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Àla girafeAcconciatura femminile di moda dopo

il 1820. I capelli, guarniti con fiocchi, nastri epiume, si alzano fino a picchi sproporzionati e,oltre ai classici spilloni ornamentali, devono es-sere sostenuti da fili di ferro.À la Ville de ParisPrima tipologia del magazzino di vendita che,aperto nel 1841, pratica il sistema dei «prezzifissi», eliminando, così, la fase della negozia-zione tra il mercante e il cliente. Con il nuovosistema commerciale la visione della merceesposta è slegata dall’atto dell’acquisto: si puògirare liberamente tra la grande varietà di pro-duzioni seriali a prezzi accessibili, senza l’ob-bligo di comprare. Si avvia un processo di sper-sonalizzazione del punto vendita ed un riversa-mento della dimensione comunicativa diretta-mente sugli oggetti.Abiti simultainésAbiti creati da Sonia Delaunay, pittrice di origi-ne russa che si rifà agli impressionisti, con i qualicondivide le opinioni sulla percezione cromati-ca: in quello che appare come un colore unico sipossono individuare, attraverso «una visione at-mosferica e non sintetica», una molteplicità ditinte diverse dalla cui combinazione deriva l’ef-fetto finale. Sul rapporto tra le sfumature di co-lore si sviluppa la ricerca nel campo della moda,ma anche di ogni arte visiva: il linguaggio uti-lizzato dalla Delaunay ricollega moda e pitturain un percorso denso di contaminazioni, che, nelgioco delle forme e dei colori, esaltano il movi-mento dei corpi.Abito a campanaCon l’abbandono della → tournure, rappresentala prima elaborazione di un modello più sempli-ce. Un lieve agio nel camminare è ottenuto dagonne più corte, che lasciano scoperti i piedi.Abito razionaleProposto nel 1850 da Amelia Bloomer comemodello pratico per le donne, è costituito da cal-zoni alla turca, molto ampi, portati sotto una gon-

na larga e corta al ginocchio. Idea ripresa dallaviscontessa Halberton nel 1881 come fondamen-to dell’Associazione per il Vestito Razionale, natacon l’intento di sensibilizzare le donne a rinun-ciare al rigido busto.

AccessoriPer a. si intendono le calze, la lingerie, le scarpe(calzature), le borse e le cinte (pelletteria), i cap-pelli (modisteria), i gioielli, la bigiotteria, le ac-conciature posticce; poi va considerato ancora iltrucco (cosmetica); un settore a parte rappresen-tano, invece, le pellicce (pellicceria), la modamare (costumi, parei, copricostumi, teli da spiag-gia), l’abbigliamento speciale per gli sport; infi-ne, essendo diventato il telefono cellulare un fe-nomeno di massa, non può restare escluso dal-l’elenco degli a. che contribuiscono a formarel’immagine di una persona, così come sarà forseprossimamente per le altre protesi tecnologicheda indossare (→ wearable).AccountLa figura professionale attraverso cui avviene lamediazione tra l’azienda e l’agenzia pubblicita-ria. Il lavoro dell’a. consiste nel saper coglierela filosofia del marchio e operativizzare in unprogetto comunicativo il messaggio da trasmet-tere al target prescelto.AffluentiTipologia di consumatori rappresentata da adul-ti ricchi che vogliono ostentare il proprio status,adottano uno stile classico e sono orientati, nel-le scelte vestimentarie, dalla marca.Agente di venditaIntermediario commerciale che gestisce la rap-presentanza di una o più «case». Visita diretta-mente i negozianti mostrando loro una parte pre-selezionata del campionario, registra gli ordinie consiglia sull’esposizione dei capi nel puntovendita.Analisi dei trendAnalisi volta all’individuazione di fenomeni so-ciali e culturali di lungo periodo — non diretta-mente inerenti la moda — attraverso i quali si

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possono delineare gli scenari di mutamento delmercato. È un’analisi empirica basata sull’osser-vazione delle dinamiche e dei comportamenti diconsumo, ambedue fortemente determinati daivalori sociali predominanti.AntimodaNeologismo coniato per definire l’abbigliamen-to da strada della gioventù ribelle nel secondodopoguerra.Area distrettualeDa Biella a Carpi a Bari, ogni distretto costitui-sce un nucleo di specializzazione in una fase delciclo produttivo, in una tipologia merceologicao in una categoria tessile. La forza che muove losviluppo di queste zone è proprio la prossimitàfisica dei diversi organismi, che facilita i mec-canismi comunicativi a livello di scambio di co-noscenze, condivisione della mentalità, conte-nimento dei costi logistici.Art buyerFigura professionale particolarmente importan-te nella comunicazione pubblicitaria, è il respon-sabile tecnico della scelta di fotografi, disegna-tori, sceneggiatori, protagonisti del servizio pub-blicitario.Art directorRuolo creativo nell’agenzia di pubblicità. È in-caricato di lavorare sul materiale visuale.Art director corporate imageFigura professionale che, nell’ambito della co-municazione d’impresa, si occupa di tutto ciòche riguarda l’immagine aziendale.Arts and CraftsMovimento che si pone come obiettivo il ritornoalla qualità del lavoro artigianale, recuperata incontrapposizione alla cattiva qualità del processodi produzione seriale della prima industrializza-zione. In tal senso, promuove i valori comunitaridel mondo premoderno identificato nel Medioe-vo, con le sue mitologie e il suo immaginario fan-tastico, il suo intenso spirito religioso, le forme diun tempo segnato da differenze e gerarchie stabi-lite dall’ordine divino e naturale, ivi compresa

l’idea di popolo. In queste forme di idealizzazio-ne degli scenari pre-industriali, la moda vestimen-taria dettata dalle differenze sociali è sostituita davesti disegnate in stili che possono incarnare va-lori e forme diverse rispetto a quelle della societàvittoriana. L’industrializzazione degli oggettid’uso comune (suppellettili, stoffe, mobili, arre-di, vestiti ecc.) non viene rifiutata da questo mo-vimento, ma invitata a recuperare le tradizioniestetiche dell’artigianato per ridare qualità allaproduzione a basso costo di oggetti moderni enecessari alla vita quotidiana.Assistente personaleFigura professionale che opera a fianco dello sti-lista, sostituendolo in moltissime occasioni. Nelcaso in cui la produzione dei modelli disegnatisia commissionata ad un’impresa esterna, è com-pito dell’a.p. fornire le linee guida affinché larealizzazione sia fedele allo stile aziendale.Avanguardie russeNegli anni Venti del Novecento il movimentocostruttivista delle avanguardie russe si proponedi ricostruire la società dilaniata da conflitti sto-rici e culturali terribili, come quelli esplosi conla rivoluzione sovietica. Il rinnovamento delleforme estetiche è il primo obiettivo. Il cambia-mento è, quindi, radicale anche nell’ambito del-l’abbigliamento. Dopo aver rielaborato le stoffecon disegni astratti e simboleggiato l’opposizio-ne alla tradizione aristocratica e borghese con iversi e le camicie gialle di Majakovskij, i nuoviprogetti vestimentari post-rivoluzione mirano aeliminare le differenze di appartenenza e di sta-tus. Il recupero del rapporto tra l’arte e il lavoromateriale della produzione industriale si pone quicome progetto culturale nazionale, ma ancheinternazionale, mondiale. La nuova moda — setale può essere chiamata, essendo un interventobasato sull’ideologia piuttosto che sul mercato,sull’omologazione di ogni strato sociale piutto-sto che sulla sua diversificazione e i suoi con-flitti reali e simbolici — va contro le pratichevestimentarie precedenti, fino ad allora distintetra grandi sartorie (ispirate allo stile francese e

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rivolte all’élite borghese e aristocratica) e arti-gianato (che riproduce costumi tradizionali peril popolo).

BatistaStoffa in lino finissima, con armatura a

tela.Beat generationFenomeno giovanile degli anni Sessanta checompie una netta rottura con le convenzioni, unrifiuto delle dinamiche relazionali che nel pas-sato hanno caratterizzato tanto il mondo del la-voro quanto il rapporto tra gli universi maschilee femminile. I simboli del cambiamento sonovisibili nella diversa immagine dei ragazzi, cheal canonico tipo mascolino, raffigurato dal ca-pello corto e dalla divisa borghese, contrappon-gono un modello trasandato e trasgressivo nelleforme e nei colori dell’abbigliamento e nelleandrogine chiome lunghe.BikiniCostume da mare formato da due pezzi.Blue-jeansNato nel 1850 circa negli Stati Uniti, da un’ideadi Morris Levi Strauss, come indumento da la-voro per i cercatori d’oro, realizzato in tela dicotone grezzo color indaco proveniente da Ni-mes (Francia), da cui, probabilmente deriva iltermine denim. Diventato successivamente unprodotto basic di enorme richiamo.BlusaCasacca lunga fino alla vita, indossata da uomini edonne nel Medioevo. Usata come camiciotto; rie-laborata come capo femminile nel XIX secolo.BoaSciarpa lunga e stretta in pelliccia o piume distruzzo. Diffusa soprattutto alla fine dell’Otto-cento per coprire le spalle scoperte dalle ampiescollature.BoleroGiacca corta alla vita, allacciata davanti, con osenza maniche.

BracheComparse nel I secolo d.C., lunghe al ginocchio.Diffuse a Roma ad opera dei Barbari, che le re-alizzano in pelle di capra. Indossate dagli uomi-ni del tardo Medioevo insieme alle calze, per dif-ferenziare la loro sembianza da quella delledonne.Brand communicationL’identità della marca formata sulla base dei va-lori razionali ed emotivi ad essa attributi. È tra-smessa attraverso la definizione di mondi sim-bolici, che esibiscono stabilità dentro la mute-volezza incessante e conducono alla costruzio-ne di uno stile.BroccatoTessuto in seta pesante, semirigida, lavorato aricci o brocchi, intrecciato, a volte, con fili d’oroo d’argento.Budget di venditaBilancio di previsione delle vendite, definito perlinea/marca e area geografica, in base alla valu-tazione del «potenziale di vendita». Il monito-raggio della clientela per zona e per prodotto è ilpunto di partenza per la definizione degli obiet-tivi della strategia commerciale.Bureau du styleGruppi di osservatori (sociologi, stilisti, produt-tori di materiali) che, strettamente collegati a →opinion leader, fanno circolare le notizie sulletendenze generali in merito a forme, colori, gu-sti per linee e oggetti del desiderio e dell’imma-ginazione.BustoRigida struttura usata per stringere la vita e mo-dellare le forme di seno e fianchi. I primi corsettiappaiono intorno al XIV secolo e vengono confe-zionati in diversi modi nel corso del tempo; rea-lizzati con stecche di metallo o di legno o di bale-na, in seta o raso e rifinito con pizzi e merletti.Raggiunge la massima popolarità nell’età vitto-riana come simbolo della sensualità femminile,anche se causa di inevitabile sofferenza. È, co-munque, utilizzato anche dagli uomini. Si pensa

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seriamente alla sua abolizione soltanto nei primianni del XX secolo, dopo vari tentativi di sensibi-lizzare le donne al pericolo che esso costituisceper la loro salute fisica. Poiret è il promotore uffi-ciale della liberazione della donna da questa co-strizione corporale, riuscendo a persuadere le ric-che signore con una moda sensuale ma morbida.La prima guerra mondiale ne decreta la fine.

Calze sinteticheCalze prodotte con la fibra artificiale

nylon. Le prime calze decorate sono create daMary Quant nel 1965.CalzebracheCompleto formato da calze e brache — similealla calzamaglia — che, nel XIV secolo, distin-gue l’abbigliamento maschile da quello femmi-nile. Dopo il 1400 si portano calze diverse, unadi un colore ed una di un altro.CamiciaNata tra il IX e il XII secolo, confezionata inlino o seta, usata come sottoveste. Intorno al XVIsecolo può non essere nascosta, arriva fin sotto ifianchi, con maniche lunghe e senza colletto. Ingenere, la parte superiore è ricamata in oro o inseta. Verso il 1600, ornata di trine, viene indos-sata sotto il farsetto e fuoriesce all’altezza dellavita. Modificata in varie fogge, fino ai modelliattuali.Campagna di venditaPeriodo in cui avviene l’acquisizione degli ordi-ni, può durare fino a tre mesi.CampionarioÈ composto da modelli creati ex novo per la nuo-va stagione, modelli permanenti nell’azienda rie-laborati sulle tendenze stagionali (cambiamentisuperficiali di colori o dettagli) e capi non pro-dotti direttamente, ma acquistati già confezionatiper essere rivenduti. Viene mostrato ai clienti.CanapaTessuto ruvido derivato da fibre vegetali (Can-nabis sativa).

Can-canDanza popolare che si afferma a Montmantre,in cui le ballerine, alzando la sottoveste, mostra-no lunghi mutandoni bianchi e infiocchettati.Capoufficio stileFigura professionale che traduce su carta le ideedel creatore di moda e che gestisce un gruppo dicollaboratori, a ognuno dei quali è affidata laresponsabilità di un settore.CappaMantello corto, spesso con cappuccio, antica-mente usato dai cavalieri. Realizzato, nel corsodei secoli, in vari modi e lunghezze.CartamodelliPrototipi in carta di modelli stilistici, supportitecnici indispensabili per la realizzazione dome-stica di abiti sartoriali; introdotti dalle SorelleFontana nel 1955.CasaccaNata come giubba lunga al ginocchio, a vita bassada cui scendono larghe falde. Indossata sopra lacamicia, fermata, a volte, da una cintura.CasualAbbigliamento informale e pratico.CatalogoSupporto alle vendite per la presentazione dellecollezioni; viene spedito anche assieme agli in-viti alle sfilate e in qualche caso può essere di-stribuito sul punto vendita, di solito durante imini-eventi appositamente organizzati per iconsumatori finali. Può esser venduto in edico-la, ma l’uso più pertinente e strategico sembraessere quello rivolto alla stampa, per far cono-scere le collezioni e offrire materiale per i servi-zi giornalistici.Centri specializzatiSpazi commerciali concentrati su alcune cate-gorie merceologiche di cui garantiscono l’assor-timento ampio e profondo.Centro di direzioneUfficio che gestisce il coordinamento delle di-verse attività di una «casa»: dalla scelta del tes-

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suto all’applicazione di cerniere o bottoni, dalleprove dell’abito all’organizzazione della sfilata,dalle questioni amministrative alla disposizionedelle consegne.Chemise à la reineIndossata intorno al 1780 da Maria Antonietta,segna un mutamento radicale nell’estetica ve-stimentaria. Di gusto esotico, realizzata in leg-gera mussolina bianca, rappresenta l’affermar-si di quei valori di igiene e comodità sostenutidalle teorie illuministe, richiamandosi anche alcriterio di bellezza neoclassico che in questi annigli scavi di Ercolano e Pompei stanno riportan-do in superficie.Ciclo produttivoLa produzione consta di una serie di operazioni:il taglio, la confezione (composta a sua volta dicucitura, applicazione di termoadesivi e salda-tura, ricamo o trapuntatura), la stiratura, il con-trollo finale e l’impacchettatura.CinturaStriscia in cuoio o in tessuto, usata per fermaregli abiti alla vita. Nel Medioevo rappresenta l’ap-partenenza sociale e, in alcuni casi, è vietata.Nell’abbigliamento di fine Settecento viene ri-valutata e assume funzioni decorative, realizza-ta in nastro o cordoncino. Molto di moda neiprimi anni del Novecento e negli anni Quaranta.Mentre, per gli abiti femminili, la c. mantieneun significato puramente ornamentale, nell’ab-bigliamento maschile prevale l’aspetto funzio-nale di un modo per stringere i pantaloni.Collezione-diffusionUna produzione industriale di capi progettati daun designer, di qualità e immagine di livello in-termedio.Concept storeSpazio commerciale — mono o multimarca —in cui i prodotti sono messi in scena in un conte-sto spettacolare; è un nuovo modo di vendere edi comprare che propone uno stile di vita e me-scola oggetti diversi in una esposizione curatanei minimi dettagli.

Consumatori orientati al valoreTipologia di consumatori in cui (di solito) rien-trano persone dal reddito medio, di varia età, conalto senso critico, che valutano le offerte con-frontando prezzo e qualità.ConsumerismoInsieme di attività sociali poste a tutela e difesadei diritti del consumatore, ad esempio attraver-so il controllo della qualità della merce in rap-porto al prezzo praticato.Cool huntersOsservatori di tendenze con il compito specifi-co di indicare gli orientamenti futuri, traendolidall’abile connessione delle tante idee raccoltein luoghi di ogni genere. Girano per il mondoalla scoperta di qualsiasi cosa possa fornire spuntie ispirazioni da cogliere e da trasmettere ai lorocommittenti, istituti di ricerca o più direttamen-te case di moda.CopyRuolo creativo nell’agenzia di pubblicità, il suocompito è quello di redigere i testi scritti.CornerPiccolo spazio commerciale specializzato in unamarca di prodotti, situato all’interno di un gran-de magazzino o department store, concepiti comecentri multimarca.CorpettoPanciotto o gilet; parte o sezione di un abito chescende dalle spalle fino alla vita. Abito moltostretto in voga nel Quattrocento, è formato dadue parti di stoffa assemblate tra loro, in mododa ottenere una maggiore rigidità del capo. NelCinquecento questo bustino è formato da stec-che di balena, per ottenere una lastra sul davantimolto solida. Nell’Ottocento compaiono bustinistrettissimi.Corporate communicationComunicazione che definisce l’immagineaziendale presso l’opinione pubblica; si svi-luppa attraverso la comunicazione d’impre-sa, atta ad evidenziare la dimensione fisica eoggettiva dell’azienda — prodotto, modalità

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produttive, risultati finali — e la comunica-zione istituzionale, che si propone di mostraree valorizzare la tradizione, il peso economi-co, il valore sociale e la politica aziendale,esplicitando l’ideologia e gli obiettivi del-l’impresa.CorporazioniIstituzioni medievali che disciplinano e control-lano il lavoro sartoriale, come, ad esempio, lemetrature di tessuto acquistate dai sarti.CostumeIl fenomeno che si diffonde attraverso l’imita-zione delle generazioni passate, si fonda sullacontinuità di una tradizione, trasmessa attraver-so riti e cerimonie, su un’identità collettiva net-tamente definita e, molto probabilmente, nascedalla cristallizzazione di una moda.CostumistaFigura professionale operante nel reparto sarto-riale delle produzioni cinematografiche, si oc-cupa dei costumi di scena; cerca abitudini vesti-mentarie del passato (si pensi ai film in costu-me), vesti e comportamenti del presente (qui illavoro consiste nel riprodurre le mode correnti)e magari del futuro (si pensi alla fantascienza).La sua importanza cresce, ma raggiunge ancheil suo limite estremo con il cinema degli effettispeciali. Il suo lavoro si connette all’ambito del-la scenografia ed è proprio assieme allo sceno-grafo che il c. studia il tipo di abbigliamento degliattori.CouturierFigura professionale pertinente al settore dell’altamoda, in cui si identifica il creatore degli abiti dilusso.Crêpe de ChineTessuto increspato in seta francese o in rayon,lavorato in modo da risultare con piccole grinze.CrinolinaSottogonna rigida rivestita in crine, sostenuta davari strati di sottane di flanella, di percalle e dimussolina. Inventata nel 1840, viene, in seguito,sostituita prima da una gabbia in acciaio e poi

da una struttura a scatto che, ove necessario, neriduce l’ingombro.

DamascoStoffa in seta lavorata a fantasia, gene-

ralmente con filati intrecciati in argento o in oro.DandyPersona che nell’abbigliamento e nel comporta-mento adotta uno stile elegante e molto raffina-to, dedicando al suo aspetto una cura particolarequando non esasperata. Termine attribuito ad uncerto tipo di uomo appartenente alla nobiltà in-glese dell’Ottocento, che usa il proprio modo diapparire per distinguersi e per comunicare la pro-pria personalità.DècolletéTermine francese con cui si indica sia la profondae ampia scollatura di un abito femminile, sia laparte del corpo lasciata scoperta dalla scollaturastessa. Assume forme varie nel corso della storia,dal d. squadrato della settecentesca robe à lafrançaise al taglio che scopre anche le spalle delromantico abito ottocentesco. Applicato, succes-sivamente, alle calzature femminili chiuse ma conuna linea affusolata, che lascia nuda la caviglia eparte del piede, con tacco medio o alto.Dè d’orPremio dell’haute couture ideato, nel 1976, dalgiornalista Pierre Yves Guillen. Assegnato, finoal 1994, alla migliore collezione stagionale. Ri-nominato, nel 1993, Dé d’or Européen de laMode.Definizione delle linee guidaPrima fase dello sviluppo di una collezione incui si confrontano le informazioni rilevate sullecollezioni passate (dati sul venduto), le analisidella concorrenza e del mercato, la scelta degliobiettivi, in termini di quali e quante collezioniattivare e del target cui rivolgersi.Department storesGrandi magazzini generalisti diffusi a livellomondiale, di medio-grandi dimensioni, con se-parazioni interne di reparti specializzati.

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DestrutturazioneL’esigenza di comodità incondizionata e di li-bertà espressiva individuale e il distacco dall’ele-ganza come esibizione dello status sono trascrittinel casual di Armani. La particolare lavorazionecui sottopone gli abiti, è stata definita un «pro-cesso di d.», termine non a caso presente nellaletteratura postmoderna.Distinta baseDocumento in cui vengono indicate la composi-zione dei materiali e le procedure di produzioneper ogni modello della collezione finale.

E-commerceCommercio elettronico. Insieme delle

attività connesse alla vendita di prodotti e servi-zi che si realizzano attraverso Internet, ovveroin modalità on-line. Comprende sia le transazionipropriamente commerciali, sia le forme di assi-stenza alla clientela precedenti e posteriori al-l’acquisto.Editti suntuariLeggi limitative emanate da Edoardo III nel1364, a difesa dei timorosi tessitori locali; fissa-no, in particolare, tipo e qualità dei tessuti per-messi a seconda della classe sociale d’apparte-nenza. Nel 1793 viene sancito dalla Convenzio-ne il principio di libertà, che abolisce gli edittisuntuari e protegge il diritto di vestirsi secondoil proprio gusto, senza dover rispettare obblighidi alcun genere.Ente Nazionale della ModaViene istituito nel 1935 con il compito di pro-muovere il consumo di abbigliamento di origi-ne italiana presso la popolazione, soprattuttofemminile. La produzione di moda deve sotto-stare alle regole dell’autarchia: usare tessuti ita-liani, come Lanital o lana di caseina, e idearefogge che escludano l’influenza dello stile fran-cese; le sartorie dovrebbero riservare almenometà delle collezioni ai modelli italiani, segna-ti dal marchio «di ideazione e produzione ita-liana».

Eventi di modaRassegne di moda estranee agli obblighi stagio-nali imposti dalla logica del sistema vestimenta-rio. La molteplicità delle iniziative promosse inquesto campo può essere sistematizzata distin-guendo, per livelli di risonanza, tra manifesta-zioni locali ed eventi di rilievo nazionale.

FaçonistiLaboratori di produzione cui viene com-

missionata la procedura di completamento disemilavorati.FarsettoCorpetto nato intorno alla metà del Trecento insostituzione della veste lunga, come capo tipicodi un abbigliamento maschile distinto da quellofemminile, indossato in completo con le → cal-zebrache. Il modello spagnolo ha una falda inbasso ed una cintura; al collo un bordino che di-venterà una → gorgiera.Fashion buyerFigura professionale che si occupa degli acqui-sti per conto delle boutique, delle catene di ne-gozi o dei grandi magazzini. In altri casi lavoraautonomamente nella gestione di una propriaattività. I tempi della sua operatività sono scan-diti dal calendario delle collezioni.Fashion stylistFigura professionale il cui supporto consiste nelricercare l’originalità, il particolare che renderàla creazione dello stilista un’opera unica; è aquesto proposito che lo si fa rientrare nell’areadei «ricercatori», ma la definizione più adegua-ta sembra essere «consulente di immagine», poi-ché il suo obiettivo ultimo è conferire un valoreaggiunto all’abito per potenziarne l’effetto nelquadro di una complessiva strategia comunica-tiva. In massima parte il suo lavoro si svolge,comunque, nell’ambito redazionale.Fashion victimTipologia di consumatori costituita soprattuttoda giovani con elevata disponibilità di denaro,che spendono in modo disinvolto. Osservatori

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attenti delle tendenze, scelgono una moda fir-mata per dichiarare la loro appartenenza ad ungruppo sociale (classe o tribù), ma non sono fe-deli ad una sola marca.Femme fataleIdeale femminile, affermatosi alla fine dell’Ot-tocento, in cui predominano gli aspetti forti edeterminati della donna. Nella figura della f.f. ilbusto è messo in risalto da una rigida guaina stec-cata lunga fino ai fianchi, che ha le sembianze diuna corazza da guerriera; la dimensione osten-tativa assume, in questo modello, i toni della si-curezza e di un intento chiaramente seduttivo.Fiere di settoreOccasione privilegiata di incontro tra gli opera-tori a tutti i livelli della filiera della moda, pre-sentano la prerogativa di una forte specializza-zione distribuita per aree di competenza. Lo sco-po non è direttamente la realizzazione di vendi-te, ma piuttosto la possibilità di stabilire reti direlazioni per il business to business.FilieraItinerario seguito dal prodotto nel processo diproduzione-trasformazione-distribuzione, sup-portato da un coordinamento e da un’integrazio-ne delle diverse fasi.Flagship storeSpazio di grandi dimensioni, situato in luoghiprestigiosi e arredato secondo lo stile della mar-ca, con funzioni prettamente di immagine.Fotomodella/oFigura professionale il cui requisito indispensa-bile è la fotogenia — ovvero la naturale predi-sposizione per cui un viso risulta nettamenteimpressionato sulla pellicola, grazie a tratti re-golari ma particolarmente marcati — ma deveanche essere in grado di posare secondo le diret-tive del fotografo.FranchisingModalità della distribuzione che permette digovernare l’offerta di una «casa», verificare di-rettamente le tecniche di vendita e il posiziona-mento dei prodotti, evitando le spese di apertura

e di avviamento di un negozio. Si realizza attra-verso un contratto tra il franchisor (il marchio) eil franchisee (il negoziante).FuturismoMovimento del primo Novecento per cui l’in-novazione tecnologica — e i suoi prodotti: dallemacchine all’elettricità, dalle immagini del ci-nematografo al trasporto aereo — assume il va-lore della modernità, della rottura con il passa-to, con ogni sua traccia e revival. Nel progettoestetico ma antipassatista dei futuristi, gli abitidevono essere «aggressivi, agilizzanti, dinami-ci, semplici, comodi, igienici, gioiosi, illuminan-ti, volitivi, asimmetrici, di breve durata» (comerecita la voce Abiti del Piccolo dizionario delfuturismo, a cura di Umberto Di Cristina). Lostile proposto dai futuristi recupera la fantasia,preferisce i colori vivaci, i tagli arditi e disarmo-nici, i tessuti con i disegni geometrici che richia-mano la moderna distribuzione dello spazio.

GarçonneStile presentato a Parigi nel 1924: la gon-

na a pieghe, ormai corta, lascia scoperte le gam-be rivestite da audaci calze color carne; la vita èsegnata, ma scesa sui fianchi; i capelli sono cor-ti alle orecchie. La figura femminile, persa l’esa-gerata linea curvilinea, somiglia al corpo diun’adolescente assolutamente privo di forme, unmodello che non può adattarsi a tutte le donne eche, comunque, non ne esalta la femminilità (ri-prendendo, dunque, l’ibridazione di genere sti-molata dallo sport e dalla guerra).GibusCappello per l’Opera, ideato da mister Gibus nel1823, costituito da un cilindro in seta e dotato diun meccanismo a scatto, mediante il quale puòessere appiattito e portato sotto il braccio.GiustacuoreCapo simile alla casacca, molto aderente, lungoal ginocchio. Alla fine del Seicento si aggiungo-no grandi risvolti alle maniche e più tardi anchealle tasche.

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GlamourTermine inglese traducibile come fascino, rife-rito specialmente a quello femminile, indica lostile nato e affermatosi negli anni Cinquanta delNovecento.Gonna hobble skirtsDetta anche jupe entravée, è una gonna zoppi-cante così stretta alle caviglie da impedire dicamminare in modo naturale, proposta da PaulPoiret nei primi anni del XX secolo.Gore-texTessuto impermeabile e al tempo stesso traspi-rante, applicato soprattutto ai capi sportivi.GorgieraColletto abbastanza ampio e, in alcuni periodi,enorme, in rigido tessuto pieghettato.Grand habitIl sontuoso abito gonfiato ai lati da panier e ric-camente decorato con drappi e fiocchi, indossa-to dalla regina Maria Antonietta (1779).GriffeNome che si forma sulla base delle capacità crea-tive e artistiche di uno stilista e nasce come azien-da orientata al prodotto.Griffe industrialeMarchio di produzione vestimentaria che ga-rantisce un’identità ben definita, un’immagi-ne statica e insensibile all’andamento delletendenze stagionali, sintesi della dialettica tralo stile del creativo e la politica aziendale. Intale situazione il designer riesce a mantenerela privilegiata condizione di autore indipen-dente, libero di scegliere — ad ogni stagione— la casa con cui collaborare, la collezione incui imprimere il suo stampo. La griffe è indi-spensabile garanzia della funzione segnaleti-ca della merce, cui apporta la giusta intensitàespressiva, necessaria all’individuo che, rico-noscendosi una multipersonalità, usa i prodottidi consumo per suscitare l’impressione piùcoerente con l’aspetto che decide di esibire inun dato momento.

GrungeStile trasandato, formato da indumenti e acces-sori mescolati casualmente, adottato dai giovaniperché simbolo del rifiuto dell’alta moda, con-siderata troppo artificiale ed eccessivamente co-stosa. Nella prima metà degli anni Novanta hacome riferimento il gruppo rock dei Nirvana e,in particolare, è rappresentato dal loro leader KurtCobain e dalla moglie Courtney Love.Gruppo industrialeSoggetto che realizza una varietà di prodotti in-dirizzati a vari segmenti di mercato — soprat-tutto maglieria, jeans, giubbotti — a diffusioneinternazionale, puntando sull’immagine del pro-prio marchio.

HobbleGonna lunga alle caviglie, lanciata da

Poiret agli inizi del Novecento, strettissima al-l’orlo tanto da costringere a camminare con passimolto corti.Home pagePrima pagina di un sito web, che segnala l’esi-stenza dell’azienda nella rete ed è strutturatacome un ipertesto: racchiude testi, immagini,suoni e animazioni, presenta link che rimanda-no ad altre pagine di approfondimento o colle-gano ad altri siti, così da moltiplicare la capacitàinformativa sia quantitativamente sia qualitati-vamente (modalità comunicative multimediali).Hot pantPantaloncini molto corti, diffusi negli anni Ses-santa e Settanta.

IncentivazioneAzione che immette sul mercato stili nuo-

vi, allo scopo di indurre l’orientamento di con-sumo a sentire come urgente e necessaria la so-stituzione dei vecchi prodotti.IncroyablesGiovani borghesi parigini di fine Settecento, ab-bigliati in modo trasandato, ma con alti colletti

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o sciarpe che coprono la bocca, guanti e lunghegiacche foderate di broccato, sempre muniti diun nodoso bastone da passeggio (in realtà dausare nei frequenti scontri).

JerseyTessuto in maglia, lavorato con fili diver-

si, morbido ed elastico. In origine si tesse con iltelaio; ora viene lavorato a macchina in cotone,in lana e in fibre sintetiche.Jupe culotteIntrodotti da Poiret, sono i cosiddetti pantaloni«alla turca».

Kaiser Wilhelm-MuseumA Krefeld nel 1900, città industriale te-

desca in cui era forte la presenza del settore tes-sile, viene organizzata una mostra di vestiti d’ar-tista; è così che per la prima volta la moda entrain uno spazio museale, quello del KaiserWilhelm-Museum.KashaTessuto in lana fine, proveniente dalle pecoredell’Himalaia.KiltGonnellino scozzese, pieghettato e a quadri co-lorati. Un capo tipico del costume maschile del-la Scozia, divenuto di moda.

LanaFibra spessa e flessibile disposta a for-

ma di spirale. La parte esterna di questo tessutoespelle l’acqua, mentre quella interna assorbel’umidità.LastexFilato costituito da un’anima di gomma sullaquale è avvolto cotone, seta, lana o rayon.LibertyMovimento nato agli inizi del Novecento, guidale creazioni artistiche e lo stile dell’arredamen-to; ma influenza anche l’abbigliamento e soprat-tutto le decorazioni e gli accessori, dai pizzi con

disegni di fiori o di frutta ai gioielli, ai cappellisu cui spuntano insetti, foglie e farfalle.LineaSi dice della diversa forma che il modello di unabito può assumere. Nella forma ad A, moltofamosa ed usata intorno al 1955, la gonna partedal giro vita e si allarga svasata sulla linea deifianchi. Altre linee sono quelle a botte, a corollae a princesse; quest’ultima si riferisce alla prin-cipessa Eugenia, moglie di Napoleone III. E,ancora, le diverse silhouette lanciate nella storiadella moda sono definite l. a S, a clessidra, asacco, a T, a H, a Y.Linea a clessidraÈ caratterizzata da grandi gonne, sostenute dauna serie di sottogonne rigide, che rendono ilbusto e la vita ancora più piccoli di quanto nonrisultino già con il corsetto.Linea ad anforaÈ caratterizzata da una gonna ampia ai fianchi egradualmente più stretta verso le caviglie, conla vita alta arricchita da una morbida cintura.Linea a SÈ una l. aderente al corpo, in cui seno e fianchisono enfatizzati con l’aiuto del busto.LinoFilato che si ottiene dall’omonima pianta. Varia-bile nel peso e nella grana, la sua consistenza di-pende dall’armatura e può essere sottile o grezza.Little black dressIl «tubino nero» lanciato da Coco Chanel nel1926, da adattare, giocando con gli accessori, atutte le occasioni. In netto contrasto con la tra-dizionale distinzione degli abiti in ragione delladiversa situazione sociale, questo capo è il frut-to di una ricerca sul vestire funzionale alla vitamoderna e viene paragonato all’automobile dimassa prodotta dalla Ford soltanto in nero: duetipici prodotti seriali.LodenStoffa tipica del Tirolo austriaco, di lana ovinagrossa bianca. All’inizio del secolo viene adot-tata la famosa nuance verde per il cappotto con

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lo spacco profondo sul dietro e con i bottoni dicuoio.LogisticaL’organizzazione di gestione e distribuzionemerci, spesso affidata a terzi.London Designer CollectionIniziativa sorta nel 1975 ad opera di undici sarti-stilisti che si propongono di diffondere la modainglese presentando le collezioni con eventi se-mestrali. Il numero degli associati cresce in tempibrevi e ottiene l’auspicato riconoscimento.LonguetteGonna lunga appena sotto il ginocchio.LurexTessuto metallico mischiato ad altre fibre, par-ticolarmente apprezzato per i suoi effetti lumi-nosi. Comparso nella seconda metà degli anniQuaranta, è lanciato dalla Dow Badishe Com-pany e diviene molto popolare negli anni Set-tanta.LycraNome commerciale di un certo tipo di elasto-mero, è una fibra artificiale usata in combina-zione con altri materiali sintetici elastam per ot-tenere un tessuto elastico e indeformabile. In-trodotta dalla ditta DuPont nel 1958 è usata pri-ma nella biancheria intima e nei costumi da ba-gno, poi nell’abbigliamento sportivo e, dal 1987,per la confezione di abiti strech.

Macchina da cucireInventata nel 1829, utilizzata da Bar-

thélemy Thimmonier a livello commerciale (neha ottanta esemplari) per confezionare divise perl’esercito francese. Ostacolata nella diffusionedall’intera categoria dei sarti a domicilio, che simobilita contro quel marchingegno che minac-cia la loro attività di artigianato; si arriva a di-struggere il capitale di macchinari posseduto daThimmonier e ciò apre la strada ad altri impren-ditori che commercializzano modelli progressi-vamente perfezionati di macchine da cucire, fino

ad arrivare alla versione a pedali ideata nel 1856da Isaac Merrit Singer.MacramèTrama di fibre naturali intrecciate tra loro. Na-sce in Arabia e si usa soprattutto per decorarenell’arredamento e nell’abbigliamento.Magazzino popolareSpazio commerciale che offre un assortimentoampio, ma non molto profondo; pratica la poli-tica della convenienza (prezzi bassi) e l’assisten-za alla clientela è scarsa o nulla.MaglieriaIl termine indica sia il tessuto ottenuto con un solofilo legato da aghi ad occhielli collegati tra di loro,detti maglie; sia la tipica categoria merceologicadi prodotti vestimentari da esso ricavati. Le ma-nifatture di m. in Italia nascono nella seconda metàdell’Ottocento, ma sono fortemente contrastatedalla concorrenza anglosassone fino al secondodopoguerra. Il mercato preferisce, infatti, acqui-stare maglie o pullover di marca scozzese, garan-zia di una qualità superiore. La produzione arti-gianale della m. italiana si sviluppa soprattutto aCarpi, si diffonde nelle regioni centrali e in segui-to anche in Veneto, Piemonte, Lombardia. Nel-l’Italia meridionale le creazioni lavorate ai ferri,e poi mediante telai, si concentrano nelle cittàdell’Adriatico, come Bari, Barletta e Putignano.Negli anni Cinquanta la m. costituisce un prodot-to da esportazione di buona qualità e di alto con-tenuto moda. Laura Aponte, Marisa Arditi, LeaGalleani e Mirsa sono alcuni dei nomi emergentiin questo settore. Intorno al 1965 il mercato ita-liano risulta meno concorrenziale rispetto allavalidità della proposta asiatica, determinando uncalo delle esportazioni in America. La crisi è af-frontata attraverso un costante rinnovamento deicapi in rapporto alle tendenze di moda e intensifi-cando il decentramento produttivo verso zone dibassa occupazione di manodopera. Molte firmedella moda si impegnano nel rilancio della m.:Missoni, Albertina, Krizia, Valentino, AntonellaTricot, Laura Biagiotti, Armani, Blumarine. An-

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che Benetton caratterizza con il suo marchio laproduzione di pullover e capi in maglia, trasfe-rendo la fortuna della sua formula commerciale,che avvicina l’azienda al consumatore, in questosettore. Tra gli anni Settanta e Ottanta sono visi-bili i risultati positivi dell’azione di recupero e lam. italiana torna ai primi posti nel commercio este-ro e nell’occupazione di settore.MalalogNeologismo coniato dalla fusione di magazine ecatalogo, un giornale che nasce come strumen-to di pubblicità diretta ma che finisce per assu-mere i toni di una rivista specializzata. Si rivol-ge esplicitamente alle lettrici e fornisce notizienon soltanto di moda, ma anche informazioni sualtri temi di interesse dell’universo femminile esul customer service.ManicaSezione di un abito che riveste il braccio. Puòessere a campana, a palloncino, a kimono, a pi-pistrello, a sbuffo, magiara, raglan.Maniche a prosciuttoManiche gonfie e larghe dal giro manica, com-parse intorno al 1820 e riproposte alla fine del-l’Ottocento.MatinèeMantella corta o giacchino usata fino ai primidel Novecento nello spazio domestico, in parti-colare per la toilette.MaxiGonna in stile ampio, lunga fino alla caviglia, invoga negli anni Sessanta.Media impresaImpresa caratterizzata da una produzione limi-tata o di settore (sportswear, intimo, casual ecc.).Produce con il proprio nome o su concessione egeneralmente si rivolge all’ambito nazionale.Mercato ambulanteSpazio commerciale avente lo stesso carattere delmagazzino popolare, ma situato in spazi aperti.MerlettoTessuto in velo o altra stoffa finissima, come iltulle, variamente lavorato con nodi e intrecci.

MerveilleusesSignore parigine di fine Settecento, che, controogni restrizione fisica o morale, abbandonanocorsetti, pettorine e crinoline, mostrandosi in abitileggeri e trasparenti, nelle forme più semplicirealizzati in mussola finissima e fermati da unafascia sotto il seno.MidiAbiti o gonne lunghe fino al polpaccio, in vogaalla fine degli anni Sessanta. Attualmente si chia-mano longuette.MinigonnaGonna corta almeno sopra il ginocchio, ma ge-neralmente molto più ridotta, lanciata negli anniSessanta dalla stilista inglese Mary Quant. Rap-presentativa della liberazione sessuale della don-na, anche se simboleggiante, soprattutto, unmodello femminile adolescenziale.MinimalismoTendenza estetica nata in reazione agli eccessi del-la moda degli anni Ottanta; si afferma negli anniNovanta come una riduzione agli elementi essen-ziali nelle forme e nei colori. Caratterizzata datoni neutri (beige, nero, bianco, grigio), assenzadi accessori vistosi (gioielli o bijoux), trucco nonvistoso e scarpe basse. È un fenomeno culturaleche tocca vari ambiti, oltre l’abbigliamento, dallaletteratura all’architettura. I maggiori esponentinello stilismo ne sono Zoran, Calvin Klein, Miuc-cia Prada e Jil Sander. Pur segnando i tratti di al-cuni stili tuttora diffusi, come movimento si con-clude, invece, alle soglie del nuovo millennio.Moda/eIl termine indica comportamenti o forme che ri-saltano per l’estrema novità e attualità della lorocomparsa e del loro successo in un determinatocontesto socioculturale. La moda si diffonde at-traverso l’imitazione dei contemporanei, è orien-tata al presente e rompe il legame con la consue-tudine, facendo fiorire la novità.Moda verdeLa sensibilità ecologica incoraggia, alla fine delXX secolo, una moda — detta, appunto, verde

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— realizzata con materiali nuovi non dannosiper l’ambiente, tipo il tessuto termico ottenutoriciclando bottiglie di plastica.ModellistaFigura professionale che, a partire dal progettodel designer, si occupa di coordinare la fase del-la confezione. Ha il compito di realizzare il car-tamodello e di testarlo sul prototipo da collezio-ne; fornisce indicazioni sul taglio del tessuto, inbase al numero e alle misure degli elementi ne-cessari per la fattura dell’abito, seguendone imetodi della cucitura.Modern Style e DesignMovimento culturale degli anni Cinquanta cheripensa la nuova estetica del quotidiano.ModistaConfezionatrice di cappelli femminili.ModsGruppi di giovani che amano la musica jazz de-gli anni Cinquanta e adottano uno stile minima-lista come simbolo della modernità, da cui deri-va il nome.MohairTessuto in morbida lana, derivata dalla caprad’Angora.

Negozio specializzato tradi-zionale

Spazio commerciale che offre una ristretta gam-ma di prodotti in tutte le varianti e dedica unaforte attenzione al cliente.New LookStile lanciato da Christian Dior nel 1947, basatosulla silhouette «Corolle», formata da corpettoattillato a vitino stretto e gonna ampia e lungasotto il ginocchio; la linea rotonda è enfatizzatada un minibusto guêpiére e da sottogonne di so-stegno, ma ogni supporto è inserito all’internodell’abito. Completato da scarpe a punta con tac-co alto, cappellini infiorati, guanti dello stessocolore di un fiore all’occhiello, foulard e om-brellini in tono con scarpe e borsa.

New-romanticNasce negli anni Ottanta ed è il modo di vestiredi alcuni giovani londinesi, che si costituisco-no come movimento contrapposto a quelloPunk. Questo stile vestimentario si ispira alpassato e recupera pizzi, volant e velluti, fa-cendo parlare di moda neodandy. Le propostestilistiche di maggior richiamo sono quelle diVivienne Westwood, mentre i più famosi rap-presentanti nel campo musicale ne sono gliSpandau Ballet e Boy George.Nude lookModa proposta da alcuni stilisti come audace ten-tativo di dinamicizzare l’insolita immobilità delmondo dello stile nel tempo del minimalismo.Punta su modelli sfarzosi, provocanti e seducenti,suscitando lo scandalo con un uso inflazionisti-co di velature, scollature e trasparenze. Un nudo,ma sempre riveduto dall’arte vestimentaria, «in-dossato» da modelle diafane, di una magrezzache non a caso scatena polemiche sul male epo-cale dell’anoressia; sottostante a questo stile èun ideale femminile ambiguo, o meglio ambiva-lente, che non marca i confini di genere né dietà, una figura astratta e indeterminata, una si-lhouette impersonale, al servizio dell’immagi-nazione di ogni donna.NylonFibra tessile artificiale, inventata nel 1934 e bre-vettata nel 1937, che costituisce il primo tessutosintetico. Inizialmente viene usato per le setoledegli spazzolini da denti; a partire dal 1939 vie-ne prodotto il filo di n. per le calze.

Opinion leaderPersona di rilievo nel mondo della moda

e nella società, che ha capacità di influenzare glialtri con le proprie scelte.

PagliaccettoIndumento di biancheria intima, compo-

sto da canottiera e mutandoni.

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PagliettaCappello in paglia piatto e di forma circolare. Siafferma nell’abbigliamento classico di fine Ot-tocento ed è molto usato anche nel mondo dellospettacolo. Assume una varietà di significati, dasimbolo degli «interventisti» alle soglie della pri-ma guerra mondiale a cappellino femminile del-la divisa collegiale inglese. Molto in voga neglianni Quaranta, viene impiegato anche nell’uni-forme sportiva.PaillettesPiccoli cerchi luccicanti in metallo o plastica,adoperati per decorare abiti.PanamaCappello di paglia intrecciata, a tesa larga, inca-vato al centro, in genere di colore chiaro. Roo-sevelt lo indossa in una sua visita a Panama nel1906. Elegante ma anche molto pratico, graziealla caratteristica di indeformabilità, è adatto allastagione estiva.Panier (o paniere)Armatura rigida da inserire sotto la gonna pergonfiarla ai lati, come di moda nel XVIII seco-lo. L’imbottitura di crine garantisce il sostegnosui fianchi; altri materiali usati sono le stecchedi balena o le canne di bambù, sostituiti, nel 1770,con strutture metalliche mobili.Pattern paintingRientrano sotto questa denominazione gli artistidegli anni Ottanta, che utilizzano largamente letecniche di decorazione per rivestire tele e og-getti, cancellandone la connotazione di inferio-rità che le relegava alle arti applicate (contrap-poste alle opere d’arte) e caricando i loro pro-dotti di una forte vitalità comunicativa.PeekabooBlusa confezionata in mussolina, un tessuto tra-sparente.PelisseCappotto da donna abbastanza simile al model-lo maschile, aperto davanti e variamente deco-rato.

Periodici generalistiPeriodici che raggiungono un ampio pubbli-co, distinto per caratteristiche demografiche esocio-culturali. Tra i vari argomenti trattano lamoda sia come argomentazioni sulle dinamichedi cambiamento del fenomeno, sia come servizifotografici sulle tendenze in corso. Si distinguo-no, a seconda della ciclicità dell’uscita, in men-sili e settimanali: i primi prediligono l’approfon-dimento; i secondi mirano a garantire un aggior-namento costante e si pongono ad un livello disofisticazione più basso di quanto non faccianoi mensili, rispetto ai quali risultano quindi piùaccessibili.PianificazioneLa seconda fase dello sviluppo della collezioneche struttura la varietà dell’offerta in base all’oc-casione d’uso (giorno/lavoro, occasioni speciali,tempo libero), alla fascia di prezzo (minimo, me-dio, alto) e alla categoria merceologica (gonna,giacca ecc.). La pianificazione estensiva della pro-duzione può misurarsi su due logiche operative:la logica del programmato (si produce sul vendu-to, sul portafoglio acquisito) e la logica del conti-nuativo (si produce sulle previsioni di vendita).Pied-de-pouleStoffa a piccoli quadretti regolari, inseriti nella tra-ma, utilizzata a partire dalla fine dell’Ottocento.PizzoMerletto o trina.PoliestereMateriale lanciato dalla società statunitenseDuPont nel 1963 con il nome di Dacron, per lesue caratteristiche di resistenza e adattabilità vie-ne impiegato nell’abbigliamento. Diviene popo-lare negli anni Cinquanta.PolonaiseAbito tendenza del XVIII secolo, ispirato allaPolonia.PouffCuscinetto imbottito con materiali tipo il sughe-ro o il piumino. Detto anche sellino o tournure,

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si usa per rigonfiare il dietro della gonna nelpunto in cui la stoffa è raccolta in un drappeg-gio.PremièreFigura professionale che detiene un ruolo cen-trale nell’atelier di alta moda e che si può incon-trare anche nelle imprese di abbigliamento fem-minile. Ha la responsabilità della qualità produt-tiva e deve controllare, in particolare, la confor-mità tra la forma stilistica del prodotto, l’imma-gine sartoriale della maison e l’organizzazionedella produzione.PrincesseSottoveste in seta e pizzo, confezionata anchecome abito elegante. Il termine è usato altresìper indicare la proposta americana di fine Otto-cento finalizzata alla ricerca di un abbigliamen-to più comodo, costituita da un abito abbastanzacorto con una semplice piega sul dietro, un bo-lero in tono con le ghette di lana e scarpe di vac-chetta.Processo esecutivoLa terza fase di sviluppo di una collezione, checonsiste nella realizzazione concreta del proto-tipo e del campionario. Quest’ultimo viene, inseguito, presentato ai venditori aziendali e com-merciali; alcuni capi della collezione sono mo-strati anche a clienti particolarmente importanti(direzionali) e a opinion leaders. I suggerimentiavanzati in questa fase determineranno le even-tuali modifiche dell’articolazione dell’offerta. Lasignificatività di tale momento di verifica è piùo meno rilevante, a seconda che la scelta azien-dale sia orientata alla purezza della creatività sti-listica oppure alle esigenze del mercato.Product managerFigura professionale che assicura la concordan-za dell’offerta con i bisogni del mercato. Devegarantire la coesione tra le diverse attività pro-duttive, gestire il singolo progetto dalla fase didefinizione creativa alla scelta dei materiali, al-l’impostazione delle fasi di ricerca e sviluppo,fino alla realizzazione finale del prodotto, inte-

grando le diverse esigenze aziendali interne alciclo produttivo con le indicazioni raccolte dalmercato.ProsumerRidefinizione del consumatore, che, dopo esse-re divenuto una fonte di ispirazione, influenzala produzione in modo diretto e con un interven-to attivo. Il termine, tratto dalla sintesi di produ-cer e consumer, è elaborato da Alvin Toffler(1987) per indicare un nuovo soggetto collettivoin cui si identificano produttore e consumatorecome unico emittente: il consumatore, da rice-vitore di merci e servizi, diventa «coproduttore»in grado di determinare, almeno in parte, gli stilidi produzione.PrototipoModello costruito come esemplare su cui calco-lare i costi; è di semplice fattura, in un unicocolore ed unica taglia.Pubblicità direttaPubblicità che rientra nel piano comunicativodelle aziende e che si differenzia dai servizi re-dazionali; con la pubblicità i grandi stilisti mira-no a promuovere la loro immagine, a farsi cono-scere o riconoscere, a segnalare la loro presenzasul mercato.Public relator (PR)Colui che promuove il buon esito degli eventiorganizzati, coinvolgendo direttamente gli ope-ratori del settore e gli opinion leaders per farpervenire, anche attraverso i media, il messag-gio aziendale ai consumatori finali.PunkFenomeno della moda che nasce negli anni Set-tanta a Londra. Seguendo un’estetica del bruttoe del repellente, i gruppi p. adottano uno stileaggressivo, fondato sul nero totale, con largo usodi pelle, fibre sintetiche, borchie, spille e buchi,contrastato dai colori accesi dei capelli, in gene-re rasati. Il messaggio comunicato dai p. è, evi-dentemente, di tipo pessimistico e dichiara il ri-fiuto delle illusioni borghesi. I referenti del mo-vimento sono i Sex Pistols, gruppo musicale, il

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negozio Sex nella londinese King’s Road, Vi-vienne Westwood. Questo stile è, oggi, rimastovivo solo negli Stati Uniti ed ha la massimaespressione nel movimento cyberpunk, promos-so da William Gibson.PvcSigla con cui si indica il cloruro di polivinile,materiale sintetico usato per la confezione diindumenti in simil-pelle; creato negli anni Tren-ta come derivato di materiali di scarto. Moltousato negli anni Sessanta e lavorato sopra basidi jersey di poliestere soprattutto per la confe-zione di giacconi e pantaloni.

Quick response (QR)Sistema computerizzato di inventario

che collega dettaglianti e fornitori. La disponi-bilità immediata dei dati sul venduto permetteun costante e veloce rifornimento dei negozi, ga-rantendo la completezza dell’assortimento dimerce.

RayonFibra artificiale, ma non sintetica, sco-

perta nel 1892; deriva dalla lavorazione di mate-riali naturali come schegge o pasta di legno eviene commercializzata come seta artificiale.Redattore di modaRuolo definitosi nella seconda metà del XX se-colo, nel quadro di un più generale processo dispecializzazione dell’editoria. È una figura pro-fessionale attiva negli apparati produttivi dei gior-nali che trattano, in modo più o meno esclusivo,il settore tessile e dell’abbigliamento.RedingoteTermine francese derivante dalla voce anglo-sassone reding-coat, che significa «divisa perandare a cavallo». A tale scopo è utilizzato da-gli uomini nel XVIII secolo. In seguito diventaun semplice cappotto da passeggio, avente pre-cise caratteristiche: lunghezza fino al ginocchio,doppiopetto, maniche lunghe, aderenza alla vitacon cintura, collo doppio e rivoltato, apertura

nella parte posteriore al centro della baschina,larghi paramani. A partire dal 1785 è adattatoall’abbigliamento femminile, attraverso alcunemodifiche: ad esempio, si accorcia la lunghez-za, permettendo la visibilità della veste delladonna. Tra il 1822 e il 1835 il reding-coat ac-quista, nel guardaroba femminile, l’appellati-vo francese di r., inizialmente preceduto dal-l’articolo maschile, poi da quello femminile. InItalia, a partire dal 1750, si dice redingotto. Nelcorso del tempo questo capo d’abbigliamentosubisce diverse variazioni e diviene un abitousato più dalle donne che dagli uomini, cheprendono a utilizzarlo prevalentemente come«mise cerimoniale». A partire dalla fine del No-vecento la r. assume le caratteristiche di un cap-potto con linea a → princesse, dal collo ampioe sottile e piuttosto largo nella parte inferiore,dalla vita in giù, da portare sbottonato in ma-niera da rendere visibile l’abito sottostante.ReggisenoNel 1952 è introdotto nel mercato un r. di nayloncon coppe gonfiabili, mediante bolle di plasticainterne simili ad un palloncino.Responsabile web marketingFigura professionale, inserita nell’organigram-ma aziendale, che gestisce i software applicativiper promuovere l’immagine aziendale medianteInternet e sviluppare il commercio elettronico.Sulla base di una competenza web-oriented, que-sto responsabile coordina la configurazione delsito in modo da soddisfare due esigenze conte-stuali e divergenti: rivolgersi sia agli addetti alsettore, ovvero ai negozianti, con una comuni-cazione specialistica che presenti, ad esempio,le ipotesi progettuali di commercializzazione; siaai clienti finali, offrendo una pubblicità ed unservizio, ma anche intrattenimento.ReticuleÈ la prima borsetta femminile, comparsa nel1790, consistente in una sacca realizzata in varimateriali e dimensioni, indispensabile sostitutodelle scomparse tasche.

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Retro’Termine, coniato dai francesi a metà Novecento epresto diffusosi anche negli altri Paesi, utilizzato perriferirsi ad abiti ispirati al passato — in particolareal periodo precedente al secondo conflitto mondiale— che tornano in voga in alcune collezioni.RevivalRitorno in voga di tendenze della moda di unpassato non remoto.Ricerca psicograficaUna ricerca realizzata, in genere, da professio-nisti esterni alle aziende, che selezionano le ten-denze generali più vicine al target specifico del-l’azienda stessa.Riviste specializzateRiviste che presentano una forte selettività e per-mettono di raggiungere un target di settore. Sonoil mezzo privilegiato per la comunicazione dimoda a livello business to business. La loro re-dazione è composta da giornalisti con elevatecompetenze nel campo della moda, che riesco-no quindi a trasferire anche molte informazionitecniche sui prodotti.Robe à l’anglaiseUn modello che, escludendo il → panier, rendeun effetto simile gonfiando la gonna attraversoparticolari arricciature e imbottiture. Questa li-nea, detta polonaise, è poi ripresa come evolu-zione del costume da viaggio e da equitazione,formato da gonna scampanata, camicia bianca,sciarpa annodata e → redingote, giacca lunga eaderente con grandi risvolti: uno stile austero,anche se molto elegante.Robe-manteauLetteralmente «veste-mantello», ha forma simi-le al cappotto, ma è più stretto, tagliato in ma-niera da «segnare» la silhouette femminile; rea-lizzato con tessuti meno pesanti.RockersGruppi di giovani degli anni Cinquanta; dichia-rano una preferenza per la musica rock di ElvisPrestley e di Eddie Cochran e indossano giac-che di pelle borchiate e jeans.

RoubachkaTipico camiciotto con cintura usato dai contadi-ni russi.

SaiaTipo di tessuto ottenuto attraverso un par-

ticolare intreccio tra i fili dell’ordito e quelli dellatrama. Generalmente è utilizzato per la realizza-zione del panno e presenta la medesima imma-gine anche al rovescio. In passato il materialecon cui viene prodotto è la seta o la lana. NelXIX secolo questa stoffa è ampiamente adope-rata per le divise dell’esercito, ma in seguito èpossibile fabbricare la s. in diverse pesantezze eviene impiegata soprattutto per abiti comuni,come costumi da mare e capi esterni. Dal Nove-cento, invece, si usa produrla in fibre non natu-rali come la mischia di lana.SartoFigura professionale dell’alta moda il cui com-pito esclusivo è la supervisione dell’intero pro-cesso produttivo: coordina, dirige e controlla lefasi dell’esecuzione artigianale del capo.SartoriaLaboratorio in cui vengono prodotti i capi diabbigliamento. Il termine è usato anche per in-dicare l’artigianalità nella fabbricazione di unabito, differenziandola dalla realizzazione indu-striale. Detta anche casa di moda, la s. femmini-le è il luogo in cui l’idea stessa di «moda» èmutata nel tempo. Le più prestigiose s. italiane,che producono gli abiti di haute couture secon-do un gusto propriamente italiano, sono Biki eVeneziani a Milano; Fontana, Marucelli, Cap-pucci, Antonelli e Schuberth a Roma. Invece, unvero stile italiano per la sartoria maschile, chenon risenta degli influssi d’oltremanica, nascesolo a partire dalla metà del XX secolo. Diversesono le modifiche apportate negli anni alle variecomponenti dell’abito: giacca, pantaloni ecc. Nelcorso del tempo la produzione artigianale degliabiti maschili si è andata orientando sempre piùverso la semplicità, la comodità e la naturalezza

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della figura, sia attraverso l’adozione di stoffepiù soffici sia proponendo una silhouette piùsnella.Self standing storeSpazio commerciale di medie dimensioni, sustrada o interno a centri commerciali.Servizio distributivoRiguarda tutti gli aspetti legati alla vendita (idee,assistenza, contatto interpersonale), finalizzati agarantire un ottimo posizionamento del prodot-to sul mercato.Sfilate di immagineEventi, apparentemente più pertinenti al mon-do rituale dello spettacolo che a quello tecnico-organizzativo della moda, in cui il prodotto ve-stimentario non è il protagonista assoluto. La lorofunzione principale è aprire il nuovo ciclo sta-gionale — gli appuntamenti sono semestrali:collezioni primavera/estate e collezioni autun-no/inverno — e presentare ufficialmente, concirca sei mesi di anticipo, la produzione ai li-cenziatari, ai buyers e ai media. Ma, soprattutto,la peculiarità di questa uscita pubblica consentedi comunicare al meglio l’immagine aziendale.Shop in shopSpazio commerciale di piccole dimensioni, po-sto all’interno di insegne commerciali, gestitoda personale aziendale.Show-roomNell’accezione maschile il termine indica la sfi-lata tecnica, in cui vengono mostrate le «vere»collezioni, cioè i modelli che saranno effettiva-mente prodotti. È in questo momento che av-vengono le decisioni di acquisto dei buyers. Loshow tecnico, o professionale, ha luogo all’in-terno delle case di rappresentanza (chiamate an-che, al femminile, «le show-room») o direttamen-te sul punto vendita. Quest’ultima soluzione,oltre a essere organizzata con lo stesso fine basi-lare dell’altra, cioè la registrazione di ordini deiclienti-venditori, può servire da presentazionediretta ai clienti finali e raccolta immediata de-gli acquisti dei consumatori. È praticata soprat-

tutto nel settore della moda pronta e in Paesi,come gli Stati Uniti, dove la distribuzione haraggiunto un notevole sviluppo in termini di bon-tà della gestione. Nell’accezione femminile, in-vece, il termine indica la sala in cui si presenta-no le collezioni ai compratori e dove si raccol-gono gli ordini.

SoprabitoCappotto in tessuto non eccessivamente pesan-te, ideale per temperature moderate, da indossa-re sopra il vestito in ambienti esterni. Può pre-sentare linea, lunghezza e rifiniture variabili, aseconda delle linee uomo o donna, della voga incorso e dei gusti di chi lo indossa.SottogonnaCapo di biancheria intima prettamente femmi-nile, usato già dagli antichi, indossato sotto lagonna per mantenerla distesa, specialmente sequesta è priva di fodera. In passato l’usanza pre-vede che se ne portino più di una contempora-neamente, ma già agli inizi del XIX secolo lenuove silhouette filiformi imposte dalla modamettono in disuso questo indumento. Tuttaviaverso il 1840 si torna ad utilizzare la s., non sem-pre coprendola del tutto con la gonna. I materia-li con cui è prodotta nell’Ottocento sono preva-lentemente tessuti piuttosto leggeri, come lino,cotone e mussola, mentre sono adoperati quellipiù pesanti per le sottogonne invernali. Sempresensibile alle voghe del momento, la s. si «ade-gua» al colore rosso delle giubbe garibaldine inauge negli anni successivi al 1860 ed è propostain flanella rossa. Abbandonata quasi totalmenteper tutto il Novecento, riappare solo negli anniSettanta, proposta da Lauren in cotone e in de-nim; ma è una moda passeggera.

SportswearIn italiano «abbigliamento sportivo», è un terminedi origine americana volto a designare una tipolo-gia di abbigliamento non da sera, confortevole maallo stesso tempo elegante, oppure degli indumen-ti assemblati in modo casuale; realizzato, comun-que, sui modelli base delle attività ginniche.

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StileFenomeno che fissa ed esprime un’identità —costruita sul gusto, sui valori e sul modo di vive-re del proprio gruppo o ceto e della propria per-sona — enfatizzandone i tratti di stabilità, l’in-sieme di elementi atti a formare un «discorso»che non sia completamente condizionato dallevariazioni delle mode, bensì vi si ponga trasver-salmente e in modo critico.Stile imperoAbiti con una linea morbida e la vita segnata sottoil petto.StilistaFigura che può definirsi come «artista del gustoe dello stile», il suo ruolo si snoda sulla ricercacontinua delle novità su cui si fonda il principiodella moda. La massima espressione delle suecapacità è interpretare visualmente i desideri delpubblico mentre abitano l’inconscio degli indi-vidui, di cui la gente non ha ancora sviluppatoun’idea precisa e cosciente. Gli s. si distinguonoin: designer, free-lance e imprenditori.Stilista designerÈ lo → stilista «creativo» incaricato di rielabo-rare in maniera innovativa l’immagine di unagriffe senza identificarsi con l’identità ricono-sciuta della marca, bensì apportando il propriostile.Stilista free-lanceÈ lo → stilista che concede il proprio talentosoltanto per una stagione, operando attraversoconsulenze o proposte più o meno complete diprodotti (alcuni free-lance si occupano anche dicurarne l’immagine e il posizionamento sul mer-cato).Stilista imprenditoreÈ lo → stilista a capo di maison che portano ilsuo nome. Segue il ciclo di lavorazione dallascelta dei tessuti alla progettazione, per arriva-re alla comunicazione del prodotto finale. Operain partnership con aziende che si occupano dellaproduzione (concessa su licenza) e della distri-buzione.

StocchistaFigura che gestisce un’attività commerciale conassortimento vario plurimarca, assenza di servi-zio e prezzi scontati, garantendo lo smistamentodelle rimanenze stagionali. Una variante, presen-te soprattutto in Inghilterra, sono gli outlet azien-dali gestiti direttamente dall’azienda.StolaLunga striscia di stoffa, di formato generalmen-te rettangolare, da portare in maniera da coprirele spalle per poi incrociarla sulla parte anterioredel busto. Viene indossata sugli abiti da sera spe-cialmente a metà Novecento, periodo in cui re-gistra un notevole successo, appoggiata su unaspalla o sciolta attorno al collo. In seguito, però,cade in disuso.StylistProfessione free-lance a metà strada tra l’areaaziendale e il settore della stampa, richiede unaformazione molto specialistica anche se non ne-cessariamente tecnica. È un esperto del gusto,abile nel creare «attorno all’abito» una forma dimetacomunicazione, realizzandola attraversoaltri oggetti di consumo, utili accessori o merciobsolete da inserire nella rappresentazione ico-nica dell’abito. Nell’ambito del lavoro redazio-nale è la figura professionale che seleziona gliabiti per un servizio fotografico e si occupa dirichiederli agli stilisti; ma cura soltanto le im-magini e non i testi scritti, elaborati dai giornali-sti di moda.Sweating systemDefinizione elaborata nell’ambito della raziona-lizzazione della produzione operata nel XIX se-colo. Distingue lo spazio in cui sono riuniti sartie tagliatori che collaborano alla confezione diun abito, mentre le altre attività di finitura sonosvolte dalle lavoratrici a domicilio.

TagliatriceUn mestiere di fondamentale importanza

per il risultato finale dell’abito. Anche se esisto-no ormai macchinari in grado di assicurare la

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necessaria perfezione del taglio, l’artigianalitàdi tale mansione resta indispensabile per alcunimodelli ed è una capacità professionale per cuiè scarsa l’offerta formativa.TailleurTipo di abito femminile ideato da Worth a metàOttocento, su ispirazione del completo maschi-le. Di qui il nome, derivante dal termine usatoper definire il sarto maschile ottocentesco,l’unico capace di realizzare questo vestito,composto inizialmente da giacca e gonna, poiproposto anche con pantalone. Ha un’ampiadiffusione anche nel corso del Novecento, va-riamente reinterpretato da altri sarti, in parti-colare da Chanel, che ne fa il simbolo del suostile. Il t. rappresentava, e ancora oggi permolti versi rappresenta, la partecipazione del-la donna ad un mondo esclusivamente maschi-le: quello lavorativo. Il tratto mascolino è, inalcuni casi, accentuato da altri accessori «ru-bati» al guardaroba da uomo, come il gilet, lacravatta e la paglietta.TerzistiLaboratori di produzione che realizzano, in su-bappalto, prodotti finiti.TessutaioEsperto da consultare per la scelta del tessuto eper la reale possibilità di ottenere un determina-to tessuto nel colore deciso originariamente,eventualmente per inserire decorazioni forgiateda macchinari tecnologicamente avanzati, il cuirisultato effettivo sarà il frutto di un lavoro tec-nico sperimentale tangibile solo poco prima del-l’uscita della realizzazione finale dell’abito.Total lookSe ne parla in riferimento a tutto ciò che vienerealizzato da uno stilista, sia in termini di capi diabbigliamento sia di accessori. È un’espressio-ne molto utilizzata nel penultimo decennio delNovecento.Totale standardÈ il costo industriale unitario ottenuto dalla som-ma dei costi diretti e indiretti assoluti (non rela-

tivi ai modi o ai luoghi di produzione), sul qualevengono stabiliti i costi di una collezione.

Tournure→ Pouff.TrasparenzaCaratteristica mostrata già dagli abiti confezio-nati in leggera mussolina. Ma, nella moda mo-derna, si comincia a parlare di t. a partire dal1968, quando Yves Saint Laurent propone inpasserella una camicia sottilissima che lasciaintravedere le linee del corpo. Pur se non accol-ta mai senza polemiche e pur nella mancanza diuna totale adesione ad essa da parte del pubbli-co, la voga per le stoffe trasparenti non cessa ditornare in auge saltuariamente.

Trend setterStilista leader che riesce a realizzare l’incontrotra logica razionale industriale e creatività artisti-ca, dimostrando la globalità insita nel suo approc-cio processuale, che mette insieme trasversalmen-te fattori tra loro diversi (emozione e ragione; este-tica e funzione; qualità, servizio, comunicazio-ne). I t.s. forniscono così al consumatore, più cheuna tipologia di prodotti, un ambiente immagina-rio, che, non essendo soggetto alla temporalità, sipresta a sensibilizzare il cliente sulle aspettativefiduciarie della griffe. L’élite degli stilisti leaderin grado di muoversi su questo nuovo percorsonon rinuncia totalmente al cambiamento, ma lotrasferisce nell’ambito della «ricerca personale»,in un costante dialogo interiore che affianca esi-genza di forte riconoscibilità nella continuità ditratti stilistici costanti ed evoluzione sperimenta-le delle forme espressive.TulleTermine che risale al Settecento e deriva da Tul-le, nome della città francese di produzione. Sitratta di un materiale sottilissimo, trasparente econ una fitta trama a fori esagonali, molto usatoper abbellire vestiti, cappelli e soprattutto perrealizzare vesti nuziali. In origine realizzato soloin garza o in seta, oggi lo si trova anche in fibresintetiche.

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TurkishDenominazione comune dei «pantaloni da ha-rem». Adottato liberamente — anche se senzaparticolare entusiasmo — dalle donne francesi,questo capo è concesso alle inglesi soltanto nel1969.Tutto biancoModa diffusasi nella seconda metà degli anniTrenta. L’idea parte dal sarto della regina Elisa-betta, che ha scelto per lei, in lutto di Giorgio Vma impegnata in visite ufficiali all’estero, unintero guardaroba appunto bianco. Per le donnel’abito bianco per la sera diventa d’obbligo quan-to lo smoking per gli uomini.Tv tematicheHanno ormai raggiunto una discreta diffusione letv che scelgono di focalizzare l’intera program-mazione su un solo argomento, cosicché oggi, suicanali di moda, si dispone di immagini delle sfi-late in qualsiasi momento della giornata; le im-magini arrivano da luoghi diversi e presentanosfilate, eventi, mostre e quant’altro appartiene alsettore di riferimento, offrendo, in un flusso inin-terrotto, proposte stilistiche di ogni genere.TweedTermine derivante molto probabilmente dall’er-rata trascrizione della voce scozzese twill (saia)e dalla connessione ad essa di Tweed, nome delfiume che delinea il confine tra Scozia e Inghil-terra, famoso per la presenza, nei dintorni, diindustrie di tale tessuto. Con t., infatti, si desi-gna un tipo di stoffa di lana mediamente pesan-te, ruvida al tatto, realizzata in diverse colora-zioni. Sin dalla fine del XIX secolo viene ado-perato soprattutto per farne abiti, sia femminilisia maschili, e scialli. Ne esistono diverse tipo-logie: il denegale, l’harris, l’home-spun, il Lin-ton.

Ufficio stampaHa il compito di elaborare i comunicati

(press release) da inviare ai giornalisti per for-nire dati utili alla redazione di un «pezzo» —

e, innanzitutto, per sollecitarlo — che riguardila collezione stagionale o, più in generale, no-tizie sull’azienda (servizi offerti, politiche ver-so i dipendenti, piani di espansione, progettiecologici ecc.). Il passo successivo è la rasse-gna stampa, cioè la raccolta di tutti gli articolipubblicati e il monitoraggio in termini sia qua-litativi (positivi/negativi) sia quantitativi (nu-mero di testate).UnisexSi dice di un capo (camicia, giacca, pantalone opanciotto) che può essere indossato, indistinta-mente, dall’uomo e dalla donna. Adottato sin dal1968, è uno stile molto popolare negli anni Set-tanta, cioè nel periodo in cui entrambi i sessicominciano a indossare capi fino a quel momentodestinati esclusivamente all’altro sesso. Tuttavia,tale voga è accolta senza polemiche solo a parti-re dai primi anni Ottanta.

VampTermine derivato da vampiro, tema sul

quale, nei primi anni Venti, si producono varifilm. In questo periodo le dive del cinema pro-iettano sul mondo un nuovo tipo di donna: men-tre il processo di emancipazione è ormai avvia-to, si afferma un’immagine di marcata femmini-lità, il cui principale tratto distintivo è lo sguar-do languido; cappelli calati sulla fronte, lunghefrange ed un particolare trucco scuro sono usatiper mettere in risalto la sensualità del volto. Tut-to concorre a creare l’effetto fluido e sfumatodel linguaggio cinematografico caratteristicodell’epoca e gli abiti, molto leggeri — in → crêpede Chine o chiffon — scendono morbidi, ma cortifino alla caviglia.VerdugaleSottogonna nata in Spagna verso il 1550. Ini-zialmente è realizzato in feltro, viene poi am-pliato con l’aiuto di cerchi fatti con stecche dibalene o di vimini. La versione esagerata del1575, costituita da un largo cerchio di metallo, èchiamata v. a ruota o alla francese.

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Verifica ergonometricaLa prova del muoversi dentro l’abito, l’anticipa-zione dell’effetto che le suggestioni creativeavranno una volta indossate e la potenzialità dellerielaborazioni d’uso.Vestito antineutraleL’abito futurista rielaborato, nello spirito mari-nettiano, per glorificare la guerra durante l’in-tervento italiano nel primo conflitto mondiale;il manifesto futurista è ripubblicato col titolo Ilvestito antineutrale.Video di modaFilmati da trasmettere su uno schermo televisi-vo, che, con le vetrine, costituiscono gli strumentidella comunicazione nei punti vendita. Nella lororealizzazione l’elemento centrale sono gli spez-zoni di girato delle sfilate, cui si affiancano altreimmagini pubblicitarie del marchio, degli stili-sti, dei testimonial o delle modelle. Possono di-ventare mini-storie o brevi documentari, il cuiprotagonista principale è sempre la casa di moda.VintageCategoria che indica abiti d’epoca usati. È ilmodo per recuperare capi del passato che hannofatto tendenza, riproponendoli così com’erano,senza rielaborazioni. La novità è solo nella ri-contestualizzazione dell’abito storico e d’annatanel tempo presente. A partire, dunque, dai creato-ri, ai cacciatori di idee, alle cultrici di moda, alleattrici, alle studentesse, si è formata una nuovatipologia di consumatore: l’adepto del v. La de-finizione non è casuale, in quanto tale pratica sipone come un «movimento», con tanto di leader(Angelo Caroli), che trova visibilità in una mo-stra annuale (al Castello di Belgioioso, Pavia).

Wearable (fashion chip)Il rapporto tra moda e tecnologia si svi-

luppa nella ricerca dell’abito intelligente, chepermette di «portarsi addosso» le informazioni,cercando di far dialogare tra loro i capi e gli ac-cessori, facendo del proprio corpo una rete loca-le personale. Con il w. l’abito si fa «chip» e in-globa le tecnologie, dando loro un posto all’in-terno della confezione.Web-designerFigura professionale specializzata nell’uso di una«grafica sensibile», cui si sono rivolti molti sti-listi famosi per ottimizzare l’efficacia della co-municazione via Internet. I nomi dei w-d. si tro-vano, in genere, alla fine di ogni home page.Web-camerÈ il commesso virtuale, incaricato di illustrareall’utente le caratteristiche tecniche degli abitidurante lo shopping in rete.Wiener WerkstätteLa scuola di arti applicate di Vienna, dove, neiprimi anni del Novecento, si costituisce un la-boratorio stabile dedicato alla moda sotto la guidadi Eduard Wimmer-Wisgrill. Le proposte inno-vative degli artisti — gli abiti ispirati, ad esem-pio, alla morbidezza orientale come quelli dise-gnati da Gustav Klimt — vengono realizzati soloraramente. Tuttavia, lo spirito della sperimenta-zione che caratterizza il transito tra Otto e No-vecento persuade una personalità come il sartoPaul Poiret a modificare radicalmente la figurafemminile, proprio basandosi sul lavoro di sca-vo e di rilettura mitologica compiuto, sulle tra-dizioni antiche o esotiche, dai mercati dell’in-dustria culturale.