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1 MARIO GORI-MARIO TANGA GLOSSARIO CINESICO 2006

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MARIO GORI-MARIO TANGA

GLOSSARIO CINESICO

2006

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A ABBASSARE ABDURRE ABILITÀ ABITUDINE ABULIA ACROBATICA ADATTAMENTO ADATTAMENTO SENSORIALE ADDESTRAMENTO ADDURRE ADUNATA AEROBICO AFFATICAMENTO AFFETTIVO AFFONDO AGENTE (dell'azione motoria) AGGREGAZIONE AGONISMO AGONISTA ALLINEAMENTO ALTRUISMO AMBIENTAMENTO AMBIO AMPIEZZA RESPIRATORIA ANALISI CINESICA

ANALIZZATORE PERCETTIVO ANDATURA ANTICIPAZIONE MOTORIA APNEA APPOGGIO APPRENDIMENTO MOTORIO APRASSIA ARRAMPICATA ARTO PORTANTE ASSI ASSIMILAZIONE ASSISTENZA ATTEGGIAMENTO ATTENTI ATTENZIONE ATTITUDINE ATTO MOTORIO ATTORE (o agente) ATTREZZI AUDIOMOTRICITÀ AUTOMATISMO AUTONOMIA (personale) AUTOPOIETICITÀ AVVITAMENTO AZIONE AZIONE MOTORIA

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B BALZARE BISOGNO

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C CADENZA CADUTA CAMBIAMENTO CANDELA CAPACITÀ CARICAMENTO CATEGORIE CINESICHE CATEGORIE LINGUISTICHE CAUSALITÀ CENESTESI (o CINESTESI o KINESTESI) CINE CINEMA CINEMANTICA CINEMATICA CINEMICA CINEMIOLOGIA CINEMORFEMA CINEMORFO CINEMORFOLOGIA CINESI CINESIA CINESICA CINESICOPATIA CINESIOLOGIA CINESIOPRAGMATICA CINESIPATIA CINESTESIA CINESTETICA (percezione) CINETICA CINETICO CIRCONDUZIONE CODICE CODICE SEMIOTICO CODIFICAZIONE

COLPO (di gioco) COMANDO GINNASTICO COMOTRICITÀ COMPETENZA COMPETIZIONE COMPETIZIONE MOTORIA COMPORTAMENTO CINESICO COMPORTAMENTO MOTORIO COMPUTAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE MIMO-GESTUALE COMUNICAZIONE MOTORIA COMUNICAZIONE NON VERBALE COMUNICAZIONE PRASSICA COMUNICAZIONE PRASSICA DIRETTA COMUNICAZIONE PRASSICA INDIRETTA CONDIVIDERE CONDIZIONAMENTO CONDIZIONE DI ESERCIZIO CONDIZIONE PEDAGOGICA CONDIZIONI RILEVANTI CONDOTTA MOTORIA CONTESTUALITÀ DELL'AZIONE CONTRADDIZIONE CONTRATTO LUDICO CONTRAZIONE CONTROCOMUNICAZIONE MOTORIA CONTROLLO COORDINATIVE (Capacità coordinative) COORDINAZIONE CORPO CORRELAZIONE CORRISPONDENTI CORSA COSCIENZA COSTRUTTO SIMBOLICO

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D DA-SEIN DEAMBULAZIONE DECENTRAMENTO SOCIOMOTORIO DECISIONE MOTORIA DECODIFICAZIONE DECODIFICAZIONE SEMIOTICA DECUBITO DEFATICAMENTO DEGENERAZIONE DIFFICOLTÀ DISFONIA DISGRAFIA DISLESSIA DISPOSIZIONE DISTANZA DI ATTENZIONE DISTANZA DI CARICA DISTANZA DI GUARDIA DISTANZA DI RAFFRONTO MOTORIO DIVARICARE DIVARICATA DIVERSITÀ DUELLO

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E EDUCAZIONE FISICA EFFETTO PERVERSO LUDICO EGOCENTRISMO EGOISMO ELABORAZIONE ELASTICITÀ ELEMENTARI ELEMENTI SEMIOTICI ELEVARE EMPATIA SOCIOMOTORIA ENUNCIAZIONE EQUILIBRIO EQUIVALENZA FUNZIONALE (o EQUIFUNZIONALITÀ) ERGOMOTRICITÀ ERLEBNIS ERRORE ESERCIZIO ESPERIENZA ESPRESSIONE CORPOREO-MOTORIA ESTENDERE ETNOMOTRICITÀ

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F FALCATA FEED-BACK (o REAFFERENZA) FEED-FOWARD (o CONTROLLO DI PRE-AZIONE) FENOMENO FILA FINALITÀ FISSATORI FLETTERE FONDAMENTALI FONO-MOTRICITÀ FORMA FORZA FRONTALE (PIANO FRONTALE) FUNZIONALE FUNZIONE FUNZIONE METAMOTORIA FUNZIONE PRASSICA FUNZIONE SEMIOTICA FUNZIONI SEMIOTICHE FUNZIONE SEMIOTRICE

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G GALLEGGIAMENTO GENERE CINESICO GERARCHIA GESTEMA GESTO GINNASTICA GIOCO GIOCO SPORTIVO GIRO GLOBALITÀ DELL'AZIONE MOTORIA GLOTTOCINESICA GLOTTO-MOTRICITÀ GRADO GRAFO-MOTRICITÀ GUIDATORI

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H K HABITUS KP (KNOWLEDGE OF PERFORMANCE).

KR (KNOWLEDGE OF RESULTS).

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I IDENTITÀ IMITAZIONE IMMAGINE MENTALE DELL'AZIONE MOTORIA IMMERGENTE IMPLEMENTARE IMPUGNATURA INCERTEZZA INCLINAZIONE INCROCIARE INDICE INDIVIDUALITÀ INDIVIDUALIZZAZIONE IN PRIMA INTEGRAZIONE INTELLIGENZA MOTORIA INTENZIONALITÀ EDUCATIVA INTERAZIONE INTERAZIONE MOTORIA INTERESSE INTERFUNZIONALITÀ DELLA PERSONA INTERPRETAZIONE INVOLUZIONE (IPER)CIFOSI IPERESTENSIONE IPERLORDOSI

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L LANCIO LATERALITÀ LIBERTÀ LINEA DI BASE LINGUAGGIO LINGUAGGIO CINESICO LINGUAGGIO DEL CORPO (LDC) LINGUAGGIO MIMO-GESTUALE (LMG) LOCOGRAMMA LOCOMOZIONE LOGICA INTERNA DELL'AZIONE MOTORIA LONGITUDINALE LUDICO

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M N MARCATURA MARCIA MATRICE DELLE INTERAZIONI MOTORIE MATRICE SEMIOTICA MATRICE SIMBOLICA MEMORIA METACOMUNICAZIONE MOTORIA METAMOTRICITÀ METASEMIOLOGIA MIOTASSIA MIOTATTICO (RIFLESSO MIOTATTICO) MISURA MISURAZIONE MOBILIZZAZIONE MOLLEGGIO MOTIVAZIONE MOTRICITÀ MOTRICITÀ INTELLIGENTE MOVIMENTO MULTILATERALITÀ

NUOTO

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O OBIETTIVO OBIETTIVO EDUCATIVO OGGETTIVITÀ OMOLOGO OPERAZIONE OPERAZIONI ORDINATIVI ORIENTAMENTO ORTOMOTRICITÀ OSCILLAZIONE

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P PALESTRA PARAMETRI PARTECIPAZIONE PASSO PATTERNS CINESICI PERCEZIONE PERSONALITÀ PIANI PIEGAMENTO POLISPORTIVITÀ POLIVALENZA PORTANTE POSATA POSIZIONE POSTURA POTENZIALITÀ PRAGMATICA PRAGMATISNO PRASSEMA PRASSEMICA PRASSEOGRAMMA PRASSEOLOGIA MOTORIA PRASSI PRASSIA PRASSICO PRASSIOLOGIA PRATICA PREAZIONE PREREQUISITO

PRESA PRESTAZIONE PROAZIONE PROCEDURA D'AZIONE PROCEDURA COMUNICATIVA PROCESSO PRODUZIONE DIVERGENTE PROGRESSIONE PRONARE PRONTEZZA DI REAZIONE PROPEDEUTICO PROPRIOCEZIONE PROSSEMICA PROTESA PROTOTIPO PSICOCINESICA PSICODRAMMA PSICOMOTRICITÀ

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R RACCOLTA RAPPRESENTAZIONE MENTALE REAZIONE RECETTORE RECIPROCITÀ RECUPERO REGISTRO LINGUISTICO RELATIVITÀ RELAZIONE RELAZIONE LINGUISTICA RESISTENZA RESPONSABILITÀ RETE DI INTERAZIONI RETRAZIONE RETROAZIONE RIFLESSIONE RIFLESSO RIGA RIPETERE RIPORTO RISCALDAMENTO RISPOSTA RITTO RUOLO SOCIOMOTORIO RUOTARE

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S SAGITTALE SALIRE SALTARE SCHEMA CORPOREO SCHEMA MOTORIO SCHIERAMENTO SCIOLTEZZA SCONTRO SCOPISTICA SEGNO SEMANTICA SEMIOLOGIA SEMIOTICA SEMIOTRICITÀ SEMIOTRICIZZARE SEMIOTRICIZZAZIONE SENSO SENSORIALITÀ SEPARAZIONE SEQUENZA CINETICA SEQUENZIALITÀ SERIE SERRAFILA SERRARE SIGNIFICANTE SIGNIFICAZIONE SIGNIFICATO E SENSO SIMULAZIONE SINERGICI SINTAGMA SINTASSI SISTEMA SISTEMA DEI PUNTEGGI

SISTEMI DI DISPOSIZIONI SITUAZIONE DI PARTENZA SITUAZIONE MOTORIA SITUAZIONE PROBLEMICA SLANCIO SOCIALITÀ SOCIALIZZAZIONE SOCIOCINESICA SOCIODRAMMA SOCIOMOTRICITÀ SOCIOPRASSEMA SOCIOPRASSIA SOLIDARIETÀ SOLLEVATA SOSPENSIONE SOTTO-RUOLO SOCIOMOTORIO SPARO SPAZIO SPECIFICITÀ SPETTACOLARITÀ SPINTA SPORT STATUTO SOCIO-MOTORIO STAZIONE STILE COGNITIVO STILE MOTORIO STIMOLO STRATEGIA STRATEGIA MOTORIA STRETCHING STRUTTURAZIONE SUPERVISIONE SUPINARE SUPPORTO DI MARCATURA SUSSIDI DIDATTICI SVANTAGGIO SOCIALE SVILUPPO MOTORIO

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T TATTICA TECNICA TEMPO TEMPO DI MOVIMENTO (TM) TEMPO DI REAZIONE (TR) TEORIA DEI GIOCHI TEORIA DEI GIOCHI SPORTIVI TESO TIPOLOGIA CINESICA TORCERE TRACCIA PERCETTIVA TRANSFER TRASLARE TRASLOCARE TRASVERSALE

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U V UNIVERSALI VALUTAZIONE

VELOCITÀ VETTORE DI ATTIVAZIONE VIDEO-MOTRICITÀ VOLO

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ABBASSARE

Movimento lento, dall'alto verso il basso, di avvicinamento dell'arto superiore o infiore, senza cambiare il suo atteggiamento, rispettivamente verso il bacino o verso il suolo.

INDICE

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ABDURRE

Allontanare una parte del corpo (un arto, un'estremità, un dito, etc.) dall'asse mediano del corpo stesso (movimento inverso rispetto all'adduzione). Abduttore: che abduce. Abduzione: atto o effetto dell'abdurre.

INDICE

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ABILITÀ

Azione o complesso di azioni significative ed efficaci, rispetto ad un certo scopo o ad un certo compito. Il termine azione ha qui un'accezione molto ampia, potendosi trattare di un'espressione comportamentale (motoria) a carattere operativo e/o comunicativo, oppure di una procedura computazionale (elaborazione cerebrale-mentale) relativa a simboli linguistici, matematici o di qualunque altro tipo. L'abilità corrisponde ad una competenza (come tale appresa) dimostrabile con la sua applicazione nella prassi. Nella didattica l'abilità indica un comportamento dell'allievo che dimostra il raggiungimento di obiettivi che sono stati scelti in sede di programmazione. Le abilità devono essere osservabili dal docente, affinché la valutazione sia coerente rispetto ai parametri decisi precedentemente. Ogni abilità è quindi la risultante del rapporto tra apprendimento e rendimento. Tutti gli allievi possiedono abilità precedentemente acquisite che vanno accertate all'inizio di ogni percorso didattico. Le abilità non si raggiungono una volta per tutte, ma sono strutture cerebrali-mentali aperte e quindi continuamente "aggiornabili" in relazione all'esperienza esterna (rapporto con il mondo) ed interna (riflessività, ricorsività, autogeneratività del pensiero, etc.).

INDICE

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ABITUDINE

Schema di comportamento ricorrente e stabile, acquisito attraverso l'apprendimento. Corrisponde a una competenza, come tale appresa, dimostrabile con la sua applicazione nella prassi. Indica altresì una caratteristica individuale considerata dal punto di vista del rendimento, ossia una disposizione naturale a riuscire in una attività, se si sviluppa adeguatamente questa predisposizione.

INDICE

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ABULIA

In generale mancanza di intenzione o di motivazione, che relega il soggetto in una condizione di inerzia, di mancanza di iniziativa e di interessi.

INDICE

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ACROBATICA

In ginnastica artistica sono così chiamati gli esercizi che implicano particolari difficoltà di esecuzione.

INDICE

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ADATTAMENTO

Condizione di relazione armoniosa con l'ambiente in cui una persona è capace di ottenere la soddisfazione della maggior parte dei propri bisogni e di rispondere abbastanza bene alle richieste del sociale; procedimento secondo il quale si verificano modificazioni in conformità al sistema della struttura comunicativa che lo riceve. Adattamento non significa supina conformazione del soggetto all'ambiente, ma si presuppone avvenga all'interno di un processo interattivo.

INDICE

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ADATTAMENTO SENSORIALE

Processo che consiste in una modificazione funzionale dei recettori. Si verifica quando lo stimolo non cambia in modo sufficientemente rapido e ampio, così che il recettore periferico alza la sua soglia di eccitabilità e finisce per non reagire più allo stimolo stesso. A tal fine il cambiamento può essere relativo, cioè, per es., ottenuto con una variazione di posizione del recettore. Così ruotare gli occhi equivale a percepire un'immagine diversa. I recettori più refrattari all'adattamento sono quelli dolorifici.

INDICE

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ADDESTRAMENTO

Apprendimento eterodiretto (da parte di un genitore, di un insegnante, di un istruttore, etc.) o, nel caso dell'autoaddestramento, processo di apprendimento che viene intrapreso deliberatamente per indirizzare la condotta in una direzione ben precisa. L'addestramento interessa l'aspetto esecutivo e non i processi generativi dell'abilità che si acquisisce, la quale tende così ad essere rigida e stereotipa.

INDICE

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ADDURRE

Avvicinare una parte del corpo all'asse longitudinale mediano (movimento inverso rispetto all'abduzione).

Adduzione: l'atto dell'addurre. Adduttore: che adduce.

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ADUNATA

È il ritrovo e la disposizione dell'intero gruppo di allievi di fronte o comunque presso l'insegnante, secondo un ordine preciso e formalizzato (fila, riga, etc.), oppure secondo un qualche criterio.

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AEROBICO

Si dice del lavoro muscolare ottenuto per ossidazione aerobica dei substrati.

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AFFATICAMENTO

Condizione psico-fisica di esaurimento delle risorse energetiche, che comporta inevitabilmente una riduzione delle potenzialità prestative. L'affaticamento viene di solito avvertito come disagio o vera e propria sofferenza, oltre che come fabbisogno di riposo e recupero di energie.

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AFFETTIVO

Relativo ai sentimenti, alle emozioni, agli affetti della persona (cfr. interfunzionalità della persona).

INDICE

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AFFONDO

Azione e posizione di un arto inferiore che, allontanandosi (in avanti o lateralmente) da quello che rimane fermo in appoggio al suolo, riceve il peso del busto e cede in modo controllato piegandosi. In particolare nella scherma è un'azione di attacco: proiettandosi in avanti si estende il braccio armato in direzione dell'avversario, mentre l'arto inferiore omolaterale esegue, appunto, un'azione di affondo propriamente detta. In ginnastica si esegue spostando e semipiegando un arto inferiore in avanti, lateralmente o dietro, lasciando l'altro in atteggiamento lungo ed in posizione obliqua rispetto al suolo, senza spostarne l'appoggio.

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AGENTE (dell'azione motoria)

V. Attore.

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AGGREGAZIONE

Condizione interattiva in cui alcuni soggetti collaborano, o confrontano le loro capacità in situazioni problemiche o si costituiscono in un gruppo più o meno strutturato, in riferimento ad una caratteristica o ad un obiettivo comune. Può essere più o meno coinvolgente e più o meno stabile.

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AGONISMO

Modalità, da parte di un soggetto, di interpretare il contesto in una gara codificata (o non).

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AGONISTA

Si dice dell'atleta che si impegna in una prova di gara. Il termine agonista designa anche il ruolo di un muscolo (o di un gruppo muscolare) che, in una certa esecuzione, si accorcia provocando, con tale accorciamento, il movimento.

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ALLINEAMENTO

Disposizione secondo una linea retta.

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ALTRUISMO

Atteggiamento interattivo della persona centrato sull'esigenza dell'altro.

Nell'elaborazione dell'esperienza il soggetto tiene in conto prevalentemente il punto di vista altrui, relativamente all'oggetto di conoscenza.

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AMBIENTAMENTO

Si parla di ambientamento in occasione di mutamenti significativi dell'ambiente del soggetto, che mette in atto un processo di graduale armonizzazione di sé con l'insieme dei fattori ambientali, che possono essere di natura fisica (climatica, etc.) o sociale ( presenza di altri soggetti, loro ruoli, rapporti con essi, etc.). L'ambientamento consiste nella (ri)conquista, da parte del soggetto, di condizioni di ottimalità psico-fisico-sociale. Più che un processo di adattamento, reattivo e più o meno passivo e determinato, l'ambientamento è un processo che dimostra la vitalità, la creatività e la volontà del soggetto. Ambientarsi non significa infatti subire e sopportare, ma trovare nuove e pertinenti modalità di rapporto con l'ambiente. Perciò vengono coinvolte le risorse biologiche, psicologiche, cognitive e relazionali, nonché le interrelazioni tra queste.

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AMBIO

Andatura irregolare, naturale o acquisita per esercizio. Consiste nel portare avanti simultaneamente i due arti dello stesso lato. Nell'uomo, che ha un'andatura bipede, l'ambio non consente la controrotazione della parte superiore del corpo, controrotazione che bilancia e compensa la rotazione della parte inferiore in relazione al passo.

Si riscontra in cavalli, asini, muli, giraffe, cammelli, orsi.

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AMPIEZZA RESPIRATORIA

Differenza di escursione perimetrale della gabbia toracica considerata nelle due posizioni estreme di massima espansione e di massima retrazione.

INDICE

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ANALISI CINESICA Consiste in una registrazione di funzioni muovendo da successive partizioni della struttura del messaggio: a) - Il comportamento motorio non è un codice in senso proprio (se non in alcuni contesti specialistici o comunque precisati) sebbene la consuetudine al

suo e il suo interscambio (o esplicazione o interpretazione) con il linguaggio verbale, ne permettano un uso approssimativamente simile a quello di un codice.

b) - relazione sociale - comportamento adattivo verso l’ambiente esterno - comportamento adattivo verso l’ambiente interno - rappresentazione scenica (mimica, recitativa, di danza...) c) - espressioni del viso e/o delle sue parti (sguardi, ecc.) - cambiamenti di posizione - traslocazioni - atteggiamenti delle mani (indicazioni...) - atteggiamenti di tutto il corpo - contatti fisici - autocontatti - contatti con gli altri - contatti con gli oggetti - contatti diretti - contatti mediati da oggetti d) - v. funzione fàtica, ecc. e) - segnali di ... (v. D. Morris) f) - sintassi e pragmatica g) - paradigmi, repertori astratti/effettuati-effettuabili (esterno-interno e interno-esterno) h) - regole sintattiche a cui sottostanno: - leggi biomeccaniche - regole - valori comportamentali - coerenza di intenzionamenti e fini

INDICE

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ANALIZZATORE PERCETTIVO

Sistema funzionale biologico che comprende diversi ed eterogenei elementi anatomici:

1) un recettore (cfr.) periferico, capace di operare la trasduzione di uno stimolo specifico in un impulso elettro-chimico (nervoso). Il recettore periferico può quasi sempre essere pre-adattato attraverso il controllo nervoso centrale, cosicché lo stesso stimolo può avere effetti diversi a seconda dei casi;

2) gli elementi nervosi (centrali e periferici) che consentono il pre-adattamento del recettore;

3) gli elementi nervosi (centrali e periferici) che consentono il trasporto dell'afferenza, la sua elaborazione (interpretazione, analisi, riconoscimento, etc.) ed il suo utilizzo.

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ANDATURA

Portamento, modo ed effetto dell'andare. Velocità media. Spesso lo stesso che deambulazione.

Rientrano nelle andature tutte le modalità relative alle necessità contestuali o artificiose, di spostarsi nello spazio. Sono andature lo strisciare, il camminare a quattro appoggi, il saltellare, il balzare, etc.

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ANTICIPAZIONE MOTORIA

È l'attuazione di un comportamento in considerazione dello sviluppo (potenziale, futuro) della situazione contestuale, in modo da indirizzare, nei limiti del possibile, tale sviluppo nella direzione desiderata, in relazione agli scopi che il soggetto si pone. L'anticipazione motoria è, ovviamente, collegata alla capacità di proazione (cfr.) e consiste nella condotta motoria di un soggetto che cerca di prevenire attivamente gli sviluppi futuri della situazione.

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APNEA

Temporaneo arresto della ventilazione polmonare, volontario o di origine fisiologica o patologica. Può essere ottenuta tramite l'arresto dell'azione della muscolatura respiratoria che può essere in contrazione isometrica (per opporsi alla tendenza fisica dei polmoni e del torace a svuotarsi, per esempio) o rilassata (si lascia che agiscano le forze fisiche, come l'elasticità del parenchima polmonare, il peso della griglia costale, etc. fino all'ottenimento dell'equilibrio); altrimenti la chiusura della glottide (o un impedimento accidentale della pervietà delle vie respiratorie) può bloccare, indipendentemente dal resto, l'attività ventilatoria.

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APPOGGIO

In ginnastica è un'attitudine in cui il baricentro del corpo si trova sopra il punto (o i punti) di presa e quindi tende, per gravità, ad avvicinarglisi.

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APPRENDIMENTO MOTORIO

È definibile propriamente motorio ogni apprendimento (cfr.) una cui parte considerevole riguardi gli algoritmi di conversione della rappresentazione mentale in esecuzione sul piano motorio, comportamentale, interattivo. Tale conversione consiste nel giungere a provocare le contrazioni muscolari necessarie, in relazione agli scopi che il soggetto si pone ed alle caratteristiche della situazione. È una conversione tutt'altro che determinata o determinabile in modo univoco e la pertinenza o l'idoneità delle contrazioni muscolari, esito di tale procedura, possono essere valutate in rapporto agli scopi che il soggetto si pone e agli effetti nelle dinamiche interattive. L'apprendimento motorio non può quindi essere valutato esclusivamente rispetto alle caratteristiche intrinseche dell'evento esecutivo, muscolare e meccanico.

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APRASSIA

Disturbo della motricità, consistente nella impossibilità di realizzare azioni.

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ARRAMPICATA

Azione di salita che implica l'uso degli arti sia superiori che inferiori. Il supporto può essere una parete rocciosa, una pertica, una fune, etc. L'azione di arrampicarsi implica di solito una trazione effettuata con gli arti superiori ed una spinta effettuata con gli arti inferiori; Si tratta, per lo più, di un comportamento impegnativo dal punto di vista di dispendio energetico, ma che, se opportunamente usato, permette di superare ostacoli anche particolarmente impervi. (cfr. salire).

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ARTO PORTANTE

È l'arto che, in appoggio, sostiene il peso del corpo.

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ASSI

Rette immaginarie che attraversano il corpo. Ne vengono considerati tre, ciascuno perpendicolare agli altri due, e che si incontrano in un unico punto all'interno del corpo. Si considerano i seguenti assi:

1) longitudinale, passante per il vertice e per la giunzione dei talloni; 2) trasversale, passante per le spalle; 3) trasversale, passante per lo sterno e la colonna vertebrale, in modo da

attraversare l'incrocio degli altri due. Ogni coppia di assi individua un piano (cfr.) che attraversa il corpo

dividendolo in due parti. L'asse può essere considerato, analogamente, anche per ogni singola parte del corpo.

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ASSIMILAZIONE

Processo attraverso il quale un nuovo dato di esperienza viene acquisito applicando regole e schemi già esistenti, senza che questi vengano modificati.

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ASSISTENZA

Insieme di operazioni destinate a facilitare, per l'allievo, lo svolgimento di un'attività, un processo di apprendimento, etc. In particolare, nell'attività motoria, può consistere anche nell'interazione materiale con l'allievo stesso al fine di guidare e/o agevolare la sua esecuzione.

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ATTEGGIAMENTO Condizione personale che caratterizza uno o più aspetti della sfera emotivo-affettiva del soggetto in situazione, quando egli si

dispone ad affrontare (o affronta) un compito. Riguarda la qualità della condizione umana davanti a una specifica situazione operativa e/o relazionale (es. responsabile, collaborativo, protettivo, esuberante...).

In ginnastica è la figura che il corpo assume indipendentemente da qualsiasi elemento ambientale; si distinguono così i seguenti atteggiamenti, riferibili a tutto il corpo o parte di esso:

1) Lungo: massima distanza reciproca tra i due estremi; bisogna distinguere però tra un atteggiamento fisiologico in cui il corpo o il segmento sono naturalmente distesi ed un atteggiamento allungato in maniera forzata, in cui con una decisa azione muscolare si accentua e si blocca l'atteggiamento stesso.

2) Breve: minima distanza reciproca tra i due estremi. Tra l'atteggiamento lungo e quello breve esistono infiniti atteggiamenti intermedi, genericamente definiti semibrevi.

3) Torto o ruotato: avvolgimento intorno all'asse longitudinale. Sottilizzando si potrebbe distinguere: torsione = deformazione elicoidale; rotazione = variazione di orientamento (perno l'asse

longitudinale). Si potrebbe dire che se i due estremi sono ruotati uno rispetto all'altro, il segmento interposto è necessariamente torto.

Alcuni atteggiamenti del corpo nel suo complesso, sono definiti ginnasticamente: A) tipo: massima autoelongazione; retrazione addominale, retroversione del bacino, retropulsione del mento, curve sagittali

del rachide attenuate (cfr. attenti). B) Torto: avvolgimento longitudinale complessivo. C) Arco: estensione dell'anca e del rachide. D) In ginocchio: ginocchia a 90°. E) Raccolta: flessione di anca e ginocchio. F) Massima raccolta: flessione di anca, ginocchio e rachide. G) Squadra: flessione delle anche a 90°. H) Massima squadra: Flessione massima di anche e rachide.

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ATTENTI

Nella ginnastica tradizionale indica una particolare postura consistente nella stazione eretta concomitante alla elongazione assiale del rachide: bacino retroverso, addome retratto, curve sagittali del rachide attenuate, mento in retropulsione. Inoltre il torace è bene in espansione, le spalle sono abbassate e addotte posteriormente.

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ATTENZIONE

Regolazione selettiva dell'attività percettiva. comporta un aumento di efficienza mentale in una direzione con inibizione di altre reazioni. È una sorta di concentrazione di risorse cerebrali, mentali e fisiche in un ambito limitato o relativamente ad un aspetto particolare dell'esperienza. Come dire intensità a spese di estensione.

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ATTITUDINE Indica una caratteristica individuale considerata dal punto di vista del (potenziale) rendimento, ossia una disposizione

naturale a riuscire in una determinata attività. In psicologia si distingue tra attitudini ed abilità; le prime riguardano un certo tipo di potenzialità del soggetto che, all'attuazione, saranno, con ogni probabilità, facilitate per una sorta di pre-disposizione; le seconde sono competenze già acquisite e collaudate. Tuttavia anche le prime, se devono essere valutate, vanno riferite ad aspetti oggettivabili della persona, come il suo comportamento. Le attitudini vengono pertanto distinte e misurate in rapporto a certi tipi di comportamento, soprattutto sotto il riguardo psico-sensoriale, psico-motorio e intelligente, prescindendo quindi dagli aspetti affettivi... Poiché le disposizioni naturali facilitano od ostacolano l'apprendimento, dalla misura di questo si può risalire alla misura delle a. che sono fondamentale presupposto delle abilità acquisite. La valutazione delle attitudini ha grande importanza per l'orientamento e la selezione professionale. L'attitudine è in definitiva una risorsa o un insieme di risorse di cui il soggetto dispone e che può essere indirizzato al raggiungimento di una competenza. Il processo di genesi di una competenza, a partire da una attitudine, non è scontato né predeterminato né, come invece accade nel caso delle potenzialità vere e proprie, è sufficiente un evento di innesco per attuare la competenza stessa. L'attitudine è tuttavia qualcosa di ben concreto. È una sorta di disposizione che orienta le risorse più o meno specifiche del soggetto verso il raggiungimento di certe competenze. L'attitudine ha un valore generale, nel senso che si proietta verso il raggiungimento di una condizione o di una qualità del soggetto, mentre la potenzialità riguarda la (possibile) attuazione di un'azione qualora un evento che si verifica all'interno e/o all'esterno al soggetto stesso, abbia le caratteristiche necessarie e sufficienti ad innescare il processo di attuazione.

In ginnastica l'attitudine è la condizione del corpo (o di un segmento) in termini di rapporto con la presa, ovvero il contatto con il supporto. Sono codificate le attitudini:

1) Di appoggio: il baricentro è sopra il punto di presa, la gravità tiene premuto il corpo contro l'appoggio. 2) Di sospensione: il baricentro è sotto il punto di presa, la gravità tende ad allontanare il corpo dal sostegno. 3) Neutra: intermedia tra le due, di solito è transitoria. 4) Di volo: senza rapporto con alcun sostegno. 5) Di galleggiamento: l'immersione totale (o pressoché totale) del corpo in acqua permette a quest'ultimo di ricevere una

spinta di Archimede di entità tale da controbilanciare il peso.

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ATTO MOTORIO

Concretizzazione dell'intenzione, della volontà e del progetto relativo all'atto motorio in questione. È il compimento dell'azione motoria, considerata più come prodotto che come processo, in termini di: forma di movimento, obiettivo raggiunto, risultato ottenuto.

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ATTORE (o agente)

Soggetto che agisce volutamente per compiere un'azione intenzionale. Il poter concepire, maturare, decidere autonomamente, liberamente e consapevolmente il proprio comportamento, contribuisce gradualmente a far acquisire al soggetto la propria identità. Quest'ultima si forma grazie anche al percepirsi come soggetti e attori dell'azione sul mondo fisico e sociale. L'esercizio continuato e ripetuto dell'agire ha quindi un'importanza per l'evoluzione personale del soggetto nel sociale, a tutte le età.

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ATTREZZI

Complesso di elementi che costituiscono il reale, aventi una struttura data ad opera di agenti naturali ed artificiali. Questi elementi assumono la definizione di attrezzi in relazione ad un'attività motoria educativa e/o allenante durante la quale si interagisce con essi. Varie sono le classificazioni cui possono essere soggetti gli attrezzi, data la loro enorme varietà di struttura e di funzione. Così possiamo avere attrezzi naturali (alberi, rocce, etc.) o artificiali (pertiche, palloni, spalliere, etc.); piccoli (che possono essere mossi rispetto al corpo con l'azione di quest'ultimo, come clave, palloni, etc.) o grandi (fissi, rispetto ai quali il corpo si muove, come un albero su cui ci si arrampica).

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AUDIOMOTRICITÀ

Insieme di atti motori correlati più o meno direttamente all'ascolto: orientamento della testa, avvicinamento/ allontanamento dalla fonte sonora, orientamento dei padiglioni auricolari (capacità persa dalla quasi totalità dei soggetti umani), azione dei muscoletti dell'orecchio medio che condizionano direttamente la percezione uditiva.

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AUTOMATISMO

Esecuzione motoria che, secondo la definizione tradizionale, avviene indipendentemente dal controllo volontario. Ricerche più recenti preferiscono far corrispondere all'automatismo l'esecuzione di un'azione motoria pienamente appresa, che si avvale di schemi e strutture consolidati, ma sufficientemente elastici da poter essere contestualizzati volta per volta.

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AUTONOMIA (personale)

Caratteristica del livello di maturazione dell'alunno, per mezzo del quale egli raggiunge consapevolezza di identità personale, autostima, fiducia nei propri mezzi, autocontrollo, capacità personale di giudizio. Si struttura dinamicamente in maniera permanente. Livello di maturazione in cui il soggetto obbedisce alle leggi che si dà.

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AUTOPOIETICITÀ

Proprietà di un sistema che riesce a provocare e a dirigere autonomamente i propri processi genetici ed evolutivi in genere. Il sistema, così facendo, sfugge alla totale determinazione da parte delle cause esterne. L'autopoieticità (processo corrispondente alla proprietà in oggetto) può coincidere con l'auto-organizzazione del sistema che è in grado così di raggiungere livelli di complessità via via più elevati. In tal senso l'autopoieticità contrasta la tendenza entropica dell'universo fisico-chimico. Si muovono in questo senso antientropico i sistemi biologici (nella filogenesi e nell'ontogenesi) ed i sistemi simbolici (nella cognitività individuale e nella cultura a livello sociale e storico).

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AVVITAMENTO

Rotazione del corpo intorno al proprio asse longitudinale, eseguita in volo. Questo tipo di azione fa parte dell'acrobatica, di alcune uscite dagli attrezzi ginnastici e dei tuffi.

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AZIONE

Complesso di gesti prodotti dall’uomo per modificare i rapporti fisici tra elementi del reale e/o per modificare in altri soggetti le loro rappresentazioni mentali. È una sequenza di atti finalizzati consapevolmente, pianificati rispetto alla efficacia sociale e adattiva verso cui essi mirano e per la quale sono attuati. L’azione ha la caratteristica di rappresentare una organizzazione (più che una rigida strutturazione) dei gesti che la costituiscono in funzione della finalità che l’azione si propone. Il fatto che il soggetto compia un’azione, presuppone consapevolezza, competenza, intenzioni e valori di riferimento, sebbene la natura di questi elementi abbia enorme variabilità.

Segmento del comportamento di una persona. L'azione è caratterizzata da una fisicità esecutiva, dalla funzionalità biologica del soggetto che la esegue, dal significato e dalle finalità che le attribuisce il soggetto stesso (e i soggetti interagenti). L'azione presuppone ed implica complesse integrazioni dei processi che la caratterizzano quale luogo di articolazione delle dinamiche intra- ed inter-personali, in una sintesi sempre aperta ad integrazioni, regolazione, contestualizzazione, valutazione, etc.

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AZIONE MOTORIA

Processo di compimento delle condotte motorie di uno o più soggetti che agiscono in una situazione motoria determinata.

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BALZARE

Compiere un'azione di volo per mezzo della propulsione di un arto inferiore, mentre il controlaterale provvede a rendere ammortizzato ed equilibrato l'arrivo. Il balzo può essere composto modularmente con altri, come accade, per es., nella corsa o in andature similari. Il termine balzare può indicare anche la traiettoria del movimento, successivo al rimbalzo, compiuto da un oggetto elastico (come una palla) che urta su un supporto solido.

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BISOGNO Tendenza a compiere un'azione o a procurarsi particolari oggetti. I bisogni sono di natura

diversa e, tra quelli specifici dell'età evolutiva, ricordiamo: il bisogno di azioni motorie (correre, saltare...), di conoscere l'ambiente (curiosità, esplorazione...), di autonomia, di una guida autorevole, di comunicazione (parlare ed essere ascoltato), di sicurezza, di affetto... L'insoddisfazione di un bisogno può portare ad anomalie del comportamento. Il termine b. indica uno stato di tensione di un organismo determinato da una situazione di necessità, dalla rottura di un equilibrio precedente. Il bisogno è una tendenza a soddisfare una necessità, manifestata attraverso una tensione fisiologica o affettiva. Il concetto di bisogno è stato formulato in ambito biologico, ma ha dimostrato la sua fecondità in significato analogo anche nell'ambito psicologico e sociologico, come processo presente in ogni forma di adattamento ove hanno luogo fenomeni di equilibrio. Il bisogno viene altresì considerato come la più semplice ed elementare forma di motivazione. È evidente che oltre ai bisogni primari, possono insorgere i bisogni secondari dovuti a situazioni ambientali o peculiari dell'individuo. Nell'uomo acquistano peculiare importanza i bisogni indotti, cioè quelli procurati da rapporto e confronto con i propri simili; alcuni di questi hanno significato educativo positivo, altri sono effetti di alienazione. La teoria psicologica del bisogno e le sue conseguenze in pedagogia, sono state messe in luce soprattutto nella scuola funzionalistica (Claparède) e dallo strumentalismo pragmatico (Dewey). Ne è stata particolarmente influenzata la pedagogia attivistica, per l'importanza accordata agli interessi che scaturiscono dai bisogni.

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CADENZA

Numero di volte che una certa azione può essere ripetuta nell'unità di tempo (per es. un minuto primo). In generale: ripetizione regolare e misurata di suoni o movimenti, quasi sinonimo di ritmo; nel discorso o nel canto: modulazione della voce prima della pausa; nel passo dei soldati in marcia: caratteristica successione di accentuazioni della posa del piede a terra secondo un preciso schema (in una successione di 8 appoggi vengono marcati il 2°, il 4°, il 6°, il 7° e l'8°).

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CADUTA

Impatto al suolo dovuto ad una perdita di equilibrio oppure consistente nell'arrivo dopo il volo di un balzo, di un salto o dell'uscita da un attrezzo ginnastico.

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CAMBIAMENTO

Trasformazione processuale e graduale o virtualmente istantanea che porta un sistema o un soggetto ad avere caratteristiche diverse rispetto ad un momento precedente. Il concetto di cambiamento implica quindi quello di temporalità e di possibilità di confronto tra una combinazione precedente e una successiva. L'evento di cambiamento può essere causato dalla tendenza entropica (in un sistema fisico-chimico), dalla autopoieticità biologica (in un organismo) o, infine, dalla autopoieticità simbolica (in un soggetto dotato di mente). Ci sono interazioni tra questi livelli di causalità del cambiamento e, in un sistema che li comprenda tutti e tre, come nel caso dell'uomo, essi sono integrati. Nei processi di cambiamento di un soggetto bisogna poi tener conto dei fattori di interazione diretta o indiretta con altri soggetti. In particolare nella relazione educativa ci si propone di promuovere una trasformazione continua in un soggetto o in un gruppo di soggetti. Non si vuole (e non si deve) cercare di determinare i cambiamenti del soggetto educando, ma si deve tener conto di caratteristiche, esigenze e aspirazioni di quest'ultimo.

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CANDELA

Posizione codificata dalla ginnastica, consistente in un capovolgimento del corpo che rimane in appoggio al suolo con occipite, spalle e braccia; gli arti inferiori sono distesi verso l'alto.

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CAPACITÀ Potenzialità dei sistemi organici nella interazione della persona con l'ambiente. Si

hanno quindi numerose capacità: percettive, di attenzione selettiva, di riorganizzazione delle informazioni, di elaborazione delle interpretazioni generali relative alle informazioni attuali comparate con quelle già memorizzate, di pianificazione di procedure finalizzate, di regolazione dell'intensità-durata, di controllo dei risultati per la riprogettazione degli obiettivi (d'azione, di rappresentazione, simbolici...). Insieme delle condizioni psichiche che sono necessarie al compimento di un'attività. Una capacità è quindi operazionalmente definita dall'attività ad essa associata. Il loro numero è infinito come quello delle attività umane, difficile da catalogare e quantificare. È però esclusa dalla definizione l'influenza che può facilitare l'attività come interesse, grado di attivazione, esercizio ed altre esperienze. Alcune condizioni possono risalire ad esperienze e fenomeni generali di apprendimento. Si è riconosciuta, in linea di massima, l'impossibilità empirica di distinguere con sicurezza le condizioni acquisite dalle condizioni congenite dei fenomeni psichici anche se le condizioni innate appartengono alla nozione di abitudine. Il termine capacità indica anche la durata limite di un meccanismo energetico (anaerobico alattacido o lattacido, aerobico) impiegato continuativamente alla massima intensità.

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CARICAMENTO

Azione tipica di preparazione di una spinta. Consiste nella chiusura degli angoli articolari che dovranno venir aperti nell'azione di spinta. Ciò distende la muscolatura estensoria, aumentandone il rendimento, come spiega una ben nota legge fisiologica. L'azione di caricamento comprende anche l'efficace disposizione del carico (ponderale o di altra natura) che si opporrà alla spinta, in modo che quest'ultima sia particolarmente efficace e mirata nei suoi effetti.

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CATEGORIE CINESICHE

Raggruppamenti di gesti, espressioni, posture, atteggiamenti... che presentano fattori di assimilabilità, analogia ed omogeneità al loro interno e differenziazione, eterogeneità verso gli altri, esterni al raggruppamento.

Ogni raggruppamento così individuabile (su base di forma, funzione o significato) è denominato classe (o categoria).

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CATEGORIE LINGUISTICHE

Elementi simbolici che traggono arbitrariamente o naturalmente delle relazioni con insiemi di referenti aventi caratteristiche specifiche assimilabili e perciò raggruppabili.

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CAUSALITÀ Connessione tra due eventi che assumono, rispetto ad essa, i ruoli uno di causa e

l'altro di effetto. Condizione indispensabile per l'assunzione di tali ruoli (complementari), è che l'evento-causa preceda nel tempo l'evento-effetto ed abbia la possibilità di influire su quest'ultimo con una qualche forma di mediazione. La causalità può essere intesa in senso "forte" (un evento ne determina, necessariamente, un altro e, conosciuto il primo, si può prevedere con certezza il secondo) o in senso "debole" (di due eventi, uno successivo all'altro, il primo può avere un potere causativo sul secondo, può averlo influenzato senza per questo determinarne né l'accadere né le modalità di accadimento). La casualità, inoltre, può implicare una connotazione fisica, meccanicistica (un evento, una volta accaduto, indipendentemente da tutto, ha come necessario effetto un altro evento che origina, ovvero deriva dal primo come inevitabile conseguenza; la ragione di un evento è in ciò che lo precede) oppure finalistica (un agente dotato di intelligenza ed intenzionalità agisce in vista di un effetto che desidera e che sarà la conseguenza ragionevolmente prevedibile del suo agire.

Tutte queste diverse accezioni di casualità possono essere applicate allo studio ed alla definizione dell'azione motoria e dell'agire umano in generale, con il risultato di quadri teorici e di conseguenze pratiche diverse.

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CENESTESI (o CINESTESI o KINESTESI)

Funzione di percezione e utilizzo delle afferenze relative all'azione, processi che in molti casi avvengono in tempo reale. La cenestesi è ottenuta grazie a tutti i recettori che sono stimolati specificatamente dal movimento del corpo (rispetto all'ambiente), di una sua parte rispetto ad un'altra. Rispondono a questa caratteristica i recettori miotattici (i fusi neuro-muscolari), il labirinto, i pressocettori (specie quelli plantari, ma non solo) e gli occhi. Nella denominazione consueta la cenestesi viene spesso posta in sinonimia con miotassia (cfr.). Ma noi riteniamo che, in ossequio al significato letterale, la prima vada intesa nell'accezione più estesa e comprensiva di percezione dell'evento motorio in termini multisensoriali; la seconda debba invece essere intesa specificatamente come sensibilità muscolare ottenuta per mezzo degli appositi recettori, i fusi neuro-muscolari. La c. è quindi una complessa combinazione di processi proprio- ed estero-cettivi che convergono nella formazione della rappresentazione dell'azione.

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CINE

Elemento minimo di movimento corporeo percepibile dotato o meno di significatività.

- Allocine: cine che accompagna in parallelo un altro cine.

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CINÈMA

Sequenza di cini con significatività propria, unità significativa di movimento entro una data comunità culturale tale da modificare la significatività di altri cinemi ove espresso in parallelo o in serie ad essi.

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CINEMANTICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alla natura trans-culturale e culturale dei cinemorfi (o espressioni non verbali sintetiche del corpo umano) per codificare un codice non verbale in cui siano evidenti le relazioni tra significanti e significati utilizzati in una data comunità.

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CINEMATICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle varie forme di movimento dei corpi sotto il profilo funzionale cinetico e produce una struttura interpretativa organica in cui siano evidenti le caratterizzazioni cinetiche e le rispettive opposizioni pan-culturali.

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CINEMICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle forme dei movimenti significativi senza entrare nel significato specifico di ciascuno, ma creando delle categorie generali di significatività per i vari cinemi.

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CINEMIOLOGIA

Scienza che studia i segnali non verbali (o forme di movimento) e le loro possibilità di realizzazione formale, indipendentemente dal loro contenuto. Individua, seleziona, analizza e descrive i significati essenziali (cinemi) nelle espressioni cinemiche.

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CINEMORFEMA

Complessi di cinemorfi mutualmente sostituibili rispetto al significato espresso durante un’interazione comunicativa (classe di significanti funzionali ad uno stesso significato).

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CINEMORFO

Sequenze di cinemi, patterns di cinemi osservati in una parte del corpo che assumono un significato globale specifico.

- Omocinemorfo: sequenza di cinemi con significato simile o identico a quello di altro cinemorfo.

- Allocinemorfo: sequenza di cinemi che si associano a quelli di un cinemorfo e ne integrano o differenziano la significatività.

- Eterocinemorfo: sequenza di cinemi con significato diverso da quello di un cinemorfo.

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CINEMORFOLOGIA

Scienza che studia le differenze di significatività apportate da vari cinemi e cinemorfi rispetto ad altri cinemi e cinemorfi, e studia le possibilità di applicazione di tali variabili significative entro i contesti interattivi.

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CINESI

Secondo elemento di parole composte o derivate che implicano movimento. Ciò che è frutto del movimento corporeo.

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CINESIA

Gioco di sinergismi muscolari che si svolgono nella normale attività motoria.

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CINESICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alla significatività delle forme espressive mimo-gestuali (gesti, sguardi, mimica, posture, etc.) idonee a sottolineare, integrare o determinare un atto linguistico. Definisce le categorie e le tipologie di significanti non verbali di una data cultura.

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CINESICOPATIA

Sindrome cinesica che comporta una inadeguatezza funzionale delle modalità di segnalazione mimo-gestuale.

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CINESIOLOGIA

Scienza che studia le possibilità cinetiche delle strutture corporee, classificandole rispetto alla funzione (ad es. le articolazioni in coxartrosi, enartrosi, ecc.).

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CINESIOPRAGMATICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alla significatività delle sequenze cinesiche entro i contesti interattivi e rispetto ai ruoli ed agli stili dei soggetti. Individua le competenze cinesiche dei singoli soggetti riguardo al loro stile comunicativo evidenziando le carenze o le eccedenze funzionali di determinate sequenze cinesiche.

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CINESIPATIA

Sindrome cinetica che determina dei disturbi del movimento.

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CINESTESIA "Termine proposto da Basian H.C. per indicare la sensibilità propriocettiva i cui

recettori sono disposti nella compagine dei muscoli, nei tendini, nelle guaine e che interviene nella regolazione della attività motoria", (Lessico della Lingua Italiana, I.E.I., 1970,T. IV).

La cinestesia o propriocettività origina soprattutto dai fusi neuromuscolari disseminati in tutta la muscolatura striata e che somo in grado di fornire al SNC (sistema nervoso centrale) i dati riguardanti il grado di allungamento del muscolo in cui sono inseriti e le variazioni di tale allungamento.

La sintesi dei dati relativi a tutti i muscoli che agiscono su una articolazione corrisponde alla posizione dell’articolazione stessa.

La sintesi complessiva relativa a tutta la muscolatura rende conto della posizione corporea totale.

I recettori tendinei e articolari completano il quadro della situazione. Ovviamente i dati cinestesici propriamente detti si integrano con quelli di altri recettori (labirintico, pressocettori plantari, visivo) per fornire un ragguaglio di rapporti del corpo sia interni che relativi alla gravità e all’ambiente in genere.

Cinestesia è in pratica sinonimo di propriocettività.

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CINESTETICA (percezione)

Coscienza della dislocazione del proprio corpo nello spazio-tempo (sinonimo di cinestesico).

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CINETICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative ai corpi in movimento nello spazio-tempo.

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CINETICO

Che riguarda il movimento.

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102

CIRCONDUZIONE

Movimento descritto da un segmento corporeo, la cui estremità libera ruota descrivendo una circonferenza il più regolare possibile e definibile secondo quattro punti a due a due opposti come i quattro punti cardinali. La denominazione di due di questi (necessariamente in ordine sequenziale) stabilisce il senso della circonduzione stessa. Lo snodo avviene nel punto in cui il segmento è collegato al resto del corpo.

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103

CODICE

Sistema di indici, segnali, simboli, segni, gesti, che per convenzione preliminare consente a due o più interlocutori di rappresentare e trasmettere delle informazioni.

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CODICE SEMIOTICO

Sistema di segni e delle loro combinazioni prodotti e/o interpretati per il soggetto agente.

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105

CODIFICAZIONE

Atto del decodificare o processo nel quale si fa riferimento ad un codice per realizzare un investimento simbolico per referenti che entrano in relazione con elementi semiotici che li rappresentano (semiosi), nel rispetto di regole sintattiche e pragmatiche.

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106

COLPO (di gioco)

Tutta la sequenza di gioco compresa entro due limiti definibili con fatti precisi; questi limiti variano da gioco a gioco in funzione delle caratteristiche di ciascuna situazione ludica (Parlebas P.).

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COMANDO GINNASTICO

Ordinativo codificato che richiede precisa e univoca esecuzione motoria. In educazione fisica è da intendersi come invito o richiesta.

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COMOTRICITÀ

Campo e natura delle situazioni motorie caratteristiche per la messa in gioco di interazioni motorie essenziali (Parlebas P.).

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COMPETENZA

Condizione personale concernente le modalità con cui il soggetto dà risposte (progettuali o d'azione) nel rapporto con le situazioni operative o relazionali in cui agisce. Ciascun soggetto utilizza capacità, atteggiamenti, conoscenze, abilità... per strutturare una competenza in rapporto ad una categoria di situazioni problemiche tra loro anche diverse.

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COMPETIZIONE

Atteggiamento personale e/o collettivo che si adotta nel confronto agonistico con altri soggetti, attraverso l'espressione di specifiche modalità operative e relazionali entro contesti interattivi organizzati con regole.

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COMPETIZIONE MOTORIA

Situazione oggettiva di raffronto motorio nel corso della quale uno o più individui compiono una attività motoria sottomessa imperativamente a delle regole (Parlebas P.).

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COMPORTAMENTO CINESICO

Espressione rilevabile di atti motori significativi nel contesto sociale sul piano della comunicazione.

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COMPORTAMENTO MOTORIO

Insieme di manifestazioni motorie osservabili di un individuo che agisce. Il comportamento motorio si definisce per ciò che si osserva di esteriore (Parlebas P.).

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COMPUTAZIONE

Processo di trasformazione di una informazione (o di un complesso di informazioni) che viene così convertita in un'altra. La relazione tra il punto di partenza e quello di arrivo del processo equivale alla natura della computazione stessa. Può venir attuata solo in un sistema opportunamente strutturato, secondo gli algoritmi, paralleli e sequenziali, che la descrive. Il nostro S.N. è specificatamente preposto ad eseguire numerose e complesse c. o, definendole con altro termine, elaborazioni. Non va confusa con gli eventi mentali correlati, che sono sempre di tipo elaborativo, ma in un'accezione diversa: una cosa è la funzionalità (biologica) cerebrale e una cosa è l'attività di pensiero. C'è un'elevato grado di correlazione tra le due cose, al punto che ciascuna non è concepibile senza l'altra, tuttavia non vanno intese come sinonimi o equivalenti interscambiabili. (cfr. cogito). La computazione non è coscienza, ma è correlabile con la coscienza; non si ha coscienza della computazione, né per mezzo della computazione, ma sempre e solo in relazione ad essa.

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COMUNICAZIONE Modalità simbolica di scambio di informazioni ed esperienze mediata da elementi semiotici

di varia natura (cinesici, grafici, iconici, musicali, ritmici, verbali, vocali, ecc.). Può dirsi comunicazione l’interazione tra due o più individui (o gruppi di individui) in cui il

comportamento di ciascuna delle parti nel suo strutturarsi, è influenzato da quello della controparte e al contempo, lo influenza. Si tratta quindi di un rapporto dinamico, dialettico, aperto e (relativamente simmetrico. Infatti i soggetti implicati nell’interazione devono condividere quanto meno il dominio dell’interazione stessa.

Processo di interazione tra viventi all'interno del quale si attua una reciproca influenza di comportamenti in virtù della significatività degli atti comunicativi. Tale interazione avviene sul piano simbolico ed è portatrice di significati appartenenti all'universo della cultura, sotto qualunque aspetto si manifesti. All'interno di un processo comunicativo si possono individuare i "linguaggi", ovvero i sistemi segnici la cui codificazione è più o meno fissata, che costituiscono i mezzi (mediatori) di attuazione del processo stesso. Gli aspetti complementari dello scambio comunicativo sono:

- significante e significato, - codificazione e decodificazione, - emissione e ricezione, - rappresentazione e interpretazione.

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COMUNICAZIONE MIMO-GESTUALE

È una componente semiotica delle interazioni umane, affidata ad atteggiamenti, espressioni del volto, dello sguardo, posizioni, distanze, gestualità, etc. Può essere più o meno consapevole e più o meno codificata rispetto allo scambio di messaggi mediati dal complesso della mimo-gestualità; può essere integrata in varia misura con la comunicazione verbale e para-verbale.

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COMUNICAZIONE MOTORIA

Interazione motoria di cooperazione, essenziale e diretta (Parlebas P.).

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COMUNICAZIONE NON VERBALE

Forma di comunicazione definita per esclusione; eliminando dai processi comunicativi complessivi quelli verbali e para-verbali.

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COMUNICAZIONE PRASSICA

Interazione motoria essenziale (Parlebas P.).

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COMUNICAZIONE PRASSICA DIRETTA

Interazione motoria essenziale e diretta (Parlebas P.).

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COMUNICAZIONE PRASSICA INDIRETTA

Interazione motoria essenziale e indiretta (Parlebas P.).

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CONDIVIDERE

Atteggiamento di un soggetto o di un gruppo nel porsi e porre obiettivi comuni da realizzare con il contributo di tutti.

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CONDIZIONAMENTO

Nella teoria dell'allenamento è un processo di incremento delle potenzialità organiche (capacità condizionali), mediante opportune esercitazioni. In psicologia è un processo mediante il quale si instaura nel soggetto, a livello organico, un legame tra uno stimolo ed una risposta, legame che in origine non esisteva (la prima definizione compiuta di c. è stata data da Pavlov). Il condizionamento così inteso ha implicazioni innegabilmente deterministiche. Oggi si tende a preferire una concezione di reciproca influenza e di co-determinazione (circolare) dei fattori che intervengono in un processo di cui è protagonista un soggetto umano.

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CONDIZIONE DI ESERCIZIO

Quella parte degli elementi dello stato di cose in cui il progetto pedagogico si realizza, la quale riguarda le strutture disponibili, lo stato (iniziale) degli alunni, le risorse umane e materiali a disposizione.

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CONDIZIONE PEDAGOGICA

Quella parte degli elementi dello stato di cose in cui il progetto si costruisce, la quale riguarda il quadro culturale del gruppo sociale in cui il progetto stesso si propone, l'istituzione committente, eventualmente l'età dei soggetti in educazione.

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CONDIZIONI RILEVANTI

Quella parte degli elementi dello stato di cose che, rispetto alle trasformazioni causate (concausate) dalla azione educativa (insegnamento), possono indurre mutamenti nell'azione prevista (mutamenti proeretici) allo scopo di assicurare il raggiungimento dell'obiettivo.

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CONDOTTA MOTORIA

Flusso di attività di un soggetto, caratterizzata da continuità semantica e scopistica. La condotta motoria implica l'organizzazione significativa del comportamento motorio.

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CONTESTUALITÀ DELL'AZIONE

Carattere di mediazione del rapporto tra lo scopo dell'azione e le circostanze contingenti. In tal senso la c.d.a. equivale alla sua tatticità. La contestualizzazione dell'azione può essere semplicemente la conformazione dell'azione stessa al contesto, senza che in quest'ultimo il soggetto porti uno scopo diverso dal tentativo di integrarvisi.

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CONTRADDIZIONE

Rapporto di opposizione tra due elementi, che non ammette soluzioni o posizioni intermedie. Il principio di non c., formulato da Aristotele, vuole che "niente simultaneamente può essere e non essere", cioè niente può essere insieme sé e il suo contrario. Tutto il pensiero occidentale si è sempre basato su questo principio; anche la definizione, classificazione e organizzazione della motricità umana si è sempre rifatta ad esso più o meno direttamente: un gesto poteva essere di approvazione o di diniego, un'azione di un gioco sportivo di difesa o di attacco, e così via. Un radicale cambio di concezione rispetto al principio di non contraddizione si ha con la logica sfumata (cfr. sfumata, logica), che introduce un modello di interpretazione della realtà, decisamente più plastico e dinamico.

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CONTRATTO LUDICO

Accordo esplicito o tacito che lega i partecipanti ad un gioco, fissando o riportando il sistema delle regole di questo gioco, creando così la base e la condizione per un'intesa tra i partecipanti e per la stessa riuscita del gioco (Parlebas P.).

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CONTRAZIONE Letteralmente diminuzione dimensionale dovuta ad un'azione di convergenza degli elementi che costituiscono l'oggetto (fisico,

biologico o, semplicemente, metaforico) interessato da tale processo. Spesso il termine contrazione è usata per indicare l'attivazione muscolare con conseguente aumento di forza tensiva tra origine e inserzione del muscolo stesso. L'attivazione neuro-muscolare non necessariamente produce una contrazione, ovvero un'accorciamento del muscolo. A definire l'esito dell'attivazione è la somma vettoriale dell'aumento di forza tensiva e dell'insieme di forze (esterne e interne) che agiscono sul segmento sul quale ha effetto quel muscolo. Può instaurarsi un equilibrio, oppure può prevalere la forza muscolare, oppure, ancora, possono prevalere le forze che agiscono in senso contrario a quella muscolare; Rispettivamente si configurano tre situazioni caratteristiche denominate tutte e tre, anche se impropriamente, contrazione, sebbene con l'aggiunta di un aggettivo. Più precisamente si parla (seguendo l'ordine già indicato) di contrazione:

- isometrica; il muscolo sviluppa una forza equivalente alla resistenza oppure agisce contro un vincolo fisso; in quest'ultimo caso pur variando la forza rimane della stessa lunghezza (quindi non c'è vera e propria contrazione); i margini di accorciamento sono minimi, compresi entro le possibilità di estensione dei tendini e di deformazione della struttura osteo-articolare;

- isotonica; la tensione viene mantenuta costante; la velocità di accorciamento varia in funzione del variare delle forze di resistenza esterna ; si verifica una vera e propria contrazione;

- isocinetica; la forza tensiva viene regolata in modo da mantenere costante la velocità di accorciamento, il che presuppone che il muscolo vinca la resistenza esterna; anche questa è una vera e propria contrazione; l'apparente semplicità e linearità dell'azione dissimula un sottile controllo neuro-muscolare, al fine di produrre tale risultato;

- eccentrica; la resistenza esterna prevale sulla forza del muscolo; non solo non si tratta di una vera e propria contrazione, ma si tratta del suo esatto contrario: il muscolo si estende, aumenta la sua lunghezza; il contrario di eccentrica è concentrica, comprendente l'isotonica e l'isocinetica.

Una precisazione: i muscoli che si trovano ad avere funzione di fissatori usano molto le contrazioni di tipo isometrico, mentre per frenare, arrestare, regolare il movimento si usano contrazioni eccentriche. Altra precisazione: quando si parla di forza tensiva di un muscolo si intende quella sviluppata tra origine e inserzione; la forza che si esprime nell'interazione con un oggetto esterno dipende sì da quella muscolare, ma si deve considerare che è mediata dalla geometria dell'apparato osteo-articolare; altresì le forze che dall'esterno agiscono sul muscolo lo fanno sempre mediatamente lo stesso apparato osteo-articolare.

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CONTROCOMUNICAZIONE MOTORIA

Interazione motoria (cfr.) di opposizione, essenziale e diretta (Parlebas P.).

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CONTROLLO

Insieme di operazioni che consistono nel monitoraggio e nella comparazione con un modello di riferimento. Se l'oggetto del controllo ha una dimensione temporale (come nel caso dell'azione motoria), il monitoraggio e la comparazione devono essere eseguiti in modo continuo e, almeno per certi aspetti, in tempo reale. Il significato del termine c. può considerarsi molto simile a quello di supervisione (cfr. supervisione; cfr. circuito di controllo motorio).

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COORDINATIVE (Capacità coordinative)

Nella denominazione tradizionale sono l'insieme delle capacità di organizzazione, gestione, controllo dell'azione motoria e vengono articolate in capacità di associazione motoria, di controllo, etc. (cfr. coordinazione).

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COORDINAZIONE Organizzazione unitaria delle risorse personali (fisiche, cognitive, affettive, relazionali) per l'attuazione

dell'azione motoria, che può così essere strutturata in modo appropriato. In senso strettamente esecutivo è l'organizzazione dei vari interventi muscolari in termini di tempi, durate e intensità di attivazione, oltre che di effetti prodotti. Il concetto di coordinazione presuppone sia applicata ad un'azione motoria significativa orientata ad un fine e indica l'efficacia e l'efficienza dell'azione stessa. È quindi un parametro qualitativo-quantitativo frutto delle elaborazioni mentali e cerebrali. In ossequio all'etimologia, secondo la quale due o più elementi devono trovare un ordine comune, la c. indica lo stabilirsi di armoniose integrazione tra i fattori coinvolti nell'esecuzione. Si distinguono:

- Coordinazione intermuscolare: regolazione di tempi, ordine e combinazioni di intervento dei singoli muscoli per poter realizzare e combinare i cini nel modo adeguato;

- Coordinazione intramuscolare: attivazione in giusto numero di unità neuro-motorie di un certo muscolo nella singola contrazione. Ciò dipende dalla capacità di inviare al muscolo in questione un impulso di intensità ben modulata (fattore di complessa determinazione neurologica e psicologica) così da superare la soglia di attivazione del giusto numero di fibrocellule muscolari. Il livello di tali soglie, nel muscolo, è scaglionato lungo una scala abbastanza astesa ed articolata per poter graduare la contrazione nel modo desiderato. Così, anche se la singola fibrocellula si attiva secondo la legge del tutto/niente, il muscolo nel suo insieme può graduare in modo sottilmente discriminatorio la sua contrazione.

- Coordinazione contestuale: è la regolazione dell'azione rispetto ad eventi fisici percepiti tramite gli appositi recettori.

- Coordinazione interpersonale: è la regolazione del comportamento in relazione a quello altrui in termini di collaborazione, subordinazione, prevaricazione,etc.

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CORPO

Nello studio dell'uomo e dell'azione è la componente estesa e percepibile dell'uomo stesso. La sua natura è sia fisica che biologica. Il rapporto con la componente non corporea della persona è stata intesa, nella storia del pensiero, nei modi più diversi; L'autonomia dello studio del corpo in quanto realtà in sé definibile, si raggiunge con Cartesio, che finalmente gli riconosce uno statuto scientifico suo proprio, esente dalla strumentalità nei riguardi dell'anima; Oggi si tende a strutturare un modello unitario di persona, in cui corpo e mente hanno pari dignità e influenza reciproca.

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CORRELAZIONE

Funzione di specificazione, complementarità e autonomia tra i membri di un paradigma (classe) di un sistema semiotico per dare contenuto alla espressione linguistica.

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CORRISPONDENTI

Nello specifico della corporeità è lo stesso che omolaterali.

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CORSA

Nella motricità umana è una successione di balzi ottenuti con appoggi-spinte monopodalici alternati; tra un appoggio e il successivo c'è un momento di volo, a differenza del cammino in cui si ha una fase di appoggio bipodalico.

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COSCIENZA

In psicologia è connessa allo stato di veglia, di vigilanza, di attenzione ed è definita come quel dominio di vissuto (interiore-esteriore) del quale si ha consapevolezza, ovvero che si avverte rendendosene conto. La sua natura è attiva, caratterizzata dalla soggettività e dall'intenzionalità del soggetto cosciente. La coscienza è il modo, tipico dell'uomo, di rapportarsi con se stesso, trascendendosi e giudicandosi (coinvolgendo in questo atto le dimensioni teoretica e morale). Ma il soggetto-oggetto della c. è il “se stesso” non solipsistico e assoluto, bensì inserito nel e rapportato con il mondo, in modo indissolubile.

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COSTRUTTO SIMBOLICO

Complesso organizzato di elementi semiotici espressi da un soggetto in funzione di uno scopo comunicativo. Implica l’articolazione di forme simboliche idonee a mediare per gli altri un contenuto significativo per sé.

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DA-SEIN

Termine di lingua tedesca che significa "esserci". Heidegger lo ha usato per riferirsi al modo di essere dell'uomo, sempre e comunque in relazione ad un orizzonte esistenziale di riferimento, ad un contesto di cui è al tempo stesso parte integrante ed interlocutore, facendone parte ed essendone distinto al tempo stesso. Per l'uomo cioè non c'è "essere" senza "-ci", il che implica anche la coscienza (dell'esserci) e quindi il rapporto riflessivo con se stesso. Nello studio dell'azione motoria è impossibile eliminare questa prospettiva, in quanto ogni azione costituisce un vissuto, un momento ed un modo dell'esserci.

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DEAMBULAZIONE

Lo stesso che cammino. È la forma di locomozione umana più economica e più usata, se non intervengono particolari esigenze. Anche se non consente velocità di spostamento elevate, tuttavia è molto plastica e può essere adattata a terreni anche diversissimi da quello piano : pendenze, dislivelli, scale, ostacoli, etc. possono essere agevolmente superati. La deambulazione si effettua con appoggi monopodalici alternati intercalati da un appoggio bipodalico. Prima di sollevare il piede che rimane dietro viene appoggiato l'altro nella posizione più avanzata. Il contatto della pianta del piede a terra avviene iniziando dal tallone per poi passare a tutta la pianta e concludersi con l'avampiede e, in ultimo, le dita. Uno spostamento del baricentro nella direzione verso la quale si intende procedere precede il passo propriamente detto. La parte superiore del corpo (lo "snodo" si considera collocato tra D7 e D8) ruota in senso contrario a quella inferiore, per creare equilibrio e stabilità. Gli arti superiori oscillano in modo contrario rispetto a quelli inferiori per motivi analoghi. Se non ci sono motivi particolari la d. tende ad assumere un andamento ritmico e regolare.

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DECENTRAMENTO SOCIOMOTORIO

Processo per il quale un soggetto agente adotta il punto di vista di un altro soggetto, come "mettendosi al suo posto", così da potersi rappresentare mentalmente il vissuto connesso ad un'esperienza motoria che non è la propria (Parlebas P.).

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DECISIONE MOTORIA

Condotta motoria che manifesta nel suo svolgimento una scelta legata all'incertezza di una situazione. Questa decisione presenta l'originalità di prendere corpo in un comportamento motorio, nel corso del fluire stesso dell'azione e di partecipare sul campo alla risoluzione di una pratica motoria (Parlebas P.).

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DECODIFICAZIONE

Atto del decodificare o processo nel quale si fa riferimento ad un codice per realizzare il contenuto rappresentativo della percezione di elementi semiotici espressi da qualcuno, ponendoli in relazione (arbitraria o naturale) con i referenti rappresentanti (semiosi), nella considerazione di regole sintattiche e pragmatiche.

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DECODIFICAZIONE SEMIOTICA

Processo di interpretazione e di svolgimento e/o del comportamento di altri in base a un codice acquisito in esperienze anteriori e che si manifesta nel corso stesso dell'azione motoria del praticante (Parlebas P.)

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DECUBITO

Posizione in cui l'intero corpo è in appoggio al suolo con l'asse longitudinale parallelo ad esso. Si distinguono: decubito prono (appoggio della parte ventrale del corpo); decubito supino (appoggio della parte dorsale); decubito laterale (appoggio della parte laterale).

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DEFATICAMENTO

Processo di ripristino delle condizioni di riposo, ovvero di eliminazione delle conseguenze del lavoro e dell'affatticamento. Tale processo può essere facilitato e/o accelerato tramite opportune pratiche mentali (per es. inducendo intenzionalmente il rilassamento muscolare tramite concentrazione, condizionando ampiezza e ritmi respiratori, etc.) e motorie (esercizi di stiramento o di blanda attività muscolare così da facilitare il ricambio circolatorio, etc.).

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150

DEGENERAZIONE

Trasformazione peggiorativa di un sistema che tende a perdere le proprie caratteristiche e le proprie funzioni. Etiologicamente può essere imputata a un'azione esterna o alla semplice tendenza entropica. Ci sono sistemi che mostrano un'elevata tolleranza dei processi degenerativi, mantenendo, nonostante il loro verificarsi, pressoché inalterata la loro funzionalità. È il caso di molti sistemi artificiali di elaborazione, in parallelo, delle informazioni. Il nostro S.N. è un esempio biologico di tolleranza della degenerazione, intesa come perdita o disfunzione di alcune sue unità.

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151

DIFFICOLTÀ

Condizione di impedimento parziale o totale riguardo all'esecuzione di un'azione o di un comportamento. La difficoltà può essere legata alla situazione contingente ed essere transitoria oppure, all'opposto, essere connaturata ad una caratteristica del soggetto. In quest'ultimo caso può essere talvolta avviata, almeno in parte, modificando opportunamente l'ambiente. Il fattore che causa l'impedimento può essere di varia natura: cognitiva, emotiva, anatomica, fisiologica...

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152

DISFONIA

Disturbo o difficoltà nell'emissione sonora vocale dovuta di solito a problemi strutturali o funzionali delle corde vocali. L'emissione vocale richiede una buona funzionalità respiratoria e delle stesse corde vocali, oltre che la competenza nel gestire il loro uso coordinato.

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153

DISGRAFIA

Disturbi o difficoltà nell'attività grafica. Interessa l'educazione fisica soprattutto dal punto di vista motorio, cioè della organizzazione e della gestione dell'azione che consente la produzione del segno grafico.

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154

DISLESSIA

Disturbi nell'apprendimento e nell'esercizio della lettura. Riguardano l'educazione fisica soprattutto se derivanti da difficoltà di orientamento visivo nel foglio scritto e nella coordinazione del "puntamento" oculare in modo dinamico, così da scorrere opportunamente la scrittura.

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DISPOSIZIONE

"Il concetto di disposizione è generale: esso comprende tutte le potenzialità della persona. In prima approssimazione possiamo considerare come disposizioni le capacità cognitive, linguistiche, affettivo-emotive, ecc. La capacità di classificare, di comprendere e produrre un testo linguistico, la capacità di dominare gli impulsi, ad esempio, sono disposizioni. Le stesse predisposizioni psicologiche del linguaggio comune come possono essere l'ottimismo (ovvero la capacità di vedere sempre i lati positivi delle situazioni) e l'aggressività (se intesa come capacità di usare la forza) sono da considerarsi d.", (Larocca F., in Dalle Fratte G., 1986) Le disposizioni sono dunque delle qualità della persona. "Se in sostanza le disposizioni coincidono con delle capacità, non tutte le disposizioni sono funzionali alla realizzazione di progetti storici diversi. Tuttavia prima che un soggetto operi la scelta del suo concreto progetto storico, è opportuno che in lui si sia sviluppata la maggior parte delle disposizioni che in qualche modo gli possono essere utili in seguito, qualunque sia la scelta che egli farà. È il problema dell'offerta da parte della società delle medesime opportunità educative", (Larocca F., in Dalle Fratte G., 1986)

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156

DISTANZA DI ATTENZIONE

Distanza media che un giocatore lascia tra sé e il detentore del diritto di presa (in certi giochi sportivi il detentore della palla), (Parlebas P.).

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157

DISTANZA DI CARICA

Distanza di raffronto motorio che separa due avversari di un gioco sportivo quando uno "carica" l'altro che è in possesso del pallone (Parlebas P.).

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158

DISTANZA DI GUARDIA

Distanza di raffronto motorio che separa i due avversari di un duello ludosportivo al momento che precede immediatamente l'atto offensivo di uno di loro (Parlebas P.).

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159

DISTANZA DI RAFFRONTO MOTORIO

Distanza codificata (mediamente) che separa due avversari di un gioco sportivo al momento del loro raffronto diretto (di guardia: nei duelli; di carica: nei giochi di squadra), (Parlebas P.).

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160

DIVARICARE

Allontanare simultaneamente i due arti inferiori o due segmenti corporei (per es. le dita delle mani) con asse parallelo, in modo che tra di essi si formi un angolo.

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161

DIVARICATA

Apertura degli arti inferiori ottenuta mediante un saltello.

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162

DIVERSITÀ

Caratteristica di un soggetto, di un sistema o di un oggetto che comparativamente evidenzia una non-coincidenza rispetto al termine di paragone. La diversità può essere espressa in modo qualitativo come non-identità oppure secondo una metrica che stabilisce quanto è diverso un oggetto (un sistema o un soggetto) rispetto ad un altro. La diversità è relativa ad una caratteristica o ad un insieme di caratteristiche. Sul piano della continuità il compito della scuola è da una parte di eliminare le diversità socio-etico-politico-economico, ma contemporaneamente di sollecitare in ciascuno la consapevolezza e l'accettazione della diversità di sé attraverso il riconoscimento della diversità dell'altro.

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163

DUELLO

Situazione di raffronto che oppone due avversari, nei quali gli interessi sono diametralmente opposti: ciò che uno guadagna è a detrimento dell'altro che lo perde (Parlebas P.).

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164

EDUCAZIONE FISICA

Prassiologia educativa delle condotte motorie.

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165

EFFETTO PERVERSO LUDICO

Effetto collettivo che, in corso di svolgimento di certi giochi sportivi, sembra irrazionale o aberrante e che, benché non esplicitamente ricercato per tutti gli individui che agiscono, risulta facente parte della composizione delle loro condotte motorie individualmente razionali. L'e.p.l. è, a ben vedere, illogico, o meglio è legato alla logica interna del gioco, alla sua struttura d'interazione, al suo risvolto di comunicazione motoria (Parlebas P.).

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166

EGOCENTRISMO

Atteggiamento interattivo della persona centrato sulle proprie esigenze. Conseguentemente il proprio essere dinamicamente attivi, rende necessaria l'elaborazione dell'esperienza a partire da una "messa a fuoco" del proprio punto di vista nei vari ambiti conoscitivi anche tenendo conto dei punti di vista altrui. È una caratteristica umana che va mantenuta e sviluppata (in equilibrio con la socialità).

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167

EGOISMO

Atteggiamento interattivo della persona centrato sulle proprie esigenze. Nell'elaborazione dell'esperienza il soggetto non tiene conto dei punti di vista altrui, relativamente all'oggetto di conoscenza.

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168

ELABORAZIONE

In linea generale è lo stesso che computazione (cfr.). Il termine elaborazione ha tuttavia un'accezione più generale, intendendosi con esso una trasformazione non necessariamente computazionale. Il processo di elaborazione implica l'azione di un soggetto che, intenzionalmente ed in modo finalizzato, elabora.

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169

ELASTICITÀ

Proprietà di una struttura o del movimento che esegue (in virtù delle proprie caratteristiche). Nell'azione motoria il termine fa riferimento alle caratteristiche generali degli apparati articolare e muscolare (il margine di elasticità delle ossa è giocato entro valori non apprezzabili macroscopicamente, anche se sufficienti ad evitare traumi o lesioni), caratteristiche per le quali l'azione può svolgersi secondo variazioni di velocità morbide e progressive, senza scatti bruschi, pericolosi per eventuali traumi o disarmonie esecutive. Oltre alla reattività fisica delle strutture articolari (legamenti, cartilagini e capsule) e muscolari che, se opportunamente sollecitate, rispondono in modo elastico, nell'azione motoria ci si può avvalere di contrazioni muscolari adeguatamente dosate per ampliare questa caratteristica o per conferirla ad azioni che, per le loro caratteristiche esecutive, non solleciterebbero la intrinseca e. delle strutture.

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ELEMENTARI

Si dicono quei movimenti che non è possibile decomporre in movimenti più semplici. L'elementarità "visiva", geometrica di tali movimenti non è detto corrisponda a quella "muscolare", in quanto per ottenerli, così semplici e "puliti", può darsi occorra un insieme anche complesso e ben coordinato di interventi muscolari.

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171

ELEMENTI SEMIOTICI

Componenti semiotici in cui viene ad essere sintetizzata una relazione tra forma dell’espressione e contenuto del relativo significato. "Sistemi di espressione diversi possono corrispondere a uno stesso sistema del contenuto. Compito del teorico del linguaggio non è solo di descrivere il sistema dell’espressione effettivamente presente, ma anche di calcolare quali sistemi dell’espressione in generale siano possibili come espressione di un certo sistema di contenuto e viceversa"" (Hjelmslev L., 1968).

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172

ELEVARE

Azione lenta e progressiva di sollevamento di una parte del corpo.

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173

EMPATIA SOCIOMOTORIA

Processo per il quale un soggetto, coinvolto in un interazione motoria, riesce a mettersi dal punto di vista di un altro partecipante e utilizza questo decentramento per regolare le risoluzioni della propria condotta motoria.

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174

ENUNCIAZIONE

Formalizzazione e trasmissione di un insieme di informazioni secondo il codice linguistico.

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175

EQUILIBRIO

Condizione in cui può trovarsi un sistema fisico e che consiste nel valore nullo della risultante di tutte le forze applicate su tale sistema. Nella motricità umana si considera in equilibrio il soggetto che riesce, in condizioni statiche o dinamiche, ad evitare cadute indesiderate o sbilanciamenti in direzioni che compromettono lo svolgimento dell'azione, così come era stata programmata. Più che di equilibrio in senso strettamente fisica (statico) si dovrebbe parlare di un rapporto complesso e finemente articolato con la gravità ed altre forze come quelle inerziali, gli attriti, etc. Tale rapporto è gestito tramite un continuo monitoraggio (effettuato polisensorialmente) ed un corrispondente adattamento dell'azione per evitare, contenere, modificare, assecondare o amplificare gli effetti delle forze che tendono a cambiare l'assetto del corpo. Molte azioni si avvalgono, infatti, di incipienti "perdite" di equilibrio, come quando si avvia il cammino o la corsa, si cambia direzione o velocità, quando ci si siede o ci si tuffa in acqua, etc. La gestione contestualizzata dell'equilibrio è pertanto delicata e fondamentale praticamente nella totalità delle azioni motorie o, se si preferisce, delle situazioni con cui ci si trova ad interagire.

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176

EQUIVALENZA FUNZIONALE (o EQUIFUNZIONALITÀ)

Proprietà di soddisfare la medesima esigenza, proprietà riscontrabile in oggetti, eventi, funzioni, etc. anche molto diversi tra loro. La capacità di valutare se due o più oggetti (eventi, funzioni, etc.) sono equivalenti funzionalmente, permette di scegliere alternative più economiche o meglio attuabili, dimostrando la plasticità strategica e tattica da parte del soggetto che è così in grado di adottare comportamenti anche molto diversi per soddisfare una medesima esigenza o perseguire uno stesso scopo. La capacità di riconoscere equifunzionalità a comportamenti o azioni i più diversi possibile, evita la stereotipizzazione. Delle soluzioni equifunzionali possiamo dire che implementano (cfr.implementare) ugualmente bene la necessità di risolvere il problema che si era posto.

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177

ERGOMOTRICITÀ

Campo e natura delle pratiche motorie, considerate come "lavoro" e quindi dal punto di vista delle risorse energetiche che mobilitano nel soggetto e del "rendimento" che producono.

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178

ERLEBNIS

Termine di lingua tedesca che significa "esperienza vissuta", riferendosi alla coscienza, alle sue dinamiche, alle sue espressioni, intese anche come base di comprensione intersoggettiva. Come dire che non può fondarsi una reale comprensione tra persone se non ci si rifà alla prospettiva di vissuto, interiore, di ogni esperienza, decentrando il proprio punto di vista e vedendo nell'altro un altro me stesso, un altro centro di identità e di soggettività. Anche l'azione motoria (ogni azione motoria) va considerata in tale ottica, in quanto costituisce sempre e necessariamente, un vissuto.

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ERRORE

Nel linguaggio comune l'errore è l'alternativa della risposta esatta. In termini cibernetici viene considerato uno scarto o una differenza tra segnale presente all'entrata di un sistema a regolazione automatica e segnale in uscita. Nell'apprendimento l'errore può essere considerato la differenza tra l'ipotesi e la verifica, vale a dire tra la risposta data e la conoscenza dei risultati (Trisciuzzi L.). L'errore, che nella storia del pensiero ha assunto le più diverse denotazioni e connotazioni (da percettive a intellettive, da conoscitive-teoretiche a operative, da scientifiche a morali, con giudizi che vanno dal rifiuto all'approvazione), nelle scienze dell'educazione deve essere rivalutato e considerato come occasione di verifica e di generalizzazione delle competenze. Specie nei contesti operativi (come in ogni azione motoria) l'errore va relativizzato e posto in relazione a condizioni di efficacia, sicurezza, pertinenza.

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180

ESERCIZIO

Situazione operativa, di solito appositamente predisposta per scopi didattici, implicante un compito e un ambito di adeguatezza delle risposte, reso noto a colui che deve esercitarsi. Ciò vale anche per gli esercizi motori propriamente detti. Nella denominazione tradizionale il termine e. indica il movimento o l'insieme di movimenti ginnastici voluti e precisati. L'esercizio consiste comunque in una forma empirica di messa in atto di cognizioni o competenze o qualità (anche fisiche) che si intendono consolidare, completare, strutturare oppure, semplicemente verificare.

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181

ESPERIENZA

A questo termine possono essere assegnate diverse accezioni: - aspetto sensibile della conoscenza e dell'interazione con il mondo; - rappoto diretto ed immediato con ciò che si prova interiormente:

pensieri, sentimenti, emozioni, etc.; - nella scienza: comportamento intenzionale, sistematico ed

organizzato di interazione con il mondo, progettato, realizzato e rilevato per implementare l'intenzione di accedere ad un evento o alle qualità di un oggetto e raggiungere la conoscenza di questo.

Tutti i comportamenti dell'uomo possono, in un senso o in un altro di quelli indicati, costituire esperienza. Ciò rende ogni azione un'occasione di conoscenza, un momento della propria storia, del costituirsi della propria identità.

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ESPRESSIONE CORPOREO-MOTORIA

È l'espressione affidata a gesti, atteggiamenti, mimica, etc. Dato anche il basso livello di codificazione formale di queste componenti, esse permettono un ampio margine di libertà e di divergenza espressiva. Il che non significa completa anomia, né impossibilità di comprendere adeguatamente. Anche se in modo non rigido né precisato, formalmente esistono categorie di significati ricche ed efficaci affidate all'e.c.m.

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183

ESTENDERE

Azione di allontanamento reciproco delle estremità di due segmenti corporei contigui ed articolati tra loro. Si può e. un arto o il busto, facendoli passare da un atteggiamento (cfr.) breve ad uno lungo. È il contrario di flettere (cfr.).

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184

ETNOMOTRICITÀ

Campo e natura delle pratiche motorie viste sotto l'angolo del loro rapporto con la cultura e l'ambiente sociale, in seno ai quali esse si sono sviluppate. Nella etnomotricità bisogna considerare come determinanti: il peso dei fattori socio-culturali, la logica interna delle pratiche e norme sociali, la portata sociale della motricità, etc. Così come si parla di etnometodologia, etnofisiologia, etc., si può parlare di etnomotricità, nel senso di una motricità che si è sviluppata secondo specificità storico-geografiche, in modo empirico, al di fuori dei canali della "cultura culta", ufficiale, scolastico-accademica. La gestualità quotidiana e quella lavorativa (specialmente dei mestieri che si insegnano e si apprendono al di fuori di contesti organizzati industrialmente) possono considerarsi tali e rivelano in molti casi efficacia e pertinenza sorprendenti.

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FALCATA

L'azione che costituisce il ciclo della deambulazione e della corsa. Consiste di due passi ed è considerata compresa tra l'appoggio di un piede e il successivo appoggio del medesimo piede. Con il termine falcata si intende anche la distanza percorsa con tale azione.

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FEED-BACK (o REAFFERENZA). È la raccolta e l'effetto delle informazioni (relative all'azione) di ritorno, che informano il soggetto

agente sull'azione stessa e che gli permettono di avere coscienza dell'esecuzione e delle sue conseguenze fin anche nei minimi particolari. Molte informazioni (visive, cinestesiche, tattili, etc.) giungono al soggetto durante l'esecuzione, in tempo utile per intervenire sull'esecuzione stessa, che può ritenersi controllata tramite un circuito definito "chiuso" (cfr.). Molte altre di queste informazioni giungono in pratica solo dopo e sono utili all'eventuale riprogrammazione di un'azione analoga. L'azione in corso non può avvalersi del f. per essere modificata mentre viene eseguita.

Il feed-back può essere suddiviso in due tipologie fondamentali, secondo la sua natura e della sua origine, che corrispondono alle seguenti definizioni:

- intrinseco, relativo alle informazioni derivanti dagli analizzatori del soggetto che raccolgono dati relativi all'azione in corso; i canali afferenziali sono quelli tattile, visivo, vestibolare, cenestesico, uditivo...

- estrinseco, proveniente da fonti esterne, fornisce informazioni aggiuntive e, in un certo senso, indirette. Può trattarsi di registrazioni quantitative (cronomretriche, metriche) o riprese audio-visive, resoconti verbali di un osservatore, o altro ancora.

In ogni caso il feed-back deve permettere al soggetto di realizzare una conoscenza della prestazione, cioè dell'esecuzione in sé (o "knowledge of performance", in sigla: KP) o una conoscenza del risultato, cioè del raggiungimento o meno degli obiettivi (o "knowledge of results ", in sigla KR). Il feed-back è una sorta di ricaduta informativa, il cui flusso procede a ritroso rispetto all'impulso che comanda l'azione ovvero al senso di transizione dell'azione (dal soggetto all'ambiente, ma anche dal centro alla periferia dello stesso soggetto); Apprendimento, miglioramento, perfezionamento, adattamento delle abilità non possono avvenire senza il flusso di informazioni retroattive.

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FEED-FOWARD (o CONTROLLO DI PRE-AZIONE).

È la valutazione delle informazioni che costituiscono il programma motorio. Ciò permette un controllo in anticipo sull'azione. Gli organi nervosi sono in grado, grazie agli apprendimenti pregressi e all'esperienza in genere, di interpretare questi dati in vista dei risultati che produrrebbero se portati all'esecuzione. Il S.N. può cioè anticipare gli effetti attuativi del programma motorio e fare, in anticipo sull'esecuzione (e sul relativo feed-back) gli aggiustamenti necessari. L'afferenza dei dati cenestesici avviene con un ritardo di 10-12 msec. rispetto all'esecuzione e tale scarto temporale, in azioni molto veloci, potrebbe essere eccessivo rispetto alle esigenze regolative dell'azione stessa.

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FENOMENO

Aspetto che appare e modalità in cui appare un oggetto o un evento. Il fenomeno in tal senso è mediatore tra l'oggetto o l'evento in sé e la conoscenza che l'uomo ne ha. Anzi è la forma, il modo con cui l'oggetto o l'evento si dà alla conoscenza dell'uomo; e siccome la conoscenza, in senso lato, è il modo (e non un modo) dell'uomo di rapportarsi con il mondo ne consegue che l'universo è un universo di fenomeni più che di oggetti in sé. L'azione motoria è un fenomeno se la si osserva compiuta da altri, come evento che ci riguarda solo in terza persona; ma questo non può essere l'unico punto di vista da cui la si considera: è anche e soprattutto erlebnis (cfr.), ovvero vissuto in prima persona.

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189

FILA

Modo di disporre gli allievi uno dietro l'altro, tutti con la fronte orientata nel solito modo. Il primo è il capofila, l'ultimo il serrafila.

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FINALITÀ

Scelte di basi irrinunciabili, idee di fondo verso le quali è diretta l'azione complessiva di uno o più soggetti entro una situazione interattiva o specificamente didattica. La procedura per il conseguimento di una finalità prevede:

- accertamento delle condizioni ambientali - accertamento delle condizioni d'esercizio (relative al

soggetto) - definizione della successione cronologica delle

sottodisposizioni e dei possibili percorsi alternativi.

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191

FISSATORI

Sono fissatori quei muscoli che, con la loro contrazione (isometrica per definizione) in una certa azione tengono ferme alcune parti del corpo, evitando che siano coinvolte nell'azione per ragioni meccaniche. Il ruolo di fissatori, che ora questi, ora quei muscoli assumono, non depone affatto a favore della frammentabilità dell'azione motoria, ma semmai il contrario: riconferma, se mai ce n'era bisogno, che il corpo nell'azione è sistemico; l'apparente esclusione dall'azione di certe sue parti è solo dovuta ad un artificio che è attivo e fa parte dell'azione almeno quanto la componente cinematica e più vistosa.

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FLETTERE

Azione con cui si avvicinano reciprocamente gli estremi di un segmento o dell'intero corpo, a condizione che la parte interessata (o l'intero corpo) non si trovi in attitudine di appoggio. In questo caso l'azione prenderebbe il nome di piegamento. In ogni caso il passaggio dall'atteggiamento lungo a quello breve si ottiene per la chiusura degli angoli delle articolazioni intermedie dello stesso segmento.

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FONDAMENTALI

Sono così definite tutte le azioni specifiche di un certo sport.

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194

FONO-MOTRICITÀ

È la motricità della muscolatura della respirazione e delle corde vocali, motricità che permette l'emissione del suono vocale. Riguarda soprattutto la regolazione di intensità, tono e durata (entro i limiti imposti dalle proprie caratteristiche). L'emissione vocale compare fin dal momento della nascita, mentre la sua regolazione si apprende per tutto il corso della vita. La fono-motricità può essere solo artificiosamente separata dalla glotto-motricità (cfr.), anche se ciascuna di queste due forme di motricità, o, se si vuole, funzioni motorie ha un suo specifico, come si può evincere dalle loro definizioni. Vorremmo che il rapporto non fosse ricondotto allo schema semplicistico secondo cui con la fono-motricità si produce il suono grezzo e con la glotto-motricità lo si articola, lo si "raffina". È uno schema stadiale, sequenziale, che non rispecchia il rapporto di simultaneità e di co-dipendenza di queste due specifiche forme di motricità, sia a livello fisiologico che semiotico, sia dal punto di vista neurologico che estetico.

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195

FORMA Riprendendo la concezione aristotelica si può dire che la forma è uno dei due aspetti

di ogni oggetto o soggetto esistente. L'altro è la materia. Per Kant la forma è invece "ciò per cui il molteplice del fenomeno può essere ordinato". Tale operazione o criterio di ordinamento avverrebbe secondo le categorie di spazio e di tempo. Quest'ultima concezione non è stata priva di conseguenze nella storia del pensiero occidentale.

L'accezione kantiana può, pur con qualche forzatura, essere ricondotta al concetto di prototipo (cfr.), il cui contenuto ha caratteristiche spazio-temporali definibili e definite e, nello stesso momento, ha funzione unificatrice (di attrattore, potremmo dire) dei fenomeni che presentino una qualche correlazione significativa o rilevante con esso. La forma dell'azione motoria deve tuttavia includere, oltre alla sua rappresentazione mentale prototipica (cfr. prototipo), anche specificazioni sullo schema motorio (cfr.) ovvero su modalità esecutive particolari.

Per forma si intende anche l'insieme di condizioni favorevoli che riguardano gli aspetti fisico, mentale, emotivo, etc., che determinano il massimo rendimento nell'azione. In ambito sportivo il suo raggiungimento e il suo mantenimento (tutt'altro che scontato) sono il fine dell'allenamento e si tende a far coincidere il massimo della forma con gli impegni agonistici più importanti.

Caratteristiche percepibili di una struttura semiotica.

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196

FORZA

cfr. condizionali, capacità.

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197

FRONTALE (PIANO FRONTALE)

In tecnica ginnastica è il piano verticale che divide il corpo in due metà, una anteriore ed una posteriore.

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198

FUNZIONALE

Che adempie allo scopo per cui è stato costruito o per cui si intende preposto. Relativo alla funzione (cfr.).

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199

FUNZIONE

Attività o insieme di attività svolte da un sistema biologico (organo o organismo) o dall'uomo. Tale o tali attività sono in relazione a un fine con cui esse sono in rapporto in virtù dell'intenzionalità (biologica o simbolica, rispettivamente) del sistema stesso. Il sistema intenzionale può altresì coinvolgere sistemi fisici e/o chimici nella propria azione, assegnando o attribuendo ad essi una funzione che intrinsecamente non avrebbero.

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200

FUNZIONE METAMOTORIA

Organizzazione delle condotte motorie che presentano l'originalità di produrre significati di secondo grado, di tipo strumentale, affettivo o referenziale (Parlebas P.).

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201

FUNZIONE PRASSICA

Organizzazione delle condotte motorie nella messa in opera finalizzata alla realizzazione di una attività motoria, ovvero di una prestazione (Parlebas P.).

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202

FUNZIONE SEMIOTICA

Organizzazione di una capacità generale di significazione che ha per ruolo la produzione (codificazione) e la ricezione (decodificazione) dei segni (Parlebas P.).

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203

FUNZIONI SEMIOTICHE

Operazioni che permettono di realizzare delle trasformazioni nel sistema di segni sia sul piano della espressione (gesti, parole, icone, ritmi ecc.), che in relazione al piano del contenuto (concetti, condizioni, significati vari, ecc.):

Commutazione: mutazione e scambio fra membri di un paradigma sul piano dell’espressione e corrispondente mutazione e scambio tra i membri di un paradigma sul piano del contenuto,

Sostituzione: assenza di mutazione e scambio fra membri di un paradigma sul piano dell’espressione e corrispondente assenza di mutazione e scambio tra i membri di un paradigma sul piano del contenuto,

Permutazione: mutazione e spostamento fra le parti di una catena sul piano dell’espressione e corrispondente mutazione e scambio tra le parti di una catena sul piano del contenuto.

Manifestazione: implicazione derivata dall’uso linguistico di forme semiotiche (elementi o catene) che trovano una relazione con lo schema linguistico.

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204

FUNZIONE SEMIOTRICE

Settore della funzione semiotica che ha per campo di svolgimento l'azione motoria (Parlebas P.).

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205

GALLEGGIAMENTO

Attitudine in cui il corpo, immerso (solitamente in acqua) interagisce con la spinta di Archimede o spinta di galleggiamento; tale spinta è una forza che agisce in direzione opposta a quella di gravità, contrastandola in modo significativo, ovvero annullandola di fatto. L'attitudine di galleggiamento si può ottenere con una parte del corpo emersa (la parte emersa non riceve la spinta di galleggiamento) oppure con il corpo interamente immerso. In entrambi i casi si deve avere un assetto idrostatico neutro o pressoché neutro, affinché si possa parlare di attitudine di galleggiamento. La densità media dei tessuti del corpo, quella dell'acqua (si ricorda che la densità dell'acqua varia sensibilmente a seconda che si tratti di acqua molto salata, salata o dolce), la quantità di aria nei polmoni, la pressione idrostatica che condiziona il volume di quest'ultima, l'eventuale influenza di oggetti di vestiario sono tutti fattori che contribuiscono a definire l'attitudine di galleggiamento.

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206

GENERE CINESICO

Classi di significati non verbali (gestuali, posturali, ecc.) che hanno:

analoga forma e analogo contenuto,diversa forma e analogo contenuto,analoga forma e diverso contenuto,diversa forma e diverso contenuto,nei rispettivi contesti interattivi di una data

cultura.

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207

GERARCHIA

Differenziazione e organizzazione dell'insieme dei ruoli dei componenti di un sistema. La differenziazione è tale che comporta asimmetrie dei poteri di causazione tra i componenti, i cui ruoli e le cui funzioni vengono ad integrarsi in vista di una funzione o di uno scopo che coinvolge il sistema in toto. La gerarchia non comporta necessariamente la rigidità della struttura che costituisce.

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GESTEMA

Classe di atteggiamenti, mimica, gesti, comportamenti compiuti nell'atto di trasmettere di seguito ad una domanda, ad una indicazione, ad una ingiunzione tattica o relazionale per semplice sostituzione della parola (Parlebas P.).

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209

GESTO

Azione motoria considerata dal punto di vista di attribuzione di significato e quindi per il suo valore e per la sua funzione semiotica, ovvero comunicativa; Può non esserci convergenza tra il significato assegnatogli dal soggetto emittente e quello assegnatogli dal ricevente. Nel linguaggio gestuale, a causa del basso livello di codificazione, questa evenienza può presentarsi più frequentemente che in altre forme di comunicazione.

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GINNASTICA

Insieme di pratiche motorie definite e formalizzate nei loro particolari esecutivi. Tali pratiche motorie, codificate come esercizi, sono, di solito, pensate e messe a punto con finalità addestrative, educative o di condizionamento fisiologico. Il termine nasce nell'antica Grecia ed etimologicamente derivava direttamente da "nudo" (data la pratica di esercitarsi senza abbigliamento). Con la ginnastica si intendeva un sistema di esercizi destinati al perfezionamento del corpo. Praticata dai romani, trascurata nel medio evo, si riafferma con l'umanesimo e l'età moderna e dal secolo scorso è obbligatoria nelle scuole; Il termine ginnastica definisce anche alcuni sports (g. artistica e g. ritmico-sportiva) che pongono la bellezza e la forma dell'azione come criterio per valutare il risultato, quantificato in punteggi.

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211

GIOCO

Nell'educazione fisica è un mezzo educativo per eccellenza, in cui ogni soggetto deve poter sperimentare le proprie capacità, abilità, conoscenze, competenze, etc. in ragione di regole introdotte e convenute situazionalmente.

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212

GIOCO SPORTIVO

Situazione motoria di raffronto codificato, denominata "gioco" o "sport" per le istanze sociali. In un gioco sportivo è definitorio il sistema di regole che ne determina la logica interna. Si distinguono due tipologie fondamentali di gioco sportivo:

- istituzionale, regolato da un'istanza ufficialmente riconosciuta (federazione sportiva); lo stesso che sport;

- tradizionale, che pur essendo consolidato da una lunga tradizione di cultura e di pratica, non è codificato all'interno di una federazione sportiva.

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213

GIRO

Rotazione completa del corpo (360°) attorno ad un asse, longitudinale, sagittale o trasversale. L'asse di rotazione può attraversare il corpo o essere esterno ad esso.

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214

GLOBALITÀ DELL'AZIONE MOTORIA Carattere dell'azione motoria secondo il quale questa coinvolge la persona in tutti i suoi aspetti

(fisico, cognitivo, affettivo-emotivo e socio-relazionale), ma anche in relazione al solo aspetto fisico non si può mai considerare un'azione motoria come pertinenza esclusiva di un certo segmento corporeo o di un certo gruppo muscolare, con l'esclusione di altri. In particolare la muscolatura può dirsi tutta coinvolta, pur con funzioni molto diversificate (muscoli agonisti, sinergici, antagonisti, fissatori, correttori, parassiti, questi ultimi da tenere debitamente disattivati, e così via). Esistono, è vero, prevalenze quantitativo-qualitative di questo o quel muscolo (o gruppo muscolare) in funzione della specifica azione motoria che si sta compiendo, ma questo non deve mai far perdere di vista la globalità dell'azione motoria stessa. Non bisogna assecondare le apparenze grossolane secondo le quali viene rilevata (da un osservatore esterno o dallo stesso soggetto agente) l'azione come propria ed esclusiva del segmento corporeo che compie un movimento macroscopico o che è coinvolto in modo diretto al conseguimento dello scopo dell'azione stessa (per esempio l'arto superiore se lo si protende per afferrare qualcosa con la rispettiva mano); non esiste solo la macro-motricità dell'evidenza, scontata e ovvia: esiste anche, nella totalità o quasi dei casi, tutta una serie di azioni parziali complementari, compensatorie, di aggiustamento, di ottimizzazione, il cui esito percepibile può anche essere l'immobilità di una certa parte, ma questo non equivale certo al non coinvolgimento di quest'ultima. Un semplice esempio: se solo solleviamo, dalla stazione eretta, un arto superiore, c'è, istante per istante (in tempo reale o con un leggero anticipo), tutto un lavorìo di continuo riaggiustamento dell'assetto dell'intero corpo, per mantenere l'equilibrio e per la massima economia d'azione.

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215

GLOTTOCINESICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alla evoluzione storica della significatività di un gesto o di un contenuto cinesico.

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216

GLOTTO-MOTRICITÀ È la motricità dei muscoli labiali, linguali e, in genere, della parte antero-inferiore della testa.

Questi muscoli, con la loro azione opportunamente coordinata, permettono l'articolazione dei suoni che costituiscono il messaggio vocale. Più esattamente permettono di:

- conferire la specificità timbrica a tutti i suoni vocalici, ben più numerosi delle cinque vocali dell'alfabeto (ricordiamo che alcune caratteristiche timbriche caratterizzano la voce del soggetto, altre i suoni vocalici; le prime si ritrovano, difficilmente eliminabili, in tutta la produzione vocale del soggetto, le seconde, relativamente indipendenti dalle prime, possono essere prodotte in modo convergente da ogni soggetto per pronuciare un certo suono vocalico);

- articolare i suoni consonantici; - produrre suoni onomatopeici, non codificati come consonantici. Oltre alla concordanza con l'atto respiratorio (direttamente, per la precisione, con quello

espiratorio, ma, indirettamente, anche con quello inspiratorio) opportunamente regolato (come durata, modulazione dell'intensità dello sforzo, etc.), occorre che sia coordinazione con i movimenti della mandibola e, soprattutto, delle corde vocali. È una motricità complessa, le cui specificità sono legate anche a fattori ereditari (tonalità della voce, timbro, eventuali imperfezioni dell'apparato fonatorio, etc.), ma soprattutto apprenditivi, come l'appartenenza ad un certa comunità linguistica e dialettale. (cfr. fono-motricità)

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GRADO

Suddivisione della progressione ginnastica. può indicare anche il piolo di un attrezzo (es. della spalliera). I gradi vengono numerati dal basso verso l'alto (il 1° g. è quello più vicino al suolo).

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218

GRAFO-MOTRICITÀ È la motricità connessa con la produzione di segni grafici, per definizione bi-dimensionali. La grafo-

motricità è tuttavia da considerarsi tri-dimensionale, per quanto riguarda la posizione e gli spostamenti del soggetto rispetto alla superficie, l'impugnatura, l'appoggio , la graduazione della pressione e il distacco dell'oggetto che lascia il segno rispetto alla superficie stessa, e così via. In genere più sono di grande dimensione i segni che si tracciano, più sono coinvolti dinamicamente segmenti più prossimali, a partire dall'estremità che impugna l'oggetto "scrivente"; in ordine: dita, mano, polso, avambraccio, braccio, spalla, busto, l'intero corpo. Sebbene praticamente nella totalità dei casi la g.m. competa agli arti superiori, soggetti portatori di handicap hanno ampiamente dimostrato come certe competenze grafiche siano trasferibili agli arti inferiori o alla bocca (in quest'ultimo caso sarebbe più opportuno parlare di testa). Il segno grafico viene appreso nella sua configurazione caratteristica (e indipendentemente da caratteristiche come la dimensione o certi particolari, se ritenuti ininfluenti), che lo renda riconoscibile ad un eventuale osservatore o che lo renda comunque efficace e pertinente rispetto allo scopo che ha la sua tracciatura. Di volta in volta il soggetto può, per eseguire tale segno, attivare muscoli anche completamente diversi da quelli che usa di solito, a seconda della propria posizione rispetto alla superficie, rispetto alla dimensione del segno o a certe eventuali variazioni di alcuni aspetti. Ciò che lo guida nella tracciatura sembra essere, più che una memoria muscolare diretta, l'idea, la rappresentazione, generabile ed elastica, che il soggetto stesso si è fatto del segno in questione. In ciò consiste aver appreso a tracciare quel segno.

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219

GUIDATORI

Ruolo dei muscoli che, con il loro intervento, indirizzano con precisione l'azione provocata da altri muscoli; è un ruolo attivo che contribuisce ad un'esecuzione pertinente ed efficace.

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220

HABITUS

L'insieme di abitudini e attitudini socialmente acquisite, tratte dalla cultura e, in genere, dalle dinamiche interazionali e mediate dalla personalità del soggetto (caratteristiche apprenditive, orientamenti attitudinali personali, scelte, preferenze, etc.). L'h. è in un certo senso il risultato della interazione del sociale-culturale con il soggettivo, interpersonale, risultato che viene continuamente rimesso in gioco nello stesso ambito sociale. L'h. mostra la misura e i modi in cui il soggetto partecipa al sociale.

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221

KP (KNOWLEDGE OF PERFORMANCE)

Letteralmente: conoscenza della prestazione. È costituita dall'insieme delle informazioni di ritorno relative all'esecuzione motoria, quindi alla sua forma ed alle sue modalità. Permette di sapere come si è eseguito l'azione e di programmare eventuali modifiche, in corso di esecuzione se si è in tempo o, altrimenti, per la successiva esecuzione. La fonte di reafferenze può essere la propriocezione (o cenestesi) oppure il resoconto verbale di un osservatore esterno oppure, ancora, una documentazione filmica o di altro genere.

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222

KR (KNOWLEDGE OF RESULTS)

Letteralmente: conoscenza dei risultati. È costituita dall'insieme di informazioni relative all'esito dell'azione, ed è relativamente indipendente dalle modalità esecutive vere e proprie. Può derivare dalla constatazione personale o dal resoconto di un osservatore esterno

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IDENTITÀ La maniera in cui in questi ultimi anni si è modificato il significato di identità dà risalto

al parallelismo esistente tra evoluzione della percezione di sé ed evoluzione della percezione della realtà esterna. Nel linguaggio comune, dove tale termine fino a non molto tempo fa manteneva le caratteristiche tradizionali di uguaglianza di se stessi e di continuità, è entrato il significato psicosociale indicante un io fluido, multiforme e problemico, definito dal ruolo sociale svolto dall'individuo, dal gruppo di riferimento cui appartiene oppure dal controllo intenzionale dell'immagine. In ogni caso tale significato psicosociale indebolisce, se non elimina del tutto, il collegamento tra identità e continuità della personalità. Esclude anche la possibilità che l'identità venga definita dalle azioni compiute da una persona e dalla testimonianza pubblica di queste azioni. Nel suo nuovo significato il termine registra la progressiva scomparsa del vecchio senso di una vita come storia di vita e come narrazione, cioè un modo di concepire l'identità basato sulla fede in un mondo pubblico durevole, rassicurante nella sua solidità, che va oltre la vita del singolo individuo e che supera in qualche modo il giudizio su di essa. (Lasch C.) (cfr. individualità).

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224

IMITAZIONE

Riproduzione di un oggetto, sistema o evento in maniera integrale. L'imitazione può dirsi riuscita se, in relazione allo scopo per cui è stata realizzata, può sostituire ciò che è stato imitato senza differenze percepibili né conseguenze rilevanti nei rapporti con l'ambiente. Un'azione ne imita un'altra se con quest'ultima presenta un'equivalenza funzionale (rispetto allo scopo che persegue, ai significati che ha, ai bisogni che soddisfa...) e strutturale (esecutiva), sebbene si possano tollerare piccoli margini di variabilità.

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225

IMMAGINE MENTALE DELL'AZIONE MOTORIA

In prima approssimazione è definibile come "idea del movimento" (Gentile, 1972), ovvero la rappresentazione mentale dell'azione motoria. La capacità di trasporre la realtà (effettiva o immaginata) in simboli concettuali, con la quale la mente struttura le rappresentazioni di oggetti, eventi, relazioni, etc. e fruisce di tali rappresentazioni, è una capacità molto versatile e può essere applicata a contenuti molto eterogenei. L'azione motoria è tra questi contenuti e può costituire uno specifico referente della rappresentazione mentale, intesa sia come struttura che come funzione. Dell'azione motoria, nella immagine mentale si ritrovano i parametri spazio-temporali, le afferenze ad essa relative (che il soggetto agente verosimilmente proverebbe al momento della esecuzione), gli effetti sull'ambiente con il quale si interagisce. Quando tale immagine viene ripercorsa a livello cosciente (specialmente se con molta attenzione), lungo la sua dimensione temporale, offre al soggetto un vissuto molto simile all'esecuzione vera e propria; non che ordinariamente si possa confondere l'immaginazione mentale con l'esecuzione, ma sicuramente si può così verificare l'immagine stessa, interagire con essa, per modificarla o perfezionarla; condizionando cioè l'azione immaginata, al momento in cui la si immagina, si può ottenere una modifica persistente dell'immagine stessa, in modo che al successivo utilizzo essa si ripresenterà con le modifiche in questione. Affinché ciò avvenga è di solito necessario ripercorrere l'immagine mentale più volte, reiterando regolarmente il tentativo di modifica; sostanzialmente si può immaginare l'azione secondo due punti di vista diversi, che impegnano canali percettivi altrettanto diversi (Mahoney e Avener, 1977):

- esterno; il soggetto si vede dall'esterno come potrebbe vedere un'altra persona che sta effettuando quell'azione; è un vissuto che potremmo definire in "terza persona";

- interno; il soggetto vive l'azione con tutto le afferenze soprattutto cinestesiche, ma anche tattili, labirintiche, visive, etc.; è il tipico vissuto definibile in "prima persona";

- misto; i due precedenti sono alternati e integrati. L'i.m.d.a.m. può essere altresì più o meno completa e dettagliata, più o meno precisa e fedele. Inoltre l'i.m.d.a.m. ha le seguenti funzioni

(Starosta, 1987): - programmatoria, anticipatrice dell'esecuzione; - allenante, in funzione dell'apprendimento motorio; - di controllo, per correggere (eventualmente) l'esecuzione in corso, se questa è sufficientemente lenta. Con il termine trial of feed-foward (allenamento della pro-azione) si intende il ripercorrere sistematicamente l'azione motoria a livello

mentale, l'esercizio dell'auto-rappresentazione mentale dell'azione, con fini e intenzioni apprenditive. È quindi qualcosa di più ampio e generale della semplice ripetizione immaginativa dell'azione, anche considerando gli effetti che provoca sulla futura esecuzione; Esistono però anche effetti (fisiologici) dell'atto di immaginazione, meglio noti come effetto Carpenter; si tratta di attivazioni neuro-muscolari (rilevabili elettro-miograficamente) la cui configurazione (muscoli interessati, successione nel tempo, sincronie, etc.) riproduce quella dell'esecuzione concreta, unica differenza l'intensità: in quest'ultimo caso produce movimento, nell'altro no. (cfr. rappresentazione mentale)

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226

IMMERGENTE

Nella tradizionale terminologia ginnastica designa la posizione che si assume prima di iniziare un esercizio; può essere mantenuta o abbandonata ed eventualmente ripresa durante l'esecuzione stessa.

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227

IMPLEMENTARE

Trasporre sul piano attuativo uno scopo, un principio o un criterio. È un'operazione in cui sono (relativamente) ininfluenti le modalità ed i particolari, mentre è essenziale che si raggiunga lo scopo o si soddisfino le esigenze per le quali è stata messa in atto. Un'attuazione, che corrisponda o sia pertinente a certi scopi, è funzionale a questi ultimi. Si tratta comunque di un rapporto asimmetrico, ma non rigorosamente unilaterale. Le modalità implementative finiscono sempre per avere una loro influenza sullo scopo implementato, contribuendo a definirlo in un certo modo anziché in un altro, etc. Le azioni motorie devono essere sempre valutate in relazione alla loro funzione implementativa, che può sfuggire ad un'analisi superficiale, ma è sempre necessariamente presente. Le azioni motorie implementano scopi, intenzioni, volontà, valori, etc., trasponendo sul piano attuale, comportamentale, questi fattori delle dinamiche intrapersonali.

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228

IMPUGNATURA

Rapporto delle mani (una o entrambe) con un oggetto, rispetto al quale si realizza un contatto saldo, capace di essere mantenuto anche in presenza di forze che tendono a rimuoverlo. La ginnastica ne codifica alcuni tipi, in base alla modalità della mano di rapportarsi con l'oggetto, nella fattispecie l'attrezzo:

- palmare; l'oggetto viene avvolto da tutta la superficie flessoria della mano; da distinguersi dalla presa palmare, in cui, più genericamente, la mano può appoggiarsi anche aperta;

- digitale; l'oggetto viene avvolto dalla superficie flessoria delle dita; - ad anello; l'oggetto viene avvolto da pollice e indice che si toccano o si

riavvicinano con le estremità; - a penna; l'oggetto viene stretto tra indice e medio (uniti e distesi) da una

parte e pollice (che si oppone ad essi) dall'altra; - carpea; l'oggetto è tenuto premuto dalle dita flesse contro la parte ventrale

del carpo; il polso è tenuto flesso; si tratta di una tipica presa ginnastica, in sospensione agli anelli.

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229

INCERTEZZA

Proprietà di imprevedibilità legata a certe caratteristiche di una situazione: ambiente fisico o comportamento altrui (Parlebas P.).

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230

INCLINAZIONE

Posizione o azione del busto che, in estensione (ovvero in atteggiamento lungo), devia dalla verticale. Per ragioni di anatomia funzionale una vera e propria inclinazione può aversi solo in avanti. Nelle altre direzioni interviene, di solito necessariamente, una modificazione dell'atteggiamento.

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231

INCROCIARE

Azione di due arti omologhi che convergono fino a sovrapporsi, con i rispettivi assi longitudinali che si attraversano a vicenda, sebbene su due piani leggermente sfalsati per ovvie ragioni di ingombro reciproco.

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232

INDICE

Elemento osservabile di una situazione o di un comportamento motori, capace di rappresentare un altro elemento assente o, più comunemente e più propriamente, di testimoniare un avvenimento, una proprietà o una implicazione non immediatamente percepibile (Parlebas P.).

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233

INDIVIDUALITÀ

Insieme di caratteristiche riferite a organismi e persone. In base a tali caratteristiche l'organismo o la persona possono mantenere la propria distinzione dall'ambiente, separando nettamente identità e alterità. Mentre per l'organismo esiste una i. biologica, per la persona esiste una i. biologico-mentale, più complessa e qualitativamente diversa. L'individualità biologica è determinata dal patrimonio genetico o dalla specificità proteica in base alla quale l'organismo distingue sé da altri organismi e procede all'autooganizzazione, alla difesa immunitaria, etc. L'individualità mentale si forma e si mantiene grazie alla coscienza, in base alla quale il soggetto vive la propria esperienza percependo il sé l'altro-da-sé come distinti, anche se in relazione. Tale percezione non è indifferenziata e neutrale, ma centrata sul punto di vista del sé, rispetto al quale, radialmente, si struttura le mappa e la metrica delle distanze di tutto ciò che non appartiene al sé. L'autopercezione, inoltre, riguarda un sé capace di autodeterminazione, cioè di decisioni, scelte, giudizi, adesione a valori, nonché di attuazioni comportamentali di tutto ciò. Vista dall'esterno l'i. è definita da tutto ciò che rende il soggetto (semplicemente biologico oppure umano) unico e distinguibile dagli altri.

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234

INDIVIDUALIZZAZIONE

Nel rapporto educativo è l'adeguamento dell'azione dell'insegnante alle caratteristiche di ciascun soggetto, tenendo quindi conto delle differenze che caratterizzano gli alunni in relazione alla personalità, alle attitudini, all'intelligenza, alle reazioni affettive ed ai ritmi di apprendimento.

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IN PRIMA

Nella tradizionale terminologia ginnastica indica una posizione come l'attenti, ma consiste nella posizione finale di un esercizio.

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INTEGRAZIONE

Processo o condizione per cui i componenti di un sistema sono tra loro (ciascuno con tutti gli altri) in relazione tale che il sistema stesso possa dirsi unitario. La modificazione di uno dei componenti equivale, con le dovute trasposizioni, alla modificazione dell'intero sistema. In campo educativo l'integrazione può essere intesa come azione dell'insegnante (diretta e indiretta) tesa a rendere unitario il gruppo-classe sul piano delle attività, relazionale e umano in generale.

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237

INTELLIGENZA MOTORIA Espressione generica che indica i rapporti tra le risorse intellettive e la programmazione-

esecuzione di un'azione motoria. I rapporti tra questi due aspetti del vissuto umano sono ovviamente numerosi e complessi. Molti AA. hanno tentato una classificazione o una definizione più compiuta. Ci ritroviamo così di fronte a numerosi termini, ciascuno dei quali tende a cogliere e sottolineare un aspetto particolare del problema; Riportiamo qui di seguito alcuni di questi termini, scelti tra i più significativi.

- Intelligenza motricizzata; espressione con cui si intende indicare il fatto che, per una parte importante, l'intelligenza è sostenuta, nel suo sviluppo e nella sua evoluzione in genere, dalle esperienze motorie, soprattutto in età infantile.

- Intelligenza motricizzante; espressione con cui si intende indicare il fatto che l'intelligenza, oltre ad essere sostenuta nel suo sviluppo dalla motricità, può a sua volta essere all'origine dei principi organizzatori dell'azione motoria. Questa definizione è complementare della precedente.

- Intelligenza psicomotoria; capacità di elaborare e di rappresentarsi cognitivamente e di decidere rispetto ad una situazione definibile o definita psicomotoriamente (cfr. psicomotricità).

- Intelligenza sociomotoria; capacità di elaborare e di rappresentarsi cognitivamente e di decidere rispetto ad una situazione definibile o definita sociomotoriamente; in altre parole quando nell'azione sono in gioco contemporaneamente più soggetti agenti in interazione tra loro (cfr. sociomotricità).

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INTENZIONALITÀ EDUCATIVA Nell'azione educativa e didattica indica la scelta di strategie e tattiche in funzione degli scopi prefissi. In tale concetto è

implicato quello di fiducia nell'efficacia dell'azione educativa e didattica e nella direzionabilità di tale azione. "È l'insegnante che promuove e orienta i comportamenti degli allievi. È lui che possiede l'iniziativa nella situazione educativa, nell'ambito della scuola tradizionale", (Postic M., 1983) Questa è un'autorità che deve essere usata nella maniera migliore. Deve essere trainante e al servizio dell'alunno. "L'intenzionalità dell'educatore si esprimerà nel capire che cosa chiede l'altro, nel mettersi con lui in un atteggiamento di autentica comprensione cioè di disponibilità a condividere attese, desideri, angosce, entusiasmi; da parte dell'educando; l'intenzionalità si esprime nella disponibilità ad ascoltare ed accogliere ciò che l'altro mette in gioco di sé, sia sul piano esistenziale, che intellettuale, che sociale", (Iori, 1988). Per questo un insegnante deve essere molto preparato sul piano pedagogico, oltre che umano ed etico. "Ciò che serve didatticamente ad un insegnante, non è sapere alla pefezione qual'è la scaletta delle risposte corrette, ma sapere come fare le domande giuste per aiutare nel livello di concettualizzazione e di comunicazione dell'alunno", (Rossini 1988). Piuttosto che insegnare, egli deve permettere agli allievi di identificare i problemi da soli, stimolare la loro attività affinché conducano l'indagine." (Postic M., 1983). Il lavoro svolto così acquista valore che non è tanto quantificabile con un voto, ma classificabile come esperienza. il lavoro svolto diventerà gratificante e stimolante conducendo l'allievo a porsi quelle domande che ogni giorno possono svelare uno spicchio di verità. "La relazione insegnante-allievo è influenzata dalla presenza attiva del gruppo di pari, come anche dalla qualità dell'intervento dell'insegnante. Aspettative e valutazioni provengono sia dall'insegnante che dal gruppo dei pari; il comportamento di un certo allievo è determinato sia dall'immagine che egli si fa dei suoi compagni che da quello dell'insegnante. Ogni allievo, attraverso i processi di interazione, valuta l'importanza che gli altri attribuiscono in un determinato ruolo in una situazione particolare" (Postic M., 1983), così che la qualità dell'insegnante assume un valore importantissimo per la classe. "Educatore e educando interagiscono quando la logica di ciascuno, incontrandosi con l'altro, sa modificarsi fino al punto di poter costruire con l'altro un qualcosa di nuovo che non ci sarebbe stato senza una transizione", (De Giacinto, In Iori, 1988). L'armonia e l'angoscia si trasmettono aumentando i ritardi e le difficoltà. Soltanto quando si sentirà sereno, nella ricerca svolta in modo professionalmente serio otterrà i risultati voluti",. Per ottenere un buon rapporto con la classe è importante conoscere i propri allievi. Per conoscere meglio gli alunni dovranno esistere dei momenti di colloquio personale "perché permette di formarsi un'immagine ideale del soggetto, ne dà una conoscenza più viva ed è quanto mai utile per cogliere gli elementi più consoni allo sviluppo multilaterale alla personalità dell'individuo", (Mercatali 1991). "Ogni allievo si colloca in rapporto all'insegnante è in rapporto ai suoi coetanei e in quell'ambito egli impara ad adattare i suoi bisogni, le sue esigenze al comportamento degli altri", (Postic M., 1983)

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INTERAZIONE

Scambio di influenze e di effetti senza che sia isolabile l'azione di ciascuna delle due o più parti in causa. Le dinamiche interattive coinvolgono gli interagenti in un sistema unico che li comprende. Il flusso di effetti può essere asimmetrico, ma senza che tuttavia si possa separare (se non convenzionalmente) un'“andata” da un “ritorno”. In campo pedagogico si considerano i fenomeni di interazione nelle diadi: docente-discente, soggetto-società, soggetto-ambiente, libertà-autorità, istruzione-educazione, etc.

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240

INTERAZIONE MOTORIA Anche se ogni interazione è in qualche modo sempre mediata dal corpo, coinvolto più

o meno direttamente nell'interazione stessa, con l'espressione interazione motoria, che potrebbe apparire solamente ridondante, si intende definire, sebbene con generalità e approssimazione, un'insieme di forme o modalità interattive che riportiamo qui di seguito:

- Interazione di segnatura; comunicazione o controcomunicazione motoria (cfr.) che permette di conseguire l'obiettivo in un gioco sportivo codificato e che è dotato di uno statuto ludico valorizzato: modificazione del punteggio o cambiamento dello statuto sociomotorio.

- Interazione motoria diretta; interazione motoria essenziale (o comunicazione prassica) esplicitata e sanzionabile per le regole, che definisce le caratteristiche tecniche dei rapporti di cooperazione e/o d'opposizione tra i soggetti interagenti.

- Interazione motoria essenziale; interazione motoria che partecipa in modo costitutivo al compimento strumentale del lavoro motorio considerato, e che è effettuata per gli interventi esplicitamente previsti a questo effetto secondo le regole del gioco.

- Interazione motoria inessenziale; interazione motoria che non possiede le caratteristiche di un'interazione essenziale.

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241

INTERESSE

Atteggiamento di valenza positiva verso determinati oggetti, situazioni; attività, che si sviluppa nell'interazione tra individuo e ambiente. Implica una componente affettiva (attrazione), una cognitiva (rappresentazione di sé e della realtà) ed una comportamentale (azione).

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242

INTERFUNZIONALITÀ DELLA PERSONA Se consideriamo la personalità composta da diverse sfere, si possono individuare relazioni reciproche che legano ciascuna a ciascun'altra, secondo un

modello di interazione circolare in cui esiste interfunzionalità sistemica. Schematicamente le dimensioni della persona possono essere ricondotte alle quattro seguenti: 1) corporea, 2) intellettiva (logico-cognitiva), 3) affettivo-emotiva, 4) socio-relazionale. Se prendiamo in esame tutte le possibili correlazioni uno-a-uno si ricavano sei combinazioni possibili: 1-2, 1-3, 1-4, 2-3, 2-4, 3-4. Ma se ciascuna la consideriamo leggibile nei due sensi (es. 1-2 e2-1) allora la loro somma sale a 12. Ciascuna di queste combinazioni può essere descritta, sia pur in modo estremamente sommario, secondo le indicazioni che seguono:

1-2 il vissuto corporeo sia in termini di in-put che di out-put è fondamentale alla formazione di strutture e funzioni logico-cognitive (come Piaget e altri hanno indicato) 2-1 il vivere in modo consapevole e competente la propria corporeità costituisce possibilità di controllo, guida, modifica in termini di: . atteggiamenti, espressioni, gesti (comunicazione), . organizzazione delle azioni dal punto di vista funzionale (prassi), . gestione di abitudini igieniche, alimentari... 1-3 la corporeità individuale influenza i sentimenti inibendo o accentuando la loro intensità. cioè l'espressione fisica di un sentimento tende ad accentuarne l'intensità;

viceversa il dissimularlo aiuta ad attenuarlo. È un'influenza somato-psichica.; 3-1 lo stato affettivo tende a riflettersi nell'espressione mimica, negli atteggiamenti, nella gestualità e in tutto il comportamento; è un'influenza psicosomatica, cioé si tratta

di una somatizzazione delle emozioni; 1-4 gli aspetti del nostro corpo che sono tali per natura e tutti quei particolari che alcuni AA. chiamano "anatomia sociale" e quelli che più o meno consapevolmente

decidiamo influiscono sui rapporti che si stabiliscono con gli altri, aiutano od ostacolano l'introduzione in un ambiente. 4-1 la presenza più o meno diretta degli altri condiziona il nostro essere fisico: 2-3 conosc re i propri sentimenti, la dinamica delle emozioni permette già di per sé una forma di controllo, di guida, di influenza sulle proprie dinamiche emotive;

sapere, attraverso l'introspezione riflessiva e/o uno studio specifico sulla natura e le caratteristiche di ciò che "sentiamo", significa già "sentire" in modo diverso; 3-2 l'interesse per un argomento, la gratificazione procurataci da un certo (o da un certo altro) procedimento logico dal suo esito, il desiderio di conoscere sono certo fattori

di influenza dell'emotività sulla sfera logico-cognitiva; 2-4 la capacità di valutare, selezionare, elaborare, decidere, permette di regolare soggettivamente il proprio rapporto con gli altri. Nell'interazione con l'ambiente a cui, in

assoluto, non è possibile sottrarsi, il soggetto ha un margine significativo di libertà e di autonomia per poter gestire tale rapporto secondo le proprie esigenze e la propria originalità;

4-2 la struttura e la strutturazione del nostro sapere, i procedimenti logici che utilizziamo ai fini elaborativi, i presupposti su cui più o meno consapevolmente ci basiamo, sono frutto dell'interazione e dell'interscambio con gli altri. il mondo degli altri, direttamente o indirettamente (anche come contesto culturale) costituisce la matrice formativa della sfera logico-cognitiva;

3-4 il nostro "sentire" guida, condiziona, modifica continuamente i nostri rapporti con gli altri; 4-3 la presenza più o meno diretta degli altri, il nostro rapporto con loro, inducono modificazioni più o meno profonde nel nostro "sentire" provocando, accentuando,

attenuando o modificando le nostre dinamiche emotive.

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243

INTERPRETAZIONE

È un'operazione che consiste nell'attribuzione di significato all'oggetto dell'i. Nell'accezione più ampia si comprende nel concetto di i. anche il penetrare un concetto o una materia di per sé oscura o comunque problematica. Essendo in ogni caso una forma di mediazione, è doveroso riconoscerle questa caratteristica e, se si vuole, questo limite; spesso infatti interpretazione è sinonimo di versione personale, rivelatrice delle concezioni e dei princìpi che si pongono alla sua base.

L'interpretazione si rivela nell'esposizione o nell'operatività. Tutte le forme comunicative svolgono la loro funzione intersoggettiva grazie al fatto che sono passibili di interpretazione, processo in cui la variazione dovuta alla specificità del singolo soggetto interpretante si sovrappone ad una base convenzionale intersoggettiva.

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244

INVOLUZIONE

Trasformazione di un sistema che regredisce verso la sua condizione originale, antecedente ad un cambiamento che ne aveva modificato in qualche modo le caratteristiche. L'involuzione presuppone la reversibilità delle trasformazioni.

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245

(IPER)CIFOSI

Eccessiva accentuazione della cifosi dorsale, unica curva rachidea mobile a concavità posteriore. Per indicare questa accentuazione il termine viene usato spesso senza il prefisso iper-.

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246

IPERESTENSIONE

Estensione di un'articolazione o di un insieme di articolazioni, portata all'estremo limite di escursione fisiologica. In genere l'iperestensione permette di superare (in senso estensorio, ovviamente) l'allineamento tra i segmenti congiunti dall'articolazione interessata.

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247

IPERLORDOSI

Eccessiva accentuazione delle curve a concavità posteriore (cervicale e lombare). Solitamente il termine iperlordosi, senza altre specificazioni, si riferisce alla curva lombare.

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248

LANCIO

Azione finalizzata a scagliare lontano un qualsiasi oggetto. È effettuato con uno o con entrambi gli arti superiori, che effettuano l'azione in atteggiamento (pressoché) lungo. Nel lancio l'arto o gli arti vengono usati più o meno come una catapulta.

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249

LATERALITÀ Condizione personale di organizzazione delle proprie abilità percettive e motorie conseguente alla

differenziazione asimmetrica e gerarchica dei due emisferi cerebrali. Le influenze dell'apprendimento, o dei condizionamenti ambientali in genere, possono indurre un processo di lateralizzazione che non asseconda le tendenze auto-organizzative del soggetto, così che si possono riscontrare disturbi in certe esecuzioni motorie. L'ottimizzazione dei processi percettivo-motori esige infatti un'organizzazione differenziata, asimmetrica, con prevalenza di un emisfero cerebrale, e quindi dell'emisoma controlaterale. La predominanza laterale tende ad affermarsi con il procedere e l'affinarsi dell'esperienza personale. Un'opportuna azione educativa può favorire e rendere più sicura questa tendenziale predominanza, badando bene però a non confonderla con il riconoscimento codificato dei due lati come dx e sx. Tale riconoscimento sarà il corollario della predominanza laterale ben consolidata. Si tratta di spinte di natura probabilmente genetica quelle che orientano l'individuo al destrismo o al mancinismo. Inoltre non è affatto scontata l'omogeneità delle varie forme di predominanza; essere destri di occhio non vuol dire esserlo anche di orecchio; oppure essere destri di mano non significa esserlo anche di piede. Ancora: in azioni come lo stacco di un salto è difficile definire semplicisticamente destro o sinistro un soggetto; sarà preferibile dire che l'arto di spinta è, per esempio, il destro e quello di attacco il sinistro, dato che non è scontato quale delle due componenti dell'azione sia gerarchicamente più importante. Infine: le abilità acquisite con un emisoma sono trasferibili a quello controlaterale, sebbene la loro esecuzione risulterà, all'inizio, rozza e poco efficace.

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250

LIBERTÀ

Possibilità di autodeterminarsi, di non essere sottoposti a vincoli deterministici di tipo fisico e biologico. La libertà è da intendersi sempre relativamente ai limiti che le condizioni contestuali pongono; Rispetto a limiti e pressioni l'uomo può tuttavia esercitare la sua capacità e la sua possibilità di pensare e di agire per superare o modificare i fattori che influiscono su di lui. Poter e saper valutare, scegliere, orientarsi, progettare il proprio futuro sono le condizioni e, al tempo stesso, il contenuto costitutivo della libertà. La libertà è anche una condizione che comporta responsabilità talvolta drammatiche, nel momento in cui non siamo esonerati dalle conseguenze delle scelte liberamente compiute.

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251

LINEA DI BASE

Nella tradizionale terminologia ginnastica è il segmento di retta tracciato al suolo (o immaginario) che serve agli allievi come riferimento per disporsi allineati in riga all'inizio dell'attività.

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252

LINGUAGGIO

Complesso più o meno ampio di elementi semiotici tra loro articolati in relazione a specifici contenuti che vengono così mediati nella comunicazione interpersonale con la espressione selettiva e solidale tra i diversi mezzi, stili, derivazioni idiomatiche, intensità, tonalità, fisionomia, ecc. nel rispetto di convenzioni linguistiche (semantiche, sintattiche, pragmatiche).

Può dirsi linguaggio un "insieme" semiotico che presenta un repertorio paradigmatico a cui attingere elementi che possono essere strutturati sintatticamente ai fini comunicativi, ovvero ai fini di porsi in interazione dinamica con un altro (o più di un altro) soggetto che può condividere l’uso del medesimo linguaggio.

Gli effetti di interazione costituiscono la dimensione pragmatica del linguaggio stesso.

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253

LINGUAGGIO CINESICO

Capacità specificamente umana di comunicare per mezzo di un sistema di segni non verbali caratterizzati da uno specifico contenuto simbolico.

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254

LINGUAGGIO DEL CORPO (LDC)

In senso stretto tutte le forme di espressione e comunicazione sono l.d.c., in quanto si avvalgono del corpo come supporto materiale sia per essere prodotte che ricevute; Il "significante" è sempre un oggetto o evento (in senso lato) materiale, che viene realizzato e percepito con il corpo. Insomma non esiste un linguaggio che, in tal senso, non sia definibile come "del corpo". Tale termine viene usato di solito, però, nell'accezione di mimo-gestualità e, più in generale, di qualità che rendono tale la comunicazione in presenza (cfr. comunicazione non verbale e comunicazione in presenza).

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255

LINGUAGGIO MIMO-GESTUALE (LMG)

È l'insieme di gesti, posture, azioni di regolazione della distanza interpersonale (cfr.), delle espressioni mimiche, dell'uso dello sguardo, del contatto fisico, che costituiscono un potente mezzo di comunicazione e che giungono a diventare espressione artistica nella recitazione e nella danza.

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256

LOCOGRAMMA

Rappresentazione schematica della disposizione spaziale dei partecipanti ad un interazione (motoria), o, più specificatamente, ad una azione di un gioco sportivo. Il locogramma deve comprendere la posizione anche degli oggetti coinvolti nell'interazione.

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257

LOCOMOZIONE Facoltà di gran parte degli esseri viventi di muoversi da un punto all'altro dello spazio,

sulla terraferma, sull'acqua, nell'aria, sfruttando risorse proprie o altre. Gli animali superiori (uomo compreso) usano come risorsa propria, per ottenere la locomozione, la forza della contrazione muscolare, trasmessa all'ambiente tramite quel complesso sistema di leve e giunture che è il sitema osteo-articolare. Affinché l'azione (muscolarmente eseguita) produca locomozione occorre che la forza muscolare possa interagire con l'ambiente, grazie agli attriti (radenti, sui corpi solidi, del mezzo, nell'acqua, etc.), alle reazioni vincolari e/o elastiche dei supporti, alla forza di portanza dell'acqua o dell'aria. L'uomo non possiede l'efficienza degli animali nelle vari forme e modalità locomotorie; egli può camminare, procedere a quattro appoggi, correre, saltare, balzare, rotolare, strisciare, nuotare, fare acrobazie e altro ancora, ma in ciascuno di questi modi di procedere troverà sicuramente almeno una specie animale in grado di superarlo in larga misura; Inoltre l'uomo, nella fase iniziale della vita, è, tra i viventi, quello che ha il tirocinio più lungo per apprendere efficaci modalità locomotorie; ciò è dovuto ai tempi richiesti dalla maturazione-sviluppo sia dell'apparato osteo-mio-articolare che del sistema nervoso. La garanzia di cure parentali idonee e prolungate permette che la lunghezza di tali tempi non si trasformi in un insuccesso adattivo; il vantaggio dei tempi "lunghi", d'altra parte, è notevole: dà modo e tempo di raggiungere livelli di organizzazione altrimenti non permessi.

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258

LOGICA INTERNA DELL'AZIONE MOTORIA

Sistema di tratti che caratterizzano una situazione motoria e delle conseguenze che si incontrano nello svolgimento della stessa. Si tratta insomma dell'insieme dei tratti distintivi di una certa azione contestualizzata e attuata, in ordine alla dinamica esecutiva, al rapporto tra esecuzione da una parte e significato, conseguenze, implicazioni inter-attive e intra-attive dall'altra.

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259

LONGITUDINALE

In tecnica ginnastica è l'asse che attraversa il corpo nel senso della sua lunghezza; il suo decorso è quindi verticale e passa dal vertice e dai talloni. Talvolta si considera, analogamente, l'asse longitudinale di un arto o di un dito.

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260

LUDICO Che riguarda il gioco, o più specificatamente il gioco sportivo. Numerosi sono i

termini in relazione etimologica e semantica con tale aggettivo; ecco i principali. - Ludema: comportamento motorio che, nel corso di un gioco sportivo, funziona

come un segno. - Ludicità: natura e caratteristica delle pratiche di gioco viste particolarmente sotto

l'angolo delle iniziative e delle decisioni prese dai giocatori. - Ludizzare: rendere ludico. - Ludizzazione; azione del rendere ludico; processo che favorisce l'apparizione di

caratteri del piacere spontaneo e della motivazione gioiosa, liberata dalle finalità utilitarie, abitualmente associata al gioco.

- Ludogramma: rappresentazione grafica della sequenza dei sotto-ruoli socio-motori (ed eventualmente dei ruoli socio-motori), nell'ordine in cui vengono assunti da un giocatore nel corso dello svolgimento di un gioco sportivo.

- Ludo-sistema: insieme organizzato di elementi umani e materiali (giocatori, regole, ambiente, spazio...) che condizionano sul campo la messa in opera dello svolgimento di un gioco sportivo.

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261

MARCATURA

Totale variabile dei punti attribuiti a un giocatore o a una squadra in funzione delle sue interazioni di marcatura riuscita nel corso del gioco (Parlebas P.).

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262

MARCIA

In tecnica ginnastica è una successione alternata di passi, che differisce dalla deambulazione per l'inserimento di ordinativi (come: "passo", "cadenza", "allineamento"...) in buona misura legati ad un'esecuzione collettiva.

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263

MATRICE DELLE INTERAZIONI MOTORIE

Tabulato incrociato che prende in considerazione le interazioni motorie pertinenti osservate tra i soggetti (ovvero tra i loro ruoli) che interagiscono in una certa situazione. Tale tabulato ha la funzione di rendere evidenti le possibili correlazioni tra i soggetti o tra i ruoli suddetti.

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264

MATRICE SEMIOTICA

Impianto formale della struttura espressiva, significante in sé e comune a più elementi semiotici derivabili sul piano del contenuto, da cui dipartono le molteplici correlazioni tra significati e significanti sul piano dell’espressione (ad es. bambino maschio, di alcuni anni d’età, nato da un padre ed una madre, ecc.). Ma la stessa parola (gesto, icona, ecc.) non potrà avere la stessa significazione in contesti interattivi diversi, e tale variazione sarà osservabile anche nella forma espressiva. Anche per un semplice fonema è dimostrato essere impossibile la perfetta riproducibilità dello stesso sul piano dell’espressione con identiche caratteristiche acustiche.

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265

MATRICE SIMBOLICA

Impianto formale della struttura contenutistica, significante in se e comune a più elementi semiotici derivati sul piano dell’espressione, da cui dipartono le molteplici relazioni tra significanti e relativi significati sul piano del contenuto (ad es. PONT- e pont-eggio, pont-ile, pont-icello, pont-ificato, pont-ificante, pont-ificale, pont-efice, ecc.: implicante il concetto di collegare qualcosa a/o qualcuno). È sinonimo di paradigma sul piano del contenuto.

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266

MEMORIA

È il persistere di una condizione raggiunta con l'esperienza esteriore-interiore, ovvero con l'apprendimento. Si distinguono diversi tipi di memoria. Le denominazioni che ricorre più spesso sono le seguenti: memoria a breve termine, di carattere funzionale, che permette di ritenere provvisoriamente (alcuni secondi) certe informazioni e che è destinata ad estinguersi se non intervengono eventi ulteriori che stabilizzino il ricordo. Abbiamo poi la memoria a lungo termine implica modificazioni strutturali del S.N. ed è quella che costituisce l'apprendimento. La memoria di lavoro è l'insieme di informazioni che la nostra mente e il nostro cervello riescono a rievocare e a tenere contemporaneamente presenti entro il campo della coscienza. La memoria di lavoro è una risorsa scarsa: le sue potenzialità di contenuto sono limitate.

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267

METACOMUNICAZIONE MOTORIA

Significazione seconda di tipo tattico, affettivo o referenziale, portata da una comunicazione prassica dove il senso si riferisce all'esecuzione immediata e puntuale dell'atto in corso. La m.m. è una comunicazione motoria che riguarda il significato ed il senso del comportamento (c'è cioé autoreferenzialità del comportamento stesso) ove questo viene investito di una serie, organizzata ed articolata gerarchicamente, di inferenze socio-culturali (metafisiche, etiche, morali, concettuali, emozionali, linguistiche, etc.) che ne rendono unica ed irripetibile la personale significazione entro il contesto.

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268

METAMOTRICITÀ

Complesso delle azioni motorie tendenti ad esprimere contenuti relativi alla metacomunicazione motoria (cfr.) entro una specifica interazione. La m. può considerarsi l'insieme di caratteristiche ed il campo delle situazioni motorie dove certi atti sono portatori di una significazione seconda che supera il senso immediato del compimento del lavoro motorio in corso.

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269

METASEMIOLOGIA

Il suo ambito è la terminologia speciale ed i segni indefinibili nella semiologia (vedi semiologia). In essa il piano di espressione è costituito da una semiologia che entra in relazione con un piano di contenuto costituito a sua volta da una semiologia:

E r (E r ErC) r E r (E r ErC) oppure E r (ErC r C) r (ErC r C) r C, oppure

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270

MIOTASSIA

Sensibilità muscolare. Permette di avvertire la lunghezza dei muscoli, l'entità e la velocità di variazione di tali lunghezze. Fa parte della cenestesi (cfr.). I recettori della m. sono i fusi neuro-muscolari.

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271

MIOTATTICO (RIFLESSO MIOTATTICO) È un meccanismo riflesso che si basa sulla miotassia e comprende anche la risposta contrattile del

muscolo di cui si è percepito lo stiramento. Lo stiramento di un muscolo scheletrico qualsiasi è un problema esclusivamente di quantità: ogni muscolo, qualunque sia la distanza tra origine e inserzione, è sempre "stirato"; la prova è nel fatto che in caso di distacco o lacerazione traumatica di un tendine il muscolo stesso si ritrae assumendo una lunghezza di molto inferiore a quella fisiologica minima, che si ottiene avvicinando più possibile origine e inserzione. I fusi n.m. non sono quindi mai completamente quiescenti: all'arco riflesso spinale si attribuisce di solito sia l'aumento di tono (graduale e proporzionato allo "stiramento") che la contrazione vera e propria. In realtà tutti questi eventi sono regolati dall'attività nervosa centrale che influisce sull'arco riflesso, che non viene annullato, ma non è mai completamente autonomo. L'influenza dei centri superiori si esplica con due meccanismi fondamentali: regolazione dell'attività del moto-neurone gamma (che innerva le fibre intrafusali; queste contraendosi stimolano i recettori, le fibre anulo-spirali, al pari di un allungamento del muscolo in cui il fuso è inserito) e regolazione dell'attività del motoneurone alfa, o via finale comune, che innerva il muscolo interessato. Il riflesso miotattico è detto talvolta antigravitario per indicare il fatto che la forza di gravità provoca sempre una tendenziale caduta del corpo, la chiusura di certi angoli articolari, l'allungamento dei muscoli (solitamente estensori) responsabili di opporsi alla gravità stessa. Altra denominazione è riflesso da stiramento, per indicare che è lo stiramento del muscolo, indipendentemente dalla causa, che innesca il riflesso. Tuttavia si è visto che non si tratta di un vero e proprio riflesso, ma di un complesso sistema di regolazione della tensione-lunghezza del muscolo, sistema basato su una circuitazione spinale, ma indissolubilmente integrata (funzionalmente e anatomicamente) con i centri superiori.

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272

MISURA

In generale è l'espressione numerica di una quantità. Anche l'azione motoria può essere misurata. Nella ginnastica la misura è ciascuno dei periodi, di ugual numero di tempi, in cui viene suddiviso un esercizio.

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273

MISURAZIONE (TECNICHE DI MISURAZIONE)

Nell'ambito degli strumenti utilizzabili per l'osservazione sistematica della situazione di classe, è metodologicamente possibile ritrovare tre tipi di t.d.m.:

- i sistemi di categorie che comportano la registrazione di comportamenti avvenuti in una certa unità di tempo e avendo predeterminato delle categorie sulla cui base vengono successivamente esaminati i dati registrati;

- i sistemi di segni che consistono in elenchi di comportamento o di indici critici che possono o meno capitare durante l'insegnamento in classe;

- le scale di valutazione in cui, partendo dall'osservazione del comportamento, si attua una stima del grado in cui una persona ha o meno una certa caratteristica (atteggiamenti vari dell'insegnante o dell'alunno), (Groppo M., 1976; Groppo M., Liverta Sempio O., Sacchi A., Strigelli M., 1979).

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274

MOBILIZZAZIONE

Insieme di tecniche e di attività il cui obiettivo è quello di aumentare l'escursione articolare e di ottenere così maggior libertà motoria. Si cerca di agire sull'estensibilità e sull'elasticità muscolari capsulo-legamentosi. La mobilizzazione non deve, per essere definita tale a pieno titolo, compromettere la stabilità delle articolazioni, con il rischio che si instaurino traumatismi secondari alla lassità. In generale il lavoro di m. si rivolge all'estensione del rachide dorsale (diminuzione, annullamento o addirittura inversione della cifosi), alla flessione della spalla (raggiungimento e superamento dell'allineamento dell'arto superiore, portato in alto, con il busto) alla flesso-estensione ed all'abduzione dell'anca.

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275

MOLLEGGIO

In tecnica ginnastica si definisce m. una forma di movimento che sfrutta la reazione elastica di un movimento precedente, portato al limite di escursione. Con il molleggio si ripete la parte conclusiva del movimento in oggetto, raggiungendo per la seconda volta il limite di escursione. Entrambe le volte sarà la reazione elastica dei vincoli capsulo-legamentosi e muscolari, oltre alla risposta miotattica del muscolo stesso, a produrre l'inversione del movimento.

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276

MOTIVAZIONE

Ciò che dà al comportamento direzione, intensità e intenzionalità. La motivazione avvia il comportamento determinandone la consistenza nel tempo verso il raggiungimento di mete specifiche. La motivazione conferisce insomma al comportamento energia e direzione Influiscono sulla motivazione sia eventi esterni che interni.

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277

MOTRICITÀ

Campo e natura delle condotte motorie (Parlebas P.).

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278

MOTRICITÀ INTELLIGENTE

Concezione della funzione motoria umana come espressione di intelligenza (cfr. intelligenza motoria).

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279

MOVIMENTO

Aspetto esecutivo, fisico, dell'azione. Nell'universo fisico equivale allo spostamento rispetto al sistema di riferimento. Dell'azione umana individua una componente mai isolabile del tutto rispetto a quella innanzitutto biologica e poi della motivazione, dell'intenzione, della semiosi e dello scopo.

Complesso di variazioni posturali del corpo nello spazio-tempo determinate dalla modificazione dei rapporti articolari tra segmenti corporei per effetto delle sequenze di contrazione e decontrazione della muscolatura presente nei vari distretti interessati.

È l'elemento materiale, fisico esecutivo dell'azione.

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280

MULTILATERALITÀ

Criterio metodologico secondo il quale l'intervento dell'educatore deve tendere ad una varietà di finalizzazioni operative e comunicative senza prescrizione delle relative modalità d'azione che indirizzerebbero in un modo unilaterale l'attività.

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281

NUOTO

Insieme di azioni efficaci nell'interazione con l'acqua. Qualunque azione, per mezzo della quale ci si possa spostare nell'acqua o con cui si possa variare l'assetto idrostatico, può esser definita, in senso lato, natatoria. Secondo questa definizione anche la variazione di contenuto di aria nei polmoni (variazione con cui si può ottenere una variazione dell'assetto idrostatico (cui si accennava) potrebbe essere definita un'azione natatoria, ma, più propriamente, possiamo definire tali le azioni, eseguite con gli arti e con tutto il corpo, tese ad ottenere l'effetto" del remo" (che sfrutta la resistenza opposta dall'acqua alla penetrazione) e l'effetto di portanza (per il quale un corpo che penetra in un fluido può generare una forza trasversale alla direzione del movimento stesso). come si può ben capire tutte queste azioni hanno un carattere dinamico, mentre la variazione di quantità di aria polmonare cambia semplicemente la condizione idrostatica.

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282

OBIETTIVO L'obiettivo è un traguardo che ci si propone di raggiungere; esso è conseguibile (le finalità si perseguono).

L'obiettivo si differenzia dalla finalità per la sua posizione più intermedia nell'iter educativo: la differenza è quindi contestuale e non sostanziale. La successione degli o., così come si cerca di conseguirli lungo l'asse del tempo, non coincide necessariamente con il loro ordine logico, con la loro sistemazione spaziale nella teoria pedagogica. La successione cronologica di conseguimento avviene con una serie di passaggi che evidenziano tre modalità complessive di realizzazione:

- filiazione: consistente in una sequenzialità che quasi spontaneamente si auto-genera; - ristrutturazione che prevede ad ogni passaggio risistemazioni che comportano forti novità e sostanziali

differenze tra il prima e il dopo; - ampliamento della classe di esemplificazioni, in cui le capacità di conoscere, fare, essere qualcosa,

diviene capacità di conoscere, fare, essere sempre più cose, fino a diventare capacità di conoscere, fare essere in sé, in astratto.

L'obiettivo è in sostanza una meta che polarizza i propositi o la condotta di uno o più individui nell'ambito di attività. Nel linguaggio metodologico didattico il termine o. indica uno scopo determinato, realizzabile a breve e medio termine, programmato organicamente in vista del raggiungimento delle finalità educative previste. L'individualizzazione dei singoli o., la loro operazionalizzazione, la determinazione dei loro tempi di esecuzione e dei criteri di verifica sono momenti essenziali dell'attività didattica che deve essere accuratamente programmata a livello individuale, del consiglio di classe e, per gli aspetti possibili, del collegio dei docenti. Una corretta programmazione per o. consente la riduzione di dispersione di energie e favorisce un insegnamento capace di elaborare strategie funzionali ad un apprendimento a incremento verificabile, che motiva alla prosecuzione attiva del lavoro sia docenti che discenti.

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283

OBIETTIVO EDUCATIVO

È lo scopo che si vuole raggiungere mediante una esperienza di apprendimento, ciò che l'alunno deve sapere o saper fare al termine di un intervento formativo.

Sono in questione conoscenze, abilità, modificazioni di comportamento espresse come qualità osservabili e misurabili. Queste vengono valutate per stabilire se l'obiettivo è stato raggiunto o no (De Bartolomeis F.).

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284

OGGETTIVITÀ

Proprietà di un atteggiamento interattivo centrato sulla codificazione dell'esperienza comune nella interpretazione degli eventi.

L'azione motoria presenta un aspetto di o. in ordine al significato convenzionalmente attribuitole o al riconoscimento del suo carattere prestativo, ovvero produttore di un effetto materiale sull'ambiente, misurabile, appunto, oggettivamente.

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285

OMOLOGO

Lo stesso che omolaterale, cioè appartenente allo stesso emisoma. Dicesi di ciascuno dei due arti dello stesso lato.

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286

OPERAZIONE

Azione che si prefigge di intervenire su una realtà concreta o simbolica al fine di provocare un mutamento o un processo che porti la realtà stessa da una condizione (detta di partenza) a un’altra (detta di arrivo) separata e distinta dalla prima.

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287

OPERAZIONI

Sequenze finalizzate di azioni le cui valenze motorie e/o simboliche che trovano applicazione in situazioni e contesti generali o specifici.

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288

ORDINATIVI

Nella terminologia tecnica tradizionale sono definiti o. le disposizioni date dall'insegnante agli allievi per gestire in modo preciso la loro disposizione nello spazio di lavoro , i loro spostamenti e le loro attività. Gli ordinativi si basano su criteri di ordine formale, che tendono a ridurre al minimo l'imprevedibilità o la creatività.

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289

ORIENTAMENTO

Dal punto di vista pedagogico l'orientamento è un'azione educativa che consiste nell'utilizzo di tutto un insieme di conoscenze e di interventi mediante i quali l'educatore aiuta l'alunno ad operare scelte motivate.

Dal punto di vista cognitivo e operativo orientamento significa la capacità di strutturare continuamente ed in tempo reale la rappresentazione dello spazio in cui ci si trova (o in cui si immagina di trovarsi), comprensiva della propria posizione orientata, nonché delle variazioni di questo quadro; L'orientamento permette di organizzare gli spostamenti nello spazio-ambiente mantenendo la cognizione della posizione dei riferimenti rispetto a sé e di sé rispetto ai riferimenti. La rappresentazione dello spazio (orientato e in cui è possibile orientarsi) è la rappresentazione dell'insieme strutturato dei riferimenti che di fatto lo costituiscono come estensione ed entità reale, popolata di entità altrettanto reali, differenziate, identificabili.

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290

ORTOMOTRICITÀ

Motricità normativa. Campo e caratteristiche di una motricità considerata "giusta" (Parlebas P.).

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291

OSCILLAZIONE

Azione o movimento pendolare di tutto il corpo (sospeso) o di un arto la cui estremità si trova libera da vincoli. L'oscillazione può essere prodotta e controllare integralmente per mezzo dell'attività muscolare, oppure può essere avviata sollevando (grazie alla forza muscolare) un arto per poi lasciare che la gravità faccia il resto secondo le leggi del pendolo. L'azione muscolare può avere il ruolo di fornire opportuni piccoli rinforzi per evitare che il movimento pendolare si smorzi naturalmente. Nella deambulazione e nella corsa l'oscillazione degli arti superiori avviene automaticamente per compensare l'azione della parte inferiore del corpo.

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292

PALESTRA

Ambiente generalmente coperto dove hanno luogo attività di educazione fisica o sportive. Le caratteristiche di tale ambiente, compreso il suo allestimento, devono ovviamente essere idonei allo scopo cui è destinata. Nell'antica Grecia la p. era semplicemente un piazzale ricoperto di sabbia, annesso ad un ginnasio. Nell'età di Pericle fu fornita di bagni, spogliatoio, deposito di attrezzi, sala di riposo e divenne la parte principale del ginnasio stesso.

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293

PARAMETRI

Sono gli elementi dello schema motorio che, variando, specificano l'azione, rendendola pertinente alla situazione, idonea a perseguire l'obiettivo che il soggetto si era prefisso. Sono parametri dell'esecuzione motoria, per esempio, la velocità o l'ampiezza del gesto.

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294

PARTECIPAZIONE

Contributo attivo di un soggetto ad una situazione interattiva. L'inserimento in tale situazione. Il far parte di un contesto relazionale. La p. degli allievi è la condizione affinché l'attività didattica abbia successo.

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295

PASSO Nel cammino o nella corsa il p. è la distanza che intercorre tra due appoggi podalici

consecutivi (dx-sx o sx-dx). Talvolta con passo si definisce l'atto stesso del camminare. Il passo definisce altresì la distanza tra le prese o le impugnature. Il passo interpalmare è quello tra le due mani, il passo interplantare è quello tra i due piedi. Il passo misto invece misura la distanza tra gli appoggi (o prese, o impugnature) delle mani e quelli dei piedi. Ecco la classificazione dell'ampiezza dei primi due tipi di passo.

INTERPALMARE INTERPLANTARE Normale (=ampiezza delle spalle)Normale (=2 piedi) Largo (compreso tra 1 e 2 volte l'ampiezza delle spalle) Lungo (tra 2 e 3 piedi) Larghissimo (oltre 2 volte la larghezza delle spalle) Lunghissimo (oltre i 3 piedi)

Stretto (minore della larghezza delle spalle) Corto (minore di 2 piedi) Unito (mani a contatto reciproco) Unito (piedi a contatto reciproco) Incrociato (sovrapposizione degli arti e scambio della posizione delle mani) Incrociato (sovrapposizione degli arti e scambio della posizione dei piedi)

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296

PATTERNS CINESICI

Sequenze di movimento essenziali alla significatività di una espressione comunicativa non verbale.

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297

PERCEZIONE Processo di ricerca, selezione, raccolta, elaborazione ed utilizzazione di informazioni

provenienti dall'interno e dall'esterno. La percezione è causata contemporaneamente da eventi centrali (neurologici e mentali) e periferici (eventi-stimolo agenti sui recettori). Un significato più profondo è quello secondo cui la percezione è un'attività conoscitiva di un reale concretamente presente ed esperibile; in tale attività il soggetto percepiente distingue sé dall'oggetto della percezione, che è pertanto definibile come un'azione transitiva.

PERSONA. Con tale termine si indica l'essere umano quale entità unica ed irripetibile, dotata di originalità biologica e culturale, il vivente che oltre a reagire agli stimoli ambientali, è essenzialmente capace di agire progettando concatenate sequenze di atti e di realizzarle nel tempo dandosi continue autoistruzioni. La definizione può essere la seguente: la persona è una realtà plurisistemica bio-psico-operante consapevole, integrata, irripetibile e aperta, capace di:

- elaborare e utilizzare numerosi codici linguistici, - conoscere e modificare la realtà esterna e se stessa - progettare e costruire, con i suoi simili, un mondo umano sempre più soddisfacente per tutti. In campo educativo la definizione va ulteriormente approfondita sino a specificare, in

maniera più analitica possibile, la struttura della persona. E ciò perché l'educazione si dirige e investe sempre l'intera persona dal suo particolare punto di vista. (Fabi A.)

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298

PERSONALITÀ Struttura dinamica comprendente sia le reazioni proprie di un individuo, sia le caratteristiche permanenti

(intelligenza, carattere...). Complesso di caratteristiche (organiche, motorie, affettive, intellettuali, sociali, operative) che sono tipiche e irripetibili di ciascuna persona. In campo educativo indica un costrutto teorico, elaborato dalla pedagogia (differenziale) e utilizzato in educazione, che focalizza e sottolinea le tipiche caratteristiche bio-psico-operative individuali e uniche di ciascuna persona. L'unicità non riguarda soltanto i fatti singoli, ma anche le modalità specifiche dell'attivazione di un gruppo di tratti o di tutta quanta la persona; in ogni caso la personalità realizza una reattività tipica, unitaria e sempre originale, quindi personale. Realizzare il pieno sviluppo della personalità significa:

- dirigersi e lavorare non su tutti i predicati della p., ma soltanto sul predicato sviluppo (proprio della pedagogia e dell'educazione);

- l'uomo non è un dato, ma una realtà aperta che si forma e si sviluppa con caratteristiche originali e uniche. Più esplicitamente, sulla base di una delle "grandi idee" dell'umanità (l'evoluzione) si pone come oggetto o obiettivo generale dell'educazione il "pieno sviluppo della p." perché si vuole che ciascuno diventi se stesso, si autocostruisca una propria identità.

Pieno sviluppo, in particolare, significa sviluppo integrale e totale, autorealizzazione compiuta, ovvero sviluppo di tutte le dimensioni, le aree e le funzioni della personalità nella loro interrelazione funzionale e in tutte le loro potenzialità. Tutto ciò caratterizza l'educazione come autentico processo di umanizzazione. Tale obiettivo generale dell'educazione è:

. un valore incondizionato, perseguibile per sé; . condiziona l'intero processo educativo perché da esso traggono origine tutti gli ob. educativi e didattici; . riguarda tutti gli uomini in quanto tali; . punta decisamente sulla loro compiuta normalizzazione. (Fabi A.)

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299

PIANI

Nella tecnica ginnastica i piani sono tre, perpendicolari (ciascuno rispetto agli altri due) e tagliano in modo immaginario il corpo. Le rispettive denominazioni sono: frontale (cfr.), sagittale (cfr.), trasversale (cfr.). Insieme agli assi (cfr.) sono il riferimento geometrico per la struttura del corpo e delle azioni che compie.

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300

PIEGAMENTOAzione che porta l'arto o la parte interessata da un

atteggiamento lungo ad uno breve, quando si trova in attitudine di appoggio.

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301

POLISPORTIVITÀ

Criterio metodologico secondo il quale l'intervento dell'educatore deve tendere alla promozione di atteggiamenti, abilità, conoscenze e competenze efficaci nei vari ambiti sportivi, limitando così la specializzazione precoce e inopportuna.

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302

POLIVALENZA

Criterio metodologico secondo il quale l'intervento dell'educatore deve trasformare i processi di interpretazione-elaborazione degli in-puts sensoriali, di pianificazione degli out-puts motori e di controllo-valutazione dei risultati prodotti affinché l'autonomia motoria e linguistica del soggetto sia applicabile in contesti diversi.

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303

PORTANTE

Del nostro corpo in stazione eretta posiamo considerare portanti rachide, bacino e arti inferiori. A definire p. una parte del corpo è comunque il fatto che su di essa gravi il peso corporeo. Il carico, rispetto alla sezione trasversale della parte portante è ovviamente maggiore via via che si procede dall'alto verso il basso.

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304

POSATA

L'azione e la posizione dell'arto inferiore che, in atteggiamento lungo, si allontana dall'altro e appoggia il piede a terra.

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305

POSIZIONE

È il rapporto del nostro corpo con il mondo esterno o, in un'altra accezione, il rapporto delle parti corporee tra di loro. La figura assunta dal corpo.

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306

POSTURA Dalla definizione tradizionale di rapporto tridimensionale, geometrico-statico, puramente

spaziale tra i vari segmenti corporei, di rapporto interno, riguardante solo il confronto con se stessi, si è passati ad una concezione più globale, quadridimensionale, comprensiva cioè della dimensione temporale (la postura inserita nel flusso comportamentale e flusso comportamentale essa stessa), e contestualizzata. Il riferimento al rapporto tra i vari segmenti corporei è rimasto, ma il quadro descrittivo ed esplicativo della p. è divenuto più ampio. La postura statica in senso assoluto, cioé astratta dal tempo e dall'evolutività, ha ceduto il campo ad una concezione dinamica (anche se micro-dinamica), di continua scomposizione-ricomposizione (anche se solo tendenziale), di squilibrio-riequilibrio. La fissità nel tempo, l'invarianza totale è cioè un'astrazione, un'artificio descrittivo fortemente fuorviante, oltre che limitante, nella rappresentazione del corpo e della persona(lità). La postura è insomma l'insieme delle caratteristiche invarianti (ammesso che se ne possano cogliere di significative) nel flusso comportamentale della persona, nel complesso delle sue interazioni con l'ambiente. Ma nella definizione di postura rientra anche il margine di variabilità, di oscillazione, per quanto ristretto, di tale insieme di invarianti. La cristallizzazione dello spazio è in netta contraddizione con la natura del vivente in generale e del pensante se si parla di essere umano. La postura è insomma un equilibrio dinamico, composito, globale, che costituisce più la risultante di un insieme molto complesso di fattori interni-esterni che non una condizione di perfetta fissità, scontata e assoluta.

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307

POTENZIALITÀ

Caratteristica dello stato di un sistema o di un soggetto per la quale, qualora se ne presenti la condizione, il sistema o il soggetto in questione può compiere una trasformazione non reversibile evolvendo verso uno stato diverso. Si dice allora che la potenzialità è stata attuata. La potenzialità implica anche la direzione che lo sviluppo assumerà nel caso si verifichi.

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308

PRAGMATICA

Disciplina che studia le modalità d’uso dei segni linguistici in un soggetto entro le situazioni interattive specifiche considerando le implicazioni psicologiche e sociologiche dei costrutti simbolici.

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309

PRAGMATISMO

Scuola di pensiero (risalente al secolo XIX e originaria degli U.S.A.) che sostiene la validità e l'efficacia dell'affidarsi all'esperienza e all'empirismo per ricercare le conseguenze di un tale modo di agire e di rapportarsi al mondo e alla vita. Il pragmatismo indica anche la dipendenza funzionale e causale del pensiero dall'azione, o meglio dai risultati dell'azione. In tale concezione l'intelligenza e la conoscenza hanno una genesi ed un'evoluzione dinamiche e spontanee.

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310

PRASSEMA

Condotta motoria di un soggetto interpretabile come segno della sua intenzionalità (dove il significante è il comportamento osservabile e il significato il progetto tattico corrispondente), dello scopo che si prefigge, dei contenuti che intende esprimere, delle modalità interattive che sceglie, etc.

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311

PRASSEMICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle procedure d’azione finalizzate. Individua le costanti nei processi di ideazione, pianificazione, attuazione, regolazione degli atti rispetto ai mezzi, agli strumenti, agli scopi, all’efficacia esecutiva, all’efficienza operativa ed ai fini perseguiti.

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312

PRASSEOGRAMMA

Rappresentazione grafica della sequenza e della combinazione simultana degli atti motori compiuti da un soggetto o da un insieme di soggetti interagenti.

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313

PRASSEOLOGIA MOTORIA

Scienza dell'azione motoria, specialmente delle condizioni, dei modi di funzionamento e dei risultati della messa in opera di questa (Parlebas P.).

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314

PRASSI

"Quanto occorre in filosofia a definire l’attività pratica come presupposto o complemento di una ideologia" (Devoto C., 1971); procedura corrente, normale modo di comportarsi in determinati casi; rimanda al consolidamento di uno stile operativo e relazionale che trae spunti dalla creatività personale e/o delle consuetudini sociali.

Azione. Agire. Ambito e caratteristiche dell'azione e dell'agire.

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315

PRASSIA

Sequenza di movimenti finalizzati ad una sequela di scopi operativi che si distinguono da altre per la tipicità della procedura d’azione impiegata rispetto al fine.

Combinazione (simultanea) e sequenza degli atti motori compiuti da un soggetto rispetto ad una certa situazione o ad un certo scopo.

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316

PRASSICO

Che si riferisce alla prassia, all'azione motoria.

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317

PRASSIOLOGIA La scienza dell'agire umano. Più precisamente la scienza che si occupa

dell'interfunzionalità, delle reciproche influenze (causative o, meglio, codeterminanti) tra le diverse dimensioni o i diversi aspetti dell'agire umano: aspetto fisico, aspetto biologico e aspetto antropico propriamente detto (mentale, culturale, affettivo, sociale...). La prassiologia è insomma al crocevia tra gli studi di diverse scienze e assume come proprio specifico gli aspetti peculiari ed originali che emergono dall'intersezione delle scienze che studiano i singoli aspetti cui si accennava. Molte e molto articolate sono le scienze umane che orniscono modelli descrittivi, esplicativi e prescrittivi in altrettanti settori dello studio dell'uomo. La prassiologia sposta l'attenzione dalla centralità dei singoli contenuti all'intersezione tra questi, in modo da poter cogliere in senso forte l'interfunzionalità e l'unità della persona e delle azioni che compie. La p. cioé vuol cogliere un fondo comune, una natura omogenea, un residuo invariante in tutte le azioni della persona, sia quando batte il ferro su un'incudine che quando bacia il proprio partner, sia quando ripara un orologio che quando solleva un sacco di cemento, sia quando digita la tastiera di un computer che quando intona una canzone... Insomma non c'è nessun caso, ogni volta che l'essere umano mette in atto un qualche comportamento fisicamente osservabile, di cui la prassiologia non si interessi o di cui si interessi marginalmente.

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318

PRATICA (in filosofia)

Il complesso di azioni che si propongono di realizzare l’utile ed il bene comune. Rimanda alla conoscenza di modalità adatte a conseguire risultati specifici con procedimenti noti: è collegata alle azioni dirette ad uno scopo, rivolte ad effettuare, operare, eseguire concretamente qualche cosa.

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319

PREAZIONE

Azione che ne prepara un'altra, affinché quest'ultima possa essere svolta nel modo più favorevole possibile. Il concetto di p. implica, oltre alla sequenzialità temporale, anche quello di predominanza gerarchica dell'azione che segue, ovvero del carattere strumentale di quella che precede. La definizione di tale struttura è in riferimento a quella scopistica (cfr.).Nella comunicazione un'azione dal carattere evidentemente preattivo può avere un valore semiotico compiuto, configurandosi come gesto di intenzione per avvisare l'interlocutore di ciò che si sta per fare o di ciò che si avrebbe intenzione o desiderio di fare. Da non confondere con la proazione (cfr.).

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320

PREREQUISITO

Atteggiamento, caratteristica, capacità, abilità, competenza, e, in generale, risorsa necessaria per realizzare una determinata performance operativa, comunicativa o riflessiva ad un certo livello di complessità e di sviluppo personale. Riguardo all'azione motoria la denominazione tradizionale individua i prerequisiti strutturali (cfr.) e funzionali(cfr.).

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321

PRESA

In tecnica ginnastica è il rapporto di contatto con un oggetto esterno. A seconda della parte del corpo con cui si realizza può essere denominata, nei casi codificati:

- Palmare; con il palmo della mano. - Plantare; con la pianta del piede. - Brachiale; con l'interno prossimale del braccio. - Poplitea; con la superficie flessoria del ginocchio. - Interdigitale; con la parte di reciproco contatto di due

dita vicine. - Tibiale; con la superficie anteriore della gamba.

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322

PRESTAZIONE

Comportamento che si può osservare, registrare e misurare secondo criteri e condizioni stabilite a priori. La prestazione cioè viene valutata rispetto ad un modello di riferimento basato sui risultati prodotti.

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323

PROAZIONE Capacità di un soggetto di prevedere le proprie ed altrui procedure d'azione in corso

d'azione. La capacità di anticipazione degli eventi, basata sostanzialmente su computazioni e considerazioni stocastiche o probabilistiche, consente al soggetto di elaborare i propri piani di azione in tempo reale, rispetto alle dinamiche operative e comunicative prodotte dai soggetti interagenti. In altre parole l'azione umana non è semplice reazione, è anche anticipazione della realtà, con la relativa possibilità di inserirsi e di modificare il flusso degli eventi senza attendere che accadano, senza aver bisogno di vedere l'evento compiuto per capire cosa stia succedendo. Ciò apre orizzonti di possibilità, di libertà, di creatività, di affermazione delle proprie intenzioni e della propria volontà, altrimenti sconosciuti. Il baricentro, l'essenza dell'azione umana va dunque spostato a priori degli accadimenti fisici, effettivi e compiuti, del mondo. La percezione degli avvenimenti già accaduti non è che non abbia alcun valore: semplicemente non ne dipendiamo in modo necessario e deterministico; In altre parole il modello, deterministico, S-R del determinismo che ben conosciamo non è più né necessario né sufficiente a spiegare in modo adeguato la natura dei comportamenti interattivi umani, i quali hanno un momento fondamentale nella proattività, sebbene inconsapevolmente. L'azione motoria umana è sempre in qualche modo proattiva; è la coscienza, l'elaborazione dei dati afferenziali in idee, concetti, simboli, che ci permette di integrare queste strutture mentali, fino a renderle comprensive dei probabili eventuali futuri sviluppi, e di farle entrare così nell'organizzazione e gestione del comportamento. Da non confondere con la preazione (cfr.).

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324

PROCEDURA D'AZIONE

Sequenza di azioni organizzate in ragione di scopi e finalità entro contesti determinati.

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325

PROCEDURA COMUNICATIVA

Sequenza di espressioni codificate linguisticamente (o comunque convenzionali) per trasferire o scambiare esperienza e trasformare l'altrui scenario rappresentativo o l'altrui comportamento.

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326

PROCESSO

Insieme di trasformazioni (sequenziali e/o parallele) correlate che concorrono a portare il sistema dalla condizione di partenza a quella di arrivo. Se si tratta di un processo biologico le trasformazioni sono organizzate e tendenti ad una condizione di riferimento. Se si tratta di un processo nervoso-mentale, il suo andamento è intenzionale e finalizzato.

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327

PRODUZIONE DIVERGENTE

Atto o esito del produrre, le cui caratteristiche sono tali da renderlo specifico di un certo oggetto. Nella produzione divergente ci si allontana dalle modalità consuete e dalla conformità con i modelli proposti. Nella produzione divergente c'è originalità ed espressione delle caratteristiche personali che rendono il soggetto unico e diverso da ogni altro.

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328

PROGRESSIONE

In tecnica ginnastica è una sequenza di esercizi disposti con difficoltà e/o intensità crescente.

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329

PRONARE

Azione che consiste nel rivolgere verso terra il lato ventrale del corpo, oppure nel ruotare verso l'interno, attorno al suo asse longitudinale un arto o parte di esso; in quest'ultima accezione è lo stesso che intraruotare. È il contrario di supinare (cfr.).

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330

PRONTEZZA DI REAZIONE È la rapidità e la tempestività con cui si attua un appropriato comportamento reattivo.

L'appropriatezza del comportamento (che non deve risolversi in una risposta generica o più o meno casuale), è condizione affinché la reazione in oggetto possa essere definita tale. In genere viene misurata come tempo intercorrente tra il verificarsi dell'evento costituente lo stimolo e la risposta motoria. Tale tempo varia considerevolmente a seconda che:

- il soggetto abbia caratteristiche di base di maggiore o minore prontezza; - lo stesso soggetto: - sia in attesa dello stimolo oppure no; - presti attenzione oppure no; - conosca oppure no il tipo di stimolo che riceverà; - sappia oppure no il tipo di risposta che dovrà fornire. Tutto ciò dimostra l'importante componente cosciente e volontaria anche delle reazioni

più rapide, che sono sempre e comunque mediate da una (seppur brevissima ed automatica) elaborazione cerebrale; Il ruolo del cervello, prima e durante la reazione, è quindi determinate per il comportamento reattivo. È per tutti questi motivi che si preferisce sostituire il termine prontezza di riflessi con quello di p.d.r., più rispondente alla natura ed alla genesi del comportamento messo in atto.

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331

PROPEDEUTICO

Dicesi di azione preparatoria di un altra. L'aggettivo p., riferito ad un'azione, può essere usato nell'accezione di "avente carattere di preazione" (cfr. preazione) oppure nell'accezione di carattere di necessità, strumentalità, nell'acquisizione di una certa competenza, rispetto alla quale il movimento propedeutico presenta una difficoltà più modesta, e svolge una funzione introduttiva al fine di strutturare efficacemente il processo di apprendimento.

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332

PROPRIOCEZIONE

È la percezione del sé corporeo tramite i fusi neuro-muscolari, i recettori articolari e tendinei. Questo complesso di recettori permette di rendersi conto delle posizioni articolari, della lunghezza dei vari muscoli, delle variazioni di tale lunghezza, dell'entità e della velocità di tali variazioni. Il che consente di avere continuamente ed in tempo reale il quadro dei rapporti tra i segmenti corporei e dell'evoluzione di tale quadro; La propriocezione, ai fini della rappresentazione della posizione del proprio corpo, rispetto a sé ed all'ambiente, viene integrata con altre forme di percezione, la cui fonte può essere interna (labirinto) o esterna (tatto, vista...); per quest'ultima si parla anche esterocezione. La propriocezione non è da confondersi con la enterocezione, che riguarda le afferenze dai vari visceri, intestino, etc.

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333

PROSSEMICA "Lo studio dei modi con cui gli esseri umani strutturano lo spazio." (Watson O.M., 1972) Viene definita come quella disciplina che

organizza le conoscenze relative alla significatività comunicativa delle varie forme di dislocazione dello spazio tra se e gli altri durante le interazioni. Nel 1936 Hall Edward T. coniò il termine che assunse un significato estensivo relativo allo "studio di come l’uomo struttura il micro-spazio - la distanza tra gli uomini nel corso delle transazioni quotidiane, l’organizzazione dello spazio nelle sue case e nei suoi edifici, ed infine la pianta delle sue città" (Hall E.T., 1963). In seguito egli si espresse ulteriormente caratterizzando la prossemica come "lo studio dei modi in cui l’uomo acquista conoscenza del contenuto delle menti di altri uomini, attraverso giudizi su modelli di comportamento, associati a gradi variabili di vicinanza ad essi" (Hall E.T., 1964); ed ancora la prossemica si occupa "delle osservazioni e delle teorie tra loro connesse che concernono l’uso che l’uomo fa dello spazio, inteso come una specifica elaborazione della cultura" (Hall E.T., 1966).

Ambito della semiologia che studia le modalità di uso degli spazi fisici che l'uomo utilizza nelle sue relazioni interpersonali e nella comunicazione in presenza, attuando un'organizzazione significativa degli spazi stessi. "Le interazioni, verbali e non, si collocano in uno spazio la cui particolare occupazione fornisce un primo quadro significativo". Ruwet (1974) scrive che ogni individuo mantiene sempre intorno a sé uno spazio di sicurezza nel quale non è tollerata nessuna intrusione del vicino. Questa distanza individuale risulterebbe dalla duplice tendenza ad attaccare e ad evitare l'attacco; l'importanza del quoziente "attacco-fuga" determinerebbe la spazialità dei soggetti. Tale limite di distanza corrisponde all'organizzazione di dominanza-sottomissione e di territorialità, secondo cui i soggetti rivendicano, sempre secondo tale concezione, proprietà e potere su un'area che conquistano, occupano, difendono. La p. è comunque la scienza dello spazio umano, anzi dell'uso umano dello spazio; La distanza tra due persone può essere classificata, secondo Hall, come:

- intima (0-45 cm); è la distanza dell'invasione totale dell'altrui spazio; è la distanza della minaccia, dell'aggressione, ma anche dell'effusione intima, dell'approccio avanzato, della copula;

- personale (45-120 cm); solo poche persone conosciute e tollerate sono ammesse e gradite in qusta sfera; è la distanza del rapporto amicale, della cordialità, della vicinanza senza eccessivo coinvolgimento;

- sociale (120-360 cm); è la distanza dell'interazione (di lavoro, di collaborazione, di scambio di informazione) senza coinvolgimento personale; è la distanza del rapporto casuale o imposto dalle circostanze;

- pubblica (360 cm e oltre, fino a 700-900 cm); è la distanza del rapporto distaccato e formale, più collettivo che uno-a-uno o uno-a-pochi. Nella p. deve essere incluso, oltre lo studio delle distanze, anche quello dell'orientamento del viso e del corpo, della posizione nello spazio,

dell'altezza della posizione occupata (dimensione verticale), degli oggetti e delle strutture presenti nello spazio di interazione, e soprattutto delle variazioni nel tempo dell'intero "quadro prossemico".

334

PROTESA

In tecnica ginnastica è la posizione asimmetrica degli arti inferiori, entrambi in atteggiamento lungo. uno di questi è poggiato a terra e svolge funzione portante, l'altro proteso in una qualsiasi direzione con l'estremità in leggero appoggio al suolo, ma senza sopportare un carico considerevole. Quando si dice corpo proteso si intende che il busto è allineato con gli arti inferiori, questi ultimi sono in atteggiamento lungo, le mani sono in appoggio al suolo e sopportano buona parte del peso corporeo. Il corpo può essere proteso: dietro (la parte ventrale è rivolta verso il suolo); avanti (la parte dorsale è rivolta verso il suolo); lateralmente (un fianco è rivolto verso il suolo).

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335

PROTOTIPO Corrisponde ad una delle configurazioni funzionali possibili del sistema (rete neurale o cervello che sia). Tale configurazione, attivabile a certe

condizioni, ha la funzione di attrattore nei riguardi di altri messaggi (o insieme di messaggi) in ingresso considerati dalla rete riferibili ad esso (in virtù di un rapporto recepito come di assimilabilità). Può essere considerato l'equivalente semantico della classe, che il p. individua e rappresenta. Prototipica è la rappresentazione mentale (e il corrispondente stato funzionale del S.N.), appresa, che ha un grado di generalità elevato, anche se non assoluto, almeno tale da farle svolgere la funzione di riferimento di cui si diceva. A seconda della modalità interattiva che sono destinati a guidare e regolare, i prototipi possono essere classificati nel modo che segue.

PROTOTIPO DI AZIONE. Corrisponde ad una configurazione funzionale (della rete neurale) che rappresenta un'azione eseguibile previa conversione in schema esecutivo tramite un apposito algoritmo, che ne specifica le modalità ed i parametri quantitativi di attuazione. I prototipi di azione, riferiti alla motricità umana, nel loro complesso costituiscono "abilità", "capacità" e "schemi motori".

PROTOTIPO PERCETTIVO. Corrisponde a una configurazione funzionale (della rete neurale) che rappresenta un oggetto, una sua qualità, un evento o una situazione, in termini tali che a questa configurazione possano essere ricondotti oggetti, qualità, eventi o situazioni anche diversi, purché riferibili al p.p. in questione in quanto,rispetto a certi elementi scelti come rilevanti, sono considerati al di sotto di una certa soglia di differenza. (cfr. pattern recognition)

PROTOTIPO SUPERVISORE. Corrisponde ad una configurazione funzionale che si pone a livello gerarchico superiore, informativo rispetto ad altri prototipi, potendo influire su essi, sulla loro genesi e sulle loro dinamiche (cfr. supervisione). Possono avere funzione di p.s. quelle rappresentazioni il cui contenuto è costituito da concetti, idee, etc.

Il prototipo ottimale dovrebbe avere (Churchland,1992), le seguenti caratteristiche: - Ricchezza di particolari, - Garanzia dovuta al confronto, verificatosi con successo, con molte situazioni empiriche, e quindi garanzia di elevata possibilità di successo

nelle verifiche venture. - Correttezza, ovvero eliminazione di tutte le parti che contengono o costituiscono errore, anche se nascosto e non evidente in certe verifiche

empiriche. - Unitarietà massima, ovvero tensione verso una forma che dà modo e spazio, al suo interno, ai vari "sotto-prototipi" di coesistere

sistemicamente e coerentemente, eliminando quindi salti di discontinuità tra le diverse creature mentali. Questa definizione di ottimalità del prototipo può essere assunta come criterio peagogico-didattico per i processi di apprendimento-

insegnamento. L'apprendimento e l'insegnamento devono cioè tendere alla formazione di prototipi con caratteristiche di ottimalità.

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PSICOCINESICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle forme ed alle modalità di uso delle espressioni comunicative non verbali entro specifici contesti interattivi (di coppia, di gruppo, professionali, ecc.) da ciò sono evidenziati gli stili di comunicazione non verbali.

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337

PSICODRAMMA

Situazione predisposta appositamente, nella quale i soggetti sviluppano un tema che riguarda aspetti importanti della loro vita emotiva, introducendo modalità di rappresentazione della stessa in cui avviene una risoluzione diversa rispetto alla vita reale, in modo tale che questo vissuto "alternativo" provochi una rimozione o comunque un superamento delle problematiche.

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338

PSICOMOTRICITÀ Campo e natura delle pratiche corrispondenti a situazioni psicomotorie. La

psicomotricità riguarda i rapporti tra l'esecuzione motoria da una parte ed i processi cognitivi e le dinamiche affettivo-emotive dall'altro. Le pratiche psicomotorie si propongono, agendo in modo analitico, di recuperare difficoltà e ritardi dei giovani soggetti a partire dl un'azione educativa centrata sulla motricità. La psicomotricità si rivolge soprattutto all'Io, al Sé e ai disturbi che a questi due aspetti della persona possono derivare da disturbi o ritardi della funzione motoria; agendo sull'aspetto biologico o psico-neuro-biologico di tale funzione (aspetto supposto causa e origine dei disturbi di cui si diceva) si cerca di ripristinare l'equilibrio intrapersonale. La psicomotricità si rivolge soprattutto alla motricità globale, alla motricità fine, all'organizzazione spazio-temporale, all'organizzazione dello schema corporeo, alla lateralizzazione e così via, cercando di suscitare una gratificazione, anzi un gradimento nell'esecuzione in quanto tale e per le operazione neuro-psicologiche che implica.

Se questa impostazione può avere un suo valore nel definire principi e metodiche per il recupero o la vera e propria terapizzazione di soggetti con qualche tipo di difficoltà, non si può assumere la psicomotricità come modello generale dell'educazione fisica, né, tantomeno, dello studio generale della motricità umana. (cfr. sociomotricità).

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339

RACCOLTA

Posizione che si ottiene con il busto in atteggiamento lungo, l'anca ed il ginocchio flessi; se si parla di massima raccolta anche il busto è in atteggiamento breve.

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340

RAPPRESENTAZIONE MENTALE

Struttura mentale della quale il soggetto ha coscienza e per mezzo della quale ha coscienza di oggetti o eventi della realtà o di elementi concettuali. L'atto di rappresentarsi mentalmente qualcosa il soggetto lo ottiene con le sole risorse del pensiero. La rappresentazione mentale può essere costruita in modo più o meno correlato con la realtà esperita, ma la sua natura è specificatamente mentale e autonoma dalla realtà stessa. Il soggetto può costruire, memorizzare, rievocare, trasformare le proprie rappresentazioni mentali. La rappresentazione mentale costituisce una condizione transitoria, evolutiva, dinamica, modificabile consapevolmente e intenzionalmente con idonei processi ricorsivi (cfr. ricorsività) e più in generale con le interazioni e l'esperienza. (cfr. immagine mentale dell'azione motoria; cfr. idea).

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341

REAZIONE Comportamento di risposta. Automatismo percettivo-motorio connesso con situazioni-

stimolo standardizzate. La strutturazione di una reazione consegue generalmente a procedimenti addestrativi volti a massificare le forme comportamentali rispetto a situazioni problemiche ricorrenti; Il comportamento di reazione può essere rivolto verso la stessa fonte dello stimolo, verso altra direzione o riflessivamente, verso sé; tale comportamento può avere la funzione di:

- tentare il ripristino di un equilibrio compromesso (o di un evento percepito come compromissione);

- liberazione o innesco di un comportamento predeterminato; - attuare un'azione che sia speculare rispetto a quella che è stata fonte o origine dello

stimolo; - adattamento ad una situazione mutata, in modo da mantenere il ruolo, la posizione o il

vantaggio che si aveva prima del mutamento. Pur se la persona non è indifferente o passiva al bombardamento di stimoli cui

continuamente è sottoposta, le sue reazioni sono ben lungi dall'essere esecuzioni meccaniche, pre-determinate e pre-vedibili, secondo lo schema della causa-effetto. La capacità di anticipazione, la creatività, la possibilità di scelta permettono al soggetto di interagire con l'ambiente, in relazione agli stimoli e adeguatamente rispetto ad essi, ma senza essere vincolato (a stereotipi puramente meccanici, esecutivi e deterministici.

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RECETTORE Struttura del sistema nervoso periferico in grado di convertire (trasdurre) stimolazioni meccaniche

(tattili cutanee e profonde, acustiche, vestibolari, pressorie, arteriose), termiche, dolorifiche, elettromagnetiche (visione), chimiche (gustativa, olfattiva, chemiocettiva relativa alla concentrazione di ossigeno arterioso, alla osmolarità, alla concentrazione ematica di anidride carbonica, di glucosio, di aminoacidi, di acidi grassi) in potenziali di azioni nervose che consentono di indicare certe aree del S.N.C. come specificamente deputate alla funzione percettiva, dato che su di esse si proiettano le vie afferenziali; Nel loro insieme, i recettori permettono di monitorare lo stato del soma e dell'ambiente. il recettore è un organo periferico facente parte di un analizzatore (cfr.) la cui funzione è quella di raccogliere stimoli; nella fattispecie stimoli che che siano idonei a ragguagliare il soggetto sul l'azione che sta eseguendo; I recettori si classificano come propriocettori, enterocettori ed esterocettori (cfr. propriocettori). C'è un alto livello di integrazione centrale tra le informazioni provenienti dai vari tipi di recettori, integrazione che consente al soggetto di fare interpretazioni ed inferenze. Le vie dell'analizzatore non sono da considerare a senso unico, come nastri vettori unicamente centripeti. Per ogni recettore esistono anche vie centrifughe in grado di influenzare la funzione recettiva, periferica, a partire dal livello centrale. I recettori non sono insomma dei bersagli passivi in balia del bombardamento di stimoli, ma costituiscono filtri selezionatori e, in un certo senso, interpretativi-periferici. In ogni caso il loro contributo alla percezione dell'azione eseguita è importantissimo. Tale contributo deve considerarsi distribuito in proporzioni diverse tra i vari canali recettivi, variabili in funzione di ogni specifica situazione; In genere giocano un ruolo importante i propriocettori, il complesso dei recettori vestibolari, il complesso dei recettori tattili pressori (specie a livello di pianta del piede, per l'equilibrio), del recettore visivo.

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RECIPROCITÀ

Atteggiamento interattivo della persona centrato sulle proprie ed altrui esigenze, in quanto elementi sociali dotati di ugual valore, pur nella diversità della conoscenza, competenza...

L'elaborazione dell'esperienza con l'altro è data da una messa a fuoco dei reciproci punti di vista sull'oggetto della conoscenza. I processi comunicativi sono affiancati da processi metacomunicativi in un circuito relazionale non gerarchizzato e che garantisce reciproco riconoscimento tra i soggetti che vi partecipano.

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RECUPERO

Tempo più o meno lungo di riposo, necessario per il ristoro delle energie tra un'attività e la seguente. Il recupero può essere parziale o totale, a seconda che si ripristinino completamente le condizioni precedenti l'attività che ha prodotto stanchezza (o, se si vuole, il "consumo" delle risorse energetiche), oppure si ripristinino solo in parte. Nell'attività motoria (ivi compresa quella di allenamento sportivo) è molto importante saper individuare, quantificare, organizzare, gestire e controllare i tempi e le modalità di recupero, pena il crearsi di squilibri o, quantomeno, se si tratta di allenamento, l'inefficacia dell'allenamento stesso.

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345

REGISTRO LINGUISTICO

Modalità d’utilizzazione delle espressioni linguistiche di un soggetto nei diversi contesti sociali anche rispetto al ruolo che egli assume (volutamente o subiettivamente) rispetto ai suoi interlocutori. Relativo al contegno ed ai modi di fare e comunicare (mediante il mezzo, lo stile, la derivazione ideomatica, l’intensità, la tonalità, la fisionomia, ecc.).

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346

RELATIVITÀ

Atteggiamento interattivo della persona centrato sui fatti come dipendenti da relazioni oggettive di causa e effetto, solo parzialmente prevedibili, ma ampiamente collegabili ai caratteri, agli attributi ed alle funzioni degli elementi implicati tra loro situazionalmente interconnessi entro lo stesso ecosistema ed il sistema rappresentativo che viene adottato dai soggetti interagenti.

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347

RELAZIONE

Funzione di selezione, solidarietà e combinazione tra le parti di un paradigma (classe di un sistema semiotico) entro un processo per dar forma alla sostanza linguistica.

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348

RELAZIONE LINGUISTICA

Modalità e qualità di un rapporto esistente tra una forma espressiva (elemento o costutto semiotico) ed il suo contenuto (significato), in ragione di convenzioni arbitrarie o naturali e di competenze personali.

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349

RESISTENZA

V. condizionali, capacità.

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350

RESPONSABILITÀ

Condizione nella quale il soggetto entra in relazione con gli altri o indirettamente per mezzo dei suoi comportamenti, consapevole delle ragioni e dei motivi che ne dirigono i suoi gesti e le sue azioni. Questa condizione implica ovviamente la scelta intenzionale e critica delle finalità e degli obiettivi d'azione, nonché delle modalità di attuazione e di valutazione di risultati attesi.

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351

RETE DI INTERAZIONI

Termine che definisce la rappresentazione grafica (una sorta di "mappatura") dell'insieme di modalità interattive e transazionali; All'interno di tale ambito possiamo più nel dettaglio definire, per esempio:

- Rete della comunicazione motoria: tra i soggetti, che sono raffigurati nella loro posizione spaziale materiale o metaforica, si tracciano le linee che indichino le interazioni esistenti, le loro tipologie, anche se necessariamente semplificate, l'ordine causativo e temporale, se è individuabile e se la sua definizione è utile allo studio che si sta facendo.

- Rete dei cambiamenti dei ruoli sociomotori: le posizioni, individuate dalla mappa, simboleggiano i ruoli nell'interazione, definiti nei tratti rilevanti per lo studio o l'osservazione che si sta facendo, nonché le relazioni (gerarchiche, funzionali, etc.) tra essi. Altri segni, che indicano i singoli soggetti, sono collocati in corrispondenza dei ruoli che competono ad essi in un certo momento. Opportune tracciature indicano i cambiamenti di ruolo da parte dei soggetti, eventualmente le modalità, i tempi e le motivazionidi tali cambiamenti.

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352

RETRAZIONE

Azione caratteristica dell'addome e del mento. A livello addominale si può agire in due diversi modi: contraendo la muscolatura della parete, appunto, addominale e in special modo il muscolo trasverso, oppure con uno sforzo inspiratorio (ad espirazione avvenuta, quindi con i polmoni più vuoti possibile) a glottide chiusa, operato con la muscolatura che agisce sul torace (non con il diaframma, che deve rimanere rilassato); tale azione solleva la griglia costale e "risucchia" il diaframma, e dunque la massa viscerale, e dunque la parete addominale, provocando così una r. dell'addome anche più marcata che nel caso precedente. La r. del mento si ottiene delordotizzando il tratto cervicale e tenendo la testa in asse con il tronco.

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353

RETROAZIONE

V. feed-back.

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354

RIFLESSIONE

Conoscenza autoreferenziale. È il pensiero che pensa se stesso, il proprio pensare, quindi un metapensiero o, più semplicemente, senso interno, dell'interno. La riflessione è la condizione affinche i processi di pensiero possano autoprodursi, autogestirsi (cfr. ricorsività).

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355

RIFLESSO Il riflesso, in senso proprio, è una risposta motoria standard ad un evento che agisce

come stimolo, o meglio come innesco del riflesso stesso, che è totalmente predeterminato. Il meccanismo con cui viene messo in atto è una sorta di "corto-circuitazione" spinale (recettore periferico - midollo spinale - organo effettore) e quindi a carattere segmentale. Si verifica cioé un meccanismo stimolo-risposta, senza elaborazioni significative, in modo automatico, involontario ed incosciente. Tale modello è parziale e, a nostro avviso, fuorviante. Infatti sul moto-neurone alfa (spinale), detto anche via finale comune, utilizzato nel cosiddetto arco riflesso, confluiscono anche specifiche linee assoniche provenienti dai centri superiori, i cui messaggi integrano, modificano e talvolta competono con la risposta che tende a formarsi per via riflessa. il contributo centrale, di natura proattiva, si compone con quello periferico per dare come risultante una risposta ben più complessa e certamente meno meccanica del semplice riflesso, per cui sarebbe più opportuno, per tale tipo di risposta, parlare di reazione, se si vuole sottolineare l'ordine sequenziale tra l'evento esterno (che precede) ed il comportamento (che segue). Alcuni meccanismi riflessi, presenti nel neonato, per vicariare un comportamento che dovrà essere appreso (e che ancora appreso non è), scompaiono nell'arco di pochi mesi. Il loro persistere è considerato patologico. (per il riflesso miotattico cfr. miotattico, riflesso).

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356

RIGA

Nella denominazione ginnastica tradizionale è la disposizione ordinata degli allievi uno accanto all'altro, tutti con la fronte rivolta nella stessa direzione.

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357

RIPETERE

Eseguire un'azione più volte. Si parla di ripetizione se l'intervallo di tempo, che separa un'esecuzione dall'altra, è abbastanza breve (talvolta le ripetizioni stesse possono essere praticamente consecutive) da far sì che gli effetti delle azioni ripetute si possano sommare.

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358

RIPORTO

In tecnica ginnastica si dicono esercizi di r. quelli che, essendo specifici di un determinato attrezzo, vengono eseguiti ad altro attrezzo o senza attrezzo alcuno.

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359

RISCALDAMENTO

Vengono dette di riscaldamento, tutte quelle attività che servono a preparare il soggetto ad azioni più impegnative e il cui successo è ritenuto importante. Il riscaldamento deve innalzare il metabolismo, la temperatura corporea (predisponendo così muscoli ed articolazioni ad impegni maggiori), il flusso circolatorio (e quindi gli scambi respiratori a livello tissutale). Altresì il riscaldamento deve predisporre anche psicologicamente, tecnicamente e da un punto di vista relazionale ed emotivo il soggetto all'attività che seguirà; Il riscaldamento ha quindi funzione preparatoria, introduttiva e predisponente.

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360

RISPOSTA

Lo stesso che reazione (v.).

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361

RITTO

Dicesi di un segmento o di tutto il corpo quando si trova in atteggiamento lungo ed in attitudine di appoggio.

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362

RUOLO SOCIOMOTORIO

Classe di comportamenti motori associati ad uno statuto sociomotorio più o meno esplicito.

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363

RUOTARE

Eseguire un'azione circolare attorno all'asse longitudinale. Può ruotare una parte del corpo o tutto il corpo. Tale azione comporta una variazione di orientamento (cfr. torcere).

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364

SAGITTALE

In tecnica ginnastica è definito sagittale l'asse orizzontale che attraversa il corpo in senso postero-anteriore. Il piano sagittale è il piano verticale che divide il corpo in due metà simmetriche, destra e sinistra.

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365

SALIRE

Azione riferita solitamente a tutto il corpo che si porta, rispetto ai riferimenti esterni, in una posizione più alta; per ottenere questo scopo si possono usare i modi più diversi: quando si sale una scala, per esempio, si usano i soli arti inferiori; in altri casi ci si può sollevare con i soli arti superiori; ancora: si può fare un balzo atterrando su un supporto più alto di quello di partenza, ci si può arrampicare, etc. Insomma la categoria di azioni comprese sotto il termine s. è molto più generale di quella riferita all'arrampicata (cfr.).

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366

SALTARE

Azione che consiste nell'abbandonare il supporto per ritrovarsi in attitudine di volo e poter superare così una distanza o un ostacolo. L'impulso viene di solito ottenuto con una spinta degli arti inferiori (monolaterale, bilaterale asimmetrica o simmetrica), oppure con un particolare dinamismo dell'intero corpo prima di abbandonare l'impugnatura cui si è sospesi o appoggiati. L'azione di s. implica di solito un'esecuzione unica; dopo il volo viene eseguito un atterraggio che tende a neutralizzare gli effetti della caduta, piuttosto che preparare un altro salto immediatamente conseguente. Più adatti all'esecuzione seriale sono i balzi (cfr. balzare).

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367

SCHEMA CORPOREO

È una rappresentazione che usiamo nei modi più diversi, che ci serve per conoscerci, per valutarci, per avere un riferimento-quadro a cui rapportare tutto quanto ci accade, tutto il nostro vissuto. Lo schema corporeo (possiamo chiamarlo così in ossequio alla denominazione tradizionale) è qualcosa di più e soprattutto qualcosa di diverso da un'immagine tri- o quadri-dimensionale. Non è confinabile con i limiti fisici, geometrici o anatomici del corpo: è indissolubilmente intessuta con giudizi, aspirazioni, tendenze, sentimenti e con tutte le dimensioni del nostro essere. La rappresentazione che ciascuno di noi ha del proprio corpo include, come "contenuto", le interazioni con l'ambiente e, al tempo stesso, ne è influenzata. In questo possiamo ravvisare l'autoreferenzialità di tale rappresentazione. L'immagine corporea costituisce la base della coscienza di sè o coscienza dell'io, che indica sia la nozione che abbiamo di noi stessi come soggetti staccati e, nel contempo, socialmente collegati alla realtà esterna, sia la capacità di discriminazione fra la nostra identità e quella degli altri. Lo schema corporeo, come la coscienza di sé, non è un dato primitivo, bensì, come sostiene Wallon, un prodotto già molto differenziato dell'attività psichica.

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368

SCHEMA MOTORIO

È la specificazione di un insieme di modalità esecutive di una certa azione. Il suo contenuto è costituito dall'individuazione dei muscoli da attivare, l'ordine di attivazione, la durata e l'intensità di contrazione dei medesimi, in relazione a riferimenti proprio- ed estero-cettivi e al raggiungimento di obiettivi parziali e finali. Lo s.m. riguarda quindi l'aspetto esecutivo dell'azione.

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369

SCHIERAMENTO

Nella tradizionale denominazione di tecnica ginnastica è l'ordinativo che serve ad organizzare lo spazio tra gli allievi per rendere possibile l'esecuzione di esercizi collettivi.

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370

SCIOLTEZZA

V. condizionali, capacità.

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371

SCONTRO

Forma di controcomunicazione motoria (cfr.) con la quale si cerca di far prevalere certe proprie risorse sulle altrui; Lo scontro può essere assoggettato ad un sistema di regole formali (come lo scontro sportivo), oppure non formali, oppure, ancora, essere al di fuori di qualsiasi regolamentazione.

Situazione di verifica delle proprie capacità, abilità, competenze, sorretta da un atteggiamento di ricerca della supremazia sull'altro a ogni costo.

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372

SCOPISTICA

Studio sistematico degli scopi che un soggetto o un gruppo di soggetti può porsi e dei rapporti (gerarchici) che ci sono tra essi e tra essi e l'azione. I traguardi che uno o più soggetti possono porsi non hanno mai, a ben vedere, una natura unitaria o quantomeno semplice e lineare; essi corrispondono alla complessità da una parte delle aspirazioni, intenzioni, valori, volontà etc. dell'interiorità del soggetto in questione, e dall'altra alla complessità del mondo, dei condizionamenti che impone e delle risorse che offre, nonché delle modalità interattive che il soggetto attua con il mondo stesso. Con il termine scopistica può intendersi anche la natura dell'azione compiuta da un soggetto dotato di intenzionalità, diretto ad un fine e capace di comprendere il rapporto tra la propria azione e il fine stesso.

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373

SEGNO

Oggetto o evento che rimanda ad altro segno o evento in base ad una correlazione inferita interpretativamente (es. riconosco il fumo come segno del fuoco o di una qualche forma di combustione) o stabilita convenzionalmente. In quest'ultimo caso la genesi del segno è necessariamente antropica ed intenzionale. L'oggetto o evento richiamato dal segno è detto contenuto semantico del segno stesso.

Indizio da cui si possono trarre conseguenze, deduzioni, conoscenze, è una manifestazione simbolica (gesto, parola, ecc.) che manifesta un modo di essere una condizione personale, ecc. Il segno è portatore di significato, designa, denota, ecc. se è correlato ed in relazione ad altri segni. "Il segno è un’entità generata dalla connessione fra una espressione e un contenuto". (Weisgerber L., 1927).

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374

SEMANTICA

Proprietà di un segno (o di un insieme di segni) in virtù della quale quest'ultimo può richiamare un oggetto, un evento o un concetto con cui non ha un legame diretto o comunque con un rapporto in termini formali. Nessuna regola sintattica può infatti dar ragione del contenuto semantico di un segno. La dimensione semantica appartiene all'universo simbolico e la sua esistenza presuppone un soggetto cosciente e intenzionato.

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle relazioni tra contenuto e forma di un elemento semiotico oltre il contesto interattivo.

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375

SEMIOLOGIA

Scienza che studia i sistemi di elementi semiotici delle comunità umane, le relazioni tra significati e significanti, prodotti nella interazione sociale rispetto ai codici linguistici in uso (sinonimo di semiotica). Studia e realizza comparazioni formali e funzionali tra di essi. Definita anche "metasemiotica" in quanto il piano dell’espressione entra in relazione sul piano del contenuto con una semiotica metasemiotica

E r E r (E r C). (Vedi semiotica) Scienza dei segni e dei processi interattivi in cui i segni

sono implicati più o meno direttamente.

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376

SEMIOSI

Processo in base al quale qualcosa assume funzione di segno di qualcos’altro.

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377

SEMIOTICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alla relazione tra significanti (verbali e non verbali) sul piano dell’espressione e loro significato sul piano del contenuto entro i contesti interattivi di una data comunità umana. Avremo vari tipi di semiotiche:

- a) Semiotiche Denotative: E r C il piano dell’espressione è in relazione immediata con il piano contenuto

- b) Semiotiche Connotative: (E r C) r C il piano dell’espressione è una semiotica in relazione con il piano di contenuto

- c) Semiotiche Metasemiotiche: E r (E r C) il piano dell’espressione è in relazione con una semiotica sul piano del contenuto.

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378

SEMIOTRICITÀ

Natura e campo delle situazioni motorie viste sotto l'angolo della messa in gioco dei sistemi di segni direttamente associati ai comportamenti motori dei partecipanti all'interazione; i comportamenti possono essere classificati come strumentali, socio-affettivi, referenziali.

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379

SEMIOTRICIZZARE

Creare le condizioni per cui la persona agente organizza le sue condotte motorie in funzione della sua presa in considerazione dei codici legati alla sua interpretazione più o meno riflessa della situazione (Parlebas P.).

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380

SEMIOTRICIZZAZIONE

Processo per il quale il soggetto agente impara a tener conto di un codice che sollecita le sue condotte motorie (Parlebas P.).

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381

SENSO

Significato concettuale di una espressione linguistica interpretata in relazione ad un contesto interattivo specifico.

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382

SENSORIALITÀ

1) Insieme di caratteristiche di un oggetto o di un evento, tali che permettono di poter attivare i recettori sensoriali di un organismo.

2) Caratteristica di un organismo di poter recepire gli effetti dell'interazione con un oggetto o evento per mezzo di appositi recettori, classificabili in base alla natura fisico-chimica di ciò che funge da stimolo.

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383

SEPARAZIONE

Distinzione tra soggetti operata rispetto alle capacità, abilità, competenze, in riferimento ai risultati che essi riescono a produrre in una situazione problemica standardizzata.

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384

SEQUENZA CINETICA

Sequenza di cinemorfi aventi uno scopo comunicativo ed una relazione significativa identificabile sul piano comunicativo tra forma dei significanti e contenuto dei significati espressi.

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385

SEQUENZIALITÀ

Organizzazione temporale (e, di solito, anche causale) di un insieme di eventi secondo una struttura a catena che stabilisce l'ordine di successione degli eventi stessi.

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386

SERIE

Gruppo di azioni o di esercizi ripetuti sequenzialmente. (cfr. ripetere)

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387

SERRAFILA

In tecnica ginnastica è la denominazione che caratterizza l'ultimo allievo della fila.

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388

SERRARE

Termine della tradizionale tecnica ginnastica, che indica l'ordinativo con cui si eliminano le distanze tra gli allievi.

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389

SIGNIFICANTE

Aspetto fisico del segno linguistico esprimibile e percepibile generalmente da un soggetto.

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390

SIGNIFICAZIONE

Qualità e quantità di un complesso strutturato di elementi semiotici.

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391

SIGNIFICATO E SENSO

Dimensioni imprescindibili dell'azione dell'uomo. Il significato rimanda ad un oggetto o evento o qualità che l'azione denota. Il senso è l'espressione del modo in cui tale riferimento viene fissato. Il significato rimanda quindi più alla struttura e alle dinamiche interne dell'azione significante, mentre il senso la pone in relazione ad un sistema concettuale-valoriale esterno.

Contenuto semantico espresso da uno o più segni (parole, frasi, gesti, azioni); concetto collegato ad un segno linguistico o ad una data espressione linguistica.

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392

SIMULAZIONE

Riproduzione di un oggetto, di una situazione o di un evento solo per gli aspetti che interessano o sono, comunque, ritenuti rilevanti per qualche fine. La riproduzione che simula una certa realtà può avere rispetto a questa anche una natura completamente diversa.

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393

SINERGICI

Sono quei muscoli che, rispetto a quello considerato il principale esecutore, concorrono all'effettuazione dell'azione.

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394

SINTAGMA

Gruppo minimo di elementi semiotici che forma l’unità di base di una struttura sintattica significativa entro una espressione in codice linguistico.

Struttura costituita secondo regole formali. La scelta di ogni elemento ed i rapporti tra un elemento e l'altro sono tali da costituire un insieme formalmente corretto. Gli elementi per comporre il sintagma sono attinti dal paradigma (cfr.). In termini di motricità umana il sintagma è l'azione stessa così come può esser concepita, programmata, attuata. Le regole formali di composizione sintagmatica possono essere (insieme) quelle delle leggi fisiche (del mondo fisico con cui si interagisce, sempre ed inevitabilmente), quelle date dalle proprie risorse e dai propri limiti anatomo-fisiologici (ineludibile, infatti, è anche la nostra natura biologica), quelle semantiche, semiotiche, scopistiche, socio-relazionali, etc.

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395

SINTASSI

Complesso di funzioni proprie delle strutture di una sequenza di elementi semiotici entro un determinato ambito morfologico-linguistico. La sintassi descrive i processi linguistici (catene semiotiche e parti semiotiche).

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396

SISTEMA

Insieme di componenti identificabili rispetto all'ambiente e che sono caratterizzati da una certa configurazione strutturale (cfr. struttura) al loro interno.

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397

SISTEMA DEI PUNTEGGI

Reti dei successi, dei vantaggi o dei punti acquisiti dai giocatori o dalle squadre di un gioco sportivo e previsti esplicitamente dal codice di gioco, tanto nello svolgimento di tutte le possibilità che nella designazione eventuale dei vincenti e dei perdenti (Parlebas P.).

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398

SISTEMI DI DISPOSIZIONI

Complessi organizzati, nessi di implicazioni tra disposizioni, di mappe disposizionali, di sviluppo come progressiva complessificazione logica o come filiazione o ristrutturazione o ampliamento. Si parla di sequenze di obiettivi, di percorsi alternativi, di tappe scandite nel tempo ma collegate. Si parla di catene di causazione. Tra finalità, obiettivi e attività ci sono collegamenti diretti e indiretti.

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399

SITUAZIONE DI PARTENZA

Condizione del soggetto nella fase iniziale del ciclo di attività didattica. L'educatore deve conoscere in modo approfondito la s.d.p. per capire il rapporto che ha con se stesso, con l'ambiente fisico e sociale, con le rappresentazioni culturali del reale (adottate in una certa comunità), nel rispetto del livello di sviluppo dell'allievo. Da soggetto a soggetto la situazione personale di partenza può essere ampiamente differenziata.

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400

SITUAZIONE MOTORIA

Insieme di dati oggettivi e soggettivi caratterizzanti l'azione motoria in sé e rispetto al contesto. Si individuano alcune tipologie essenziali di situazione motoria, così definibili:

- situazione psicomotoria: situazione motoria in cui si considera il soggetto isolato, in assenza di comunicazione prassica;

- situazione sociomotoria: situazione motoria in cui viene messa in gioco un'interazione motoria essenziale, ovvero una forma di comunicazione prassica;

- situazione problemica: contesto interattivo situazionale implicante un compito cui i soggetti debbono dare le loro risposte personalizzate, ciascuna delle quali viene accettata come prodotto della evoluzione personale, ma viene anche messa in crisi in ragione della conseguenza o della pertinenza richiesta.

Le caratteristiche sopra esposte non si escludono a vicenda, anzi in ogni s.m. possono essere riconosciute tutte e tre.

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401

SITUAZIONE PROBLEMICA

Compito interattivo situazionalmente implicante un compito cui i soggetti debbono dare le loro risposte personalizzate, ciascuna delle quali viene accettata come prodotto della evoluzione personale, ma viene anche messa in crisi in ragione della congruenza e della pertinenza richiesta.

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402

SLANCIO

Azione con cui, velocemente e lasciando agire anche l'abbrivio, si porta un segmento corporeo, tenuto sempre in atteggiamento lungo, da una posizione ad un'altra; quest'ultima corrisponde di solito al limite dell'escursione articolare.

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403

SOCIALITÀ

Atteggiamento della persona attenta a contemperare i propri e gli altrui bisogni, desideri, aspettative…, nella ricerca costante di dialogo, di collaborazione, di integrazione, per dare risposte proficue per sé e per gli altri.

Le dinamiche comunicative in tal senso giocano un ruolo fondamentale.

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404

SOCIALIZZAZIONE

Assunzione da parte di un individuo delle convinzioni, dei valori e delle norme di un gruppo. La socializzazione comporta l'inserimento e l'integrazione nel gruppo stesso. L'interazione motoria, la comunicazione mimo-gestuale e, in genere, tutte le forme di comunicazione in presenza sono dei fattori importantissimi per la s.

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405

SOCIOCINESICA

Disciplina che organizza le conoscenze relative alle relazioni esistenti tra i significanti non verbali e i significati entro specifici contesti interattivi con esigenze comunicative analoghe in cui l’uomo assume determinate funzioni e mansioni comunicative. Produce una comparazione ed una selezione di cinemorfi specifici per determinati ruoli sociali, professionali, sessuali, ecc. in chiave comunicativa.

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406

SOCIODRAMMA

Situazione didattica nella quale i soggetti sviluppano un tema che riguarda aspetti importanti della loro vita di relazione, introducendo modalità di rappresentazione della stessa in cui avviene uno scambio di ruoli tra protagonisti reali e protagonisti della situazione didattica. Si sperimentano così, sebbene in modo consapevolmente fittizio, situazioni e ruoli altrimenti vissuti in terza persona, nell'auspicio che ciò faciliti il decentramento del punto di vista e una miglior comprensione interpersonale.

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407

SOCIOMOTRICITÀ

Campo e caratteristiche delle pratiche corrispondenti a situazioni sociomotorie. La sociomotricità comprende e riguarda tutti quegli aspetti dei comportamenti motori che implicano più o meno direttamente l'interazione, se non un vero e proprio scambio comunicativo con altri soggetti o con il contesto culturale. A ben guardare tutti i comportamenti dell'uomo hanno una più o meno spiccata componente sociomotoria. Il termine sociomotricità allora non individua certi comportamenti escludendone altri, quanto piuttosto tende a cogliere una costante del comportamento umano, un residuo in ultima analisi ineliminabile di tutto ciò che l'uomo fa.

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408

SOCIOPRASSEMA

Prassema collettivo portato dalle condotte motorie d'interazione tra più copartecipanti che si influenzano reciprocamente nel compiere la tattica di una azione motoria comune.

INDICE

409

SOCIOPRASSIA

Sequenza motoria alla quale partecipano simultaneamente più co-interventi (Parlebas P.).

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410

SOLIDARIETÀ

Atteggiamento di coloro che avvertono le necessità altrui e cercano con il loro contributo di dare risposte efficaci.

La reciproca solidarietà può determinare condivisione di obiettivi e quindi collaborazione e cooperazione mirate.

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411

SOLLEVATA

Posizione asimmetrica degli arti inferiori (entrambi in atteggiamento lungo), in cui uno è appoggiato al suolo sostenendo il carico del corpo, l'altro ha l'estremità ad un piede di distanza dal suolo. Posizione simile alla posata (cfr.), solo che qui l'arto non portante non tocca il suolo.

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412

SOSPENSIONE

È una attitudine in cui il baricentro del corpo, al di sotto del punto di sostegno, tende ad allontanarsene ulteriormente.

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413

SOTTO-RUOLO SOCIOMOTORIO

Sequenza ludomotoria di un giocatore considerato come l'unità comportamentale della base del funzionamento strategico di un gioco sportivo (Parlebas P.).

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414

SPARO

Modalità tipica di attivazione di un sistema che risponde ad un evento con una modificazione enorme ed improvvisa del proprio stato. L'evento scatenante non può spiegare etiologicamente lo sparo: dobbiamo considerare lo stato del sistema, che possiede l'energia potenziale necessaria allo s., oltre alla capacità di liberarla repentinamente. L'evento scatenante, anche se esiguo, deve avere caratteristiche appropriate per poter innescare lo sparo. È quanto accade in un'arma da fuoco (per l'azione del percussore che fa esplodere la carica del colpo) o in un neurone al momento dell'attivazione.

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415

SPAZIO

Estensione. Il significato di questo termine è molto articolato e diversificato, in riferimento alle modalità in cui viene concepito e rappresentato a livello mentale e culturale.

Tale concezione e rappresentazione può essere definita secondo vari aspetti: - lo spazio è la totalità dell'estensione in cui trovano spazio gli oggetti

materiali. Le estensioni parziali in essa contenute sono commisurabili e quantificabili.

- lo spazio è un sistema di localizzazioni e posizioni reciprocamente definentesi; ognuna di queste localizzazioni si differenzia dalle altre ed ha una sua individualità.

- lo spazio è l'insieme di estensioni parziali definite da limiti e confini che le separano dalle altre, ne definiscono la forma, la quantità, l'identità.

- lo spazio non esiste: è solo una categoria astratta a cui riferire tutti gli oggetti esistenti, per definirne la posizione rispetto ad altri oggetti.

L'elenco potrebbe continuare. In ogni caso lo spazio è un riferimento imprescindibile nello studio dell'uomo e dell'azione.

INDICE

416

SPECIFICITÀ

Proprietà che testimonia una caratteristica originale, esclusiva e dunque differenziale (Parlebas P.).

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417

SPETTACOLARITÀ Proprietà che il corpo, i suoi gesti, le sue espressioni assumono in certi contesti. La spettacolarità consiste nel provocare il piacere della contemplazione o comunque

dell'osservazione. Ciò presuppone che ci sia n agente o attore oggetto di oss ervazione e uno o più osservatori o "spettatori", intenti ad osservare. Il contesto ed il ruolo degli attori può essere intenzionalmente predisposto, come nei casi

seguenti: - recitazione teatrale; - recitazione filmica; - recitazione in genere; - body art; - danza, in tutte le sue forme; - sfilata di moda; - esibizione coreografica; - esibizione del nudo; - spettacolo circense; - saggio di bravura, ginnico o di altro tipo; - etc. Oppure può non essere predisposta specificatamente e risultare comunque; qualche esempio: - attività lavorativa; - certe azioni della vita quotidiana; - attività sportiva. In quest'ultima il fine primario è il risultato quantitativo che porta alla vittoria. La spettacolarità del gesto è, almeno in parte, accidentale e solo in alcuni sport

(ginnastica artistica, ginnastica ritmica, tuffi, nuoto sincronizzato, pattinaggio artistico e sport simili) coincide con la "quantità" della prestazione. La spettacolarità è ovviamente una proprietà denotativa del corpo e della motricità e può connotarsi in senso positivo o negativo a seconda del valore che si

attribuisce al contesto, alle implicazioni, alla finalità ed alle conseguenze di ciascuna situazione. Anche se un animale può essere, nelle sue azioni veramente spettacolare e presentare qualità decisamente stupefacenti, occorre precisare che l'azione umana, per le

sue caratteristiche di simbolicità, di rappresentazione dell'astratto, di espressione di coscienza e di conoscenza, raggiunge un livello di spettacolarità qualitativamente diverso dal caso degli animali e della natura in genere. L'azione umana si distingue per essere, appunto, veicolo di trasmissione dell'universo simbolico, per essere cosciente, competente ed intenzionale, nonché svincolata dalla necessità e dal determinismo fisico e biologico. Lo strutturarsi della s. dell'azione umana va considerata sul duplice versante dell'attore e dello spettatore, i cui ruoli sono da intendere come indissolubilmente complementari. Molti gesti ed espressioni si sono sviluppati anche come elaborate forme culturali (è il caso di danza e spettacoli in genere), proprio perché costantemente in circuito con l'informazione di ritorno dello spettatore che attivamente percepisce, partecipa emotivamente, critica ricerca e chiede o in qualche modo fa sentire le proprie aspettative sulle modalità e le forme di rappresentazione. I risvolti psicologici, sociologici e storici esulano comunque dalla presente trattazione.

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418

SPINTA

Passaggio veloce, effettuato con gli arti (uno o più), da un atteggiamento breve ad uno lungo. Si ha una vera e propria spinta quando l'azione si esercita contro una resistenza.

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419

SPORT

Dall'inglese; letteralmente diporto, ovvero divertimento, attività dilettevole. Termine comunemente usato ad indicare tutte quelle attività ginnastiche, di gioco, di esercizio, praticate per divertimento o per professionismo, che hanno come scopo il confronto agonistico e richiedono un più o meno intenso sforzo fisico. Lo sport, già diffuso presso i greci, ebbe un carattere nazionale e quasi sacro (giochi pubblici); presso i romani, invece, fu riservato agli schiavi o ai professionisti che lo esercitavano nei ludi; nel medioevo fu limitato alla caccia e all'equitazione, particolarmente praticate dalle classi nobili, ed alle gare nei tornei e nelle giostre; nella nostra epoca la codificazione delle competizioni sportive tende ad assumere un carattere "planetario" ed omogeneo in tutti i paesi del mondo. Anche le attività motoristiche hanno carattere sportivo e caratterizzano la nostra epoca.

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420

STATUTO SOCIO-MOTORIO

Insieme di convenzioni, di diritti e di divieti prescritti a un giocatore per le regole del contratto ludico di un gioco sportivo e che definiscono il campo degli atti motori permessi a questo giocatore (Parlebas P.).

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421

STAZIONE

Il tenersi in appoggio stabilmente su un terreno o su un supporto. In tecnica ginnastica si parla di stazione quando gli arti inferiori sono in appoggio: si potranno avere così la stazione eretta (quando siamo ritti, in piedi), in ginocchio, seduta. Nelle attività di educazione fisica o di allenamento si dice stazione ogni zona organizzata dello spazio di lavoro, inserita in un percorso. L'allievo vi si sofferma per eseguire le azioni che ivi sono prescritte, usando gli attrezzi eventualmente presenti, predisposti allo scopo.

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STILE COGNITIVO

Particolare organizzazione che un soggetto adotta per costituire, trasformare e utilizzare le proprie conoscenze. È l'impronta personale delle strategie di approccio o di interazione con l'universo fisico e simbolico, oltre che di rielaborazione interiore delle informazioni in arrivo. È il margine di originalità dei processi cognitivi. Variazione individuale del modo di percepire, ricordare e pensare, come anche nell'apprendere, immagazzinare, trasformare e utilizzare le informazioni (Kogan, 1971). Agli stili cognitivi appartiene lo stile di apprendimento, cioè l'insieme di operazioni e di procedure che l'alunno può usare per acquisire, ritenere e recuperare differenti tipi di conoscenza e di prestazione (Kigney).

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STILE MOTORIO

Personale scelta e interpretazione delle tecniche motorie. Particolari modalità di azioni, coerenti e caratterizzanti il comportamento del soggetto, riconoscibili in ogni sua azione.

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STIMOLO

Ogni evento che sia recepibile dal soggetto in quanto capace di attivare uno o più canali afferenziali.

La recezione dello stimolo provoca sempre una modificazione del comportamento, dell'equilibrio o comunque delle condizioni del soggetto.

Il soggetto non è tuttavia da intendersi come bersaglio passivo degli stimoi, ma è in grado (in modo più o meno coscientemente intenzionale) di pre-adattare i recettori periferici e l'analizzatore centrale (cerebrale) in modo da accogliere, trattare e trasformare e selezionare l'imput in mdo attivo e specifico.

L'interazione soggetto-stimolo è quindi circolare, reciproca. - Stimolo esterno: la fonte è l'ambiente circostante. - Stimolo interno: la fonte è intraorganica o intrapsichica.

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STRATEGIA

Linea comportamentale generale, stabilita a priori in funzione del raggiungimento di un certo traguardo. La strategia tiene conto di: situazione in cui si prevede di agire; mezzi e risorse disponibili; obiettivi prefissati (in ordine gerarchico). La strategia è l'insieme coerente e organizzato delle scelte progettuali su cui si baserà l'azione che si sta per intraprendere. L'elaborazione strategica quindi anticipa l'azione, anche se si riserva la contestualizzazione tattica (cfr. tattica).

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STRATEGIA MOTORIA

Messa in opera sul campo di un piano di azione individuale o collettivo in vista di risolvere una situazione problemica proposta da una situazione motoria.

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STRETCHING

Metodica di condizionamento psico-fisico, consistente in esercizi di allungamento muscolare secondo tempi, intensità e modalità opportunamente fissati.

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STRUTTURAZIONE

Progressiva modificazione della struttura in ragione della necessità d'uso. Tale trasformazione avviene anche a livello organico con la progressiva finalizzazione delle proprie funzioni nei vari ambiti applicativi. Si ottiene così progressivamente una selezione delle relazioni tra struttura e funzione in ragione delle scelte di finalizzazione del nostro comportamento e dei nostri processi psichici e mentali nelle situazioni problematiche della vita.

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SUPERVISIONE

È la funzione di monitoraggio e gestione di un processo, pur senza specificare le modalità ed i parametri del processo stesso. Il ruolo del supervisore è gerarchicamente più in alto del processo supervisionato; inoltre prevede livelli di gestione intermedi tra il proprio e l'esecuzione. Il supervisore controlla che tale processo risponda ai requisiti di pertinenza ed efficacia, oltre ad implementare lo scopo che gli era stato assegnato. Interventi modificatori vengono indotti dal supervisore quando necessario. Nella pratica motoria possono avere funzione di supervisione: 1)- le reafferenze (o meglio la loro interpretazione e valutazione) relative all'esecuzione e alle sue modalità (KP);

2)- la constatazione dell'esito dell'azione e la comparazione con lo scopo prefisso (KR);

3)- un resoconto esterno e differito da parte di un soggetto che verbalmente o gestualmente fornisce informazioni (più o meno interpretate) sulla nostra esecuzione; tale informazione di ritorno può provenire anche da una registrazione A.V.

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SUPINARE

Rivolgere il lato dorsale verso terra. Nel caso degli arti o delle loro estremità s. equivale ad extra-ruotare. È il contrario di pronare (cfr.).

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431

SUPPORTO DI MARCATURA

Insieme organizzato di interazioni di marcatura che, nel corso di svolgimento di un gioco sportivo, permette l'attribuzione dei punti del punteggio o la designazione del successo. Questo insieme rappresenta la struttura di base del sistema dei punteggi (Parlebas P.).

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SUSSIDI DIDATTICI

Nella pratica di educazione fisica sono tutti quegli oggetti o quei mezzi che possono essere utilizzati per far sperimentare agli allievi delle attività ritenute significative ed efficaci per promuovere in loro l'apprendimento motorio e l'accrescimento delle loro competenze motorie.

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SVANTAGGIO SOCIALE

Condizione di difficoltà derivante dalla propria posizione, dal proprio ruolo e dai rapporti (istituzionali e non) che si instaurano in ambito sociale. Lo svantaggio sociale può comportare diifficoltà nel raggiungimento di un certo status, nello svolgimento di certe attività, nell'ottenimento di mezzi, condizioni e stimoli per la propria evoluzione in termini di personalità e cultura. Non è mai determinante in senso assoluto, ma può costituire una serie ipoteca per il raggiungimento di certi traguardi.

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434

SVILUPPO MOTORIO

Termine piuttosto improprio per designare il processo di apprendimento motorio su scala temporale lunga. È da preferirsi, in tale accezione, l'espressione evoluzione (apprenditiva) delle competenze motorie.

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435

TATTICA

Applicazione contestualizzata della strategia. Tenta di implementare il fine di quest'ultima in rapporto ai fattori contingenti della situazione in cui viene attuata. È insomma un insieme di soluzioni adattive decise in situazione, rispetto alla valutazione di come sta procedendo l'esecuzione, degli effetti che sta producendo, dell'evoluzione del contesto. La tattica può per un verso essere definita un comportamento reattivo, di adattamento mutevole, pur persistendo gli obiettivi originali, anzi proprio in funzione di tale persistenza. Per un altro verso le si deve riconoscere anche un carattere proattivo, in quanto le soluzioni adottate non sono improvvisate al momento a partire dal nulla; l'esperienza pregressa, gli apprendimenti effettuati, la capacità di anticipazione e altro ancora sono risorse imprescindibili per una buona tattica.

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TECNICA

Selezione ed organizzazione (in funzione di un loro riutilizzo) delle risposte pertinenti, efficaci ed efficienti che ciascun soggetto produce nel corso di situazioni problemiche ricorrenti ed implicanti compiti simili. La tecnica si produce, si arricchisce, si rettifica e si affina con il procedere dell'esperienza e degli apprendimenti. L'elaborazione ricorsiva (cfr. ricorsività) e la capacità di anticipare problemi e soluzioni, hanno una funzione importante. La tecnica è un insieme di competenze tutt'altro che giustappositivo: è un sistema integrato e gerarchico che, tra i suoi pregi, deve annoverare quello di una agevole accessibilità ed un pronto utilizzo. Inoltre non si deve trascurare il carattere intersoggettivo e sociale della t.: molte tecniche lavorative, per esempio, sono il frutto di esperienza di grandi strutture culturali o industriali, dell'integrazione di tali esperienze anche grazie ad appropriati processi di comunicazione.

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437

TEMPO

Concetto definibile solo indirettamente. Estensione del succedersi degli eventi, dei movimenti, delle trasformazioni. Estensione direzionata, irreversibile delle sequenze degli avvenimenti, in cui sono ravvisabili quindi un ordine (per ogni "punto" collocato nel tempo esiste sempre un prima, un contemporaneamente e un poi) e una misurabilità (le estensioni o durate temporali degli eventi sono commisurabili). Nel vissuto di ciascuno è l'intuizione della processualità del mondo e della stessa interiorità.

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438

TEMPO DI MOVIMENTO (TM)

Durata cronometrica dell'esecuzione dell'azione, dal momento riconosciuto come suo avvio a quello riconosciuto come sua conclusione.

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439

TEMPO DI REAZIONE (TR)

Durata cronometrica dell'intervallo che intercorre tra il verificarsi dell'evento che ha funzione di stimolo (o comunque delle condizioni che dovrebbero innescare l'azione) e l'inizio dell'azione.

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440

TEORIA DEI GIOCHI

Disciplina matematica che studia le situazioni di raffronto e di conflitto sotto l'angolo della presa razionale di decisioni (Parlebas P.).

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441

TEORIA DEI GIOCHI SPORTIVI

Settore di conoscenza e di ricerca che studia il gioco sportivo sotto l'angolo dell'azione motoria (Parlebas P.).

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442

TESO

Condizione che deriva dalla combinazione di atteggiamento lungo e di attitudine non di appoggio. Può riferirsi al corpo o ad un solo segmento.

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443

TIPOLOGIA CINESICA

Raggruppamento di elementi semiotici non verbali che assumono una stessa forma espressiva o una stessa funzione comunicativa.

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444

TORCERE

Compiere un'azione con una parte del corpo o con tutto il corpo, attorno all'asse longitudinale. Per esserci torsione le estremità del segmento interessato devono ruotare su piani paralleli, ma in senso contrario (oppure una rimane fissa mentre l'altra ruota), in modo che il segmento stesso si deformi elicoidalmente. La torsione implica dunque la rotazione (cfr. ruotare), ma non si identifica con essa.

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445

TRACCIA PERCETTIVA

Organizzazione degli elementi percettivi, afferenziali e reafferenziali di origine interna ed esterna, relativi all'esecuzione di una certa azione o di una certa classe di azioni. L'esperienza permette di costruirla ed integrarla. Anch'essa, come la traccia mnestica, costituisce contenuto di memoria ed ha la funzione di termine di confronto durante e dopo l'esecuzione.

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TRANSFER

Applicazione, in un altro ambito, delle conoscenze acquisite in un certo ambito. Affinché ciò sia possibile occorre che il soggetto sappia operare la necessaria contestualizzazione e che l'apprendimento oggetto di t. abbia un sufficiente grado di generalità. Il termine t. ha un significato abbastanza ampio, ma occorre, ai nostri fini che si sappiano distinguere e definire due accezioni fondamentali:

- Transfer d'apprendimento; effetto che si constata quando l'apprendimento di un'abilità modifica, in positivo o in negativo, la messa in atto di un'altra abilità, acquisita prima o dopo quella suddetta. In altre parole il t.d'a. è la trasposizione di una competenza in un ambito in qualche modo nuovo o diverso. Perché il t.d'a. si verifichi occorre che il soggetto operi le necessarie computazioni di correlazione tra i due ambiti, di estensione e di generalizzazione. Si intende "positivo" il t.d'a. che facilita in qualche modo il nuovo compito, "negativo" quello che lo rende più difficoltoso.

- Transfer controlaterale; consiste nella utilizzazione con l'emisoma controlaterale di uno schema motorio appreso e finora eseguito con un certo emisoma.

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TRASLARE

Spostare sul piano frontale un segmento rispetto ad un altro su cui quello traslato appoggia (per esempio il busto sul bacino: il bacino rimane fermo mentre il busto si sposta).

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448

TRASLOCARE

Spostarsi da un punto all'altro dello spazio con modalità altre rispetto alla deambulazione. In genere il traslocare implica l'impiego degli arti superiori. Possono essere implicati anche grandi attrezzi.

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449

TRASVERSALE

In tecnica ginnastica indica l'asse che attraversa il corpo orizzontalmente, più esattamente da una spalla a quella controlaterale. L'attraversamento può essere considerato anche con diverse localizzazioni, ma sempre parallelamente a questo. Una delle localizzazioni più ricorrenti è quella che passa dal baricentro. Trasversale è anche la denominazione del piano che attraversa orizzontalmente il corpo dividendolo in due metà, una superiore ed una inferiore.

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450

UNIVERSALI

Modelli operatori rappresentanti le strutture di base del funzionamento del gioco sportivo e portatori della logica interna di questo (Parlebas P.).

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VALUTAZIONE (COME INFORMAZIONE RETROATTIVA)

Un tratto comune che caratterizza i tre tipi di valutazione (diagnostica, formativa e sommativa) è costituito dal fatto che in ogni caso gli accertamenti sono finalizzati ad avere immediati riflessi sulle decisioni circa la progettazione, la realizzazione, il controllo e la convalida dei processi didattici. Bisogna sempre tener presente che la messa a punto di una programmazione non é altro che un sistema assai complesso ed articolato di ipotesi didattiche che, come in ogni procedimento di sperimentazione, devono essere confermate, confutate o ridefinite attraverso un processo sistematico di verifica. "Ogni metodo scientifico, ogni ricerca, ogni operazione compiuta per risolvere un problema si conclude con il momento della verifica. E poiché il lavoro, qualsiasi lavoro, è una successione di operazioni, il momento del controllo o della verifica è necessario per passare da un’operazione all’altra. Se l’operazione, al momento della verifica, si rende conto dello scarto tra l’effetto voluto e quello raggiunto, torna indietro e si corregge. Se non vi é scarto si procede oltre. Egli rinforza il suo comportamento. Infatti ripete le stesse operazioni che lo hanno condotto al successo o, tutt’al più, le varia per renderle meno faticose o meno costose in fatto di energia. Egli perfeziona così le sue tecniche operative e consegue risultati sempre migliori", (Izzo D., 1976). Questo tipo di processo é sostanzialmente fondato sul concetto cibernetico di feed-back (retroazione); ad ogni operazione compiuta consegue una "informazione retroattiva" (il feed-back) che ci informa degli effetti sortiti dalla nostra azione e che ci pone pertanto in condizione di valutarne l’efficacia e di apportare tutte le eventuali modifiche necessarie. In caso contrario la nostra attività educativa non può che risolversi in un vero e proprio procedere alla cieca, con il rischio evidente di non sapere mai a che punto ci si trova e dove si andrà a finire.

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VELOCITÀ

V. condizionali, capacità.

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VETTORE DI ATTIVAZIONE

Informazione (o insieme di informazioni) che ha la proprietà di innescare una risposta non lineare nella struttura destinataria, attivando in modo caratteristico e specifico un certo stato funzionale. Ciò accade perché la configurazione parallela e/o sequenziale del messaggio in questione ha caratteristiche che la struttura destinataria è predisposta a cogliere come rilevanti e sufficienti a tal fine, attivandosi e originando un (altro) messaggio caratteristico. Nelle dinamiche interattive le caratteristiche di vettorialità sono quindi definibili in funzione della predisposizione del soggetto, raggiunta tramite apprendimento. Ciò che per un soggetto ha in un certo momento funzione di v.d.a., per un altro soggetto, o per lo stesso in un momento differente, può non averla.

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VIDEO-MOTRICITÀ

È la motricità della visione: orientamento della testa, direzionamento dello sguardo (per mezzo dei muscoli oculo-motori), ivi compreso il nistagmo (seguire con gli occhi un oggetto che si muove relativamente a noi per poi riportare lo sguardo rapidamente all'orientamento iniziale), regolazione dell'apertura palpebrale (socchiudere gli occhi se c'è troppa luce, chiuderne uno per prendere la mira, etc.), regolazione del diametro pupillare, regolazione della convessità del cristallino per la messa a fuoco.

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455

VOLO

Attitudine particolare in cui non vi è presa alcuna; il corpo è isolato nello spazio.

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