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ANNO XXVIII N° 26 - 17 Luglio 2011 1.00 Abbonamento annuo 30,00 - Abbonamento semestrale 15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO MANOVRA FINANZIARIA Fedeli al vecchio stile Si conferma l’italica fantasia contabile Ci sono due modi di toccare i conti pubblici: con tagli pesanti e diretti (del tipo: licenzia- menti di massa); con grattatine in tutti i barili della spesa pubblica e un’ulteriore strizzatina delle mammelle dei contribuenti. Se in altre economie occidentali la prima soluzione è considerata e a volte attuata, in Italia si predi- lige certamente la seconda. Giustamente: si evita così quella “macelleria sociale” che getta nella disperazione migliaia di famiglie e provoca disordini di piazza. Anche l’ultima “manovra” governativa – che serve a riequilibrare i conti pubblici da qui al 2014 togliendo in sostanza 40 miliardi di euro dalla spesa pubblica – sta nel solco italico della fantasia contabile. Una serie di decine di micro-provvedimenti (qualcuno più rilevante, molti minimali) che servono a grattare qua e là quel che serve alla bisogna. Questa volta l’immaginazione dei tecnici del ministero dell’Economia ha escogitato: un condono sulle liti fiscali particolarmente van- taggioso per chi ha contenziosi con l’Erario inferiori a 20mila euro; un superbollo ancora da precisare sulle auto di rilevante potenza; un incremento dell’Irap per banche, assicura- zioni e società finanziarie; un tentativo di maggior tassazione delle transazioni finanzia- rie con l’estero e dei mini-acquisti azionari; il ritorno dei ticket sanitari sulle visite speciali- stiche e sugli esami diagnostici; un ulteriore taglio dei trasferimenti agli enti locali. Purtroppo si ritocca anche la previdenza, l’en- nesimo lifting negativo dal 1995 ad oggi. È infatti prevista una stretta tramite l’aggancia- mento dei requisiti pensionistici all’aspetta- tiva media di vita già dal 2014. Significa che il limite d’età si alzerà seguendo quello della vita media della popolazione: si muore più tardi? E più tardi si andrà in pensione, auto- maticamente. Salirà pure l’età pensionabile delle donne: dal 2020, un mese in più di la- voro, in modo tale che nel 2032 l’età minima passerà dagli attuali 60 ai futuri 65 anni. In- fine ulteriore sforbiciata alle rivalutazioni delle pensioni “d’oro”, che se non sono da fame è solo perché chi ne usufruisce pagò a suo tempo fior fiore di contributi. Mal gliene incolse. Una giornata “nel segno del tri- colore” per colorare di verde, bianco e rosso Madrid: la vi- vranno, il 17 agosto, i giovani italiani che parteciperanno alla Giornata mondiale della Gio- ventù (16-21 agosto). Una loro rappresentanza, riferisce il Ser- vizio nazionale di Pastorale giovanile (Snpg), “soprattutto diciottenni, insieme con il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, e ai vescovi italiani presenti a Madrid, si ritroverà nella Chiesa di San Juan de la Cruz per vivere un momento di preghiera e poi d’incontro che si conclu- derà con l’offerta dei doni all’arcivescovo di Madrid, il card. Antonio María Rouco Varela, e alla Conferenza episcopale spa- gnola di una riproduzione della statua della Madonna di Loreto e una del crocifisso di San Damiano. Di qui i giovani italiani raggiungeranno le piazze madrilene, dove alcuni gruppi giova- nili si esibiranno durante il Festival della gioventù”. a pag. 8 Finestra sulla Parola Nel giardino del monastero c’è una pianta alquanto singolare: non se ne conosce il nome, ma sembra della famiglia delle piante grasse, ed ha lunghe foglie sottili che le danno una forma quasi semisferica e sono orlate da aculei urticanti. Per molto tempo è rimasta lì senza che si ve- desse niente di nuovo, e ci domandavamo cosa farne, se continuare ad annaffiarla, anche perché chi le si accostava pietosamente per liberarla dall’erba, ne aveva in cambio dolorose punture a volontà. Sennonché, dopo diversi anni di apparente inattività, al principio di una estate tirò fuori una specie di grosso stelo che in poche settimane crebbe diversi metri, fi- nendo per sbocciare in una sorta di fiore, che dopo aver affidato al vento dei semi pelosi, seccò e la pianta tornò a chiuder- si nel suo enigmatico silenzio. Quest’anno l’“evento” si è ripetuto e, ammirandolo, mi viene da pensare al- l’espressione con cui comincia la pre- ghiera di colletta di questa 16^ domeni- ca: «Ci sostenga sempre, o Padre, la for- za e la pazienza del tuo amore…». Sì, la pazienza, una virtù che oggi non è tanto di moda, nemmeno tra i cristiani, che non si sottraggono alla tirannia del tutto e subito, del vantaggio immediato e del giudizio per direttissima. La “pazienza” condivide la radice etimologica con la “passione”, parole entrambe derivanti dallo stesso verbo latino “pati”, che vuol dire sopportare, soffrire. Ed è proprio vero che la pazienza porta con sé una dimensione di sopportazione e di sofferenza e trova la sua motivazione solo nella passione con cui ci prendiamo cura dell’al- tro. Per questo è, anzitutto, un attributo dell’amore e dell’agire di Dio, come ci rivela la prima lettura tratta dal libro della Sapienza. Imparare da Dio la pazienza vuol dire non avere fretta nel condannare, ma saper vedere nell’uomo, nella realtà e nella storia seppur “infestata” dal mi- stero del male, la possibilità che il seme buono cresca e maturi, e spen- dersi per esso, con passione e speranza, anche quando appare insignifi- cante come un granello di senape, anche quando sembra “perdersi” in tre parti di farina, poiché principio della giustizia è la forza di Dio che, in Cristo Gesù, è stata data ai figli del Regno. I cristiani, allora, non si lamentano perché la zizzania cresce, non si mettono al posto di Dio condannando senza appello i loro fratelli (e, in loro, l’ingiustizia di Dio!), ma, piuttosto, “gemono” o, meglio, é lo Spirito che abita in loro a gemere di passione per Dio e per l’uomo e a intercedere presso il Padre con la preghiera perché, conclude la colletta, si ravvivi la spe- ranza di veder crescere l’umanità nuova, che il Signore al suo ritorno farà splendere come il sole nel tuo regno. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Segue a pag. 2 Don Remo sempre presente al Sinodo GMG 2011 L’onda tricolore A Madrid il 17 agosto i giovani italiani con il card. Bagnasco, mons. Crociata e i vescovi Segue a pag. 2 La parrocchia Sacra Famiglia forse è stata la prima ad avere già svolto l’attività bella e preziosa del Campo Scuola estivo. Luglio per noi di Ragnola è il mese della Ragnoliade, giunta quest’anno alla sua 25ma edizione. E’ allora necessario anticipare i tempi del Campo. Quest’anno a Casa Gioiosa di Monte- monaco, con la collaborazione preziosa delle Catechiste e di tante altre persone di buona vo- lontà, abbiamo organizzato due settimane, una per il gruppo dei Cresimandi, ragazzi e ragazze del primo superiore e l’altra per i ragazzi e ra- gazze delle medie. Due settimane veramente belle aiutate anche dal clima favorevole, che si- curamente lasceranno nei ragazzi ricordi incan- cellabili e contribuiranno alla loro formazione umana e cristiana. Ma lasciamo alla parola dei protagonisti e alle immagini il compito di rac- contarvi questa bella esperienza. Don Osvaldo Dai monti, ruscelli di gioia a pag. 4

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ANNO XXVIII N° 26 - 17 Luglio 2011 € 1.00

Abbonamento annuo € 30,00 - Abbonamento semestrale €15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

MANOVRA FINANZIARIA

Fedeli al vecchio stile

Si conferma

l’italica fantasia contabileCi sono due modi di toccare i conti pubblici:con tagli pesanti e diretti (del tipo: licenzia-menti di massa); con grattatine in tutti i barilidella spesa pubblica e un’ulteriore strizzatinadelle mammelle dei contribuenti. Se in altreeconomie occidentali la prima soluzione èconsiderata e a volte attuata, in Italia si predi-lige certamente la seconda. Giustamente: sievita così quella “macelleria sociale” chegetta nella disperazione migliaia di famiglie eprovoca disordini di piazza.

Anche l’ultima “manovra” governativa – cheserve a riequilibrare i conti pubblici da qui al2014 togliendo in sostanza 40 miliardi di eurodalla spesa pubblica – sta nel solco italicodella fantasia contabile. Una serie di decine dimicro-provvedimenti (qualcuno più rilevante,molti minimali) che servono a grattare qua elà quel che serve alla bisogna.Questa volta l’immaginazione dei tecnici delministero dell’Economia ha escogitato: uncondono sulle liti fiscali particolarmente van-taggioso per chi ha contenziosi con l’Erarioinferiori a 20mila euro; un superbollo ancorada precisare sulle auto di rilevante potenza;un incremento dell’Irap per banche, assicura-zioni e società finanziarie; un tentativo dimaggior tassazione delle transazioni finanzia-rie con l’estero e dei mini-acquisti azionari; ilritorno dei ticket sanitari sulle visite speciali-stiche e sugli esami diagnostici; un ulterioretaglio dei trasferimenti agli enti locali.Purtroppo si ritocca anche la previdenza, l’en-nesimo lifting negativo dal 1995 ad oggi. Èinfatti prevista una stretta tramite l’aggancia-mento dei requisiti pensionistici all’aspetta-tiva media di vita già dal 2014. Significa cheil limite d’età si alzerà seguendo quello dellavita media della popolazione: si muore piùtardi? E più tardi si andrà in pensione, auto-maticamente. Salirà pure l’età pensionabiledelle donne: dal 2020, un mese in più di la-voro, in modo tale che nel 2032 l’età minimapasserà dagli attuali 60 ai futuri 65 anni. In-fine ulteriore sforbiciata alle rivalutazionidelle pensioni “d’oro”, che se non sono dafame è solo perché chi ne usufruisce pagò asuo tempo fior fiore di contributi. Mal glieneincolse.

Una giornata “nel segno del tri-colore” per colorare di verde,bianco e rosso Madrid: la vi-vranno, il 17 agosto, i giovaniitaliani che parteciperanno allaGiornata mondiale della Gio-ventù (16-21 agosto). Una lororappresentanza, riferisce il Ser-vizio nazionale di Pastoralegiovanile (Snpg), “soprattuttodiciottenni, insieme con il card.Angelo Bagnasco, arcivescovodi Genova e presidente della Cei, e ai vescovi italiani presentia Madrid, si ritroverà nella Chiesa di San Juan de la Cruz pervivere un momento di preghiera e poi d’incontro che si conclu-derà con l’offerta dei doni all’arcivescovo di Madrid, il card.Antonio María Rouco Varela, e alla Conferenza episcopale spa-gnola di una riproduzione della statua della Madonna di Loretoe una del crocifisso di San Damiano. Di qui i giovani italianiraggiungeranno le piazze madrilene, dove alcuni gruppi giova-nili si esibiranno durante il Festival della gioventù”.

a pag. 8

Finestra sulla ParolaNel giardino del monastero c’è una pianta alquanto singolare: non sene conosce il nome, ma sembra della famiglia delle piante grasse, ed halunghe foglie sottili che le danno una forma quasi semisferica e sonoorlate da aculei urticanti. Per molto tempo è rimasta lì senza che si ve-desse niente di nuovo, e ci domandavamo cosa farne, se continuare adannaffiarla, anche perché chi le si accostava pietosamente per liberarladall’erba, ne aveva in cambio dolorose punture a volontà. Sennonché,dopo diversi anni di apparente inattività, al principio di una estate tiròfuori una specie di grosso stelo che inpoche settimane crebbe diversi metri, fi-nendo per sbocciare in una sorta di fiore,che dopo aver affidato al vento dei semipelosi, seccò e la pianta tornò a chiuder-si nel suo enigmatico silenzio.Quest’anno l’“evento” si è ripetuto e,ammirandolo, mi viene da pensare al-l’espressione con cui comincia la pre-ghiera di colletta di questa 16^ domeni-ca: «Ci sostenga sempre, o Padre, la for-za e la pazienza del tuo amore…». Sì, lapazienza, una virtù che oggi non è tantodi moda, nemmeno tra i cristiani, chenon si sottraggono alla tirannia del tuttoe subito, del vantaggio immediato e delgiudizio per direttissima. La “pazienza”condivide la radice etimologica con la“passione”, parole entrambe derivanti dallo stesso verbo latino “pati”,che vuol dire sopportare, soffrire. Ed è proprio vero che la pazienzaporta con sé una dimensione di sopportazione e di sofferenza e trova lasua motivazione solo nella passione con cui ci prendiamo cura dell’al-tro. Per questo è, anzitutto, un attributo dell’amore e dell’agire di Dio,come ci rivela la prima lettura tratta dal libro della Sapienza. Imparareda Dio la pazienza vuol dire non avere fretta nel condannare, ma sapervedere nell’uomo, nella realtà e nella storia seppur “infestata” dal mi-stero del male, la possibilità che il seme buono cresca e maturi, e spen-dersi per esso, con passione e speranza, anche quando appare insignifi-cante come un granello di senape, anche quando sembra “perdersi” intre parti di farina, poiché principio della giustizia è la forza di Dio che,in Cristo Gesù, è stata data ai figli del Regno. I cristiani, allora, non silamentano perché la zizzania cresce, non si mettono al posto di Diocondannando senza appello i loro fratelli (e, in loro, l’ingiustizia diDio!), ma, piuttosto, “gemono” o, meglio, é lo Spirito che abita in loroa gemere di passione per Dio e per l’uomo e a intercedere presso ilPadre con la preghiera perché, conclude la colletta, si ravvivi la spe-

ranza di veder crescere l’umanità nuova, che il Signore al suo ritorno

farà splendere come il sole nel tuo regno.Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Segue a pag. 2

Don Remo sempre presente

al Sinodo

GMG 2011

L’onda tricoloreA Madrid il 17 agosto i giovani

italiani con il card. Bagnasco,

mons. Crociata e i vescovi

Segue a pag. 2

La parrocchia Sacra Famiglia forse è stata la prima ad avere già svolto l’attività bellae preziosa del Campo Scuola estivo. Luglio per noi di Ragnola è il mese della Ragnoliade,giunta quest’anno alla sua 25ma edizione. E’ allora necessario anticipare i tempi delCampo. Quest’anno a Casa Gioiosa di Monte-monaco, con la collaborazione preziosa delleCatechiste e di tante altre persone di buona vo-lontà, abbiamo organizzato due settimane, unaper il gruppo dei Cresimandi, ragazzi e ragazzedel primo superiore e l’altra per i ragazzi e ra-gazze delle medie. Due settimane veramentebelle aiutate anche dal clima favorevole, che si-curamente lasceranno nei ragazzi ricordi incan-cellabili e contribuiranno alla loro formazioneumana e cristiana. Ma lasciamo alla parola deiprotagonisti e alle immagini il compito di rac-contarvi questa bella esperienza.

Don Osvaldo

Dai monti, ruscelli di gioia

a pag. 4

Page 2: GMG 2011 F a a Pa a · 2011. 7. 18. · voro, in modo tale che nel 2032 lUetà minima passerà dagli attuali 60 ai futuri 65 anni. In-fine ulteriore sforbiciata alle rivalutazioni

“Offrire il proprio spe-cifico contributo per ilprogresso integraledella società, fondatosulla centralità dellapersona umana, sullatutela della famiglia,sulla crescita econo-mica improntata allasolidarietà e posta alservizio della colletti-vità, seguendo il fonda-mentale insegnamentoproposto dalla dottrinasociale della Chiesa”: èl’invito che Benedetto

XVI ha rivolto agli aderenti alla Coldiretti in oc-casione dell’assemblea nazionale svoltasi aRoma. Nel suo messaggio, il Papa ha anche in-coraggiato i coltivatori diretti “a proseguire ge-nerosamente nella testimonianza dei valori delmondo rurale, animati dalla lunga e radicata tra-dizione di fede e di civiltà cristiana”. Paroleascoltate da un uditorio di circa 15 mila coltiva-tori in rappresentanza di oltre un milione e 600mila associati di ogni parte d’Italia, giunti aRoma per riflettere sul tema “Coldiretti ...quellastraordinaria Italia del buonsenso”. Negli annirecenti la Confederazione ha esteso la propriarappresentanza dalle imprese singole alle coo-perative, dal settore agricolo a quello dellapesca, dall’agricoltura tradizionale alla trasfor-mazione e alla vendita dei prodotti agroalimen-tari e oggi rappresenta una realtà che puòcontare sulla maggioranza assoluta delle im-prese che operano nell’agricoltura del nostroPaese (più del 70%), costituendo la più grandeorganizzazione agricola italiana ed europea.L’Italia del “buon senso”. “Noi oggi qui rap-presentiamo una fetta importante di quella stra-ordinaria Italia del ‘buonsenso’, l’Italia chetiene, la gente che rappresenta il tessuto connet-tivo che fa sì che l’Italia vada comunqueavanti”: così Sergio Marini, presidente nazio-nale Coldiretti, ha definito gli agricoltori

aprendo la sua relazione. Riflettendo su alcunitemi di attualità, Marini ha parlato della “specu-lazione sul cibo che è la più meschina perchéuccide tutti, chi consuma perché i prezzi sonosempre alti e chi produce perché per loro sonosempre bassi”. Ha proseguito affermando che “ègrave trattare l’agricoltura come una fabbrica diautomobili, perché se l’auto si guasta la por-tiamo dal meccanico, se un cibo è guasto an-diamo all’ospedale e forse anche da altre parti,guardate quello che è successo in Germania”.Sui grandi fenomeni di “colonizzazione deiPaesi poveri, come l’acquisto di terre in Africada parte dei grandi fondi sovrani”, ha aggiuntoche “delocalizzare il cibo significa accettare diperdere la sovranità alimentare”. Circa gliaspetti specifici del mondo agricolo, ha fatto ri-ferimento al tema dell’“etichettatura obbligato-ria, da estendere a Bruxelles come priorità perl’Italia” oltre a ricordare i “farmers market”,cioè i “mercati a km zero” molto diffusi in Italia.“Altra battaglia è la lotta alla contraffazione:nessuno condanna ‘l’italian sounding’, cioè iprodotti venduti nel mondo come italiani che inrealtà non lo sono”. Infine ha difeso le impreseagricole, parlando del “crescente numero di gio-vani che vi operano e di anziani che le gesti-scono fino a tarda età, un segno di ‘buon senso’e di grande rispetto della dignità umana”.

Costruire una società solidale. “Pensando allevostre attività che mettono a contatto più direttocon la terra e la natura, mi sembra che emergain modo più intenso il legame inscindibile tral’uomo e la natura”: lo ha detto il presidentedella Cei, card. Angelo Bagnasco, intervenutoall’assemblea Coldiretti. “Ciò risponde – ha pro-seguito – al legame tra Dio e le creature, in par-ticolare con l’uomo che Dio pone come‘signore’ e non dominatore del creato”. “I valoridella terra non sono divisi e distinti, ma creanoinsieme un tessuto unitario, un volto umano chepotremmo dire essere una ‘certa visione del-l’uomo’”, ha quindi aggiunto. “I valori non pos-sono essere proclamati separatamente gli unidagli altri, l’etica della solidarietà non può es-sere separata da quella della vita, perché sepa-rare vuol dire distruggere, mancare difondamento. Non c’è un welfare, un’organizza-zione del lavoro che possa prescindere dalla di-fesa e promozione dei valori fondamentali cheil Papa chiama ‘etica della vita’, la vita dal con-cepimento fino al tramonto, la famiglia fondatasul matrimonio tra un uomo e una donna, la so-lidarietà”. Sottolineando l’ispirazione cristianadella Coldiretti, il card. Bagnasco ha poi affer-mato: “La visione personalistica che caratterizzail nostro Paese mi consente di chiedere a voi diessere difensori della persona e della vita, peruna concezione della vita non individualistadella persona e della società. Una società indi-vidualista è un male per tutti”. Ha poi conclusonotando che “la cultura contemporanea che vor-rebbe farci credere che il nostro Paese respira diindividualismo ha bisogno di essere confrontatacon una voce più forte per dire che solamenteuna società solidale può vincere il nostro fu-turo”. SIR

Anno XXVIII

17 Luglio 20112

PAG

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP)

REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

L’iniziativa, spiega don Domenico Beneventi chedel Snpg è vice-direttore “prende le motivazioni daquanto il card. Bagnasco ha pronunciato durantel’omelia della celebrazione per il 150° anniversariodell’Unità d’Italia: ‘Siamo qui oggi per elevare aDio l’inno di ringraziamento per l’Italia – ha dettoBagnasco –. Non è retorica, né tantomeno nostalgiaquella che ci muove, ma la consapevolezza che lapatria che ci ha generato è una preziosa eredità e in-sieme un’esigente responsabilità’”. Concetti ribaditianche dal segretario generale della Cei, mons. Ma-

riano Crociata, che parlando ai giovani del Pro-getto Policoro, affermò che “questa consapevolezzaci permette di incontrarci come giovani, per ribadirela responsabilità che abbiamo come cittadini catto-lici. Ci muove la convinzione che è possibile, controtutti i motivi di scoraggiamento immettere nel tes-suto delle relazioni e della vita sociale un fermentodi rinnovamento che nasce da persone solide, ma-ture, ma non isolate, bensì inserite in una rete che èsegno di Chiesa e fermento di una nuova società”.“Oggi – ha proseguito Crociata – in molti attendonodi vedere mostrato che essere cristiani non è viverenel chiuso delle sacrestie, ma affermare con corag-gio, coerenza e rettitudine le sfide della vita, il con-fronto sociale, le esigenze ardue dell’animazionecristiana del nostro tempo in tutti gli ambienti che

Oltre al bastone, nell’insalata governativa c’èpure qualche carota. Sarebbe rivoluzionaria lanorma che prevede un tetto di 6 anni alla duratadei processi civili. Ma è cosa che non si realizzacon colpo di bacchetta, bensì con una serie dimodifiche legislative che rivoluzionino l’at-tuale, desolante quadro della giustizia italiana.In chiaroscuro la decisione di liberalizzarecompletamente gli orari dei negozi nei Comunid’interesse turistico: la chiusura domenicale siavvia mestamente in soffitta. E veramente van-taggiosa per i giovani sotto i 35 anni e per i cas-sintegrati è la norma che prevede la tassazionedel 5% appena dei redditi autonomi, per 5 anni.Significa in sostanza non pagare tasse per unlustro.Infine va nel senso giusto la maggior tassazionedelle rendite finanziarie prodotte da azioni eobbligazioni, esclusi i titoli di Stato. Gli inte-ressi saranno tassati al 20% rispetto al generoso12,5 di oggi.Infastidisce infine che le due carote più grossesiano toccate a chi avrebbe dovuto invece as-saggiare altro. Il ministro Tremonti aveva pro-posto una bella stretta ai costi della politica.Grasso che cola se la stretta iniziale non si tra-sformerà in una limatina finale del 10%; ma c’èda scommettere su percentuali ancor più basse.

Quindi lemulte per losforamentodelle quotelatte: nuovorinvio. L’en-nesimo favore a circa 2mila allevatori che nonintendono in alcun modo pagare. Alla facciadelle decine di migliaia di allevatori che lemulte le hanno pagate tutte, e a tempo debito.Sullo sfondo rimane la promessa riforma fi-scale, cioè il taglio delle tasse, per il quale co-munque sarà impossibile agire con la tecnicadella grattatine dei mille barili. Le cinque at-tuali aliquote si dovrebbero ridurre a tre, anchese nessuno parla degli scaglioni di reddito sucui si pagherà il 20, 30 o 40% di Irpef. A finan-ziarla – in parte – dovrebbe essere l’Iva, impo-sta che colpisce la compravendita di beni e noni redditi da lavoro. Si parla di aumentarla di unpunto percentuale: ora è generalmente al 20%(10% su alberghi, bar e ristoranti; 4% su generialimentari di prima necessità, libri e giornali).Ma è materia molto delicata: l’aumento del-l’Iva si riflette immediatamente sull’inflazione,che a sua volta si mangia i redditi… Come nonesistono pasti gratis, non esistono soluzioni fa-cili e soprattutto indolori.

Nicola Salvagnin

MANOVRA FINANZIARIA

Fedeli al vecchio stile

Si conferma l’italica fantasia contabile

GMG 2011

L’onda tricoloreA Madrid il 17 agosto i giovani italiani

con il card. Bagnasco, mons. Crociata e i vescovi

abitiamo e attra-versiamo”. Colo-rare di “italiano” la città di Madrid dunque significa“condividere da italiani quel patrimonio comuneche la tradizione cattolica ha saputo realizzare at-traverso il ‘sì’ di tanti uomini e donne – basta pen-sare a san Francesco d’Assisi o santa Caterina daSiena – che con la loro testimonianza, hanno con-tribuito fortemente a costruire tale identità, non solosotto lo specifico profilo di una peculiare realizza-zione del messaggio evangelico, che ha marcato neltempo l’esperienza religiosa e la spiritualità degliitaliani, ma pure sotto il profilo culturale e persinopolitico”, come ricordava Benedetto XVI nel suomessaggio al presidente della Repubblica semprein occasione del 150° dell’Unità d’Italia. Ecco, al-lora, la proposta che don Nicolò Anselmi, respon-sabile del Snpg, lancia a tutti i giovani italiani:“Mercoledì 17 agosto vogliamo colorare le stradee le piazze di Madrid utilizzando la bandiera ita-liana, il cappello italiano, i vestiti e gli oggetti cheabbiamo confezionato con la stoffa italiana; ma so-prattutto invitiamo tutti a inondare Madrid di gioia,musica e canti italiani. In questa giornata alcuni no-stri amici e amiche propongono dei festival culturaliin lingua italiana; andiamo a sostenerli, ad applau-dirli, a incoraggiarli, a ringraziarli”.

COLDIRETTII valori della terra

Messaggio del Papa all’assemblea nazionale

“Comuni ricicloni”:

a San Benedetto premio

per la comunicazioneRiconoscimento assegnato da

Regione Marche Legambiente

e Arpam per la campagna di

informazione sulla raccolta

differenziata

Il Comune di San Benedetto haricevuto il riconoscimento spe-ciale per la comunicazione nel-l’ambito dell’annuale premio“Comuni ricicloni per la Re-gione Marche”, organizzato da Regione, LegambienteMarche e Arpam.La campagna “Riciclandia Show” è un programma dieducazione alla sostenibilità, curato da Sceverti Studiodi San Benedetto, in collaborazione con il Comune ela Picenambiente, su finanziamento di circa 14 milaeuro elargito dal Conai (Consorzio Nazionale Imbal-laggi). È rivolto sia ai cittadini sia agli studenti, sultema della raccolta differenziata. Tra le altre cose, nel-l’ambito di questa campagna, è stato realizzato un filmanimato. La Picenambiente ha inoltre ricevuto un ul-teriore riconoscimento sulla qualità dei sistemi di rac-colta differenziata (porta a porta, raccolta dell’umido,ecc), su tutti e 29 i Comuni di sua competenza. La ce-rimonia di premiazione dei Comuni ricicloni si svolgeogni anno in una città diversa e quest’anno è statascelta proprio San Benedetto. L’iniziativa si è svoltanell’auditorium comunale “Tebaldini” di viale De Ga-speri, dove il vicesindaco Eldo Fanini e l’amministra-tore delegato della Picenamebinte spa LeonardoCollina hanno ritirato la targa dall’assessore provin-ciale all’Ambiente Andrea Antonini. In apertura dimattina aveva portato il suo saluto alla platea il sin-daco Gaspari.

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Un nuovo debutto. Dino Boffo, ex direttore di Avve nire, oggi allaguida di Tv2000, dall’11 luglio dialogherà tutti i giorni alle 19.20con i telespetta tori dagli schermi della televisione dei cattolici ita-liani, all’interno del nuovo format Nel cuore dei giorni. Ai giornalisti che gli chiedono il suo stato d’animo, a due annidalla campagna del Giornale che lo portò a dimettersi dalla dire-zione di Av venire e del Tg 2000, Boffo rispon de: «Quello che miè capitato lo por to dentro, ma sono riuscito a ela borarlo e a farneun cespite di co noscenza sul nostro mondo, sui rapporti tra le per-sone e anche sul la vita della Chiesa. Tuttavia sono sereno, nonporto rancore e sono felice di aver ripreso a fare attiva mente il mio

mestiere».Boffo illustra poi alla stampa i nuo vi studi tele-visivi che ospiteranno Nel cuore dei giorni, ilmaxi-conte nitore di 4 ore al giorno che pren del’avvio lunedì 11 luglio. «La nostra – di ce – saràuna casa per tutti dove nessuno deve sentirsiescluso, né di centrodestra né di centrosini stra».Nella sua prima rubrica il di rettore risponderàalla lettera di u na donna rumena preoccupata perla figlia diciassettenne scopertasi incinta. «Vor-remmo dare un’inter pretazione piena a quella ca-

ratte ristica della tv digitale che va sotto il nome di inte-rattività. Significa che i telespettatori sono protago nistidella televisione, non sono passivi. Ogni mezzo tecnicooggi possibile verrà messo in campo e a disposizione apartire dalla via più tradizionale e più classica che èquella delle lettere».La Tv2000 che Boffo vuole è «cul turale, aperta al tra-scendente, per cercatori di Dio che però si inter roganoanche su quanto avviene loro attorno». Ma è anche, ag-giun ge, «una tv che vuole stare sul mer cato» che nondice di no all’inser zionismo pubblicitario e che pun ta aqualificarsi ancora di più».

3Anno XXVIII

17 Luglio 2011 PAG

Il Papa si è trasferito a Castel Gandolfo.

Sospese le udienze generali, riprenderanno il 3 agosto

(Mentre da più parti siamo invitatia trascorrere l’estate in esclusivodivertimento: live, sfilate, trasgres-sioni, ritagliamoci dieci minuti perriflettere su uno dei tanti episodi disangue che ancora ci inquieta)

Alcune domande pensando a Ila,Gianluca e RiccardoLa riflessione del parroco don Luigi Caldera

alla fiaccolata in ricordo dei due fratelli uccisi

dall’ex fidanzato di lei:

«Chiediamoci cosa vuol dire vivere relazioni

di amicizia, di affetto e rapporti d’amore...» Una affollata e commossa fiaccolata, sabatosera a Cesano Boscone, ha ricordato Ilaria eGianluca Palummieri, i due fratelli (21 anni lei,20 lui) uccisi la settimana prima da RiccardoBianchi, 21 anni anch’egli, ex fidanzato dellaragazza e amico del fratello. In carcere dalgiorno successivo al duplice omicidio, Bianchiha confessato il suo delitto, probabilmente sca-tenato dal fatto di non aver mai accettato la finedella relazione con Ilaria. Ma i punti oscuri del

dramma sono ancora molti.Non a questi aspetti hanno pensato gli amici diIlaria e Gianluca, che hanno organizzato lafiaccolata nel quartiere e che sono già decisi acoprire - in tutto o in parte - le spese dei funeralidei fratelli. Ilaria e Gianluca erano orfani dellamadre e per loro scelta vivevano lontani dalpadre, che non ha partecipato alla fiaccolata,partita dalla chiesa di San Giovanni Battista econclusasi sotto le Torri in cui è situato il bilo-cale dei due fratelli. Il parroco don Luigi Cal-dera - portando il saluto del cardinale DionigiTettamanzi - ha rivolto una sua riflessione «perIlaria, Gianluca (e Riccardo) e per tutti noi!»,che qui riportiamo per ampi stralci.«Non siamo qui per dare sfogo alle emozioni eai sentimenti. Non vi dirò che ci sono due stelledi più in cielo. Non conoscevo personalmenteIlaria e Gianluca, quindi non posso dirvi cheerano particolarmente bravi, né il contrario. Mavoi sì, li conoscevate e ciascuno porta nel cuoreun ricordo, un gesto, una parola scambiata, unaconfidenza fatta o ricevuta, un’esperienza vis-suta insieme. E però questa può essere l’occa-sione per chiederci che cosa vuol dire vivererelazioni di amicizia, di affetto e rapportid’amore, condividere anni della nostra vita...

Il nostro essere qui questa sera dev’essere l’oc-casione per fare silenzio, riflettere e pregare. Èanche un modo per uscire dalla solitudine eaccorgerci che altri camminano con noi ognigiorno nella vita. Intendo segnalarvi due ano-malie e ragionare con voi su alcune coppie diparole: vita e morte, bene e male, speranza edisperazione... Ci sono due anomalie nel nostroessere qui questa sera. La prima: non stiamoparlando di extracomunitari (diciamolo: allafine, se fosse stato così, ci sentiremmo tuttipiù sollevati: avremmo esorciz zato il problema).Invece parliamo di noi, del nostro essere amicie del nostro modo di amarci, perché Gianluca,Ilaria e Riccardo erano amici e si erano amati.E se tutta la nostra pietà va ai fratelli, evitiamodi definire Riccardo un mostro. È uno di noi,con cui ci siamo divertiti noi: e non ci siamomai accorti di niente, non gli abbiamo maidetto nulla, quanto l’abbiamo aiutato? Almenoevitiamo di puntare il dito e di condannare(che, beninteso, non vuol dire che quello cheha fatto è giusto e ci sta bene). La seconda: disolito, in questo genere di cose, le vittimesono solo le donne.

Qui le vittime sono un uomo, una donna, unaltro uomo che avrà la vita segnata per sempreda quello che ha fatto, le loro famiglie, tutti voiamici e la comunità intera che deve interro-garsi su questi avvenimenti e ragionare sulladimensione educativa della vita.Non ho la soluzione dei problemi, non ho lerisposte pronte. Voglio con voi farmi delle do-mande e chiedere a ciascuno di riflettere e diconfrontarsi con gli altri. Come penso alla vitae alla morte? Domanda difficile? Certo! Ma èda qui che dobbiamo partire se non vogliamoperdere tempo questa sera. Sono convinto chela vita è un cammino impegnativo, faticoso,coinvolgente, esaltante? Basta non pensare cheil numero degli anni che aumenta abiliti a tutto.Basta non pretendere che le voglie e i desideripossano trasformarsi automaticamente in di-ritti. Basta accogliere la trasversalità tra le ge-nerazioni come un dato di fatto che fa crescerenel confronto, magari anche duro ed esigente,e non accontentarsi del gruppo dei pari checondivide il mio modo di impostare le cose enon mi mette in discussione. Basta... una pa-rola! Tutto questo richiede un itinerario edu-cativo di fronte al quale io ho la pazienzanecessaria?

Che valore do alla vita mia e deglialtri? Dove vado a cercare ilsenso da dare alla mia vita? Rie-sco a intravedere che le cose nonsono sufficienti a riempire la miavita o soffoco già nei problemimateriali a 20 anni, senza ri-schiare nulla sugli ideali? Diven-tare adulti è un’arte e ciascuno dinoi è chiamato a fare di sé un ca-polavoro, non una schifezza o unacosina da quattro soldi: qui non cisi può accontentare! Ma diventare artisti ri-chiede un lungo tirocinio (perché noi pensiamodi nascere imparati?), un intenso lavorio su disé (che è molto più impegnativo di un lavoro),la paziente fatica di seguire un maestro (qualisono i nostri maestri? Sono buoni maestri osono cattivi maestri?). Voglio fare di me un ca-polavoro o mi accontento di sopravvivere?Allora dobbiamo dire che la vita è bella se im-paro a considerarla un dono ricevuto (ma pro-prio nessuno si è dato la vita da sé o ha decisoda solo di venire al mondo!), che la vita èbuona se la gioco su scelte significative e re-sponsabili (che vanno ben aldilà dell’emozioneche viene dalla velocità, dalle droghe, dall’al-cool o dallo sballo di tutto mescolato insieme),che la vita è vera se la vivo come dono di me,non come possesso degli altri o appropriazionesu cose o persone, se guardo agli altri come fra-telli con cui crescere insieme, non come nemici

da cui difendermi o da attaccare, tenendo sem-pre un coltello a portata di mano. Il male cancellatoE la morte, vogliamo parlarne? È veramentel’ultimo tabù rimasto nella nostra società!Avete mai sentito affrontare questo argomentoin una della infinite trasmissioni televisive o ra-diofoniche, su qualunque canale? No, perchénon fa audience, non è “in”, non è educato par-larne nei salotti. Blaise Pascal ebbe a scriverenei suoi Pensieri: “Gli uomini, non avendo po-tuto vincere la morte, per vivere felici hannodeciso di non pensarci”. Ma poi è la vita che cicostringe a pensarci, perché la morte fa irru-zione nella nostra vita quando lo decide lei.Due settimane fa chi tra noi avrebbe pensato diessere qui questa sera? C’è un’afasia, un silen-zio della nostra cultura sulla morte. L’uomomoderno sfugge il pensiero della morte perchégli sfugge il senso ultimo della vita. E allora ioqui lo dico: impariamo a guardare la nostra vitaattuale come preparazione alla vita eterna,come inizio di vita eterna. Viste così la vita ela morte, non mi cambiano tutte le prospettive?Viste così la vita e la morte, non è che acquistouna libertà straordinaria di fronte a tutto e sonoaiutato a decidermi per le cose ultime, le uniche

destinate a far parte di me per sempre?Nessuno di noi pensa mai all’eternità: i nostriorizzonti sono “che cosa facciamo questasera?”, “dove andiamo nel fine settimana?”, “ciriusciamo a tirare la fine del mese?” e, vista lastagione, ci permettiamo anche uno squarciosul futuro “per le ferie come siamo messi?”. Èil massimo di progettualità a cui possiamo ar-rivare? Sto esagerando, lo so, ma l’eternità nonrientra certamente nei nostri pensieri: chi di noine ha parlato con altri negli ultimi vent’anni?Questa sera siamo qui davanti al sangue versatoe ne siamo sconcertati, sorpresi. La Bibbia,nella sua sorprendente attualità, in una delleprime pagine ci racconta di un fratello che uc-cide il fratello; e prima ancora descrive il pec-cato come volersi sostituire a Dio nel decidereche cosa è il bene e che cosa è il male: una delleconseguenze è la rottura del rapporto tra uomoe donna. Non vi pare che una caratteristicadella nostra cultura sia proprio il voler esserenoi a stabilire che cosa è bene, giusto o male,sbagliato? E per di più nessuno deve permet-tersi di dirci che così non va: “ma che ti credidi essere, sono io a stabilire come stanno lecose!”, si sentirebbe dire.Abbiamo cancellato il male dalla nostra vita, ciilludiamo che non ci sia: in realtà fa parte dinoi. È dentro di noi. Negarlo significa svuotareil mistero dell’uomo e cancellare la libertà checi rende unici rispetto a qualunque altra crea-tura. Sono io a scegliere tra il bene e il male: èla scelta più impegnativa della mia vita, che de-cide di me. Perché dimentichiamo che il malee il peccato esistono? Le conseguenze di questadimenticanza son lì da vedere in tutta la storiadell’umanità, ma anche nella mia e nella tuastoria personale. Perché ci nascondiamo la ve-rità e crediamo alle favole di ogni tipo che ciraccontano? Anche il darsi dei limiti invalica-bili (magari anche in quello che ho elencatoprima: velocità, alcool, droghe, sballo, armi aportata di mano) rientra in questo discorso.C’è un’ultima cosa che desidero fortementedirvi questa sera e mi rendo conto che è la piùdifficile e la più impegnativa. San Paolo adAtene, arrivato a questo punto del ragiona-mento, si è bruciato e gli hanno detto: “Questonon è un happy end, preparati meglio la pros-sima volta e ti ascolteremo”. Come Paolo, ioquesta sera voglio dirvelo: se non crediamoalla Resurrezione di Gesù e alla risurrezionedi ciascuno di noi, di Gianluca e di Ilaria com-presi, che cosa siamo qui a fare? Solo a perderetempo! La scelta che io propongo questa seraa ciascuno di noi è tra la speranza della vitaeterna che nasce dalla Resurrezione di Gesù ela disperazione del nulla, il vuoto cosmico, ilnon-senso, la fine di tutto. È una scelta impe-gnativa, ma ne va della nostra vita, niente dimeno!». (Incrocinew - Milano)

Foto www.mi-lorenteggio.com

Una lettura per l’estate

Tv2000: Boffo debutta in tv, per dialogare con tutti

Page 4: GMG 2011 F a a Pa a · 2011. 7. 18. · voro, in modo tale che nel 2032 lUetà minima passerà dagli attuali 60 ai futuri 65 anni. In-fine ulteriore sforbiciata alle rivalutazioni

Caro direttore,mi chiedi di scrivere una paginetta per L’Ancora sull’attività compiuta a Centobuchi nei miei qua-rantaquattro anni di servizio pastorale. Mi sforzerò di esprimere il mio pensiero in poche righe, anchese è difficile. Ci provo!Siamo nel maggio 1957, il Vescovo, mons. Radicioni, venne a trovarmi a Colonnella e mi disse cheaveva urgente bisogno di me per la parrocchia del Sacro Cuore di Centobuchi, non avendo altro a di-sposizione. Accettai!Non so se qualche lettore de L’Ancora ha conosciuto Centobuchi negli anni 1950-60. Chi passavaper la Salaria non riusciva a pensare a Centobuchi, perché non si notava. Quando ero a Colonnellaper il mio ministero sacerdotale, mi divertivo a guardare la pianura di Tronto. Era un’immensa distesadi campagna coltivata, tantissime piante, poche casupole nascoste tra il verde. Come sicuramente erala popolazione tra le 800-900 persone. Allora era in restauro una vecchia cappella in stile mezzo-go-tico. Il parroco rinunciante, don Ugo Ottaviani, pensò di impegnare il prof. Sanzio Giovannelli, in-segnante e preside presso la scuola media Sacconi di San Benedetto del Tronto, a stilare un disegnoper la ristrutturazione della cappella esistente in stile romanico, a tre semplici navate. La porta prin-cipale doveva guardare Monteprandone e l’abside la strada Salaria. Perché ciò? Poiché c’erano statimolti incidenti mortali all’uscita dalla chiesa, il prefetto di Ascoli pregò il Vescovo, mons. Radicioni,di invertire le posizioni dell’entrata e dell’abside. E così fu! Come la vede ora chi viaggia per la viaSalaria. Dovetti lavorare molto! Fu grande la partecipazione della popolazione per sostenere le spesedei lavori, riusciti in modo meraviglioso e in poco tempo, perché già il 20 marzo 1960 si procedettealla consacrazione dell’altare e della chiesa da parte del Vescovo diocesano, mons. Vincenzo Radi-cioni. La chiesa era sufficiente a contenere la popolazione. Terminata la chiesa, ci fu il problema dellacasa canonica, dei locali parrocchiali e di un campetto dove i ragazzi potessero trascorrere ore liete.In diversi anni furono eseguiti i lavori con l’intervento del Ministero dei lavori pubblici, retto allorada un marchigiano, l’onorevole Tambroni, con due buone sovvenzioni. Il tutto fu terminato nell’ot-tobre 1964, così il parroco poté vivere tra i suoi parrocchiani con la sua diuturna presenza. Il lavorocontinuò senza sosta. Sono stato fortunato perché con l’aiuto delle Suore Concezioniste, che gestivanol’asilo, di diverse brave persone e di tante famiglie, sono stati formati gruppi di ministranti, catechisti,animatori di ragazzi e di giovani per vivere bene la vita cristiana e le varie attività parrocchiali.

Oltre a questo ci fu unacollaborazione più speci-fica da parte di personespecializzate in attivitàteatrali, musicali e festeg-giamenti parrocchiali, trai quali la tradizionale festadella Madonna della pace,ancora oggi attesissima.Perché? La popolazionestessa nel 1943 acquistòuna statua della Madonnadella pace a Ortisei e lafece giungere a Centobu-chi per pregarla per l’as-sistenza dei loro figli nelperiodo bellico e il loro

felice ritorno tra i cari. Mancava un campo abbastanza grande ove la gioventù potesse sgranchire le gambe e trascorrere oreserene. Verso il 1970, passeggiando lungo il fiume Tronto, notai che erano state tagliate le piante, esi vedeva un bel prato. Pensai: «Qui si può fare un campo di gioco». Radunai i genitori di tutti iragazzi e chiesi loro la collaborazione per creare un campo da gioco. Non l’avessi maidetto!

Ci fu un afflusso di papà e figli grandicelli che vennero sulposto con badili, picconi, zappe, carriole – ogni attrezzo erabuono – e perfino una ruspa. E tutti lavorarono per diversigiorni e nel 1971, non ricordo il mese, fu inaugurato con unapartita di calcio tra genitori e figli. In questo campo sportivo,ogni anno nel mese di luglio si tenevano i giochi olimpici pertenere uniti i ragazzi in tempo di vacanza e trascorrere insiemeore liete. Oltre a questo campo sportivo, un po’ lontano dalcentro, chiesi al signor Vincenzo Nicolai, proprietario dellavilla, simbolo di Centobuchi, e proprietario di vari appezza-menti di terreno, di venirmi incontro, donando un appezza-mento di terra sotto la villa, sulla via Salaria, per il gioco deiragazzi della parrocchia perché si trovava vicino. Benevol-mente, concesse quel terreno sotto la villa, ove, ora, sorge ilcampo sportivo “Vincenzo Nicolai”; campo inaugurato nel1990 con una solenne celebrazione eucaristica con la pre-senza della grande croce della gioventù, donata dal Papa Gio-vanni Paolo II ai giovani per le giornate mondiali della

gioventù. Nel 1990 chiesi al Ve-scovo, mons. Giuseppe Chiaretti,di istituire un’altra parrocchia,poiché la popolazione già rag-giungeva le 7-8mila persone. Ecosì è sorta al lato est di Cento-buchi la parrocchia Regina Pacis.Nel frattempo mi rivolsi al fondoculto di Roma per avere un sus-sidio particolare per costruire leaule catechistiche sopra la casacanonica, perché i ragazzi veni-vano fuori come funghi. Ottenni

il contributo; oltre al sussidio avuto da Roma, ottenni da tutte le ditte presenti a Centobuchi, il mate-riale necessario per la costruzione del secondo piano di casa più una mansarda terminata nel giugno1987. Gli anni passavano veloci e la mia salute cominciava a vacillare. Ormai si avvicinava l’età incui, secondo le norme del codice di diritto canonico, il parroco deve rinunciare alla parrocchia, perlasciare il posto alle giovani generazioni. Così, dopo aver celebrato il 50° di ordinazione presbiteralenel giugno 2001, chiesi al Vescovo di lasciare la parrocchia. Ciò avvenne l’11 settembre 2001. Dopoaver aiutato il parroco della SS. Annunziata per sette anni, mi sono fermato per sopraggiunte patologieun po’ invalidanti. Ora sono un semplicissimo operaio nella vigna del Signore, fino a che Egli lovorrà, presso la mia parrocchia d’origine: San Benedetto Martire. Raggiunto il 60° anno di ordinazionepresbiterale, ho desiderato celebrare una Eucaristia nelle varie parrocchie con tutti i parrocchiani, perringraziare il Signore del bellissimo dono del sacerdozio e dei sacerdoti che lavorano quotidianamentein mezzo alla comunità per guidarla sulla via della giustizia, della pace e della santità. Così ho cele-brato nella parrocchia Regina Pacis (11 giugno 2011) che è stata sotto la mia parrocchia fino al 1991;poi nella parrocchia SS. Annunziata (19 giugno 2011) in cui ho profuso quanto rimaneva ancora dellemie forze; poi nella parrocchia Sacro Cuore a Centobuchi (29 giugno 2011), dove ho trascorso i mi-gliori anni della maturità; nella parrocchia di San Benedetto Martire (26 giugno 2011), dove ho ce-lebrato la Prima Messa e ora do le mie ultime forze; nella parrocchia di San Cipriano a Colonnella(3 luglio 2011), la mia prima destinazione, dove ho imparato a esercitare l’apostolato in centro e incampagna, molto utile per il ministero pastorale nei 44 anni di Centobuchi. Vorrei dire grazie a tutti,perché con questi festeggiamenti hanno dimostrato di capire il sacerdozio e di voler bene ai sacerdoti

che lavorano in parrocchia. Grazie a tutti e un arrivederci al 65° anniversario.Vostro affezionatissimo,

don Remo

4 Anno XXVIII

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Anche la nostra comunità parrocchiale del Sacro Cuore, a Centobuchi, la sera dimercoledì 29 giugno, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha fatto una grandefesta a don Remo Burrasca, proprio nel giorno in cui egli ricordava la sua Ordina-zione Presbiterale avvenuta 60 anni fa. I 44 anni del suo ministero sacerdotale inquesta Parrocchia si sono impressi nella mente e nel cuore delle persone che lo hannoconosciuto ed amato e per questo gli hanno voluto manifestare in vari modi il loroaffetto e la loro riconoscenza. Di particolare significato, per tutta la comunità, è statala Celebrazione Eucaristica a cui ha fatto seguito un momento di convivialità fraterna,tutto ben organizzato dall’attuale Parroco Don Vittorio e dai suoi collaboratori. Nella Santa Messa i presenti hanno lodato e ringraziato il Signore per l’entusiasmoe la dedizione che hanno sempre caratte-rizzato e caratterizzano tuttora l’azioneumile e costante di Don Remo. Prima delcongedo, mediante la proiezione di unDVD, sono stati rivissuti i momenti piùsignificativi del suo ministero a Centobu-chi: battesimi, prime comunioni, matri-moni... La commozione generale è stataespressa con lacrime ed applausi. Durantela cena tutti si sono intrattenuti con luiconversando e complimentandosi per lasua solida energia spirituale che lo rendeinteriormente giovane ed appassionatodella vita. Suor Maria Teresina D’Andrea

Da Centobuchi

La storia di un prete e la storia di una città

LA COMUNITA’ DI CENTOBUCHI

FESTEGGIA DON REMO Quelle barche al Molo Sud

Dico sempre che il peccato più grave è la di-strazione e io sono un distratto incallito. Moltospesso, vivo senza consapevolezza e così larealtà e il significato degli avvenimenti misfuggono. Per questo, per via di questa consa-pevolezza, con i ragazzi della mia parrocchiainsisto molto sulla necessità di avere un cuoreaperto, disposto all’ascolto. Non si può vivere

con il gomito puntato in avanti proteggendosi il volto. Staremmo sempre arespingere la realtà invece di accoglierla. Dobbiamo fare come i bambiniche si stupiscono di tutto. Ricordo le passeggiate in bicicletta con mio figlioquando non aveva neanche due anni. Andavamo al Molo Sud e vedeva lebarche dondolare sul mare e poi il volo di un gabbiano, un gatto che si na-scondeva dietro a un masso e a ogni novità mi chiedeva «questo che è?» enon si fermava mai alla prima risposta. Spesso mi chiedeva la stessa cosaanche dieci volte di fila. Mio figlio è intelligente (Intus Legere: «Leggerein profondità»), vuole andare a fondo, vuole che le cose gli vengano ripetutepiù volte per fissarle meglio. Questa è la natura dell’uomo! Fin da piccoliesprimiamo la nostra sete di conoscenza. Perché crescendo dobbiamo na-sconderla e fingere di non avere più bisogno di domandare? Perché quandoascoltiamo qualcosa di già sentito ci distraiamo con la presunzione del «giàlo so»? Dovrei vivere come mio figlio. L’atteggiamento che dovrei averenei confronti della vita è quello dello stupore, tornare al Molo Sud e guar-dare le barche come se fossero una novità non perché sono nuove, ma per-ché è il mio sguardo a essere diverso.

(Alessandro Ribeca – [email protected])

Appunti

di un catechista

n. 5

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Le sei antitesi in Matteo32. ODIERAI IL TUO NEMICO. MA IO VI DICO

L’ultima delle sei antitesicostituisce uno dei verticipiù alti del messaggio cri-stiano in quanto ha per ar-gomento l’amore dariservare ai propri nemici esi conclude con la richiesta

di essere perfetti come è perfetto il Padre cheè nei cieli (Mt 5,43-48).

1. L’odio verso il nemico. “Avete in-

teso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e

odierai il tuo nemico” (Mt 5,43). La primafrase: “Amerai il tuo prossimo”, provienedal libro del Levitico che comanda: “Non tivendicherai e non serberai rancore contro ifigli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo

come te stesso. Io sono il Signore” (Lv 19,18).Qui il prossimo da amare è il connazionale,cioè “i figli del tuo popolo”; amore, senzadubbio, genuino (“comete stesso”), ma limitato.La seconda frase, cioè: “e

odierai il tuo nemico” nonha un corrispondente nénell’Antico Testamento, nénel giudaismo. Si ha, in-vece, negli scritti trovati aQumran nel 1947 e preci-samente nella Regola della

Comunità, che, descriven-do la rinnovazione annualedell’Alleanza, impo ne aiseguaci della setta di “ama-re tutti i figli della luce[gli appartenenti alla setta]e di odiare tutti i figli delletenebre [gli altri], ciascunosecondo la sua colpa alcospetto della vendetta di Dio” (1QS 1,3-4.9-10; cf 10,19). Negli scritti di Qumran non sitrova mai un’espressione di amore verso inon appartenenti alla setta. Tutto ciò rendeestremamente improbabile che Matteo abbiaattinto da quegli scritti.

2. Ma io vi dico. Gesù contrapponeall’odio l’amore. “Ma io vi dico: amate i vo-

stri nemici e pregate per quelli che vi perse-

guitano, 45affinché siate figli del Padre vostro

che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui

cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e

sugli ingiusti (Mt 5,44-45). Dobbiamo prendere atto che nel-

l’Antico Testamento non mancano testi cheparlano dell’amore verso il nemico personale.Per esempio: “Quando incontrerai il bue deltuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrairicondurre. Quando vedrai l’asino del tuo ne-

mico accasciarsi sotto il carico, non abbando-narlo a se stesso: mettiti con lui a scioglierlodal carico” (Es 23,4-5); e ancora: “Non ti ral-legrare per la caduta del tuo nemico e non

gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe”(Pr 24,17); “Se il tuo nemico ha fame, daglipane da mangiare, se ha sete, dagli acqua dabere perché così ammasserai carboni ardentisul suo capo e il Signore ti ricompenserà.” (Pr25,21).

Da parte sua Gesù ha una visuale benpiù ampia dell’amore per il nemico tanto chelo innalza a comandamento universale e loinclude nel cuore dell’amore cristiano: Amate

(agapáô) i vostri nemici. Nel greco abbiamoil verbo eráô, cioè l’amore “erotico”, chechiede; il verbo filéô, cioè l’amore affettuosodi propensione; il verbo agapáô, cioè l’amoreche dona. Gesù ci chiede di amare i nemicinon come il fidanzato ama la fidanzata, nécome la mamma ama la sua creatura, macome egli stesso ha amato e ama noi: “Mi haamato e ha dato sé stesso [sulla croce] per me”

(Gal 2,20). Si tratta,quindi, di un amore che sifonda su motivi di fede,che convive con la feritaancora sanguinante che siè ricevuta. Inoltre, Gesùchiede che tale amore siaesercitato anche verso ilnemico che perseguitaper motivi di fede il cri-stiano. A Qumran vi era ilprecetto dello “odioeterno per l’uomo dellaperdizione [che non ap-partiene alla setta]” (1QS9,22). Gesù invece co-manda: pregate per

quelli che vi persegui-

tano, come fece eglistesso sulla croce: “Padre, perdonali perchénon sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Me-diante questo comportamento diventate figli

del Padre vostro che è nei cieli, cioè fate vo-stro il premio riservata dalla beatitudine aipuri di cuore che saranno chiamati “figli diDio” (5,9). In più, nello stesso tempo imitateil Padre celeste che dispensa i suoi doni (sole,pioggia) ai giusti e agli ingiusti.

Seguono due versetti illustrativi. “In-

fatti, se amate quelli che vi amano, quale ri-

compensa ne avete? Non fanno così anche i

pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vo-

stri fratelli, che cosa fate di straordinario?

Non fanno così anche i pagani?” (5,46-47).L’amore verso i nemici e i persecutori con-traddistingue il cristiano dai pubblicani e daipagani.

4. Conclusione. “Voi, dunque, siateperfetti come è perfetto il Padre vostro cele-ste” (Mt 5,48). Solo la via della agápe, del-l’amore cristiano, porta alla perfezione.

[email protected]

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PAROLA DEL SIGNORE16’ DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Dal VANGELO secondo MATTEO(13,24-43)

Gesù parla in parabole

Grano e zizzania. Bene e male. Gli antagoni-sti di sempre, sempre in guerra tra loro. Dadistinguere bene e con occhi ben aperti la dif-ferenza tra quello che é il peccato e il pecca-tore. Il male va sempre condannato, ilpeccatore è simile allapecorella smarritadella parabola, o me-glio ancora: a ognunodi noi che di volta involta sicuramente pos-siamo essere annove-rati tra i peccatori. E’vero che noi abbiamosempre la tentazione dipensare che i peccatorisiano gli altri, e noi quelli buoni, ma dob-biamo avere il coraggio e l’onestà di ammet-tere che noi , nei confronti di Dio, puro evero amore, fonte di ogni santità, non siamoaltro che peccatori sempre bisognosi di mise-ricordia. E allora guardiamo questa paraboladal giusto punto di vista, Gesù dice: non co-gliete la zizzania, ma fatela crescere. In pra-tica Gesù ci lascia del tempo, il tempoopportuno per convertirci, per trasformarci dazizzania in grano. Stesso tempo che il Signoreha dato, tra gli altri, a San Paolo che da fe-roce persecutore si trasformò in apostolo in-faticabile, a San Francesco d’Assisi che da

vanesio giovane di mondo è diventato il po-verello umile e penitente, a San Ignazio cheda focoso cavaliere divenne un genio del-l’evangelizzazione. Potremmo fare tanti altriesempi di conversioni, di persone che la SantaChiesa ci propone come modelli da imitare,per incoraggiarci perché come ce l’hannofatta loro a cambiare anche noi lo possiamo:

imitando Gesù, ascol-tando la sua Parola, ilsuo insegnamento masoprattutto amandocome Gesù amò. Solocosì potremo essereannoverati tra i “giu-sti” e splendere nelRegno del Padre no-stro nei cieli, e così go-dere del suo amore

immenso per sempre. Chiediamo al Signoredi avere pazienza con noi peccatori, di darcila capacità di convertirci e di diventare suoiferventi discepoli. RICCARDO

Pillole di saggezza:

OGNI GIORNO DOBBIAMO RINNOVARE IL NOSTRO PROPOSITO, COME SE LA NOSTRA CONVERSIONE

RISALISSE A QUELLO STESSOISTANTE. (L’IMITAZIONE DI CRISTO)

LA VITA CRISTIANA E’ UNA CONVERSIONE CONTINUA.

(T. GOFFI)

Dalla parrocchia Madonna di Fatima

LONTANI PER CHILOMETRI,

MA VICINI CON IL CUOREA cura del Gruppo di Catechesi “Vitamina C”

Qualche tempo fa, il nostro parroco P. Luis, durante una Celebrazione Eucaristica, ci comunicò che in oc-casione del 50° parrocchiale, sarebbero arrivati nella nostra Comunità, alcuni missionari da Villaregia inProvincia di Rovigo. Ci aspettava un’intensa settimana missionaria. Sul momento noi ragazzi abbiamoipotizzato che fossero i soliti uomini di chiesa: seri, noiosi, riservati, cerimoniosi, insomma, speravamoche la loro permanenza danoi sarebbe trascorsamolto velocemente.Quando sono arrivati,martedì 24 maggio, ogninostro pregiudizio su diloro è scomparso perché,con nostra grande sor-presa, si sono rivelati ilcontrario di ciò che ave-vamo pensato. Tre erano i missionari chesono stati ospiti nella no-stra Comunità: Padre Marco, Letizia e Vito. Nel corso della settimana i Missionari hanno animato tutte lenostre attività Parrocchiali: il Rosario serale e la Santa Messa, presieduta da Padre Marco, gli incontri conle varie realtà della nostra Comunità (Consiglio Parrocchiale, Gruppo delle pulizie, Comitato festeggia-menti, Catechisti, Gruppo Giovani e Gruppi Famiglie) e la Veglia Missionaria di preghiera che si è svoltanella serata di Giovedì 26 Maggio. Per rendere ancora più partecipe tutta la comunità, hanno richiesto dialloggiare, pranzare e cenare ogni volta in famiglie diverse. Tutte le sere ci siamo ritrovati per recitare ilSanto Rosario Missionario: ogni decina della Corona aveva un colore diverso, ognuno dei quali corrispon-deva ad un continente, per il quale pregavamo. L’incontro con i giovani, precisamente con i Gruppi PostCresima e Vitamina C, è stato sorprendente: ci aspettava unaPizza Missionaria. Ci siamo chiesti cosa potesse avere di parti-colare una Pizza Missionaria ma non ci abbiamo messo molto acapirlo. Dopo esserci accomodati ai tavoli, ci hanno portatograndi vassoi di pizza fumante e, con l’acquolina in bocca, è ar-rivata una sorpresa: hanno preso dello spago e ci hanno legatol’uno con l’altro per i polsi. Immaginate la scena: legati tra dinoi, dovevamo riuscire a mangiare la pizza, prendendola dal vas-soio, essendo sempre uniti. Poi, ovviamente dopo aver mangiatobisogna anche bere e avevano spostato tutte le bibite lontane danoi. Ci hanno dato proprio filo da torcere! Per bere, ci dovevamoalzare tutti e con azioni ben coordinate dovevamo prendere lebevande e portarle al tavolo. Una volta seduti, dovevamo riusciread aprire le bottiglie, riempire i bicchieri e bere. Cosa, diremmopiuttosto difficile! Dopo aver mangiato, i Missionari ci hanno

spiegato il significato di quel gesto: noi legati e sottomessi rappresentavamo le popolazioni del terzo mondoe loro che ci guardavano dall’alto, erano i paesi, come il nostro, ovvero quelli più agiati e più ricchi. Cihanno anche spiegato ciò che fanno in concreto, facendoci anche vedere un video, il quale ci mostrava unamissione in Costa d’Avorio. Ci hanno poi fatto esprimere le emozioni che il video ha suscitato in noi, inquanto erano immagini di popolazioni totalmente diverse dalla nostra. Ad esempio guadagnano al giorno50 centesimi, e per lavorare devono anche pagare allo Stato una “tassa”. Inoltre, non hanno ferie, ma so-

lamente tre giorni festivi all’anno. Dopo questo momento di riflessione,ci hanno insegnato una canzona tipica della Costa d’Avorio: “Ensemblelouons le Seigneur il est vivant” (Insieme lodiamo Dio, Lui è vivo). Nonl’ abbiamo solo cantata, ma anche ballata (tante volte, senza esserne tut-tora stanchi). La serata è finita in allegria, ma è continuata il sabato conla catechesi nei vari Gruppi ParrocchialiLa giornata più bella però è stata domenica 29 Maggio, anche se era l’ul-timo giorno della loro permanenza in mezzo a noi. La giornata si è svoltacon la Santa Messa alle 11 celebrata da Padre Marco e Don Luis, le cuiofferte sono state devolute alla C.M.V. (Comunità Missionaria di Villa-regia), poi pranzo con la comunità nel piazzale antistante la Chiesa. Dopoil pranzo ci sono stati i vari ringraziamenti e infine i saluti ai Missionari,misti tra gioia e tristezza perché non lasciavamo solo dei semplici maestridi vita e di fede, ma lasciavamo soprattutto degli amici! (Altre foto sono

sui numeri 22/24). Fot

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IL PAPA

E IL FRATELLO

GEORG

Martedì, 5 luglio 2011,Benedetto XVI ha fattovisita alla redazione de «L’Osservatore Ro-mano», il quotidiano vaticano diretto dal pro-fessor Gian Maria Vian, il giornale «ufficioso»della Santa Sede che compie centocinquan-t’anni. Era previsto che il Papa nel pomeriggiosi trasferisse a Castel Gandolfo, nella resi-denza estiva, per iniziare un periodo di (rela-tivo) riposo, che per lui significa potersidedicare allo studio e alla scrittura. Dalla SalaStampa vaticana si è appreso che la partenzaè rimandata di un paio di giorni. Il motivo delritardo? È molto semplice. In queste settimaneBenedetto XVI ha avuto suo ospite il fratelloGeorg Ratzinger, con il quale ha festeggiato ilsessantesimo dell’ordinazione sacerdotale: en-trambi furono ordinati sacerdoti nel duomo diFrisinga il 29 giugno 1951.

Monsignor Georg ritorna a Ratisbona, doveabita e dove ha per decenni diretto il famosocoro dei Domspatzen (i «passerotti delduomo»). Benedetto XVI ha deciso di riman-dare di due giorni la partenza per Castel Gan-dolfo in modo da rimanere un giorno di piùinsieme al fratello, l’unico famigliare rimasto-gli. Soltanto dopo il ritorno di don Ratzingerin Germania, il Papa ha lasciato il Vaticano.L’udienza generale di Mercoledì era stata so-spesa, ed è rimasta tale, anche se il Ponteficesi trovava a Roma e non si era ancora trasferitonel palazzo papale sui colli romani. BenedettoXVI nelle prossime settimane si dedicherà allapreparazione dei discorsi per la Giornata Mon-diale della Gioventù di Madrid, in programmaper il prossimo agosto, e anche alla scritturadel terzo e più breve volume su Gesù, intera-mente focalizzato sull’infanzia di Cristo edunque sui vangeli di Matteo e Luca, gli unicidue che descrivono la nascita del Nazareno.

OPUSCOLO INFORMATIVO

SUL CONGRESSO EUCARISTCICO

NAZIONALE INVIATO A TUTTE LE

PARROCCHIE ITALIANE“L’opuscolo che vi arriva presenta nellasua ampia organicità il programma delXXV Congresso Eucaristico Nazionaleche si celebrerà ad Ancona e nelle Dio-cesi della Metropolia (Loreto, Senigal-lia, Jesi e Fabriano-Matelica) nelprossimo settembre.” Si apre così la let-tera dell’Arcivescovo di Ancona-Osimo S.E. Mons. Edoardo Menichelliche accompagna l’invio della pubbli-cazione sul CEN a tutti i Parrocci d’Ita-lia, la quale illustra in modo semplicee facilmente percepibile il significatoe l’articolazione del grande evento ec-clesiale. Aprono l’opuscolo i saluti diMons. Edoardo Menichelli e Mons. Adriano Caprioli rispetti-vamente presidenti del Comitato Organizzatore del CEN e dei CongressiEucaristici della CEI. Seguono il messaggio d’invito del Consiglio Epi-scopale Permanente e il saluto di “Benvenuti nelle Marche” del presi-dente della Regione Gian Mario Spacca. In evidenza le immagini deiluoghi con gli eventi ospitati: Fiera di Ancona (sala assembleare, standinformativi e area di ristorazione); Mole Vanvitelliana (Spazio Giovanicon la Cappella dell’Adorazione e Centro Stampa); Piazza del Plebiscito(incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i fidanzati); Area Fincan-tieri (eventi serali, incontro con le famiglie e Santa Messa conclusivapresieduta dal Papa). Dall’area portuale partirà giovedì 8 settembre alle18 la Processione Eucaristica verso piazza IV Novembre. La Via Crucissi svolgerà Martedì 6 settembre alle 20 con inizio da piazza del Plebiscitoe arrivo alla Cattedrale di S. Ciriaco. Il programma è illustrato in mododettagliato per ogni giornata, con l’indicazione dei singoli eventi, i rela-tivi orari, i luoghi di svolgimento e le città della Metropolia che li ospi-tano. La settimana conclusiva è stata pensata e progettata sulla base diuna giornata-tipo: alle 8 Santa Messa a cui segue l’Adorazione Eucari-stica, alle 9,30 preghiera e Lectio divina, dalle 10 alle 12 momento as-sembleare. Alle 13 pausa. Nel pomeriggio alle 15 iniziano i percorsituristici, culturali e religiosi con momenti di animazione pastorale; alle17,30 celebrazione Eucaristica nelle Cattedrali dove si svolgono glieventi; dalle 19 alle 20 iniziative processionali o altre di natura devozio-nale. Alle 21 inizio dei concerti o altre rappresentazioni. La guida pre-senta inoltre i luoghi dell’Adorazione Eucaristica (Chiese del S.S.Sacramento e dei santi Cosma e Damiano), delle Confessioni (chiesa diS. Maria della Piazza) e delle tre mostre artistiche che accompagnano ilXXV Congresso Eucaristico Nazionale. Chiudono l’opuscolo le moda-lità di iscrizione online, i sussidi predisposti dai due Comitati, la Pre-ghiera e l’Inno del XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Il libretto è sul sito internet www.congressoeucaristico.it . Mons. Menichelli auspica che l’opuscolo possa aiutare Sacerdoti e Re-ligiosi ad organizzare nelle singole comunità una partecipazione ade-guata al cammino pastorale compiuto e che l’avvenimento abbiaveramente il suo carattere nazionale, nel senso che appartiene a tutti eda tutti vissuto come pubblica testimonianza di fede. (s.b.)

Musei Sistini- orari -

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Da Ripatransone a cura di A.G.

Le manifestazioni civili, programmate dall’ammini-strazione comunale e dalla CROCE AZZURRA di Ri-patransone-Cossignano che celebra il ventennale difondazione, si terranno con il seguente calendario: martedì 19 Luglio, ore 21,30, chiesa di S.Maria Mad-dalena (Monastero delle Passioniste), concerto del so-prano Maddalena Rocca e dell’arpista Rosanna Bagnis(a cura dell’Assoc. Musicale Marchigiana); giovedì 21 Luglio, dalle ore 20 alle 24, “La passa-tella”: Ripatransone in cantina.., tra le rue e le piazzedel centro storico; venerdì 22 Luglio, ore 21,30, in Duomo, concerto “tri-colore” eseguito dal Corpo Bandistico “Città di Ripa-transone” diretto dal M° Roberto Vespasiani e dallaCorale “Madonna di San Giovanni” della stessa città,diretta dal Prof. Nazzareno Fanesi; partecipa la pianistaLaura Michelangeli: in programma brani di caratterepatriottico per i 150 anni dell’Unità d’Italia;sabato 23 e domenica 24 Luglio, nelle piazze XX Set-tembre e Donna Bianca de’ Tharolis: terza sagra dellaCarne Marchigiana IGP (ore 19-24); manifestazioni ce-lebrative del Ventennale di fondazione della CROCEAZZURRA, con concerto dell’orchestra di fiati “Ri-viera delle palme” diretta da Daniele Berdini e cori po-lifonici (sabato 23 Luglio, ore 21,15).

Due gli avvenimenti che caratterizzano, ormai daalcuni anni, la stagione estiva di Grottammare: il“Festival Liszt” e “Cabaret, amore mio!”. Duemanifestazioni che richiamano l’interesse e l’at-tenzione di un pubblico quanto mai eterogeneoper cultura e sensibilità. Il primo, spalmato tra ilTeatro delle Energie e l’ormai classica locationdella Chiesa di Santa Lucia, fatta costruire dallasorella di Sisto V su progetto del Fontana, il se-condo nel Giardino delle Rimembranze. Per il“Festival Liszt”, è prevista quest’anno una spe-cie di maratona musicale per il bicentenario dellanascita del grande compositore ungherese. EGrottammare, “il piccolo porto dell’Adriatico”,dove strascorse parte dell’Estate del 1868 nellacasa del Conte Fenili, entra di diritto nel circuitointernazionale dei festeggiamenti, insieme a Bu-dapest, Utrecht, Weimar, le città che lo videro incima al mondo musicale per popolarità e successi.Una fama che il Festival grottammarese si è con-

quistata in otto edizioni, che hanno fattoregistrare un grande successo di parteci-pazione. Per l’occasione verrà inauguratala Sala Liszt nel foyer del settecentescoTeatro dell’Arancio, su al vecchio inca-sato. Uno spazio espositivo dove ver-ranno raccolti cimeli e documenti delcompositore ungherese, tra cui le letterescritte da Grottammare, i suoi ritratti,compreso quello con l’autografo inviatoal Conte Fenili, che ebbe il merito e ilpiacere di ospitarlo per tre settimanenella sua augusta dimora. Per non parlaredell’aspetto turistico di questa manifesta-zione, con concerti abbinati a menu ro-mantici nei ristorantini del Paese Alto,degustazioni di vini al tramonto ed in-contri-conferenze sotto il portico, dinanzia un mare azzurrissimo. (Ci manche-ranno le puntuali, discrete, professionali

le-zioni del prof. Barbadoro, prematuramente scom-parso da poco). Un modo simpatico per animaregli spazi del paese alto, non solo sotto l’aspettoculturale ma anche turistico. E il tutto per la sen-sibilità e le sinergie tra l’Amministrazione comu-nale di Grottammare e la Fondazione dellaGioventù Musicale d’Italia.

Maurizio Lastrico sarà il nuovo presentatore delFestival “Cabaret, amore mio!”. Affiancherà labella e brava Mascia Foschi per le due serate delFestival dell’Umorismo, il più longevo d’Italia,giunto alla sua XXVII edizione e programmatoper il 6 e 7 Agosto nel Parco delle Rimembranze.A Lella Costa e Paolo Villaggio il Premio Aran-cia d’oro. Brillante attrice la prima, maschera co-mica della scena mondiale il secondo. “Edizioneegualmente felice anche se ridotta a due – dicel’assessore Piergallini – grazie al miracolo orga-nizzativo. A un più austero allestimento corri-sponderà, invece, ospiti di prim’ordine, per cui sispera di bissare il successo dello scorso anno.”Gli ospiti saranno, Maurizio Battista, celebrecomico romano esploso al Colorado Cafè il 6 eGiorgio Montanini, vincitore della scorsa edi-zione e Davide Giovannetti, vincitore del Festi-val di Modena, domenica 7. E.Tì.

Chiesetta della Madonna della Carità

S. Maria Maddalena,

affresco (1560)

di Andrea De Magistris

Grottammare con Budapest, Utrecht e Weimar per il bicentenario di Liszt

Da S.Benedetto

Sette giorni in città. (E.Tì)

Marco Pennesi e il suo Metamarine in cerca di record.Marco Pennesi, tra il 19 e il 24 luglio proverà a bat-tere il record della traversata Venezia-Montecarlo,detenuto da Fabio Buzzi, che lo conquistò nel 2004,col tempo di 23 ore e 55 minuti. Ci proverà non conuna barca da diporto, ma col suo Metamarine, l’im-barcazione campione del mondo nella classe Off-shore. Oltre a Pennesi, l’equipaggio sarà formato daGiampaolo Montavoci, Fabio Magnani e StefanoBonanni. Duemila chilometri circa, con stop per ilrifornimento a Vieste, Roccella Ionica e S. FeliceCirceo. “Nel c . . della balena”, il nostro augurio piùsincero.

La Biblioteca “Lesca”, un altro servizio per il turista.Con gli ultimiacquisti, la Bi-blioteca comu-nale “GiuseppeLesca” ha rag-giunto la rag-guardevole cifradi 82 mila vo-lumi. Quellasambenedettese,con oltre 14 mila prestiti esterni annuali, si confermacome punto di riferimento per la città e per l’interocomprensorio. La struttura, meta quotidiana di cen-tinaia di visitatori, in prevalenza studenti, resteràaperta per l’intero periodo estivo, senza giorni dichiusura e mantenendo attivi tutti i servizi al pub-blico.

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Alla ricerca

della “strada giusta”

Qual è la strada giusta? Era questo lo sloganpensato per il Camposcuola Gio-vanissimi Cresimandi della nostra parrocchia, la SacraFamiglia. Su questo abbiamo riflettuto un’intera settimana.Montemonaco è stata la cornice di quest’avventura eCASA GIOIOSA il nostro rifugio. I posti che abbiamovisitato, li conoscevamo un pò tutti, ma non era questol’importante, bensì il perché eravamo lì: crescere insiemee divertirsi. I nostri educatori sono stati molto bravi nel-l’organizzare il tempo...avevamo pochissimi spazi vuoti,anche se erano i nostri preferiti, dal momento che eranol’unica occasione di riposo dopo giochi e attività!I mo-menti che ogni giorno tutti aspettavamo con ansia eranoil pranzo e la cena! Le nostre cuoche sono state eccel-

lenti...non c’era niente di meglio che mangiare dell’ottima pasta con la panna ecotolette dopo una faticosa escursione o semplicemente dopo un gioco dove cieravamo impegnati per vincere. Eh sì, proprio vincere...infatti, per rendere questocamposcuola ancora più interessante, i nostri educatori ci hanno diviso in tresquadre: il sole, la luna e le stelle. Ognuna delle tre aveva 5 componenti che sidovevano impegnare nel lavorare insieme e quindi nell‘andare serenamented’accordo! Molte attività ci hanno messo alla prova in questo senso e non sempreè stato facile, ma il bello poi era trovare sempre un punto di incontro dopo

un’iniziale incomprensione. E’stato bello confrontarsie c’è stata un’attività in particolare che ci ha costrettia farlo. Uno dei modi per capire qual è la stradagiusta è interessarsi al bene comune. Ci hanno sottoposto problematiche reali della nostracittà. E così abbiamo affrontato le elezioni del Sindacodel Camposcuola!!! Si,avete capito bene! Abbiamocreato slogan,stemmi e programmi. E’stata dura,con-frontarsi sul problema della somministrazione dialcool ai minorenni,del razzismo nelle classi multiet-niche,ecc... Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E davantia 10 elettori (gli adulti del campo) abbiamo presentatoi nostri programmi...ed è stato davvero divertente

vedere i nostri compagni vestire i panni dei candidati! Una settimana bellissima,chenon dimenticheremo mai. Lo sappiamo che i ringraziamenti sono noiosi ma cisembra importante farli perché questa meravigliosa esperienza l’abbiamo vissutagrazie a persone che ci hanno dedicato il loro tempo gratuitamente,senza chiedercinulla in cambio se non un sorriso,e nominandoli qui vogliamo far arrivare la nostragratitudine. A partire dalle cuoche, Edena, Maria e Emidia che ci hanno trattatocome figli e ci hanno fatto ingrassare con le loro prelibatezze. Poi Roberto,ilfactotum tecnologico grazie al quale abbiamo un book fotografico invidiabile. Danon trascurare Sabrina,Giuliana, Patrizia ed Emidio, i nostri preziosi educatori chehanno organizzato tutto il campo,facendoci divertire e divertendosi anche loro,anchese a volte li abbiamo costretti ad alzare un pò la voce, e per questo ci scusiamo! Unringraziamento particolare và rivolto a Paolo, Federico e Giulia tre ragazzi che

sono venuti per rendere questo camposcuola un verodivertimento, insomma, l’anima dei giochi. Poi unringraziamento speciale anche a Stefano, il seminaristache sta nella nostra parrocchia,che nonostante sidovesse preparare agli esami è venuto lo stesso perstare con noi e condividere un esperienza fantasticainsieme ai nostri compagni...Infine il ringraziamento+ grande và al nostro parroco Don Osvaldo che ci haaiutato tanto spiritualmente, di una disponibilità infinitain qualsiasi momento,senza tralasciare il divertimento,hasuonato la chitarra e cantato insieme a noi. Grazie atutti di tutto per questo camposcuola fantastico!!!!! Ealla fine forse abbiamo capito da dove si parte x intra-prendere la strada giusta...ci siamo sentiti un verogruppo e questo è meraviglioso! I ragazzi del 96’

Parrocchia Sacra Famiglia

… L’altra dimensione della nostra vita……Il 25 giugno 2011 siamo stati catapultati in una nuova esperienza “il cam-poscuola” . Abbiamo ritrovato vecchi amici e ne abbiamo conosciuti deinuovi. Ci siamo ispirati al film AVATAR , da questo abbiamo trattato il ri-spetto per la natura,per noi stessi e per gli altri. Abbiamo imparato a ricono-scere il bene dal male, passando così una vera settimana da Omaticaya

( p o p o l odegli Ava-tar).Nel po-meriggio leeducatrici cifacevano di-vertire condei giochi che si riferivano a ciò che ave-vamo imparato. Come nel film siamo statiimmersi nella natura facendo escursioni epasseggiate del posto. Una delle escur-sioni che abbiamo fatto è stato “ l’infer-naccio”, dove tutti hanno fatto vedere laforza d’animo e la tenacia. Abbiamo cam-

minato per un lungo percorso fino ad arrivare alla nostra meta, la casa dell’eremita Padre Pietro, doveabbiamo celebrato la messa. Nel nostro cammino siamo passati per la gola dove c’era una bellissima ca-scata che si liberava in un ruscello impetuoso. Siamostati in diversi luoghi come Castelluccio e Foce neiquali abbiamo passeggiato alla scoperta dei paesaggi,di cui uno dei nostri si è appassionato alla ricerca deifunghi con una delle nostre educatrici, Marilena. Questocampo è stato divertente ma allo stesso tempo educa-tivo…e tutto questo lo dobbiamo a: Don Osvaldo, An-gela e Stefania coloro che hanno organizzato tutto allaperfezione, Sandra, Marilena, Alberta e Giovanni cheanche loro hanno collaborato alla riuscita del campo.Un ringraziamento speciale alla meravigliosa cucinadelle tre cuoche Maria, Edena e Emiddia. Infine coluiche ha superato il record per le fotografie di oltre 2500 Roberto nonché tecnico e supervisore della casa

gioiosa.

Creato da: Michela Romanelli,

Eleonora Di Girolami,Federico Camaioni,

Alessandro Camaioni,Alessia Straccia,

Ambra Carosi, Fabio Carosi,

Claudia Bucci

Dai Monti al Mare, il bello dello stare insiemeDiario di bordo dai campi-scuola