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Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nel comparto Industria del LEGNO Regione del Veneto Anni 2000-2007 Cavallo Ligneo - Palazzo della Ragione - Padova (particolare)

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Gli infortuni sul lavoro e le malattieprofessionali nel comparto

Industria del LEGNORegione del Veneto

Anni 2000-2007

Cavallo Ligneo - Palazzo della Ragione - Padova(particolare)

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nel Comparto

Industria del LEGNO

Regione del Veneto

Anni 2000 - 2007

Dicembre 2009

Programma regionale per l’Epidemiologia Occupazionale Coordinatore del Programma : dr. Franco Sarto - Spisal AULSS 16 Il documento è stato realizzato a cura di: dr. Franco Sarto dr. Roberto Agnesi dr.ssa Michela Veronese

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PRESENTAZIONE

Il Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro sottoscritto tra Governo, Regioni e Province Autonome e reso esecutivo con DPCM 17.12.2007 formalizza l’impegno assunto dai firmatari al fine di garantire, su tutto il territorio nazionale, un livello omogeneo di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. La Regione del Veneto recepisce gli obiettivi strategici delineati dal Patto nella pianificazione delle azioni regionali di settore definendo conformemente anche gli ambiti prioritari di intervento in funzione della diffusione e/o gravità dei rischi connessi. In tale contesto il comparto della lavorazione del legno rappresenta un settore strategico per il numero degli addetti, per l’indice infortunistico oltre che per la presenza di rischi di malattia professionale. La presente pubblicazione raccoglie informazioni utili per monitorare il fenomeno e individuare eventuali soluzioni da proporre nel tempo, in grado di orientare l’azione svolta dal “Sistema di promozione della salute e sicurezza” inteso come complesso dei soggetti istituzionali che concorrono con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori (art. 2 del D.Lgs. 81/08). Tali soggetti trovano il loro coordinamento nell’ambito del Comitato Regionale istituito ai sensi dell’art. 7 del D.lgs. 81/08 che annualmente pianifica le proprie attività di prevenzione, vigilanza e assistenza. Si auspica che in un momento di crisi economico-produttiva come quello attuale la presente analisi, mantenendo alta l’attenzione sulle tematiche di sicurezza e salute sul lavoro, sostenga le aziende virtuose che implementano al loro interno sistemi di organizzazione per la gestione della sicurezza contribuendo a fare in modo che la qualità delle aziende sia misurata anche in funzione dell’impegno speso dalle stesse per la tutela della salute del lavoratore.

Ing. Sandro Sandri

Assessore alle Politiche Sanitarie

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Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nel Comparto

Industria del Legno

Anni 2000 – 2007

INDICE

PRESENTAZIONE ............................................................................................................................................. 3

METODI E DEFINIZIONI............................................................................................................................... 7

Definizione del comparto ................................................................................................................................. 7

Periodo di riferimento ....................................................................................................................................... 8

Definizioni........................................................................................................................................................... 9

LA STRUTTURA PRODUTTIVA .................................................................................................................. 14

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO .................................................................................. 23

Analisi per Provincia........................................................................................................................................ 33

Analisi per ULSS .............................................................................................................................................. 37

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE...................................................................................................43

DINAMICA DEGLI INFORTUNI ................................................................................................................ 52

Tipo di Luogo................................................................................................................................................... 52

Tipo di Lavoro.................................................................................................................................................. 54

Attività fisica specifica ..................................................................................................................................... 55

Deviazione......................................................................................................................................................... 57

Contatto............................................................................................................................................................. 58

Natura e sede della lesione.............................................................................................................................. 61

Infortuni Stradali in orario di lavoro ............................................................................................................. 63

INFORTUNI MORTALI .................................................................................................................................. 66

LAVORATORI STRANIERI ........................................................................................................................... 72

MALATTIE PROFESSIONALI ...................................................................................................................... 77

CONCLUSIONI.................................................................................................................................................. 83

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METODI E DEFINIZIONI

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METODI E DEFINIZIONI

Definizione del comparto

In questo lavoro viene trattato il comparto Legno, così come viene individuato a partire dalla voce di

tariffa INAIL assegnata alla PAT (Posizione Assicurativa Territoriale; vedi paragrafo definizioni) in

base alle lavorazioni eseguite dal personale che ad essa afferisce; non sarà utilizzata, come era accaduto

per le precedenti pubblicazioni, la classificazione ATECO che è riferita, invece, al prodotto principale

realizzato dall’azienda. I motivi della scelta sono molteplici: in primo luogo la voce di tariffa è soggetta a

controllo da parte dall’INAIL, poiché serve per calcolare il premio assicurativo dovuto dall’azienda e

per questo motivo è verosimile che descriva in modo più appropriato l’attività lavorativa effettivamente

svolta; essa individua un gruppo di lavoratori realmente esposti al rischio, mentre il codice ATECO

attribuito all’azienda (uguale per tutte le PAT anche se il personale non svolge quella specifica

lavorazione) viene soltanto recepito da INAIL. In secondo luogo, la voce Ateco “DD Industria del

legno e dei prodotti in legno” non include la fabbricazione di mobili, che si trova all’interno della voce

“DN Altre industrie manifatturiere”, e quindi esclude una parte molto consistente delle lavorazioni del

legno, peraltro difficilmente individuabile all’interno categoria DN.

Quando si parla di comparto Legno in questa pubblicazione si intende quindi l’insieme delle aziende e

dei rispettivi infortuni che si colloca nel comparto “06 Industria del legno” e che corrisponde alle voci

di tariffa INAIL da 5000 a 5330. All’interno del comparto si individuano 3 gruppi di tariffa: la “prima

lavorazione del legno”, le attività di “falegnameria e restauro” e la “lavorazione di materiali affini al legno”.

Un limite dell’utilizzo delle voci di tariffa rispetto al codice ATECO è costituito dall’impossibilità di

confrontare i dati con altre elaborazioni basate sull’attività economica, che è frequentemente utilizzata

nei raffronti internazionali.

Ogni PAT può avere fino a 4 voci di tariffa, quella che viene usata per suddividere le PAT nei diversi

comparti è la “prima voce di tariffa”. Nell’ultimo aggiornamento dei Flussi informativi INAIL ISPESL

REGIONI e Province Autonome, fonte dei dati utilizzata per questo lavoro, è stata effettuata una

revisione dei comparti per gli anni a partire dal 2005, ponendo come prima voce di tariffa quella

corrispondente alla lavorazione principale svolta dalla PAT (cioè quella con più addetti assicurati); per

gli anni 2000-2004 invece può accadere che la prima voce di tariffa sia una lavorazione accessoria. La

correzione effettuata determina un disallineamento dei dati per comparto tra le versioni precedenti dei

Flussi e quest’ultima edizione e, all’interno degli ultimi Flussi, tra il periodo 2000-2004 e 2005-2007. Il

disallineamento tuttavia è rilevante soprattutto nei comparti Commercio e Sanità, mentre nel comparto

METODI E DEFINIZIONI

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Legno è irrilevante: in esso la differenza riguarda meno dello 0,5% delle PAT, quindi lo si può ritenere

un fatto trascurabile.

Agli eventi, infortuni e malattie professionali, viene attribuita la voce di tariffa con cui sono assicurati

che, in caso di PAT con più voci di tariffa, può essere diversa dalla prima voce della PAT: pertanto un

infortunio, o una malattia, possono trovarsi collocati in un comparto diverso da quello della PAT di

appartenenza. Questo si verifica per circa il 3% degli infortuni delle PAT del comparto Legno, tra essi i

due terzi appartengono al comparto Servizi (addetti a macchine da ufficio). Poiché analizzando il

numero assoluto di infortuni è senz’altro utile fare riferimento alla lavorazione specifica svolta

dall’infortunato, ma quando si calcolano gli indici di incidenza per comparto questo induce distorsioni

negli indicatori, abbiamo scelto di correggere il comparto attribuito agli infortuni, assegnando ad ogni

infortunio lo stesso comparto della PAT di cui fa parte, corrispondente quindi alla prima voce di tariffa

della PAT. I risultati di questa elaborazione sono quindi leggermente diversi da quelli ricavabili

direttamente dai Flussi; sono però confrontabili con quelli delle precedenti pubblicazioni del COREO

(per es. “Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione del Veneto, anni 2000-2006”); la

differenza con i Flussi per il comparto Legno comunque è esigua poiché gli infortuni corretti sono circa

il 3%. Nella parte relativa alle malattie professionali per il comparto invece non è stata effettuata alcuna

correzione.

Periodo di riferimento

I dati di questa elaborazione, che si riferiscono al periodo 2000-2007, sono tratti dai Flussi INAIL,

ISPESL, Regioni e Province Autonome – edizione 2008; l’estrazione dagli archivi produttivi INAIL è

stata effettuata in aprile 2008 mentre la consegna alle Regioni e alle ULSS è avvenuta in dicembre 2008.

Si ricorda che i dati sono soggetti ad aggiornamento fino ai due anni successivi a quello cui si

riferiscono, pertanto gli anni 2006 e 2007 sono da considerare ancora provvisori, soprattutto l’ultimo:

per questo anno evento, infatti, il 2,4% degli infortuni del comparto Legno è ancora in attesa di

definizione, essendo però una percentuale bassa, in questo lavoro verrà comunque mostrato anche il

dato 2007. Le informazioni relative al 2006, per quanto anch’esse soggette ad un ulteriore

aggiornamento, presentano un grado di completezza superiore al 99%.

Il numero di addetti stimati che operano nelle PAT è disponibile soltanto fino al 2006, quindi gli

indicatori di incidenza non possono essere calcolati per il 2007.

Le informazioni relative alle malattie professionali denunciate sono state estratte dagli archivi INAIL

per anno di competenza, cioè sono state prese in considerazione tutte quelle che sono state notificate

all’INAIL con anno di manifestazione dal 2000 al 2007.

METODI E DEFINIZIONI

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Le informazioni relative alle professionali definite si riferiscono, invece, agli anni di esercizio, cioè si

tratta dei casi “trattati o ritrattati” da INAIL negli anni dal 2000 al 2007, indipendentemente dall’anno

di manifestazione della malattia. In genere nel testo verranno considerate solo quelle manifestatesi dal

2000 al 2007, salvo diversa indicazione. Gli anni 2006 e 2007 (ma soprattutto il 2007) sono da

considerare ancora provvisori al pari degli infortuni; circa il 30% delle malattie denunciate nel 2007 è in

attesa di definizione al momento dell’estrazione dei flussi. La pratica di malattia professionale può

essere riaperta a distanza di tempo ed essere rivalutata, quindi nell’archivio delle malattie definite la

stessa malattia si può trovare registrata due o più volte con esiti diversi; questi duplicati sono stati

eliminati mantenendo la definizione più recente.

Definizioni

PAT (Posizione Assicurativa Territoriale): è utilizzata da INAIL per gestire il rapporto

assicurativo con le aziende ed ogni record presente negli archivi aziende dei flussi informativi

corrisponde ad una PAT. Tuttavia non vi è una relazione univoca tra azienda e/o unità locale e

PAT anche se, nella maggior parte dei casi, una PAT configura anche una unità locale. Infatti vi

sono casi di unità locali a cui vengono attribuite più PAT in relazione a gruppi di lavoratori esposti

a rischi diversi ma che operano nella stessa sede; tipicamente questo caso si verifica per

differenziare la situazione assicurativa degli impiegati (che in base alla voce di tariffa vengono

attribuiti al comparto “servizi”) e gli operai che effettuano materialmente la lavorazione. Esiste

tuttavia il caso in cui, per agevolare il rapporto assicurativo di aziende plurilocalizzate, le masse

salariali di più unità locali vengono concentrate in un’unica PAT (accentrante o sede madre); in

questo caso, nell’archivio distribuito, non sono disponibili informazioni sulle “PAT figlie”. A ogni

PAT vengono assegnate una o più voci di tariffa in base alle lavorazioni svolte anche se la

maggioranza della PAT ha una sola voce.

Voce di Tariffa: codice assegnato dall’INAIL per classificare l’attività svolta nella PAT e

conseguentemente il rischio e il relativo premio assicurativo. Nell’archivio Flussi Informativi ogni

PAT può avere fino a quattro voci di tariffa usate in caso di compresenza di più lavorazioni a

diverso rischio, tuttavia la maggioranza delle PAT ne ha una sola; a partire dall’edizione 2008 e con

riferimento agli anni 2005 e successivi, la prima voce di tariffa è quella che corrisponde al gruppo di

lavoratori più rappresentativo di quella PAT.

Addetti: corrisponde alla somma dei dipendenti, degli artigiani e degli appartenenti alle cosiddette

polizze speciali; per i dipendenti si tratta del numero stimato di lavoratori assicurati, ricavato dal

METODI E DEFINIZIONI

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monte salari dichiarato dall’azienda; più precisamente corrisponde al numero di addetti/anno dove

1 addetto=300 giornate lavorative retribuite. Per effettuare il calcolo si utilizza il monte salari

complessivo rapportato alla retribuzione media per provincia e settore di attività dei soggetti

infortunati. Per gli artigiani e gli addetti di PAT assicurate con polizze speciali, si tratta invece di

soggetti conteggiati pro capite.

Infortunio denunciato: qualsiasi evento infortunistico di cui l’INAIL viene a conoscenza

attraverso una denuncia di infortunio da un datore di lavoro o un certificato medico. Essi vengono

tutti registrati e poi singolarmente verificati: al termine dell’iter sanitario e amministrativo si avrà un

infortunio definito positivamente (riconosciuto) o negativamente.

Infortunio riconosciuto: infortuni il cui iter si è concluso con la definizione “Temporaneo”,

“Permanente”, “Mortale Con Superstiti”, “Mortale Senza Superstiti”, “Regolare senza indennizzo”.

Questi sono gli infortuni che per l’INAIL rientrano nella definizione legale di infortunio sul lavoro

(T.U. 1124/65). Le prime 3 categorie ricevono un indennizzo economico da parte dell’Istituto e

vengono dette “infortuni indennizzati”.

Infortunio definito negativamente: sono gli infortuni con definizione “Negativo” o “Franchigia”.

Nel primo caso l’infortunio non è stato riconosciuto perché non possiede i requisiti di legge, quali,

per esempio, la causa violenta, l’occasione di lavoro, ecc. Nel secondo caso l’infortunio non viene

riconosciuto perché non ha determinato un’assenza da lavoro superiore a 3 giorni. Solo con le

modifiche apportate dal D.Lgs 81/2008 è stata resa obbligatoria (dopo l’emanazione di decreti

attuativi ancora non pubblicati in G.U.) la trasmissione telematica all’INAIL, ai soli fini statistici,

anche di questi eventi; dal 1994 (con il DLgs 626/94) era obbligatoria la registrazione sul registro

infortuni, ma non la comunicazione all’INAIL, degli eventi con prognosi compresa tra uno e tre

giorni escluso quello dell’evento.

Infortunio in itinere: infortunio avvenuto durante il tragitto tra la sede del lavoro e l'abitazione. Se

non è disponibile un servizio mensa Aziendale, sono compresi anche quelli avvenuti durante lo

spostamento dal luogo di lavoro a quello del pasto. Non necessariamente è causato da un incidente

stradale e, viceversa, non tutti gli incidenti stradali sono infortuni in itinere: se sono avvenuti in

orario di lavoro sono considerati infortuni sul lavoro. Salvo diversa indicazione, gli infortuni in

itinere saranno esclusi dalle elaborazioni perché derivanti da carenze di sicurezza della viabilità

stradale, ambito che esula dall’intervento dei Servizi SPISAL. Il riconoscimento degli infortuni in

itinere è stato ridefinito e reso più facile nel corso del 2000 (D.Lgs. 38/2000) e quindi si nota una

importante differenza tra il 2000, in cui pochi infortuni in itinere sono riconosciuti, e gli anni

seguenti, specialmente nel sottoinsieme degli infortuni mortali. Per questo motivo, quando si

analizzeranno gli infortuni mortali, l’anno 2000 non sarà considerato.

METODI E DEFINIZIONI

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Infortunio grave: entrano in questa categoria gli infortuni che hanno causato la morte

dell’infortunato, oppure postumi permanenti con grado di almeno 1% oppure oltre 40 giorni di

assenza dal lavoro.

Infortuni esportati: sono gli infortuni avvenuti a dipendenti al di fuori del territorio in cui ha sede

la PAT. L’attenzione, in questo caso, è focalizzata sulla localizzazione (vera o attribuita in base

all’accentramento contributivo) della PAT. Ad esempio: per il Veneto è “esportato” l’infortunio di

un lavoratore che appartiene ad una PAT con sede in Veneto che si infortuna in Lombardia.

Infortuni importati: sono gli infortuni che avvengono nel territorio in analisi a dipendenti di ditte

che hanno sede PAT fuori da quel territorio. L’attenzione è focalizzata sul luogo dove è avvenuto

l’infortunio. Esempio: tra gli infortuni avvenuti in Veneto, sono importati quelli dei lavoratori

provenienti da PAT con sede in Lombardia.

Indice di incidenza senza importati: rapporto tra numero di infortuni di addetti di PAT del

territorio e numero di addetti delle stesse PAT, per 1000. Esprime il numero di infortuni che si

verificano ogni 1000 addetti in un determinato periodo e territorio. Per assicurare omogeneità tra

numeratore e denominatore è necessario escludere dal numeratore gli infortuni occorsi ad

apprendisti (artigiani e non) e gli infortuni occorsi a lavoratori interinali poiché questi soggetti non

sono compresi tra gli addetti stimati sulla base del monte salariale. In questo indicatore vengono

esclusi dal numeratore anche agli infortuni importati. Per la precisione, se l’indicatore è calcolato

per la Regione del Veneto, gli infortuni importati esclusi sono quelli importati da altre regioni; se è

calcolato per provincia, gli infortuni importati esclusi sono anche quelli importati da altre province

del Veneto, mentre se è calcolato per ULSS, gli infortuni importati esclusi sono anche quelli

importati da altre ULSS del Veneto e della stessa provincia. Per questo motivo, le incidenze

calcolate per ULSS e per provincia tendono a essere più basse rispetto a quella calcolate per la

regione; in generale questo indicatore sottostima il rischio poiché una parte degli addetti che risulta

attribuito al territorio in realtà lavora (e si infortuna) altrove. Dall’indicatore, in questa

pubblicazione, vengono sempre esclusi anche gli infortuni in itinere.

Indice di incidenza con esportati (o per Azienda): come il precedente, con la differenza che al

numeratore sono aggiunti gli infortuni esportati in altri territori; quindi è un indicatore che focalizza

l’attenzione sul territorio a cui appartiene l’azienda (o meglio, la PAT) e non sul luogo dell’evento.

In questo indicatore vi è completa coerenza tra numeratore e denominatore per cui non viene sovra

o sottostimato per effetto della mobilità dei lavoratori e/o dell’accentramento contributivo.

Infortuni del territorio – Infortuni importati Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio

Indice di Incidenza SENZA Importati =

METODI E DEFINIZIONI

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Indice di incidenza tradizionale: al numeratore include tutti gli infortuni avvenuti in un

territorio, compresi gli infortuni importati. Le uniche esclusioni riguardano le categorie di addetti

per cui il numero di addetti non è noto: apprendisti e lavoratori interinali. In questo indicatore

numeratore e denominatore non sono omogenei e il rischio può essere sovra o sottostimato a

seconda del prevalere dell’importazione o dell’esportazione in un determinato territorio; senza l’uso

sinottico degli altri due indicatori non è nemmeno possibile ipotizzare se e quanto possa essere

sovra o sotto stimato.

Indice di Gravità (o rapporto di gravità): E’ espresso come giornate convenzionali perse in

media per addetto. Le giornate convenzionali sono calcolate come indicato dalla Norma UNI 7249.

Gli infortuni presi in considerazione in questa pubblicazione per il calcolo sono stati selezionati con

gli stessi criteri usati per il calcolo dell’Indice di incidenza senza importati.

Percentuale di infortuni gravi: esprime la proporzione di infortuni gravi sul totale infortuni, per

100. È un indicatore di gravità puro rispetto al precedente (che in realtà è un indicatore sia di gravità

che di incidenza) e sarà infatti privilegiato nelle valutazioni di gravità degli infortuni.

Malattia professionale denunciata: analogamente agli infortuni sul lavoro, sono tutte le malattie

di cui giunge notizia all’INAIL attraverso la denuncia effettuata da un datore di lavoro o un

certificato medico inviato da un lavoratore.

Malattia professionale riconosciuta: malattia che l’INAIL ha riconosciuto come professionale e

quindi ha definito “Temporanea”, “Permanente”, “Mortale Con Superstiti”, “Mortale Senza

Superstiti”, “Regolare senza indennizzo”. Per il riconoscimento delle tecnopatie l’INAIL si attiene

oggi alle tabelle del DM 09/04/2008, ma all’epoca a cui risalgono questi dati erano ancora in vigore

quelle originariamente allegate al D.P.R 1124/65. Una malattia rientrante tra quelle previste dalla

tabella (per cui si applica la presunzione legale di origine) è detta appunto “malattia tabellata”. Le

malattie non rientranti tra quelle previste, e perciò dette “non tabellate”, possono essere

7500 * Infortuni Mortali + 75 *( somma gradi di inabilità) + Giornate di inabilità Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio

Indice di Gravità =

Infortuni del territorio – Infortuni importati + Infortuni esportati Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio

Indice di Incidenza CON Esportati =

Infortuni del territorio Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio

Indice di Incidenza Tradizionale =

METODI E DEFINIZIONI

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riconosciute ma con onere della prova della sussistenza del nesso etiologico tra lavorazione e

malattia a carico dell’assicurato (sentenza C.C. 179/1988).

Per maggiori dettagli selle definizioni e sui flussi INAIL-regioni si raccomanda di consultare le

precedenti pubblicazioni del COREO o le Chiavi Interpretative INAIL distribuite con Epiwork.

LE AZIENDE

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LA STRUTTURA PRODUTTIVA

Il comparto Industria del Legno rappresenta poco più del 3% del tessuto produttivo del Veneto sia

come numero di PAT che come numero di addetti. Le PAT assicurate presso l’INAIL nel 2007 sono

11.180 e si stanno riducendo gradualmente dal 2003, diminuendo del 7,5% a fine periodo rispetto al

2000 (Figura 1). Gli addetti invece sono aumentati fino al 2004 e hanno conosciuto una flessione solo

nel 2005, per poi risalire leggermente nel 2006, con il risultato di un incremento del 2% sull’intero

periodo (Figura 2). Nel 2006 risultano assicurati 52.496 addetti secondo le stime INAIL.

Negli stessi anni il totale addetti nel complesso dei settori produttivi è invece aumentato del 13% ma ci

sono in realtà settori in espansione, soprattutto le costruzioni (+35%), l’industria elettrica (+27%), la

sanità (+22%) e i servizi (+18%), e settori in diminuzione, in particolare l’industria tessile (-26%),

l’industria conciaria (-6%) e l’industria di trasformazione dei minerali non metalliferi (-5%) (Figura 3).

Figura 1: Numero di PAT nel comparto Industria del Legno in Veneto, per anno

10.000

10.500

11.000

11.500

12.000

12.500

13.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 2: Numero di ADDETTI nel comparto Industria del Legno in Veneto, per anno

50.000

51.000

52.000

53.000

54.000

55.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

LE AZIENDE

15

Figura 3: Variazione Percentuale di PAT (2007-2000) e addetti (2006-2000) nei comparti produttivi del Veneto

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

Agr

indu

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Ser

vizi

TOT

var % pat var % addetti

Il settore del legno1, pur essendo poco rappresentativo in Veneto come numero di addetti, è un settore

molto importante dal punto di vista economico perché produce un saldo attivo tra importazione ed

esportazione di circa 3.100 milioni di euro all’anno (media 1999-2008), pari a un terzo del saldo attivo

dell’intero sistema produttivo del Veneto. In Figura 4 si osserva che l’esportazione nel settore del

legno è infatti circa 4 volte superiore all’importazione; la forbice si è ristretta nel corso degli anni, a

causa di un aumento delle importazioni. L’esportazione si riduce nel periodo 2003-2005 per poi

riaumentare nel 2006-2007; nel frattempo aumenta notevolmente anche l’importazione. Nel corso del

2008, complice la crisi economica, sii importazione che esportazione hanno un calo.

L’importazione riguarda prevalentemente le materie prime (66% in media dal 1999 al 2008) ma nel

corso del decennio esaminato ha acquistato rilevanza l’importazione di mobili (dato 2008: 48%

importazione materie prime; 52% importazione mobili).

L’esportazione invece riguarda per il 94% i mobili e per il 6% le materie prime.

1 In questo caso il settore legno viene individuato con i codici ATECO “DD-Industria del legno e dei prodotti in legno” e “DN36-Fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere”. Non c’è quindi perfetta corrispondenza con il comparto Legno individuato con la voce di tariffa INAIL e utilizzato in questa pubblicazione. FONTE: Elaborazioni della Regione del Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale

LE AZIENDE

16

Figura 4: Importazioni ed esportazioni nel settore del legno per anno, Regione del Veneto. Valori in milioni di euro

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE

Il comparto “Industria del legno” nella definizione INAIL comprende tre gruppi di attività produttive:

la prima lavorazione del legno, le attività di falegnameria e restauro e la lavorazione di materiali affini al

legno (Tabella 1 e Tabella 2). Il gruppo prevalente è il secondo, con il 94% degli addetti impegnati in

questo settore; al suo interno l’attività più rappresentata per numero di occupati è la produzione di

mobili e arredamenti (57% degli addetti di questo gruppo), seguono la produzione di infissi e imballaggi

(15%), la finitura di manufatti in legno e il restauro (8%).

La prima lavorazione del legname è diffusa in tutto il territorio regionale; in valore assoluto è prevalente

nella provincia di Treviso, ma in percentuale sul totale del comparto prevale nel bellunese (v. oltre il

dettaglio provinciale). Essa comprende poco meno del 5% degli addetti, impegnati soprattutto in prima

lavorazione dei tronchi (32%), produzione di sfogliati (25%) e tranciati (23%).

Esigua è la lavorazione di materiali affini al legno, con appena l’1,4% degli addetti, i quali si occupano

prevalentemente di fabbricazione di scope, spazzole e pennelli (52%) e produzione di mobili in vimini o

impagliatura (24%).

Il terzo gruppo è quello che ha risentito maggiormente della riduzione di comparto, riducendosi di oltre

il 20%, mentre gli altri due sono rimasti sostanzialmente stazionari negli anni esaminati, con solo

qualche lieve oscillazione.

LE AZIENDE

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Tabella 1: Numero di PAT e di addetti nel comparto Legno per anno, suddivisi per gruppo tariffa PAT - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2007% VAR%

5100 Prima lavorazione legname 372 384 400 393 385 375 379 376 3,4% 1,1%

5200 Falegnameria e restauro 11.513 11.502 12.107 11.846 11.213 11.015 10.792 10.656 95,3% -7,4% 5300 Materiali affini al legno 208 205 201 192 174 163 155 148 1,3% -28,8%TOTALE 12.093 12.091 12.708 12.431 11.772 11.553 11.326 11.180 100,0% -7,5% ADDETTI - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2006% VAR%5100 Prima lavorazione legname 2.497 2.520 2.432 2.473 2.481 2.406 2.441 - 4,6% -2,2%

5200 Falegnameria e restauro 48.063 49.645 50.432 50.061 50.710 49.099 49.341 - 94,0% 2,7% 5300 Materiali affini al legno 919 917 855 809 717 698 715 - 1,4% -22,2%TOTALE 51.479 53.082 53.719 53.342 53.907 52.202 52.496 - 100,0% 2,0%

Tabella 2: Numero di PAT e numero di addetti nel comparto Legno, suddivisi per singole voci di tariffa; Veneto, 2006

GRUPPO TARIFFA Tariffa Pat PAT 2006

% nel gruppo tariffa

ADDETTI 2006

% nel gruppo tariffa

Conservazione e prima lavorazione del legno 27 7,1% 82 3,4% Lavorazione del legno e materiali affini 6 1,6% 91 3,7% Prima lavorazione dei tronchi 211 55,7% 797 32,7% Conservazione del legname 7 1,8% 24 1,0% Produzione di tranciati 61 16,1% 566 23,2% Produzione di truciolo, lana o farina di legno 7 1,8% 33 1,4% Produzione sfogliati ed elementi legno lamellare 35 9,2% 623 25,5% Truciolo e trucioli agglomerati con non minerali 11 2,9% 25 1,0%

5100

Prim

a la

vora

zion

e le

gnam

e

Pannelli legno; agglomerati; leganti non minerali 14 3,7% 200 8,2% Falegnameria;lavorazione materiali affini al legno 228 2,1% 691 1,4% Trasformazione meccanica del legname elaborato in manufatti 1 0,0% 1 0,0%

Mobili ed arredamenti 5.186 48,1% 28.121 57,0% Infissi ed affini; imballaggi; bauli 1.864 17,3% 7.442 15,1% Laboratori di falegnameria. lavori di restauro 1.762 16,3% 3.996 8,1% Tavolette per pavimenti; attrezzi sportivi 515 4,8% 3.641 7,4% Calzature in legno; bottami 12 0,1% 87 0,2% Strumenti musicali in legno; modelli 135 1,3% 454 0,9% Macchine, attrezzi, utensili ed arnesi 13 0,1% 94 0,2% Oggetti ed articoli vari, artistici e decorativi 137 1,3% 373 0,8% Carri, slitte; natanti, imbarcazioni, velivoli 78 0,7% 328 0,7% 52

00 F

aleg

nam

eria

e re

stau

ro

Finitura di manufatti in legno 861 8,0% 4.114 8,3% Lavorazione materie prime vegetali; intreccio 10 6,5% 23 3,2% Mobili ed arredamenti in vimini; impagliatura 49 31,6% 169 23,7% Fabbricazione di scope, spazzole, pennelli 58 37,4% 370 51,7% Lavorazione sughero. farina e di pasta di legno 8 5,2% 71 9,9% 53

00

Mat

eria

li af

fini a

l le

gno

Oggetti in sostanze lavorabili come il legno 30 19,4% 82 11,4%

Come si osserva in Tabella 3 e Figura 5, quasi la metà delle PAT nel 2006 ha da 0 a 1 addetto (44%);

si tratta prevalentemente di PAT artigiane senza dipendenti (95%). Un ulteriore 28% comprende PAT

con numero di addetti compreso tra 1 e 3, e il 20% è invece nella classe di dimensione tra 3 e 10

addetti. C’è comunque un 2% di PAT con oltre 30 addetti.

LE AZIENDE

18

Un quarto degli addetti si colloca nella classe da 3 a 10 addetti e il 18% nella classe da 30 a 100, mentre

la classe 0-1, così rappresentativa per numero di PAT, comprende solo il 9% di lavoratori.

Il calo del settore ha investito soprattutto le piccole aziende da 1 a 10 addetti, che si sono ridotte di

circa il 10%, mentre le grandi, cioè sopra i 15 addetti, hanno conosciuto una fase di espansione, con una

punta di aumento del 23% per la classe da 15 a 30 addetti. Le PAT artigiane, da 0 a 1 addetto, sono

diminuite di poco meno del 5%, mostrando quindi una certa resistenza rispetto a quelle appena più

grandi.

La categoria di aziende con oltre 100 addetti è costituita per il 27% da PAT che accentrano i dipendenti

di più unità locali in un’unica sede per fini assicurativi, apparendo quindi come una sola grande azienda

mentre in realtà si tratta della somma di svariate unità locali; alcune di queste hanno realizzato

l’accentramento negli anni tra 2005 e 2006 e per questo si osserva un notevole innalzamento del

numero di addetti in questa categoria. Circa il 48% degli addetti di questa classe appartiene a una PAT

con accentramento, tuttavia sul totale del comparto le PAT con accentramento contributivo

comprendono solo il 6% degli addetti complessivi.

Nel comparto Legno gli artigiani rappresentano circa il 26% della forza lavoro assicurata, con circa

13.700 unità nel 2006; dal 2000 al 2006 sono diminuiti del 12%. I dipendenti sono quindi il 74%, con

38.700 lavoratori stimati nel 2006, e sono aumentati dell’8% tra il 2000 e il 2006.

Tabella 3: Numero di PAT e numero di addetti nel comparto Legno, suddivisi per dimensione della PAT; Veneto, 2006

CLASSE ADDETTI PAT 2006 VAR % 2006-2000 2006% ADDETTI 2006 VAR %

2006-2000 2006%

da 0 a 1 4.976 -4,7% 43,9% 4.685 -4,1% 8,9% da 1,1 a 3 3.181 -9,6% 28,1% 7.306 -10,1% 13,9% da 3 ,1 a 10 2.253 -9,4% 19,9% 13.450 -8,3% 25,6% da 10,1 a 15 366 -7,8% 3,2% 4.633 -8,3% 8,8% da 15,1 a 30 335 23,2% 3,0% 6.991 24,0% 13,3% da 30,1 a 100 187 7,5% 1,7% 9.509 11,1% 18,1% più di 100 28 12,0% 0,2% 5.923 30,3% 11,3% TOTALE 11.326 -6,3% 100,0% 52.496 2,0% 100,0%

LE AZIENDE

19

Figura 5: Variazione percentuale 2006-2000 di PAT e Addetti nel comparto del Legno per dimensione della PAT; Veneto

-15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35%

da 0 a 1

da 1,1 a 3

da 3 ,1 a 10

da 10,1 a 15

da 15,1 a 30

da 30,1 a 100

più di 100

TOTALE

Var % PAT Var % ADDETTI

Le PAT appartenenti al comparto Legno sono situate soprattutto in provincia di Treviso e Verona,

come è esemplificato in Tabella 4 e in Figura 6. Mentre in provincia di Verona sono diminuite del

12%, in provincia di Treviso la riduzione è solo del 3%. La provincia in cui il numero di PAT resiste

inalterato è la provincia di Belluno, nelle altre invece si osserva una riduzione delle PAT anche marcata

(Rovigo: -14%).

La provincia di Treviso è significativa soprattutto perché in essa si colloca ben il 41% degli addetti

dell’intero comparto Legno in Veneto e in questa provincia il comparto Legno ha un peso relativo sul

totale comparti del 7%, contro il 3% regionale. Mentre le PAT sono diminuite, gli addetti sono invece

aumentati del 9%.

La provincia in cui gli addetti sono aumentati di più è la provincia di Padova (+13%). Nelle province di

Verona, Rovigo e Vicenza sono invece diminuiti coerentemente con le PAT e nelle province di Belluno

e Venezia sono rimasti stabili.

La distribuzione dei gruppi di tariffa compresi all’interno del comparto Legno è simile in tutte le

province; si distaccano leggermente le province di Belluno e Rovigo, nelle quali la prima lavorazione del

legname comprende rispettivamente l’11% e il 10% degli addetti del comparto, contro il 5% regionale.

LE AZIENDE

20

Tabella 4: Numero di PAT nel 2007 e numero di addetti nel 2006 del comparto Legno in Veneto, suddivisi per Provincia sede della PAT

PROVINCIA PAT 2007

VAR % 2007-2000 2007%

% SU TOTALE PAT DELLA PROVINCIA

ADDETTI 2006

VAR % 2006-2000 2006%

% SU TOTALE ADDETTI DELLA

PROVINCIA 23 Verona 2.563 -12,5% 22,9% 3,9% 8.503 -11,5% 16,2% 2,7% 24 Vicenza 1.851 -6,3% 16,6% 3,0% 6.685 -4,9% 12,7% 2,1% 25 Belluno 630 2,3% 5,6% 4,2% 1.822 2,1% 3,5% 2,5% 26 Treviso 2.714 -2,9% 24,3% 4,2% 21.653 8,7% 41,2% 7,2% 27 Venezia 1.160 -13,0% 10,4% 2,0% 4.812 -0,6% 9,2% 1,7% 28 Padova 1.920 -5,9% 17,2% 2,8% 7.837 13,1% 14,9% 2,4% 29 Rovigo 342 -14,5% 3,1% 1,8% 1.184 -13,0% 2,3% 1,7% TOTALE 11.180 -7,5% 100,0% 3,2% 52.496 2,0% 100,0% 3,1%

Figura 6: Distribuzione percentuale delle PAT (2007) e degli addetti (2006) del comparto Legno per Provincia

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

40,0%

45,0%

VERONA VICENZA BELLUNO TREVISO VENEZIA PADOVA ROVIGO

%PAT %ADDETTI

La distribuzione del comparto Legno per ULSS, rappresentata graficamente in Tabella 5 e in Figura 7,

rispecchia quella per provincia. L’ULSS con il maggior numero di PAT appartenenti a questo comparto

è l’ULSS 21-Legnago (13%), che è anche l’ULSS dove il comparto Legno ha il maggior peso sul totale

comparti (13,5%). Altre ULSS in cui è presente un alto numero di PAT del comparto Legno sono

l’ULSS 9-Treviso (10%), 7-Pieve di Soligo (8%) e 3-Bassano del Grappa (7%). La distribuzione degli

addetti vede invece prevalere le ULSS 9 (20%) e 7 (14%), mentre si trova soltanto al terzo posto l’ULSS

21 (11%).

L’ULSS 21 è quella in cui il comparto Legno ha conosciuto la maggiore riduzione, sia come PAT che

come addetti. Le altre ULSS, per quanto riguarda le PAT, sono in diminuzione o stazionarie, solo

l’ULSS 1-Belluno è in leggero aumento (+6%); riguardo agli addetti, invece, alcune ULSS sono in

espansione, soprattutto l’ULSS 15-Cittadella (+32%) e l’ULSS 9 (+17%); alcune ULSS sono stazionarie

LE AZIENDE

21

e altre sono in forte riduzione, in particolare l’ULSS 12-Venezia (-19%), l’ULSS 21-Legnago e l’ULSS 4

-Thiene (-17% circa per entrambe). Queste variazioni in parte dipendono dall’accentramento

contributivo messo in atto da alcune aziende produttrici di mobili negli anni tra 2005 e 2006, in

particolare questo spiega il forte incremento osservato nell’ULSS 15-Cittadella e il decremento

dell’ULSS 4 -Thiene.

Tabella 5: Numero di PAT nel 2007 e numero di addetti nel 2006 del comparto Legno in Veneto, suddivisi per ULSS sede della PAT

ULSS PAT 2007

VAR % 2007-2000 2007%

% SU TOTALE

PAT ULSSADDETTI

2006 VAR %

2006-2000 2006% % SU

TOTALE ADDETTI

ULSS 01 Belluno 435 6,1% 3,9% 4,3% 1.183 7,9% 2,3% 2,5% 02 Feltre 195 -5,3% 1,7% 4,0% 639 -7,2% 1,2% 2,7% 03 Bassano del Grappa 759 -3,7% 6,8% 5,5% 3.183 4,6% 6,1% 4,9% 04 Thiene 387 -2,5% 3,5% 3,0% 1.332 -17,2% 2,5% 2,0% 05 Arzignano 259 -7,5% 2,3% 2,1% 812 6,8% 1,5% 1,1% 06 Vicenza 446 -12,7% 4,0% 1,9% 1.357 -15,9% 2,6% 1,2% 07 Pieve di Soligo 903 -0,6% 8,1% 5,6% 7.593 2,8% 14,5% 10,3% 08 Asolo 688 -2,3% 6,2% 3,6% 3.286 -0,5% 6,3% 3,9% 09 Treviso 1.123 -5,2% 10,0% 3,8% 10.774 16,7% 20,5% 7,5% 10 S. Dona' di Piave 408 -11,1% 3,6% 2,4% 2.208 5,8% 4,2% 3,6% 12 Venezia 358 -18,3% 3,2% 1,6% 983 -19,1% 1,9% 0,7% 13 Mirano 351 -6,9% 3,1% 2,3% 1.497 7,9% 2,9% 2,2% 14 Chioggia 175 -7,9% 1,6% 1,9% 625 -5,4% 1,2% 1,7% 15 Cittadella 706 -2,1% 6,3% 3,8% 3.759 32,1% 7,2% 4,2% 16 Padova 503 -11,3% 4,5% 1,6% 1.604 2,3% 3,1% 1,0% 17 Este 574 -7,1% 5,1% 4,4% 1.964 -0,7% 3,7% 3,8% 18 Rovigo 265 -15,9% 2,4% 2,0% 986 -14,8% 1,9% 2,0% 19 Adria 82 -8,9% 0,7% 1,5% 207 -11,4% 0,4% 1,1% 20 Verona 532 -0,9% 4,8% 1,5% 1.745 0,1% 3,3% 0,9% 21 Legnago 1.501 -19,8% 13,4% 13,5% 5.235 -17,6% 10,0% 11,5% 22 Bussolengo 530 1,7% 4,7% 2,4% 1.523 0,7% 2,9% 1,8% TOTALE 11.180 -7,5% 100,0% 3,2% 52.496 2,0% 100,0% 3,1%

LE AZIENDE

22

Figura 7: Distribuzione percentuale delle PAT (2007) e degli addetti del comparto Legno (2006) per ULSS sede della PAT

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

%PAT %ADDETTI

La distribuzione dei gruppi di tariffa compresi all’interno del comparto Legno è simile in tutte le ULSS;

si distinguono le ULSS 13-Mirano, 18-Rovigo, 1-Belluno, 2-Feltre, 4-Thiene, in cui la percentuale di

addetti che si occupano della prima lavorazione del legname è molto maggiore rispetto alla media

regionale (tra 15% e 9% contro una media di 5%), e le ULSS 7-Pieve di Soligo e 15-Cittadella in cui la

percentuale di addetti che si occupano di materiali affini al legno è il 4% contro l’1,4% di media

regionale.

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

23

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

Gli infortuni del comparto Legno costituiscono il circa 4,5% degli infortuni avvenuti in Veneto. Nel

corso del tempo, come si osserva in Figura 8 e in Tabella 6, sono nettamente diminuiti, con circa

1500 casi in meno all’anno (-30%). Nel 2007 sono stati denunciati 3.164 infortuni in questo comparto.

Gli infortuni riconosciuti sono circa il 90% dei denunciati, contro il 63% del totale infortuni del Veneto;

diminuiscono tra il 2000 e il 2006 del 30%, passando cioè da 4.048 casi nel 2000 a 2.840 nel 2006.

L’anno 2007 è ancora provvisorio perché il 2,4% degli infortuni denunciati non è ancora stato definito

(Tabella 6), tuttavia possiamo già affermare che continua la tendenza alla riduzione anche in

quest’anno, dopo l’arresto nel 2006, dal momento che anche se i casi aperti venissero tutti riconosciuti,

non si raggiungerebbe comunque il numero di infortuni del 2006.

Gli infortuni in itinere oscillano tra i 400 e i 250 casi l’anno, diminuiscono parallelamente al totale

infortuni, mantenendo pressoché invariata la loro proporzione sul totale pari al 9%.

L’insieme di infortuni che nel seguito sarà considerato per le analisi è il sottoinsieme degli infortuni

riconosciuti esclusi quelli in itinere.

Figura 8: Infortuni avvenuti in Veneto nel comparto Legno dal 2000 al 2007, denunciati, riconosciuti e riconosciuti esclusi infortuni in itinere

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

denunciati riconosciuti riconosciuti esclusi in itinere

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

24

Tabella 6: Infortuni denunciati per tipo di definizione e anno evento, esclusi infortuni in itinere. Comparto Legno, Regione del Veneto

INFORTUNI – TIPO DEFINIZIONE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE

Non definito 0 0 8 3 6 5 13 73 108 Negativo 297 277 285 295 290 237 276 240 2.197 Franchigia 68 76 90 98 99 82 76 63 652 Mortale 8 3 2 0 3 4 4 4 28 Permanente 146 149 156 164 142 121 149 102 1.129 Temporaneo 3.878 3.642 3.329 3.186 3.044 2.752 2.671 2.485 24.987 Regolare senza inden. 16 19 24 29 23 24 16 34 185 Totale riconosciuti 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 26.329 TOTALE DENUNCIATI 4.413 4.166 3.894 3.775 3.607 3.225 3.205 3.001 29.286 % riconosciuti 91,7% 91,5% 90,2% 89,5% 89,0% 90,0% 88,6% 87,5% 89,9% % non definiti 0,0% 0,0% 0,2% 0,1% 0,2% 0,2% 0,4% 2,4% 0,4%

In Tabella 6 osserviamo i diversi tipi di definizione assegnati ai casi denunciati dal 2000 al 2007: i casi

negativi e le franchigie sono una percentuale molto bassa, soprattutto le franchigie (2% contro il 22%

del totale comparti del Veneto). Tra gli infortuni riconosciuti (cioè definiti come mortali, permanenti,

temporanei o regolari senza indennizzo) gli infortuni temporanei sono complessivamente il 95%, gli

infortuni con definizione permanente sono il 4% e residuali sono i regolari senza indennizzo e i mortali.

Nel corso del tempo i temporanei sono diminuiti del 31%, mentre le altre categorie sono rimaste

sostanzialmente costanti, con qualche lieve oscillazione. Gli infortuni mortali riconosciuti in tutto

periodo sono 28 (39 comprendendo gli infortuni in itinere) ma nel 2000 c’è stato un picco di 8 infortuni

mortali, mentre negli anni successivi il fenomeno si è un po’ attenuato, restando costante sui 4 casi

all’anno. Gli infortuni mortali e le loro cause vengono approfonditi in una apposita sezione di questo

testo.

Confrontiamo gli infortuni del comparto Legno con quelli degli altri comparti del Veneto in Figura 9.

Si nota che in Veneto ci sono tre gruppi di comparti, il primo costituito dai comparti Servizi,

Metalmeccanica e Costruzioni, che si ripartiscono equamente il 50% degli infortuni del Veneto; un

secondo gruppo è costituito da 7 comparti, tra cui il comparto Legno, che comprendono insieme un

terzo degli infortuni del Veneto e registrano ciascuno una quota di infortuni tra il 7% e il 3%; il terzo

gruppo è formato da 13 piccoli comparti, in ognuno dei quali si registra meno del 3% di infortuni. Il

numero di infortuni osservato nel comparto Legno lo fa posizionare al quinto posto in graduatoria, alla

pari con il comparto Commercio.

Nel corso del periodo esaminato, tutti i comparti sono in diminuzione eccetto Conto Stato e Sanità;

diminuiscono soprattutto l’Industria tessile, l’Industria elettrica e l’Industria conciaria (Figura 10). Il

calo di infortuni è invece molto lieve nei comparti Agrindustria e Pesca, Industria dei metalli, Servizi,

Commercio. Il legno si colloca circa a metà nella graduatoria dei comparti in diminuzione, al di sotto

della media regionale che è pari a -19%.

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

25

N.B: con l’ultimo aggiornamento dei Flussi Informativi, da cui vengono tratti questi risultati, è stata

effettuata una revisione dei comparti sulla base della prima voce di tariffa (ora quella prevalente) per gli

anni dal 2005 al 2007, per cui gli infortuni di questo periodo risultano distribuiti in modo diverso dalle

versioni precedenti dei flussi; questi dati quindi non sono confrontabili con le pubblicazioni precedenti.

La differenza con i flussi precedenti è maggiore nei comparti Commercio e Sanità.

Figura 9: Infortuni riconosciuti esclusi infortuni in itinere, colf, studenti e sportivi per comparto del Veneto, anni 2005-2007

Servizi17%

Metalmeccanica17%

Costruzioni16%

Altro18%

Agricoltura7%

Commercio5%

Legno5%

Trasporti4%

Sanità4%

Trasf. Minerali3%

Altre ind.4%

Figura 10: Variazione percentuale 2006-2000 degli infortuni riconosciuti esclusi in itinere, colf, studenti e sportivi, per comparto del Veneto

-22%

42%

-42%

-1%

-24%

-36% -40%-30%

-20%

-2%

-25%

-43%-38%

-9%-3%

-16%

4%

-3%

-19%

-53%

-21%

-30%-33%-30%

-60,0%

-40,0%

-20,0%

0,0%

20,0%

40,0%

60,0%

Agr

icol

tura

Con

to S

tato

Sco

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Agr

indu

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Est

razi

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Alim

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Ele

ttric

a

Altr

e in

d.

Ele

ttric

ità G

as

Cos

truzi

oni

Com

mer

cio

Tras

porti

San

ità

Ser

vizi

TOTA

LE

In Figura 11 sono state sintetizzate le principali informazioni sul fenomeno infortunistico del comparto

Legno, confrontato con il totale comparti della Regione del Veneto:

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

26

- riguardo agli infortuni, come abbiamo già osservato, la diminuzione è più marcata nel

comparto Legno (-30%) rispetto al totale (-19%);

- gli addetti del comparto Legno diminuiscono bruscamente nel 2005, dopo un periodo di

espansione; negli stessi anni invece il totale addetti del Veneto è in continua crescita.

L’andamento degli addetti è comunque opposto a quello degli infortuni, e questo determina un

indice di incidenza in netto calo sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti;

- l’incidenza di infortuni (senza importati) nel comparto Legno diminuisce tra il 2000 e il 2006 di

22 punti, passando da 72 infortuni per 1000 addetti a 50‰, mentre sul totale comparti

diminuisce di 12 punti, da 39‰ a 27‰.

Per la quantificazione della gravità degli infortuni vengono proposti due indicatori: l’indice di

gravità e la percentuale di infortuni gravi sul totale infortuni. L’indice di gravità è molto

diminuito nel 2001 e poi è rimasto stazionario, la percentuale di gravi invece è in continuo

aumento sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti, passando dal 16,7% al 21% nel

comparto Legno. Mentre l’indice di gravità è costantemente di circa 3 punti superiore nel

comparto Legno rispetto al totale comparti, la percentuale di gravi in certi anni è pressoché

uguale, con una differenza di un solo punto in più per il Legno negli ultimi due anni. Questo

perché l’indice di gravità è correlato positivamente con l’indice di incidenza, che è molto più

elevato nel comparto Legno rispetto al totale comparti, mentre la percentuale di gravi è un

indice puro.

Ricordiamo che come infortuni gravi si considerano: gli infortuni mortali, o con postumi

permanenti di qualsiasi gravità, o con oltre 40 giorni di prognosi.

Ricordiamo inoltre che, con il DLgs 38/2000 è stata modificata la modalità di valutazione dei

danni permanenti con l’introduzione del danno biologico; conseguentemente, è stata modificata

anche la percentuale che rende classificabile la definizione dell’infortunio come “in

permanente” (prima > 10%; successivamente al DLgs 38/2000 > 5%).

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

27

Figura 11: Andamento temporale degli infortuni riconosciuti escluso infortuni in itinere, degli addetti e degli indici di incidenza e gravità per il comparto Legno e il totale dei comparti del Veneto

INFORTUNI - Legno

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

INFORTUNI - Totale Comparti

50.000

55.000

60.000

65.000

70.000

75.000

80.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

ADDETTI - Legno

50.000

51.000

52.000

53.000

54.000

55.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

ADDETTI - Totale Comparti

1.400.000

1.450.000

1.500.000

1.550.000

1.600.000

1.650.000

1.700.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

INDICE DI INCIDENZA

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

INDICE DI GRAVITA'

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Legno Tot. comparti

% di infortuni GRAVI

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

20,0%

22,0%

24,0%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Legno Tot. comparti

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

28

Approfondendo l’incidenza di infortuni, confrontiamo quella del comparto Legno con quella degli altri

comparti (Figura 12): nel triennio 2004-2006 il comparto Legno risulta avere un’incidenza elevata

rispetto alla maggioranza dei comparti; si colloca alla pari con la metalmeccanica e le costruzioni,

inferiore a industria dei metalli, agrindustria, estrazioni minerali, trasformazioni minerali e industria della

gomma. È comunque uno dei comparti dove l’incidenza è diminuita di più tra il 2000 e il 2006, ed è

secondo solo a costruzioni e trasformazioni minerali non metalliferi.

In riferimento alla gravità, si ritiene più attendibile come indicatore la percentuale di infortuni gravi,

perché è indipendente dall’incidenza di infortuni, a differenza dell’indice di gravità. Il fatto che la

percentuale di gravi sia in aumento fa sospettare che il calo dell’incidenza in realtà nasconda la

sottonotifica all’INAIL degli infortuni lievi, e questo sospetto è supportato dall’andamento degli

infortuni categorizzati per durata dell’assenza dal lavoro (Figura 13) e dal basso numero di casi in

franchigia registrati: gli infortuni sotto i 30 giorni e soprattutto quelli da 4 a 7 giorni sono in

diminuzione molto maggiore rispetto agli infortuni sopra i 40 giorni. Anche sul totale comparti della

Regione del Veneto si riscontra lo stesso fenomeno.

Confrontando la percentuale di gravi nei vari comparti del Veneto (Figura 14) si osserva che il legno è

uno dei comparti con la percentuale di gravi più alta, dopo agricoltura, trasporti, estrazioni minerali,

costruzioni ed elettricità-gas-acqua.

Figura 12: Indice di incidenza triennale senza importati per 1000 addetti (2004-2006) per comparto del Veneto e differenza 2006-2000

-15,4

-19,0

-17,3

-8,9

-19,1

-21,9

-15,5

-13,9

-20,9-22,7

-20,6

-19,3

-18,2-18,8

-23,6

-6,9

-17,1

-3,7

-3,0

-12,1

-18,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Agr

indu

stria

Est

razi

oni

Alim

enta

re

Tess

ile

Con

ciar

ia

Legn

o

Car

ta

Chi

mic

a

Gom

ma

Tras

f. M

iner

ali

Met

alli

Met

alm

ecca

nica

Elet

trica

Altr

e in

d.

Ele

ttric

ità G

as

Cos

truzi

oni

Com

mer

cio

Tras

porti

San

ità

Ser

vizi

TOTA

LE

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

29

Figura 13: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per numero di giorni di assenza dal lavoro e anno dell’evento e variazione % 2006-2000, comparto Legno, Veneto

0

500

1000

1500

2000

2500

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

4-7 8-30 31-40 41-100 100+

Figura 14: Percentuale di infortuni gravi triennale (2004-2006) per comparto, Veneto

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

20,0%

22,0%

24,0%

26,0%

28,0%

30,0%

Agr

icol

tura

Agrin

dust

ria

Est

razi

oni

Alim

enta

re

Tess

ile

Con

ciar

ia

Legn

o

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Chi

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a

Gom

ma

Tras

f. M

iner

ali

Met

alli

Met

alm

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Ele

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Altr

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d.

Ele

ttric

ità G

as

Cos

truzi

oni

Com

mer

cio

Tras

porti

San

ità

Ser

vizi

Con

to S

tato

Scon

osci

uto

TOTA

LE

Abbiamo visto che il comparto Legno comprende 3 gruppi di attività al suo interno: la “prima

lavorazione del legno”, la “falegnameria e il restauro” e la “lavorazione di materiali affini al legno”. In

Tabella 7 osserviamo gli infortuni suddivisi per gruppo di attività: il secondo gruppo è quello più

consistente, con il 93% degli infortuni; la prima lavorazione del legname comprende il 6% degli

-31% -39%

-12% -20% -8%

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

30

infortuni e la lavorazione di materiali affini al legno è invece molto esigua, con meno dell’1% di

infortuni. Questa distribuzione riflette in modo abbastanza proporzionale quella degli addetti.

Nel corso del periodo esaminato, il terzo gruppo è quello che ha la diminuzione maggiore di infortuni,

così come aveva la maggior diminuzione di addetti. Gli altri due gruppi diminuiscono di circa il 30%

come il totale infortuni di questo comparto.

Tabella 7: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto

INFORTUNI - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %

2006-2000 5100 Prima lavorazione legname 247 211 179 182 168 169 166 135 5,8% -32,8%

5200 Falegnameria e restauro 3.741 3.561 3.299 3.156 3.017 2.707 2.652 2.475 93,4% -29,1% 5300 Materiali affini al legno 60 41 33 41 27 25 22 15 0,8% -63,3% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8%

Figura 15: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto

0,010,020,030,040,050,060,070,080,090,0

100,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2004-2006

5100 Prima lavorazione legname 5200 Falegnameria e restauro 5300 Materiali affini al legno

L’indice di Incidenza senza importati (Figura 15) è in diminuzione per tutte le categorie e

maggiormente nella prima lavorazione del legname e nella lavorazione di materiali affini al legno.

La prima lavorazione del legname è un’attività più rischiosa rispetto alle altre, infatti la sua incidenza è

sempre di circa 12 punti superiore a quella della falegnameria e restauro. La lavorazione di materiali

affini al legno invece è l’attività meno rischiosa, collocandosi circa 18 punti al di sotto della falegnameria

e restauro.

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

31

Anche la percentuale di infortuni gravi (Figura 16) conferma la maggiore pericolosità della prima

lavorazione del legname, essendo quasi sempre superiore agli altri due gruppi, eccetto che nel 2005, che

rappresenta un anno anomalo. Sia nella prima lavorazione del legname che nella falegnameria e restauro

la percentuale di gravi è in aumento, soprattutto nel primo gruppo. Nel 2006, 1 infortunio su 4 nella

prima lavorazione del legname e 1 su 5 nella falegnameria e restauro è un infortunio grave. Nella

lavorazione di materiali affini al legno la percentuale di gravi è molto variabile, perché si tratta di un

sottoinsieme di pochi casi, si alternano anni in cui la percentuale è molto bassa (2006: 10%) e anni in

cui è superiore agli altri gruppi (2005: 24%).

Figura 16: Percentuale di infortuni gravi per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

5100 Prima lavorazione legname 5200 Falegnameria e restauro

5300 Materiali affini al legno

Esaminiamo ora la distribuzione degli infortuni per dimensione dell’azienda in termini di numero di

addetti (Tabella 8): il numero assoluto di infortuni riflette la distribuzione degli addetti, con un quarto

di eventi nella classe di aziende da 3 a 10 addetti e il 20% nella classe da 30 a 100 addetti.

In tutte le classi si osserva la diminuzione di infortuni, ma essa è molto maggiore per le aziende di

piccola dimensione e diminuisce man mano che le aziende aumentano di grandezza. In particolare, la

classe da 15 a 30 addetti è stazionaria fino al 2005, con un calo solo nel 2006.

Rapportando gli infortuni agli addetti e calcolando così l’indice di incidenza (Figura 17) si osserva che il

suo andamento è simile in tutte le classi da 0 a 30 addetti: nel 2000 valeva circa 70‰ e nel 2006 si

abbassa a 45-50‰. Nelle classi di aziende sopra i 30 addetti invece è mediamente più alto, partendo da

circa 80 infortuni per 1000 addetti nel 2000-2001 e abbassandosi a 55‰ nel 2005. Si nota però che la

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

32

diminuzione dell’incidenza è più forte all’aumentare della dimensione delle aziende, soprattutto nella

classe con più di 100 addetti.

La percentuale di infortuni gravi invece è mediamente più bassa all’aumentare della dimensione

dell’azienda, come si osserva in Figura 18. Essa è in aumento in tutte le categorie, tuttavia anche

l’incremento di gravità tende a essere meno marcato all’aumentare del numero di addetti dell’azienda.

Tabella 8: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per classe di addetti della PAT e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto

INFORTUNI - CLASSE ADDETTI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2006% VAR % 2006-2000

da 0 a 1 456 354 329 327 319 252 265 9,3% -41,9% da 1,1 a 3 576 506 490 468 434 379 358 12,6% -37,8% da 3 ,1 a 10 1.113 1.014 884 873 872 778 733 25,8% -34,1% da 10,1 a 15 367 406 333 300 268 233 268 9,4% -27,0% da 15,1 a 30 411 443 420 412 420 406 352 12,4% -14,4% da 30,1 a 100 753 722 690 671 589 559 582 20,5% -22,7% più di 100 372 368 365 328 310 294 282 9,9% -24,2% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 100,0% -29,8%

Figura 17: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per classe di addetti della PAT e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto

-21,91-38,47-27,37-22,88-11,90-17,91-19,59-19,95

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

da 0 a 1 da 1,1 a 3 da 3 ,1 a 10 da 10,1 a15

da 15,1 a30

da 30,1 a100

più di 100 TOTALE

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

33

Figura 18: Percentuale di infortuni gravi per classe di addetti della PAT e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto

5,8% 4,8%

2,7% 5,2% 3,8% 3,6% 4,6%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

da 0 a 1 da 1,1 a 3 da 3 ,1 a 10 da 10,1 a 15 da 15,1 a 30 da 30,1 a100

più di 100

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Analisi per Provincia

La distribuzione degli infortuni per provincia (Tabella 9) riflette la distribuzione degli addetti: il 41%

degli infortuni del 2006 avviene in provincia di Treviso e in questa provincia il legno ha un peso sulle

attività produttive pari all’11%, quindi molto maggiore che nelle altre province. In questa provincia gli

infortuni si sono ridotti meno rispetto alla media del Veneto, anche in funzione del fatto che gli addetti

nello stesso periodo sono aumentati. Anche in provincia di Vicenza la riduzione degli infortuni è meno

marcata rispetto alle altre province ma si accompagna a una riduzione degli addetti.

La riduzione di infortuni invece è molto forte in provincia di Verona (-40%), Belluno (-38%) e Rovigo

(-35%). Mentre però in provincia di Verona e Rovigo si accompagna a una forte riduzione anche di

addetti, in provincia di Belluno gli addetti sono leggermente aumentati nel periodo considerato.

Tabella 9: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per Provincia e anno, comparto Legno, Veneto INFORTUNI – PROVINCIA

EVENTO 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %

2006-2000 % su totale

infortuni Provincia

23 Verona 714 636 597 562 503 430 425 383 15,0% -40,5% 3,4% 24 Vicenza 515 534 501 495 448 404 398 392 14,0% -22,7% 3,4% 25 Belluno 168 151 125 133 146 106 104 98 3,7% -38,1% 3,8% 26 Treviso 1.576 1.537 1.420 1.350 1.254 1.213 1.179 1.089 41,5% -25,2% 10,8% 27 Venezia 409 359 326 328 317 322 276 251 9,7% -32,5% 2,7% 28 Padova 574 528 466 450 464 377 398 361 14,0% -30,7% 3,6% 29 Rovigo 92 68 76 61 80 49 60 51 2,1% -34,8% 2,3% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8% 4,6%

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

34

Esaminando quindi l’indice di incidenza senza importati (Figura 19), la provincia di Belluno è quella

che più diminuisce l’incidenza di infortuni (-35 punti). La provincia in cui l’incidenza diminuisce meno è

quella di Vicenza (-14 punti), e bassa è la diminuzione anche in provincia di Rovigo (-15 punti). Vicenza

è anche la provincia in cui nel 2006 l’incidenza è più elevata (51‰), seguita da Treviso (50‰) e Belluno

(49‰). L’incidenza più bassa si trova nelle province di Rovigo (43‰) e di Padova (45‰).

Nota bene: in Figura 19 l’incidenza complessiva regionale è leggermente più bassa di quella mostrata

nelle figure precedenti (cfr. Figura 11), questo perché viene calcolata escludendo non solo gli importati

da altre regioni, ma anche gli importati tra una provincia e l’altra, in modo da essere termine di

confronto con l’incidenza per provincia.

Nel 2006 a Vicenza spetta anche il triste primato della più alta percentuale di infortuni gravi (28%;

Figura 20), seguita da Rovigo (25%); in quest’ultima provincia negli anni tra 2002 e 2004 la

proporzione di gravi è stata altissima, circa il 30%, riducendosi successivamente.

Le percentuali mediamente più basse si osservano nelle province di Treviso e Verona; nella provincia di

Belluno, a differenza di tutte le altre, la percentuale di gravi è diminuita di 8 punti nel corso del periodo,

mentre nelle altre province è ovunque in aumento, soprattutto a Verona e Vicenza.

Nella Figura 21 si mostrano incidenza degli infortuni e percentuale di gravi con due mappe che danno

una visione geografica dei due indicatori. Si nota che non sempre ad alta incidenza corrisponde alta

gravità, e viceversa; in particolare le province di Treviso e Venezia presentano alta incidenza e bassa

gravità, mentre al contrario le province di Verona e Padova hanno bassa incidenza e alta gravità.

Le differenze tra province in incidenza e gravità sono in parte giustificate dalle diverse lavorazioni del

legno che in esse si svolgono: nella provincia di Belluno e Rovigo, rispetto alle altre province, ci sono in

percentuale più addetti impegnati nella prima lavorazione del legno (rispettivamente: 11% e 10%), che è

l’attività più rischiosa.

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

35

Figura 19: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per Provincia e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto

-22,4-15,0-25,7-26,8-22,7-34,6-14,3-21,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOTALE

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Figura 20: Percentuale di infortuni gravi per Provincia e anno dell’evento e differenza 2007-2000; comparto Legno, Veneto

7,4% 6,9%

5,0% 6,4%

5,4%

5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOTALE

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

-6,2%

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

36

Figura 21: Mappe dell’incidenza senza importati per 1000 addetti (triennio 2004-2006) e della percentuale di infortuni gravi (triennio 2004-2006) per Provincia

INCIDENZA SENZA IMPORTATI x 1.000 addetti

Triennio 2004-2006

PERCENTUALE DI INFORTUNI GRAVI

Triennio 2004-2006

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

37

Analisi per ULSS

L’ULSS in cui si verificano più infortuni nel 2006 (Tabella 10) è l’ULSS 9-Treviso, in cui avviene il

20% degli infortuni del comparto Legno del Veneto. Anche l’ULSS 7-Pieve di Soligo registra molti

infortuni in questo comparto (16%); al terzo posto si colloca l’ULSS 21-Legnago (8%). In queste ULSS

il comparto Legno ha un peso importante sul totale infortuni che in esse si osservano, rispettivamente

dell’11%, 15% e 11%.

Assolutamente esigua invece l’ULSS 19-Adria, con soli 7 infortuni nel 2006; in questa ULSS il legno

infatti pesa meno dell’1% sul totale degli infortuni.

In tutte le ULSS si osserva il calo di infortuni nel corso degli anni osservati, in particolare nelle ULSS: 2-

Feltre, in cui il numero di infortuni si dimezza; 17-Este (-46%); 20-Verona (-42%); 21-Legnago (-41%).

L’ULSS 5-Arzignano invece è quella dove la diminuzione è più lieve (-5%).

Tabella 10: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per ULSS e anno dell’evento, comparto Legno

INFORTUNI – ULSS EVENTO 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %

2006-2000

% su totale

infortuni ULSS

01 Belluno 92 98 76 72 92 66 66 67 2,3% -28,3% 4,1% 02 Feltre 76 53 49 61 54 40 38 31 1,3% -50,0% 3,5% 03 Bassano del Grappa 220 235 248 220 207 169 175 169 6,2% -20,5% 8,0% 04 Thiene 125 134 126 133 106 114 83 95 2,9% -33,6% 3,2% 05 Arzignano 58 60 48 55 47 54 55 57 1,9% -5,2% 1,9% 06 Vicenza 112 105 79 87 88 67 85 71 3,0% -24,1% 2,2% 07 Pieve di Soligo 632 553 506 490 458 458 447 403 15,7% -29,3% 14,7% 08 Asolo 228 239 236 191 196 176 176 148 6,2% -22,8% 6,3% 09 Treviso 716 745 678 669 600 579 556 538 19,6% -22,3% 11,0% 10 S. Dona' di Piave 157 147 148 126 139 124 112 97 3,9% -28,7% 4,4% 12 Venezia 124 93 70 90 89 84 78 54 2,7% -37,1% 1,7% 13 Mirano 114 110 94 94 79 103 77 90 2,7% -32,5% 3,3% 14 Chioggia 56 41 52 52 45 35 45 40 1,6% -19,6% 3,3% 15 Cittadella 256 243 192 197 196 178 195 170 6,9% -23,8% 5,3% 16 Padova 125 126 93 101 101 94 86 84 3,0% -31,2% 1,9% 17 Este 150 125 143 117 132 81 81 77 2,9% -46,0% 4,0% 18 Rovigo 86 63 61 48 71 37 53 46 1,9% -38,4% 2,9% 19 Adria 7 7 15 14 9 12 7 5 0,2% 0,0% 0,9% 20 Verona 164 133 137 111 114 104 95 88 3,3% -42,1% 1,6% 21 Legnago 406 400 345 349 282 232 238 218 8,4% -41,4% 11,4% 22 Bussolengo 144 103 115 102 107 94 92 77 3,2% -36,1% 2,1% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8% 4,6%

L’analisi dell’incidenza (Figura 22) mostra che essa è molto variabile in alcune ULSS, ma in tutte tende

alla diminuzione in modo più o meno marcato. Diverse ULSS avevano nel 2000 incidenze elevatissime

(ULSS 2-Feltre, 22-Bussolengo, 15-Cittadella, 20-Verona) ma nel 2006 tutte si collocano in un range

che varia dal 34‰ (19-Adria) al 59‰ (14-Chioggia). Nel 2006, con l’incidenza più bassa troviamo,

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

38

dopo l’ULSS 19-Adria, le ULSS 17-Este, 10-S.Donà di Piave, 2-Feltre, 13-Mirano, tutte inferiori al

41‰. Con l’incidenza più alta nel 2006 troviamo, dopo l’ULSS 14-Chioggia, le ULSS 5-Arzignano, 7-

Pieve di Soligo, 22-Bussolengo, 3-Bassano, tutte oltre il 50‰. L’incidenza è diminuita poco nelle ULSS

5-Arzignano (-5 punti), 6-Vicenza (-8 punti), 8-Asolo (-10 punti), è diminuita molto invece nelle ULSS

2-Feltre (-61 punti), 20-Verona (-36 punti), 15-Cittadella (-36 punti).

Nota bene: in Figura 22 l’incidenza complessiva regionale è leggermente più bassa di quella mostrata

nelle figure precedenti (cfr. Figura 11), questo perché viene calcolata escludendo non solo gli importati

da altre regioni, ma anche gli importati tra una ULSS e l’altra, anche se della stessa provincia, in modo

da essere termine di confronto con l’incidenza per ULSS.

La percentuale di infortuni gravi per ULSS è ancora più variabile dell’incidenza; confrontando il 2006

con il 2000 possiamo osservare in Figura 23 che essa è in netta diminuzione nell’ULSS 19-Adria (-14

punti), in cui però ricordiamo che gli infortuni nel comparto Legno sono solo poche unità; più

significativo quindi è il valore in diminuzione delle ULSS 1-Belluno (-10 punti), 5-Arzignano (-4 punti),

2-Feltre (-3 punti); nell’ULSS 10-S. Donà di Piave la percentuale di gravi del 2006 rispetto al 2000 è

inferiore di 7 punti, però nel 2007 si registra un improvviso innalzamento della percentuale.

In tutte le altre ULSS, invece, la percentuale di gravi è in aumento nel 2006 rispetto al 2000, e

soprattutto nell’ULSS 6-Vicenza (+19 punti) e 8-Asolo (+15 punti); la più preoccupante però è forse

l’ULSS 18-Rovigo, che mantiene sempre una percentuale molto elevata, oltre il 25%.

L’ULSS 3-Bassano e 17-Este nel 2007 hanno già oltrepassato la soglia del 30% di infortuni gravi,

tuttavia la maggior parte delle ULSS si colloca tra il 15% e il 25%.

In Figura 24 si ha la visione geografica dell’indice di incidenza e della percentuale di infortuni gravi per

ULSS, nel triennio 2004-2006. Come si è osservato anche per le mappe per provincia, i due indicatori

spesso hanno direzione opposta: ci sono ULSS in cui l’incidenza è molto bassa e la gravità molto alta,

per esempio le ULSS 18-Rovigo, 6-Vicenza, 16-Padova, e al contrario, ULSS in cui l’incidenza è elevata

ma la gravità è bassa, per esempio le ULSS 14-Chioggia, 22-Bussolengo e 7-Pieve di Soligo.

Le ULSS in cui nel triennio 2004-2006 entrambi gli indici sono elevati sono (vedi anche Figura 25):

- ULSS 4-Thiene (Incidenza: 56‰; Percentuale di gravi: 25,4%);

- ULSS 3-Bassano del Grappa (Incidenza: 52,6‰; Percentuale di gravi: 25,2%);

- ULSS 2-Feltre (Incidenza: 51,8‰; Percentuale di gravi: 24,2%);

- ULSS 5-Arzignano (Incidenza: 51‰; Percentuale di gravi: 23,7%);

- ULSS 1-Belluno (Incidenza: 52‰; Percentuale di gravi: 23,3%).

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

39

Le ULSS in cui entrambi gli indici sono bassi sono (vedi anche Figura 25):

- ULSS 21-Legnago (Incidenza: 43,2‰; Percentuale di gravi: 18,6%);

- ULSS 10-S. Donà di Piave (Incidenza: 46,8‰; Percentuale di gravi: 17,6%);

- ULSS 17-Este (Incidenza: 38,1‰; Percentuale di gravi: 20,1%).

Le differenze di incidenza e gravità tra ULSS in parte sono spiegabili con la diversa distribuzione per

ULSS delle attività comprese nel comparto Legno: infatti le tre ULSS con indici molto bassi sono quelle

in cui la prima lavorazione del legname, che è l’attività più rischiosa, è poco diffusa, ma tra le ULSS con

indici molto elevati solo alcune hanno una elevata presenza di prima lavorazione del legname (ULSS 1-

Belluno; 2-Feltre; 4-Thiene; 7-Pieve di Soligo) e comunque tra esse non rientrano quelle dove la prima

lavorazione del legname è più massiccia (ULSS 13-Mirano; 18-Rovigo).

Per correggere l’effetto della diversa distribuzione delle attività produttive è stato utilizzato il Rapporto

Standardizzato (SR), che è un indicatore che confronta l’incidenza di infortuni nelle varie ULSS al netto

dell’attività in esse svolta, individuata con la voce di tariffa INAIL. Le ULSS con un valore di SR

maggiore di 1, compreso l’intervallo di confidenza, hanno un’incidenza di infortuni significativamente

superiore alla media del Veneto, mentre le ULSS con un valore di SR minore di 1, compreso l’intervallo

di confidenza, hanno un’incidenza di infortuni significativamente inferiore alla media del Veneto

(Figura 26). Questo indicatore però valuta solo l’incidenza di infortuni e non la gravità: si osserva che

alcune ULSS con un SR nettamente inferiore a 1 (6-Vicenza, 16-Padova, 18-Rovigo) sono ULSS con un

indice di incidenza basso rispetto alla media, ma un’alta proporzione di gravi (cfr. Figura 25). Con il

Rapporto Standardizzato migliora la posizione dell’ULSS 1-Belluno, che ora si colloca sotto la media

regionale, evidentemente il suo elevato indice di incidenza era dovuto alla presenza di attività ad alto

rischio. Peggiora invece l’ULSS 21-Legnago, che si colloca sopra il valore 1, quindi la bassa incidenza di

infortuni è giustificata dalla presenza di attività a basso rischio.

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

40

-21,3

-34,1

-13,9

-36,1

12,4

-21,2

-19,5-15,7

-35,7-13,5-30,6

-24,6

-20,1

-23,3

-10,1

-22,8

-7,9-5,1

-26,4

-16,8

-61,0

-17,6

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

-9,9%

-2,6%

-3,9%

3,8% 3,4%

-14,3%

2,9%

8,5%

18,7% 15,4%

2,7%

-7,0% 7,1%

5,9% 9,9%

6,0%6,6%

0,3% 6,9%

10,1% 0,4% 5,0%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 22: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per ULSS e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto

Figura 23: Percentuale di infortuni gravi per ULSS e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

41

Figura 24: Mappe dell’incidenza senza importati (triennio 2004-2006) e della percentuale di infortuni gravi (triennio 2004-2006) per ULSS; comparto Legno

INCIDENZA SENZA IMPORTATI x 1.000 addetti

Triennio 2004-2006

PERCENTUALE DI INFORTUNI GRAVI

Triennio 2004-2006

ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

42

Figura 25: Indice di incidenza Senza importati per 1000 addetti (asse orizzontale) e Percentuale di infortuni gravi (asse verticale) per ULSS. Le linee blu indicano l’incidenza regionale per ULSS.

Indicatori triennali 2004-2006, comparto Legno

1

23 4

6

7

910

1213

14

16

17

18

19

20

21

58

15 22

15%

17%

19%

21%

23%

25%

27%

29%

30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 55,0 60,0

Figura 26: Rapporto Standardizzato e intervallo di confidenza per ULSS del Veneto, anni 2004-2006, comparto Legno

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

1,1

1,2

1,3

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

43

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

Il comparto Legno, essendo un settore a lavorazione industriale, è caratterizzato da una mobilità di

poco rilievo (Tabella 11): circa l’1,5% degli infortuni che si verificano in Veneto in questo comparto

coinvolge lavoratori provenienti da altre regioni (infortuni importati) e circa il 2,5% degli infortuni

occorsi ai lavoratori del Veneto si verifica fuori dai confini regionali (infortuni esportati). Vedremo

però che a livello provinciale e di ULSS queste percentuali sono molto più elevate.

Come si osserva in Figura 27, la percentuale di infortuni importati è in leggera discesa dal 2003, mentre

la percentuale di infortuni esportati è in leggero aumento, con un picco nel 2007.

Non si mostra il dato dell’anno 2000 perché non disponibile.

Tabella 11: Riepilogo infortuni esportati e importati da altre Regioni per anno, esclusi infortuni in itinere, comparto Legno

INTERNI IMPORTATI

da altre Regioni

TOTALE avvenuti in

Veneto

% IMPORTATI

ESPORTATI in altre Regioni

TOTALE delle

aziende del Veneto

% ESPORTATIINFORTUNI –

ANNO EVENTO

[1] [2] [1]+[2] [2]/([1]+[2]) [3] [1]+[3] [3]/([1]+[3]) 2001 3.742 54 3.796 1,4% 74 3.816 1,9% 2002 3.436 60 3.496 1,7% 72 3.508 2,1% 2003 3.309 54 3.363 1,6% 56 3.365 1,7% 2004 3.141 49 3.190 1,5% 76 3.217 2,4% 2005 2.860 38 2.898 1,3% 65 2.925 2,2% 2006 2.794 40 2.834 1,4% 72 2.866 2,5% 2007 2.586 31 2.617 1,2% 136 2.722 5,0%

TOTALE 21.868 326 22.194 1,5% 551 22.419 2,5%

Figura 27: Percentuale per anno di infortuni importati da altre regioni e di infortuni esportati in altre regioni, Comparto Legno

0%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE

% IMP % ESP

Le regioni da cui provengono gli infortuni importati sono per oltre la metà dei casi le regioni confinanti

con il Veneto: nello specifico, si tratta del Friuli Venezia Giulia (29%); Lombardia (19%); Prov. Aut.

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

44

Bolzano (9%). Le regioni in cui si esporta sono soprattutto Friuli Venezia Giulia (28%); Lombardia

(20%); Emilia Romagna (17%).

In Tabella 12 si riepilogano gli infortuni importati ed esportati per provincia. Si distinguono i

movimenti da e per la Regione del Veneto da quelli all’interno della regione tra una provincia e l’altra,

che sono circa il doppio degli altri. La lettura della tabella è facilitata dall’esame di Figura 28, Figura 29

e Figura 30, che presentano rispettivamente: la percentuale di infortuni importati per provincia, distinti

tra quelli dal Veneto e quelli da altre regioni; la percentuale di infortuni esportati per provincia, distinti

tra quelli all’interno del Veneto e quelli verso altre regioni; il confronto tra le percentuali complessive di

infortuni importati ed esportati.

Figura 28: la provincia di Venezia ha elevata importazione di infortuni (12,4%), risultante sia da un’alta

importazione dalle altre province del Veneto (8,1% contro il 2,8% di media regionale), sia da un’elevata

importazione dalle altre regioni (4,3% contro il 1,5% di media regionale). Simile la situazione della

provincia di Belluno. La provincia che importa di più dalle altre regioni è la provincia di Rovigo (5,4%).

Molto scarsa è invece l’importazione della provincia di Treviso (1,6%).

Figura 29: L’esportazione è mediamente più elevata dell’importazione (5,2%) e più omogeneamente

distribuita tra province. La provincia che esporta di più, soprattutto all’interno della regione, è la

provincia di Padova (8,4% complessivo, di cui 6,3% in regione). Esportano molto fuori regione le

provincie di Rovigo (3,4%) e Venezia (3,3%).

Figura 30: Confrontando importazione ed esportazione si osserva che esse non sono equivalenti in

quasi nessuna provincia; in particolare si nota che le province di Belluno e Venezia hanno importazione

molto più elevata dell’esportazione; le province di Padova e Treviso hanno invece molto più elevata

l’esportazione.

Tabella 12: Infortuni per provincia, Interni, Importati ed Esportati, comparto Legno, anni 2001-2007

INFORTUNI – PROVINCIA INTERNI

Importati DA ALTRE REGIONI

Importati DAL

VENETO

TOTALE importati

Esportati IN ALTRE REGIONI

Esportati IN VENETO

TOTALE esportati

23 Verona 3.446 48 42 90 90 18 108 24 Vicenza 2.987 40 144 184 82 77 159 25 Belluno 773 37 53 90 17 10 27 26 Treviso 8.897 66 79 145 216 223 439 27 Venezia 1.908 93 177 270 67 74 141 28 Padova 2.837 18 105 123 64 196 260 29 Rovigo 409 24 11 35 15 13 28 TOTALE 21.257 326 611 937 551 611 1.162

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

45

Figura 28: Percentuale di infortuni IMPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007

4,5%

6,1%

8,1%

3,5%

2,5%

2,8%

4,3%

4,3%

5,4%

0,9%1,2%

0,6% 1,5%

0,7%

1,3%

1,4%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT

% IMP VENETO % IMP ALTRE REG

Figura 29: Percentuale di infortuni ESPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007

0,5%

2,4%

1,3%

2,4%

3,6%

6,3%

3,0%

2,7%

2,5%

2,6%

2,1%

2,3%

3,3%

2,1%

3,4%

2,5%

0%

1%2%

3%4%

5%

6%7%

8%9%

Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT

% ESP VENETO % ESP ALTRE REG

Figura 30: Percentuale di infortuni IMPORTATI ed ESPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007

2,5%

5,8%

10,4

%

1,6%

12,4

%

4,2%

7,9%

4,2%

3,0%

5,1%

3,4% 4,

7%

6,9% 8,

4%

6,4%

5,2%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT

% IMP TOTALE % ESP TOTALE

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

46

In Tabella 13 si mostrano gli infortuni importati ed esportati per ULSS, sia dentro e fuori la Regione

del Veneto, che all’interno della regione tra una ULSS e l’altra; questi sono il quadruplo dei primi.

Osserviamo, oltre alla tabella, le Figura 31, Figura 32 e Figura 33 che presentano rispettivamente: la

percentuale di infortuni importati per ULSS, distinti tra quelli dal Veneto e quelli da altre regioni; la

percentuale di infortuni esportati per ULSS, distinti tra quelli all’interno del Veneto e quelli verso altre

regioni; il confronto tra le percentuali complessive di infortuni importati ed esportati.

Figura 31: l’ULSS 12-Venezia importa oltre il 30% dei suoi infortuni, essa ha elevata importazione di

infortuni sia dalle altre ULSS del Veneto (22,2% contro il 5,8% di media regionale) che dalle altre

regioni (9,5% contro il 1,5% di media regionale). Molto alta anche l’importazione delle ULSS 6-

Vicenza, 16-Padova e 19-Adria. In quest’ultima però a prevalere è la componente extra-regionale (13%).

Scarsissima invece l’importazione di infortuni nelle ULSS 7-Pieve di Soligo, 3-Bassano del Grappa, 21-

Legnago.

Figura 32: L’esportazione è molto alta nell’ULSS 14-Chioggia con oltre il 20% di infortuni che si

verificano fuori territorio, soprattutto in altre ULSS del Veneto (18,1%); è elevata anche nell’ULSS 6-

Vicenza (16,6%), ma in questo caso soprattutto per esportazione in altre regioni (10,1%). Esporta meno

del 3% l’ULSS 21-Legnago.

Figura 33: Confrontando importazione ed esportazione risulta che in parecchie ULSS la percentuale di

infortuni importati è nettamente superiore alla percentuale di esportati: si tratta delle ULSS 12-Venezia,

1-Belluno, 16-Padova, 6-Vicenza, 19-Adria, 2-Feltre, 4-Thiene. È molto maggiore invece la percentuale

di esportati nelle ULSS 14-Chioggia, 15-Cittadella, 8-Asolo, 7-Pieve di Soligo, 22-Bussolengo.

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

47

Tabella 13: Infortuni per ULSS, Interni, Importati ed Esportati, comparto Legno, anni 2001-2007

INFORTUNI - ULSS INTERNI Importati

DA ALTRE REGIONI

Importati DAL

VENETO

TOTALE importati

Esportati IN ALTRE REGIONI

Esportati IN

VENETO

TOTALE esportati

01 Belluno 451 23 63 86 16 21 37 02 Feltre 288 14 24 38 1 23 24 03 Bassano del Grappa 1.384 6 33 39 8 68 76 04 Thiene 713 4 74 78 5 35 40 05 Arzignano 337 11 28 39 13 30 43 06 Vicenza 461 19 101 120 56 36 92 07 Pieve di Soligo 3.258 18 39 57 90 122 212 08 Asolo 1.299 7 56 63 35 125 160 09 Treviso 4.145 41 179 220 91 171 262 10 S. Dona' di Piave 805 25 62 87 42 52 94 12 Venezia 381 53 124 177 16 49 65 13 Mirano 563 13 71 84 6 61 67 14 Chioggia 278 3 22 25 8 63 71 15 Cittadella 1.304 2 65 67 30 159 189 16 Padova 538 12 134 146 21 73 94 17 Este 647 3 30 33 8 37 45 18 Rovigo 351 15 12 27 12 14 26 19 Adria 56 9 4 13 3 6 9 20 Verona 669 25 88 113 40 55 95 21 Legnago 2.013 9 42 51 25 30 55 22 Bussolengo 646 14 30 44 25 51 76 TOTALE 20.587 326 1.281 1.607 551 1.281 1.832

Figura 31: Percentuale di infortuni IMPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007

11,7

%

7,4%

2,3%

9,4%

7,4%

17,4

%

4,1%

4,1%

7,0%

22,2

%

11,0

%

7,3%

4,7%

19,6

%

4,4%

3,2%

5,8%

11,3

%

2,0%

4,3%

5,8%

9,5%

13,0

%

1,2%

4,3%

4,3%

0,4%

0,5%

2,9%

3,3%

0,5% 0,

5%

0,9%

2,8% 2,

0%

1,0%

0,1%

1,8%

0,4% 4,

0%

3,2%

0,4% 2,0% 1,

5%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

% IMP VENETO % IMP ALTRE REG

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

48

Figura 32: Percentuale di infortuni ESPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007

4,3%

7,4%

4,7%

4,6%

7,9%

6,5%

3,5%

8,6%

3,9%

5,8%

11,0

%

9,7%

18,1

%

10,6

%

11,6

%

5,3%

3,7%

9,2%

7,2%

1,5%

7,1%

5,7%

3,3%

3,4%

10,1

%

4,7%

3,6% 3,3%

3,2%

4,6%

5,2%

3,5% 2,

5%

1,2%

1,2%

2,0%

2,3%

0,3%

0,5%

0,7%

2,6%

2,4%

2,1%

1,0%

0%

3%

6%

9%

12%

15%

18%

21%

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

% ESP VENETO % ESP ALTRE REG

Figura 33: % di infortuni IMPORTATI ed ESPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

% IMP TOTALE % ESP TOTALE

A falsare la quantificazione dell’importazione ed esportazione di infortuni potrebbe intervenire, in linea

teorica, oltre alla reale mobilità dei lavoratori nel territorio, l’accentramento contributivo: esso è

un’agevolazione amministrativa dell’INAIL per cui le aziende con più unità locali dislocate sul territorio

nazionale possono accentrare tutti i pagamenti dei premi presso un’unica sede; di conseguenza negli

archivi INAIL risulta esser presente soltanto quest’unica unità locale presso la quale sono accentrati

tutti gli addetti mentre gli infortuni dell’azienda nel suo complesso risultano distribuiti nei territori dove

sono accaduti e dove realmente viene svolta l’attività. In realtà, nel comparto Legno il fenomeno

dell’accentramento contributivo è molto limitato e non influisce sui risultati. Le PAT del comparto

Legno con sede in Veneto che si servono dell’accentramento sono lo 0,8%, mentre tra gli infortuni del

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

49

Legno avvenuti in Veneto il 3% è di una azienda che si avvale dell’accentramento e che nel 95% dei casi

ha comunque sede in Veneto. Tra gli importati da fuori regione gli infortuni accentrati sono il 9%, si

tratta però di un numero esiguo (25) e l’effetto sull’importazione da fuori regione è dello 0,2%.

Sull’esportazione verso altre regioni l’effetto è sempre irrisorio, dello 0,3%, anche se gli infortuni

accentrati ed esportati sono un po’ di più (52; 11% degli esportati). Per quanto riguarda gli spostamenti

degli infortuni all’interno della regione, gli infortuni accentrati sono circa il 6,5%, quasi tutti aventi sede

della PAT nell’ULSS 15-Cittadella o 8-Asolo e avvenuti rispettivamente nelle ULSS 4-Thiene o 9-

Treviso. In ogni caso l’effetto sull’importazione ed esportazione è al massimo del 5%.

Nel calcolo degli indici di incidenza mostrati in precedenza non erano stati usati gli infortuni importati

né gli infortuni esportati. Nelle figure che seguono mostriamo per la Regione del Veneto, per le

province e per le ULSS, i 3 possibili indicatori di incidenza calcolati: a) escludendo gli infortuni

importati (Incidenza senza importati), b) comprendendo gli infortuni importati (Incidenza

Tradizionale), c) escludendo gli infortuni importati ma comprendendo gli infortuni esportati

(Incidenza con Esportati o per Azienda). In questo modo si ha una visione completa dell’incidenza

di infortuni in un territorio.

In Figura 34 osserviamo che a livello di Regione del Veneto i tre indici di incidenza sono

sostanzialmente equivalenti, con una differenza di circa 1 punto per mille, dato che l’importazione da

altre regioni e l’esportazione verso altre regioni non sono molto elevate. Osservando però territori

ristretti come le province e soprattutto le ULSS l’effetto dell’importazione ed esportazione è molto più

forte.

In Figura 35 vediamo l’incidenza per provincia dell’ultimo triennio (2004-2006): spicca la provincia di

Venezia che avendo elevata importazione, ha un’incidenza tradizionale molto elevata, di circa 9 punti

superiore a quella senza importati. Per quanto riguarda l’esportazione, non cambia molto lo scenario

eccetto che per la provincia di Padova, la quale ora ha incidenza maggiore di quella di Verona. Belluno

e Vicenza sono ancora le province con l’incidenza più alta, Rovigo rimane la provincia con l’incidenza

più bassa.

A livello di ULSS (Figura 36), evidente è l’importazione di infortuni dell’ULSS 12-Venezia, che registra

un’incidenza tradizionale di 80‰, con circa 30 punti dovuti agli infortuni importati. Effetti rilevanti

dell’importazione si osservano anche nelle ULSS 16-Padova, 13-Mirano, 6-Vicenza, 14-Chioggia. In

quest’ultima ULSS considerevole però è soprattutto l’esportazione, che ne aumenta l’incidenza di oltre

15 punti arrivando a quasi 70 infortuni per 1000 addetti. Esportazione elevata si osserva anche nelle

ULSS 16-Padova, 15-Cittadella, 12-Venezia, 20-Verona, 5-Arzignano. Il quadro complessivo vede con

l’incidenza più alta le ULSS 14-Chioggia, 22-Bussolengo, 4-Thiene, 12-Venezia; le ULSS con l’incidenza

più bassa rimangono: 19-Adria, 17-Este, 21-Legnago.

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

50

Figura 34: Indici di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per anno, comparto Legno, Veneto

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2004-2006

Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati

Figura 35: Indici di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per Provincia, comparto Legno, anni 2004-2006

40,0

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOT

Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati

ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE

51

Figura 36: Indice di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per ULSS, comparto Legno, anni 2004-2006

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT

Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

52

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

Per la descrizione delle modalità di accadimento degli infortuni, l’INAIL ha adottato negli ultimi anni

le codifiche internazionali ESAW. Esse si compongono di 8 variabili: Tipo di Luogo, Tipo di Lavoro,

Attività Fisica Specifica, Agente dell’Attività, Deviazione, Agente della Deviazione, Contatto, Agente

del Contatto. Nel seguito si analizzerà ciascuna di queste variabili; saranno considerati soltanto gli

infortuni riconosciuti, esclusi quelli in itinere, accaduti negli anni 2004-2007 perché negli anni

precedenti il sistema ESAW era ancora in fase di sperimentazione e molti eventi mancano di queste

informazioni. Saranno distinti gli infortuni per tipo di conseguenza: Mortale, Grave non mortale (eventi

con postumi permanenti e/o più di 40 giorni di prognosi), Non grave.

Le voci delle variabili ESAW sono state sintetizzate per renderle maggiormente informative.

A seguire le variabili ESAW saranno analizzate anche le tipologie di lesione causate dagli infortuni e

saranno approfonditi gli infortuni stradali.

Tipo di Luogo

Il tipo di luogo è il posto di lavoro, locale o spazio in generale in cui è avvenuto l’infortunio.

In Figura 37 possiamo osservare che in 3 casi su 4 l’infortunio è avvenuto in un luogo industriale, e la

Tabella 14 ci dice che nella maggior parte dei casi si tratta di Luogo di produzione, officina, laboratorio

(81%) e nei restanti casi di Luogo di magazzinaggio, carico, scarico (13%). Un ulteriore 9% di infortuni

è invece avvenuto in un luogo pubblico, con questa dicitura si comprendono anche i Mezzi di trasporto

(56%) e la strada, che non è univocamente determinata, ma appartiene alla categoria “Via d’accesso, di

circolazione, zona di stazionamento, sala d’attesa”, a cui appartiene il 38% degli infortuni avvenuti in

luogo pubblico. Altri luoghi in cui sono avvenuti gli infortuni sono i cantieri (6%), gli uffici (3%) e i

domicili privati (3%).

Considerando le conseguenze dell’infortunio, osserviamo che i casi mortali avvengono soprattutto nel

Luogo di produzione, ma è molto rilevante anche il Luogo pubblico (27% di casi mortali) e in

particolare il Mezzo di trasporto.

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

53

Figura 37: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Luogo; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007

Sito industriale76%

Domicilio3%

Altro3%

Cantiere, cava6%

Attività terziaria3%

Luogo pubblico9%

Tabella 14: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno anni 2004-2007, per Tipo di Luogo ed esiti dell’infortunio.

Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)

INFORTUNI - TIPO DI LUOGO NON GRAVI % GRAVI NON

MORTALI % MORTALI %

Sito industriale 7.068 77,1% 1.789 74,7% 6 40,0% Luogo di produzione, officina, laboratorio 5.686 80,4% 1.459 81,6% 4 66,7% Luogo di magazzinaggio, carico, scarico 921 13,0% 211 11,8% 0 0,0%

Area di manutenzione o riparazione 123 1,7% 30 1,7% 1 16,7% Luogo pubblico 737 8,0% 248 10,4% 4 26,7%

Mezzo di trasporto terrestre 406 55,1% 148 59,7% 3 75,0% Via d’accesso, di circolazione, zona di

stazionamento, sala d’attesa 292 39,6% 86 34,7% 1 25,0%

Zona connessa ai luoghi pubblici ad accesso riservato al personale autorizzato 10 1,4% 6 2,4% 0 0,0%

Cantiere di costruzione, cava, miniera 519 5,7% 140 5,8% 2 13,3% Cantiere, fabbricato in costruzione 263 50,7% 61 43,6% 1 50,0%

Cantiere di costruzione, cava, miniera - non precisato 169 32,6% 46 32,9% 0 0,0%

Cantiere - edificio in demolizione, in restauro, manutenzione 67 12,9% 26 18,6% 1 50,0%

Luogo di attività terziaria, ufficio, luogo di svago, varie 283 3,1% 70 2,9% 1 6,7%

Luogo di vendita 118 41,7% 32 45,7% 0 0,0% Ristorante, albergo, luogo di svago 80 28,3% 16 22,9% 0 0,0%

Ufficio, sala di riunione 45 15,9% 16 22,9% 1 100,0% Domicilio 269 2,9% 72 3,0% 1 6,7% Altro 95 1,0% 26 1,1% 0 0,0% Nessuna informazione 197 2,1% 50 2,1% 1 6,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

54

Tipo di Lavoro

Il tipo di lavoro esprime il principale tipo di lavoro svolto dalla vittima nel momento

dell’infortunio (Figura 38 e Tabella 15).

In due terzi dei casi l’infortunio è avvenuto durante il lavoro di Produzione, trasformazione,

trattamento, magazzinaggio, prevalentemente durante la produzione e trasformazione (69%) e nel 15%

dei casi durante il magazzinaggio.

Un numero rilevante di eventi si verifica durante le cosiddette Attività complementari (12%), cioè:

Installazione, preparazione, montaggio, smontaggio (43%), Manutenzione, riparazione, registrazione,

messa a punto (30%); Pulizia dei locali e macchine (12%), Sorveglianza, ispezione (5%).

Ancora il 12% di infortuni avviene durante la circolazione e altre quote minori di infortuni durante

attività di Sterro, costruzione, manutenzione e demolizione edili (4%) e Attività di servizio all’impresa

e/o alla persona (3%).

Tra gli infortuni mortali le attività complementari e la circolazione sono particolarmente frequenti.

Figura 38: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Lavoro; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007

Produzione, magazzinaggio

66%

Attività complementari

12%

Circolazione12%

Edilizia4%

Servizi impresa e/o persona

3%

Altro3%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

55

Tabella 15: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Tipo di Lavoro ed esiti dell’infortunio.

Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)

INFORTUNI - TIPO DI LAVORO NON GRAVI % GRAVI NON

MORTALI % MORTALI %

Produzione, trasformazione, trattamento, magazzinaggio 6.027 65,7% 1.504 62,8% 4 26,7%

Produzione, trasformazione, trattamento 4.109 68,2% 1.062 70,6% 3 75,0% Magazzinaggio 940 15,6% 198 13,2% 0 0,0%

Attività complementari 1.155 12,6% 285 11,9% 3 20,0% Installazione, preparazione, montaggio,

smontaggio 507 43,9% 120 42,1% 1 33,3%

Manutenzione, riparazione, registrazione, messa a punto 353 30,6% 75 26,3% 2 66,7%

Pulizia di locali, di macchine 142 12,3% 36 12,6% 0 0,0% Sorveglianza, ispezione 51 4,4% 20 7,0% 0 0,0%

Circolazione 1.040 11,3% 334 13,9% 3 20,0% Sterro, costruzione, manutenzione e demolizione edili 394 4,3% 120 5,0% 1 6,7%

Costruzione 243 61,7% 66 55,0% 1 100,0% Non precisato 87 22,1% 26 21,7% 0 0,0%

Restauro, riparazione, ampliamento 46 11,7% 23 19,2% 0 0,0% Attività di servizio all’impresa e/o alla persona; lavoro intellettuale 277 3,0% 76 3,2% 2 13,3%

Attività commerciale 156 56,3% 40 52,6% 0 0,0% Attività di servizio, cura, assistenza alla persona 60 21,7% 18 23,7% 0 0,0% Altro 54 0,6% 23 1,0% 0 0,0% Nessuna informazione 221 2,4% 53 2,2% 2 13,3% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%

Attività fisica specifica

Questa variabile indica l’attività svolta dalla vittima al momento dell’infortunio; si differenzia dal

tipo di lavoro perché mentre questo indica la lavorazione in cui era impegnato il lavoratore, l’attività

fisica indica la specifica azione che stava compiendo (Figura 39 e Tabella 16).

In un quarto degli infortuni l’infortunato stava lavorando con utensili a mano; gli agenti implicati più

frequentemente sono: Coltelli, coltellacci, cutter (7%), Trapano portatile (5%), Martelli, mazze,

mazzette (4%). In un ulteriore 24% di infortuni il lavoratore stava manipolando un oggetto,

prevalentemente un pezzo lavorato (16%). Altre attività implicate negli infortuni sono il trasporto a

mano di carichi (15%) e i semplici movimenti senza oggetto (13%); le operazioni di macchina si

collocano al 5° posto con l’11% degli infortuni. In quasi la metà degli infortuni di quest’ultima tipologia

il lavoratore stava sorvegliando o facendo funzionare la macchina (47%) e nel 28% dei casi la stava

invece alimentando. La conduzione di mezzi di trasporto causa solo l’8% degli infortuni totali, ma il

20% dei mortali.

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

56

Figura 39: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Attività Fisica Specifica; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007

Lavoro con utensili a mano

25%

Manipolazione di oggetti

24%Trasporto manuale

15%

Movimenti13%

Altro4%

Alla guida, a bordo di un mezzo di trasporto

8%

Operazioni di macchina

11%

Tabella 16: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Attività Fisica Specifica ed esiti dell’infortunio.

Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti o gli agenti della deviazione implicati più frequentemente (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le

percentuali in corsivo sono specifiche della categoria) INFORTUNI - ATTIVITÀ FISICA

SPECIFICA NON

GRAVI % GRAVI NON MORTALI % MORTALI %

Lavoro con utensili a mano 2.306 25,2% 565 23,6% 1 6,7% Coltelli, coltellacci, cutter 174 7,5% 19 3,4% 0 0,0%

Trapano portatile 110 4,8% 21 3,7% 0 0,0% Martelli, mazze, mazzette… 107 4,6% 21 3,7% 0 0,0% Sega per legno, per tronchi 89 3,9% 32 5,7% 0 0,0%

Pistola chiodatrice 109 4,7% 5 0,9% 0 0,0% Taglioli, sgorbie, scalpelli da legno 93 4,0% 12 2,1% 0 0,0%

Piallatrice 57 2,5% 22 3,9% 0 0,0% Manipolazione di oggetti 2.295 25,0% 487 20,3% 3 20,0%

Pezzo lavorato 367 16,0% 67 13,8% 0 0,0% Mobili 188 8,2% 27 5,5% 0 0,0%

Materiali vari 158 6,9% 36 7,4% 0 0,0% Elementi prefabbricati (porte, pareti,

finestre ...) 163 7,1% 29 6,0% 0 0,0%

Materiali da costruzione 130 5,7% 27 5,5% 0 0,0% Carichi - movimentati a mano 132 5,8% 16 3,3% 0 0,0%

Elementi da costruzione o elementi costitutivi di macchina 80 3,5% 32 6,6% 0 0,0%

Trasporto manuale 1.415 15,4% 335 14,0% 0 0,0% Carichi - movimentati a mano 226 16,0% 64 19,1% 0 0,0%

Mobili 192 13,6% 59 17,6% 0 0,0% Pezzo lavorato 196 13,9% 44 13,1% 0 0,0%

Materiali da costruzione 109 7,7% 27 8,1% 0 0,0% Materiali vari 66 4,7% 15 4,5% 0 0,0% Carrelli merci 58 4,1% 13 3,9% 0 0,0%

Elementi prefabbricati (porte, pareti, finestre ...) 58 4,1% 9 2,7% 0 0,0%

Movimenti 1.169 12,8% 346 14,4% 3 20,0% Operazioni di macchina 908 9,9% 351 14,7% 1 6,7%

Sorvegliare, far funzionare la macchina 423 46,6% 169 48,1% 1 100,0% Alimentare, disalimentare la macchina 255 28,1% 96 27,4% 0 0,0%

Operazioni di macchina – non precisato 174 19,2% 50 14,2% 0 0,0% Avviare, arrestare la macchina 56 6,2% 36 10,3% 0 0,0%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

57

INFORTUNI - ATTIVITÀ FISICA SPECIFICA

NON GRAVI % GRAVI NON

MORTALI % MORTALI %

Alla guida, a bordo di un mezzo di trasporto 707 7,7% 212 8,9% 3 20,0%

Autovetture 290 41,0% 104 41,0% 1 33,3% Motocicli, motociclette, motoscooter 127 18,0% 26 18,0% 0 0,0%

Trans pallet, muletti 52 7,4% 11 7,4% 0 0,0% Biciclette, monopattini 35 5,0% 13 5,0% 1 33,3%

Camion, rimorchi, semirimorchi - per il trasporto merci 29 4,1% 15 4,1% 0 0,0%

Veicoli terrestri - non precisati 32 4,5% 11 4,5% 0 0,0% Camioncini, furgoni 31 4,4% 10 4,4% 0 0,0%

Presenza 68 0,7% 26 1,1% 0 0,0% Altro 9 0,1% 6 0,3% 0 0,0% Nessuna informazione 291 3,2% 67 2,8% 4 26,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%

Deviazione

La Deviazione indica l’ultimo evento, deviante rispetto alla norma, che ha portato all’infortunio.

È perciò la variabile ESAW che maggiormente è vicina al concetto di dinamica dell’infortunio

(Figura 40 e Tabella 17).

In quasi la metà degli infortuni la deviazione è costituita dalla Perdita di controllo dell’agente; i

principali agenti in questione sono gli utensili (34%) e gli oggetti (portato, spostato, movimentato, ecc.)

(32%), mentre i veicoli o mezzi di trasporto sono implicati nel 16% dei casi e le macchine nel 9%.

I movimenti, senza o con sforzo, sono deviazione per il 28% degli infortuni, nell’11% dei casi invece

l’infortunio è causato da Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale, e

ancora nell’11% dei casi da Caduta, in piano per 71 casi su 100 e dall’alto nei rimanenti.

Figura 40: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Deviazione; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007

Perdita di controllo

dell'agente44%

Movimento senza sforzo

17%

Movimento con sforzo11%

Traboccamento, rovesciamento,

emanazione2%

Altro4%

Rottura, scoppio, caduta,

dell’agente materiale

11%

Caduta11%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

58

Tabella 17: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Deviazione ed esiti dell’infortunio.

Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)

INFORTUNI - DEVIAZIONE NON GRAVI % GRAVI NON

MORTALI % MORTALI %

Perdita di controllo dell'agente 4.061 44,3% 1.052 43,9% 3 20,0% Perdita di controllo di utensile a mano o del

materiale lavorato dall'utensile 1.381 34,0% 341 32,4% 0 0,0%

Perdita di controllo di oggetto (portato, spostato, movimentato, ecc.) 1.379 34,0% 282 26,8% 0 0,0%

Perdita di controllo di mezzo di trasporto/di attrezzatura di movimentazione 615 15,1% 186 17,7% 2 66,7%

Perdita di controllo di macchina (ivi compreso l’avviamento intempestivo) o del materiale lavorato 323 8,0% 147 14,0% 0 0,0%

Movimento senza sforzo 1.547 16,9% 397 16,6% 0 0,0% Movimento con sforzo 1.088 11,9% 235 9,8% 1 6,7%

Sollevando, portando o alzandosi 451 41,5% 75 31,9% 0 0,0% Passo falso, torsione di gamba o caviglia,

scivolamento senza caduta 346 31,8% 90 38,3% 1 100,0%

Spingendo, tirando 105 9,7% 22 9,4% 0 0,0% Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale 1.033 11,3% 260 10,9% 3 20,0%

Scivolamento, caduta, crollo di agente materiale posto al di sopra 416 40,3% 110 42,3% 2 66,7%

Scivolamento, caduta, crollo di un agente materiale allo stesso livello 170 16,5% 52 20,0% 0 0,0%

Rottura, esplosione con produzione di schegge 188 18,2% 17 6,5% 0 0,0% Rottura di materiale, alle giunzioni, alle

connessioni 92 8,9% 23 8,8% 1 33,3%

Caduta 889 9,7% 338 14,1% 2 13,3% Caduta in piano 631 71,0% 219 64,8% 0 0,0%

Caduta di persona dall’alto 213 24,0% 110 32,5% 2 100,0%Traboccamento, rovesciamento, perdita, scorrimento, vaporizzazione, emanazione 198 2,2% 30 1,3% 1 6,7%

Polverosità – generazione di fumi, emissione di polveri, particelle 95 48,0% 15 50,0% 0 0,0%

Allo stato liquido – perdita, trasudo, fuoruscita, spruzzo, aspersione 43 21,7% 9 30,0% 1 100,0%

Allo stato solido – traboccamento, rovesciamento 34 17,2% 3 10,0% 0 0,0% Sorpresa, spavento, violenza, aggressione, minaccia, presenza 64 0,7% 14 0,6% 2 13,3%

Problema elettrico, esplosione, incendio 16 0,2% 3 0,1% 0 0,0% Altro 25 0,3% 8 0,3% 0 0,0% Nessuna informazione 247 2,7% 58 2,4% 3 20,0% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%

Contatto

Il Contatto indica il modo o con che cosa la vittima si è procurata la lesione (Figura 41 e Tabella

18).

Il contatto più frequente (36%) avviene con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo, che

può essere un oggetto tra i più disparati; i più frequenti sono Coltelli, coltellacci, cutter (5%), Pezzo

lavorato (4%), Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri rotti (4%).

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

59

Il 19% degli infortuni avviene per urto da parte di oggetto in movimento, specialmente da autovettura

(17%), ma anche da pezzo lavorato (11%). Questo è una tipologia di infortunio “passiva”, dove cioè la

vittima era ferma; nello Schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto

immobile la vittima invece è in movimento. Qui è raggruppato il 18% degli eventi, e nel 62% di essi si

tratta di caduta. Ognuna di queste due ultime categorie di infortuni registra 5 infortuni mortali.

L’ Incastramento, schiacciamento si verifica nell’11% degli infortuni, così come lo Sforzo fisico o

psichico (fisico nel 97% dei casi). Infine il 2,5% degli eventi è un contatto con Sostanze pericolose,

fuoco o corrente elettrica.

Figura 41: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Contatto; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007

Contatto con agente tagliente,

duro, abrasivo36%

Schiacciamento su/contro oggetto

immobile18%

Incastramento, schiacciamento

11%

Altro3%

Elettricità, temperatura,

sostanza pericolosa

2%Sforzo fisico o

psichico11%

Urto da parte di oggetto in movimento

19%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

60

Tabella 18: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Contatto ed esiti dell’infortunio.

Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti o gli agenti della deviazione implicati più frequentemente (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le

percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)

INFORTUNI - CONTATTO NON GRAVI % GRAVI NON

MORTALI % MORTALI %

Contatto con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo 3.316 36,2% 849 35,4% 0 0,0%

Coltelli, coltellacci, cutter 191 5,8% 24 2,8% 0 0,0% Pezzo lavorato 160 4,8% 18 2,1% 0 0,0%

Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri rotti 157 4,7% 15 1,8% 0 0,0%

Pavimento 100 3,0% 39 4,6% 0 0,0% Utensile, parte di utensile di una macchina 109 3,3% 30 3,5% 0 0,0%

Elementi da costruzione o elementi costitutivi di macchina 103 3,1% 33 3,9% 0 0,0%

Sega per legno, per tronchi 81 2,4% 35 4,1% 0 0,0% Chiodi, graffe, ribattini, rivetti 97 2,9% 3 0,4% 0 0,0%

Taglioli, sgorbie, scalpelli da legno 90 2,7% 10 1,2% 0 0,0% Piallatrice 54 1,6% 28 3,3% 0 0,0%

Urto da parte di oggetto in movimento, collisione 1.821 19,9% 409 17,1% 5 33,3% Autovetture 283 15,5% 92 22,5% 2 40,0%

Pezzo lavorato 202 11,1% 43 10,5% 0 0,0% Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri

rotti 102 5,6% 14 3,4% 0 0,0%

Materiali da costruzione 92 5,1% 18 4,4% 0 0,0% Mobili 83 4,6% 18 4,4% 0 0,0%

Carichi - movimentati a mano 61 3,3% 17 4,2% 0 0,0% Elementi da costruzione o elementi costitutivi di

macchina 38 2,1% 15 3,7% 0 0,0%

Chiodi, graffe, ribattini, rivetti 46 2,5% 2 0,5% 0 0,0% Elementi prefabbricati (porte, pareti, finestre ...) 43 2,4% 4 1,0% 0 0,0%

Schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile (vittima in movimento)

1.591 17,4% 481 20,1% 5 33,3%

Movimento verticale, schiacciamento su/contro (risultato di caduta) 963 60,5% 329 68,4% 4 80,0%

Movimento orizzontale, schiacciamento su/contro 545 34,3% 138 28,7% 1 20,0% Incastramento, schiacciamento 967 10,5% 328 13,7% 1 6,7%

Strappo, sezionamento di un membro 29 3,0% 70 21,3% 0 0,0% Sforzo fisico o psichico 995 10,9% 231 9,6% 1 6,7%

Sforzo fisico a carico del sistema muscolo-scheletrico 970 97,5% 228 98,7% 1 100,0%

Contatto con corrente elettrica, temperatura, sostanza pericolosa 229 2,5% 24 1,0% 1 6,7%

Contatto con sostanze pericolose attraverso pelle o occhi 155 67,7% 17 70,8% 0 0,0%

Contatto con fiamma viva o con oggetto/ambiente caldo 53 23,1% 6 25,0% 0 0,0%

Morso, calcio, puntura insetto 30 0,3% 4 0,2% 1 6,7% Annegamento, seppellimento, immersione in un gas 6 0,1% 1 0,0% 0 0,0%

Altro 21 0,2% 9 0,4% 0 0,0% Nessuna informazione 192 2,1% 59 2,5% 1 6,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

61

Natura e sede della lesione

Come si può notare nella Tabella 19, in più della metà degli infortuni nel comparto Legno la regione

del corpo che viene lesa è la mano (51%): nella maggior parte dei casi viene lesionata con ferite (62%

delle lesioni alla mano), contusioni (15%) e fratture (11%). Elevato è anche il numero di perdite

anatomiche (6%).

Il 20% degli infortuni invece riguarda la gamba o il piede, che sono lesionati soprattutto con contusioni

(38%) e lussazioni, distorsioni (32%).

Le altre parti del corpo colpite si possono vedere in Tabella 19; ci limitiamo a segnalare ancora le

lesioni agli occhi e orecchie (3,6%), causate per la maggior parte da corpi estranei (45%) e ferite (27%).

I tipi di lesione più frequenti sono: le ferite (39%), che nell’80% dei casi danneggiano le mani; le

contusioni (23%), ancora alle mani (32%) e ai piedi (19%); le lussazioni (14%) di gamba o piedi (47%) e

della colonna vertebrale (19%).

Rispetto agli infortuni del totale comparti del Veneto, il comparto Legno si caratterizza per una quota

molto più elevata di ferite (39% nel Legno contro 29% nel totale dei comparti) e per una maggiore

rilevanza di perdite anatomiche (3% contro 0,8%); sono invece meno frequenti le lussazioni (14%

contro 23%). In Figura 42 si può vedere la diversa distribuzione della natura della lesione nel comparto

Legno e in altri due comparti ad alto rischio (Costruzioni e Metalmeccanica).

Tabella 19: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, anni 2004-2007, per sede e natura della lesione

Figura 42: Distribuzione percentuale degli infortuni per tipo di lesione; confronto del comparto Legno con altri comparti a rischio elevato. Veneto, 2006-2008

INFORTUNI – SEDE LESIONE Fe

rita

Con

tusi

one

Luss

azio

ne,

dist

orsi

one

Frat

tura

Cor

pi

estr

anei

Perd

ita

anat

omic

a

Lesi

oni d

a sf

orzo

Altr

o

TOTA

LE

%

Mano, dita 3.647 860 128 639 224 350 1 45 5.894 50,9% Caviglia, piede, dita 77 507 467 327 2 2 0 6 1.388 12,0% Cingolo pelvico, gamba 184 406 325 58 24 0 2 2 1.001 8,6% Braccio, polso 240 210 204 111 20 1 16 20 822 7,1% Colonna vertebrale 1 114 322 33 1 0 126 1 598 5,2% Occhio, orecchio 114 62 0 0 188 0 0 54 418 3,6% Cingolo toracico 2 129 161 10 0 0 10 1 313 2,7% Cranio 148 147 0 10 1 0 0 1 307 2,7% Parete toracica 6 170 16 100 0 0 1 4 297 2,6% Faccia 141 38 0 44 1 0 0 7 231 2,0% Collo 5 0 58 0 0 0 0 1 64 0,6% Organi interni 5 31 3 2 4 0 1 5 51 0,4% Sconosciuta 0 0 0 0 0 0 0 194 194 1,7% TOTALE 4.570 2.674 1.684 1.334 465 353 157 341 11.578 100,0% % 39,5% 23,1% 14,5% 11,5% 4,0% 3,0% 1,4% 2,9% 100,0%

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

62

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

Scon

osci

uta

Ferit

a

Con

tusi

one

Luss

azio

ne,

dist

orsi

one

Frat

tura

Per

dita

anat

omic

a

Lesi

oni d

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fezi

oni

para

ssiti

Lesi

oni d

a al

triag

enti

Cor

pi e

stra

nei

Lesi

oni d

asf

orzo

Industria Legno Metalmeccanica Costruzioni

Associamo le informazioni sul tipo di lesione alla variabile ESAW “Deviazione” per capire meglio da

cosa sono causate (Tabella 20): le ferite sono dovute per oltre metà dei casi alla perdita di controllo

dell’agente (55%) e per un ulteriore 20% a movimenti senza sforzo; anche le contusioni sono dovute

principalmente a perdita di controllo dell’agente (39%) e movimenti senza sforzo (16%), ma anche a

cadute (15%) e rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale (15%). Le

lussazioni derivano principalmente da movimenti con sforzo (31%) e da perdita di controllo dell’agente

(26%); le fratture da perdita di controllo dell’agente (43%) e cadute (17%). Citiamo infine la perdita

anatomica, che nel 58% degli eventi è dovuta a perdita di controllo dell’agente.

Tabella 20: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, anni 2004-2007, per deviazione e natura della lesione

INFORTUNI – DEVIAZIONE Fe

rita

Con

tusi

one

Luss

azio

ne,

dist

orsi

one

Frat

tura

Cor

pi

estr

anei

Perd

ita

anat

omic

a

Lesi

oni d

a sf

orzo

Altr

o

TOTA

LE

Perdita di controllo dell'agente 2.507 1.041 440 568 194 206 21 139 5.116 Movimento senza sforzo 858 431 266 178 57 67 21 66 1.944 Movimento con sforzo 263 262 527 113 24 21 92 22 1.324 Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale 431 401 105 185 94 31 11 38 1.296

Caduta 279 399 262 221 16 16 4 32 1.229 Traboccamento, rovesciamento, perdita, scorrimento, vaporizzazione, emanazione 67 35 16 21 58 2 1 29 229

Sorpresa, spavento, violenza, aggressione, minaccia, presenza 29 21 13 11 2 1 1 2 80

Problema elettrico, esplosione, incendio 6 1 2 2 0 2 0 6 19 Altro 13 11 0 3 4 0 0 2 33 Nessuna informazione 117 72 53 32 16 7 6 5 308 TOTALE 4.570 2.674 1.684 1.334 465 353 157 341 11.578

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

63

Infortuni Stradali in orario di lavoro

Nell’archivio INAIL dal 2004 è presente un flag che identifica gli infortuni stradali e individua 211

infortuni negli anni 2004-2007. Tra essi non sono inclusi gli infortuni in itinere ma solo gli

infortuni in orario di lavoro.

Gli infortuni stradali così identificati rappresentano poco meno del 2% degli infortuni nel comparto

Legno e si mantengono costanti negli anni esaminati, con circa 50 infortuni l’anno (Tabella 21).

Tabella 21: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere distinti per stradale e non stradale e anno, comparto Legno, Regione del Veneto

INFORTUNI 2004 2005 2006 2007 TOTALE Non Stradale 3.160 2.842 2.789 2.576 11.367

Stradale 52 59 51 49 211 TOTALE 3.212 2.901 2.840 2.625 11.578

% stradali 1,6% 2,0% 1,8% 1,9% 1,8%

In proporzione avvengono più infortuni stradali in provincia di Padova (2,8%) e Venezia (2,7%; Figura

43); le province di Belluno e Rovigo invece sono nettamente sotto la media (rispettivamente: 0,7% e

1,3%). Anche osservando le ULSS si nota che quelle con la percentuale di stradali maggiore sono la 16-

Padova (5,8%; Figura 44) e 12-Venezia (4,6%), mentre le ULSS 2-Feltre e 17-Este sono sotto l’1%.

Figura 43: Percentuale di infortuni stradali rispetto al totale infortuni per provincia, comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

2,5%

3,0%

23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

64

Figura 44: Percentuale di infortuni stradali rispetto al totale infortuni per ULSS, comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007

0%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

Gli infortuni stradali tendono ad avere esiti più gravi degli infortuni non stradali. Si osserva infatti in

Tabella 22 che gli infortuni stradali costituiscono l’1,5% degli infortuni non gravi, il 3% degli infortuni

gravi non mortali e ben il 27% degli infortuni mortali.

Tabella 22: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere stradali e non stradali per tipologia di gravità; comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007

INFORTUNI Non gravi Gravi non mortali Mortali Totale Non stradale 9.034 2.322 11 11.367

Stradale 134 73 4 211 TOTALE 9.168 2.395 15 11.578

% stradali 1,5% 3,0% 26,7% 1,8%

Analizziamo brevemente la dinamica degli infortuni stradali:

• Tipo di luogo: quasi la metà degli infortuni stradali avviene sul mezzo di trasporto terrestre

(45%), un quarto dei casi sulla “Via d’accesso, di circolazione, zona di stazionamento, sala

d’attesa” (25%) e i rimanenti in “Luogo di produzione, officina, laboratorio” (17%) o altri

luoghi simili.

• Tipo di lavoro: nel 67% dei casi si tratta di “Circolazione” e nel 16% di “Produzione,

trasformazione, trattamento, magazzinaggio”.

• Attività fisica specifica: la più frequente è “Condurre un mezzo di trasporto o un’attrezzatura

di movimentazione motorizzata” (44%), mentre il “Condurre un mezzo di trasporto o

DINAMICA DEGLI INFORTUNI

65

un’attrezzatura di movimentazione NON motorizzata” si riscontra nel 6% dei casi. La vittima

era invece “passeggero a bordo d’un mezzo di trasporto” nel 6% dei casi. Un ulteriore 14% di

infortuni rientra in una di queste categorie senza precisare quale, in questo insieme rientra

perciò complessivamente il 70% dei casi. Il rimanente 30% si compone di vari lavori con

utensili a mano, movimenti come camminare, correre ecc. e manipolazione di oggetti.

• Deviazione: la perdita di controllo del mezzo di trasporto/attrezzatura di movimentazione è

segnalata nel 54% dei casi; complessivamente la perdita di controllo dell’agente si riscontra nel

78% dei casi. Residuali sono altre deviazioni come la caduta dall’alto, rotture e crolli, la semplice

presenza, lo spavento.

• Agente della deviazione: le autovetture si collocano al primo posto (39%), seguite da

camioncini, furgoni e camion (17%), motocicli (4%), e biciclette (2%). Il rimanente 38% si

diluisce tra carichi, imballaggi, utensili e materiali di vario genere.

• Contatto: il 65% degli infortuni stradali si conclude con urto o collisione con oggetto in

movimento, dove con urto si intende un incidente passivo, in cui la vittima è immobile e solo

l’agente è in movimento (29%), mentre la collisione avviene tra due entità in movimento (33%).

L’agente implicato è prevalentemente un’autovettura (63%) o un camion e simili (17%).

Nell’11% degli infortuni stradali il contatto è “Schiacciamento in movimento verticale o

orizzontale su/contro un oggetto immobile (vittima in movimento)”, e nel 10% un “Contatto

con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo”.

INFORTUNI MORTALI

66

INFORTUNI MORTALI

Nel comparto Legno si verificano in media poco meno di 5 infortuni mortali all’anno. In realtà, come si

osserva in Tabella 23, gli infortuni mortali hanno conosciuto negli ultimi anni un andamento

altalenante: nel 2000 e nel 2001 si è verificato un numero elevato di eventi mortali, poi diminuiti molto

negli anni successivi, toccando addirittura lo 0 nel 2003. Tra il 2004 e il 2006 si inverte la tendenza, i

mortali si stabilizzano intorno a una media di circa 5 infortuni all’anno, ma nel 2007 sono tornati a un

livello molto alto, come nel 2000.

Sia in Tabella 23 che in Figura 45, si distinguono gli infortuni in itinere da quelli in orario di lavoro.

Gli infortuni mortali in itinere sono circa il 35% dei mortali, in linea con il totale dei comparti della

Regione del Veneto. Escludendo gli infortuni in itinere la situazione del 2007 appare un po’ meno

drammatica, infatti i mortali non in itinere sono pari agli anni precedenti.

NB: il riconoscimento degli infortuni in itinere è stato modificato e reso più facile nel corso del 2000,

quindi quest’anno non è pienamente confrontabile con i successivi.

Tabella 23: Infortuni mortali avvenuti in Veneto per anno nel comparto Legno, distinti per in itinere e non in itinere

INFORTUNI MORTALI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE

Non in itinere 8 3 2 0 3 4 4 4 28 In itinere 0 4 0 0 2 0 1 4 11 TOTALE 8 7 2 0 5 4 5 8 39

Figura 45: Numero assoluto di infortuni mortali distinti per in itinere e in orario di lavoro, per anno, comparto Legno, Veneto

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

non in itinere in itinere

INFORTUNI MORTALI

67

Esaminando la distribuzione degli infortuni mortali per comparto (Figura 46), osserviamo che il

comparto Legno si colloca all’ottavo posto, con il 3,6% degli eventi mortali del Veneto. Il comparto

Costruzioni da solo comprende oltre un quarto dei mortali e un ulteriore 50% è equamente ripartito tra

Trasporti, Metalmeccanica, Servizi e Agricoltura. Se confrontiamo questa distribuzione con quella del

totale infortuni per comparto già osservata in precedenza (Figura 9) osserviamo che essa è differente,

soprattutto per certi comparti che hanno una proporzione di mortali elevata rispetto al totale infortuni,

per esempio il comparto Trasporti. Si può meglio verificare ciò in Figura 47: nel comparto Estrazioni

minerali, che è uno dei comparti più esigui, con solo lo 0,2% del totale infortuni del Veneto, 43

infortuni su 10.000 sono infortuni mortali. Anche il comparto Trasporti ha una proporzione di

infortuni mortali molto elevata (38 su 10.000). Costruzioni, Agricoltura e Industria elettrica si collocano

sopra la media regionale, pari a 12 mortali ogni 10.000 infortuni; il Legno invece si colloca sotto la

media con un rapporto di 9 a 10.000.

Figura 46: Infortuni mortali nei principali comparti del Veneto, anni 2001-2007. Infortuni riconosciuti esclusi in itinere

Costruzioni25%

Trasporti14%

Metalmeccanica12%

Servizi11%

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3%

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INFORTUNI MORTALI

68

Figura 47: Rapporto infortuni mortali/infortuni totali (x 10.000) per comparto del Veneto, anni 2001-2007. Infortuni riconosciuti esclusi in itinere. La linea blu rappresenta la media regionale

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Ritornando ad approfondire il comparto Legno, analizziamo la distribuzione dei mortali per classe di

età (Figura 48): si nota che la frequenza di mortali sul totale degli infortuni aumenta al crescere dell’età,

toccando il massimo nell’età oltre i 65 anni, come si osserva sia nel comparto Legno che nel totale

infortuni della Regione del Veneto. Anche nella classe da 15 a 29 anni tuttavia si registra nel comparto

Legno un picco di infortuni mortali, a differenza del totale infortuni della Regione del Veneto.

Nella Figura 48 è stata distinta la frequenza di mortali sul totale infortuni dal sottoinsieme degli

infortuni mortali in orario di lavoro, cioè esclusi gli infortuni in itinere: la differenza tra i due

sottogruppi si nota soprattutto nella fascia da 30 a 39 anni poiché in essa si colloca il 64% degli

infortuni mortali in itinere. Escludendo questi ultimi essa diventa la classe di età con la minor

proporzione di infortuni mortali.

INFORTUNI MORTALI

69

Figura 48: Rapporto infortuni mortali/infortuni totali (x 10.000) per classe di età, comparto Legno Veneto, anni 2000-2007. Totale infortuni ed esclusi infortuni in itinere

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totale escluso in itinere

Per analizzare le modalità di accadimento degli infortuni mortali si limita il periodo di osservazione agli

anni 2004-2007, in modo da avere maggiore completezza delle informazioni contenute nelle variabili

ESAW. In Tabella 24 si elencano i 15 infortuni mortali avvenuti in questo periodo nel comparto

Legno (non in itinere), ciascuno di essi descritto con il massimo dettaglio possibile relativo alla dinamica

e al tipo di lesione.

L’informazione in realtà non è sempre del tutto completa, infatti le variabili ESAW sono parzialmente o

del tutto assenti in 7 infortuni su 15 e quelle sulla natura e sede della lesione in 2 casi; altre volte, pur

essendo le variabili tutte compilate, non si riesce comunque a comprendere chiaramente la dinamica

dell’evento. Dalla nostra interpretazione di questi casi traiamo le seguenti conclusioni:

3 infortuni sono causati da schiacciamento, e due di essi a causa del crollo di ciò che stava

sopra, cioè una impalcatura o materiale da costruzione (casi n. 2-6-7)

3 morti sono dovute a incidente stradale, di cui uno in autovettura che urta contro un’altra e

uno in bicicletta che viene investita. Il terzo è di dubbia interpretazione (casi n. 9-10-11)

si osservano 2 casi di caduta dall’alto, di cui una dal tetto e una dalla scala portatile (casi n. 3-4),

e 1 probabile caduta in piano (caso n. 1)

1 caso è dato da perdita di controllo di una attrezzatura (convogliatore a nastro; caso n. 8)

1 vittima è colpita dall’utensile (chiave) che si rompe mentre lo usava per la manutenzione

(caso n. 12)

1 caso è probabilmente dovuto a intossicazione da sostanze corrosive o caustiche (caso n. 5)

2 casi di difficile interpretazione sono causati da urto o aggressione con un’altra persona (casi n.

13-14)

la morte è provocata in 6 casi su 15 da lesioni al cranio, soprattutto fratture (4 casi), in 3 casi da

lesioni alla parete toracica e in 2 casi da lesioni agli organi interni.

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LAVORATORI STRANIERI

72

LAVORATORI STRANIERI

Complessivamente, nel periodo esaminato circa il 18% degli infortuni che avvengono nel comparto

Legno coinvolge un lavoratore nato in un paese Estero (informazione ricavata dal Codice Fiscale);

come si nota in Tabella 25, questa percentuale è aumentata progressivamente dal 2000, in cui era pari

al 12%, fino al 2007, in cui supera il 22%.

In realtà il numero assoluto di infortuni di lavoratori stranieri è molto aumentato tra 2000 e 2003, in cui

si è registrato un picco di 671 infortuni (Figura 49); negli anni successivi è diminuito e nel 2006 gli

infortuni riconosciuti sono 618. Da questo andamento consegue una variazione percentuale di infortuni

pari a +30% (2006-2000), mentre gli infortuni di lavoratori nati in Italia sono diminuiti del -38%.

Vediamo in Tabella 25 che la popolazione straniera più rappresentata sono i marocchini (21%), i quali

però dal 2003 stanno diminuendo; è molto aumentata invece la presenza rumena (+119%), che nel

2007 ha superato quella marocchina. La terza popolazione più numerosa è l’albanese, la quale è

aumentata fino al 2004 e poi ha iniziato a diminuire.

Ricordiamo che ciò che stiamo osservando sono gli infortuni sul lavoro, che sono una conseguenza

indiretta del numero di occupati italiani e stranieri in Veneto e sono influenzati sia dalle variazioni nei

flussi migratori, sia dalla diminuzione dell’incidenza di infortuni. Purtroppo non disponiamo di dati

sulla popolazione occupata straniera che ci consentano di calcolare un indice di incidenza separato per

nazionalità; sappiamo però dall’Osservatorio regionale per l’immigrazione2 che i lavoratori stranieri

sono in costante aumento in Veneto (+123% nel 2006 rispetto al 2000), compreso il settore del legno

(+73%; v. Tabella 25), quindi possiamo pensare che anche per i lavoratori stranieri stia diminuendo

l’incidenza di infortuni.

2 Fonte: “Dossier permanente immigrazione, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione (www.venetoimmigrazione.it)

LAVORATORI STRANIERI

73

Figura 49: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere divisi per nazione di nascita dell’infortunato, per anno. Comparto Legno, Regione del Veneto

1.500

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Tabella 25: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere divisi per nazione di nascita dell’infortunato, per anno. Comparto Legno, Regione del Veneto

INFORTUNI – NAZIONE DI NASCITA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %

Var % 2006-2000

ITALIA 3.568 3.276 2.935 2.701 2.548 2.305 2.220 2.035 21.588 82,0% -37,8%ESTERO 476 533 569 671 659 591 618 583 4.700 17,9% 29,8%

MAROCCO 114 129 164 151 126 110 99 95 988 21,0% -13,2%ROMANIA 41 46 55 84 102 93 90 107 618 13,1% 119,5%ALBANIA 52 50 65 85 91 80 67 64 554 11,8% 28,8% SERBIA-MONTEN. 30 35 41 42 32 31 29 24 264 5,6% -3,3% SVIZZERA 45 44 33 34 41 22 23 22 264 5,6% -48,9%SENEGAL 35 34 25 42 32 26 21 14 229 4,9% -40,0%BANGLADESH 11 17 13 22 14 22 30 19 148 3,1% 172,7%INDIA 10 17 14 14 8 19 20 21 123 2,6% 100,0%GHANA 14 21 12 15 13 18 10 15 118 2,5% -28,6%MACEDONIA 10 8 12 14 10 13 25 19 111 2,4% 150,0%

DI C

UI:

TUNISIA 10 14 8 13 11 11 18 17 102 2,2% 80,0% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 26.329 100,0% -29,8%

% STRANIERI 11,8% 14,0% 16,2% 19,9% 20,5% 20,4% 21,8% 22,2% 17,9% 0,0% Occupati stranieri

dipendenti nel Legno-mobilio*

5.591 6.492 7.930 8.822 9.194 9.154 9.674 10.451 67.308 73,0%

* Fonte: “Dossier Permanente immigrazione”, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione

Rispetto agli altri comparti, il Legno si colloca in posizione intermedia quanto alla percentuale di

infortunati stranieri sul totale infortuni, appena sopra alla media regionale che è pari a 16% (Figura 50);

la percentuale di infortunati nati all’estero oltrepassa il 50% nell’industria conciaria, ed è superiore al

20% nell’industria dei metalli, nell’industria chimica e di trasformazione dei minerali.

La distribuzione degli infortunati per età nel comparto Legno (Figura 51) è significativamente diversa

tra nati in Italia e nati all’estero, infatti tra i nati all’estero prevalgono i giovani, tra 25 e 34 anni (40%),

LAVORATORI STRANIERI

74

mentre tra gli infortunati nati in Italia la classe più numerosa è quella tra 45 e 64 anni (30%) e c’è un

discreto numero di infortuni anche oltre i 65 anni (367 casi, 2%).

Non c’è differenza invece per sesso: sia per i nati in Italia che per i nati all’estero le donne infortunate

sono circa il 10% (non mostrato).

Figura 50: Percentuale di infortuni di lavoratori nati all’estero per comparto, Regione del Veneto, anni 2000-2007. La retta orizzontale indica il valore medio regionale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Con

ciar

ia

Met

alli

Chi

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a

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f. M

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ità G

as

Figura 51: Percentuale per età di infortuni riconosciuti esclusi in itinere, divisi per nazione di nascita dell’infortunato, anni 2000-2007. Comparto Legno, Regione del Veneto

0%

10%

20%

30%

40%

50%

15-24 25-34 35-44 45-64 65+

ESTERO ITALIA

LAVORATORI STRANIERI

75

Osservando la percentuale di infortunati nati all’estero per provincia nel comparto Legno (Figura 52),

spicca la provincia di Treviso in cui essa è molto elevata, per la precisione è pari al 25%; al secondo

posto si colloca la provincia di Vicenza con il 17% di infortunati stranieri. Nella provincia di Verona

invece solo il 9% degli infortunati è nato all’estero.

Entrando nel dettaglio di ULSS (Figura 53), osserviamo che le 3 ULSS che compongono la provincia

di Treviso, cioè le ULSS 7-Pieve di Soligo, 8-Asolo e 9-Treviso, hanno tutte una percentuale di

infortunati nati all’estero superiore al 20%; oltrepassa il 20% anche l’ULSS 5-Arzignano, in provincia di

Vicenza. Anche le ULSS limitrofe alla provincia di Treviso, cioè 2-Feltre, 3-Bassano del Grappa, 10-S.

Donà di Piave, 15-Cittadella, hanno una percentuale elevata di infortunati nati all’estero. Le ULSS che

compongono la provincia di Verona invece non sono omogenee, nell’ULSS 20-Verona la percentuale è

elevata, mentre nell’ULSS 21-Legnago è molto bassa (5%).

Figura 52: Percentuale di infortunati nati all’estero per provincia, comparto Legno, anni 2000-2007

LAVORATORI STRANIERI

76

Figura 53: Percentuale di infortunati nati all’estero per ULSS, comparto Legno, anni 2000-2007

In Tabella 26 mostriamo la percentuale di nati all’estero per gruppo di attività: nelle attività riguardanti

la prima lavorazione del legname quasi un quarto degli infortuni colpisce lavoratori nati all’estero,

mentre del settore della lavorazione di materiali affini al legno sono poco meno del 7%.

Tabella 26: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per gruppo di tariffa e nazione di nascita dell’infortunato, comparto Legno, anni 2000-2007

INFORTUNI - GRUPPI TARIFFA Italia Estero Non definito TOTALE % di stranieri

5100 Prima lavorazione legname 1.100 353 4 1.457 24,2%

5200 Falegnameria e restauro 20.243 4.329 36 24.608 17,6%

5300 Materiali affini al legno 245 18 1 264 6,8%

TOTALE 21.588 4.700 41 26.329 17,9%

MALATTIE PROFESSIONALI

77

MALATTIE PROFESSIONALI

In Veneto nel periodo 2000-2007 si sono manifestate e sono state denunciate all’INAIL 16.897 malattie

professionali; di queste il 4,4% è nel comparto Legno (740 casi). Come si può osservare in Figura 54, le

malattie professionali denunciate nel comparto Legno sono aumentate fino al 2002 e poi hanno

cominciato a diminuire, con delle forti oscillazioni negli anni più recenti.

Le malattie professionali che poi sono state riconosciute dall’INAIL sono circa la metà e come si vede

in Figura 54 hanno registrato un picco nel 2003 e successivamente sono diminuite; negli ultimi anni

sembrano essersi stabilizzate poco sotto i 40 casi annui. Il dato 2007 è provvisorio e suscettibile di

aumenti perché al momento attuale il 30% dei casi è ancora in attesa di definizione da parte dell’INAIL.

Il 71% delle malattie denunciate nel comparto Legno sono classificate come “non tabellate”, cioè non

rientranti nelle tabelle del DPR 336/1994 (Tabella 27). Il 22% è una ipoacusia (163 casi dal 2000 al

2007), causata principalmente dalla lavorazione meccanica del legno con seghe circolari (87 casi, 53%),

con seghe a nastro (25 casi, 15%), con piallatrici (20 casi, 12%) e toupies (18 casi, 11%). Al terzo posto

si collocano le malattie cutanee (19 casi, 3%), per metà causate da resine, oligomeri, elastomeri, gomma

arabica, caprolattame. Segnaliamo 5 casi di carcinoma delle cavità nasali e 2 mesoteliomi, le altre

patologie denunciate si possono vedere in Tabella 27.

Nel corso del periodo esaminato si è registrato nel 2002 un picco di malattie non tabellate con oltre 90

malattie denunciate, negli anni successivi queste patologie hanno mantenuto un andamento altalenante;

le ipoacusie denunciate invece sono in costante diminuzione, tranne un picco di 33 casi nel 2003.

Figura 54: Numero assoluto di malattie professionali denunciate e riconosciute dall’INAIL per anno di manifestazione; comparto Legno, Veneto

0

20

40

60

80

100

120

140

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

denunciate riconosciute

MALATTIE PROFESSIONALI

78

Tabella 27: Malattie professionali denunciate per tipo di patologia e anno di manifestazione della malattia; comparto Legno, Regione del Veneto

ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %

Non tabellata 51 71 92 69 67 77 43 55 525 70,9% Ipoacusia 33 28 22 33 15 14 7 11 163 22,0% Malattie cutanee 5 2 1 2 3 4 1 1 19 2,6% Asma da sostanze chimiche 1 1 0 3 1 2 1 1 10 1,4% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 1 0 0 0 0 1 2 5 0,7%

Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 0 1 0 0 2 1 1 5 0,7%

Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 0 0 1 0 0 0 1 0 2 0,3% Asma da sostanze vegetali 1 0 1 0 0 0 0 0 2 0,3% Mesotelioma 0 0 0 0 1 0 0 1 2 0,3% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0,1%

Stagno, tallio, vanadio, zinco, leghe e composti 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0,1%

Sconosciuta 0 0 2 1 0 0 0 2 5 0,7% TOTALE 92 104 120 108 88 99 55 74 740 100,0%

Figura 55: Distribuzione delle malattie professionali denunciate per tipo di patologia nel comparto Legno (cerchio interno) e nel totale comparti del Veneto (cerchio esterno). Anni 2000-2007

Non tabellataIpoacusiaMal. cutaneeMal. osteoarticolariRespiratorieTumoriMesoteliomaIntossicazioniAltro-Sconosciuto

Rispetto agli altri comparti del Veneto, il Legno ha una percentuale più bassa di malattie non tabellate,

infatti sul totale comparti del Veneto esse sono l’80% delle malattie denunciate; presenta invece la più

alta percentuale di ipoacusie, che sul totale comparti del Veneto sono il 6%. Per le altre patologie la

distribuzione è simile (Figura 55).

Tra gli infortuni del comparto Legno le donne vengono coinvolte nel 10% dei casi, le malattie

professionali invece colpiscono una donna nel 17% dei casi (Tabella 28). Questa percentuale è più

elevata in certe patologie: infatti quasi il 60% delle malattie cutanee e il 41% dei casi di asma riguarda

una donna. Scarsissime tra le donne sono invece le ipoacusie (2%).

TOTALE COMPARTI

VENETO

LEGNO

MALATTIE PROFESSIONALI

79

Tabella 28: Malattie professionali denunciate per tipo di patologia e sesso; comparto Legno, Regione del Veneto

SESSO MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE Femmine Maschi TOTALE % femmine Non tabellata 107 418 525 20,4% Ipoacusia 3 160 163 1,8% Malattie cutanee 11 8 19 57,9% Asma da sostanze chimiche 4 6 10 40,0% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 4 5 20,0% Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 5 5 0,0% Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 0 2 2 0,0% Asma da sostanze vegetali 1 1 2 50,0% Mesotelioma 0 2 2 0,0% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 1 0,0% Stagno, tallio, vanadio, zinco, leghe e composti 0 1 1 0,0% Sconosciuta 0 5 5 0,0% TOTALE 127 613 740 17,2%

Nella Tabella 29 mostriamo le malattie denunciate per gruppo di tariffa dal 2000 al 2007; il 93% si

colloca nella falegnameria e restauro, il 6% nella prima lavorazione del legname e l’1% nella lavorazione

di materiali affini al legno. Confrontando questa tabella con quella della distribuzione degli addetti per

gruppo tariffa (Tabella 1) vediamo che sono molto simili, quindi possiamo affermare che le malattie

professionali si distribuiscono in modo omogeneo per gruppo tariffa, con una frequenza leggermente

maggiore nella prima lavorazione del legname.

Tabella 29: Malattie professionali denunciate per gruppo tariffa e anno di manifestazione della malattia; comparto Legno, Regione del Veneto

ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %

5100 Prima lavorazione legname 8 4 11 3 2 6 2 6 42 5,7% 5200 Falegnameria e restauro 83 99 107 105 86 90 50 68 688 93,0% 5300 Materiali affini al legno 1 1 2 0 0 3 3 0 10 1,4% TOTALE 92 104 120 108 88 99 55 74 740 100,0%

Abbiamo già accennato in precedenza che solo il 50% delle malattie denunciate viene riconosciuto:

vediamo infatti in Figura 56 che il 50% delle malattie viene chiuso con definizione negativa; il 33% è

invece definito “Regolare senza indennizzo”, il 12% è “Permanente” e il 5% è “Temporaneo”. Solo 1

malattia ha dato un esito mortale riconosciuto (mesotelioma pleurico).

MALATTIE PROFESSIONALI

80

Figura 56: Tipi di definizione assegnati alle malattie professionali manifestatesi e definite dal 2000 al 2007; comparto Legno, Regione del Veneto

Negativo50,1%

Permanente11,8%

Temporaneo5,3%

Regolare senza Indennizzo

32,7%

Mortale0,1%

Tra le malattie riconosciute, le malattie non tabellate sono il 48%, nonostante tra le denunciate fossero

il 70%: il riconoscimento di una malattia non tabellata infatti è più difficile (dato l’onere della prova a

carico del lavoratore) rispetto a una malattia tabellata (Tabella 30). Tra le malattie non tabellate

denunciate è stato riconosciuto il 33%, mentre le ipoacusie denunciate sono riconosciute nell’86% dei

casi e le altre patologie vengono riconosciute quasi interamente. Sostanzialmente le conclusioni che

possiamo trarre da questa tabella non differiscono da quelle della Tabella 27. Più interessante è la

Tabella 31, nella quale la classificazione delle patologie usata è un codice sanitario affine alla

classificazione ICD IX, che negli archivi INAIL è presente solo nelle malattie definite. Questo codice è

utile soprattutto per identificare dal punto di vista clinico le patologie non tabellate: vediamo infatti che

in Tabella 31 emergono un centinaio di ipoacusie in più e 68 malattie osteoarticolari e angioneurotiche,

che nella tabella precedente erano nascoste all’interno della generica categoria delle malattie non

tabellate. Con questa classificazione le ipoacusie vengono a rappresentare il 67% delle malattie

professionali nel comparto Legno, le malattie osteoarticolari e angioneurotiche il 19% e le malattie

cutanee il 6%.

Le ipoacusie negli anni tra 2000 e 2003 sono un numero elevato, tra 35 e 40 casi annui, con un picco di

49 nel 2003; negli anni successivi diminuiscono notevolmente, mantenendosi intorno ai 20 casi all’anno.

Le malattie osteoarticolari invece aumentano fino al 2002, poi si mantengono quasi costanti sui 10-12

casi annui. Le malattie cutanee riconosciute sono mediamente circa 3 all’anno, e così le malattie

respiratorie. I tumori riconosciuti sono 1-2 all’anno a partire dal 2004.

MALATTIE PROFESSIONALI

81

Tabella 30: Malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione del DPR 336/1994 e anno di manifestazione; comparto Legno, Regione del Veneto

ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %

Non tabellata 8 22 28 28 27 18 24 18 173 48,1% Ipoacusia 29 27 19 31 13 11 7 4 141 39,2% Malattie cutanee 5 2 1 3 3 3 1 1 19 5,3% Asma da sostanze chimiche 1 1 0 3 1 2 1 1 10 2,8% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 1 0 0 0 0 1 1 4 1,1%

Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 0 0 0 0 2 1 1 4 1,1%

Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 1 0 1 0 0 0 1 0 3 0,8% Asma da sostanze vegetali 2 0 1 0 0 0 0 0 3 0,8% Mesotelioma 0 0 0 0 1 0 0 1 2 0,6% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0,3%

TOTALE 47 54 50 65 45 36 36 27 360 100,0%

Tabella 31: Malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione per codice sanitario e anno di manifestazione; comparto Legno, Regione del Veneto

ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE

Ipoacusia 33 42 34 47 28 21 22 11 238 Sindromi labirintiche ed altri disturbi vestibolari 1 0 0 0 0 0 0 0 1 Sordità 0 0 0 0 0 0 0 1 1 TOTALE Disturbi dell’udito 34 42 34 47 28 21 22 12 240 Malattie dei tendini ed affezioni delle sinoviali, tendini 1 1 2 6 3 6 4 4 27

Altre neuropatie periferiche 2 2 4 2 2 0 1 1 14 Affezioni dei muscoli, legamenti, aponeurosi e tessuti molli 0 3 4 4 1 0 1 1 14

Artrosi ed affezioni correlate 0 0 1 0 1 2 2 0 6 Affezione dei dischi intervertebrali 0 0 1 0 1 0 1 0 3 Altre affezioni osteo-muscolari 0 0 0 0 2 0 0 0 2 Altre neuropatie infiammatorie e tossiche 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Osteocondropatie 0 0 0 0 1 0 0 0 1 TOTALE Mal. Osteoarticolari e angioneurotiche 3 6 12 12 11 8 9 7 68

Dermatite da contatto ed altri eczemi 5 3 2 3 3 3 0 2 21 Asma 5 2 1 3 1 2 2 2 18 Altre malattie dell'apparato respiratorio 0 0 1 0 0 0 1 0 2 Affezioni croniche del rinofaringe e dei seni paranasali 0 0 0 0 0 0 1 0 1

TOTALE Mal. Respiratorie 5 2 2 3 1 2 4 2 21 Tumore maligno delle cavità nasali, orecchio medio e seni 0 0 0 0 0 2 1 1 4

Tumore maligno della pleura 0 0 0 0 1 0 0 1 2 TOTALE Tumori 0 0 0 0 1 2 1 2 6 Sconosciuto - altro 0 1 0 0 1 0 0 2 4 TOTALE 47 54 50 65 45 36 36 27 360

In Figura 57 confrontiamo la distribuzione per tipo di patologia delle malattie professionali nel

comparto Legno e nel totale dei comparti della Regione del Veneto: nel Legno le ipoacusie sono

presenti in misura molto maggiore rispetto alla media regionale (67% contro 44%), mentre le altre

patologie, di conseguenza, sono in proporzione meno frequenti, anche se non sono distribuite allo

stesso modo.

MALATTIE PROFESSIONALI

82

Figura 57: Distribuzione delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione per codice sanitario nel comparto Legno (cerchio interno) e nel totale

comparti del Veneto (cerchio esterno). Anni 2000-2007

Mal. udito

Mal. osteomuscolari

Mal. respiratorie

Mal. cutanee

Tumori

Mal. sistema nervoso

Altro

TOTALE COMPARTI

VENETO

LEGNO

CONCLUSIONI

83

CONCLUSIONI

Il comparto

Il comparto Industria del Legno è un comparto che rappresenta poco più del 3% del tessuto

produttivo del Veneto sia come PAT che come numero di addetti.

Pur essendo poco rilevante come numero di addetti, è molto importante dal punto di vista

economico perché produce un saldo attivo tra importazione ed esportazione di circa 3.100 milioni

di euro all’anno, pari a un terzo del saldo attivo dell’intero sistema produttivo del Veneto.

Le indicazioni ricavabili dagli archivi aziende INAIL ci informano che tra il 2000 e il 2007 il numero

di PAT è diminuito del 7,5%, mentre il numero di addetti aumenta fino al 2004 e diminuisce

improvvisamente negli anni 2005-2006, con una variazione complessiva di +2%

Nelle piccole aziende fino a 15 dipendenti si osserva una riduzione del numero di addetti anche del

10%, compensata da un aumento dei dipendenti nelle grandi aziende.

L’attività produttiva che più si è ridotta è la lavorazione di materiali affini al legno (-22%); la prima

lavorazione del legname nel complesso si è mantenuta stabile (-2%), con un calo di addetti del 18%

nella prima lavorazione dei tronchi e un aumento nella produzione di tranciati, sfogliati e pannelli di

legno. Per quanto riguarda la falegnameria e restauro (+3%), da osservare una diminuzione del 9%

degli addetti della produzione artigianale di mobili e arredamenti e un aumento del 12% di quella

industriale.

Complessivamente nel comparto Legno gli artigiani rappresentano circa il 26% della forza lavoro

assicurata e tra il 2000 e il 2006 sono diminuiti del 12%. I dipendenti sono quindi il 74% e sono

aumentati dell’8% tra il 2000 e il 2006.

L’andamento degli infortuni

Nel comparto Legno nel 2006 sono stati riconosciuti dall’INAIL 2.840 infortuni sul lavoro.

All’inizio del periodo esaminato in questo studio, cioè nel 2000, il numero assoluto di infortuni era

di 4.048, nel corso degli anni quindi si è ridotto di circa il 30%.

Conseguentemente, l’indice di incidenza è diminuito di oltre 20 punti ma rimane comunque

rilevante: oltre 50 infortuni ogni 1000 addetti contro una media regionale inferiore a 30‰. Esso è

più elevato rispetto alla maggioranza dei comparti; si colloca alla pari con la metalmeccanica e le

costruzioni, inferiore solo a industria dei metalli, agrindustria, estrazioni minerali, trasformazioni

minerali e industria della gomma.

CONCLUSIONI

84

La gravità

Per la quantificazione della gravità degli infortuni sono stati proposti due indicatori: l’indice di

gravità secondo la norma UNI 7249 e la percentuale di infortuni gravi sul totale infortuni. L’indice

di gravità è molto diminuito nel 2001 e poi è rimasto stazionario. La percentuale di gravi invece è in

continuo aumento sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti, passando dal 16,7% al 21%

nel comparto Legno. Questo indicatore è molto maggiore nel comparto Legno che nella

metalmeccanica e inferiore solo ad agricoltura, trasporti, estrazioni minerali, costruzioni ed

elettricità-gas-acqua.

Commento agli indicatori di incidenza e gravità

La lettura integrata degli indicatori di incidenza e di gravità ci fa ipotizzare che l’incidenza di

infortuni nel comparto Legno sia realmente diminuita, ma non nella misura rilevata dall’indicatore,

che viene distorto dalla possibile sottonotifica degli infortuni lievi: infatti gli infortuni gravi, pur

essendo diminuiti, presentano una riduzione di entità inferiore.

La dimensione dell’azienda è risultata incidere sul fenomeno infortunistico, combinata

probabilmente al fenomeno della sottonotifica, anch’essa correlata alla dimensione aziendale: nelle

piccole aziende l’incidenza di infortuni è più bassa, ma anche più stabile nel tempo, mentre nelle

grandi aziende l’incidenza era molto più elevata a inizio periodo ma è diminuita di più negli anni

successivi. Al contrario, la gravità (come percentuale di casi gravi) è mediamente più bassa nelle

grandi aziende e pur aumentando in tutte le classi, l’incremento tende a essere meno marcato presso

le aziende grandi.

Analisi per territorio

La provincia in cui si colloca il maggior numero di addetti del comparto Legno (41% degli addetti

del Veneto) e, di conseguenza, anche il maggior numero di infortuni (41% degli infortuni del Legno

del Veneto) è la provincia di Treviso.

L’ULSS dove il comparto Legno è più rilevante sia come addetti che come infortuni è l’ULSS 9-

Treviso (20% degli addetti; 20% degli infortuni).

La provincia con l’incidenza più elevata è la provincia di Vicenza (51‰), seguita da Treviso (50‰)

e Belluno (49‰). Vicenza è anche la provincia in cui l’incidenza diminuisce meno (-14 punti),

mentre la provincia di Belluno è la provincia in cui diminuisce di più l’incidenza di infortuni (-35

punti).

Nel 2006 alla provincia di Vicenza spetta anche il triste primato della più alta percentuale di

infortuni gravi (28%) seguita dalla provincia di Rovigo (25%); in quest’ultima provincia negli anni

CONCLUSIONI

85

tra 2002 e 2004 la proporzione di gravi è stata altissima, circa il 30%, riducendosi in seguito. Le

percentuali di gravi mediamente più basse si osservano nelle province di Treviso e Verona.

In base al Rapporto Standardizzato di incidenza, che valuta l’incidenza di infortuni al netto della

diversa distribuzione delle attività produttive, risultano avere un’incidenza significativamente

superiore alla media regionale le ULSS 4-Thiene, 7-Pieve di Soligo, 3-Bassano, 21-Legnago.

Risultano invece significativamente al di sotto della media regionale le ULSS: 1-Belluno, 6-Vicenza,

16-Padova, 17-Este, 18-Rovigo, 19-Adria.

Il risultato del Rapporto Standardizzato conferma le conclusioni ottenibili con l’indice di incidenza

grezzo, eccetto che per l’ULSS 1-Belluno, che con il Rapporto Standardizzato si colloca sotto la

media regionale nonostante avesse un’incidenza grezza molto elevata, e l’ULSS 21-Legnago, che

con il Rapporto Standardizzato si colloca sopra la media, nonostante avesse un’incidenza grezza

molto bassa. In queste due ULSS quindi il valore dell’incidenza grezza è giustificato dalla diversa

distribuzione di lavorazioni ad alto o basso rischio.

Il Rapporto Standardizzato però valuta solo l’incidenza di infortuni e non la gravità: alcune ULSS

con un SR nettamente inferiore a 1 (6-Vicenza, 16-Padova, 18-Rovigo) sono ULSS con un’alta

proporzione di gravi, molto superiore alla media. Un valore così basso dell’incidenza in queste

ULSS potrebbe essere dovuto alla mancata notifica degli infortuni lievi.

La mobilità dei lavoratori e/o l’accentramento contributivo non causano rilevanti variazioni sui tassi

di incidenza, tranne che per la provincia di Venezia. A livello di ULSS la mobilità è più ampia e così

l’effetto sui tassi è più consistente, in particolare per l’ULSS 12-Veneziana.

Malattie professionali

Riguardo alle malattie professionali, le denunce stanno diminuendo dopo aver registrato in picco di

120 casi nel 2003, tuttavia l’andamento è altalenante e richiede cautela per gli anni più recenti (dati

ancora non consolidati). Tra le malattie riconosciute dall’INAIL, i due terzi sono ipoacusie e altri

disturbi dell’udito, in diminuzione dal 2004; le malattie osteoarticolari e angioneurotiche, che

costituiscono il 19% delle patologie riconosciute, invece aumentano fino al 2002, poi si

mantengono quasi costanti sui 10-12 casi annui. Le malattie cutanee riconosciute sono mediamente

circa 3 all’anno, e così le malattie respiratorie. I tumori riconosciuti sono 1-2 all’anno a partire dal

2004; tra essi si conteggiano 4 tumori maligni delle cavità nasali e 2 tumori della pleura.