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2016 25 PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE PRO RETINOPATICI ED IPOVEDENTI CONTINUANDO COSì IL FUTURO NON CI FA PAURA Ausili, dibattito aperto è più importante il mezzo o il fine? (alle pagg. 8-9) Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale 70% CB-NO/TORINO N° 25 - 8/2016 Seguici su facebook alla pagina Apri Onlus Occhi Aperti afi rvi s.n.c. di Robto zzarino & Fulvio Po?to

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE PRO RETINOPATICI ED IPOVEDENTI

C O N T I N U A N D O C O S ì I L F U T U R O N O N C I FA PA U R A

Ausili, dibattito apertoè più importante

il mezzo o il fine? (alle pagg. 8-9)

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Anno 8 - Numero 25Organo ufficiale di A.P.R.I. Onlus

(Associazione Pro Retinopatici ed Ipovedenti) Rivista bimestrale di informazione, cultura e aggiornamento scientifico

Registrazione Tribunale di Torino n° 65 del 16/11/2009 Stampa: EUROINTERMAIL s.r.l. - Via delle Rose 7b - 24040 Lallio (BG)

Chiuso in tipografia dicembre 2016Direttore Responsabile: Stefano Bongi - Caporedattore: Debora Bocchiardo

In redazione: Sandra Giacomazzi, Eugenio Mattiazzi, Giusy Pinna

ALTO CANAVESE: Responsabile: Jolanda Bonino - Tel. 339.411.17.00 - [email protected]

AVIGLIANA: Responsabile: Rinaldo Massola - Tel. 340.485.13.32 - [email protected]

CANAVESE: Responsabile: Erik Piovanelli - Tel. 347.223.45.01 - [email protected]

CHIVASSO: Via Paleologi 2 - c/o Centro “Paolo Otelli” - 10034 Chivasso (TO) - Responsabile: Ornella Valle - Tel. 333.441.31.94 - [email protected]

CIRIÈ: Responsabile: Luigi La Torraca - Tel. 339.638.88.97 - [email protected]

COLLEGNO: Via Roma 102 - c/o BASCO - 10093 Collegno (TO) Responsabile: avv. Oscar Spinello - Tel. 348.160.63.15 - [email protected]

DOMODOSSOLA: Via Dissegna 20 - c/o Confartigianato - 28845 Domodossola (VB) Responsabile: Francesca Cerame - Tel. 0324.22.67.11 (chiedere di Francesca Cerame) - [email protected]

GRAVELLONA TOCE: Responsabile: Ruben Besutti - Tel. 340.784.94.07

ORBASSANO: Via A. De Gasperi 28 - 10043 Orbassano (TO) - Responsabile: Loretta Rossi - Tel. 011.908.69.56 - [email protected]

SETTIMO TORINESE: Via Fantina 20 - 10036 Settimo Torinese (TO) - Responsabile: Vito Internicola - Tel. 011.801.27.38 - [email protected]

SUSA: Via Brunetta 5 - c/o Associazione “Sorridere Insieme” - 10059 Susa (TO) Responsabile: Elena Biglia - Tel. 340.697.66.02 - [email protected]

VALLI DI LANZO: Responsabile: M. Teresa Pocchiola - Tel. 011.74.76.22

VAL SANGONE: Responsabile: Valter Perosino - Tel. 334.307.46.16 - [email protected]

VENARIA REALE: Via Nazario Sauro 48 - 10078 Venaria Reale (TO) - Responsabile: Liliana Cordero - Tel. 011.452.07.39

VERBANIA: Responsabile: Adolfo Nicolussi - Tel. 333.247.64.38

DELEGAZIONI ZONALI

ASTI: Via Giosuè Carducci 22 - 14100 Asti - Responsabile: Renata Sorba - Tel. 333.362.10.74 - [email protected]

GENOVA: Largo Rosanna Benzi 10 - c/o RP LIGURIA - 16132 Genova

Responsabile: Claudio Pisotti - Tel. 010.54.11.20 - Cell. 346.031.06.24 - [email protected]

MILANO: Via Giovanni Masera 6 - 20129 Milano - Responsabile: Enrico Negri - [email protected]

VERBANO CUSIO OSSOLA: Via Monte Massone 5 - 28887 Crusinallo di Omegna (VB) Responsabile: Laura Martinoli - Tel. 331.104.23.79 - [email protected]

VERCELLI: Via Giovanni Lanza 9 - 13039 Trino Vercellese (VC) - Responsabile: Cinzia Frassà - Tel. 0161.80.42.70 - [email protected]

SEZIONI DECENTRATE

SEDE LEGALEVia Generale Dalla Chiesa 20/2610071 Mappano di Caselle (TO)Tel. 011.996.92.63 - [email protected]

SEDE OPERATIVAVia Benvenuto Cellini 14 - 10126 Torino - Tel. 011.664.86.36 - Fax 011.664.16.56Segreteria telefonica informativa: Tel. [email protected] - www.ipovedenti.it

A.P.R.I. ONLUSASSOCIAZIONE PRO RETINOPATICI ED IPOVEDENTII NOSTRI RIFERIMENTI SU TUTTO IL TERRITORIO

COMITATO GIOVANI: Responsabile: Daniel Auricchia - giovani @ipovedenti.it

SPORTELLO INFORMATICO (computer e telefonia mobile): Responsabile: Alessandro Albano - [email protected]

GRUPPO SPORTIVO: Responsabile: Davide Alagna - [email protected]

COMITATO MACULOPATIE GIOVANILI: Responsabile: Michela Vita - [email protected]

COMITATO NON VEDENTI AFRICANI: Responsabile: Stephan Ebongue - [email protected]

GRUPPO TEATRALE “APRI IL SIPARIO!”: Responsabile: Antonella Esposito - tel. 347 - 69.25.454

GRUPPO VOLONTARI: Responsabile: Dajana Gioffrè - dajana.gioffrè@gmail.com

COMITATI TEMATICI E GRUPPI DI LAVORO

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SPECIALISTI: INVIATECI I VOSTRI PAZIENTI!

Il punto del Presidente

Ogni giorno giungono regolarmente alla nostra sede visite o telefonate di persone con gravi problemi visivi rispetto ai quali, purtroppo, è al

momento difficile ipotizzare un prossimo miglioramento. A loro chiedo quasi sempre come abbiano fatto a trovare il riferimento dell’associazione e le loro risposte sono le più svariate: internet, volantini, pagine gialle, una copia della rivista, passa parola di amici o conoscenti ecc. Pochi, davvero molto pochi, riferiscono invece di aver ricevuto indicazioni dal proprio oculista di fiducia. Perché? Eppure il nostro giornale è spedito a tutti gli oftalmologi del Piemonte, pubblici e privati, il sito dell’associazione risulta facilmente rintracciabile, evidenzia ogni attività sociale portata avanti dal sodalizio e fornisce numerose informazioni di ogni genere. Spesso ho pertanto l’impressione che molti medici

vivano con disagio la prognosi negativa di alcune patologie, una sorta di sconfitta professionale. Inviando pertanto i propri pazienti ad un’organizzazione che si occupa di riabilitarli, assisterli, tutelarli e, in un certo senso, rivitalizzarli, sembra di dichiarare apertamente la propria impotenza nel ripristinare la capacità visiva. In realtà non è così. Gli oculisti del nostro comitato scientifico sanno assai bene che Apri-onlus rispetta moltissimo il loro ruolo medico, li stima e li apprezza per l’impegno che quotidianamente profondono. In determinate situazioni, tuttavia, l’associazione, con i propri servizi, può davvero contribuire non poco al delicato compito di aiutare taluni pazienti nel cammino della comprensione e dell’accettazione di una nuova dimensione esistenziale. L’opera preziosa del clinico non è in alcun modo ostacolata dal lavoro, altrettanto importante, dello psicologo, del riabilitatore, dell’esperto di ausili o dell’istruttore di mobilità. Anzi: le sinergie possono davvero essere molte e proficue. Cercheremo soltanto, nei limiti del possibile, di aiutare i pazienti in tutto ciò che può contribuire a migliorare il livello della loro vita quotidiana. Se poi, grazie alle vostre cure, magari qualcuno dovesse guarire... sarebbe davvero fantastico e nessuno toglierebbe il merito dovuto all’abilità e alla competenza dello specialista.

Marco Bongi

La redazione di Occhi Aperti e l’Apri onlus

Augurano BUON NATALE e FELICE

ANNO NUOVO !

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ECCO LE NOSTRE RICHIESTE

TERZO SETTORE

Da ormai diversi me-si si è insediata la

nuova amministrazione comunale dimostrando un intenso attivismo a tut-to campo, anzi: quasi a tutto campo. Infatti, al di là di molte parole, i fatti concreti che riguardano il terzo settore ed in par-ticolare i disabili senso-riali visivi risultano fumosi ed un po’ poco decifrabi-li. Questa affermazione non vuole essere né po-lemica, né provocatoria, ma, semplicemente, una presentazione della situa-zione oggettiva ad oggi. Non possiamo non dare fiducia ai nuovi ammini-stratori che, comunque, dichiarano poche com-petenze nel settore della disabilità, ma molta vo-lontà di colmare il più ve-locemente possibile que-sta lacuna. L’attivismo

dell’assessora Lapietra, responsabile del setto-re viabilità e trasporti, è una prova tangibile. For-se avremo delle idee non proprio omogenee con la sua impostazione, ma il punto di discussione ed il tavolo di concertazione ci porteranno sicuramen-te a trovare un punto di incontro e, ci auguriamo, condiviso al massimo. Mi sembra importante ricor-dare a grandi linee ai no-stri lettori quali sono stati e quali saranno gli obiet-tivi che la nostra associa-zione intende perseguire e che non si discostano o non sono diversi da quel-li che abbiamo cercato di perseguire con la vecchia amministrazione.Una cosa occorre però dire riguardo alla passa-ta amministrazione, che il precedente assessore

ai trasporti, a mio per-sonale parere, sulle pro-blematiche della disabili-tà ha prodotto solo danni e tensioni assumendo at-teggiamenti non consoni ad una figura istituziona-le. Questo è un giudizio personale, ma mi risulta condiviso da molti. Gli obiettivi che intendiamo continuare a perseguire possiamo identificarli in:1) Superamento delle barriere percettive chie-dendo più piste tattili in prossimità di punti strate-gici della città.2) Ridisegnare e ripensa-re l’utilizzo delle roton-de che rappresentano un grosso problema per gli attraversamenti.3) Verifica delle accessibi-lità a tutti gli uffici delle at-tività di qualsiasi genere e tipo aperti al pubblico.4) Cessione alle associa-

zioni di disabili di spazi idonei per svolgere atti-vità di ogni tipo a favo-re dei rappresentati e lo-ro famiglie.5) Politiche attive sull’as-sistenza e rinforzo del set-tore educativo.6) Ripensare all’organiz-zazione del servizio di trasporto sbarrierando tutti i mezzi pubblici, ren-dendo accessibili tutte le pensiline alle fermate, e sostituendo i segnalato-ri dei numeri dei pullman con led arancioni più vi-sibili.7) Avvio di una revisione di attribuzione al servizio alternativo di trasporto (buoni taxi).Ci pare che le cose da fa-re siano molte, importanti e necessarie per migliora-re la qualità della vita di noi tutti.

Pericle Farris

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TELETHON A FAVORE DI ASSOCIAZIONI E PAZIENTI

FIRENZE: UN INTERESSANTE INCONTRO

Promosso e organiz-zato da Telethon,

martedì 18 ottobre, a Fi-renze, contestualmente all’incontro delle princi-pali comunità scientifiche attive nel settore della te-rapia genica e delle cel-lule staminali (Internatio-nal Society for Stem Cell Research, European So-ciety of Gene & Cell The-rapy, Associazione di Biologia Cellulare e del Differenziamento) si è svolto un convegno “sa-tellite” a cui ha parteci-pato RP Liguria. Il convegno, dedicato ai malati rari ed alle loro associazioni, aperto an-che agli studenti universi-tari ed ai cittadini interes-sati, oltre ad informare sulle novità in tema di ri-cerca, per gli intervenuti è stato un momento an-che per condividerne gli aspetti scientifici ed etici: dall’uso delle cellule sta-minali e della terapia ge-nica, alle nuove frontiere del gene editing, all’uso dei test genetici, gli scre-ening neonatali, all’utiliz-zo del modello animale nelle sperimentazioni. In questo nostro resoconto, pur trovando molto inte-ressanti tutti i lavori e le attività proposte, per ra-gioni di spazio, ci limite-remo a sintetizzare solo il contenuto delle rela-zioni puramente scien-tifiche. Ad aprire il con-

vegno il prof. Alberto Auricchio dell’Istituto Tigem di Napoli, il quale ha illustrato come la tera-pia genica si ponga co-me una delle terapie in-novative più efficaci per le malattie rare. Duran-te la sua esposizione ha evidenziato come la te-rapia genica, che si av-vale dell’uso di vettori virali o di cellule stami-nali autologhe derivate dal midollo del pazien-te e successivamente mo-dificate e reintrodotte, a differenza di altri farma-ci, necessiti di una sola somministrazione per be-neficiare dell’effetto tera-peutico per molti anni o auspicabilmente per tutta la vita. Si è poi sofferma-to su due malattie che, grazie al contributo del-la Fondazione Telethon, sono in stato avanzato di sperimentazione con la terapia genica: l’amau-rosi Congenita di Leber e un’altra riguardante un difetto del metabolismo. Proseguendo nella rela-zione, ha riferito che al-tre terapie geniche sono in fase di sperimentazio-ne clinica o pre-clinica. Il suo team sta lavoran-do sulla malattia di Star-gardt. Facendo rilevare come queste attività comporti-no tempi lunghi sia nel-la fase pre-clinica per di-mostrare l’efficacia e la

sicurezza del trattamento prima di passare alla fa-se clinica, sia nella fase clinica, attività entrambe che portano a costi asso-lutamente molto elevati. Concludendo, ha affer-mato come sarà fonda-mentale nel prossimo fu-turo la collaborazione tra strutture accademiche non-profit e le industrie, le quali hanno i mezzi per supportare le speri-mentazioni cliniche, al fine di far arrivare il più velocemente possibile le terapie come quella ge-nica ai pazienti. Il dott. Giancarlo La Mar-ca, dell’Università di Fi-renze, ha focalizzato l’attenzione sul tema del-lo screening neonatale, evidenziando come con la tecnica della spettro-metria di massa (MS) si possano ottenere infor-mazioni su oltre 40 di-sfunzioni, alcune delle quali molto gravi, che possono portare ad im-portanti deficit o anche alla morte del neonato. In Italia è una legge del 1992 che regolamenta la materia, rendendo ob-bligatori solo alcuni test, ma ad oggi la copertu-ra a livello nazionale è ancora incompleta. Nel 2001 si è iniziato ad in-trodurre uno screening allargato, ma la sua dif-fusione seppur in crescita è assolutamente ancora

a “macchia di leopar-do”. Nelle conclusioni il dottore auspica che la legge emanata nel 2016 trovi applicazione (n.d.r. come si sa per avere il decreto attuativo molte volte i tempi sono lunghi, se non infiniti) al fine di assicurare a tutti i neona-ti sul territorio nazionale equità di trattamento.Il dott. Giuliano Grigna-schi, dell’Istituto Mario Negri di Milano, ha af-frontato una tematica molto controversa e non priva di accese discus-sioni dal titolo: “L’uso del modello animale nella ri-cerca, perché è ancora fondamentale”. Il dott. Grignaschi, re-sponsabile del benes-sere degli animali negli stabulari dell’Istituto Ne-gri (Milano e Bergamo), ha esordito spiegando che le attuali conoscen-ze scientifiche non per-mettono ancora di rico-struire nel dettaglio il funzionamento di un or-ganismo complesso co-me l’uomo. Le interazio-ni tra le varie cellule che formano i tessuti e quel-le dei vari organi ancora oggi non sono bene co-nosciute. Risulta impos-sibile fare delle previsio-ni esaustive sull’azione di determinate moleco-le utilizzando solamente metodologie “in vitro” o in “silico”. Ne consegue

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che solamente l’utilizzo di “modelli” molto vicini all’uomo, come gli ani-mali, possono dare delle risposte adeguate. Il mo-dello animale deve esse-re ed è utilizzato solo in caso di assoluta necessi-tà ed in mancanza di al-tri metodi alternativi. A titolo di esempio nell’u-tilizzo sperimentale per patologia, viene riferito che tra molecole e pro-ve vengono eseguite dai 10.000 ai 25.000 test in silico ed in vitro, e so-lo dopo aver avuto delle conferme di sicurezza e funzionalità, sottoponen-do e dimostrando ad un comitato etico i risulta-ti positivi ottenuti, si può passare alla sperimen-tazione animale. Viene inoltre menzionato che molti parlano dell’uso di metodi alternativi, ma questo non esclude l’im-piego di animali. Infatti, a livello di spe-rimentazione, la legge considera come animali solo i vertebrati. Un’altra circostanza risulta emble-matica: negli studi pre-clinici sull’uomo, quali e quanti volontari si rende-rebbero disponibili sa-pendo che la sicurezza di una determinata mole-cola è stata sperimenta-ta solo in vitro e in silico e non su un modello che ci può indicare con più precisione quali sono gli effetti avversi ? Occorre infine ricordare che in Italia come in parte del mondo la sperimenta-zione animale sia molto regolamentata e che si

stanno facendo molti in-vestimenti al fine di rim-piazzarla con metodi al-trettanto efficaci. Il prof. Giuseppe Testa dello IEO, Istituto Euro-peo di Oncologia di Mi-lano, ha affrontato un argomento di ricerca nell’ambito dell’epigene-tica, in particolare usan-do la tecnica di ripro-grammazione cellulare. L’obiettivo del lavoro non è quello di curare diret-tamente le malattie ge-netiche ma, attraverso la riprogrammazione cellu-lare di cellule adulte di qualsiasi tessuto, ottene-re delle cellule staminali pluripotenti (iPs) per svi-luppare modelli fisiopa-tologicamente analoghi a determinate malattie (il professore in particola-re lavora sia sul cancro che per i disordini dello sviluppo del sistema ner-voso, ma questa tecnica risulta applicabile anche ad altre malattie). Così facendo si crea una sorta di “Avatar”,

che può essere succes-sivamente utilizzato per comprendere quali sono i meccanismi dello svi-luppo della malattia ed identificare nuove tera-pie.Il prof. Luigi Naldini, del S. Raffaele di Milano, in apertura di relazione ha esordito affermando che attualmente la terapia genica ovvero la possibi-lità di manipolare e tra-sferire geni è ormai una realtà, e molti sono nel mondo gli studi clinici in questo settore, così come sono già disponibili alcu-ni farmaci. Parallelamente, però, si stanno affiancando nuo-ve tecnologie che con-sentirebbero di correg-gere direttamente i geni riparandone la funzione o riscrivere direttamen-te i geni (gene editing).Se da una parte queste tecnologie possono apri-re nuove strade per le te-rapie del futuro, alcuni interrogativi si pongono sul loro uso: la confer-

ma di efficacia e sicurez-za, ma anche sino a che punto si può agire nel modificare il DNA di una persona? Quanto, per la nostra società, saranno sostenibili i costi che ne derivano per la loro ap-plicazione clinica? Fa-rebbe molto piacere, an-che per l’interesse con cui abbiamo seguito la tavola rotonda ed in se-guito l’attività “Mettiamo-ci in gioco: Dialoghi di scienza” a cui abbiamo direttamente partecipa-to, descriverne i conte-nuti ma, come abbiamo detto sopra, per ragio-ni di spazio non è pos-sibile. Desideriamo però concludere ringrazian-do Telethon per l’invito e per l’ottima riuscita del convegno ed in partico-lare le instancabili Ales-sia Daturi e Anna Maria Zaccheddu che ci hanno simpaticamente guidato in questo percorso.

Claudio Pisotti RP Liguria

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Non si ferma la colla-borazione tra Apri

Onlus e i non vedenti del Camerun. Dopo l’avvio di numerose attività pres-so la biblioteca “Le pa-villon blanc”, nata pro-prio grazie all’impegno dell’associazione, ora dall’Africa arriva un con-fortante punto della si-tuazione che guarda al futuro. Dice il responsa-bile in Camerun Stephan Ebongue: “Abbiamo av-viato un corso breve di braille che é durato 3 mesi ed è finito il 18 ot-tobre. Si trattava di una prima prova , per capire come organizzarci. So-no sei gli studenti che lo hanno frequentato. Dopo questa bellissi-ma esperienza, voglia-mo avviarne un altro, più strutturato, che dure-rà un anno. Per questo dovremo procurarci un maggior numero di tavo-

lette senza righello e tut-te piene di caselle. Ne-gli ultimi mesi, abbiamo anche avviato un gior-nale a caratteri ingran-diti a favore di persone ipovedenti. L’abbiamo concepito sulla falsa ri-ga di Internazionale ed il primo numero ha già avuto un buon successo. Per diversificare le nostre attività, inoltre, é parti-to dal 13 di settembre,

in biblioteca, un corso di lingua italiana aper-to a tutti coloro che vo-gliono proseguire gli stu-di in Italia”. Gli operatori africani guardano avanti e spiegano: “Per febbra-io, con il supporto del centro Lions di raccolta occhiali usati di Chivas-so, inizieremo la distri-buzione degli occhiali da vista a tutte le perso-ne con difficoltà visive”.

LA BIBLIOTECA “LE PAVILLON BLANC”

PROSEGUE L’IMPEGNO IN CAMERUN

RIABILITAZIONE DI CIECHI ED IPOVEDENTIVIDEO NELLE STAZIONI DELLA METRO DI TORINO

Con soddisfazione annunciamo la proiezione in tutte le stazioni della metropolitana di tre video rea-lizzati dalla nostra associazione per illustrare le potenzialità operative dei disabili visivi. Grazie ad

un accordo fra Apri - Onlus ed il Gruppo Torinese Trasporti (Gtt), nelle prossime settimane verranno pro-iettati i video mirati ad illustrare il livello di autonomia raggiunto da alcuni disabili promuovendo l’impor-tanza della riabilitazione visiva. I protagonisti dei filmati sono i nostri soci Loretta Rossi, Michele Rosso e Vito Internicola. “Sarebbe opportuno che anche i grandi media dimostrassero sensibilità nei confronti della riabilitazione visiva - dichiara il presidente Apri- Onlus Marco Bongi - forse si renderebbero conto che prima di lanciare accuse pesanti e finti scoop su presunti falsi ciechi varrebbe la pena approfondire meglio un problema purtroppo ancora poco conosciuto. Molti non vedenti infatti hanno letteralmente il terrore di impegnarsi in un percorso riabilitativo perché temono di essere giudicati finti ciechi” .

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LA STRADA È TRACCIATA

La prima volta che eb-bi sotto mano un let-

tore vocale, un sistema compatto costituito da scanner, riconoscitore di caratteri e sintesi voca-le, mi sembrò di tocca-re il cielo con un dito. Era l’anno 2003 ed in soli dodici mesi riuscii a leggermi autonomamen-te circa una trentina di volumi cartacei. Era fini-ta, pensavo, l’epoca del-le trascrizioni in Braille, delle lunghe attese per la lettura di libri parlati, degli estenuanti “tira e molla” con la biblioteca per ciechi di Monza. Po-tevo andare in libreria, in edicola, da un amico bibliofilo, e subito torna-re a casa per leggermi immediatamente il testo prescelto. Una vera rivoluzione nell’approccio alla cul-tura. Da allora, senza dubbio, molta acqua è

passata sotto i ponti. La dimensione dell’accessi-bilità diretta, nei disposi-tivi informatici di tutti, ha fatto passi da gigante. Gli smartphone, i tablet, gli e-book readers, ci proiettano oggi, sempre di più, nella prospettiva accattivante di un’acces-sibilità globale che, fino a pochi anni fa, appari-va chimerica e quasi una pura utopia. Ogni nuovo prodotto di comunicazio-ne, in altre parole, sarà probabilmente progetta-to, nel prossimo futuro, in modo da poter essere utilizzato da tutti, disa-bili, anziani, persone in difficoltà ecc. Solo così, ne sono profondamente convinto, anche noi non vedenti potremo vivere davvero la meraviglio-sa sensazione di perce-pirci uomini fra gli uomi-ni, cittadini fra cittadini, uguali agli altri, in tutto

e per tutto, con pari op-portunità, non proclama-te soltanto a parole ma raggiunte attraverso fatti concreti. Non basta in-fatti, a mio parere, riu-scire a comunicare age-volmente con chi ci vive attorno. La vera integra-zione la si potrà raggiun-gere esclusivamente nel momento in cui riusci-remo ad operare con i medesimi strumenti usati dai cosiddetti normodo-tati, senza la mediazio-ne di ausili ingombranti, costosi e macchinosi. Va inoltre considerato, ed anche questo per me è importante, che si riusci-rebbe finalmente a scar-dinare, in modo defini-tivo, quella pletora di ditte e fabbrichette, spes-so esose e speculative, che vivono sulla produ-zione di ausili, cioè sulla pelle dei disabili. Oggi, infatti, ma ancor pochi

lo sanno, si stanno dif-fondendo sempre più ap-plicativi gratuiti, o quasi, che, essendo progetta-ti per tutta la collettività, hanno un costo molto contenuto e, nello stesso tempo, possono essere maneggiati agevolmente anche dai disabili visivi: navigatori pedonali, vo-lontariato visivo a distan-za, programmi per la condivisione di passaggi in auto, app per ordina-re la spesa e farsela re-capitare a domicilio, sof-tware per conoscere il percorso e gli orari dei mezzi pubblici ecc. Se il mercato offre dun-que così tante risorse low cost, mi chiedo: per-chè continuare a spende-re tanti soldi, o peggio, farli spendere al Servi-zio Sanitario Nazionale, che poi siamo tutti noi? In realtà c’è però po-co interesse a far circo-lare queste informazioni all’interno della catego-ria. Le aziende che pro-ducono ausili tradizio-nali foraggiano spesso alcune associazioni e ov-viamente ostacolano la diffusione di notizie che per loro sono, per forza di cose, assai scomode. Credo però che, nono-stante le difficoltà, sarà impossibile fermare la storia. La tendenza ver-so un mondo accessibile per tutti è avviata. Ci vor-rà forse ancora parec-chio tempo, ma la strada è ineluttabilmente trac-ciata.

Gino Cromba

GLI AUSILI

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L’IMPORTANTE È IL FINE NON IL MEZZO!

NON VERGOGNIAMOCI DELLE DIVERSITÀ

Da bimbo, anche se forse vedevo un po’

meno degli altri, ho gio-cato con gli stessi tratto-ri, camioncini, ruspe di latta e di plastica come i miei cuginetti o compa-gni di cortile e, come lo-ro, scorrazzavo sempre più distante da casa con la biciclettina “Mundial” azzurra con le cromature argento. Solo pochi gior-ni dopo che avevo inizia-to a frequentare la prima elementare, mi sono ac-corto che io ero un po’ diverso dagli altri bambi-ni; mi avevano spostato sul banco in prima fila, di fronte alla lavagna, e la maestra mi tracciava con un pennarello le ri-ghe per renderle più evi-denti. Anziché la norma-le biro, per fare le aste e poi scrivere le prime lettere dell’alfabeto, usa-vo un grosso pennarello nero. Ma così facevo le aste, scrivevo e leggevo le lettere alla stregua dei miei compagni. Quan-do mia madre mi portò da un oculista, che non a caso era un professo-re e poi nel tempo di lui si sentì tanto parlare co-me di un luminare della scienza medica, la dia-gnosi fu chiara e senza alternative le conseguen-ze: “Suo figlio è desti-nato a diventare cieco e pertanto non bisogna perdere tempo. Va edu-

cato ed istruito come si fa per queste persone in un apposito istituto”. Da allora mi è stato chia-ro che non è importante il mezzo ma il fine: leg-gere, scrivere, impara-re, conoscere anche se in modalità diversa da quelle dei cosidetti nor-modotati, tanto il con-fronto con loro non sa-rebbe stato sulle penne, i quaderni e i libri illu-strati ma sul contenuto dei componimenti e sul-la conoscenza della sto-ria, scienza, geografia e matematica. Al ginna-sio e poi al liceo scrive-vo i compiti con la Oli-vetti lettera 22 e sa Iddio quanto ho stramaledetto questo mezzo perché a volte non potevo verifi-care gli errori di battitu-ra. Poi quando mi han-no detto che c’era uno strumento che permette-va di leggere con una te-lecamera i libri stampati in rilievo (l’Optacon) ho fatto un corso per saper-lo usare, ma troppe volte era così grande lo sfor-zo per riconoscere i ca-ratteri e leggere le paro-le che perdevo il piacere per la lettura. E quando ancor più grande sono finalmente entrato come programmatore al centro elaborazione dati di una grande compagnia as-sicurativa, mi sono reso conto che per voler usa-

re gli strumenti degli altri facevo dieci volte la fati-ca dei colleghi per arri-vare allo stesso risultato. Fu allora che capii quan-to era importante ave-re strumenti appropriati. Quando il mio datore di lavoro mi ha comprato il terminale braille (primo in Italia) è stato davvero un salto di qualità incre-dibile per le mie perfor-mace di lavoratore e per la facilità di arrivare pre-sto e senza fatica ai risul-tati desiderati.Poi, nei tanti anni a con-tatto con migliaia di per-sone ipovedenti e cie-che, mi è stato ancor più chiaro come chi accetta-va la propria condizio-ne e si dotava degli stru-menti idonei, riusciva a vivere meglio e, attraver-so risultati soddisfacenti, ad integrarsi facilmente con gli altri. Per chi non vede è in as-soluto migliore il braille della sintesi vocale; per chi vede molto poco è necessario un ingrandi-mento con molto contra-sto e possibilmente con la luminosità consona alla propria patologia. Quel che ci rende diversi è non riuscire a fare ciò che fanno gli altri o im-piegare molto più tem-po di loro per farlo; io ad esempio preferisco uno smartphone con ta-stiera perché non usan-

do il touch posso fare ciò che mi serve (scrivere un messaggio, rispondere ad una chiamata, consul-tare un testo) usando una sola mano così da avere libera l’altra per tenere il bastone o la guida del cane. Mi piace prende-re appunti con un tablet braille così da non iso-larmi e disturbare gli al-tri e avere la sicurezza e la discrezione di non far sapere i fatti miei. Come il mercato mette a dispo-sizione gli strumenti più svariati per soddisfare i bisogni più particola-ri così è normale che un cieco possa leggere con le dita e possa scrivere con la tastiera braille, tanto ci penseranno poi l’elettronica e l’informati-ca a mediare con gli al-tri. Gli altri leggeranno il contenuto e non avranno mai la preoccupazione di chiedersi se ho scritto con una tastiera touch o una tradizionale tastiera alfanumerica o una ta-stiera braille. C’è molta gente che si preoccupa troppo dell’apparire e di come cancellare i segni della propria condizione piuttosto che vivere con serenità la vita sfruttando tutti i mezzi che lo svilup-po mette a disposizione per permetterci di con-frontarci alla pari.

Davide Cervellin

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Ci piacerebbe conoscerla meglio. Ci potrebbe brevemente descrivere la sua attività e quali esperienze professionali ha prevalentemente sviluppato nella sua carriera?Mi sono laureato in Me-dicina all’Università di Pavia nel 1983 e specia-lizzato in Oftalmologia nel 1987. Da allora faccio l’oculi-sta a tempo pieno. Sono nato come oftalmologo pediatra, ma nel corso degli anni mi sono spe-cializzato in chirurgia del segmento anteriore dell’occhio (la patologia più frequente è la cata-ratta, di cui ho eseguito circa 50000 interventi) ed in chirurgia refrattiva. Attualmente sono respon-sabile dell’attività oculi-stica alla Clinica Promea a Torino.

Quali sono le degenerazioni maculari a cui si trova più frequentemente di fronte? Come reagiscono in genere i pazienti? Data l’età media elevata dei miei pazienti vengo a contatto prevalentemente con degenerazioni ma-culari senili, sia forme atrofiche (o secche) che neovascolari (o essudati-ve, o umide). La reazio-ne del paziente è natural-mente diversa a seconda

del tipo di DMS, in quan-to le forme atrofiche sono ad evoluzione più lenta e meno aggressiva, mentre quelle neovascolari pos-sono rapidamente cau-sare un importante dan-no visivo. La reazione è inoltre legata a ciò che il medico gli dice, quindi è importante, a mio avvi-so, tranquillizzarlo il più possibile e guidarlo nel-le terapie, nello stile di vita (abitudini alimenta-ri, controllo dei fattori di rischio ecc.). I casi più difficili da gestire riguar-dano le forme eredo-de-generative dei giovani, quasi sempre bilaterali e gravemente invalidan-ti. È a mio avviso utile in questi casi aiutare il pa-ziente con un supporto psicologico adeguato, coinvolgendo specialisti del settore.

Secondo lei, la ricerca scientifica potrà presto trovare soluzioni terapeutiche efficaci contro queste malattie? Quali sono i progetti più promettenti?Negli ultimi anni la sco-perta di farmaci anti-Vegf ci ha consentito di tratta-re con successo molti ca-si che in passato erano destinati ad una progno-si visiva infausta. Per le forme atrofiche è possibi-le utilizzare sostanze an-tiossidanti che possono

rallentare l’evoluzione della patologia. L’impe-gno profuso dai centri di ricerca e dalle aziende farmaceutiche ci fa spe-rare che ci sia un sempre maggior numero di presi-di terapeutici a nostra di-sposizione.

Come giudica il ruolo che può essere svolto dalle associazioni di pazienti in questo settore? Vede con favore una possibile collaborazione fra medici e malati?Le associazioni posso-no svolgere un ruolo im-portante per quanto ri-guarda il supporto nella conservazione dell’au-tostima e delle relazio-ni sociali, nelle esigenze quotidiane e nei risvolti burocratici e medico-le-gali che spesso riguar-dano questi pazienti ed i loro familiari, specie in caso di severo ipovisus. Sia il medico che le as-

sociazioni che lo psicolo-go hanno inoltre un ruolo fondamentale nel pro-teggere questi pazienti, spesso psicologicamente fragili e quindi pronti a fidarsi di chiunque pro-spetti loro una terapia miracolosa che li con-duca a guarigione, dal cadere nella rete di per-sone poco corrette che approfittano di queste si-tuazioni.

Cosa pensa della riabilitazione visiva? Perché, a suo parere, ci sono così pochi oculisti interessati a sviluppare questa branca della medicina?È vero. Ci sono po-chi oculisti interessati a questo campo, che può essere importantissimo specialmente in caso di pazienti giovani. Gli an-ziani, che sono la gran-de maggioranza, spesso hanno molte altre proble-matiche di salute, non so-

“IL MEDICO DEVE PROTEGGERE IL PAZIENTE”

OCCHI APERTI INCONTRA FRANCESCO MELE

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no autonomi, hanno bi-sogno di qualcuno che li conduca a fare le terapie (a volte non si recano ne-anche alle visite oculisti-che periodiche): è quin-di più difficile convincerli a sottoporsi alle sedute riabilitative. L’aumento dell’età media della po-polazione e delle pato-logie ad essa associate farà sì che vi sarà un cre-scente numero di oculisti che vi si dedicheranno.

Se potesse rivolgere un appello al suo assessore regionale alla sanità: quale problema principale intenderebbe sottoporgli in campo oftalmologico?Riguardo alle degenera-zioni maculari ci sono due aspetti fondamen-tali. Il primo riguarda la diagnosi precoce delle maculopatie: spesso il malato si reca dall’oculi-sta tardi, quando non si

può più intervenire effi-cacemente. Le istituzio-ni potrebbero agire con campagne di sensibiliz-zazione e di educazione sui mass media, magari supportati dalle associa-zioni in modo che ai pri-mi sintomi il paziente si faccia visitare. La seconda è che le tera-pie iniettive intra-vitreali sono al momento consen-tite in convenzione col SSN solo a poche struttu-

re che sono ingolfate di lavoro e che spesso non riescono a soddisfare tut-ta la richiesta. Gli altri centri devono eseguirle in regime privato con co-sti il più delle volte proi-bitivi per questi malati. Chiederei quindi di estendere la possibilità di eseguire tali terapie in convenzione alle altre strutture.

Debora Bocchiardo

Venerdì 18 novembre, su invito del Disability Me-nager del Gruppo Torinese Trasporti, abbiamo

partecipato, insieme ad altre associazioni, ad un in-teressante incontro di sensibilizzazione sulla disabili-tà visiva, rivolto ai responsabili degli autisti e mano-vratori operanti sui mezzi pubblici torinesi. La nostra associazione era rappresentata da Marco Bongi, Pe-ricle Farris, Simona Valinotti e Luigi Mariani. La riu-nione si è svolta in un clima sereno e costruttivo. Sono emersi alcuni problemi che si cercheranno di risolvere

Mercoledì 28 set-tembre si sono ri-

unite, in seduta comune, la II e IV Commissioni consiliari della Città di Torino per discutere, an-cora una volta, i proble-mi della mobilità delle persone disabili.La nostra associazione, nella persona di Pericle

INCONTRO CON GLI AUTISTI GTTSENSIBILIZZAZIONE E CONFRONTO

in collaborazione e sinergia. In particolare: alcuni la-mentano il fatto che certi bus effettuano le fermate ac-codati ad altre vetture per poi non riaprire le porte in testa alla banchina. Altre criticità si verificano in ca-so di avarie del mezzo o di deviazioni del percorso. Ancora insufficienti risultano, infine, le segnalazioni sonore interne ed esterne, ma queste disfunzioni non dipendono più, in alcun modo, dalla discrezionalità degli autisti. Sono state affrontate infine anche alcune questioni relative alle linee extraurbane.

SI ATTENDE UN RISCONTRO CONCRETO

COMMISSIONI SULLA MOBILITÀ

Farris, ha avuto l’onore di rappresentare anche la Fish torinese.L’assessore ai traspor-ti Maria La Pietra ha espresso i motivi che hanno condotto la Giun-ta a bloccare le delibe-re già concordate con la precedente ammini-strazione Fassino. L’op-

posizione però, con l’intervento dell’ex- vi-ce-sindaco Elide Tisi, ha duramente contestato ta-le scelta anche perché le delibere fermate non comportavano alcun au-mento di spesa.In ogni caso le commis-sioni si sono pronuncia-te a favore del ricono-

scimento del diritto alla mobilità e si sono impe-gnate a valorizzare il ta-volo di concertazione fra associazioni e giunta.Apri-onlus, dal canto suo, non intende partire prevenuta verso i nuovi assessori. Siamo pertan-to orientati a concede-re loro ancora un po’ di tempo per comprendere la reale situazione nella sua complessità. Auspi-chiamo tuttavia che non si arrivi alle cosiddette “calende greche”.

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Solo recentemente qui in Italia abbiamo

spostato e concentrato, nell’approccio di cura e tutela della famiglia (il cosiddetto “Family Cen-tred Care”), la nostra at-tenzione, le azioni e gli interventi che ne deriva-no sui fratelli. Nelle famiglie in cui c’è un figlio (o più figli) con disabilità, il fratello (o i fratelli) che quella disabi-lità non hanno vengono chiamati in letteratura in-ternazionale “siblings”, con l’intento di facilita-re gli interventi a loro fa-vore, tratteggiandone i piuttosto omogenei biso-gni. Nel numero 15 di “Oc-chi aperti” era già ap-parso un mio breve arti-colo in merito ai bisogni e ad alcune ricorrenti ca-ratteristiche dei siblings.

Ora, in occasione del re-cente convegno interna-zionale che Paideia ha organizzato qui a Torino a settembre, il nostro ter-ritorio ha ricevuto un ulte-riore impulso ad attivare, ciascun ente ed operato-re all’interno del proprio contesto professionale, interventi ed attività rivol-te ai siblings, di ogni età, da quella evolutiva sino all’età adulta, conside-rando che in USA ed in Australia (luoghi da cui provengono rispettiva-mente Don Meyer e Ka-te Strhom, Direttore del Sibling Support Project di Seattle l’uno e Fonda-trice e Direttrice dell’or-ganizzazione Siblings Australia l’altra, massi-mi relatori al convegno) esistono da circa una ventina di anni servizi a sostegno di siblings an-

che anziani! Paideia ha avuto negli ultimi anni il grande merito di susci-tare l’attenzione prima e fornire corposa forma-zione poi agli operatori che in Piemonte lavora-no nell’ambito delle va-rie disabilità (educatori, psicologi, assistenti so-ciali, neuropsichiatri, in-segnanti), dando vita al Coordinamento “Dare voce ai siblings” il qua-le riunisce da un paio di anni coloro che, ricevu-ta la formazione orga-nizzata direttamente da Paideia con Don Meyer e Kate Strhom, coordina-ti qui in Italia dal Dott. Dondi, lavorano quale gruppo di lavoro perma-nente per la progettazio-ne, erogazione e super-visione di interventi per siblings.Premesso ciò con i dovu-ti dettagli, così come è opportuno fare quando si descrive qualcosa di nuovo e nascente, essen-do io stessa membro del Coordinamento Paideia “Dare voce ai siblings”, ho portato al convegno di cui sopra un intervento sull’esperienza che Apri, con il sostegno dell’Uf-ficio Disabili Sensoriali del Comune di Torino, of-fre ai fratellini piccoli di bimbi con disabilità sen-soriali tramite laboratori di Musicoterapia, tenu-ti nella palestra del Crv

dell’ospedale Oftalmico di Torino, unitamente ad un servizio di Consulen-za per i genitori. Al laboratorio di Musi-coterapia, condotto dal musicoterapeuta Dott. Zoccolan e dalla psicolo-ga scrivente, partecipa-no bambini di età com-presa tra i 5 ed i 7 anni con disabilità sensoria-li e loro fratelli siblings. Sperimentazione avviata con successo già quattro anni fa, quando ancora lavoravo al Crv Asl To4 di Ivrea e poi successi-vamente trasferita a To-rino, grazie al sostegno teorico ed organizzativo dell’Ufficio Disabili Sen-soriali. Molti sono gli obiettivi ed i vantaggi di questo tipo di setting per i siblings: li fa incontrare tra loro; li fa confrontare nelle lo-ro diverse relazioni con i rispettivi fratelli con disa-bilità; li aiuta a non sen-tirsi i soli, a vivere cer-te situazioni nonchè ad occuparsi solo di sé, al-meno per il tempo del-la musicoterapia, verifi-cando che i loro fratelli con disabilità ce la pos-sono anche fare da soli. Li pone in una situazio-ne in cui i genitori li han-no portati alla medesima attività con i loro fratelli con bisogni speciali, sen-za effettuare discrimina-zioni; li aiuta, infine, ad

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

FAMILY CENTRED CARE E SUPPORTO AI SIBLINGS

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esprimersi liberamente -ecco il valore unico del-la musica e dell’elemen-to sonoro!-, per evitare i loro frequenti ingorghi emotivi, in particolar mo-do a questa età, quando le emozioni - soprattutto quelle intense- vengono agite e quasi mai espres-se a parole. Il gruppo, inoltre, permette ai con-

duttori di lavorare sulla relazione sibling-fratel-lo con disabilità, setting d’intervento assai raro e prezioso. Il laboratorio procede a cicli di 10 incontri a ca-denza quindicinale, del-la durata di un’ora, ri-petibili all’interno di un progetto condiviso, alla fine dei quali ai genito-

ri viene consegnata una relazione contente una parte psico-pedagogica ed una parte musicale sui fratelli singolarmente nonchè sul loro modo di relazionarsi. L’iniziativa è aperta a dif-fondersi e ad accogliere tutti i siblings insieme ai loro fratelli con disabili-tà sensoriali di varie età,

creando gruppi numeri-camente bilanciati e di età omogenea. Per informazioni rivolger-si all’Ufficio Disabili Sen-soriali di via Trana a To-rino o ad Apri onlus, via Cellini, 14, Torino (refe-rente: dott.ssa Simona Guida).

Simona Guida

RENATA SORBA DA PAPA FRANCESCO“UN’ESPERIENZA MEMORABILE”

Mercoledì 21 settembre, alle 10, presso la Sala Nervi del Vaticano, il Santo Padre ha anticipato la sua visita per accogliere sul palco della Sala una quarantina di disabili. Renata Sorba e il suo

cane guida York, in prima fila in compagnia di amici, hanno avuto la possibilità di conoscere di persona Papa Francesco. Racconta la referente astigiana dell’Apri: “Quando il Santo Padre si è avvicinato a me, ha subito posato una mano sulla mia spalla destra. Ho capito che voleva farmi percepire la sua presenza. Mi sono alzata e, con le mani congiunte all’altezza del nostro viso, abbiamo avuto un breve, ma intenso, dialogo. Ad una mia domanda lui mi ha risposto: Voi vedete cose che noi non possiamo vedere... Ed ecco che io gli riposto: Noi siamo né diversi né uguali ma liberi. La nostra conversazione si è poi conclusa con un simpatico saluto nel nostro dialetto astigiano in cui il Santo Padre ama spesso esprimersi. Dopo avermi baciata, abbracciata e benedetta si è rivolto verso York per accarezzarlo. York è stato tutto il tempo accasciato ai miei piedi, immobile, come se avesse percepito la grande ed importante presenza del Santo Padre. Solo quando Papa Francesco si è avvicinato a me, si è alzato e ha scodinzolato per accoglierlo. E’ stata un’esperienza memorabile e che mi ha lasciato una profonda serenità, a conferma del grande carisma e umanità che il Santo Padre trasmette attraverso anche i suoi messaggi quotidiani mediante i mass media. Questa udienza è frutto di una corrispondenza nata grazie al dono che gli feci lo scorso aprile, inviandogli la mia pubblicazione Né diversa né uguale ma libera. La foto che ci ritrae insieme e in cui lui accarezza York vorrei diventasse un simbolo, per sensibilizzare tutte quelle persone che ostacolano la presenza dei non vedenti con cane guida, e che smuovesse le coscienze. Un grazie a tutti gli amici che hanno condiviso con me questa splendida esperienza e che porterò sempre nel mio cuore”.

(Foto concessa dal servizio fotografico dell’Osservatorio Romano con licenza

di pubblicazione)

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Ripartono le attivi-tà e con esse la sta-

gione teatrale 2016/17 di Affetti Collaterali che da più di 18 anni è im-pegnata sul territorio pie-montese e del Nord Ita-lia per offrire, attraverso i propri progetti, occasio-ni di aggregazione e di svago a centinaia di per-sone di tutte le età, po-nendo in primo piano la promozione della cultu-ra, la sensibilizzazione verso la disabilità e l’in-tegrazione. Tra gli spettacoli che verranno messi in sce-na nella nuova stagio-ne ricordiamo soprattut-

to “Venditori di anime” di Alberto Bassetti, inter-pretato da Cristina Ro-basto, Pier Cappelletto e Claudio Albanese, re-gia di Ezio Martini; com-media surreale sul teatro e più in generale sulla difficoltà di fare cultu-ra, che avrà il compito di aprire la stagione te-atrale. Seguirà, al teatro Sant’Anna, “Balla che ti traballa…” il saggio de-gli allievi del laboratorio di integrazione che co-me ogni anno si cimente-ranno in una commedia nuova ed esilarante.Continueranno poi le re-pliche de “Il fantasma

di Canterville” di Oscar Wilde e della comme-dia brillante “Cinque”, spettacoli di repertorio che seguitano a diverti-re e a suscitare una for-te adesione di pubblico. Ripartono anche le attivi-tà didattiche della com-pagnia e sempre più nu-merosi sono quest’anno i partecipanti al labora-torio di integrazione di-retto da Carlotta Bisio, giunto all’ottavo anno, e al corso di recitazione coordinato da Cristina Robasto e Silvia Amoret-ti, partecipanti che con-fermano negli anni la qualità dei due corsi e soprattutto la professio-nalità delle insegnanti e contribuiscono ad “allar-gare” la compagnia por-tando nuovo fermento ed entusiasmo. All’interno dei laborato-ri si respira sempre un clima di allegria e di af-fiatamento, ogni incon-tro settimanale diventa un’occasione di scam-bio, di interazione e oltre agli obiettivi prettamente formativi si cresce anche a livello umano perché ci si arricchisce con la di-versità di ognuno. Davvero tanti gli impegni di questa nuova stagio-ne, un calendario di ap-puntamenti fitto e vario, considerando poi, anche i nuovi spettacoli in alle-stimento, gli spettacoli ri-

volti prevalentemente ai bambini e quelli presso le case di riposo, per al-lietare i pomeriggi delle persone anziane. Possiamo quindi dire che le attività della compa-gnia coinvolgono vera-mente tutti, grandi e pic-cini, giovani ed anziani, superano ogni schema rigido e ogni pregiudi-zio per il quale il teatro è riservato ad una élite ristretta e promuovono la cultura a 360 gradi perché non deve esse-re solo un privilegio di pochi. Uno speciale rin-graziamento a tutti colo-ro che collaborano con Affetti Collaterali affin-ché si possano realizza-re i vari progetti che fan-no della compagnia una realtà sempre più im-portante e presente nel sociale.

Marina Valentino

UNA REALTÀ SEMPRE PIÙ PRESENTE

AFFETTI COLLATERALI

Martedì 12 luglio, presso la Vil-

la Tesoriera di corso Francia 186, è stata inaugurata una po-stazione di lettura ac-cessibile ai disabili visivi all’interno della Biblioteca Civica Mu-sicale “Della Corte”. L’installazione si è re-sa possibile grazie ad un contributo eco-nomico del Rotary Club Torino Polaris.

PIÙ ACCESSIBILE LA BIBLIOTECA

MUSICALE

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Giovedì 29 settem-bre è andata in

pensione la carissima Adriana Rosso, storica insegnante del Centro Documentazione Non Vedenti, ora Servizio Di-sabilità Sensoriali della Città di Torino. Da circa venticinque anni si occu-pava, con impegno e de-dizione, di disabilità vi-siva ed era diventata, in questo ambito, una sorta di punto di riferimento ti-flologico a livello regio-nale. Tutti le riconosco-no, infatti, una grande competenza ed una ec-cezionale disponibilità, anche al di là del piano strettamente professiona-le. Da parte nostra non possiamo che ringraziar-la di cuore per la dedi-zione a favore della ca-tegoria. Riteniamo altresì giusto pubblicare, con il consenso dell’autrice, la bella lettera che Adria-na ha voluto indirizzare al presidente Marco Bon-gi nel giorno stesso della sua messa a riposo. Gra-zie davvero per le belle espressioni di stima ver-so tutta l’equipe di Apri-onlus. Speriamo di poter collaborare con lei an-che in futuro. Caro Marco,con il 29 settembre si conclude il mio percorso lavorativo ed in chiusura vorrei ringraziarti in qua-lità di Presidente dell’As-

sociazione Apri e per Apri Servizi per la profi-cua collaborazione con il Centro Documentazione non vedenti prima e con il Servizio disabili senso-riali successivamente. Un grazie speciale per ciò che di importante è stato messo in piedi a favore delle persone con disabi-lità visiva come i gruppi di auto-aiuto per gli adul-ti, per gli adolescenti, gli incontri di ri-abilità, a cui io stessa ho parteci-pato con Simona Guida per diversi anni, perché hanno ridato fiducia alle persone rispetto al poter ancora fare, cambiando così la loro vita in positi-vo. Credo che l’opportu-nità che avete dato ai ra-gazzi dei soggiorni estivi lontano dalle famiglie sia stata di completamento al lavoro degli educato-ri, perché li ha aiutati a crescere e a sperimentar-si nelle loro capacità di autonomia con serenità e consapevolezza. Si è creato un gruppo giova-ni molto propositivo, ca-pace di buona organiz-zazione e disponibile ad accogliere i ragazzi con meno esperienza e a dar loro una mano a cresce-re. Lo sportello informati-co è stato un toccasana rispetto alle reticenze del-le scuole o delle famiglie ed ha agevolato molto il lavoro dei singoli educa-

tori. Gli incontri di sensi-bilizzazione condotti da Simona Guida sono sta-ti molto apprezzati dalle scuole. Vorrei però sotto-lineare che la più gran-de risorsa sono le tue collaboratrici. Claudia Demaria, sempre preci-sa, puntuale nell’infor-mare, nel confrontarsi, di molta esperienza, dispo-nibile al dialogo con le famiglie, brillante nella capacità di verbalizza-re. Simona Guida sem-pre molto professionale, dolce, paziente, che ne-gli anni ha preso in ca-rico con colloqui mol-ti dei nostri ragazzi e i loro genitori. Ambedue sono disponibili e capa-ci ad ascoltare e seguire gli educatori dedicando loro del tempo, perché possano essere sempre più attenti ed efficaci nei loro interventi. Devo di-re che gli educatori so-no un gruppo di giova-ni e bravi professionisti che con entusiasmo ed affiatamento si sono or-

ganizzati e si spendono per offrire ai ragazzi ed ai bambini nuove oppor-tunità di esperienze spor-tive, di svago e di studio insieme. Tutti ingredienti che garantiscono un li-vello alto di qualità del servizio.Non ultimo ho trovato in tutti loro una grande e particolare vi-cinanza umana rispetto al difficile problema di salute di mia figlia. Vici-nanza che è reciproca, perché li ho visti cresce-re professionalmente, ma anche diventare mamme e papà. Mi scuso con tut-ti gli altri tuoi altrettanto validi collaboratori che non ho citato, ma mi so-no limitata a coloro con cui ho lavorato gomito a gomito.Sottolineo come sia anche molto impor-tante tutto il lavoro che Simona Guida ha porta-to avanti con la Bibliote-ca di Settimo e le scuole per la sensibilizzazione attraverso i laboratori. Grazie di cuore per tutte le risorse che avete mes-so a disposizione. Lascio a tutti voi un saluto affet-tuoso ed un sincero au-gurio di buon lavoro

Adriana Rosso

GRAZIE DALL’APRI!

IL SALUTO DI ADRIANA ROSSO

L’INTERVISTA AL DOTT. PIETRAGALLA

Dopo qualche piccolo problema tecnico sia-mo finalmente riusciti a caricare sul nostro

canale youtube l’importante intervista al dott. Giovanni Battista Pietragalla. La registrazione è stata altresì diffusa attraverso un comunicato stampa ripreso da alcuni organi di informazione. Vi invitiamo pertanto ad ascoltare il documento ed a diffonderlo a vostra volta cliccando: http://www.youtube.com/watch?v=Zm6hvu76Cgc

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Sebbene la schiavi-tù fosse stata formal-

mente abolita nel 1865, dopo la fine della san-guinosa Guerra di Se-cessione, tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo gli afroameri-cani si trovarono obbli-gati a condurre esistenze miserevoli, nella mag-gior parte dei casi mol-to al di sotto della soglia della povertà, guarda-ti con malcelato sospet-to da molti e con aperto odio da quanti continua-vano a riconoscersi negli

ideali propugnati dalla Confederazione Sudista. In questo sconfortan-te ambiente nel 1893 a Coutchman – minuscolo villaggio del Texas, oggi diventato una ghost town – venne al mondo Blind Lemon Jefferson, un arti-sta a cui va attribuito il merito di avere posto le basi del country blues.Le prime testimonianze a suo riguardo lo vedono esibirsi giovanissimo lun-go le strade di Wortham, guadagnando qualche soldo dai passanti, che

rimangono colpiti da questo ragazzo privo della vista ma dotato di un talento assolutamente fuori dal comune. La sua incredibile tecnica chitarristica – che avreb-be in seguito influenzato il mitico Robert Johnson – e il suo timbro sorpren-dentemente potente e acuto, se rapportato al suo fisico massiccio, ri-uscirono in breve tempo a conquistare un pubbli-co sempre più vasto, che si identificava nei brani commoventi e intrisi di

una passione priva di re-torica di questo straordi-nario artista. Questo successo contri-buì a fare convergere su Jefferson l’attenzione di molti producer del mon-do della musica e nel 1925 lo spinse ad af-frontare il lunghissimo viaggio fino a Chicago per registrare il suo pri-mo disco per la Para-mount Records. Il fatto che in quegli anni l’industria del disco fosse ancora agli esordi non impedì a Jefferson di re-gistrare in meno di quat-tro anni 79 brani e di di-ventare con Ma Raney e Bessie Smith uno dei massimi alfieri del blues. I tempi della fame e della disperazione erano or-mai finiti e Jefferson po-té addirittura permettersi di acquistare un’automo-bile e di pagare un auti-sta, un lusso poco comu-ne per l’epoca. Purtroppo la fortuna di quello che tutti conside-ravano il re del blues du-rò poco. Il 29 dicembre del 1929 Jefferson morì a 36 anni in circostan-ze mai del tutto chiarite, a causa di un caffè av-velenato da una fidan-zata gelosa per alcuni e per un colpo apoplettico causato dal morso di un cane per altri. L’ipotesi più accredita-ta afferma che Jefferson

LA NASCITA DEL COUNTRY BLUES

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sia morto di freddo do-po aver perso l’orienta-mento in una notte parti-colarmente gelida. Il suo corpo fu inumato nel ci-mitero per neri di Wor-tham e la sua tomba ven-ne tenuta con la massima cura, in ossequio a una delle sue canzoni più fa-mose, dal significativo ti-tolo di See That My Gra-ve Is Kept Clean (Bada che la mia tomba sia te-nuta in ordine). Sebbe-ne oggi il suo nome sia ricordato quasi esclusi-

vamente dai cultori del blues delle origini, Jeffer-son rivestì un’importanza determinante nella defi-nizione e nella piena af-fermazione di un genere che proprio in quegli an-ni stava iniziando ad ac-quisire un vero status ar-tistico. Grazie ai suoi dischi, il Texas blues valicò i con-fini dello Stato della Stel-la Solitaria, riuscendo poco per volta a entra-re nel cuore anche del pubblico bianco, che finì

Al termine dell’opera-zione di sostituzio-

ne delle tessere di libera circolazione, rilasciate dalla Regione Piemon-te alle persone disabili, l’assessorato ai trasporti ha emesso un comunica-to stampa nel quale evi-denzia una riduzione di circa 36.000 concessio-ni rispetto al precedente regime in vigore fino al 2015. Tale riduzione è dovuta innanzitutto al ri-tiro delle tessere intestate a persone decedute, che in parte venivano anco-ra utilizzate da parenti non essendo tali tesse-re dotate di fotografia. Si è inoltre registrato un piccolo numero di uten-ti che effettivamente non avrebbero avuto il diritto al documento di libera circolazione. In tale am-bito tuttavia sono ancora in piedi numerosi ricorsi portati avanti da invali-di civili anziani che non hanno registrato, sul pro-prio verbale, la dicitura “con difficoltà persisten-ti allo svolgimento delle funzioni proprie della vi-ta quotidiana”. Da par-te nostra possiamo solo esprimere compiacimen-to per il risultato della verifica che, come am-piamente documentato, non avrebbe comporta-to alcun aumento signi-ficativo dei beneficiari estendendo, come effet-tivamente avvenuto con delibera integrativa, il servizio agli ipovedenti gravi o decimisti.

In occasione del recente terremoto nell’Italia centrale la Protezione Civile ha pubblicato un interessante opuscolo contenente indicazioni e suggeri-

menti su come comportarsi in caso di gravi calamità naturali. Per la prima volta sono state inserite anche istruzioni precise sul salvataggio di persone con disabilità visiva. Si tratta certamente di consigli molto semplici, dettati dal buon senso, che comunque rappresentano un indubbio passo avanti nella cultura della sicu-rezza di tutti i cittadini. Lasciamo alla vostra valutazione le sottostanti indi-cazioni ed attendiamo ovviamente commenti: – annuncia la tua presenza e parla con voce distinta;– spiega la reale situazione di pericolo;– evita di alternare una terza persona nella conversazione;– descrivi anticipatamente le azioni da interpretare;– guida la persona lungo il percorso nel modo che ritiene più idoneo, ap-

poggiata alla tua spalla e leggermente più indietro;– annuncia la presenza di ostacoli come scale, porte, o altre situazioni di

impedimento;– se accompagni più persone con le stesse difficoltà aiutale a tenersi per

mano;– non abbandonare la persona una volta raggiunto un luogo fuori pericolo,

ma assicurati che sia in compagnia.In caso di presenza di persona non vedente con cane guida: – non accarezzare od offrire cibo al cane senza il permesso del padrone;– se il cane porta la “guida” (imbracatura) significa che sta operando: se

non vuoi che il cane guidi il suo padrone, fai rimuovere la guida;– assicurati che il cane sia portato in salvo col padrone;– se devi badare al cane su richiesta del padrone, tienilo per il guinzaglio

e MAI per la “guida”.

PROTEZIONE CIVILEISTRUZIONI SULLA DISABILITÀ VISIVA

per apprezzarne il respi-ro universale, in grado di dare voce all’anima de-gli uomini di tutte le raz-ze e di tutti i paesi. Al-cuni elementi dello stile di Jefferson sono soprav-vissuti nelle esecuzioni di bluesmen giunti fino ai giorni nostri, come B.B. King, genio della chitar-ra e tra gli interpreti più carismatici del blues dei giorni nostri scomparso nel 2015.

Giovanni Tasso

REGIONE PIEMONTE

36.000 TESSERE BIANCHE IN MENO

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Nel panorama, spes-so difficile da ri-

costruire, dei numerosi cantastorie, o musicisti girovaghi, colpiti da di-sabilità visiva totale o parziale, non potevamo dimenticare il grandissi-mo stornellatore roma-nesco Pietro Capanna (1865 - 1921), per tutti meglio noto come il “Sor Capanna”. Figura emble-matica di quella cultura popolare del primo No-vecento, nato e cresciuto nel clima arguto e dissa-cratore che diede splen-didi esempi di poetica come il Belli o Trilussa,

Sor Capanna è piuttosto conosciuto come uno dei padri dello stornello ro-mano, genere musicale a cui si dedicò per tutta la vita. Nacque nel popola-

re quartiere di Trasteve-re e, nei primi trent’anni di vita, si arrangiò pra-ticando diversi mestieri, dall’aiuto macellaio al muratore, dal birocciaio

all’operaio in una fabbri-ca di candele. Fu proprio quest’ultima attività a causargli però, secondo i biografi, i gravi proble-mi visivi che lo afflissero per tutta l’esistenza. Pare infatti che le esalazioni provenienti dalla calda-ia dove veniva fusa la ce-ra gli avessero provocato una grave forma di con-giuntivite resistente ad ogni trattamento dell’e-poca. Divenne così qua-si completamente cieco. Smise allora di lavorare e, inforcati un grosso pa-io di occhialoni neri, ini-ziò a girovagare per la capitale cantando storie, infarcite di lazzi e pre-se in giro, ispirate a fat-ti di cronaca o ad even-ti di attualità politica. Lo accompagnavano un ca-vallo, a cui fece indos-sare un paio di occhiali verdi, ed un carro dove si esibivano le cantanti ed i musicisti che gli faceva-no da spalla. Indossava una caratteristica bom-betta chiamata “mezzo cocomero” ed una stra-na giacca nera. Divenne ben presto un personag-gio conosciuto e temuto.

IL PADRE DELLO STORNELLO

SOR CAPANNA

Abbiamo voluto così intitolare, condensando alcuni importanti concetti espressi nella sua relazione, il video che raccoglie brani significativi

dell’intervento pronunciato dal dott. Mario Vanzetti nel corso della serata di sensibilizzazione svoltasi a Monteu da Po venerdì 16 settembre. Vanzetti ha il pregio indiscusso di parlare sempre molto chiaro e tale franchezza risulta assai utile alla comprensione dei pazienti ipovedenti. Vi invitiamo pertanto ad ascoltare la relazione cliccando:http://www.youtube.com/watch?v=LW6tC10QkmQ

OFTALMOLOGIA CONTEMPORANEAPROBLEMI ETICI

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Sono riprese le attivi-tà di ContrastoEleva-

to, la squadra di Calcio a 5 per Ipovedenti soste-nuta da Apri Onlus. Per il quarto anno i nostri ra-gazzi saranno impegna-ti su due fronti: Campio-nato nazionale e Coppa Italia. Entrambe le ma-nifestazioni sono orga-nizzate da Fispic (Fede-razione Italiana Sport Paralimpici per Ipove-denti e Ciechi) ed i primi impegni in calendario prevedono due trasferte impegnative a Ferrara in campionato ed a Reggio Emilia, contro Fano, per la Coppa Italia. Sarà un lungo ed avvin-cente percorso che por-terà i ragazzi di Contra-stoElevato a giocare con le più importanti squa-

CALCIO A 5 IPOVEDENTICAMPIONATO E COPPA AL VIA

dre italiane che prendo-no parte al campionato (Napoli, Treviso, Caglia-ri, Pesaro, Fano e Ferra-ra). Nel frattempo gli atleti, seguiti dagli alle-natori Francesco e Davi-de, in vista di queste im-portanti sfide si stanno preparando ogni saba-

to pomeriggio sul cam-po del Cit Turin in corso Ferrucci a Torino. Continua quindi nel mi-gliore dei modi la siner-gia tra Apri Onlus e Cit Turin per offrire l’oppor-tunità di fare sport an-che a chi deve fare i conti con la disabilità

visiva. Chi è interessa-to ad entrare a far parte della squadra di Contra-stoElevato può mettersi in contatto sulla pagina Facebook oppure attra-verso il sito contrastoele-vato.it.

S.B.

I suoi bersagli preferiti erano i nobili nullafacen-ti, i governi che spenna-vano con le tasse la po-vera gente, il caro vita, gli intrallazzi dei profit-tatori, gli affaristi che si arricchivano nelle forni-ture militari della guerra in Libia. Fu anche molto amico del grande comi-co Ettore Petrolini (1884 - 1936) che lo invitò più volte a recitare con lui in teatro e che ne ripre-se spesso alcuni stornelli divenuti celebri. Per que-sto Sor Capanna usava

definire con bonomia Pe-trolini “un mio imitatore”. Ma il nostro artista ipove-dente non era fatto evi-dentemente per i palchi. Preferì sempre esibirsi in strada, a diretto contat-to con la gente e, forse anche per questo, non ri-uscì mai a raggiungere una condizione economi-ca agiata. Conobbe an-zi più spesso, anche se per brevi periodi, le pa-trie galere piuttosto che i locali alla moda. Molti dei destinatari della sua satira pungente infatti

non perdevano occasio-ne per denunciarlo nella speranza di costringerlo al silenzio. Si dice addi-rittura che ben quaranta-due volte dovette subire il sequestro della chitarra, il suo strumento di lavo-ro e che, proprio a cau-sa di tali vessazioni, si ammalasse di ipertensio-ne ed ischemia. Fu pro-prio una crisi improvvisa di questo tipo a coglier-lo durante uno spettacolo in piazza Colonna. Mo-rì pochi giorni dopo, nel-la corsia dei poveri, pres-

so il Policlinico Umberto I. Era il 22 ottobre 1921. La leggenda popolare ci riporta che, pochi mi-nuti prima di morire, eb-be ancora la forza di to-gliersi e buttare via i suoi occhialoni neri dicendo: “La commedia è finita!”. Oggi lo ricordiamo per la sua forza d’animo e per lo spirito indomito con cui seppe affrontare la sua disabilità visiva: davvero un personaggio unico.

Marco Bongi

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PERCORSI PER DISABILI VISIVI IN MONTAGNA

Lo scorso 21 agosto era proprio una bella

giornata! Così con i miei genitori, mio fratello, due mie amiche (e il mio ca-gnolino Biagio) abbiamo deciso di andare a pro-vare il percorso messo in sicurezza per i disabi-li visivi che si trova intor-no al rifugio Levi-Molina-ri, situato nelle montagne sopra Salbertrand. Tutto ciò è stato possibile gra-zie alle informazioni ri-

cevute da una collega di mia mamma. Eravamo partiti a metà mattina e, dopo un’oretta e mezza di macchina, parcheg-giammo l’auto vicino ad una strada sterrata ed ini-ziammo il percorso. Vi sono due tipi di percor-so: uno è di durata più lunga e l’altro è legger-mente più breve.Noi de-cidemmo di fare il percor-so più lungo all’andata e quello più corto al ritor-

no. Il camminamento è te-nuto molto pulito. La stra-da è a metà tra lo sterrato e alcuni tratti dove c’è un terreno simile all’acciotto-lato, ma dai sassi molto fermi. Lungo tutta la sua durata, il percorso è se-gnalato da corde tenute in piedi da piccole colon-ne di legno non ingom-branti. Le corde sono col-legate da anellini in ferro. Ai lati del camminamento vi sono rocce sporgenti

segnalate dalla posizio-ne di due anelli vicini. Lungo il sentiero si tro-vano cartelli che spiega-no la fauna e la flora del luogo e come e perché è nato questo progetto. Es-si sono scritti con caratteri grandi e riportano anche le scritte in braille. An-che all’inizio di ogni trat-ta del percorso ci sono le scritte delle direzioni fat-te in braille. Vicino al ri-fugio, non molto distante dal parcheggio, si trova-no piccole sculture in le-gno che rappresentano degli animali. Una volta arrivati al rifugio, abbia-mo mangiato. La cucina è ottima e direttori e per-sonale sono molto genti-li e sensibili. Il rifugio e il percorso sono aperti da aprile fino a metà settem-bre. Inoltre, non va asso-lutamente dimenticato che, entrambi i sentieri, si possono fare sia a piedi sia utilizzando il bastone bianco. Infine, dopo aver preso un po’ di sole, sia-mo rientrati, tutti insieme, passando per il sentiero più breve per poi avviar-ci verso casa. La cosa più bella è stato rientrare con la conferma della consa-pevolezza che, a questo mondo, esistono ancora persone d’animo buono attente anche a chi ha più difficoltà rispetto a loro.

Raffaella Vacca

UNA BELLA GITA IN SICUREZZA

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È ORA DI FARE CHIAREZZA!

Credo che ormai sia giunto il momento di

fare chiarezza, non in to-no polemico ma, bensì, costruttivo, sul modo di lavorare e di creare re-te sul territorio tra le as-sociazioni impegnate nel mondo del volontaria-to. Da diretta interessata e parte attiva in questo campo sento la necessità di esternare un malcon-tento ed una insoddisfa-zione su come si stan-no evolvendo le cose in questo ultimo periodo ad Asti. L’idea di creare un ta-volo di lavoro presso le politiche sociali del no-stro comune cittadino, avendo anche un punto di riferimento come il si-gnor Vincenzo Soverino, consulente, sta dando a mio parere un risultato non così positivo come si pensava.Escono articoli di denun-cia, dove si elencano so-lo fatti legati alle barriere architettoniche presenti nella nostra città da sin-gole associazioni di ca-tegoria, sono documenti sterili e che non danno però suggerimenti su co-me affrontare la situazio-ne. Alle riunioni non si fa altro che ripetere “fac-ciamo rete”, ma quando si tratta di passare all’o-perativo ciò non avvie-ne. Il grosso errore che si compie, da parte di al-

cune associazioni, è di portare solo la propria esperienza nel proprio campo e nella propria disabilità senza allaga-re la veduta e cercare di andare in contro ad altre disabilità. La “rete”, per me, consiste nel trovare una mediazione, cerca-re anche di conoscere le altre disabilità, moto-rie, intellettive e non solo sensoriali. Una città a mi-sura di non vedente non deve, però, escludere anche l’accesso al disa-bile motorio e viceversa. Credo che questo atteg-giamento piuttosto “per-sonalistico” che alcune associazioni stanno pro-ponendo non dia buoni frutti.Non bastano riunioni per organizzare eventi stret-tamente legati alla gior-nata internazionale del-la disabilità che ricorre ogni mese di dicembre, ma occorre anche lavo-rare in tutti gli altri mesi dell’anno per migliorare e costruire ponti, reti, col-legamenti e non piccole isolette che creano bar-riere mentali e non dan-no un buon esito. Non sottovaluto l’impe-gno di tutti i dipenden-ti comunali interessati all’assessorato dei servi-zi sociali, anzi, ma cre-do che non basti solo or-ganizzare e promuovere iniziative didattiche, con-

vegni, seminari e altro, quando poi gli stessi non frequentano e non si pre-stano a conoscere il la-voro e le iniziative che le associazioni singolar-mente organizzano fuo-ri da quel contesto. Cre-do che siamo arrivati ad un punto in cui occuparsi della disabilità sia diven-tato un modo per riceve-re riconoscimenti, plausi e consensi, ma si è molto lontani dal pensiero eti-

FARE RETE E CREARE PONTI

co e morale di come va vissuta una disabilità, sia da parte di chi la vive in prima persona e sia da chi ci opera per motivi di lavoro. Occorre, quindi, fare una riflessione: im-parare tra tutti a non fo-calizzarsi solo nel pro-prio campo e disabilità. Uscire dal proprio semi-nato per ricevere ed of-frire uno scambio.

Renata Sorba

SPORT: ESPERIENZA SUL TANDEM

Il gruppo sportivo della nostra associazione, su indicazione di alcuni soci, intenderebbe or-

ganizzare alcune giornate di avvicinamento al tandem in collaborazione con un’organizzazio-ne cicloturistica che metterebbe a disposizione i mezzi e le guide. Prima di avviare questa inizia-tiva occorre tuttavia verificare il numero delle per-sone potenzialmente interessate.Invitiamo pertanto gli aspiranti a questo tipo di esperienza a segnalare il proprio nominativo te-lefonando in sede centrale al numero:011 - 664.86.36.

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Si parla tanto di rifor-ma in ambito statale.

Si parla tanto di “premia-lità”. Si parla tanto. Si li-cenziano i “furbetti”, per-lomeno quelli denunciati da testimoni. Sono tanti i casi che non avendo pe-rò testimoni, non aven-do denunce pubbliche, rimangono sconosciuti, “coperti” da capi e re-sponsabili consenzienti per convenienza, conni-venza o ignoranza .Certi avvenimenti ven-gono portati agli onori delle cronache (con con-seguenti provvedimenti disciplinari) quando suc-cedono in sedi centrali, ma quando avvengono in sedi decentrate, peri-feriche, sono ignorati, e gli utenti che ne sono vit-time sono considerati ar-roganti, pignoli o pieni di pretese. Sono un cittadino di una zona periferica di To-rino, marito di signora non vedente. Mia moglie periodica-mente, da anni ormai, ri-chiede libri in braille ad una biblioteca specializ-zata in tali testi. I libri ci vengono reca-pitati tramite corriere; è poi compito nostro ri-spedirli al mittente attra-verso la posta. Esiste un D.P.R. del 12 gennaio 2007 n. 18 riguardante le “decisioni adottate dal XXIII Congresso dell’U-

nione Postale Universa-le” (G.U. n. 51 del 2 - 3 - 2007). In base a questo documento (ed alle leggi a cui esso fa riferimento) i libri in braille (“cieco-grammi”) sono esenti da spese postali e possono essere spediti sotto qual-siasi forma , anche rac-comandata, fino ad un peso massimo di 7 kg. Quando debbo rispedi-re i libri, si verifica inve-ce sempre la stessa sce-na: ormai ho imparato il copione a memoria. Mi presento agli spor-telli, l’impiegato di tur-no cade dalle nuvole, si guarda intorno con aria smarrita, si rivolge al vi-cino, insieme confabula-no destreggiandosi tra tastiera e monitor, scom-paiono alla ricerca di un responsabile, ritornano tutti e tre a ristudiare la procedura sul computer sostenendo che “un cie-cogramma come racco-mandata non può supe-rare i 2 kg.”, la gente nel frattempo sbuffa e prote-sta, io insisto che sono anni che lo faccio e che tali libri sono sempre sta-ti spediti con raccoman-data (giustamente, la biblioteca vuole delle ri-cevute comprovanti l’av-venuta spedizione), qual-cuno dice che “magari le hanno fatto credere di effettuare la spedizio-ne come raccomandata

ma in realtà l’hanno ef-fettuata come posta ordi-naria”, e poi, per farla breve, effettuano la spe-dizione non indicando il peso. Ogni volta c’è da discutere.

LOTTA AI FURBETTI...TUTTI!

LE POSTE E I “CIECOGRAMMI”

Ad un anno dalla sua messa a riposo, la dottoressa Rosanna Mano, ex-responsabi-

le del settore disabilità sensoriali della Città di Torino, ha iniziato a prestare la sua attività di volontariato presso la nostra associazione. Siamo davvero molto onorati di questa scelta e speriamo di essere all’altezza delle sue compe-tenze ed aspettative. Per ora Rosanna si occuperà principalmente di sport, pubbliche relazioni e contatto con alcu-ni soci. Vi presentiamo, ancora una volta, l’intervista che registrammo con lei nell’autunno 2015. Per ascoltarla cliccare: http://www.youtube.com/watch?v=smgU-MhTn58

BENVENUTAROSANNA MANO!

Ogni volta m’imbat-to in gente che non co-nosce le leggi, che non conosce il proprio lavo-ro; gente sgarbata ed incompetente, incapa-ce oltretutto di prende-re nota dell’avvenuto o leggersi le normative per ricordarsene la volta successiva.

Giovanni Ferrando

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Sabato 24 settembre, come preannunciato,

si è svolta, presso il piaz-zale Falcone di Caselle Torinese, la prima guida al buio in Piemonte, gra-zie alla collaborazione dei nostri splendidi part-ners comaschi di Paten-

tando. Hanno voluto pro-vare questa eccezionale esperienza il sindaco Lu-ca Baracco, l’assessore Angela Grimaldi, alcu-ni giornalisti, molti disa-bili visivi venuti anche da lontano ed innume-revoli normali cittadini.

Al termine della manife-stazione il sindaco ha voluto premiare la nostra associazione e l’Apri, di converso, ha consegna-to al primo cittadino l’at-testato di partecipazio-

CASELLE: SUCCESSO PER LA GUIDA AL BUIO

ne come “guidatore al buio”. Tutti i commenti sono sta-ti positivi e già si parla di nuove iniziative del genere da riproporre su altri territori.

Gli amici dell’associazione RP-Liguria infor-mano che il sodalizio ha rinnovato, come

da molti anni a questa parte, un contributo eco-nomico all’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Martino” di Genova. Il progetto, denomi-nato “Diagnosi e follow-up dei pazienti affetti da retinite pigmentosa e distrofie retiniche cor-relate”, consentirà ai retinopatici liguri di poter usufruire, nei prossimi dodici mesi, di una cor-sia preferenziale nell’accesso alle visite speciali-stiche mirate su queste patologie. L’ambulatorio sarà gestito da un medico oculista per due mat-tinate alla settimana. Ci complimentiamo ovvia-mente con gli amici genovesi ed auguriamo al medico prescelto un buono e proficuo lavoro.

GENOVA:CONTRIBUTO ALLA RICERCA

AL VOLANTE SENZA VISTA

Mercoledì 26 ottobre il presidente Marco Bongi ha incontrato ufficialmente il dott.

Silvio Falco, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Ordine Mauriziano” di Torino. Erano presenti anche il dott. Bruno Oldani, pri-mario di oculistica del medesimo ospedale ed il dott. Mario Vanzetti. Il colloquio è stato mol-to utile e costruttivo. Il dott. Falco ha dichiarato che garantirà la continuità del Centro di Riferi-mento Regionale sulle malattie rare dell’occhio anche dopo il pensionamento di alcuni medici. Si sono inoltre gettate le basi per un ulteriore rafforzamento del rapporto di collaborazione fra Apri e Mauriziano, rapporto che perdura ininterrottamente da quasi trenta anni.

MAURIZIANO: INCONTRO CON SILVIO FALCO

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Sta per scadere la convenzione riguar-

dante il Centro di Riabili-tazione Visiva dell’Asl To-4 di Ivrea e avanziamo qualche dubbio sui gran-di successi sbandierati con enfasi dall’Uici nel-le sue recenti comunica-zioni. Decine e decine di disabili visivi non la pen-sano così ed hanno più volte manifestato, pubbli-camente, il proprio dis-senso anche attraverso lettere e segnalazioni all’Asl di competenza. Questo è un dato di fatto incontestabile, dal quale si dovrà ripartire, nell’ot-tica di un maggiore coin-volgimento di una buo-na fetta di disabili visivi

canavesani. E’ necessa-rio rendere partecipi an-che quei disabili che, in-sieme ad Apri Onlus, in questi anni di deludente gestione Uici, hanno pro-seguito senza un centesi-mo di fondi pubblici ad organizzare e parteci-pare ad una vasta gam-ma di attività riabilitative (corsi di cucina, gruppi di auto-aiuto, laboratori di bigiotteria, interven-ti domiciliari sulla mo-bilità autonoma, gruppi di audio-lettura, corsi di Braille, supporto tecnico informatico, sensibilizza-zione nelle scuole, edu-cativa territoriale, uscite collettive...). Sappiamo che sono molto diverse

le metodologie di lavoro. Non ci spaventa tuttavia il sano confronto e lo sti-molo reciproco. Anche qualora tutto fosse an-dato bene in questi due

SERVE UNA SVOLTA!

CRV DI IVREA

anni: perché non far sì che possa andare anco-ra meglio collaborando?

Marco BongiPresidente APRI ONLUS

APRI-SERVIZIQUALCHE STATISTICA

Ci sembra importante riportare alcuni dati relativi alle attività portate avanti dalla nostra agenzia educativa Apri-Servizi che affianca il sodalizio per quanto concerne i rapporti convenzionali con

enti pubblici. Il numero di studenti disabili seguiti ammonta complessivamente a 46, così suddivisi a livello territoriale: 19 nella Città di Torino, 27 in provincia. Gli enti gestori con cui sono attualmente attive convenzioni sono i seguenti: Città di Torino, Asl To-4, Cis-Ac Caluso, Cssac-Chieri, Cisap-Collegno, Consorzio In.Re.te Ivrea, Cidis Orbassano, Cis-Pinerolo, Cisa-Rivoli, Unione Comuni Net-Settimo Torinese, Conisa-Susa, Unione Comuni Montani Val Sangone, Istituto “Pininfarina” di Moncalieri, Istituto Ilaria Alpi di Torino. Oltre ai servizi educativi in senso stretto, la struttura fornisce anche ulteriori opportunità ai propri utenti: soggiorno marino estivo, sportello di consulenza tiflo-informatica, gruppi di auto-aiuto per adolescenti, momenti di studio assistito pomeridiano, laboratorio di musicoterapia, attività di avvicinamento guidato allo sport (canottaggio, sci, calcio a cinque), consulenza specialistica agli insegnanti, corsi di alfabetizzazione Braille, atellier del bastone bianco. L’agenzia si occupa inoltre anche di utenza adulta nell’ambito della convenzione attivata con l’Asl To-1 di Torino. In tale ambito sono stati seguiti, negli ultimi mesi, presso il Centro di Riabilitazione Visiva dell’Ospedale Oftalmico, 30 persone. I servizi erogati andavano dai corsi di mobilità a quelli di autonomia domestica.

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Quest’anno la nostra delegazione è sta-

ta ufficialmente invitata a partecipare attivamen-te alla giornata contro la violenza sulle donne. L’evento si è svolto nella serata del 25 novembre presso il Teatro Pertini di Orbassano ed ha visto la partecipazione di nume-rose associazioni di Or-bassano. Ognuna ha portato il proprio contributo con brani, danze, canzoni, testimonianze di episo-di vissuti. In questo con-testo, nel tempo a noi dedicato, il nostro inter-vento e stato quello evi-

ANCHE L’APRI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

SCARPETTE ROSSE A ORBASSANO

denziare le violenze psi-cologiche, l’isolamento e i pregiudizi nei confron-ti delle persone disabili.Inoltre è stato distribuito al pubblico nostro mate-riale informativo. Alla serata hanno pre-senziato il Sindaco, gli

Assessori, le Autorità di Pubblica Sicurezza e i rappresentanti di tutte le Associazioni cittadine. Tutti i partecipanti aveva-no indosso qualcosa di rosso.

Loretta Rossi

NUOVACARTA

DEI SERVIZI

Un gruppo di la-voro ha realiz-

zato la nuova carta dei servizi che verrà diffusa ufficialmente dalla nostra agenzia educativa Apri-Ser-vizi. Il documento sarà disponibile in formato cartaceo e digitale. Si tratta di un opuscolo snello, ma completo, scrit-to con linguaggio accessibile ed ac-compagnato da una documentazione fo-tografica. La funzione della carta dei servizi è essenzialmente quel-la di illustrare le at-tività che l’agenzia può mettere a dispo-sizione di committen-ti pubblici o privati: educativa specialisti-ca e territoriale, ri-abilitazione visiva, laboratori, sportello psicologico, inizia-tive gruppali, attivi-tà ludiche e cultura-li ecc. Chi fosse interessa-to ad avere gratui-tamente una copia della carta potrà riti-rarla presso la sede centrale di Torino.

Nella mattinata di giovedì 15 settembre l’assessore regionale al lavoro Giovanna Pentenero ha riunito le associazioni dei disabili per illustrare

gli atti più recenti riguardanti le politiche di inserimento mirato delle persone disabili. La nostra associazione era rappresentata da Marco Bongi e Pericle Farris. Innanzitutto l’assessore ha illustrato i cambi di competenze sulla materia causate dalla nuova disciplina delle province. La rete del collocamento passa pertanto sotto la diretta gestione regionale e, per il Piemonte, è stato ipotizzato un ruolo centrale dell’Agenzia Piemonte Lavoro. Anche le liste dei centralinisti e fisioterapisti non vedenti saranno gestite, con tutta probabilità, da tale ente strumentale.In questo clima di incertezza la Regione Piemonte intende tuttavia emanare un atto di indirizzo che consentirebbe, almeno per il 2017, di sbloccare i bandi per l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla legge 68 / 1999, dal Fondo Sociale Europeo e da Garanzia Giovani Disabili. La nostra associazione seguirà attentamente i delicati sviluppi di questa vicenda ed ha chiesto di istituzionalizzare un tavolo ufficiale di concertazione fra la Regione e le associazioni.

TAVOLO SUL LAVOROECCO LE NUOVE COMPETENZE

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Lunedì 14 novem-bre nell’Aula Magna

dell’Asl Vco, gentilmente concessa, ad Omegna, l’Apri sezione provincia-le del Vco ha organizza-to una serata di appro-fondimento riservata ai propri soci, ai familiari e a quanti fossero interes-sati e coinvolti, affidata allo psicologo dottor An-tonio Filiberti, per tratta-re le opportunità di in-terazione tra servizio psicologia e l’associa-zione per le problema-tiche psicologiche dei soci, sia persone non ve-denti che loro famiglia-ri, evidenziando la com-plessità della esperienza dolorosa come relazione tra dolore mentale e do-lore esistenziale. Oltre alla relazione intro-duttiva del dottor Filiber-ti, la serata è stata aper-

ta dal video prodotto da Apri Piemonte di presen-tazione dell’associazio-ne, dell’attività e dei pre-stigiosi collaboratori e poi impreziosita dalle te-stimonianze di tre amici ipo e non vedenti e loro familiari. Il dottor Filiberti ha proposto alcune espe-rienze personali, scaturi-te dalla sua lunga attività di psicoterapeuta, prima a Milano e poi nel Ver-bano Cusio Ossola, sot-tolineando come sia più difficile e doloroso per un familiare cosiddetto “sano” od “integro” rap-portarsi con un disabile ed accompagnarlo nella vita quotidiana che non, spesso, viceversa: c’è più dolore nel dare aiu-to e supporto psicologi-co che nel riceverlo. Ha con molta discrezione e lievità suggerito metodo-

logie di scuola per inter-venire su questi processi relazionali così comples-si, in particolare per chi è disabile visivo, con un cenno alla possibilità di affinare l’esperienza dei gruppi di auto-mutuo aiuto. Ma sono state le tre testimonianze a toc-care i cuori e le menti del folto pubblico presente. La sala, che ha una ca-pienza di 89/90 posti, era piena. E’ stato un cre-scendo emotivo non or-chestrato dall’organizza-zione, la coordinatrice di Apri Vco Laura Martinoli con il consiglio direttivo della sezione provincia-le dell’associazione, ma che si è sviluppato con straordinaria naturalez-za e passione.La prima testimonianza è stata della dottoressa Nicoletta Carboni, ocu-

lista specialista ambula-toriale del Ssn, grande amica di Apri Vco, con cui collabora spesso, che ha ricordato i suoi inizi, quando si stava specia-lizzando a Milano, la si-tuazione, sia dal punto di vista clinico che tecno-logico, com’era e com’è oggi, quali miglioramen-ti ci sono stati in termi-ni di intervento medico e psicologico, gli ausili a disposizione oggi per aiutare il disabile e mi-gliorare la qualità della vita sia sua che dei suoi cari.Poi ha parlato il dottor Sergio Viganò, primario radiologo dell’Asl Vco, ma qui in veste di figlio di un ipo vedente, negli anni sessanta e settanta . Per chi in sala è di Ome-gna ed appartenente al-la generazione dell’ami-co Sergio, premio Occhi Aperti di qualche anno fa, è stato un nitidissimo tuffo nell’epoca, perché papà Viganò era una fi-gura molto nota in città, punto di riferimento di tante persone: un omo-ne gigante buono, sem-pre con gli occhiali scuri, che troneggiava al “Cu-sio”, locanda-ristorante-osteria in pieno centro, che oggi non esiste più, ma che in quegli anni era fulcro di iniziative, aiuti, idee, una parola buona per tutti, dove il

SERVIZI E ASSOCIAZIONESE NE È PARLATO CON LO PSICOLOGO

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SI RINGRAZIA VINCENZO AMATO PER AVER CONCESSO LE IMMAGINI FOTOGRAFICHE

titolare sarà anche stato cieco, od ipo vedente co-me si dice oggi, ma non se ne accorgeva nessuno perché era la persona umana che prorompeva nei rapporti interperso-nali. Ed il piccolo e poi giovane studente e poi anche papà Sergio, che ha reso felice ed orgo-glioso cotanto nonno, è stato cresciuto ed edu-cato a “vedere” gli altri nella profondità del loro cuore e cervello, nono-stante non si fosse trop-po attrezzati per farlo.Ed infine è arrivata lei, la professoressa Lea Maz-

zocchi, ad Armeno per sei mesi l’anno, gli altri li passa nella terra d’ori-gine. È cieca, ma i colori li sente benissimo, come i profumi del mondo che conosce perfettamente, e li racconta con inarre-stabile flusso di parole e di immagini gioiose, che non ti stancheresti mai di ascoltare, felice della vi-ta che ha avuto e serena per il prosieguo, che si augura altrettanto impor-

tante e denso di espe-rienze, incontri, rapporti con persone di ogni ti-po, da affrontare, come sempre, con positività, curiosità, interesse, fidu-cia, sorrisi, ironia, tanta e contagiosa. Una perso-na splendida, che ha in-cantato e dispensato lie-vità ed ottimismo in tutti i presenti, incoraggian-do ciascuno ad affronta-re le giornate della pro-pria vita in modo aperto e disponibile ad accetta-

FESTADI S. LUCIA

2016

La tradizionale fe-sta di S. Lucia si

svolgerà, quest’anno, sabato 17 dicembre presso il Circolo Fa-migliare Fioccardo, in via Oristano 24, a Torino. Si tratta del medesi-mo luogo dove ab-biamo organizzato l’assemblea generale dello scorso maggio. Come sempre ci sa-ranno la S. Messa so-lenne alle 11, il pran-zo, la consegna dei premi “Occhi Aper-ti” ed il pomeriggio musicale con balli e karaoke. La quota di partecipazione è sta-ta fissata in 20 euro per i soci regolarmen-te iscritti, e di 23 euro per tutti gli aggregati.

re ciò che ci è riservato, senza pregiudizi o chiu-sure, in se stessi o nel mondo. La carissima pre-side Lea, per l’Apri Vco è una nuova, grande im-portante amica che non mancheremo di incontra-re nuovamente. La serata dunque è stata un grande successo se-condo il giudizio di tut-ti e si proporranno nuo-ve edizioni il prossimo anno.

Rosa Rita Varallo

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SUPPORTI TECNOLOGICI ALLA “G. FALLETTI

Grande successo di pubblico ha riscos-

so la conferenza stampa che si è tenuta lunedì 26 settembre presso i loca-li del Csvaa, per la pre-sentazione dell’opuscolo curato da Federica Plen-teda che ha esposto ai presenti una dettagliata e tecnica relazione sul la-voro svolto e sul risultato ottenuto durante l’inda-

gine effettuata nei prin-cipali musei astigiani in materia di accessiblità. All’incontro sono inter-venuti: l’assessore Piero Vercelli che ha portato i saluti dell’amministrazio-ne locale, Marco Bongi che ha dato un suo con-tributo tecnico e ha ap-prezzato il lavoro svolto dalla sezione astigiana e Daniela Silvestrin, gui-da turistica, che ha illu-strato i progetti e le vi-site in programma con “La città di Asti non so-lo con gli occhi”. La co-ordinatrice dell’Apri On-lus di Asti, Renata Sorba, ha ringraziato pubblica-mente Federica Plente-

Lettura agevolata per tutti. Presso la biblio-

teca “Giorgio Faletti” so-no in dotazione supporti tecnologici per permette-re a non vedenti, ipove-denti, persone anziane con difficoltà di vista di avvicinarsi alla lettura. Sono utilizzabili: un vide-oingranditore con sintesi vocale, donato dall’Apri di Asti, un pc, offerto dal Lions club Asti Host su cui è installato Wingui-do, il programma che,

UN OPUSCOLO PER INFORMARE

ACCESSIBILITÀ AI MUSEI

da per l’impegno profu-so ed il lavoro svolto, il Csvaa, che ha contribu-ito a realizzare la pub-blicazione, ed il Comune di Asti per il patrocinio. Inoltre, era presente la professoressa Manue-la Musso con una clas-se dell’Istituto Castiglia-no di Asti. Tutti i presenti hanno potuto ricevere

l’opuscolo in omaggio, visionarlo ed apprezzar-lo. La pubblicazione è disponibile presso i vari punti informativi della cit-tà, nei musei interessati e presso la sede dell’A-pri di Asti, sala associa-zioni, via Carducci 22, martedì e venerdì dal-le 15 alle 18. Per infor-mazioni: 3333621074.

attraverso la sintesi voca-le, fornisce le informazio-ni richieste grazie all’uti-lizzo di Internet (orari di treni e bus, informazioni presso gli Enti ecc) e per-mette l’accesso ad un da-tabase contenente centi-naia di libri di narrativa per una “lettura agevola-ta” sia a caratteri ingran-diti che per mezzo di un sintetizzatore, ed una stampante in Braille con-cessa in comodato d’uso dalla Provincia, oltre ad

una serie di audiolibri a disposizione di tutti. Ver-rà organizzato dall’Apri di Asti un corso di forma-zione per volontari affin-ché possano apprendere l’uso di tali strumentazio-ni aiutando così gli uten-ti con problemi di vista nella lettura sia in biblio-teca che a casa. Per in-formazioni telefonare a 3496907143 o scrivere a: [email protected].

Renata Sorba

NON RINUNCIARE A LEGGERE

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Domenica 23 ottobre, con la guida turistica Da-niela Silvestrin, un gruppo affezionato di so-

ci e simpatizzanti ha percorso le vie principali del-la città e visitato l’interno di Palazzo Mazzetti. Il gruppo, partito da piazza San Secondo, con il Pa-lazzo del Municipio, si è poi spostato a Palaz-zo Mazzetti con la guida Erica per visitare gli in-terni dell’edificio e ha poi concluso con Palazzo Ottolenghi e Palazzo Alfieri, opere di Benedetto Alfieri. La visita è stata molto interessante e piena di notizie e di informazioni sulla vita di Benedetto Al-fieri e della famiglia Mazzetti. Nuove visite e propo-ste per la città di Asti sono già in fase di studio per il nuovo anno.

Sabato 13 agosto un gruppo di soci e volonta-ri della sezione di Asti hanno accompagnato la

coordinatrice alla presentazione del libro “Né diver-sa né uguale ma libera”. Alle 17,30, al Centro po-lifunzionale Lou Pourtoun di Ostana (Cn), il sindaco ha fatto gli onori di casa e ha accolto il gruppo e i

SUCCESSO PER LE VISITE ALLA CITTÀ

NON SOLO CON GLI OCCHI

UN’OCCASIONE PER PARLARE DELLA DISABILITÀ VISIVA

IL LIBRO DI SORBA AD OSTANA

partecipanti. All’evento è intervenuto anche Alessio Bertoli, attore e regista che ha animato l’incontro con un’intervista all’autrice e leggendo alcuni passi del libro. La giornata è stata caratterizzata da un clima gioviale ed è anche stata un’occasione per una gita in montagna con passeggiate per le vie del paese.

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A novembre, presso la Biblioteca Civica

e Multimediale Archime-de, a Settimo Torinese, sono ripresi gli appun-tamenti relativi ai labo-ratori di “Altri occhi”, progetto di sensibilizza-zione sulla disabilità vi-siva rivolto alle scuole elementari e medie infe-riori presenti sul territorio comunale, organizza-to dalla sede centrale e dalla delegazione zona-le dell’Associazione pro-retinopatici e ipovedenti in collaborazione con la Biblioteca. Dodici, sette elementari e cinque per le scuole medie, le clas-si che hanno aderito al-la proposta didattica con entusiasmo come già ac-caduto negli anni scorsi.L’insegnamento scolasti-

co ai tempi delle scuole speciali verrà ripropo-sto dal film “Rosso come il cielo” del regista Cri-stiano Bortone alle clas-si elementari mentre, per le scuole medie, questa quarta edizione preve-de un progetto ad hoc e la proiezione di “A pri-ma vista” di Irvin Win-kler, storia vera di un Val Kilmer fisioterapista non vedente che riacquista e perde nuovamente la vi-sta. Arricchiranno l’offer-ta formativa laboratori per la creazione di car-telloni tattili traenti spun-to dalle immagini del film per gli alunni delle elementari e dibattiti se-guenti alle proiezioni per quelli delle scuole medie.La seconda parte del progetto prevede, a scel-

SONO RIPARTITE LE INIZIATIVE

“ALTRI OCCHI” 2016-2017

ta per i soli alunni delle medie, lezioni di Braille e merenda al buio o spe-rimentazione di ausili in-formatici provvisti di sin-tesi vocale in condizioni di scarsa visibilità. Ope-rativi nel progetto sono: Paola Collino in rappre-sentanza della Biblioteca

Archimede, la referente Apri Simona Valinotti, il delegato zonale Vito In-ternicola e Giuseppina Pinna, in qualità di in-segnante di Braille e Re-sponsabile delle comuni-cazioni esterne dell’Apri.

Giuseppina Pinna

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Lo scorso giugno, all’in-dirizzo di posta elet-

tronica della nostra dele-gazione zonale [email protected], è giunta una comunicazione da parte dell’Urp del Comune, nel-la quale il sindaco Fabri-zio Puppo invitava tutte le associazioni di solidarie-tà e, quindi, anche l’Apri, a sostenere la candidatu-ra della città di Settimo Torinese quale capitale della cultura italiana per l’anno 2018. In qualità di responsabile per le co-municazioni esterne della sezione locale, la dotto-ressa Giuseppina Pinna, ha immediatamente inol-

trato l’email ricevuta al presidente Marco Bongi, ritenendo che spettasse alla sede centrale compi-lare il modulo apposito per appoggiare tale can-didatura. Bongi, da par-te sua, si e mostrato ben lieto di poter formulare il sostegno dell’ente da lui rappresentato e mettersi a disposizione, suppor-tare, facilitare e promuo-vere le azioni connesse alla candidatura stessa. Non va dimenticato che, nell’email di cui sopra, il primo cittadino settimese chiedeva alle onlus anche di inviare eventuali idee progettuali da realizzare

nell’ambito dell’iniziativa: queste proposte dovranno essere imperniate intorno ai concetti chiave del pro-getto, cultura declinata nelle sue molteplici acce-zioni, confini, fabbriche, accoglienza. Ecco come l’assessore nonché vice sindaco, dot-toressa Elena Piastra, ci ha esemplificato le moti-vazioni della decisione: “La candidatura a capita-le italiana della cultura è un’occasione per raccon-tare che la cultura non è un concetto astratto che si trova solo nei borghi anti-chi o nelle bellissime città d’arte italiane. La cultura

esiste anche in una città nata in modo disordina-to dall’immigrazione, dal lavoro e dalla fabbrica. Perché se quelle città che non hanno nulla di bello lasciato da chi le ha pre-cedute vogliono evitare di diventare lande desola-te marchiate come perife-rie possono solo investire in cultura. A Settimo c’è stato il teatro Laboratorio Settimo, c’è una meravi-gliosa biblioteca, ci sarà la Foresteria dentro l’Eco-museo e ci sarà la Fonda-zione Renzo Piano che si fermerà in città per ripen-sare alcuni luoghi insieme ai cittadini”.

Domenica 25 settem-bre, il delegato zo-

nale, Vito Internicola, ha partecipato alla manife-stazione organizzata per celebrare il venticinquesi-mo anniversario dello Sta-tuto comunale e delle tre Consulte settimesi, quelle che comprendono, rispet-tivamente, le associazio-ni di solidarietà, culturali e sportive.La mattinata ha preso av-vio intorno alle 9, 30, con una visita alla mo-stra inaugurata il giorno

prima presso la torre me-dievale, nella quale sono stati raccolti gli atti rela-tivi agli statuti comunali, cimeli concernenti le atti-vità svolte dalle consulte corredati da articoli dei giornali locali e materia-le fotografico. In seguito, i rappresentanti delle va-rie associazioni e le auto-rità hanno sfilato lungo le vie del centro cittadino ed in piazza Vittorio Veneto si è tenuta la cerimonia dell’alza bandiera al can-to dell’inno di Mameli con

accompagnamento mu-sicale offerto dalla ban-da di Settimo Torinese. Al consiglio comunale solen-ne, presieduto dal sinda-co Fabrizio Puppo, che ha avuto luogo alle 10, sono intervenuti anche l’assessore e vice sinda-co, dottoressa Elena Pia-stra, l’assessore alle Politi-che sociali Silvia Favetta e la consigliera Chiara Ga-iola, segretaria della se-de locale del Pd. Nel cor-so dello stesso, come tutti coloro che rappresentava-

no le altre onlus, Vito In-ternicola ha ricevuto un attestato di riconoscimen-to per le attività ed inizia-tive messe in atto dalla nostra delegazione zona-le sul territorio comunale. Si tratta di un semplice fo-glio di carta, ha affermato Vito, un po’ emozionato, ma è il suo valore morale quello che conta e fa nota-re che su di esso compare il logo delle associazioni di solidarietà che raffigu-ra due mani che si strin-gono.

L’APRI C’È!

SETTIMO CAPITALE DELLA CULTURA

L’APRI TRA LE ASSOCIAZIONI PIÙ ATTIVE

FESTEGGIATI LO STATUTO E LE CONSULTE

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DONA IL

5 X 1000ALL’APRI

Devolvere il 5 per mille all’APRI ONLUS è un gesto di solidarietà che può essere molto utile e non costa nulla. Basta firmare l’apposito spazio riservato alle

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