Gli interventi non farmacologici per i disturbi cognitivi ... · Antonio Guaita Fondazione Golgi...
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Antonio Guaita
Fondazione Golgi Cenci
Gli interventi non farmacologici per i
disturbi cognitivi e comportamentali
nelle persone con demenza
2° parte
Fondazione GolgiCenci
Abbiategrasso (MI)
www.golgicenci.it
Aree e metodologie di intervento non
farmacologico
Funzioni cognitive
BPSD
Motorie/ADL
Care givers
Memoria Funzioni esecutivoattentive pensiero astratto
Orientamento allarealtà
GentlecareValidation
Pet Therapy
Musica Attività spirituali ereligiose
Terapiaoccupazionale
chinesiterapia
Esercizio cognitivo
• 5 meta analisi dal 2010 al 2013
– Training
– Stimolazione
– Riabilitazione
• Uno studio RCT di riabilitazione
– 179 studi:
• 13 di alta qualità e 7 positivi
• 166 di bassa qualità e 113 positivi
• Ma la meta analisi dei risultati dell’intervento
cognitivo risulta omogeneamente positiva :
– 14 training cognitivo individuale e 10 stimolazione
cognitiva di gruppo (Miglioramento di aree specifiche, legate
all’intervento)
– Un solo studio negativo
In molti studi però i controlli pure migliorano in certe aree cognitive e
la cosa non viene analizzata
2010
+ -
Prevenzione del ricovero residenziale
The essential components of these interventions were individual
assessment, information, counseling and support. Sessions lasted
from 30 to 90 min and were conducted with a frequency of every 2
months to twice monthly by social workers , nurses or trained
personnel .
15 studi analizzati ; 7 RC: 1 non differenza c/c(Cahan Weiner); i 2 studi di Farina
confronta due modalità; 1 di Lowensteincfr 2 trattamenti ; 1 (Davis) migliorano anche
i controlli
2011
Solo Alzheimer e RCT
• 9 RO :• 60 – 75 a, da 30’x5 w a 60x2;4 – 25 wks.
• 6 : miglioramento statisticamente significativo rispetto ai
controlli; 2 con probabili bias metodologici.
• Miglioramento area specifico: 4 orientamento; 3 memoria, 2
comunicazione, 1 linguaggio
• 8 skills training : • 6 mild, 2 anche moderate Dementia
• 68 – 84 a, 11 a 78 partecipanti; da 1 a 6 x w, da 20’ a 150’, da 3 a 24 w
• Cognition : tutti migliorano solo 2 significat. (1 però bassa qualità )
• I miglioramenti si riferiscono alle aree specifiche e non durano
dopo la fine dell’intervento
2013
Woods B, Aguirre E, Spector AE, Orrell M.
Cognitive stimulation to improve cognitive functioning
in people with dementia.Cochrane Database Syst Rev.
2012 Feb 15;2:CD005562. doi:
10.1002/14651858.CD005562.pub2.
Cognitive stimulation is an intervention for people with dementia which offers a
range of enjoyable activities providing general stimulation for thinking,
concentration and memory usually in a social setting, such as a small group
• 15 RCT fino al 2011; 6 già inclusi nella review sulla RO
• Meta analisi: 407 intervento vs 311 controlli
• Beneficio immediato evidente : (Standardized Mean Diff) 0.41, 95%
CI 0.25 to 0.57 (Beneficio mantenuto fino a tre mesi )
• Miglioramento soggettivo significativo e impressione dello staff di
miglioramento
• Non differenze per umore, ADL, comportamenti e problemi
comportamentali
2013
• C.training : 11 studi. Meta analisi : nessun effetto
né positivo né negativo
• C rehabilitation : 1 solo, di buona qualità, effetti
promettenti
• Conclusioni: non ci sono indicazioni di qualsiasi
beneficio dal c training. Per la riabilitazione lo
studio è singolo e di natura preliminare (Clare 2010)
This study presents preliminary evidence from a
rigorous RCT for the clinical efficacy of CR in
early-stage AD. The findings provide a basis
for further development and application of CR
• 11 anni di scolarità media
• MMSE medio 23,14
• 8 interventi individuali di un’ora, 1 alla settimana
• Canadian Occupational Performance Measure (COPM) : strumento validato per
i terapisti occupazionali per misurare la percezione di cambiamento nelle attività
occupazionali (qui usato anche per individuare obiettivi di miglioramento)
American Journal of Geriatric Psychiatry 2010;18:928–39.
Normative definitions for Cognitive stimulation
therapy (CST):
• Trattamenti non prolungati ma magari ripetuti e solo per
demenza lieve e moderata
• Basati sulla stimolazione cognitiva e l’orientamento alla realtà,
consigliati :
14 sessioni, 2 per settimana per 7 settimane
• Dagli studi randomizzati controllati : Benefici significativi
• Benefici comparabili con quelli dei farmaci
• E’ un trattamento raccomandato dalla NICE per i sintomi
cognitivi della demenza.
Spector A, Woods B, Orrell M. Cognitive stimulation for thetreatment of Alzheimer's disease. Expert Rev Neurother.2008 ;8: 751 - 57
comportamenti
• Il comportamento è il modo di agire e
reagire di un oggetto o un organismo messo
in relazione con altri oggetti, organismi, o
semplicemente con l'ambiente
1. specificità dei sintomi non cognitivi
della demenza- cluster
comportamentali
2. 2 meta analisi
3. origine dei disturbi;
4. la comunicazione: Udito, vista,
emozioni
5. Che fare? approccio protesico
4,1
18,3
67,9
0
10
20
30
40
50
60
70
80
cancroscompensodemenza
%disabilità persistente nell'ultimo anno di vita
3.6
3.7 La dipendenza non è (più) immobile
186 persone in RSA – Ist Golgi
Guaita A. “ La RSA come protesi di sostegno del benessere degli anziani “ in Trabucchi M., Brizioli E., Pesaresi F. “Residenze Sanitarie per anziani” ed. Il Mulino, Bologna 2002 pag 517 – 530
0 20 40 60 80
alvo
urine
cammino
trasferimenti
% di dipendenti totali
Demenze
altri degenti
3.9 Instabilità clinica= più stress del care giver ( valori medi di stress del care giver in relazione alla tipologia dell’intervento )
1,5
2,2
3,34
indice di stress (0-5)
interventi programmabili e
non
molti interventi
programmabili
pochi interventi
programmabili
Modificato da : Facchini C., I ‘care-givers’ degli anziani affetti da Alzheimer:tra stress e autovalorizzazione; Politiche sociali e servizi, luglio-dicembre,(pag.191-209), 2007.
NEUROPSYCHIATRIC
INVENTORY(NPI)
I settori valutati sono 10 , legati ai sintomi neuropsichiatrici :
deliri,
allucinazioni,
disforia/depressione,
agitazione/aggressione,
ansia,
apatia/indifferenza,
euforia/esaltazione,disinibizione,
irritabilità/labilità,
comportamento motorio aberrante,
sonno,
disturbi dell’appetito e dell’alimentazione.
Il punteggio attribuito ad ogni item, così come all’insieme della scala dal prodotto : Frequenza x
Severità. Può anche essere registrato lo stress del care giver su una scala di 6 possibili risposte
.Kaufer D.J., Cummings J.L., Christine D., Bray T., Castellon S., Masterman D., MacMillan A., Ketchel P.,
DeKosky S.T. “Assessing the impact of Neuropsychiatric Symptoms in Alzheimer’s Disease : The
Neuropsychiatric Inventory Caregiver Distress Scale “ J Am Geriatr Soc 46: 210, 1998
Frequenza dei disturbi del comportamento
Cummings
• apatia 72 %
• agitazione 60 %
• Ansia 48%
• Irritabilità 42 %
• Disforia 38 %
• Att. Mot. Afin. 38 %
• Disinibizione 36 %
• Deliri 22 %
• Allucinazioni 10 %
Istituto Golgi N.A.
• Att. Mot. Afin. 51 %
• agitazione 50 %
• Ansia 48 %
• apatia 45 %
• Irritabilità 33 %
• Disforia 33 %
• Deliri 21 %
• Allucinazioni 15 %
• Disinibizione 14 %
Component Plot in Rotated Space
disforia totale
ansia totale
disinibizione totale
irritabilita totale
agitazione totaleattivita motoria tot
Component 2
1,01,0
apatia totale
-,5
euforia totale
delirio totale
0,0
,5,5
,5
allucinazione totale1,0
Component 3Component 1
0,00,0-,5-,5
Affettivo
emozionale
Apatico/
euforico
Effetto dell’intervento rispetto ai controlli : 0.2 – 05: lieve; 0.5 – 08 :
moderato; 0.8 + = intenso)
Am J Psych 2012, 169:946 - 953
• 23 studi di alta qualità hanno valutato gli effetti sulcomportamento del malato e sul distress del care giver
3279 caregivers a casa
• Da 9 a 12 sessioni da tre a sei mesi
Linee Guida AIP – 2005 : Sintomi Psicotici
Per il trattamento dei BPSD è necessario identificare gli eventuali fattori scatenanti ed intervenire sull'ambiente e sul comportamento dei caregivers, successivamente si potranno mettere in atto strategie non farmacologiche; solo alla persistenza dei sintomi si passerà alla terapia farmacologica. I sintomi maggiormente responsivi alla terapia sono l'agitazione, la depressione, l'insonnia ed i sintomi psicotici.
Livelli di disturbi comportamentali(NPI), dipendenza
(Barthel),funzioni cognitive (MMSE) e stress care giver
(RSS) nelle fasi moderato severe e avanzate della demenza
215 copie.NA
Istituto Golgi
GLOBAL DETERIORATION SCALE
7654
Me
an
100
80
60
40
20
0
MMSE
NEUROPSICHIATRY INVE
NTORY
BARTHEL TOTALE
SCALA STRESS TOTALE
PERSONA,
Ambiente (biografia, spazio
fisico)
PATOLOGIA, DEFICIT
(come dimostrato dal COMPORTAM
ENTO
GENTLECARE
Possibili rapporti fra le capacità individuali e le richieste
ambientali, specie se continuate o ripetute
COMPETENZA
AMBIENTALE
DELL’INDIVIDUO
LIVELLO DELLE
RICHIESTE
AMBIENTALI
COMPORTAMENTO
Normale Normali Calmo
Normale AumentateStress ( positivo o
negativo)
Ridotta Ridotte Calmo
Ridotta Normali Stress ( negativo)
Ridotta Aumentate Reazione catastrofica
ABC (Antecedent, Behavior, Consequences)
FASE METODO OBIETTIVO
AntecedentiConoscere quello che è
successo prima
Prevenzione, evitare il
ripetersi del
comportamento
ComportamentoConoscere quando ,
come, dove è successo
Trattamento, avere
modalità di intervento
immediato
ConseguenzeConoscere gli effetti
provocati dal
comportamento
Ridurre al minimo il
danno o il disturbo
provocato dal
comportamento.
Elementi che interferiscono con
la comunicazione
NON SOLO ASPETTI SPECIFICI ( SOMATOSENSORIALI, COGNITIVI,
EMOTIVI) MA ANCHE DI TIPO :
• Culturale, antropologico
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1 antropol culturale
allucinazioni sono valutate
positivamente, come momento di
comunicazione con un altro mondo
Udito e malattia di Alzheimer
• La malattia di Alzheimer ha un pattern di
perdita dell’udito maggiore per le frequenze
acute, con differenze statisticamente
significative. Non sono rilevabili altri patten
caratteristici.
Gimeno-Vilar C, Cervera-Paz FJ[Alzheimer's disease
and hearing loss] Rev Neurol. 2010 16-31;50:65-71.
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Deficit del linguaggio e disturbi del
comportamento
• Menomazione del linguaggio espressivo– Allucinazioni
– Depressione
– Isolamento sociale
• Menomazione del linguaggio recettivo– vagabondaggio
• Ambedue– Minor partecipazione alle attività
Potkins, D., Myint, P., Bannister, C., Tadros, G., Chithramohan, R., Swann, A., O'Brien, J., Fossey, J., George, E.,
Ballard, C. and Margallo-Lana, M. Language impairment in dementia: impact on symptoms and care needs in
residential homes. International Journal of Geriatric Psychiatry 2003 Nov;18:1002-6.
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Abbiategrasso (MI)
Secondo livello di comunicazione :
La funzione visiva
Seconda parte
Guaita A “ La vista” G Geront 2006; 54: 417 -
418Fondazione GolgiCenci
Abbiategrasso (MI)
La funzione visiva nella malattia di
Alzheimer:
• il disturbo visuospaziale è , contrariamente a
quanto si era ritenuto, precoce, e interessa il 60
% dei malati;
• può essere presente nell’MCI;
• la perdita della capacità visiva correla con la
perdita cognitiva
MapstoneM, Steffenella TM, Duffy CJ A visuospatial variant of mild cognitiveimpairment : getting lost between aging and AD Neurology 2003; 60 : 802 – 08
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Abbiategrasso (MI)
la riduzione della sensibilità ai
contrasti
• La “Constrast sensitivity “ viene definita come la minima
intensità necessaria perché un oggetto sia distinto da ciò
che lo circonda.
• Un disturbo di questa funzione visiva è presente nel 20 – 32
% dei malati di AD e in meno dell’1% dei controlli
• il deficit percettivo dei contrasti correla con la patologia
delle aree della corteccia visiva estrastriata, infero
temporale e parietale posteriore.
[i] Neargarder SA, Stone ER, Cronin-Golomb A, Oross S T he impact of acuity on performance of four
clinical measures of contrast sensitivity in Alzheimer's disease. J Gerontol B 2003;58:P54-62.
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Difficoltà nella discriminazione dei
colori
• Sono riportati studi dove l’abilità discriminativa per i
colori non cambia né per gli anziani né per gli AD, però gli
studi che dimostrano dei cambiamenti negativi, specie per i colori della fascia
blu verde, sono in grande maggioranza
• non è dimostrata una correlazione fra gravità della
demenza e discriminazione dei colori ( questo perchè l’area
principale, che è collocata vicino alla “contrast sensitivity”, nella corteccia estrastriata,
è interessata in alcuni precocemente in altri tardivamente ).
[ Wijk H, Berg S, Sivik L, Steen B. Colour discrimination, colour naming and colour preferences amongindividuals with Alzheimer's disease. Int J Geriatr Psychiatry. 1999; 14:1000-5
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Difficoltà nella discriminazione dei colori : accoppiare con colori di massimo contrasto come rosso, giallo,
arancio.
• l’uso di piatti rossi sia pranzo che cena ha portato:
– ad aumentare del 25 % il cibo assunto a pranzo
– del 24 % alla cena;
– lo stesso per i liquidi ( + 61 % e + 105 % rispettivamente).
• A distanza, usando piatti a contrasto Blu invece che rossi
e controlli con piatti pastello chiaro si ottenne :
– nei blu lo stesso aumento che per quelli rossi,
– nessun aumento nei piatti chiari dimostrando che più che il
colore, è il contrasto che agisce positivamente
Dunne TE, Neargarder SA, Cipolloni PB, Cronin-Golomb A Visual contrast enhances food and
liquid intake in advanced Alzheimer's disease. Clin Nutr. 2004 ;23:533- 38
emozioni
Guaita A, Malnati M, Vaccaro R, Pezzati R, Marcionetti J, Vitali SF, Colombo M.
Impaired facial emotion recognition and preserved reactivity to facial
expressions in people with severe dementia.
Arch Gerontol Geriatr. 2009;49 Suppl 1:135-46. PubMed PMID: 19836627.
caratteristiche dei soggetti con demenza ( 79 “casi”) confrontati con 64 controlli
cognitivamente normali
casi Controlli
Età ( anni) 80,65 76,05
Scolarità ( anni) 5,97 5,81
MMSE 13,96 27,83
Barthel I 35,9 93,62
Guaita A, Malnati M, Vaccaro R, Pezzati R, Marcionetti J, Vitali SF, Colombo M. Impaired facial
emotion recognition and preserved reactivity to facial expressions in people with severe dementia.
Arch Gerontol Geriatr. 2009;49 Suppl 1:135-46. PubMed PMID: 19836627.
14 fotografie che rappresentavano le
emozioni di base, secondo Eckman: gioia,
tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa e
paura, cui è stata aggiunta la noia che
nelle situazioni di gestione del malato può
essere provata dal caregiver o dal
personale assistenziale; tutte sono state
rappresentate sia da un volto maschile che
da uno femminile.
correlazione fra MMSE e numero di
riconoscimenti di emozioni
n° emozioni riconosciute
121086420-2
MM
SE
30
20
10
0
è riportata le retta di
correlazione fra il numero dei
riconoscimenti e il valore del
MinimEntal Examination nei
soggetti con demenza ( r :
384; p <0.0001)
8 sono i riconoscimenti medi
nei normali cognitivamente
We propose that in response to exercise, -endorphin increases cell proliferation through a direct action on the -opioid receptors
present on progenitor cells and that a homeostatic balance
FASEB J. 2008 Jul;22(7):2253-62. Epub 2008 Feb 8.
ATTIVITA’ CENTRALI
ATTIVITA’ NECESSARIE
ATTIVITA’ ESSENZIALI
ATTIVITA’ SIGNIFICATIVE
Spazio fisico
Programmi
Persone
PROTESI
PROTESI : SPAZIO FISICO
• Sicurezza apri_1
• Accessibilità,
mobilità
• Familiarità
modificabilitàapri_3.ppt
• Comfort apri_5
• chiarezza,
funzionalitàapri_2.ppt
GENTLECARE
Gli spazi percepiti:
privatoPubblico e collettivo
1° spazio ? 2° spazio ?
Collettivo
non pubblico
( Hall ET “La dimensione nascosta”, Bompiani, 2001)
comportamento dei care givers
comportamento calmo dei degenti
VESTIRSI LAVARSI BAGNO
attenzione X
flessibilita'
tranquillita' X X X
scherzoso X X
informazioni procedurali
lodare
sorridere X X X
Livelli di stress/richiesta di aiuto
41,8
34,6
0
10
20
30
40
50
RS
S t
ota
le
non necessita necessita
Ha bisogno di aiuto ?
P< 0.05; 42 intervistati
ATTIVITA’ CENTRALI
ATTIVITA’ NECESSARIE
ATTIVITA’ ESSENZIALI
ATTIVITA’ SIGNIFICATIVE
ADL
RIDURRE LO STRESS,
RECUPERARE ENERGIA
MOVIMENTO, COMUNICAZIONE,
RELAZIONI FAMIGLIARI/SOCIALI
LAVORO, GIOCO
GENTLECARE PROTESI: ATTIVITA’
• Nei SANI: la stimolazione cognitiva e il training hanno un effetto provato
sia a breve cha lungo termine sia per il mantenimento delle funzioni
cognitive che preventivo per la malattia di Alzheimer e vascolare
• Nel MCI /CIND : efficacia dimostrata a breve temine sia per training che
per stimolazione cognitiva; non dati a lungo termine . Probabilmente è
meglio un intervento meno intenso e più prolungato o ripetuto
• Nella DEMENZA: utilità della stimolazione cognitiva per le fasi iniziali,
lievi e moderate, dimostrata a breve e medio termine, non del training. Dati
preliminari indicano una utilità della riabilitazione cognitiva
TAKE HOME I
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Abbiategrasso (MI)
TAKE HOME II
• Il risultato non sembra essere in relazione solo con la
intensità e la quantità ma anche con le modalità relazionali
• Soprattutto l’efficacia viene potenziata dal vissuto
piacevole e dalle emozioni positive
• I comportamenti nelle persone con demenza non sono una
conseguenza diretta della malattia ma di un rapporto fra
persona e ambiente e sono un linguaggio che va
interpretato
• Il supporto protesico (ambiente persone, attività), è una
metodologia utile per le persone con demenze
degenerative nelle fasi moderato severe