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Cosa è un impianto a fluido?
Un impianto a fluido è un impianto in grado di
trasformare l’energia posseduta da un fluido
(aria, olio, ecc.) compresso in una azione
meccanica (forza).
Fasi di un impianto a fluido
In un impianto a fluido possono essere distinte
tre fasi:
prima fase: trasformazione di una certa
forma di energia in un’altra di tipo differente
che chiameremo energia fluida;
seconda fase: controllo dell’energia;
terza fase: trasformazione dell’energia fluida
in lavoro meccanico.
Classificazione degli impianti a fluido
A seconda del fluido utilizzato gli impianti si
dividono in:
IMPIANTI PNEUMATICI: utilizzano l’aria
come fluido;
IMPIANTI OLEODINAMICI: utilizzano l’olio
come fluido.
Caratteristiche degli impianti pneumatici
Negli impianti pneumatici il fluido utilizzato è l’aria.
In tali impianti:
il gruppo generatore è costituito da un compressore
che avrà il compito di aumentare la pressione
dell’aria;
il gruppo di controllo farà assumere al fluido
determinati valori di pressione e di portata e avrà il
compito di distribuirlo ove necessario;
il gruppo di utilizzo sarà costituito da attuatori di tipo
diverso a seconda degli impieghi dell’impianto.
L’aria
L’aria è composta da una miscela di gas
(Azoto – Ossigeno – Argon – Anidride
carbonica), vapore d’acqua e particelle solide
in sospensione.
E’ trasparente, incolore, inodore, cattiva
conduttrice di calore e di elettricità.
Il Calore
Il calore è una forma di energia, che può
essere trasformata in lavoro, tanto più
completamente quanto maggiore è la sua
temperatura.
La Temperatura
La temperatura è una grandezza che
condiziona l’utilizzazione del calore ossia la
sua trasformazione in lavoro.
Può essere quindi considerata una
grandezza che ne condiziona l’utilizzazione o
anche un indice della “qualità” dell’energia
disponibile.
Unità di misura del calore L’unità di misura del calore nel sistema
tecnico è la Kilocaloria (kcal) definita come la
quantità di calore che si deve somministrare
ad un kilogrammo di acqua distillata per
elevare la sua temperatura da 14.5 a 15.5 °C.
Nel sistema internazionale l’unità di musira
del calore è il Joule
1 kcal = 4186 J = 4,186 kJ
1 kcal = 427 kgf m
Le scale termometriche La misurazione della temperatura richiede la definizione di una unità di misura. Varie sono le unità di misura proposte e di conseguenza sono molte le scale termometriche adottate.
Tutte le scale termometriche si fondano su due temperature invariabili e perfettamente determinate, cui vengono assegnati valori diversi da scala a scala.
Le due temperature fisse sono:
Temperatura dell’acqua distillata in fase di solidificazione (Temperatura del ghiaccio fondente);
Temperatura dell’acqua distillata in fase di ebollizione.
Le scale termometriche
Le scale termometriche più utilizzate sono:
• Scala Celsius o centigrada;
• Scala Kelvin o assoluta;
• Scala Fahrenheit.
Il passaggio da una scala all’altra
Dalla proporzione esistente tra la scala centigrada e la Fahrenheit
°C : 100 = (°F – 32) : 180
si ricava:
°C= (°F – 32) x 100 / 180
°F= (°C x 180/100) + 32
°K = 273.16 + °C
°C = °K – 273.16
Calore specifico
Il calore specifico ( C) fi un corpo (solido o
liquido) viene definito come la quantità di
calore che occorre somministrare all’unità di
massa di esso per elevarne la temperatura di
1 °C.
Si misura in Kcal/kg °C ( 4,186 kJ/kg °C)
Calore specifico medio
Il calore specifico di una sostanza non ha un
valore costante, ma cresce lentamente
all’aumentare della temperatura. Nei calcoli
occorre quindi considerare un calore
specifico medio Cm.
Detta m la massa del corpo, se vogliamo
aumentare la sua temperatura da t1 a t2
dovremo somministrare una quantità di
calore
Q = m Cm (t2 - t1)
Da cui: Cm = Q / [m (t2 - t1)]
e per l’unità di massa del corpo: Cm = Q / (t2 - t1)
Il calore specifico medio di un corpo nell’intervallo di
temperatura compreso fra t1 e t 2 si può quindi definire come il
rapporto tra la quantità di calore Q da somministrare all’unità di
massa per ottenere l’aumento di temperatura da t1 a t2, e
l’intervallo stesso di temperatura.
La pressione
I gas sono costituiti da molecole che si muovono in continuazione. Se il gas è contenuto in un recipiente le molecole, nel loro cammino, vanno ad urtarne le pareti. Ogni urto rappresenta una forza esercitata sulla parete. La somma di tutte queste forze elementari esercitate su una superficie rappresenta la pressione.
Unità di misura:
Pascal: 1 Pa = 1 N/ 1 m2 = 1.02 * 10-5 kg/ cm2
bar: 1 bar = 105 Pa = 1.02 kg/ cm2
Kg/cm2: 1Kg/cm2 = 9.8 * 10-4 Pa = 9.8 * 10-1 bar
Stati fisici della materia
Con stato della materia (o stato di
aggregazione) si intende una classificazione
convenzionale degli stati che può assumere
la materia a seconda delle
proprietà meccaniche che manifesta.
La distinzione tra gli stati della materia viene storicamente
fatta basandosi sulle seguenti differenze qualitative:
un materiale allo stato solido ha un volume e
una forma propria;
un materiale allo stato liquido ha un volume proprio, ma
acquisisce la forma del recipiente che lo contiene;
un materiale allo stato aeriforme (o gassoso) non ha né
volume né forma propria, ma si espande fino a occupare
tutto lo spazio disponibile.
Nella scienza moderna in realtà questa semplice classificazione
risulta inadeguata a descrivere esaustivamente le numerose
possibilità che ha la materia di organizzarsi.
Il plasma è stato probabilmente il primo nuovo stato della materia ad
essere aggiunto a questa catalogazione, ma ce ne sono molti altri, i
quali compaiono in condizioni particolari di temperatura e pressione.
Le grandezze fondamentali
Lo stato fisico di un aeriforme è
completamente definito quando siano noti i
valori delle tre grandezze fondamentali che lo
caratterizzano:
Pressione, volume e Temperatura
Volume specifico e Densità Si definisce volume specifico (v) il volume
dell’unità di massa della sostanza:
v = V / m
dove V è il volume della sostanza ed m la sua
massa
Si definisce densità (ρ) il rapporto fra la massa
e il volume della stessa sostanza:
ρ = m / V
Avremo:
ρ = 1/ v e v = 1/ ρ
Le leggi di Gay Lussac
Prima legge:
Regola la variazione di volume di un gas perfetto, quando venga ad esso somministrato calore con conseguente aumento della temperatura, mantenendo la pressione costante
vt = v0 (1 + t) con p = costante
dove:
= coefficiente di dilatazione = 0.0036608 = 1/273.16
vt = volume alla temperatura di t°C
v0 = volume alla temperatura di 0°C
Seconda legge:
Regola la variazione di pressione di un gas perfetto, quando venga ad esso somministrato calore con conseguente aumento della temperatura, mantenendo il volume costante
pt = p0 (1 + ’ t) con v = costante
dove
’ = coefficiente di tensione 1 / 273.16
pt = pressione alla temperatura di t°C
p0 = pressione alla temperatura di 0°C
La legge di BOYLE – MARIOTTE
Il prodotto tra il volume di una massa di gas e
la pressione cui il gas è sottoposto è costante
nel caso in cui si mantenga costante la
temperatura:
p v = costante con T = costante
L’equazione caratteristica dei gas
p v = R T
dove R è una costante dipendente esclusivamente dalla natura dei gas.
p dovrà essere espresso in Pascal, T in gradi Kelvin
Es: determinare il volume specifico dell’aria alla pressione atmosferica e alla temperatura di 15°
P = 101 325 Pa; T = 273 + 15 = 288 °K; R = 287
v = R T / p = 287 * 288 /101 325 = 0.816 m3 / kg
Principio dell’equivalenza
Se il calore è una forma di energia, esso potrà
essere trasformato in energia di tipo diverso
o in lavoro meccanico. Il principio della
conservazione dell’energia ci conferma che in
questa trasformazione rimane costante il
rapporto tra la quantità di energia che
scompare sotto forma di calore e quella che
compare sotto forma di lavoro.
Q / L = A
Q = A L
dove:
Q: quantità di calore impiegato nella
trasformazione
L : Lavoro conseguente alla trasformazione
A: costante di proporzionalità definita
equivalente termico del lavoro
A = 1/4186 kcal/J
A = 1/427 kcal/kgf m
Primo principio della termodinamica
Se ad una sostanza qualsiasi viene
somministrata una quantità di calore Q,
otterremo, in genere, un aumento di
temperatura ed un incremento di volume ed
un incremento della sua energia interna. Di
contro ad una sottrazione di calore
corrisponde una riduzione sia del volume che
della temperatura e nel complesso un
decremento dell’energia interna della
sostanza.
Se ad una sostanza qualsiasi viene
somministrata una quantità di calore Q, parte
di questo produrrà lavoro esterno di
dilatazione (L) e parte servirà a compiere il
lavoro necessario ad aumentare l’energia
interna dal valore iniziale U1 al valore finale
U2.
Di contro una sottrazione di calore alla
sostanza in questione deriverà in parte dal
lavoro () compiuto sul fluido ed in parte dalla
diminuzione dell’energia interna.
Q = U2 – U1 + AL
primo principio della termodinamica
Le Trasformazioni Termodinamiche
Lo stato termodinamico di un gas (perfetto) è determinato dalle
sue variabili di stato:
Pressione, Volume, Temperatura, n moli
Affinché esse siano determinate è necessario che il gas sia in
equilibrio termico, non ci devono essere moti turbolenti e ogni
grandezza deve essere costante almeno per un determinato
intervallo di tempo.
Le varabili di stato soddisfano l’eq:
P V = n R T
Quando un sistema passa da uno stato termodinamico A
ad uno stato termodinamico B si ha una trasformazione
termodinamica
Gli stati termodinamici e le trasformazioni possono essere
rappresentate in un diagramma Pressione-Volume (piano
di Clapeyron)
Gli stati termodinamici sono rappresentati da PUNTI le
trasformazioni da LINEE.
Volume
Pre
ssio
ne
A
B
La trasformazione deve avvenire in modo estremamente lento
(Trasf. Quasi statica) di modo che in ogni stadio intermedio le
variabili termodinamiche siano sempre perfettamente determinate.
In tal caso è possibile ripercorrere la trasformazione al contrario
Trasformazione REVERSIBILE.
La presenza di attriti, o le trasformazioni repentine, non
permettono di conoscere gli stati intermedi: compaiono moti
turbolenti e la trasformazione si dice IRREVERSIBILE.
Le trasformazioni termodinamiche da A a B sono infinite perché
infiniti sono i percorsi che collegano A e B nel piano P-V
Tra tutte le trasformazioni reversibili ve ne sono alcune
particolarmente importanti: Trasf. ISOTERMA, Trasf. ISOBARA,
Trasf. ISOCORA, Trasf. ADIABATICA.
Osservazioni sul Diagramma P-V Nel diagramma P-V non è rappresentata la temperatura del
sistema, essa si calcola facilmente conoscendo P, V , n
moli dall’equazione di stato dei gas perfetti PV = nRT
Volume
Pre
ssio
ne
A
C
B PA
PC
VA VC
Tra due stati alla stessa pressione ha temperatura
maggiore quello con volume maggiore
PA = PB VB > VA ===> TB > TA P
ressio
ne
A
C
B PA
PC
VA VC
• Tra due stati allo stesso volume
ha temperatura maggiore quello
con pressione maggiore
VB = VC PB > PC ==>
TB > TC
• Gli stati appartenenti alla stessa
isoterma hanno tutti la stessa
temperatura.
Lavoro di una trasformazione termodinamica
Ob. Calcolare il lavoro fatto da un gas durante una fase di espansione
(viceversa il lavoro che l’ambiente compie sul gas in fase di
compressione)
Consideriamo un sistema termodinamico formato dal gas perfetto
contenuto in un cilindro di sezione A chiuso superiormente da un
pistone mobile
Hp: 1) Espansione lenta, tutte le grandezze termodinamiche sono
determinate.
2) Non ci sono attriti e il pistone è a tenuta perfetta
3) Piccola espansione x di modo che si possa considerare P =
costante
• Il gas esercita una pressione P su tutte le pareti del recipiente determinando
sul pistone una forza F = P A
• Considerando un’espansione elementare x del pistone il gas compie il
lavoro elementare
W = F x x = F x cos 0 = F x = P A x = P V
F
x
• Se il gas si espande
V = Vf Vi > 0 ==> W= P V > 0
il gas compie lavoro sull’ambiente
• Se il gas viene compresso
V = Vf Vi < 0 ==> W= P V < 0
l’ambiente compie lavoro sul gas.
Il lavoro elementare compiuto dal gas è dunque uguale al prodotto della
pressione (costante) per la variazione di volume
W = P V = Pressione Volume
Trasformazione Isobara
E’ una trasformazione termodinamica che avviene a
pressione costante
Pre
ssio
ne
A B PA = PB
VA VB
Il lavoro della trasformazione è:
WAB = W = P V = P V =
= P (VB VA)
E per l’equazione di stato anche
WAB = n R (TB TA)
Oss Il lavoro della trasformazione
Isobara è uguale all’area del
diagramma P V
WAB
Trasformazione Isobara
Applicando il 1° principio della termodinamica
Pre
ssio
ne
A B PA = PB
VA VB
Espansione Isobara
U = UB UA = Q W
W > 0 espansione, U > 0 la
temperatura di B è maggiore di A
Q = U + W > 0
Il sistema prende calore dall’ambiente
e lo trasforma in parte in energia
interna (aumenta la temperatura) e in
parte in lavoro fatto sull’ambiente. Il
sistema si espande e si riscalda.
WAB
Q >
0
W > 0
T
Trasformazione Isobara P
ressio
ne
A B PA = PB
VA VB
Compressione Isobara
U = UB UA = Q W
W < 0 compressione, U < 0 la
temperatura di B è minore di A
Q = U + W < 0
L’ambiente compie lavoro sul sistema
ma questo lavoro non rimane
accumulato bensì viene ceduto
all’esterno insieme ad una parte
dell’energia interna. Il sistema si
contrae e si raffredda
WAB
W < 0
Q <
0
T
Trasformazione Isoterma
E’ una trasformazione termodinamica che avviene a
temperatura costante PV = nRTcost = Costante
Il diagramma PV è un ramo di
iperbole equilatera.
Il lavoro della trasformazione è:
Oss Anche in questo caso Il lavoro
della trasformazione è uguale all’area
del diagramma P V
B
A
A
BAB
P
PnRT
V
VnRTW lnln
A
B
volume
Applicando il 1° principio della termodinamica
Espansione Isoterma
U = UB UA = Q W
U = 0 la temperatura non cambia,
quindi non cambia l’energia interna
W > 0 espansione
Q = U + W = W > 0
Il sistema prende calore dall’ambiente
e lo trasforma completamente in
lavoro fatto sull’ambiente.
Trasformazione Isoterma
A
B
volume
WAB
Q >
0
W > 0
Compressione Isoterma
U = UB UA = Q W
U = 0 la temperatura non cambia,
quindi non cambia l’energia interna
W < 0 compressione
Q = U + W = W < 0
Il sistema riceve energia meccanica
dall’ambiente e la cede
completamente all’ambiente sotto di
forma di calore
Trasformazione Isoterma
A
B
volume
WAB
W < 0
Q <
0
Trasformazione Isocora
E’ una trasformazione termodinamica che avviene a
Volume costante
Il lavoro della trasformazione è
sempre ZERO
WAB = P V = 0
A
B
PA
VA = VB
PB
Trasformazione Isocora
Applicando il 1° principio della termodinamica
Diminuzione della Pressione
U = UB UA = Q W
W = 0 nessuna variazione di volume,
U < 0 la temperatura di B è minore di
A
Q = U < 0
Il sistema cede calore all’ambiente e si
raffredda con una conseguente
diminuzione della pressione.
A
B
PA
VA = VB
PB
Q <
0
T
Trasformazione Isocora
Aumento della Pressione
U = UB UA = Q W
W = 0 nessuna variazione di volume,
U > 0 la temperatura di B èmaggiore
di quella di A
Q = U > 0
Il sistema riceve calore dall’ambiente e
si riscalda con un conseguente
aumento della pressione. A
B
PA
VA = VB
PB
Q >
0 T
Trasformazione Adiabatica
E’ una trasformazione termodinamica che avviene senza
che vi sia scambio di calore con l’esterno
Ciò si ottiene isolando termicamente il gas
dall’esterno:
termos, contenitore polistirolo vaschetta
gelato.
Aumentando o diminuendo bruscamente il
volume di un gas si ha una trasformazione
irreversibile adiabatica: a causa della
rapidità della trasformazione il calore non
ha il tempo di fluire all’esterno.
Motori diesel
A
B
Prof Biasco 2006
Applicando il 1° principio della termodinamica
Espansione Adiabatica
U = UB UA = Q W
Q = 0 non c’è scambio di calore
W > 0 espansione
U = W < 0
Il sistema compie lavoro a spese
dell’energia interna, si espande e si
raffredda.
Trasformazione Adiabatica
A
B
W > 0 T
Compressione Adiabatica
U = UB UA = Q W
Q = 0 W < 0 compressione
U = W > 0
L’energia meccanica che il sistema
riceve dall’ambiente determina un
aumento della temperatura, il sistema
viene compresso e si riscalda.
Motore Diesel
Trasformazione Adiabatica
B
A
W < 0
T
Prof Biasco 2006
Il diagramma di un’adiabatica è una curva
decrescente con pendenza maggiore (in
modulo) dell’isoterma passante per uno
stesso stato A.
L’equazione dell’adiabatica è dovuta a
Poisson
Trasformazione Adiabatica
costantePV
Dove = cp/cv rapporto tra i calori
specifici a pressione e a volume costante
Gas monoatomici = 5/3
Gas biatomici = 7/5
A
Il lavoro della trasformazione è dato da:.
Trasformazione Adiabatica
Altre espressioni dell’equazione
dell’adiabatica:
1)( AABB
BAv
VPVPTTmcW
ostcPTPT
ostcVTVT
costVPVP
BBAA
BBAA
BBaA
11
11
A
B
4. Calori specifici di un gas ideale
Uno degli effetti che si ottengono quando si fornisce calore
ad un corpo è un aumento della sua temperatura.
L’aumento di temperatura non è lo stesso per tutti i corpi ma dipende dalle
caratteristiche della sostanza ed è espresso mediante un parametro detto
Calore specifico caratteristico di ogni sostanza.
Calore Specifico è la quantità di calore che occorre fornire ad 1 kg di una
sostanza per aumentare di 1° C la sua temperatura.
Tm
Qc
Calori specifici di un gas ideale
Quindi fornendo la quantità di calore Q ad un corpo la sua temperatura
aumenta di T secondo la relazione:.
TcmQ
In generale il calore specifico dipende dalle caratteristiche della sostanza ma
anche dalla temperatura e dalla pressione.
Nel caso dei gas il calore specifico cambia considerevolmente a seconda
che il calore venga trasferito a pressione costante o a volume costante.
Calore specifico a VOLUME COSTANTE
Volume = costante QV ---> T
Q
E’ una trasformazione isocora tutto il calore
fornito aumenta l’energia interna QV = U.
Aumenta sia la temperatura del gas sia la
sua pressione.
TcmQ VV
cv = calore specifico a volume costante
Cv = M cv calore specifico molare (di 1 mol) a
volume costante
TCnTcMnTcmQ VVVV
cP = calore specifico a pressione costante
CP = M cP calore specifico molare (di 1 mol) a pressione costante
E’ una trasformazione isobara, il calore fornito aumenta l’energia interna
quindi la temperatura del gas. Determina un’espansione e quindi il
sistema compie lavoro. Solo una parte del calore fornito produce un
aumento di temperatura; quindi a parità di aumento di temperatura sarà
necessaria una quantità di calore maggiore.
TCnTcmQ PPP
A parità di incremento di temperatura tra volume e pressione costante si
ha:
VP
V
P
V
P
V
PVP CC
C
C
TnC
TnC
Q
Q QQ
111
Valori sperimentali dei
Calori specifici di
alcuni gas espressi in
J/(mol. K)
SOSTANZA Cv Cp
Gas monoatomici
Elio 12,47 20,08
argo 12,47 20,82
Gas biatomici
Idrogeno 20,42 28,75
Ossigeno 20,76 29,09
Azoto 20,36 28,50
Monossido d’azoto 20,88 29,23
Gas poliatomici
Anidride carbonica 28,46 39,96
Ammoniaca 27,84 36,81