Gozzi-il Re Cervo

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L ' AMOR E D E LL E T RE M E LARANCE

Non fu mia colpa. n cortese pubblico volle replicate

sere alla fila questa parodia fantastica. Ilcon corso fuLa truppa del Sacchi comincio a respirare dall'oppn~ssione.

Si troveranno in seguito le conseguenze grandi ,-I""r,,,.'"' '

cosi frivolo principio, nella parodia del quale chi C0110Sce

l'Italia, enon sara entusiasta geniale della delicatezza

se, non formera giudizio col cortfronto delle parodie di

la nazione.' IL R E C ER VO

Fiaba teatrale tragicomica

in tre atti

1 Non paragonera le parodie italiane a quelle (piu «delicate») d'

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PREFAZIONE

= - effetto grande cagionato nel teatro dalle due fole, Mela-e Corvo, fece dire al signor Goldoni, uomo che non e

di astuzia, ch'egli cominciava a considerarmi da qualche=.poiche aveva io scaturito un nuovo genere teatrale, che-,.,1r1"<",,, nel pubblico genio.' n signor abate Chiari, collaconsueta prudenza, sgridava il pubblico, e 1 0 chiamava..= gusto corrotto, e ignorante. I gazzettieri ne' fogli loro--=,mnoe mie fole, e vi trovavan delle bellezze, ch'io non~a vedute.'

= :alenti risvegliati' guardavano quelle composizioni co' ve-::-::ntidi vista, e dicevano que! bene sincero, e imparziale,sogliondire gli onesti illuminati, che non albergano all'al -dell'impostura, e che distinguono le trivialita, usate ad

_ dalle trivialita, ch'escono da una goffa, e indotta natura.:=a difficile il vincere il grosse' popolo, avvezzo, e adder-

sulle rappresentazioni, dette regolate, e dotte,' de' si-

Chiari, e Goldoni, e troppo persuaso, ch'elleno fosseroI>--"_',>nt·p dotte, e regolate, con un genere tanto diverso, e

:::rtoda un titolo cosi puerile.

:::::risultano pubbliche ritrattazioni da parte di Goldoni. Rimangono,i versi goldoniani recitati da Caterina Bresciani nelle ottave in chiu-carnevale 1761: «ghe vol altro che fiabe a farse onor, / e maghi, ee satire, e schiamazzi: / Ievol esser commedie, e no strapazzix (cfr,

-;-:doni,Tutte leopere, a cura di G. Ortolani, Milano, Mondadori, 1954-_::.voll., XII, p. 1017)._:::erimento e a Gasparo Gozzi, recensore, prima sulla «Gazzetta vene-

=?Oi sull'«Osservatore veneto», dell'Amore delle tre melarance e del

.~~ come 1 0 sara, e per l'ultima volta, del R e c er oo i._ uomini d'ingegno, scossi dalle novita gozziane.~~lto ..: caseal (supposto, rna da Gozzi negate) rispetto dei canoni classici.

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ILRECERVO PREFAZtONE

Questa moltitudine era concorsa alle due prime mie

alle loro repliche; era presa dall'intrinseca forza d.iq~elle;

si vergognava a lodare dell' opere, che portavano il titolo

ciullesco di fiaba, temendo di abbassar troppo la sua

e la sublimita del suo intelletto, confessando, che

qualche merito.Per superar un tal rossore, immaginai, che Fosse

1 0 spingere con franchezza assai oltre l'ardire, e la HUl")u~

un tal genere; e in vero, chi leggera il Re cervo, che fu la

seconda fola,' rilevera facilmente la temerita d'un cervello

priccioso.Le circostanze tragiche, e robuste, ch' ella contiene,

ro delle lagrime, e '1 buffonesco delle maschere, ch'io

sempre per le mie proposizioni tener ferme nel teatro, ed

trecciate nulla ha levato al vigore della feroce fantastica

rieta degli impossibili accidenti, edell' allegorica morale,

roche la truppa Sacchi in quel tempo, affidando tutta la

fortuna al caricato ridicolo delle valenti maschere,' Fosse

sfornita di comici capaci a sostener colla necessaria

stezza, sentimento, e bravura, le parti serie, le quali in un

so argomento hanno il doppio bisogno, che in argomento

risimile, d'una comica particolare abilita, che aiuti a . .

re in esse quella verita, che non rinchiudono.'

La fiaba del Re cervo cominciava, come si vedra, colla

voltura d'un prologo assai ridicolo. Questo era d'unappellato Cigolotti, notissimo in Venezia, d'una <Yrr'~~p,~

gura, solito form are de' rigoletti nella piazza di S. HL"U~·V'

narrare degli antichi romanzi, e de' negromanti, con una

molto grossa, una goffa gravid, e un miscuglio di

infiniti, nel suo linguaggio, ch'egli affettava toscano.

_:.:uanag~o Zanoni, che sostiene con rara abilita il personag-

_-=._delBrighella tra 1: maschere nella truppa Sacchi, rappre-

.:;__:avaotesto vecchio con quella perfetta imitazione nel ve-

- .::.:J , nella voce, negl'intercalari, nel gesto e nella positura,

-='=,suo1ar sempre ne' teatri un grand'effetto, con indicibile-'::.:C.J.auso.

_~lche le trivialita, quando sono poste con franchezza nel

- : - - : s , !ume, e che l'uditorio d'un teatro s'avvede, che l'autore

- ---,o~era le ha conosciute, e poste coraggiosamente, e con

. =-=?Osltoper quelle trivialita, che sono, vengono applaudite

·::.=~~tamente.Molte circostanze del Re cervo, e di tutte le

-:-.:_::?le, nelle quali ostentai sempre una liberta senza scrupo-

- .= ilbuon avvenimento, ch'ebbero, favoriscono l'opinion

= . : . . . : . . , e condannano que' pochi, che le chiamano fredde inezie

= una stomachevole, e inetta trivialita

?er tenere ferme in un teatro con piacere per tre ore otto, 0

-ecento ~~rsone di colta, e d'incolta maniera di pensare;i -: esser utili ad una truppa comica nell'Italia colle antiche

-",WIC:tC ••e ~~ces~ari~ una s~mina d'un mescuglio di biade di

:a~lOru.. Gli scnttorelli, che tutto sprezzano, nelle mie,

Slsieno, fiabesche rappresentazioni, approvate dal pub-

_':J)~devono certamente essere stomacuzzi tisici, incapaci di," 0. ' e separare ogni sorta di grano.

_y non dico cia per sostener, che Ia fiaba del Re cervo

.: . ,. ~~' miei ~etodi, piacera nel teatro. Non ho bisogn~=:onostlcl; ella placque estremamente. Posta che fu in isce-

ialla truppa Sacchi nel teatro a S. Samuele in Venezia a e ll

di gennaio, l' anna mille settecento sessantadue si fe-

e li questa sedici successive repliche con pienissimo con-

_ .e ~i r eplica tuttavia ogn' anna ancora,

re ill istampa apparisce a' miei cortesi lettori un nulla mi

~::£gnel:a con una filosofica umiliazione. 'In realta la terza.2 «Antonio Sacchi, Agostino Fiorilli, Atanagio Zanoni, Cesare

no le quattro maschere: Truffaldino, Tartaglia, Brighella e Pantalone;

attori eccellenti nella lor professione» (Memorie inutili, n, 1).3 Carlo obblighera gli interpreti delle parti «alte», in particolare il

amoroso» Gaetano Casali (Deramo) e la «prima donna» Angela

gela), ad un duro tirocinio sui ruoli per impadronirsi dell' «arte

dell' «armoniosa eloquenza» (Memorie inutili, n, 1).4 «Curioso personaggio della Venezia sertecentesca, egli alternava l'

=~storie! in piazza S. Marco e sulla Riva degli Schiavoni, a quella di

: ,d occas.lOne per nozze, nascite e morti. Vestendo un abito nero rap-

,. .ere~tato forse da un abate, con berretta e calze rosse tutte un bu-

.~ Sl aggirava spesso bri!l? ,e c.on la barba sempre arruffata fra ilpopo-I :-I? amava per la sua abilita el i narratore» (Bosisio).

':-:-disporre un insieme di ingredienti ciascuno con la sua funzione.

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PERSONAGGI ATIOPRIMO

CIGOLOTTl , sto ric o d i p ia zza , p erso na im ita ta , p ro lo go d ella

pre senta zione .

DERAMO, re di Se rendippo , am an te diANGELA , /ig liu ola d iPANTALONE sec ondo m in istro d i D era moTARTAGLIA, 'pr im o m inistro , ed intim o segre ta r io di

a ma nte di A nge laCLARICE , /ig liuo la di T arta glia , a ma nte di

LEANDRO c ava lie r d i c or te , e fig liu olo d i P an ta lo ne

BRIGHEL~A, c re de nzie re ' d el r e

SMERALDINA, s ua s o re ll aTRUFFALDINO, u cc el la to re , a m an te d i S m er al din a

DURANDARTE , mago

GUARDIE

CACCIATORI

VILLANI

II te atr o r ap pr ese nta u na p ic co la p ia zza .

Scena prima

C i go lo tt~ p ro lo g o.

::Jesto p erso na ggio im ita to re n e' ue stiti, ne l ra gio na re , e ne i; : : : : . i d ' un uom o so lito a na rra re de lle fa uo le , e de i rom anzi a l

-:? olo ne lla gra n pia zza di V eneZ ta , si tra rrd la be rre tta , s 'in-

::::; ne raa ll ' u dito rio , e , r ip os ta si la s ua b er re tta , l ar a i l s eg ue nte

discorso.

Ecco ch'io vengo, miei riveriti padroni, a raccontarvidelle gran cose. Gia sono inquesta punto cinque anni, chegiunsein questa citra di Serendippo un gran mago astrono-mico, ilquale possedeva la magia bianca, la negra, la rossa,.. a verde, e eredo anche la turehina; si ehiamava ilgran Du-randarte,Ied io sono stato suo fedel servo.Appena ilre De-ramo di questa citta seppe, ch'era giunto all'osteria dellaScimia'ilmio padrone, chiamo a se un suo fedel ministro,

Lascena e in S ere ndippo , e ne lle sue vic ine c am pa gne .

T utti i p er so na gg i, sa lv o il C ig ol otti , s on v es ti ti a ll'o rie nta le .

1 Sovraintendente alia dispensa.

::::,un episodio del Don Ch is c io tt e di Cervantes (II, 23) compare ilperso-~o diDurandarte, "incantato" dal mago Merlino. Come qui, Durandar-::protagonists di morti e rinascite, in un clima di metamorfosi e in Iuoghi

= = evocano Roncisvalle; Iasua storia, inoltre, e raccontata da un vecchio= = ricorda Cigolotti nelle fattezze e negli abiti (una Iunga cappa, una ber-"=a nera, una barba bianca). Del resto Gozzi aveva composto un inedito" = : : : n a giovanile titolato Don Ch is c io tt e. Tracce di questa episodio torne-=0nella D o nn a s er pe n te , I.2.

: : £ C . L.Ariosro, Cassar ia , prima redazione, N, 7. A. Casella, curatrice del

= ariostesco in T utte Ie o pe re , Milano, Mondadori, IV , annota: «'Alla

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ILRECERVO

e disse: «Tartaglia, (che tale e il nome dell'eroieo ministrol

andate, disse, mio fido, all'osteria della Scimia, e conduce-

temi Durandarte, il mago». Ubbid1 il fedele Tartaglia, e

condusse Durandarte a Sua Maesta, Lungo sarebbe il dire

il rieco trattamento, che si fece al mio padrone, e basta ilsapere, che alla sua partenza lascio due gran segni d~affet-

to a Sua Maesta in ricognizione.' Questi consistono indue

gran secreti magici, in due portenti, in due maraviglie ciquesta natura ... Ma io non ve li posso dire, perche vi leverei

la curiosita, e il piacere, che il cielo voglia che abbiate nel

vederli. Vi diro solo, ch'io ebbi l'onore di servire il negro-

mante Durandarte per quarant' anni, e che giammai nulla

potei imparare dalla sua gran virtu. Egli solamente un gior-

no mi disse: «Cigolotti, guai ate, se discorri con nessuno

de' due secreti, ch'io lasciai al re di Serendippo, prima

dell'anno 1762. Vivi sempre con una sottana di panno nero

lacera con una berretta di lana in testa, colle scarpe rotte, e

facendoti una volta ogni due mesi la barba, campa la vita

raccontando fiabe sulla gran piazza di Venezia. Del 1762

poi, a' di 5 di gennaio,' da questi due secreti nasceranne

gran meraviglie, e tu mi porterai nella vicina selva diRoo-cislappe' in forma dipappagallo; cola mi lascierai; che c o lmio mezzo dovera essere punito un tradimento UUIVJl_.j

dal piii terribile di quei due secreti, ch'io lasciai al re di

rendippo». Quando ebbe cosi detto, esclamo: «Ahi,Cigolotti, si compie la mia condanna. Demogorgone,'

delle fate, vuole, che per il corso di cinque anni io viva

pagallo. Ricordati l'anno 1762 a' dl5 di gennaio, di

mi in liberta nella selva di Roncislappe, dove nmanenos

scimmia' [termine furbesco che significa sbornia]: una taverna eli

Venezia, presso la Pescheria».

1 Riconoscenza.2 La data della prima rappresentazione.3 Deformazione paroelica della (boiardesca e pulciana) Roncisvalle.

4 «Sopra ogni fata e quel Demogorgone I (non ~ose m~ 1 0 o?is~ire) I,e iudica fra loro e fa ragione, I e quello place a lui, puo eli lor

(M.M. Boiardo, Or l ando i nnamo r a to ,II, XII,

27).

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ATIOPRIMO

preda d'un uccellatore, operero gran portenti, ed avera fine

la mia condanna; e tu verso le ore sei della notte averai un

guadagno di venti soldi per la tua fedel servitu, e fatica».

Cosi detto, lascio Ie umane spoglie, e con mio gran stupore

divento un bellissimo pappagallo.

Attenti dunque, 0riveriti signori, ai grandi accidenti di

questa giorno; ch'io me ne va do a mettere nella selva di

Roncislappe Durandarte, il mago pappagallo, e poi ri-

scuotendo i tanto bramati venti soldi andere a farvi un

brindisi all' osteria della Scimia all' onore di chi tanto me-

rita, con pace, sanita, e allegrezza. isi trae la berretta, [a il

su o in chino , e d e ntra )

Scena seconda

Cambia s i 'Ite atr o, e r ap pr ese nta u na sa la .

T a r ta g li a, e C l ar ic e .

--:-3TAGLIA Figlia mia, gia vedi, quanto bella fortuna abbia-

mo avuta in questa regno di Serendippo. Tu sei divenuta

dama, ed io sono primo ministro, temuto da tutti, e amato

dal re Deramo. Questo e '1 punto, Clarice cara, di fare un

gran salto, e, se m'ubbidisci, sarai in questa giorno corona-:a regina.

:::_UUCE 10 regina! Come?

-:.3fAGLIA Si, regina, regina. Sai bene, che '1re Deramo, do-

?O avere interrogate duemila settecento, e quarantotto

'::onzelle principesse, e dame nel suo gabinetto secreto, io

con so per qual diavolo, le ha ricusate tutte, e che son quat-

::r'anni, ch' egli ha fissato di non piu ammogliarsi,

_:_.,_ 't!CE Lo so; ne crederei, che volesse me per consorte do-

: m tante gran signore rinunziate.

-. O-AGLIA (con fiereaa) Signora frasca,' quando parlo, so

';llello ch'io dieo. Lasciami finire. 10 rho ridotto ieri a for-

=.q,ricciosa.

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ILRECERVO ATIOPRIMO

za d'arte, Idicendogli, che '1regno non ha successore, che i

popoli sono malcontenti, e ammutinati, ecc.; e l'ho pers~a-

so a prendere una moglie. Ma egli ha qu~lla maledetta fl~-

sazione di voler prima interrogare la fancmlla nel suo gabl-

netto secreto. E perche non ci sono pili principesse da esa-

minare si e risolto di bandire, che ogni qualita di donzella

si possa produrre,' e di qualunque condizione, per essere in

quel suo maledetto gabinetto da lui interrogata, con impe-

gno di prendere quella, che ritrova a suo modo: ~i son~ da-

te in nota dugento fanciulle; furono estrattl 1 norm c is

un'urna a sorte per 1'ordine della produzione. n tuo nomee uscito primo, e conviene prodursi alia sua interrogazione,

Egli mi vuole tutto il suo bene; tu sei mia figliuola; non ~

l'orco; se ti porterai bene nell' esame, sono certo, che oggr

tu sei regina, e ch'io son l'uomo il pili risplendente di que-

sto mondo. (basso) Dimmi, figlia: non avresti gia qualche

taccherella' secreta, ch'egli potesse scoprire eh?

CLARICE Ah, caro padre, dispensatemi, scioglietemi da que-

sto cimento, vi supplico. _TARTAGLIA Che! Come! Pettegola. Produciti tosto, e portan

bene nell'esame; altrimenti ... tu m'intendi ... tu mi conosci.;

moccina .. .' perche ricusi d'obbedirmi? (basso) Hai, lui

qualche taccherella secreta eh?CLARICE 10 non ho nulla; rna ho soggezione; non mi porters

bene nell' esame; e.impossibile; saro ricusata.

TARTAGLIA Che soggezione? Che ricusata? Non puo essere,

Avera de' riguardi per me. Orsu, andiamo, ch'e tempo.

ti attende nel suo gabinetto. (fa piglia per un bracc io)

CLARICE (sforzandosi per non andare) No certo, padre; m

certo.TARTAGLIA 10 ti strappero le orecchie; ti tagliero il naso. v~

ni, dico, e portati bene nell' esame; altrimenti ... il e fa v i & -

l enza)

~ ?JUCE Caro padre, io non potro portarmi bene; e infine vi

<confesso; ch'io sono innamorata morta per Leandro. 10

non avera forza di celare la mia passione dinanzi al reo

-:-=cuAGLIA (furioso rinculando) Di Leandro, figliuolo, di

Pantalone, secondo ministro! Semplice cavaliere di corte!

Preferiresti il figliuolo d'un Pantalone a una monarca! Tu

sei mia figlia? Oh vile, indegna figlia di Tartaglia tremendo!

Sentimi. Se innanzi al re palesi questo tuo vilissimo amo-

re... Se non 1 0 fai scegliere in tuo favore ... Sentimi ... Andia-

J!l0 tosto: non mi far dire di pili. (la piglia per un bracc io i

:::"''lRICE Dispensatemi per pieta. 10 non faro mai torto adAngela, mia arnica, mettendomi in sua competenza. So,

ch' ella ama perdutamente ilreo-:_3fAGLIA (rinculando di nuovo) Angela, figliuola di Panta-

~Dne,ama il reoa parte (Angela, le viscere mie! Quella gioia,

ch'io aveva destinato di volere oggi per amore, 0 per forza

inmia consorte! Ama il rei) (alto) Clarice, ascolta, e trema.

Se immediatamente non ti presenti al re; se non tiporti be-

ne nell' esame; se palesi l'amore di Leandro; se non 10 fai

scegliere la tua persona, e se di queste mie parole fai col re

aessun cenno, un veleno e pronto; la morte per te e prepa-

rata; cadrai vittima del mio furore.

=- '_h 'UCE i spauenta ta t V'ubbidiro. Sarete pago di vedermi ri-

rusata, svergognata.

-:c_:o::rAGLIA iimpetuoso pigliandola) Non si tardi pili. Pensa

ilia vita tua, al mio comando, frasca, pettegola, moccina.

ent rano)

Scena terza

Pantalone, ed Angela.

1 L'ho convinto con l'astuzia.

2 Presentare,3 Piccola macchia.

4 Incostante,

. c.'VfALONE No se sa gnente, cara fia mia, no se sa gnente.

Jomile settecento, e quaranta otto tra prencipesse, e dame

xe stae ricusae certo dal nostro reoElle conduse in tel so

gabinetto secreto, el ghe fa tre, 0 quattro interrogazion, e

:J{) elle manda in pase con civilta, Sia che no ghe piasa la

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ILRECERVO

ose,' sia che no ghe piasa el spirito, sia che l'abbia una men-

te cusi acuta, che scoverza qualche bisinella dei interni,' che

no ghe comoda, sia che l'abbia qualche spirito, che ghe sco-

verza qualche petolon ...3 no se sa gnente, Stravagante n01xe

certo, perche xe tanto tempo, che el servo, e l'ho esperiments

un prencipe savio, benigno, e con tutte le qualita; che pol

aver un monarca, ma in sta cossa qualche diavolo gh'e certo.

ANGELA Caro padre, perche mai non vi siete difeso dal farmi

esporre a tanta vergogna? S'egli mi ricusa, come succedera,

io muoio certo dalla passione.PANTALONE Oh el te recusa seguro; rna, care vissere, se me

son butta in zenocchion, l'ho prega, l'ho sconzura, perche

el te despensasse da sta cornparsa. Gho dito, che xe ben ve-

ro, che semo nati civilmente" a Venezia, che semo onesti;

ma che semo povera zente, e innalzai senza merito dalla so

generosita: che no semo degni de concorrer a tanto onor.

Gnente. Sastu' cossa, che el m'ha resposto?

«Non sarebbe giustizia, poich'e aperto

per mio volere ad ogni donna l' adito, 6

che vostra figlia avesse privilegio

di non esser coll' altre al gran eimento».

Prega, reprega, fiabe,' l' andava in collera; el t'ha fatto im -

bossolar' anca ti, e ti xe vegnua fuora per terza. Cossa vustu

mo, che te fazza? Bisogna andar. Credistu," che li goda mi ipettegolezzi, e le dicerie dei bei spiriti? Me schioppa el

cuor, Anzola, me schioppa el cuor,

ANGELA Il conoscermi indegna di tanta altezza mi fa del ri -

brezzo ad espormi. S'egli pero co' suoi esami cerca since-

rita, fedelta; se cerca amore ...

1 Voce.

2 Che scopre qualche segreta bazzecola.

3 Intrigo d' amore.4 Da liberi cittadini.

5 Sai tu.

6 Accesso.7 Tutto vano.S Mettere nel bossolo, nell'urna per le votazioni ,

9 Credi.

50

ATIOPRIMO

_: ; - ; : -ALONE Piase! Ti xe innamorada, frascona?'

::;ELA Si, 10 confesso a voi, che rni siete padre amoroso.

:aro padre, sono stata cosi audace d'innamorarmi perdu-

::ID1entedel rnio reo Saro rifiutata, rnio padre, e moriro; e

zon gia per il rifiuto d'un monarca; che una povera figlia

=on deve sentire questa ambizione; ma '1 vederrni disprez-

~ta, rifiutata da chi e ilcor mio, la mia vita, sara la cagione.:ella mia morte.

_: , l lALONE Oh poveretto mi, cossa sentio!

- :;UA Ah che pili di tutto nella mia circostanza temo lacontrarieta di Tartaglia, ilquale oltre all' ambizione, che ha

su l concorrere della figliuola propria, mi guarda sempre

con un occhio amoroso, e sospira; e questa mattina rni per-

suadeva a fingermi ammalata, accio non m'esponessi nelgabinetto.

~;rALONE Pulito!' Un altro amoretto de quel tato?' El cie-

_1) te la manda bona, fia mia. Non so cossa dir, Ma qua se fa

zardi, e bisogna andar; che tixe in nota per terza.

_::;ELA Amore, ate rni raccomando. (entrano)

Scena quarta

B ri gb el la , e Sm er a ld in a .

~tii d u e a l l' o r i en ta l e. Smerald ina a vr ii u n g ra n u en ta glio , de 'gran fiori, e p en na c cb i i n c a ri ca tu ra .

--GHELLA Mo tien alta quella testa; no tegnir quei brazzi

CUSS! goffi, in malora. Xe un 'ora, che te fazzo scuola, e tixe

pezo," che maio Ti me par quella che eria: «rose pelae, zizo-

: e col confetto».'

Senza giudizio.

~ 3ene!

Fanciullone.

- Peggie.

, Petali e li rose, giuggiole confettate.

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ILRECERVO ATIOPRIMO

SMERALDlNA Come fratello! Non ti pare, ch'io sia accomo-

data in modo da far innamorare un animale, non che

re?

BRIGHELLA Che maniera de parlar! Se ti disi un de sti

menti davanti a So Maesta, da galantomo che ti fa 11'llallllli.

una delle so sleppe.' Mi t' averia volesto conzada' oiuttosa

alIa veneziana, con un bel tegnon,' e con un mantiglion

gligente.'

SMERALDlNA Oh che matto! 10 ci scommetto, che, se vado

Venezia vestita inquesta forma, fo innarnorare tutti i

ziani di buon gusto, e che i Berrettini' rubano died

da questi miei abbigliarnenti, e vuotano in tre giorni le

se a tutte le donne veneziane.

BRIGHELLA Mosicuro. La novita piase, e per questo se ti

si comparsa avanti al re de Serendippo alIa veneziana, ti

ressi qualche colpo colla novita, La faccenda no xe da

de sora via." Sastu, che se ti innamori So Maesta, ti

regina ancuo,' e che mi, per esser to fradello, de credenzss

devento almanco' general in capite?"

SMERALDlNA Oh se altro non occorre, che farlo irmamorare,

lascia fare a me. Sono tre giorni, ch'io leggo il canto di

mida del Tasso," e la parte di Corisca nel Pastor f ido,"

::nparati i pili bei sospiri, ipill bei svenimenti del mondo.

Puoi cantare allegramente quei versi dell' Ariosto:

«Che per arnor venne in furore, e matto

d'uom, che S I saggio era stimato prima».'

=: ;HELLA Basta: prego e l cielo, che la sia cussi; rna quel to

::nuso... quella to fegura ... basta ... andemo, buttemose inmar , (i n a tto d i p ar ti re i

Scena quinta

~ ': .l fa l di n o s a r a all'orientale, ve stito d i ver de d a uc ce lla io re ,

~ -: pa re cc bi /isc hie tti le ga ti a l p etto , e sp ro po rzio na ti in m o do

bu/ /onesco .

1 Schiaffi.

2 Acconciata.

3 «La parte deretana dei capelli delle donne, che dicevasi quando esse

tavano la coda rivolta distesa e puntata all'insu» (G. Boerio, . .

d ia l et to u e ne z ia n o , Venezia, Cecchini, 1856, anast. Milano, Martello,

4 «Sorta d'abito e quasi mantello che portavano Ie donne civili sopra Ie

sti» (Boerio), indossato con studiata noncuranza.

5 Come si deduce dal contesto, i proprietari di una sartoria alIamoda

Venezia del tempo.

6 Non e da prendersi alia leggera.

7 Oggi stesso.

8 Almeno.

9 In capo.

10 «Gli accorgimenti e Ie piu occulte frodi, / ch'usi 0femina 0maga,

• son note» (cfr, T. Tasso, La Gerusalemme liberate, IV, 23).

11 «Tentero prima Ie lusinghe e iprieghi, / e scopriro i'amor, rna

I'amante; / se cio non giova, adoprero l 'inganno ...»: cosi Corisca rivela

--= '1 'FALDINO Incontrando Smeraldina, e Brighella fara una

~ risata sugli abbigliarnenti caricati di Smeraldina; chiedera,

_; ;,cvada. BRIGHELLA Ad esporsi nel gabinetto regio alIa con-

=:renza di sposa del reo TRUFFALDINO Raddoppiando le risa,

~de Smeraldina. Smeraldina 1 0 minaccia con gravita. TRUF-

-c::..;)INO Chiede se parli in sul sodo. SMERALDINA Da verissi-

=:. BRIGHELLA Che non si deve abbassare a badar a quel mi-

::abile; da il braccio a Smeraldina; grandeggiando' vogliono

>-=-ciI"e.RUFFALDINO S'oppone con violenza; indi con serieta~~!esta di voler impedire a Smeraldina, che gli ha data paro-

. ; . 5 . matrimonio, di concorrere alIo sposalizio del reo SMERAL-

: = " - - \ Che gli ordini reali spezzano tutte le parole. TRUFFALDl-

:: Che dira alIa Maesta Sua ill non fargli quel torto. BRI -

:3.LA Ride, adduce, che la sorella sua, che aspira ad un tro-

::::.non deve sposare un miserabile uccellatore. Contrastano

-~ grado loro, e sulla loro nascita. TRUFFALDINO Piange. SME-

~INA S'intenerisce, 10 conforta tragicarnente; promette be-

.... egia amorosa nei confronti di Mirtil lo, al ia scena 3, atto I, del Pas tor Ii·.: 1590) di Giovan Battista Guarini (1538-1612). Ma si ricordi che, ne!

-c:S, Antonio Sacchi aveva serit to e fatto recitare dai propri attori Il pastor

- n d ic o l o , parodia «in musica» del la for tunat issima tragieommedia .

::fr. L.Ariosto, Or l an d o f ur io s o, I,2. .

---ssumendo atteggiamenti alteri.

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ILRECERVO ATIOPRIMO

neficenze, quando sara regina, e parte con Brighella.

DINO Resta disperato.

Scena sesta

3 e in que ste du e m ezzi b usti d i sta tu e. 1 If m ezzo b usto su llasa ra u n u om o vivo c on ge gn ato ' sin o a lla c in tu ra , e b ia n-

- ~m o d o, c he I' ud ito ri o 1 0 cre da u no stu cc o, sim ile a que llo- - de s t r a . J}u om o , c he r ap pr es en te rd q ue sto s tu cc o, s ia c om i-

: : J a bb ia a bil ita d i a sse co nd ar e le sc en e, c he se gu on o, c om e3 1 r a n ota to . Q ue sta sta tu a si su pp on e e sse r u no d e' du e g ra n-3fi m agic i, do na ti d a D ura nd arte , n eg ro ma nte , a l re D era -zc ce nn ati d al C ig olo tti, p ro lo go . N el m ezzo a l g ab in etto v i

s ar an no d ei c us cin i a ll' o r ie nta le d a s ed er e.

L e a nd ro , e T r uff al di no .

LEANDRO Da una parte' esclama dolente sul dubbio,

Clarice, sua amante, sia per le sue gran bellezze scelta

re, e di rimaner deluso. TRUFFALDINO Dall'altra partetissimo fa una caricata descrizione sulle bellezze di 'n-'PN....

dina; la dipinge orrida; dubita, che la scelta del re cada

pra lei; si dispera. LEANDRO Si lagna sulla poca costanza

Clarice; giudica pen), che l'ambizione di Tartaglia l'

indotta, e sforzata ad espotsi nel gabinetto regio.

DINO Fa parodia ridicola dall'altra parte, riguardo a

raldina; giudica, ch' ella sia stata sforzata dal mezzano

ghella, suo fratello. Piangono tutti due; si scoprono; si

dono la cagione del pianto reciproco. LEANDRO ..JUM<:'"

che Clarice sara la scelta. TRUFFALDINO Sostiene, che la

ta sara Smeraldina. Si riscaldano sulla loro opinione, e

loro buon gusto; si dimenticano il periglio, e la ~a:'Mll""

LEANDRO Spera riflettendo alle duemila settecento

ta otto donzelle, esposte invano col re, che Claricela mosca bianca; e parte. TRUFFALDINO Che se '1 reSmeraldina, non avera pill stomaco atto a ricevere un

to certamente.' (ent ra)

D er am o so lo .

Scena settima

~:;:omi per consiglio del prudente

=':0 ministro Tartaglia, al duro punto

_ sceglier sposa. (v ol gi en do si a ll'u om o d i s tu cc o)_:emi raccomando,

_ Durandarte, mago, egregio dono,

2(: ridendo sin'ora alle menzogne

-=J.edonne bugiarde, m'hai difeso

- - . i : nodo indissolubile di sposo,

:Jprendo illoro interno mal sincero.

~=gretoarcano a me sol noto, e caro,

~ non m' abbandonar. Dammi pur segno,

_~er scoprendo colle risa tue,

- ~ante oggi presentansi bugiarde;-:-_'mero meglio non lasciar alcuno

'::_;:cessoreal mio regno, ch'esser preda

- :nenzognera donna, che tradisca

znore, e l'onor mio, che sin, ch'io viva,

- :':+l_'ellasista, ella un marito abborra,

_:sospettoso d'una moglie sia.

:::~;:oa figlia di Tartaglia giugne.

-~giam, com' ella sia sincera. Parmii c am bia la sc en a, c he r ap pr ese nte rd il g ab in etto r eg io d im o, co n po rta d i jacaata? A i la ti de lla po rta vi sa ra nno d ue

1 Della scena,.2 Egli (Truffaldino) non potra eer to pil i sopportare un nuovo rifiuto.

3 Nel la prospet tiva dimezzo.

::.: sola «sta tue d'albatre», nella fonte "orientale" (cfr. Histoire des qua-

_.::;;;nesde Citor, ne Le ca bine t des F ees, vol. XXI del la consultata edizio-

-t ina del 1786-87, p. 466).

--c.:a.to con aceorgimenti seenotecnici.

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ILRECERVO ATIOPRIMO

impossibil trovar donna, che dica

la verita dopo S I lunge esempio. (s iede)

Scena ottava

-=::eno Ie mie nozze a innumerabili

~--=n.eviventi, eppur con tutto questa

::::se tra quella innumerabil !orma

"-~f1i,Clarice, non vorreste. Equesto

~=.che vi chiedo, e che saper intendo.

=::E a p a rt e:=do! Come m'astringel)' E come mai

: : - - = tante credereste, signor mio,

. : ' : 0 fossi sciocca, e di sl gran fortuna

= - = avessi piacer?

(si o o lg e c om e so pr a a lia sta tu a, la qua le no n si m uo ve )

Voi favellate,

- srice, ambiguo troppo. 10 son, che prego.

= : voi sapere io voglio. Le mie nozze

--::c;te care, 0no? Di voi ragiono.

a p a rt e

~2rlre crudele, ah tu mi vuoi bugiarda!)

,~ :e avrei care, amato reo

'::8 {s i uolge, come s op ra , a lla s ta tu a, che fa un viso riden-

, e po i si r i compones ' Clarice,

-_srice, io so, ch'entro all' intemo vostro

_:::::eteforse in dir: «mi son discare»:'

_3ar disprezzo al vostro reoPUQ darsi,

_::_-ltro temiate ancor: sinceramente

_ = = favellate. Avreste forse il core_i::ro amante occupato?

=::E a p a rt e (Ahi crude! padre!

~~ te son menzognera, e per serbare"

.:-..:.:::staita infelice). No, mio re:

-=;) sol voi... So ben, ch'io non son degna

C la ric e, e D er am o, g ua rd ie , c he a cc om pa gna no C la ric e.

en tra per la po rta d i m ezzo . Le guardie , che la precedono,

da rle luo go a l passaggio o c cu pa n o a li a v is ta d e ll ' u dit or io le

statue. If re f a c enn o a lle g ua rd ie di u sc ire . E sco no , e c otu ao epor ta .

DERAMO

Siedete pur, Clarice. La presenza

del vostro re non dia punto timore

all' alma vostra, e in lib ere parole

rispondete alle mie. Son grandi i merti

di vostro padre in guerra, e in pace, e voi

non dovete avvilirvi.

CLARICE ( con me s ti zi a ) Signor mio,

mio re, di tal bontade vi ringrazio,

e sol, perche deggio ubbidirvi, io siedo. ts iede)DERAMO

Sposa scegliere io deggio, eben sareste

degna di me. La f igl ia di Tartaglia,che m' e S I caro, perche mai dovrebbe

non meritar Ie nozze mie? Ma prima

voglio saper da voi, se veramente

tai nozze avreste care.

CLARICE E chi potrebbe

non aver care nozze tanto illustri,

re generoso, esempio di pietade,

esempio di virtu?

DERAMO (si vo lge ra no n ve du to d a C la ric e; gu ar .d era sou'la statua di stucco, la quale non dara alcun segno)

No cara figlia.

Son generali troppo i vostri detti.

Voglio saper di voi. La so, che grate

_ : :- :: : :r z a .

= = cemoment iljeta lavue sur la statue, et lavoyant rire, ilne douta plus_ ~'Jurberiede cette femme, il seignit cependant d'ajouter foi a ses di-

••» (efr. Histoire des quatre sultanes de Citor, cit., p. 472). .

=m i sono gradite.~rvare, a fronte delle minacce di mone proferite da Tanaglia (efr.

_ seconda),

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ILRECERVO

della destra d'un re; rna, se la fossi,

la vostra bramo solo, ed altro amante

non ebbi maio

DERAMO (guarda la statua, che accresce il gesto di ridere,

ricompone) Or ben, Clarice,

ite; che tutto intesi. 10 non lusingo,

io non dispero alcuna.' Or udiam l'altre.

Risolvero a suo tempo.

CLARICE ts i leva; fa un inchino) a parte (Oh voglia ilch'ei mi ricusi, e che a Leandro io resti), ientrano le

die, occupano' le statue. Clarice entra, le guardie

guono)

Scenanona

Deramo solo.

Ben strano mi parea d' aver trovata

donna sincera. (volto alla statua) 0 portentoso ordigno,

grazie ti rendo. Mi tremava ilcore,

non vedendoti ridere, che avesti

perduta tua virtu.

Scena decima

Smeraldina, guardie, e Deramo.

Le guardie fan no, come sopra, indi escono, e chiudono. \mf'f'IIj..-

dina con incbini, e gesti ridicoli, e caricati si auanza.

DERAMO Chi siete voi?

1 Non offro ne tolgo speranze ad aleuna.2 Occultano con IaIoro presenza.

58

ATIOPRIMO

S-:edete pur. a parte (Costei rni sembra certo sorella al[credenzier),

:::3ALDINA (sedendo) Son io, signore,

2 i. Brighella la suora.' Alto lignaggio

~biamo in Lombardia.' rna le sventure:iabbassano di stato, e quinci ... e quindi ...

3

:::::apoverta non guasta gentilezza.'

: : : : : : . - 1 . . \ 10 isi uolge alla statua, che riders)

~tesi. Or dite, mia dama lombarda,

:J.'amate voi?

3ALDINA i sospirando forte) Ah ... ! Ah ... ! Tiranno, e quale

2i.manda e questa! 10 son per voi conquisa.' isospira)= ' . - 1 . . \ 1 0 (guarda la statua, che ride maggiormente)

:)eh mi dite di piu. S'io vi scegliessi

?er mia sposa, e morissi pria di voi,

vedovella lasciandovi, avereste

1olor di cio?

3ALDINA (con gesti di dolore caricati)

Crudel! Che mai diceste?

Senon siete empia tigre in volto umano,

:ill discorsi non fate. Ahi ch'io mi sento

5-010in pensarvi dal dolor svenire. (sviene /intamente)

:::::AMO (guarda, come sopra; la statua ride maggiormente)

Dh me meschino! Qui conviene chiamare

servi, che portin via questa lombarda.(Smeraldina c ia senten do ritorna tosto in se)

Signora, ilvostro affetto e troppo grande.

Siete in istato vedovile, 0 siete

donzella da marito?

. : :: = :RALDINA Oh come mai,

quando vedova fossi, a tal monarca

di primizie sol degno, avrei coraggio

Sorel la ,

= : : : : t riferirnento alIe origini bergamasehe della rnasehera.Jiqua... e di la, a parodia del linguaggio Ietterario adottato inquesta see-

= da Srneraldina.- :\ulla toglie alIanobilta di nascita.-r :onquistata.

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ILRECERVO ATIOPRIMO

d'esibirmi in isposa! 10 son pulcelia.' ( co n c on te gno

to , e /a ce nd o si fr es co c ol v en ta g li o)DERAMO (g ua rd er d la sta tu a, c he r id er d sm isu ra ta m en te c on

v is a cc i s tr a ni , e c o ll a b o cc a s pa la n ca ta )Basta COS!, dama lombarda; andate.

V' accerto, che sin' ora a quante donne

si presentaro a me prima di voi,

maggior piacer non ebbi. Andate, andate;

risolvero: partite.

SMERALDINA ( le v a ndo s i a l le g r a ) Ah, mio signore;

aveva qui nel gozzo un mar d' affetti,di sentimenti i pili dolci, ipili teneri;tutto non posso dir, ma gli risparmio

al dolce punto maritale.' Aliora

conoscerete, quanta v' amo. Addio.

a p ar te (11colpo e fatto; e cotto; io son regina). (fac hin i a ffe tta ti c on d ei so sp ir i, v olg en do si d i q ua nd o in

d o. E ntr an o le g ua rd ie ; p e r r ic eu er la , o cc up an o le d uev ie n c am bia to I'u om o sta tu a o cc ulta men te c on u n stu cc or os im il is sim o . S m er ald in a p a rte , le g ua rd ie la s eg uo no )

-crebbe la maggior disavventura,

=::'uomo potesse aver. Quanto sarebbe

=eglio, che in vece di scoprir le donne,

~ scoprissi degli uomini l'intemo,

:;:.=:; potersi guardar da' falsi amici,

~. servi indegni, e da' ministri infidi!

;~ rd a ve rso la po rta ) Angela si presenta. 10 giuro al cielo,

= = ad iscoprir costei bugiarda, e finta

=':ncrescera. Desidero trovarla ...

.''3 folie desiderio! Il lungo esempio

singa' non mi lascia ... Eppur ... vorrei ..._::ch'io vaneggio ... Ordigno, il ver palesa.

Scena dodicesima

A ng ela , e D era mo .

Scena undicesima

D er am o so lo .

(verso 1 0 s tucco) Ah, caro ordigno, che piacere eche mi dai col tuo riso! Oh maritati,

oh padri, ed oh serventi," qual ventura

sarebbe a voi l'aver simile ordigno

tutti ne' vostri alberghi:' e le sorelie,

e le mogli, e le amate interrogando,

saper de' loro intemi! ... Ah no, che questa

. = - . . " ( co n nob il e f rancbezza t, - = son, mio re, per un decreto vostro;

:.:~ giusto, nol so.

~~=J a parte (Che bell'ardirel)

~::ete pure; ingiusto io mai non sono.

I. = - . . ; is iede)

._:::~reoChi puo aver coraggio mai.;_2:lanciarvi in faccia,' e farvi chiara

- ?ustizia talor de' vostri editti?.;_~)

_zela non mi sembra di coraggio

_=.:arsa,a quel ch'io sento, che timore

_:.:::a a rimproverare il suo sovrano.

- z: se a bastanza non ne avesse, io voglio

~_==:'abbia intera libertade in dono.

- - - - - m ragioni.' Offesa io non ricevo.

1 Vergine.2 Momento delle nozze.

3 Prendendola in consegna coprono alla vista le statue (efr. seena

4 C a v al ie r s e rv e n ti .

5 Abitazioni.

. =C=.

~ aviso aperto.

_ ~rarnente.

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ILRECERVO

ANGELA a parte

(Ah mi lusinga, e mi tradisce il barbaro ...

Pover corl) Equal giustizia ha, sire,

l'obbligar le infelici, meschinelle,

povere figlie a forza a esporsi in questa

stanza secreta, ed aIla concorrenza,

d'esser spose d'un re, nate in umile

stato, e S I disugual, perche la mente

debile si lusinghi, e ricusata

poi sen vada piangendo, di vergogna

carca, e dolor di non piacervi, (con sosp i ro) e forse

ricusata a ragion per poco merito?

Qual giustizia sara, se, mio malgrado,

son qui condotta, e se del genitore

povero mio fur Ie preghiere vane

per fuggir tal rossor; s'ei per pietade

vi chiese a dispensarlo daIl' espormi

aIla vostra grandezza, al vostro acume,'

0 ... (sia permesso) ad un capriccio vostro.

Per cui tante donzelle sfortunate

furono offese omai? Mio re, Deramo,

ricordivi del del, ch'e giusto, e attende

tempo a punir pe' danni altrui.' Ragiono,

non per me, che al rifiuto sono esposta,

e soffriro' '1rifiuto, ma per tanternisere donne, che son fuori, e attendono

meste l'ingiuria loro. Dispensatele.

L'ultirna Angela sia, che soffra a forza

d'un rifiuto il dolor. Mio re, perdono;

liberta mi donaste, e libertade

usai nel favellar.

DERAMO a parte (Qual'arte" e questa

1 Capacita di giudizio.

2 R e ca ti a d a lt ri .3 Sopportero,If Artificio (di seduzione, di retorica ...).

62

ATIOPRIMO

che attonito mi rende! (guarda 1 0 stucco, che non fa motto)'

E pur non ride

il simulacro. E fia mai ver, che questa

abbia sincero il cor? Lo voglia il cielo:

non mi lusingo ancora.) 10 vi perdono,

Angela, e lodo. Ah, se sapeste il vero,

non direste cosi, Ne' tempi andati

cercai donna sincera, che rn' amasse,

che mi dovesse amar sino aIla morte;

pur non la ritrovai. Necessitade

elidar ereeli al regno oggi rni sforzaa tentar di trovarla, e temo vana

la mia ricerca.

·c.\ ;GELA E chi v' accerta, sire,

che di tante donzelle a voi qui entrate

alcuna tal non Fosse?

:::RAMO Chi m'accerta? ...

Non ve 1 0 posso dir; ma certo io sono.

M' amate, Angela, voi? (con tenerezzat

c . . \ "GELA isospirando) Volesse il cielo,

ch'io non v'amassi, che di mortal doglia

non mi saria il rifiuto,' gia imminente,

e ch' attendo, signor, con quella pace,

che non auguro a voi.

:::RAMO (guarda 1 0 stucco, che non si muove) a parte(Ne la deride ancora il simulacro! ... Oh quanta gioia

mi trabocca nel core! ... Ah ch'e impossibile! ... )

Angela dire il vero? (con trasporto) E'mamereste

sino a quel ill, in cui forse io sara primo ...

S I sara primo, a chiuder queste luci?'

-SGELA

Signor, credo di si, se daIl' affetto,

_ «La statue ne faisoit aucun mouvement» (cfr. Histaire des quatre sultanes

: : . = Citor , cit., p. 4 7 5 ) ..: P oi ch e il r if iu to n o n mi s ar eb be c au sa di d o lo re m o rt al e.

: Occhi.

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ILRECERVO

ch'io sento al core, misurar si puote

cio, ch'esser dee. Ma come mai mescete

ildolce coll' amaro di lugubri

ricerche,' 0 re? Lusinghe ... amore ... angosce ...

povero cor! (p iange)DERAMO (g ua rd a lo stu cco , c he no n fa m otto ) a p ar te

(Sta fermo ilsimulacrol)

Questa veneta donna, dopo tante,

sara sincera! (g u ar d a c om e soprat Oh Dio! Forse 1'amore

m'abbarbaglia la vista, e '1 ver non scopro ( gua r da e c c .)

( ca n a g it a zi o n e) Se non m'amate ... s'altri amanti avete ...se alcun secreto e in voi, deh palesatelo,

Angela, per pieta, prima, ch'io passi

a scegliervi in isposa. 10 non posso,

Angela, e v' amo S 1 , che, se scoprissi

dopo un inganno in voi, morrei d'affanno.

ANGELA i l eoandosi , e p re cip ita n do a ' s uo i p ie di)Deh datemi '1 rifiuto ... quel rifiuto,

ch'esser dee la mia morte. Omai, Deramo,

cessate di pili offendermi, frenate

le tiranne lusinghe. Qual' onore

traete voi da S I barbare forme,'

nellacerar ilcor d'un'infelice

fan ciulla meschinetta, ed innocente,

che indegna si conosce, e che abbastanzaha sofferto sin'or? Ahi, pili non posso ...

pili non posso, Deramo ... mi si spezza

ilcor ... Deramo, per pieta lasciatemi ...

Pili non mi lusingate. ( p iange d i ro tt amen t e)

DERAMO (co mm osso g ua rd a, c om e so pra , lo stu cc o, c he n 01J;'m o tto . S i le va ) Oh cara donna ...

donna rara a miei di, pili non piangete; il a so l l eva)levatevi. Si bello, e caro spirto

ben sarei scellerato rifiutando.

Ola, ministri, guardie, entrate, entrate.

1, Domande.

2 Crudeli atteggiamenti.

64

ATIOPRIMO

II popol si ralIegri. Ho ritrovata

donna, che m' ama, e m' amera per sempre,

diletta a questa cor. (e n tr a no l e g u ar di e)·:..:\;GELA Ah no ... Deramo,

non mi fate rnorir, Soffro ilrifiuto,

ma.almeno in faccia al popolo non sia:

troppo e l'atto tiranno. 10 gia confesso,

non son degna di voi.

:3{AMO Degna sareste

di monarca maggior. Veneta donna,

esernpio d' amor vero, che smentisceIe indegne lingue, che pel mondo vanno

predicando incostanza, ed amor finto,

e volubilita nel sesso molle,

che adoma l'Adria! tua. Ministri, entrate:

scelta ho sposa alla fine. Angela ho scelta.'

Scena tredicesima

Ta rt ag li a, P a n ta lo n e, e d e tti .

:.'I.;\lTALONE ( ca n t ra s p o rt o ) Mia fia, Maestae?

: : :ERAMO

Si, vostra figlia, Fortunato padre,e Fortunato pili d'aver prodotta

si bell' anima al mondo, che per essere

suocero d'un monarca.

: : -ARTAGLIA (i ra to ) a p a rt e (Oh maledetto punto! 10 mi sento

morire. Angela perdo; perde iltrono mia figlia).

: . '1NTALONE Ah , Maestae, no bastava, che avesse da ella tan-

te beneficenze senza meriti, che la vol innalzar a tanto gra-

do una povera fiola? ..

JERAMO La virtude

: Venezia.

2 «Apres avoir exalte la vertu de la femme ill'epousa publiquement ...» (efr.

Histoire des quatre sultanes de Citor, cit., p. 480).

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ILRECERVO

67

ATIOPRIMO

innalzo al posto suo. Necessitade

di successore al regno a sceglier sposa

mi sforza, ed una sposa la pin degna

d' Angela non trovai.

TARTAGLIA ( co n a ffe tt at a a l le g re zz a ) E viva, e viva ... Maesti.

mi rallegro; non potevate far miglior scelta. Angela, mi con-

solo ... Pantalone, non posso esprimere la mia gioia ... a pa r -

te (Mi sento rodere ... 0morte ... 0 inferno ... 0 vendetta).

PANTALONE Cara fia, no te desmentegar mai la to nascita; no

te insuperbir. Varda ogni momenta el cielo,dal quale vien

le fortune, rna vien anca le desgrazie improvvise. Basta; e l

nostro re me fara una grazia de lassarme do ore a quattr'oc-

chi con ti, tanto, che te possa dar qualche recordo,' farte

un' arnmonizion da bon vecchio, da bon pare; rna me par

ancora impossibile.

DERAMO

Come! Non m'offendete. Ecco la destra.

Angela e sposa mia, s'ella il consente.

ANGELA

Mio re, questae la destra, e quella destra,

che vi dona 1 0 spirto, e fede eterna. is'impalmano)

TARTAGLIA a p ar te (Creppo per la rabbia ... ) Ma come mai,

dilettissimo monarca, perdeste tanto tempo a consolarci,' e

dopo duemila settecento, e quarantotto donzelle, questa ve-neziana? ...

DERAMO

Ora ve 1 0 diro. Sono cinque anni,

ch' ebbi dal mage Durandarte in dono

due gran secreti, uno de' quali e quello; {mostra 1 0 s tucco}l'a ltro in petto 1 0 serbo. Ha quel virtude,

che al dir menzogne dalle donne ride,

scoprendo illoro interno. Insin 0 ad ora

Angela sola d' animo sincero

mi comparve dinanzi; Angela ho scelta.

_ ~ELA {fa ra u n a tto d i a mm ir az io ne }

_ \ I 'ALONE Vel Mo la xe ben granda!'

_- - ,~AGLIA i i r a condo ) E rise quella statua di Clarice! Dun-

~e mia figlia e una bugiarda. Con permissione; vado a

scannarla,: ; ? _ w o

?ermatevi. Clarice e innarnoratai' altra persona. n seppi. Ella non era

?ili sposa di me degna. Angela mia,

:1ibata fanciulla, io v'arno tanto,

s di voi sono pago, e persuaso,

che non soffro' tener pili a me dappresso

s forte tentazion' di sospettare

iell' amor vostro, e della vostra fede

Javvenire, ed alia virtuvostra,

~ vostro arnor sacrifico per sempre.a credenza," ed il core; ( sg u a in a l a s cim it ar r a) e chiaro

[segno

si a lo spezzar quest'infernale ordigno,oer non cercar in voi macchia, 0 viltade. ( sp e zz a t o s tu c co )

~pari ognun da me, come si tronchi

sospetto, e gelosia, cagion d'offesa

die mogli fedeli, e cagion forse

jel mal, che non sarebbe, e torto alfine.Giubili la citra. ( a Ta r ta g l ia ) Fido ministro,

or sarete contento. Via, scuotetevi

.1illa malinconia per vostra figlia.

Andiamo a divertirci. Oggi ordinate

una festevol caccia. Angela, al tempio.

_ -~ELA

Io vi seguo, mio re, grata, e confusa, (entrano)- - : ._ , \ lALONE Da galantomo che el me par un sogno. Vado.a

dar parte can quattro righe a mio fradelIo Boldo a Venezia

1 Consiglio.

2 Rallegrarci (scegliendo una sposa).

_ : :;uarda! Questa poi e grossa!

_ ::-ollero.

: : . a statua magica.

- Jffro per sempre la fiducia.

66

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ILRECERVO

delle mie esaltazion.' Si ben che sta novita andera su

rna la gazzetta, * nonostante vogio scriver una madam a

tera, e metterla a madama la posta. ientra)

TARTAGLIA Mia figlia rifiutatal. .. Angela mial. ..

perduta! Ah ch'io sento la rabbia, 1'invidia, I'ambiziooe, ••

l'amore, la gelosia, il canchero qui nel ventricolo, che

rodono, mi divorano! Un uomo della mia qualital, .. E ira-

possibile, ch'io possa tenere occulta la rivoluzione, che

nel corpo. Bisognera sforzarsi. E questa il punto di COD-

durmi alia caccia per divertirmi? Maledico mia figlia, Pan-

talone, il re, e quello stucco infemale. Stare in attenzione, ein tanta attenzione, che trovero il momenta di fare una del-

le pili strepitose vendette, che sieno state rappresentate ia

un teatro. I miei posteri, sentendola raccontare, caderanoe

inorriditi col taffanario" per terra.

1 Promozioni sociali.

" Alludesi alla gazzetta, che scriveva in quel tempo il signor abate Chiari.appellandola rnadarna la gazzetta in.d.a.). [Pietro Chiari fu direttore della«Gazzetta veneta», in sostituzione di Gasparo Gozzi, dal 7 febbraio 1761.,10marzo 1762].

2 Sedere,

68

ATTO SECONDO

S al a r eg ia .

Scena prima

T ar ta gl ia , e C la ri ce .

~_~3TAGLIA Indegna, assassina. Per tua cagione io ho per-

duto ogni mio bene, e tu non sei regina. Hai palesati gli

amoretti, che avevi per Leandro, precipitando' te, e me

ad un tratto. Malanno ti colga ... ilcanchero ... ilvermo-cane.'

-: ARICE No, caro padre; nulla ho palesato, vi giuro; fu 10

stucco, che ha scoperto il mio cuore.

='':...lITAGLIA Stucco, 0 non stucco, cuore, 0 non cuore, chi

t'ha data licenza, che t'innamori di Leandro? Se tu non

eri innamorata, non averesti fatto ridere 10 stucco, pette-gola.

- ARlCE La bellezza, gli occhi di Leandro, le sue belle paro-

le non m'hanno dato tempo di chieder licenza d'innamo-

rarmi, e mi sono innamorata senz' avvedermene.

='UUAGLIA Oh si, bada, alle occhiate di tutti gli uomini, e al-

Ie belle parole; t'innamorerai spes so senza permissione,

bricconcella.

lARICE Deh non mi strapazzate, padre, e giacche Deramo

ha scelta consorte, consolatemi.'

: Mandando in rovina.: Letteralmente: rnalattia cerebrale degli animal i , rna voce d'uso nelle irn-

zrecaaioni.

3 Rendetemi felice.

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ILRECERVO

=::nato con tuo padre). Ma datemi tre, 0 quattro giorni e l i~po, perche ho degli affari e l i stato, che m' occupano. a

.: ..te (Faro vedere, quali sono gli affari e l i stato, se '1diavo-

.: m i spalleggia).;:)RO Ah, caro signor Tartaglia, giacche '1g iomo e d'al-

.zzrezza... (o do nsi c or ni d i cacciatori , e ca ni latraret~~GLIA Oh questo e 'I segno, che 1a caccia e in punto.

~:.:aMaesta dev' essere a cavallo. Apparecchiatevi anche voi

.:.seguirla; andate. .. .:'lDRO Dite bene. Vado subito. La caccia dove si fa?

=: iGLIA Qui fuori delle porte, nel vicino bosco e l i Ronci-c'ppe. a p a rt e (Dove forse 1apreda mia sara molto grossa).

entra);r)RO Tartaglia e ottuso. Risponde con malagrazia; rna e

~3dre e l i Clarke, ed e favorito dal re; convien trattarlo con

~~denza. ientra)

ATIO SECONDO

TARTAGLIA Conso1atemi! Di che, temeraria?

CLARICE .Di 1asciare, ch'io sposi Leandro. E finalmente

Here di corte, e fratello della regina, avanzera e l i grado.

TARTAGLIA (jurioso) Sentimi... a p a rt e (La bile mi tradisce.

voglio vendicarmi, convien fingere), ( co n d o lc e zz a

ta) Sentimi, fig1iuo1a mia cara; non badare a quanto

dett<;>.La collera rni fa parlare. Dammi tempo; lascia

passr questa gran rabbia; compatiscimi. Ti consolero;

non aver fretta. a p a rt e (Piuttosto voglio impiccarti),

CLARICE Si, padre mio, si, mi conso1erete.

TARTAGLIA Si, si; rna ritirati nel tuo appartarnento. Pernon mi parlar pili.

CLARICE V'ubbidisco; rna 1asciate, ch'io vi baci 1amano.

TARTAGLIA Si, si, baciarni ... bacia cio, che vuoi, si : va via

sciami un poco sfumare 1arabbia. ( fa s pi ng e d e '; tr o ) Prim.

voglio spaccarti, come una tinea, come un' anguilla. Ora ire sara in conversazione con Angela. Ah, ch'io mi sento

crepare ... darei 1atesta in una muraglia. Che gelosial ... C~

odio! ... Voglio andarlo a disturbare con qualche pretesto,

Diro, che 1acaccia e in punto. (i n a tt o dipartirei

Scena seconda

71

Scenaterza

T ru f/ al di no , e Sm e ra ld in a .

~_~ALDlNO Uscira fuggendo da Smeraldina, che gli corre

~,o; vorrebbe accomodarsi' con lui, giacche '1 re l'ha ri-

'.:..39.ta.RUFFALDlNO L'abborrisce. La rimprovera d'essersi

-:.-:nsta contro al suo vo1ere. Non vuo1 per moglie un rifiuto,

:-:"sime dopo che uno stucco ha scoperti isuoi difetti.

':-=ra scoperti amori, errori secreti, magagne occulte, denti

-=mcci, cauteri' ecc. SMERALDlNA Che solo per esser aman-

~ di lui, 10 stucco l'ha derisa. Che Brighella fu cagione,

~'dla s'e esposta, Sue languidezze, suoi sospiri. TRUFFALDl-

= E forter' Ia ricusa. Dopo una scena e l i art if izio," e di con-

~-ti ad arbitrio de' due abili personaggi. TRUFFALDINO Vuo1

L ea nd ro , e T a rta glia .

Signor Tartaglia.

Che c'e? Vado a caccia. a p ar te (Un'altra seccs-

LEANDRO

TARTAGLIA

tura).

LEANDRO Giacche ho avuta 1a f ortuna, che '1 re sce1ga mia

sorella per moglie, e che Clarice, vostra figliuo1a, e rima-

st~ esclusa, se non rni credete indegno, 1a desidero perrrua sposa.

TARTAGLIA Giacche ho avuta 1afortuna, che '1 r e scelga m ia

sorella, e che vostra figliuo1a e rimasta esclusa! Che manie-

ra petulante e questa? a p a rt e (Se tu hai due fortune, io ho

due disgrazie, che mi divorano il polmone, cane). Basta 10

non ricuso 1a vostra parentela. a p ar te (Vorrei vederti ful-

33ppac i f i c ars i .

_?~he.

:?:=siste .

.. ~ sa nd o doe ilrepertorio de l l ' «arte» comica.

70

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ILRECERVO

partire per andare all'uccellagione. SMERALDINAVuol

10. TRUFFALDINO La impedisce, Rabbaruffati,' e

entrano.

Scena quarta

Apresi la sc en a n ella se lv a d i Roncislappe. L a v ed uta e uasta.

decoraz ione e d 'u na ve du ta b osc be re cc ia , e m o ntu osa , c oncaduta d' a cqua , che fo rm a un fium e? Si ve do no va ri

atti a se rvir d i sedili.

Esce Cigolott i co n un pappagallo i n p ug no . J

CIGOLOTTI E questa, 0 Durandarte, mio signore, la foresta

Roncislappe.

PAPPAGALLO Si, Cigolotti, scioglimi.

CIGOLOTTI Addie, Durandarte. Andate ad operare i

gran portend all' onore di chi tanto merita, e alle sei

1Di nuovo in lite.2 «Per far questo si pigliara un pezzo di tela tanto lunga quanta saravolte 10 spazio, 0 distanza dall'urna al termine del corso delquale sia e li larghezza, quanta dovra essere la maggior capacita deldel fiume, poi farassi colorire la detta tela di azzurro toccheggiatagento. Compito tutto questa sifara passare un capo di essa telaca dell 'urna, e l 'altro sotto il palco per un fenestrino fatto a

[...J. Si potra fingere che ilfiume esca tra i monti, 0dove pilicendo sempre quanta si e detto sopra» (N. Sabbattini, Sceneteatrali, cit ., p. 124). Se qui il«fiume» ha funzione eSLlUS'V""(;JL1le

rativa", nella stesura manoscritta per la rappresentazione1762 serviva, con il suo alveo seminascosto, agevolare le tra<torm:.-

ni delle scene settima e ottava del secondo atto (cfr. P. Bosisio, Gligrafi di «Re cervo», cit . nella «Nota al testo»).3 Nel copione del '62, Gozzi specificava in e1idascalia:«pappagauovibile e volante» (con il probabile aiuto di fili dall'

dagli altri anirnali che tra poco appariranno sui palco (<<movibili»si, rna «fatti d'uomini»), al finto pappagallo prestava la voce undalle quinte: forse Ignazio Casanova, se e lui l'interprete del

• Durandarte trasformatosi in pennuto in attesa di riacquistare Ie

forme.

72

ATIO SECONDO

notre v'aspetto nel vostro pristine' stato d'uomo all'osteria

della Scimia, dove faremo un brindisi alla nobilta riverita

con pace, sanita, e allegrezza. imette in lib erta il pappagal lo ,

sb e v ola p er la se lv a. C ig olo tti entrai.

Scena quinta

D eram o, e Tartagl ia .

- :e ra mo usard co n un a rcb ibug io in ispa lla , Ta rta glia co n una rc hib ug io n elle m a ni.

~3.AMO ( gu a rd a nd o i l boscoiQuesto, Tartaglia, e il gran bel loco.

v olg e la s ch ie na a T a: ta glia , il q ua l~ in ar ch ~r a l'a rc bib ug io»e r spara rgl i n e ll a s ch ze n a. D e r am o st volgera; T a rta g li a s t r t-

~ "Omp one r ac o n p re st ez ~a . Q ue st o . la zz ? s ar ~ r ep l~ 'c a to r :z o /~ eio lte , ne D era mo do vra a oue de rsi m at de ll e mpto de side rio

de l ministro)- _ c : _ : < - - : I A G L l A i r i componendos i ) E vero, Maesta; illuogo e bello._]pa rte (Non mi da mai tempo).

~3AMO In vero;

qui dovrebbe certo alcuna fera'oassare (v olg e la scbiena: Ta r ta g li a i na r c a I' a r ch ib ug io : D e -

» amo u o lg e l a [ac c ia ) e cagionarci dello spasso.

- ,_ TI AGL IA (c he c on p re ste zza si s ar a r ic om p osto ) Oh certa-

:nente. a p a rt e (Ah mi trema la mano. Se mi riesce ... siamo

qui soli... 10 getto inquel fiume).

~3:\MO

In questo loco istesso mi sovviene

d i aver ucciso un cervo. (c om e s op ra c on p ro po rzio ne e te m po )

~ , - T I A G L I A Certo, certo; e vero, me 10 ricordo. a p ar te (Ho

de' soldati pronti. Prendo subito il possesso di Angela, e

delle citta; rna '1core mi trema).

::triginale.

_ :-'era.

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ILRECERVO

DERAMO . Siam qui soli,

dove mal sono g li .altri cacciatori? (c om e so pr a)

TARTAGLIA ( co n r a bb ia ) Oh son lontani. a p ar te \LUa.1'.U" ....

Un momenta di piu).

DERAMO i os seroandolo)

Caro Tartaglia, mi sembrate molto

melanconico, ottuso. Amico avete

nulla, che '1 cor v' attristi? isie de so pra u n sa sso )

10 non ho core

?i v~dervi. cOSIoVoi foste sempre

ilmio sollievo, e intendo, che, se nullavi reca dispiacer, mel palesiate.

Tutto faro per voi. Via qui sedete:

discorriamo da amici. Certamente

io non soffro ilvedervi COS!mesto.

TARTA?LIA a p _a rte (Ora ho finito. Attendero altro punta.

Mal non fu i poltrone,' quant'oggi), Maesta, io non ho nul-

la.

DERAMO

No certamente. 10 scopro, che nel seno

qualche molestia avete. Conservate

forse spiacere de' passati casi?

Sfogatevi, siedete; ricordatevi,

che un amico vi son, chev'amo assai.

TAR!~GLIA (si~ de nd o) a p arte (Mescolero la bugia colla ve-

rita, perche non sospetti). Signore, io non potrei tacervi fi -nalmente, ch'io sono appassionato,' e mortificato fuor cimodo.

DERAMO

Di che, fido ministro? Dichiaratemi

i vostri dispiacer: vendicherovvi,

o giustifichero, quanto v'offende.

TARTAGLIA Sono trent'anni, ch'io vi servo con tanta fedelta I:

ben sapete, quanti bU~)fliconsigli v'ho dati in guerra, ed i npace. Quante volte mt sono esposto nelle battaglie sangui-

• 1 Impossibilitato ad agire.

2 Addolorato.

74

ATIO SECONDO

:::ose,che si doverono incontrare per gli affronti fatti da voi

: : e e l rifiutare tante principesse! Non ho risparmiato ilsan-2Ue,e la vita. Sono rimasto sempre vittorioso; ma Ie ferite,

~e ho sopra ilmio corpo, dicono a qual costo io abbia d i-

:eso la gloria, e l'onor vostro. Veramente fui rimunerato 0 1 -

rre a i miei meriti; ma avess'io almeno acquistata la morte,

(he oggi non averei avuta la mortificazione d 'essere offeso

nell' affetto da voi, che amo quanto le viscere mie. (p iange

'intamentet

=3AMO

In che v'offesi mai? Tartaglia, ditelo.Caro ministro, in che? Ditelo tosto.

-.,_"'ITAGLIA In che!. .. Scusate per carita. 10 mi dolgo solo per

l'affetto, che ho per voi, e piango, come un ragazzo, ch'e in

contrasto per gelosia d'amore con l'amante. (p iange)

=:::RAMO

Deh spiegatevi meglio; io non v'intendo.::_-:_."'ITAGLIA Sono cinque anni, che possedete de' secreti del

mago Durandarte; a me, che ho tanti meriti, non li palesate,

e in cio avete ragione; ma almeno m i aveste usata la clernen-

za di distinguermi dagli altri, e di non far esporre la mia pro-

pria figliuola alle risa di quel vostro stucco incantato per mia

vergogna. Non cerco onori, non cerco grandezze, ma cerco

amore. n cuore, che avete avuto per me, le risa di quel vostro

maledetto stucco mi stanno sempre dinanzi agli occhi, el'aver scoperto, che non micredete degno della vostra confi-

denza interamente, e che non m i volete quel bene, ch'io spe-

rava, nella mia delicatezza' sara cagione ch'io mi distruggero

in lagrime. (p iange)

: : : : : :RAMO

Mancai, Tartaglia, e vero. Ever, poteva

in voi piu confidar pellungo esempio

della fedelta vostra, 0almen scansarvi

dal far espor Clarice a 1 gran cimento.

Risarcirvi desiderio del torto,

e per farvi veder, ch'io v'amo sopra

= Fragile sensibilita.

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ILRECERVO

qualunque amico, e quanta me medesimo,io voglio farvi a parte del maggioresecreto, e pili tremendo, the quel magom'abbia lasciato,' pria che da me parta.Ecco un verso infernale. is i tr ae da l se no u na p ic co la c ar ta l

Udite, amico,la portentosa facolta di questo.Aqualunque animale, od uomo mortorecitandolo sopra, voi morrete,e per magica forza il vostro spirto

passed nel cadavere di quello,e in quello entrato 1 0 farete vivo,lasciando il vostro corpo in terra morto ...

TARTAGLIA Come! Come! Recitando, verbigrazia,' questoverso sopra un asino morto, entrero io nell'asino, e 1 0 resu-scitero, e lasciando per terra il mio corpo morto, aveRtl'avantaggio di restare un asino. Eh povero Tartaglia! V~stra Maesta e padrona di scherzare, e di caricarmi di mag-giori mortificazioni; e padrona anche della mia vita.

DERAMO

M'offendete, Tartaglia. 10 non avevaterminato di dirvi la virtudedi quel rnagico verso. Ora sappiate,che l'animale, in cui sarete, posto

sopra '1vostro cadavere, e dicendo1 0 stesso verso, tornera viventeil corpo vostro, e l'animale estinto. ( si l e va )Questa e '1carme fatal, con cui passandotalora entro ad un cane, ad un uccello,e in qualunque animale, 0 altr'uomo estinto,non conosciuto ribellion scopersi,litiganti bugiardi, e false genti,misfatti enormi, e portentosamente

"C' est un secret plus rare et bien plus precieux: c'est de ranimer un corpsrnort...» (efr.Histoire du prince Fadlallah, ne Le cabinet des Fees, voL XlV, p.

2S2).2 Per esernpio.

76

ATIO SECONDO

:::..mitiho i rei, tenendo questa regno=..=nodaimalfattori.' Ora fo parte=:rlmio Tartaglia di S I raro carme. (d d a T ar ta glia il v er so ):::vicendevolmente tuttidue::~tremo usarlo. L'apprendete a mente,. = pili non dite, ch'io non v'ami, 0 amico. (l 'abbraccia)

. '1 .GLIA a p a r te (Ah, s'e vero questo, forsemisi apre lavia:S vendicarmi, e di ricuperare Angela mia). Mio re, scusate- torto, che v'ho fatto, che nacque solo dalla gelosia2dl'inestinguibile affetto, che ho per voi. Questo e un gran

secreto, un gran segno della vostra generosa confidenza.~ciate, ch'io... {vuo l e i ngi noc ch ia r s z}= 7 ; : : ' I . ! . \1 0

Sorgete,0 caro. 10 so, che vostra figliazmaLeandro, ed a Leandro dono.e Castella dell'Isola.' Consorte~ siaClarice. A questo modo voglio::isardre il rifiuto di lei fatto.

"" :3 IAGLIA a p a rte (Eh la mia cara Angelami sta sul cuore).;) mio generoso re, quando mai potro compensare itanti"3enefizi?..

:3...WO

3asti. Apprendete il grand' arcano a mente,e partiamo di qua, che miglior loco

to' cercar, non vedendo alcuna fera. Centra)~" ,.ITAGLIA (a pre la ca rta , e se gue il re , le gge ndo il se gue nte ve r-

so d el M e r lin o C a cm : ta rta glia nd o)

era era trif traf not sgnieflet canatauta riogna.'

Q••• e forse in venti forme / carnbiato in Sarnarcanda, ebbi a mio senna /-:::insichezze,pratiche, e conobbi / nel popel mio, ne' sudditi, nel regno /z ce' rninistri cia, che in rea! seggio / non s'intende giarnrnai...»: cosi parlera· .,xc nei Pitocchi /ortunati (I, 2), fiaba che divide can ilRe cervo la fonte·~··'Histoire du prince Fadlallah.

_ :';nirnrnaginario possedirnento, icui probabili riferirnenti "romanzeschi"= pensi ai «castelli» e alle «isole» dell'Innamorato 0del Furioso; e non sidi ..

=tichino Ie terre insulari prornesse da Don Chisciotte a! suo scudiero-~"'i'operadi Cervantes, I, 7) erano certo passati nelle tragicornrnedie favo...::"-~el teatro barocco.efr. T. Folengo (Merlin Cocai), Baldus, XXIV, 640.

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ll.RECERVOATIO SECONDO

o maledetto verso: e malta difficile per me, rna forse

sara utile. {entra}Scena settima

Scena sesta

U dir an si d i d en tr o v oc i d i c ac cia to ri, d i P an ta lo ne , d i B rig he u..

e d i Leandro e suono d i co rn i. U sc ira un o rso insegu ito da i

praddett i , a :m ati d i a rc hib ug i. B r..ig he lla dopo aver .

u n 'a r c b ib ug ia t a v e "F s. .o' or s o , c h e / ugg e .1

BRIGHELLA Un buso in acqua. A ella, sior Pantalon.PANTALONE Ah, faloppa, cavete;' a mi. iscarica verso I' orso,

qu al e /u gg en do e ntr a}BRIGHELLA Bravo. El va sempre pill in la, sior Pantalon.

PANTALONE El fogon' gera umido, sier aseno.' A ti, fio, che

xe ancora a tiro; a ti.

LEANDRO ic o rr en do v er so l a p ar te , d oo '« e ntr ato l 'o rs o)

a me. {spara} I

PANTALONE A me, a me. Bravo el porchetto.' El va, che

diavolo se 1 0 porta.

LEANDRO E ferito, e ferito.PANTALONE Eh xe feria iotani. A vu, pampalughi." {due

c i at o ri s p a ra no )

BRIGHELLA Oh aseni! I ha amrnazza un can.

PANTALONE AI monte, al monte, all' e rta, andemogheVa de la ti, Brighella. Toghe la volta' ti, Leandro.

squartai." ie ntr an o tu tti c or re nd o p er d iv er se partit

D er am o , e T ar ta glia .

1 « Ru mo ri d i co mi e tro mbe tti pe r la cacc ia r e al e, [ . .. ] c an i e c ac ci ato ri , e

n an do e g rid an do v an no tutti a lla c ac ci a» (dr. F. Scala, L a/o rtu na d ir ., 0 .' ·estlll._I I t ea t ro de ll e l a va l e r app r es e nt a ti ve , a c ur a d i F. Ma r o tt i, M i la n o , n Polifi lo,

2 v o lL , II,p . 5 21 ) . Inaltre « fa v o le » d e l lo S c al a c omp ai ~ I_ 1 oa n ch e I e <~ c e n es i» ( ne l la t ti lo g i a dell'Orseide 0nell'Alvida): c om e p Ol illmo l ti t e sn s e ce n te s cs a-

2 L ev ar i d 'a tto m o, i nc ap ac e i faloppa).3 Micc ia .

4 Sig no r asino , .5 « V al e e ss er l 'u lt im o 0ilp ili d a p oc o» (Boerio).{ , S i e feri to i cog l ion i ! A v o i , s cim u ni ti .

7' Aggi ra lo .8 C or re te , b ri cc on i.

' : : 3 . . \ 1 1 0

Le gran archibugiate! Udiste? Quiaon vedo piu nessun.

'::-c:'JIAGLIA Ho creduto di ritrovar morto un rinoceronte. Ve-

.:tolicacciatori andare lontani, e correre dietro alla monta-

mao

. : : : : : i \ 1 1 o { gu ar da nd o in lontano) Tartaglia, io vedoven i r due cervi a questa volta. Presto

aascondereci, presto. { si n a s co nd e i-.-c:'-::IAGLIA Per bacco sono belli.

s i n a sc o nd e da un 'a ltra pa rte . E sc on o du e c erv i in c orso . D e-

r am o e sc e d a u na p ar te , sp ar a l' a rc ob ug io , u cc id e u no d ei c er -

ci. T ar ta glia e sc e d all ' a ltr a p ar te , sp ar a I'a rc o bu gio , u cc id e

I'' a lt ro c e ruo )

- : - :AGLIA Bravo, Maesta,

=::::~-\i.\10 Tuttidue

:7runmovalenti. Alia mia cara sposa

: 5 0 de' cervi un presente.

= . 'AGLIA a p a rt e (Ah il gran sublime pensiero! ... Se mi riu-

scisse, mi vendicherei dell 'ingiuria ... io diventerei.. . Tu non

;oderesti pill Angela mia. Tentiamo). Mio re, quelli sono

'::ue cervi morti.

-=,~':\.MO Non v'ha dubbio,

zon si muovono pill.

- : CC :-AGLIA Ora non potressimo noi, giacche siamo so~, e ch:

: : J ! t t i . I i cacciatori sono lontani, fare quella bella espenenza di

0lel verso, e passando noi in questi due cervi, divertirci an-

iEdo sopra quel colle a godere le belle vedute. Per un ~o-

=ento solo, per un momenta. Le dico il vero, mi sembra tm-

~ibile questa meraviglia; ho una brama di vederla, che

zrepo.

:=iMO Si, dite il vero,

:::ussiamo farlo, Vederete, ch'io

=un vi dissi menzogna. Andate, andate

78 79

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ILRECERVO

sopra un de' cervi, dite il fatal verso,vederete I'effetto.

TARTAGLIA iritroso, e ridente) Eh eh,ah ah... Maesta ho 1111

poca di paura, e di ribrezzo ... eh eh, ah ah ... lei si vu~prendere un poco di spasso... ho timore, ah ah ah...

DERAMO Orsu, v'intendo,voi diffidate. In ver sembra impossibile,che sia ver cia, ch'io dissi. 10 sara 'Iprimo.n vero scoprirete. Sopra I'altrocervo farete cia, ch'io fo, e seguitemi.

(D era mo si f ara so pra un d e' c erui, e d ira 'I ve rso )Cra, era, trif, traf, not, sgnieflet, canatauta riogna.ia nd era c ad en do g ra do g ra do , m en tr e v a d ic en do il v er so ter-

m ina to il qu ale caderd m o rto ; il c er vo r is us cite ra ; s i v olte ,.

c olla te sta a T a rta glia , in di e ntr er d v el oc e)TARTAGLIA Oh maraviglia! Sono fuori di me. Coraggio, Tar-taglia. Ecco 'I punto, ch'io sono vendicato, e felice.Entronel corpo del re; e, creduto Deramo, vado in possesso de lregno, e pill d'Angela mia, che adoro. Ma quando sara iaquesto corpo, chi sa, se conservero il difetto, di tartagliare?Non vorrei essere conosciuto. Diavolo! Sarebbe un bruttoimbroglio. Ma, quando sono re, di che temere? Non per-diamo pill tempo.

(Ande ra verso il co rpo de l re , e m en tre uo rrd dire it ve rso ,u dir assi stre pito d i c or ni, e d i c ac cia to ri, c he u sc ira nn o ' inse-

g ue nd o u n o rso . T arta glia sp au en ta to si r itir er a. I cacc ia tone ntr er an no in se gu en do l'o rs o. U sc ir i: u n u om o n ella fo rm a JiT ar ta glia a ta le , c he s'a sso mig li a se gn o d 'in ga nn ar e, sila r.

so pra 'I c or po d el r e.' T arta glia d ir a in p oc a d ista nza ' il ve rsoera era, e cc ., q u el su o s im ile a cc om p ag ne rd le p ar ole c ol g es to ;

ca de rd m orto , risu sc ite rd il reo Nu ova me nte d i r ito rn o usa -ra nn o i c ac cia to ri inseg ue ndo l'o rso , il re si n tire rd . P ar titeI ' o rso , e i c ac cia to ri, u sc ir d n uo va me nte T ar ta glia in fo rm a d iD er am o. A ou er ta si, c he sin d al p rin cip ia D era mo doordauere

• 1 ll.ve.ro!rtaglia, che all'arrivo dei cacciatori e entrato nelle quinte, vienesosnturto illscena da un sosia, che eseguira la trasformazione.2 Agostino Fiorilli recita ilverso dalle quinte.

80

ATIOSECONDO

a na m asc be ra , p er p ote r c on a ltr a sim il m asc he ra a cc om od ara l possibile fa s im ig li an za d i q ue sti d u e p e rs on a gg i)!

Scena ottava

Ta r ta g li a s o lo .

Resti Deramo nella sua miseria. ( tartaglz"era) Oh male-detta imperfezione di lingua, e ancora mi perseguiti? Ba-

sta ora sono re, e del regno, e di Angela in possesso. Diche temer? Chi piu di me e felice? Ben sapro liberarmidi tutte le persone a me sospette, e da me odiate. E tu,mio corpo, (ve rso 'I co rpo de l T ar tag lia m orto ) rimarraicorpo inutile, perche 'I re, ora cervo, di te non possa va-lersi, cagionandomi qualche disordine in corte. i tagl ia

co n la sc im ita rra la testa , e sp inge il busto in un ce spu-glio)2 Dietro questa macchia rimanti, infelice corpo mio;che non ho pill bisogno d'invidiare la sorte tua. (guarda

_ Deramo-Casali e Tartaglia-Fiorilli, fuori scena grazie agli interventi dei.zacciarori» e all'aiuto (utile al solo Tartaglia) del sosia, hanno avuto modo= tempo di scambiarsi la maschera: Agostino Fiorilli, dunque, puo ora reci-::.-e laparte di Tartaglia finto Deramo. Nel copione del '62, invece, non era-::_:)reviste le interruzioni dei «cacciatori», e la meccanica degli scambi era':"'versa:Deramo andava «morendo giu per la riva del fiume» e, nascosto al?blico, veniva sostituito dal «signor Fiorilli giovane [Antonio cioe, figlio= Agostino], accomodato con arte a somiglianza»; Tartaglia s'affrettava a: = e n dere «per i piedi I'altro corpo somigliante al re», e recitava ilverso ca-cendo a sua volta nel fiume; il finto Deramo resuscitava. Da qui a tutta la;czenadecima, pero, a meno che Agostino non prestasse la voce a!figlio dal-.= quinte, Tartaglia finto Deramo doveva essere interpretato da Antonio: delresto Francesco Bartoli ci racconta come ilfiglio avesse appreso «da! padre~giocaranch'esso con qualche abilita lo stesso personaggio ridicolo del Tar-:a.glia»(F. Bartoli, N o ti zi e i st or ic he d e ' comia i tal iani , cit., 1, p. 221).: Nel copione del '62 si legge in didascalia: «sara dietro la riva del fiumecambiato ilcorpo di Tartaglia con un Tartaglia di stracci», e poi: «tagliera il

::apoal corpo finto di Tartaglia e getters ilcorpo e ilcapo dietro una scena».•\.ncoranel manoscritto preparatorio all'edizione del '72, coincidente pres-

soche in tutto con ilpresente testo, siannota «alza per le chiome, indi gena.a testa...»: ilche fa supporre l'uso di un qualche manichino anche nella ver-

sionedella scena tramandata dalle stampe.

81

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Scena nona

ILRECERVO

dentro) Ecco i ministri, e icacciatori del reo Qui ci vuo l

?ravita. Per prima cosa converra perseguitare, e uccider

il cervo, che alloggia 10 spirito di Deramo. Questo mi de-

ve stare sommamente a cuore, perche potrebbe farmi

qualche brutta burla. Ho veduta troppo la virtu di

era era trif traf. Morto che sia quel cervo io nonpiu nulla. '

P a nta lo ne , L ea nd ro , B rig he lla , cacc ia tor i , e T a rta g li a,

/in to D e ra m o.

(T utti a ll' u s cir e /a ra nn o d e' profondi in chin i a l re , che stara CO l I

a f /e t ta t a s o st e nu te z za i

TARTAG.LIA Presto, ~inistri, presto. Comparvero qui due

cervi; uno ne ~CCISI,come vedete. L'altro e andato per

qu~lla parte. MI preme, che sia ucciso. Chi l'ammazzera,avra da me qualunque grazia sapra chiedere, Seguitemi(en tra)

PANTALONE Anemo, putti, presto. Servi So Maesta, (en tra)

LEANDRO La cura sara mia. Se uccido questa cervo chiedo

in grazia Clarice. (e n tra ) ,BRlGHELLA Alon,' alon, alon. La finira po, come quella

dell'orso, che nessun ga podesto pizzegar' le natiche. (en -tra)

(s'ud i~a d i den tro ro mo re d i co rn i, spa ri d i a rco bugi, e uo a;c h e g r id e r a nn o : «Eccolo,eccolo». Us ci ra 'I c e rv o s pa u e nta to

c or r endo)

PANTALONE A mi. i sp a r a , e / a ll is c e)LEANDRO A me. i sp a r a, e f al li sc e )

BRlGHELLA A mi. i sp a ra , e f a ll is c e)

TARTAGLIA (jurioso) Ah, cacciatori asini ...

1 . A nd iam o (fran ce sism o: d a allons).

2 Gli ha potuto pizzicare.

82

ATIO SECONDO

Scena decima

U n ve cc hio villa no , e d etti.

_ . L"fO ve cchio o illa no , c he do ora e sse r de cre pito , ce na oso , e d

+i»; sara 'Ipersonaggio , che rappresenta fa p arte d i D era m o,~•: :JJ al tro parlerd per lui, I ed eg li no n la ra , che i ge sti proper-

- =sti a ile pa ro le ; a vra un ba sto ne , so pra cu i s i a ppo ggie ra

usce ndo da l/o ndo de l te atro .

-;GLIA (a l v ec chio ) Dimmi, vecchio; tu hai veduto

3 que! parte ha girato que! cervo, che passe per di

:-::a?

- = = : : m o 10 non 10 vidi._...GLIA Oh nol vedesti? tfur iosiss imo) Maledetti tutti.

- -util vecchio, paga tu la pena, e finisci di servir d'imbro-

;":0 a questa mondo. ispara una pisto la , e ucc ide il uec-

::i:io)

=::.::mo Oime, son morto.

~-=-:..'illROa p a rt e (Qual nuova tirannial)

=:;HELLA a p a rt e (Mi deb otto me la fazzo a gambe).'

. ~,;"[ALONE a pa rte (Cossa vedio! Che el sia imbriagol]

'11aesta, xela sterno?' Se sen tela qualche mal? Cossa

::ala?-.c::IAGLIA (minacc ievole) Ola, non miseccate, ,0 sapro levar-

::ci dinanzi tutti gl'inutili. Oggi non e pill tempo, ma dima-

::i state pronti, Sia circondato questo bosco, voglio morto

¥e! cervo. Pubblicherete che chiunque mirechera un cer-

':;-0, che abbia una macchia bianca sulla fronte, com'ho ve-

;iuto, che aveva quello, avera diecimila zecchini. Ma dov'e

Tartaglia? (tartagl ier l i)

Jalle quinte: al posto dunque dell'attore Casali, interprete di Deramo ,-=: nelle vesti del vecchio ed in attesa, per poter parlare, della prossima

=.:: Io ad esso m e Ia squ ag lio .

Sietestordito?

83

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ll..RECERVO

PANTALONE a p a rte (Mi son sbasio!' L'e deventa un can.

1 0 conosso pill. L'ha cambia infin la ose,' e el se int<rt! ....

che el fa stomego).'

TAKI'AGLIA Dov 'e Tartaglia, dico? Che dicevate di

(tartagliera)

PANTALONE (pauroso)

Vostra Maesta.

TAKI'AGLIA E vero; rna e un gran tempo, che l'ho ~~LU''LV

vista.

LEANDRO La citra e vicina; se non e andato alla citra, e

pratico della strada.TARTAGLIA SI, si, rna so, ch' egli e un ministro odiato,

io ramo, e non vorrei, che gli fosse nato qualche a"'.lU'ODIIII

scabroso. ( ta r t ag li e ra no tab ilmen te )

PANTALONE a p a rt e (Tole! Che schienze de tartegiael)'TAKI'AGLIA a pa rte (Questa imperfezione mi

Non vorrei... Ma di che temere?) Cacciatori, ntf'nrl'ptp

spalla quel cervo morto. Voglio fare un presente alla

cara Angela, che nonvedo l'ora d' abbracciare.

ognuno sia in PUl:,' 1 cutra)

PANTALONE AndcIIl. I pur. Son straeeo, che me dol itoli," rna son tanto spaventa dalle novita, ehe ho

che se no fusse per abbandonar mia fia, da ministro

d'onor che vorria correr verso Venezia, come un

(entra)LEANDRO ( a Br ighe l l a ) Ma, s'io ammazzava il eervo, .u1l.~""

la, ora potrei chiedere Clarice in consorte. (entra)

BRIGHELLA Sto signor ga in testa i amoretti, e a mi me par

aver in tela testa quella nespola, che ga tocca a quel

decrepito con tutto quel sugo.' (entra)

1 Stupefatto,2 Voce.3 Tartaglia che favenir nausea.

4 Era.5 Caspital Che targagliate!6 Mi fanno male le gambe dalla stanchezza,'7 Mi sembra d'aver in testa quella pallottola, con tutto quel sangue,

toccata al povero vecchio.

84

ATTO SECONDO

Scena undicesima

D er am o c erv o.

~" !.·o u sa rd , si p or rd vic in o a l ve cc hio m or to , il qu ale p ar le rd

p er il c er uo p er c on se rv ar l'i ll us io ne . 1

~ - . : . . \ 10 (cervo)

:: Giove, ti ringrazio, che m'hai salvo

- "~periglio crudel. Ma, oime infelice!

:' ciel! Misero me! Qual rimango io!:?:li, ch'uomo, saper volli.ie '1troppo ardire

:sstiga il del, ehe in brutd· or .mi condanna.

='3' cacciator perseguitato, e cani,

zrn periglio di morte ogni momenta,

_erba mi sara cibo, e '1 terreno aspro

: : 2 . . . a letto al mio corpo, a venti, a pioggie

esposto, e alle tempeste. Ah qual.dolore

-itrafigge pill, ch'altro! Angela mia,

::::gannata dal reo crudo ministro,

.nm la real presenza," in preda resta

::d traditor, credendolo il suo sposo.

:)h insofferibil doglia! 10 piu non posso. (ve den do il ca da -

z er e d el v ec chi o)

.:\~ che vedo! Un estinto vecchiarello!::Olle rnagiche note in questa io passo.

~~ii 'aprira pill facile la via

5 poter favellare alla consorte,

sifa so pra 'I c or po d el v ec chio ; r ec ita il so lito ve rso ; if cervo

c a de mo r to ; il v e cc h io r is u sc i ta )

= : Gaetano Casali che parla al posto del cervo (<<conqualche canna che-~, a riferire vicina al cervo», aveva specificato Gozzi nel copione del '62).

:.: ;plesto modo, aspettando che l'animale, in fine scena, si trasformi nel~io», l'interprete di re Deramo potra seguire, can la propria voce, rut-:= ~ traslormazioni del suo personaggio (in cervo appunto, e in vecchio).

: : - o 'o i ll sapere piu di quanto e consentito ad un uomo.

.3vivere nelle sembianze d'animale.

- ?er mezzo dell'aspetto regale da lui assunto.

85

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ILRECERVO AlTO SECONDO

Scena dodicesima ~ = , com'altre son. Tutte Ie forze

__:::nlgo,ed alia reggia m'introduco.

_~:te non manca,' e '1 cie1 non abbandona. (entra)e ra m o r esu sc ita te n el u ec cb io , c an b asto ne .

II cie1non m' abbandona, e sono ancora

in corpo uman; potro cercar vendetta. ispeccbiasi ne l

Ma qual figura d' orridezza miro

specchiandomi in quest'acque! 10 son Deramo!

Dove '1mio corpo? Oh Dio! Deramo io sono?

In qual stato soniol Crudo ministro,

traditor, empio. E questa ricompensaa tanti benefizi, ch'io ti feci

traendoti dal fango? Ah , cieco io fui,

che non dovea fidarmi, e maladico

il punto, in cui ti volli fare a parte

del geloso secreto. Ah ; che tant' anni

di sperienza di fedel servigio

ingannarmi dovean; rna un punta solo

fece veder di quanta scelleraggine,

di quanta iniquita fosti capace.

Angela mia perduta! Angela mia!. .. i smanioso tOh Diol Parmi vederti fra le braccia,

ingannata, dell'empio ..(i n a lto d ip a rti re i Affretto ilM'introduco alia corte ... Alla consorte ... ( s i [ e rma )

Ma che? Come faro, perch'ella creda,

ch'io sono ilsuo Deramo, se 1'infame

ministro nel mio corpo or l'e consorte?

E, se potessi ancor farle palese,

ch'io sono il suo Deramo, e che quell'empio ...

Come amera questa deforme, e inetto

corpo in confronto al mio? Ella e pur donna,

e pill bel corpo con iniquo spirto,

che gentil spirto in orridezza chiuso

vorra,' seguendo ilfemminil costume.Stanche membra, coraggio. Angela forse

Scena tredicesima

T ru ffa ld in o s olo .

~.::::con una rete in collo, e vari attrecci attinenti ali 'uccella-

: . : : = . . Esamina il1uogo, 10trova opportuno a tendere insidie a'

-= i l i . Vede ilcervo morto, l'esamina, scopre, ch' egli ha 1a=-::.::dllabianca sulla fronte, si ricorda 1ataglia posta dal re, fa

..:::rasporti di gioia sopra '1buon principio' dell'uccellatura.

- ~ t t e 1a sua rete, discorrendo indispettito del torto fattogli

__:Smeraldina. Ranunemora i regali, che le ha fatti di uccelli.

: :-=:estadi non vo1er pill guardar1a. Parla con voce bassa per

= = sturbare l'uccellagione. Tesa 1arete, si ritira da una parte .

. . . . : : : : : n a vari zuffo1etti da uccellatore per richiamo di uccelli, ne

~-= :a di caricati, e proporzionati al suo carattere. Scopre il":::;?llgalio, ch'e '1mago Durandarte, ivi 1asciato da Cigolot-

~ J"~ostraavidita di prenderlo nella rete. Fischia con carica-

. _ - = - s'affanna. npappagallo entra volontario nella rete. Cor-

.~ c"1iegro,10prende, 10mette in una gabbia grande. Ritoma

_ =rcellatura. Non prende pill nulla. n pappagallo gli par1a

= = voce imitata di pappagallo.'

Scena quattordicesima

Du ra nd ar te p ap pa ga llo , e T ru ffa ld in o.

- : . ' : , ; : ; )ARTE Truffaldino.

Fara degli stupori, e degli atti di spavento.

1 > E preferira un bel corpo dall 'animo rnalvagio ad un animo nobile

chiuso in un corpo rnostruoso.

~ =:lfte non fallisce (potra dunque colpire Tartaglia).

. .=ore che interpreta la parte di Durandarte, 10 ricordiamo (cfr. II, 4),=e dalle quinte la voce del pennuto; nel copione del '62, Gozzi ave-=0: «Il pappagallo sara posto appresso una scena», per agevolare,

==sto trucco, l'irnitazione.

86 87

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ILRECERVO

Non sa chi parli. Guarda intomo, trova il corpo, e la

di Tartaglia; si spaventa maggiormente. Teme, che

davere l'abbia chiamato. Vuol raccogliere le reti, le

fuggire.

DURANDARTE Truffaldino, non aver paura.

TRUFFALDINO S'avvede, che la voce non viene dalla

cadavere. Sospetta, che sia il pappagallo. Si prova a

largli, cominciando colle solite parole: «Pappagallo

ecc.».'

DURANDARTE Portami in corte alla regina.

TRUFFALDINO In corte? Alla regina?DURANDARTE SI, si, sarai ricco, ricco, ricco.

TRUFFALDINO Sue maraviglie. Suoi imbrogli,' timori,

ze; non puo raccoglier tutto, il cervo, la gabbia, la

Chiama due villani, ordina loro di levare quel cervo in .

la, e di seguitarlo; ch'e in caso di donar loro sei po:,se:,S1(].

Affaccendato raccoglie tutto. Accenna di portar nella

anche la nuova del cadavere ritrovato di Tartaglia.

Scena quindicesima

S a la r e gi a.

T a rt ag li a r e , e d A n ge la .

T a rt ag li a u sc ir d d ie tr o a d A n ge la , c he l o/ ug gi ra . E g li t er ra d e '

d i g offi, e u illa ni, e ta rta glie rd tr atto tr atto c on d el d isp etto d o

1 Gia dette, probabilmente, nelle battute "all'improvviso" della scena

cedente, e qui ripetute. Non e neppure escluso , tuttavia, che ilritc)rm:lio.rivasse dai diversi canovacci sei-set tecenteschi in cui Ie maschere

chino in particolare , si trasformavano in «finti pappagallis (efr. G .D al l'in na mo ra to a ll ' a uto re . S tr uttu re d el te atr o r ec ita to a V en ezia n el

co lo , «Teatro e s toria», 1987,2, p. 262).2 Confusioni.

• ,} Che e in condiz ione di donar loro se i possedimenti.

4 Di tratto in tratto e indispet tendosi .

88

ATIO SECONDO

c:--.:\ iuscendo mesta)

:~ lasciatemi in pace.

~=-:.:;LIA Come diavolo,

--:'i)cor mio, vi siete voi cambiata?

: : : c / e quell'allegrezza? E un'ora buona,

.::;:vi son dietro colle mie carezze.

:.::.arete una matta. 10 non fui buono

=:::ora di pigliarvi per la mano.c en tr e p ar le rd c on ta l g offa gg in e, A ng ela 1 0 guarders fiso

zo n d e' g esti d i s tu po re , m a ssim e ' a q ua lc he ta rta glia ta )

_-=-C_GLIA a p a rt e= ' l i guarda fiso! Che si fosse accorta?- = - _ non puo darsi), Via, cara, chetatevi.

= : : w ' e quel grand' amore? ...

=:=- ;1\ (ag i ta ta) Oh Dio! Deramo,

- = ' : 1 1 vi sdegnate, se ragiono franca.'

::~~non posso soffrir ...

=_- ' :GLIA SI ragionate

_"'eramente col nome del diavolo.

::::=lA (r ibuttandoszY_~o re, sara illusione sfortunata

;::-.lella,che mi travaglia. 10 pill non trovo

_:_:nioDeramo in voi.

-=_'iGLIA Come! Che dite!

:?erche? a p a rte (Questo e un imbroglio maledetto).

--:::LA

5':01so. iguardandolo t Pur siete quello stesso. E quella

__::ella faccia, e quelle son le belle

=embra, che amor m'hanno ispirato. Pure

_gesti non son quelli, i sentimenti

':cllo spirito vostro, ilfavellare,

~elevatezza del pensar sublime,

.e delicate immagini non sono

:;non mi sembran pill quelle, che '1core

;;:prattutto.

:iberamente.

= ~ ndisgusto.89

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ILRECERVO

m'han rubato dal sen, che m'han sforzata

a palesarvi l'amor mio ch'han mosso

il desiderio in me d' avervi sposo.

Perdon, mio re; perdono; le bellezze

del vostro corpo la cagion non furo

del vero affetto mio. Furo le nobili

forme del pensar vostro, e le ingegnose

immagin dello spirto, e i gravi modi,

che uscien dall' alma vostra, che m'han presa,

quelli ch'io pili non trovo, 0che mi sembra

pili non trovar in voi, per mia sventura. (p iange)TARTAGLIA a p a rte

(Ma possibile fia, che in questo corpo

io non possa ingegnarmi a parer quelloi')'

Eh non piangete, Angela bella mia.

ANGELA

10 vi confessero con quella stessa

bella sincerita, che si vi piacque,

che, se m' aveste voi prima la spezie"

fatta, che mi fate ora, io v'avrei detto: ( ca n o r gog li o )«Signor, non v'amo, e sposo non vi voglio».

TARTAGLIA

Oh via, queste poi sono fissazioni.

Questa

euna malattia d'effetto isterico.

Il mal sta nel cervello. Caro bene,

si chiameran dei medici, e faremo,

che vi sia tratto sangue.'

ANGELA icol lericai Si, puo darsi,

ch'abbia la mente inferma. Ah, certo i modi

vostri non son quelli di prima. Deh

lasciatemi partir, lasciate, ch'io

nelle mie stanze mi ritiri a piangere

con Iiberta. Nel pianto io YO distruggermi, (ent ra)

1 Ma e mai possibile che inquesto corpo (eli Deramo) ionon trovisembrare Deramo?

• 2 Limpressione.

3 Che vi sia fatto un salasso.

90

ATIO SECONDO

=:_::;UA

.~ cara gioia mia. Gia sono certo,

~ '1 mal vi passers, che m'amerete.

Scena sedicesima

Ta r ta g l ia s o lo .

...:::i vuol flemma. 10 sento nell'interno

.= amor tutto furia. Usero zucchero,'

=Jme, e preghi, e poi la forza, e poi

'::::-0vendetta. Arsenico non manca.

= : : - 0 1 mi convien far qualche fierezza'

~.=:;metterla in terrore da una parte;

. c'1'altra accarezzarla, e, s'e possibile,

==urla a sollevar la fiamma rnia.'

~:Jlre, restero reo Sapro distruggere

:-':::0 cio, che m' annoia, e non m'alletta._ di cento persone andranno in carcere;

::.::::J:gue,strage faro, s'ella resiste.

Scena diciassettesima

C la ric e, e 'I d etto .

~lCE

.-:1], mio buon re, giustizia per pietade. ( p iange d i ro tt amen t e )

'='\GLIA

:::befu, Clarice?

. -"leE Mio padre meschino

: : - J l nel vicino bosco ritrovato

=-onco '1 capo dal busto. (p iange)- AGLIA a p a rt e (Poverina!

~.1ifa compassion). Come! Che dite?

Dh me infelice! Gli assassini iniqui,

Jolcezza.~ .':.:toautoritario .

~tringerla a dar sollievo al mio amore.

91

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ILRECERVO

che '1mio fido ministro m'hanno tolto,

chi furo? Me li dite. Ah ben 10 dissi,

quando non si vedea pili sulla caccia ...

Egli era odiato ... I traditori tosto

mi palesate.

CLARICE Ignoti sono, e solo

so, ch'una figlia, io son la pili dolente,

la pili angosciosa, che nel mondo viva. (p iange az r ouam ' e1U1I I

TARTAGLIA icommosso la ra de ' lazzi o cc ulti d i te ne re zza ,a bb ra c cia rla p oi si tratterrd)

a p a rt e (Sento, che mi commuove. Oh se potessipalesarle l'arcano! Non mi fidel.

Chetatevi Clarice; in me averete

un altro padre; il giuro. Vi prometto,

che per la morte del mio fido amico

strage, e sangue faro. Sapro ben io

I'assassino scoprir. Voi ritiratevi.

CLARICE

10 v'ubbidisco. A voi mi raccomando. ( pi an ge n do e n tr a )

Scena diciottesima

P a nta lo ne , L ea nd ro , e T a rta glia .

LEANDRO ifrettoloso)Deramo, re, con mio dolore deggio

un'infausta novella a voi far nota.

PANTALONE ifrettolosoi 0 Maesta., Maesta., El povero

tagia ...

TARTAGLIA (con [ierezza)

So tutto. Miserabile ministro! ...

Mio pili fedele arnico! ... ( fi ng e d i p ia n ge r e) Chi portata

ha la funesta nuova del misfatto?

PANTALONE L'oselador' de corte, Truffaldin, Maesta. El dixe,'

che ell'ha trova in tel bosco vicin de Roncislappe in tun ba -

r02 de spini, tagia 1atesta.

1 Uccellatore.

2 Cespuglio.

92

AITO SECONDO

_-=-" . .GLIA

: : : : i t , guardie, ientrano d e ll e g u a rd ie ) Sia tosto il caro corpo

-~.mio ministro incenerito, e poste

=--=::lIeeneri sue dentro d'un'uma.

:'uest'uma posta sia nelle mie stanze;

- = voglio pres so a me. Voglio memoria

zrnservar sempremai' d'un uom si degno.

imprigionato Truffaldino, e tutti

=510 posti in prigion color, che furo

_~ meco alia caccia. Disarmate

~dro tosto, e Pantalone, e posti= . . = n d'una torre in fondo. S'incominci

.3 questi due la mia perquisizione.'

~:__" ,;DRO 10 disarmato!

._ '= ' . \LONE Mi, Maestal

- , ,_ \GLIA ( a ll e g u a rd ie ) M'ubbidite. 10 so,

:::Janto nel cor de' cortigiani puote

_:nvidia, e '1tradimento. Voi, Leandro,

so, che 1afiglia sua amavate, e so,

::he quello sfortunato renitenza

sveva di concedervela sposa.

-,-ecchio, a voi forse rincresceva troppo,

;:h'egli mi fosse caro. Ite alia torre;

se sarete innocenti, sapro asso1vervi.. :par te (Quel cervo mi sta a cor; rna al nuovo giomo

rutto faro per dargli morte. Intanto

de' pili forti mi sono assicurato.

Angela tema. Il regno pili non perdo). tentra)

~J l_ , ," 'DRO

o me infelice! Ogni speranza e persa. Ce nt ra t ra le g ua r di e)c: :_ ' \ "TALONE Questa e la prima entrada, che scodo a esser

missier de So Maesta;' ma el cielo defendera la rnia inno-

cenza, ientra tr a le g ua rd ie )

D_ er sempre.

.:: Indagine.

Questo e ilprimo guadagno che riscuoto per essere ilsuocero dd reo

93

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ATIO TERZO

ATIOTERZO

Scena seconda

A nge la , e D era mo ve cchio .

Scena prima

- = . . . . , , - \ (d a s e)

-::me! Tartaglia e morto! Il padre mio,

_ :ratel mio prigion! Quai stravaganze?

::"3aicambiamenti, e tirannie saranno

.=:--=esteel sposo? Ah, pili mi riconfermo,

~"ei differente sia da quello, ch'era..c:- - : . . ' l f O (u sc e nd o i n d ie tr o )l~ro la sposa mia; (guarda dentros '

rna, oh rio destino!

~-:J servo arriva, e m'irnpedisce ogn'opra. ( si n a sc o nd e)

S ta nza reg ia . V ed esi ne l fo ndo u na g abb ia gra nde c on en tropappagal lo, ' Ta l gabbia sara p osta so pra una tauola, 0 altro,

s er ua a fa cil ita re l a tr as fo rm a zio ne , c he s eg ui rd .

94

Scena terza

D e ra m o v ec chi o.

(e ntr an do a ffa tic ato , e tim o ro so )

Lasso! Non posso pili. Le membra stanche

io reggo a stento. Inquesta regia, dove

monarca fui, devo fuggire ognuno;

temer ogni ministro, ogni vi! servo;introdurmi di furto. 0 quale assalto

ebbi da' cani miei! M'ha salvo ilcielo.

L'intime stanze queste son. Vorreiveder Angela mia, vederla sola

per poterle narrar ... Ma nascondiamoci,

che alcun non mi scoprisse. Angela forse

capitera; potro parlarle. Oh misero!

Chi sa, se al mio parlar prestera fede?

Chi condannar la puo, se non la presta? ( si n a s co nd e i

Angela;e Truffaldino.

_ _ :FALDINO Esce, si presenta con una goffa umiliazione.'

= = - : e di esser venuto, perch'ella possa rassegnargli i suoi ri-

":=ID, perche egli si degna di regalarle, mosso dalla generosita

::.5{) i suoi demeriti," una eosa assai rara ecc._ : ;!E LA

: : : : h earo Truffaldino, ho ben in mente

21tro, ehe i tuoi presenti, e le tue scioeche

?>ffaggini ridicole. Deh parti.

Quali regali vuoi farmi? Va, mi lascia.

-=-_1 'FALDINO Che vuol donarle un pappagallo, il pili vir-

moso, il pili dotto, ehe sia uscito dal seminario.' Ch'egli

:'aveva gia portato in quella stanza, e che attendeva l'oc-

, 1 «Une cage de fll d'or», nel la fonte (cfr, H is to ir e d u p rin ce F a dl al la h, e l L .p.287).

_Jal fondo della scena , non visto doe da Angela.

.; ~elle quinte.

:Jeferenza .

.. Spinto dal proprio generoso ossequio per idemeriti di Angela: e dunque

= controsenso, che risulta una parodia del le forrnule d'omaggio.

- Sede di alti studi.

95

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ILRECERVO

casione di poterlo rassegnare al suo ossequioso U~H-L"""

ecc.

ANGELA

Vanne, servo importuno, e teco porta

ipappagalli tuoi; non mi dar noia.

TRUFFALDINO Ma che Sua Maesta deve sapere, che

un pappagallo pill eloquente di tutte le femmine

do. Si volge al pappagallo per farlo parlare. Lo chiama

quei modi, che s'adoperano co' pappagalli; si volge

gina, pregandola ad ascoltare. Si volge al pappagallo

nuovo; 1 0 stimola; quello non risponde maio S'infuriaminacce al pappagallo, e con preghi alla regina, che

Fa molti lazzi, spropositati.

ANGELA

Parti, ti dico; pill non molestarmi,

o dal veron ti fo gettare in piazza.

TRUFFALDINO AI pappagallo, maledicendolo, se queUe

le ricchezze da lui promesse net presentarlo alla regina.

Scena quarta

U na g ua rd ia , e d etti.

GUARDIA

Signora, con licenza.

ANGELA Che vuoi qui?

TRUFFALDINO Alla regina, che non si riscaldi. Esser

una persona naturalmente spedita d al re a pagargli

mila zecchini di taglia, perch' egli ha valorosamente

il cervo dalla macchia bianca in fronte, per ordine di

Maesta. Si volge alla guardia, chiedendo idanari.

GUARDIA

n re comanda, che costui conduca

net fondo d'una torre. Egli e sospetto,

•1 Presentare alla deferente indegnita della regina: si conclude ~vo .•• ~ "-,,,'_

ziata nella battuta d'esordio.

96

AITOTERZO

:-::,ora, sulla morte di Tartaglia.

- zrdir mio non v' offenda. Andiam, birbante.

.: J ig lia p er u n bracc io i

~:-::::_ 'l i l)INO Se quella sia la taglia guadagnata ecc.~=.._.",

=--:::neNelle mie stanze! ... E questa illoco? ..

..::JIA

_-2!>idiscoal mio reoVieni, buffone.

::-::::Jponon e di tue sciocchezze. Andiamo. (1 0 strascina)

Sue collere col pappagallo, col re, colla regina,

_ : : = ~ cervo; entra colla guardia piangendo.

Scena quinta

A ng ela so la .

=-"'i:Scone tirannie. Misera me!

~:aattendo sopra al capo mio sciagure,

=:e averan fine colla morte mia .

...i, caro padre, ah , caro mio fratello,

~=a l colpa avete voi, che sia Tartaglia

-""i~ bosco ucciso, equal, ch'io pill non possa

c-'ar 1 0 sposo, come prima amava? (p iange)

Scena sesta

D e ra m o v ec chio , e d A ng ela .

= = ' _ C _ \ 1 0 (d i dentrov

C;on pianger, no, cara mia vita. Dolce

zmsorte mia non lagrimar.

- : : = :: : L A i so r pr e sa , e s pau en ta ta t Che sento!~uesta e del re la voce.

::=:..;:\10 ( di d e n tr o ) Ella e pur troppo

::211equinte.

97

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ILRECERVO ATIOTERZO

del suo SpOSola voce, alma innocente.

ANGELA (piu sorpresai

Che! ... IIpappagallo forse? .. Come mai?

DERAMO iuscendo, e a lza nd o u na m an a tre ma nte ve rso

Non sbigottirti, e non m'avere a schifo,

viscere mie, ti prego. i s'a o a n za l e nt ament e )

ANGELA (c o n/ us a, e d a g it at a) Ah , vecchio, dimmi,

chi t'introdusse! Chi sei tu? Che did?

Parti dalle mie stanze, traditore.

a p a rt e (Certo di furto egli s'e qui nascosto

per udire i miei detti, e riportarli

a Deramo sdegnato, che m'ha in ira).

Fuggi, vecchio maligno, 0i servi miei... (in a tto d i c ma 11l.

DERAMO

Fermati per pietade; Angela, ascolta.

a p a rt e (Ahi, m' abborrisce, ed ha ragion; ne puote

il suo Deramo in me conoscer mai).

Angela, dimmi; in quest' orrida scorza

tutto abborrisci, e in me non trovi nulla? ..

Nulla, che non t'incresca? ...1

ANGELA Quai parole

di vecchio stolto! Che di tu? Che chiedi?

DERAMO

Stolto, pur troppo ever. Dimmi, idol mio,nel re non trovi alcuna differenza

da quel, ch' era stamane?

ANGELA i sorpresa t Oh Dio! Che sento!

Quai parole son queste? Miserabile,

chi qua ti manda a chiedermi di questo?

DERAMO

Miserabile, ever. Ti sovverrebbe,

che '1 tuo Deramo allo spezzar che fece

il simulacra magico stamane,

che alle donnesche falsita ridea,

per non aver occasion d'offendere

_ zara Angela sua, ch'ei cosi disse:'

~-Di,cinqu'anni or son, da un mago in dono

~ gran segreti, uno de' quali e quello;

- ::ro in petto 10 serbo».

:-::-,'\.sorpresa magg io rmen t e ) Ever; 10 disse;

= = come sai tu tanto? Oh me infelice!

~=sliconfusi dubbi mi travagliano!. ..

_::__'aggirano in mente!

a p a rt e (Ella sospetta;

=::;mrtuno sospetto). Ti sovviene,-cda, che stamane il tuo Deramo ...

.z ue nd os i 'I p etto ) il tuo Deramo, nell'estreme stanze'

~ scherzo d'un picciol segno, c'hai

,=;ra il petto nascosto, e tidicea,

= = . c i ti scema' bellezza? (A ng ela a sco lta nd olo d im ostra

z= im a so rpresa . D era mo p ia ng end o se gu e)

Ah ben maggiori,

. : - : : : a ver, d' orridezza ha mille segni

=810 sposo tuo, da mortal pena

~tto, che la sposa no! conosca,

~::::'odi giovinezza, e servi, e regno. (p iange)?A ( ag it a ta a vv i c inandoseg l i)

-=cchio ... che did? .. Oime, che intesi mai!

~rna a dirmi ... dimmi...c- c'\10 ir ac co gl ie nd o le fo rze t Angela, sappi ...

= : m del, dammi tu forza, ond' apparisca

~ta sul mio labbro. Angela, sappi,

.;_'io sono il tuo Deramo, in questa corpo

::5torme chiuso. IIcorpo mio, consorte,

::::iude 10 spirto di Tartaglia infido

7eI magico potere. 10 di lui troppo

=ifidai, cara sposa; e della mia

~olezza fatal dovremo piangere

= - ricordi forse cosa disse Deramo stamane, spezzando la statua magica

.~ :i de va a lle fe m m in ili bu gi e._:alamo.

:::ninuisce.1 Ti muova a compassione.

9998

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la sciagura per sempre.

ANGELA Ah , come, vecchio,puo darsi metamorfosi S I strana!

DERAMO

Se m'abborrisci, anima mia, e non credi,

se pili non m'ami, levami la vita;

tanta miseria almen non sofferire

che la miseria mia di tanto accresca.' (piange)

ANGELA

Ah , che questa e la voce certamente,

e questi sono i sentimenti alteri'

certo del spirto invitto di Deramo.

Deramo, ever; voi siete ilmio Deramo. (to p ig li a p er u na

DERAMO

M' ami tu dunque ancora, anima mia,

ne ti spaventa quest'orrido corpo?

Anima grande, anima rara al mondo. il e ba cia unapiangendo)

ANGELA

Ma come mai voi S 1 deforme in vista,

Tartaglia re, Tartaglia estinto, e poi

or si abbrucia ilcadavere di lui!

Quai stravaganze! 10 nulla intendo, e solo

spasmi, ed angosce son quelle, che intendo.

Ah , ben m'avvidi, che '1 diletto spirto

del sposo mio nel corpo suo non era. ip iange)

DERAMO

Non pianger, per pieta, che maggiormente,

Angela, accresci la miseria mia.

Dimmi, se '1 traditor nellamia forma

di te, cara ... Ah nol dir, tad per sempre

la mia sventura, e, se per sorte io deggio

rimaner testimonio de' miei terti,'tu vivi, anima mia, tu vivi pure,

1Non permettere che una infelicita COS! grande (d'essere doe "-l.llU__'_un corpo «deforme») aumenti di tanto ilmio do1ore..2 Nobili.

3 Dei torti che ho sub ito.

ILRECERVO

100

ATIOTERZO

~3icor; rna pili non viva iltuo Deramo.

= : 2 .:;;uestasalma' scioglimi ... m'uccidi. ( con d i sp e razi one t

= - " ' 1 .: : : : : J l sospettar, Deramo; iltuo bel corpo

=j1;lJ 1 0 spirto tuo, caro, ho sprezzato,

~eso, abborrito. Insmania, in ira

'; ~traditor ministro, e in tirannie

=g.a la rabbia sua. Gia son prigioni

;..::lIfelicimio padre, e mio fratello.

= = : n : : i minaccia ... Ah , c h 'i o men corro tosto

.;:;alesar l'inganno, a sollevare~;npol tutto. Forse trucidato

= = r r a I'indegno ... (in a tto dipartiretFermati, mia vita.

= = r i farai perir. Come potrai

~e in cio ritrovare>' Altra speranza

-::n mi rimane, che nella tua calma.

_ : 2 sento venir gente. E questo loco

::=TIgliosoper noi. Nel gabinetto,

= = non isdegni, andiamo. Iv i udirai ...= - : : : i ammaestrerotti, e l'amor solo

':'Angela mia puo vendicarmi; a quello_; raccomando.

:::3.A Ah , se un costante affetto

~ giovarti, idol mio, non passa molto.

';'esiam felici, e I ii vendetta e fatta. (entrano)

Scena settima

Sm er al di na , e B ri gh el la .

C ame ra c or ia ?

=:: ;HELLA (jugge nd o da Sm era ld ina , che 1 0 segue) Ma ti rn'ha

..mpo.

:Ornepotrai essere creduta?:::calo d i un sipario ha diminuito 10 spazio scenico: la «stanza regia» ha

=.que 1asciato ilposto ad una camera della servitu.

101

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ILRECERVO AITOTERZO

...=:chiara mata,' e te pregiudica ... (no posso pill taser) che

: : _ R passar per don zella, e oramai se sa anca in sto paese,

- - = z a forza dei to maledetti desideri de aver marido, ti ha

.~ in Lombardia, in pill de sie casade per nena.' No me

: : . = : u : a r pill, pezzo de matta. i e nt ra f u ri o so i

-;"iDINA Ah, canaglia, briccone, traditore! ( gl i c o rr e d ie -

Scena ottava

~ ~2 Ta p rim a ' c o l p a pp a ga llo , e p re pa ra ta a ile tr asf or m az io n i,c h e s e gu ir a n n o .

A ng ela , D e ra m o v ec chio , e D ur an da rte in p ap pa ga llo .

. : = : . ! L A

?: , mio ben, non temete; io faro tutto

: : ' . 0 , che voi m'insegnaste, e, se pur vana

~=:5Se I'opera mia, non dubitate;

= o r r a Tartaglia, e voi ritornerete

= = 1 1 0 stato primiero.

-'.."...\10 Ah, sposa, e questa

~unico modo di recar soc corso.:::tuo caro consorte. Violenza

:;erigliosa sarebb~.4 Ma la voce

sento del traditore. Oh robustezza! ...

~,1i.eprime forze, dove siete mai?

?erche m'abbandonaste, e perche sento

.anto furor nell' alma, e tal fiacchezza

::fr. C. Goldoni, L'uomo di mondo, I, 14: «debotto ti me fa andar 20cofa

~ marta»; 1 0 stesso Goldoni commenta a pie pagina: «pazza, nota in.z.ezia, che soleva strillare per Ie strade»..:.::::pili di se i famiglie come balia.

:= : la «stanza regia».._:::uso della violenza risulterebbe pericoloso; Deramo vecchio, infatti, ha::.;gerito ad Angela di chiedere un <<favore»a Tartaglia re (cfr.la scena se-

=te).

mo secca, che sonagro.' Figurarse! Me xe sta dito, che

guardia me cerca per metterme preson; go altro in

che Ie to seccadine.' Mi deb otto te dago do pea dine

cesto,' e te ficco fora de casa. Astu' el diavolo adosso?

SMERALDINA Si, si, traditore, la tua ambizione fu causa

mia rovina. Mi volesti esporre nel gabinetto del re;

fiutata; e per questa Truffaldino non mivuol pill. n mio

cora e screditato. Ho perdute tutte le occasioni; e

pensa a ritrovarmi un marito, altrimenti averai satanassea

casa; ti saro sempre a' fianchi, ti faro infelice, tifaro

care per la disperazione.BRIGHELLA Ma se gerimo' d' accordo ... Ma se ti avevi pill

gia ti de mi de produrte al re . .. Ma gran femene!

mene! Mi ti vol che te trova marido? Va in malora;

all'incanto." Trovatelo ti, se ti xe bona.

SMERALDINA Dal canto mio, signor asino, ho fatto il

bile; non voglio pill diventar matta. Ho provato a

gere la mana a tutti gli staffieri, a far l'occhiolino a

guatteri di cucina, a sospirare innanzi a tutti i ta(:ctJl1Dl[~

corte, a tutti imozzi di stalla; rna nessuno mi vuol

dare; mostrano di aver nausea di me, mi fanno gli

leffi,e ridono; e questo mi succede appunto per

screditata, pregiudicata dal rifiuto del re, nato per

causa.

BRIGHELLA Oh vustu,' che te diga mi, perche tutti te

sberleffi, e cossa che te pregiudica?

SMERALDINA Perche? Che cosa? Perche> Che cosa?

no della mia riputazione, e del mio stato!

BRIGHELLA triscaldatoi Te pregiudica quaranta, e pill

che ti ga sui preterite." Te pregiudica, che ti xe pill

1 Stufo.2 Stupidaggini.3 Adesso ti do due calci ne! sedere.4 Hai.5 Eravamo.6 All'asta.

• 7 Vuoi.

8 Fondo schiena.

102 103

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ILRECERVO

disugual' nelle membra, ch'io non possa

vendicarmi, sfogarmi? 10mi nascondo.

Pensa a ricuperare iltuo Deramo,

qual era prima. Angela, t 'accomando ...2 (I e p r en de u na

Usa arte,' quanta puoi; rna ti scongiuro,

deh non l'accarezzar; fa, che 1'iniquo

non s' avvicini a teoFa quanto puoi ...

Ah, non badarmi ... passion m' accieca ...

Furor di gelosia, non mi tradire. isi ritira)ANGELA

Ite, ch'ei s'avvicina. Testimoniodell ' oprar mio sarete; ite, celatevi.

Scenanona

T arta glia re , g ua rdie in d ie tro .' A ng ela , e D ura nda rte

in pappagallo.

TARTAGLIA da s e(llcervo e morto, e 10 conobbi al segno,'

rna Truffaldin s'imbroglia,' e non l'uccise.

Pieno son di sospetti, e non vorrei...

Ma che temer? Son re, tremi ciascuno).

ANGELA da s e(Mio cor, resisti. A fingere ti sforza,

e a sofferir' del traditor la vista).

TARTAGLIA da se

(Solo ilcor di costei mi manca, e poi

son felice. Ah sento, che l'amoremi fa rabbioso. Or fo 1'ultima prova).

1 Rispetto al «furore».2 Ti raccomando.3 Astuzia.4 A fondoscena.5 La macchia bianca in fronte.Q Si confonde.

7 Sopportare.

104

ATIOTERZO

~--cletta, cor mio, ben mio, vi siete

-=-..~r risolta a non 1asciar, ch'io crepi

~.~amor vostro? Vi sentite ancora

:-c;;sar la fissazion, gli effetti isterici,

= - = z m'han privato dell' affetto vostro?

tsne (Pill gentilmente non si puo trattarla).

C~-\

~__;::J.ore,o facea voti, e umili prieghi_:_,;iel,che mi togliesse un'illusione,'

~-::infelice mi rende, e gia dal core,

.: ~a mente disgombrare in parte_, sentiva ilcrudele abborrimento.'

~Ji da me stessa con riflessi' saggi

:":;:eva:«Egli e pur quel, che simipiacque!

: : : ;3 qual follia mi lascio prender mai,

";-emi tolga la pace insin ch'io viva?

-~ci te stessa, Angela incauta, e segui

c '" amar chi t'adora. E l'infernale

=ostro,4 che ti persegue, e cambia in aspra

- - = a la coniugalfelicitade».

:Alsi,Deramo, da me stessa andava

iJccorrendo ilmio core, e risvegliando

.2 tenerezza in me.

. c rA G LI A (p ig li an do la p er u na mano) Cara! Bravissima.

:Alsimi piace. Via.

_ :; :i EL A a p a rte (Empio!. .. Fellonel)

"'.b qual intoppo a me non fu '1 sen tire,

ch e '1caro padre mio, barbaramente,

::mio fratel, son posti in prigion dura

cer vostra commessione,' e ch' altri cento

: n carcere son posti? «Ah, dissi, questi

riranni modi di Deramo mio

Falsa impressione.:: Avversione.

::llilessioni.- ]]diavolo.c

Ordine.

105

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ILRECERVO

non sana gia». Rinnovellato ho '1 pianto,

misera, ricadendo ... (in a tto d i p ia ng er e)TARTAGLIA Non piangete,

mio sol, mia luna. a p a rt e (Buon fu '1 mio cerotto

per ammollire i calli del suo eucre).'

10 gli misi in prigione, Angela mia,

per appagar ilpopolo, che freme,

del mio fedel Tartaglia assassinate;'

rna dopo alcuni esami,' assicuratevi,

salvo fia vostro padre, ed ilfratello,

quand' anche sieno a parte del misfatto.ANGELA a p a rt e

(Ah, traditor!)

TARTAGLIA E se per sorte al scioglierli'

tosto ilcor vostro al mio core s'arrende,

liberi saran tosto. (a d u na g ua rd ia ) Ola; Leandro,

e Pantalone in liberta sian posti. (u na g ua r di a p a rt e)ANGELA

Caro Deramo, S I questi son modi,

che destan nel cor mio la tenerezza,

scaccian I'abborrimento. Piu bei tratti

non son di questi, che sanar mi possano.

Gia ad amarvi incomincio.

TARTAGLIA ( co n tr a sp o rt o g ra n de ) Oh sangue mio,

seguite a chieder grazie; via pensate;ruminate tra voi; tutto chiedete;

tutto faro per voi.

ANGELA ( /i ng en do t e ne r e zz a t Caro ilmio sposo,

poco rn'avanza a superar," Leandro

ama Clarice, ilfratel mio: deh fate

che consolato ei sia.

TARTAGLIA (i n m a g gi or t ra sp o rt oi Uh uhuh uh!

1 Cfr, ilmonologo in cui Tartaglia progetta di usare laforza per ammorbi-dire la resistenza di Angela (II, 1'6).2 Interrogatori .

• 3 Nel caso fossero liberati.

4 Mi manca poco a vincere l'avversione (1' «abborrimento») che ho per VIi.

106

AITOTERZO

- =Castella dell'Isola, e Clarice

...r:: .o a L eand ro .' A nd iam o, Angela mia. ( pi gl ia n do la p e r

":':braccioi

~" (con som ma tenere zza t-'=0 Deramo, no; sappi, alcun picciolo

-' ,:rezzo mi molesta ancora. 10 penso

~.:ihieder grazie per aver cagioni

::_doverti adorar, ne piu saprei

.;:al favor chieder deggia.

~~GLIA Via, colomba.

? : - & non mi tormentate. Su, chiedete;~-~;edetetutto in una volta ... e andiamo.

_.3.A b a ss o a T a rt ag li a~.,1andatevia, signor, questi soldati).

2AGLIA ( a il e g u a rd ie )

: : : e , ed a' cenni miei ritomerete. ile guard ie partono)

_.:a.A (m os tr a nd o s og ge zi on e t-,,-oimi diceste pur per darmi un segno

:: vero amor, di vera fe stamane,

:.:!Iepossedete un magico secreta

: : a passar collo spirto in un cadavere

restando morto, e ravvivando quello;

e ch'indi ritomar nel vostro corpo

potete poi con magiche parole.

Fatemi ancor di S I possente arcanoveder la sperienza.

-= , ,_ 'UAGLIA a p arte c on so rp re sa (Ohimel Deramo

conf ida to ha '1 segreto alla consorte!)

~,~GELA

Parmi, che abbiate qualche renitenza

ad appagarmi in cio. Forse di fede

temete ch'io mancar vi possa?

- · RTAGLIA No.

a p a r te (Ah questo e troppo ... i miei sospetti crescono.

Mostriam franchezza), Anche di questa voglio

appagarvi, cor mio; ma eben dovere

_ C fr. II,5.

107

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ILRECERVO

dopo tanti attestati del mio affetta,

ch' anche voi m' appaghiate in qualche cosa,

Vi san consorte alfin,ANGELA Ah, mio Deramo,

io v' assicuro, dopo questa grazia

quanta capace sana, vederete,

d' amor per ilmio sposo.

TARTAGLIA a p a rte (Oh certamente

questa e troppo periglio, ed i saspetti

crescono fuor di modo. 10'nan l'appago,

S'usi la farza alfin; di che temere?)Angela, un cervo marta sta qui fuori,

qui 1 0 ' faro recar; la sperienza

ben vi faro veder, ma intanto andiama.

ANGELA

Appagatemi prima, e vostra sana.

TARTAGLIA il a p ig lia c on o io le nz at

Eh sana stanco; troppo ingrata siete.

A farza finalmente ...

ANGELA d a se a gita ta (Ah vana e l'opra.Misera mel) Deramo, io vi scongiuro ...

TARTAGLIA (s t rasc inandola)

Nan ci sana scongiuri; via venite.

ANGELA (di/endendosi)Oh ciell. .. Deramo ...! Saffri!. ..lOh Dia!. .. Deramo ...

Scena decima

D er am o, e d etti .

DERAMO (d i dentrot

Fermati, traditore; iniquo, fermati.

TARTAGLIA d a s e a gi ta to

(Qual voce e questa! 10'sana rovinato). isi sta cc a d a

sbigott ito)

1 Pazienta!

108

ATIOTERZO

Juesta e del re la voce), Ah traditara!

- = - = per tormi la vita gli assassini-=i qui nascosti? 10'scoprirogli agguati.

=-<:maper chi e nascosto, e per te trema. (e nt ra d a ll a p a rt e,; _ _ ' ' ' 1 I ' e D era mo , tra endo fa spa da )_ : : = .= u

~~era me !. .. Misera me!. .. San marta.

Angela cade in de liquio . Ta r taglia esc e co lla spada ignu-

d a, e stra sc ina ndo D era mo pe r un bra ccio t- .•-:--: 'I.GLIA (jurioso)

Jimmi, chi sei, vecchio insensata? Dimmi,3JJmesei qui? Ragiona, a questa spada

:: ficco nella gala.

~ ""\40 Empio, rispettami.

Son Deramo, iltuo reo De' benefizi

i.cordati, fellan. Se ti rincresco,'

svenami pur; rimetto al ciel l 'inganno.'

~2iAGLIA confuse da se

Ah questa vecchio ben conos co; e quello,

zhe alla caccia aggi uccisi. Incauto io fu iquel corpo ivi a la sc ia r , Pur troppo e vera:orba l'uomo ilsua error,' Ma sana a tempo).

.\<lari,vecchio bugiardo, e nell' abisso ...

alza la spada p er tr uc id ar lo . O de si u n tr em uo to im pr ov viso .D e ra m o, e T ar ta glia s pa u en ta ti s i se pa ra no , e va nn osi a po rre

a ' lo r po sti per la tra sfo rm azio ne , c he de e segu ire . A nge la a l

romore to rn a in se . D u ra nd ar te in pappagallo s c io g li e l a oocet '= - _MNEIARTE

Provido cielo, i tuoi prodigi seguita,

_ Semi hai in odio.

: Affido al cielo la punizione dell'inganno.

-;L'errore rende cieco l'uorno ehe 10 ha eompiuto.- Sirieordi che ilfinto pappagallo e state posto su«una tavola» (m, 1),aldi:=:to della quale, eon ogni probabilita, si e nel frattempo nascosto l'attore

::e, dalle quinte, avevaprestato Iavoee alpennuto e che ora e pronto ad en-::are in seena nelle vesti di Durandarte: nella seenotecnica gozziana ilterre-=1)toe sempre accompagnato da oscurita, Iampi e rumor di tuoni inmodo

:dagevolare Ie trasformazioni (cfr, L'amore delle tre melarance, II).

109

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ILRECERVO

difendi l'innocenza, insin ch'io spoglio'

queste penne d' augel; che questa e il punto. (segue fa

sfo rm a zio ne d el p ap pa ga llo in u om o )DERAMO (attoni to)

Equai prodigi! 0 come il cielo a tempo

anche de' piu infelici si ricorda!

TARTAGLIA tsbalorditoiChe risolvo? Che fo? Fuggo? Sto fermo?

Non ho piir mente; mi confondo, e tremo.

DURANDARTE ifa ce ndo si inna nzi co n una ve rga ne lla m ano )

(a D e r am o ) Innocente Deramo, non temere.( a T a r ta g li a ) Ministro traditor, tutto paventa.

Ange l a amante, virtuosa donna,

non temer nulla. Della tua vendetta

ti voglio spettatrice.

DERAMO (c o n v o ce p ia n ge n te ) Ange l a amata,

un prodigio mi serba,' rna mi serba

un oggetto abborribile al tuo sguardo.

ANGELA

Lo spirto tuo fa bella la tua spoglia;

non t' affligger di cio,

TARTAGLIA Ma chi mi toglie

forza di vendicarmi! Ola, ministri,servi, soldati; il vostro re e tradito.

DURANDARTE

Sordo e ognuno per te, che '1 ciel favoresol dona agl'innocenti; ora t'avvedrai.

L'empio e punito allor, che men s'aspetta.

Servi d' esempio, traditor ministro,

a tutti i pari tuoi, che con usurpi

prendon dei re la forma, e i lor monarchi

a' sudditi, e a' vassalli mostruosi

rendon, come Deramo, disponendo

della possanza, dell' onor, d e l regno.Sappi, fellon, che gentil alma e quella,

1 -Che io dismetta.

2 Mi conserva in vita.

110

ATTOTERZO

~ I'uom distingue; e se a Deramo invitto

=....~essariod' appagar la vista

~c mortal colle spoglie, e con bellezza,' (c on vo ce a lta )c binsi i corpi. Tutta la miseria

c~ re sopra te caschi, e peggio ancora.

~=mrpata fortuna al buon Deramo

~ruisce il ciel. ( a T a r ta g li a ) Fremi. (a D e r am o ) T'allegra.

_ -::Jtea u erg a. D e ra m o si c am bia sin o a l g in oc chio c on a biti

T arta glia si c am bia sin o a l g in oc chio c olle g am be sc alze

t ut te p ia g a te )

:=:-A

~-e veggo mail

:- -'~O ( a Du r and a r te t Amico ... oh qual fortuna!- - : :GLIA

:= Dio! Fermati ... basta ... oh qual miseria!--'\"DARTE

~zguiti il tuo destino, anima indegna.

c:.:::gelaesulti, il buon Deramo, e il regno.

- -:lite c on la uerga . D eram o cam bia il co rpo con r icco ue -

z itm ento . Ta r ta g lia cam bia il co rpo con una cam ic ia la -

2"0 per i buchi de lla qua le si veggono le c a rn i ignude d iTar tag l ia)

_.:3.A (esul tante)

J riel, segui' il tuo aiuto.-"--:\10 Oh sorrel. .. Oh amicol. ..- ' ) .GLIA

--nrridisco ... ferma ...

-:::C_-l . 'IDARTE Soffri, iniquo.

- , - o i v'allegrate, che '1 destin si compie.

satte la ve rga . D era mo ca mbia il ca po co n turba nte g io ie lla -

~ . T arta glia ca mbia il ca po in o rrido m ostro co rnu to . T ro va -si a ue re so tto le b ra cc ia d ue g ru cc e d a s torp ia to)

_~ELA

Jeramo mio ... Deramo ...

Angela mia ... (5'abbracc iano)

~Il bell'aspetto per piacere agl i uomini.

:nntinua.

111

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ILRECERVO

TARTAGLIA ( ju ri os o, e d is pe ra to )

Oh dove mi nascondo? .. Oh dove corro? ..

Oh maladetto amore ... maladetta

ambizione ... maladetto ilpunto,

che traditor divenni ... In un diserto ... ( in a tt o d z" /u gg ir d

DURANDARTE

Fermati, scellerato; di vergogna

qui dei morir. Divenga questa stanza

pubblica piazza. npopolo s'affolli.

Spettacol reso sei. Fremi. Ti rodi.

(ba tte la ve rga . S i ca mbia la sta nza in p ia zza con quellag ni/ic en za , e lo nta na nza ,' c he d ip en de d all ' a rb itr io , 2 e

g ra nd ez za d el te a tr o)

Scena ultima

T utti g li a tto ri, g ua rd ie , e p op olo .

TARTAGLIA (c o rr en do p e r f a s c ena /u ren t e )Chi per pieta m'uccide? Chi m'uccide?

Amici, io son Tartaglia, in questa mostro

dal ciel cambiato. Un scellerato io sono.

TUTTI ifa nn o d eg li a tti d i stu po re )CLARICE (p iangendo)Oh Dio! Che vedo! Oh Dio, che sento!. .. Misera!

Padre mio ... padre mio ...

TARTAGLIA Non pianger, figlia;

pianto non merto; scordati del padre,

dell'iniquo tuo padre. Ognun si scordi

d'un mostro abominevole. Gia sento,

che vergogna, e rimorso al cor m' aduna'

tanto dolor, che dell'odiata luce,'

1 Decoro scenografico e profondita prospettica.

2 Facolta e li scelta.? M'addensa.

4 Vista.

112

ATIOTERZO

::::::;vita mi priva. E '1re Deramo

-:;::rucato abbastanza. L'infelice

- " figlia, 0re, quell'innocente almeno

=-"J patisca per me. Sposi Leandro,

~ protetta da voi, poich'altro padre

=---.:J le resta, che voi. L'ambizione ...

-.:.:nor.. la gelosia ... m'han fatto iniquo.

::)5tro divenni ... ed ildolor m'uccide ...

c :uccide ilduol... ( tr emando) La rabbia ... Ecco la morte ...

' " : " . - c o ildemonio orrendo ... oime, son morto. (c a de m o r to )

_ -::-u.ONE No so, se sia pill granda la paura, la allegrezza, 0

.; curiosita de saver sto arcano.'::_:;:)RO

= = son di pietra. Non comprendo nulla.

- 'C : ; -C E (pia nge ra ; tu tti g li a ltr ifa ra nno ge sti d i spa ue nto , e d i

7:Jpore)' ,- , ' ": . .\ 10

_-::nici,ben vi scuso, se vi prende

;::an maraviglia. io miglior tempo attendo

.::rutto dichiararvi.' Voi, Clarice,

zalmate ilcore, e di Leandro sposa

sarete un ill. Voi, negromante illustre,

~'io ben conosco, della mia persona

:::sponete, e del regno.

~,~'\i'IDARTE Durandarte

=on ha mestier' di regni, e sol vi dice,

il'oggi i segreti magici hanno fine;

.::b'iopill mago non son. Resti l 'incarco

ilia fisica industre di far guerra

sagli organi, e le voci,' che passando

licorpo in corpo le medesme sono.

Tolga questa mio fine" a' dotti spirti

zagion di disputar. Si rinnovellino

?er spiegarvi l'accaduto._ 3isogno.

_'lbbiala fisica operosa ilcompito e li discettare sui corpi e Ievoci.

.. ?roposito.

113

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ILRECERVO

colle solite rape, e iconsueti

sorci le nozze;' e voi, pietosi spirti,

se '1convertirsi' nostro, sino in bestie,

per divertirvi, qualche scusa merta,

consolateci almen con qualche segno

di quella umanita, che S 1 v' onora.

114

1 Cfr.le battute di congedo n ell'A mo re d elle tr e m ela ra nc e.

2 Trasformarsi.