Grammatica Della Parlata Arbereshe Di Piana Degli Albanesi

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    Grammatica della parlataarbreshedi Piana degli Albanesi

    2009

    Gaetano Gerbino

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    Grammaticadella parlata arbreshedi Piana degli Albanesi

    Cesena 2009

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    Tutti i diritti sono riservati allautore

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    PREMESSA

    La pubblicazione della grammatica della lingua arbreshe di Piana degli Albanesi ilcoronamento del percorso di formazione linguistica che ho intrapreso nei primi anni 80. Horesistito negli anni scorsi alla tentazione di rabberciare unaccozzaglia di nozioni, regole etabelle senza avere la piena consapevolezza di ci che andavo scrivendo e che, soprattutto,avrei voluto trasmettere ad altri. Ho aspettato di avere una conoscenza della linguaarbreshe del mio paese tale da non essere costretto, dopo qualche tempo, a rileggere conorrore i miei scritti. Quando mi sono accorto che avrei potuto fidarmi di quello che io stessoavevo scritto, senza dover ricorrere alla matita blu, ho concluso che anche gli altri avrebberopotuto fidarsi di me, mantenendo comunque la consapevolezza di non essere infallibile.

    La divulgazione in rete del dizionario, della grammatica, dei racconti e di alcune

    traduzioni non un atto di filantropia ma la naturale conseguenza di una passione talmenteforte che mi impone, innanzitutto, lesigenza di condividerla con gli altri e, se possibile, disuscitarla in essi.

    Non facile oggi appassionarsi alla lingua e alla cultura arbreshe: una culturaminoritaria, considerata moribonda da molti, inutile dai pi, nostalgica da alcuni e,purtroppo non da pochi, dannosa per un corretto apprendimento della lingua italiana.

    quasi impossibile convincere gli arbresh che il bilinguismo un patrimonioinestimabile che conferisce ad un bambino delle attitudini linguistiche - e non solo -superiori ai coetanei monolingui. Purtroppo,nel caso degli Arbresh, diventa sempre pidifficile parlare di un vero e proprio bilinguismo, essendo la nostra parlata devastata dalpunto di vista lessicale e ahim sintattico, non solo dallinfluenza dellitaliano e deidialetti (siciliano, calabrese, pugliese, lucano ecc.) ma dallincuria e dalla mancanza diigiene linguistica.

    Sono in disaccordo con coloro che ritengono che la condizione critica delle parlatearbreshe sia linevitabile conseguenza di una evoluzione linguistica. Non cos. Lo stato disalute di una lingua non dipende soltanto dalle condizioni storiche, geografiche, sociali e chipi ne ha pi ne metta. bens il frutto dellatteggiamento politico che un popolo e chi logoverna hanno nei confronti della loro cultura, della loro identit e quindi della stessalingua. Si potr obiettare che questo, per cos dire, atteggiamento politico proprio frutto delsuccitato contesto storico, sociale e geografico. Questa sicuramente unaffermazioneinnegabile, ma se ci limitassimo, come quasi sempre si limitata lintellighentia arbreshe , aquesta analisi puramente diagnostica faremmo come il medico che, individuata la causadella malattia, si congedi dal malato senza prescrivere alcuna terapia, pretendendo pure diessere pagato. Di fini diagnosti lArbria abbastanza affollata; i terapeuti, invece,scarseggiano. Lungi da me la pretesa di possedere poteri taumaturgici e di voler apparirecome colui che si accosta al letto dellagonizzante con lampolla del farmaco miracoloso. Non un singolo gesto, una sola iniziativa, unopera per quanto meritoria, una legge scritta, chepotranno ridare vigore al moribondo. Sono convinto, per, che mettere a disposizione degliArbresh degli strumenti che possano quanto meno destare la loro curiosit nei confrontidella lingua sia un passo obbligato. Io ho scelto di pubblicare sia il dizionario che lagrammatica in rete con la speranza di innescare in quanti pi Arbresh possibile linteresseper la lingua. Lutilizzo di internet mi parso il pi funzionale allintento divulgativo.

    Consideriamo che oggi quasi tutti i ragazzi dei nostri paesi hanno con internet una grandedimestichezza e che si sta verificando qualcosa che forse fino a pochi anni fa sembravaimprobabile: non per nulla raro che su Facebook o su alcuni siti arbresh si possano

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    leggere dei dialoghi scritti in lingua arbreshe. certemente interessante vedere come igiovani si inventino un loro alfabeto ed una loro grammatica. Ma la loro esigenza quella dicomunicare e, in ossequio a quella che la prima regola della comunicazione verbale,limportante capirsi. Quindi, se da una parte internet ci mostra una resistenza attivadella lingua arbreshe anche nei giovanissimi, dallaltra ci fa rendere conto di quanto poco

    gli stessi internauti sentano la necessit di usare la loro lingua in maniera corretta. Ma comeincolparli di questo? Chi gli ha mai detto qual la forma corretta dellarbresh?

    a questo punto che la cosidetta intellighentia arbreshe deve fare una scelta politicae cio quella di divulgare il pi possibile, ed aggiungerei anche il pi in fretta possibile,tramite il web, tutti gli strumenti idonei al corretto apprendimento della lingua. Nonmilludo che tutto ci serva nellimmediato a convincere gli Arbresh a studiare lagrammatica della loro lingua, ma importante che tutti sappiano che esiste una linguacodificata, corretta, ufficiale. Soltanto cos i pochi che avranno avuto la passione e limpegnodi apprendere lortografia, le regole grammaticali e la sintassi, si potranno permettere di diread altri non si dice cos, ma cos si scrive cos e non cos. In poche parole bisognamettere in atto uninversione di tendenza e la parola dordine non pu che esseredivulgazione.

    Se oggi un ragazzo arbresh pronunzia una parola in maniera strana, coniuga unverbo in modo fantasioso o utilizza litaliano o il siciliano per esprimere un concetto o unsignificato per i quali pure possiede i termini arbresh, nessuno ci fa caso. Quindi succedeche nellambito di una stessa famiglia, specie se sono presenti anche i nonni, si sentanoparlare tre lingue differenti. Limportante oggi per gli Arbresh avere unidea di quelloche si sente dire. Il nipote non capisce del tutto quello che dice il nonno; il nonno, ammessoche ci senta bene, capisce male quello che dice il nipote; il padre crede di capire e di esserecapito da tutti. Ma non solo questo sta succedendo. Non si creda che limpoverimentodellarbresh avvenga soltanto con il passaggio da una generazione allaltra. Gli stessiindividui con il passare degli anni vanno parlando sempre meno bene la lingua. Unsettantenne di oggi parla peggio larbresh di quando aveva cinquantanni e peggio ancoradi quando ne aveva trenta. Questo, se ci pensate, non avviene con la lingua italiana: ancheun analfabeta, nel corso della sua vita, riesce ad aggiungere qualche parola al suo scarnovocabolario italiano.

    Essendo la mia parlata arbreshe nel frigorifero dellemigrazione che tutto congela econserva, rimango allibito nel sentire (quasi sempre al telefono) persone pi in l con glianni di me che parlano come sentivo parlare una decina di anni fa quelli che allora per meerano ragazzini, i quali a loro volta, diventati pi grandi, parlano peggio di allora. Quandoritorno in paese e scongelo la lingua arbreshe per metterla nella graticola dellaconversazione mi accorgo di quanto sia diverso il mio modo di parlare da quello del mio

    interlocutore: da me viene avvertito il suo come degradato, ma da lui il mio comeanacrostico.Quindi, per tornare al mio disaccordo con la teoria evoluzionistica o

    involuzionistica, dico che vero che tutte le lingue cambiano, ma non con la rapidit conla quale sta cambiando larbresh. Un italiano degli anni 30 probabilmente usava qualchetermine adesso obsoleto, ma pressappoco la lingua la stessa di quella di oggi. Ancoraadesso possibile leggere I promessi sposi senza alcuna difficolt. La Divina Commedia, scritta duecento anni prima che arrivassero gli arbresh, per lunghi brani parla come siparla oggi.

    Invece un arbresh di Piana ha difficolt a capire le poesie di Carlo Dolce che fupoeta popolare vissuto tra la fine Settecento e i primi dellOttocento.

    Quindi il problema per noi che non esiste una lingua corretta, ufficiale e condivisache faccia da punto di riferimento e che costituisca il modello da seguire per non essereconsiderati ignoranti. O meglio, dopo la pubblicazione di Udha e Mbar, esiste ma non

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    conosciuta abbastanza. Nessun bambino viene corretto perch storpia una parola, perchsinventa una coniugazione o perch si esprime in italiano. Anzi, gli Arbresh pigrossolani, che hanno scarsa considerazione delle capacit intellettive dei loro figli, tendonoa parlar loro in italiano perch altrimenti il bambino va a scuola che non sa parlare.Il bambino dicinquantanni fa a Piana e negli altri paesi arbresh, non era muto. Sapeva parlare. Sapeva

    parlare in arbresh. Forse impiegava un po pi tempo rispetto ai bambini italianofoni adesprimersi in italiano ma, alla fine, nel volgere di alcuni mesi, colmava la distanza che loseparava dai suoi coetanei palermitani. Io ho vissuto per tanti anni a Palermo e posso direche il palermitano medio parla in italiano peggio di un arbresh. Come conosco tantiarbresh che si sono distinti anche in ambito accademico letterario (italiano e albanese) purappartenendo a generazioni che fino allet di sei anni non sapevano dire una parola initaliano.

    La lingua come una casa. Non si pu dire che una costruzione destinata col tempoa diventare vecchia e poi a crollare. O meglio, lo si pu dire perch nulla eterno, masappiamo bene che se una casa non viene manutenuta, accudita andr in rovina molto pirapidamente. Ognuno di noi sa che una casa abitata si mantiene meglio di una chiusa datempo. Bisogna riparare i piccoli guasti al loro primo apparire altrimenti tardi.Uninfiltrazione dacqua, una tegola, una mattonella vanno messi a posto prima che ildanno si estenda.

    Parlare soltanto di conservazione serve a poco. La casa non va conservata magaritappando le finestre, chiudendo lacqua e il gas, e staccando il contatore. Dopo qualchetempo la muffa divorer le pareti, i tarli si mangeranno i mobili, lumidit staccher mattonie piastrelle, e qualche nubifragio far anche danni pi grandi. La casa va arieggiata, abitata,vissuta.

    Gli intellettuali arbresh che scrivono e parlano solo in italiano, ma anche coloro chescrivono in arbresh facendo circolare le loro opere nella stretta cerchia degli appassionati edegli addetti ai lavori, non rendono un bel servizio alla causa della lingua arbreshe. Questihanno scelto di abbandonare la casa, chiuderla, sprangarla, staccare tutto e andare a svolgerela loro opera in una casa nuova dalla quale continuano ad urlare che la vecchia sta andandoin rovina.

    per questo che io ho scelto di esprimermi sempre in arbresh o, laddove usolitaliano, con la traduzione arbreshe a fronte. Io cos mi sono appassionato e ho cominciatoad imparare la lingua: grazie alla rivista Mondo Albanese che veniva pubblicatarigorosamente arbrisht. Ho fatto uneccezione obbligata per la compilazione di questagrammatica, usando litaliano, per far s che essa sia rivolta anche a quegli Arbresh chenon hanno pi confidenza con la lingua di Piana.

    Mi auguro che la pubblicazione on-line di questa grammatica possa suscitare

    interesse e che questo interesse risulti contagioso. Auspico anche che tutti coloro che abbianoqualche osservazione, qualche appunto o suggerimento da dare, me lo segnalino al mioindirizzo di posta elettronica e ne discuteremo. Nel nostro piccolo mondo arbresh perfortuna le critiche non mancano. Non trovo la cosa disdicevole. Anzi, la tendenza dei mieiconcittadini a criticare, minimizzare e sminuire il lavoro fatto da altri mette in atto una sortadi selezione naturale. Se il lavoro resiste alle critiche vuol dire che vale; se ne vienesommerso e inghiottito vuol dire che in fondo era meglio cos.

    Per questo motivo ho deciso di pubblicare la grammatica a puntate. In maniera taleche il testo sia aperto, che sia suscettibile di modifiche migliorative. Ad ogni puntata ,quindi, tutto il testo pu risultare modificato, per cui si consiglia il lettore on-line discaricarlo e riguardarlo tutto. Solo alla fine, lultimo file inserito nella sezione downloads,

    conterr la versione definitiva, opportunamente segnalata con un titolo del tipoGrammatica arbreshe della parlata di Piana degli Albanesi - testo definitivo. Fino adallora chiunque potr dire la sua e collaborare.

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    I. FONOLOGIA

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    Una lingua innanzitutto unespressione orale e, pertanto, costituita da suoni ofonemi prodotti dagli organi che formano lapparato fonatorio. Nel corso dellevoluzione,successivamente alla comparsa del linguaggio verbale, luomo ha imparato arappresentare i suoni della lingua con simboli grafici, detti lettere o grafemi, che

    costituiscono lalfabeto.

    APPARATO FONATORIO

    I suoni di una lingua vengono prodotti durante il passaggio dellaria emessa daipolmoni attraverso la laringe, la bocca e, in parte, il naso. A differenza di ci che avvienedurante un normale atto espiratorio, quando vogliamo emettere un suono dobbiamo far sche laria, prima di essere emessa dalla bocca, venga modulata dagli ostacoli frapposti alsuo flusso grazie ai movimenti che provochiamo negli organi fonatori. Questi, procedendo

    dallinterno del corpo verso lesterno sono: i polmoni(e quindi i bronchi e la trachea), lalaringe, le corde vocali, il velo palatino, lugola, il palato, la lingua, gli alveoli dentali, identi, le labbrae le cavit nasali.

    A parte le corde vocali che hanno come unico compito lemissione di suoni, gli altriorgani assolvono anche ad altre funzioni dellorganismo (respirazione, masticazione,deglutizione, ecc.) ed appartengono ad altri apparati (respiratorio e digerente).

    La variet dei suoni di una lingua data dallintensit con cui laria espulsa daipolmoni attraverso i bronchi e la trachea fa vibrare le corde vocali e poi dal modo in cui ilsuono cos prodotto viene modificato, plasmato e modulato allinteno delle cavit orale enasale. Ad esempio, il velo palatino, abbassandosi, costringe laria a defluire dal naso

    anzicch dalla bocca, dando luogo alla produzione di suoni nasali, mentre, quando lariapassa attraverso la bocca, le vibrazioni prodotte dalle corde vocali possono esseremodulate se viene modificata lapertura delle labbra o ristretta la cavit orale spingendo lalingua pi o meno in alto o indietro verso il palato, o in avanti verso gli alveoli o i denti.

    I FONEMI ARBRESH

    Come in italiano, i fonemi si distinguono, secondo larticolazione dellapparatofonatorio, in vocalie consonanti.

    1. Le vocali.

    Le vocali sono i fonemi pi semplici. Per emettere un suono vocalico basta far usciredalla bocca laria dei polmoni senza frapporre alcun ostacolo ma solo modificando laposizione della mandibola, della lingua e delle labbra.

    In base alla posizione della lingua, le vocali possono essere disposte nel cosidettotriangolo vocalicoe si distinguono in:

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    Dimensione orizzontale:1) anteriori opalatali: i, e.2)posteriori o velari: u, o.

    3) centrali: a, .

    Dimensione verticale:a)basse: a.b) medie: e, , o.c) alte: i, u.

    i (y) u

    e o

    a

    2. Le consonanti.

    Le consonanti sono suoni che possono essere pronunciati solo insieme ad una vocale.In albanese, infatti, b, c, , d ecc. si leggono b, c, , d ecc. Il suono consonantico vieneprodotto attraverso una parziale o totale chiusura della bocca e attraverso i movimentidegli altri organi fonatori (lingua, labbra, velo palatino, ugola). In pratica la variet disuoni delle consonanti si ottiene attraverso lazione combinata di tre fattori che modificanolarticolazionedel suono:

    il modo;

    il luogo; il grado.

    Secondo il mododi articolazione le consonanti si distinguono in:

    - occlusiveo esplosive: k, g, q, gj, , xh, c, x, t, d, p, b sono dette cos perch, peressere prodotte, laria che proviene dai polmoni deve incontrare, in un punto del canalevocale, un ostacolo al suo flusso, di breve durata ma completo, per poi essere espulsa inmodo esplosivo.

    -

    continue: sono definite cos le consonanti che possono essere pronunciate con unsuono di lunghezza variabile, poich non si ha interruzione del flusso daria nunocclusione completa del canale vocale. Si distinguono in:

    o fricative: h, ll, hj, j, sh, zh, s, z, th, dh, f, v.o liquide: l, r, rr.o nasali: n, nj, m.

    Secondo il luogo di articolazione ovvero la parte anatomica del canale vocalemaggiormente coinvolta nella pronuncia, le consonanti si dividono come evidenziato nella

    tabella seguente.

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    Velari Uvulari PalataliPalato-alveolari

    Alveo-dentali

    Apico-dentali

    Post-dentali

    Labio-dentali

    Bilabiali

    Occlusivesorde k q c t psonore g gj xh x d b

    Fricative

    sorde h hj sh s th fsonore ll j zh z dh v

    Liquide

    laterali lpolivibranti rrmonovibranti r

    Nasali nj n m

    Secondo il grado di articolazione, cio la risonanza che hanno, le consonanti sidividono in:

    - sorde: c, , f, h, hj, k, p, q, s, sh, t, th che sono costituite da semplici rumori e che

    quindi vengono pronunciate senza la vibrazione delle corde vocali.- sonore: b, d, dh, g, gj, j, l, ll, m, n, nj, r, rr, v, x, xh, z, zhche sono pronunciate con la

    vibrazione delle corde vocali.

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    LALFABETO

    I suoni che un essere umano pu riuscire a produrre attraverso il suo apparatofonatorio sono circa un centinaio, ma in genere una lingua ne utilizza meno della met:litaliano, ad esempio, una trentina, mantre lalbanese pi di trentacinque. I suoni articolatiche vengono utilizzati in una lingua e che contribuiscono a formare le unit superiori dellalingua stessa (morfemi, parole, frasi, periodi, ecc.) si chiamano fonemi. Suono e fonema inrealt esprimono due concetti diversi, intendendosi per fonema soltanto il suono inseritonella struttura di una lingua. Comunemente, per, tali termini sono utilizzati comesinonimi.

    La lingua scritta ha bisogno di simboli grafici per rendere visibili i fonemi che sonopercepiti con ludito. Tali segni grafici sono le lettere o grafemi che costituiscono

    lalfabeto.La storia della scrittura inizia nella preistoria con i graffiti con i quali gli uomini

    primitivi descrivevano le lore cacce o le guerre o momenti di vita. Tale scrittura vienedefinita pittografica, poich fatta di disegni e di pitture che descrivono le cose viste, nonquelle udite come fanno le scritture sillabiche, consonantiche o alfabetiche.

    Si pass poi allutilizzo di figure che non indicavano pi soltanto ci cherappresentavano, ma, attraverso stilizzazioni e schematizzazioni assumevano la funzionedi segni simbolici ai quali potevano essere attribuiti vari significati: tali erano gliideogrammi, cosidetti perch ogni figura stilizzata non era pi la raffigurazione di unoggetto, ma il simbolo delloggetto o unidea astratta che a quelloggetto era in qualche

    modo legata. La scrittura ideografica pi conosciuta quella geroglifica degli antichi Egizi.Si deve ai Fenici, nel II millennio a.C., linvenzione di una scrittura che attribuiva un

    segno grafico ad ogni consonante che costituiva una parola e che, per, trascurava levocali. Tale sistema di scrittura fu poi perfezionato dai Greci che integrarono linsieme deisegni consonantici dei Fenici con laggiunta di altri segni per le vocali. Finalmente, ognisegno scritto (lettera o grafema) corrispondeva a un suono della lingua e ogni fonema, inmaniera pi o meno approssimativa, poteva essere trascritto. Era nato cos lalfabeto.

    La storia dellalfabeto albanese abbastanza lunga e complessa e giunge alla suaultima e definitiva (almeno fino ad oggi) tappa solo nel 1908, quando a Monastir, inMacedonia, dal 14 al 22 novembre, in un congresso tematico, si diede vita all attuale

    alfabeto albanese composto da trentasei lettere. un alfabeto che utilizza le lettere latine,ricorrendo ad alcuni digrammi per rappresentare i suoni che in latino non sono presenti.Inoltre, rende alcuni suoni in maniera a volte imprevedibile per chi conosce soltantolalfabeto latino. il caso, ad esempio, della lettera x che rende il suono della z dolceitaliana; della xh che corrisponde alla g dolce italiana in giro, giardino; della zh che sipronuncia come laj francesenella parolajour (giorno); della q che ha un suono occlusivopalatale sordo simile al digramma italiano ch seguito dalla i come nelle parole chiesa,chiodo, chiuso. A parte questi caratteristiche originali, lattuale alfabeto albaneserappresenta, finalmente, il mezzo unitario con il quale gli albanesi nel mondo, siano essiSchipetari, Kosovari, Macedoni, Arbresh o Arvanit, possono scrivere ognuno la propria

    lingua e comunicare tra loro senza aggiungere alle difficolt dovute alle differenze delleparlate locali anche linutile ostacolo di segni grafici eterogenei.

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    Prima del 1908, tutti gli scritti che attestano lalbanese dei secc. XV-XVII non solopresentano una grafia diversa da quella attuale, ma sono vergati in sistemi alfabetici traloro diversi, anche quando i rispettivi autori vissero nella medesima epoca o provenivanodalla medesima area geografica1.

    A Piana degli Albanesi, solo per citare alcuni illustri esempi, Demetrio Camarda, perscrivere in arbresh nell800, utilizz per un certo periodo lalfabeto greco, mentreGiuseppe Schir, attraverso vari passaggi, giunse allinizio del secolo scorso, a far uso diun alfabeto su base latina che era ancora in uso negli scritti arbresh prodottidallEparchia di Piana degli Albanesi fino a qualche anno fa, fino a quando, cio, era invita Papas Gjergji Schir.

    1. Lettere.

    La presenza, nella lingua di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, del suonofricativo palatale sordo che non presente nellalbanese standard ha imposto la creazione deldigramma hj cui si d la dignit di consonante al pari degli altri digrammi presentinellalfabeto di Monastire del quale tratteremo pi avanti.

    Lalfabeto arbresh, quindi, ha 37 lettere (30 consonanti e 7 vocali), una in pi di quelloalbanese:

    Minuscole:

    a,b,c,,d,dh,e,,f,g,gj,h,hj,i,j,k,l,ll,m,n,nj,o,p,q,r,rr,s,sh,t,th,u,v,x,xh,y,z,zh.

    Maiuscole:

    A, B, C, , D, Dh, E, , F, G, Gj, H, Hj, I, J, K, L, Ll, M, N, Nj, O, P, Q, R,Rr, S, Sh, T, Th, U, V, X, Xh, Y, Z, Zh

    Dei due segni grafici che compongono i digrammi, soltanto il primo diventamaiuscolo.

    2. Pronuncia delle lettere dellalfabeto.

    1Cfr. M. Mandal, Giuseppe Schir Opere, Vol. I, 1998, p. XXXVIII.

    VOCALILettera Suono Articolazione G.Schira come ain italiano vocale bassa aperta ae come e in italiano. vocale media anteriore alabiata, semiaperta e

    suono simile a i in inglese ingirl, bird, first.Es.: ngjll-angelo, vr-buco, mm-mamma.

    vocale centrale media alabiata

    i come i in italiano. vocale anteriore alta non arrotondata io come o in italiano. vocale media posteriore labiata semiaperta ou come u in italiano. vocale posteriore alta arrotondata u

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    ynella lingua arbreshe ha lo stesso suono dellai.Viene mantenuta per questioni etimologiche e peresigenze di uniformit grafica con la lingua shqipe.

    y, i

    CONSONANTILettera Suono AFI* Articolazione

    G.Schir

    b come bin italiano [b] occlusiva bilabiale sonora b

    ccome zzdellitaliano inpizza, o zin nazione.Es.: cop-pezzo, cimb-pizzico, i citur-sazio. [ts] occlusiva alveodentale sorda ts

    come cdellitaliano in cera, ciliegia, cece.Es.: mae-gatta, el-accendo, anj-rompo. [t] occlusiva palatoalveolare sorda

    d come d in italiano [d] occlusiva postdentale sonora d

    dhcome th in inglese in that, this,father.Es.: dhe-terreno, dhi-capra, dhomat-fascio. [] fricativa apico-dentale sonora dh

    f comef in italiano. [f] fricativa labiodentale sorda f

    gcomeg in italiano ingara, gusto o comegh inghiro.Es.:gur-pietra,grshr-forbici,geg-ghego [g] occlusiva velare sonora g

    gj

    suono simile aghi in italiano inghianda.

    Es.:gjegjem-sento,gjak-sangue,gjum-sonno.[j] occlusiva palatale sonora gj

    hsuono aspirato come h dellinglese in hand, hall.Es.: ha-mangio, hi-cenere, hon-dirupo. [x] fricativa velare sorda h

    hjsuono aspirato come hdellinglese in humor, hew.Es.: hje-ombra, hjivull-languore, hjedh-lanciare, hjim-discesa. [] fricativa palatale sorda hj

    jcome i in italiano nelle parole ieri, aiuola.Es.:jam-sono,jav-settimana,ju-voi,jo-no. [j] fricativa palatale sonora i, j

    kcome c in italiano in casa, cuore o come ch in qualche, fuochi.Es.: kam-ho, ke-hai, kil-chilo, koll-tosse, kudh-pentola [k] occlusiva velare sorda k

    l come l in italiano. [l] liquida alveodentale laterale l

    ll una consonante sonora prodotta ponendo la linguasull'ugola.Es.: moll-mela, ulli-oliva, i rrall-raro, dielli-il sole

    [] fricativa uvulare sonora ll

    m come m in italiano. [m] nasale bilabiale mn come n in italiano. [n] nasale dentale n

    njcomegn in italiano ingnomo, ragno, degno.Es.: nj-uno, njoh-conosco, njize-presto. [] nasale palatale nj

    p comep in italiano. [p] occlusiva bilabiale sorda p

    qsuono simile a chiin italiano in chiave, chiodo, chiedo.Es.: qasem-mi avvicino, qen-cane, qime-pelo, qelq-bicchiere. [c] occlusiva palatale sorda kj

    rcome r in italiano in mare, pero, mora.Es.: i ri-nuovo, rr-sabbia, ros-anatra, er-vento. [r]

    liquida alveodentalemonovibrante

    r

    rrcome rrin italiano.Es.: rri-sto, arr-noce, e rreme-bugia, rronj-vivo, rrush-uva,furr-forno

    [rr]liquida alveodentalepolivibrante

    rr

    s come s inizialein italiano in sole, sipario.Es.: sa-quanto, lis-quercia, sumb-bottone. [s] fricativa alveodentale sorda s

    shcome sc in italiano in scena o sci in sciocco, sciupare.Es.: shes-vendo, shi-pioggia, vishem-mi vesto, shum-molto. [] fricativa palatoalveolare sorda sh

    t come t in italiano. [t] occlusiva postdentale sorda t

    thcome th in inglese in three, thigh, think.Es.: thes-sacco, thik-coltello, thom-dico. [] fricativa apico-dentale sorda th

    v come v in italiano. [v] fricativa labiodentale sonora v

    xcome z in italiano in zero, zucca.Es.: x-apprendo, nxier-tolgo, xathur-scalzo. [dz] occlusiva alveodentale sonora dz

    xhcomeg in italiano ingelo, giro ogi ingiacca, giusto.Es.: xhapi-ramarro, xhesh-svesto, xhllon-gonna [d]

    occlusiva palatoalveolaresonora

    dx

    z

    come la s intervocalica in italiano in rosa, base.

    Es.: miz-mosca, i zi-nero, zonj-signora, zmr-cuore. [z] fricativa alveodentale sonora zzh

    comej francese injour, je.Es.:gozhd-chiodo,grazhd-stalla. [] fricativa palatoalveolare sonora x

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    *Alfabeto Fonetico Internazionale.

    Come si evince dalla tabella precedente alcuni suoni consonantici sono rappresentatida digrammi: dh, gj, hj, ll, nj, rr, sh, th, xh, zh.

    Le lettere dellalfabeto rappresentate da un solo segno si chiamano semplici, mentrequelle rappresentate da due segni si chiamano composte.

    In albanese non esistono consonanti doppie ad eccezione della rr che per siconsidera una lettera a se stante poich la si pu trovare, oltre che nel corpo della parola,anche allinizio ed alla fine: rronj(vivo),jarrura(arrivai), marr(prendo).

    La ll non va considerata una consonante doppia in quanto, soprattutto nellarbresh,ad essa corrisponde un suono completamente diverso da quello della l.

    A differenza dellitaliano le consonanti nella lingua arbreshe si leggono sempre allastessa maniera davanti a qualsiasi vocale. Quindi si pu dire che non esistono suoni che sirappresentano con lettere diverse e che non esistono lettere che rappresentano pi suoni.

    Suono italiano AFI Come si scriverebbe con lalfabeto arbresh

    ca, che, chi, co, cucane, amiche, fichi, cosa, cuore

    kka, ke, ki, ko, kukane, amike, fiki, kosa, kuore

    cia, ce, ci, cio, ciuciao, cera, circo, cioccolato, ciurma

    ta, e, i, o, uao, era, irko, okolato, urma

    ga, ghe, ghi, go, gugara, spighe, ghiro, gola, gufo

    gga, ge, gi, go, gugara, spige, giro, gola, gufo

    gia, ge, gi, gio, giugiardino, gelo, giro, giostra, giusto

    dxha, xhe, xhi, xho, xhuxhardino, xhelo, xhiro, xhostra, xhusto

    gnlagna, lavagne, segni, ragno, ognuno njlanja, lavanje, senji, ranjo, onjuno

    glgutturalegiungla, negletto, glicine, globo, glutine

    glglxhungla, negleto, gliine, globo, glutine

    glpalatalemaglia, raglio, figli

    lj (simile)malja, raljo, filji

    s sordasala, seme, sito, sole, sugo

    sssala, seme, sito, sole, sugo

    s sonorapausa, mese, crisi, riso, presunto, smettere,crisma

    zzpauza, meze, crizi, rizo, prezunto,zmettere, krizma

    sca, sche, schi, sco, scuscala, scheda, fischi, scossa, scudo

    sk skskala, skeda, fiski, skosa, skudo

    scia, sce, sci, scio, sciusciame, scelta, pesci, liscio, sciupare

    shshame, shelta, peshi, lisho, shupare

    z sordapinza, calze, sforzi, marzo, zuffama anchepizza, pezze, mazzi, mozzo, cazzuola

    ts

    cpinca, kalce, sforci, marco, cufa

    pica, pece, maci, moco, kacuolaz sonorazaino, zelo, zingaro, zona, zucca

    dzxxajno, xelo, xingaro, xona, xuka

    Lalfabeto arbresh ha quindi pi lettere rispetto allitaliano per due ragioni:

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    1) Possiede pi suoni: dh, hj, gj, ll, q, th, zh.2) Ad ogni suono corrisponde una lettera.

    Quindi, se da una parte pu sembrare pi difficile da imparare per labbondanza di

    segni grafici, dallaltra non necessitadi regole particolari da seguire nella pronuncia delleconsonanti, poich una volta imparato il suono cui corrisponde una lettera, esso restersempre lo stesso davanti ad ogni vocale e ad ogni consonante. Mentre, facendo riferimentoalla tabella precedente, ad esempio, la lettera g in italiano cambia di suono ben cinquevolte: 1) ga, go, gu; 2) ge, gi; 3) gna, gne, gni, gno, gnu; 4) gli (di aglio); 5) gli (di glicine,

    glicogeno); e la lettera stre volte: 1) sala; 2) sbaglio; 3) sciame.Semplificando si pu dire che lalfabeto italiano un sistema di scrittura imperfetto

    non riuscendo a realizzare, come fa lalfabeto arbresh/albanese, una perfettacorrispondenza tra fonemi e grafemi, cio tra suoni e lettere. In altre lingue, come adesempio il francese e linglese, tali divergenze tra fonemi e grafemi sono ancora pi

    marcate. Per ovviare a queste mancanze degli alfabeti tradizionali, i linguisti hanno creatogli alfabeti fonetici che sono degli strumenti scientifici convenzionali nei quali ogni singolosegno rappresenta sempre e soltanto un singolo suono o fonema. Tra gli alfabeti fonetici, ilpi diffuso quello elaborato dallAssociation Phontique Internationale.

    3. Particolarit della pronuncia e dellortografia delle vocali.

    1) Le vocali A, Eed Onon presentano rilevanti peculiarit di pronuncia n problemiortografici, almeno per quanto riguarda i limiti didattici e gli obiettivi che la presentegrammatica si prefigge. Si rimanda a testi specialistici di linguistica e glottologia albanese

    per ulteriori approfondimenti.

    2) La vocale pone invece qualche problema soprattutto perch in talune posizioniallinterno o alla fine della parola la sua pronuncia spesso pu risultare poco avvertibile.Va ricordato che nella letteratura arbreshe, a seconda della pronuncia, la veniva resacon grafemi diversi (, ae, a).

    La vocale pu essere accentata o atona.

    a) La non accentata.

    Dai linguisti considerata una vocale mobile, instabile. Nella lingua parlata infattici ha comportato alcune modificazioni del suo suono.

    Quando si trova in fine di parola e due sillabe dopo laccentoscompare del tutto sianella pronuncia che nella scrittura: uthull()(aceto), flutur()(farfalla), bukur()(bello).

    Quando in fine di parola nella sillaba successiva a quella tonica si sentedebolmente: buk(pane), vajz(ragazza),jav(settimana), ver(vino), ecc.

    La sua presenza ha per un ruolo sia grammaticale che fonetico.Grammaticalmente la finale non accentata il marcatore grammaticale del genere

    femminile, dit (giorno), an (lato), sumb (bottone), sheg (melograno) e del plurale, nj

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    oi coibentare kojbentare kujtojme(ricordamelo), shkoja(passavo)iu fiume, piuma fjume, pjuma ju(voi), juve(a voi)ia fiato, piano fjato, pjano fjal(parola), djal(ragazzo)ie ieri, miele jeri, mjele rrjedh(corro), tvjela(vendemmia)

    io pioggia, ione pjoxha, jone jona(la nostra), jo(no), mbjodha(raccolsi)

    N.B.: anche in combinazione con altre vocali il suono vocalico i mantiene il grafema i neiseguenti casi:

    1) Quando vi cade laccento tonico e quindi non forma un dittongo: shpa(la casa), delli(ilsole), dha(la capra), a(egli, quello), mu(il topo), nxier(tolgo) ecc.

    2) Quando, pur seguendo una vocale tonica, si trova in finale di parola:moi(il mese),jatroi(ilmedico), kroi(la fonte), lei! (lasciali!), zei! (prendili!), hai! (mangiali!).

    3) Quando, pur non ricadendo nei casi precedenti, la grafia injmodificherebbe il suono dellaconsonante che la precede. Ci si verifica nel caso in cui il suono i atono segue la lettera n. Quindisi scriver e hnia(lunedi), e shtunia(sabato) ecc. In passato si preferiva interporre tra la lettera n ed

    il suono i la vocale : e hnja, e shtunja.Questo stratagemma va considerato oggi fuori dalleregole ortografiche.

    4) Nella forma indeterminata dei casi obliqui dei nomi femminili in -g: lug (cucchiaio) lugie, sheg(melograno)shegie

    5) Nelle parole di origine latina o straniera: version, nocion, italian, ecc.

    4. Particolarit della pronuncia e dellortografia delle consonanti.

    1) Pronunzia delle consonanti sonore:b,d,dh,g,gj,v,x,xh,z,zh.

    Differentemente dalla lingua albanese, in arbresh le consonanti sonore sipronunciano come la corrispondente sorda in due casi:

    In finale di parola.

    Grafia Pronuncia

    b p dhmb (dente),humb (sprofondare),cimb(pizzico), elb (orzo), glmb (spina), thelb(spicchio)

    dhmp, hump, cimp,elp,glmp,thelp

    d t njmend (pocanzi), argjnd (argento),fund (fondo, culo), mnd (v. potere),vend (luogo)

    njment, argjnt,funt,mnt,vent

    dhth lidh (legare), i madh (grande), zgledh(leggere),lodh (stancare) ,rrjedh (correre)

    lith, i madh, zgleth,loth,rrjeth

    g k lng (sugo), shteg (sentiero), zog(pulcino), djeg (bruciare), lag (bagnare, ilig (cattivo)

    lnk,shtek,zok,djek,lak,i lik,

    gj q gjegj! (senti!), qengj (agnello), rregj (re),zogj (pulcini), u dogj (si bruci), t ligj

    (cattivi)

    gjeq,qenq, rreq, zoq,u doq,t liq

    j hj aj (morso), vaj (olio), muaj (mese), vej ahj,vahj,muahj,vehj,

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    (andava), rrij (stava), rroj (viveva), vuj(metteva),meshkuj (maschi)

    rrihj, rrohj, vuhj,meshkuhj

    ll h uthull (aceto), qell (portare), mbiell(seminare), mbyll (chiudere), miell

    (farina),petull (focaccia),fill (filo)

    uthuh, qeh, mbieh,mbyh, mieh, petuh,

    fihz s gaz (risata), brez (cintura), dhez

    (accendere),kurriz (schiena), loz (giocare),mbraz (svuotare)

    gas,bres,dhes,kurris,los,mbras

    Quando precedono unaltra consonante sorda. Fa eccezione la j che, assumendo lafunzione di semivocale, mantiene il suo suono.

    Grafia Pronuncia

    t humbtit (la profondit), t

    kalbta (marcite)

    t humptit,t kalpta

    i njqindt (centesimo), iargjndt (argenteo)

    i njqinti,i argjnt

    t lodhtit (la stanchezza),ardht (venga), t madht (lasuperbia)

    t lothtit,artht,t matht

    t ligt (il male), t lagta(bagnate)

    t likt,t lakta

    gjegjshim (che ci sentiamo), tligjt (i cattivi), zogjt (i

    pulcini)

    gjeqshim,t liqt,zoqt

    t rrallta (rare) t rrahtat mbraztit (il vuoto) t mbrastit

    Dal momento che la pronuncia sonora non costituisce un errore e per non ingeneraredegli equivoci di natura semantica o etimologica si preferisce mantenere nella grafia laconsonante sonora. Nella letteratura arbreshe e negli scritti religiosi, tuttavia, viene quasisempre riportata la grafia che riproduce la pronuncia: i math,i lik,rreq,zoqtecc..

    2) La consonanteg.

    In alcune parole della parlata di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela la gassume le caratteristiche di una fricativa velare sonora simile alla ll che, per, unafricativa uvulare. La maggior parte di queste parole sono di origine siciliana o italiana.Graficamente alcuni autori esprimono questo suono creando il digramma gh. Nellamoderna letteratura arbreshe questo digramma non viene usato soprattutto per questionietimologiche e per la doverosa ricerca di una uniformit ortografica con le altre parlatearbreshe e con la lingua albanese. Lo si ritrova soprattutto negli scritti che riportano illinguaggio vernacolare (poesie popolari, testi teatrali), in particolare nei vocaboli diorigine siciliana.

    Parole di orgine arbreshe:

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    Grafia Pronunciagzim(gioia),gajdhur(asino)grish(invitare)

    pagzim(battesimo)pagzonj(battezzare)rrug(strada), ecc.

    ghzimghajdhurghrish

    paghzimpaghzonjrrugh

    Parole di origine siciliana, italiana o straniera:

    Grafia Pronuncia

    garazh,gurg,gum,gust,guant,guaj,grnk,granfarfugur,fugatjar

    magare, ecc.

    gharazh,ghurgh,ghum,ghust,ghuant,ghuaj,ghrnk,ghranfarfughur,fughatjar

    maghare

    3) La letterahj.

    Questa lettera costituisce lunica differenza grafica tra lalfabeto arbresh e quelloalbanese. C chi nega la legittimit di tale aggiunta portando come motivazione il fattoche gi nellalfabeto di Monastir sono presenti le lettere h e j che costituiscono taledigramma e che lunione di queste due lettere gi renderebbe il suono fricativo palatalesordo. Non volendo entrare in disquisizioni linguistiche (sulla reale corrispondenza tra il

    suono eventualmente derivante da h+ je quello, tipicamente arbresh, rappresentato daldigramma hj) che andrebbero ben oltre le competenze di chi ha formulato la presentegrammatica, ci si limita in tale contesto a giustificare linserimento della hj nellalfabetoproposto con tre motivazioni:

    a) la volont di non cadere nella tentazione di riscrivere regole ormai accettate evalidate, se non altro, dalla consuetudine. La lettera hj gi stata inserita nellalfabetoarbresh in altre pubblicazioni a finalit didattiche pubblicate a Piana degli Albanesi(Udhtimi);

    b) in albanese (shqip) la semivocale j non si trova mai in fine di parola dopo unaconsonante. Il segno graficojfinale lo si trova solo nei digrammigje njo dopo una vocale.

    In arbresh, invece, seppur in rare parole, il suono corrispondente al digramma hj puessere finale, ad esempio, nelle parole amahj(battaglia), ehj(affilare), rahj(colle);

    c) affermando che la hj in realt lunione di due lettere gi esistenti, si potrebbe direla stessa cosa per lagj (g +j) e per laq (k +j).

    4) La pronuncia dellaj.

    Abbiamo gi detto che lajin finale di parola assume il suono sordo della hj.Ci si verifica in genere nei seguenti casi:

    Nella terza persona singolare dellimperfetto indicativo attivo e riflessivo/medio-passivo:

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    Es.: mbaj/mbahej (teneva/si teneva), laj/lahej (lavava/si lavava), vej/vehej (andava/siandava), lyej/lyhej (ungeva/si ungeva), lj/lhej (lasciava/si lasciava), zj/zhej (prendeva/si

    prendeva), vij/vihej (veniva/si veniva), shkoj/shkonej (passava/si passava), shpoj/shponej(pungeva/si pungeva), vuj/vuhej (metteva/si metteva) mbahj/mbahehj, lahj/lahehj,

    vehj/vehehj, lyehj/lyhehj, lhj/lhehj, zhj/zhehj, vihj/vihehj, shkohj/shkonehj,shpohj/shponehj,vuhj/vuhehj.Nel plurale di alcuni nomi maschili:Es.: bij (figli), fij (fili), kunguj (zucche), meshkuj (maschi) bihj, fihj, kunguhj,

    meshkuhj.Negli aggettivi e nei pronomi possessivi di terza persona singolare:Es.: i tij(suo, di lui), i saj(suo, di lei), tij,atij,asajecc.i tihj,i sahj,tihj,atihj,asahjecc.

    5) La consonanteRr.

    La rr lunicosuono doppio dellalfabeto arbresh. Rappresenta sia un fonema cheuna consonante dal momento che in albanese si pu trovare allinizio, nel corpo ed in finedi parola.

    Rriniziale: rronj(vivo), rri(sto), rrfienj(racconto), rrenj(radice), rrot(ruota), ecc.Rr nel corpo della parola: arr (noce), jarrnj (arrivo), brrul (gomito), harronj

    (dimentico), ecc.Rrin fine di parola: derr(maiale), korr(mieto), morr(pidocchio), vjehrr(suocero), zjarr

    (fuoco), ecc.

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    LE SILLABE

    La divisione in sillabe delle parole arbreshe abbastanza semplice ma differiscedallitaliano per la presenza di alcuni gruppi consonantici, mb, nd, ng, ngj, nx, ft, fshche

    nella divisione sillabica non si scompongono. Per semplificare si pu dire che in albanesetutti i gruppi consonantici che possono ritrovarsi anche ad inizio di parola non si separanonella divisione in sillabe. Basta ricordare che:

    - una consonante che si trova tra due vocali forma sillaba con la vocale che la segue.Es.: v-ra (il buco), rro-dha (corsi), ku-dhi (la pentola), m-ma (la mamma), be-sa (la

    fede), la-he-sha(mi lavavo).

    - un gruppo di consonanti che si trova tra due vocali fa sillaba con la vocale che losegue a condizione che sia un gruppo consonantico che pu stare anche ad inizio di

    parola.Es.: kri-mbi( il verme), ba-shk(insieme), hu-nd(naso), klo-ft(sia), ka-fsh(animale),h-nx(luna), spr-nx(speranza), lla-psa-n(rapa selvatica) ecc.

    - quando due consonanti consecutive non si ritrovano mai ad inizio di parola, laprima fa parte della sillaba precedente, la seconda della seguente.

    Es.: e prm-tja(venerdi), shej-t(santo), son-te(stasera), van-te-re(grembiule),i maj-m(grasso), ab-si-d(abside).

    - se in una parola sono presenti due vocali consecutive la prima fa parte della sillaba

    precedente, la seconda della seguente. Bisogna ricordare che la j da considerare unaconsonante.Es.: hu-anj(prestare), gru-a(donna),ja-tro-i(il medico), du-ak (bisaccia).

    - le parole composte si sillabano secondo i loro elementi costitutivi.Es.: mos-gj (niente), mos-nje-ri (nessuno), pr-di-ta (quotidianamente), pr-ja-sht

    (fuori, in campagna).

    LACCENTONella lingua arbreshe laccento tonico pu cadere su qualsiasi sillaba della parola.

    Le parole plurisillabe sono per la maggior parte piane. Le sdrucciole o le bisdrucciole siritrovano nella flessione di alcuni nomi o nella coniugazione dei verbi. Quindi, come initaliano, in base alla posizione dellaccento le parole si distingueranno in:

    tronche, con laccento sullultima: fol(nido), kushr(cugino), kujt!(ricorda!), grdh(granello), ecc.

    piane, con laccento sulla penultima: lle(fiore), lp(mucca), brr(uomo), qndrva(rimasi), ecc.

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    sdrucciole, con laccento sulla terzultima: thulla (laceto), kngulli (la zucca),zgjnesha(mi svegliavo), brravet(agli uomini), ecc.

    bisdrucciole, con laccento sulla quartultima: flturavet(alle farfalle), kmbullavet(alleprugne), t bkuravet(alle belle), ecc.

    Nella lingua scritta non si usa laccento grafico.

    ELISIONE E TRONCAMENTO

    Per elisione si intende la perdita della vocale finale di una parola davanti ad unaltra

    parola che inizi per vocale. Nella lingua arbreshe lelisione poco frequente e si limitaalla caduta della in due casi:1) nelle forme pronominali m e t quando si incontrano con le forme pronominali

    brevi i ed ee con la particella u del medio-passivo: te thash(te lo dissi), me prure(me lhaiportato), ti drgova(te li ho mandati), mi dha(me li diede), mu duki mir(mi sembr buono),tu a makina(ti si guast la macchina).

    2) nella particella t del congiuntivo, del condizionale e del futuro quando sincontracon le forme pronominali brevi i, e, ia, ju, jue: ka te shohsh (lo vedrai), ki ti veja (sareidovuto andarci), dua tju flas(voglio parlarvi), deja tjue thshja(volevo dirvelo).

    3) nelle persone del verbo jam (essere) che terminano in vocale e che costituiscono la

    forma progressiva di un verbo (che in italiano si esprime con il verbo stare + il gerundio):jane ven (stanno andando), jine shrbeni (state lavorando), jeme hyjm (stiamo entrando),ishe haja(stavo mangiando), ishe dilje(stavi uscendo).

    4) nelle persone dei verbi rri(stare), vete(andare), vinj(venire), ecc. che terminano pervocale quando assumono il significato di svolgere unazione prolungandola nel tempo: rrine bjn?(che stanno a fare?), rrine vrreni(state a guardare), rrime e presjm(stiamoad aspettarlo), vete ha (vado a mangiare), vate u shkrua (and ad iscriversi), jerdhe u fal(venne a salutare), vine bni?(che venite a fare?).

    Il troncamento indica la perdita di vocale o di unintera sillaba finale di parola. In

    italiano il troncamento non si indica con alcun segno (es.: ben fatto, nobil uomo, fin quandoecc.). Nella lingua arbreshe letteraria il troncamento raro. Si suole indicare, nei casi incui si verifica, con lapostrofo:

    1) in alcune forme verbali servili o fraseologiche: vje m rar< vjen m rar (vuoldire), ki t zgjoneshim< kishm t zgjoneshim(avremmo dovuto svegliarci), do bni?< doni t bni?(cosa volete fare?), pat t jikjn< patn t jikjn(dovettero fuggire), dej veja