GRAZIE SIGNORE! IL SIGNORE È TROPPO BUONO! · Parola e ci sforzeremo di vivere con lui e sotto la...

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Redazione:Parrocchia S. Maria del Soccorso, via S. Angelo n. 2, Cura (VT ) Direttore: Don Domenico Pieracci Direttore re sp onsa bile: Don Domen ico Pi e- racci – Autorizzazione:T ribunale di Viterbo in data 02-03-90 Isc rizione al n. 357 del Registro Stampa – Sped. In A.P. comma 20/c art. 2 Legge 662/96 Filiale d i P.T. d i V iterbo – Distribu zione g ra tuita . GRAZIE SIGNORE! All’inizio del nuovo anno, prima di scambiarci gli auguri consueti, sento il dovere di invitare voi tutti a dire con me: “ GRAZIE!” GRAZIE ” AL SIGNORE per tutto quello che lo scorso anno hai fatto per noi: per averci dato la gioia di iniziare il 2012 e, so- prattutto, per averci dato una grazia particolare: un nuovo parroco. Il Vescovo Mons. Lino Fumagalli, a cui il Signore ha affidato la cu- ra e la guida pastorale della no- stra diocesi, ha nominato parro- co delle nostre parrocchie di Cu- ra e Botte, il carissimo don Paolo Chico. GRAZIE ECCELLENZA! non poteva farci un regalo più bello e più gradito. Don Paolo, già da sei anni, si dedica con tutto l’entusiasmo della sua gioventù, al bene della nostre parrocchie, già conosce tutti, e noi conosciamo lui, lavora con entusiasmo e gioia. GRAZIE A DON PAOLO ! per quello che ha fatto co- me coadiutore e grazie fin d’ora per quello che farà come parroco. Lo amiamo e lo stimiamo come sacerdote pio, zelante e buono e come uomo generoso, intelligente e preparato, pertanto siamo certi che non solo conti- nuerà, da par suo, il lavoro pastorale già in atto, ma sa- prà dare un nuovo impulso per la crescita spirituale e per la comunione di tutta la comunità parrocchiale. Grazie a Don Paolo che ha accettato volentieri que- sto incarico e questa responsabilità con tanta fede ed entusiasmo: egli conosce il nostri problemi, le difficoltà di queste parrocchie così varie nelle sue svariate componenti e per le numerose attività che impegnano molto. Conosce i nostri bisogni, le nostre necessità, e, sono certo che il Signore, insieme a tanti sacrifici, gli darà anche tante gioie come ha dato a me in tutti questi anni. A noi il compito di fidarci di lui per le decisioni che prenderà e fargli sentire il nostro affetto e la nostra solidarietà, collaborando in tutto, alle sue iniziative. A noi soprattutto, pregare il Signore perché gli doni sempre tanto zelo, tanto discernimento e tanta san- tità. Infine, dico ancora, un GRAZIE! di cuore al Vescovo che ha voluto lasciarmi, come coadiutore ancora in questa parrocchia che ho sempre tanto amato, e per la quale ho dato tutta la mia vita. IL SIGNORE È TROPPO BUONO! Fra le preghiere che quotidia- namente rivolgo al Signore ce n’è una, tutta personale e di certo non ‘preconfezionata’ ed è la seguente: “Come farai a fidarti di me, Signore, a met- tere nelle mie povere mani i tuoi tesori più preziosi? Grazie per la tua bontà!”. È quanto og- gi, più che mai, ripeto al mio Maestro e Signore. Lui e nessun’altro ha deciso, at- traverso l’intuizione del Vesco- vo, di mettermi a guida di que- sta parrocchia e, se la cosa da una parte mi riempie di gioia, dall’altra mi fa tremare. Mi da gioia perché ho la certezza di fede che sia stato proprio il Signore a scegliere… Lo aveva già fatto quando sei anni fa mi dette tanta fiducia da consacrarmi suo sacerdote. Alla gioia però fa seguito anche il tremore per la respon- sabilità ed il peso che mi viene posto sulle spalle: un peso di cui io non mi sento all’altezza. La piena coscienza dei miei limiti, infatti, mi mette continuamente in crisi e mi pone la domanda: “come potrai condurre il tuo gregge se non sai condurre nemmeno te stesso?”. A questi due sentimenti così diversi se ne aggiunge un terzo ed è quello che fa la differenza: la consolazione. Un mio confratello religioso quando ha saputo la notizia della mia nomina mi ha scritto un bellissimo biglietto di augurio e di incoraggiamento; concludeva il suo scritto con un aneddoto della vita del Beato Giovanni XXIII che non riusciva a dormire, preoccupato della grandez- za di ciò che aveva fatto convocando il Concilio ecume- nico Vaticano II. Ad un certo punto si disse: “Giovanni, chi è che guida la Chiesa? tu o lo Spirito Santo?”. “Lo Spirito Santo!”. “E allora… Dormi, Giovanni!”. Proprio questa è la consolazione più grande: sapere che, come è stato il Signore a scegliermi, così sarà ancora Lui il protagonista di questa mia storia e sarà sempre Lui, attraverso questo povero strumento che sono io, a condurre per mano questa porzione del popo- lo di Dio che è in Cura di Vetralla. Insieme a questi sentimenti ve n’è ancora un altro ed è la gratitudine: grazie a Don Domenico! Quando venni a Cura -ricordo ancora la mia prima messa domenicale sotto il tendone all’oratorio- don Domenico mi presentò e mi fece un augurio: “questa parrocchia sarà la tua palestra”. N. 134 - GENNAIO 2012

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Redazione :Parrocch ia S. Maria del Soccorso, via S . Angelo n . 2, Cura (VT ) – Dire ttore: Don Domen ico P ieracci – Direttore responsabile: Don Domen ico Pie-racci – Autorizzazione : T ribunale di V iterbo in da ta 02-03 -90 Isc rizione al n. 357 del Registro S tampa – Sped. In A.P. comma 20 /c art. 2 Legge 662 /96 Filiale d i P.T. d i V iterbo – Distribuzione g ra tuita .

GRAZIE SIGNORE! All’inizio del nuovo anno, prima di scambiarci gli auguri consueti, sento il dovere di invitare voi tutti a dire con me: “GRAZIE!” “GRAZIE” AL SIGNORE per tutto quello che lo scorso anno hai fatto per noi: per averci dato la gioia di iniziare il 2012 e, so-prattutto, per averci dato una grazia particolare: un nuovo parroco. Il Vescovo Mons. Lino Fumagalli, a cui il Signore ha affidato la cu-ra e la guida pastorale della no-stra diocesi, ha nominato parro-co delle nostre parrocchie di Cu-ra e Botte, il carissimo don Paolo Chico. GRAZIE ECCELLENZA! non poteva farci un regalo più bello e più gradito. Don Paolo, già da sei anni, si dedica con tutto l’entusiasmo della sua gioventù, al bene della nostre parrocchie, già conosce tutti, e noi conosciamo lui, lavora con entusiasmo e gioia. GRAZIE A DON PAOLO! per quello che ha fatto co-me coadiutore e grazie fin d’ora per quello che farà come parroco. Lo amiamo e lo stimiamo come sacerdote pio, zelante e buono e come uomo generoso, intelligente e preparato, pertanto siamo certi che non solo conti-nuerà, da par suo, il lavoro pastorale già in atto, ma sa-prà dare un nuovo impulso per la crescita spirituale e per la comunione di tutta la comunità parrocchiale. Grazie a Don Paolo che ha accettato volentieri que-sto incarico e questa responsabilità con tanta fede ed entusiasmo: egli conosce il nostri problemi, le difficoltà di queste parrocchie così varie nelle sue svariate componenti e per le numerose attività che impegnano molto. Conosce i nostri bisogni, le nostre necessità, e, sono certo che il Signore, insieme a tanti sacrifici, gli darà anche tante gioie come ha dato a me in tutti questi anni. A noi il compito di fidarci di lui per le decisioni che prenderà e fargli sentire il nostro affetto e la nostra solidarietà, collaborando in tutto, alle sue iniziative. A noi soprattutto, pregare il Signore perché gli doni sempre tanto zelo, tanto discernimento e tanta san-tità. Infine, dico ancora, un GRAZIE! di cuore al Vescovo che ha voluto lasciarmi, come coadiutore ancora in questa parrocchia che ho sempre tanto amato, e per la quale ho dato tutta la mia vita.

IL SIGNORE È TROPPO BUONO! Fra le preghiere che quotidia-namente rivolgo al Signore ce n’è una, tutta personale e di certo non ‘preconfezionata’ ed è la seguente: “Come farai a fidarti di me, Signore, a met-tere nelle mie povere mani i tuoi tesori più preziosi? Grazie per la tua bontà!”. È quanto og-gi, più che mai, ripeto al mio Maestro e Signore. Lui e nessun’altro ha deciso, at-traverso l’intuizione del Vesco-vo, di mettermi a guida di que-sta parrocchia e, se la cosa da una parte mi riempie di gioia, dall’altra mi fa tremare. Mi da

gioia perché ho la certezza di fede che sia stato proprio il Signore a scegliere… Lo aveva già fatto quando sei anni fa mi dette tanta fiducia da consacrarmi suo sacerdote. Alla gioia però fa seguito anche il tremore per la respon-sabilità ed il peso che mi viene posto sulle spalle: un peso di cui io non mi sento all’altezza. La piena coscienza dei miei limiti, infatti, mi mette continuamente in crisi e mi pone la domanda: “come potrai condurre il tuo gregge se non sai condurre nemmeno te stesso?”. A questi due sentimenti così diversi se ne aggiunge un terzo ed è quello che fa la differenza: la consolazione. Un mio confratello religioso quando ha saputo la notizia della mia nomina mi ha scritto un bellissimo biglietto di augurio e di incoraggiamento; concludeva il suo scritto con un aneddoto della vita del Beato Giovanni XXIII che non riusciva a dormire, preoccupato della grandez-za di ciò che aveva fatto convocando il Concilio ecume-nico Vaticano II. Ad un certo punto si disse: “Giovanni, chi è che guida la Chiesa? tu o lo Spirito Santo?”. “Lo Spirito Santo!”. “E allora… Dormi, Giovanni!”. Proprio questa è la consolazione più grande: sapere che, come è stato il Signore a scegliermi, così sarà ancora Lui il protagonista di questa mia storia e sarà sempre Lui, attraverso questo povero strumento che sono io, a condurre per mano questa porzione del popo-lo di Dio che è in Cura di Vetralla. Insieme a questi sentimenti ve n’è ancora un altro ed è la gratitudine: grazie a Don Domenico! Quando venni a Cura -ricordo ancora la mia prima messa domenicale sotto il tendone all’oratorio- don Domenico mi presentò e mi fece un augurio: “questa parrocchia sarà la tua palestra”.

N. 134 - GENNAIO 2012

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag. 2

Anche se, per ragione di salute, non sono più pienamen-te efficiente cercherò di dare ancora tutto me stesso, soprattutto con la preghiera e l’offerta dei miei dolori, affinché il Signore benedica la parrocchia ed assista don Paolo. GRAZIE! infine a tutti voi, per avermi sop-portato in tanti anni, per essermi stati vicino con l’affetto e la collaborazione. Al Grazie, voglio espri-mere l’augurio di UN BUON ANNO. Si dice: “chi ben comincia è a metà dell’opera” e per grazia di Dio l’inizio di questo anno, per la nostra parrocchia, è stato bello e benedetto, che sia, per tutto l’anno, bello e benedetto, per ciascuno di voi. Iniziamo con fiducia questo 2012, anche se le circostanze attuali ci preoccupano un po’: Guardiamo con fede ciò che ci circonda e costateremo vero quanto dice S. Paolo “Per quelli che Dio ama, tutto coopera al bene”. Ravviviamo la fede in Lui che a Natale è venuto tra noi, come uno di noi e che ora commina dentro la nostra storia e che non cesserà di amarci e con la sua Provvidenza di aiutarci. L’anno sarà, allora, buono se noi metteremo LUI al primo posto nella nostra vita e nelle nostre scelte, se ubbidiremo alla sua Parola e ci sforzeremo di vivere con lui e sotto la pro-tezione della Madonna Santa, che invochiamo come Madonna del Soccorso.

Don Domenico

Oh, davvero una gran palestra… Qui non c’è modo alcu-no di perdere tempo o di bighellonare! Ma il mio istrut-tore è stato lui: dalla mattina presto alla sera tardi l’ho visto sempre a lavoro. E quando qualche volta la voglia di fare in me è venuta meno, è stato lui a spronarmi al bene senza risparmiare a me stesso nessuna fatica. Ora, però, mi sia concesso di fare una richiesta al Si-gnore. “Chiedimi cosa vuoi che ti conceda” disse Dio a Salomone. Ed Egli: “Tu, Signore, mio Dio, hai fatto re-gnare me, tuo servo, al posto di Davide, mio padre. Eb-bene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia di-stinguere il bene dal male”. È quanto chiedo anch’io al Signore: non desidero ne’ gloria, ne’ successo, ne’ esse-re onorato, ne’ tanto meno che tutti dicano bene di me! Desidero solo un cuore docile che sappia comprendere la volontà di Dio, metterla in pratica ed essere un aiuto per i fratelli che Lui stesso mi ha posto accanto. E ora iniziamo una nuova avventura! Niente di straordi-nariamente nuovo o diverso rispetto a quanto ho fatto finora, ma certamente per me con una carica nuova e con un entusiasmo unico. A tutti voi, cari parrocchiani, chiedo di pregare per me… mica tanto: un’Ave Maria al giorno! Affinché il Si-gnore e la sua Madre Santissima mi guidino e mi so-stengano. Don Paolo

Argomenti di FedeArgomenti di FedeArgomenti di FedeArgomenti di Fede Qual è il significato del primo comandamento :

“Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuor i di me”? 1. “Dio ha amato per primo. L’amore del Dio unico è ricordato nella prima delle dieci parole. I comandamenti poi espli-citano la risposta d’amore che l’uomo è chiamato a dare al suo Dio” (CCC, n. 2083). La pr ima parola del decalogo è l’ “Io” di Dio che si dirige al “Tu” dell’uomo. Questa dichiarazione - “tuo Dio” - esprime la sviscerata bontà di Dio per tutti noi. Dio non si presenta perché ama se stesso, ma perché ama l’uomo, al quale si ri-volge interpellandolo. È un’elezione, motivata esclusivamente dall’amore: “Perché il Signore vi ama” (Dt 7, 8). Alle origini della fede, con la quale l’uomo si rivolge a Dio e gli rende culto, l’iniziativa è di Dio. Possiamo entrare in rela-zione con Dio e conoscerlo perché abbiamo di Lui un’esperienza concreta: Egli si è avvicinato a noi, ci ha cercato, ci ha r iconciliato con Lui, ci ha salvato. La nostra fede e il nostro culto sono responsoriali. L’uomo dal quale Dio si è fatto conoscere risponde liberamente ad un tale atto d’amore amando a sua volta “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6, 5). 2. Il Signore è un Dio geloso, il rapporto con Lui è esclusivo. “Non avrai altro Dio fuor i di me” significa credere solo in Lui, cercarlo, ascoltarlo e accoglierlo e “permettere che Dio sia Dio in tutta la nostra vita” (Bonhoeffer). Il culto di adorazione che Dio desidera è consacrazione di tutta la vita al suo servizio, alla sua volontà che è salvezza degli uo-mini. 3. Il pericolo dell’idolatria: “L’idolatria non concerne soltanto i falsi culti del paganesi-mo. Rimane una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C’è idolatria quando l’uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio” (CCC, n. 2113). Già il profeta Isaia identi-ficò gli idoli con le r icchezze, il potere e la forza, nonché con la consultazione degli indovini per cercare conoscenze oc-culte e garantirsi il futuro (Is 2). È la tentazione dell’uomo quando si trova in una situazione di benessere. Allora è facile dimenticare che i beni sono “doni” di Dio, pura grazia. L’idolatria, in definitiva, è egolatr ia. Fin dall’inizio della storia, “l’uomo ha preferito se stesso a Dio… Sedotto dal diavolo ha voluto diventare come Dio, ma senza Dio e anteponendosi a Dio” (S. Massimo Confessore, in CCC n.398). 4. Empietà, nella scrittura, è detta la negazione di Dio; oggi la chiamiamo ateismo e agnosticismo. Poiché l’uomo, nel-la sua insicurezza, non può vivere senza Dio, l’empio si dà sempre altri dei, ai quali si inchina e rende culto: Stato, Popo-lo, Razza, Capitale, Consumo, Benessere, Potere, Prestigio, Sessualità, Piacere e tutta la serie di ideologie che attribui-scono valore assoluto all’esistente ed esigono l’asservimento totale della persona. Ma la verità è che questi idoli non danno la sicurezza e la felicità promesse. L’idolo del lavoro, della produzione, il rendi-mento, l’efficacia, non lasciano spazio al gratuito, al festivo, a ciò-che-non-serve-a-niente e rendono l’uomo sempre me-no libero. Solo la confessione di Dio come unico Dio e di Gesù Cristo come unico Signore della nostra vita ci libera da ogni assolutismo e totalitar ismo schiavizzante. Roberto Domenicucci

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag. 3

Chiamat i ad ess ere t est imon i Di fronte ai grandi avvenimenti, quando in qualche modo questi ci toccano da vicino, entrano in gioco i sentimenti più forti e veri dell’amicizia, della fraternità, dell’amore; ma c’è una ragione ancor più profonda, che tro-va sede nel nostro cuore ed è a noi stessi quasi sconosciuta: è la Voce che ci invita, è quella Bellezza che ci interpella ad essere un’opera d’arte, il Canto che ci chiama a muovere passi di danza e che ci conduce ad essere testimoni.

Ma di cosa dobbiamo essere testimoni!?? Della grandezza e bontà del Signore!! È Lui che scrive la storia, è Lui che compone gli accordi del canto della nostra vita, è Lui che dipinge i nostri giorni con le tinte delle grandi emozioni e le sfuma nel nostro quotidiano! È Lui che costantemente visita noi suo popolo, regalandoci la gioia di sen-tirci figli amati. È quello che abbiamo vis-suto nella nostra parrocchia domenica primo gennaio 2012, solennità di Maria Santissima Madre di Dio: Don Paolo è il nostro nuovo parroco! Di questa grande gioia, noi, siamo testimoni! Don Domenico mi ha chiesto di riportare un po’ di quella giornata, però non voglio fare un “resoconto dell’accaduto”, ma come è mio solito voglio lasciar parlare il cuore, e ”raccontare alcune fotografie” che ho impresso in esso! Fin dall’inizio mi ha colpito la grande dimo-strazione d’affetto per i nostri due sacerdoti, sia da parte di tutto il popolo che da parte di molti confratelli sacerdoti… la nostra chiesa sembrava una traboccante fontana vivace: questo è il grande tessuto cucito tutto d’un pezzo dell’amore cristiano, l’edificio spiritua-le incrollabile!! Poi, l’emozione, che ho letto su tanti volti! L’emozione di don Domenico nell’ascoltare le parole di don Paolo! Veder-lo piangere mi ha fatto capire quanto bene vuole a questo suo giovane confratello e quanto è grande la sua gioia nel vederlo a guida della parrocchia. Poi l’emozione di don Paolo, che cerca di controllare, ma che sempre viene tradito dai suoi occhi, i quali esprimono costantemente quello che ha nel cuore, domenica più che mai!!!

Ancora! La gioia dei suoi genitori, dei ra-gazzi dell’oratorio, di tutti gli amici che sempre gli sono accanto… la mia, che mi porta ancora oggi, davanti al Bambino di Betlemme, in silenzio, quasi a cercare di comprendere come Colui che si è fatto debolezza proprio come noi, con grande amore compie grandi prodigi nella nostra misera vita … questa è la logica di Dio, la logica dell’illogicità!!! Bellissimo infine l’invito che ci ha fatto il nostro vescovo Lino nel sottolineare che tutti siamo come dei mattoni, necessari per la costruzione della parrocchia, ne-cessari per rendere questo edificio gran-dioso, bello e funzionale… quindi fratelli miei rimbocchiamoci le maniche e met-tiamoci a lavoro insieme al nostro nuovo parroco!!! A lui, il nostro pastore, ha affi-dato in particolare i giovani, primavera e futuro della Chiesa, espressione di una Chiesa viva e giovane, desiderosa di tra-sformare il cuore del mondo!!

In tutta questa vertiginosa architettura al centro vi è Cristo solo, che tutto muove, crea e trasforma, Lui desiderio di tutte le anime felici, Lui nostro respiro e vita! Per tutti questi grandi doni operati dallo Spiri-to Creatore non possiamo che innalzare un canto di lode e di ringraziamento che nasce dal cuore di ognuno di noi. Il primo grazie va al Signore che ha mandato don Paolo in mezzo a noi … lui che a Cura proprio non ci voleva venire!!! Grazie Si-gnore per averci donato un sacerdote se-condo il Tuo Cuore, dall’anima bella e tra-sparente, pronto a sacrificarsi per tutti, generoso, attento ad ogni esigenza della parrocchia e sempre disponibile. Grazie Padre Santo per don Domenico che ha servito questa parrocchia con generosità paterna senza mai rispar-miarsi e che continuerà a farlo come vi-ce parroco; grazie perché, per noi che lo conosciamo nell’intimità della fraternità sacerdotale si è sempre dimostrato at-tento con i confratelli, e con chi, che come me si prepara a diventare sacer-dote, pronto a dare sempre il suo aiuto e il suo consiglio!! Di tutto, rendiamo grazie a Dio!

Ed ora, forza don Paolo! inizia una nuova avventura, che ti porta sì a fare le stesse cose che hai fatto sin ora, ma sicuramen-te con uno spirito e una gioia del tutto nuovi e più forti!!! Prende forma e colore un nuovo capitolo della storia della no-stra parrocchia, che solo Dio si divertirà a creare con te, piccola matita nelle sue mani!! Ma ricordati che non sei solo, ci siamo tutti noi che ti vogliamo bene e camminiamo vicino a te, pronti, ad un tuo accenno, ad aiutarti ogni volta che ne avrai bisogno. Ti assicuriamo la nostra preghiera e quell’”Ave Maria” che hai chiesto a ciascuno di noi di recitare ogni giorno costruirà quella magnifica archi-tettura della Chiesa Spirituale dove ad accoglierci sulla soglia non può che es-serci la Mamma Celeste! Vergine Santissima, Madonna del Soc-corso Madre di Dio e Madre nostra, aiu-taci lungo il cammino della vita, sii Tene-ra Consigliera del nostro nuovo parroco, perché possa agire sempre con cuore do-cile, perché sappia rendere giustizia, e sappia distinguere il bene dal male, e co-sì, poter essere sempre più trasparenza del sorriso di Dio!

Stendi il Tuo manto sulla nostra parroc-chia, sui nostri giovani, le famiglie soprat-tutto quelle in diff icoltà, sugli anziani e gli ammalati, e dona a don Paolo la gioia di mettere in pratica la Parola di Cristo Gesù “Date voi stessi da mangiare”, perché nulla trattenga per sé, affinché tutto, lo accolga Colui che tutto a lui si offre! E al Tuo Dolce Figlio, sussurra parole d’amore e chiedi o Madre di porre sulla sua bocca il sigillo del suo Amore aff inché ogni volta che parlerà, non parli che di Lui e ogni volta che penserà non penserà che a Lui!

Vostro figlio in Cristo, Vincenzo

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag . 4

FINE ANNO 2011 Riportiamo l’omelia del Parroco per l’ultimo giorno dell’anno

Un anno muore ed un altro anno nasce! L’ultimo giorno dell’anno è una tappa importante che ci spinge: a pensare che il tempo passa veloce. E’ già passato un altro anno: un passo in avanti verso il cielo, nostra patria defini-tiva. S. Paolo dice “tempus breve est.” Il tempo è breve, attento a spenderlo be-ne, a non sprecarlo, esso è il nostro teso-ro, il denaro per comprare l’eternità. La vita, come fumo, fugge veloce e a llora come dicevano g li antichi: “Vivere me-

mento!” ricordati di vivere, non di vege-tare, di operare non di oz iare. Questa sera siamo qui per ringraz iare Dio per i momenti di g ioia nei quali il suo volto ci è apparso luminoso e per le si-tuaz ioni di sofferenza e di angoscia nei quali abbiamo faticato ad intravedere la sua storia di amore con noi. Tanti chiudono questo anno tra i fumi dell’alcool, nello stordimento delle di-scoteche, o neg li opulenti cenoni. Noi lo chiudiamo, come sempre, prima attorno al banchetto preparatoci dal Si-gnore: L’Eucaristia , illuminati dalla Parola di Dio e saziati dal Corpo e Sangue del suo Figlio fatto pane per noi. Vogliamo rest ituire con un grande Grazie a Dio, at-traverso suo Fig lio Gesù, ogni momento di questo anno 2011 e affidare a Lui l’anno nuovo, il 2012. Diciamo: GRAZIE. GRAZIE SIGNORE prima di tutto, per a-verci dato il dono dei doni che è il Tuo Figlio unigenito: Gesù nostro Salvatore. Grazie per i g iorni lieti e trist i vissuti nell’anno che stiamo per chiudere. Gra-zie per le persone che ci hanno incorag-giato nei momenti di affanno. Grazie per la fede che ci hai conservato e che ci ha sostenuto nei momenti difficili. Grazie per i bimbi che in questo anno sono ve-nuti a lla luce in modo particolare per il 31 nuovi arrivati nella nostra comunità. Ti preghiamo per quelli che non hanno avuto la fortuna di nascere per l’egoismo umano, uccisi prima di vedere la luce. Ti preghiamo soprattutto per quei bam-bini, (per fortuna nella nostra parrocchia pochi), che non hanno avuto il grande dono di diventare tuoi fig li attraverso il battesimo. Illumina i loro genitori, fa ca-pire loro che stanno privando le loro creature, di avere un Padre celeste che vuole loro bene, e che vuole farli suoi fi-gli e vuole proteggerli con amore pater-no poi donare loro la sua vita eterna. Grazie per quanti hanno dato il loro a-more a coloro che sono stati nel dolore; per quanti hanno lavorato per il bene comune; per la misericordia, che ci hai usato, nonostante i nostri peccat i.

Un GRAZIE PARTICOLARE per averci dato il nuovo vescovo LINO FUMAGALLI: lo hai posto a custodia e guida sicura della nostra diocesi. Assistilo con il tuo Spirito e custodiscilo in salute. Grazie per averci dato per 12 anni come vescovo Lorenzo Chiarinelli a cui va la nostra stima, la nostra riconoscenza e la nostra preghiera e l’augurio di una lunga vita. Ancora un GRAZIE PARTICOLARE per a-verci dato come nuovo parroco Don PA-OLO. Assistilo, illuminalo santifica lo con la tua graz ia. GRAZIE per il PRIMO INCONTRO NELLA EUCARISTIA che hai avuto con i nostri 40 bambini. Custodiscili attraverso i genitori perché il tuo Corpo e il tuo Sangue li conservi buoni, li faccia crescere bene e che siano fedeli alla S. Messa domenica-le con accanto i loro genitori. GRAZIE per i 61 giovani che hai confermato con la consacraz ione crismale e con la potenza della Spirito Santo: aiutali ad essere fieri della loro fede, forti nella testimonianza, fedeli agli impegni fondamentali del cri-stiano. Ti preghiamo per gli altri g iovani che, non aiutati abbastanza dai propri genito-ri, si sono fermati nel cammino della ini-ziazione cristiana ed hanno rifiutato la Cresima. Custodisci la loro fede, proteg-gili dal male e chiamali a completare il loro cammino di formazione cristiana. GRAZIE per le 10 coppie che hanno volu-to intraprendere la loro avventura ma-trimoniale, chiedendo il tuo aiuto, la tua benedizione, il tuo sacramento. Tanti sono g li aspetti negativi, le occasioni, tanti i pericoli che insidiano la loro unità e il loro amore e li portano al fa llimento degli impegni matrimoniali; fa che viva-no insieme con te, uniti attraverso la preghiera , l’ascolto della tua Parola, e la frequenza a i sacramenti. GRAZIE PER TUTTI COLORO CHE GENE-ROSAMENTE CI SONO STATI COLLABO-RATORI PIU’ VICINI NEI PROBLEMI DELLA PASTORALE PARROCCHIALE: Grazie ai componenti del consiglio degli affari e-conomici della parrocchia che con la loro professionalità e saggezza ci hanno sug-gerito le scelte mig liori per il bene della parrocchia. Grazie a i catechisti, che con tanto amore si adoperano a far crescere la fede nei nostri bambini. Grazie a i vo-lontari dalla Caritas che con sacrificio ci danno esempio di impegno concreto per l’a iuto a i poveri e bisognosi: in questo anno hanno distribuito € 4850 di a limen-tari (ad es. 17 ql. di pasta e riso, 400 lt. di latte, 80 lt. di olio, 2350 scatole di pelati

e a ltri generi) ed a iutato nelle varie occa-sioni di necessità con € 4500. Graz ie per le persone che con amore e generosità custodiscono le nostre chiese rendendole sempre più degne delle li-turg ie. Graz ie a tutti per l’a iuto economico che ogni domenica con la loro offerta ci a iu-tano a mandare avanti le varie iniziative pastorali. Ognuno può venire a vedere in ufficio la contabilità precisa delle entrate e delle spese che poi verrà mandata in Curia. Al Grazie uniamo le nostre preghiere: - perché il Signore perdoni la nostra poca collaborazione per il bene comune. - Per la nostra indifferenza con cui ab-biamo guardato chi aveva bisogno. - Ti preghiamo per le 61 persone che in questo anno hai voluto chiamare a te: accogli le loro anime nella tua pace eter-na e consola le tante persone che sono restate nel dolore. Ti PREGHIAMO ancora, per: - la Chiesa, sparsa nel mondo, soprattut-to per i nostri fratelli cristiani perseguita-ti, imprig ionati, emarginati: Confortali col tuo S. Spirito, e dona loro libertà e rispetto; -per tutti gli uomini di potere e i gover-nant i: abbiano saggezza per promuovere la giustizia e la pace; - per coloro che non hanno una famig lia o una casa: per gli orfani,per i bambini abbandonati, sfruttati, per gli anziani dimenticati, i malati; - per i poveri, i disoccupati, i senza tetto, i carcerati, i delusi dalla vita e scoraggia-ti: dona loro fiducia e provvidenza. - per educatori, insegnanti, catechisti, missionari: sostienili quanti sono scorag-g iati. Per ultimo, guardiamo con SPERANZA all’anno 2012. La speranza è la più picco-la delle virtù teologali, ma è proprio lei ad alimentare in noi la fede e la carità e la forza nella vita. Non una speranza ge-nerica: la nostra speranza ha un volto ed un nome: Gesù il Salvatore che ormai è con noi, con la nostra storia e ci conduce verso “terre e cieli nuovi”. Affidiamo a Maria SS. il nuovo anno. Maria, stella della speranza, sia Lei a sostenerci con la sua protez ione, a guidarci con il suo e-sempio. Signore, aumenta la nostra fede, abbas-sa la nostra arroganza, rivestici della tua misericordia e della tua dolcezza, ravviva in noi la fiducia nella preghiera e benedi-ci le nostre famig lie ed i nostri lavori, do-na a tutti sa lute, pace e sicurezza. BUON ANNO A TUTTI Don Domenico

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag. 5

LA PERLA DELLA PREGHIERALA PERLA DELLA PREGHIERALA PERLA DELLA PREGHIERALA PERLA DELLA PREGHIERA Un produttore di vino, in punto di morte, rivelò al fig lio che il vino si poteva fare

anche con l'uva. Desiderando dispormi a lla preghiera, quasi istintivamente ho preso la corona

del rosario ma, qualcosa dentro di me mi diceva: posala. non ti ‘armare’: stai di-nanz i a Dio rilassato, indifeso, senza mezz i, nella povertà, nella passività, senza niente, senza far nulla; non metterti in attività dinanz i a Lui e non vestire di atti-

vità anche la preghiera. Un attimo di luce, che ha vinto le mie resistenze e dife-se, e mi ha ricordato che la preghiera a volte, si può fare anche senza ‘preghie-

re’: senza parole e nel silenz io e mi ha richiamato alla mente il Cardinale Martini che diceva che la preghiera è passività dinanz i a Dio.

Pensavo: forse i nostri 'arnesi': libricini, novene, coroncine, devozioni, i 'nostri' canti, le

nostre ‘cetre’, i ‘nostri’ tamburi, potrebbero diventare dei paraventi per difenderci dal rischio di osare la vera preghiera, la preghiera profonda, personale, del cuore! Potrebbe

essere paradossale usare le 'preghiere' per non pregare, non entrare nella preghiera, essere anestetizzati dal vissuto della preghiera. Per molti quelle robe potrebbero tra-sformarsi in feticci, mezze idolatrie, beni intoccabili, legami quasi morbosi; delle barriere per proteggerci dal rischio di tuffarci coraggiosamente nell’oceano grande della pre-ghiera.

Possiamo ridurre anche la Messa a qualcosa di simile, se la viviamo in maniera devozio-nale, non ci distacchiamo dalle formule, ci apriamo alla contemplazione del mistero e ci

libriamo nelle vette della trasfigurazione. Ogni mezzo per la preghiera ha in noi una fun-zione importantissima, ci conduce ai gradini dell'altare, a i piedi del monte santo ma

perde la sua funzione quando lo assolutizziamo e lo consideriamo fine a se stesso. Si dimostra utile e veritiero quando sappiamo andare oltre ogni formula

e ogni struttura; quando gettiamo via il salvagente e cominciamo a nuotate da soli; quando togliamo le impalcature che ci sostengono nell'edificazione della

vita spirituale; quando tag liamo il cordone ombelicale dei contenitori, per de-dicarci al contenuto; quando rinunciamo al perizoma che ci difende nei con-fronti di Dio. Confesso che nutro tanta antipatia per molte preghiere popolari; recitate male, a memoria, povere di contenuto. Anche nella Messa si fa fatica a tener conto

della punteggiatura, nelle preghiere recitate col popolo. Ho paura dell'illusione di aver pregato solo perché ho evaso il dovere e l'obbli-

go delle formule che recito in fretta o distrattamente. Ho paura del muro che c'è oltre le formule se queste non mi fanno da scalino, per saltarlo e tuffarmi nel mare della preghiera, aperta. Ho paura se le formule non mi creano un grande appetito di preghiera e non mi fanno dire: non mi basta! Nello stesso tempo nessun pensiero può fare da alibi per distoglierci dalla normalità e dall'ordinarietà della preghiera ma dobbiamo sentirci impegnati a perforare le parole, per coglierne il significato profondo, cercare in esse, dentro

la corteccia esteriore, la perla preziosa e il tesoro nascosto. Un monaco certosino chiese a un giovane: “quanto tempo impieghi per la pre-ghiera?”. Il giovane rispose: “mezz'ora”. “Solo mezz 'ora? - disse il certosino – Io

impiego due ore per raccogliermi!”. Non possiamo limitarci a l minimo garantito, a quanto ci indica la Chiesa. Guai a noi, se non sappiamo nuotare oltre, raggiungere l'alto mare. La Chiesa indica posti sicuri e approdi facili che vadano bene per tutti. Ogni fig lio della Chiesa che cresce, sa andare anche oltre le spiagge sicure consigliate. Nella vita spirituale l'assoluto e intoccabile è solo Dio, nessun metodo, nessun mezzo può andare bene per sempre e per tutti ma si vivono fasi alterne, cicli-

che, di ritorni e abbandoni e tutto questo indica che siamo vivi dentro. Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di nuotare al sicuro, di essere ben

protetti dalle parole e dalle formule che sono lo schema e l'ossatura della vita spirituale ma dobbiamo vig ilare per evitare il rischio che diventino la gabbia della spiritualità, dell'originalità, della spontaneità, del cuore, dei sentimenti e in definit iva: la gabbia di Dio. Don Carmelo La Rosa

QUADRO DELLA NOSTRA DIOCESI

� Superfic ie 2.161,27 kmq

� Abitanti 162.817 � Comun i 35

� Parrocch ie 96 � Sacerdo ti 109

� Diacon i permanenti 10 � Relig ios i 164

� Relig ios e 470 � Seminaris ti diocesan i 10

� Case di v ita d iocesan i con temp la tiv a 13 � Monasteri 12

� Eremi 1 � Comun ità relig io se masch ili 21

� Comun ità relig io se femmin ili 52

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag. 6

Se perdi la testa per ilSe perdi la testa per ilSe perdi la testa per ilSe perdi la testa per il

Signore, da noi laSignore, da noi laSignore, da noi laSignore, da noi la ritroverairitroverairitroverairitroverai

Ciao, mi chiamo Paolo e sono entrato in seminario per farmi prete… No. Scusatemi! Non ce la faccio proprio a cominciare così. Riprovo! Ciao, sono Pao-lo, vengo da Piansano e a 21 anni sono entrato in seminario per rit rovare me stesso. Forse non è pro-prio la motivazione “più canonica” anche se… a-desso che ci penso bene… in effetti conosco alme-no due persone entrate in seminario per farsi preti… e poi hanno finito per ricercare se stesse. Me la permettete una obiezione a questo punto? Ma per-ché devi andare a cercarti proprio in seminario? Ora rispondo: perché a 17 anni ho perso la testa per il Signore; ho deciso di essere cristiano. Non mi andava più di v ivere per sen-tito dire e ho voluto provare sulla pelle se il Vangelo funziona davve-ro. Ho scommesso la vita “uno a cento” che Si sbagliava… e inve-ce ho perso io. Più scommettevo, più perdevo, più Si prendeva qualcosa di me: S’È PRESO TUT-TO!!! Ho provato a chiedere da altre parti, ma niente. Nessun altro aveva me; nessuno pote-va ridare me indietro. M’ha ricat-tato! Ha detto che se mi rivolevo sano e salvo dovevo fare esattamente ciò che stava per chie-dermi. È così che sono entrato in seminario. Ha mantenuto la parola? Sì! Appena sono entrato mi ha restituito tutto e subito… Però, secondo me - ve lo dico sottovoce - ha il viz io del gioco: non ho fatto in tempo a riprender fiato che mi ha subito proposto: «Ri-giochiamo? Sempre “uno a cento”!!!». A parte questa storiella che vi ho raccontato sulla mia esperienza di Cristo, t rovo che il seminario sia essenzialmente un tempo ed uno spazio nel quale, libero da tante preoccupazioni, hai il priv ile-gio di mettere tutto te stesso di fronte al tuo Creatore chiedendogli: cosa volevi farci con me? Proprio stasera spiegavo ad un amico: sia che tu esca, sia che tu rimanga, il seminario ha compiuto il suo dovere: ti ha fatto capire qual è la tua vocazione. È per questo che è fatto di periodi diversi: c’è un periodo per l’accompagnamento e poi un periodo di prova, c’è un periodo di discer-nimento ed un periodo di decisione, ma so-lo alla fine c’è la scelta definitiva. E anche il fatto dell’abbondanza della preghiera potrei spiegarvelo essenzialmente così: ma se non lo chiedi a Dio cosa devi farci con la tua vi-ta, a chi ti rivolgi?

Paolo Sensi

Il nostro Seminario

Il seminario di Viterbo, cuore della Diocesi - co-me amava chiamarlo l’indimenticabile Vescovo Fiorino - attualmente conta quindici seminaristi: uno di essi, don Pierpaolo, è diacono e prossi-mamente sarà ordinato sacerdote; nove sono i seminaristi teologi e cinque sono i seminaristi dell’anno propedeutico, quell ’anno, cioè, in cui ci si accosta al seminario per fare un po’ di luce su se stessi e discernere se l’idea di intraprende-re la strada di preparazione al sacerdozio sia quella giusta oppure no. L’equipe educativa è composta dal Rettore don Claudio, dal Vicerettore don Paolo, dai Padri Spirituali don Luigi e padre Pino e dall’economo don Luca. A servizio dei Seminaristi da sempre ci sono le Piccole Suore della Sacra Famiglia che

si prendono cura di loro in tut to, dal mangiare alle pulizie . Le porte del seminario sono sempre aperte per tutti quei gio-vani che desiderano cercare o-rientamento per la loro vita ed hanno bisogno di aiuto, consiglio e incoraggiamento. La diocesi tutta dovrebbe nutrire affetto ed attacca-mento a questo luogo in cui crescono e vengono formati i sacerdoti di oggi e di domani, un affetto che deve con-

cretizzarsi anzitutto nella preghiera e nel soste-gno morale e spirituale e poi, perché no, anche nell’aiuto economico. Nella nostra parrocchia da ormai quattro anni, durante la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, si fa la raccolta dell’olio per il seminario ed è anche questo un modo per esprimere la nostra vici-nanza ed il nostro sostegno.

I Seminaristi teologi

I Seminaristi della propedeutica

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Parliamone insieme…. n. 134 - Gennaio 2012 - pag. 7

ICI, NESSUN PRIVILEGIO PER LA CHIESA DI ROBERTO SACCARELLO L'esenzione ICI (imposta comunale sugli immobili) riguarda un'ampia platea di

soggetti, che va dalle sedi dello Stato e degli Enti loc ali a quelle delle comunità montane, dalle Asl e gli ospedali alle ca-mere di commerc io, dalle scuole ai mu-sei, dai patronati ai sindacati,dagli archivi

alle biblioteche, dai terreni agricoli di a-ree montane o collinari agli edif ic i di cul-to, fino agli immobili degli enti no profit che operano in alcuni settori di interesse soc iale (ass is tenziale, previdenziale, sani-tario, didattico, culturale, ricettivo, ric rea-

tivo e sportivo). Tra tutti questi, gli im-mobili esenti di proprietà della Chiesa (in tutte le sue varie articolazioni) sono ap-pena il 4%. Ma ogni spiegazione in pro-pos ito si infrange contro il muro di gomma di una propaganda interessata,

sos tenuta da laic is ti e radic ali, che alla fine sembra avere come unico obiettivo quello di farla apparire come un «evaso-re» («santa evasione» titolava in coper-tina l’«Espresso» qualche tempo fa) o come una «privilegiata», che gode di

favoritismi in nome magari di una certa condiscendenza verso la c lasse politic a.

In realtà, per la Chiesa l'esenzione dall'ICI non è un «privilegio» ma solo una norma di buon senso nel nome della sussidiar ietà. Lo Stato ha tutto l'interesse a favorire l' in iz iativa di chi, senza rica-

varne un profitto, svolge un servizio so-c iale. Tassare quegli immobili metten-done in forse le attiv ità sarebbe un sui-c idio. Far pagare l’ICI per poi res tituirla sotto forma di contributi diretti, un as-surdo, oltretutto inutile. O forse si vuol

dire che è solo quel 4% di esenzioni «ecc lesiastiche» che c reano un proble-ma? Esentare la soc ietà sportiva dilettan-tistic a va bene e l'oratorio parrocchiale no? La sede del patronato s ì, ma la men-sa per gli indigenti no? Per passare al

concreto, dopo la riforma del Concordato del 1984 i beni di proprietà delle Diocesi (quelli r imasti dopo le varie «spogliaz io-ni» operate nel 19° secolo dai governi liberal-massonici)

sono confluiti negli Istituti diocesani per il sos tentamento del c lero (Isdc ), regolati da una legge italiana e finaliz-

zati a fornire uno stipendio a tutti i sa-cerdoti.

Alcuni immobili, strettamente legati al culto (come le chiese e gli oratori) o alle attiv ità pas torali e c aritative (locali parrocchiali, c anoniche, se abitate dal parroco, aule di catechismo...) sono poi stati c onferiti all'ente Diocesi o all'ente parrocchia. Tutti gli altr i, c apac i in a-stratto di produrre un reddito, sono ri-

mas ti agli Idsc, i quali pagano l’ICI e altre tasse, secondo la legge, come qualsiasi altro ente. Le uniche esenzio-ni di cui godono ric adono tra quelle previste nel settore agricolo. Lo s tesso vale per le riduzioni di imposta, che scattano nel c aso di inagibilità o di edi-fic io s torico notific ato. Chiese parroc-chiali e c anoniche sono esenti, ma

quest'ultime - se non abitate -, tornano a pagare l’ICI.

CCCCCCCCOOOOOOOONNNNNNNNCCCCCCCCEEEEEEEERRRRRRRRTTTTTTTTOOOOOOOO DDDDDDDD IIIIIIII NNNNNNNNAAAAAAAATTTTTTTTAAAAAAAALLLLLLLLEEEEEEEE Speravamo avesse un seguito e la nostra speranza è stata esaudita! Lo scorso anno concludemmo il concerto di Santo Stefano con l’appuntamento per l’anno successivo e così è stato. Anche quest’anno i cori parrocchiali riuniti e la Min ibanda del Comu-ne di Vetralla si sono fusi insieme per regalare alla nostra parrocchia un’ora di gioia. I cantori, in nu-mero di 35, si sono impegnati a sostenere le prove di canto nelle rigide sere di novembre e dicembre e, soprattutto, a sopportare don Paolo, spesso troppo esigente… Ma quello che ci è piaciuto di più, al di là della bellezza e dell’armonia della mu-sica, è stato poter trascorrere qualche serata tutti insieme, sempre all’insegna della spensieratezza. Anche quest’anno abbiamo fatto il tutto esaurito: la Chiesa non bastava per contenere tutti! Ringra-ziamo di cuore tutti coloro che hanno reso possibi-le questo evento: i cantori, i ragazzi della Banda ed il loro Maestro Luigi Lucarelli, il D irettore della Banda Giuseppe Moscatelli ed il suo sempre di-sponibile Pres idente Luigi Dig lio. Vorremmo in-contrarci ancora così numerosi la sera del 5, v ig ilia dell’Epifania, alle ore 19 per il Concerto del Coro del Vicariato Vaticano della Basilica di San Pietro.

Don Paolo

Il Presepio di Giardino

Il Presepio della Botte

Il Presepio di Mazzocchio Il Presepio di Cura Il Presepio della Folgore

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Ringraziamo coloro che ci hanno invi-

ato offerte per pagare le spese per il

giornalino parrocchiale.

Blasi M. Cecil ia in suff. propri morti, Braga Li-

dia, Cecchini Corrado, Ciu la Mario e Fam., Compa-gnia Tea trale I Casaioli, Ercole Eugenia , Frontoni Giu-

seppe, Grassi Agostino e Gius eppina , Leonelli Francesco e Maria, Martinelli Mario e Agnese, Ma ttei Domenica , Me-

cucci Assunta in suff. Carlo e M. Rita Gambini, Moretti Adio e Iolanda , Patrizi Eligio in suff. propri morti, Salva ti- Aquilani, Maria in suff. Marito Franco, Sanetti Settimia , Sannino Giuseppina, Tan-

tino Roberto e Antonella in suff. di Marino Cesarin i, Vio lanti Clau-dio, De Santis Aldo e Fiorella , De Santis Franco, Tosini Santino e

Licia in suff. di Rosa Rastrello, Vignoloni Matteo e Anna maria, Boccio Giuseppina, Settimia Sanetti in suff. di Angela Ma zza .

Ringraziamo coloro che hanno contribuito a lla spesa del mu-

tuo per la ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale (ancora

dobbiamo pagare n. 46 rate da 1300 €). Offerte pervenute dal

1.09 .011 al 31 .12 .011

Bac occo Rosa , Blasi M. Cecil ia, Borzetti Renzo, Cannas Gra ziano, Cannas Graziano, Conti Rosa, Erco le Eugenia, Famiglia Gida ri , Fra-

cassa Teresa e Franco, Izzi Rosa , Lupi Paolo e Lina in suff. propri

defunti, N. N., Panificio Bacciani in suff. Nunzia Rinaldi, Passini

Giovanni, N.N. Propri Defunti, Rosella e Miria in suff. Carlo Sa-

netti, Santinelli Marittima, Scudi Rosina, Palmucci Palmira, Ercole Eugenia , Conti Rosa . Rosa , Alberto, Marcello e Domenico Conti -

Ba ttistelli Piero - Amici d i Lella e Lidio – Maria, Giul iana e Tomas-sina – Amici di Vetral la d i Lella e Lidio - Amici di Cura di Lella e Li-

dio in suff. d i Rosa Rastrello, Rena to e Maddalena Bernin i, Maria Novella Martinelli , Morera Leonardo e Mariel la .

Quando pensiamo a “forza” la parola, ci fa pensare a quei bulli della scuola pensiamo ai supereroi dei cartoni, pensiamo ai tiri dei calciatori.

Ma nessuno sa veramente, che questa forza non vale niente,

la vera forza viene dall’alto. La ottiene pregando e amando veramente,

chi te l’ha donata con gioia, gratuitamente.

Elisa Berni (2° classe cresima)

AVVISO: Se vuoi ricevere il giornalino in Se vuoi ricevere il giornalino in Se vuoi ricevere il giornalino in Se vuoi ricevere il giornalino in copia copia copia copia digitale anzichédigitale anzichédigitale anzichédigitale anziché

cartacea,cartacea,cartacea,cartacea, comunicacelo!!comunicacelo!!comunicacelo!!comunicacelo!!

Manda una eManda una eManda una eManda una e----mail amail amail amail a [email protected]@[email protected]@gmail.com

CALENDARIO PARROCCHIALECALENDARIO PARROCCHIALECALENDARIO PARROCCHIALECALENDARIO PARROCCHIALE GENNAIO

1. ore 17.00: S . Messa solenne pres ieduta da Mons. Vescovo per la presa di possesso della parrocchia del nuovo parroco Don Paolo.

5. ore 19.00: Concerto del coro del Vicariato Vaticano della Basili-ca di San Pietro in Roma.

6. Epifania del Signore 7. ore 18.00: Spettacolo teatrale della compagnia “i Casaioli” al

teatro della Botte 15. Domenica del Ringraziamento. Ore 11.00 alla Folgore S. Messa

di ringraz iamento per i beni della terra e benedizione degli a-nimali, delle macchine e dei mezzi agricoli.

19. ore 15.30: incontro di formazione per i catechisti 27. ore 15.30: incontro volontari Caritas

FEBBRAIO

2. Presentazione di Gesù al tempio: la Candelora. Ore 7.30 alla Botte e alle ore 17.00 a Cura: S. Messa con la benediz ione delle candele - Primo Giovedì. Alla Botte ore 8.00: Adorazione Eucari-stica e preghiera per le vocaz ioni.

3. Primo venerdì. Ore 16.00 in Chiesa Parrocchiale: Ora santa - San Biagio: benedizione della gola durante le Ss. Messe d’orario.

4. Primo sabato: ore 16.30 incontro Sorellanza 5. Giornata della vita: ore 11.00 S. Messa di ringraziamento per il dono della vita

10. Santa Scolastica: festa delle Monache benedettine 11. Madonna di Lourdes: Giornata Mondiale del Malato -

Celebrazione diocesana alla Madonna della Quercia alle ore 15.30.

12. Dopo la S. Messa delle ore 18.00: processione au flambeaux all’edicola della Madonna di Lourdes nel piazzale della Parrocchia

16. ore 15.30: incontro formazione catechisti 22. Mercoledì delle Ceneri: iniz io della Quaresima: digiuno

e astinenza . Imposizione delle ceneri alle Ss. Messe d’orario.

24. ore 15.30 alla Botte: Via Crucis e S. Messa - ore 16.30 Chiesa parrocchiale: Via Crucis e S. Messa. - Ore 15.30: incontro volontari Caritas

OGNI VENERDÌ DI QUARESIMA LA S. MESSA DELLA BOTTE SARÀ ALLE ORE 16.00, DOPO LA VIA CRUCIS OGNI DOMENICA DI QUARESIMA ALLA FOLGORE ORE 15.30: VIA CRUCIS

del

L’A

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