per fermare

sulla carta osservazioni e stati d’animo, per raccontare e riflette-

re insieme.

La lettera al giornale, al suo direttore, ha avuto lo scopo di illu-

strare le attività svolte nella nostra scuola e il valore educativo

che tali attività possono avere per gli adolescenti.

Egregio dott. Grazioli,

sono una studentessa della scuola Media “G. Marconi” di Mode-

na e

Le scrivo con lo scopo di informarLa

sulle attività che la nostra scuola ha

organizzato per le classi seconde in

queste ultime settimane.

Abbiamo avuto il piacere di incon-

trate qui a scuola due volontari di

due associazioni molto importanti:

AIDO e AVIS.

L’AIDO (Associazione italiana do-

nazione organi) si occupa di donare

organi a chi ne ha bisogno; ci sono

infatti oggi 9000 persone che aspet-

tano e che hanno bisogno di organi

per continuare a vivere.

Noi abbiamo conosciuto il presidente di questa associazione per

il Comune di Modena e abbiamo visto con quale passione e dedi-

zione svolge questo compito.

Ci ha raccontato numerose storie di persone che avevano perso

ogni speranza, ma che, grazie ad un gesto di solidarietà di un

volontario, sono riuscite a cominciare una nuova vita.

L’AVIS (Associazione Volontari Italiana Sangue) si occupa in-

vece di raccogliere sangue dai volontari membri

dell’associazione e di distribuirlo ai vari ospedali.

(le foto inserite nell’articolo sono state scattate in oc-

casione dell’assegnazione del premio, a cui ogni anno la

nostra scuola partecipa, Donazione e Solidarietà )

Noi abbiamo conosciuto una dottoressa dell’associazione che ci

ha raccontato in che modo e con quali caratteristiche si può

donare.

Ci ha fatto capire che basta davvero

poco per salvare la vita a una persona.

Come queste associazioni ce ne sono

molte altre, come l’ADMO

(Associazione Donazione Midollo Osse-

o), l’AIL (Associazione Italiana Leuce-

mie), l’ASEOP (Associazione Sostegno

Ematologia Oncologica Pediatrica),

l’ANED (Associazione Nazionale Emo

Dializzati), l’AIRC (Associazione Ita-

liana Ricerca Cancro), l’AVPA

(Associazione Volontari Pubblica Assi-

stenza), l’ANTF (Associazione Nazio-

nale Trapianti Fegato)…

Considero davvero ammirevoli tutti i volontari e le persone che

fanno parte di queste associazioni ed è per questo che Le chiedo

di rendere pubbliche, scrivendo un articolo sulla Gazzetta di

Modena, la volontà e la solidarietà che dimostrano, e quello che

per noi ha significato venirne a conoscenza.

La Solidarietà è un gesto verso persone meno fortunate, e questa

esperienza è stata utilissima a farcelo capire; è servita a respon-

sabilizzarci e ad aiutarci a diventare cittadini del futuro più

consapevoli del fatto che possiamo fare molto per gli altri.

Un’altra esperienza che ci ha fatto capire l’importanza del vo-

lontariato è stata l’uscita alla sede della Croce Rossa di Modena,

associazione internazionale che si

occupa di pronto soccorso e che orga-

nizza molte iniziative Socio assisten-

ziali, Manifestazioni, Inter HT san-

gue…

Un volontario ci ha mostrato come

funziona l’organizzazione della Croce

Rossa e in che modo si può far parte

di quest’associazione.

Anche questa visita è stata molto

utile per noi ragazzi.

Per me tutte queste esperienze hanno

significato tanto, perché sono convin-

ta che non le scorderò e che me ne

ricorderò quando avrò raggiunto la maggiore età ed entrerò a far

parte anche io di associazioni che si occupano di

SOLIDALARIETA’. Credo sia utile trasmettere e far capire

l’importanza della solidarietà ai cittadini, perché TUTTI hanno

diritto alla VITA.

La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità e Le porgo

cordiali saluti

Vittoria Filomena 2P

studentessa della classe 2P scuola “G.Marconi”

15

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Buongiorno caro dottor. Grazioli;

le scrivo questa lettera con lo scopo di illustrarle attività svolte

nella nostra scuola, nelle classi seconde; e il valore educativo che

tali attività possono avere per noi adolescenti.

Mi scuso, non mi sono ancora presentata: sono Maria Pia Tota-

ro, un’ alunna della scuola secondaria di primo grado “G. Mar-

coni”, di preciso faccio parte della 2aP.

Nelle settimane scorse le classi seconde hanno partecipato a di-

verse attività interessanti ed educative; l’ argomento base trat-

tato è stato il volontariato e la solidarietà abbiamo svolto uscite

e partecipato a interventi di esperti.

Gli interventi dei due esperti in particolare, del direttore dell’

associazione AIDO e di una dottoressa dell’ AVIS, hanno tratta-

to del concetto di solidarietà e in poche parole semplici ma mol-

to chiare ci hanno spiegato come funziona il loro lavoro facendo-

ci conoscere anche storie di ragazzi e persone che grazie a queste

associazioni sono riusciti ad avere una vita nuova.

È stata un’ attività interessante, a mio parere , che può stimola-

re i ragazzi ad essere più responsabili e a far capire loro che aiu-

tare qualcuno può essere più interessante, facile e importante di

quello che può sembrare. Oltre a questo interessante intervento

degli esperti abbiamo fatto un’ uscita in quartiere insieme a

Mariangela, la vigilessa, e il suo collega, fino ad arrivare al cen-

tralino 2 dei vigili, dove Mariangela ci ha fatto vedere, sul com-

puter, la zona Crocetta, sorvegliata dalle loro telecamere; ci ha

spigato anche la funzione di quel monitor e come funziona.

Vicino a quella postazione dei vigili di quartiere abbiamo incon-

trato Daniele, un volontario della Croce Rossa: è stato interes-

sante conoscerlo e dopo le presentazioni ci ha fatto vedere l’

interno di una loro ambulanza e ci ha spiegato, molto brevemen-

te, a cosa servivano tutti gli oggetti all’ interno.

Siamo poi entrati nella sede della Croce Rossa dove, sempre Da-

niele, ci ha spiegato le attività che lì si svolgono, come si fa a

diventare volontari e che importanza ci sia in tutte le iniziative

che svolgono.

Una cosa che ci tenevo a dire è che è stato molto interessante

fare queste attività a scuola: spiegano e portano a conoscenze

dei ragazzi qualcosa che molto spesso si dà per scontato , ma che

non è così.

Il diritto alla vita è una cosa che spesso può essere aiutato anche

con un piccolo grande dono.

Dare qualcosa di tuo agli altri è una cosa bellissima, secondo me.

Le chiedo semplicemente di tenere conto di questo scritto e di

informare la gente di ciò che c’è fuori; di cosa si potrebbe fare e

di stimolare gli adolescenti a credere nella solidarietà.

A me è piaciuto molto questo percorso sviluppato nella nostra

scuola ed è stato interessante; ho capito aspetti della vita che

spesso non consideravo o tralasciavo…

Ora la saluto e la ringrazio del tempo che mi ha dedicato.

Cordiali saluti da Maria Pia Totaro

P.S. spero prenda in considerazione la mia lettera!...

Per chiarimenti potete contattarmi presso:

E-MAIL: [email protected]

Maria Pia Totaro - 2aP

Il giorno 26 marzo noi, della classe 1M, abbiamo incontrato il

narratore Simone Maretti che ci ha raccontato il famoso romanzo

“L’isola del tesoro”. L’autore di questo classico è Robert Luis Ste-

venson, la vicenda è ambientata nel 17… Il racconto si svolge

nella prima parte in Inghilterra e nella seconda sull’isola del teso-

ro, appunto. L’attività mi è molto piaciuta perché la vicenda è

sorprendente, perché Maretti è molto bravo e perché il finale è a

sorpresa.

Adele Barbieri, 1M

Disegno realizzato da Samuele Migliaccio e Adele Barbieri, 1M

MONDO SCUOLA

16

Martedì 13 e Mercoledì 14 Maggio 2014, per il secondo anno

di seguito, si sono svolti nella biblioteca della nostra scuola

gli esami orali per la certificazione Trinity.

Un nutrito gruppo di studenti, ben 54, si sono preparati per

sostenere questa prova di esame con un insegnante madrelin-

gua inviato dal Trinity College di Londra partecipando a 8

incontri pomeridiani di un’ora e mezza/ due ore circa con le

prof Bruini e Rizzo. Siamo felici di poter dire che tutti i can-

didati hanno passato l’esame, 12 alunni hanno ricevuto la

votazione massima di AA (corrispondente a 10), 6 hanno ot-

tenuto la votazione AB (91/2) 17 hanno ottenuto la votazione

BB(9), 6 hanno ottenuto la votazione BC (8), 11 / hanno otte-

nuto la votazione CC (7), 2 hanno ottenuto la votazione CD

(61/2)

Trinity è un esame di certificazione orale, fatta da un esami-

natore madrelingua esterno alla scuola inviato dall’ente certi-

ficatore accreditato “TRINITY COLLEGE LONDON” .

L’obiettivo generale è di migliorare le competenze linguisti-

che degli alunni attraverso attività di consolidamento della

comprensione e produzione orale, adatta agli obiettivi

linguistici previsti dalle Indicazioni ministeriali per la scuola

secondaria di I grado e nell’ambito del Quadro Comu

ne di Riferimento per l’Apprendimento/Insegnamento della

lingua straniera, previsto dall’Unione Europea. Trinity

Le insegnanti Jessica Bruini e MariaCristina Rizzo che hanno

condiviso con i “Trinitiani” la “fatica” della

preparazione, ringraziano i ragazzi per l’impegno e

l’entusiasmo dimostrato.

Poiché la nostra scuola è dallo scorso anno un centro accredi-

tato per le certificazioni internazionali siamo particolarmente

soddisfatte del buon risultato ottenuto e continueremo a pro-

porre la certificazione agli studenti delle classi terze del pros-

simo anno con modalità innovative rispetto a quanto fatto

quest’anno e lo scorso anno scolastico.

Si ricorda alle famiglie che la pergamena nominativa inviata

dal Trinity College potrà essere ritirata all’inizio del prossimo

anno scolastico poiché arriverà a scuola solo nel mese di Lu-

glio.

Le insegnanti Rizzo e Bruini

17

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

MONDO SCUOLA

18

Nella mia cartolina ho attaccato molti libri, proprio perché un po’

mi piace studiare, ma mi piace anche leggere e un mio sogno è

quello di scrivere un libro e, magari, da grande diventare una scrit-

trice.

Ho incollato anche l’immagine di un cane, perché mi ricorda tanto il

mio quando si addormenta sui miei libri e quaderni mentre faccio i

compiti.

Sulla mia cartolina c’è poi una coccinella, simbolo di fortuna e di

speranza, perché spero in un futuro di riuscire a sentirmi realizzata.

Vittoria Filomena II P

Descrivendo la mia cartolina descrivo me stessa.

Descrivo la mia passione per la pallavolo, l’amicizia che ho con per-

sone a cui voglio bene e che sono molto importanti per me, descri-

vo la mia voglia di sognare e il mio sogno nel cassetto, la determi-

nazione e la voglia di non mollare mai.

Per me la vita va affrontata con coraggio, con voglia di fare e di

mettersi in gioco, sperimentando e provando anche se si sa che si è

destinati a fallire, senza però rimpiangere il fatto di averci provato,

per essere subito pronti a ricominciare e a ritentare.

Nella vita si riesce a fare tutto, anche le cose più impensabili, secon-

do me.

Elisa Benelli II P

Io nella mia cartolina ho messo delle immagini riguardanti il calcio e

la Juventus, perché il calcio è la mia passione, come

anche la Juventus; ho messo anche l’immagine di Pogba, perché

sarebbe un sogno per me poterlo incontrare.

Giacomo Nicolini II P

Nella cartolina ho cercato di inserire le mie passioni, ciò che mi

piace fare: i miei SOGNI...

Lascerei libera l’interpretazione, perché ogni persona possa dare

un suo libero significato ad ogni immagine, come preferisce.

Ora però descrivo gli elementi più significativi per me:

-a me piace la fotografia, perciò ho inserito la macchina fotografica

e un obbiettivo, perché secondo me la foto é, e può essere, la visio-

ne della realtà da un altro punto di vista.

-Io voglio essere LIBERA di viaggiare, di andare per la mia strada,

di inseguire i miei sogni e anche se incontro una salita vorrei riusci-

re a superarla senza problemi: è per questo che ho messo un sen-

tiero nel verde e un cielo azzurro da esplorare.

- Io ho spesso sognato ad occhi aperti per cercare di stare sempre

al passo, anche se dopo me ne sono sempre pentita; ho sempre

guardato le persone negli occhi quando mi parlano o almeno mi

piacerebbe farlo, perché guardando una persona negli occhi ho

sempre pensato che si possa capire molto di più quello che ha den-

tro, la sua "storia", e, alcune volte, anche i suoi pensieri: è per

questo che ho messo gli occhi di una persona nella mia cartolina.

- La bocca è per me un altro elemento importante, perché mi

piace dire quello che sento, per chiarirmi, litigare o aiutare.

-Ho poi inserito una casa , perché vorrei costruire, più avanti, una

mia famiglia.

-C'è poi un disegno, di un' auto, perché è una mia passione dise-

gnare.

- Ho inoltre inserito un bambino che "bacia" l' acqua: amo i bambi-

ni, sono una delle mie occupazioni principali; ho molte cugine, mol-

to piccole, amo stare con loro e farle giocare.

-Per ultimo elemento ho tenuto la mia passione, quella più gran-

de, HIP-HOP: io pratico danza da sei anni, con grande dedizione,

infatti ho fatto pianti interminabili a causa della danza ed ora non

riuscirei a spiegare neanche il perché!... A dire il vero. Da un paio

d’anni ho cambiato insegnante e di conseguenza lo stile. E’ stato un

cambiamento radicale: per un po' mi è parso di ricominciare da 0...,

poi, per fortuna, mi sono sbloccata. Monia, la mia insegnante, ha

portato me e le mie compagne di corso a fare la nostra prima gara

e, nonostante avessimo cambiato stile da pochi mesi, siamo arriva-

te 3e e questo è stato l' inizio di un VERO SOGNO ...

La danza, per me, ha assunto molta più importanza in quest’ultimo

periodo: ho iniziato a fare 1 000 sacrifici... spero sia l’inizio di una

brillante carriera!

Maria Pia Totaro II P

NOI CREATORI…

19

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Caro diario,

voglio raccontarti di quando, martedì 1 aprile, la mia clas-

se, insieme alla 3^I, è partita per andare due giorni a Ro-

vereto .

Già una settimana prima ero eccitatissima all’idea di anda-

re via e pensavo che sarebbe stata un’ esperienza fanta-

stica, nella quale, oltre a visitare i luoghi della Prima

guerra mondiale, ci saremmo uniti molto come classe.

Il lunedì precedente alla partenza, tra una telefonata e

l’altra alle mie amiche per chiedere cosa sarebbe stato

meglio portarsi dietro, ho preparato la mia borsa.

La mattina successiva mi sono svegliata molto presto, ma

non ero per niente stanca perché non vedevo l’ora di par-

tire.

Saliti in autobus, mi sono seduta di fianco alla mia miglio-

re amica, Greta, ed abbiamo chiacchierato per tutto il

viaggio. Durante la sosta ho notato che tra di noi era nato

un clima molto più amichevole e tranquillo del solito. Arri-

vati a destinazione, non avendo nulla in programma, le pro-

fessoresse ci hanno portato a vedere la “Fondazione Ope-

ra Campana dei Caduti”. Inizialmente qualcuno non era

molto entusiasta della decisione, ma in seguito si è ricre-

duto. La campana è molto bella, imponente, con bassorilie-

vi lavorati accuratamente, e da lassù si godeva di una vi-

sta stupenda.

Quindi abbiamo avuto modo di fare merenda e di svagarci

un po’ sulle gradinate attorno al monumento: ci siamo fat-

te qualche foto per ricordarci di questi bei momenti ,

abbiamo parlato, riso, scherzato e ci siamo divertite.

Finita questa visita, siamo andati all’ostello per lasciare le

valigie, non vedevamo l’ora di sapere la disposizione nelle

camere, ma abbiamo dovuto attendere fino alla sera. A-

spettando il pranzo siamo stati nel cortile dell’albergo e lì

ci siamo avvicinati molto.

Dopo aver mangiato ci siamo recati al planetario, io non

c’ero mai stata e andarci è stato molto interessante.

Entrati, la guida che ci ha seguiti durante questa visita, ci

ha dato qualche informazione generale e ci ha fatto alcu-

ne domande; poi, lentamente, è spuntato il sole, è tramon-

tato, si sono spente le luci e sulla cupola sono apparse le

stelle. La sensazione che ho provato era fantastica, cre-

devo proprio di guardare il cielo in una notte molto lumi-

nosa, sembrava di poter toccare quei puntini luccicanti,

nella stanza regnava la pace e la tranquillità e tutti erano

attenti, rivolti all’ insù.

Siamo poi andati al MART, il museo di arte moderna, e

abbiamo trattato l’argomento del vedere, guardare, os-

servare: abbiamo parlato della differenza tra i diversi

termini; abbiamo capito che ognuno, quando osserva, co-

glie dei particolari diversi da quelli che notano gli altri;

con delle illusioni ottiche abbiamo notato come può facil-

mente essere ingannata la vista. Eravamo abbastanza

stanchi ma, avendo un po’ di tempo a disposizione, prima

di cena siamo andati a fare un giretto, abbiamo scritto

una cartolina e l’abbiamo spedita a casa. Dopo la cena

siamo usciti tutti per prendere un gelato in tutta tran-

quillità.

La mattina seguente ci siamo preparati in fretta e siamo

partiti per andare alle trincee del Nagià-Rom. Appena

arrivati, ci ha accolti la guida; noi, anche solo vedendo il

percorso che dovevamo percorrere, eravamo già esausti!

Abbiamo fatto diverse tappe, poi siamo entrati nelle trin-

cee e percorrendole ho provato una sensazione di irre-

quietezza e disagio; ho pensato a tutte le persone che

durante la guerra sono morte lì, lontano da casa, dagli

affetti e dalla vita reale.

Quindi abbiamo mangiato e poi siamo stati un po’ insieme

prima di partire verso il museo della guerra. Verso le quattro siamo saliti in pullman, stanchi, ma mol-

to contenti di come era andata la gita e siamo tornati a

Modena.

Per concludere, diario, voglio dirti che sono tornata a ca-

sa davvero soddisfatta di quei giorni perché, anche se

questo bellissimo percorso delle Medie sta per finire, ho

legato molto con i miei compagni.

Dopo questa esperienza penso che, alla fine della scuola,

sarà ancora più difficile separarmi da loro. Lara Gramazio 3^L

SCRITTORI IN ERBA

20

21

IL GIORNALINO DELLE MARCONI

C’era un prof. delle Marconi

a cui piaceva la Guerzoni

alla fine la baciò

così macho diventò

quel prof. delle Marconi

Nicolò

C’era un prof. delle Marconi

a cui piaceva buttarsi dai balconi

non mangiava la colomba

perché gli sembrava una bomba

così il prof. delle Marconi inghiottiva panettoni

Matteo

C’era un prof. delle Marconi

che portava scatoloni

draghi e streghe in quantità

donava qua e là

quel matto prof. delle Marconi

Stefano

C’era un prof. delle Marconi

che giocava coi bottoni

il preside lo scoprì

e nei guai lui finì

quel poveretto prof. delle Marconi

Manrico

C’era un prof. delle Marconi

che amava tanto Berlusconi

quando il cavaliere lo venne a sapere

gli tirò in faccia due pere

a quello sciocco di un prof. delle Marconi

Daniel

C'era un prof. delle Marconi

Che mangiava bottoni

Un giorno un bottone si girò

e di colpo lui si bloccó

A quel bottoniere prof. delle Marconi

Alessia D. S.

C'era un prof delle Marconi

che mangiava sempre bottoni,

un giorno marci li trovò

e subito al bagno andò.

Povero golosone prof delle Marconi.

Chiara

SCRITTORI IN ERBA

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Adesso sono entrati nella musica i ragazzi del nuovo

gruppo “5 SECONDS OF SUMMER”, una band australiana

composta da Calum Hood, Ashton Irwin, Luke Hem-

mings e Michael Clifford. Si è formata poco più di un

anno fa e sta riscuotendo un enorme successo aprendo,

insieme a Camryn, il “Take Me Home Tour” degli “One

Direction”. I 5SOS, dopo essersi fatti conoscere pubbli-

cando cover di Ed Sheeran, Justin Bieber ed Adele sul

loro Canale YouTube, hanno conquistato un contratto di-

scografico con Sony ATV Music Publishing. Questi ragaz-

zi (che frequentavano tutti la stessa scuola,Norwest

Christian College,tranne Ashton Irwin, che, infatti, si è

aggiunto dopo) si sono uniti e hanno cominciato a mettere

su YouTube dei video di loro stessi in cui cantano cover a

canzoni famose. Hanno avuto oltre cinque milioni di visua-

lizzazioni. La band ha attirato l’ interesse delle principali

etichette musicali e case editrici.

Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I

La 23ª edizione degli MTV Movie Awards si è svolta il

13 aprile al Nokia Theatre di Los Angeles; è stata presentata

dall'attore comico Conan O’Brien. Le candidature sono state

annunciate il 6 marzo e di seguito riportiamo i nomi di colo-

ro che hanno vinto.

Vincitori: Film dell'anno: Hunger Games - La Ragazza di fuoco

Migliore interpretazione femminile: Jennifer Lawren-

ce, Hunger Games - La Ragazza di fuoco

Migliore interpretazione maschile: Josh Hutcher-

son, Hunger Games - La Ragazza di fuoco

Migliore rivelazione: Will Poulter, Come ti spaccio la

famiglia

Miglior bacio: Emma Roberts, Jennifer Aniston e Will

Poulter, Come ti spaccio la famiglia

Migliore lotta: Orlando Bloom e Evangeline Lilly vs. gli

orchi, The Hobbit: La desolazione di Smaug

Miglior interpretazione comica: Jonah Hill, The Wolf of

Wall Street

Migliore performance horror: Brad Pitt, World War Z

Miglior duo sullo schermo: Vin Diesel e Paul Wal-

ker, Fast & Furious 6

Migliore interpretazione senza maglietta: Zac E-

fron, That Awkward Moment

Momento #WTF (ma che cavolo): The Lude Scene, The

Wolf of Wall Street

Miglior cattivo: Mila Kunis, Il grande e potente Oz

Migliore trasformazione sullo schermo: Jared Le-

to, Dallas Buyers Club

Miglior momento musicale: Backstreet Boys, Jay Baru-

chel, Seth Rogen e Craig Robinson,Facciamola finita

Migliore performance cameo: Rihanna, Facciamola

finita

Migliore eroe: Henry Cavill nei panni di Clark

Kent, L'uomo d'acciaio

Personaggio preferito: Shailene Woodley nei panni di

Tris Prior, Divergent

Trailblazer Award (dedicato agli attori più promettenti):

Channing Tatum

Generation Award (dedicato a uno degli attori più in-

fluenti della sua generazione): Mark Wahlberg

Ilaria Straface e Ilenia Martinelli 2L e 3I

GIOVANI OGGI

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IL GIORNALINO DELLE MARCONI

Titolo: RIO 2 missione Amazzonia

Regista: Carlos Saldanha

Data uscita: 17 aprile 2014

Genere: Animazione, Commedia, Avventura, Family

Anno: 2014

Sceneggiatura:Don Rhymer, Carlos Saldanha

Trama:più variopinto, divertente e musicale, a tre anni

dallo straordinario successo del primo film, tornano il

pappagallo Blu e la sua compagna Gioiel, divenuti nel frat-

tempo genitori di tre scatenati pappagallini, in

un’avventurosa vacanza nella foresta dell'Amazzonia.

Abituati a vivere comodamente in città, insieme ai loro

tre figlioletti,la saputella Bia, il piccolo e avventuroso

Tiago, e la temeraria adolescente Carla, Gioiel è preoccu-

pata che i figli , sull'esempio del padre, diventino più simi-

li agli umani anziché imparare a comportarsi come veri

uccelli. Pertanto, decide di portare la sua famiglia in A-

mazzonia, alla ricerca delle terre selvagge dei loro avi.

Al loro arrivo nel profondo della foresta amazzonica, con

somma sorpresa per tutti, si scopre che il capo dello

stormo di macao blu nascosti nel santuario degli uccelli, è

il padre di Gioiel, Eduardo. Un momento emozionante per

Gioiel, che conosce finalmente il suo papà, un po' meno

per Blu, che scopre invece di avere un suocero più critico

di una suocera.

Come se l’incontro con l’ipercritico suocero non fosse ab-

bastanza, Blu deve anche misurarsi con Roberto, un uccel-

lo selvatico e affascinante, che ha un rapporto speciale

con Gioiel, oltre a vedersela ancora una volta con il vendi-

cativo e perfido Miguel, spalleggiato dalla graziosa ma

velenosissima rana Gabi.

Elisa Bengala e Chiara Alfarano 2N

Titolo = La vita come viene

Autrice = Anne-Laure-Bondoux

Casa editrice = Edizioni San

Paolo

Genere = romanzo

La scrittrice francese Anna-

Laure Bondoux sa scrivere libri

per ragazzi che, secondo me,

piacciono anche ai grandi. Io, di

recente, ho letto uno dei suoi

romanzi, “La vita come viene”,

edito in Italia da San Pao-

lo Edizioni. Esso narra la storia

di due sorelle senza genitori,

morti in un incidente stradale, dai caratteri opposti, co-

strette ad affrontare l’ennesima prova difficile che rin-

salderà ancora di più il loro legame.

Le due sorelle vivono a Parigi. Maddy ha quindici anni,

mentre sua sorella Patty ne ha venti. A quest’ultima tocca

il compito di fare da capofamiglia, ma in realtà è lei a di-

mostrarsi poco responsabile, superficiale, spensierata,

praticamente inaffidabile.

Maddy è il suo opposto. Frequenta le superiori ed è la

tipica ragazza per bene, intelligente e brava a scuola. Un

giorno scopre che sua sorella è incinta… Da questo mo-

mento in avanti il libro è un’ alternanza di avventure, colpi

di scena, lacrime e risa accompagnate da tanto ottimismo,

perché alla fine è la gioia di vivere a vincere, nonostante

gli ostacoli che la vita è capace di frapporre tra le prota-

goniste della storia e la loro felicità.

La Bondoux, dopo il successo del romanzo “Le lacrime

dell’assassino” col quale nel 2009 ha vinto il Premio An-

dersen per il miglior libro per i lettori oltre i 12 anni, si

riconferma un’ottima autrice per ragazzi.

Io lo consiglio a tutti: è un libro che fa ridere, ma, allo

stesso tempo, fa riflettere perché affronta tematiche

complicate.

Comunque state tranquilli, un sorriso e una risata ve li

strapperà!

Sara Milioli, 2I

GIOVANI OGGI

24

il

LA REDAZIONE

CRUDO BEATRICE 2I

MILIOLI SARA 2I

LO BIONDO AURA 2L

STRAFACE ILARIA 2L

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ALFARANO CHIARA 2N

BENGALA ELISA 2N

COVELLA ALESSIO 2O

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TOTARO MARIA PIA 2P

BUFFAGNI GINEVRA 2R

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BETTALICO MATILDE 2S

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MANTOVANI NADIA 3O

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PUIU NATALIA 3R