Gli indicatori di salute ai tempi della crisi in Italia · a breve termine impatto negativo sulla...

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Gli indicatori di salute ai tempi della crisi in Italia Giuseppe Costa, Michele Marra, Stefania Salmaso; Gruppo AIE su crisi e salute Epidemiol Prev 2012; 36 (6): 337-366 (free) Massimiliano Giraudo OJC - 15 marzo 2013

Transcript of Gli indicatori di salute ai tempi della crisi in Italia · a breve termine impatto negativo sulla...

Gli indicatori di salute ai tempi della crisi in Italia

Giuseppe Costa, Michele Marra, Stefania Salmaso; Gruppo AIE su crisi e salute

Epidemiol Prev 2012; 36 (6): 337-366 (free)

Massimiliano GiraudoOJC - 15 marzo 2013

Contesto

L’Italia sta attraversando la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi, una crisi alla quale l’Italia potrebbe risultare piùvulnerabile per via:

a) della dimensione del suo debito pubblico sul piano finanziario

b) della sua resistenza all’innovazione sul lato economico

c) dell’inadeguatezza del welfare sul piano sociale

La crisi minaccia di compromettere tutte le dimensioni del benessere di una popolazione, di cui la salute è quella giudicata più importante.

Le misure di austerità intraprese dal governo per far fronte alla crisi esigono razionamenti della spesa pubblica che aggiungono ulteriore pressione alla sostenibilità sociale della situazione.

Obiettivo

L’articolo cerca dimettere a fuoco i principali meccanismiattraverso cui la crisi e le risposte alla crisi possono influenzare la salute

1. identificare gli indicatori che dovrebbero essere monitorati per garantire la capacità delle persone, delle comunità e dell'ambiente di promuovere e mantenere la salute, e la capacità del sistema sanitario di proteggerla in modo sostenibile.

2. Contemporaneamente l’articolo proverà a raccogliere i primi dati già disponibili per questi indicatori in modo da tentare un primo bilancio di salute della crisi.

Cosa si impara dalle crisi precedenti ?

grande depressione del 1929-32

il secondo dopoguerra

la crisi sovietica dopo il crollo del muro

alternanti fasi recessive europee e di altri continenti

crisi petrolifera degli anni Settanta

Nel XX secolo

Cicli economici POSITIVI

a breve termine impatto negativo sulla salute

inquinamento – incidenti stradali – infortuni sul lavoro stili di vita rischiosi

a lungo termine impatto positivo sulla salute SE la distribuzione della ricchezza è equa

Cosa si impara dalle crisi precedenti ?

Cicli economici NEGATIVI

a breve termine impatto positivo sulla saluteinquinamento – incidenti stradali – infortuni sul lavoro

stili di vita rischiosi

impatto negativo sulla saluteperdita o insicurezza nel lavoro e nel reddito effetto sulla salute mentale

a lungo termineNelle crisi più gravi, con il collasso delle istituzioni e dell’assistenza pubblica

cadute tragiche nella speranza di vita

L’impatto sulla salute degli interventi di controllo e governo dei cicli economici è stato poco studiato.

Impatto sulla salute

L’impatto sulla salute degli interventi di controllo e governo deicicli economici è stato poco studiato.

Confondenti di cui tenere conto in questa analisi:

1. Le innovazioni della medicina (in termini di diagnosi e cura) sono prevalentemente indipendenti dai cicli economici, però sono in grado di cambiare significativamente la storia naturale delle malattie, modificando incidenza sopravvivenza e disabilità delle persone e delle popolazioni

Impatto sulla saluteConfondenti di cui tenere conto in questa analisi:2. L’offerta di assistenza sanitaria non è indipendente dal ciclo

economico, perché sia il Servizio sanitario nazionale sia la sanitàprivata risentono della limitazione nella disponibilità di risorse pubbliche e private in tempi di crisi, dunque può essere:

parte del problema nella misura in cui le azioni di razionamento dell’offerta per contenere i costi del sistema pubblico potrebbero diminuire il grado di tutela della salute con conseguenze sfavorevoli sugli indicatori di qualità ed esito delle malattie.

parte della soluzione nella misura in cui il sistema sanitario (pubblico) viene usato di proposito in chiave anticiclica, sia per moderare gli effetti sfavorevoli della crisi sul benessere sia per sostenere l’occupazione, la ricerca e lo sviluppo in un momento di recessione.

Rapporto crisi - salute

Sarebbe velleitario pensare al rapporto tra crisi e salute ignorando le principali forze di pressione che agiscono sul contesto e che spesso

sono dei vincoli difficilmente modificabili dalle politiche congiunturali.

1. La globalizzazione aumento della dipendenza economica da altri

2. La demografia

crescente dipendenza, che minaccia la sostenibilità

indici di dipendenza degli anziani spesa pensionistica

Baby boomer

condizioni di vita favorevoli livelli di salute migliori

minore pressione sui costi sanitari

Determinanti distali

I determinanti distali della salute, sono quelli più sensibili alla crisi.

lavoro, povertà, servizi su cui agiscono le misure di austerità della crisi

dimensioni definite dal progetto BESIl progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa del Cnel e dell’Istat – si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità.

http://www.misuredelbenessere.it/

BES

http://www.misuredelbenessere.it/index.php?id=49

http://www.istat.it/it/files/2013/03/Indicatori-Variazioni.jpg?title=Rapporto+Bes+2013+-+11%2Fmar%2F2013+-+Le+tendenze+del+benessere.jpg

BES

http://www.istat.it/it/files/2013/03/Indicatori-Variazioni.jpg?title=Rapporto+Bes+2013+-+11%2Fmar%2F2013+-+Le+tendenze+del+benessere.jpg

BES

Determinanti distali

Coesione sociale

Strade indirette

che incidono

sulla salute

La crescita (o la decrescita) influenzano l’ambiente

La crescita (o la decrescita) influenza le

risorse disponibili per…

Risorse materiali

disponibili –

insicurezza economica

Disoccupazione - precarietà

Benessere economico

Report ISTAT: CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 11 marzo 2013

Nel 2012 il valore del Pil è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% nei confronti del quarto trimestre del 2011.

La caduta dell’ultimo anno ha quasi annullato la risalita dei 2 anni precedenti.

Benessere economico

Report ISTAT: CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 11 marzo 2013

LE CAUSE DELLA CADUTA DEL PIL

Benessere economico

Report ISTAT: CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 11 marzo 2013

LE CAUSE DELLA CADUTA DEL PIL

Benessere economico

Report ISTAT: CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 11 marzo 2013

L’andamento del PIL negli altri paesi

In termini congiunturali il PIL è rimasto stazionario in Giappone e negli Stati Uniti, è diminuito dello 0,6% in Germania e dello 0,3% in Francia e nel Regno Unito.

In termini tendenziali, si sono registrati aumenti dell’1,6% negli Stati Uniti, dello 0,4% in Germania, dello 0,3% nel Regno Unito, dello0,2% in Giappone e una diminuzione dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il PIL dell’area dell’euro è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nel confronto con lo stesso trimestre del 2011.

Benessere economico

IN CONCLUSIONE

Gli indicatori macroeconomici di sviluppo hanno segno negativo, ma il loro impatto atteso sulla salute potrebbe essere meno importante di quanto non sarebbe il peggioramento delle disuguaglianze di reddito la cui determinazione tuttavia è meno accurata e tempestiva.

Lavoro

Report ISTAT: OCCUPATI e DISOCCUPATI 1 marzo 2013

Tasso di occupazione

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maschi femmine totale

•Tra il 2011 e il 2012 l’occupazione italiana cala di 151.000 unità, con il tasso di occupazione che si attesta al 56,4% (-0,1 punti percentuali).

•La discesa del numero degli occupati italiani riguarda i 15-34enni e i 35-49enni, mentre prosegue la crescita degli occupati con almeno 50 anni, presumibilmente a motivo dell’inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione.

Lavoro

Report ISTAT: OCCUPATI e DISOCCUPATI 1 marzo 2013

•L’occupazione straniera aumenta di 83.000 unità, ma il tasso di occupazione scende dal 62,3% al 60,6%. Nella media del 2012 il calo dell’indicatore interessa la sola componente maschile (dal 75,4% al 71,5%), a fronte del leggero incremento segnalato per le donne (dal 50,5% al 50,8%).

•Il calo dell’occupazione interessa i dipendenti a tempo indeterminato (-99.000 unità, pari a -0,7%) e gli indipendenti (-42.000 unità, pari a -0,7%), mentre aumentano i dipendenti a termine (72.000 unità, pari a +3,1%).

•Nell’industria in senso stretto, dopo il contenuto recupero del 2011, l’occupazione torna a diminuire con un calo di 83.000 unità (-1,8%), che coinvolge il Centro-nord e soprattutto le imprese di medie dimensioni. Nelle costruzioni prosegue la flessione, con un calo di 93.000 unità (-5,0%), che interessa tutte le ripartizioni e in particolare il Mezzogiorno. Gli occupati del terziario crescono su base annua di 109.000 unità(+0,7%).

•Alla nuova discesa dell’occupazione a tempo pieno (-423.000 unità, pari a -2,2%), fa seguito l’ulteriore incremento di quella a tempo parziale (355.000 unità, pari a +10,0%). L’incidenza di quanti svolgono part time involontario sale dal 53,3% del 2011 al 57,4% del 2012.

Lavoro

Report ISTAT: OCCUPATI e DISOCCUPATI 1 marzo 2013

Tasso di disoccupazione

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T2-2

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T4-2

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maschi femmine totale

• Aumento di 636.000 unità (+30,2%)

•L’incremento coinvolge in più della metà dei casi persone con almeno 35 anni ed è dovuto in quasi sei casi su dieci a quanti hanno perso la precedente occupazione. L’incidenza della disoccupazione di lunga durata(dodici mesi o più) sale dal 51,3% del 2011 al 52,5% del 2012.

•Nella media del 2012, il tasso di disoccupazione raggiunge il 10,7% in confronto all’8,4% di un anno prima. L’incremento interessa entrambe le componenti di genere e tutto il territorio, in particolare il Mezzogiorno, dove arriva al 17,2%.

•Il tasso di disoccupazione aumenta anche per la componente straniera, passando dal 12,1% del 2011 al 14,1% del 2012. L’indicatore sale dal 10,2 al 12,7% per gli uomini e dal 14,5% al 15,7% per le donne.

•Il tasso di disoccupazione giovanile cresce di 6,2 punti percentuali, arrivando al 35,3%, con un picco del 49,9% per le giovani donne del Mezzogiorno.

Lavoro

Report ISTAT:RETRIBUZIONI DI FATTO E COSTO DEL LAVORO 12 marzo 2013

PREZZI AL CONSUMO 12 marzo 2013

Nel 2011: + 2,8%Nel 2011: + 1,4%

http://www.istat.it/it/files/2013/03/Indicatori-Variazioni.jpg?title=Rapporto+Bes+2013+-+11%2Fmar%2F2013+-+Le+tendenze+del+benessere.jpg

BES

Lavoro

IN CONCLUSIONE

Il contributo del determinante distale «lavoro» dovrebbe essere quello di potenziale maggiore impatto per l’effetto della crisi sulla salute sia a causa della maggiore precarietàdel posto di lavoro, sia per la minore qualità del rapporto di lavoro sia per il possibile peggioramento delle condizioni di lavoro.

EFFETTI SULLA SALUTE – indicatori a breve termine

Gli esiti di salute spaziano dalla salute soggettiva, alla salute fisica, alla salute mentale, all’infortunistica e alla mortalità.

Le precedenti crisi meglio studiate suggeriscono che:

La salute soggettiva e psichica potrebbero peggiorare per effetto di stress da crisi.L’assenteismo potrebbe diminuire e il presenteismo aumentare.La salute mentale dovrebbe peggiorare con un aumento degli episodi di violenza, di omicidio, di suicidio e tentato suicidio e di consumo di ansiolitici e antidepressivi e depressione.La morbosità che potrebbe subire conseguenze sfavorevoli (in particolare infarto da stress e salute mentale).La mortalità e la morbosità da incidenti dovrebbe essere influenzata in senso positivo dalla diminuzione degli infortuni su strada e lavoro dalla minore pressione della mobilitàmotorizzata e della macchina produttiva.

I suicidi

Il flusso informativo su suicidi e tentati suicidi, di fonte giudiziaria ha livelli di completezza e accuratezza non ben validati, soprattutto nella parte delle motivazioni dell’atto, tanto che l’ISTAT ne ha dismesso la pubblicazione.

Tuttavia gli autori dell’analisi sostengono che i limiti della fonte sono rimasti invariati nel tempo e che, quindi, l’andamento temporale osservato dovrebbe riflettere un genuino aumento degli eventi in corrispondenza degli anni della crisi.

EFFETTI SULLA SALUTE – indicatori a breve termine

CONCLUSIONE