Governo Renzi: ultima spiaggia Lettera aperta a Raffaele …...(conv. in L. 27/02/2004 n 46 ) art. 1...

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Poste Italiane spa - spedizione in a.p. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 ) art. 1 comma 1, 2 e 3 DCB Chieti Taxe Perçue - Tassa Riscossa Poste FF. SS. 65100 Pescara - ITALIA www.abruzzomondo.it e-mail: [email protected] tel. 085 2056563 - 085.27276 PERIODICO DEGLI ABRUZZESI ANNO XXXII - n° 2 MARZO-APRILE 2014 Via Campania, 12 - 65122 PESCARA RETOUR CHIETI ITALIA In caso di mancato recapito inviare al CMP di Chieti per la restituzione al mittente previo pagamento “resi” AUT. TRIB. DI PESCARA N.2/83 - ISSN 0394-6029 ROMA - Il sito internet www.viaggiaresicuri.it, curato dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri in collaborazione con l’A- CI, fornisce informazio- ni quanto più aggiorna- te possibile su tutti i Pae- si del mondo. Nella pagi- na del Paese dove intende- te recarvi appare in primo piano un Avviso Partico- lare con un aggiornamen- to sulla situazione corren- te, in particolare su speci- fici problemi di sicurezza, fenomeni atmosferici, epi- demie, ecc. Oltre all’Avviso Partico- lare è disponibile la Sche- da Informativa, che forni- sce informazioni aggior- nate sul Paese in generale, con indicazioni sulla sicu- rezza, la situazione sanita- ria, indicazioni per gli ope- ratori economici, viabilità e indirizzi utili. Ricordatevi di controlla- re www.viaggiaresicuri. it anche poco prima del- la vostra partenza perché le situazioni di sicurez- za dei Paesi esteri e le mi- sure normative e ammi- nistrative possono varia- re rapidamente: sono da- ti che aggiorniamo conti- nuamente. Potete acquisi- re le informazioni anche at- traverso la Centrale Ope- rativa Telefonica, attiva tutti i giorni (con servizio vocale nell'orario nottur- no): dall'Italia 06-491115; dall'Estero +39-06-491115. Dove siamo nel mondo Prima di partire potete anche registrare il vostro viaggio sul sito www.do- vesiamonelmondo.it in- dicando le vostre genera- lità, l’itinerario del viaggio ed un numero di cellula- re. Grazie alla registrazio- ne del vostro viaggio, l'U- nità di Crisi potrà stimare in modo più preciso il nu- mero di italiani presenti in aree di crisi, individuar- ne l'identità e pianificare gli interventi di assistenza qualora sopraggiunga una grave situazione d'emer- genza. Tutti i dati vengo- no cancellati automatica- mente due giorni dopo il vostro rientro e vengono utilizzati solo in caso d’e- mergenza per facilitare un intervento da parte dell’U- nità di Crisi in caso di ne- cessità. Oltre che via in- ternet, potete registrarvi anche con il vostro telefo- no cellulare, inviando un SMS con un punto inter- rogativo? oppure con la parola AIUTO al numero 320 2043424, oppure te- lefonando al numero 011- 2219018 e seguendo le istruzioni. Le nostre Rap- presentanze diplomatico- consolari hanno il compi- to di assicurare la tutela degli interessi italiani fuori dai confini nazionali ed of- frono diversi servizi. La tu- tela riguarda, ad esempio, i casi di decesso, inciden- te, malattia grave, arresto o detenzione, atti di vio- lenza, assistenza in caso di crisi gravi (catastrofi natu- rali, disordini civili, conflit- ti armati, ecc.), rilascio di documenti di viaggio d’e- mergenza causa perdita o furto del passaporto. Se vi trovate in un Paese do- ve non è presente una Rap- presentanza diplomatico- consolare italiana, potre- te richiedere la protezione consolare ad una Rappre- sentanza diplomatico-con- solare di uno Stato mem- bro dell’Unione Europea. Inform SEGRETARIO NAZIONALE CISL di Mauro Ammirati U n’operazione improv- visa e spregiudicata come quella che ha rovesciato il governo Letta ed insediato quello di Mat- teo Renzi può avvenire so- lo nel segno della paura. Un sentimento che è meno del panico, ma più del sempli- ce timore. Paura che perva- de le due grandi coalizioni nazionali ed è dovuta a fat- tori politici ed economici, interni ed internazionali. Paura che la situazione sfugga di mano a quelle for- ze politiche che hanno ret- to il Paese dal 1994 ad oggi e che, per buona parte de- gli italiani, sono i principa- li responsabili del momen- to drammatico che la nazio- ne sta vivendo. Matteo Ren- zi è la carta della dispera- zione, è stato lui stesso ad affermarlo, implicitamente, in occasione della presen- tazione del suo governo al- le Camere, facendo capi- re che il suo fallimento sa- rebbe la bancarotta di tut- to il sistema politico. Ha ot- tenuto la fiducia del centro- sinistra e dei centristi, non quella di Forza Italia, che però, in cambio d’un ac- cordo concluso sul siste- ma elettorale, gli ha con- cesso un’apertura di credi- to, se preferite, la promessa di un’opposizione morbida. La domanda da porsi è: cos’è stato a forzare la ma- no ai partiti, cosa ha fatto precipitare la situazione co- sì da indurre la Presidenza della Repubblica e la coali- zione che sosteneva il go- verno Letta ad una mano- vra tanto azzardata, quan- to insolita? Paura, come ac- cennavamo, ma di cosa? A maggio si terranno le ele- zioni europee (per inciso, verrà eletto anche il Con- siglio regionale nel nostro Abruzzo) ed il voto in que- stione potrebbe diventa- re una pietra sepolcrale sul sistema politico costruito sulle macerie di Tangento- poli. I sondaggi, lo scorso anno, poche settimane pri- ma delle elezioni politiche, attribuivano al M5s il 17%. Prese il 25% (neanche le prime proiezioni post voto facevano pensare ad un si- mile successo). Oggi, i son- daggi danno allo stesso M5s il 24%. Dunque, non si può escludere che il movimen- to di Beppe Grillo superi il 30%. Parliamo d’una forza politica radicalmente av- versa al centrosinistra ed al centrodestra, dichiarata- mente euroscettica e soste- nitrice della democrazia di- retta integrale (in passato, Grillo ha proposto l’abroga- zione del cosiddetto “divie- to di mandato imperativo). Non basterà a Pd, Ncd e Fi confidare nella ripresa eco- nomica, perché (ammes- so che l’economia sia dav- vero in ripresa) non si con- cretizzerà in posti di lavoro nei prossimi mesi. Inoltre, quale che sia la congiuntu- ra, i vincoli comunitari im- pongono all’Italia di conti- nuare a praticare la politi- ca dell’austerità ancora per molti anni. Lettera aperta a Raffaele Bonanni Viaggiare sicuri: prima di partire per l’estero informatevi e informateci Governo Renzi: ultima spiaggia In ricordo dei martiri delle foibe D ecennale della Istituzione del Gior- no del Ricordo con la Legge 30 Marzo 2004 numero 92, nel cente- nario della Prima Guerra Mondiale. Atto tardivo di verità e di giustizia. La depor- tazione nei campi di concentramento iu- goslavi. Noi ricordiamo perché fu genoci- dio. La Verità non si infoiba. Claudio Po- sabella, esule istriano: “Anche noi come altre famiglie eravamo destinati all’infoi- bamento”. Il 10 Febbraio di ogni anno commemoriamo la tragedia nazionale ed europea delle foibe, l’esodo dei 350mi- la italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, no- stri compatrioti frontalieri. Una giorna- ta che assume un significato particolare congiungendo idealmente le tre tragedie della nostra Storia nazionale: la Shoah del popolo ebraico, il genocidio di deci- ne di migliaia di italiani infoibati e le ol- tre 120mila vittime della guerra civile ri- sorgimentale del Nord contro i “brigan- ti” del Sud Italia, prima e dopo l’Anno Do- mini 1861. Il Ricordo è di tutti e per tut- ti. Che cosa accadde dopo il 25 Aprile del 1945? E perché fu strappata un’impor- tante pagina della Storia d’Italia e d’Eu- ropa? Nelle foibe migliaia di italiani e oppo- sitori sloveni morirono per un proiettile sparato in testa, dilaniati da una grana- ta (i più fortunati) precipitando nel vuo- to e trafitti da corpi contundenti, dopo una lenta dolorosa agonia. Le Istituzioni territoriali hanno il dove- re di individuare non soltanto nella Leg- ge le forme migliori per commemorare e celebrare dignitosamente i nostri conna- zionali frontalieri europei, la cui Storia rivive ogni giorno nella toponomastica delle nostre città. Un giorno chiaramente non basta perché bisogna attivarsi pres- so le scuole di ogni ordine e grado, con informazioni utili alla conoscenza di una tragedia nazionale europea consumata su due fronti: l’eliminazione fisica e l’e- sodo. Tuttavia la chiave di lettura che in questi ultimi anni si è data delle Foi- be è stata molto falsata. I giovani sono le sentinelle delle diverse Memorie: devo- no vedere con i loro occhi questi luoghi dell’orrore! I Rapporti Italo-Sloveni fra il 1880 e 1956 nella Relazione della Com- missione Italo-Slovena a cura dell’Asso- ciazione Nazionale Partigiani d’Italia Co- mitato Provinciale di Gorizia.Un docu- mento storico importantissimo. Le cause storiche dei massacri, dei cri- mini di guerra e dei genocidi perpetrati nell’ex Iugoslavia, dei quali Srebrenica è la nostra Memoria universale (11 Luglio 1995). Il pensiero del Presidente della Re- pubblica Giorgio Napolitano. La Memo- ria per gli Stati Uniti di Europa insieme alla Santa Madre Russia. Per la Verità, la pace, la bellezza, l’amicizia e la giustizia. Nicola Facciolini continua a pag. 5 Palazzo Chigi: passaggio di consegne tra Enrico Letta e Matteo Renzi 17 marzo: Giornata Nazionale dell'Unità d'Italia della Costituzione, dell'Inno Nazionale e della Bandiera A nche Abruzzo nel Mondo come le altre associazioni, celebra il 17 marzo, "Gior- nata Nazionale dell'Unità d'Italia, della Costituzione, dell'Inno nazionale e della Bandiera". La Giornata, approvata dal Parlamento Italiano, in via definitiva, nel Novembre 2012, è stata inserita contemporaneamente tra gli appuntamenti istituzio- nali. Vogliamo ricordare l'evento alla propria struttura associativa ed ai numerosissi- mi connazionali sparsi nel mondo, allo scopo di tenere vivo un sentimento di legame, di amore, di identità e di orgoglio ad una Italia che è sempre rimasta nel loro cuore. ITALY

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  • Poste Italiane spa - spedizione in a.p. - D.L. 353/03(conv. in L. 27/02/2004 n° 46 ) art. 1 comma 1, 2 e 3 DCB Chieti

    Taxe Perçue - Tassa RiscossaPoste FF. SS.

    65100 Pescara - ITALIA

    www.abruzzomondo.ite-mail: [email protected]. 085 2056563 - 085.27276

    PERIODICO DEGLI ABRUZZESIANNO XXXII - n° 2 MARZO-APRILE 2014Via Campania, 12 - 65122 PESCARA

    RETOURCHIETI

    ITALIA

    In caso di mancato recapito inviare al CMP di Chieti per la restituzione

    al mittente previo pagamento “resi”AUT. TRIB. DI PESCARA N.2/83 - ISSN 0394-6029

    ROMA - Il sito internet www.viaggiaresicuri.it, curato dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri in collaborazione con l’A-CI, fornisce informazio-ni quanto più aggiorna-te possibile su tutti i Pae-si del mondo. Nella pagi-na del Paese dove intende-te recarvi appare in primo piano un Avviso Partico-lare con un aggiornamen-to sulla situazione corren-te, in particolare su speci-fici problemi di sicurezza, fenomeni atmosferici, epi-demie, ecc.

    Oltre all’Avviso Partico-lare è disponibile la Sche-da Informativa, che forni-sce informazioni aggior-nate sul Paese in generale, con indicazioni sulla sicu-rezza, la situazione sanita-ria, indicazioni per gli ope-ratori economici, viabilità e indirizzi utili.

    Ricordatevi di controlla-re www.viaggiaresicuri.it anche poco prima del-la vostra partenza perché le situazioni di sicurez-za dei Paesi esteri e le mi-sure normative e ammi-nistrative possono varia-re rapidamente: sono da-ti che aggiorniamo conti-nuamente. Potete acquisi-re le informazioni anche at-traverso la Centrale Ope-rativa Telefonica, attiva tutti i giorni (con servizio vocale nell'orario nottur-

    no): dall'Italia 06-491115; dall'Estero +39-06-491115.Dove siamo nel mondo

    Prima di partire potete anche registrare il vostro viaggio sul sito www.do-vesiamonelmondo.it in-dicando le vostre genera-lità, l’itinerario del viaggio ed un numero di cellula-re. Grazie alla registrazio-ne del vostro viaggio, l'U-nità di Crisi potrà stimare in modo più preciso il nu-mero di italiani presenti in aree di crisi, individuar-ne l'identità e pianificare gli interventi di assistenza qualora sopraggiunga una grave situazione d'emer-genza. Tutti i dati vengo-no cancellati automatica-mente due giorni dopo il vostro rientro e vengono utilizzati solo in caso d’e-mergenza per facilitare un intervento da parte dell’U-nità di Crisi in caso di ne-cessità. Oltre che via in-ternet, potete registrarvi anche con il vostro telefo-no cellulare, inviando un SMS con un punto inter-

    rogativo? oppure con la parola AIUTO al numero 320 2043424, oppure te-lefonando al numero 011-2219018 e seguendo le istruzioni. Le nostre Rap-presentanze diplomatico-consolari hanno il compi-to di assicurare la tutela degli interessi italiani fuori dai confini nazionali ed of-frono diversi servizi. La tu-tela riguarda, ad esempio, i casi di decesso, inciden-te, malattia grave, arresto o detenzione, atti di vio-lenza, assistenza in caso di crisi gravi (catastrofi natu-rali, disordini civili, conflit-ti armati, ecc.), rilascio di documenti di viaggio d’e-mergenza causa perdita o furto del passaporto. Se vi trovate in un Paese do-ve non è presente una Rap-presentanza diplomatico-consolare italiana, potre-te richiedere la protezione consolare ad una Rappre-sentanza diplomatico-con-solare di uno Stato mem-bro dell’Unione Europea.

    Inform

    SEGRETARIO NAZIONALE CISLdi Mauro Ammirati

    Un’operazione improv-visa e spregiudicata come quella che ha rovesciato il governo Letta ed insediato quello di Mat-teo Renzi può avvenire so-lo nel segno della paura. Un sentimento che è meno del panico, ma più del sempli-ce timore. Paura che perva-de le due grandi coalizioni nazionali ed è dovuta a fat-tori politici ed economici, interni ed internazionali.

    Paura che la situazione sfugga di mano a quelle for-ze politiche che hanno ret-to il Paese dal 1994 ad oggi e che, per buona parte de-gli italiani, sono i principa-li responsabili del momen-to drammatico che la nazio-ne sta vivendo. Matteo Ren-zi è la carta della dispera-zione, è stato lui stesso ad affermarlo, implicitamente, in occasione della presen-

    tazione del suo governo al-le Camere, facendo capi-re che il suo fallimento sa-rebbe la bancarotta di tut-to il sistema politico. Ha ot-tenuto la fiducia del centro-sinistra e dei centristi, non quella di Forza Italia, che però, in cambio d’un ac-cordo concluso sul siste-ma elettorale, gli ha con-cesso un’apertura di credi-to, se preferite, la promessa di un’opposizione morbida.

    La domanda da porsi è: cos’è stato a forzare la ma-no ai partiti, cosa ha fatto precipitare la situazione co-sì da indurre la Presidenza della Repubblica e la coali-zione che sosteneva il go-verno Letta ad una mano-vra tanto azzardata, quan-to insolita? Paura, come ac-cennavamo, ma di cosa? A maggio si terranno le ele-zioni europee (per inciso,

    verrà eletto anche il Con-siglio regionale nel nostro Abruzzo) ed il voto in que-stione potrebbe diventa-re una pietra sepolcrale sul sistema politico costruito sulle macerie di Tangento-poli. I sondaggi, lo scorso anno, poche settimane pri-ma delle elezioni politiche, attribuivano al M5s il 17%.

    Prese il 25% (neanche le prime proiezioni post voto facevano pensare ad un si-mile successo). Oggi, i son-daggi danno allo stesso M5s il 24%. Dunque, non si può escludere che il movimen-to di Beppe Grillo superi il 30%. Parliamo d’una forza politica radicalmente av-versa al centrosinistra ed al centrodestra, dichiarata-mente euroscettica e soste-nitrice della democrazia di-retta integrale (in passato, Grillo ha proposto l’abroga-zione del cosiddetto “divie-to di mandato imperativo).

    Non basterà a Pd, Ncd e Fi confidare nella ripresa eco-nomica, perché (ammes-so che l’economia sia dav-vero in ripresa) non si con-cretizzerà in posti di lavoro nei prossimi mesi. Inoltre, quale che sia la congiuntu-ra, i vincoli comunitari im-pongono all’Italia di conti-nuare a praticare la politi-ca dell’austerità ancora per molti anni.

    Lettera aperta a Raffaele Bonanni

    Viaggiare sicuri: prima di partireper l’estero informatevi e informateci

    Governo Renzi: ultima spiaggia

    In ricordodei martiri delle foibe

    Decennale della Istituzione del Gior-no del Ricordo con la Legge 30 Marzo 2004 numero 92, nel cente-nario della Prima Guerra Mondiale. Atto tardivo di verità e di giustizia. La depor-tazione nei campi di concentramento iu-goslavi. Noi ricordiamo perché fu genoci-dio. La Verità non si infoiba. Claudio Po-sabella, esule istriano: “Anche noi come altre famiglie eravamo destinati all’infoi-bamento”. Il 10 Febbraio di ogni anno commemoriamo la tragedia nazionale ed europea delle foibe, l’esodo dei 350mi-la italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, no-stri compatrioti frontalieri. Una giorna-ta che assume un significato particolare congiungendo idealmente le tre tragedie della nostra Storia nazionale: la Shoah del popolo ebraico, il genocidio di deci-ne di migliaia di italiani infoibati e le ol-tre 120mila vittime della guerra civile ri-sorgimentale del Nord contro i “brigan-ti” del Sud Italia, prima e dopo l’Anno Do-mini 1861. Il Ricordo è di tutti e per tut-ti. Che cosa accadde dopo il 25 Aprile del 1945? E perché fu strappata un’impor-tante pagina della Storia d’Italia e d’Eu-ropa?

    Nelle foibe migliaia di italiani e oppo-sitori sloveni morirono per un proiettile sparato in testa, dilaniati da una grana-ta (i più fortunati) precipitando nel vuo-to e trafitti da corpi contundenti, dopo una lenta dolorosa agonia.

    Le Istituzioni territoriali hanno il dove-re di individuare non soltanto nella Leg-ge le forme migliori per commemorare e celebrare dignitosamente i nostri conna-zionali frontalieri europei, la cui Storia

    rivive ogni giorno nella toponomastica delle nostre città. Un giorno chiaramente non basta perché bisogna attivarsi pres-so le scuole di ogni ordine e grado, con informazioni utili alla conoscenza di una tragedia nazionale europea consumata su due fronti: l’eliminazione fisica e l’e-sodo. Tuttavia la chiave di lettura che in questi ultimi anni si è data delle Foi-be è stata molto falsata. I giovani sono le sentinelle delle diverse Memorie: devo-no vedere con i loro occhi questi luoghi dell’orrore! I Rapporti Italo-Sloveni fra il 1880 e 1956 nella Relazione della Com-missione Italo-Slovena a cura dell’Asso-ciazione Nazionale Partigiani d’Italia Co-mitato Provinciale di Gorizia.Un docu-mento storico importantissimo.

    Le cause storiche dei massacri, dei cri-mini di guerra e dei genocidi perpetrati nell’ex Iugoslavia, dei quali Srebrenica è la nostra Memoria universale (11 Luglio 1995). Il pensiero del Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano. La Memo-ria per gli Stati Uniti di Europa insieme alla Santa Madre Russia. Per la Verità, la pace, la bellezza, l’amicizia e la giustizia.

    Nicola Facciolini

    continua a pag. 5

    Palazzo Chigi: passaggio di consegne tra Enrico Letta e Matteo Renzi

    17 marzo: Giornata Nazionale dell'Unità d'Italiadella Costituzione, dell'Inno Nazionale e della Bandiera

    Anche Abruzzo nel Mondo come le altre associazioni, celebra il 17 marzo, "Gior-nata Nazionale dell'Unità d'Italia, della Costituzione, dell'Inno nazionale e della Bandiera". La Giornata, approvata dal Parlamento Italiano, in via definitiva, nel Novembre 2012, è stata inserita contemporaneamente tra gli appuntamenti istituzio-nali. Vogliamo ricordare l'evento alla propria struttura associativa ed ai numerosissi-mi connazionali sparsi nel mondo, allo scopo di tenere vivo un sentimento di legame, di amore, di identità e di orgoglio ad una Italia che è sempre rimasta nel loro cuore.

    ITALY

  • 2 MARZO-APRILE 2014ABRUZZO NEL MONDO

    È stato pubblicato dal-l'editore Carabba di Lanciano "I racconti del vicoletto", un libro di Tonia Orlando (pp. 70, euro 15,00) con prefazio-

    ne di Mario Palmerio. Ci spiega che "Non ci vuol molto a capire che, dietro la figura di Lidia, si cela l'autrice e che lo scritto è autobiografico".

    Conclude osservando che l'insieme "si propo-ne come sociologia di un mondo scomparso, istruttiva non solo per chi quel mondo l'ha vissuto, ma anche di più per chi non lo ha mai conosciu-to". L'autrice lo rivivrà con grande malinconia, ora con la tessitura, ora con la signora di vecchio stampo, il banditore, gli amci dell'osteria e così via di seguito. I 21 brevi capitoli sono illustrati da

    disegni in bianco e nero del pittore guardiese An-tonio Spinogatti, e ci re-stituiscono atmosfere di tempi andati che magari faranno sorridere le per-sone di adesso, tanto il mondo è cambiato.

    Si è presi, ai nostri gior-ni, nel vortice della civiltà contemporanea, ma che allora erano la norma, la qual cosa risalta anche dalla descrizione psico-logica dei singoli soggetti analizzati in relazione alla vita che si svolgeva nel vicoletto a seconda delle stagioni dell'anno, ognu-na delle quali aveva una caratteristica propria.

    Aleardo Rubini

    "I racconti del vicoletto"il nuovo libro di Tonia Orlando

    A 59 mesi dalla catastrofe aquilana (Mw=6.3; 1600 feriti; 311 morti) la Giustizia faccia il suo corso per l’immediata ricostruzione della Capita-le d’Abruzzo. Uccide più la corruzione che la Natura. L’Italia al 69mo posto nel-la classifica mondiale dei Paesi corrotti.

    Di tutte le catastrofi umanitarie, simi-che e vulcaniche per collasso di edifici negli ultimi 30 anni, ben l’83 percento si sono verificate in Paesi ad alto tasso di corruzione politica. Un’anomalia apoca-littica. Trasparenza, legalità e respon-sabilità sono le tre parole-chiave per ri-durre sensibilmente il numero delle vit-time causate dagli effetti delle catastro-fi naturali.

    Prevedere i terremoti, gli tsunami e le grandi esplosioni vulcaniche (compre-si gli impatti cosmici sulle megalopoli) è del tutto inutile se non si estirpa la gra-migna della corruzione dalle nostre na-zioni. A cominciare dalle regioni d’Italia. Bisogna “purificare” il Potere con il Di-ritto e la Morale, non con la violenza e il moralismo! L’Industria Mondiale delle Costruzioni oggi capitalizza la bellezza di oltre 8.7 trilioni di dollari all’anno. Pa-re che sia il settore più corrotto dell’e-conomia mondiale. È il dato più allar-mante. Nell’Anno Domini 2012 il gover-no turco ha approvato la famosa Law on the Regeneration of Areas Under Disa-ster Risk, una serie di norme edilizie per tutti gli edifici pubblici e privati che insi-stono sulle pericolose faglie anatoliche. Le strutture non in regola devono esse-re demolite, senza condoni e senza pro-roghe. Per poi essere ricostruite secon-do la Legge e le norme di sicurezza an-tisismiche.

    Per un totale di sei milioni e mezzo di abitazioni ad alto rischio che in Turchia saranno abbattute nei prossimi venti anni. Sarà mai possibile in Italia prima della prossima tragedia nazionale, pri-ma delle lacrime di coccodrillo dei poli-

    ticanti? L’uso appropriato dei social net-work, della televisione e del cinema, os-sia della buona Geoscienza, nel pieno ri-spetto delle Leggi naturali, è essenzia-le per l’effettiva riduzione del Rischio di disastri naturali e la corretta capil-lare informazione ai cittadini. La regio-ne euro-mediterranea si muove vertical-mente fino ad alcuni millimetri all’anno, mentre le Alpi occidentali, gli Appennini centrali e meridionali, e parte della Ca-labria mostrano sollevamenti fino a cir-ca due millimetri all’anno. Attenzione ai laghi vulcanici “spenti”! Il robot Maddy potrà essere utile anche per le ricerche nel Lago Cheko, protagonista del famo-so Impatto Cosmico di Tunguska, la de-vastante esplosione termonucleare che il 30 Giugno del 1908 abbatté 80 milioni di alberi, vaporizzando 2150 Km quadra-ti di taiga siberiana.

    La corruzione si incarna nell’uso di materiali inadeguati e pericolosi nell’e-dilizia e nelle infrastrutture vitali di un Paese; nella compravendita di parla-mentari, ispettori, autorità civili e gior-nalisti; nell’assemblaggio industriale di un sistema mafioso di metodi e pratiche illegali e inappropriate che autoalimen-tano la catastrofe finale.

    Nicola Facciolini

    Il collasso della fabbrica in Bangladesh

    di Luigi Casale

    Terremoti e corruzione AD 2014L’apocalisse antropologica politica sociale economica

    etica culturale è ben peggiore dei disastri naturali

    Erario, Fisco, Moneta. A parte “moneta” che sappiamo tutti che cosa sia, le altre due paro-le (erario e fisco) le utiliz-ziamo (meglio se dico: “Le utilizzo”, perché sto par-lando di me) con una cer-ta incertezza. Inaspettata-mente ne è uscito un os-simoro che – vi assicuro – non è voluto, il quale gioca sulla polisemia dell’agget-tivo indefinito certo. Pri-ma di influenzarvi con la mia incertezza, affeziona-ti lettori, cercherò di spie-gare da dove vengono que-ste parole, e che cosa esse denotavano al tempo degli antichi Romani, sia quan-do Roma era repubblica, sia successivamente quan-do fu Principato.

    Aes, aeris (lèggasi: es, eris) … Ricordo ai nuovi arrivati che sui vocabola-ri della lingua latina i no-mi vengono designati con due “voci”: il nominativo e il genitivo; mentre i verbi, addirittura, con 4: presen-te, perfetto, supino, infini-to; o 5 voci, se si aggiunge anche la seconda persona del presente. Questi mo-delli di parole a scuola si chiamavano “paradigmi”; essi contengono le forme di base per formare tutte le altre voci di una parola, come, ad esempio, il sin-golare e il plurale per i no-mi, il maschile e il femmini-le per gli aggettivi; i modi, i tempi, e le persone, per i verbi.

    Ma… ritorniamo ad “aes, aeris”, che presso i Roma-ni significava o rame o bronzo, o più generica-mente metallo. (La confu-sione è comprensibile se si pensa che solo chi lo la-vorava sapeva esattamen-te la differenza tra i due metalli). Se poi qualcuno volesse sapere perché da “aes [ès]” (rame o bronzo) sia venuto fuori “èris”, cioè perché la “s” si sia trasfor-mata in “r”, dirò che si trat-ta di un fenomeno di tra-

    sformazione fonetica. Un processo naturale (dipen-dente dal comportamen-to dei parlanti) che si è ve-rificato in una determina-ta epoca storica – dicia-mo IV sec. a. C. – all’inter-no di un gruppo di parlanti (mettiamo: quelli della pe-nisola italica). Se fossimo più attenti ci accorgerem-mo che anche oggi succe-dono di questi fenomeni; e lo notiamo dal fatto che certe consonanti, in una certa posizione all’interno delle parole, i parlanti di località non tanto distanti gli uni dagli altri (tutta gen-te che parla la stessa lin-gua; e addirittura lo stes-so dialetto) le trasforma-no rendendole completa-mente diverse (Es.: bello /beddu). Ora i grammatici e gli studiosi, questa regola secondo la quale nel V-IV secolo avanti Cristo la “s” quando si veniva a trova-re in mezzo a due vocali si trasformava in “r”, hanno chiamato questo fenome-no col termine di rotaciz-zazione, ricavando questo termine dal nome della “r”, che in lingua greca si chia-mava rho.

    Capiremo meglio pre-sentando un esempio più significativo. Nello stesso arco di tempo è succes-so che il verbo latino “es-se” (la cui radice è “es–”) nell’imperfetto è diventa-to “eram” da un originario *es-a-m: (radice + caratte-ristica del tempo storico + desinenza), da cui il mo-derno “io ero”, così come ce lo troviamo oggi. Se con tutti questi esempi si capi-sce, meglio così; ed io so-no contento. Se no chiude-te pure in parentesi, e la-sciate le parentesi a chi le può utilizzare, perché il di-scorso, nelle linee genera-li, lo si comprende lo stes-so; e … andiamo avanti.

    Tutta la lunga filastroc-ca l’ho fatta per far capire perché da “aes” = metal-lo derivi “aerarium” = cas-sa (dove si custodisce il “metallo”), quindi la cassa del denaro pubblico. Che a Roma era amministrato dal Senato. Da quanto det-to, data la discendenza di-retta della parola italiana da quella latina e ricostru-ito il significato di quella latina, ora possiamo capi-re anche – per l’affinità se-mantica che intercorre tra

    le due parole – che cosa sia oggi l’erario. Il tesoro dello Stato.

    E veniamo a “fiscus”. Fi-scus, fiscina, fiscella, so-no rispettivamente “cesti-no”, “paniere”, “canestro”. Ancora oggi usiamo la pa-rola fiscella, per indicare il piccolo cestino dove si raccoglie la ricotta per la-sciar defluire il siero (ma i Romani vi filtravano anche l’olio). Con la trasforma-zione della forma dello Sta-to romano operata da Ot-taviano Augusto (ciò che noi chiamiamo passaggio dalla repubblica all’impero e che gli storici chiamano Principato) il Senato, cui era affidato il compito di amministrare i fondi dell’a-erarium, decretò un ap-pannaggio per la persona dell’Imperatore, cioè una modesta quantità di dena-ro (metaforicamente un travaso dall’aerarium al fi-scus, recipiente più mode-sto) per le necessità perso-nali di Augusto.

    Da allora si ebbero due amministrazioni con due contabilità del tesoro pub-blico: una praticata dal Se-nato, e una più piccola – per modo di dire – tenuta dall’Imperatore. Riferen-doci all’oggi, il fisco è la parte di ricchezza che lo Stato raccoglie da tributi e imposizioni.

    Moneta deriva dal verbo moneo = ammonisco (ri-chiamo). Anticamente, ma molto anticamente, a Roma Moneta era una dea, la ma-dre delle Muse.

    La radice – come la radi-ce di moneo (men-mn-mon: la scrivo in tre forme, per-ché si tratta di una radice apofonica, cioè che cambia il colore della vocale in ba-se a determinate situazioni linguistiche) – è collegata all’idea di “memoria”. Per-ciò “madre delle arti” nel caso della dea, e “ammoni-re/ammonimento” nel caso del verbo moneo. In epoca storica però l’appellativo di “moneta” (ammonitri-ce, consigliera) fu attribu-ito alla dea Giunone, alla quale fu dedicato un tem-pio sul Campidoglio nel quale (o presso il quale) si coniavano le monete. Pra-ticamente fungeva da zec-ca. “Moneta”, quindi, era la dea, la zecca, e i pezzi co-niati.

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    Erario, Fisco, Moneta

    Luigi Casale

    Il Comitato provinciale Unpli Chietidiventa best practice a livello nazionale

    Le Pro Loco della pro-vincia di Chieti di-ventano best practi-ce a livello nazionale per la salvaguardia del patri-monio culturale imma-teriale. È quanto è emer-so nel corso dell'incontro svoltosi nei giorni scorsi a Roma, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, sul tema "La re-te delle Pro Loco e la sal-vaguardia dei patrimoni intangibili". All'incontro ha preso parte una dele-gazione guidata dal Pre-sidente Unpli abruzzese, Nazareno Di Giovanni, e della provincia di Chie-ti, Sergio Carafa. Era pre-sente anche il consigliere nazionale Carmine Santa-relli. Nel corso dei lavori è stata la Presidente del-la Pro Loco Val di Sangro di Atessa, Elisa Tano, a il-lustrare alcune azioni in-traprese in tema di sal-vaguardia del patrimonio immateriale. In particola-re Tano si è soffermata sui alcuni importanti lavori, a tutela della cultura e delle tradizioni contadine, re-alizzati dalla sua Pro Lo-co in stretta collaborazio-ne con l'Università degli Studi "Gabriele d'Annun-zio" di Chieti: al riguardo è stato dato ampio risalto a una convenzione il cui intento è programmare e realizzare attività di ricer-ca, formazione e interven-ti per lo sviluppo e la sal-vaguardia del territorio e

    delle sue risorse cultura-li, con particolare riguar-do al patrimonio immate-riale, da attuarsi median-te progetti di servizio civi-le volontario realizzati nel territorio abruzzese e nel-le sedi di attuazione. Re-ferente dell'accordo è la professoressa Lia Giancri-stofaro, docente di Antro-pologia culturale presso l'ateneo.

    "È grazie al grande lavo-ro svolto dall’intero Comi-tato Provinciale che ab-biamo potuto siglare que-sto accordo durante l'an-nuale convention delle Pro Loco - afferma il Presi-dente Unpli Chieti, Sergio Carafa - svoltasi a Lancia-no alla presenza del Pre-sidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giusep-pantonio, del Consiglie-re regionale Emilio Nasu-ti, dell'Assessore comu-nale Marcello D'Ovidio, del Consigliere naziona-le Unpli Giovanni Scopi-naro e dell'ex Presidente regionale Unpli Amedeo Cappella. Abbiamo nota-to con piacere che tra le Pro Loco vi è maggiore consapevolezza sul fat-to che per essere incisi-vi nello sviluppo cultura-le, turistico ed ambientale nel nostro territorio è ne-cessario da una parte raf-forzare lo spirito di appar-tenenza per aumentare il peso politico, dall'altra di dotarsi di strumenti e strutture efficienti in gra-

    do di incidere veramen-te sulle scelte strategi-che messe in atto per pro-muovere il brand Abruz-zo. Nel raggiungimento di questi nuovi obiettivi l’ac-cordo di partenariato sot-toscritto con l’Universi-tà di Chieti è fondamen-tale". Nel frattempo sono diverse le iniziative sul te-ma messe in campo dal-le associazioni della re-te: importanti eventi sono organizzati dalle Pro Lo-co di Crecchio, di Celenza Sul Trigno e di Bucchiani-co. La Pro Loco Romagno-li, ha promosso una mani-festazione con raccolta di testimonianze video e au-dio di proverbi, poesie, saperi e pubblicazione su canali web letture di poe-sie e rappresentazioni te-atrali: "Oggi più che mai - conclude il Presidente Ca-rafa - diventa fondamenta-le il contributo delle Pro Loco nella sensibilizzazio-ne delle comunità locali sull'importanza di tutela-re saperi e tradizioni che rischiano di sparire nel gi-ro di pochi anni".

  • 3MARZO-APRILE 2014 ABRUZZO NEL MONDO

    “Invito e palazzo” questo è il senso che la Cassa di Risparmio e la Fondazione Carichieti, ha diramato per un appuntamento pro-mosso dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) per l’annuale apertura delle sedi di banche e fondazioni, per un giorno aperti al pub-blico, per favorire la conoscenza del patrimonio artistico custodito..

    “L’evento alla XII edizione - come hanno sottolineato il Presidente del-la Carichieti Mario Falconio ed il presidente della Fondazione Pasquale di Frischia - vuole confermare il ruolo proponderante in campo cultura-le attraverso il mevenatismo, la promozione, la valorizzazione del patri-monio di proprietà e con interventi che si caratterizzano per il forte rap-porto con il territorio”.

    Nella sede della Carichieti a Chieti Scalo e poi a Palazzo de’ Mayo a Chieti Città, sede della fondazione, visita alla mostra permanente “Illu-minare l’Abruzzo Codici Miniati tra Medioevo e Rinascimento”.

    Successivamente presso la sede della Banca visita alla Mo-stra “Usi e Costumi di Napoli e Contorni presso la sala delle conferenze per illustrare il pre-zioso volume del De Boucard che descrive usanze del tem-po, personaggi, popolari, feste, cerimonie e culti della Città di Napoli, le 100 acqueforti frutto di una grande operazione cul-turale che ebbe come indiscus-so protagonista il vastese Filip-po Palizzi, chiamato a dirigere il progetto e a realizzare circa la metà dei soggetti, i più apprez-zati della collezione, per le qua-lità grafiche ed espressive.

    Visita anche alla mostra per-manente “I mondi di Spoltore”, alla scoperta dei 190 dipinti dell’artista lancianese, apparte-nenti alla collezione d’arte del-la Carichieti, costituita nel cor-so degli anni.

    Giuseppe Catania

    Per San Biagio, il Mitrato, il freddo è andato, recita un antico proverbio. Un chiaro auspicio vista la morsa del Ge-nerale Inverno sul Belpaese, alla luce del responso della famosa marmotta Phil che nel Groun-dhog Day AD 2014 di Punxsu-tawney in Pennsylvania (Usa) ha chiaramente visto la sua ombra preconizzando altre sei settimane

    di gelo. Mentre la Nasa e l’Eso an-nunciano la sbalorditiva scoperta di centinaia di pianeti extraterre-stri (probabile patria di altri mon-di alieni e di straordinarie forme di vita, forse più intelligenti della nostra!) a pochi anni luce dalla Terra. Così Biagio diventò il Santo con il pettine.

    La Festa dei funai, delle retare e dei cardatori di lana, con la pro-cessione dei cavalli.

    Una devozione europea da ri-scoprire anche su Internet dato che, grazie a San Biagio, le comu-nità sociali hanno permesso di rinsaldare legami reali tra familia-ri, concittadini, città e borghi di tutto il mondo. San Biagio è vene-rato come santo dalla Chiesa Cat-tolica e Ortodossa. Famosi sono gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani: le due confraternite, Ma-dunnara e Signurara, rinnovano ogni anno la tradizione.

    In Sardegna e in Puglia celebre è la devozione al Santo. Il rito della Benedizione della gola compiuto da San Biagio con due candele incrociate. La processione dei ca-valli. San Biagio è il protettore dei cardatori e dei cavalieri.

    Nicola Facciolini

    L'Antica Festa di San Biagioil Vescovo dei Miracoli

    San Biagio, il Vescovo dei Miracoli

    Michelangelo e il Monte dell'Altissimo:500 anni di storia del marmo e dell'arte

    Il 18 febbraio 1564, all’età di 88 anni, Michelangelo Buo-narroti muore nella sua ca-sa romana. A 450 anni dalla sua morte si ricorda uno degli epi-sodi più importanti e tormen-tati della sua vita: il sogno mai realizzato di cavare e rifornir-si gratuitamente dello statuario del Monte dell’Altissimo.

    Dopo aver ottenuto l’inca-rico per la realizzazione del-la facciata della Chiesa Fioren-tina di San Lorenzo, obbeden-do alla volontà di Leone X (Gio-vanni dei Medici), Michelange-lo, nel 1518 inizia a costruire la strada che sarebbe servita per raggiungere i bacini marmiferi dell’Altissimo.

    Seguendo un’intuizione pa-ri alla sua capacità di svelare le figure celate nei blocchi di marmo, il Buonarroti percepi-sce le potenzialità e la qualità del marmo racchiuso nelle ca-ve dell’Altissimo, uno statua-rio ancora più bello e prezio-so di quello carrarino: “di gra-na unita, omogenea, cristalli-na, e ricorda lo zucchero”. Mi-chelangelo qui desidera cavare e far cavare “ogni et qualunque quantità di marmi o di qualun-que altra miniera in decte mon-tagne dello Altissimo, et loro vi-cine circustanze”. Il Monte, un bacino marmifero di enorme ampiezza era “ripieno di mar-mi in tutte le parti che ve n’è da cavare fino al giorno del Giudi-zio”.

    Nel dare il via alla sua impre-sa più ambiziosa, e consapevo-le del grande tesoro custodito dalla montagna, Michelangelo aveva chiesto e ottenuto, non senza penare, dall’Opera di Santa Maria del Fiore e dai Con-soli dell’Arte del Lana di poter-si rifornire gratuitamente e per

    tutto il resto della sua vita di marmi dell’Altissimo, una volta che fosse riuscito a mettere in esercizio quelle cave. Malaugu-ratamente un “breve” di papa Leone X del 20 di febbraio 1520 sollevava Michelangelo dall’in-carico della costruzione della strada. Per l’artista, giunto alla soglia dei quarantacinque an-ni e attento imprenditore di se stesso, ciò fu motivo di grande delusione.

    Ma il sogno di Michelangelo, da lui mai realizzato, prese for-ma. Nei quasi cinquecento anni che separano l’inizio della co-struzione della strada dell’Altis-simo il bacino marmifero di Se-ravezza ha donato un capitolo sostanzioso alla storia, all’arte e all’architettura mondiali. La Henraux Spa, è oggi proprieta-ria del Monte dell’Altissimo.

    L’Altissimo è un importan-te comprimario di quel genio dell’uomo che costruisce bel-lezza. Da qui sono stati realizza-ti numerosi progetti quali il pa-vimento policromo della Basili-ca di San Pietro, o la ricostru-zione della chiesa Abbaziale di Montecassino come, più recen-

    temente la Grand Mosque per lo Sceicco Zayed Bin Sultan al Nayhan II ad Abu Dhabi, il Cam-pus Exxon Mobile a Houston (detto anche Delta project), e negli Stati Uniti il Devon Ener-gy World Center, One Market Plaza a San Francisco e molti al-tri. “Il nostro fare impresa è fa-re cultura. Desideriamo, nel se-gno del passato, contribuire al-la storia. Per questo, oggi, man-teniamo con responsabilità e consapevolezza il testimone ricevuto e vogliamo ricordare Michelangelo”.

    L’occasione del 450° dalla morte di Michelangelo per la Fondazione Henraux è anche l’occasione per porgere nuo-vamente l’invito a tutti gli arti-sti del mondo, al di sotto dei 45 anni, di partecipare con i pro-pri progetti al concorso pub-blico che vedrà il prossimo 15 di aprile l’enunciazione dei 3 fi-nalisti che, da quel momento, unitamente alle maestranze po-tranno realizzare le loro ope-re, successivamente oggetto di esposizione nella sede della Fondazione a luglio 2014.

    [email protected]

    La cava del Monte dell'Altissimo

    Tra sacro e profano negli Stati Uniti d’Europa La Fondazione Henraux ricorda Michelangelo nel 450° dalla sua morte

    Venerdì 7 marzo, alle ore 18, presso la libreria Fel-trinelli di Pescara è sta-to presentato 'Avere trent'an-ni', l'ultima silloge di poesia di Federica D'Amato, pubblicata dalla Ianieri Edizioni.

    A parlarne con l'autrice uno dei più valenti scrittori italia-ni, Giovanni D'Alessandro, au-tore di romanzi che negli ulti-mi dieci anni hanno segnato la memoria storica della lettera-tura italiana.

    Nei prossimi mesi l'autrice porterà la sua poesia in giro per l'Italia, da Bologna a Mila-no, Torino, Gaeta fino ad arri-vare in Sicilia. Una terza pro-va poetica, quella della D'Ama-to, che conferma la sua insop-primibile vocazione, una voce antica e nuova al tempo stes-so, una poesia colta, doloran-te, gentile, in linea con le più alte esperienze d'avanguardia del '900 europeo. "La regina

    dell'amore triste", l'ha definita lo stesso Giovanni D'Alessan-dro, fine appassionato e cono-scitore di poesia; "La scoperta di una brava poetessa", ha det-to di lei Domenico Calcaterra, uno dei più noti critici letterari italiani della nuova generazio-ne. Il libro - un prodotto edito-riale con il quale la casa edi-trice Ianieri ha voluto riporta-re in auge un certo modo di fa-re editoria -, porta a conclusio-ne la prestigiosa nota di lettu-ra di Luigi Trucillo, poeta del-la linea partenopea, voce as-soluta del panorama letterario italiano. Sabato 1 marzo 'Ave-re trent'anni' è stato presen-tato anche a Roma, alla libre-ria Scripta Manent (via Pietro Fedele n°58), con la presenza straordinaria dello scrittore Renzo Paris.

    Risultano quasi esemplari gli esiti dell’ultima prova poe-tica di Federica D’Amato, che

    fin dal titolo “Avere trent’an-ni”, si sofferma sullo sconcer-to di chi al termine della giovi-nezza si trova davanti alla ne-cessità di un consuntivo. Tut-ti abbiamo sperimentato l’im-portanza di quel personalissi-mo passaggio obbligato ver-so l’indipendenza e la solitudi-ne chiamato “linea d’ombra”. Possiamo ben comprendere quindi quanto sia stimolan-te fare i conti con quelle par-ticolari sensibilità poetiche in cui questo passaggio si rove-scia nella comparsa di un’”om-bra della linea”; nell’addensar-si cioè, sul tratto ancora esi-tante di ciò che appare, delle nebbie e i fantasmi che possie-dono segretamente ogni espe-rienza […].

    Dalla nota introduttiva “L’in-traducibile” di Luigi Trucillo. Federica D'Amato si occupa di editoria, giornalismo e lettera-tura. Vive e lavora a Pescara.

    "Avere trent'anni" di Federica D'Amato

    La Lavandaia

    cassa di risparmio e fondazione carichieti: mostre“usi e costumi di napoli” e “i mondi di spoltore”

    Le collezioni del museo permanente “Illuminare l’Abruzzo: codici miniati

    tra medioevo e rinascimento”

    Via E. De Amicis, 1/5 - 65100 PESCARATel. 085 2058245 - [email protected]

    il libro presentato il 7 marzo alla libreria feltrinelli di pescara

    Cari lettori, ecco a voi il programma degli eventi di marzoche la libreria QUI ABRUZZO ha pensato per voi.Un calendario ricchissimo di incontri con

    Vi aspettiamo...

    GIACOMO D'ANGELO - MARZIO MARIA CIMINILICIO DI BIASE - DANIELE D'ALIMONTEVITO MORETTI - DEMETRIO PAOLINCONCERTO DEI TERRE DEL SUDIL GRUPPO DI LETTURA MARIO DI IORIO ...e tante cose buone da degustare!

  • Si avvicina allo studio musicale da adolescente, co-mincia con la fisarmonica, prosegue con la chitarra acustica e l’elettrica fino a scoprire, quando è vicino ai trent’anni, lo strumento più trasportabile che ci sia… la voce. Gae Campana è sempre stato interessato alla produ-zione di musica propria.

    Dal 1990 al 2000 milita in varie formazioni musicali pop/rock con cui, in veste di chitarrista/autore, si esibisce tan-te volte in concorsi per gruppi emergenti, locali, apertura di concerti di artisti importanti come la Bandabardò nell’e-state del 1996 con il gruppo Komsdivision. Fino agli anni ’90 aveva studiato e suonato il Blues acustico, da Sonny Boy Williamson a Charley Patton, Louisiana Red, classici come Mississisippi Blues e Sweet Home Chicago di Robert Johnson. In questo periodo ascolta di tutto, dai Wather Report a Neil Young alla musica sud americana, gli Area, Elvis Costello, quella irlandese dei Pentangle, oltre che tanti cantautori italiani come, ad esempio, Enzo Iannacci e Pino Daniele.

    L’esplorazione del mondo del canto invece inizia strana-mente con un sassofonista, Carmine Ianieri. Scopre che il canto ha molto a che fare con la forma fisica oltre che psi-chica e con la spiritualità. Ascolta Bobby Mc Ferrin, Frank Sinatra, Louis Armstrong, Quartetto Cetra, Manhattan Transfer, Demetrio Stratos, Whitney Houston.

    A 32 anni, con il gruppo dell’artista Rom Alexian Santi-no Spinelli di Lanciano, in veste di chitarrista/cantante, è impegnato nella lunga tournèe dell’estate ‘2002 ed ha la possibilità di esibirsi nei più importanti festivals di musi-ca etnica in Italia e di condividere il palco con musicisti di fama internazionale come Youssou N’Dour.Leader del-la formazione electropop, “Electroquiet” di Lanciano nel periodo 2004/2006. In questa esperienza si cimenta con la musica fatta con l’ausilio del pc e con i sintetizzatori. Passa nottate nella programmazione di sinth sequencers come lo Yamaha RM1X, MFB, i campionatori vintage akai s950 e s3200. Suona la chitarra classica nel “Quartetto a plettro frentano” insieme a due mandolinisti, una mandola e un soprano, per un repertorio di musica classica/napoletana. In questo periodo si cimenta di nuovo con le dinamiche dell’acustico che aveva già sperimentato con la formazio-ne Rom di Alexian, riassapora la musica sussurrata; 2007-2010 Canta nella formazione di standards “Blue Pigalle” di Lan-ciano” approfondendo così il repertorio e la vocalità di grandi crooners come Frank Sinatra, Bing Crosby e Nicola Arigliano. Dal 2011 comincia a lavorare al progetto inedito di musica italia-na che porta, a dicembre 2013, dopo l’incontro con Music For-ce all’uscita del suo primo disco dal titolo “Mondo Matrioska”.

    Barbara Del Fallo

    ABRUZZO NEL MONDO4 MARZO-APRILE 2014

    Dopo il grande successo dei primi appuntamenti, proseguono gli appuntamenti "Bevi ad arte" organiz-zati dalla casa vinicola Terre di Poggio in Contrada Mortella, 67 a Poggiofiorito (CH) per mettere insieme degu-stazioni di vino, pittura, poesia, e musica in un'insolita ed affascinante cornice, la bottaia della cantina.

    Apriranno la serata la pittrice Catia Napoleone e il poe-ta Alessio Masciulli che introdurranno “Mosaico”, l’ultimo libro di Danilo Scastiglia. Il titolo è stato scelto per dare ri-

    Il chitarrista compositore abruzzese Maurizio Di Fulvio

    Maurizio Di Fulvio nato il 9 aprile 1964, risiede a Pe-scara. Chitarrista-composi-tore, svolge una brillante carriera concertistica su scala mondiale in qualità di solista e con formazioni varie, suonando nei maggiori festi-val a fianco dei più autorevoli mu-sicisti, con lodevoli testimonianze di pubblico e di critica. Molti dei suoi recital sono stati registrati e trasmessi da emittenti televisive e radiofoniche e numerose sono sta-te le attenzioni di importanti com-positori italiani del nostro tempo, tra cui S. Bussotti, L. Berio, S. Sciar-rino, che spesso gli hanno affidato la revisione, l’adattamento e l’in-terpretazione delle loro opere.

    Si è formato principalmente con J. Bream, A. Carlevaro, J. Scofield e P. Metheny, ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti ed è stato docente di chitarra nei Conserva-tori italiani di Foggia, Verona, Mo-dena (presso l’Istituto pareggiato) e Padova. Membro di giuria dei più prestigiosi concorsi di chitarra, tie-ne masterclasses nelle Università e nelle Istituzioni musicali di diversi paesi sulla letteratura chitarristica

    tradizionale e sull’impiego della chitarra classica nel jazz.

    Ha ricevuto elogi da importan-ti testate giornalistiche e la criti-ca specializzata lo considera tra i chitarristi più interessanti della scena internazionale, definendo-lo: …”versatile ed eclettico, dal temperamento caldo e sponta-neo, abile improvvisatore e raffi-nato arrangiatore”, …“capace di leggere e restituire con la mede-sima forza ed intensità linguaggi assolutamente diversi”, …“la sua esecuzione, a volte grintosa ed energica, altre volte raffinata ed ornata, sempre in bilico tra rispet-to della tradizione e innovazione”, …“è sorretta da un’innata elegan-za strumentale”, …“un’autentica saudade swing e fragranze medi-terranee aleggiano nei brani incisi negli album: Sweety notes (2000), Mediterranean flavours (2003), A flight of fugues (2004), On the way to wonderland (2007) e Carinhoso (2010)”,…“nell’itinerario artistico confluiscono il jazz nero, il jazz la-tino, il rock, le tinte del classico e la sensibilità di un'interprete che co-niuga in sè una tecnica solida e una

    raggiante vena compositiva”, …“Di Fulvio assembla con il suo stru-mento un incredibile mosaico di note, spadroneggia sulle corde, si confronta egregiamente con mae-stri di calibro mondiale, arrangian-do liberamente brani celebri di Gil-lespie e Jobim, Santana e Metheny, Porter e Pastorius e ancora Bach e Duarte, e rivela soprattutto le sue ottime doti di bravo compositore”.

    Vino e cultura a Terre di Poggio:gli appuntamenti di Bevi ad Arte

    Al Santuario di San Gabrieleè stata inaugurata

    la "Porta degli emigrati"

    Domenica 2 marzo, alle ore 11, è stata inaugura-ta la “Porta degli emigrati”, realizzata in bronzo dallo scultore marchigiano Paolo Annibali, con la collaborazione di Luca Farina, un giovane artista di Campli (TE). L’inaugurazione è stata presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del ponti-ficio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itine-ranti. Ha partecipato anche il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia. All’inaugurazione sono in-tervenuti alcuni dirigenti del CRAM (il Consiglio regio-nale degli abruzzesi nel mondo).

    La “Porta degli emigrati” misura metri 4 x 5 e ha un peso di 60 quintali. È stata fusa in bronzo a “cera per-sa” nel 2013. La Porta, scintillante nel suo bronzo do-rato finemente patinato, ricorderà per sempre il pro-fondo legame tra San Gabriele e le migliaia di emigrati abruzzesi partiti per terre lontane in cerca di nuova vita, magari con il cuore spezzato, ma con la nostalgia attenuata dalla devozione al santo protettore, certi che anche lontano dalla patria li avrebbe aiutati. E la rico-noscenza degli emigrati non è mai mancata. Da anni in varie nazioni (Australia, Canada, Usa, Argentina, Vene-zuela, Brasile, Cile, Uruguay, Belgio) gli emigrati abruz-zesi (e non solo) celebrano la festa del loro protettore San Gabriele. Da Sydney a Montreal, Calgary, Winni-peg, da Brisbane a Philadelphia, Baltimora, Boston, da Adelaide e Perth a Caracas, da Melbourne a Toronto, Vancouver, Edmonton, da Buenos Aires a Hamilton, Ottawa, Quebec, da Santiago del Cile a Montevideo, per finire a Liegi, Maurage e Dour in Belgio, solo per ci-tare alcuni nomi. In molte città del mondo San Gabriele è conosciuto grazie alla grande fede e devozione degli emigrati abruzzesi. E finalmente, dopo vari anni, le of-ferte degli emigrati raccolte durante le feste in onore di san Gabriele hanno permesso anche la costruzione della grande “Porta degli emigrati”, innalzata quasi co-me un gigantesco ex voto per ringraziare il santo.

    Così Paolo Annibali, uno dei più noti artisti italiani, scrive a proposito della sua ultima opera: “La ‘Porta degli Emigrati’ cerca di fondere valori di una cultura prettamente devozionale con valori estetici della con-temporaneità. Il sentimento della devozione nasce dal bisogno di consolazione, dalla necessità e urgenza di compensare il senso di incompletezza, ma anche per ricevere un aiuto spirituale, e non solo, da parte del santo. Ho pensato così di ispirarmi alla forma di un comune ex voto, un cuore di metallo, più o meno prezioso, spesso presente in numerose copie in tutti i santuari. L’ho ingigantito portandolo ad una grandezza tale da fornire l’intero impaginato della porta, così da diventare un gigantesco ex-voto, dono al santo da par-te della devozione popolare. Il perimetro del cuore è costituito da mazzi di gigli che, innalzandosi, formano le curve dello stesso. In alto, dirigendosi verso la sta-tua del santo, si incurvano in prossimità dell’incontro con San Gabriele. Il santo domina tutta la composizio-ne ed è innalzato in un momento di estasi: attorniato da due ali di giovani forma una croce umana diventan-do il simbolo dei Passionisti. All’interno del cuore sono collocate in maniera sintetica storie di diversa natura in riferimento al mondo dell’emigrazione abruzzese, ad alcuni miracoli del santo e agli alpini. In alto si com-pone la celebre frase del santo tratta da una lettera al padre “La mia vita è una continua gioia, la contentez-za che io provo è quasi indicibile… Non cambierei un quarto d’ora di questa vita”. In basso risalta una scritta in latino che richiama il simbolo dei Passionisti e di San Gabriele”.

    Un momento musicale durante gli appuntamenti "Bevi ad arte"

    La Porta degli emigrati inaugurata domenica 2 marzo 2014

    Gae Campana e il suo Mondo Matrioska

    salto a otto racconti che insieme costituiscono il romanzo. “Mosaico” illustra con passione frammenti di vita, cercan-do di dare una visione del rapporto tra uomo e donna da varie angolazioni; un lavoro in cui l’erotismo non sconfina mai in volgarità e diventa una delle chiavi per spiegare il rapporto tra i due sessi.

    Nell'"angolo dell'artista" all'interno della bottaia, espor-ranno i propri dipinti le pittrici abruzzesi Angela di Teodo-ro e Maria Pierdomenico, introdotte dal critico Massimo Pasqualone. A chiusura della serata, un momento in cui musica e pittura si incontreranno e si fonderanno magica-mente: il concerto del pianista abruzzese Michele di Toro e la performance artistica di Maria Elena Carulli, in arte MAE. Di Toro è uno jazzisti più importanti d’Italia e vanta collaborazioni con artisti quali Paolo Fresu, Lino Patruno, Fabrizio Bosso, Irio De Paula; presenterà le sue improvvi-sazioni ed interpreterà sia pezzi propri che grandi classici del jazz. Maria Elena Carulli è artista raffinata e di impat-to, che mescola soggetti e ambientazioni proprie dell’arte giapponese con colori decisi e materiali presi dalla natu-ra che danno vita a composizioni di grande originalità e suggestione. MAE espone le proprie opere in diversi spazi espositivi tra i quali L’AURUM di Pescara e la Bottega d’ar-te di Chieti ed ha tenuto estemporanee in numerosi impor-tanti eventi in tutto l’Abruzzo.

    [email protected]

  • 5ABRUZZO NEL MONDOMARZO-APRILE 2014

    DALLA PRIMA PAGINA GOVERNO RENZI: ULTIMA SPIAGGIA

    L’ultima soddisfazione è arrivata a giugno 2013 con la partecipazione a "Rosadonna" organizzata a Pescara per celebrare le arti e le scienze al femmini-le. L'applauso del pubblico ha accolto con calore il libro di Maria D'Alessandro con il quale l'italo-argentina ha ripercorso i rac-conti tramandati dai conterranei emigrati nel paese sudamericano. "Il libro 'Memorie di racconti abruzzesi' rappresenta l'utlima tappa di un percorso iniziato alcuni anni fa e incentrato sul recupero delle radici territoriali. Sento di essere italo-argentina ma sono molto legata a tutti i conterranei che come me sono arrivati nel secondo dopoguerra; ritengo importante che non si perda la storia della vicenda del nostro arrivo in un paese, del quale molti noi, co-noscevano solo il nome." Nata nella bella cittadina San Vito chietino, adagiata sul-le rive del Mar Adriatico. Maria partì nel 1952 con mamma Anna e le sorelle Italia e Gilda alla volta di Buenos Aires, dove li at-tendeva il padre Oliviero. Si stabilirono in una casa di Quilmes, costruita con le pro-prie mani dal capofamiglia. "Uno dei miei ricordi più belli dei primi mesi di migrante è il grande schermo piazzato nella rambla del fiume Rio de la Plata, sul lungomare di Quilmes. Nei primi anni trovammo qualche conterraneo di mio padre che con lui ave-vano lavorato nelle miniere in Belgio. Sono stati loro ad aiutare mio padre a costruire la casa e sono diventati a tutti gli effetti dei parenti acquisiti. li chiamavamo 'zii' e con loro trascorrevamo le feste natalizie. Qual-che volta è capitato che qualcuna di noi si innamorava dei 'cugini acquisiti' creando situazioni buffe." Laureata in Geografia, Maria ha insegnato nelle scuole locali e nel 1982 con una borsa di studio partì alla volta di Firenze. Appassionata di tematiche ambientali, ha creato numerosi seminari e workshop nelle scuole, partecipando an-che al Global forum sull'ambiente tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Dieci anni dopo arriva però la scoperta per le proprie radi-ci. Maria entrò a far parte del 'Coro Abruz-zo' del Circolo Recreativo Abruzzese de Berazategui e nel 2005 vinse il concorso letterario della FEDAMO. "Nella vita dei figli di emigranti ci sono delle tappe. Nei pri-mi tempi si ha fretta d’imparare la lingua e i costumi locali e di fare delle amicizie: poi arriva un momento nel quale si inizia a ripensare al paese d’origine. I racconti

    dei genitori sui parenti si mterializzano e si scopre di avere cugini e zii in una terra lontana. Si inizia a volerli conoscere e poi arriva la voglia di apprendere tutto della propria terra di appartenenza. Oggi tutto questo è diventato più comodo e la facilità di contatto grazie ai social network, ampli-fica ancora di più la sete di appartenenza." Maria D'Alessandro non si è fatta superare dalla tecnologia e nel 2007 ha creato un si-to web per mantenere viva la cultura e i ri-cordi del suo territorio d'origine. L'autrice, sposata e mamma di un figlio, è stata invita-ta a partecipare come scrittrice all'evento 'Buenos Aires celebra Italia 2012'.

    "L'Italia è un paese molto noto e certi aspetti della sua cultura sono molto diffusi. È facile poter trasmettere queste nozioni ai figli e nipoti, e lo diventa ancora di più quando il messaggio passa attraverso i le-gami con parenti che vivono a tanti chilo-metri di distanza. Nella nostra casa si sono sempre cucinati i piatti tipici italiani (pasta e pizza su tutte) e nelle ricette di Natale non possono mancare il torrone, la torta al formaggio e i frutti secchi, così come è abitudine cucinare il baccalà nel periodo di Pasqua. II libro scritto in due lingue e il 'Foro Inmigracion Abruzzesa', creato su Fa-cebook, rappresentano gli strumenti con i quali cerco di mantenere vivo il vincolo tra i corregionali in Argentina e nel Mondo. E rappresentano il mio personale omaggioa a mia sorella Italia che aveva sette anni quando io nacqui e che mi accudì come una vera mamma nei primi anni di vita. Fu lei a tenerci per mano nell'attravesamento dell'Oceano Atlantico sulla nave Corrien-tes e sempre lei provvide a iscrivermi alle scuole medie. Con lei vorrei tornare a San Vito Chietino, per respirare ancora una vol-ta il profumo inconfondibile della nostra terra."

    Infine, i fattori internazionali. Quando, nei primi anni ’90, la Lega nord cominciò a raccogliere una discreta messe di voti, il compianto Indro Montanelli scriveva: «Finché il separatismo lo fanno i siciliani è un conto. Ma se lo fanno i lombardi la situazione cambia.» Ora potremmo dire che finché, nella piccola Grecia, Alba do-rata prende il 7% possiamo anche reagi-re con la semplice indignazione e poi fa-re spallucce.

    Ma se l’elettorato antieuropeista cre-sce in Francia, Olanda ed Austria, se in Italia avanza il M5s che chiede di abolire il Fiscal compact ed un referendum per la permanenza nella moneta unica, se la Gran Bretagna annuncia un referendum sulla sua permanenza nell’Unione euro-pea, allora si capisce che la posta in pa-lio è di portata storica ed il discorso cam-bia. In questo quadro, il rischio che corre la classe politica italiana è duplice: può venire travolta dal malcontento popola-re in Italia o dal crollo dell’Europa comu-

    nitaria. Si consideri, infatti, che tutti i go-verni che si sono succeduti negli ultimi vent’anni, tecnici, di centrosinistra e di centrodestra, hanno tagliato spesa pub-blica e servizi sociali, liberalizzato e pri-vatizzato in applicazione delle direttive di Bruxelles e Francoforte, provocando l’ondata di protesta che ora può riversar-si nelle urne elettorali.

    Il governo Letta era manifestamen-te inadeguato al compito di salvare una classe politica che sembra un’oligar-chia assediata nella cittadella del pote-re, mentre fuori il mondo è già cambia-to e comincia una nuova storia. Occorre-va mandare un messaggio forte al Paese, dare almeno l’impressione che ci fosse ai vertici delle istituzioni un ricambio gene-razionale, che finalmente si stesse facen-do sul serio. Soprattutto, occorreva fare in fretta. Perciò è stato chiamato il tren-tottenne Matteo Renzi. L’ultima carta da giocare. Quella della disperazione.

    Mauro Ammirati

    Le luminarie di Lanciano durante le festività

    L'italo-argentina Maria D'Alessandro

    In una esuberante manife-stazione di gioia, accom-pagnata da musica e fuo-chi pirotecnici, alle quattro del mattino si sono accese le luminarie che hanno av-viato le festività di Lanciano dedicate a Maria Santissima del Ponte. Una notte lunga, quindi, nell’attesa del primo botto che avrebbe dato ini-zio alla tre giorni di fermen-ti e attività.

    La tradizione vuole che nella notte del tredici set-tembre del 1833, la città di Lanciano aspettasse da Ro-ma una delegazione con le due corone da porre sul ca-po della statuetta in terracot-ta della Vergine e del Bambi-no, che le stesse corone, per una serie di difficoltà, arri-vassero con grandissimo ri-tardo alle quattro del matti-no e che, da quel momento, si procedesse alla esultanza e alla festa. Da allora la città frentana diede inizio ad una serie di tradizioni che riflette la lunga notte di trepidazio-ne che il popolo lancianese visse in quella ansiosa, divi-na esperienza. Si volle rima-nere fedeli a quella attesa e per esorcizzare il sonno e ri-manere vigili, ancora oggi si conquistano posti sugli spal-

    ti della “pista” per assiste-re, con il naso in su, al primo fuoco di una serie ed onora-re “i maestri del botto” che si impegnano a dare il me-glio della loro creativa pro-fessionalità. Segue la prima messa solenne concelebra-ta in Cattedrale nonché l’af-fluenza, sin dalle prime luci dell’alba, al mercato coperto in Piazza Garibaldi, dove tro-vare le primizie della terra come noci, fichi, olive ed al-tro, acquistati dentro cestini di giunco intrecciati a mano.

    La città di Lanciano è le-gatissima alla sua storia che reinterpreta in modo fedele attraverso un ricco serbato-io di tradizioni, dal quale at-tinge nei temi, nei modi e nel-le tecniche. Tutta l’attività fe-staiola ha inizio con la fiera del giocattolo del 31 agosto dedicata a Sant’ Egidio. Si tratta di una manifestazione particolarmente dolce dedi-cata ai bambini e agli inna-morati.

    Simbolo dell’evento è la “campanella” proposta in tutte le versioni, dimensio-ni e colori. Piazza plebisci-to e l’intero Corso Trento e Trieste si colorano e il fle-bile suono di mille campa-ne accompagna i curiosi vi-

    Le Festività Lancianesidi Tonia Orlando

    sitatori che fino a notte fon-da si accalcano nelle strade della città. Tornare pertanto a casa con un sacchetto tin-tinnante di delicate campa-nelle e il profumo inebriante di colorate saponette o con-fezioni di fragrante lavanda, è quello che può accadere in occasione della fiera del gio-cattolo. È una manifestazio-ne dai sapori antichi, dove l’animo, soltanto per qual-che ora si fa bambino e si ab-bandona ad innocenti, tre-muli suoni.

    Nei primi giorni di settem-bre seguono le manifesta-zioni del Mastrogiurato che ripropongono l’insediamen-to della personalità autore-vole del personaggio prepo-sto al controllo e alla gestio-ne dei commerci e delle fiere che da sempre hanno carat-terizzato l’economia del cen-tro frentano.

    Figuranti in costume sfi-lano lungo le vie del centro dopo il giuramento in Piazza che l’autorevole signore ri-propone alla città nel propo-sito di onorarla con il suo fe-dele servizio. Il giorno otto è dedicato al “dono”. Carri co-lorati, pieni di raccolto e di frutti della terra, percorrono il centro della città accompa-gnati da canti antichi che le donne in costume locale in-nalzano come ringraziamen-to a Maria.

    Sono queste giornate in-tense che i lancianesi vivono in una condivisa, partecipa-ta coralità. Si arriva al gior-no sedici con la malinconica percezione che tutto stia per concludersi, quando una im-ponente processione chiude le straordinarie, felici giorna-te. Le luminarie con le loro lampadine colorate accese durante la prima, lunga not-te, si spegneranno e ci ripor-teranno alla sfuocata, banale quotidianità.

    Il profumo di San Vitotra le pagine dei libri

    di Generoso D'Agnese

    DANIMARCA - "Famiglia, amici, fratelli, so-no stati tutti tasselli fondamentali per la mia formazione. E quando penso alla mia vita io penso alla base della cucina italiana, nella quale possiamo trovare ingredienti sempli-ci che rendono gustosi e unici ogni portata. Ed è molto importante che questi ingredien-ti siano coltivati, lavorati e cucinati rispet-tando la loro natura.

    Mettendo alla base un soffritto di seda-no, carota e cipolla si riesce ad ottenere un insieme di sapori che andranno a far distin-guere la maggior parte dei piatti di tradizio-ne italiana conosciuti in tutto il mondo. Io ho creato il mio soffritto emotivo unendo tutto ciò che c'era di più genuino attorno a me. Soffriggendo tutto metaforicamente fi-no a far rosolare ogni parte molto lentamen-te per poter assorbire al pieno ogni sapore. E solo rispettando tutto quello che mi è sta-to donato da queste splendide persone che sono quella che sono.. e pienamente con-sapevole che senza di loro la mia vita non sarebbe stata così gustosa!" Jessica Pagliara vive a Copenhagen dal 2011, complice una storia d'amore che l'ha portata nella verde Danimarca lasciandosi alle spalle un'attività avviata con grande fatica sette anni prima. "In Italia ero titolare di una attività artigiana-le dove producevo pasta fresca, pasticceria e pizze: ero fidanzata con un ragazzo che aveva deciso di fare la specializzazione qui in Danimarca. Decisi di chiudere il negozio per il il solo periodo estivo e venire a lavo-rare a Copenaghen. Ho trovato lavoro in un negozio di prodotti italiani e tutti i giorni che andavo a lavoro tra nord e sud, con la mia bici mi innamoravo di questa città." Og-gi Jessica assapora quella stessa espressio-ne di serenità che tanto l'ha colpita nei suoi primi mesi di vita in Danimarca, paese dove

    diverse etnie convivono e la gente è natural-mente cortese e dove lo stato tutela e rispet-ta la vita dei cittadini. "Qui si può dire che lo stato non vuole che “lavori troppo”. Sosten-gono che il lavorare troppo non ti fa rendere al meglio e che le tue ore di lavoro devono essere intervallate da momenti di relax, così che negli uffici trovi stanze comuni dove è possibile prendere un the o caffè.

    Le tasse sono alte e la vita è molto cara. Ma pagando quelle tasse tu hai la certezza che tutto attorno a te funziona." Terminata la storia sentimentale, Jessica ha deciso di non interrompere il suo legame con il pae-se scandinavo e ha ricominciato il suo per-corso da emigrante, trovando lavoro in un ristorante italiano in pieno centro a Copen-hagen. "Qui a Copenaghen c’è un gran bel numero di italiani che personalmente posso definire gentili disposti ad aiutarti in caso di difficoltà. Oltre all’Ambasciata Italiana dove hai piena assistenza anche nel web ci so-no validi gruppi dove è possibile prendere contatti e informazioni dove danno anche l’opportunità se si vuole di incontrare altri concittadini.

    Scoprire nuove culture è una cosa bellis-sima. Integrarsi e capire altri “modi di vive-re” a mio parere ti apre la mente a nuove prospettive di vita. Quello che tengo stretto con me sono quelle radici che penso tra-manderò sempre a tutte le belle persone che incontrerò, condividendo quello che ha di bello la nostra cultura da offrire. Mi dilet-to ad esempio nell’insegnare come fare la pasta fatta in casa. Corsi per piccoli gruppi dove tutti attivamente partecipano alla rea-lizzazione di pasta fresca ripiena e una volta terminato ci si siede tutti insieme a mangia-re questa specialità tipicamente italiana.

    Laura Napoletano

    Jessica Pagliara: emigrante a Copenhagen

  • 6 ABRUZZO NEL MONDO MARZO-APRILE 2014

    In Piazza Belli a Roma ha sede il Palazzo della Confcom-mercio D’Italia, un magnifico Palazzo degli anni venti. La Confcommercio è una confederazione che ha circa 70 anni e che da anni è garante e lume delle imprese ita-liane.

    Da una telefonata intercorsa con uno dei suoi funzio-nari di spicco ho ricevuto un libro-raccolta edito dalla “Alinari” nel 2005 e dal quale solo adesso sorgo per par-lare delle imprese abruzzesi che sono sulla Terra D’A-bruzzo e anche di quelli che sono nel mondo.

    Il titolo di questa rubrica l’ho preso a prestito, appun-to, dal catalogo dei Fratelli Alinari di Firenze e al quale indirizzo i miei più sentiti ringraziamenti.

    Il presidente della Confcommercio Sergio Bilè all’epo-ca della stesura del catalogo scriveva che sfogliare la preziosa raccolta di fotografie d’epoca dell’Alinari sui ritratti di gente operosa non poteva sottrarsi alla sugge-

    stione di ricordi lontani che però hanno anche, sia pure in forme diverse, significativi e vistosi riscontri nel no-stro vissuto quotidiano. È l’idea dell’impresa a misura d’uomo che opera dietro ogni angolo e che oggi,come secoli fa,continua ad attivarsi in ogni modo per fare da ponte tra una società in sviluppo e i bisogni e le istanze di chi ci vive dentro e guarda al futuro.

    Da una serie di foto di “Cartes de visite” di E. Fantuz-zi del 1860 pubblicate sul libro scopro come si faceva-no chiamare le imprese di allora:”Venditore girovaghi di formaggi”, “Raccoglitore di carta”,”Piccolo merciaio ambulante”,”Venditore d’acqua”, “Vendi aranci”, “Ven-ditore girovago di piante”, “Carbonaio”, “Vendi gelati”, “Venditore girovago d’istrumenti da taglio di Maniago”, “Venditore girovago d’erbaggi”, “Venditori di frutti ca-ramellati”, “Venditore di cappe ed ostriche”, “Venditore d’inchiostro”, “Venditore girovago di pane”, “Venditori di poponi(meloni)”, “Venditore girovago di ciambelle”, “Vendi oggetti di conchiglie”, “Venditori di peri e pomi cotti”, “Vendi granchi di mare”, “Venditor girovago di frutta”, “Vendi latte”, “Venditore di polpi”.

    Davvero sono ricordi lontani queste imprese appena menzionate?

    Direi di no, ciascuno di noi sa che se si vuole guarda-re il futuro ciascuno di noi è chiamato in causa, e, per quanto riguarda il lavoro. Allora, ben vengano questi commerci diretti e spontanei di prodotti che diventano “Opere D’Arte”. E perche no a “Porta a Porta”, o stra-da per strada. Un mondo a misura d’uomo dobbiamo riprenderci.

    Negozi, mercati, botteghe, alberghi, luoghi di servizio e di svago, caffè, trattorie, ristoranti, complessi per il tempo libero, tutti sono chiamati a testimoniare dunque i loro successi, le loro perplessità e le denunce su que-sto giornale che facilmente arriva nelle proprie case di tutti gli abruzzesi anche nel mondo.

    Mi propongo quindi di pubblicare a campione l’inter-vista integrale delle imprese del terzo millennio.

    Sofonia Berardinucci Palestini

    Per i greci era l’isola di Afrodite, per i ro-mani la terra di Ve-nere produceva di un ot-timo vino aromatico, per i Crociati fu approdo sicu-ro, per i Veneziani divenne una delle perle della Sere-nissima Repubblica. Oggi Cipro è membro della Co-munità Europea e mantie-ne intatto il suo fascino nel Mediterraneo, accoglien-do una laboriosa comuni-tà italiana che si affida alle cure di Beatrice Vecchio-ni, capo della sezione con-solare dell’Ambasciata.

    “La nostra comunità – spiega la dottoressa Vec-chioni – è ben integrata nella società locale e nell’i-sola rimane forte l’impron-ta veneziana. Negli ottanta anni di dominazione della Serenissima Repubblica si sono diffuse molte abitudi-ni italiane che oggi anco-ra ci uniscono a quest’iso-la. Uno dei suoi monumen-ti storici più importanti so-no proprio le “mura vene-ziane” e nel linguaggio gre-co-cipriota vi sono ancora termini italiani.”

    Nata a Roma, Beatrice Vecchioni ha i “geni” del-la diplomazia nel proprio sangue, avendoli respirati in famiglia fin da bambina e viaggiando da un capo e l’altro del Mondo.

    “Con mio padre in car-riera diplomatica, ho ini-ziato a viaggiare fin da pic-cola: Bruxelles, Strasbur-go, Madrid, Nizza, L’Avana sono state altrettante tap-pe della mia vita e mi han-no permesso di conosce-re nuove culture e frontie-re, vivere nuove esperien-ze e trovare nuovi amici. Il lavoro di mio padre mi af-fascinava e dopo la laurea il richiamo per la carrie-ra diplomatica è stato for-

    tissimo.” Nominata Capo della Sezione Consolare dell’Ambasciata, la giova-ne funzionaria italiana se-gue in prima persona l’as-sistenza degli italiani sull’i-sola, siano essi turisti o re-sidenti e combatte in pri-ma linea per dare più inci-sività all’azione culturale del Ministero degli Esteri.

    “La mia prima esperien-za lavorativa è stata pro-prio in quella che ora è la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, nella quale si stabi-liscono le linee guida del-la politica di promozione della lingua e della cultu-ra italiana come parte in-tegrante e di fondamen-tale importanza della no-stra politica estera. La cul-tura rappresenta un ele-mento essenziale della no-stra identità nel mondo ed è un patrimonio materiale e immateriale cui attingere per affrontare le sfide futu-re: lingua italiana e ricer-ca scientifica rappresen-tano il passato, il presente e il futuro della nostra ec-cellenza e come donna co-smopolita cerco spero di poter trasmettere i nostri valori e tradizioni ai figli e ai nipoti….anche se con il mio lavoro il tempo a di-sposizione è molto poco!”

    Orgogliosa della sua italianità, la responsabi-le della Sezione Consola-re dell’Ambasciata italiana a Cipro, non dimentica di mantenere vive le proprie tradizioni familiari e pur essendo abituata alla cuci-na di vari paesi non rinun-cia mai a un buon piatto di spaghetti al pomodoro.

    “Ovviamente i riferimen-ti all’Italia sono ovunque nella mia abitazione: dal design delle poltrone ai mobili artigianali antichi,

    dalle poesie di D’Annun-zio alle antiche carte della mia regione d’origine, dai dai classici del cinema ita-liano all’amore per il vino e l’olio italiani. E mi diver-to a far conoscere le no-stre tradizioni ai colleghi e amici stranieri, quando ca-pita l’occasione. Credo co-munque che il miglio mo-do per valorizzare l’iden-tità italiana consista nella promozione culturale. Per tale motivo mi impegno molto nell’organizzazione di manifestazioni cultura-li come concerti, mostre, proiezioni di film, spetta-coli teatrali o di danza. Mi viene in mente una frase di John F. Kennedy: “non chiederti cosa il tuo Pae-se può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per il tuo Paese”. In questo periodo di grave crisi economica e sociale penso sia essen-ziale lavorare tutti insieme per fare sistema, per dif-fondere la lingua e la cultu-ra italiana e spingere tutti gli enti, i comitati e le asso-ciazioni che perseguono il medesimo obiettivo a una maggiore collaborazione. Lavorare tutti insieme per far emergere la straordina-ria ‘identità italiana’.”

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    FRIULI-VENEZIA GIULIA - Festa grande per il carnevale degli abruzzesi e molisa-ni residenti in Friuli V.G., in occasione del 25° compleanno dell'Associazione.Si è trattato di un incontro molto gradito e molto atteso che ha visto l'intero grup-po riunirsi al ristorante “Belvedere” di Tricesimo, per il pranzo e il successivo pomeriggio danzante, accompagnato dal-le musiche del complesso “Claude e Giò”.

    Numerose le colorite e spiritose ma-schere che hanno dato vita ad una festa fatta di gioia, allegria ed amicizia, come riferisce il Presidente regionale del soda-lizio Roberto Fatigati.

    Gli appassionati del ballo si sono potuti lanciare nel liscio e nelle più sfrenetiche danze caraibiche e latino americane.

    L'atmosfera è esplosa quando un socio, virtuoso dell'organetto, ha intonato i tra-dizionali motivi dell'Abruzzo e del Molise: “Reginella campagnola”, “Vola, vola, vo-la” e Rosabella del Molise, accompagnato dalle voci di tutta la compagnia.

    È seguita la sfilata delle numerose ma-schere e dei gruppi, preceduti dai più pic-cini, con la premiazione dei costumi più originali.

    Dalla giuria sono stati assegnati i premi andati alla coppia dei veneziani (prima classificata) a quella degli spagnoli e al gruppo dei pirati. Le fasi più salienti della festosa giornata sono state riprese da un operatore di “Telefriuli”.

    Ha chiuso la manifestazione l'estrazio-ne di una ricca lotteria fatta di prodotti abruzzesi e molisani.

    Roberto Fatigati

    Un momento della Festa di Carnevale

    Immagini di venditori di pesce e frutta

    Beatrice Vecchioni

    Carnevale degli Abruzzesi e Molisaninel 25° Anniversario del sodalizio

    Beatrice di Ciprodi Generoso D'Agnese

    Il nostro saluto a Stelio Palombo

    12 mila studenti a San Gabriele per i “100 giorni agli esami”Lunedì 10 marzo 2014 il santuario di San Gabriele (Teramo) ha visto una pacifica e allegra invasione da parte di 12 mila stu-denti delle ultime classi delle scuole supe-riori, provenienti da tutto l’Abruzzo e an-che da fuori regione. Gli studenti sono ar-

    rivati a San Gabriele dell’Addolorata (1838-1862), il santo protettore dei giovani (all'a-nagrafe Francesco Possenti) - chiamato af-fettuosamente da D'Annunzio "Checchinel-lo nostro d'Abruzzo"- per festeggiare i “100 giorni agli esami di maturità”.

    Ritratti di gente operosaLUOGHI RITRATTI-PERSONE

  • 7ABRUZZO NEL MONDO

    I l giorno del suo compleanno -il 12 marzo- e nella sua città natale, Pescara, il programma delle celebrazioni conclusive dei 150 anni dalla nascita di Gabrie-le d’Annunzio è stato nutrito. Si è cominciato al mattino, alle ore 9, con realizzazione di murales nella sede dell’Archeoclub a cura degli artisti Neri e Ranieri. A Piaz-

    za Garibaldi, intanto, gli alunni del locale Liceo Artistico Statale ‘Belisario-Misticoni’ allestivano una Estemporanea di pitture ispi-rate al ‘vate’. Alle ore 10, presso la Scuola Media Statale ‘Eugenio Montale’, l’Assessore alla Cultu-ra Giovanna Porcaro e Pierluigi Francini incontravano gli allievi sul tema: Testimonianze di D’An-

    nunzio bambino’. In Piazza Salot-to, nel frattempo, le Poste Italiane avevano allestito, per la gioia dei filatelici, uno stand con la distri-buzione dell’annullo filatelico speciale.

    A mezzogiorno, nella Sala Consiliare del Municipio, il Pre-sidente del Vittoriale e curatore dell’immagine della città adriati-ca, il prof. Giordano Bruno Guer-ri, dopo aver ringraziato i membri del Comitato e gli organi di diffu-sione dei numerosi eventi –com-preso, quindi, il nostro periodico “Abruzzo nel Mondo”- presenta-va il volume “Gabriele d’Annun-zio 150: vivo, scrivo” contenente gli Atti del Convegno Internazio-nale di Studi, edito da L’Officina del Vittoriale per i tipi di Silvana Editoriale spa. Sono intervenuti, con brevi ma significative rela-zioni, il prof. Stefano Trinchese dell’Università D’Annunzio Chie-ti-Pescara che ha definitivamente riscattato il poeta pescarese dalle accuse di vicinanza al fascismo; il

    generale Leonardo Prizzi che ha insistito sulle temerarie imprese militari –di terra, di mare, di cie-lo- compiute dal ‘Comandante’; il prof. Gianni Oliva, studioso di D’Annunzio e docente all’Uni-versità di Chieti-Pescara, che ha lamentato –giustamente- il persi-stere dello stereotipo di Gabriele d’Annunzio autore di ‘gesti’ cla-morosi piuttosto che il riconosci-mento della tempra di uno Scrit-tore (con ‘S’ maiuscola) autore di ‘testi’ d’avanguardia e parte inte-grante della migliore letteratura mondiale.

    Nel pomeriggio, presso l’O-spedale Civile Santo Spirito, si è avuto, con i pazienti del reparto Hospice Bouganville, “Un thé con D’Annunzio”, ovvero una serie di letture a cura dell’Associazione ‘I Colori della Vita’.

    Nella Sala Tosti del complesso dell’Aurum si sono svolte proie-zioni di filmati tematici e, nella Sala D’Annunzio, un recital della Prof.ssa Franca Minnucci cui ha

    fatto seguito, a conclusione delle celebrazioni, il concerto “Buon Compleanno, Gabriele” con l’esi-bizione della giovane Orchestra Sinfonica MIBE (Misticoni-Belisa-rio) diretta dal M° Leontino Iezzi.

    La Redazione

    U na leggera pioggia saluta gli ospiti convenuti alla cerimonia di chiusura del 150° anniversario della nascita del grande combattente “latino “e sommo poeta, Gabriele D'Annunzio.

    ll Lago di Garda sotto un velo d'acqua rivela ancor più nitidi i suoi profili, tra le bellissime sponde ricche di albe-ri sempreverdi e lungo la ridente costa di Gardone dove, incastonato come un gioiello, il Vittoriale della Patria, tan-to cara al Nostro, si erge maestoso.

    La lussuosa dimora ha accolto così gli ospiti con l'al-zabandiera nella Piazzetta Dalmata, per poi proseguire nell'Auditorium.

    Qui si sono avvicendati sul palco tutte le maggiori per-sonalità presenti, invitati dal raffinato Presidente del Vit-toriale Giordano Bruno Guerri: dal Prefetto di Brescia, al Sindaco di Pescara avv. Luigi Albore Mascia.

    Molte Ditte hanno sponsorizzato le celebrazioni con la propria adesione al progetto “Grandi Marchi”:Aurora ha dedicato una linea di stilografiche di lusso; Barbanera ha pubblicato l’Agend’Acco, una speciale edizione dell’al-manacco basata sui numeri originali conservati in Prio-ria e annotati dal Vate; Italeri ha riprodotto il modello del-lo SVA del Volo su Vienna; la sartoria Chiussi, già sartoria del Vate, ha dedicato a l ‘vate’ una linea di abbigliamento; così anche Luxardo, Luigi D’Amico, Illva Saronno.

    Nel pomeriggio, con il sole sempre più generoso, l'inau-gurazione del laghetto dalla forma del Lago di Garda. A seguire, la presentazione della scultura ricca di simboli STAR, maestosa tra gli ulivi ed i cipressi, opera di Jacques Villeglè.

    Con 39 dipinti dedicati al sommo poeta ed una scultu-ra finale, ha fatto seguito l'inaugurazione della mostra del-le “potenti e gioiose opere” del pittore napoletano Erne-sto Tatafiore.

    Non è mancata” una sezione dedicata a Eleonora Duse, la donna del Fuoco, a rendere più prezioso il Museo del D’Annunzio Segreto”, con una vetrina esagonale che ac-coglie l'essenza della “DIVINA”.

    Infine, la ditta di orologi svizzeri Eberhard ha dedicato al Nostro la produzione di 150 esemplari di un orologio da polso che reca la scritta ”Ardisco non Ordisco”.

    Nell'epoca della tecnologia, non poteva il ‘vate’ passa-re inosservato al pubblico dei web: Google ha annunciato che D’Annunzio è stato il più cliccato tra gli autori italia-no, ovviamente dopo Dante. Va ricordata la pubblicazio-ne dell'e-book dell'opera omnia del poeta pescarese, rea-lizzata dalla Mondadori e le traduzioni delle opere del No-stro pubblicate da Rizzoli. Molti gli studiosi di D'Annun-zio : in 30 hanno offerto i loro lavori raccolti negli Atti del Convegno di Pescara: tra questi anche la giapponese Ma-riko Muramatsu, docente all’Università di Kyoto.

    Nuovi documenti autografi e inediti hanno arricchito gli archivi del Vittoriale: i disegni di D'Annunzio donati da Pa-olo Fortunato; la corrispondenza di D'Annunzio con Isa-ia Scarpetta,falegname del Vittoriale, al quale il nostro aveva inviato disegni di mobili da realizzare; la xilografia, donata dal Dott. Giuseppe Alonso, scritta da d'Annunzio all'agronomo Ferraguti,genio amico del poeta e inventore dell'elettrogenetica che accrebbe la produzione di pere.

    Due foto inedite di D'Annunzio provenienti dal Brasile sono state donate al Vittoriale dal prefetto di Brescia; al-cune immagini inedite del poeta tra i canottieri e la mo-stra di francobolli fiumani ,oltre ad un portasigarette d'ar-gento appartenuto a D'Annunzio, prodotto dalla gioielle-ria Buccellati di Roma. Un omaggio è pervenuto anche da una suora di clausura, che ha studiato il carteggio tra D'Annunzio e Alessandra Di Rudinì sua amante –‘Nike’ per il poeta- finita poi anche lei in convento.

    È invece in fase di ricostruzione la corrispondenza di D'Annunzio donata in modo sparso ai suoi figli.

    Innumerevoli le celebrazioni in Italia e all'estero: a Ge-nova sono stati realizzati 41 eventi, sotto la esperta dire-zione della Prof.ssa Anita Ginella.

    A Mantova è stato anche inaugurato un portico del complesso del Palazzo Ducale tra Piazza Sorbello e Piaz-za Castello, poiché D'Annunzio, nel suo ultimo romanzo

    Forse che sì, Forse che no, ambientò la storia tra le mura del Palazzo dei Gonzaga.

    Inoltre va ricordata la rinascita di tutta la toponomasti-ca dannunziana, oltre ai contributi di tutti gli uffici stori-ci di tutte le armi. Pescara ha sicuramente riscoperto con orgoglio il suo più illustre concittadino.

    È di questi giorni l’apertura di una mostra su D'Annun-zio a Zagabria. Altre mostre sono state allestite in Giappo-ne, Australia, Argentina, Uruguay.

    Uno spazio è stato riservato a D'Annunzio al salone del libro di Torino .

    A luglio la mostra di Tatafiore si trasferirà all'AURUM di Pescara. A chiusura dei lavori, è stata gettata l'ancora per l'appuntamento con” le commemorazioni della Gran-de Guerra”. A tale scopo, sarà costituito un Comitato per il centenario della Prima Guerra Mondiale con Convegno a Roma nel Settembre 2014 e grande mostra a Roma o a Venezia, che accrescerà la fama che il Vittoriale riscuote già nel mondo.

    Lia Di Menco

    MARZO-APRILE 2014

    ENRICO TORO & C. - Distilleria Casauria s.a.s.Via Tiburtina Valeria, 18 - 65028 TOCCO DA CASAURIA (PE) ITALIA - Tel. 085.880279 - Fax 085.880700

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    Una Giornata Imaginifica per Gabriele d'Annunzio

    Giornata odierna conclusiva delle celebrazioni sui 150 anni dalla nascita

    Murales dedicato a d'Annunzio

    Il transito di Padre Umberto Palmerini

    L’AQUILA – È stato veloce il transito al Cielo del passionista P. Umberto Palmeri-ni. Un brevissimo ricovero all’ospedale di Teramo, dopo un malore nella serata di sabato 15 marzo, dove risiedeva, l’inter-vento chirurgico e subito in rianimazione.

    Il 17 mattina il passaggio alla vita eter-na, sollecito e sereno, come il suo desi-derio dell’incontro con Dio. Le esequie al Santuario di San Gabriele dove Padre Umberto risiedeva, e poi nella chiesa de-gli Angeli Custodi di Paganica, suo paese natale, dove verrà tumulato nel cimite-ro adiacente la Basilica di San Giustino

    patrono. Se ne è andato così Padre Um-berto, con il sorriso sulle labbra e con quel suo volto rimasto sempre giovanile, nonostante i quasi 81 anni, che avrebbe compiuto tra due settimane, e una malat-tia invalidante che dal 2007 lo costringeva su una sedia a rotelle.

    Sempre affabile, sensibile, sorridente e delicato con tutti, anche quando ha rico-perto ruoli di governo nella Congregazio-ne dei Passionisti, con impegni di grande responsabilità. Era nato il 1 aprile 1933 a Paganica.

    Goffredo Palmerini

    È stato Rettore del Santuario di San Gabriele

  • Per emblema dei “150 anni dell’Unità d’Italia” –nel 2011- ricordiamo che fu scelto il fiore della “came-lia” italica, da appuntare a mo’ di coccarda trico-lore sul bavero, dalle parti del cuore. Ma il “simbolo” della democrazia, nell’antica Atene ove fu inventata la forma politica:”demos+kratìa” è la “VIOLA”, fiore sel-vatico il cui frutto secco è una “capsula”, emblema del ventre materno, della fecondità, contenente il seme la cui fioritura è a primavera: 5 petali -nell’antichità rap-presentavano i cinque sensi,le cinque dita della ma-no- e foglia a forma di cuore, simbolo dell’amore per il prossimo e per la cosa pubblica.

    Ne è testimone Pindaro (tebano, V sec. a.Cr.), poeta del canto corale: «O splendida illustre Atene, città di-vina coronata di VIOLE e celebrata con canti,baluardo della DEMOCRAZIA della Grecia».

    Già Omero (IX sec.a.Cr.) dedicava versi alla “viola”: «Splendono i prati intorno alla dimora di Calipso mor-bidi di VIOLE».

    Esiodo, storico dell’VIII sec. a.Cr., descriveva il colo-re delle viole: «…danzano con morbidi piedi presso la fonte del color di VIOLE, le Muse».

    Platone, filosofo del IV sec. a.Cr., nel “Simposio”, così si esprime, parlando di Alcibiade, generale e uo-mo politico ateniese (450 a.Cr.-404 a. Cr.): «…bello e sfrontato,chiassoso e brillo, e la sua corona di folta edera e VIOLE».

    La VIOLA fu ripresa, politicamente, dal nostro “vate” Gabriele d’Annunzio allorché, alle ore 19,45 del 12 set-tembre 1919,entrò con i suoi militi -2.800 Granatieri di Sardegna- nella città di Fiume per riannetterla all’Italia.

    D’Annunzio scriveva da Fiume ad Adolfo De Caro-lis (pittore,incisore,illustratore,fotografo dell’ascola-no:1874-1928 che dipinse le copertine dei suoi libri,i suoi motti, in stile “liberty floreale”) il 3 marzo 1920:

    «Caro Signore, è ottima cosa inventare nuovi profumi in Italia che fabbrica ogni giorno tanti cattivi odori e vanitosamente a Parigi o a Londra. È bizzarria non sen-za grazia chiedere i nuovi nomi a chi nella sua fatica e nella sua lotta è costretto di trascurare tutte le “deli-catezze”. Ma oggi Fiume è coronata di ‘violette’, come l’antica Atene. E oggi la violetta di Fiume è la più odo-rosa VIOLETTA del mondo. “Sola mihi redolet”(Odora solo per me).Ecco i nomi. Buona fortuna! FIUME d’ITA-LIA,3 marzo 1920. Gabriele d’Annunzio».

    «I nuovi profumi: “Cum lenitate asperitas” (Con ine-guagliabile dolcezza), La Fiumanella. La Brezza del Car-naro. La Rosa degli Uscocchi (in serbocroato=profugo). La Liburna. Il Lauro di Laurana. L’Ardore del Carso. L’Alalà. Fiume d’Italia: marzo 1920. Gabriele d’Annun-zio». I flaconi per i profumi del Carnaro venivano fab-bricati a Murano, dalle vetrerie ‘Barovier’ ed i cofanetti a Milano, dalle Grafiche ‘Baroni’,con i disegni del De Carolis.

    D’Annunzio era amico di Giuseppe Visconti di Mo-drone, titolare delle industrie cosmetiche GVM (Givi-emme) al quale propose due profumi in onore delle proprie imprese: l’AQUA di FIUME e GIACINTO INNA-MORATO: furono un flop.

    Alla Società Anonima Stabilimenti LEPIT di Bologna il “vate” suggerì -lui calvo!- la produzione di una lozio-ne per capelli: PRO CAPILLIS LEPIT, molto nota negli anni ’30.

    Altro profumo flop fu l’AQUA NUNTIA, che regalava alle dame della sua vita, le quali però la ritenevano una schifezza. Saputo della passione per le essenze,i bar-bieri fratelli Remigio e Galdino Sabatini, con salone in Corso Manthoné a Pescara, quasi di fronte alla casa na-tale del poeta, mandarono a Gabriele una bottiglietta a forma di cuore contenente un loro profumo. D’Annun-zio si sdebitò con questi versi in dialetto abruzzese:

    A Galdine SabatineL’acque de la Piscare è profumateDa quante mamma mé ci s’ha specchiate;e pè queste la mitte a ‘stà buttijefatte come lu core de lu fije.Mo lu Rumite che te po’ mannà?Sole l’addore de la Santità.Ma pè s’addore n’n ce sta cristalle:lu vente chiare te le porte abballe.9 novembre 1926

    I fiori come metafora Gabriele li userà il 5 novembre del 1920,quando incaricherà l’amico aviatore milane-se Guido Keller di sorvolare Roma e di buttare:- una rosa bianca, simbolo di purezza di cuore, sul Vaticano in omaggio a San Francesco; sette rose rosse, simbo-lo d’amore, sul Quirinale in omaggio alla Regina e al Popolo d’Italia; un “pitale” (vaso da notte),in segno di disprezzo, in ferro smaltato su Montecitorio: il “vate” era stato eletto deputato al Parlamento –nella XX Legi-slatura- nel 1897,nel collegio di Ortona, per lo schiera-mento di destra: si distinse per assenteismo; quando lo incontravano, i colleghi lo chiamavano “il Deputato della Bellezza”, per i suoi gusti raffinati. Il 27 marzo del 1900,per controversie con il primo ministro Pelloux, lasciò i banchi della destra e andò a sedersi in quelli della sinistra, gridando questa frase rimasta famosa:

    «Come uomo d’intelletto, vado verso la vita!».La pro-duzione letteraria del vate pescarese è intrisa di fiori. La citazione delle VIOLE la troviamo, per es., in “Fran-cesca da Rimini” -Atto III, Scena V- Paolo a Francesca: «Inghirlandata di VIOLETTE m’appariste ieri a una so-sta…»; ne “Il Piacere” -«L’operosità della nuova Roma empiva di romore tutta la piazza. Tra i carri e i giumen-ti guizzavano i piccoli ciociari offrendo le VIOLETTE»; in “Alcyone”, (Versilia):«Toccami. Non vello, non ugne ricurve han le tue mani. Guarda: ho le chiome VIOLET-TE come le prugne»; in “Terra vergine” Toto(e Ninnì), novella ambientata a Cepagatti: «Un vespro d’estate, mentre lo scirocco tormentava le querci e la Maiella vaniva in mezzo ai vapori VIOLACEI fantasticamente, venne il Moro con due altri, e gli presero la mucca…»; ne “La vergine Orsola”: cap.I -«La gente si fermava a veder passare il prete incedente a capo nudo, con la stola VIOLACEA»; nel “Poema Paradisiaco”: «E sol ne’ tuoi puri occhi di VIOLA, ed in quelli materni, io guardi, io creda».

    Nella Roma Imperiale, il 22 marzo di ogni anno si por-tava in processione un tronco di pino ornato di VIOLE e questo fiore simboleggiava l’amore,la morte,il sacrifi-cio: il tutto derivava dall’introduzione,nel II^ sec. a.Cr., del culto della dea della natura, CIBELE, di derivazione anatolica (Asia Minore) e del suo servo eunuco Attis, il quale si evirò e dalla terra intrisa del suo sangue nac-quero le VIOLE, oltre al melagrano e al mandorlo. For-se questo episodio mitologico influenzò il colore dei paramenti liturgici del cristianesimo durante il tempo della Quaresima (colore violaceo,colore dell’unione tra cielo e terra,colore della “penitenza”).

    D’altronde la “viola del pensiero”, con i suoi tre colori, era già stata assunta dai Cristiani quale sim-bolo della Trinità. Nell’antica Roma i fiori ed i pro-fumi non simboleggiavano le varie forme di potere politico,essendo considerati “mollezze orientali”. Ma i petali di fiori,specialmente di rose,venivano utilizzati durante i banchetti più prestigiosi.

    PETRONIO ARBITRO (14-66 d.Cr.) nel suo “Satyri-con” descrive i banchetti nella Domus Aurea di Nerone come vere “orge olfattive” poiché dal soffitto d’avorio traforato scendevano petali di rosa impregnati di es-senze. Dalla classicità greca –come è evidente- D’An-nunzio trasse la “VIOLA” quale simbolo della libertà e della democrazia.

    Dalla classicità romana, il ‘vate’ mutuò l’uso gode-reccio di cospargere di petali profumati di fiori i tappe-ti delle sue camere da letto quando riceveva le proprie dame.

    Mario Nardicchia

    8 MARZO-APRILE 2014ABRUZZO NEL MONDO

    "Aqua Nuntia": il profumo del ‘vate’

    Gabriele d'Annunzio

    QUOTA ASSOCIATIVA ANNUALE

    Conto Corr. Post.