GLI ARCHIVI ITALIANI DURANTE LA SECONDA GUERRA...

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QUADERNI DELLA RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO 50 ELVIRA GENCARELLI GLI ARCHIVI ITALIANI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE ROMA l 9 7 9

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QUADERNI DELLA RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO

50

ELVIRA GENCARELLI

GLI ARCHIVI ITALIANI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

ROMA l 9 7 9

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S.p.A. Arti Grafiche Panetto & Petrelli - Spoleto

S O M M A R I O

Elenco delle sigle

I. FONTI E STORIA DEGLI ARCHIV I .

Le fonti cons ervat e n ell'Archivio C entral e d ello Stato .

La ' c esura ' d ell' 8 s ett embr e ed i suoi ri flessi n ell e fonti do-cum entari e

L e fonti cons ervat e n egli Archivi di Stato . . . . . . .

Storia d egli archivi: dal 25 luglio 1 943 al 25 april e 1945 .

II . DOCUMENTI

III. IL RAPPORTO FINALE SUGLI ARCHIVI

Indice sommario dei documenti .

Indice dei nomi di persona .

Indice dei nomi di luogo . .

. Pag. VII

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AAI AC ACC ACS AF AFHQ AG R AI AMG AOI AS BB.NN. CIAF CLN CLNAI FF.SS. G 2 GIL LL.PP. MFA MFAA MVSN OB OK PAA PCM PCMA R PCM RED. PF R PNF PSIUP PS P WB R.D.L.

ELENCO DELLE SIGLE

Alli ed Administration Italy Alli ed Commission Alli ed Control Commission Archivio C entral e d ello Stato Alli ed Forc es Alli ed Forc es H ead quart ers Affari g en erali ris ervati Africa Italiana Alli ed Military Gov ernm ent Africa Ori ental e Italiana Archivio di Stato Brigat e N er e Commission e italiana di armistizio con la Francia Comitato di lib erazion e nazional e Comitato di lib erazion e nazional e Alta Italia F errovi e d ello Stato (Military) Int ellig enc e Division, War D epartm ent G en era i Sta ff Giov entù italiana d el littorio Lavori pubblici Alli ed military forc es Subcommission for Monum ents, Fin e Arts and Archiv es Milizia volontaria p er la sicur ezza naziona le Ob erkommando Ob erst er Kommissar Prot ezion e antia er ea Pr esid enza d el Consiglio d ei Ministri Pr esid enza d el Consiglio d ei Ministri, Consulta Araldica Pr esid enza d el Consiglio d ei Ministri, Assist enza r educi Partito fascista r epubblicano Partito nazional e fascista Partito Socialista italiano di unità prol etaria Pubblica Sicur ezza Psychological Warfar e Branch R egio d ecr eto l egg e

VII

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RM RSI SD SEPRAL SIA SIE SIM S M SRC ss UCAS UNPA UNRRA

VIII

Elenco delle sigle

R eich Mark R epubblica social e italiana Sich erh eits Di enst S ezion e provincial e elim entazion e S ervizio informazioni a eronautica S ervizio Informazioni es ercito S ervizio informazioni militari Stato maggior e Santa romana chi esa Schutz - Staff eln Ufficio c entral e d egli Archivi di Stato Union e nazional e prot ezion e antia er ea Unit ed Nations Reli ef an d Rehabilitation Administration

I.

FONTI E STORIA DEGLI ARCHIVI

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L E FONTI CONSERVATE NELL'ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO.

La sviluppo assunto in questi ultimi anni dalla nostra storiografia sulla II guerra mondiale ha finito per indirizzare, sia pure con la dovuta cautela, l'attenzione degli storici e degli studiosi verso una più attenta ricerca docu­mentaria 1•

Non ci sembra inutile, quindi, in uno spaccato sulla storia degli archivi italiani e la seconda guerra mondiale, premettere alcune, sia pur sommarie, indicazioni di ricerca - rimandando, per una più approfondita valutazione, a contributi già apparsi ed alla guida generale degli Archivi di imm inente pubblicazione - sulle fonti, conservate nell'Archivio centrale dello Stato e negli Archivi di Stato, riguardanti l'Italia nel secondo con flitto mondiale.

Nell'Archivio centrale dello Stato, com'è noto, si conserva la documen­tazione prodotta dai ministeri, dagli organismi e dalle magistrature cen­trali dell'amministrazione italiana, insieme con le carte di statisti ed uomini politici. Documentazione che costituisce una, se non indispensabile, utilissi­ma base di ricerca per lo studio della situazione interna, politica economica e sociale dell'Italia in guerra, degli aspetti militari, della politica estera ed anche di alcuni aspetti della cultura « ufficiale >> del fascismo in quel pe­riodo.

Per chiarezza di esposizione, nella descrizione dei fondi e delle serie, manterremo distinti questi aspetti, anche se potrà sembrare una forza­tura sulla natura e sul contenuto dei documenti stessi, ove - è su per fluo sottolinearlo - diversi elementi di analisi si trovano quasi sempre fusi insieme.

1 La prima parte di questo saggio riprende, ampliandolo, quello pubblicato nella Revue d'histoire de la deuxième guerre mondiale, XXIII (1973), n. 92, pp. 69-85, dal titolo Les sources d'archives italiennes sur la seconde guerre mondiale.

Le fonti italiane sulla II guerra mondiale sono state oggetto di poche rassegne: cfr. M. ToscANO, Fonti documentarie e memorialistiche per la storia diplomatica della seconda guerra mondiale, in Ri­vista storica italiana, LX (1948), pp. 83-126, ora in Questioni di storia contemporanea, vol. I, Milano 1952, pp. 531-592; F. RAvÀ, G. SPINI, Fonti documentarie e memorialistiche per la storia della crisi dello stato italiano (1940-1945), in Rivista storica italiana, LXI (1949) pp. 404-431 e 574-602.

Sul rapporto tra fonti e storiografia acute e puntuali osservazioni in C. PAvoNE, Storiografia sull'Italia postunitaria e archivi, in Rassegna degli Archivi di Stato, XXVII (1967), pp. 355-407 e, in particolare, alle pp. 398-403.

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Fonti e storia degli archivi

Sugli aspetti generali della politica del governo fascista offrono una utile base di ricerca i verbali del consiglio dei ministri e gli atti di gabinetto della presidenza del consiglio: si tratta di una documentazione direttamente emanata dagli organi di governo, che reca assai evidenti i segni della crisi dell'8 settembre, e della situazione italiana fino alla Liberazione, non solo sotto l'aspetto tecnico-archivistico in senso stretto, ma anche per lo stato di conservazione delle carte risalenti a quel periodo, le dispersioni causate dallo stato di guerra prima e poi dalla situazione determinatasi nel periodo immediatamente successivo al 25 aprile. Sotto questo aspetto, ci preme sot­tolineare come - per il periodo che va dall'8 settembre 1 943 al 25 aprile 1 945 - sia i verbali del consiglio dei nzinistri che gli atti di gabinetto della presidenza del consiglio presentino due serie distinte: quella pro­dotta dal governo della repubblica di Salò, e quella emanata dal governo legittimo 1•

Di carattere generale sono anche altri due fondi, la segreteria particolare del duce (suddivisa nelle due serie del carteggio ordinario e carteggio riser­vato 2) e il ministero della real casa (soprattutto la serie dell'ufficio del primo aiutante di campo di sua maestà e quella dell'ufficio del prefetto di palazzo). Nel primo di essi - e ci riferiamo alla serie del carteggio riservato, men­tre nella serie ordinaria si può trovare anche documentazione di carattere militare, su cui ci soffermeremo oltre - si conserva prevalentemente carteg­gio relativo ad alte personalità della politica, della burocrazia, della finanza; ai rapporti con il Vaticano; all'attività del gran consiglio del fascismo ed alle sue ruinioni; al partito nazionale fascista ed alle riunioni del direttorio; ai giornali ed ai giornalisti e, in genere, a tutti coloro che furono in rapporto con Mussolini e con i suoi familiari. Infine, una serie cospicua di fascicoli offre un ricco e vario panorama (sia pure con la lente deformante) dell'atti­vità dell'opposizione antifascista.

Diversamente strutturate, le due serie - del carteggio ordinario e di quello riservato - proseguono anche nel periodo successivo all'armistizio: in linea di massima, mentre nella documentazione dell'« ordinario » conti­nueranno ad essere trattate quelle numerose, minute pratiche di ordinaria amministrazione, nel « riservato>> ora saranno definitivamente fuse le pra­tiche di carattere prettamente politico con quelle militari 3•

1 In quest'ultima, accanto alla serie speciale degli atti del governo di Salerno, troviamo la serie

normale degli atti del governo Bonomi che costituisce, in senso non solo tecnico, la prosecuzione del­l'altra serie normale, che arriva all'8 settembre 1943.

2 Sulla struttura e sulle vicende di questo archivio, si veda E. RE, Storia di un archivio. Le carte di Mussolini, Milano, [1946]: sulla base dei dati contenuti in questo libretto, l'attuale suddivisione nella

serie ordinaria ed in quella riservata dovrebbe essere parzialmente modificata, perché un settore della

prima (riguardante le questioni militari) avrebbe fatto parte, prima del 25 luglio 1943, della seconda (pp. 9-10).

3 Sulle vicende di questo archivio dopo il 25 luglio, cfr. RE, Storia di un archivio cit., pp. 18-27. Altri particolari emergono anche dalle lettere e relazioni pubblicate nella seconda parte, docc. l, 6, 20, 25, 29.

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Fonti conservate nell'ACS

Più limitata è la prospettiva in cui si inserisce la documentazione del fondo del ministero della real casa: quella relativa al periodo bellico è as­sai lacunosa e disordinata, mentre il carteggio fino al 1 943 si trova mesco· lato con quello degli anni 1944-46, che si riferiscono al periodo della luogo­tenenza del regno di Umberto II. Anche in questo fondo che- come abbiamo detto prima - è diviso in due serie, v'è tutto un settore dedicato all'attività ed ai problemi prettamente militari.

Man mano che si passa all'esame di atti emanati da organismi e uf­fici le cui competenze avevano un ambito più ristretto, ci si trova di fronte ad una documentazione minuziosa ed analitica, che fornisce un quadro assai articolato di tutti gli aspetti della situazione interna dell'Italia, durante il secondo conflitto mondiale, dallo establishment fascista all'opposizione anti­fascista (partiti ed associazioni politiche, loro attività e manifestazioni, stam­pa), alla situazione dell'ordine pubblico, agli scioperi e, in genere, a quelle che nel linguaggio della polizia vengono definite « manifestazioni sovversive », alle condizioni economiche, sociali e dello spirito pubblico in ogni provincia dell'allora regno d'Italia, ivi compresa la Venezia Giulia.

Nati con il regime fascista, di cui seguirono inevitabilmente le sorti, gli archivi del partito nazionale fascista e della milizia volontaria per la sicurezza nazionale conservano una documentazione abbastanza ricca - sulla situa­zione politica ed amministrativa nelle provincie, il primo 1, e su tutta l'atti­vità della milizia il secondo - che non va oltre il 25 luglio 1943. Dopo 1'8 settembre e la creazione della RSI, difatti, furono creati, come vedremo, il partito fascista repubblicano e la guardia nazionale repubblicana 2, che ne intesero rappresentare la logica prosecuzione. Le carte del PNF e quelle della MVSN, insieme con quelle di un altro organo tipico del regime fascista, il gran consiglio del fascismo, suggeriscono una ricostruzione varia, arti­colata e completa dell'attività degli organi più rappresentativi del regime.

Assai più minuziosa ed analitica si presenta la documentazione relativa alla « altra >> Italia: che è documentazione, come vedremo, prodotta quasi interamente dalle direzioni generali del ministero dell'interno, ed in parti­colare dalla direzione generale di pubblica sicurezza. La chiave di ricerca più corretta e più sicura di questo fondo, in via di ordinarnento, è quella di mantenere come riferimento costante e puntuale le categorie, in base alle quali venivano classificati gli atti 3•

1 Ci riferiamo in particolare alle serie PNF, direttorio, segreteria politica, situazione politica ed economica delle provincie e segreteria amministrativa, federazioni provinciali (fino al 1943).

2 Il partito nazionale fascista viene soppresso con R.D.L. del 2 agosto 1943, n. 704. Con decreto

legislativo del 23 gennaio 1944, n. 38 viene riconosciuto giuridicamente il partito fascista repubblicano. La milizia volontaria di sicurezza nazionale viene soppressa con R.D.L. del 6 dicembre 1943, n. 16B.

Con decreto del 24 dicembre 1943, n. 913 viene istituita la Guardia nazionale repubblicana. 3 Fra le più importanti citeremo a titolo indicativo: Al informazioni politiche su persone, Cl

ordine pubblico, C2 movimento sovversivo, D agitazioni, F stampa, G1 associazioni, HZ complotti, Kl partito anarchico e partito comunista, K2 partito popolare, K4 partito repubblicano, KS partito

socialista. Cfr. P. CARUCCI, L'organizzazione dei servizi di polizia dopo l'approvazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del 1926, in Rassegna degli Archivi di Stato, XXXVI, (1976), pp. 82-114.

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Fonti e storia degli archivi

In genere, la documentazione raccolta nei fondi archivistici del mim­stero dell'interno si presenta con una peculiarità intrinseca, risalente al par­ticolare tipo di << censura >> operata dall'autore dei documenti, cioè dal fun­zionario di polizia. La situazione economica, politica e sociale delle province italiane durante il periodo bellico viene letta attraverso una lente che, pur essendo per sua natura deformante - e la critica delle fonti ce lo insegna -mette a fuoco assai nitidamente, a diversi livelli, gli elementi deter�inanti di tale descrizione della realtà.

Fra le categorie, che in questo caso rappresentano delle vere e proprie serie, che si riferiscono in maniera più diretta alla seconda guerra mondiale, ricorderemo innanzitutto la A5G (Conflitto mondiale), nel fondo direzione generale pubblica sicurezza, divisione affari generali e riservati (1879-1945) . I limiti cronologici di tale serie sono compresi fra l'entrata in guerra del­l'Italia e il 1 945 : gli affari trattati riguardano prevalentemente la situa­zione interna e l'atteggiamento del paese di fronte all'entrata in guerra del­l'Italia, all'andamento della guerra, alla caduta del fascismo e all'armistizio dell'8 settembre. Attraverso i dati emergenti da questa documentazione, è possibile ricostruire uno spaccato assai significativo sulla situazione del « fronte interno », sul disfattismo, sulla propaganda anti-tedesca, sullo « spi­rito pubblico », sulla « attività cattolica », sulle manifestazioni successive al 25 luglio e durante i 45 giorni l, sull'8 settembre e sulla formazione delle prime bande armate e, infine, sui danni provocati dai bombardamenti e sui conseguenti sfollamenti di intere popolazioni.

Da tali indicazioni, sia pure di carattere generico e sommario, risulta evidente come le carte di questa serie non esauriscano, né comprendano tutti gli aspetti politici, economici e sociali della situazione italiana. Aspetti che, d'altra parte, sono ampiamente documentati in altre categorie dell'archi­vio della citata divisione affari generali e riservati. In linea di massima, sulla attività dei partiti politici antifascisti, sia in Italia che all'estero, è possibile trovare nelle carte di polizia una minuziosissima e dettagliata documenta­zione, per non parlare, poi, del casellario politico centrale, che comprende esclusivamente fascicoli nominativi, di cosiddetti " sovversivi », sorvegliati e schedati dalla polizia.

Tra le categorie della divisione affari generali e riservati segnaliamo la C2A (movimento sovversivo antifascista) e la Gl (Associazioni); in altre l'attività politica antifascista viene indicata come " attività sovversiva », « attività comunista » anche « attività antifascista ». Non mancano, inoltre, relazioni dei prefetti e dei questori - per un certo verso assai interessanti

sulla situazione politica, economica e sociale e sullo spirito pubblico. Di carattere assai specifico è, sempre nei fondi del ministero dell'interno,

1 Si veda, in proposito, L'Italia dei quarantacinque giorni. 1943, 25 luglio - 8 settembre, in Quaderni de Il Movimento di liberazione in Italia, Milano 1969.

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Fonti conservate nell'ACS

la direzione generale demografia e razza: oltre a documentazione riguar­dante provvedimenti sul problema della razza, che è prevalente, vi si con­servano anche i bandi relativi all'occupazione del territorio francese in seguito all'armistizio.

Un discorso a parte va fatto per le carte, a noi pervenute, del ministero della cultura popolare. Alla varietà della documentazione si unisce una totale mancanza di organicità nel loro ordinamento: manca, difatti, una struttura dell'archivio di gabinetto; la successione dei fascicoli non risponde ad alcun criterio, logico o cronologico� Più organica sembra essere la parte che raccoglie le carte della direzione generale per i servizi della propaganda 1•

Assai difficile è, quindi, poter valutare se la strutturazione del fondo e la documentazione in esso conservata offrano alla ricerca dei solidi elementi di analisi e di verifica di alcune delle tendenze politiche di fondo del governo fascista.

Un discorso a parte va fatto anche per quel particolare settore dei fondi conservati nell'Archivio centrale dello Stato, costituito dalle carte degli uomini politici, ministri, presidenti del consiglio.

Si tratta di documentazione che ha un carattere misto: assieme ai car­teggi, ai documenti strettamente privati, troviamo quelli di interesse pub­blico, generale, direttamente attinenti alle cariche rivestite. Per il perio­do ed i problemi trattati in questa sede, ricorderemo le carte Emilio de Bono, Pietro Badoglio, Alessandro Casati, Tullio Cianetti, Roberto Farinacci, Dino Grandi, Rodolfo Graziani, Benito Mussolini, Carlo Sforza. La maggior parte di questi fondi, per lo più appartenenti a personalità dell'establishment fascista, non va oltre la caduta del fascismo, fatta eccezione per le carte Casati, Farinacci, Sforza e Mussolini.

Quelle che, oggi, vengono chiamate con il termine di « carte di Musso­lini » sono in realtà quasi un excerptum del fondo della segreteria particolare del duce: difatti, la serie riservata di quest'ultimo fondo venne trasferita, nell'autunno del 1943, a Gargnano, nella villa Feltrinelli. Nell'aprile 1 945 Mussolini, nel lasciare Gargnano, se ne portò dietro una piccola parte, racchiusa in due casse di zinco. Di questa, nel partire da Milano per l'ulti­mo viaggio, portò seco un gruppo di fascicoli, chiuso entro due borse di cuoio, che tenne con sé fino al momento della cattura: queste carte, che in un primo momento furono sequestrate dai partigiani e quindi inviate al qua;--­tier generale alleato a Caserta, costituiscono oggi la raccolta delle " Carte della valigia » 2• Delle altre carte, rimaste a Milano in due casse di zinco,

l Che corrisponde alla parte IV, V e VI dell'attuale ordinamento. Sul ministero della cultura po­polare, cfr. P. V. CANNISTRARO, Burocrazia e politica culturale nello stato fascista, il ministero della cultura popolare, in Storia contemporanea, I (1970), pp. 273-298 e, dello stesso, La fabbrica del con­senso. Fascismo e mass media, Bari, Laterza, 1975.

2 In realtà, solo gli << autografi memorie " e le << carte della valigia " si riferiscono al periodo della guerra: nei primi, sono conservati i manoscritti dei « Pensieri pontini e sardi " e de << Il tempo del bastone e della carota " edd. in B . MussoLINI, Opera Omnia, vol. XXXIV, a cura di E. e D. SusMEL, Firenze 1961.

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Fonti e storia degli archivi

una parte non venne più ritrovata, com'è noto; l'altra parte viene indicata oggi con il termine, per l'appunto, di « Carte della cassetta di zinco », e com­prende, fra l'altro, la collezione degli « autografi telegrammi », degli < < auto­grafi vari » e degli < < autografi memorie » 1•

Elementi di analisi e di valutazione della situazione economica e sociale del paese durante il periodo bellico possono essere ricavati, a diversi livelli di approssimazione e di approfondimento, sia dalle già citate relazioni di prefetti e di questori 2, sia dagli atti di gabinetto della presidenza del consi­glio: questo tipo di dati richiede una duplice operazione di verifica e di vaglio critico, non solo perché devono essere confrontati con quelli, pro­dotti da fonti < < tecniche », più direttamente attinenti alla situazione del­l'economia italiana durante il periodo bellico, ma anche perché nei docu­menti da cui essi sono desunti esiste un legame strettissimo, quasi di inter­dipendenza, fra questi ultimi e la forma mentis, l 'atteggiamento politico dell'autorità che ha redatto la relazione.

Nella già citata divisione polizia politica ( 1927-43), è possibile ricavare dati più diretti e più specifici sulla situazione degli stipendi e dei salari, sulla limitazione dei consumi e la situazione vinicola.

Con la serie dell'ispettorato generale per i servizi annonari, sempre del­l'archivio della direzione generale di pubblica sicurezza (gli atti arrivano fino al 1 945) ci troviamo di fronte ad una documentazione di una tecnicità estre­ma. Lo stesso dicasi per altri fondi, quale quello del ministero agricoltura e foreste, del ministero industria e commercio e del ministero delle finanze. Mentre di quest'ultimo è pervenuta - per il periodo che ci interessa - una qocumentazione assai scarsa 3, più numerosa e ricca è invece quella degli altri due fondi.

Del ministero dell'agricoltura e delle foreste riveste un particolare inte­resse - soprattutto per gli aspetti della realtà economica - la direzione generale dell'alimentazione (alto comntissariato dell'alimentazione); in questa, difatti, è conservata la documentazione riguardante enti ed uffici già ope­ranti nel settore dell'alimentazione ( serie III) ; quella relativa al servizio razionamento e tesseramento nel periodo dei vincoli e delle discipline ali­mentari ( 1941-1950; serie V); quella sulla gestione contabile delle ex sezioni provinciali Sepral ( 1 941-43; serie VI); quella sulla distribuzione di cereali, farina e pasta e, in particolare, sull'approvvigionamento di Roma e del Lazio nel 1 944, sul grano estero nel 1 944-45 ( serie VIII).

Una prospettiva di analisi più ampia ed articolata, che investe problemi di carattere generale riguardanti l'economia italiana, viene offerta dall'archivio

1 Cfr. quanto detto a note n. 2 e 3 di p. 4.

2 Questo tipo di dati e di documentazione sono stati utilizzati da N. GALLERANO, Il fronte interno attraverso i rapporti delle autorità (1942-1943), in Il movimento di liberazione in Italia, XXIV, 109

(1972), pp. 4-32. 3 Sulla riforma degli ordinamenti tributari (1939-43) e sul comitato di vigilanza per i servizi delle

intendenze di finanza {dal 1942).

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Fonti conservate nell'ACS

del ministero dell'industria e del commercio. Nel fondo gabinetto, che va dal 1936 al 1 958, per il periodo bellico sono conservati gli atti ed il carteggio dell'ufficio miniere, dell'ufficio petroli ( nella direzione generale delle mi­niere); del servizio prezzi (nella direzione generale del commercio interno e dei consumi industriali); del comitato per la mobilitazione civile (servizio osservatori industriali: notiziari riservati, dal 1939 al 1944). Nella citata dire­zione generale del commercio interno sono confluiti nuclei diversi di docu­menti, riguardanti il regno del sud e la RSI. Manca, come si è potuto vedere, nei fondi di carattere puramente tecnico, di eui abbiamo ora finito di occu­parci - a causa della destinazione e della sistemazione delle carte durante il periodo immediatamente postbellico - una netta suddivisione fra il perio­do precedente e quello successivo all'S settembre, come pure fra gli atti riguardanti il nord e quelli riferentisi al regno del sud; mentre in taluni casi - come ad esempio il servizio prezzi, che abbiamo ricordato - si nota una netta prevalenza di atti riguardanti l'Italia liberata.

Altra documentazione di carattere specifico, si trova, inoltre, negli archi­vi della repubblica sociale italiana: a partire dai fascicoli sulla situazione delle singole province del nord conservati nella segreteria particolare del duce, nel carteggio riservato l, nelle carte riguardanti i ministeri economici e finanziari ed i commissariati 2•

Le carte conservate nell'Archivio centrale dello Stato riflettono preva­lentemente gli aspetti politici degli avvenimenti militari: innanzitutto, nella segreteria particolare del duce, nel carteggio ordinario, è conservata la serie completa dei bollettini giornalieri del SIM (poi SIE), dal 29 ottobre 1940 al 25 luglio 1 943, e quella dei messaggi in arrivo al comando supremo dal 12 giugno 1940 al 24 luglio 1943 3• A questi possono essere affiancati, sempre nello stesso fondo, i notiziari ed i bollettini dello stato maggiore dell'aero­nautica ( SIA) e la raccolta - purtroppo esigua - dei telegrammi al SIM 4•

1 Va osservato, comunque, che anche in alcune serie del fondo della direzione generale di pubblica sic"rezza, ed in particolare nella divisi011e affari generali e riservati (1903-49), le relazioni dei prefetti e dei questori sulla situazione economica e sociale comprendono anche il periodo della repubblica di Salò.

' Si tratta sempre di fascicoli conservati nel carteggio riservato della segreteria particolare del duce: difatti, tranne il ministero della produzione industriale e la ex-intendenza sede nord, di cui si conserva un minuscolo fondo, degli altri organi economici e finanziari non è pervenuto alcun fondo archivistico « auto�on1o >>, I fascicoli della segreteria particolare cui ci riferiamo sono quelli relativi al ministero delie finanze, dei lavori pubblici, del lavoro, della produzione agricola, della produzione industriale e, infine, dei commissariati dei prezzi e del lavoro.

s La prima serie venne costituita per « riordinare e semplificare la diramazione giornaliera delle notizie »: ogni bollettino contiene informazioni relative alla situazione politica e militare dei vari stati e, in appendice, i comunicati dei comandi nemici; nella seconda troviamo comunicati , rapporti etc. inviati al comando supren1o da comandi, uffici o aàdetti militari.

< I notiziari, dell'agosto-settembre 1943, contengono notizie di carattere generale sulla situazione in Europa e nello scacchiere mediterraneo. I bollettini settimanali di informazioni si riferiscono ai mesi di luglio ed agosto 1943.

L'ultima raccolta citata comprende i dati relativi allo svolgimento delle operazioni militari sul fronte occidentale e le notizie politico-militari interessanti i Balcani, l'Africa settentrionale e il Mediterraneo. n limitata ai mesi di giugno e luglio 1943.

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Fonti e storia degli archivi

B ollettini giornalieri del comando supremo (dal 1° aprile al 19 agosto 1 943) e bollettini di informazione dello stato maggiore dell'aeronautica sono con­servati nel fondo del m.inistero della real casa, di cui ci siamo già occupati nelle pagine precedenti. Nella « sezione speciale » dell'ufficio del primo aiutan­te di campo di S. M. il re, che interessa più direttamente il conflitto mon­diale, sono conservate, fra l'altro, circolari militari varie (1939-44 ), e relazioni mensili sull'attività militare e partigiana, dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1 945.

I notiziari di guerra dello stato maggiore generale del comando supremo (dal giugno 1 940 al febbraio 1 943) l, i notiziari militari per l'anno 1941 e, infi­ne, gli ordini del giorno ed i verbali della Commissione suprema di difesa (febbraio 1940) sono conservati nel fondo ministero della cultura popolare: per quanto riguarda gli altri stati belligeranti, è evidente che la documenta­zione di questo fondo si riferisce soprattutto alla stampa ed alla propa­ganda (così per la Russia, la Jugoslavia, il Nord Africa e, infine, la Fran­cia 2).

Com'è noto, dopo la dichiarazione di guerra alla Francia, venne creata la commissione italiana di armistizio con la Francia (CIAF) : le carte che di questa sono pervenute, riguardano prevalentemente, se non esclusivamente, l'amministrazione dei territori francesi occupati, dalle relazioni sulla loro situazione politica, ai rapporti con la Francia in regime di occupazione militare, ai notiziari quindicinali della CIAF. All'attività di quest'ultima è dedicata anche una parte della documentazione del ministero dell'Africa italiana, direzione generale affari politici (1927-1943) 3, che, per il resto, presenta un carattere spiccatamente politico-militare, poiché riguarda, in particolare, la situazione politico-militare della Libia, del nord dell'Africa francese, della Tunisia, dell'Algeria, Marocco, Siria e Palestina, non oltre­passando l'anno 1 942. Non mancano relazioni « riservatissime >> sulla situa­zione commerciale e finanziaria degli altri paesi, ed in particolare sui terri­tori francesi d'oltre mare sotto controllo italiano. Come pure, v'è tutto un settore dedicato ai trattati ed alle convenzioni internazionali: dal trattato italo-bulgaro - per citarne qualcuno - all'accordo italo-olandese, a quel­lo itala-turco, italo-spagnolo, itala-svizzero e, infine, al trattato itala-giappo­nese.

Elementi più completi per una analisi complessiva della situazione mi­litare italiana si trovano in due fondi: ministero aeronautica, gabinetto: atti e ministero della marina, gabinetto: archivio segreto.

1 Oltre le notizie sulla guerra, contengono anche dati sull'ordine pubblico. 2 Nel fascicolo relativo alla Francia sono conservate relazioni, carteggio, stampa ed altro materiale

vario sulla situazione della Francia occupata (opinione pubblica, propaganda italiana e tedesca, condizioni eGonomiche) .

3 Vi sono conservate le relazioni mensili dal 16 dicembre 1941 al 15 agosto 1942 e carteggio con il ministero dell'Africa italiana dal luglio 1940 all'agosto 1942.

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Fonti conservate nell'ACS

Nel primo, ad eccezione di alcune piccole serie speciali l, gli atti sono divisi per anni, e, all'interno di ciascun anno, per categorie ed argomenti. In linea di massima, per il periodo bellico, per ogni anno si ripetono quasi sempre le stesse categorie. Nella documentazione riguardante il primo anno di guerra - negli anni successivi è assai più numerosa quella relativa ai rapporti, sul piano della produzione industriale, con la Germania - si tro­vano carteggi di carattere più spiccatamente tecnico-amministrativo, che non militare: da quelli con gli altri ministeri militari e con ditte legate al ministero dell'aeronautica, a quelli,··- assai - ricchi ed interessanti, per gli anni 1941 e 1942 - sulle disposizioni e sulle azioni dell'aeronautica. Nella serie, piuttosto eterogenea, degli « appunti al duce », si possono trovare sia informazioni desunte dalle dichiarazioni dei prigionieri su posizioni del ne­mico, che notizie su azioni e condizioni delle squadre aeree nemiche, su azioni di guerra della aviazione italiana e su incidenti di volo.

A questa serie si accompagnano, in ordine di importanza, le disposi­zioni per la mobilitazione, emanate dallo stato maggiore dell'aeronautica e dirette ai vari comandi; comunicazioni telegrafiche riguardanti per lo più azioni aeree nemiche e bombardamenti aerei; i bollettini giornalieri delle operazioni, cioè i bollettini di guerra (diretti a tutti i direttori generali ed ai capi degli uffici centrali) sul fronte greco-albanese e, in genere, sulla attività bellica nel bacino mediterraneo 2 e i bollettini sull'attività di tutti i settori dell'aeronautica 3; le situazioni mensili delle perdite di guerra; infi­ne, disposizioni varie del comando supremo allo stato maggiore dell'aero­nautica.

Per gli anni 1944 e 1945 - in relazione proprio all'andamento del con­flitto - ci si trova di fronte ad un diverso tipo di argomenti, dai militari impiegati per i bisogni dell'agricoltura, all'ordinamento dei reparti dell'aero­nautica al servizio degli alleati, al personale delle formazioni clandestine, alle richieste di fondi alla commissione alleata di controllo, agli studi economici per le trattative post-belliche.

Meno ricco, ma non meno interessante è l'archivio di gabinetto del mini­stero della marina, anch'esso (come del resto tutti gli archivi di gabinetto) diviso per anni e all'interno di ogni anno, per argomenti o categorie. Nel carteggio dell'archivio generale, oltre le pratiche « amministrative » riguar­danti il personale militare e civile, è conservata la documentazione riguar­dante la commissione suprema di difesa, gli addetti navali italiani all'estero e quelli stranieri a Roma.

Nelle carte dell'« archivio segreto » si conserva la documentazione sulle operazioni militari in Africa Orientale, i rapporti giornalieri al duce (fino

1 Fra cui la Commissione italiana di armistizio con la Francia, e Africa settentrionale: ispezioni ge­nerali Pricolo.

2 Dal gennaio 1941 al gennalo 1942. • Solo per i mesi di novembre e dicembre 1942.

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Fonti e storia degli archivi

al 3 1 maggio 1 942), i promemoria dell'ufficio del capo di stato maggior� della marina, le relazioni con le case del re e dei principi.

Per il periodo successivo all'8 settembre nel fondo esiste un settore riguardante il nord ed un altro riguardante il sud.

Sugli aspetti e problemi della politica estera italiana durante il periodo fascista - in relazione agli elementi di analisi e di ricerca che può offrire la documentazione conservata nell'Archivio centrale dello Stato - ci soffer­meremo poco, essendo la nostra esposizione necessariamente limitata agli anni del secondo conflitto mondiale 1• Non ci troviamo di fronte ad una documentazione così diretta ed immediata, specifica, quale è quella con­servata nell'archivio storico del ministero degli affari esteri 2: tuttavia è possibile analizzare aspetti singoli della politica estera fascista soprattutto nella

. documentazione descritta nelle pagine precedenti, conservata in quei

fondi che sono emanazione dei più alti organi di governo; negli atti di gabi­netto della presidenza del consiglio, nel carteggio riservato della segreteria particolare del duce - anche per quanto riguarda i rapporti con il Vaticano - nella serie degli autografi-telegrammi delle carte A1ussolini e, infine, nello spezzone dell'archivio di Dino Grandi.

LA 'CESURA ' DELL'8 SETTEMBRE E I SUOI RIFLESSI NELLE FONTI DOCUMENTARIE.

Nella storia degli archivi, come nella formazione delle serie documen. tarie, hanno lasciato una traccia ben definita e profonda le vicende imme .. diatamente successive alla crisi del 25 luglio e dell'8 settembre, la fuga dei re e di Badoglio, la occupazione tedesca dell'Italia centro-settentrionale, la creazione del governo quisling della repubblica di Salò e l'inizio e lo sviluppo della lotta partigiana.

Sul piano strettamente istituzionale 3 si verificò una sorta di duplica­zione degli organi del governo e della amministrazione, duplicazione che ebbe i suoi riflessi immediati nelle carte prodotte da tali organi e uffici. L'archivio di gabinetto della presidenza del consiglio dei ministri e la serie dei verbali del consiglio dei ministri si presentano, per il periodo che va dal�

1 Si veda, per tutti, la citata rassegna di PAVONE, Storiografia postunitaria e archivi, in particolare aì!e pp. 403-405.

Per la utilizzazione delle fonti conservate nell'Archivio centrale dello stato nella recente storiografia itali�na sulla politica estera, ci limitiamo a citare G. RuMr, Alle origini della politica estera fascista, Ban 1968; G. CAROCCI, La politica estera del fascismo dal 1925 al 1928, Bari 1969; R. DE FELICE, Mussolini tl duce. I. Gli anni del consenso 1929-1936, Torino 1974, e, infine, D.W. ELLWOOD, L'alleato nemicc.. Milano 1977.

2 Cfr. Les sources d'archives italiennes cit., pp. 81-83. ' Per una sintesi della problematica giuridica relativa, si veda la voce di T. BALLARINO Repubblica

sociale italiana, in Novissimo Digesto Italiano, vol. XV, Torino 1968. '

1 2

Cesura dell'8 settembre

1'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, articolati in una doppia serie, l'una for­mata dagli atti di governo della repubblica sociale italiana e l 'altra da quelli del governo legittimo. Questa duplice articolazione, nella serie del « nord ,, e in quella del « sud», si presenta anche in altri fondi documentari. Inoltre, nell'Archivio centrale dello Stato è conservato un nucleo di carteggi relativi al periodo della RSI, le cui radici ed origini storiche stanno non solo nella « macroscopica migrazione » degli archivi di ministeri ed uffici all'indomani dell'8 settembre, quanto anche nelle -vicende da essi subìte, nel periodo successivo alla liberazione. In questo settore sono conservate le carte pro­dotte da organi centrali dello stato e del partito fascista, preesistenti alla creazione della repubblica sociale italiana e che in essa continuarono a vivere talvolta sotto altra denominazione: la segreteria particolare del duce dell� RSI, la presidenza del consiglio dei ministri (al cui interno sono state indi­viduate le carte della segreteria particolare di Francesco Barracu e di quella di Edgardo Sulis, ufficio stampa). Di questo settore (miscellanea della RSI)

fanno anche parte il fondo del partito fascista repubblicano e quello della guardia nazionale repubblicana, la cui documentazione è, comunque, assai scarsa e lacunosa: del primo è pervenuto, difatti, solo il carteggio, quasi completo, della federazione di Milano, e della seconda quello, assai lacu­noso, dell'ufficio politico 1.

Più complessa è la situazione degli atti dei ministeri: innanzitutto l'esiguità di fondi « autonomi », che cioè siano emanazione diretta dei mini­steri, è dovuta ad una sere di cause concomitanti, ivi comprese da un lato le obbiettive condizioni di lavoro degli organismi politici ed amministrativi della repubblica sociale italiana - e questo sarebbe un ottimo canale di ricerca per una analisi del funzionamento delle strutture della pseudo-repubblica -dall'altro le vicende cui andarono incontro quelle carte. Così, fra la documen­tazione dei ministeri ed uffici diversi, conservata nella miscellanea della RSI,

ricorderemo quella dei ministeri di grazia e giustizia, delle forze armate, della cultura popolare, dell'interno, dell'industria e commercio, delle finanze, degli affari esteri, della produzione industriale.

Più che scarsa, la documentazione in essi conservata è incompleta e lacu­nosa: supplisce a queste lacune il carteggio riservato della segreteria parti­colare del duce della RSI, che contiene - nella sua parte centrale - i fascicoli, abbastanza numerosi e ricchi, di tutti i ministeri ed uffici della repubblica di Salò, da cui è possibile ricostruire l'attività anche di quei ministeri, i cui fondi sono andati completamente dispersi.

Diversa la situazione dei fondi documentari del « sud », anche perché, in questo caso, se vi fu « cesura », essa fu di breve durata, e con la libera­zione di Roma tale lacuna comincia ad essere colmata. Meno ricca, in ogni caso, la documentazione relativa al « regno del sud » : alla ricordata serie

l Cfr. nota n. 2 a pag. 5

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Fonti e storia degli archivi

dell'archivio generale del gabinetto della presidenza del consiglio, possiamo aggiungere un esiguo settore nella divisione affari generali e riservati del governo del sud ( 1943-44), della direzione generale pubblica sicurezza. Infine, nel gabinetto del ministero dell'interno, nei fascicoli correnti e nei fascicoli permanenti, che hanno inizio con l'anno 1 944, si conservano soltanto atti rela­tivi alle province dell'Italia centro-meridionale, cui poi si aggiunsero quelle che venivano liberate dagli alleati.

In questo quadro, scarsa ed irrilevante si presenta la documentazione sulla amministrazione militare alleata: le fonti « dirette » sono finite oltre oceano 1 e una ricerca sulle fonti italiane porterebbe a risultati modesti ed irrilevanti.

Ricca e complessa è invece la documentazione sulla storia del movimento di liberazione, sulla resistenza, sulla lotta armata: le fonti sulla storia della resistenza, conservate e reperibili nei fondi archivistici di cui ora ci stiamo occupando, si presentano con una caratterstica ed una angolazione assai diver­sa da quelle emanate dagli organismi ufficiali della guerra di liberazione, i co­mitati di liberazione nazionale, i partiti politici antifascisti ed i comandi par­tigiani 2•

Nei documenti, carteggi, relazioni, a diverso livello, degli organismi po­litici, militari e amministrativi della repubblica sociale e di tutte le altre zone dell'Italia centro-settentrionale - ove più intensa fu la lotta di libe­razione - i dati sono assai minuziosi e analitici e - se ricomposti in una sintesi più generale - rappresentano quasi le piccole tessere di un mosaico, di un enorme affresco, ove sono rappresentati i vari momenti della nascita e dello sviluppo della lotta armata. I dati e gli elementi minuziosi, frammen­tari, a volte troppo analitici, emergenti da quelle che con un quasi ironico gioco di parole potremmo definire fonti alternative, offrono innanzitutto al ricercatore ed allo storico una ulteriore possibilità di verifica, mentre la prospettiva storiografica, ormai uscita dal momento « mitizzante », si pre­senta assai più articolata e complessa, e comunque assai diversa da quella offerta dalla copiosa storiografia resistenziale, sia quella sorta dalla temperie politica e ideale in cui nacque e si alimentò la guerra di liberazione, sia quella - del periodo successivo - basata essenzialmente su dati e docu­menti prodotti da organismi ufficiali della lotta. In linea di massima i dati sull'attività partigiana si trovano in tutte le serie dell'archivio della direzione generale di pubblica sicurezza, nel carteggio riservato della segreteria par­ticolare del duce, negli atti amministrativi della presidenza del consiglio dei

1 Utili le indicazioni, a questo proposito, di ELLWOOD, L'alleato nemico cit., specie alle pp. 427 e ss. Cfr. anche Resoconto delle attività svolte dal governo militare alleato, in « Quaderni della FIAP, 17 "·

2 Sulle fonti per la storia della resistenza si veda - oltre le citate rassegne di Ravà e di Pavone, anche M. BENDISCIOLI, Il problema delle fonti, in Il Movimento di liberazione in Italia, XXII (gennaio 1953), pp. 27-29 e M. GIOVANA, Il reperimento delle fonti nella storiografia della Resistenza, ibidem, LII - LUI (luglio-dicembre 1958), pp. 109-112. E, da ultimo, la Guida agli archivi della Resistenza, a cura di A. Buvoli, M. Calandri, L. Casali ed altri, ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI

LIBERAZIONE IN ITALIA, 1974.

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Cesura dell'8 settembre - Fonti conservate negli AS

ministri, nella guardia nazionale repubblicana e, infine, nel ministero della real casa, ufficio dell'aiutante di campo di S.M. il re 1•

Scarsi gli elementi, in questi fondi, sugli organismi della lotta di libe­razione e sui partiti politici antifascisti. Unica eccezione, le carte del comi­tato centrale di liberazione nazionale e quelle del comitato di liberazione nazionale di Roma e provincia, conservate nell'Archivio centrale, cui pos­sono essere aggiunte le carte dei CLN locali, per lo più conservate negli altri Archivi di Stato o negli IstitutLdella Resistenza 2•

LE FONTI CONSERVATE NEGLI ARCHIVI DI STATO.

La documentazione conservata negli Archivi di Stato, relativa al periodo bellico 3, si presenta con caratteristiche quantitativamente e qualitativa­mente diverse, a seconda che essa sia conservata negli archivi delle città situate al nord o in quelle a sud della linea gotica e di Roma: in altri ter­mini, le fonti riguardanti la lotta di liberazione in Italia sono conservate in prevalenza negli Archivi di Stato dell'Italia centro-settentrionale, cioè in quella parte del territorio che fu soggetta all'occupazione nazifascista e che fu protagonista e partecipe diretta della lotta partigiana. Le carat­teristiche di questa fonte sono assai simili alla documentazione - di cui abbiamo già ampiamente parlato - conservata nell'Archivio centrale dello Stato. Si tratta di carte emanate da organismi ed uffici del governo e della polizia della repubblica di Salò: in genere, ci si trova di fronte ad atti di gabinetto delle prefetture 4, cui si accompagnano talvolta quelli relativi al governo tedesco o al governo militare alleato 5, quelli delle questure, della guardia nazionale repubblicana e dei tribunali straordinari 6•

1 Nella serie divisione affari generali e riservati (1930-55); id., (1903-49); e, infine, nella categoria ASG della divisione affari generali e riservati (1920-45); particolarmente interessanti, in questa ultima, i dati raccolti nei fascicoli 226 e 226 bis che documentano l'attività e la formazione delle bande, nel primo perio­do della lotta armata.

Per la Segreteria particolare del duce, ci riferiamo - per citarne solo alcuni - ai fascicoli sulla « Guardia nazionale repubblicana », « Attività ribelli >>, « Situazione nelle province », « Situazione bande partigiane » etc.

Nell'ultimo fondo citato, parecchie sono le relazioni sull'attività partigiana e sul contributo delle forze armate.

2 Sul comitato centrale di liberazione nazionale si veda, per tutti, E. PrsCITELLI, Storia della re­

;istenza romana, Bari l965, pp. 110-123. Inoltre, una analisi assai puntuale ed interessante della docu­mentazione del CCLN è stata compiuta in una tesi di laurea sull'argomento, discussa recentemente da Maurizio Fava.

3 Su di essa è stata promossa una indagine, dietro sollecitazione e richiesta del Comité pour l'histoire

de la deuxième guerre mondiale.

<Conservati negli Archivi di Stato di Arezzo, Brescia, Genova, La Spezia, Modena, Reggio Emilia, Rovigo, Torino, Trento, Trieste ed infine ad Udine, dove ancora non sono stati versati all'Archivio di Stato.

' Come, ad esempio, a Brescia ed a Bologna. • Ci riferiamo, in questi casi, alla documentazione conservata ad Udine, ad Arezzo e a Sondrio.

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Fonti e storia degli archivi

Anche negli Archivi di Stato, d'altra parte, accanto a quella fonte " indi­rett� » � �on.servat

.a in buona parte la documentazione ed il carteggio dei

co::mtat1 �l �1berazwne nazionale provinciali : così ad Arezzo, Bologna, Bre­scm, Caghan, Genova, Livorno, Lucca, Macerata, Messina, Modena, Padova Perugia, Pisa, Pistoia, Reggio Emilia, Rovigo, Siena, Teramo, Varese, Veron; e Vicenza. Rarissimi sono i casi in cui si verifica la presenza di un altro tipo di fonte diretta, emanazione dei comandi e delle unità partiaiane; a Pavia, difatti è conservata la documentazione del ministero del'ra assi­stenza post-bellica per il riconoscimento della qualifica di partigiano, e quella delle unità operative dei corpi volontari della libertà della provincia.

Da tutto questo insieme di elementi, sia pur sommari, appare chiaro come le carte conservate negli Archivi di Stato presentino anch'esse uno stacco netto e preciso - che non abbiamo esitato a chiamare « cesura » -fra il periodo precedente e quello successivo all'S settembre. Del materiale documentario relativo alla lotta di liberazione ed all'occupazione nazifascista crediamo di aver messo abbastanza in luce le caratteristiche di fondo· la documentazione relativa al periodo precedente si articola lungo una linea che co�pre�de . esclusivamente l'analisi della situazione interna del paese, quale SI puo ncavare dalle carte dei vari organismi amministrativi, enti !?cali, camere di commercio etc. Dagli atti delle prefetture e delle questure s� possono definire i lineamenti della politica interna del governo fascista, "V_Is.ta attr�vers? gli echi e � riflessi a livello locale e provinciale; quelli rela­tiVI alla SituaziOne economica e sociale, all'ordine pubblico e, raramente, ai partiti politici 1• Costante è invece, la presenza, in tutti gli Archivi di Stato di documentazione relativa al problema razziale, al censimento allo stat� giuridico ed alla precettazione degli ebrei. '

Infine, allo stato attuale delle rilevazioni, manca la documentazione pro­dotta da organismi, enti ed uffici sorti in conseguenza del conflitto o nel corso di esso: carte relative ad uffici come l'UNPA, ad esempio, sono conservate in pochissimi archivi (in particolare, a Brescia, Cagliari, La Spezia, Modena, Reggio Emilia e Rovigo).

Se vista in una prospettiva che comprenda, oltre l'aspetto squisitamente tecnico-archivistico, anche la varia, articolata e complessa problematica di carattere storiografico - che nasce da una analisi della situazione interna, politica, economica e sociale, dell'Italia durante il periodo bellico - questa documentazione si presenta assai chiaramente come complementare a quella conservata nell'Archivio centrale dello Stato. Complementarietà che si arti­cola . s� �ue piani, ugualmente validi in sede scientifica: sul piano tecnico­archlvistrco, alle carte emanate dagli organismi centrali corrispondono quelle degli organismi ed uffici locali; sul piano storiografico, oltre tutto il filone

1 Ci riferiamo, per questi aspetti, soprattutto alla documentazione conservata negli Archivi di Stato di Bologna, Brescia, Cagliari, Macerata, Modena, Nuoro e Teramo.

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Fonti conservate negli AS - Storia degli archivi

di ricerca relativo ai provvedimenti razziali del governo fascista, alle depor­tazioni e precettazioni di ebrei, è possibile analizzare, per tutto l'arco del periodo bellico, situazioni a livello locale, cogliendo in tale analisi la verifica di ipotesi storiografiche di ampio respiro, relative ad un più lungo pe­riodo.

STORIA DEGLI ARCHIVI: DAL 25 LUGLIO 1943 AL 25 APRILE 1945.

I documenti conservati negli Archivi di Stato italiani sulla seconda guerra

mondiale hanno una loro storia; ed è una storia che si svolge in quasi per­

fetta analogia con le vicende - militari e politiche - dell'Italia nell'ultimo

periodo del conflitto mondiale. In essa possiamo distinguere nettamente due

fasi, che coincidono sia con lo sviluppo delle operazioni militari, che con

i profondi mutamenti avvenuti neìla situazione italiana, e che possono essere

simboleggiate da due date: 25 luglio e 8 settembre 1 943.

Nella prima fase, che si conclude nei mesi di luglio e agosto 1943

i bombardamenti dell'agosto 1 943 ne rappresentano il momento culminante

- il problema della tutela del patrimonio documentario italiano era preva­

lentemente quello della sua difesa dai danni derivanti dalla guerra aerea.

I provvedimenti adottati dal governo fascista (misure di prot�z�or:-e anti�er��

e trasporto delle serie più rare e più preziose dagli Arch1v1 m sed1 pm

protette) - provvedimenti che non sempre offrirono rimedi e soluzioni e�­

caci e sicure - lasciano intendere come una vera politica di tutela del patn­

monio artistico, culturale e documentario italiano venisse completamente

disattesa, in particolare per quanto riguarda gli Archivi 1•

Lo sbarco in Sicilia e la caduta del regime fascista segnano l'inizio della

seconda fase, che si chiude con l'insurrezione del 25 aprile e con la conclu­

sione del conflitto mondiale: in questa seconda fase si possono individuare

dei fattori, di carattere tecnico, militare, politico e istituzionale che, nella

loro complessa articolazione, si innestano, condizionandolo, sul problema

della tutela e conservazione del patrimonio documentario.

Innanzitutto, con lo sbarco degli alleati in Sicilia e con l'armistizio dell'8

settembre, il teatro delle operazioni di guerra si attesta sul territorio italiano,

mentre mutano sensibilmente le condizioni di sicurezza e i modi di salva­

guardia di quel patrimonio. Non si tratta più, infatti, di difesa co�tro i bo�­

bardamenti aerei, quanto di difesa contro la «guerra guerreggiata» e 1e

sue conseguenze (saccheggi, distruzione, incendi, etc.). Dopo 1'8 settembre,

in particolare, il nemico non è più uno solo : mentre la linea del fronte, p�1r

se lentamente, si sposta, il pericolo che minaccia il patrimonio documentano

1 Cfr RE Gli Archivi italiani durante la guerra, in Archivio della Deputazione romana di storia patria, n

·.s., ;ol. XII (1946), fase. l-IV, pp. 11-12 « La tragedia degli archivi italiani» - così scrisse -

« non è infatti diversa da quella del paese dove si trovano: anzi, è tutt'uno con essa . · · " (pp. 11-12).

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Fonti e storia degli archivi

italiano cambia fisionomia: se prima erano gli eserciti alleati avanzanti, ora sono le truppe tedesche, l'esasperazione stessa delle popolazioni, inasprite dalla fame e dalla miseria, le formazioni di guerra della repubblica so­-ciale italiana a rappresentare un pericolo per la salvaguardia del patri­monio archivistico. Su questa complessità di elementi - abbastanza tipici e comunque ricorrenti, nella loro sostanza, in ogni periodo di guerra - che compongono il quadro della situazione italiana nel periodo 1 943-45 in rela­zione proprio alla situazione degli archivi, si innestano i problemi connessi con la caduta del regime fascista, considerata nei suoi aspetti più diretta­mente correlati con la storia degli uffici e delle magistrature durante il ventennio, con quella dell'amministrazione e, in ultima analisi, con la storia delle istituzioni. La caduta del fascismo, infatti, segna anche la fine di quegli enti, uffici e magistrature che erano sorti durante il regime e che di questo rappresentavano l'espressione e la emanazione: dalla milizia volontaria per la sicurezza nazionale, al partito nazionale fascista (in tutti i loro uffici centrali e provinciali, politici ed amministrativi), al tribunale speciale, al gran consiglio del fascismo 1• Alcuni di questi uffici (e ci riferiamo in parti­colare alla MVSN ed al PNF) saranno ricostruiti con altra denominazione (Guardia nazionale repubblicana e Partito fascista repubblicano) durante la repubblica di Salò 2 • In ogni caso, le sorti di quegli archivi sono, nel clima politico dei 45 giorni badogliani, ancora incerte, mentre il problema della tutela, in genere, del patrimonio documentario viene ad essere ulteriormente complicato. All'inizio di questo secondo periodo, difatti, si colloca uno degli avve­nimenti più paradossali - e ben per questo più significativi - che si ricor­dino nella storia degli archivi : quella che è stata definita, assai acutamente, la << macroscopica migrazione ,, da Roma verso il nord - decisa e realizzata all'indomani della costituzione del governo quisling della repubblica di Salò 3 - di quasi tutti gli archivi dei ministeri, degli organi di governo e degli

1 Per il PNF e la MVSN, cfr. nota n. 2 a p. S. Il tribunale speciale per la difesa dello stato, abolito con legge del 29 luglio 1943, n. 668, venne ricostituito con decreto di Mussolini del 3 dicembre 1943, n. 794. Sempre con decreto di Musso lini del! '11 novembre 1943 venne costituito il tribunale provinciale straor­dinario e il tribunale speciale straordinario. Il gran consiglio del fascismo venne soppresso con R.D .L. del 2 agosto 1943, n. 706. Assai significativo ci sembra il fatto che - nel testo dell'armistizio « lungo " - venisse affermato lo scioglimento di « tutte le organizzazioni fasciste, compresi tutti i rami della milizia fascista (MVSN), la polizia segreta (OVRA) e le organizzazioni della gioventù fascista • . . ": cit. in A. TAIIA:ARO, Due anni di storia 1943-45, vol. II, Roma 1949, p. 129.

2 Cfr.; nota n. 2 a p. 5 e n. 1 di questa pagina. 3 Per dati particolareggiati si veda, in ACS, l'archivio della direzione generale pubblica sicurezza, divisione AGR, 1922-45, categ. A5G, fase. 224: « Trasferimento ministeri " (b. 106), e presidenza del consiglio, gabinetto: atti, 1943, fase. 1 . 1 .2, n° 25047 e n° 24641.9. ed anche TAMARO, Due anni di storia. cit., vol. II cit., pp. 245-246. Del tutto diverse furono le vicende dell'archivio del ministero degli affari esteri. Per disposizione del ministro Guariglia, nei giorni precedenti l'armistizio quasi tutto l'archivio di gabinetto venne por­tato via da palazzo Chigi, parte nascosto nei sotterranei di palazzo Lancellotti a Roma (da cui prese

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Storia degli archivi

organismi centrali, che trovano una sistemazi�ne precaria, �nadeguata e poco sicura, in una zona situata intorno a Brescra, Verona, VIcenza ed al lago di Garda 1•

I documenti che pubblichiamo nella seconda parte di questo lavoro illu· strano, nei suoi aspetti più significativi, questo momento della storia degli archivi italiani. Nella ricchissima documentazione su questo periodo (con­servata prevalentemente nelle carte della presidenza del consiglio e in quelle dell'ufficio centrale degli Archivi di Stato) si è creduto di dover operare una cernita assai rigorosa, che non oltrepassasse il limite cronologico della vera e propria fase di recupero degli archivi e che ad esso si riferisse, anche � soprattutto nella scelta degli argomenti. Tuttavia, attraverso l'apparato cr:­tico e le note, i documenti non inseriti nella pubblicazione fungono da vah­do supporto storico e documentario, contribuendo a mettere in l':ce l� com­plessità dei fattori che intervengono nel recupero del nostro patnmomo sto· rico e documentario. Se - come vedremo - l'azione di recupero venne rea­lizzandosi con caratteristiche particolari, è altresì vero che sulla politica di tutela del patrimonio artistico e storico ebbero non scarsa incidenza lo sviluppo delle operazioni militari sul territorio italiano da un lato, e l'ini­ziativa delle potenze occupanti dall'altro.

Com'è noto, gli uffici cui spettava il compito di proteggere il patrimonio documentario e artistico italiano erano da una parte il Kunstschutz tedesco e dall'altra la sottocommissione alleata per i monumenti, belle arti e ar-chivi 2•

la denominazione di « Fondo Lancellotti ,), parte inviato presso la legazione d'Italia a Lisbona. Su questo, cfr. MIJXISTERO AFFARI EsTERI, I documenti diplomatici italiani, IX serie (1939-43), vol. I, Avvertenza

di TosCANO. . · al d f Dei! e carte rimaste a palazzo Chigi, parte venne prelevata dai tedeschi e part� mv_mta . _n or : c r ·

ToscANO, Fonti documentarie cit.; Io. ; Gli archivi segreti di palazzo Chigi catturatz d�z nazzstz nel 19�3, in Nuova Antologia, XCVI, fase. 1923, 1961, pp. 299-326; e, infine, F. W. DEAKIN, Stona della repubblzca di Salò, Torino 1963, pp. 799-808. . 1 Oltre le relazioni pubblicate nella seconda parte (docc. 11. 13, 19, 20, 21, 22, 23 e 25) Sl vedano quelle, che qui non si pubblicano, di Mc Cain dal 5 al 31 maggio 1945, nell'archivio dell'ufficio centrale Archivi di Stato ( UCAS; anni 1947 e prec.) fase. 8947.5. . 2 su di essi cfr. RE, Gli archivi italiani cit., in particolare alle pp. 5, 9, e 16; e anche il Rapporto finale sugli archivi, riprodotto nella terza parte.

. , . . . . . . . Più esauriente, in quest'ultimo, la parte che rllustra l att1v1ta della sottocommrsst�n� �lleata. m realtà, nelle serie documentarie della presidenza del consiglio e dell'ufficio c�ntrale Arch1v1 �I �tato :­conservate nell'Archivio Centrale dello Stato, cui appartiene la documentaziOne. c_he pubbhchr�m? m appendice _ esiste uno scarno carteggio fra il governo italiano e la sottocommts�wne a�le�ta, msteme alle copie delle relazioni degli ufficiali alleati: si tratta, è ovvio, di documer;.taz1on� . « mdlr.etta.", es­sendo conservata, quella relativa alla Sezione « Civil Affairs , dell'ACC, n�gh archrVI amenc�m (cfr. Preliminary generai guide to american documentation of the european reszstance movem�nt m wo�ld war Il, a cura di D. w. ELLWOOD e J. E. MrLLER, University istitute of european studres of Turm, 1974 (in bozze)). . . l" • d l" · 1 · N I r·odo •��ediatamente successivo alla fine del confhtto mondrale furono pubb rcatr, ag 1 mg es1 e pe 1 =uu , d !" hl . . e dagli americani, dei saggi-memoriali sulla tutela e sul recupero delle opere . d arte e eg 1 are VI m Italia: per tutti, ricordiamo i « classici » Works of art in Italy: loss�s and s�rvzvals ?n the war, Lond�n, H. M. Stationery Office, 1945-46 e H. JENKINSON, M. E. BELL, Ital!an Archzves durzng the war and tts

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Fonti e storia degli archivi

Una organica e programmata azione di tutela degli archivi da parte dei tedeschi divenne concretamente operante dopo lo sbarco in Sicilia - essendo stata limitata, nel periodo precedente, a casi di « ricovero » di archivi parti­colarmente esposti al pericolo di distruzione - in collaborazione con le auto­rità italiane; ma dopo il settembre 1 943 essa divenne di esclusiva competenza del comando tedesco: << • • • un governo italiano nelle zone occupate dalle truppe germaniche non c'era più ; - sono parole di Hagemann 1 - << e anche quando un tale governo venne formato, aveva solamente una giurisdizione limitata in certe zone, mentre in tutte le zone di operazione vicino al fronte, decideva la volontà dei comandi militari tedeschi ''· L'ufficio di protezione artistica « Abteilung Kunstschutz bei Bevollmachtigten Generai der Deutschen Wehrmacht in Italien ,, venne quindi aggregato all'amministrazione militare tedesca in Italia. In realtà, l'attività di questo ufficio di protezione artistica fu assai ridotta 2 e circoscritta: la complicata organizzazione dei comandi tedeschi in Italia rendeva assai difficile, o quasi impossibile, emanare delle direttive organiche e coerenti, soprattutto dopo lo spostamento del fronte seguito allo sbarco di Anzio. D 'altra parte, era di fatto venuto a mancare ogni contributo da parte italiana - naturalmente di quella Italia che era e si sentiva alleata dei tedeschi - sia per i continui spostamenti dei ministeri, che rendevano quasi impossibile i contatti con le sfere dirigenti, sia perché « . . . in mezzo agli avvenimenti travolgenti dopo 1'8 settembre 1 943 non fun­zionava più l 'organizzazione dello stato, anche se la massa della burocrazia era rimasta intatta . . . » 3•

Ben diversa fu l'incidenza dell'azione della sottocommissione alleata: il momento centrale della collaborazione fra quest'ultima e il governo ita­liano fu la massiccia azione di recupero degli archivi delle amministrazioni centrali, che - come abbiamo visto - erano stati trasferiti al nord.

La necessità di una indagine sugli archivi degli organismi del regime era stata - all'indomani del 25 luglio - indicata come uno degli obiettivi principali di una organica azione di tutela degli archivi: « I mutamenti ve­rificatisi nell'ordinamento dello stato >> - scriveva Re all'UCAS nell'agosto 1 943 4 - « a partire dal 25 luglio u.s. impongono l'esame � la ri��lu�ione di alcuni problemi di carattere urgente anche nel campo degh arch1v1. E neces-sario infatti provvedere alla tutela e alla conservazione di archivi, di istituti

cio se, London, H. M. Stationer Office, 1947. Più recente, la pubblicazione - streUamente aderente alle ·serie documentarie conservate negli archivi americani, di cui vengono riprodotti ampi stralci - di H. L. CoLES, A. K. WEINBERG, Civil affairs: soldiers uecome governors, Washington 1964.

l La relazione di Hagemann, datata 9 aprile 1946, è pubblicata al doc. n . 47, pp. 129-139: si tratta, pre­sumibilmente di una traduzione: cfr. la nota al testo.

2 Cfr. in merito RE, Gli archivi italiani cit., loc., cit.; il Rapporto finale cit., in particolare alle pp. 150-156 e, infine, la cit. , relazione di Hagemann.

3 Cfr. la cit. relazione di Hagemann. • Cf•:. la lettera di Re all'ufficio centrale degli Archivi di Stato, del 12 agosto 1943, pubblicata al

doc. l , pp. 35-37.

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Storia degli archivi

ed offici che, a quella data, hanno cessato di esistere, o sono stati soppressi per effetto di successive disposizioni di legge . . . È il problema >> - conclu­deva - << che si presenta sempre ad ogni cambiamento di regime: la sua importanza, sia ai fini della politica contingente che a quelli della storia perenne, è troppo evidente per doverci insistere sopra >> .

Una prima indagine sistematica e generale sui danni subiti dagli archivi venne promossa dal governo di Salerno nell'aprile 1944 1 seguita, nel luglio dello stesso anno, da un'iniziativa analoga, presa dal governo Bonomi.

Con particolare attenzione si guardava alla destinazione ed alle condi­zioni degli archivi delle amministrazioni centrali: « È indispensabile » -si legge nella circolare di Bonomi - « non solo nell'interesse della storia futura, ma anche e soprattutto in quello dell'amministrazione, rendersi subito esatto conto della situazione degli archivi degli uffici centrali. Sapere in altre parole, quale parte di essi è rimasta in situ, quale è stata eventualmente distrutta, quale infine trasferita al nord, per preparare fin d'ora i necessari recuperi >> 2. La circolare Bonomi - risultato di sollecitazioni politiche di non scarso rilievo 3 - riecheggia, sopra tutto nel brano sopra riportato, quanto scriveva Emilio Re prima della liberazione di Roma 4: « • • • Rimane a parlare degli archivi moderni che hanno esulato da Roma al seguito delle rispettive amministrazioni. Sono note le ragioni d'ordine superiore che hanno imposto una norma di così vasta portata, ma è anche ovvio che nell'attuazione di essa molti inconvenienti, come mutilazioni, smarrimenti e dispersioni par­ziali, non saranno potuti mancare, senza contare quello maggiore di tutti, realizzato già in partenza, di dividere in due tronconi - fra Roma e la nuova residenza - quello che costituiva prima una unità. Ora è evidente l'interesse dello stato di ricomporre quella unità non appena siano venute a cessare le ragioni che ne hanno potuto imporre la momentanea divisione . . . >> : nel sottolineare quindi la opportunità e l'urgenza di una indagine sulla disloca­zione degli archivi moderni trasferiti al nord, così concludeva: « . . . quadro che riuscirebbe poi d'inestimabile utilità quando, al termine della guerra, sarà possibile rimettere insieme le parti ora divise, riformando - anche negli atti d'archivio - quella unità che è essenziale nella vita e nella tradi­zione d'un grande stato moderno ».

Già fin d'ora, quindi, il problema del recupero degli archivi trasferiti al nord si pone in tutte le sue implicazioni e connessioni politiche, ammi­nistrative, istituzionali. È chiara la consapevolezza - in coloro che di quella azione di recupero furono i fautori ed i promotori - dell'unità inscindibile esistente fra gli archivi, e gli uffici da cui erano stati prodotti, mentre si

1 Si tratta della circolare del ministro dell'interno Reale a tutti i prefetti, del 3 aprile 1944: cfr. doc. 2 e nota al testo, pp. 37-38.

' Cfr. doc. n. 4, pp. 40-42. ' Ibidem, nota al testo. ' Cfr. doc. 3 e nota al testo, pp. 38-40.

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Fonti e storia degli archivi

viene delineando, altrettanto chiaramente, la prospettiva generale in cui quel­l'azione di recupero - e di tutela - veniva inserendosi.

<< La presente inchiesta » - si legge in una circolare di Bonomi ai pre­fetti, successiva di poco a quella testé citata - << intende portare un contri­buto a queli'inventario generale della nazione, sollecitato dalle più diverse parti in questo momento, che costituirà il punto di partenza per la ricostru­zione del paese» 1• E, ancora più tardi : << Nel quadro del generale inventario della ricchezza nazionale, che da ogni parte è ora reclamato come una ur­gente necessità del momento, anche questo rilevamento della condizione degli archivi - e delle loro perdite - trova evidentemente il luogo suo naturale, e può rivestire una notevole importanza non solo ai fini della cultura e nel­l'interesse dell'amministrazione, ma altresì allo scopo pratico di contri­buire a formulare una valutazione esatta dei danni sofferti e di preparare quindi gli elementi per le necessarie riparazioni >> 2•

Questi due documenti - di cui abbiamo riportato i brani che ci sem­brano più significativi - chiariscono la prospettiva, presente nell'azione di tutela svolta dal governo Bonomi, in collaborazione con la commissione alleata: una indagine, di carattere generale, sulla situazione di tutto il patri­monio archivistico, promossa nel luglio 1944, che venne estesa, nel dicembre dello stesso anno, agli atti delle magistrature civili e penali. In questo qua­dro, significato e rilevanza politica particolari venivano ad assumere la tutela e la salvaguardia degli archivi e documenti emanati direttamente dagli uffici ed organi dello stato fascista (fra cui l'archivio del PNF e quello della segre­teria particolare di Mussolini), mentre - nello scorcio dell'autunno del 1944 - l'individuazione dei luoghi ove erano conservati gli archivi dei ministeri poteva dirsi compiuta 3•

<< . . . con la liberazione dell'Italia settentrionale dall'occupazione nazifa­scista » - scriveva Bonomi a Stone il 29 aprile 1 945 4 - << si è reso di attua­lità un problema che interessa vivamente l 'amministrazione dello stato e degli altri enti pubblici. Ella sa bene che, nel periodo fra 1'8 settembre 1 943 e il 4 giugno 1944, l'illegale governo italiano, avvalendosi della forza tedesca, trasferì al nord una notevole parte dell'organizzazione burocratica dello stato e degli enti pubblici e, in misura ancor più notevole, le attività patrimoniali degli uni e degli altri. Il recupero di questi beni, insieme con quello degli atti e documenti amministrativi, rappresenta . . . una esigenza di primaria importanza per il riordinamento e la ripresa della vita nazio­nale . . . Quest'opera di recupero non può non corrispondere al proposito delle autorità alleate di venire incontro ai bisogni del nostro paese, per rendergli meno difficile, fra tante rovine, un serio inizio di ricostruzione . . . ».

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1 Cfr. doc. 10, p. 47: la circolare Bonomi porta la data del 31 agosto 1944. . 2 Cfr. doc. 14, pag. 52: lettera di Bonomi al ministero di grazia e giustizia, del 19 dicembre 1944. ' Cfr. doc. 11, pp. 48-49: promemoria sugli archivi dei ministeri del 21 settembre 1944. • La lettera, del 29 aprile 1945, è pubblicata al n. 16, p. 54.

Storia degli archivi

In questo documento si riassume, a nostro avviso, il quadro politico in cui veniva a collocarsi sia quella che abbiamo definito la << macroscopica migrazione » degli atti delle amministrazioni centrali sia il loro recupero, promosso e sostenuto dal governo italiano e dalle autorità alleate.

Da questo, e dai documenti prima citati - dei quali abbiamo riportato ampi brani - emerge innanzitutto il senso della saldatura profonda fra l'archivio e l 'ufficio, della assimilazione del documento all'istituzione. L'eso­do massiccio degli archivi, uffici ed impiegati può essere perciò visto sotto una duplice angolazione: nei suoi riflessi immediati esso sembrò rafforzare ancora di più il quadro di disgregazione e di frattura politica offerto dalla istituzione della repubblica fascista. D'altra parte, se posto in relazione con il cedimento dello stato e delle istituzioni - che in quel momento co­nobbe la sua fase più scoperta e più acuta - il senso di quella operazione, che sembrò solamente politica, muta: la storia di quella documentazione, l'analisi di quelle fonti ripropone, su una particolare, omogenea base storica di valutazione, la tematica della continuità dello stato 1, vista in una pro­spettiva che intende oltrepassare il puro e semplice dato amministrativo e burocratico.

Del legame fra la continuità ed il problema istituzionale erano - in maniera diversa, come abbiamo visto - consapevoli tutti i protagonisti degli avvenimenti di quel periodo: non sta a noi, comunque - e uscirebbe dai limiti di questa analisi - affrontare e sviluppare la tematica e i dibattiti politici, che trovarono il loro sbocco storico nell'assemblea costituente 2• Quello che piuttosto ci preme sottolineare è come la continuità istituzionale non si accompagnò alla continuità amministrativa: lo stato << legittimo » pas­sava in quel momento attraverso una fase di quasi totale paralisi, soprat­tutto nei suoi organismi più vitali. D 'altra parte, nella << illegittima» repub­blica sociale italiana venne ricostruito, con alcune varianti, tutto l 'apparato amministrativo dello stato 3: sotto questo aspetto, quindi, il trasferimento degli archivi al nord corrisponde pienamente al tentativo, da parte di quel governo fantoccio (puppet government), di assumere una parvenza di legitti­mità o, meglio, di credibilità ed autorità. In tal senso, la vicenda degli archivi delle amministrazioni centrali rientra perfettamente nel quadro della conti­nuità dello stato attraverso la RSI.

Una conferma di tale ipotesi di << continuità» ci viene offerta anche dal­l'analisi - esposta nelle pagine precedenti - della documentazione prodotta dalle amministrazioni centrali : nelle serie archivistiche conservate nell'Ar­chivio centrale dello Stato abbiamo visto riflettersi assai nitidamente sia la

1 Su questo problema assai complesso si rimanda allo studio di PAVONE, La continuità dello stato. Istituzioni e uomini, in Italia 1945-48. Le origini della Repubblica, Torino, 1975, cui abbiamo fatto ri· ferimento costante nel nostro lavoro.

2 PAVONE, La continuità dello stato cit., pp. 208-216. ' Cfr. la voce Repubblica sociale italiana, cit.

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Fonti e storia degli archivi

« cesura » dell'8 settembre, sia la continuità amministrativa nella repubblica sociale italiana, sia - infine - quella sorta di duplicazione di organi che venne a crearsi nel periodo successivo alla liberazione di Roma, quando si assiste al ritorno a Roma dei poteri legittimi dello stato ed al ripristino dell'amministrazione in tutte le sue funzioni.

Tornando alla storia di questo << recupero », nei giorni della liberazione (25-27 aprile 1 945) il CLNAI prese in consegna di fatto gli archivi dei vari ministeri - anzi, ancora prima quell'organismo e il governo militare al­leato avevano preso accordi segreti con il personale dei ministeri e degli organi centrali per la tutela del materiale e degli archivi, nominando succes­sivamente commissari di fiducia, scelti fra quel personale: tali nomine vennero poi ratificate dagli alleati (maggiore Bell per il territorio dell'Sa armata, capitano Mc Cain per la sa) 1•

Nel periodo immediatamente successivo alla liberazione comincia a de­linearsi un piano per il ritorno delle carte a Roma; piano cui si accom­pagnava l'ipotesi - avanzata e sostenuta da Emilio Sereni, consegnatario del ministero degli interni - di un primo concentramento di tutto il ma­teriale a Milano 2• Né viene meno, in questa delicata e difficile fase, un cri­terio scientifico e non poliziesco di valutazione di quegli atti e della loro importanza storica: viene quindi prendendo corpo l'idea - sostenuta da Emilio Re e dagli alleati - che la sede più adatta per la conservazione di tali atti sia un grande archivio nazionale - simile, nella sostanza, al Public Record Office di Londra ed ai National Archives di Washington - in altri termini, l 'Archivio del regno 3•

Nell'estate del 1945 si concreta, quindi, un piano organico per il ritorno di tutti gli archivi dei ministeri a Roma, attraverso una serie di accordi e di incontri tra l 'amministrazione alleata - o, per meglio dire, la sottocommis­sione per i monumenti belle arti e archivi - la presidenza del consiglio, i responsabili dei ministeri, il commissariato per l'epurazione, il CLNAI. La presidenza del consiglio affidò il coordinamento ad Emilio Re, affiancato dal­l'amministrazione alleata.

A chi impostava, fin dall'inizio, le operazioni tecniche per il ritorno degli atti a Roma, era chiara la diversa natura di quelle carte e quindi i diversi problemi che il recupero di essi poneva: << Grosso modo » - scriveva Emilio

1 Cfr. le relazioni di Re e di Alfano, rispettivamente del 9 giugno e 10 settembre 1945, pubblicate ai docc. 22 e 38, rispettivamente a pp. 61-63 e 97-102.

2 Cfr. relazione di Mc Cain alla Commissione regionale della Lombardia, del 6 giugno 1945, pub­blicata al doc. 21, pp. 60-61.

3 Oltre la cit. relazione di Re del 9 giugno 1945 e la successiva, del 28 giugno 1945 (pubblicata al doc. 26, pp. 72-75) si vedano quelle di Mc Cain, rispettivamente del 6 e 10 giugno 1945, in UCAS, fase. 8947.5 cit. Già in questo momento si fa strada l'ipotesi di una diversa sistemazione dell'archivio del Regno, ingrandito dagli archivi dei ministeri confluiti dal nord, in un più ampio edificio dell'Eur: cfr. un ap­punto, datato 31 luglio, ad una relazione, s.d. ma anteriore, di Leopoldo Sandri in UCAS, fase. 8947.5 cit.

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Storia degli archivi

Re alla presidenza del consiglio - « è facile prevedere che questo ingente materiale risulterà in ogni caso e per ogni ufficio, formato di tre parti: 1 ) La prima costituita di quegli atti che seguitano ad avere interesse per l'amministrazione corrente; 2) la seconda costituita dagli atti che, pur non avendo più importanza per l 'amministrazione, ne conservano una eventuale dal punto di vista storico; 3 ) la terza costituita infine di quegli atti, che non avendo mai avuto importanza storica, hanno pure cessato di averne qualsiasi, in ragione anche del tempo trascorso, dal punto di vista ammi­nistrativo . . . >> 1•

C'è, in queste parole, accanto alla netta affermazione del legame - già individuato altrove - fra archivi ed amministrazione, il significato più auten­tico che quel recupero veniva ad assumere per chi - autorità politica, burocra­tica o militare che fosse - si trovava a doverlo gestire direttamente. C'è, anche, un giudizio, storico e politico, sugli atti del periodo fascista ( « . . . ar­chivi che rivestono tutti una notevole importanza non solo per accertare le responsabilità dell'oggi, ma per documentare altresì la storia che sarà scritta domani » 2), periodo inteso come fase della storia d'Italia in sè compiuta e conclusa, unito alla implicita affermazione della continuità dello stato pre­fascista: « Resta poi il fatto >> - leggiamo in un'altra relazione - << che quegli atti, caratteristici del regime fascista, rappresentano un periodo ormai chiuso, e non possono essere considerati come << i precedenti >>, o gli archivi di deposito, dei ministero d'un regime democratico >> 3•

Ai primi del 1946 tutti gli archivi dei ministeri e dicasteri centrali erano tornati a Roma: in quest'ultima fase del tormentato iter di quei fondi archi­vistici, una sorte << particolare >> venne riservata ai fondi più squisitamente politici, e che più direttamente riguardavano la politica, interna ed estera, di Mussolini. Ci riferiamo, in particolare, anche a quel nucleo - non omo­geneo né completo - di « carte della RSI >>, di cui già ci siamo occupati nelle pagine precedenti.

Accanto a questo grosso « ritorno >> , un pullulare di iniziative, più o meno scandalistiche - e comunque tipiche di un periodo di disgregazione dello stato - di commercio o di diffusione di documenti del ventennio: « Lo stato italiano >> - scriveva a questo proposito Emilio Re 4 - << . . . deve fare per carità di patria quello che, per motivi naturalmente diversi, gli stranieri si preparano a fare per le memorie della sua storia recente; esso deve essere primo e presente nella custodia e nella difesa degli atti dell'ultimo ventennio, e deve saper comunicare la sensazione che, anche per questa parte, esso ha saputo mettere ordine in casa propria. Solo dopo questo, ed in questo,

' La lettera, del 17 settembre 1945, è pubblicata al doc. 42, pp. 103-105. � Ctr. doc. 20 cit. e 23, pp. 64·66. ' Cfr. i documenti pubblicati ai nn. 22 e 26, pp. 61-63 e 72-75 . ' lì documento, dell'8 ottobre 1945, è pubblicato al n. 44, pp. 118-122; il brano ripoortato è a p. 121.

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Fonti e storia degli archivi

esso troverà infatti la forza morale di richiedere poi la restituzione degli atti ed archivi di straordinaria importanza che, come è noto, gli alleati

� deten­

gono e che, come tutti gli altri, dovunque si trovino, appartengono allo stato italiano e al territorio dove sono nati e cresciuti ''·

L'ampio stralcio qui riportato, come pure tutti i documenti più signi­ficativi pubblicati nella seconda parte - oltre a risentire del clima di disgre­gazione cui sopra si faceva cenno - sono dominati da una costante tensione verso la riaffermazione e la riconquista del senso dello stato, vista come punto d'arrivo necessario per la riconquista concreta del nostro patrimonio storico e documentario.

In questa fase del recupero degli archivi intervengono difatti una serie di fattori ed elementi derivanti direttamente ed indirettamente dall'aspetto politico del problema italiano. È proprio di questo periodo la creazione -per iniziativa del dipartimento di stato americano e del ministero degli affari esteri britannico - di uno speciale ufficio ricerche (poi chiamato agenzia alleata per le ricerche diplomatiche), cui spettava il compito di esa­minare e riprodurre gli atti degli archivi italiani 1, soprattutto la documenta­zione più recente del ministero dell'interno, degli affari esteri, della cultura popolare, della segreteria di Mussolini.

Tale iniziativa era parte di un grandioso piano di riproduzione degli archivi, politici e militari, delle potenze vinte, che comprendeva, com'è noto, non solo la documentazione italiana, ma anche quella tedesca e giapponese z.

I modi e i tempi della realizzazione di quel piano corrispondono al quadro generale della politica alleata in Italia, politica in cui - pur fra le non poche divergenze e differenze fra la componente britannica e quella americana - è costante l'affermazione della posizione subalterna dell'Italia, unita all'intervento diretto nel funzionamento e nella gestione dell'ammini­s trazione dei territori liberati 3.

1 Cfr. il Rapporto finale e, in particolare pp. 172-174. 2 I microfilms sono conservati in massima parte ai National Archives di Washington e al Trinity

College di Oxford: cfr. F. W. DEAKIN, Storia della repubblica di Salò cit., pp. 799-812. Notizie sulle vicende degli archivi del Tripartito, alla fine del secondo conflitto mondiale, in ToscANo, Fonti do­cumentarie cit., in Questioni cit., pp. 532-535.

Confuso ed impreciso - e comunque poco chiaro - è l'articolo di H. Mc GAW SMYTH, Gli archivi civili e militari italiani conservati in microfilm a Washington, in Storia contemporanea, III, 4 (1972),

PP · 969-987: stupisce soprattutto l 'affermazione che gli americani sarebbero venuti in possesso degli archivi italiani quasi per caso !

3 Cfr. per tutti PAVONE, La continuità dello stato cit., pp. 189-196 e la bibliografia ivi citata. Assai significativamente, per quanto riguarda gli archivi, una clausola dell'armistizio suonava così:

« • • • Senza pregiudizio alle disposizioni del presente atto, le Nazioni Unite eserciteranno tutti i diritti di una Potenza occupante . • • »; << • • • Il governo italiano fornirà tutte le informazioni e provvederà a tutti i documenti occorrenti alle Nazioni Unite. Sarà proibito distruggere o nascondere archivi; verbali, progetti o qualsiasi altro documento per informazione »: artt. 20 e 35 dell'armistizio « lungo », firmato a Malta il 29 settembre 1943, in TAMARO, Due anni di storia cit., vol. II cit., rispettivamente alle pp. 126 e 131.

Nella documentazione esaminata emerge chiaramente l'importanza che per gli ufficiali alleati rive-

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Storia degli archivi

L'azione di tutela e di recupero degli atti trasferiti al nord può quindi essere considerata sotto un duplice, e non contraddittorio aspetto. Il tipo di gestione, da parte degli alleati, del recupero dei documenti trasferiti al nord mostra con estrema chiarezza quali fossero il significato e gli intenti di quella politica « culturale », politica che peraltro sembrava corrispondere alle esigenze dei settori più colti dell'opinione pubblica americana e che quindi, in realtà, si muoveva sulla falsariga dell'assorbimento dell'Italia nella zona d'influenza angloamericana.

D'altra parte, una analisi attenta degli sviluppi della fase del recupero mostra come questo passasse attraverso il problema del mantenimento delle strutture e dell'apparato dello stato prefascista, in un complesso intrecciarsi di fattori diversi, peraltro convergenti nell'ampia tematica della continuità dello stato. Né va dimenticato - a questo punto - come proprio in nome di questa « continuità » (che aveva come unico punto fermo l'identificazione fra lo stato e la amministrazione) le gerarchie della repubblica sociale ita­liana avevano deciso di trasferire al nord gli uffici e gli archivi dei dicasteri centrali.

L'individuazione ed il censimento di quegli atti, prima, e tutte le ope­razioni di raccolta e di trasporto poi, compiute nei mesi immediatamente successivi alla liberazione, quando ancora il quadro della situazione italiana era completamente dissestato, furono volute ed attuate dalla sottocom­missione alleata per le belle arti, monumenti ed archivi, con l'aiuto e la collaborazione tecnica di persone, non isolate, che stavano ai vertici della burocrazia, e con il consenso politico dei governi Bonomi e Parri. La linea direttiva di questa convergenza di interessi fu quella del ripristino della amministrazione dello stato in tutte le sue funzioni - nel difficile impatto con il problema della epurazione del personale statale trasferitosi al nord 1 - e nel quadro della futura ricostruzione del paese. Prevalenti e determi­nanti furono - e i documenti da noi pubblicati ne costituiscono una espli­cita conferma - la volontà e le decisioni della commissione alleata: a que­sto proposito, è significativo come nell'inviare al presidente del consiglio De Gasperi, una copia del « Rapporto finale sugli archivi », l'ammiraglio Stone, capo della commissione alleata, sottolineasse vigorosamente alcune necessità di fondo per la ripresa dell'amministrazione degli archivi, il cui successivo sviluppo varrebbe la pena di analizzare.

Infine - e l'analisi dei vari momenti della fase del recupero lo indica chiaramente - assai ridotta sembra essere stata la possibilità d'intervento da parte del CLNAI : difatti, nei giorni successivi alla liberazione le forze

stivano gli archivi italiani: cfr. docc. 16 e 17 (lettere di Bonomì a Stone del 29 aprile e 2 maggio 1945), rispettivamente a pp. 54-55 e 55-56 e soprattutto il Rapporto finale, alle pp. 169-174.

1 Cfr. lo scambio di lettere fra Upjohn e Parri (4 e 31 luglio 1945) pubblicato ai docc. 28 e 31, rispetti· vamente a pp. 81-82 e 83-84.

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Fonti e storia degli archivi

politiche e burocratiche che avevano gestito da Roma la fase di recupero sottraggono quasi immediatamente al CLNAI la responsab

_ilità della �on­

servazione degli atti che si trovano al nord e quindi, nel penodo successivo, la gestione del ritorno di essi a Roma.

Emerge, in questo intervento immediato, il latente conflitto .fra i due

governi, quello di Roma e quello di Miiano: quanto, in tale confh.tto, f�ss�

dovuto soltanto ad una polemica contingente e quanto invece a cons1deraz10m di più vasta portata, che investivano il significato, s torico e P?lit�co,

. che

l'azione del CLNAI veniva ad assumere nel quadro della futura Vlta 1tahana, sarebbe da sottoporre ad approfondita analisi, per verificare l'effettiv� peso e l'incidenza - in quel momento della storia d'Italia e attraverso la vicenda degli archivi - di determinate forze. Un dato - comunque

.- ricorre cost�n:

temente: ed è l'identificazione, che abbiamo più volte sottolmeato, fra archiVI e struttura amministrativa; è l'assimilazione del documento all'istituzione, cui è sotteso un altro processo di identificazione, fra lo stato e la pubblica amministrazione. A tale processo seguirà ben presto un altro: sarà difatti la struttura burocratica, dopo il ritorno degli archivi a Roma, a restituire allo stato la perduta autorità. Ma, quale era questo << stato » ?

Dall'analisi e dalla lettura dei documenti presi in esame in questo sag­gio - sopratutto se comparati con fonti coeve, ma di diversa p�ovenien� za - è possibile ricavare alcune ipotesi di ricerca, a nostro avv1so assm suggestive, volte ad approfondire e chiarire il concetto di stato ne� momen­to di transizione fra la caduta del regime fascista, la fine del conflitto mon­diale e le prime battute di quella che - successivamente - sarà chiamata la << restaurazione » .

Uno studio filologico e terminologico dell'uso del termine << stato » nella documentazione prodotta dagli uffici e dalle amministrazioni centrali po: trebbe innanzitutto costituire una verifica di quella identificazione - da nm tanto chiaramente posta - fra stato e amministrazione, suggerendo al tem�o stesso l'ipotesi che tale identificazione sia l'unico e solo elemento che dm un senso un contenuto ed una funzione alla parola stato.

D 'alt�a parte, un sia pur sommario richiamo alle ipotesi ed alle for� mule che circolarono durante il periodo della lotta di liberazione - su cm sarebbe necessario un più lungo ed approfondito discorso - sullo stato ci mostra una alternanza di posizioni, che si può sintetizzare nella contrap­posizione fra due prospettive ideali, politiche ed �cono::nic_he: l'una del ra­dicale rinnovamento della struttura dello stato, m cm Sl collocano tutte le forze politiche della sinistra, dalla << rivoluzione democratica >> del partito d'azione alla << democrazia progressiva » del partito comunista, a quella, che dav� tutto il potere ai CLN, del partito socialista 1• A questo concetto di

1 Una efficace sintesi di queste posizioni è in PAVONE, La continuità dello stato cit., pp. 156-169, ove però la posizione del PSIUP (e, in particolare, quella di lVIorandi) non viene sufficientemente approfondita.

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Storia degli archivi

stato democratico, viene contrapposto, dalla destra politica liberale e demo­cristiana, lo stato liberale prefascista: sarà proprio questa concezione dello stato - nel nome della continuità e della conservazione - a prevalere, sorretta anche da una ipotesi di sviluppo e di ripresa delle forze di produ­zione, ad essa coerente.

Il recupero degli archivi venne realizzato proprio da queste forze poli­tiche, che, per l'appunto, riconoscevano in quella documentazione la emana­zione diretta delle loro istituzioni, del _loro potere: in ultima analisi, si rico­noscevano in essa.

Quanto, poi, fosse profondo il distacco fra quelle forze politiche e buro­cratiche, quelle istituzioni, quelle carte e il resto del paese, resta pur sempre una valida e suggestiva ipotesi di ricerca. Una storia degli archivi - soprat­tutto di questo periodo - che tenga conto anche delle connessioni con il tessuto sociale e civile del paese, è ancora una s toria tutta da scrivere

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n.

DOCUMENTI

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In questa seconda parte pubblichiamo una scelta di documenti, conser­

vati prevalentemente, tranne poche eccezioni, in due grossi fondi dell'Archi­

vio centrale dello Stato: gli atti di gabinetto della presidenza del consiglio dei ministri e il carteggio dell'ufficio centrale Archivi di Stato. Si tratta di una documentazione ricca e varia - composta di carteggio, appunti, rela­zioni, circolari, indagini e rilevazioni statistiche - che costituisce la fonte

primaria ed insostituibile per una storia degli archivi, quale ancora non è

stata scritta. Nella scelta, in questa messe copiosa e stimolante, abbiamo voluto

mettere in luce uno degli aspetti meno noti della storia degli archivi durante

il secondo conflitto mondiale: il recupero degli atti delle amministrazioni

centrali trasferiti, dopo 1'8 settembre 1943, nel territorio della repubblica

di Salò, illustrandone i momenti e gli interventi più significativi. A questo spaccato documentario è stata data una netta delimitazione

cronologica, fra il 25 luglio 1943 ( quando la caduta del regime fascista

rese evidente la crisi dello stato e delle istituzioni) ed i primi mesi del 1 946, in cui si concluse la fase operativa del rientro a Roma degli archivi delle

amministrazioni centrali trasferiti al nord.

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1 . Il soprintendente archivistico per il Lazio, Umbria e Marche, Re, all'ufficio centrale Archivi di Stato.

Roma, 12 agosto 1943

Archivi del ventennio fascista.

I mutamenti verificatisi nell'ordinamento dello stato, a partire dal 25 luglio u.s. impongono l'esame e la risoluzione di alcuni problemi di carat­tere urgente anche nel campo degli archivi.

È necessario provvedere infatti alla tutela e alla conservazione di archi­vi, di istituti ed offici che, a quella data, hanno cessato di esistere, o sono stati soppressi per effetto di successive disposizioni di legge. Senza pretendere di voler dare un elenco tassativo di quegli istituti ed offici, ma piuttosto a titolo puramente esemplificativo, citeremo qui appresso:

1 - archivio del partito nazionale fascista 2 - archivio del gran consiglio

3 - archivio del tribunale speciale 4 - archivio della segreteria particolare del duce

Per l'ubicazione noteremo anzitutto che il primo (archivio del PNF) deve trovarsi nel nuovo palazzo di ponte Milvio e forse in parte nella recen­tissima sede, scelta dopo l'avvento al potere del ministro Scorza, nell'ex palazzo Wedekind a piazza Colonna.

I numeri 2 e 4, e cioè l'archivio del gran consiglio e quello della segre­teria particolare del duce, devono essere rimasti - anche per informazioni assunte - a palazzo Venezia. Di mole relativamente cospicua, e d'importanza corrispondente, essi sembrano bene ordinati e sono indicati nel linguaggio comune come gli « archivi di palazzo Venezia ».

Una parte della segreteria del duce - quella relativa ai sussidi - sem­bra sia tuttora al Viminale, palazzo della presidenza. Niente invece risul­terebbe conservato - contrariamente a quanto potrebbe ritenersi - a villa Torlonia.

Quanto al tribunale speciale per la difesa dello stato (n. 3 ), pure soppresso, esso era, com'è noto, al lungotevere Sanzio, palazzo Geribelli,

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e ivi se ne deve conservare l'archivio, salvo sia stato trasferito altrove per ragioni di difesa antiaerea.

Tutt'e quattro gli enti nominati sopra non solo hanno cessato di esistere e sono stati soppressi, ma non hanno neppure eredi; e cioè non hanno altri uffici che sia pure con altri nomi, ne continuino le funzioni: funzioni che sono state tutte abolite. Ne deriva di conseguenza che essi rischiano d'essere praticamente abbandonati, perché non esiste più nessun ufficio che abbia interesse a conservarli; o, peggio ancora, manomessi e dispersi in odio a quello che possono rappresentare, mentre è indubitato che - anche a pre­scindere da quello che l'autorità politica potrà ricercarvi - essi conser­vano tutta la loro importanza per la storia dell'ultimo ventennio.

Di qui la necessità di provvedere alla loro custodia e alla loro conserva­zione, col mezzo del resto che la legge stessa prevede, e cioè col loro versa­mento all'archivio del regno. E con questo si otterrebbe anche lo scopo di mettere al sicuro quegli archivi, allontanandoli dai luoghi troppo noti dove ora si trovano e dove perciò appunto, in tempi tumultuosi come i presenti, non è da escludere che potessero essere un giorno ricercati ed eventualmente distrutti, come si è già verificato per altri archivi.

Quanto è stato detto fin qui riguarda l'archivio del regno e la concen­trazione in esso di quelli che potrebbero chiamarsi gli organi centrali del fascismo. Ma sarebbe opportuno fin d'ora impartire anche disposizioni per la conservazione presso i rispettivi Archivi di Stato - previo opportuno scarto - degli archivi periferici del fascismo stesso (federazioni, gruppi rionali ecc.). E ciò a prescindere dalla parte puramente assistenziale che ha una continuazione e per la quale, com'è noto, ha già disposto l'art. 5 del R.D.L. 2 agosto 1 943, n. 704 1•

C'è poi la questione degli archivi privati, e cioè la questione degli archivi delle persone che, nel ventennio, abbiano esercitato nell'ambito del fascismo, cariche specifiche e di primo piano (membri del gran consiglio) segretari del partito, segretari federali, segretari particolari del duce ecc., per i quali basterebbe invocare per analogia l'applicazione dell'art. 13 , lettera b, della legge 22 dicembre 1 939, n. 2006, sul nuovo ordinamento degli archivi del regno 2•

Per quest'ultimo gruppo di archivi codesto ministero giudicherà se, per evitare probabili dispersioni, non sarebbe il caso di promuovere un fermo immediato, a somiglianza di quanto fu già fatto a suo tempo per bloccare presso tutte le banche le disponibilità dei fondi del partito fascista.

1 Esso prevedeva e disponeva il passaggio di organizzazioni diverse alla presidenza del consiglio e alle altre amministrazioni dello stato.

2 Ecco il testo dell'art.: « Spetta ai sopraintendenti degli archivi, con l'intervento, ove occorra, del prefetto, e premesse, in caso di urgenza, le cautele che le leggi civili consentono:

. . . b) accertare, nel caso di morte di pubblici funzionari, o di persone che abbiano avuto incarichi pubblici, o connessi con questioni di pubblico interesse, se presso di essi si trovino atti che interessano lo stato, curandone il sollecito versamento nell'archivio al quale spettano per ragioni di materia e di luogo; . . . ».

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Archivi del ventennio fascista - Danni subiti dagli archivi

Un ultimo rilievo va aggiunto in fine per quanto riguarda quella che fu chiamata la mostra della rivoluzione. Si tratta di una documentazione a ca­rattere, com'è naturale, prevalentemente propagandistico e pubblicitario, ma che non può essere condannato in blocco. Essa andrebbe rivista e sceverata con attenzione, epurata anzitutto degii elementi falsi ed eterogenei e alleg­gerita poi di quei documenti di cui si riuscisse ad accertare con sicurezza la provenienza e che potessero quindi ritornare alle collezioni d'origine. II resto, senza farne un nuovo istituto o un nuovo museo, potrebbe essere anch'esso versato nell'archivio del regno, dove troverebbe il suo posto natu­rale a lato degli archivi degli organi centrali del fascismo.

Tali le linee generali di quello che si potrebbe chiamare l'urgente pro­blema della conservazione e custodia degli archivi tipici dell'ultimo ventennio. È il problema çhe si presenta sempre ad ogni cambiamento di regime: la sua importanza, sia ai fini della politica contingente che a quelli della storia perenne, è troppo evidente per doverci insistere sopra.

Quanto all'urgenza, essa è in ragione dell'importanza che gli si riconosce e dei pericoli, o almeno degli inconvenienti, che ogni mora non necessaria po­trebbe presentare.

Copia dattiloscritta non firmata. È allegata ad un promemoria di Re (che si pubblica al n. 6) - non firmato, dal titolo « Archivi del tempo fascista "• recante in calce la data, di pugno del medesimo, « giugno 1944 " - insieme ad un appunto relativo alla mostra della rivoluzione fascista (che si pubblica al n. 7) ed a una relazione sull'archivio della segreteria particolare di Mussolini. Promemoria ed appunti sono infine acclusi ad una nota del ministero degli esteri, del 1 o agosto 1944, firmata dal sottosegretario Morelli, alla presi­denza del consiglio, in cui viene sollecitato l'interessamento di quest'ultima: in ACS, Presi­denza del Consiglio, Gabinetto, Atti, (1944-47) (d'ora in poi Pres. cons.), fase. 1.1.2, n. 10100, s. fase. 4, in cui è conservata anche la risposta, evasiva, della Presidenza del consiglio, fir­mata da Flores del 1° settembre 1944. Cfr. anche, in UCAS, (1947 e prec.) (d'ora in poi solo UCAS), fase. 8912.152, « Materiale per rapporto italiano sugli Archivi durante la guerra » , un fascicoletto recante la dicitura, di pugno di Re, « Provvedimenti per la protezione degli archivi ».

2. Il ministro dell'interno, Reale, a tutti prefetti.

Circolare Salerno, 3 aprile 1944

Danni subiti dagli archivi degli enti pubblici e dei privati.

Ai sensi della Legge 22 dicembre 1 939 n. 2002 sul « Nuovo ordinamento degli archivi del regno >> che attribuisce al ministero dell'interno la conserva­zione e la vigilanza di tutto il patrimonio archivistico nazionale, si prega l'E. V. di disporre nell'ambito della provincia con cortese sollecitudine oppor­tune indagini sugli archivi degli uffici statali e parastatali, degli enti ausiliari

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dello stato, delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, degli istituti di credito di diritto pubblico, delle disciolte associazioni sindacali e, per quanto possibile, anche sugli archivi privati di notevole importanza storica, facendo conoscere a questo ministero:

1 - se gli archivi degli enti suddetti abbiano subìto danni o manomis­sioni durante i decorsi avvenimenti bellici;

2 - l'entità dci ,:!anni, indicando i titoli delle serie o categorie dei do­cumenti distrutti ed il numero approssimativo dei fasci, buste, registri, ecc.

' con una relazione sull'importanza storica o amministrativa o statistica dei medesimi;

3 - i provvedimenti adottati sia per scongiurare i danni come per limi­tare quelli già subìti;

4 - tutte quelle altre notizie che varranno a illustrare i casi particolari.

Le notizie debbono intendersi fino alla data del 3 1 marzo c.a. Le notizie riguardanti il materiale documentario conservato negli Archivi

di S tato e nelle sezioni di Archivi di Stato saranno inviate direttamente a questo ministero dai rispettivi direttori e capi ufficio.

Ciò premesso, si prega l'E.V. di dare la massima diffusione alla presente circolare valendosi per la raccolta delle notizie richieste anche dell'opera del direttore dell'Archivio di Stato, locale se esiste e, in ispecie per quanto riguarda gli archivi privati, dell'opera del sopraintendente archivistico.

In UCAS, fase. 8912.152 cit., nella cart. « Materiale per rapporto italiano sugli ar­chivi » cit. La circolare era inviata per conoscenza a tutti i direttori di Archivio di Stato e di sezione di Archivio di Stato, ed ai soprintendenti archivistici di Napoli, Palermo e Cagliari.

3 .

Appunto s.d.

Tutela e recupero degli archivi.

Due sono le questioni che riguardano gli archivi, o meglio due sono le specie di archivi che esigono speciali, immediati provvedimenti in questo momento:

a) gli archivi che qualificheremo come << storici », e che sono alle di­pendenze di un ufficio apposito, qual'è l'ufficio centrale degli Archivi di Stato, presso il ministero dell'interno;

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Tutela e recupero degli archivi

b) gli archivi moderni delle singole amministrazioni centrali, che han­no seguito la sorte delle medesime, trasferendosi, almeno in parte, in alta Italia.

Alla protezione degli archivi storici e alla loro difesa contro i pericoli bellici fu già provveduto, fin dal principio della guerra, trasportandone la parte più preziosa in luoghi ritenuti al sicuro da quei pericoli. Tale opera di protezione è stata attuata a cura delle varie soprintendenze, sotto la direzione dell'ufficio centrale degli Archivi di Sta�o, al quale si potrebbe quindi richie­dere tutte le informazioni del caso.

Ma dal tempo in cui quei provvedimenti sono stati presi la guerra ha assunto, sopratutto in Italia, un altro aspetto ed esige, in conseguenza, tut­t 'altre misure. Si trattava allora di provvedere infatti semplicemente alla pro­tezione contro l'offesa aerea; offesa che era a ragione temuta, specialmente contro i grandi centri urbani; e per avviarvi poteva sembrare sufficiente la rimozione del materiale archivistico da quei centri e il suo trasferimento in località remote di campagna. Ma oggi l'attenzione deve essere rivolta non solo alla minaccia aerea, possibile del resto - come l'esperienza ha dimostrato -tanto sugli agglomerati urbani che sulle campagne più remote, ma anche al pericolo della guerra guerreggiata, come già s'è verificato in alcune regioni: Abruzzo, Lazio e Campania.

In questo secondo caso le misure prese per il primo potrebbero non solo riuscire insufficienti, ma anche a dirittura controindicate; come ha dimo­strato di recente il caso dell'archivio di Napoli, distrutto proprio per essere stato trasferito, sotto specie di sicurezza, dal grande centro di Napoli a una campagna vicino a Nola.

Per gli archivi storici il problema è quindi ora duplice: aprire anzitutto una inchiesta, attraverso l'ufficio centrale, sul modo come la protezione è stata già attuata per i singoli archivi contro il pericolo dell'offesa aerea e rivedere e rettificare poi (eventualmente) l'intiera posizione, al lume delle recenti esperienze e del nuovo pericolo che si è delineato: quello del passaggio della guerra guerreggiata.

In tutto questo sarà utile, anzi indispensabile mantenere contatto e prendere accordi col comando tedesco il quale non solo possiede tutti i mezzi e gli automezzi per eseguire gli eventuali spostamenti, ma per di più ha già provveduto per conto suo al salvataggio di molti archivi del Lazio a sud di Roma - si ricordi quello di Montecassino - e si prepara ora a estendere l'opera sua anche nelle regioni a nord di Roma.

Rimane a parlare degli archivi moderni che hanno esulato da Roma al seguito delle rispettive amministrazioni.

Sono note le ragioni d'ordine superiore che hanno imposto una norma di così vasta portata, ma è anche ovvio che nell'attuazione di essa molti incon­venienti, come mutilazioni, smarrimenti e dispersioni parziali, non saranno potuti mancare, senza contare quello maggiore di tutti, realizzato già in par-

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tenza, di dividere in due tronconi - fra Roma e la nuova residenza _ quello che costituiva prima una unità.

Or� è evidente l'interesse dello Stato di ricomporre quella unità non ap­pena srano venute a cessare le ragioni che ne hanno potuto imporre la mo­mentanea divisione.

Ma per questo è necessario prevedere e provvedere a tempo. Sembrerebbe pertanto estremamente urgente quanto opportuno che a

un organo centrale - che meglio ancora che l'ufficio degli Archivi potrebbe essere in questo caso forse la stessa presidenza del consiglio - venisse affi­dato l 'incarico di raccogliere dalle singole amministrazioni le notizie relative ai J?rovvedi�enti pre

.s� per i rispettivi archivi, indicando per ciascuno gli

anm estremi, la quahta e la quantità approssimativa degli atti trasferiti ln alta Italia, la località precisa dove ora sono conservati, nonché le eventuali diminuzioni che possono avere sofferto durante il viaggio, per cause di forza maggiore.

A questo modo la presidenza del consiglio sarebbe in grado di compilare fin d'ora un quadro della presente dislocazione degli archivi moderni trasferiti in al

.ta Italia: quadro che riuscirebbe poi d'inestimabile utilità quando, al

termme della guerra, sarà possibile rimettere insieme le parti ora divise riformando - anche negli atti d'archivio - quella unità che è essenzial� nella vita e nella tradizione d'un grande stato moderno.

In AS RoMA, Archivio della Direzione, a. 1944, tit. XIII: si tratta di un ms. non firmato di pugno di Re, databile tra il novembre 1943 e il giugno 1944, probabilment� una minut� di lettera (sulla prima pagina l'annotazione « tre copie »), di cui non è stato rintracciato il testo definitivo.

·

4 . Il presidente del Consiglio, Bonomi, a tutti ministeri.

Circolare Ronza, 22 luglio 1944

Archivi degli uffici centrali di Roma.

Uno dei primi compiti, non appena liberato il territorio nazionale, sarà quello di compiere una accurata indagine sulle condizioni di tutto il patri­monio storico italiano al fine di conoscere tutte le perdite che esso ha potuto subire a causa e in conseguenza della guerra. Qualcuna delle maggiori perdite è già nota, come quella dell'Archivio di Stato di Napoli, dell'Archivio di Stato di Iv1ilano, e ancora degli Archivi di Torino, di Genova, di Palermo e, ultimamente, di Parma. Ma bisognerà anche

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Archivi degli uffici centrali

re Conto di quelle minori che si sono verificate numerosissime in tanti tene . . 1 d' · · · sopratutto dell'Italia centrale, con la d1struzwne non so o 1 preZIOSI comuni,

· d · · d' d menti antichi importanti per la storia, ma di documenti mo erm m 1-ocu ' . . d ' . ' l spensabili per la vita d'ogni

, gior�o. Ba

.st:rà citare

. gh a:tl 1 stato ClVl e :

. mentare le serie difficolta e gli specmh provvedimenti che furono dovuti I am d' · d' 11' d' solo adottare in conseguenza, per la dispersione e 1struzwne 1 que 1 un

comune, quello di Messina, subito dopo il terremoto del 1908. .

Ma un'indagine che non può essere rinviata, e che ha carattere. m ce�t�

modo pregiudiziale e di assoluta urgenza, è �quella riguardante gh .arch1�1

dei dicasteri centrali di Roma (ministeri, consiglio di. stato, corte de1 con�:,

consulta araldica, senato ecc. ). Quasi tutti questi uffic1 hanno .dovuto,

.com e

to inviare infatti nel nord Italia una parte maggiore o mmore de1 loro �:chivi. È indispensabile, quindi, non solo nell'interesse dell� sto�ia futura anche e sopratutto in quello dell'amministrazione, rendersi subito esatto Ina

l' S . lt l conto della situazione degli archivi degli uffici centra 1. apere, m a r� paro e, quale parte di essi è rimasta in situ, quale è sta�a ev�ntualme�te distru:ta, quale infine trasferita a nord, per preparare fin

. d ora 1 �ecessan

. re�up�n .

. L'unita circolare mira appunto a raccogliere le mformazwm d1 cm sopra. . . 11' Al fine di ricostituire al più presto 11 regolare funzwnamento de

. a�-

ministrazione, nonché nell'interesse della storia futura, �o testo ufficiO . �

invitato a fornire, nel più breve tempo possibile, e ad ogm mo�o non.

J?lll tardi del 10 agosto 1944, le seguenti informazioni rispetto al propno archiviO :

1 - quale e quanta parte di esso (numero delle unità: an�i �stremi) si� stata allontanata dalla sua sede naturale e per quale mot1vo, mdlcando p��­sibilmente, ove risulti, con la maggiore possibile precisione, in quale locahta dell'Italia del nord sia stata trasferita e a quale data;

2 - quale parte di esso ( quantità approssimativa, anni estremi) sia an­data casualmente perduta, o intenzionalmente distrutta: e in questo secondo caso per opera e per ordine di chi;

3 - quale è infine la parte rimasta in sede, indican�o. con

.assoluta pre­

cisione: a) il luogo dove attualmente è conservata ( ed:fi,cw, pm��' numero

delle stanze); b ) la condizione in cui si trova; c) la quant1ta e quahta ( n':-mero delle unità: buste, filze, registri, volumi ecc.) ; d) le date estreme; spec1fican .. do se esiste una divisione fra archivio di deposito e archivio corrente, e fornendo in tal caso le indicazioni di cui sopra, separatamente, per l'uno e per l'altro.

Sarà gradita ogni altra informazione, anche non preveduta dalla presente circolare, ma che possa sembrare conveniente al suo s�opo.' . .

Si avverte che, fino ad esaurimento della presente mchiesta, e qumd1 fino a nuovo ordine, tutti gli scarti sono rigorosamente proibiti.

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La risposta alla presente circolare verrà redatta in doppia copia; una di esse sarà inviata, per conoscenza, alla direzione dell'archivio del regno, pa­lazzo della Sapienza, via Rinascimento n. 40.

In Pres. Cons., fase. 1.1 .2, no 10100, s. fase. l ; altra copia ibidem, fase. cit., no 10053 e in UCAS, fase. 8912.152, cart. << Materiale per rapporto italiano sugli archivi » ci t. Questa circo­lare era stata sollecitata sia dal comando alleato (e l'iniziativa sembrava gradita personal­mente al presidente Roosevelt) sia da Re; cfr. copia di lettera di Flores a Sorrentino, del 15 giugno 1944, in Pres. Cons., ibidem, fase. cit., no 10100, s. fase. l cit.

La circolare era inviata anche ai sottosegretari di stato per la stampa e le informa­zioni. Nel primo fascicolo citato in questa nota sono conservate tutte le risposte, inviate da tutti i ministeri e dicasteri centrali, insieme con una successiva circolare, del 30 giugno 1947, della presidenza del consiglio (e le risposte pervenute), volta a conoscere l'entità dei recuperi e dei danni subiti dagli archivi delle amministrazioni centrali.

5 .

Appunto luglio 1944

Recupero degli archivi.

Due sono i compiti che intanto si presentano, con assoluto carattere dì urgenza, all'amministrazione degli archivi.

1 . Disporre, fin da questo momento, tutti gli elementi necessari per il rapido recupero degli archivi delle amministrazioni centrali e dei tipici organi fascisti trasferiti negli ultimi nove mesi in alta Italia. E per questa parte - soprattutto in quanto riguarda gli archivi delle amministrazioni centrali - avrebbe già provveduto, almeno come principio, la circolare sotto­posta all'approvazione della presidenza ( Salerno, 4 luglio) 1•

2. Iniziare, mediante visite e ispezioni dirette, la revisione di tutto il patrimonio storico nazionale (Archivi di Stato, sezioni d'Archivi di Stato, archivi comunali, etc.), per verificare le perdite subite, accertate lo stato e la consistenza presente, affrettarne la restituzione in sede, ove siano stati trasferiti altrove. A l'uopo potrà essere opportuno prendere eventuali accordi col ministero della giustizia, per quanto riguarda gli archivi notarili.

Per l'esecuzione d'un tale programma è evidente che sarà indispensabile la collaborazione dell'ACC. e cioè della commissione alleata di controllo, e in particolare della sottocommissione per la protezione dei monumenti, belle arti e archivi, che sola dispone e può mettere a disposizione, in questo primo

1 Si tratta, evidentemente, della circolare della presidenza del consiglio, del 22 luglio 1944, pubblicata al n. 4, pp. 40-42.

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Recupero degli archivi - Archivi del tempo fascista

momento, i mezzi e gli automezzi indispensabili allo scopo, nonché l'aiuto potente dell'organizzazione dell'AMG.

A questo proposito si fa rilevare che la detta sottocommissione per la protezione dei monumenti, belle arti e archivi è già in contatto, fino dai primi del mese scorso, e collabora effettivamente con l'amministrazione degli ar­chivi, a traverso la soprintendenza archivistica di Roma, per mezzo del ca­pitano T.H. Brooke, direttore del servizio archivistico per Roma, regione I".

In UCAS, fase. 8912.152 cit., cart. << Materiale per rapporto italiano sugli archivi >> cit. Un esemplare di questo documento, insieme con quelli pubblicati ai nn. 6 e 7, è con­

servato nel fascicolo cit. in un plico, recante l'annotazione, di pugno di Re, << Salerno L Copie: a) Archivi del tempo fascista; b) Mostra della rivoluzione fascista >>. La data è posta in calce al documento, sempre di pugno di Re.

6.

Appunto luglio 1944

Archivi del tempo fascista.

Della condizione degli archivi per così dire tipici del tempo fascista, la direzione dell'archivio del regno si preoccupò fin dall'epoca del governo Badoglio, e cioè subito dopo la caduta del regime stesso; pel timore, tutt'altro che infondato, che diverse cause, provenienti da campi non solo differenti, ma a dirittura opposti, potessero concorrere e in certo modo associarsi alla loro distruzione.

L'unita lettera inviata il 12 agosto 1943 \ che qui si allega, pone sul tappeto le principali questioni e non ha bisogno di aggiunte sostanziali o commenti. Dirò solo ch'essa trovò favorevole accoglienza, e che dall'allora ministro dell'interno, sen. Ricci, ricevetti comunicazione che delle mie pro­poste sarebbe stato tenuto conto, e che intanto l'archivio riservato della segreteria del capo del governo era stato messo in luogo sicuro, e cioè, come più tardi potei venire a sapere, trasferito da palazzo Venezia << in due stanzette >> a palazzo Viminale.

Caduto definitivamente il regime fascista, il sottoscritto ha subito ripreso, dopo il 4 giugno 2, il filo che di necessità aveva dovuto abbandonare dopo 1'8 settembre.

Ma, naturalmente, a distanza di nove mesi - e di quali mesi - molte cose avevano potuto cambiare ed erano cambiate in effetto.

Intanto l'archivio del tribunale speciale era stato trasferito a nord: parte, a quanto almeno gli è stato riferito, a Parma e parte a Cremona.

1 Cfr. doc. l, p. 35-37. 2 Nell'esemplare conservato in Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, n. 10100, s. fase. 4: « dopo il 4 corr. > > ,

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L'archivio del partito, come gli risulta da una v1s1ta recentemente fatta al grande palazzo a ponte Milvio, salvo una piccola parte riguardante la GIL, è stato tutto disperso o distrutto : e con esso è probabile sia andato perduto anche l'archivio del gran consiglio.

Ma di gran lunga il più importante era naturalmente il così detto archi­vio della segreteria del capo del governo, nel quale - come è naturale in tempi di rigoroso accentramento e di dittatura - finivano col confluire tutti gli interessi maggiori e minori del paese e tutti i relativi carteggi.

Questa direzione non ha quindi mancato un solo momento, anche nei nove mesi di governo repubblicano e di occupazione germanica, di seguirne per quanto era possibile le sorti: ed è quindi oggi in grado di esibire un rap­porto che dà la storia esterna di quell'archivio e, in appendice, un elenco, sia pure sommarissimo, del contenuto, sul quale mi permetto richiamare una speciale attenzione 1•

Disgraziatamente, salvo la parte ordinaria rimasta a Roma e che si conserva al Viminale, tutto il resto, e cioè la parte veramente preziosa, riservata (politica e militare) è esulata da gran tempo e, dopo varie vicende, è ora tutta di nuovo riunita in alta Italia, a disposizione dell'ex-capo del governo, che se n'è valso talvolta in qualche numero della così detta corri­spondenza repubblicana (lettere Zaniboni, ecc.) e ne ha così confermato l'esi­stenza 2•

È superfluo insistere sul danno gravissimo che la storia, e non solo la storia, verrebbe a soffrire dalla perdita, o dalla dispersione di quelle carte. È necessario quindi escogitare senza ritardo, tutti i mezzi possibili per sal­varie dagli ovvii pericoli che possono minacciarle in questo momento. Ma a questo punto avrei coscienza di entrare in un campo che è fuori completa­mente della ordinaria competenza d'un soprintendente agli archivi. A chi scrive spettava solo di richiamare l 'attenzione e dimostrare l'importanza tutta fuori del comune della posta che è in giuoco: e in questo esprime la speranza d'essere pienamente riuscito. Vedrà ora l 'autorità politica quali po­tranno essere i mezzi idonei per assicurare al paese la conservazione di quell'archivio, sotto tanti riguardi, prezioso.

Dal canto mio credo d'essere in grado di poter solo aggiungere che nell'attuazione di quel difficile compito il governo italiano avrà indubbia­mente tutto il possibile appoggio da parte del governo militare alleato.

Per la nota al testo, cfr. note a docc. n. 1 e n. 5: di questo promemoria di Re sono conservati quindi due esemplari, datati rispettivamente « giugno 1944 » e « luglio 1944 ».

1 Con il titolo « Notizie relative agli archivi della segreteria del capo del governo , è allegato al· l'esemplare, di cui al doc. l.

2 Si tratta di articoli apparsi, non firmati, sul « Corriere della sera » dal 24 giugno al 18 luglio 1944, edd. poi, con il titolo Storia di un anno (il tempo del bastone e della carota), in MussoLINI, Opera Omnia, vol. XXXIV cit., pp. 300-344; cfr. anche la << nota informativa », p. VIII.

Nell'esemplare di cui alla nota n. 2 di p. 43 è stata saltata la frase compresa fra le parole << disposi· zione » e « della così detta ».

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Mostra della rivoluzione fascista

7.

Appunto luglio 1944

Mostra della ' rivoluzione fascista '.

La questione della mostra della rivoluzione fascista forma un'appendice di quella, più ampia, degli archivi del tempo fascista.

A proposito di essa il 10 settembre dello scorso anno, e cioè lo stesso giorno che Roma era già sotto il fuoco dei cannoni, e sul punto di cadere in mano ai tedeschi, scrivevo la qui unita lettera cui mi permetto di rinviare e che naturalmente non potè, mai, allora, aver l 'onore di una risposta 1• Com'è noto e come è meglio spiegato nella citata lettera, l'importante mate­riale documentario di quella mostra si riferiva non solo al periodo fascista, ma anche a quello precedente della grande guerra e perfino a quello del Ri­sorgimento. Ed è perciò appunto ch'io ne raccomandavo vivamente la con­servazione e la tutela il 10 settembre dell'anno scorso.

Venuto il 5 giugno di quest'anno, anche per la mostra della rivoluzione fascista, ho ripreso le indagini, e in una recente visita compiuta a quella che è stata l'ultima sede di quella mostra, a palazzo delle belle arti a valle Giulia, ho potuto constatare che tutto il materiale documentario era stato al­lontanato : lasciando solo quello librario dell'annessa biblioteca di consulta­zione.

Più tardi, dall'intendenza di finanza di Rmna, ho potuto ricavare che l'evacuazione e il trasferimento a nord erano avvenuti, per ordine del PRF 2, nel mese di ottobre dello scorso anno ad opera e sotto la direzione del con­sigliere nazionale Luigi Stampini.

Credo opportuno segnalare un tale fatto a completamento di quelli rela­tivi agli archivi del tempo fascista, perché sia tenuto presente che non ap­pena anche per esso, si offrirà la possibilità del recupero.

Cfr. note a docc. n. l e n. 5: l'esemplare conservato in Pres. Cons., fase. 1 .1.2, no 10100, s . fase. 4 cit. è senza data, mentre in quello conservato in UCAS, fase. 9812.152 cit., cart. << Materiale per rapporto italiano sugli archivi » cit., la data è posta in calce al documento di pugno di Re.

1 È allegata all'esemplare conservato in Pres. Cons., fase. 1 .1.2, n. 10100, s. fase. 4 cit. Trattasi di copia di lettera del 10 settembre 1943, scritta da Re, soprintendente archivistico per il Lazio, Umbria e Marche, all'ufficio centrale Archivi di Stato, in cui veniva posto il problema della tutela del materiale della << Mostra ».

2 Partito fascista repubblicano.

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Documentt

8. Il capo gabinetto della presidenza del Consiglio, Flores, a tutti i ministeri.

Telegramma Roma, 9 agosto 1944, ore 18,30

In attesa risposta circolare 22 luglio scorso n. 10619 j 10100j1 . 1 .2 1 (rela­tiva archivi uffici centrali di Roma pregasi codesto ministero comunicare urgenza precise località (città et possibilmente strada) dell'Italia settentrio­nale dove vennero trasferiti in tutto aut in parte archivi codesta ammini­strazione.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 3, copia. Il telegramma-circolare, diretto anche al sottosegretario di stato per la stampa e le

informazioni (cfr. le lettere di quest'ultimo del 21 agosto e 16 ottobre 1944, ibidem) era stato sollecitato da Brooke: nel sottofascicolo citato sono conservate tutte le risposte ed i pro­spetti riassuntivi. Con lettera dell'8 ottobre 1944, il capo gabinetto della presidenza del consiglio, Flores, inviò alla commissione alleata gli elenchi degli archivi trasferiti al nord (ibidem).

9. Il capo gabinetto della presidenza del consiglio, Flores, a tutti i ministeri.

Roma, 9 agosto 1944

Archivi delle amministrazioni centrali in Roma.

S 'informa cotesto ministero che il comando alleato ha incaricato il cap. T.H. Brooke, della sottocommissione monumenti, belle arti, archivi del­l'ACC per la tutela degli archivi ministeriali.

Pertanto, ove detto ufficiale si presenti per l 'adempimento del suo inca­rico, cotesto ministero vorrà fornirgli, con la indicazione degl'immobili con­tenenti il proprio archivio, tutte le informazioni del caso, avvertendo, in pari tempo, di ciò la sottocommissione di cui sopra.

In Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, no 10100, s. fase. 2. La lettera era indirizzata anche al sotto­segretariato stampa e informazioni.

10. Il ministro dell'interno, Bonomi, ai prefetti.

Circolare Roma, 31 agosto 1944

Patrimonio storico archivistico.

Già fino dal 3 aprile u.s. 2 questo ministero si rivolse con la qui unita circolare ai prefetti delle provincie fin'allora liberate, nonché a tutti i diret-

' Cfr. doc. n. 4. 2 Cfr. doc. n. 2, p p. 37-38.

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Patrimonio storico archivistico

tori di Archivio di Stato e di sezione di Archivio di Stato e ai soprintendenti archivistici di Napoli e Palermo perché fossero disposte, nell'ambito di cia­scuna provincia, « opportune indagini sugli archivi degli uffici statali e parastatali, degli enti ausiliari dello Stato, delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, degli istituti di credito e di diritto pubblico, delle disciolte associazioni sindacali e, per quanto possibile, anche sugli archivi privati di notevole importanza storica '' ·

L'inchiesta, che mirava e mira a stabilire - la condizione del patrimonio storico italiano, che è patrimonio della civiltà del mondo, subito dopo la prova della guerra, viene ora ripresa da Roma per tutte le provincie italiane a nord di Roma.

Profittando dell'esperienza intanto acquisita, si crede opportuno precisare che, pur rimanendo identico il campo già indicato nella circolare predetta, l'inchiesta dovrà di preferenza riferirsi, in un primo momento, agli Archivi di Stato e sezioni di archivio di Stato, in modo di paterne dare il risultato, per questa prima parte, sicuramente entro l'anno corrente.

Le risposte dovranno contenere dati assolutamente precisi almeno sui tre punti seguenti:

a) misure di protezione adottate per l'incolumità degli archivi, sia con lavori eseguiti in sede che con trasferimenti fuori sede: indicando in questo secondo caso, oltre il luogo e la data, la qualità delle serie trasferite e :il numero delle unità di ciascuna di esse.

b) effetti diretti o indiretti degli avvenimenti bellici sulla consistenza e condizione degli archivi : precisando anche qui, in caso di danni subiti, la qualità delle serie manomesse o perdute, il numero delle unità per ciascuna di esse, e indicando, con assoluta esattezza, la causa delle singole perdite (bombardamento, combattimento, distruzione sia tematica o causale da parte di truppe; o anche dispersione o saccheggio da parte della popolazione civile, e abbandono o insufficiente attenzione da parte delle autorità).

c) stato presente: provvedimenti attuati o in corso di attuazione per il ritorno allo stato normale (ritorno in sede, riordinamenti, revisioni etc.) . Eventuali proposte.

Naturalmente, oltre i dati tassativi riferibili ai tre punti indicati, sarà gradito, soprattutto per gli archivi più importanti dove più gravi siano state le perdite (facciamo con reverenza i nomi degli Archivi di Milano e di Napoli) ogni altro particolare anche in apparenza esteriore: al fine di consegnare ai posteri - come solo noi, che ne siamo stati testimoni, possiamo - un quadro altrettanto sicuro che completo dei disastri subiti, e proprozionato all'entità dei medesimi.

La presente inchiesta intende portare un contributo a quell'inventario generale della nazione, sollecitato dalle più diverse parti in questo momento, che costituirà il punto di partenza per la ricostruzione del paese.

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Documenti

Questo ministero fa quindi assegnamento su tutti coloro cui la presente è diretta, per una piena, volenterosa collaborazione.

Si gradirà intanto un cenno d'assicurazione.

In AS RoMA, Archivio della Direzione, a. 1944, tit. XIII. In UCAS, fase. 8912.152 cit., cart. « Materiale per rapporto italiano sugli archivi » cit., è conservata la minuta, ms. autografa di Re, e una prima stesura, dattiloscritta con correzioni ms. autografe di Re, recante la data - di pugno dello stesso - « agosto 1944 ». Altri esemplari, ibidem, cart. « Patrimonio storico-archivistico. Circolari "·

1 1 .

Promemoria Roma, 21 settembre 1944

Archivi dei ministeri.

La circolare 22 luglio della presidenza del consiglio dei ministri ha ormai ricevuto tutte le risposte 1, almeno per quanto riguarda la dislocazione dei ministeri e degli altri organi centrali dello stato trasferiti in alta Italia, ed è in grado di presentare un primo bilancio.

È risultato che uffici, e relativi archivi, sono situati, nella quasi totalità, nelle varie provincie limitrofe del Veneto e della Lombardia, non lontano dai valichi alpini verso la Germania; valichi che, del resto, a quanto viene asserito, sarebbero già stati passati da alcuni di quegli uffici.

Ecco, a ogni modo, secondo le notizie ricevute, come essi sarebbero dislocati:

L o M B A R D I A : Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Varese.

V E N E T o : Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza.

A questi nomi di provincie bisogna aggiungere quello di Parma in Emilia. Si presenta ora la questione pratica, come profittare di queste infor­

mazioni. Per impedire la dispersione che inevitabilmente deve temersi delle

carte di quegli uffici quando verrà il momento della liberazione anche del­l'Italia del nord, il partito più opportuno sembrerebbe quello che, ciascuno dei ministeri - dietro invito della presidenza - designasse fin d'ora un fun­zionario idoneo e pronto a recarsi in alta Italia per riconoscere e bloccare sul posto le rispettive carte d'archivio.

1 Cfr. docc. nn. 4 e 8, rispettivamente a pp. 40-42 e 46.

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Recupero degli archivi

Non è il caso di pensare per ora a un immediato trasferimento a Roma di tutti gli archivi : ciò che sarebbe d'altra parte assolutamente impossibile data l'estrema penuria di trasporti.

Compito del delegato dovrebbe essere quindi unicamente per ora quello di verificare l'integrità e l'entità delle serie - sulla scorta delle notizie fornite da ciascun ministero - e di assicurare poi la conservazione, o !a­sciandole nella medesima sede, ma con buona guardia, o trasferendole prov­visoriamente in luogo idoneo della stessa città come potrebbe essere - ove esista - la sede dell'Archivio di Stato, o pure l'archivio del comune, o anche un ufficio amministrativo o giudiziario.

In Pres. Cons., fase. 1 .1.2, no 10100, s. fase. 4 cit. La data è annotata a mano, in testa al documento. Al centro della prima pagina, l'annotazione a matita: « Lettera al capo ufficio patrioti (ten. col. Bernabò, capo dell'ufficio patrioti. Sede) per chiedere suo concorso per salvataggio atti di archivio. V. "· A margine: « Dr. Manfra. 21.9.1944, P . » e « A me il 26.9, Manfra "·

12. Il commissario capo della commissione alleata, Stone, al presidente del consiglio, Bonomi.

[Roma], 27 settembre 1944

My dear Mr. prime minister,

On 25 July I wrote you a letter ( reference AjCC 091 . 1 ) referring to the question of italian personnel, technical experts, police, office staff etc., who should be held in readiness for the liberation of further territory in the north.

Since then H.E. Flores, capo del gabinetto, and captain Brooke, archivist of the monuments, fine arts & archives sub-commission of ACC, have discussed verbally the possibility of including among this body experienced archivists from the staff of the ministries in Rome, to take over, as soon as circumstances may permit, responsibility for the various important deposits of contemporary documents. I understand that both were agreed on the desirability of some such measures.

Will you kindly give this matter your consideration, and if it meets with your approvai, please indicate the numbers of archivists whom you will wish to send and their destinations.

In Pres. Cons., fase. 1.1 .2, no 10100, s. fase. 5: nel fascicolo è conservata anche la tra­duzione, dattiloscritta, in italiano, con le seguenti annotazioni a matita: « 2/10. Visto da S.E. Fenoaltea, il quale ha autorizzato l'invio di una circolare ai fini suaccennati. V. »; « 2.X.44: già provveduto. Atti. >>

Questa lettera, difatti, provocò un telegramma del gabinetto della presidenza del con­siglio, del 2 ottobre 1944, a firma del sottosegretario Fenoaltea, in cui si invitavano tutti

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i ministeri a segnalare il nome di un funzionario disposto a recarsi al nord, per la ricogni­zione e la conservazione degli atti. Un primo elenco nominativo venne quindi inviato alla commissione alleata con lettera del 24 marzo 1945 (ibidem).

Diamo qui di seguito il testo della traduzione in italiano:

« Caro primo ministro,

il 25 luglio Le scrissi una lettera (A/CC 091/1 ) relativa alla questione del personale italiano, esperti tecnici, polizia, personale d'ufficio ecc. che dovrebbe essere tenuto pronto in attesa della liberazione di altri territori nel nord.

In seguito S.E. Flores, capo di gabinetto, e il cap. Brooke, archivista della sotto­commissione dell'ACe per i monumenti, belle arti e archivi, hanno discusso della possi­bilità di comprendere fra detto personale esperti archivisti dei ministeri a Roma, che dovranno, non appena le circostanze lo permetteranno, assumersi la responsabilità delle varie raccolte importanti di documenti contemporanei. Mi risulta che ambedue erano d'accordo sull'opportunità di prendere qualche misura del genere.

La prego di voler prendere in esame la questione, e se incontra la Sua approvazione, di voler segnalare il numero di archivisti che desidererà inviare e le loro destinazioni "·

13. Il capo gabinetto della presidenza del consiglio, Flores, all'ufficio patrioti.

Roma, 2 ottobre 1944

Salvataggio atti d'archivi o degli uffici trasferiti in alta Italia.

Da accertamenti disposti da questa presidenza circa l'attuale dislocazione dei ministeri e degli altri organi centrali dello stato trasferiti in alta Italia, è risultato che uffici e relativi archivi sono situati, nella quasi totalità, nelle varie provincie limitrofe del Veneto e della Lombardia, non lontano dai valichi alpini verso la Germania.

In particolare essi sarebbero dislocati nelle seguenti regioni e provincie: in Lombardia, a Bergamo, Brescia, Como, Cremona e Varese; nel Veneto, a Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza; nell'Emilia, a Parma 1•

L'unito elenco 2 specifica in quale via o edificio delle menzionate città risulterebbero trasferiti gli archivi delle amministrazioni statali.

In attesa di disporre concrete misure per la migliore conservazione dell'importante materiale archivistico, sarebbe per ora opportuno che i pa­trioti si accingessero, nei limiti del possibile, ad ostacolare la dispersione o la distruzione degli atti nell'imminenza dell'arrivo delle truppe liberatrici, e nei giorni immediatamente successivi; si interessa pertanto codesto ufficio a esaminare la possibilità di impartire al patrioti urgenti istruzioni per il salvataggio degli archivi, riferendo in proposito a questa presidenza.

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1 Cfr. per tutti, doc. n. 1 1 , pp. 48-49. 2 Manca.

Recupero degli archivi - Patrimonio storico archivistico

In Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, no 10100, s. fase. 3. Cfr. doc. 11 , nota al testo, p. 49. La lettera è accompagnata da un foglietto, con l'annotazione a matita: « Ufficio spedizione. Atte

_nzione.

Questa lettera non va spedita, ma data al dott. Nicastro, per l'unio_ne dell'el�nco m essa

menzionato. G. Manfra ». « Alligati elenchi N. »; « 2.10: la lettera e stata v1sta da S.E. Fenoaltea, che l'ha approvata. V. ». La risposta - dell'll ottobre 1944 - a firma del ten. col. Siro B ernabò, è nel fase. citato.

14. II ministro dell'interno, Bonomi, ai ministero di grazia e giustizia.

[Roma], 19 dice;nbre 1944

Patrimonio storico archivistico.

Questo ufficio, d'accordo con la sotto-commissione alleata per la pro­tezione dei monumenti, belle arti e archivi (MFFA), ha assunto il compito di raccogliere i dati sui danni sofferti da tutti gli archivi in Italia, in conse­guenza della guerra: e cioè non solo dagli archivi di speciale importanza storica, quali possono essere gli Archivi di Stato che direttamente dipendor:o da questo ufficio, o i notarili che dipendono invece dal ministrero della grazm e criustizia ma da tutti gli altri anche ordinari, correnti e di deposito, che b ' ........ . • • • • • si conservano presso i rispettivi uffici, giudiziari, finanzmn e amm1mstrat1Vl, tanto per avere un quadro completo delle perdite che, pure in questo campo, ha subito il nostro paese.

L'inchiesta per quanto riguarda gli Archivi di Stato - s'intende nell'Ha� lia fin aui liberata - è, si può dire, a buon punto; e non sono mancate d1 perveni;e, con l'occasione, notizie anche d'altri archivi, sia indirettamente. sia mediante sopraluoghi, sia attraverso la citata commissione per la prote­zione dei monumenti, belle arti e archivi. Ma si tratta di notizie casuali, sporadiche, non tassative, mentre quello di cui si sente �l bisogno,

_ per tutti

erli archivi, è d'una inchiesta sistematica, rigorosa, esaunente: pan a quella �he è già stata eseguita, con buoni risultati per gli Archivi di Stato e, aggiun­giamo a onor del vero, anche per gli archivi notarili. �

Q�esto ufficio si rivolge pertanto a codesto ministero con la preghiera anzitutto di voler mettere intanto a disposizione, allo scopo anzidetto, tutte le informazioni già eventualmente pervenute. È assai probabile infatti che, insieme con la notizia dello stato dei singoli uffici, sia giunta anche quella di molti dei rispettivi archivi. Ma sembrerebbe estremamente opportuno che anche codesto ministero volesse a questo punto completare le informazioni così raccolte chiedendo con una speciale circolare, o nel modo che riterrà più opportm�o, a tutti gli uffici dipendenti, senza eccezione, ulteriori precise notizie degli archivi rispettivi 1•

• In che modo, e in quali termini potrebbe essere redatta la detta Circolare

1 Cfr. doc. n. 15, pp. 52-54.

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non sta a questo ufficio di suggerire, anche perché ogni amministrazione ha le sue

. caratteristiche e le sue esigenze, di cui va tenuto conto, caso per caso.

A ogm modo crediamo �pportuno inviare le due unite circolari l, t�nto per n::ostrare, con un esempio, come questo ufficio si è contenuto nel caso che d1ret�m�ente lo riguardava: quello degli Archivi di Stato. Solo ci permettia­mo

.di nlevare che anche presso gli uffici giudiziari si trova talvolta materiale

antzco, la eu� sort� merit�rebb� una menzione speciale; e che, d'altra parte, press: alcum degli stessi uffici sono conservati atti moderni, d'importanza e�cezwnale come gli atti di stato civile, di cui la eventuale perdita, disper· swne, o �nche .solo manomissione, dovrebbe pure, per ovvie ragioni, essere oggetto dr particolare segnalazione.

N�l quadro del generale inventario della ricchezza nazionale, che da ogni parte � ora reclamato come una urgente necessità del momento, anche que­sto « nlevamento » della condizione degli archivi - e delle loro perdite �rova evidentemente il luogo suo naturale, e può rivestire una notevole I�portanza non solo ai fini della cultura e nell'interesse dell'amministra­z:one, ma altresì allo scopo pratico di contribuire a formulare una valuta­Zione es�tta

. dei �an_ni sofferti e di preparare quindi gli elementi per le

necessane nparazwm.

. Nes��no meglio di questo ufficio è d'altra parte consapevole, per l 'espe­nenza gra fatta, delle difficoltà del compito che ali è stato affidato e dell'im­possibili�à di ��terlo da solo assolvere in un m�mento come il presente.

Ed e perciO che, mentre ringrazia anticipatamente, fa particolare asse­frnamento sulla collaborazione di codesto ministero la cui importanza, per numero ed il carattere degli uffici dipendenti, è preminente in Italia.

_In _V�AS, f�sc. 8912.152, cart. « Archivi notarili. Notizie raccolte aì ministero grazia

e gms�IZI::' » . Mmuta d_att. A: tra minuta dattiloscritta, ancora allo stato di abbozzo, con

co::reziOm autografe �� Re (rl quale fu probabilmente l'estensore del testo della lettera) Ib:dem, car�. « matenale per rapporto italiano » ci t., in un inserto recante l'indicazione (dr pugno dr Re) « lettere e appunti di speciale importanza "·

La lettera, di::et�a alla _dìre�ione generale degli affari civili e delle professioni legali, reca due annotaziOm << copiato rl 9 dicembre 1944 " e << spedito il 19 dicembre 1944 ».

15 . Il ministero di grazia e giustizia a tutti e pretori.

Circolare

Patrimonio storico archivistico.

presidenti, procuratori generali

Roma, 9 gennaio 1945

n ministro dell'interno, d'accordo con la sottocommissione alleata per la protezione dei monumenti, belle arti e archivi, ha assunto il compito di

1 Mancano.

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Patrimonio storico archivistico

raccogliere i dati sui danni sofferti da tutti gli archivi in Italia, e cioè non solo da quelli di speciale importanza storica, ma anche dagli altri archivi pubblici conenti e di deposito.

Il rilevamento di cui sopra rientra nel quadro dell'inventario generale della ricchezza nazionale ed è di particolare importanza sia ai fini della cultura e nell'interesse dell'amministrazione, sia per accertare esattamente i danni sofferti in questo campo dal nostro paese, e preparare quindi gli elementi per le necessarie riparazioni.

I magistrati cui la presente è diretta sono pertanto pregati di volere fornire direttamente a questo ministero, per il proprio ufficio, le più precise notizie sulla situazione degli archivi di deposito e correnti, sia civili che penali, facendo conoscere:

1 - se gli archivi suddetti abbiano subito danni o manomissioni a causa di avvenimenti bellici ;

2 - l'entità dei danni, indicando i titoli delle serie o categorie dei docu­menti distrutti, il numero, eventualmente anche approssimativo, dei relativi fascicoli, buste e registri, segnalando con una dettagliata relazione l'impor­trana storica o amministrativa o statistica dei medesimi e tenendo distinti gli atti moderni da quelli antichi di singolare valore.

Inoltre, nella cennata relazione, si dovrà fare una particolare segnalazione in merito agli eventuali danni subìti dai registri dello stato civile, dai fasci­coli delle sentenze originali civili e penali, dai fascicoli delle tutele, dai ca­sellari giudiziari, dalle raccolte ufficiali delle leggi e decreti, dai bollettini ufficiali di questo ministero e dalle biblioteche o dalle raccolte di libri;

3 - la causa delle singole perdite, che dovrà essere indicata con asso­luta esattezza: bombardamento, combattimento, distruzione sistematica o casuale da parte di truppe; o anche dispersione o saccheggio da parte della popolazione civile, e abbandono o insufficiente attenzione da parte delle autorità;

4 - le misure di protezione adottate per l'incolumità degli archivi, sia con lavori eseguiti in sede che con trasferimenti fuori sede: indicando in questo secondo caso, oltre il luogo e la data, la qualità della serie trasferita e il numero delle unità di ciascuna di esse;

5 - stato presente: provvedimenti attuati o in corso di attuazione per il ritorno allo stato normale (ritorno in sede, riordinamenti, revisioni etc. ) con eventuali proposte.

Naturalmente, oltre ai dati tassativi riferibili ai cinque punti sopra indi­cati, si dovrà segnalare, soprattutto per gli archivi più importanti, ogni altro particolare che possa essere utile a fare conoscere, anche alle future gene­razioni, quale era la nostra ricchezza e per quali cause e con quali mezzi essa è stata distrutta.

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Questo ministero confida che per il personale interessamento dei capi dei singoli uffici giudiziari si potranno avere quei precisi risultati che la presente indagine si propone.

Si gradirà un sollecito riscontro.

In UCAS, fase. 8912.152 cit., cart. « Patrimonio storico archivistico. Archivi giudiziari "· Copia. La circolare partì dalla direzione generale degli affari civili e delle libere pro­fessioni, e fu firmata da G.C. Millozza. In uno degli esemplari conservati l 'oggetto è: " Pa­trimonio storico artistico "· Nella stessa cart. sono raccolti dati particolareggiati sul­l'entità dei danni subiti dagli archivi giudiziari. Altri dati sugli stessi si ricavano nel fase. cit. dell'UCAS, cart. « Notizie fornite dalla MFAA "·

16. Il presidente del consiglio, Bonomi, al commissario capo della commis­sione alleata, Stone.

Ronza, 29 aprile 1945

Caro ammiraglio,

con la liberazione dell'Italia settentrionale dall'occupazione nazifascista si è reso di attualità un problema che interessa vivamente l'amministrazione dello stato e degli altri enti pubblici.

, . Ella sa bene �he,_ nel periodo fra

. 1'8 settembre 1 943 e il 4 giugno 1 944,

! Illegale governo Italiano, avvalendosi della forza tedesca, trasferì al nord una notevole parte dell'organizzazione burocratica dello stato e degli enti pubblici e, in misura ancor più notevole, le attività patrimoniali dell'uno e degli altri.

Il recupero di questi beni, insieme con quello degli atti e documenti amministrativi, rappresenta - Ella ne converrà, caro ammiraglio - una esigenza di primaria importanza per il riordinamento e la ripresa della vita nazionale.

Di ciò sono resi interpreti presso di me i ministri e capi di pubbliche amministrazioni, proponendo di inviare al nord sollecitamente funzionari esperti e di sicura fede democratica, affinché, d'intesa con le autorità alleate, provvedano a ricercare, assicurare e conservare gli atti, i documenti e le attività patrimoniali dei singoli enti.

Quest'opera di recupero non può non corrispondere al proposito delle autorità alleate di venire incontro ai bisogni del nostro paese, per rendergli meno difficile, fra tante rovine, un serio inizio di ricostruzione.

Confido nel suo alto spirito di comprensione, caro ammiraglio, per un esame cortesemente sollecito della proposta, sicura di trovare in lei un appoggio amichevole e valido.

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Invio funzionari in alta Italia

Resto in attesa di un suo gradito riscontro, per poter invitare i singoli ministeri a concretare con i competenti organi dell'AC le modalità della iniziativa.

In Pres. Cons., fase. 1.1.2, n' 10100, s. fase. 5.1. Minuta dattiloscritta.

17. Il presidente del consiglio, Bonomi, al commissario capo della commis­

sione alleata, Stone.

Roma, 2 maggiu 1945

Caro ammiraglio,

in seguito alla sua lettera del 27 settembre 1 944 A/CC091 .1 1, con la quale si faceva cenno alla possibilità di inviare, al momento opportuno, esperti funzionari nelle provincie dell'Italia settentrionale per la ricerca e la con­servazione del materiale di archivio delle pubbliche amministrazioni, ivi aspor­tate dallo pseudo governo repubblicano, questa presidenza del consiglio ebbe ad interessare i vari ministeri per il soddisfacimento di tale importante esigenza.

Dei risultati della pratica fu costantemente tenuto

Brooke, archivista della sottocommissione dell'AC per arti e archivi.

informato il cap. monumenti, belle

Con la liberazione del nord Italia dall'occupazione nazifascista, l'inizia­tiva alla quale ella, caro ammiraglio, rivolgeva premurosa attenzione è di­ventata di attualità. È vivo interesse dei singoli ministeri poter assicurare che il materiale archivistico, cui è collegata tanta parte dell'attività ammini­strativa, non vada disperso.

Mi rendo conto, peraltro, che esigenze superiori non consentano pel momento di inviare nelle provincie settentrionali un cospicuo numero di fun­zionari ed è per ciò che mi limito a segnalare l'opportunità che l'invio av­venga almeno per alcuni funzionari della presidenza del consiglio dei mini­stri, del ministero degli affari esteri e del ministero dell'interno.

Segnalo qui di seguito i nomi delle persone prescelte per ciascuna delle menzionate amministrazioni:

presidenza del consiglio : BERTOLINI prof. Ottorino - preside rr. scuole medie; TOGNOL I Luigi - direttore d'archivio.

' Cfr. doc. n. 12, pp. 49-50.

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nnmstero affari esteri: FECIA DI CossATO Carlo - consigliere di legazione; CAVAL LETTI Francesco - r. console.

1ninistero interno: Dr GIOVANNI Filippo - vice prefetto ispettore; VICARI Angelo -vice prefetto ispettore; TIRRITO Cristoforo - consigliere di prefettura.

Nella fiducia che i nomi designati riscuotano il gradimento dell'AC resto in attesa, caro ammiraglio, di un suo cortese riscontro.

Pres. Cons., fase. 1.1.2, no 10100, s. fase. 5.1 cit. In calce alla prima pagina l'annotazione << Mandata in busta al marchese Cittadini Cesi ». La risposta alle lettere di cui ai nn. 16, 17

e 18, dell'H maggio 1945, è conservata - in originale inglese e traduzione italiana - nel fase. citato.

18 . Il presidente del consiglio, Bonomi, al commissario capo della commis­sione alleata, Stone.

Rmna, 8 1naggio 1945

Caro ammiraglio,

con lettera del 2 corrente 1 le ho segnalato un ristretto numero di fun­zionari da inviare al più presto nelle provincie settentrionali per il recupero del materiale di archivio asportato dallo pseudo governo repubblicano.

In quell'occasione, non ho mancato di far presente che l'opera di detto personale sarebbe della più grande utilità per la conservazione del prezioso materiale sottratto alle diverse amministrazioni.

Nell'ipotesi peraltro che preminenti esigenze d'ordine militare non con­sentano per ora di organizzare il trasferimento delle persone indicate nella citata lettera, la prego vivamente, caro ammiraglio, di considerare benevol­mente la possibilità di consentire, quanto meno, l'invio al nord del prof. Emilio Re commissario per gli Archivi di Stato, il quale per la sua alta com­petenza in materia archivistica, offre le migliori garanzie di saper svolgere un lavoro efficace al fine desiderato.

Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 5.1 cit., minuta dattiloscritta. In un foglietto allegato, la seguente annotazione: << Questa lettera è stata predisposta dietro suggerimento del cap. Brooke, capo dell'ufficio archivi, monumenti e belle arti della commissione alleata. Detto ufficiale ha fatto conoscere che, pel momento, le autorità alleate non consentirebbero l'invio al nord di parecchi funzionari per la ricognizione e la custodia del materiale archi­vistico. Non sarebbero invece contrari all'invio di una sola persona ».

1 Cfr. doc. 17, pp. 55-56.

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Ispezione agli archivi dei ministeri

19. L'ufficiale degli archivi, Mc Cain, al commissario regionale della Lom­bardia Poletti.

Roma, 1° giugno 1945

l. Ispezione agli archivi dei ministeri

L'ufficiale degli archivi ha ispezionato atti evacuati da Roma, o pro­dotti dalla repubblica sociale italiana, in Brescia, Mompiano, Salò, Gardone, Lonato, Treponti, Maderno, Cremona, Venezia e Valdagno. Essi compren­devano documenti del ministero della giustizia, del ministero delle finanze, del ministero dell'interno, della corte dei conti, del ministero degli affari esteri, del ministero della cultura popolare, del ministero della produzione industriale, del ministero dell'africa italiana, del consiglio di stato, dell'av­vocatura generale dello stato, della presidenza del consiglio dei ministri (ivi compresa la consulta araldica), dell'istituto nazionale di cultura fa­scista, della mostra della rivoluzione, e di gerarchi fascisti ( ivi compreso il materiale Mussolini a villa Feltrinelli, l'edificio della segreteria particolare di Mussolini, e la Palazzina Leonasio) 1•

Dal punto di vista della mole, i più grandi depositi visitati sono stati quelli di Venezia e in Valdagno della direzione generale di pubblica sicu­rezza che comprende circa 4.000 casse.

2. Ispezione agli Archivi di Stato e ad altri archivi locali

Vi sono tre Archivi di Stato in Lombardia. L'Archivio di Stato di Mantova non ha avuto, durante la guerra, nè perdite nè danni. n direttore, prof. Marco Modica, ne aveva allontanato i documenti più importanti, trasferen­doli a Montanara e a Palidano, ma ha già riportato, entro il mese, uno dei due depositi. L'Archivio di Stato di Brescia, egualmente, non ha subito nè perdite nè danni, durante la guerra. Il direttore dott. Guido Pantanelli ha evacuato gli atti più importanti a Erbusco ed Iseo. I due edifici, palazzo del Senato e S. Eustorgio, che ospitavano l'Archivio di Stato di Milano, sono stati distrutti, ed è bruciato il loro contenuto, in conseguenza delle incursioni aeree dell'agosto 1943. Il soprintendente dr. Guido Manganelli aveva eva­cuato grandi masse di documenti in sicuri ricoveri a Monticello Brian­za, Rovagnate e Merate. L'archivio storico Gonzaga, che comprende l'archi-

1 Dai particolareggiati sulla situazione dei singoli archivi qui menzionati sono contenuti in altre relazioni, che W. Mc Cain aveva regolarmente inviato alla commissione regionale per la Lombardia dal 5 maggio al 2 giugno 1945.

Conservate in UCAS, fase. 8947.5 cit. in traduzione italiana, con minuta ms. di pugno di E. Re; talvolta è conservato anche il testo in lingua inglese.

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vio comunale di Mantova, come pure l'archivio notarile, non ha sofferto danni. L'archivio comunale di Brescia, che era alla Queriniana, era stato evacuato a Lonato e Nigoline prima che l'edificio della biblioteca fosse col­pito e distrutto.

Il notarile della stessa città non ha avuto danni. Le raccolte storiche del comune di Milano, l'archivio storico e la biblioteca Trivulziana - tutte situate al castello Sforzesco - erano state evacuate prima che il luogo fosse colpito da bombe. L'archivio notarile di Milano è intatto, ma il dr. Manganelli ne aveva evacuato 50.000 protocolli, e dei più importanti a Bar­zago e Rovagnate. Sani e salvi sono infine gli archivi locali di Cremona e di Lodi.

3. Problemi relativi agli archivi dei ministeri

La nomina, da parte del commissario regionale della Lombardia, di speciali consegnatari per i vari ministeri e altri uffici governativi ha giovato molto per risolvere il problema della responsabilità dei rispettivi archivi. Gli italiani li hanno ora in custodia e riferiranno sul loro conto per il 30 giugno prossimo. Il governo italiano userà, presumibilmente, tali rapporti per fare un piano dettagliato per il trasporto degli atti a Roma. Gli italiani hanno intanto compiuto un eccellente lavoro per tutelare i loro archivi, e le perdite sembrano essere state di poca entità.

I veri problemi cominciano quando le truppe alleate requisiscono edifici dove sono depositati archivi.

Il sottoscritto ufficiale degli archivi continuerà a dare speciale attenzione ai depositi nei villaggi sul lago di Garda. A quanto sembra, niente si può fare in questo momento per quel che riguarda il gran numero di docu­menti portati via da innumerevoli agenti della polizia investigativa o sedi­cente tale ( by innumerable intelligence and semi-intelligence agencies ). Una qualche definita politica dovrebbe essere pure adottata in rapporto a questi atti, gran parte dei quali non ha, come è ovvio, nessun permanente valore investigativo. Le nazioni alleate potrebbero ricordare a se stesse, a questo punto, che esse hanno da parte loro criticato severamente i tedeschi quando questi hanno portato via il contenuto di gallerie, musei, biblioteche e archivi 1•

4. Problemi degli archivi locali

Gli Archivi di Stato di Mantova e Brescia non presentano problemi par­ticolari. I direttori sono sul lavoro, e hanno solo bisogno di aiuto per il

1 Cfr. in proposito la lettera, scritta dallo stesso Mc Cain, del 14 giugno 1945, pubblicata a pp. 66-68 (doc. n. 24).

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Problemi degli archivi locali - Archivi in alta Italia

ritorno in sede dei loro depositi. Il vero problema è l'Archivio di Stato di Milano. Tutt'e due i suoi edifici sono andati distrutti. I grandi depositi di documenti portati in campagna non hanno prestato alcuna utilità per quasi due anni, e seguiteranno a non averne nessuna, fino a che non verranno restituiti all'uso del pubblico. Non appena vi saranno mezzi disponibili per lavori pubblici, sarà necessario mettere ogni impegno per restaurare il pa­lazzo del Senato. Ma intanto si dovrebbe trovare spazio per un assetto tem­poraneo, e i depositi dovrebbero essere riportati a Milano. Anche i depositi degli altri istituti allontanati da Milano dovrebbero essere riportati a pena possibile.

Gli archivi locali, nella gran maggioranza delle altre città della Lom­bardia, sembrano aver sofferto poco e la loro cura dovrebbe essere lasciata esclusivamente agli italiani. L'ufficiale degli archivi darà quindi probabil­mente, di quì innanzi, poca attenzione agli archivi locali, ma aiuterà piut­tosto i bibliotecari che hanno depositi disseminati attraverso tutta la re­gione.

In UCAS, fase. 8947.5. Manca l'originale in lingua inglese; nel fascicolo è conservata soltanto la minuta della traduzione in italiano, autografa di Re.

20. Il commissario agli archivi, Re, al commissario regionale della Lom­bm-dia, Poletti.

Milano, 2 giugno 1945

Quale commissario degli archivi ho ricevuto l'incarico di esaminare lo stato degli archivi dei ministeri e degli altri dicasteri centrali, che dopo 1'8 settemb;e 1943 furono allontanati da Roma e distribuiti al seguito dei rispettivi uffici, in varie località dell'Italia del nord, ma sopratutto delle provincie della Lombardia e del Veneto.

Al termine della mia missione, che ho potuto eseguire solo mercè l'ap­poggio della sottocommissione per monumenti, belle arti ed archivi, e per essa, in modo speciale, del cap. William McCain, mentre sento il dovere di ringraziare per tutte le facilitazioni e cortesie ricevute, sono lieto di poter comunicare che in linea di massima ho trovato, quasi ovunqu,e gli archivi in buon ordine, sotto la sorveglianza dei rispettivi impiegati.

Ma oltre agli archivi dei ministeri devono esistere in alta Italia anche archivi personali di gerarchi fascisti e cioè di quanti, nel ventennio, eserci­tarono cariche pubbliche: archivi che rivestono tutti una notevole impor­tanza non solo per accertare le responsabilità dell'oggi, ma per documentare altresì la storia che sarà scritta domani.

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n governo italiano è gm perfettamente al giorno della urgenza della questione, e non ha mancato di richiamarvi l'attenzione, sia dei prefetti che delle autorità alleate, con la circolare e con la lettera di cui si unisce copia 1•

Primo per importanza, fra tutti gli archivi dei gerarchi, è naturalmente quello dello stesso Mussolini, che da Roma venne trasferito a Gargnano sul Garda nell'autunno del 1 943, e che ivi si ha motivo di credere sia rimasto fino al 25 aprile u.s .

Dopo d'allora se ne perdono le tracce : ed è mio dovere, come com­missario agli archivi, richiamare l 'attenzione della S .V. su tale fatto, invo­cando il vostro personale intervento affinché un archivio di così straordina­ria importanza per la storia dell'ultimo ventennio non venga allontanato dal territorio nazionale, ma sia rintracciato, ovunque sì trovi, e messo a disposi­zione - a tempo opportuno - del governo italiano.

In Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, n. 10100, s. fase. 4 cit. Minuta dattiloscritta.

2 1 . L'ufficiale degli archivi, Mc Cain, al commissario regionale della Lom­bardia, Poletti.

Milano, 6 giugno 1945

Concentramento in Milano degli archivi del ministero dell'interno.

l . The archives officer, at the request of major E.C. Bateman deputy provincia! commissioner, Milano province, discussed with conte Annoni di Gussola Pier Maria, deputy commissioner for the ministero dell'interno, plaus for concentrating ali the archives of the ministero dell'interno now in north Italy. The pian of dr. Emilio Sereni, commissioner (receiver) for the ministero dell'interno, and the deputy commissioner ( appointees of the re­giona! commissioner, Lombardia region) is to requisition a building in Milano and to transport to it ali the records of the ministero dell'interno that can be found in north Italy. There the records will be under Gonstant guard until such time as they can be carried back to Rome. The request for the building had been made to the Milano provincia! commissioner.

2. The records of the ministero dell'interno that are scattered in various buildings in and near Brescia certainly should be concentrated. The archives officer noted on june 5 that the villa he had inspected on may 3 1 at Treponti had been taken over as a post office by an american army unit. Other records

1 Mancano. Si tratta, presumibilmente, dei documenti di cui ai nn. 4 e 8.

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Concentramento a Milano degli archivi del ministero dell'interno

may be in danger from carelessness or from the requisitioning of buildings. The great mass of records in Valdagno ( some 1200 boxes) would probably be safer under guard in Milano. The wisdom of transporting the deposits in Venezia, which comprise some 2.800 to 3 .000 boxes might be questioned. The deputy commissioner stated that no request for transportation would be made to the allied military government, but that a request might be made for guards to accompany the records on their trip to Milano.

In UCAS, fase. 8947.5 cit.: copia del testo inglese. Nel fascicolo è conservato Io aut. di Re della traduzione italiana, e il dattiloscritto. Eccone il testo:

1 - A richiesta del maggiore E.C. Bateman, vice commissario provinciale della provin­cia di Milano il sottoscritto ufficiale degli Archivi ha discusso col conte Pier Maria Annoni di Gussola, vice commissario per il ministero dell'interno, un piano di concentramento di tutti gli archivi del ministero dell'interno che ora si trovano nel nord d'Italia. Il piano del dr. Emilio Sereni commissario (consegnatario) per il ministero dell'interno ed il vice commissario (nominati a tali cariche dal commissario regionale della Lombardia), è di requisire un edificio in Milano e di trasferirvi tutti i documenti del ministero dell'interno che si possono trovare nel nord d'Italia. Gli atti rimarrebbero sotto continua custodia fino al giorno che potessero essere riportati a Roma. La domanda d'un edificio è stata già presentata al commissario provinciale di Milano.

2 - Gli atti del ministero dell'interno che sono divisi in vari edifici a Brescia, e vicinanze, dovrebbero certamente essere concentrati. Il sottoscritto, ufficiale degli archivi, notò il cinque corrente che la villa che aveva visitato a Treponti il 31 di maggio, era stata adibita ad ufficio postale da una unità americana. Altri atti possono essere in pericolo per insuf· ficiente attenzione o in seguito a requisizione. La grande massa dei documenti a Valdagno (circa 1200 casse) sarebbe probabilmente più al sicuro sotto buona guardia a Milano. Ma la saggezza di trasportare i depositi di Venezia, che comprendono dalle 2800 alle 3000 casse può essere revocata in dubbio. Il vice commissario faceva notare che nessuna domanda di mezzi di trasporto sarebbe stata rivolta al governo militare alleato ma che una richiesta di guardie poteva essere fatta per accompagnare e assicurare gli archivi nel loro viaggio a Milano.

22. Il commissario agli Archivi, Re, alla presidenza del consiglio.

Roma, 9 giugno 1945

Riservandomi di inviare copia della particolareggiata relazione che sto preparando del mio viaggio in alta Italia 22 maggio-4 giugno, credo opportuno, come richiesto, di anticipare qui appresso quelle che possono esserne le conclusioni.

Premetto che prima ancora della caduta del governo repubblicano erano state stabilite intese, fra il CLNAI e il personale dei vari ministeri e degli altri organi centrali dello Stato trasferiti in alta Italia, per tutelare il mate­riale dei varii uffici e segnatamente dei rispettivi archivi.

In altre parole, alcuni del personale erano già stati nominati fiduciari

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del CLNAI e seguitano ancora a esercitare il medesimo compito, con la sola variante che la loro posizione è stata poi ovunque normalizzata, e nel territorio della s• armata il commissario provinciale per la Lombardia, col. Paletti, ha nominato un consegnatario per ogni ministero.

Questo spiega come il passaggio si sia potuto verificare senza scosse, e come gli archivi, salvo eccezioni, siano tutti praticamente intatti. Proprio per questo, e data l 'enorme quantità di materiale inviata al nord nell'infausto periodo dell'autunno del 1943 ai primi mesi del 1944 - basterà dire che la sola direzione generale di pubblica sicurezza ha, distribuite in quattro depo­siti, tre a Venezia, e uno a Valdagno (provincia di Vicenza) 1 non meno di quattromila casse - il problema del ritorno a Roma si presenta ora come un problema di vaste proporzioni e che va studiato accuratamente, prima d'essere affrontato e risolto, data anche, in primo luogo, la condizione dei mezzi di trasporto.

A questo proposito il sottoscritto si è formato anzi tutta l'opinione che il trasporto non debba essere iniziato se non quando saranno ristabilite le comunicazioni ferroviarie : ciò che, a quanto sembra, non potrà verificarsi prima del prossimo luglio. E sopratutto non debba essere compiuto a pic­coli lotti, e cedendo alle insistenze delle singole amministrazioni, ma con un piano unico, organico, e quindi, insieme, più economico più rapido. Il col. Paletti proponeva di fare un grande concentramento preventivo di tutto il materiale in una località dell'alta Italia; ma questo non sarà forse necessario. Basterà infatti eseguire il concentramento sulla carta, tenendo conto di tutti i depositi esistenti, sia sul territorio della sa che dell'Sa armata, e avendo così la sicurezza di avviare, verso Roma, unità complete ed organiche.

Alla fine del mese corrente, o ai primi del prossimo, ambedue gli officiali alleati che stanno ora eseguendo il riscontro dei singoli depositi dei rispettivi territori - il maggiore Beli per l'S• armata, il Cap. Mc. Cain per la s· - ver­ranno in Roma e coi dati che essi saranno in grado di fornire, sarà allora pos­sibile formulare in maniera definitiva il piano « unico e organico » cui abbiamo accennato innanzi. Piano che, per ragioni ovvie, è augurabile possa essere at­tuato tutto nella buona stagione, e prima delle piogge autunnali.

Il trasporto può essere seguito col concorso dei funzionari italiani rimasti sul posto, secondo un ordine di precedenza che dovrà essere sta­bilito non secondo le indicazioni e le insistenze delle singole amministra­zioni, ma in conformità di quanto potrà stabilire - d'accordo con le auto­rità alleate - la stessa presidenza del consiglio, che avrà come proprio organo il commissario per gli archivi.

Intanto due questioni preliminari vanno pure affrontate e risolte. Quelle delle casse indispensabili per il trasporto degli atti, quella dell'edificio che dovrà in Roma ricevere e conservare, al ritorno, gli atti medesimi.

1 Notizie particolareggiate sulla situazione degli archivi della direzione generale di pubblica sicurezza sono in una relazione di Mc Cain del 29 maggio 1945, in UCAS, fase. 8947.5 cit.

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Archivi dei ministeri nell'Italia settentrionale

Per quel che si riferisce alle casse, si deve far rilevare anzitutto che difficilmente si può sperare di eseguire ordinatamente un trasporto così rilevante di atti d'archivio, senza la disponibilità di un numero adeguato di casse. Ora la maggiore parte di quelle adoperate per il viaggio di andata -da Roma al nord d'Italia - o sono andate perdute, o sono state viariamente utilizzate in loco per la costruzione di scaffalature, assiti, tramezzi e così via. Bisognerà quindi provvedere alla requisizione, o alla costruzione di altre casse per il viaggio di ritorno. Cosa non impossibile, e né pure forse diffi­cile in regioni situate per la maggior -parte a piè dei monti e ricche quindi di boschi e di legname, ma che richiederà anch'essa ad ogni modo un certo spazio di tempo.

Per quanto riguarda infine la questione dei locali, si crede opportuno osservare che gli atti di ritorno dall'alta Italia - e soprattutto quelli di carattere politico - difficilmente potranno ritrovar tutti posto negli stessi locali d'archivio dei ministeri da cui originariamente provengono. A prescinde­re che anche materialmente ciò sarebbe forse impossibile, dato che quasi ovun­que altri uffici e altri atti hanno già preso lo spazio da essi prima occupato, resta poi il fatto, che quegli atti caratteristici del regime fascista, rappresen­tano un periodo ormai chiuso, e non possono essere considerati come « i pre­cedenti >>, o gli archivi di deposito, dei ministeri d'un regime democratico.

Essi non hanno ormai - almeno per la maggior parte - che un valore storico, e come tali vanno senz'altro immessi e custoditi nell'Archivio del Regno: e cioè nell'Istituto che in Italia corrisponde a quello che in Inghil­terra è il Record Office e in America sono i National Archives.

Data poi la mole degli atti in arrivo e il lavoro di controllo e di smista­mento preliminare che sarà, a ogni modo, necessario per tutti, si prevede che sarà indispensabile provvedere in Roma alla requisizione, o all'acquisto, d'uno speciale edificio.

In Pres. Cons., fase. 1.1.2, n. 10100, s. fase. 5.1 cit.; in UCAS, fase. 8947.5 cit. sono con­servate di questa relazione la minuta aut. e quella datt. con correzioni autografe di Re.

23. L'ufficiale degli Archivi, Mc Cain, al commissario regionale della Lom­bardia, Paletti.

[Milano], 10 giugno 1945

Sistemazione degli archivi dei ministeri nell'Italia del nord.

1 - The archives of the ministries of the Italian government which were evacuated from Rome and the records produced in 1943, 1944, and 1945 by the repubblica sociale italiana are enormous in bulk and are scattered i� � great number of places in northern Italy. For instance, offices of the mmi-

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stero dell'interno can be found all the way from Milano to Venezia. The records of the direzione generale di pubblica sicurezza of the ministero dell'interno alone fili some four thousand packing cases 1• The total number of deposits will run into the hundreds. The italian government should give careful and thoughtful attention to planning for the return of these records to Rome.

2 - The Archives officer has noted that various officials from the mini­stries in Rome have been coming into northern Italy to make use of records or to attempt to carry them back to Rome. If it is necessary to have im­mediate access to records in northern Italy, the government should set up a committee or small agency to co-ordinate the activities of any employees sent up to exploit records. This committee could gather and supply infor­mation as to the location of records and could prevent considerable confusion and loss of time.

3 - The co-ordinating agengy or committee might have as its most im­portant function the task of drafting plans for returning to Rome the records now scattered in northern Italy. Pending removal to Rome, many of the scattered deposite sblould be concentrated for their own protection. This suggestion does not mean that all records should be concentrated in one city, but there are numerous residences, schools, and business offices that should be cleared as soon as possible. If the offices of one ministry happen to be scattered in eight or ten villas and schools around a city, the records pro­bably should be moved into one location in the city. The problems of packing tons of records and of transporting them to Rome will have to be given careful study. This committee might best be set up under the chairmanship of dr. Emilio Re, commissario agli Archivi del Regno, whose great interest in the records of his country and whose qualifications are too well known for re­counting here. The burden of returning these vast and widely scattered records will undoubtedly fall upon the italian government and it should make careful and detailed plans.

4 - Great quantities of the evacuated records and of the archives of the repubblica sociale italiana will have little or no administrative value to the italian government. They will have great historical value for the study of this turbulent period in italian history. Some of the records will have home ministries to which they might be returned. Others will belong to offices organized by the repubblica sociale italiana which have no counterpart in the present italian government. These records will probably be wanted by no ministry in Rome and may be lost unless there in some co-ordinating agency to keep the whole picture in view. The italian government should seriously consider setting aside a large building in Rome and concentrating

l Cfr. doc. 22, nota n. 1, p. 62.

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Archivi dei ministeri nell'Italia settentrionale

in it all the archives brought back from northern Italy_. Th�s enormous · 1 deposit would solve many of the problems that w1ll anse out of a smg e . . . t . s the displacement of records as a result lack of space m many mims ne

' . . . S h of reorganized ministries, and the lack of any home mm1str� m

1R�e

.' u�

d osito would not be exactly the same as the N_atwna r 1Ives m �Vas�n to:!or the Public Record Office in London, but rt could be the be-. .

g of an archivio nazionale for Italy. The italians have ��ne such :������t work with their local archives ( archivio di s�ato, archiVIO

hcomu­

nale archivio notarile) that i t is a shame that the na�wn does no t .

ave a grea� national deposit for its historical records. Here _ IS an opportum� for -

s in a field which might be called archiVology, to come rom great progres , adversity and misfortune.

· r h" · MFAA- archivi In UCAS, fase . . 89�7.5 cit_., . cartl. "

1�eJ.azi�ne_ �el�::����to

a!�c:e

c n1v�anoscrltto della dei ministeri e altn dicasten m a ta a 1a ». VI

traduzione italiana, di Re. Diamo qui di seguito il testo della traduzione in italiano:

· · · · · d 1 '" "erno italiano evacuati da Roma, insieme con gli 1 - Gli archivi de1 mmisten e �0.' • 1. · 1943 44-45 formano una massa · · bbP o�·ale 1tahana neg 1 anm - , - • atti prodotti dalla repu. ."�a s d nume;o di città dell'Italia del nord. Per esempio enorme e sono sparpag�Iatl m un gran

. " . - tutta la strada da Milano a Venezia. uffici del �inistero �en:mterno pos:on�. t��var��lfoer stesso ministero, comprendono circa I soli atti della d1rez10ne genera e 1 ,

quattromila casse. . . . . _. . Il numero totale dei depositi raggmngera Il centma. 10. 1 1 attenzione un piano comp eto n governo italiano dovrebbe studiare con a maggiore per il ritorno di questi depositi a Roma.

. . . . . 2 _ Il sottoscritto ufficiale agli Archivi ha notato che va1ri funzior:an • . d1 �l���:���

· d R ell'Italia del Nord per esaminare (to ma.ce use) gli atei o. r:p. �0��;:��� è

a ve�ar:�te necessario ed urgente m� accesso ir:nmed_iato �gli a��

h���:�in

a�;: Italia, il governo italiano dovrebbe nominare un p1�colo com1t�to mcancato -

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ip���:;:a��;�;!�;r: e

c����!�-��n�o�:::���

t�e� quanto r;.�ar�� ;a P:�-

cisa �l�ocazione degli atti, ed evitare così, considerevole confuswne e per ILa.

I em. ·

· · · f · dovrebbp poi avere 1l comp1to 3 - Il comitato come sua pm Importante unzwne � . d d'It r · - - · er il ritorno a Roma degli atti ora sparsi nel nor a m. . di P.{:P:;t�<:

ud� ����"l

ori�orno, molti degli attuali ricoveri dovre�be:o essere co�c.end

tratr � �

· · � Q esto non <rgmfica che tutti 1 ocu al fine di conse!ruire anche una s1curezza maggwle. u � . . d'fie"

- o • • 1 c"ttà ma che VI sono numeros1 e l I menti dovrebbero essere concentrati m una so a l ' · . ima scolastici, comunali e di istituti locali diversi che and_r�b?�ro sgomb��tr. quan�o :

rville possibile, e che �e _

gli uffi�i di �nbbministero _so�o

eo��r

d�vl:ts;�tt�!�o a�ch:�r-�

c��s:re tutti attorno a una crtta, meglio sare e per essl . d" e la riuniti in un luogo unico nel centro della stessa città. Anche 1l problema l prepa��r s edizione di tonnellate di atti, e poi di trasportarli effettivam�nte a Roma, me�1. a �:

a�tento studio. Di tale comitato potrebbe essere �ffidata la pr�srdenza al _d�. !Emilio

aes� commissario agli Archivi del Regno, il cui grande mteress� per Il do�um�n� n�o

s�� !rico e le cui qualità sono troppo ben conosciute per far�e q':l �aro �- . on��·

e en�e sul go-di ri ortare questa enorme e disseminata massa d1 atti ncadra r�du 1am . vern� italiano, e ad esso dovrebbe quindi spettare il compito d1 preparare un prano

attento e particolareggiato.

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. 4 � Una gran parte di documenti portati da Ro · = · , ·

Il penodo della repubblica sociale italiana no , m�: e dr qu�lh proaottr durante

fini amministrativi. Ma essi ne hanno uno g'

d� ":vra PI_H che poco o nessun valore ai

d. ran rssrmo dr carattere sto · 1 . 1 questo turbolento periodo della vita italia· Al .' d' .

neo, per o studro

· na. cum 1 quegli atti avra · · ·

cm potranno ritornare come a casa pro . - nno mrnrsten a

Al . pna. cum apparterranno invece ad uffici istituir d ll .

non hanno riscontro in nessun organo del 1 � � repubblica sociale italiana, che

anche non essere reclamati. da nessu . g?verno Italiano attuale. Tali atti potrebbero · n mmrstero· e r· 1 • bb ·

a meno che non vi sia un qualche orcrano ·d· , ISùliere ero di andare perduti,

't 1. "' coOI matore che tenga tutt Il

I a rano dovrebbe prendere seriamente in c . d . o presente. governo

edificio in Roma al fine di conce t . onsr erazwne l 'eventualità di requisire un vasto . . n rarvr se non altro prm · · .

nportatr dal nord. Questo enorme sinrrdlo d ., . rvrsona�ente, tutti gli archivi

blemi che inevitabilmente sorgeranno "'an 't

etpt os

diLO

ll servirebbe a nsolvere molti dei pro-

• · · d , ZI u o a a mancanza di sp · d' l · ·

S ten, por alla già avvenuta sostituzione d' lt�· . . azro I mo ti mmi­

dei singoli ministeri, infine dalla m I a d atti, m �onseguenza della riorganizzazione

denza di molti organi soppressi d ll anc�nz� appu�to di . qua�unque ufficio in corrispon-

Tale d . e a gra r epubblica sociale Italiana . eposrto non sarebbe esattamente la ste . . • .

Washmgton o il Public Record Off'ce . L d

ssa cos� che l NaLZonal Archives in

d' ' 111 on ra ma potrebb

I un grande archivio nazionale per l'Ital' Gl', . l' . e rappresentare il principio

1 t . ra. l rta ram hanno comp· t . en e . opera per I loro archivi locali (Archivio di S . . m o una cosr eccel­

notanle) che è peccato che essi non abb' �

tato, ArchiVIO comunale, Archivio

l . . rano an--ora un grande d 't , oro stona nazionale E qui dalla stess . , . eposr o centra1e per la

l'It r d' . a avversita Sl presenta f l' .

.

a ra 1 compiere un crrande passo . . 1• orse ora occasrone per

Istituti storici ».

"' mnanzr ne campo della organizzazione dei suoi

24. L'ufficiale degli Archivi M c · 1 . .

bardia, Poletti . ' c am, a commissano regionale della Lom-

[Milano], 14 giugno 1945

Linea di condotta in merito ai d polizia investigativa.

ocumenti sequestrati dagli agenti di

1 - Great quantities of italian records h b . two years and carried away by innumerabl

�ve . een seiZed during the past

agencies of the american and b ·r h e mtelhgence and semi-intelligence

are stili being seized in norther� ��al go�ernments and armed forces. Records

tedly have found their way to tl y . Jreat part of these records undoub­

war office in London Many of thle war

d epartme�t in Washington and the

h . e recor s so carned away t . l

ave permanent intelligence value but . cer am y cannot

from a historical standpoint if fo' r are

thimportant to the italian government

' no o er reason .

. 2 � �ome definite policy should be determined

dispositiOn of records of the ital' upon as to the ultimate

will be seized . Most of the record�a�ef:;:��e� ·t�a�r�ave been s .eized and

not be taken to \Vashington or London for more ;; l:ssioence agencies should

permanent retention.

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Linea di condotta in merito ai documenti sequestrati

The allied powers have been extremely criticai of the german tendency to

confiscate or destroy art objects, libraries, and archives. They should be

careful not to merit the same criticism from the italians.

3 - This matter should be taken up through channels by the subcom­

mission for monuments, fine arts and archives of the allied commission.

The subcommission might ask specifically as to the plans for the ultimate

disposition of the records of the ministero della cultura popolare now in

the custody of the psychological warfare branch. Those seized in Rome are

in a building almost directly across the street in front of the building con­

taining the offices of the allied commission. Those seized in villa Amedei,

Salo, are at via Cesare Cantù 3 , Milano. The question might be taken up

as to the final disposition of same sity large packing cases of records of

<< Il segretario particolare del duce » [sic] which were removed in two trucks

by capt. B. L . Ciforelli, documents section, fifth army, from he office

building at viale della Vittoria 16 , Gargnano. These records were first taken

to G - 2, fifth army, and then delivered by capt. Ciforelli to G - 2, 15th army

group, Florence. Apparently they have have been taken back to G - 2, allied force

headquarters, Caserta.

In UCAS, fase. 8947.5 cit., è conservata la minuta della traduzione in italiano, aut.

di Re. Eccone il testo:

« l - Grandi quantità di documenti italiani sono state sequestrate negli ultimi due

anni, e portate via da innumerevoli agenti di polizia investigativa, o sedicenti tali, del go­

verno americano o britannico, e delle forze armate. Altri documenti sono ancora in via

di essere sequestrati nell'Italia del nord. Una gran parte di questi documenti sono indub­

biamente andati a finire al dipartimento della guerra in Washington o al ministero della

guerra a Londra. Ma molti di essi non possono avere un valore permanente, ai fini politici

e investigativi, mentre ne hanno uno grandissimo per il governo italiano, se non altro

dal punto di Yista storico.

2 - Una qualche linea di condotta dovrebbe essere pure adottata alla fine per

quanto riguarda la definitiva disponibilità di atti del governo italiano, che sono stati

sequestrati o che potranno esserlo. La maggior parte dei documenti, che sono stati ado·

perati dagli agenti investigativi, non dovrebbe essere portata a Londra o a Washington

per rimanervi più o meno permanentemente. Gli Alleati hanno criticato severamente i

tedeschi per la loro tendenza acl impadronirsi o a distruggere oggetti d'arte, biblioteche

e archivi; e dovrebbero star bene in guardia per non meritare una simile critica da parte

degli italiani.

3 - Tale questione dovrebbe essere sollevata e portata nella giusta sede dalla sot­

toconunissione per monumenti, belle arti e archivi. La sottocommissione potrebbe chie­

dere, in modo particolare, che cosa si intende fare, in definitiva, degli atti del ministero

della cultura popolare ora in custodia del PWB (psychological warfare branch). Quelli

sequestrati in Roma sono in un edificio proprio di rimpetto agli uffici della commissione

alleata dall'altra parte della stessa strada. Quelli sequestrati a villa Amedei, Salò, sono ora a Milano, via Cesare Cantù, 3.

La questione potrebbe essere pure sollevata per quanto riguarda circa sessanta grandi

casse di atti della « segreteria particolare del duce », che dal capitano B. L. Ciforelli, della

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Documenti

sezi�ne d�cumenti della s• armata, sono stati portati via in due auto · d 1 1 degh uffici, al viale della Vittoria 16, Gargnano.

, mezzi, a pa azzo

Questi atti furono da prima portati a G-2 s• armata e · · gruppo dell r• t p·

' ' POI consegnatr a G-2 . . a :J arma a, rrenze. A quanto sembra, essi sar-ebbei·o statr· ' 1 d et G 2

poi portati più n I ro ancora, a - , quartiere generale delle forze armate, Caserta "·

25. Il commissario agli Archivi, Re, alla presidenza del consiglio.

R01na, 22 giugno 1945

Archivi della presidenza del consiglio e dei dicasteri e uffici dipendenti.

Nei ��eci �iorn� utili che sono rimasto in alta Italia, oltre a studiare _ secondo l r��anco ncevuto da codesta on. presidenza - il problema in genere del�� condizione degl

_i archivi di tutte le amministrazioni centrali colà tra­

s�ente, e del loro_

ncupero e ritorno in Roma, ho naturalmente fermato d! pre�erenza I� mra attenzione anzitutto sullo stato degli archivi di codesta med�s�n:a pres1d�nz�, nonché dei dicasteri e uffici dipendenti: e su tali archiVI mtendo nfenre oggi con la presente.

. . Per

. quanto si riferisce agli archivi di tre dei dicasteri dipendenti: con­

Sigl�o di st��o, corte dei conti, avvocatura generale dello stato; che ho tutt e t�e VISitato l� mattina del 30 dello scorso mese di maggio in Cre­mona,

om compagma del cap. Mc Cain della sotto commissione alleata

MFA. 01: A, ora addetto al quartiere generale dell'AMG Lomb d. b

sterà h' " . . . I l ., ar Ia, a-

c - 10 rmvu a e sommarie, ma sufficienti notizie contenute nel rapporto s:ess� (al!egato lo) - subito dopo la visita - dello stesso cap. Mc Cain e dr cm umsc? un estratto. Aggiungerò solo che tutt'e tre gli archivi sono in perfetto o�dme, e che il loro ritorno a Roma non presenta difficoltà di sorta t�attandosi - salvo per la corte dei conti - di quantità modeste che già drspongono d'un certo numero di casse d'imballaggio.

Per trovare l'archivio proprio della Presidenza del Consiglio f _

· · B · u neces

sano reca�s1 a.

oghaco, frazione del comune di Gargnano sul Garda. lvi era stata mfattl la sede della presidenza del consiglio della RSI ·

"II · 1 1 B · � ., m una

VI a, :r. � _ettom, �osta sulla riva stessa del lago, che visitammo nel

pom�nggw dr domemca 27 maggio. La villa era ora occupata da una unità amer;cana e �on s�p?iamo_ quali vicende essa abbia potuto subire da quando quell occupaziOne e mcommciata, e nel periodo intermedio.

Al presente, a ogni modo, tutto il materiale si trova a destra di chi entra: sopra:utto � pianterreno, ma anche nei piani superiori, senza ordine apparente, drssemmato com'è sui tavoli, in terra e anche in casse aie d Il l "

' une

.e e qua I ancora, per quanto poteva giudicarsi, nella condizione in cui erano

gm�te da.

R�ma. Quì, a differenza che a Cremona per i tre dicasteri che abbramo mdrcato, un'intervento sarebbe indispensabile quanto urgente: e

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Archivi della presidenza e dei dicasteri e uffici dipendenti

mi fu cortesemente anche accennato dallo stesso cap. Mc Cain, che m'ac­

compagnava. Il materiale della presidenza seguita ad occupare infatti più di un piano

e molte stanze in ciascuno, mentre sarebbe facile restringerlo in tre o quattro

stanze d'un unico piano, a terreno.

Ciò che, oltre tutto, servirebbe anche a evitare il pericolo che quello

che sarebbe altamente desiderabile fosse eseguito ordinatamente, e da mani

caute ed esperte, potesse essere attuato invece, da un giorno all'altro, manu

militari. Devo aggiungere che dal lato opposto dell'edificio, e cioè a sinistra di

chi entra, fu rinvenuto tutt'ora in cassa, l'archivio d'un altro ufficio dipen­

dente da codesta presidenza: l 'archivio della consulta araldica. La sua esi­

stenza era completamente ignorata dall'unità americana che occupava l'edi­

ficio, e, a principio, anche, in perfetta buona fede, negata. Ciò che però

conferma quanto potrebbe riuscire utile, anche per questa parte, un inter­

vento sollecito. Rimane ch'io parli, per esaurire l'argomento in oggetto, d'un'altro ar­

chivio - il più importante di tutti - quello della così detta segreteria parti­

colare del capo del governo che, in regime fascista, era pure alle dipendenze

della presidenza del consiglio.

È noto che, salvo la « parte ordinaria » rimasta sempre in Roma, tutto

il resto, e cioè la parte riservata e segreta, da palazzo Venezia, dove era

stata sempre conservata, esulò, l'autunno del 1943, nel nord d'Italia, e fu

trasferita a Gargnano, viale della Vittoria, 16; dove sempre rimase, e dove,

nel 1944, servì a Mussolini per documentare i noti articoli che poi, riuniti

in volume, furono pubblicati dall'editore Mondadori, nell'autunno del me­

desimo anno, col titolo Storia di un anno 1• È probabile che Mussolini, quando nell'aprile scorso abbandonò defi­

nitivamente Gargnano coll'idea di stabilirsi a Monza o a Milano, è probabile

dico, ch'egli portasse con sé una parte; ma solo una piccola parte della docu­

mentazione degli ultimi mesi; e infatti nei giornali di Milano del mese

scorso più d'una volta è stata fatta menzione di documenti catturati a

Como dai partigiani; ma è evidente che il grosso - quanto dire diecine di

casse - non poteva viaggiare a seguito di un fuggiasco; ed è quel grosso

appunto che seguitò a rimanere a Gargnano, e che la sa armata americana,

e precisamente la lQa divisione da montagna, trovò praticamente intatto,

quando vi giunse traversando il Garda, in uno degli ultimi giorni del mese

di aprile 2•

'Poi ripubblicata in MussoLINI, Opera onmia, vol. XXXIV cit. pp. 303-474. Il contratto, in data 12 aprile 1945, con la casa editrice Mondadori, per la pubblicazione della Storia di un anno, firmat? da Mussolini, è stato riprodotto nel volume f.c. Il cinquantennio editoriale di Arnoldo Mondadorz, Milano 1957, p. 182.

2 Per questi, e altri particolari, cfr. anche E. RE, Storia di un archivio: le carte di Mussolini, cit., in particolare pp. 19-27.

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Tutto questo risulta in modo indubbio da testimonianze pubbliche -come possono essere quelle contenute in un giornale quotidiano, quale lo Stars and stripes l, numero del 2 maggio u.s. - ed è stato poi confermato dalla visita fatta sul posto dal sottoscritto, sempre accompagnato dal cap. Mc Cain, nel pomeriggio del 27 maggio u.s.

Trovammo l'edificio chiuso, e ancora ben guardato da due custodi ita­liani, ma nell'interno completamente vuoto; salvo una stanza che doveva evidentemente essere stato il magazzino della segreteria e che conteneva, in conseguenza, una strabocchevole quantità di oggetti di cancelleria - so­pratutto carta intestata di tutti i formati e per tutti gli usi - oltre ad alcune diecine di volumi, fra cui due copie, ignoro se complete, dell'enciclo­pedia Treccani. Nelle altre stanze solo alcuni fogli, e poche « pratiche » qua e là: innocui resti di un accuratissimo spoglio. E sul tavolo tondo d'un grande salone a destra, una serie, in bell'ordine, di letterine gratulatoric, della più varia provenienza, indirizzate al maresciallo B adoglio, dopo il 2S luglio 1 943, in occasione della sua nomina a presidente del consiglio: lasciate evidentemente indietro come o non interessanti o non pertinen!i al soggetto.

Da voci degnissime di fede raccolte sul posto, risultò poi confermato che ai primi del mese (di maggio) un capitano della sa armata americana si sarebbe presentato e avrebbe sgomberato l'edificio, caricando di casse di documenti due o più automezzi.

Ed è noto che in quei medesimi giorni, o in quelli immediatamente suc­cessivi, qualche cosa di simile dové accadere anche ad altri archivi, situati nella medesima zona. Così a quello del ministero della cultura popolare, sul conto e sulla sorte del quale, esiste un piccolo articolo, assai illuminante, pure in Stars and Stripes del 19 maggio. E sembra anche a quello del mini­stero degli esteri, per quanto sul conto di quest'ultimo non sia stato possi­bile a chi scrive raccogliere testimonianze sicure.

Poiché tutta la regione del Garda è nel territorio della sa armata è facile dedurre che tutti questi archivi, e, in modo particolare, quello che, per ragioni organiche, interessa maggiormente cotesta presidenza, e cioè l'archivio della così detta ex segreteria del capo del governo, è ora nelle mani degli americani.

Altra cosa è il dire dove attualmente esso si trovi. In via d'ipotesi non si deve neppure escludere ch'esso abbia già potuto trovare la via per Wa­shington; come abbiamo sentito che già si è verificato per l'archivio di Hitler: trasferito a volo dalla Germania a Londra.

1 Cfr. l'articolo, non firmato, " 8th army lìnks up with Tito's forces », in T/w stars and stripes del 2 maggio 1945, e anche " Mussolìni's papers examined at AFHQ », non firmato, nel numero del 3 luglio 1945.

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Archivi della presidenza e dei dicasteri e uffici dipendenti

Tuttavia l'ipotesi più probabile è che esso non abbia abbandonato H territorio italiano. Gli americani non hanno interesse, come diceva a chi scrive un alto esponente dell'ACC, a sottrarre agli italiani ciò che per essi invece riveste una così alta importanza.

Si tratta dunque di tener conto e di conciliare l'interesse, di carattere puramente politico e momentaneo, degli alleati a consultare oggi quei documenti, col diritto naturale della nazione italiana a conservare e disporre in definitiva, permanentenzente, della documentazione di un ventennio della sua propria storia.

La questione è delle più delicate e, come non va dimenticata un solo istante, così non va, d'altra parte, anticipata ed aperta un solo minuto prima del momento opportuno. Bisogna lasciare all'opinione alleata, e so­pratutto a quella parte di essa che è già in nostro favore, il tempo di e:ol­versi; limitandosi, per il momento da parte nostra, a secondaria, e a formrle tutti quegli argomenti che possano affrettare una simile evoluzione.

. In proposito, prima di partire da Milano, ho chiesto ed avuto uno �el più franchi e leali colloqui col commissario regionale per la Lombardia, col. Poletti; e prima di partire, da lui stesso invitato, ho creduto opportuno indirizzargli la lettera di cui unisco copia e che fa il punto sulla questione.

Ricapitolando per quanto riguarda il quid agendwn nel prossimo futuro:

a) nessuna difficoltà, per il ritorno degli archivi del consiglio di stato, corte dei conti, avvocatura generale dello stato;

b) necessità di sollecito intervento per l'assetto dell'archivio proprio della presidenza e della consulta araldica;

c) vigilante attesa per quanto riguarda la sorte dell'archivio segreto della ex segreteria del capo del governo.

In Pres. Cons., fase. 1.1.2, no 10100, s. fase. 5.1; minuta autografa e cop�a dat_t.

non firmata della relazione è in UCAS, fase. 8947.5 cit. Al documento sono allegati: cop:a di stralcio dì una relazione - in traduzione italiana - di W. Mc Cain del 30 maggiO 1945 di cui un esemplare (sempre in traduzione italiana di Re) comple�o è_ conservat� in UCAS, loc. cit.; copia di lettera di Re a Charles Poletti, del 2 gi�gno 194j, sm d�c�mentr della segreteria di Mussolini (altre copie di questa sono sempre m UCAS, loc. crt.;. Non si pubblicano. . . . In calce al documento che pubblichiamo è la seguente nota, aut. di Petnllr: << Io sarei di avviso dì tenere sollecitamente una riunione di rappresentanti dì tutti i mini­steri per trattare del ritorno del materiale archivistico. La presidenza dovrebbe int�re�­sarsi anche del materiale di tutti gli enti dipendenti. Alla riunione dovrebbero essere mvr­tati anche i rappresentanti deli'AC, sottocommissione archivi e monumenti. Riterrei di comunicare al provveditorato dello stato le notizie relative al materiJle di cancelleria, per un eventuale recupero ». In testa alla prima pagina l'annotazione a rnatita << Portata a mano. Mettere nel corriere in arrivo. 22-6-45. P. ».

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26. Il commissario agli Archivi, Re, al gabinetto del ministero dell'interno.

Roma, 28 giugno 1945

Recupero archivi.

In risposta alla lettera di cotesto gabinetto in data 9 dello scorso mese 1 ho l'onore di riferire che nelle due settimane circa in cui sono rimast� nell'It�li_a del nord, speciale attenzione ho dato, naturalmente, agli archivi del mm1stero dell'interno, i quali, a prescindere dalla loro particolare im­portanza, �ono

_f?rse quelli di maggior mole e presentano quindi in se stessi, con ma�g1or n!1evo ed in modo starei per dire « esemplare >>, gli identici problemi che, m proporzioni minori, si riscontrano negli archivi di tutte le altre amministrazioni centrali andate al nord.

. �evo premettere che invece di recanni direttamente nelle località dove m1 nsu

_ltava che erano conservati i vari depositi (Brescia, Valdagno, Venezia) c�e��tti opportuno cominciare col passare al quartiere generale dell'AMG diVISI�ne monu�enti, belle arti, e archivi a Milano, per procurarmi anzi­tutto 1 necessan permessi.

E fu questa cautela che mi permise di visitare, in tempo relativamente breve e senza la minima difficoltà, tutti gli uffici e rispettivi depositi, accom­pagnato com'ero da un ufficiale alleato, cap. Mc Cain della sotto commis­sione MF AA, che mise a mia disposizione la sua macchina e, ciò che im­porta anche di più, la sua personale autorità, venendo insieme con me a Brescia, a Venezia, a Valdagno. ��r quanto riguarda i particolari della visita compiuta agli uffici e archiVI del ministero in Brescia, e dintorni, il 3 1 dello scorso mese, credo sufficiente rinviare al sommario rapporto steso, subito dopo la visita, dallo stesso cap. Mc Cain: rapporto di cui unisco un estratto ( all. 1 ) 2.

Per quanto riguarda poi l'archivio della direzione O"enerale di PS di cui alla lettera sopra citata di cotesto gabinetto, e che da chi scrive f� �isit�to fra il 28

. e il 29 di maggio, rinvio invece agli allegati 2 e 3, dei quali

Il pnmo costitmsce un inventario, naturalmente sommarissimo del mate­riale dei tre depositi di Venezia; il secondo è una copia del verbale di rico­gmzwne dei tre stabili (scuola Rosalba Carriera - palazzo Labia - abba­�ia di S. Gregorio) che conservano i depositi di cui sopra: verbale redatto Il 9 dello scorso maggio e controfirmato dai rappresentanti della direzione

' Manca. 2 Ma�1ca. I� �C�S, fase. 8945.5 cit. è conservata la traduzione in italiano della relazione di Mc Cain del 31 maggw 194:>, ms1eme con la copia del testo inglese e la minuta, aut. di Re, della traduzione.

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Recupero archivi

generale della PS da una parte e del comitato di liberazione nazionale dall'altra 1•

Di tutti gli archivi che ho visitato quello della direzione generale della PS è certamente il più notevole, sia per mole (circa 4.000 casse fra i tre depositi di Venezia e quello di Valdagno) che per l'ovvia importanza politica. E aggiungo subito che, salvo per una parte di quello che si conserva a Valdagno, il resto è di trasporto relativamente facile, essendo quasi tutto ancora chiuso nelle stesse casse nelle quali giunse da Roma, e pronto quindi ad essere rispedito anche subito con poco o nessun lavoro di preparazione. Va notato poi che, a lato agli atti, nel grande deposito dell'abbazia di S . Gregorio alla Salute (Venezia) esiste anche tutto i l materiale della scuola superiore di polizia scientifica (schede, fotografie, casellari etc.) nonché quello di una intiera tipografia (macchinari, caratteri, accessori, etc.) insieme con una imponente dotazione di carta. Tutti valori che sarebbe evidente­mente peccato, in questo momento, lasciare inutilizzati per troppo tempo.

Del resto posso assicurare che, dovunque mi sono recato, ho trovato uffici e archivi in condizioni relativamente buone.

Com'è noto, prima ancora della caduta del regime fascista, si erano i.nfatti stabilite intese fra il CNLAI e il personale dei vari ministri per tutelare il materiale dei rispettivi uffici ed archivi. Questo spiega come il passaggio si sia potuto verificare senza inconvenienti, e senza scosse, e come gli archivi, salvo eccezioni, siano praticamente intatti. Più tardi, il commis­sario regionale per la Lombardia, col. Paletti, ha creato speciali consegna­tari degli archivi e in genere dei beni dei vari ministeri; e del ministero dell'interno risulta nominato consegnatario l'avv. Emilio Sereni 2•

Quest'ultimo avrebbe già anzi studiato, per ragioni di sicurezza, un piano di provvisorio concentramento a Milano di tutti gli archivi del ministero

1 Mancano. 2 L'elenco completo dei commissari conservatori dei ministeri, e dei delegati governativi è conservato

in UCAS, fase. cit . . Essi erano: per la presidenza del consiglio, Emilio Sereni, commissario conserva­tore, P. M. Annoni di Gussola vice-commiss., O. Bertolini delegato governativo; per il ministero interni gli stessi e Pignataro delegato governativo; per l'avvocatura di stato, delegato governativo De Martino; per il ministero affari esteri, Pavesi Dionigi comm. cons. e Fecia di Cossato deleg. govern.; per il ministero lavori pubblici, Saccetta deleg. govern.; per il min. produzione industriale, Roberto Tremelloni comm. cons. e Bernasconi deleg. govern.; per il min. delle corporazioni Luigi Lazzarini deleg. govern.; per il min. scambi e valute, Vittorio Lo Monaco deleg. govern.; per l'istituto cambi estero, Salvatore Gattuccio deleg. govern.; per il min. della produzione bellica, Casimiro Sirombo deleg. govern.; per il min. dell'agricoltura, Vittorio Ronchi comm. conserv., Albertario deleg. govern. ; per il ministero delle comu­nicazioni Mario Pliez comm. cons. Fiacchetti deleg. govern.; per il ministero di grazia e giustizia, Aurelio Becca comm. conserv.; per il min. pubblica istruzione, Mario Bendiscioli comm. cons., Antonio Tocco deleg. govern.; per il min. (ex) Africa italiana, cap. Lanzo comm. conserv. , Pittalunga vice comm., Giorgio Grainz de!eg. govern.; per il min. cui. pop. , comm. cons. Barbera e Pascoli vice-cornm.; per il min. del lavoro, Antonio d'Ambrosia comm. conserv. , Gustavo Quadrini deleg. govern.; per il min. delle finanze, Mario Osti commis. conserv. , Pesenti deleg. govern.; per il min. della guerra, Aldo Bruno deleg. govern.; per le poste e te!. , il consiglio di stato e l'alto commissariato per l'epurazione i deleg. govern. erano rispettivamente Scacco, Giovanni Pirisi e Francesco Alfano.

Cfr. anche alleg. a lettera di E. Re alla pres. cons. , del 14 luglio 1945, in Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, n . 10100, s. fase. 5 .

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dell'interno che ora si trovano nel nord d'Italia, in un edificio apposita­mente requisito, dove gli atti sarebbero destinati a rimanere, sotto buona guardia, fino al giorno che potessero essere riportati a Roma.

Per mio conto, dato che quegli atti devono in ultima analisi trovare, com'è ovvio, in Roma la loro sede definitiva, non vedo veramente nessun motivo di costituire a Milano una stazione intermedia. Sembra che ciò non farebbe che aggiungere un lavoro inutile quanto dispendioso: senza parlare del rischio che gli atti, con due successivi trasporti, avessero a confon­dersi ulteriormente. Tuttavia è necessario non chiudere gli occhi a quel tanto di giusto che il progetto rivela, e cioè alla evidente preoccupazione per la sicurezza dei troppi depositi che esistono sparsi senza adeguata cu­stodia, tra Venezia e Milano, d'un materiale così importante e così delicato.

Ma tale comprensibile preoccupazione non sembra dovrebbe portare, se non a una logica conseguenza: quella di accelerare quanto più è possibile il ritorno a Roma di tutto l'ingente materiale. Tutto al più si potrebbe, se assolutamente necessario, parlare di qualche parziale concentramento, ma nella stessa città, per esempio a Brescia: trasportando in un unico stabile quello che è oggi sparpagliato in molti edifici.

Il problema che si presenta dunque con carattere di assoluta urgenza è quello del ritorno integrale - e sia pure per gradi a seconda della dispo­nibilità dei mezzi - della enorme massa costituita dai documenti degli archivi non solo del ministero dell'interno, ma di tutti gli altri ministeri esistenti nel nord.

E per questo sarà necessario proporsi il quesito se non sia il caso di attuare, qui in Roma, quel che a Milano si pensava di fare, come abbiamo accennato, per un solo ministero: e cioè requisire un apposito edificio, dove concentrare tutto il materiale in arrivo, di qualunque provenienza, per ivi eseguire tutte quele operazioni preliminari che richiedono una certa dispo­nibilità di spazio, come revisione, riscontro, riordinamento, scarto eventuale e ripartizione.

A questo proposito si crede opportuno anche rilevare che non tutti crli atti di ritorno dall'alta Italia - e specialmente quelli di carattere politi�o - potranno ritrovare posto negli stessi locali d'archivio dei ministeri da cui originaramente provengono. A prescindere che anche materialmente cw sarebbe forse impossibile, dato che quasi ovunque altri uffici e altri atti hanno già preso lo spazio da essi prima occupati, resta poi il fatto che molti di quegli atti, in quanto caratteristici del regime fascista, rappresen­tano un periodo ormai chiuso, e non possono essere quindi considerati come i « precedenti », o gli archivi di deposito d'un regime democratico.

Essi non hanno ormai - almeno per la maggior parte - che un valore storico, e come tali andranno senz'altro immessi e custoditi, con le dovutE' cautele, nell'Archivio del Regno.

Concludendo, due problemi si presentano quindi ora effettivamente; quello della organizzazione del viaggio di ritorno degli archivi delle ammi·

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Recupero archivi

nistrazioni centrali da nord, e quello, non meno urgente, della loro siste­mazione - temporanea e definitiva - al loro arrivo qui a Roma. Problemi che evidentemente sono connessi fra loro e che, per ovvii motivi, devono essere presi in considerazione insieme, e risolti nel medesimo tempo.

In Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, no 10100, s. fase. 5 cit.: la relazione è indirizzata per cono­scenza alla presidenza del consiglio dei ministri. In UCAS, fase. 8947.5 cit. sono conservate le diverse stesure dì questa relazione: minuta autografa, minuta datt. con correzioni autografe, prima stesura datt. con correzioni aut. e fiFma.

27. n sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio, Arpesani, a tutti i ministeri.

Circolare Roma, 4 luglio 1945

Ricupero materiale archivistico trasferito al nord.

Nel trasmettere a codesto ministero copia del verbale della riunione tenutasi il 26 corrente presso questa presidenza per discutere intorno al recupero degli atti di archivio trasportati al nord, si prega di volere con cortese sollecitudine segnalare i nomi delle persone che, in rappresentanza di codesto ministero, si recheranno nelle provincie ancora sotto l'ammini­strazione alleata per la ricognizione del materiale archivistico, il concentra­mento e la conservazione di esso in idonei locali, la separazione di quello il cui ritorno a Roma ha carattere di urgenza, e che dovrebbe esservi tra­sportato con automezzi, dall'altro che potrà essere spedito �er ferro�ia quando tale servizio sarà riattivato, l'apprestamento delle casse d ImballaggiO, il loro riempimento e la relativa sigillazione.

. Appena saranno resi noti i nomi dei cennati funzionari questa presi-denza prenderà accordi con le autorità alleate per agevolar loro l'espleta­mento dei compiti affidati e assicurare la fornitura degli automezzi che do­vranno trasportare a Roma il ridetto materiale archivistico.

Verbale [Roma, 26 luglio 1945]

n 26 giugno 1945, sono stati convocati alla presidenza d.el c�nsigli� dei

ministri i rappresentanti di tutti i dicasteri e dell'alto commissario aggmnto

per l'epurazione per trattare del recupero degli atti �i arch�vio trasferiti a: nord dallo pseudo governo fascista repubblicano. Assistono

. 1 rappr�senta�t�

della commissione alleata ed il prof. Emilio Re, commissario per gh archiVI

del regno.

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Il vice capo di gabinetto, consigliere di stato Petrilli, che assume la pre­sidenza, accenna all'importanza della questione e all'urgenza di definirla, sia perché alcune amministrazioni non sono in grado di attendere al proprio lavoro in difetto di atti e documenti indispensabili, sia perché grave è il pericolo che il materiale archivistico possa subire asportazioni o distruzioni .

D 'altronde il problema è piuttosto complesso, trattandosi di reperire gli atti nei diversi luoghi in cui sono stati depositati, concentrarli in uno o pochi locali idonei, prepararli con adatte operazioni di imballaggio alla spedizione e, infine, trasportarli a Roma.

Con carattere preliminare si presenta - e viene quindi trattata con precedenza - la proposta dell'alto commissariato per l 'epurazione, che ta­luni atti, e particolarmente quelli dei gabinetti dei vari ministeri e i fascicoli del personale, vengano lasciati al nord per essere localmente esaminati, e ciò allo scopo di evitare interessate soppressioni di documenti.

Il rappresentante dell'alto commissariato per l'epurazione (avv. Donati) invitato ad illustrare tale proposta negli effetti pratici cui è preordinata, spiega che l'alto commissariato non ha difficoltà a consentire che venga subito trasferito a Roma il materiale che riguarda il lavoro amministrativo ordi­nario. Per gli atti relativi al personale dovrebbe invece operarsi una distin­zione: i fascicoli del personale rimasto a Roma potrebbero essere traspor­tati, se pure con speciali garanzie e cautele e in colli particolarmente contrad­distinti o, come egli si esprime, « fuori sacco >>, per essere esaminati con priorità dall'alto commissariato per l'epurazione; quelli del personale tra­sferitosi al seguito dello pseudo governo repubblicano e dei funzionari in servizio nelle sedi settentrionali dovrebbero restare sul posto per essere ivi esaminati, nell'ambiente stesso in cui si svolse l 'attività del funzionario e ciò anche nella previsione che - a suo dire - il giudizio di epurazione �ei riguardi dei predetti funzionari possa essere effettuato al nord. Lo stesso trattamento dovrebbero subire gli archivi dei gabinetti. Per effettuare queste operazioni, un rappresentante dell'alto commissariato per l'epurazione do­vrebbe seguire i funzionari delle singole amministrazioni che verranno inca­ricati del trasferimento degli atti.

A questo riguardo il rappresentante del ministero dell'interno osserva che la posizione dei funzionari ai fini dell'epurazione si rileva non solo dai fascicoli personali, ma anche, e sopratutto, dalle ordinarie pratiche dell'uf­ficio, onde non gioverebbe all'intento dell'alto commissariato, il lasciare al nord le sole pratiche personali. Viene inoltre prospettato il pericolo che rappresenta per la conservazione e l 'integrità degli atti il fatto della loro ulteriore permanenza al nord, dato che sono affidati alla custodia delle stesse persone che, compromesse per avere seguito il governo illegittimo ed avergli prestata collaborazione, sono le più interessate ad alterarne la consistenza. Lo stesso rappresentante affaccia qualche dubbio sulla possibilità di far svolgere il procedimento di epurazione al nord, sia perché molti dei funzio­nari hanno abbandonato la residenza, sia perché, dipartendosi dal sistema

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Recupero archivi

della commissione unica per il personale di ogni singola amministrazione, si verrebbe a rinunciare a quella unicità di criterio, che costituisce una evi­dente condizione di giustizia e di efficaca dell'opera epuratrice.

Il prof. Re aggiunge alcune considerazioni d'ordine tecnico, av.vertendo, per diretta conoscenza, che gli atti e documenti da r�cu�erare .si. trovano sparsi in moltissimi uffici, che hanno sede precaria in .ed:�cl pubbliCI (scuole, brefotrofi, ecc.) che devono al più presto essere restrtmtl alla loro normale destinazione. Tanto più che si avvertono pressioni locali, più o meno con­trollabili, per la restituzione di detti immobili, il che dà ad�to a� ti_more eh� le carte possano andar disperse o distrutte in

_seguito ad

.1rr�z1�m o mam­

festazioni violente. Accenna altresì che, poiche le operaz10m d1 trasporto dovranno auspicabilmente effettuarsi nella buona stagione, il poco tempo disponibile non consentirà di procedere all'esame sopraluogo d�lle. ca.rt�, alla scelta preventiva, ecc. ma sarà appena sufficiente alle operazwm di Imbal­laggio vere e proprie. . . . . . . Petrilli dà auindi lettura della lettera del mm1stero de1 lavon pubbhc1 del 2 corrente 1

·dalla quale risulta sia la urgenza di disporre per il lavoro

ordinario delle 'pratiche esistenti al nord, sia l'im�ossibilità. di fa� svo,lger�

al nord i giudizi di epurazione dato che (anche .m es.ecuziOne. d: un ord:­nanza del prefetto di Venezia che ingiunge loro d1 lascrare la Citta entro 1l 30 giugno) i funzionari stanno tornando a Roma, circostanz� q��sta comune al personale di tutte le amministrazioni che, no.n sen�endos1 pm .legalmente vincolato a mantenersi in sede, abbandona gh uffici per far ntorno alla precedente residenza.

Circa la situazione di fatto dei vari archivi, viene fatto presente :

dal rappresentante del ministero dell'aeronautica: che esistono al nord due archivi, di cui uno a Bassano del Grappa, relativo al �eriodo prece.dente 1'8 settembre 1 943 ed uno a Bellagio, che riguarda la gestiOne re�ubbh��na: Dell'uno e dell'altro è stato già ordinato il trasporto a Roma, aove gra Sl trovano, in gran parte, gli atti del personale.

Dal rappresentante del ministero degli esteri: che l'archivio è,. parte a

Roma, parte in viaggio di trasferimento, parte (la più importar:te) m mano alleata mentre nulla è rimasto nella sede del nord, fatta ecceziOne per una modes�a sezione che trovasi a Cadenabbia, e che ha grar:de ir:nportanz� pe� uno schedario colle generalità di oltre diecimila connaziOnali deceduti r:e1 campi di concentramento in Germania. Tale sezione sarebbe ora custodita a cura degli alleati.

Dal rappresentante del ministero dell'agricoltura: che i fascicoli del personale esistenti al nord, riguardano unicamente i funzionari trasferitisi

' La lettera porta in realtà la data del 24 giugno: è conservata nel fase. cit. nella nota al testo, e reca l'annotazione « portare in commissione ».

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al seguito dello pseudo governo fascista, mentre tutti gli altri atti trovansi a Roma.

Dal rappresentante del ministero dei trasporti: che tutto l 'archivio del pers�nale delle FFSS è stato trattenuto a Roma, mentre al nord è stata spedrta una sem�lice copia del fascicolo degli impiegati che hanno seguito il governo repubblicano. Comunque, tale materiale è stato già raccolto e pre­parato per la spedizione.

. Anche l 'is�ett?rat� de�la motorizzazione civile e dei trasporti in conces­Sione, ha spedrto 1 soh attr del personale trasferitosi a Verona.

�al rappresentante del ministero della pubblica istruzione: che è molto sentrta la necessità �i disporre al più presto degli atti allontanati dalla propria sede

. e. �he �rov�n�r attualmente sparsi in otto diverse località, in ambienti

reqUISiti e dr CUI VIene reclamata la restituzione. La custodia è in atto affidata al c�mmissario destinatovi dal CLNAI. Un modesto quantitativo di atti di partrcolare urgenza e delicatezza, è stato già riportato a Roma.

Dal rappresentante del ministero delle finanze: che sono stati spediti al u�rd t�t:i i .fasci�oli . del personale dell'amministrazione centrale (tranne quelli degli Impregatr a nposo) e delle sedi provinciali a settentrione di Roma Tale �::tuazion� è �omune all'amministrazione rlel tesoro, she, �ll'epoca nei trasporto degli att1 formava tutt'uno con quella delle finanze. II rappresen­tante del t�sor� racc�n:-anda vi�amente che siano restituiti con assoluta pre­cedenza gh attr relatrvr al debito pubblico, alla cassa depositi e prestiti e alle pensioni di guerra.

Dal rappresentante del ministero della giustizia: che l'amministrazione c��tra.le si � �rivata dei fascicoli originali di tutto il proprio personale in atti­v�ta dr servr.zw e di quello degli uffici periferici in sedi poste a settentrione dr Roma. Vrene posto in rilievo che la restituzione di tale materiale che è urge?teme�te necessario al ministero non può comunque pregiudicare l 'effet­tuazwn� dr qualsia:i indagine che l'alto commissario per l'epurazione rite­ness.e dr effettuare m Zoco, dato che presso ogni ufficio esiste una copia del fascrcolo del personale addettovi.

Dal :�ppresentante del ministero della guerra: che pochi fascicoli ri­guardanti rl personale trovansi al nord e di essi è qui conservato il duplicato.

Viene anche avvertito che, mentre una parte del materiale è stato arta­tamente data alle fiamme, il rimanente è stato già raccolto a Monza ed im­ballato per la spedizione.

Dal rappresentante del ministero delle poste e telecomunicazioni: che �o�o sta:i .trattenuti a �orna tutti i fascicoli del personale, tranne i rapporti mformatrvr che, per esrgenze di servizio, dovrebbero essere al più presto recuperati e restituiti.

. Dal rappresentante del ministero dei lavori pubblici: che tutti i fasci­coli del personale trovansi tuttora a Venezia in locali ora occupati da militari,

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Recupero archivi

il cui comportamento risulterà gravemente pregiudizievole alla conservazione degli atti, se non si provvede al più presto a metterli in salvo.

Dal rappresentante del ministero dell'industria, commercio e lavoro: che i fascicoli del personale sono tutti a Bergamo e si desidera di averne al più presto la disponibilità.

Avuto così un quadro della situazione del personale e del materiale presso le sedi del nord, il consigliere Petrilli -invita l'avvocato Donati ad esporre il proprio punto di vista conclusivo.

L'interpellato afferma di rendersi conto del valore delle osservazioni enun­ciate in merito alle richieste dell'alto commissariato per l'epurazione, rile­vando però che l'intendimento di espletare al nord il giudizio di epurazione dei funzionari ivi trasferiti o residenti trova in primo luogo giustificazione nella convenienza di non sovraccaricare ulteriormente gli organi funzionanti in Roma. Accenna al lavoro che stanno seguendo le commissioni costituite dagli alleati per l'adozione dei provvedimenti cautelari e contingenti, per dedurne che il procedimento per il giudizio definitivo potrebbe svolgersi nella stessa sede quasi prosecuzione e coronamento di quello. Permane quindi nel­l 'opinione che i documenti riflettenti il personale debbano rimanere al nord a disposizione degli istruttori. Circa la difficoltà in loco all'esame ed alla scelta delle carte, dichiara che l'operazione, limitata alla separazione delle carte dei gabinetti e dell'archivio del personale, non dovrebbe riuscire ecces­sivamente laboriosa: che basterebbe, in pratica, che nel lavoro di spedizione, il materiale anzidetto venisse lasciato per ultimo, in modo che l'incaricato del­l'alto commissariato possa effettuarne l'esame e la scelta mentre si effettua l'imballaggio della rimanente parte.

Il rappresentante del ministero dell'interno osserva peraltro che le richie­ste dell'alto commissariato meritano piuttosto di essere esaminate in generale, nel loro fondamento di necessità e rispondenza al fine desiderato, rilevando che le richieste stesse sono ispirate dalla preoccupazione che atti rilevanti per il procedimento di epurazione possono venire sottratti all'indagine degli istruttori e i rimedi preordinati tendono a privare addirittura le singole amministrazioni del possesso dei loro atti a favore dell'alto commissariato.

In ciò è indubbiamente una innovazione ed una contraddizione colle di­sposizioni vigenti, le quali prevedono che siano le stesse amministrazioni a for­nire agli organi di epurazione le notizie ed elementi in loro possesso ed a comunicare, se richieste, ogni altra informazione e documento.

D'altronde l'azione cautelare dell'alto commissariato appare per lo meno superflua, perché tardiva, in quanto che, dato il tempo trascorso dallo sfa­celo del regime mussoliniano, gli interessati hanno ben avuto agio di portare a compimento eventuali propositi di alterazione e soppressione di atti; ciò sarà invece impossibile - e nessun dubbio può esistere in proposito - d� quando i documenti ritornino nel possesso delle rispettive amministrazioni.

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II prof. Re propone di accettare le richieste dell'alto commissariato a titolo di raccomandazione.

L'avv. Donati chiarisce che l 'invio del rappresentante dell'alto commis­sariato dell'epurazione avrebbe precipuamente lo scopo di rendersi conto sopraluogo della consistenza delle carte e dello stato di conservazione e custodia.

Il consigliere Petrilli, riassumendo i risultati della discussione, prende allora atto che l 'alto commissariato per l'epurazione non ha alcun interesse a che si differisca il trasporto degli ordinari atti amministrativi e solo richie­de che venga posposto quello degli archivi di gabinetto e degli uffici del personale.

Intanto lo stesso alto commissariato presenterà in iscritto le sue richie­ste definitive, alla luce dei chiarimenti emersi dalla odierna conferenza, perché siano sottoposte al presidente del consiglio.

Il rappresentante dell'interno osserva ancora che dei fascicoli del per­sonale le amministrazioni hanno bisogno di disporre con urgenza non mi­nore che degli altri atti, per precisare la posizione di servizio dei funzionari e quella economica, la loro sede attuale a seguito di trasferimenti effettuati al nord, ecc.

Anche il prof. Re fa presente che è assolutamente preferibile un tra­sporto globale di atti, che non uno frammentario o parziale, per le evidenti difficoltà di custodia, trasporto ecc.

Per quanto più particolarmente attiene al trasporto, si conviene che per il momento non può essere effettuata la spedizione di tutta la massa del materiale, che richiede necessariamente l'uso della ferrovia, attualmente non disponibile. Le amministrazioni dovranno quindi indicare quei nuclei di atti che occorra avere con assoluta precedenza e che si cercherà di tra­sportare con automezzi che verranno richiesti agli alleati. Il rappresentante della commissione alleata promette il proprio interessamento.

Viene anche richiamata l'attenzione dei convenuti sul problema inerente al collocamento degli archivi che saranno restituiti, dato che molti mini­steri hanno perduto in tutto od in parte la propria sede od accusano una diminuita disponibilità di locali per la creazione di uffici nuovi, ecc.

Ogni amministrazione viene quindi impegnata a com�unicare al più presto

la nomina di una ristretta commissione di funzionari incaricata della rac­colta degli atti, dell'imballaggio e della spedizione, facendo conoscere altresì quanto materiale debba essere subito spedito a Roma (indicando il numero e peso dei colli) e se disponga delle occorrenti casse d'imballaggio e di propri mezzi di trasporto.

Il prof. Re raccomanda ancora la massima premura negli adempimenti, ricordando che il lavoro dovrebbe esser completato nel corso della buona stagione.

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Recupero archivi

f 1 1 2 o 10100 s. fase. 5 cit. Copia del verbale allegato insieme con In Pres. Cons., asc. . . , n ,

8947 5 "t altro esemplare della circolare, in UCAS, f

fascd . A

·V��i�o segretario. Alla circolare rispo-

In calce al verbale, la firma autogra a I · ,

sero tutti i ministeri.

. della commissione alleata, Upjohn, al presi-28. II capo sezione affari civih

dente del consiglio, Parri. [Roma], 4 luglio 1945

Mio caro presidente, · · · tono nel nord d'I ta-

come, naturalmente voi stesso sapete bemss1mo, es1s . . , lia i resti di molti uffici del governo fascista repubblicano. In alcum _casi . e

Stato nominato un commiss;rio dal governo militare alle�to : commissano . d" r . d l'ufficiO l

che è stato anche incaricato del compito I Iqm �re . .

, d "de-Tale nomina è un espediente temporaneo a cm evidenteme�t� e �sJ., .

rabile or fine al più presto possibile in modo che il lavm:o ammimstratiVO di

uesti �ffici sia tutto incanalato di nuovo nelle vie normal_I de� v�str� g�verno:

�embrerebbe pertanto che due dovrebbero essere i punti prmcipah nei quah

dividere il lavoro di liquidazione: ' "t tt disposizioni per la rac-

a) Archivi. È necessario prenaere anzi u o d" "b . t . . . h . sto momento sono Istn UI l

colta e il trasferimento degli archivi c e, m que ' in varie località del nord d'Italia.

. _ dal vostro Ho appreso a questo proposito che Il 26 dello scor so mese . .

· r , t t tenuta una numone capo di gabinetto della presidenza del consig IO e s a a . d . vari mini-alla quale è intervenuto un certo numero di rappresent�n�� el

steri, nonché il comm. Emi�io Rle, c�m:nissa:�o

c���e����l�i . inviare a nord

Ho appreso anche che m ta e numone . . un ristretto numero di commissari con l'incarico di esaminare l� situaziOne

. d" . . · er una completa evacuazione. e preparare le necessane IsposlziOm . p . . . . - bbe affidata

La coordinazione delle disposiziom di cmscun mmistero verre

al comm. Re.

b ) Personale. Vi raccor:'anderei fur�ei

c�:riu�:t��P�:

p����i

i�l!��t;

a:�:��

presa per quant� rig�arda Il ?er�onat�

di !lrado inferiore la cui esperienza È probabile vi siano m esso Impiega l.

": , modesta che voi possa riuscire utile, e la cui posizione sm d':mporta�za cosi ' possiate desiderare di tornare a impiegarli do�o _Il do:u:::

ol��a;:�occupata

D h . q"esto momento questa commissiOne . , della ��es�i:n�� sa;ei molto lieto di sapere che un'azione efficace è stata gm

1 Cfr. nota n. 2 a pag. 73. 2 Cfr. verbale, allegato a doc. 27, PP · ?S-SO.

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intrapresa, come suggerito, per quanto riguarda gli archivi: e che oltre a ciò, voi prenderete anche in considerazione un'azione su linee somiglianti per quanto si riferisce al personale. La sottocommissione per monumenti, belle arti e archivi e la sottocommissione del governo locale sono particolar­mente interessate nella questione e pronte a dare ogni possibile aiuto. Sono sicuro che è superfluo insistere sulla urgenza di tutto questo e chiedervi di farmi conoscere le vostre intenzioni in proposito in modo ch'io potessi a mia volta informarne tutte le sottocommissioni in questo quartiere generale; non che i commissari regionali sul campo. In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 5.1. Copia dattiloscritta di traduzione

dall'inglese. In UCAS, fase. 8947.5 cit. è conservata la minuta, autografa di Re, della traduzione dall'inglese. Manca l 'originale in inglese.

29. Il commissario agli Archivi, Re, alla presidenza del consiglio.

Roma, 14 luglio 1945 Archivio della segreteria particolare del capo del governo. A completamento della lettera 22 dello scorso mese di giugno l, si co­munica che l'archivio della segreteria particolare del capo del governo di cui a quella data poteva solo asserirsi che era passato nelle mani degli alleati, è tutt'ora in territorio italiano ed è stato trasferito e si conserva attualmente presso il quartiere generale delle forze alleate, in Caserta. Tanto risulta da una informazione comparsa nel giornale Stars and Stripes del 3 corr., ed è stato poi confermato a chi scrive nel corso di con­versazioni private. L'archivio sarebbe in perfetto ordine, come ha dichiarato il cap. Bart. L. Ciforelli, della 5" armata di passaggio per Roma nei giorni scorsi : lo stesso che, alla fine dello scorso aprile, scoprì il materiale in questione a Gargnano (viale della Vittoria 16 ) e lo asportò immediatamente in due o più automezzi; e sarebbe stato anche completato con quella parte dei documenti caduta nelle mani dei partigiani al momento della cattura di Mussolini.

Si ha poi motivo di credere - pur senza poterlo asserire in modo asso­luto - che a Caserta sia stato eseguito il maggiore concentramento degli archivi di carattere politico riservato rinvenuti dalle AF in alta Italia: a cominciare da quelli del ministero degli affari esteri e della cultura popo­lare che, come è noto, si trovavano sul lago di Garda, a Salò. In UCAS, fase. 8947.5 cit. minuta datt. Sul documento, le annotazioni « copiato il 14 lu­

glio 1945 », « Spedito ». �--

' Cfr. doc. 25, pp. 68-72.

82

Recupero archiv.�i _____________ _ -------------------

30. . ff . . T della commissione alleata, Carter, Il sostituto del capo seziOne a ar� ClVl l

al presidente del consiglio, Parn.

[Roma], 26 luglio 1945

My dear Mr. prime minister,

0905JCJ4jc/MFAA l dated 4th July 1945, Further to my letter ACJ2 . th 'l1isterial archives referred I wish to make it clear that allied access to e ml to will be necessary for research purposes.

k 't clear to the ministries con­I shall therefore be grateful if you mda e � me they will be expected to h th rchives are returne to 0 '

d cerned that, w en e a

. . . d allied agencies, as the nee may give reasonable search fanhtles to approve arise.

f 5 l cit . la lettera - su cui figura l'annota-In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 1010� s .h

asc. C�rter

.. in sostituzione di Upjohn, �ssente. zione « Tradurre , - è firmata d�

l do�t ·��critto d�lla traduzione italiana, che nprodu­Nel fascicolo è conservato anche l a l

ciamo qui di seguito. . b 1945 (ibidem) venne autorizzato il libero accesso: Con nota del 12 settem re

<< Caro signor presidente, . AC 20905/C/4/c/MFAA, desidero chiari:e di seguito alla mia lett:ra d:l

. 4 �u�llO }\- d_

/ cui alla precedente nota, è necessano che l'accesso degli alleati agh archlVl mmlstena l, l

a scopo di ricerca. nte ai ministeri interessati che, quand� Le sarei molto grato se Ella volesse far prese

sser-e concesse ragionevoli facilitaziom f ·t · Roma dovranno e •t'

detti archivi saranno tras en l a . . ' . l lta se ne presenterà la necessl a "· di ricerca agli uffici alleati autonzzatl, ogm qua vo

3 1. sezione affari civili della com­Il presidente del consiglio, Parri, al capo missione alleata, Upjohn.

Roma, 31 luglio 1945

Caro generale, . ecessità rospettata con la sua lettera

_del convengo pienamente sulla n . l

p d dallo pseudo governo fascista h r archivi trasportati a nor

d . 4 corrente 2, c � g 1 . , ri orta ti a Roma, sia per le esigenze �l repubblicano smno al p�u. pres�o . p. er oter restituire alla loro desti­servizi delle varie am�m�lstrazl�n�,

(sm

� l 1�nte scuole) in cui gli atti tro-. . numerosi edlfiCl pubblici spena n naz10ne 1 vansi attualmente depositati.

' Cfr. doc. n. 28, pp. 81-82. 2 Pubblicata al n. 28, PP· 81-82

·

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In conseguenza è stato già disposto perché, in collaborazione col CLNAI, si dia subito inizio ai lavori di riscontro e preparazione del materiale, che verrà quindi concentrato in alcune località opportunamente ubicate per la spedizione. Le cure del governo sono ora rivolte ad assicurare che il tra­sporto si effettui colle dovute garanzie, sia contro la dispersione, che contro l'eventuale manomissione di atti specialmente rilevanti ai fini del giudizio di epurazione.

A questo scopo, un funzionario per ciascun ministero, affiancato da un rappresentante dell'alto commissariato per l'epurazione, si recherà al più presto sul posto, per ricevere la consegna del rispettivo archivio dal com­missario conservatore nominato a suo tempo dal CLNAI. Essi procede­ranno quindi con reciproca intesa, all'elencazione e suggellazione degli atti che riterranno di speciale interesse e cureranno l'ordinata spedizione di tutto il materiale. Il prof. Emilio Re resta incaricato da questa presidenza della direzione e del coordinamento di tutte le operazioni d'intesa con la sottocommissione belle arti, monumenti e archivi.

Per mettere in condizione i predetti funzionari di ricevere le consegne e di svolgere nelle migliori condizioni le relative incombenze, sono state pre­disposte le accluse lettere di accreditamento 1, che si prega di voler munire del visto di convalida di codesta AC, affinché i rispettivi titolari possano valersene per ottenere dalle autorità alleate libertà di movimento e le pos­sibili facilitazioni nel procurarsi i mezzi di trasporto, carburante, ecc.

Per quanto riguarda gli impianti trasferitisi in alta Italia a seguito dell'amministrazione fascista repubblicana, debbo avvertire che la preca­rietà della situazione che si è venuta determinando per detto personale e le rispettive famiglie ha già formato oggetto di considerazione da parte del governo.

In massima non ho difficoltà a consentire che, restando impregiudicato il giudizio di epurazione, i predetti impiegati facciano ritorno alle sedi ori­ginarie, purché non siano stati costituiti consegnatari di archivi o beni di pertinenza dell'amministrazione e siano in grado di provvedersi individual­mente dei mezzi di viaggio. Ma per la grande maggioranza, cui manca tale possibilità, si ritiene urgente organizzare il trasferimento collettivo, che, per il numero degli impiegati e relative famiglie e la massa dei bagagli, non può essere effettuato che per ferrovia. Sarebbe quindi mio vivo desiderio poter conoscere, per Suo cortese interessamento, se le autorità� alleate consentireb­bero a prestare fin d'ora l'uso della linea Verona-Ostiglia-Roma, mettendo a disposizione le carrozze occorrenti per le persone e le merci.

In Pres Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 1. Minuta. Nello stesso fascicolo altra minuta di lettera, di contenuto simile, sempre in data 31 luglio 1945, di Parri a UpjolL'l. Ambedue risultano, dalle annotazioni di protocollo, essere state spedite. La risposta, del 5 agosto, è in UCAS, fase. 8947.5 cit.

· Mancano: d'altra parte il testo che qui si pubblica è una minuta.

84

------�R�e�c:up�e:t�·o�a�rc�h=iv�t�·

--------------------- -----------------------

del consiglio, Feraudo, a tutti i mini­Il capo gabinetto della ?residenza

32. steri e dicasteri centrah.

Roma, 1o agosto 1945

Circolare

Recupero archivi.

t· onoscenza e norma, copia del verbale deHa Si trasmette, per oppor una c

. . 1 . 0 -28 luglio u.s. per trattare . t sso questa presidenza I giOrn .

riumone tenu a pre . . . . 1 d dal sedicente governo fascista del recupero degli archivi trasfenti a nor

repubblicano.

Roma, 28 luglio 1945

Verbale . . d · · · t · si sono riuniti

Il 28 luglio 1 945 alla presidenza del consiglio el mmls n, f . G"or io Amendola i rappresentan l

sotto la presidenza del sottose�retar_w . :

g d"ne al ricupero degli archivi

dei vari ministeri, per ricevere IStruzwm m or l .

d d l d"cente governo repubblicano. trasportati al nor a se 1 '

. . l'epurazione dottor Riccardo Sono presenti: l'alto comr�nssano �er

d l CLNAI i capi di gabinetto . . - 1 • Pier Mana Annom, e ' Pcretti-Gnva; l come . . d n·· t rno dott. Camillo Feraudo e pre-

della presidenza e del _mmlster�

ile c��: Antonio Tocco, per il ministero

fetto Corrado Catena�Cl, n�nche. d

. Belli-Contarini per il ministero

della pubblica istruziOne; _Il dott. Ed�ar o .l ministero dei trasporti; l 'ing.

dell'interno; il comm. Fa�IO . Salv�tucc� per .; dott Giuseppe Ferlesch per il Mario Vaccari, il sig. Casimiro �Iro�

l � e

Dl

·no Saccetta del ministero dei d t · comm=rcw· 1 sig. 1 ·

ministero in us na e " '. d" C ato per il ministero degli esten; lavori pubblici; il conte Carlo F�cm . l.

oss d lle finanze· il magg. Giovanni

11 .• chetti per Il m1n1stero e ' . il dott. Germano mar . . . 1 dott Francesco Grassi e

. "l ninistero dell'aeronautica, l . l Montefredme per l I

" l . . t o dell'alimentazione; i l sig. Pao o il cav. Angelo

_di �t�fano per l mm;s

ee:elecomunicazioni; il dott. Gustavo

Diaconale per Il mmistero delle pos\ d" fregata Poggio per il ministero

Quadrini per il ministero .d�l l�voro; l ��p�i .l Vittorio Zara per il ministero

della marina; il dott. Lm_gi

'Gigante

d e

a ca!era per il ministero dell'interno; dell'agricoltura e foreste; Il aott. An re

. · 1 ministero del tesoro. il dott. Giuseppe RI�ano per l

ll'atto dello sfacelo della repubblica Il sottosegretano es�on� come, a

t d' salvaouardare gli archivi del-. . 'l CLNAI SI sm preoccupa o l o . .

1nussohnmna, l . . 1. d" inconsulte devastazwm, come . . t . oni così dm penco l l

le varie ammims razi ' . . . Questo intento è stato fortunatamente da quelli di interessate manomi�SIOl11.

. . conservatori nominati per eia­raggiunto attraverso l'opera dei c�n:miss�n

� d 11 ubblica ammmistraziOne. , scuna branca e a p . h" . Roma ocrni ministero nominera un

d riportare gh are lVI a ' b • • Doven o ora tante dell'alto comm1ssanato per

funzionario che, affiancato da un rappresen

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l 'epurazione, si recherà al più presto sul posto, per ricevere la consegna del rispettivo archivio dal commissario conservatore.

Sarà quindi cura del commissario e dei predetti funzionari di provve­dere concordemente al rilevamento ed alla catalogazione degli atti, alla suggeJ­lazione di quelli che riterranno di speciale interesse ai fini dell'epurazionè (dopo averne tratti gli elementi necessari ai fini delle istruttorie che si svol­gono localmente) ed alla ordinata spedizione di tutto il materiale.

Al loro arrivo a Roma gli atti verranno assunti in speciale consegna, secondo modalità che saranno tempestivamente precisate e svincolati colle opportune cautele e sotto la vigilanza dell'alto commissariato per l 'epu­razione.

I funzionari incaricati di ricevere il materiale dovranno al più presto recarsi sul posto, con mezzi di propria scelta, per dar subito avvio, secondo le modalità predette, al lavoro di propria competenza. Allo scopo di con­sentire loro libertà di movimento ed ogni possibile agevolazione del comando militare locale, verrà chiesta alla commissione alleata apposita lettera indi­viduale di accreditamento 1•

Si conviene unanimemente che l'unico mezzo idoneo al trasporto dell'in­gente massa di materiale è la ferrovia, mentre agli spostamenti dai depositi agli scali verrà provveduto a mezzo autoveicoli forniti, per interessamento del CLNAL, dalle cooperative di autotrasportatori costituite fra partigiani.

In conseguenza alla commissione alleata verrà richiesto di consentire l'uso della linea Ostiglia-Roma e la concessione dei carri necessari. La stessa commissione sarà anche interessata a consentire lo sblocco delle disponi­bilità liquide di tesoreria risultanti a favore delle singole amministrazioni, per fronteggiare le spese di imballaggio, facchinaggio, trasporto, ecc. 2•

Si rileva infine che è unicamente riservata alla presidenza del consi­glio la funzione di direzione e di coordinamento delle operazioni inerenti al trasporto degli archivi dei vari ministeri, nonchè la trattazione delle que­stioni relative con la commissione alleata.

In relazione a ciò, i funzionari destinati a recarsi al nord verranno nuo­vamente convocati, prima della partenza, per ulteriori istruzioni o ragguagli.

Viene anche considerata l'urgenza del trasferimento collettivo del nume· roso personale impiegatizio e delle rispettive famiglie, la cui situazione è resa precaria dall'insufficiente trattamento economico e dall'incombente minac­cia di sfratto dalle case forzosamente occupate. Il problèma è reso di ardua soluzione, sia per le difficoltà dei trasporti, sia perché le abitazioni origina­riamente usufruite in Roma dagli impiegati trasferiti al nord, sono state in gran parte destinate dal commissario alloggi a sinistrati, profughi, ecc.

' Cfr. doc. 31, pag. 84. 2 Queste erano state in realtà, le richieste formulate da Parri nell'altra lettera a Upyohn, del 31

luglio 1945, di cui al doc. 31, nota al testo, p. 84.

86

Recupero archivi

n sottosegretario promette di studiare l'argomento per una equa e sol­lecita soluzione.

In Pres. Cons., fase. 1.1.2, no 10100, s. fase. 5.2. La circolare è indirizzata anche al consi­glio di stato, all'avvocatura dello stato, alla corte dei conti, al consiglio nazionale delle ricerche. Sul testo, l'annotazione « messa copia nella raccolta ».

33. Il capo sezione affari civili della commissione alleata, Upjohn, al pre­sidente del consiglio, Parri.

[Roma], 5 agosto 1945

My dear Mr. prime minister,

With reference to your two letters dated 31st July 1945 1 regarding the transference of ministerial archi ves from northern I taly to Rome, there would now appear to be three points on which you desire the allied com­mission's assistance and advice.

1 - Authorisations far officials proceeding to Milan to arrange prelimi­naries of transfer. These are enclosed herwith 2, and the importance is stressed of getting the officials concerned up to Milan at the earliest possible moment. This is essential, not only in connection with the eventual transfer of archives, but also to effect a check on the security of the various repositories in which they are at present located.

2 - Use of Verona-Ostiglia-Rome railway. Before acceding to your request to use this line for transport of archives, it will be necessary to know:

a) approximate total tonnage involved; b ) estimated weekly tonnage that i t is desired to transport; c) points a t which you would desire to effect loading. It is pointed

out that, as economy in the use of road transport will be necessary, you may think it well to propose loading at separate points in accordance with the present position of the various deposits of archives ; nor need such loading­points necessarily be on the main line, Verona-Ostiglia-Rome.

It is appreciated that the details required under the present head cannot perhaps be given until the officials referred to in para. I have had an o:J?por­tunity of examining the situation in the north and have met to co-ordmate their requirements.

· Cfr. doc. 31 c i t. 2 Mancano.

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3 - Financing of the transfer. The finance sub-commission suggest that, to cover estimated expenses, the italian government shouid issue a new credit with the tesoro, Milan.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 5.1 cit.: nel fascicolo è conservato anche un testo dattiloscritto di traduzione in italiano, insieme con la risposta di Amendola, sotto­segretario alla presidenza del consiglio, del 25 agosto 1945.

In UCAS, fase. 8947.5 cit., insieme con una copia dell'originale inglese, è conservato anche il testo della traduzione italiana, ms. autografa di Re - con qualche variante formale rispetto a quello conservato in Pres. Cons., fase. cit. - che riproduciamo qui di seguito. « Mio caro sig. primo ministro,

in rapporto alìe vostre due lettere in data 31 luglio 1945, relative al trasferimento degli archivi dei ministeri dal nord d'Italia a Roma, sembrerebbe che tre fossero ora i punti pei quali desiderate l'assistenza e l'avviso della commissione alleata.

1 - Autorizzazioni per i funzionari che devono recarsi a Milano per stabilire i. preli­minari del trasferimento. Queste sono qui unite, e si fa rilevare l'importanza che i fun­zionari in questione raggiungano Iviilano al più presto possibile. Ciò è essenziale non solo in connessione con l'eventuale trasferimento degli archivi, ma anche per verificare la sicurezza dei vari depositi dove sono ora distribuiti.

2 - Uso della ferrovia Verona-Ostiglia-Roma. Prima di accedere alla vostra richiesta di usare questa linea per trasporto d'archivio, sarà necessario conoscere:

a) il tonnellaggio totale approssimativo b ) il tonnellaggio settimanale che si pensa di trasportare c) i punti ai quali preferireste eseguire il carico. Si fa notare a questo proposito che,

dato che sarà necessaria la maggiore economia nell'uso del trasporto su strada, voi potre­ste proporre di caricare in punti separati, in connessione coi vari depositi d'archivi; né tali punti di caricamento dovrebbero necessariamente trovarsi tutti sulla linea principale Verona-Ostiglia-Roma.

S'intende che i particolari, richiesti sotto il presente capo, non possono essere forse forniti se non dopo che i funzionari, di cui al paragrafo 1°, abbiano avuto l'opportunità di esaminare la situazione nel nord d'Italia e si siano riuniti per coordinare i loro bisogni.

3 - Finanziamento del trasporto. La sottocommissione finanziaria suggerisce che, per coprire la spesa prevista, il governo italiano stanzii un nuovo credito col tesoro, Milano "·

34. Il capo sezione affari civili della commissione alleata, Upjohn, al pre­sidente del consiglio, Parri.

[Roma] , 11 agosto 1945

My dear mr. prime minister,

further to my letters numbered as above dated 4th july, 26th july, and 5th august 1945, regarding the transfer of ministerial archives from the north of Italy 1•

1 Cfr. docc. 28, 30 e 33, rispettivamente a pp. 81-82, 83 e 87-88.

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Recupero archivi

In spite of the arrangements made for a co-ordinated transfer of the archives referred to, this commission continues to be inundated with request from individuai ministries for assistance in arranging the return of records urgently required for current administrative purposes.

Under these circumstances, I write to suggest: 1 - It shouid be again impressed on all ministries, departments and

commissaries that transfer of archives <:an oniy be arranged through the undersecretary of the presidency (sig. Amendoia) and that no independent move can be permitted.

2 - It is of vitai importance that the representatives of ministries etc., appointed to arrange transfer, should proceed to Milan wirthout further delay.

3 - These representatives shouid make it one of their first tasks after arrivai to list and have packed those archives requiring immediate transfer.

4 - Additionally, you may feei that there are odd cases where an exception should be made to the aggreed policy of allowing no transfers prior to the co-ordinated movement to be arranged by the ministerial representatives at Milan. If so, I should be giad if you wouid make it clear to ministries that requests for special treatment of this kind should be addressed to your office. Any that are forwarded with your approvai we shouid of course consider sympathetically; but in view of our agreed policy I cannot consider any requests that have not received your approvai.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 5.1 cit.: sul testo l'annotazione: « Far tr�­durre e comunicarmi la traduzione. Dott. Varino ». Nel fascicolo è conservato anche Il dattiloscritto della traduzione italiana, che diamo qui di seguito:

<< Mio caro primo ministro,

faccio seguito alle mie lettere recenti il numero a cui si fa riferimento, datate 4 lugl�o , 26 luglio, 5 agosto 1945, relative a l trasferimento d i archivi ministeri�li dal. �or� It�ha:

Malgrado gli accordi presi per un trasferimento coordinato degli _ar�h1v1 . d1 . c:u s� tratta, questa commissione continua ad essere sommersa di richieste

_da: s1_ngoh mm1ster:

intese ad ottenere aiuti per organizzare il ritorno di pratiche urgenti nch1este per scop1 amministrativi normali.

In tali circostanze le scrivo per suggerire:

1 - dovrebbe essere nuovamente chiarito a tutti i ministeri, direzioni generali e com­missariati che il trasferimento degli archivi può venire organizzato solo tramite il sotto­segretario alla presidenza ( Sig. Amendola) e che nessun movimento indipendente può venire consentito.

2 - è di vitale importanza che i rappresentanti dei ministeri ecc. destinati per orga­nizzare il trasferimento si rechino a Milano senza ulteriore ritardo.

3 - che tali rappresentanti dovrebbero avere per uno dei loro primi compiti all'arrivo eli elencare e imballare quegli archivi che richiedono immediato trasferimento.

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4 - inoltre potrebbero presentarsi singoli casi ai quali si dovrebbe fare eccezione alla norma di non consentire trasferimenti prima che sia stato predisposto il movimento cumu­lativo dai rappresentanti ministeriali che si trovano a Milano. In tal caso sarei lieto se vorreste chiarire ai ministeri che le richieste di un trattamento speciale devono essere indirizzate al vostro ufficio.

Non mancherò naturalmente di considerare con favore ogni richiesta inoltrata con la vostra approvazione, ma in considerazione della regola sulla quale siamo d'accordo non potrò prendere in esame richieste qualsiasi che non abbiano ricevuto la vostra appro­vazione ».

35 . Commissione interministeriale per il trasporto degli atti dei ministeri a Roma.

Verbale [Milano, 21 agosto 1945]

Allo scopo di predisporre quanto opportuno per la organizzazione del ritorno negli uffici di Roma degli archivi dei ministeri a suo tempo trasferiti al nord dal governo repubblicano, il giorno 21 agosto 1945 si sono riuniti in Milano presso la sede del CLNAI: piazza Giardino, 2 - Milano.

Il prof. Emilio Re commissario per gli archivi del Regno; il conte Pier Maria Annoni di Gussola per il CLNAI; il magg. Bell e il cap. Mc Cain per la commissione alleata; i rappresentanti della presidenza del consiglio, av­vocatura dello stato, alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo; i delegati dei vari ministeri; i commissari ai ministeri stessi nominati dal CLN per l'Italia del nord 1•

Dopo brevi parole di saluto rivolte ai convenuti dal conte Annoni che pre­cisa come d'intesa con la presidenza del consiglio dei ministri, il CLNAI, abbia preso in consegna gli archivi dei ministeri al momento della insurre­zione, e coadiuvi ora con la migliore buona volontà, e con la larghezza dei mezzi a sua disposizione alla organizzazione e successivo invio a Roma degli archivi stessi.

Il prof. Re ringrazia delle parole rivolte e mette in luce il contributo che viene dato dal CLNAI alla soluzione di un problema né s�mplice, né facile.

Ricapitola i compiti dei delegati governativi e chiarisce la portata e i limiti della loro missione.

Dopo ampia discussione alla quale partecipano tutti componenti, ven gono fissati e definiti i seguenti punti:

1 Cfr. doc. 26, nota n. 2, p. 73. Un elenco dettagliato dei partecipanti alla riunione, in un altro appunto di verbale, molto più sintetico, della stessa (ibid.).

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Recupero archivi

a) Compiti dei delegati ministeriali

Fornire gli elementi per rispondere ai seguenti quesiti posti dalla com­missione alleata :

l ) quale sia il tonnellaggio complessivo, approssimativo, del materiale da riportare.

2 ) quale sia il tonnellaggio da portare per settimana.

3 ) comunicare per gli archivi di ciascun ministero la stazione più vicina ove si potrebbe eseguire il carico per il trasporto ferroviario.

Oltre a ciò i detti funzionari debbono curare di:

riscontrare gli atti di archivio e il materiale di pertinenza di ciascuna amministrazione (carta, oggetti di cancelleria, libri, macchine) ;

riscontrare per la spedizione gli atti ed i l materiale di cui sopra, contrassegnando tutte le casse con un segno, una sigla, una dicitura comune, nonché un numero progressivo, in modo di facilitarne il riscontro all'atto dell'arrivo a Roma;

concentrare gli atti e il materiale così preparato nel numero di stanze strettamente indispensabile in modo da liberare e riconsegnare le altre che abbiano cessato di essere necessarie (di tali criteri viene redatto estratto a parte da distribuire ai predetti incaricati).

Inoltre i funzionari suddetti vengono pregati di segnalare le attuali condizioni di sicurezza del materiale di che trattasi.

b ) Consegne.

Il sopraluogo che, insieme coi commissari, i predetti funzionari effet­tueranno attualmente ha solo carattere ricognitivo. Alla formale riconsegna degli atti sarà provveduto successivamente e cioè quando i funzionari stessi avranno effettivamente compiuto il lavoro. Viene peraltro precisato che ove il lavoro di raccolta e di sistemazione delle casse e chiusura delle medesime sia stato effettuato in precedenza, il funzionario prenderà in consegna soltanto il numero di casse relative.

c ) Nelle casse da trasportare ciascun ministero oltre ai propri atti compren­derà anche quelli dell'ufficio distaccato della corte dei conti;

per il numero delle casse sarà opportuno tenere presente anche l'even­tuale fabbisogno per il trasporto di materiale di cancelleria, macchine e altro materiale di ufficio di pertinenza di ciascun ministero.

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d) Precedenza.

La precedenza nelle spedizioni a Roma verrà fissata m una prossima riunione tenendo conto in primo luogo:

dello stato di approntamento del materiale; dell'urgenza ratione materiae del materiale conservato.

e) Mezzi per raggiungere le sedi e mezzi di trasporto a Roma.

Si comunica che per il raggiungimento delle sedi dei rispettivi ministeri, ove i delegati non abbiano mezzi idonei propri, il comando alleato e il CLNAI provvederanno di conseguenza.

L'avviamento a Roma del materiale avverrà per ferrovia, previa con­cessione di carri ferroviari per la linea Verona-Ostiglia-Roma.

L'affluenza del materiale da carico alle stazioni che saranno indicate avverrà tramite automezzi gestiti da una società con la quale è in corso relativo contratto da parte del CLNAI.

La presidenza del consiglio, per le spese in relazione di quanto sopra, ha assegnato la somma di cinque milioni.

Varie

Il prof. Bertolini fa constatare l'assenza di un rappresentante dell'ex ministero cultura popolare e poiché i relativi servizi sono passati al sot­tosegretario per la stampa il teatro e il turismo, dipendente dalla presi­denza del consiglio, propone di richiedere l'invio urgente di un funzionario competente.

È stato inviato alla presidenza del consiglio il seguente telegramma, tramite la prefettura.

« Il commissario archivi Re rappresenta necessità di disporre subito invio a Milano funzionario scopo ricognizione et trasporto atti ex ministero cultura popolare alt Pregasi telegrafare CLNAI nome funzionario incari­cato et data arrivo alt »

1• Su proposta del conte Annoni vengono raccolti i no111i dei funzionari

venuti da Roma e redatto un elenco con le indicazioni di tutte le località nelle quali debbono recarsi.

Il conte Annoni presenta e viene approvato uno schema di tracciato per la comunicazione da parte dei funzionari dei dati loro richiesti (vedere in allegato entrambi i documenti) .

1 Copia del telegramma è in UCAS, fase. 8947.5 cit.

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Recupero archivi

Il prof. Re comunica infine che gli alleati si riservano di partecipare domattina con quali modalità intendano prendere visione degli atti prima del loro invio a Roma.

Prossime sedute

Viene deciso che i delegati ministeriali si riuniranno alle ore 1 1 del giorno 22 in questa sede per prendere visione di quanto verrà comunicato dagli alleati e proseguire eventualmen:te- nella discussione di argomenti ine­renti la materia.

Viene stabilito infine che la prossima seduta ai fini della raccolta dei dati ed elaborazione del piano definitivo dei lavori avrà luogo in Milano presso questa sede giovedì 30 agosto alle ore 9.

Dopo di che la seduta è tolta.

In UCAS, fase. 8947.5 cit. Sull'originale l'annotazione « Verbale no l »; in calce, « Alle­gati no 2 ,, che mancano. Con lettera del 24 sett. 1945 (ibid.) la commissione comunicava di aver esaurito il proprio compito e di rientrare a Roma.

36. Commissione interministeriale per il trasporto degli atti dei ministeri a Roma.

Verbale [Milano, 22 agosto 1945] ,

Il giorno 22 agosto 1945 ore 11 , come stabilito nella seduta precedente, si sono riuniti i delegati del governo e i rappresentanti del CLN per la prosecuzione dei lavori.

Sono presenti, come nella precedente seduta, il magg. Bell e il cap. Mc Cain per la commissione alleata.

Il prof. Re, completando quanto aveva anticipato nella seduta di ieri, comunica che gli alleati si riservano nei prossimi giorni:

a) di visitare i depositi degli archivi dei vari ministeri, ad esclusione dì quelli strettamente tecnici,

b ) di contraddistinguere con un loro segno particolare le casse di documenti che intendono di ritirare in Roma per esaminarle.

n magg. Bell dichiara che per ora non può precisare di quali archivi prenderanno visione gli alleati, né quale itinerario essi seguiranno. . . Il prof. Re rileva che la visita ai singoli archivi dei rappresentanti alleati dovrebbe essere compiuta contemporaneamente e nel medesimo termine di giorni di quella dei delegati.

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Il magg. Bell prende atto acconsentendo. Il dr. Alfano, ispettore del commissariato per l'epurazione, chiede che gli vengano indicati i luoghi dove si trovano gli atti ed i fascicoli personali di ogni ministero per poter procedere ad una ricognizione, ricognizione che dichiara potere compiere per tutti prima della prossima riunione del giorno

30, essendogli sufficienti due ore circa per eseguire presso il ministero il proprio lavoro. Viene assicurato dai vari delegati che forniranno al più presto i dati richiesti. Il rappresentante della corte dei conti, quello del ministero delle comu­nicazioni, dichiarano di avere mezzi proprì per potere mandare a Roma il materiale di archivio. Il prof. Re avverte che le partenze non potranno verificarsi se non dopo la seduta fissata per la mattina di giovedì 30, e secondo un ordine di prece­denza che solo allora potrà essere stabilito. Il magg. Beli conferma che durante la prossima settimana non deve trattarsi di << avviare trasferimenti, ma solo di prepararli e che questi po­tranno cominciare solo dopo la seduta del 30 » . Il dr. Re avverte però che, dove è possibile, il lavoro di incassamento potrebbe incominciare subito. Il rappresentante del ministero del lavoro chiede se deve mandare a Roma tutto il materiale o se ha facoltà di conservare qui quelle che può servire nel caso che continuasse a funzionare un ufficio stralcio. Il prof. Re fa osservare che ciò è di competenza del relativo ministero, ma che se un ufficio rimane è logico che anche gli atti debbano rimanere. Il conte Annoni richiama l 'attenzione sulla questione finanziaria e ritiene opportuno chiedere direttamente l'appoggio della prefettura ed a tale scopo avrà domani un colloquio col prof. Re dal prefetto Lombardi. Il segno che gli alleati apporranno alle casse che ritengono di loro inte­resse è:

I n UCAS, fase. 8947.5 cit. Sull'originale, l'intestazione: « Verbale n. 2 "·

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Recupero archivi

37. Commissione interministeriale per il trasporto degli atti dei ministeri a Roma.

Verbale Milano, 30 agosto 194.5

n giorno 30 agosto 1945 alle ore 9, come stabilito nell� se�u�a d�l �orn� 21 1, si sono riuniti presso la sede dçl CLNAI_ i delegati mm1stenah ed 1 rappresentanti del CLNAI stesso.

. . È assente il rappresentante del ministero degh est�n. . , Non risulta ancora pervenuto a Milano alcun funzwnan� p�r l ex mml­stero della cultura popolare, richiesto con il telegramma d1 cm al verbale n. 2 2•

Il prof. Re riferisce che: n ministero della guerra rappresentato dal dr. Aldo Brur:o e l'istituto

centrale di statistica rappresentato dall'ing. Francesco Sorch1apon� h�nno chiesto e naturalmente ottenuto di agganciarsi alla presente orgamzzaz10ne per trasportare in Roma gli atti dei propri archivi.

I vari delegati riferiscono successiVam�nte sul . lavo�o svolto e sugli elementi raccolti circa il fabbisogno casse e Il matenale m genere da tra-sportare.

Vengono quindi discusse le seguenti questioni:

Precedenza: L'ordine degli atti da trasportare è fissato dal prof. Re come segue:

l - corte dei conti 2 - ministero delle finanze 3 - presidenza del consiglio 4 - ministero degli interni ( corte di

Valdagno)

5 - istituto di statistica 6 - consiglio di stato 7 - avvocatura erariale.

Il dr. Pignataro chiede la precedenza per il materiale. delle forze armat� di polizia (che si trova in Milano) e per gli atti dell'ufficiO personale che Sl trova a viale Tre Ponti.

. . . Si premette di tener conto di tale raccomandaziOne nel caso Vl sm ecce-denza di vagoni. . .

_ Le precedenze per un successivo convoglio verrnno fissate successiva mente.

' Cfr. doc. 35, p. 93. 2 In realtà si tratta del primo verbale: cfr. nota precedente.

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Casse: il conte Annoni assicura che: le casse richieste verranno subito ordinate; la loro consegna presso i singoli uffici avverrà a cura della ditta fornitrice; tale consegna è prevedibile tra il dieci e il quindici del mese corr.; la ditta predetta curerà anche la fornitura di fasciame o altro materiale

per imballaggio macchinario ecc.

Spese varie: il conte Annoni precisa che le spese eventuali per i lavori vari inerenti alla preparazione del materiale da spedire, i piccoli lavori di facchinaggio, compensi a personale assunto in loco, verrà liquidato dal CLNAI su presentazione delle fatture relative vistate dal funzionario com­petente. I pagamenti avverranno entro i venti giorni dalla consegna delle fatture.

Viene raccomandato ai delegati di dare subito comunicazione al CLNAI dell'avvenuto incassamento dei rispettivi archivi.

Il conte Annoni comunica che la presidenza del consiglio ha inviato i cinque milioni preannunziati come preventivo di spesa per il trasporto stesso.

Il prof. Bertolini fa presente la impossibilità che le casse vengano chiuse con sigilli data la difficoltà di trovare il materiale necessario.

Il prof. Re e i commissari vari concordano nella opportunità di fare a meno della apposizione dei sigilli e raccomandano che su ogni cassa venga posta la sigla del ministero relativo.

Il prof. Re ricorda che gli alleati hanno chiesto ai commissari di far conoscere il tonnellaggio globale da far trasportare e quello convogliabile settimanalmente, fa osservare che noi possiamo rispondere soltanto alla pri­ma domanda, il magg. Bell aderisce.

Automezzi: viene precisato che il trasporto del materiale ai punti di carico avverrà con gli automezzi forniti dal CLNAI.

Treno: non appena gli alleati avranno predisposto un convoglio ferro­viario ne verrà data comunicazione al CLNAI che curerà di darne notizia tempestiva ai delegati interessati.

Di tale treno avranno altresì tempestiva notizia i ministeri interessati a Roma, i quali o invieranno un funzionario per prendere in consegna le casse o delegheranno a tale uopo funzionari, comunque gi� al nord.

In linea di massima si è contrari a convogliare archivi o parti di archivi di ministeri diversi: questo solo se vi sarà eccedenza di spazio e lo permetta la composizione organica del fondo archivistico che si vuole trasportare.

Dati raccolti: Casse da trasporto n. dodicimila circa Casse da approntare n. tremilaquattrocentosettantasei Tonnellaggio complessivo compreso H materiale non racchiuso in casse

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Recupero archivi

e il materiale vario calcolabile circa in treni n. cinque di �re:1ta v�g�ni . r�no.

I delegati il cui lavoro fosse terminato vengono lascmtl arbitri d1 nen-

trare a Roma.

Varie: Il prof. Re comunica che a Brescia presso la corte di appello è

stato rinvenuto un piccolo archivio, ma assai im�ortante, quel�o della com­

missione per l'avocazione dei profitti di ingiust1ficata .pro:�me?za.

L'invio del materiale dal ministero- di grazia e gmst:zra mteressante

l'epurazione dei magistrati per l'alta Italia può essere direttamente trat-

tato con il conte Annoni. d Il signor Prestipino del provveditorato generale dello stato racc?man a

che gli venga data comunicazione del rr:ateri�l� d'ufficio anch� m.atenale c�1e

non potrà essere trasferito a Roma e nmarra m posto nonche di quello c 1e

verrà trasferito a Roma. ,

. . -a

Date le disposizioni impartite dagli alleati non .e pos�I�ll� accettar �

· 1 · ste per l'invio con mezzi di propria iniziativa, di archiVI di Roma. ne 11e ' · t -· le assumendo-

Il ministero delle finanze trasporterà il propn� ma_ er 1a ' '

sene la relativa responsabilità, nei pacchi già confezwnatl.

C · · interministeriale per il tra-

In UCAS, fase. 8947.5 cit. Sull'originale: « ommrsswne

sporto degli atti dei ministeri a Roma. Verbale n. 3 "·

38. Per l'epurazione, Alfano, al commissario Il delegato del commissario per l'epurazione, Grieco.

Roma, 10 settentbre 1945

Premessa

A seguito dell'invito ricevuto dalla presidenza del consiglio, la S .V. Ill.ma si compiacque designarmi Suo rappresentante e mi autoriz�ò � parte­cipare alla riunione fissata presso la detta presidenza del consigh� e

.d �

recarmi nell'Italia settentrionale al fine di partecipa�e all� ?perazwm �1 preparazione e spedizione a Roma del materiale degli arch1v1 delle ammi­nistrazioni centrali, trasferito in Italia settentrionale dallo pseudo governo fascista repubblicano. . . .l 14 osto Nella riunione tenutasi presso la presidenza del �ons1gho . l ag . . 1 945 fu stabilito che il 2 1 agosto successivo i van delegati governatiVI dov;vano trovarsi in Milano presso la sede del CLNAI, dove sarebbero stati fissati i criteri del lavoro da effettuare.

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Criteri adottati nella riunione di Milano del 21-22 agosto 1945 l. Il 21 agosto 1945, presso il CLNAI vennero convocati: Il pro f. Re, commissario per 1 · h· · il CLNAI; il maggiore Bell

gli are IV� d�l Regno; il conte Annoni per

d Il per a comm1sswne alleata· · e a presidenza del consiglio ' l rappresentanti l' , avvocatura dello stato alt . per . epurazione; i delegati dei vari ministeri· i

, o commissario stessi nominati dal CLNAI.

, commissari ai ministeri Il conte Annoni ebbe a precisare che d' .

consiglio dei ministri il CLNAI . l mtesa con la presidenza del

steri al momento dell� I·n . prese m consegna gli archivi dei mini-surrezwne e coadiuva 1 . . volontà, e con la larghezza de· ' . . ora con a migliore buona 1 mezz1 a sua d1sposizion 11 · · e successivo invio a Roma degl' 1 . . . e a a orgamzzazwne I . . l are 11v1 stessi. _l �rof. Re ebbe a delimitare i compiti dei delegati. a ch1ar r 1 governativi ed ebbe l e a portata ed i limiti della loro missione.

. �alla d!scussione, alla quale parteciparono tutti mrsswne [szc], emerse che urgeva accertare: componenti della

-a) il tonnellaggio complessivo approssimativo tme a Roma; del materiale da ripor-b ) le attuali condizioni di sicurezza del materiale archivistico. Nella citata riunione, protrattasi anch 'l .

che il sopraluogo da com . . . e l gw:no 22 agosto, fu stabilito avrebbe avuto solo carattere

p:i��

I -�-mtamente m commissari del CLNAI

gati governativi si sarebbe effettu!m lVO e c

_he la consegna degli atti ai dele­

che dove il lavoro di raccolta �-su�cesslv�mente. Venne inoltre precisato fettuato in precedenza l'l d l

e t

I Sistemaz�one degli atti fosse stato ef-' e ega o governativo a bb d solo in consegna il numero delle cassa e

v�e .

e avuto prendere sistemato. " ntro le quali Il materiale era stato

Intanto gli alleati si riservarono 'l d' . . . . . archivi dei vari ministeri (escluso l;. Intto di VISitare

_ l depositi degli

distinguere con un loro segno p t' q

�e l

:trettamente . tecmci) e di contrad­

in Roma per poterle esaminare�r ICO are e casse che mtendevano di ritirare

Il sottoscritto chiese che fossero atti ed _i fascicoli personali di ogni sondaggi, al fine di accertare se detti

in?i�ati i luoghi dove si trovavano gli mi�Istero, per poter �procedere a dei atti fossero o meno stati menomati. . Dalle discussioni e dalle informazioni assunte natr dal CLNAI emerse che:

dai vari commissari nomi-a) alla data del 25-27 aprile 1945 il CLNAI .

gli archivi dei vari ministeri t f . . . prese m consegna di fatto ras entiSl al nord. Solo successivamente e 1 Cfr. docc. 35 e 36, pp. 90-94.

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Recupero archivi

dopo alcuni giorni dalla data predetta, il CLNAI nominò per ogni singolo ministero commissari di sua fiducia, i quali a loro volta nominarono dei consegnatari del materiale archivistico nelle persone normalmente di fun­zionari che si trovavano sul posto;

b) per tal uni ministeri il materiale archivistico era stato completa­mente incassato e che in altri casi i fascicoli personali dei funzionari erano stati già inviati a Roma, mentre in altri casi ancora il materiale esisteva, presumibilmente, così come era stato lascìato all'atto della liberazione.

Intanto vennero precisati i nomi dei vari commissari del CLNAI e dei delegati governativi e la ubicazione del materiale archivistico e cioè:

presidenza del consiglio : Salò, Bo-gliaco

avvocatura dello stato: Cremona ministero affari esteri: Salò ministero interni: Venezia, Valda-

gno, Brescia, Maderno, Treponti ministero lavori pubblici: Venezia ministero produzione industriale:

Bergamo ministero corporazioni: Bergamo ministero scambi valute : Milano ministero produzione bellica: Ber-

gamo

ministero agricoltura: Milano ministero comunicazioni: Verona ministero grazia e giustizia: Cremo-

na ministero pubblica istruzione: Pa-

dova Africa italiana: Pallanza ministero lavoro: Milano ministero finanze: Brescia ministero guerra: Treviso corte dei conti: Cremona poste e telegrafi: Milano consiglio di stato: Cremona

Il sottoscritto fece presente a tutti i delegati governativi che possibil­mente si sarebbe recato presso ogni sede per constatare lo stato di con­servazione e di sicurezza degli archivi e per fare dei sondaggi al fine di rile­vare se fossero avvenute o meno delle manomissioni dei fascicoli personali.

Effettuati i sopraluoghi negli archivi di maggiore importanza e di più �acile accesso, ho riscontrato che:

1 - gli atti della presidenza del consiglio dei m1mstri in parte erano stati prelevati dagli alleati, in parte erano stati incassati in modo confusio­nario ed in parte risultavano sparsi per le varie stanze della villa Bettoni in Bogliaco. Sulla situazione degli atti della presidenza del consiglio, in accordo con i delegati governativi si è redatto il verbale che si allega (vedi alle­gato N. 1 ).

Per gli atti del ministero della cultura popolare, aggregati agli atti della presidenza del consiglio, non si è effettuata alcuna verifica in quanto il de­legato governativo non ha partecipato alla riunione di Milano, né si è trovato sul posto.

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Da informazioni assunte risulta che gli alleati hanno prelevato molto materiale.

1 - Gli atti della corte dei conti, dell'avvocatura dello stato risultano già incassati e pronti per la spedizione. Effettuato un sondaggio e fatta schiodare la cassa N. 99 (contenente fascicoli personali di alcuni funzionari della corte dei conti) ho rilevato che tutti gli atti, elencati nell'indice di alcuni fascicoli esaminati, esistevano e che non si era verificata alcuna sot­trazione. Ho fatto copia di un elenco dei fascicoli repubblicani della corte dei conti (vedi allegato N. 2) .

Gli atti dell'avvocatura dello stato risultano già incassati, però il dele­gato governativo ha assicurato che i fascicoli personali sono integri.

Per quanto riguarda gli atti del consiglio di stato ho riscontrato che alcuni fascicoli erano in ordine e nulla era stato sottratto e che altri atti erano stati incassati in disordine. Gli atti invece riguardanti il personale del consiglio di stato non sono mai presso la sede dell'istituto. Pare che detti atti ( secondo le informazioni datemi dal delegato governativo) erano in carico alla presidenza del consiglio, onde non è stato possibile effettuare in Cremona alcun riscontro in merito ad eventuali sottrazioni.

Gli atti invece del ministero della giustizia risultano in parte non incas­sati ed in ordine. I detti atti vennero tempestivamente (specie quelli riguar­danti il gabinetto) esaminati da un istruttore di questo commissariato dott. Natoli, (oggi delegato governativo).

3 - Gli atti del ministero affari esteri in parte sono stati già rilevati dagli alleati, in parte (tutti i fascicoli personali) sono stati già spediti a Roma.

4 - Gli atti del ministero della produzione industriale, produzione bellica, corporazione, lavoro risultano per la massima parte incassati. Altri fascicoli personali risultavano in possesso della inttendenza di finanza.

Avuti in consegna detti fascicoli, il delegato governativo ha rilevato che molti fascicoli erano completamente vuoti, onde è stato compilato il ver­bale che si allega (vedi allegato N. 3 ).

Il consegnatario degli archivi mi ha consegnato, in copia, l'elenco dei funzionari iscritti al PFR ed alle BBNN che si allega (vedi allegato N. 4) .

5 - Gli atti del ministero dei lavori pubblici in parte seno risultati già incassati ed in parte no. Da accertamenti praticati è risultato che non sono state effettuate sottrazioni di documenti dai fascicoli personali dei vari funzionari.

6 - Gli atti del ministero interni, specie per quanto riguarda il per­sonale, risultano ben custoditi e sono parte incassati e parte da incassare.

Gli alleati hanno contrassegnato per il prelievo N. 46 casse relative ad atti della pubblica sicurezza (Valdagno). Poiché il delegato governativo non ha preso in consegna il materiale già incassato non ha potuto indicarmi con

1 00

Recupero archivi

. . uali casse contenevano i fascicoli personali. Per il materiale precisione q . · 1. ali non sono stati ancora da incassare si è rilevato che i van fasc1co 1 person

alterati nella loro fisonomia.

7 - Gli atti del ministero delle finanze, . sca�b� valute . ri�ultano tu:ti

incassati e furono precedentemente esaminati dagh IStrutton d� q�fes�o a t�

commissariato Pisoni e Franceschelli. Detti atti, a quant� ml n ensce l

. . del CLNAI risultarono in ordine e non venne nscontrata alcuna comm1ssano . pediti a Roma

· p · he' 1· detti atti sono tutti incassati verranno s sottrazwne. mc . " 45 con precedenza assoluta e partiranno entro 1l b-9-19 ·

8 - Gli atti del ministero dei trasporti sono risultat� tutti inc�ssa�i. Fatti accertamenti si è rilevato che essi sono in o�dn�e e che m lmea

genera� e e �re��n��;seng��t�o��p::a�� �!et!�:��h:,o�����:��tJ1

g�e::����ti g�i vernat1vo mi . d" · · 1 governo in Ger­PFR., elenco del personale che aveva . ch1esto 1 segmre l mania, ed elenco di spie (vedi allegati N. 5-6-7).

9 - Gli atti del ministero Africa italiana risultano parte in�assati, e pa�t� ancora da incassare. Tutti i fascicoli del p�rsonale ( cir�a ottol::n���=�l �!�'le:o trasferimento da Roma (si sconosce se m buona

. o

. m ma

n treno tedesco. caricati su un carro ferroviario che venne agganCiato �d

hu

fondato motivo . · · e mai a Cremona e SI a Detto carro ferrovrano non gmns . G · I soli fascicoli . . . andati a finire m ermama. di ritenere che detti atti siano . . ·r · b se alle sole dichia-del personale trasferito al nord sono stat1 ncostrm l m a

razioni degli interessati. . rl " f · · NAI h Consegnato un elenco ul unzwnan

Il Commissario del CL mi a

iscritti al PFR (vedi allegato N. 8 ).

bbl. · t ione non sono incassati, 10 - Gli atti del ministero della pu Ica lS ruz . .

sp�cie �uelli _r�la

ftivi_

al1_

ppe�������i Ib:e���=:�a!�:��n;:���c:t�s��:u���o

s��� esistenti tutti 1 asClCO l • . . . non sono state effettuate sottrazioni da detti fascicoli.

1 1 - Gli atti della direzione gen_ era_le dell� poste e telegrafi sono �utti

risultata alcuna sottraziOne incassati e dagli accertamenti praticati non e

di atti e documenti. . · . · no stati già inviati a

12 - Gli atti dell'istituto centrale di statistica so

Roma. . . parte incassati e parte

13 G'i atti del mimstero della guerra sono . da inca�sa�e. Non risulta che siano avvenu�e sottrazioni di documenti. In una

t. di casse sono racchiusi i libretti personali degli ufficiali. ven ma . · subito per Roma.

Dette casse, su richiesta del mimstero, partiranno . d l n1inistero agricoltura dato il tempo

14 _ Non ho visitato l'archivio e

insufficiente messo a mia disposizione.

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CONCLUSIONI

In linea di massima è da osservare che gli atti relativi al personale dei vari ministeri per la maggior parte sono intatti e non hanno subito manomis­sioni da parte dei funzionari che si trovano al nord a seguito del governo repubblicano fascista.

D 'altra parte risulta inoltre che i vari commissari designati e nominati dal CLNAI vennero immessi in possesso alcuni giorni dopo la insurrezione scoppiata nel nord tra il 25 ed il 27 aprile u.s., e che per alcuni giorni quindi gli atti rimasero senza consegnatari.

Presumibilmente si sono potute verificare delle sottrazioni che non si è stato in grado di rilevare, dato che sia i commissari del CLNAI che i dele­gati governativi non hanno mai ricevuta consegna da alcuno di ciò che oggi preparanno per la spedizione a Roma.

Se qualche sottrazione siasi potuta verificare essa potrà essere riscon­trata solo dall'amministrazione centrale in sede di riordinamento sistema-tico degli archivi stessi.

.

Per quanto riguarda la partenza dal nord per Roma di tutti gli archivi dei vari ministeri è stato stabilito che essi si inizieranno dopo il 15 settembre e che avranno la precedenza assoluta il ministero finanze e la corte dei conti. Si prevede che entro il più breve termine possibile tutte le am­ministrazioni potranno rientrare in possesso dei loro atti.

In Commissariato per l'Epurazione, titolo I.62 << Recupero archivi trasferiti al nord "· Sull'originale, l 'intestazione: << Relazione al commissario per l 'epurazione sulla missione compiuta in Italia settentrionale per il recupero degli archivi trasferiti al nord a seguito dello pseudo governo repubblicano ». Non tutti gli allegati citati nel testo vi sono acclusi: non si pubblicano.

39. Il rappresentante del CLNAI, Annoni, al sottosegretario di stato della presidenza del consiglio, Arpesani.

Telegramma Milano, 11 settembre 1945 ore 12,20; a. ore 4 del 12

Comando alleato confermato inizio trasporto ferrovia archivi un treno ultima settimana settembre due treni settimane successive. Programma spe­dizioni : primo treno Brescia ministero ·tesoro, secondo treno Firenze, corte conti, grazia giustizia, esteri, avvocatura stato, consiglio stato, presidenza consiglio ministri, Africa italiana, corporazioni, produzione bellica, ministero interni; terzo treno da Milano finanze, tesoro; quarto treno da Venezia interni, lavori pubblici, poste telegrafi.

In UCAS, fase. 8947.5 cit.

1 02

Recupero archivi

40. n sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio, Arpesani, al com­missario capo della commissione alleata, Upjohn.

[Roma], 12 settembre 1945

Archivi dei ministeri. In relazione alla lettera del 26 luglio u.s. n. 20905jGj4jCj MFAA I, si

informa di aver dato disposizioni a tutte Ìe amministrazioni perché sia con­sentito agli ufficiali alleati autorizzati l'accesso agli archivi e, compatibil­mente con le esigenze di funzionamento dei servizi, la consultazione di tutti gli atti e documenti di cui facciamo richiesta.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, n. 10100, s. fase. 5.1 cit. Minuta. Su di essa la stampigliatura << Discaricato ».

41 . Il sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio, Arpesani, a tutti i ministri.

Circolare [Roma], 12 settembre 1945

Archivi. Per opportuna norma, si comunica che la commissione alleata ha fatto

presente che gli organi da essa dipendenti possono avere bisogno di ef­fettuare ricerche negli archivi delle varie amministrazioni dopo che saranno stati riportati a Roma.

A questo scopo, si prega di disporre che agli ufficiali alleati autoriz­zati venga consentito l'accesso agli archivi e, compatibilmente con le esigenze di funzionamento dei servizi, la consultazione degli atti e documenti di cui facessero richiesta.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2., n. 10100, s. fase. 5 .1 cit. La circolare è indirizzata anche all'alto commissariato per la sanità e l'igiene e agli organi dipendenti della presidenza del consiglio. Sulla minuta la stampigliatura: << Discaricato ».

42. n commissario agli archivi, Re, alla presidenza del consiglio.

Roma, 17 settembre 1945

Archivi dei ministeri: ritorno da nord. Con la fine del mese corrente, avrà, come è noto, principio il ritorno

sistematico degli archivi dei ministeri da nord, alla quota -- come viene assicurato -- di due treni di trentacinque vagoni ciascuno per settimana; e si

' Cfr. doc. 30, p. 83.

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ha quindi ragione di sperare che, se quella quota verrà mantenuta, esso possa aver fine nel termine di due o tre mesi.

Si presenta così fin d'ora la questione della conservazione, della siste­mazione, della destinazione definitiva di quegli archivi.

Grosso modo è facile prevedere che questo ingente materiale risulterà in ogni caso e per ogni ufficio, formato di tre parti:

l - La prima costituita di quegli atti che seguitano ad avere interesse per l'amministrazione corrente,

2 - La seconda costituita dagli atti che, pur non avendo più importanza per l 'amministrazione, ne conservano una eventuale dal punto di vista storico.

3 - La terza costituita infine di quegli atti, che non avendo mai avuto nessuna importanza storica, hanno pure cessato di averne qualsiasi, in ragione anche del tempo trascorso, dal punto di vista amministrativo.

Evidentemente in un primo momento questa massa di documenti tor­nerà, e non potrà che tornare, « indiscriminata » alle rispettive sedi originarie, ma in tutte - e cioè in tutti gli uffici e ministeri - si presenterà, ed è op­portuno sia quanto prima possibile affrontato e risolto, il problema della loro ricognizione, revisione, disposizione.

Verrebbe infatti ad essere completamente frustrato lo scopo che l 'am­ministrazione si è proposta affrontando il carico d'un così considerevole tra­sporto - e delle spese relative - se a quel lavoro non dovesse seguirne im­mediatamente un altro destinato a mettere il primo in valore e ad estrarne tutto l'utile possibile. Un lavoro che eviti il pericolo - tutt'altro che impro­babile - che quegli atti rimangano chi sa per quanto tempo, abbandonati nelle casse dove sono arrivati, e che, in rapporto alla tripartizione che abbiamo prospettato innanzi, si proponga il seguente programma:

a) eliminare tutto quello che risulti inutile ad ogni effetto; b ) riconsegnare agli uffici epurato e quindi snellito, e più utilizzabile,

quanto può avere valore per l'amministrazione corrente; c) versare in fine negli Archivi di Stato quello che, pur avendo cessato

d'avere interesse per l 'amministrazione, è destinato a seguitare ad avere in vece un suo valore permanente ai fini della storia del Paese.

Per tutto questo sarebbe opportuno che venissero impartite norme uni­formi, e richiamate immediatamente in vita le ordinarie commissioni di scarto, previste dall'art. 69 del vecchio regolamento degli Archivi, dove, a lato di sperimentati funzionari delle singole amministrazioni, figurasse sempre - come di regola - anche un rappresentante della stessa ammi­nistrazione degli Archivi, per la valutazione della eventuale importanza storica dei documenti.

Tra i minori, ma non trascurabili vantaggi risultanti dall'attuazione di

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Recupero archivi

tale programma, non va poi dimenticato quell� di . l�ber�re, . da_ ,

una part� i locali, quasi sempre congestionati, dei singoh m1msten di CIO che �uo considerarsi inutile ingombro, e di fornire, dall'altra, alla croce rossa Ita­liana un considerevole gettito di carta da macero.

In Pres. Cons., fase. 1.1 .2, n. 10100, s. fase. 5 .1 cit. La lettera è inviata per conoscenza al gabinetto del ministero per l'interno.

43. n delegato per la presidenza del consiglio, Bertolini, al sottosegretariato di stato della presidenza del consiglio.

Roma, 27 settembre 1945

Trasferimento a Roma della « mostra della rivoluzione fascista >> e del­l 'archivio della presidenza del consiglio dei ministri della ex-repubblica sociale e relativi annessi.

Secondo le notizie date dal comm. Re, in seguito al viaggio di ricogni­

zione da lui compiuto nel maggio scorso, i materiali degli archivi della

presidenza del consiglio dei ministri della ex-repubblica _sociale, c�mpreso

quello della consulta araldica, erano concentrati a Bogha�o, fraz10ne del

comune di Gargnano, nel palazzo Bettoni, già sede della presidenza predetta,

in locali posti a destra di chi entra, soprattutto a pianterr�no, �a anche _nel

piano superiore; mentre materiale della mostra della _nvo�uzi�ne _fascista

si trovava depositato a Salò, nei locali del museo Lapidano, m p1azza S .

Bernardino 91 . A Bergamo, inoltre, nel palazzo Feltrinelli, già residenza del­

l'ex duce, si trovavano carte intestate ed oggetti di cancelleria in _grandis­

sima quantità, due copie dell'Enciclopedia ital_ia?"a: e poche . pratiche. La

massima parte dell'archivio personale di Mussohm SI doveva ntenere aspor­

tata dagli alleati fin dal momento dell'occupazione di Gargnano, avvenuta

negli ultimi giorni di aprile, e trasportata al comando supremo alleato a

Caserta 1• • •

Da tali notizie, come dalla riunione tenuta a Roma dai delegati gover-

nativi, nel gabinetto, il 14 agosto 2, sotto la presidenza del comm. Re, e c�n

la partecipazione del maggiore inglese Beli, rappresent�nte della con:mis­

sione alleata, non erano apparsi elementi da far presagire: r:e�la pred�spo­

sizione delle operazioni di trasferimento a Roma dei matena�1 m questiOne,

difficoltà tali, che per il loro espletamento si dovesse preventivare un tempo

superiore ai 15-20 giorni.

1 Cfr. doc. 25, pp. 69-71. 2 Di questa riunione non è stato rinvenuto il verbale.

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Le prime difficoltà si manifestarono nelle riunioni tenute a Milano nella sede del CLNAI, i giorni 21 e 22 agosto, dai delegati governativi, sotto la presidenza del conte Annoni, commissario al ministero dell'interno dell'ex­repubblica sociale, del comm. Re, con la partecipazione, in rappresentanza dell'AC, del maggiore Beli, del capitano americano Mc Cain e di altri uffi­ciali americani 1 •

In tali riunioni fu sostanzialmente deciso che si dovesse procedere in­nanzi tutto ad una serie di sopraluoghi ricognitivi, per accertare le condi­zioni di conservazione dei materiali, il quantitativo di casse da far confe­zionare per la loro spedizione a Roma, il tonnellaggio complessivo presu­mibile, le stazioni ferroviarie più vicine ai singoli luoghi di deposito. Inoltre si sarebbe dovuto accertare, insieme con i commissari conservatori locali, quali garanzie di custodia offrivano i luoghi di deposito, e segnalare subito le eventuali deficienze.

Gli ufficiali alleati avvertirono che una loro commissione si sarebbe recata nei vari posti a prendere visione dei materiali d'archivio, e ad apporre agli atti, giudicati di particolare interesse, un segno convenzionale. Questi atti si sarebbero dovuti rinchiudere in casse a parte, alla loro volta contraddi­stinte con lo stesso segno convenzionale, che sarebbero state trasportate insieme con le altre a Roma, ma quì si sarebbero dovute tenere a disposi­zione delle autorità alleate 2•

Poiché, a quanto appariva, i materiali d'archivio si trovavano già rac­colti in casse, la consegna ad opera dei commissari conservatori locali sa­rebbe stata fatta a suo tempo per casse, e non per atti, salvo per quelle carte che non fossero risultate in casse. I delegati governativi si riserbarono tuttavia di procedere all'apertura di quelle casse, che avessero giudicato op­portuno, per controllarne il contenuto. Come parte integrante del materiale d'archivio si sarebbero considerate le macchine da scrivere e i duplicatori.

Su mia richiesta, venne stabilito di segnalare d'urgenza alla presidenza l'opportunità di inviare un incaricato per il recupero degli atti dell'ex mini­stero della cultura popolare 3• In un ulteriore riunione, fissata al 3 1 agosto in Milano, si sarebbero discussi, sulla base dei dati raccolti, i problemi relativi al numero totale delle casse da apprestare, al tonnellaggio, alle sta­zioni di carico, ai convogli ferroviari, all'ordine di precedenza dei vari mini­steri nelle operazioni di carico. (Si vedano gli alleg. 1-3) 4•

Come commissario conservatore locale per gli archivi della presidenza il conte Annoni m'indicò l 'avv. Libero Dm·doni di Brescia, commissario per il recupero beni dell'ex presidenza della repubblica sociale, e commissario in Brescia per l'ex ministero dell'interno.

1 Cfr. docc. 35 e 36, pp. 90-94, citt. ' Cfr. doc. 36, p. 94. ' Cfr. doc. 35 cit., p. 92 cit. • Questi, e gli altri allegati citati nelle pagine successive, mancano. Per la riunione del 30 agosto, cfr.

il relativo verbale, doc. 37, pp. 95-97.

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Recupero archivi

Nessun elemento concreto era ancora emerso su di un possibile stato di cattiva conservazione degli atti degli archivi della presidenza. Tuttavia i quesiti particolari sollevati e discussi; le decisioni, che subordinavano le operazioni vere e proprie per predisporre il trasferimento ad una fase preli­minare semplicemente ricognitiva, e ad altre decisioni da prendere in una ulteriore riunione; e la riserva degli alleati di esaminare le carte prima del loro trasporto in diversa sede, lasciavano intravvedere che il lavoro poteva riserbare sorprese. _ _ _

E sorprese non liete avemmo quando, il giorno 23 agosto, ci recammo prima a Brescia, dove ci mettemmo in rapporto con l'avv. Dordoni.

E poi a Gargnano ed a Bogliaco, dove prendemmo contatto col delegato locale del commissariato per il recupero dei beni della ex presidenza, il ragioniere Antonio Labruna, ragioniere capo di prefettura.

L'avv. Dordoni ci informò che a palazzo Bettoni di Bogliaco non si tro­vava più che una parte dei materiali. La maggior parte era già stata tra­sportata a Brescia, nei locali di villa Orefici, in via Amba d'Oro, sede dei suoi uffici, e nel vicino edificio del pio istituto Pavoni, in via Nicostrato Castellini, nei locali della scuola Edmondo De Amicis. Il trasporto era avve­nuto per sollecitazione del ragioniere Labruna, e per ordine dell'avv. Dor­doni, in quanto i locali di palazzo Bettoni, tutt'ora occupati da truppe ame­ricane, non offrivano nessuna sicurezza, né possibilità di efficace sorveglianza ad opera di personale di fiducia; ed in quanto il materiale vi si trovava i� condizioni di grande disordine, anche non in casse, e sparso per terra e SUI

tavoli, e nei locali di deposito erano già penetrati ripetutamente soldati americani e persone estranee. Non si poteva dunque escludere che fossero già avvenute dispersioni di atti, ed il pericolo di una totale dispersione. L'avv. Dordoni aveva perciò provveduto a far raccogliere i documenti, così come si trovavano disseminati ed alla rinfusa, in casse ed in pacchi, ed a farli trasportare a Brescia su autocarri. I trasporti erano stati iniziati il 10 agosto, e continuati fino al 14; l'ultimo si sarebbe dovuto effettuare proprio nei giorni del nostro arrivo.

I sopraluoghi da noi compiuti nel palazzo Bettoni di Bogliaco i giorni 23 e 24 agosto, il primo insieme con l'avv. Dordoni e col rag. Labruna, il secondo insieme col rag. Labruna e con l'avv. Francesco Alfano, delegato per il commissario per l'epurazione 1, confermarono lo stato di cose, quale ci era stato descritto, e la fondatezza dei motivi, che avevano spinto l'avv. Dordoni ad affrettare il trasporto del materiale a Brescia. Decidemmo quindi che il trasporto fosse ultimato anche per il resto del materiale rimasto sul posto. A Brescia si sarebbe poi provveduto al la�oro orga�ic� di ricogn�­zione degli atti d'archivio, in vista delle successive operazwm per predi­sporre il trasferimento a Roma. In merito fu redatto il verbale di cui all'al-leg. 4.

1 Cfr. anche doc. 38, p . 99.

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Nella giornata del 24 agosto eseguimmo un sopraluogo anche nel pa­lazzo Feltrinelli in Gargnano. Dovemmo constatare che nella residenza dell'ex duce nulla era rimasto neppure di quanto in maggio vi aveva ancora trovato il comm. Re. Non abbiamo potuto accertare a chi le asportazioni verifi­catesi dopo di allora si debbano attribuire.

Il giorno 25 venne effettuato il trasporto a Brescia del materiale ancora rimasto a Bogliaco. Mentre si ultimavano le operazioni di carico, sopraggiunse il cap. americano Ciforelli, del comando supremo alleato, il quale, a tutta prima, si voleva opporre al trasporto, affermando che con esso si violavano gli accordi presi a Milano, che prevedevano la conservazione sul posto dei materiali d'archivio sino all'arrivo della commissione alleata di controllo. Ma chiarita la necessità di condurre a termine un trasporto reso indispensa­bile dalle circostanze, ed in gran parte già attuato in un periodo anteriore al nostro arrivo ed alle riunioni di Milano, il cap. Cifarello desistette dalla sua opposizione.

Nello stesso giorno 25 agosto eseguimmo, insieme col comm. Re, un secondo sopraluogo nel palazzo Feltrinelli, che confermò le risultanze nega­tive del primo.

Nel pomeriggio del 25 mi recai anche a Salò, insieme col comm. Re e col maggiore Beli. Dal sopraluogo ricognitivo nel locale dove era depositato materiale dell'ex mostra della rivoluzione fascista, risultò l'esistenza di ven­tidue cassoni e di due casse, e di pochi mobili, presumibilmente residui della ricostruzione della stanza dell'ex duce nel così detto « covo >> di Milano, nonché di un grande apparecchio per riproduzioni fotografiche, certo di spettanza della mostra. Nelle stanze contigue si trovavano diversi quadri, alcuni già di proprietà personale di Mussolini, altri provenienti da gallerie d 'arte probabilmente statali, e parecchie casse aperte, contenenti libri e vasel­lame di rappresentanza. Il maresciallo delle locali guardie di finanza, Virgi­lio Frau, che ha in custodia questi ambienti, disse che quadri e casse erano stati colà posti dalle autorità alleate americane, perché fossero tenuti a loro disposizione. Nelle stanze si trovavano inoltre riproduzioni fotografiche dello scritto autografo di Gabriele d'Annunzio: Aux bons chevaliers latins de France et d'ltalie. Il maresciallo Frau affermò che i materiali della mostra erano stati portati già incassati verso il febbraio-marzo 1 944; e che nei giorni della caduta della repubblica sociale fu visto il dott. Stampini, allora diret­tore della mostra, caricare più volte su di un furgoncino oggetti, che pare­vano quadri, tele e simili.

Il giorno 27 agosto visitammo in Gargnano i locali siti ai numeri 19 e 23 di via Roma, dove vedemmo arredi e mobili già dell'ex presidenza, una cassa con oggetti pertinenti a Mussolini, tra cui un gladio; due apparecchi radio; una copia dell'Enciclopedia italiana, e un duplicatore senza motorino. Non trovammo carte. Ordinammo che l'Enciclopedia e il duplicatore fossero trasportati a Brescia, per esservi riuniti con gli altri materiali d'archivio dell'ex presidenza.

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Purtroppo né a Gargnano né a Bogliaco potemmo rintracciare anche una soltanto delle numerose macchine da scrivere della presidenza e della consulta araldica inviate al nord. Non è da escludere che almeno in parte siano andate a finire negli uffici del municipio di Gargnano, nel locale CLN, in altri uffici, ed anche in case di privati. Segnalammo la cosa al mare­sciallo dei carabinieri di Gargnano, al sindaco, al rag. Labruna ed all'avv. Dordoni per le indagini del caso, e gli eventuali recuperi.

In quanto alle circostanze, che -portarono al deplorevole stato di disor­dine sopra messo in rilievo per i materiali d'archivio, le notizie forniteci dall'avv. Dordoni, dal rag. Labruna, dal dott. Rossi - uno dei funzionari della presidenza trasferito a nord - e dall'avv. Giovanni Falonni, che nel giugno eseguì nel palazzo Bettoni una ricognizione per incarico del CLN di Gargnano, sono, in sostanza, le seguenti.

Nell'aprile lo pseudo governo della repubblica sociale aveva ordinato il trasferimento degli uffici da Bogliaco a Monza. Il materiale d'archivio era stato perciò rinchiuso in casse. Ma il trasporto era stato impedito dal pre­cipitare degli avvenimenti. La mattina del 27 aprile il cap. Ambu, segretario particolare di Barracu, e le sue guardie, armi in pugno, espulsero il dott. Rossi ed altri funzionari della ex presidenza, come lui non iscritti al PNF, che si erano riuniti nel palazzo Bettoni col proposito di salvare le carte. II cap. Ambu e i suoi, insieme col capo dell'archivio Salvatore Mauro, si trattennero nei locali del palazzo tutto quel giorno, e forse anche il 28. Procedettero allora alla distruzione ed alla asportazione di una parte degli atti. Tracce di carte bruciate furono trovate in un caminetto ed infatti, nel riordinamento successivamente compiuto a Brescia, furono rinvenuti fogli di pratiche in parte abbruciate. Poi dei locali presero possesso i partigiani, ed infine nel palazzo Bettoni si acquartierarono gli americani. Il rag. La­bruna assunse le sue funzioni di delegato del commissariato per il recu­pero beni della ex presidenza solo alla fine di giugno. Ma soltanto il 6 luglio poté ottenere dall'autorità alleate, nella sua qualità di delegato, il permesso di accedere ad una prima ricognizione dei mobili e degli archivi della ex presidenza nel palazzo Bettoni, con diffida di asportarne qualsiasi oggetto. In tale ricognizione, compiuta in compagnia di un sottufficiale americano, e degli impiegati dell'ex presidenza Andreotti e Montenovi, il rag. Labruna trovò quasi tutto il materiale d'archivio in casse, alcune delle quali aperte, ed una parte sparso sui tavoli e per terra nella sala delle riunioni del con­siglio dei ministri dell'ex-repubblica sociale, nell'ufficio della ragioneria cen­trale e nell'ufficio del sottosegretariato di stato per l 'esercito del ministero delle forze armate. Anche i mobili erano in completo disordine. In occasione di un secondo sopraluogo compiuto il 7 agosto, insieme con un funzionario della corte dei conti, il dr. Saletti, incaricato di ritirare gli atti dell'ufficio riscontri della corte stessa riferentisi alla presidenza, il rag. Labruna con­statò che le condizioni di conservazione dei materiali d'archivio erano ulterior­mente peggiorate, e che molti altri documenti erano sparsi sui tavoli e per

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terra. A quanto si afferma, parecchie casse sarebbero state aperte e svuotate dai soldati americani, che ne avrebbero rovesciato il contenuto dove e com� capitava.

Il dr. Rossi asserisce inoltre, che prima ancora della costituzione del commissariato per il recupero dei beni dell'ex presidenza si recò a Bogliaco un tal rag. Passerelli, del servizio speciale riservato, il quale, con autoriz­zazione dell'AMG di Milano, potè accedere al palazzo Bettoni, ed asportarne alcuni fascicoli dell'ufficio predetto, che avrebbe portato a Milano per in­carico dello stesso AMG. Il dott. Rossi afferma ancora di aver sentito dire che un incaricato del Loyd triestino, autorizzato dal ministero per l'AI di Milano, ritirò dal palazzo Bettoni, in epoca che non so precisare, sette va­ligie di documenti probabilmente riguardanti i trasporti effettuati dall'AI, documenti che Barracu aveva incaricato un funzionario, Delisi, di esaminare. (Si veda l 'alleg. 5 ).

È da mettere in rilievo che, mentre i funzionari degli altri ministeri ri­masero sul posto, e quindi contribuirono alla salvaguardia degli atti e dei mobili, quelli addetti all'ex presidenza fuggirono quasi tutti dopo la caduta della pseudo repubblica sociale, abbandonando archivi ed arredi.

Tutto un concorso di circostanze, che spiega le infelici condizioni di conservazione, in cui trovammo gli atti degli archivi della presidenza, di­sordinati e frammischiati, in uno stato tale da rendere certa la supposizione che nel periodo tra la fine di aprile ed i primi di agosto si siano verificate a varie riprese manomissioni, distruzioni ed asportazioni. Manomissioni, e for­se dispersioni si dovettero verificare in tale periodo anche per le carte della consulta araldica, perché anche di esse si erano trovate casse aperte, do­cumenti disseminati per terra; e quando a Brescia procedemmo all'esame degli atti, si rintracciarono carte di pratiche diverse della consulta stessa frammischiate fra loro e con documenti degli altri archivi della presidenza.

Dobbiamo qui osservare che le nostre ricerche a Gargnano ed a Bogliaco incontrarono difficoltà anche in quanto gli impiegati addetti sul posto alla conservazione degli atti, e lo stesso rag. Labruna, avevano prestato tutti servizio negli uffici della pseudo-repubblica sociale, e ci diedero l'impres­sione che avessero interesse a coprire eventuali responsabilità personali e collettive.

Trasferitici a Brescia nel pomeriggio del 27 agosto, il comm. Tognoli ed il cav. uff. Meo cominciarono il lavoro di ricognizione del materiale, o già raccolto nei locali a pian terreno della scuola Edmondo De Amicis, o che vi veniva mano a mano trasportato dai locali di villa Orefici. Si trattava di un complesso di 143 casse e di 308 pacchi, oltre a due duplicatori, entrambi sprovvisti di motorino, (duplicatori « Sada » 1378 e 51 172). (Alleg. 6 ). Il la­voro si presentò subito difficoltoso, per ragioni che risultano ovvie da quan­to fu detto. Apparve fin dal principio evidente:

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l - che le casse ed i pacchi in cui erano stati raccolti a Bogliaco i documenti per il loro trasporto a Brescia, dovevano essere riaperti ad uno ad uno, ed il loro contenuto esaminato;

2 - che non era possibile procedere sul posto ad una minuta classi­ficazione analitica dei singoli atti, ed al relativo preciso accertamento di quelli mancanti, perchè ciò avrebbe richiesto mesi interi, e soltanto a Roma poteva esser fatto con la necessaria compiutezza; era quindi necessario con­tenere la classificazione nei limiti di �uri riordfnamento in linee generali.

3 - che era assolutamente necessario rinchiudere immediatamente il materiale, a mano a mano veniva esaminato, in altre casse e pacchi adatti al trasporto a Roma, senza attendere le decisioni della riunione di delega­ti governativi fissata a Milano per il 30 agosto, perchè l'attesa avrebbe por­tato ad un troppo lungo ritardo, dato che fra la riunione stessa ed il giorno presumibile dell'arrivo a Brescia delle casse da apprestare a Milano o a Torino sarebbe corso un tempo tale, da rendere senz'altro inevitabile un nostro ritorno a Roma senza aver nulla concluso;

4 - che le casse dovevano essere procurate d'urgenza in Roma stessa, perchè quelle aperte rimanevano quasi tutte in condizioni da non poter es­sere più utilizzate;

5 - che era urgente l'ausilio di personale adatto per battere a mac­china i numerosi elenchi relativi al contenuto delle singole casse, nonché per la confezione di queste, e di pacchi, ove le casse disponibili non fossero ab bastate.

Non fu agevole cosa superare le difficoltà in cui ci vedevamo posti. L'avv. Dordoni, con tutta la sua buona volontà, non ebbe modo di for­

nirci i mezzi di uscirne, all'infuori di pochi uomini di fatica, d'altronde ad­detti al trasporto dei mobili recuperati e perciò continuamente distratti per occuparsi del loro, anziché del nostro lavoro. Ci fu invece d'aiuto prezioso il comm. Gaetano Novelli, ispettore generale del ministero delle finanze, incaricato dal commissario per le finanze di Milano, dott. Osti, di curare le operazioni per la liquidazione dell'ex ministero delle finanze in Brescia. Il comm. Novelli ci mandò a diverse riprese parte delle casse richiestegli, togliendole da quelle che faceva allestire per il trasporto a Roma dei ma­teriali a lui affidati, quattro dattilografe ed un impiegato particolarmente esperto nella confezione dei pacchi.

Il comm. Tognoli ed il cav. uff. Meo poterlo così condurlo [sic] a ter­mine il lavoro, al quale si adoperarono con encomiabile alacrità dal pomerig­gio del 27 agosto alla mattina del 15 settembre. La loro fatica fu veramente assai greve. Continue difficoltà insorsero nella classificazione, sia pure in linee generali, degli atti, frammischiati come si presentavano in grande di­sordine nelle casse e nei pacchi aperti. Né essi potevano disporre, come accadde per altri uffici e ministeri, del concorso di numerosi impiegati non

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allontanatisi dal loro posto. Dovettero per di più sobbarcarsi anche ad un pesante lavoro fisico. Non potendo contare sugli uomini di fatica, spesso distratti, come dissi, dal continuo affluire alla scuola Edmondo De Amicis di autocarri carichi di mobili recuperati, Tognoli e Meo si videro costretti molte volte a provvedere essi stessi al trasporto di pesanti casse, alla loro apertura, all'allestimento di nuove casse valendosi del legname di quelle aperte, se ancora utilizzabili.

I materiali, esaminati e ordinati secondo i criteri di massima sopraindi­cati, vennero rinchiusi in 139 grosse casse ( 54 per le pratiche del gabinetto; 70 per le pratiche della consulta araldica; 15 per le pratiche dell'ufficio as­sistenza reduci). Ogni cassa fu contrassegnata con le sigle, rispettivamente, « PCM » (presidenza consiglio ministri) « PCMAR , « PCMRED >>, e col nu­mero progressivo (da l a 54 per il gabinetto; da 101 a 170 per la consulta araldica; da 201 a 215 per l'ufficio assistenza reduci. Nella- cassa n. 44 venne compreso il carteggio relativo al gabinetto dell'Africa italiana, che risiedeva presso l'ex presidenza. Detto carteggio venne esaminato dal dott. Grainz, dal rag. Spinola, delegati dal ministero stesso.

Nelle casse n. 51 e 52 furono chiuse carte di spettanza della ragioneria centrale dell'ex ministero delle finanze, che a Roma verranno sceverate da quelle proprie della presidenza, per la consegna a chi di ragione.

(Alleg. 7 ) Venute a mancare le casse, furono confezionati 63 pacchi in cui vennero rinchiusi stampati e registri vari. I due duplicatori senza mo­torino recuperati furono rinchiusi in gabbie di legno.

Tognoli e Meo redassero gli elenchi in triplice copia del contenuto di ogni cassa. Una copia venne rinchiusa nella cassa rispettiva ed una tenuta a disposizione degli ufficiali alleati, nel caso fosse giunta la loro commissione di controllo. Questa copia fu da me ritirata al momento del mio ritorno a Roma, potendosi allora considerare superata, come dirò, la riserva prima posta in merito. Infine fu compilato un elenco riassuntivo in due copie dei numeri delle casse e dei pacchi. Una di esse venne lasciata all'agente di PS Osvaldo Tarducci, consegnatario dei locali della scuola Edmondo De Amicis, per il controllo del carico a suo tempo delle casse e dei pacchi stessi, quando fosse venuta la data del loro trasporto sul treno per Roma. (Alleg. 8 ).

Per la mostra della rivoluzione io ebbi a Brescia jl 27 agosto un colloquio col capitano americano Coodman, dell'AMG di Salò, dal quale ottenni l 'auto­rizzazione a procedere ai lavori preliminari per le operazioni di trasferimento.

Il giorno 30 mi recai a Milano, per la seconda riunione dei delegati go­vernativi, presieduta, come la prima, dal conte Annoni e dal comm. Re, con la partecipazione del maggiore Bell, del capitano Mc. Cain e di altri ufficiali alleati. Furono discussi, sulla base dei dati raccolti i problemi relativi alle casse, al tonnellaggio alle stazioni di carico 1•

1 Cfr. nota n. 4 a pag. 106.

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Risultò allora tutta l'opportunità della risoluzione da noi presa di non !imitarci ad un'operazione semplicemente ricognitiva, ma di iniziare subito, senza attendere la nuova riunione, il lavoro definitivo, procurando sul posto i materiali ed i mezzi necessari. Infatti soltanto dopo questa riunione il conte Annoni impartì ad una impresa l'ordine di allestire le casse. Poiché il fabbisogno complessivo dei vari ministeri importava un totale di diverse migliaia di casse, non avremmo ricevuto quelle destinateci prima della fine di settembre o del principio di ottobre,-e nulla o ben poco si sarebbe trovato pronto al momento, previsto per la seconda metà di settembre, in cui i treni avrebbero cominciato il carico. Senza contare il pericolo di ulteriori disper­sioni al quale sarebbero rimasti esposti durante l 'attesa i documenti, una volta esaminati e riordinati, se fossero rimasti in casse o pacchi ormai aper­ti ed inservibili.

Nella riunione feci osservare che l'esperienza da noi compiuta aveva provato l'impossibilità materiale di munire le singole casse di sigilli, per la mancanza dei mezzi necessari. I presenti ne convennero. Fu stabilito che le casse sarebbero partite senza sigilli, così come erano inchiodate.

In quanto alla visita alleata di controllo il comm. Re informò che il capitano americano Ciforelli aveva ritirato diverse decine di casse da Val­dagno; ma che si poteva ormai ritenere superata la questione.

Il giorno 31 agosto ebbi a Milano un colloquio alla sede dell'AMG col capitano americano Mc. Cain e col capitano inglese Pinsent circa il trasferi­mento a Roma dei materiali della ex-mostra della rivoluzione fascista. Par­lammo inoltre di un'altra questione. Il capitano Mc. Cain aveva recuperato diverse carte di Gabriele D'Annunzio, tra cui una riproduzione fotografica di parte della corrispondenza mandata dal poeta all'ex-duce, e altro mate­riale concernente Mussolini. Ne aveva affidata la custodia, d'accordo col comm. Re, al prof. Baroncelli della biblioteca Queriniana di Brescia. Col comm. Re già mi ero inteso perché anche queste carte fossero trasferite a Roma. Nel colloquio venne stabilito che io le avrei trasportate da Brescia a Salò, per riunirle ai materiali della mostra ed alle altre carte dannunziane di Salò, per poi spedire tutto insieme all'Archivio di Stato di Roma.

Ritornato a Brescia, il quattro settembre mi recai insieme col comm. Novelli a Cremona, per procurarci altre casse, profittando del legname di recupero della corte dei conti, che l 'avv. Ravidà, inviato dalla corte stessa per le operazioni di trasferimento a Roma, metteva gentilmente a nostra disposizione.

Il 6 settembre mi recai insieme con l'avv. Dordoni a Salò, per dare gli ordini relativi a quel materiale. L'l l ed il 13 settembre procedetti a B:escia, insieme col prof. Baroncelli, alla ricognizione del materiale dannunzmno e concernente l'ex-duce conservato alla biblioteca Queriniana. Ne fu redatto un elenco in tre copie, delle quali una fu lasciata al prof. predetto. (Alleg. 9) . n giorno 13 tornai a Salò insieme con l'avv. Dordoni per trasportarvi questo

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materiale, che feci subito rinchiudere dal maresciallo Virgilio Frau in una cassa, insieme con le carte dannunziane già sul posto, nello stesso locale dove si trovavano conservati i materiali della mostra. Diedi inoltre ad un falegname le disposizioni opportune perchè fosse debitamente assicurata la chiusura dei cassoni e delle casse.

Nel trattempo avevo ricevuto comunicazione dal comm. Re che, per maggior garanzia di custodia, aveva pregato il comm. Guido Manganelli, soprintendente dell'Archivio di Stato in Milano, di accordarsi con me e col capitano Pinsent per trasporare al più presto il materiale di Salò all'Archivio di Stato in Brescia, e qui depositarlo fino al momento fissato per il carico sul treno.

Nel pomeriggio del 15 settembre ci trasferimmo a Milano, per riferire al conte Annoni, ed averne notizie sulla data fissata per il carico, e per met­terei in contatto col comm. Manganelli. Col conte Annoni parlai insieme con l'avv. Dordoni. Il conte ci comunicò che il treno destinato anche ai ma­teriali della presidenza e della mostra avrebbe iniziato il carico il 1° ottobre. Confermò che la questione del controllo alleato era superata.

Col conte Annoni presi inoltre gli accordi relativi ad una parte del nostro lavoro, che ancora rimaneva da espletare. A Gargnano ed a Bogliaco nulla avevamo trovato degli atti della segreteria particolare di Barracu. Ma da informazioni raccolte sul posto appariva che nell'aprile diverse casse erano state inviate da Bogliaco a Vedano al Lambro, nelle ville Tagliabue e Litta, dove si sarebbero dovuti trasferire gli uffici repubblicani di Bogliaco. Si sareb­be trovato di quattro casse con documenti politici della segreteria particolare di Barracu (archivio riservato), di due schedari e di parecchie casse con do­cumenti sul comportamento delle popolazioni italiane in colonia prima e dopo l'occupazione alleata, con fascicoli personali, e con notizie sulle vicende della guerra in Africa, e autografi di Mussolini, di Badoglio e di Graziani; oltre a due casse con argenteria della Camera e del Senato.

A Vedano al Lambro mi recai, su di una automobile messa a nostra disposizione dal conte Annoni, col ten. dott. Mario Befani della PS con­trollo traffico di Monza, e un agente di polizia, il giorno 17 settembre, insieme col cav. uff. Meo. A villa Litta, dove risiede un comando militare alleato nulla trovammo. Il custode Angelo Gaiani affermò che vi erano stati traspor� tati 14 tappeti, lo studio particolare dell'ex-duce, 10 o 1 1 studi in rovere, ma non casse di documenti. Forse casse di documenti erano state portate alla vicina villa ex-Zendalo, destinata a sede del consiglio dei ministri repubbli­cano dopo il disposto trasferimento da Bogliaco.

Nessuno incartamento trovammo alla villa Tagliabue, dove risiede l'AMG di Monza. Il proprietario, sig. Ettore Tagliabue, col quale parlammo a Monza, ci riferì che effettivamente al principio di aprile gli uffici di Barracu si dovettero insediare nella sua villa, o che Barracu stesso vi aveva fatto saltuarie apparizioni . Il 24 aprile il sig. Tagliabue ed alcuni partigiani erano

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entrati nella villa, dove non avevano trovato nulla, salvo traccie nella cucina di poche carte abbruciate nel camino. Nel pomeriggio avevano assistito, al momento della fuga dei repubblicani, alla partenza di tre autocarri carichi di materiale arrivato nella notte.

Il sig. Tagliabue nulla sapeva di casse di documenti giunte in precedenza. Era poi venuta la polizia americana, che aveva visitato tutti i locali; ma anch'essa nulla vi aveva trovato.

Ci portammo poi alla villa ex-Zendaio a Vedano al Lambro. Qui il cu­stode, Ettore Rossi, detto Pino, affermò che in aprile erano giunte da Bogliaco 15 casse di incartamenti e tre casse foderate in zinco, contenenti oro e le « corone » del Negus. Le casse erano state depositate nella villa, ma molti documenti erano stati poi bruciati per opera di funzionari venuti da Bogliaco, tra cui il dott. Delisi. Il resto era stato asportato dal CLN di Vedano al Lambro, del quale era presidente il sig. Enrico Vanzati, e consegnate al co­mando della divisione partigiana << Garibaldi ,, di Vimercate.

Recatici allora al municipio di Vedano facemmo chiamare il sig. Van­zati. Questi ci disse che parecchie casse di documenti erano state traspor­tate intorno al 10-12 maggio a Vimercate, e consegnate al generale Cadorna. Vi erano le tre corone del Negus, e documenti dell'AOI . Il gen. Cadorna ne aveva rilasciato ricevuta al comando della divisione partigiana << Fiume d'Ad­da ». Intorno a quell'epoca, sempre a quanto afferma il Vanzati, erano venute da Roma tre persone, che, dichiarandosi appartenenti al corpo volontario [sic] della Libertà, asportarono un pacco di documenti, senza rilasciare ricevuta; ed altre tre persone, che si dicevano mandate dal CLN di Genova, avevano ritirato, sempre senza rilasciare ricevuta, documenti, che asserivano riguar­danti quelle città. Non furono queste le sole asportazioni, a giudicare dalle notizie che lo stesso Vanzati aveva date al dott. Rossi che ci aveva preceduto a Vedano al Lambro per incarico del'avv. Dordoni. (Alleg. 10).

Nei locali del municipio erano rimaste soltanto una valigia di documenti, ed una cassa, nella quale il Vanzati aveva riposti documenti trovati nella villa ex-Zendalo sparsi per terra in seguito al saccheggio operato dalla popolazione nei giorni dal 25 al 27 aprile. Il Vanzati aggiunse che pochi giorni prima del nostro arrivo si era recato a Milano da un certo maggior Roccatelli, in via Albania 36 (telef. 67572), per chiedergli come doveva regolarsi con questi documenti, dato che gli inglesi già quattro volte erano venuti a domandare informazioni sulle << corone » del Negus. Il maggiore era assente. Un'altro ufficiale, in borghese, aveva detto al Vanzati che li portasse al Rocatelli.

Il cav. uff. Meo, eseguito un accertamento, oltre alla valigia ed alla cassa, dalla quale ricavò sei pacchi di documenti, trovò numerosi stampati. Decidemmo di prendere senz'altro con noi la valigia ed i pacchi di docu­menti rimasti, e di trasportarli a Milano, per darla in consegna al comm. Guido Manganelli, soprintendente di quell'Archivio di Stato, nell'attesa di tra­sferirla a Brescia perché fosse riunita con gli altri materiali della presidenza.

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In merito venne redatto il verbale di cui all'allegato 1 1 . In quanto agli stam­pati, incaricammo il sig. Vanzati di richiuderli in una cassa, che sarebbe poi stata ritirata a suo tempo.

Il trasporto a Brescia della valigia e dei pacchi recuperati a Vedano era stato stabilito per il 1 9 settembre. Con noi doveva venire anche il comm. Guido �anganelli. In tale occasione ci saremmo spinti sino a Salò, per accer­tare se rl lavoro per i materiali dell'ex-mostra e dannunziani erano stati de­bitamente compiuti. Ma venutoci a mancare l'automezzo richiesto, quel gior­no soltanto io potei recarmi a Salò. Qui, da Brescia, mi accompagnò l'avv. Dordoni. A Salò trovai il lavoro ultimato. Venne redatto il verbale di cui al­l 'alleg. 12.

Non potemmo avere l'automezzo necessario neppure per il giorno 20. Il comm. Tognoli nella mattina del 21 procedette nei locali dell'Archivio di Stato in Milano all'inventario dei documenti contenuti nella valigia e nei �acchi (si veda nell'alleg. 8 ). Nel pomeriggio dello stesso giorno egli ed Il cav. uff. Meo ripartirono per Roma.

Finalmente il giorno 22 ebbi l'automezzo desiderato, col ten. Befani ed un agente di polizia. Insieme col comm. Manganelli mi recai a Brescia. Par­lammo con l'avv. Dordoni, il quale mi informò che il materiale della presi­denza e della mostra sarebbe stato caricato sul treno il 6 ottobre non essen­dovi posto disponibile su quello in carico l'l ottobre. L'avv. Dordoni prov­vide perchè un autocarro si portasse subito a Salò, per trasferirne a Brescia quel materiale. Nella scuola Edmondo De Amicis i documenti trasportati da �ed�no al Lambro furono rinchiusi, alla presenza del comm. Man

.ganelli

e mm, m una cassa, da unirsi alle altre già pronte della presidenza come n. 55 del gabinetto. A Salò, sempre insieme col comm. Manganelli, assistetti al carico del materiale della mostra e delle carte dannunziane, ed alla par­tenza dell'autocarro inviato da Brescia tale scopo. In merito fu redatto il ver­bale di cui all'alleg. 12.

Nella serata passai ancora da Vedano al Lambro, dove comunicai al signor Vanzati che la cassa di stampati rimasta in sua consegna, giusto accordi da me presi in precedenza a Milano col conte Annoni, sarebbe stata �rasferita a cura del ten. Befani nei locali dell'ex ministero della guerra m Monza. Il conte Annoni avrebbe in seguito provveduto al suo trasporto definitivo a Roma. -

La mattina del 25 settembre ripartii anch'io per Roma, su di un'auto­mobile, col ten. Befani e un agente di polizia. La macchina fu messa cor­tesemente a mia disposizione dal conte Annoni, la benzina relativa venne acquistata con regolare autorizzazione rilasciatami dall'AMG di Milano.

È doveroso che io segnali l'esistenza nei vari depositi da noi visitati a Gargnano e nella scuola Edmondo De Amicis di Brescia di una grande qua�tità di a�redi e di mobili appartenenti alla ex-presidenza, alla ex-segreteria particolare dr Mussolini, e di mobili e masserizie requisite per gli alloggi dei

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funzionari trasferiti al nord. Nella scuola Edmondo De Amicis si trovano anche una grande macchina cinematografica ed un pianoforte Anelli, già di proprietà dell'ex-duce. Si tratta di beni di ingente valore. Si prospetta quindi l'opportunità che sia fatto presente al provveditorato generale dello stato l'urgenza di inviare sul posto funzionari incaricati del recupero di questo cospicuo patrimonio mobiliare, tanto più che tra le popolazioni locali, ed anche tra le stesse autorità locali, è opinione prevalente che tali arredi e mobili si debbano considerare preda_ bellica, da distribuire fra i sinistrati del luogo.

Debbo anche segnalare che il delegato del provveditorato generale della stato alle riunioni di Milano pregò che fossero indicati al provveditorato stesso le macchine da scrivere e i duplicati recuperati. Purtroppo, come di­cemmo, nessuna macchina da scrivere fu da noi recuperata, ed anche di questo sarebbe opportuno si occupasse direttamente il provveditorato me­diante propri incaricati. In quanto ai due soli duplicatori recuperati, senza motorino, precisammo a pag. 8 che si tratta di « Sada », n. 1378 e 5 1 172.

Devo inoltre far presente che nel palazzo Bettoni esiste una cassaforte nella quale sarebbero conservati taluni documenti contabili. Le chiavi sareb­bero conservate dal sindaco di Gargnano e dal rag. Labruna. (Cf. Alleg. 7) .

In possesso ed in consegna del rag. Labruna a Gargnano sono state la­sciate le pratiche, di cui all'alleg. 13, che a lui erano necessarie per le operazioni di recupero dei mobili e materiali domestici, a suo tempo forni­ti in uso ai funzionari. All'alleg. 14 unisco un appunto per il commissariato recupero beni della ex-Presidenza, da me consegnata all'avv. Dordoni, in merito alle macchine da scrivere, ed a materiale di cancelleria constatato esistente a palazzo Bettoni, e che, nonostante le intese col rag. Labruna e le nostre insistenze, non venne poi trasportato alla scuola Edmondo De Amicis.

Prima di chiudere tengo ad esprimere la nostra gratitudine per la squisita gentilezza del conte Annoni, e per il suo interessamento alla felice riuscita della nostra missione. Animato dalle migliori intenzioni si mostrò l'avv. Dar­doni, pur tra le molteplici difficoltà che gli derivano, nell'assolvere i suoi compiti di commissario, dalla scarsità dei mezzi e dalle particolari condizioni del momento.

Degno di elogio il maresciallo Virgilio Frau, delle guardie di finanza di Salò, ottimo elemento, alla cui avvedutezza senza dubbio si deve molto per la conservazione del materiale della ex-mostra.

Mi è infine un grato dovere segnalare lo zelo e la diligentissima ed intel­ligente premura e competenza, che il comm. Tognoli ed il cav. uff. Meo spiegarono nel dare il loro concorso, che fu veramente prezioso, e nell'af­frontare con lieta serenità anche gli sforzi fisici cui dovettero sottoporsi.

Copia. È conservata in UCAS, fase. 8947.5 cit.

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44 . Il commissario agli Archivi, Re, alla presidenza del consiglio.

Rmna, 8 ottobre 1945

Recupero materiale d'archivio.

Si prevede che con la metà del prossimo mese di novembre potrà con­siderarsi definitivamente compiuta l 'operazione di trasporto a Roma delle grandi masse organiche di materiale d'archivio dislocato nel nord d'Italia: quel materiale che, rimasto giacente presso i rispettivi uffici e in custodia di essi, era stato poi affidato a speciali commissari del CLN ed è stato poi potuto trasferire a Roma mercè la valida collaborazione di questi ultimi e la concessione - da parte degli alleati - d'un treno per settimana. _

Sarà così risolta la più grossa delle questioni - quella appunto delle masse - ma ne rimarrà un'altra, quantitativamente minore, ma pure im­portante per la quale sarà assai più difficile istituire una ricerca sistematica, com'è stato possibile per le grandi masse: la questione del materiale frammen­tario e disperso, senza, per così dire, sicuro recapito.

In primo luogo vanno presi in considerazione, a questo proposito, i documenti che, per via normale affluiscono - in occasione sopratutto di sequestri e simili - negli uffici degli attuali organi giudicanti e investi­gativi, e che - se non indispensabili alla funzione di questi - sembrerebbe opportuno venissero passati, appena possibile, ad un organo a carattere puramente conservativo.

Tale sembrerebbe il caso - tanto per offrire un esempio - di quelle lettere dell'ex-duce, indirizzate al conte Volpi nella sua qualità di ministro delle finanze, ritrovata nella cassaforte di quest'ultimo, a quanto hanno riferito di recente i giornali, in occasione del sequestro dei suoi beni.

Lettere che, data la carica allora rivestita dai due corrispondenti, non possono considerarsi se non tipici « atti di stato >> , e che, come tali, potreb­bero essere senz'altro versati negli Archivi dello Stato.

Ma per atti del genere, e nelle condizioni che abbiamo indicato, si potrà sostenere che, quando che sia, essi sono pur sempre destinati ad essere immessi negli Archivi dello Stato, dopo un determinato numero d'anni e quando gli organi di cui sopra - e quelli da cui dipendono - avranno defi­nitavamente esaurito il loro compito.

Di maggior gravità è indubbiamente il caso degli atti extravagantes, che cadono fuori di qualunque controllo dello stato e che, rimanendo nelle mani di privati, rischiano d'essere manomessi o dispersi e d'andare defini­tivamente perduti.

Le ragioni di tutto questo sono molteplici, e si riportano alle condi­zioni generali del paese negli ultimi mesi, quali lo stato di guerra anzitutto, la divisione del territorio in zone sottoposte a governi e amministrazioni

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diverse, l 'acerbità delle lotte civili, i disordini che ne derivano, in fine -conseguenza inevitabile di quanto sopra - la momentanea carenza del­l 'autorità dello stato.

. _Più d'una volta ho ritenuto mio dovere, come commissario agli Archivi,

ncluamare l'attenzione dell'autorità superiore sugli inconvenienti derivanti dalla negligenza, dall'abbandono, dalla usurpazione e dall'uso arbitrario da parte di privati, partiti, giornali quotidiani etc., di documenti di carattere politico dell'ultimo ventennio provenienti da uffici pubblici, e sopratutto dagli archivi dei gerarchi.

La direzione generale della PS, interessata in occasione d'un fatto particolare, rispose l'ottobre dell'anno scorso, con la lettera di cui si unisce copia l, assicurando che non avrebbe mancato di « avvertire tempestiva­mente del sequestro di carte, documenti od archivi che dovessero essere rinvenuti in occasione di arresti di gerarchi del cessato regime, per le neces­sarie misure di conservazione di carte e documenti aventi interesse per­manente per lo stato >>, ma di quella promessa non si è visto, veramente fino ad oggi, alcun pratico effetto.

Più di recente, in seguito ad altra sollecitazione, il gabinetto del mini­stero dell'interno diramò la circolare di cui si unisce copia, redatta forse in termini troppo generali, e che perciò appunto rimase anch'essa senza effetto, tanto che chi scrive ritenne opportuno d'insistere con la lettera 30 aprile di cui parimenti si unisce copia 2•

Dopo d'allora, anche a causa degli avvenimenti e cambiamenti politici seguiti subito dopo, la questione non fece un passo innanzi, e solo essa venne ripresa da un quotidiano romano in un articolo: Gli Archivi dei ge­rarchi 3 che crediamo opportuno segnalare perché riassume in modo esau­riente i termini della questione, quale si presentava allora.

Intanto l'abbandono, l 'usurpazione e l'uso arbitrario, cui abbiamo accen­nato innanzi, seguitava e séguita come prima, indisturbato: dal mese di maggio, ai giornali romani si sono anzi affiancati quelli milanesi gareg­giando nella pubblicazione di documenti sensazionali: diari, rapporti, lettere, rivelazioni, perfino conversazioni telefoniche intercettate etc.

Si può dire che non passi giorno che, scorrendo le colonne dei vari giornali, non si trovi il testo o la fotografia di qualche documento, più o meno importante, la cui pubblicazione è stata il più delle volte annunziata preventivamente e convenientemente propagandata per aumentare le vendite. Il « documento >> è diventato nei giornali d'oggi, ciò che in quelli di ieri era la notizia scandalistica, e ha in fondo la medesima e non alta missione pub­blicitaria.

Recentissimamente poi, com'è noto, il giornale Avanti ! ha iniziato, a pun-

1 Vedi la nota in calce al documento, a pag. 122. 2 Vedi la nota in calce al documento, a p. 122. 3 Non firmato, fu pubblicato in La tribuna del popolo del 12 maggio 1945: cfr. nota in calce al

doc., p. 122.

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tate, la pubblicazione del processo di Verona 1• Ora, se per gli altri docu­menti è lecito, in molti casi, parlare di documenti di archivi privati, e sofi­sticare quindi sull'applicabilità o meno dell'art. 13 della legge sull'ordina­mento degli Archivi, per quanto riguarda invece un processo, ogni dubbio è impossibile 2 •

L'art. 14 della stessa legge, ripetendo, del resto, quel che aveva già detto l'art. 80 del vecchio regolamento del 1 9 1 1 , dichiara che i processi giu­diziari penali sono pubblici dopo 70 anni dalla loro conclusione e gli articoli 684 del codice penale e 164 di quello di procedura penale completano quella disposizione, per quanto riguarda la pubblicazione, fatta eccezione, s 'intende, della sentenza che è di sua natura pubblica e rimane sempre tale fin dalle origini.

In contradizione con tale principio, senza alcuna autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria e senza - a quanto pare - preventiva informazione di autorità di qualunque genere, il processo di Verona è invece pubblicato, e séguita ad essere pubblicato tranquillamente, sulle colonne di un giornale italiano, con tanto - per colmo d'ironia - di copyright dell'Avanti ! e della « Reuter " ·

In fine, proprio di questi giorni, si è iniziata sul Risorgimento liberale, con speciali abbonamenti a fine d'anno, e col copyright, questa volta, dello stesso Risorgimento e dell'<< Internazional News Service », la pubblicazione di lettere scambiate durante la guerra fra Hitler e Mussolini : lettere a cui, quale ne sia la provenienza, è difficile non riconoscere il carattere di atti di stato per eccellenza 3•

Naturalmente molte ragioni, e molte accuse, se non giustificazioni, pos­sono addursi di tali fatti.

La prima è che si tratta di documenti non custoditi, ma trovati, il più delle volte, abbandonati come res nullius. La seconda che la loro pub­blicazione, intesa a illustrare gli errori e i delitti del regime fascista, può rientrare in un programma di opportuna propaganda politica.

Tutto questo, e molto altro che si potrebbe dire in proposito, se indub­biamente può attenuare, in casi determinati, le responsabilità particolari, non elimina l'esistenza del problema, né esime lo stato dall'obbligo di inter­venire.

II problema riguarda sia gli atti provenienti dagli archivi dei così detti gerarchi che quelli che provengono dagli archivi stessi dello Stato; e li ri­guarda sia per quanto si riferisce alla loro « disponibilità ->> che per quanto si riferisce alla loro « pubblicità ».

1 La verità sul processo di Verona, pubblicato a puntate sull'Avanti ! dall'11 settembre al 12 ottobre 1945 (nei numeri dell'Il, 12, 15, 18, 20, 22, 23, 26, 27 settembre; 3, 6, 9, 11 e 12 ottobre).

a Cfr. nota n. 2 a pag. 36. 3 Il carteggio segreto fra Mussolini e Hitler, in Risorgimento liberale del 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12, 13, 14,

17, 18, 19, 20, 21, 24, 25, 27, 28 ottobre; 1, 4, 10, 11, 14, 15, 16 novembre 1945.

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Recupero archivi

È evidente che di fronte ad esso lo stato non può restare più oltre indif­ferente, lasciando che questi atti, oltre che andare forse perduti, rischino di diventare anche oggetto di speculazione e di commercio, e siano infine pubblicati, senza controllo alcuno da parte sua.

Come giustamente rilevava infatti l'organo comunista, l'Unità, nel suo numero del 27 luglio dell'anno scorso, scrivendo allora a proposito del me­moriale Ciano, « tutti i documenti d'interesse nazionale, siano essi di natura privata o ufficiale, . . . non appartengono a chi li possiede o li tiene in con­segna, per proprio conto o altrui. Essi appartengono allo stato ». E a�c?ra: « è necessario dichiarare, nel modo più esplicito, che tali documenti, d1 mie­resse nazionale, non possono per nessuna ragione rimanere in possesso di privati cittadini, e che la loro occultazione, o il loro impiego a fini privati o di parte, debbono essere considerati gravissima colpa » 1•

Si potrebbe anche pensare che - per ragioni politiche contingenti -lo stato potesse credere opportuno d'incoraggiare esso stesso la pubblica­zione di determinati documenti sottoposti normalmente a divieto; ma questo non dovrebbe mai avvenire, a ogni modo, senza saputa o senza autorizza­zione dello stato; e se mai, in forza d'una nuova disposizione di legge che modificasse l'antica e stabilisse una eccezione temporanea.

Tutto insomma, meno l'assenza e l'indifferenza dello stato. Ma c'è poi una ragione sussidiaria per racèomandare che lo stato segua

e assuma una sua chiara politica per quanto riguarda la disposizione e la pubblicità dei documenti e degli archivi dell'ultimo ventennio. . . .

È noto che una parte - la più notevole - di quei documenti e dr quegli archivi è nelle mani degli alleati.

Essi annunziano ora d'aver formato una speciale organizzazione desti­nata a studiare, d'accordo, quei documenti e quegli archivi: e già da questo mostrano l'importanza che va ad essi attribuita.

Lo stato italiano non può pertanto rimanere troppo indietro a un simile esempio; esso deve fare, per carità di patria, quello che, per motivi natural­mente diversi, gli stranieri si preparano a fare per le memorie della su� storia recente; esso deve essere primo e presente nella custodia e nella dr­fesa degli atti dell'ultimo ventennio, e deve saper comunicare la sensa­zione che, anche per questa parte, esso ha saputo mettere ordine in casa propria. . Solo dopo questo, ed in questo, esso troverà infatti la forza morale d1 richiedere poi la restituzione degli atti ed archivi di straordinaria importanza che, come è noto, gli alleati detengono e che, come tutti gli altri, dovunque si trovino, appartengono allo stato italiano e al territorio dove sono nati e cresciuti.

1 Si riferisce all'articolo Vanità e interesse del memoriale Ciano, firmato « Calibano », ne L'Unità del 27 luglio 1944.

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Concludendo, le proposte pratiche che si crede pertanto opportuno rac­comandare sono le seguenti:

1 - istituire una ricerca sistematica e una rigorosa ricognizione del ma­teriale frammentario rimasto, per qualunque motivo, fuori dei limiti della grande operazione di trasferimento da nord che, come s'è detto a principio, avrà termine alla metà di novembre: riunendolo, ove possibile, alla serie di cui faceva parte originariamente o disponendone il versamento negli Ar­chivi dello Stato: valendosi in questo, per la parte tecnica, dell'opera del commissario agli archivi.

2 - richiamare l'attenzione dell'autorità giudiziaria sulla opportunità di intervenire, ogni qualvolta risulti evidente l'infrazione delle norme di legge in vigore sulla pubblicità degli atti.

3 - invitare l'autorità di PS a comunicare tempestivamente tutte le no­tizie che possono conferire ai fini di cui ai precedenti numeri 1 e 2.

4 - esaminare eventualmente, in fine, di quali documenti o serie di do­cumenti, lo stato stesso potrebbe attuare, promuovere, o permettere la pub­blicazione nell'interesse della verità e per illuminare sempre meglio l'opinione pubblica italiana sui fatti e misfatti dell'ultimo ventennio : modificando, se necessario, la legge esistente sugli archivi e la pubblicità di atti.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2, no 10100, s. fase. 4 cit. Al documento sono allegate le seguenti lettere (che qui non si pubblicano): l) copia di lettera del capo della polizia, Ferrari, all'ufficio centrale archivi di Stato, del 9 ottobre 1944 sugli « archivi di gerarchi fascisti »; 2) copia di lettera di Bonomi, del 20 marzo 1945, sugli stessi archivi, diretta al ministero di grazia e giustizia, alla direzione generale di ps, al comando generale dei carabinieri e ai prefetti; 3 ) copia di lettera di Re al gabinetto del ministero dell'interno, del 30 aprile 1945, sullo stesso argomento. Il quarto allegato è una copia di giornale La tribuna del popolo, di cui alla nota 3 di p. 1 19. Cfr. anche lettera del 15 dicembre 1945, di Re e una circolare della presidenza del consiglio (firmata da Arpesani, sottosegre1 ario) dell'8 gennaio 1946, sulla tutela dei documenti di pertinenza dello stato, cd in particolare di quelli dei gerarchi (ibidem).

45. Il sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio, Amendola, a tutti i ministeri e dicasteri centrali.

Circolare Roma, 11 ottobre 1945

Archivi dei ministeri.

Con la fine del corrente mese avrà inizio il totale trasferimento a Roma degli archivi dei diversi ministeri a suo tempo asportati dallo pseudo governo

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Recupero archivi ----------- --------------------- ---------------------------

fascista repubblicano. Si prevede che l'operazione potrà essere ultimata nello spazio di due o tre mesi 1 •

È quindi opportuno affrontare fin d'ora la questione della ricezione, sistemazione e destinazione definitiva di tali archivi.

Nell'ingente massa di materiale possono distinguersi, con criterio larga­mente approssimativo, tre parti :

a) la prima, costituita dagli atti- che interessano il lavoro corrente delle singole amministrazioni;

b ) la seconda, che comprende gli atti, che pur non avendo più interesse per il lavoro attuale, conservano un'importanza dal punto di vista storico;

c) la terza, costituita dagli atti che, non avendo importanza storica, hanno cessato, altresì, in ragione del tempo trascorso, di avere un qualsiasi interesse amministrativo.

Al ritorno di questa massa indiscriminata alle rispettive sedi dovrà quindi attuarsi al più presto, il lavoro di ricognizione, revisione e disposi­zione, destinato, tra l'altro, a mettere in valore il materiale recuperato con grave spesa ed a ricavarne tutto l'utile possibile.

A tal fine occorrerà che ogni amministrazione si proponga il programma seguente :

a) eliminare tutto il materiale completamente inutile; b) riconsegnare agli uffici, epurato e quindi snellito e meglio utilizzabile,

quanto interessa il lavoro corrente delle amministrazioni; c) versare agli Archivi di Stato il materiale che, avendo cessato di

avere interesse per l'attività dell'amministrazione, conserva un valore penna­nente ai fini della ricerca storica.

Affinché tale complessa opera si svolga con tempestività ed uniformità di criteri, è opportuno che siano richiamate in vita le ordinarie commissioni di scarto previste dall'art. 69 del regolamento sugli Archivi 2 dove, a lato

1 In Pres. cons., fase. 1 . 1.2, n. 10100, s. fase. 5, è conservato anche il carteggio sulle vicende dei singoli archivi trasferiti al nord.

Il quadro complessivo del materiale raccolto al nord e trasportato a Roma è in una relazione di P. M. Annoni di Gussola, vice-commissario al ministero interno ad E. Re del 21 febbraio 1946, in UCAS, fase. 8947.5 cit.

2 L'art. 69 del R. D. 2 ottobre 1911, n. 1163 " regolamento per gli Archivi di Stato », così recita al 2° comma:

• . . . Quali siano gli atti da eliminare sarà dichiarato, per iscritto, da una commissione designata di volta in volta dal n1inistro competente, con1posta, per ]e amministrazioni centrali, di due funzionari superiori dell'amministrazione alla quale gli atti appartengono, e del sopraintendente dell'Archivio del Regno e per le magistrature ed amministrazioni non centrali, di impiegati dell'ufficio al quale gli atti appartengono . . . »,

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di sperimentati funzionari delle singole amministrazioni, figuri - come di regola - un rappresentante degli Archivi di Stato per la valutazione della eventuale importanza storica dei documenti ed un rappresentante dell'alto commissario per le sanzioni contro il fascismo per la valutazione dei do­cumenti stessi ai fini dell'epurazione.

Tra i minori, ma non trascurabili vantaggi dell'attuazione del programma anzidetto, sono da rilevarsi la possibilità di liberare i locali dei ministeri da un inutile ingombro e di fornire alla croce rossa italiana un considerevole gettito di carta da macero, oggi altamente pregiata.

In Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, no 10100, s. fase. 5 cit., la circolare è indirizzata anche all'alto commissariato per l'igiene e la sanità pubblica, agli organi dipendenti della presidenza del consiglio, dell'alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo.

46. Il commissario capo della commissione alleata, Stone, al presidente del consiglio, De Gasperi.

[Roma], l aprile 1946

My dear mr. prime minister,

forwarded to you herewith is a copy of the final report on italian archives, prepared by the monuments fine arts and archives sub-commission of this headquarters 1•

In the period on which we are now entering, the italian archives service, like so many other branches of the national administration, will face urgent problems of post-war reconstruction. This being so, it is possible that you may like to consider the following suggestions, based on the experience of officers of this commission who have been concerned with the protection of italian archives during, and subsequent to, the war.

l - General. It is felt that the provisions of the nuovo ordinamento degli Archivi of 1939 are in generai highly useful and that, potentially, they piace Italy well to the fore amongst european states in the practice and technique of archive administration. In fact, however, you will be aware that there had scarcely been time before the war to implement some of the most important of these provisions, especially those relating to private archives. You may, therefore, feel that the target to be aimed at now is the effective implementation of this law.

1 Pubblicata nella III parte.

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Recupero archivi

2 - Central archive authority. In this connection it is clear that the centrai archive authority of the kingdom will have great importance, since it will have the responsibility of initiating administrative procedures to render the law effective.

It also seems clear that the decrees of 21st september and 19th october 1944, which substituted a single responsable official, the commissary of State Archives, for the former consiglio, were thoroughly justified by the circumstances of the period 1• The necessity for rapid, day-to-day decisions and constant co-operation with this commission rendered highly desirable the temporary concentration of authority in one man; and the success of the measure was assured by the special qualities of commendatore Re, who was chosen for the position of commissary.

With the return to normal conditions, it may be that consideration should be given to the restoration of the consiglio. A carefullg selected body of that sort could no doubt have great value, in an advisory capacity and for the determination of broad questions of policy. Even if the consiglio were reconstituted, however, it would appear that the need would still remain for a permanent administrative head of the archives service - whether called commissary or by some other name. You may think it desirable that this position should continue to be held by a professional archivist, and that commendatore Re's appointment as commissary should be regarded as establishing a precedent that might very well be followed.

As to the government department to which the commissary is respon­sible, and of which his office forms part, the present arrangement which brings him within the ministry of the interior has always appeared to this commission to work very satisfactorily. It is worth adding, however, that from its nature the commissary's office stands a little apart from any single ministry. It might perhaps be desirable, therefore, that, though within the ministry of the interior, he should continue to enjoy a measure of inde­pendence and, in particular, should be allowed and encouraged to maintain dose contact with the presidenza del consiglio.

3 - The superintendencies. The bulk of the work of post-war recon­struction will necessarily fall on the nine regional superintendencies, set up by the law of 1939. This being so, you may wish to consider the possi­bility of strengthening the position of these recently constituted offices. In particular, it seems to be asking a good deal of one man that he should hold the position of superintendent and director of an Archivio di Stato at the same time; and you may feel that a solution to the problem could best be found by separating the two offices.

In the event of this separation of functions not being immediately

1 Si tratta del decreto del presidente del consiglio e ministro dell'interno, Bonorni, del 19 ottobre 1944, in cui Re era nominato commissario per gli archivi del regno con i poteri del d.l.l del 21 settembre 1944, n. 236, che aveva sciolto il consiglio superiore e la giunta per gli archivi dei regno.

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Uocumenu

possible, as an interim measure, secretaries of superintendencies might perhaps be appointed from among the younger members of the archivists' profession. Y ou would no doubt expect these men to take a great deal of the work of inspection of local and private archives of the superintendent's shoulders. That would necessitate their being mobile, and it would therefore be most advantageous that each superintendency should have a motor car at its disposal, as in the case of the superintendencies of monuments.

You may think that a greater delegation of authority to the super­intendents would be in keeping with generai governmental policy. The praticability of increasing the superintendents' powers in this way would depend, however, or the effective reorganisation of their position, as de­scribed above.

4 - Staff. It is desired to compliment the italian government on its archives service, which has deeply impressed officers of this commission by the efficient way it has functioned in circumstances of great difficulty. At the same time, the fact must be faced that he decentralisation of italian archives makes necessary a relatively large number of archivists, and that those at present available are in fact a bare minimum. The possibility is therefore mentioned of a full inquiry into methods of recruitment and trai­ning, and a consideration of whether salaries can be raised to a higher level. Some action of this kind may perhaps be thought necessary if the pro­fession is to continue to obtain the right sort of men in sufficient numbers.

5 - Modern administrative archives. It would not be appropriate to attempt to deal in the present letter with any of the many detailed problems of reconstruction - alike of premises and of actual archives - that will arise during the coming wnths. One matter is of sufficient generai signi­ficance, however, to justity mention. As you are aware, the responsibility for the return to Rome of the mass of ministerial archives, carried north by the republican government, was shared between the commissary of state archives and archives officers of this commission. The satisfactory nature of this large-scale transfer seems certainly to have been due to its having been carried out under the guidance of professional archivists, whose training and technique is applicable to accumulations of modern documents no less than to repositories of historical archives. Though individuai mi­nistries will no doubt continue to administer their own archives of this category, war-time experience would seem to show that archives service can do much, in a supervisory and advisory capacity, to make sure that these important records are as well kept as the more ancient archives of Italy.

In Pres. Cons., fase. 1 .1 .2., n. 10100, s. fase. 5.23: nello stesso fascicolo è conservata la traduzione in italiano.

Altro esemplare della traduzione, in UCAS, fase. 8912.152 cit., cart. « Patrinwnio sto­rico-archivistico. Relazione inglese e germanica >> . Nei citati fondi è conservata ar.che la

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Recupero archivi

minuta dattiloscritta della risposta di De Gasperi, del luglio 1946. Non risulta che questa sia stata spedita: d'altra parte, un esemplare di essa, dattiloscritto e con varianti ri­spetto al testo che qui pubblichiamo, è inserito nell'esemplare del « Rapporto finale », conservato in Commissariato per l'epurazione, tit. 1 .62 « Recupero degli archivi trasferiti al nord "·

Diamo qui di seguito il testo della traduzione italiana:

,, Caro signor presidente,

trasmetto una copia del rapporto finale sugli archivi italiani, preparato dalla sottocommissione monumenti, belle arti e archivi di questa commissione.

Durante il periodo nel quale stiamo entrando il servizio italiano archivi, come tante altre branche dell'amministrazione nazionale, prospetterà urgenti problemi di ricostruzione post-bellica. Così stando le cose, ritengo possibile che Ella prenda in considerazione i seguenti suggerimenti, basati sull'esperienza di ufficiali di questa com­missione che sono stati incaricati della protezione degli archivi italiani durante e dopo la guerra.

1 - Considerazioni generiche. È noto che le disposizioni del nuovo ordinamento degli Archivi del 1939 sono in genere grandemente utili e che, potenzialmente, esse pon­gono l'Italia alla testa delle nazioni europee per quanto riguarda la pratica e la tecnica sull'amministrazione degli archivi. Di fatto, però, Ella si renderà conto che vi era stato poco tempo disponibile prima della guerra per attuare alcune fra le più importanti di dette disposizioni, specialmente quelle relative agii archivi privati. Ella, perciò, potrà ritenere che lo scopo cui si dovrà tendere ora sia l'effettiva applicazione della legge in questione.

2 - Autorità dell'ufficio centrale. A questo riguardo è chiaro che l'autorità dell'uffi­cio centrale degli archivi avrà grande importanza, in quanto che avrà la responsabilità di iniziare i procedimenti amministrativi per rendere la legge effettiva.

Sembra anche chiaro che i decreti del 21 settembre e del 19 ottobre 1944, che istitui­rono un solo funzionario responsabile, il commissario degli Archivi di Stato al posto del precedente consiglio, furono pienamente giustificati dalle circostanze del tempo. La neces­sità per una rapida, quotidiana decisione e costante collaborazione con questa commis­sione rese altamente desiderabile la temporanea concentrazione dell'autorità in un solo uomo, e il successo del provvedimento fu assicurato dalle speciali qualità possedute dal comm. Re, il quale fu scelto come commissario.

Con il ritorno alla normalità, potrebbe ritenersi necessario prendere in considerazione il ripristino del consiglio. Un corpo attentamente scelto di tal genere potrebbe senza dub­bio avere grande valore, sia in qualità consultiva che per la determinazione di ampie que­stioni di massima. Tuttavia anche se il consiglio fosse ricostituito, apparirebbe manifesto che vi sarebbe ancora bisogno di un capo amministrativo permanente degli Archivi di Stato, non importa se chiamato commissario o con altro nome. È probabile che Ella poss-a ritenere desiderabile che un tale posto continui ad essere ricoperto da un archivista professionale e che la nomina del comm. Re a commissario debba essere considerata come costituente un precedente che potrebbe essere seguito.

Per quanto riguarda il dicastero governativo verso il quale il commissario è respon­sabile, e di cui il suo ufficio fa parte, il presente assetto che lo fa dipendere dai ministero dell'interno è sempre sembrato a questa commissione essere molto soddisfacente. È ne­cessario aggiungere tuttavia che data la sua natura l'ufficio del commissario resta un po' distaccato da qualsiasi singolo ministero. Sarebbe forse desiderabile perciò che, sebbene alle dipendenze del ministero dell'interno, egli continui a godere di un certo grado di indipendenza e, in particolare, avere il permesso ed essere incoraggiato a mantenere stretti contatti con la presidenza del consiglio.

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3 - Le sopraintendenze. Il peso dell'opera di ricostruzione post-bellica ricadrà neces­sariamente sulle nove soprintendenze regionali, istituite con la legge del 1939. Stando così le cose, Ella potrebbe avere in animo di considerare la possibilità di rafforzare la posi­zione di questi uffici di recente costituzione, in particolare, mi sembra di chiedere parec­chio da un uomo di ritenere allo stesso tempo il posto di sopraintendentc e di direttore di un Archivio di Stato; per cui Ella potrebbe ritenere che una soluzione del problema potrebbe essere meglio attuata mediante la separazione dei due incarichi.

Nel caso che la separazione di dette funzioni non fosse possibile immediatamente, come misura provvisoria, alle segreterie e alle sopraintendenze potrebbero forse essere chiamati gli elementi più giovani fra gli archivisti di professione. Ella senza dubbio potrà pretendere che tali elementi si addossino gran parte del lavoro di ispezione degli archivi locali e privati che attualmente ricade sui sopraintendenti. Ciò comporterebbe la loro mobilità e sarebbe perciò molto vantaggioso che ogni sopraintendenza avesse a sua disposizione un'autovettura, come l'hanno le sopraintendenze ai monumenti.

Ella può pensare che una maggiore delegazione di autorità ai sopraintendenti sarebbe in accordo con la politica generale del governo. La attualità di un aumento dei poteri dei sopraintendenti dipenderebbe, comunque, dalla effettiva riorganizzazione della loro fun­zione, come sotto descritta.

4 - Personale direttivo. È doveroso congratularsi con il governo italiano circa il suo servizio degli archivi, il quale ha profondamente impressionato questa commissione per il modo efficace con cui esso ha funzionato in circostanze di grandi difficoltà. Nello stesso tempo, deve essere affrontato il fatto che il decentramento degli archivi italiani rende necessario un numero relativamente grande di archivi e che quelli attualmente disponibili sono allo stato dei fatti un minimo appena sopportabile. Si fa perciò menzione della possibilità di una completa inchiesta per quanto riguarda i metodi di reclutamento e di addestramento e si prende in considerazione il fatto se gli stipendi possono essere elevati ad un livello maggiore. Qualche provvedimento di tale natura dovrà forse essere ritenuto necessario se la professione di archivista dovrà continuare a raccogliere la giusta qualità di uomini ed in numero sufficiente.

5 - Moderni archivi amministrativi. Non sarebbe appropriato tentare di trattare in questa lettera alcuno dei molti particolareggiati problemi della ricostruzione - tanto degli stabili che degli archivi attuali - che sorgeranno durante i prossimi mesi. Comunque, una questione è di sufficiente generale significato da giustificarne un cenno. Come Lei sa la responsabilità per il ritrasporto a Roma della massa degli archivi ministeriali, traspor­tati al nord dal governo repubblicano, fu di competenza reciproca del commissario degli Archivi di Stato e degli ufficiali degli archivi di questa commissione. L'esito soddi­sfacente di questo trasferimento su larga scala sembra doversi certamente al fatto che esso è stato effettuato sotto la guida di archivisti professionali, il cui addestramento e la cui tecnica sono applicabili tanto all'accumulazione di documenti moderni quanto al collocamento di archivi storici. Sebbene i singoli ministeri continueranno senza dubbio ad amministrare i loro propri archivi di questa categoria, l'esperienza del tempo di guerra sembra dimostrare che il servizio degli archivi può far molto, in qualità ispettiva e consultiva, per assicurare che questi importanti documenti siano ben conservati nello stesso modo dei più antichi documenti d'Italia "·

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Uffici germanici per la protezione del patrimonio storico-artistico

47. Resoconto sulla organizzazione e attività degli uffici militari germanici incaricati della protezione del patrimonio storico e artistico in Italia durante la guerra.

s.l., 9 aprile 1946

Fino all'S settembre 1943, giorno _nel quale fu proclamato l'armistizio fra gli alleati e l'Italia, i comandi militari germanici dislocati in Italia non avevano creduto opportuno prendere iniziative per la tutela di biblioteche e archivi, perché tutte le misure per la protezione di monumenti, opere d'arte, biblioteche e archivi erano state prese da parte degli organi compe­tenti italiani, secondo i criteri ritenuti necessari in ordine agli avvenimenti della guerra. Solamente in pochi casi - ma non in via ufficiale - furono dati consigli secondo le esperienze fatte durante le prime fasi della guerra aerea in Germania, cioè per accelerare il trasporto del materiale fuori dagli abitati, in depositi in ville, castelli o altri rifugi sicuri, lontani dai grandi centri; sistema, che era già stato adottato da tempo da parte italiana. Questi trasporti, che nel 1942 e 1 943, coll'avvicinarsi della minaccia aerea all'Italia, furono intensificati, furono eseguiti quasi esclusivamente con automezzi italiani; e soltanto in qualche caso isolato, dietro richiesta, furono messi a disposizione degli automezzi tedeschi.

Lo sbarco degli alleati in Sicilia, l'occupazione successiva dell'isola e la minaccia di altri sbarchi portavano all'Italia il pericolo di una guerra condotta entro il paese stesso. Perciò, tanto da parte italiana quanto da parte germanica, basandosi in modo particolare sulle esperienze della cam­pagna siciliana, si veniva alla conclusione, che i singoli depositi degli archivi e biblioteche sparsi in tutta l'Italia, conforme a quello che era sembrato un sistema eccellente per salvare i tesori ivi ricoverati dai pericoli dei bom­bardamenti, non offriva la garanzia più assoluta per l'incolumità del mate­riale, in caso di una guerra guerreggiata nelle vicinanze. Queste osserva­zioni, però, fino al settembre 1943 non conducevano a misure concrete.

La situazione nel campo della protezione del patrimonio artistico, archi­vistico e bibliografico in Italia si capovolse completamente con l'armistizio italiano. Un governo italiano nelle zone occupate dalle truppe germaniche non c'era più; e anche quando un tale governo venne formato, aveva sola­mente una giurisdizione limitata in certe zone, mentre in tutte le zone di operazione vicino al fronte, decideva la volontà di comandi militari tede­schi. L'organizzazione militare germanica in Italia nel settembre e ottobre 1943 era abbastanza complicata. Tutte le truppe germaniche nel nord del­l'Italia stavano sotto il comando del gruppo d'armata B (comandato da Rommel); tutte le truppe nell'Italia centrale e meridionale sotto il comando dell'OB sud (cioè: comando supremo sud) (comandato da Kesselring), mentre le forze della marina e dell'aviazione erano più o meno indipendenti.

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Un po' alla volta con una certa stabilizzazione della situazione militare da parte germanica nell'Italia, fu introdotta in diverse tappe nell'ottobre e novembre 1943 una nuova organizzazione dei comandi germanici nell'Italia stessa. Il gruppo d'armata B fu sciolto e Rommel trasferito ad altro fronte. Tutte le truppe operanti lungo le coste e al fronte sud furono messe sotto il comando di Kesselring, che prendeva col suo comando il titolo: O. B. -siidwest (cioè: comando supremo sudwest), chiamato anche: comando grup­po d'armate C; mentre si indicava comunemente con la denominazione: comando supremo germanico in Italia.

In tutte le altre zone dell'Italia fu creata una amministrazione militare germanica sotto il generale Toussaint, che aveva tutti i diritti inerenti, ma che in tutte le questioni che potevano essere d'importanza per il fronte e per la truppa combattente, doveva sentire le direttive di Kesselring, pur senza avere una dipendenza diretta da lui.

Anche la marina e l'aviazione, legate alle direttive di Kesselring, man­tenevano ugualmente una certa indipendenza, perché gli organi militari del comando supremo in Germania non erano favorevoli alla creazione di un comando unico in Italia.

Questa organizzazione complicata della giurisdizione militare in Italia spiega molte difficoltà che incontravano le soluzioni dei problemi della pro­tezione artistica, impedendo così l'istituzione di un unico, apposito organo incaricato di tale protezione.

Già nel settembre 1943 furono fatte delle domande da diversi uffici locali o centrali italiani ai comandi locali, a quelli delle armate, al comando supremo germanico in Italia e alle ambasciate germaniche in Roma, con la preghiera di impartire ordini per la protezione di singoli depositi, di garantire i depositi da eventuali requisizioni e di eseguire dei trasporti da luoghi minacciati dall'avvicinarsi del fronte a luoghi più sicuri. I comandi nel primo momento non sapevano a quale dei loro uffici dirigere simili domande e richieste, perché fino a quel punto non si erano fatte esperienze su questo campo. Fu deciso poi di incaricare nei singoli comandi la rispet­tiva sezione I-c, sezione, che aveva come incarico principale, quello di rac­cogliere informazioni sul nemico, corrispondente all'ufficio informazioni nell'esercito italiano, ma che aveva anche altre competenze, come per es. l 'incarico dell'assistenza per la truppa. La ragione principale dell'incarico di protezione artistica alle sezioni I-c è da ricercare nel fatto, che tutti gli interpreti erano stati aggregati per ragioni disciplinari a questa sezione, e sembrava perciò utile dare quell'incarico a una sezione; che aveva a di­sposizione degli elementi, che, conoscendo la lingua e il paese, potevano dare qualche consiglio o qualche suggerimento. Tutte le pratiche riguar­danti simili domande o richieste arrivavano così, se i comandi militari locali non credevano opportuno decidere la questione sul posto, tramite dei comandi delle armate, alla sezione I-c del comando supremo germa­nico in Italia, diretta allora dal ten. col. di S. M. Zolling, il quale incaricò

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Uffici germanici per la protezione del patrimonio storico-artistico

sui primi giorni dell'ottobre 1 943 formalmente il sonderfiihrer (K) (cioè: ufficiale interprete nel rango di capitano) dott. W. Hagemann, membro dell'istituto storico germanico a Roma, di occuparsi di tutti questi pro­blemi.

Furono prese così nelle seguenti settimane diverse misure per garantire l 'incolumità di singoli depositi isolati, il divieto di requisizione di si­mili depositi e la messa a disposizione di automezzi per eventuali trasporti ritenuti indispensabili. Furono scritte allora le prime lettere di protezione per monumenti, edifici e depositi, nella firma di Kesselring. Purtroppo le informazioni da parte italiana sull'ubicazione dei depositi erano frammen­tarie, perché in mezzo agli avvenimenti travolgenti dopo 1'8 settembre 1943 non funzionava più l'organizzazione dello stato, anche se la massa della burocrazia era rimasta intatta. I pochi uffici italiani competenti erano spesso senza informazioni fresche sui depositi, per le interruzioni della rete telegrafica e telefonica, per le difficoltà crescenti dei mezzi di trasporto e per la requisizione di quasi tutti gli automezzi da parte delle forze armate germaniche, e non potevano dare i dettagli desiderati. Anche l'intervento delle due ambasciate germaniche a Roma, che si interessavano intensa­mente della questione, non potevano migliorare profondamente la situa­zione.

Ben presto però diversi fatti, come per es. la necessità dello sgombero di Monte Cassino, troppo vicino alla zona di combattimento, e special­mente le crescenti richieste di misure di protezione in ogni angolo d'Italia, conducevano tutti gli uffici competenti a pensare alla creazione di un organo speciale, che fosse incaricato di occuparsi del complesso di tutte simili questioni. Si pensava subito ad una organizzazione sul modello di quella che era stata creata da parte germanica in Francia subito dopo l'occupa­zione nel 1940, che aveva lavorato da allora in una relativa calma, in un paese che aveva una organizzazione civile e militare ordinata, ciò che permetteva una amministrazione press'a poco normale. C'erano anche tutte le facilitazioni per eventuali spostamenti, perché la rete del traffico era ancora intatta, e l 'unica preoccupazione in quei tempi era lo sgombero del materiale dei grandi centri a singoli ricoveri isolati, quando gli attacchi aerei alleati cominciavano a farsi sentire, compito abbastanza facile in confronto colla situazione nella quale si trovava l'Italia nell'autunno del 1943. In Italia infatti la guerra terrestre era già in mezzo al paese stesso, e faceva da settimana a settimana, da mese a mese ulteriori progressi. Inoltre tutte le possibilità di trasporto erano limitatissime anche in conseguenza dei bombardamenti sempre più frequenti, e per la scarsezza degli automezzi e di carburante a disposizione della truppa e degli uffici dell'amministra­zione militare germanica. Di più l'amministrazione italiana si rifaceva sol­tanto lentamente, sempre impedita dai fattori di sopra esposti. Malgrado queste difficoltà fu decisa l'istituzione di un ufficio protezione artistica per tutta l'Italia.

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Nel novembre 1 943 arrivò il militarverwaltungsrat (cioè: consigliere dell'amministrazione militare) dott. von Tieschowitz dalla Francia, per atti­vare il detto ufficio. Poco dopo arrivò anche il militarverwaltungsrat prof. dott. Evers, destinato a diventare il primo incaricato dell'ufficio protezione artistica. Dopo breve introduzione ai nuovi incarichi data al prof. Evers, ripartì il dott. von Tieschowitz, il quale aveva avuto colloqui anche con tutti gli altri uffici competenti militari e civili, e con le ambasciate, cercando di guadagnare anche la collaborazione di membri di istituti germanici in Italia, dando così per es. l 'incarico di interessarsi di tutte le questioni riguardanti la protezione artistica in Toscana al prof. dr. Heydenreich, direttore dell'istituto germanico per la storia d'arte di Firenze. Dell'isti­tuto archeologico germanico a Roma, si prestò il dr. Deichmann, che aveva già collaborato con le ambasciate nella questione del trasporto del materiale di Montecassino, dando consigli e l'opera sua personale. Dell'isti­tuto storico germanico a Roma, si metteva a disposizione il dr. Lang, il quale cominciò già nel dicembre 1943 la sua opera di collaborazione col prof. Evers, interessandosi in modo speciale degli archivi e biblioteche del Lazio, nella zona tra Roma e il fronte.

La creazione di questo ufficio protezione artistica fu salutata da tutti i comandi e uffici competenti con soddisfazione, perché permetteva in certo qual modo di centralizzare un po' gli sforzi per raggiungere lo scopo desi­derato della protezione. Gli uffici militari germanici, e anche il comando supremo germanico in Italia affidavano allora tutte le pratiche riguardanti la protezione artistica a questo ufficio, che fu aggregato all'amministrazione militare germanica in Italia, il quale aveva cominciato a funzionare nel frat­tempo in tutta Italia.

Il compito dell'ufficio protezione artistica, che prendeva il nome di: abteilung kunstschutz bei berollmachigten generai der deutschen wehr­mach in Italien (cioè: reparto protezione artistica presso il generale plenipotenziario delle forze armate germaniche in Italia) era questo: di dare tutto l'aiuto e l'appoggio possibile agli uffici competenti italiani, per prendere le misure adatte per la protezione dei monumenti, opere d'arte, depositi, biblioteche ed archivi, lasciando agli uffici italiani la decisione finale per tutte le misure da prendere e per eventuali spostamenti.

Si cominciò così col dare consigli, secondo le esperienze già fatte, e si cercava di ottenere dall'amministrazione militare germanica e dagli uffici competenti e comandi militari germanici personale, mezzi di trasporto e i permessi necessari per poter svolgere ed eseguire tutti gli spostamenti che furono ritenuti urgenti, secondo gli accordi. La collaborazione con tutti gli uffici italiani già fin dall'inizio fu eccellente, perché in tutti da ambo i lati non esisteva alcun interesse politico, ma soltanto l'interesse umano di salvare il salvabile dagli orrori della guerra.

Una difficoltà si profilava ben presto: lo spostamento dei diversi mini­steri (quello dell'educ. naz. da Roma a Padova; quello degli interni, sezione

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archivi, da Roma a Brescia) rendeva assai difficile il contatto con le sfere dirigenti, e conduceva alla necessità di appoggiarsi più agli uffici e persone competenti locali. L'ufficio protezione artistica cominciò la sua attività in una atmosfera già tesa, perché nessuno poteva far dei pronostici sicuri, su quanto tempo c'era ancora a disposizione per prendere delle misure protettive nell'Italia centrale prima dell'arrivo del fronte. Perciò si doveva agire con alacrità.

L'ufficio protezione artistica, al qu::tle era � stato aggregato per un certo periodo, tramite dell'ambasciata germanica a Roma, il tenente dr. Scheibert, si mise perciò subito in comunicazione col Vaticano, dal quale fu incaricato il prof. Battelli, e colle autorità italiane, in prima linea con il comm. Emilio Re, degli Archivi di Stato, onde visitare in favore degli archivi e biblioteche, dopo essersi orientati con precisione sull'ubicazione dei depositi. Fu comin­ciata allora un'opera che prese poi vaste proporzioni: quella di mettere a tutti gli edifici ritenuti monumentali, o che contenevano depositi d'impor­tanza, cartelli di protezione con la firma di Kesselring, che imponevano alla ".ruppa di risQettare questi edifici, e di non requisirli; sistema, che in gene­rale diede buoni risultati. Inoltre si doveva prendere misure per portare in salvo certi depositi fuori mano, che, pure offrendo una eccellente sicu­rezza contro bombardamenti, non ne presentavano nessuna in caso di arrivo del fronte nelle vicinanze.

Ma dove trasportare il materiale ? La decisione venne facilitata dalle direttive del comando supremo ger­

manico in Italia, le quali dichiaravano di voler prendere tutte le misure onde risparmiare alle città italiane che avevano, sotto il punto di vista artistico, una importanza speciale, una distruzione. Si cercava perciò in questi casi, di tenere tutti gli uffici e comandi militari fuori del centro abitato delle città, e di deviare il traffico militare, per non dare motivo ad eventuali bombarda­menti da parte degli alleati, rinunciando alla difesa delle città stesse. Questi sistemi erano in netto contrasto con le direttive vigenti in altri fronti, e anche in Germania stessa, dove la resistenza militare non si curò affatto di monumenti o depositi, per cambiare minimamente i piani difensivi. Hitler stesso, inflessibile in altri casi, mostrò per l'Italia - forse per le impressioni prodotte in lui dal suo viaggio in Italia - una certa indul­genza e un certo interesse personale per l'incolumità delle città monumentali, specialmente nei casi di Roma, Firenze e Ravenna, non intervenendo contro le direttive suaccennate. Il primo esempio di questa politica in favore delle città italiane era Roma, la quale fu dichiarata città aperta. Dopo questa decisione si cominciò a portare tutto il materiale sparso nelle città e nei depositi del Lazio e degli Abruzzi a Roma, tanto più, che il Vaticano si dichiarò ben pronto a prendere in custodia una buona parte del materiale stesso, ciò che dava una garanzia ancor maggiore, perché tutti gli uffici militari erano di opinione, che la città del Vaticano offriva le migliori garan­zie per l'incolumità del materiale ivi ricoverato.

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L'ufficio protezione artistica procedeva cosi m continuo contatto con gli uffici competenti italiani e vaticani, riuscendo in tal modo a portare con automezzi tedeschi, o vaticani o italiani, con permesso tedesco, la massa del materiale in salvo.

La situazione generale però, non accennò a migliorare nei primi mesi del 1 944, anzi peggiorò continuamente. Il fronte del sud poteva essere rotto da un momento all'altro dagli alleati; lo sbarco ad Anzio-Nettuno ave­va portato la guerra vicino a Roma stessa, e minacciava di avere riper­cussioni generali sfavorevoli a tutte le iniziative già prese per la protezione artistica. Gli attacchi aerei diventavano sempre più frequenti, distruggendo più o meno tutte le possibilità di utilizzare la ferrovia, sconsigliando di ricorrere a questo mezzo, per eventuali trasporti di spostamento. Si do­vette inoltre venire alla determinazione di eseguire i trasporti solamente durante la notte, per maggior sicurezza contro eventuali attacchi aerei, espediente che non era privo di difficoltà. Si aggiungeva, che i mezzi adope­rabili di trasporto, per es. camions, erano rari, e la mancanza di carburante si faceva sentire da un mese all'altro sempre di più. Da parte italiana, in causa delle requisizioni che si erano operate e si operavano dai comandi germanici, si era nell'assoluta impossibilità di dare qualche appoggio mate­riale per facilitare eventuali trasporti. Così era necessario utilizzare auto­carri che ritornavano dal fronte vuoti, per simili spostamenti; faccenda, che rendeva indispensabili lunghe trattative, ed era assai complicata. Spesso però, la truppa stessa segnalava l'ubicazione di depositi, e si dichiarò pronta ad eseguire i trasporti, merito di singoli ufficiali o soldati, che si rendevano conto dell'importanza di tali depositi.

Il comando supremo germanico in Italia, al quale, dopo l'istituzione dell'ufficio protezione artistica, rimaneva il compito di interessarsi alla protezione nella zona del fronte, collaborando sempre attivamente col detto ufficio, cercava di dare tutto il suo appoggio alla difficile e laboriosa opera che esso doveva svolgere, dando ordini e prendendo misure a seconda della situazione. Così dal comando supremo germanico in Italia fu messo a disposizione più di una volta il camion del magg. prof. Wilhem Kastner, il quale, insieme col sonderfiihrer (Z) (ufficiale interprete nel rango di sottoten. ) dr. Halm, aveva ricevuto l'incarico dalla direzione generale dei musei militari in Germania di raccogliere cimeli di preda bellica, per una esposizione prevista, ma non mai eseguita, « La guerra sul fronte sud », e che si metteva ben volentieri a disposizione per questo scopo.

Continuamente al comando supremo germanico in Italia veniva richie­sto quale zona verrebbe a trovarsi più o meno esposta a pericoli, nel caso di uno spostamento del fronte: problema molto difficile a risolvere, perché la guerra sul fronte italiano da parte della Germania era una guerra difen­siva; e dipendeva perciò in prima linea dalla direzione degli attacchi degli alleati, quale zona dovesse essere investita dalla guerra. Press'a poco ugualmente impossibile era anche una risposta alla domanda, quale tempo

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fosse ancora a disposizione per eventuali trasporti prima di uno sposta­mento del fronte. Anche si fosse creduto possibile dare una risposta, questa poteva raramente dare una sicurezza assoluta, ma quasi sempre doveva limitarsi ad una chiarificazione approssimativa.

Fu tuttavia un incalcolabile vantaggio per tutti gli uffici interessati alla protezione artistica, e sopratutto per l'opera effettiva della protezione stessa, che tutti i generali germanici che ebbero gli alti comandi in Italia -in prima linea Kesselring e il suo successore - negli ultimi mesi della guerra von Vietinghoff per il fronte, e poi per l'amministrazione militare germa­nica nelle retrovie il gen. Toussaint, e perfino il suo successore proveniente dalla SS, gen. Wolff - abbiano mostrato una comprensione abbastanza grande per tutte le misure in favore della protezione artistica, interessandosi conti­nuamente dei lavori eseguiti e ancora da eseguire. Perciò fu possibile aumen­tare sempre di più il numero delle città in istato di neutralizzazione o di smilitarizzazione. A Roma si aggiungevano Firenze, Siena, Assisi, Urbino, Orvieto, Perugia e altri centri. È anche da osservare, che si rinunciO così da parte germanica a molti vantaggi militari, economici e del traffico, per poter salvare tutte queste città.

Nella prima metà del 1 944 fu completata l'organizzazione dell'ufficio di protezione artistica, che rimane aggregato al comando del generale pleni­potenziario delle forze armate germaniche in Italia, cioè all'amministra­zione militare.

Arrivò nel febbraio 1 944 il militarverwaltungschef (capo dell'ammini­strazione militare) pro[ dr. Langsdorff, che diventò capo dell'ufficio, con la sede prima a Firenze, poi a Verona, e nella seconda metà dell'anno definitivamente a Bergamo. Siccome il prof. Langsdorff era gravato di molti altri incarichi, veniva mandato in suo aiuto nel maggio 1944 il mili­tarverwaltungsrat (consigliere dell'amm. milit. ) prof. dr. Reidemeister, il quale subito si interessò della zona di Firenze, dirigendo ed eseguendo diversi trasporti dai dintorni delle città al centro, dichiarato nel frattempo anche città aperta. Per parecchio tempo restò a Bologna, per prendere contatto con i comandi d'armata; poi fu chiamato a Bergamo, per colla­borare derittamente col prof. Langsdorff e per sostituirlo durante le fre­quenti assenze.

Nel luglio 1 944 veniva il cap. Zobel all'ufficio, che dirigeva, come aiu­tante del prof. Langsdorff, l 'amministrazione inerente all'ufficio stesso.

Al prof. Evers, che aveva avuto dal febbraio 1 944 in poi la direzione dell'ufficio distaccato protezione artistica di Roma, creato allora per tutti i problemi che potevano sorgere nel Lazio, negli Abruzzi, nell'Umbria e nelle Marche, dopo lo sgombero di Roma e dopo aver avuti alcuni incarichi temporanei, fu affidata la direzione dell'ufficio distaccato protezione arti­stica di Milano, con l'incarico per la Lombardia, per il Piemonte e per la Liguria.

Mentre il dr. Scheibert lasciava l'ufficio protezione artistica, rimaneva

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a disposizione dell'ufficio stesso il dott. Lang, il quale, dopo lo sgombero dell'Italia centrale da parte germanica, rimaneva per un certo periodo a Verona, per recarsi poi insieme col prof. Evers all'ufficio di Milano. A lui propriamente, come già a Roma, venne assegnato l'incarico di interessarsi in modo speciale degli archivi e delle biblioteche, perché l'interesse degli altri dirigenti della protezione artistica era rivolto più specialmente alle opere d'arte ed ai monumenti.

Era stata prevista per un certo tempo anche la collaborazione degli altri membri dell'istituto storico germanico, prof. Maier, prof. Bock e dr. Opitz, e n'erano corse anche trattative fra gli uffici competenti, trattative, che promettevano bene. Il prof. Bock e il dott. Opitz avevano anzi già co­minciato ad interessarsi delle misure di protezione per gli archivi e le biblioteche nella Toscana, ma il loro richiamo in Germania troncava una ulteriore attività prevista, che senza dubbio sarebbe stata assai proficua per la protezione del patrimonio archivistico e bibliografico in Italia.

Il lavoro di altri membri dell'ufficio protezione artistica più o meno temporaneo, per es. del prof. Heydenreich, direttore dell'istituto germanico per la storia d'arte a Firenze, e del prof. Bruhns, direttore della biblioteca Herziana di Roma, diretto alle misure di protezione per le ville di importanza artistica nell'Italia settentrionale; del sonderfiihrer (Z) dr. Schmidt (addetto a lavori fotografici di monumenti eventualmente minacciati dalla guerra), o del sonderfiihrer (Z) (ufficiale interprete col rango di sottotenente) dr. Degenhart, interessa meno il campo archivistico e bibliografico, perché i compiti di queste persone nominate non riguardavano la protezione del materiale archivistico e bibliografico se non in via molto indiretta.

I compiti dell'ufficio protezione artistica rimanevano presso a poco gli stessi di prima, tanto nel periodo del rapido passaggio del fronte nell'Italia centrale, che era assai favorevole per la salvezza dei monumenti e dei depositi, quanto nel periodo nel quale il fronte cominciò a sostare nuovamente sulla linea degli Appennini.

La collaborazione tra l'ufficio protezione artistica e il comando su­premo germanico in Italia rimaneva assai stretta. Ferma restava in modo generico la distribuzione delle competenze: all'ufficio protezione artistica la competenza della protezione del materiale esistente nelle retrovie, al comando supremo germanico in Italia le misure nella zona del fronte; ma più di una volta si sorpassavano questi limiti, per aiutarsi reciproca­mente. Esclusiva competenza del comando supremo germanico in Italia era naturalmente il condur trattative per la neutralizzazione di città.

Dietro richiesta dell'ufficio protezione artistica fu messo a disposi­zione dell'ufficio stesso da parte del comando supremo germanico in Italia il dott. Lehmann-Brockhaus, il quale fino allora aveva avuto l'inca­rico di tenere conferenze presso uffici, comandi o reparti militari sul­l'Italia artistica, per propagare la conoscenza dell'Italia fra le truppe. Il dott. Lehmann-Brockaus fu destinato a Padova, sede del ministero

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dell'educazione nazionale, coll'incarico di interessarsi di tutte le questioni inerenti alla protezione artistica nella parte dell'est dell'Italia settentrio­nale, e insieme anche di tutte le questioni per la protezione di archivi e biblioteche nella stessa zona. La vicinanza tra Recoaro, allora sede del comando supremo germanico in Italia, e Padova, conduceva a frequenti contatti tra il tenente col. von Schweinitz, capo della sezione I-c del comando supremo germanico in Italia, (il quale prendeva un interesse speciale a tutte le misure di protezione)_ e il ministero stesso. (Lo Schweinitz era successore del ten. col. di s. m. Zolling, di cui è stato detto a pag. 4 1 ).

Molto proficua per risolvere una serie di difficoltà era anche la colla­borazione del dott. Hagemann, che continuava ad occuparsi di tutte le pratiche relative nel comando supremo germanico in Italia, e che si inte­ressò particolarmente dell'incolumità degli archivi, e del dott. Lehmann­Brokhaus.

Le esperienze della guerra nell'Italia centrale avevano dimostrato la necessità di trovare dei luoghi più sicuri per i singoli depositi, per i quali la targa di protezione di Kesselring dava la sicurezza finché la zona era lontana dal fronte, ma non poteva dare l'assoluta garanzia di sicurezza nel caso dell'arrivo del fronte nelle vicinanze. Così fu deciso di riportare più materiale che fosse possibile nelle città dichiarate città aperte, o per le quali erano in corso trattative per l'interessamento del comando su­premo germanico in Italia.

Queste trattative furono condotte in collaborazione tra l'ufficio I-c, di­retto, come è stato detto poco fa, dal ten. col. di S. M. von Schweinitz ( referente il dott. Hagemann) e l'ufficio I-a T, diretto dal ten. col. (poi col .) di S. M. von dem Knesebeck (referente il tenente Blaul). Di grande aiuto era anche l'ufficiale di collegamento fra il comando supremo ger­manico in Italia e l'ambasciata germanica in Italia, tenente Berger, che si interessava in modo particolare di tutte le questioni relative alla pro­tezione e alla neutralizzazione della città, facendosi interprete delle richieste da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche italiane.

A prescindere dal rifugio nelle isole Borromee e di certi rifugi nelle zone alpine dell'Alto Adige, troppo lontane per la massa del materiale, si credette opportuno di scegliere come rifugio in prima linea Venezia, per l'incolumità della quale tutti si interessavano. Ma anche Bologna, di­chiarata città non militare e chiusa ermeticamente a tutti i militari, si ritenne rifugio assai sicuro, nonostante la vicinanza del fronte. Così altre città, per es. Vicenza, Padova e Verona, per le quali erano in corso tratta­tive per la smilitarizzazione, offrivano una certa garanzia per il materiale prezioso ivi ricoverato, perché si sperava di poter evitare ulteriormente bombardamenti e la difesa in caso dell'arrivo del fronte.

' Cfr. p. 130.

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Di nuovo però si affacciava il problema della direzione di un even­tuale attacco alleato. Il comando supremo germanico in Italia veniva già molto presto alla determinazione della probabilità di un'avanzata alleata partendo dalla zona a sud e sud-est di Bologna, in direzione di Mantova e Verona; ed insisteva perciò presso tutti gli uffici competenti, perché si affrettassero le misure di protezione nelle zone indicate, tralasciando piut­tosto misure previste per la parte ovest dell'Italia settentrionale e per le coste italiane dell'Adriatico, anche perché tutte le informazioni raccolte sembravano escludere uno sbarco alleato. Così, senza interrompere i lavori di protezione per il materiale archivistico e bibliografico nell'Italia nord­occidentale, diretti dal dott. Lang, nonostante le difficoltà sempre crescenti, specialmente la mancanza assoluta di carburante e di mezzi adatti di trasporto, e gli attacchi aerei disastrosi su tutte le vie di comunicazione, potevano essere eseguiti ancora negli ultimi mesi del 1944 e nei primi del 1 945 diversi trasporti di materiale archivistico, specialmente nelle zone di Verona, Bologna e Modena, con mezzi tedeschi o con mezzi italiani, con carburante messo a disposizione o acquistato anche a prezzi di mercato nero. Il dott. Lehmann-Brockhaus si rese benemerito in più di una occa­sione, eseguendo in persona i trasporti in parola; esponendosi senza riguardo a pericoli e superando innumerevoli ostacoli.

Favorevole era anche il fatto, che il dott. Weigle, membro dell'istituto storico germanico a Roma, era stato comandato (senza essere mai stato membro del partito o della SS.) all'ufficio centrale della SS., come inter­prete, il quale, interessandosi di tutte le questioni archivistiche, poteva dare l'appoggio del suo ufficio assai importante, specialmente nel proble­ma del trasporto degli archivi dalmati a Venezia, e in altre questioni se­condarie.

Innumerevoli ordini e direttive alla truppa furono emanati dal co­mando supremo germanico in Italia, in continuo contatto con l'ufficio protezione artistica, per facilitare queste opere di salvataggio, fissando tre centri di raccolta: a Verona, Bologna e Padova, per materiale archivi­stico che fosse stato trovato in pericolo dalla truppa, sia casualmente, sia senza custode diretto. Nè l 'appello dei comandi alla truppa fu inefficace. A prescindere da qualche caso sporadico di assoluta incomprensione dei valori della civiltà, la massa degli ufficiali e soldati germanici qui in Italia dimostrò la volontà di salvaguardare i cimeli preziosi della cultura italiana di tutti i secoli, come ebbero a dimostrare molti singoli atti anche di ini­ziativa privata.

L'aprile 1 945 vedeva l'offensiva alleata, che conduceva all'occupazione dell'Italia settentrionale da parte degli alleati stessi. Il comando supremo germanico in Italia poteva, emanando ordini per la rinuncia alla difesa delle città principali, salvare tutti i depositi e tesori ivi ricoverati, superando così gli interessi puramente militari, che avrebbero richiesto la difesa ad

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Uffici germanici per la protezione del patrimonio storico-artistico

oltranza, allo scopo di ritardare l'avanzata dell'avversario, e distruzioni in grande stile.

Il mese seguente portava all'armistizio definitivo sul fronte italiano, e lasciava svanire le ultime preoccupazioni per la salvezza del materiale e dei depositi. Tutti i comandi militari e tutti gli uffici per la protezione artistica, delle forze armate germaniche in Italia, potevano così chiudere un'attività assai difficile, quella cioè, di conciliare le esigenze militari con la volontà di risparmiare all'Italia la distruzione degli immensi tesori arti­stici, documentari e bibliografici. Alla soluzione in senso favorevole di que­sto problema lavorarono concordemente tutti i comandi, gli uffici e le persone suindicate, ognuno nel suo campo; e il premio più grande era la soddisfazione di poter salvare in mezzo a tutte le distruzioni il massimo possibile di quel prezioso materiale.

In UCAS, fase. 8912.152, cart. « Patrimonio storico-archivistico. Relazione inglese e germanica »: trattasi di dattiloscritto, recante in calce la firma (autografa ?) di W. Ha­gemann e la data, la cui intestazione abbiamo riprodotta in testa al documento. Sulla prima pagina l'annotazione a matita « copia ».

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R APPORTO FINALE SUGLI ARCIDVI

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Sotto il titolo Rapporto finale sugli archivi venne pubblicata, a cura della presidenza del consiglio (in opuscolo di 9 1 pagine, stampato a Roma presso l'istituto poligrafico dello stato, nel 1946) la traduzione in italiano della relazione della commissione alleata, sottocommissione per i monu­menti, belle arti e archivi, dal titolo « Final report on archives >>. Questa relazione era stata inviata ufficialmente, accompagnata dalla lettera di Stone a De Gasperi, del 1° aprile 1 946, pubblicata al n. 46 della II parte.

Ci è sembrato utile ed opportuno ripubblicare il Rapporto finale, perché esso è il documento centrale e conclusivo di un periodo assai significativo della storia degli archivi, della loro tutela e salvataggio: i documenti pub­blicati in questo volume illustrano - in una ottica diversa ma comple­mentare - i vari momenti di quel periodo.

Il testo del Rapporto finale viene qui riprodotto integralmente, ad ecce­zione del sommario finale dei capitoli. In genere, si è cercato di restare fedeli alla struttura della edizione del 1946, salvo alcune eccezioni. La grafia è stata uniformata ai criteri seguiti in questo volume, tutti gli errori tipo­grafici sono stati corretti, mentre sono state lasciate immutate espressioni fuori dell'uso corrente del tempo, perché non dovute ad errori tipografici, ma aHa penna del traduttore. Immutata è stata lasciata anche la struttura, la intitolazione e la successione delle Appendici, anche se essa sembra ri­sentire troppo delle condizioni in cui l'opuscolo venne compilato e stampato. I documenti compresi nelle Appendici sono stati ripresentati in una veste formale diversa dalla prima edizione, per uniformità con i criteri di edizione di questo volume, mentre i riferimenti interni fra il testo del Rapporto finale e le Appendici sono stati lasciati invariati.

L'apparato di note è nostro: quelle, pochissime, della prima edizione sono state contrassegnate con un asterisco.

L'esemplare è conservato nel fondo Commissariato per l'epurazione, tit. 1 , 62 « Recupero archivi trasferiti al nord ». Il testo dattiloscritto della rela­zione in lingua inglese, datato 1 o gennaio 1 946, è conservato in Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2, n. 10100, s. fase. 5 .23, insieme con il dattiloscritto della traduzione italiana, datato 21 gennaio 1946.

In UCAS, fase. 8912.152, cart. « Patrimonio storico-archivistico. Relazioni inglese e germanica » cit., sono conservati altri esemplari del testo inglese e della traduzione italiana, la minuta - manoscritta autografa di Re - di

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Rapporto finale sugli archivi

questa traduzione, leggermente diversa dalla edizione a stampa, e le prime bozze di stampa, recanti il timbro con la data 26 luglio 1 946.

Nel citato libretto di Jenkinson e Bell 1 è pubblicato i l testo inglese del Rapporto finale: la struttura di questa edizione, tuttavia, è profondamente diversa. Poche, e di scarsa entità, sono le varianti nel testo del rapporto, salvo una conclusion finale, prima delle appendici, in cui è scritto: « The work of english and american archivìst in Italy ended early in 1 946, but it did not cease; for they left to italian hands the completion or expansion of much with they were concerned only in its inception. The present report cannot and better than with an expression of the hope that the work begun upon their suggestion and with their assistance may be successfully concluded or usefully developed by their italian collegues » 2• Nelle Appendici è pubbli­cata solo una minima parte dei documenti, apparsi nell'edizione inviata uffi­cialmente alla presidenza del consiglio; vi sono invece compresi alcuni docu­menti che in questa non videro la luce: gli << Extracts from a ' Brief memo­randum, with appendices and lists, in the protection of italian archives ', prepared for the allied control commission: may 1 944 » e una « List of italian archives . Preliminary note >> 3•

L'origine e la genesi del Rapporto finale possono essere ricostruiti attra­verso l 'analisi della documentazione conservata nei fasce. 8912.152 e 155 del fondo UCAS - da noi ampiamente consultato anche per la redazione delle note e di cui abbiamo pubblicato i documenti più significativi - e di quella conservata nel citato fondo della presidenza del consiglio. Sopratutto dal primo gruppo di documenti emerge come - parallelamente all'azione di recupero e di salvataggio - si svolgesse (d'accordo con la commissione alleata) un vasto ed articolato censimento - a tutti i livelli - dell'entità del patrimonio storico-documentario e dei danni da questo subiti.

Così, oltre alle circolari del ministero di grazia e giustizia ( cfr. doc. 1 5 , pp. 52-54 e nota al testo) v i furono rilevazioni del ministero delle finanze , che offrono un ampio panorama della entità documentaria degli archivi degli uffici finanziari (in UCAS, fase. 8912.152, cart. << Relazione italiana sui danni di guerra degli archivi. Ministeri »); quelle del ministero della marina, della guerra, cui si affiancano i dati contenuti nei vari prospetti statistici, che riguardano tutte le zone dell'Italia liberata.

In conclusione, il Rapporto finale volle essere una prima, sommaria sintesi di quel lavoro, seguita - qualche anno dopo - dal numero unico delle Notizie degli Archivi di Stato, anni IV-VII ( 1944-47), dal titolo << I danni di guerra subiti dagli archivi italiani » (Roma, 1950), in cui trovarono posto i dati più particolareggiati che sopra abbiamo ricordato.

' JENKINSON, BELL, Italian archives during the war and at its close, cit. 2 Ibidem, p. 33. 3 Ibidem, rispettivamente a pp. 40-42 e 43.

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RAPPORTO FINALE SUGLI ARCHIVI

La presente relazione su « Gli archivi italiani durante la guerra ". è il

risultato dell'attività della sottocommissione alleata M.F.A. & A., e rzassu­

me le notizie ricevute fino al 21 gennaio di quest'anno 1• Spetterà all'ufficio

centrale degli Archivi di Stato - come la stessa relazione suggerisce -

il compito di riprendere l'importante argomento e aggiornarlo con le altre

notizie che esso avrà potuto raccogliere dopo quella data.

Ma intanto la presidenza del consiglio ha ritenuto dover dare alle

stampe la relazione ricevuta dalla cortesia dell'ammiraglio Ellery Stone 2,

e ciò sia in riconoscimento del pregio intrinseco di un contributo che for­

nisce, fra altro, informazioni preziose desunte da fonti che sare�bero altri­

menti rimaste chiuse agli studiosi italiani, sia per manifestare cosz nel modo

migliore, e più idoneo, l'apprezzamento e la gratitudine del governo e del

popolo italiano per l'opera svolta dalla sottocommissione alleata per la

protezione del patrimonio storico nazionale. (n. d. r.)

PARTE PRIMA

GLI ARCHIVI ITALIANI DURANTE LA GUERRA

Quale che sia, nel diritto internazionale, la posizione degli archivi di

un paese nel quale si combatte (non è chiaro, ad esempio, in eh� n:isura

essi possono attendere protezione da certe clausole �elle . convenzwm del­

l'Aia del 1899 e del 1907) nessuno stato moderno puo evidentemente per­

met;ere la loro completa distruzione. Misure di protezione possono essere

prese per motivi certamente molto diversi: buoni o cattivi; ma qualche

forma di protezione è necessario che vi sia.

, Nel testo delle prime bozze - conservato in UCAS, fase. 8912.152 cit., cart. « Patrimonio storico­

archivistico Relazioni inglese e germanica » ci t., è inserito il dattiloscritto di questa premessa - recante: la data, a �atita e probabilmente di pugno di Re, 11 o

_ttobre 1946 - il cui tes:o è �imi!� a qu�llo q�1

pubblicato. Unica variante di rilievo, nel dattiloscritto, e la frase « • • • fino al 1 apnle di quest anno ·

• Cfr. doc. 46, pp. 124-128.

1 45

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Rapporto finale sugli archivi

di Le P.agine che seg:-rono rappres�ntano un tentativo, in termini generali,

descnve�e sommanamente le vrcende degli archivi italiani durante la gue�r� e d1 d��e un. �es�con_to della «.politica archivistica » seguita dagli stati :nteressatl. e cwe l Italia stessa, 11 Vaticano, la Germania, i governi alleati.

Un cenno sommario dello stato degli archivi italiani alla fine della guerra forma la parti! seconda del presente rapporto.

I - L'ITALIA

1 - Personale e organizzazione.

. Al . principio della guerra, gli archivi italiani - quali che fossero i pencoh . che dovevan? �ffro�tare - godevano tuttavia, almeno in appa­renza, d1 due vantaggr: Il pnmo che vi era in Italia un numero abbastanza grande di Archivi di Stato, il secondo che recentissimamente, e cioè nel 1939, era stata approvata una nuova legge, notevolmente larf:ra nelle sue dispo.sizioni 1• Mette conto di considerare in quale misura q�esti fattori esercitarono una utile influenza. �l n�mero apparentemente largo degli archivisti disponibili era in realtà una rlluswne. È vero che il decentramento degli archivi italiani che risale �i tempi in cui l'Italia era composta di stati separati, significava �he v'erano m conseg�enza �i� archivisti, ad esempio, che in Gran Bretagna, dove i documenti pubbhn sono invece accentrati. D'altra parte il sistema decen­trato non è economico per quanto riguarda il personale, e se la quantità complessiva degli archivisti era maggiore, maggiore anche era il bisogno che . se ne aveva. Scarsezza d'archivisti era in realtà un problema serio in Italia. Esso aveva già cominciato a farsi sentire fin dagli anni precedenti alla guerra. La esiguità degli stipendi era stata causa dell'esodo di alcuni ve:so l'insegn�n:ento universitario, e nel 1939 le leggi razziali avevano pnvato l'amm1mstrazione degli archivisti di razza ebraica. Con la dichia­razi�ne di guerra, il servizio militare richiamò alcuni dei più giovani alle armi (tr� di essi. finir�no prigionieri di guerra in mano alleate) : di più la persecuzwne naZI-fascista fu responsabile della morte di due. Quanto al s�,condo pun_to, va osservato che anche i vantaggi della legge del 1 939 erano pm apparenti che reali. Il Nuovo ordinamento degli Archivi del Regno era solo potenzialmente una legge di grande valore. Essa unificava h:fatti una. gran parte della sparsa legislazione precedente sugli Archivi di s.tato, rmnovando il consiglio superiore e la giunta presso il ministero dell'mterno, da cui quegli archivi dipendevano. Più importante: quella legge . comprendeva disposizioni per la tutela degli archivi privati e para­s,tatah, che: se at�uate, avrebbero messo l'Italia, per questo rispetto, al­l avanguardia degli stati europei. Nove soprintendenze erano state isti-

1 Legge 22 dicembre 1939, n. 2006, « Nuovo ordinamento degli Archivi del Regno ».

1 46

Gli archivi italiani durante la guerra: Italia

tuite (Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo), e le larghe facoltà di cui esse erano state dotate davano affidamento di una politica veramente nazionale in fatto d'archivi. In realtà, tuttavia, que­ste alte promesse non furono mai mantenute. I soprintendenti vennero nominati, ma la guerra era cominciata prima ch'essi fossero ben sistemati nelle loro nuove posizioni, o generalmente accettati nell'esercizio delle loro funzioni. È difficile insomma sfuggire alla conclusione che il N uovo ordina­mento rimase, se non proprio lettera morta, . almeno una pia aspirazione.

Era necessario stabilire questi punti, perché essi costituivano il presup­posto essenziale del lavoro svolto dall'amministrazione italiana degli ar­chivi durante la guerra. I gravi doveri che le esigenze della guerra addossa­rono all'amministrazione italiana degli archivi, furono affrontati da perso­nale numericamente insufficiente, e la cui posizione, per quanto forte sulla carta, non aveva avuto tempo di consolidarsi di fatto. Che tanto buon la­voro sia stato a ogni modo condotto a termine nel periodo della guerra, ciò fa onore a l'ottima tradizione italiana per la conservazione degli archivi. L'influenza di questa tradizione usciva dagli Archivi di Stato, serviti da personale altamente specializzato, ma scarso, per giungere fino ai più pic­coli archivi comunali e notarili, custoditi il più delle volte dal piccolo eru­dito del luogo.

In ultima analisi la ragione per cui tanta parte degli archivi venne salvata durante la guerra, fu che non mancarono mai italiani convinti che valesse la pena di salvarli.

2 - Protezione antiaerea e sfollamento.

Per quanto è stato già detto, è chiaro che un resoconto generale delle misure di protezione disposte dagli italiani non è possibile: esse varia­vano da luogo a luogo, e in realtà ogni archivio ha avuto la sua propria storia. Questo è vero anche per quanto riguarda lo sfollamento e l'istitu­zione di ricoveri: ordini e comandi in proposito potevano venire dall'auto­rità centrale, ma l'attuazione di essi dipendeva dallo zelo, maggiore o mi­nore, degli archivisti sul posto.

Misure per la difesa antiaerea furono disposte, negli Archivi di Stato, almeno fino dal tempo della guerra etiopica 1• Nei primi mesi del 1 941 , l 'accentuarsi del pericolo dei bombardamenti dall'aria portò a una generale politica di sfollamento. Per certi riguardi gli Archivi di Stato italiani erano a questo ben preparati. Il problema principale, in trasferimenti di tal ge­nere, è sempre che cosa prendere e che cosa lasciare, giacché lo spezzare le serie, al fine di mettere in salvo quel che storicamente è più antico e pre-

l Cfr. le circolari del 10 maggio e 17 settembre 1935 della direzione generale amministrazione civile, Ufficio centrale Archivi di Stato, inviate ai direttori degli Archivi di Stato, ai conservatori degli archivi provinciali e ai prefetti, in UCAS, fase. 8912.152, cart. « Materiale per il rapporto ita· liano . . . • cit.

1 47

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Rapporto finale sugli archivi

zioso, non è consigliabile sotto molti punti di vista. Comunque in Italia quel problema fu meno difficile a risolversi che in altri paesi, data l'esistenza, in molti Archivi, di un fondo diplomatico che già conteneva i documenti più antichi e che offriva intanto un modo sicuro per cominciare (cfr. Ap­pendice 1 ). Del resto evacuazioni, per serie o parti di serie, continuarono per tutto il 1 943. Per avere un'idea della vastità del movimento che ne seguì, basterà ricordare che, ad eccezione di uno, tutti gli Archivi di Stato, e la maggior parte delle sezioni d'Archivio di Stato, istituirono depositi: alcuni di essi più di uno, e l 'Archivio di Torino non meno di sei. La difficoltà di trovare locali che fossero adatti e, una volta trovati, di ottenere mezzi di trasporto per il trasferimento, non ha bisogno di essere sottolineata. In complesso, avendo riguardo alle circostanze e ai mezzi a disposizione, si può dire che il lavoro d'evacuazione fu bene eseguito e diede buon risultato. La giustificazione, del resto, della politica di sfollamento seguita, è nel numero d'archivi che finirono la guerra con gli edifici seriamente danneg­giati o distrutti, e i documenti in salvo. D 'altra parte quella che era stata una eccellente precauzione contro i bombardamenti dall'aria, diveniva meno efficace a mano a mano che la campagna procedeva, già che molti dei de­positi diventarono specialmente esposti ora che la guerra era passata sul territorio. Considerazioni di questo genere condussero alcuni direttori a riportare in sede le carte evacuate (per esempio a Lucca); e più sarebbe stato forse riportato, se fossero stati disponibili mezzi di trasporto per quello scopo. E mancanza di mezzi di trasporto impedì anche che venissero eseguite ispezioni con la frequenza desiderabile: ciò che portò, in alcuni depositi, al parziale deterioramento del materiale.

3 - Cooperazione con gli alleati degli archivi. La cooperazione dell'amministrazione italiana degli archivi con gli ufficiali alleati è stata dappertutto eccellente. Essa è descritta, con qualche dettaglio, al capitolo IV, VIII e IX, più innanzi.

II - I L VATICANO. 1 - Fonti del resoconto presente.

Una buona relazione delle misure prese dal Vaticano per la prote­zione degli archivi ecclesiastici è in Ecclesia, marzo 1 945, a �cura del prof. Giulio Battelli. Altri particolari sono nella pubblicazione: Biblioteche ospiti della Vaticana durante la seconda guerra mondiale 1. Tali fonti sono state completate, ai fini del presente resoconto, con 1 Pubblicato a cura della biblioteca vaticana, Città del Vaticano 1945 Lo scritto di Battelli (Per la tutela del patrimonio storico e �rchi1;istico), in Ecclesia, IV (1945), pp. 118-121, è riprodotto in ID., Scritti scelti, Roma 1975, pp. 65-72.

148

Gli archivi italiani durante la guerra: Vaticano

materiale supplementare attinto direttamente, di quando in quando, dallo stesso Vaticano.

2 - Azione autonoma di protezione svolta dal Vaticano. n bibliotecario e archivista di SRC, cardinal Giovanni Mercati, era

persuaso (ciò che più tardi doveva �ssere .u�o dei punti �r�r:c�pal� rac­comandati dagli esperti alleati per gh arch1v1) che la pos�Ib1hta d1 una effettiva protezione degli archivi dipe:ndesse da u�a preventiva conoscenza di quel che si deve proteggere. Egli intraprese 111 consegu�nza la . prepa­raz;one di ciò che se le circostanze ne avessero permesso 11 compimento, sar�bbe stato un �ensimento degli archivi ecclesiastici ital�ani. Ne� n�ve:n­bre 1942, egli inviò a tutte le diocesi copie di un formulan� �a �:stnbmre alle parrocchie, ecc., e in una lettera d'accompagno. sottol111eo l imp�rtan­za, per gli studi storici, di conoscere con e.s�ttezza 1� che co�a consisteva il patrimonio archivistico della Chiesa. Imph�1to n�l p:ano,. per quanto non menzionato nella lettera del cardinale, era 1l des1deno di avere un com­pleto elenco degli archivi esistenti, in modo da poterli proteg�er� o:e la necessità se ne presentasse. In fatto, lo sviluppo della guerra s1gmfico che per molte diocesi le risposte rimase�o incofol:plet�: d'.altra. parte molt� utili informazioni arrivarono e alcune d1 esse gra tah da 1llummare sulle d1 struzioni e perdite subite durante la guerra. . . . Parallelamente a auesta inchiesta generale, ovvie m1sure precauziO-nali furono anche pres; nello stesso Vaticano. La probabilità d'un bom_JJar­damento in Vaticano era stata giudicata assai scarsa, , ma .l� separazwn� dei più importanti cimeli, sia della biblioteca eh� dell archlV�O, nella cosi detta Riserva, e la loro sistemazione in assetto di perfetta s1curezza, r�p­presentava una savia precauzione fortunatamente, nel fatto, non necessana.

3 _ Lavoro di protezione in cooperazione coi tedeschi. Con lo sviluppo della guerra, dopo il settembre 194

.3 , un'azion�, di pro­

tezione, specialmente dove era probabile che la .lot.ta �l faces:e pm aspra, lungo la linea principale dell'avanzata alleata, SI nvelo u�geme. La seg�e­teria di stato concluse quindi un accordo con l'ambasCiatore germam�o sulle misure da prendere per mettere in salvo. quegli �rchivi che .era,no I� maggior pericolo. In attuazione di ciò, fra dice.mbr.e

.4� e m.ag�IO 44, Il

prof. Battelli, dell'archivio vaticano, fece una sene d1. VISite, prinCipalmente in compagnia di ufficiali del Kunstschutz 1 germ�mco, a t�e�tasette fra villaggi e città. In questi, o egli si assicurò che. og

·m

· cosa poss1�Ile e�a stata

fatta sul posto e che gli archivi erano qumd1 111 �tato ,d1 �agwnevole · urezza 0 se le condizioni non erano soddisfacenti, offn d1 effettuare SlC , ' • t' l · il trasferimento in Vaticano: sempre tenendo conto, m ques u timo caso,

del valore intrinseco dei documenti. 1 Si tratta di un ufficio di protezione artistica: su di esso cfr. doc. 47, pp. 129-139 e anche RE,

Gli archivi italiani durante la guerra cit., p. 9.

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Rapporto finale sugli archivi

Come risultato dei viaggi intrapresi dal prof. Battelli, i seguenti archivi furono trasferiti, per custodia, in Vaticano: Anagni, parte dell'archivio ca­pitolare, l 'archivio vescovile, e documenti scelti del seminario; Frascati, l 'archivio vescovile; Gaeta, parte dell'archivio capitolare, ivi compresi do­cumenti di Itri; Montefiascone, parte dell'archivio capitolare e l'archivio vescovile; Tarquinia, parte dell'archivio capitolare; Velletri, l'archivio ca­pitolare e alcuni volumi del vescovile; Veroli, parte dell'archivio capitolare. In aggiunta, era anche disposto il trasferimento di alcune importanti col­lezioni librarie, che non sono però comprese nei limiti della presente rela­zione. Era anche in questo periodo che i preziosi codici, i libri a stampa e i documenti della badia di Monte Cassino, rimossi dalla sede di origine, nell'ottobre 1 943, dalla divisione Hermann Goering, furono finalmente affi­dati alla custodia del Vaticano, dopo un lungo e pericoloso periodo inter­medio, durante il quale rimasero in mani tedesche a Spoleto.

Nelle Marche, dove il prof. Battelli estese pure le sue visite, risultò anche che v'erano importanti archivi ecclesiastici che non sarebbe stato però possibile portare a Roma. Vi fu quindi, per qualche tempo, il piano di concentrarli in Assisi, ma il piano non fu poi attuato, dato che le sistema­zioni locali sembravano offrire sufficiente sicurezza 1•

4 - Cooperazione con gli alleati. Come la zona di guerra si allontanò verso nord, nacque il bisogno di

organizzare il recupero degli archivi dove i ricoveri erano stati danneg­giati o distrutti. Per tale motivo, dal giugno 1 944 innanzi, le autorità vati­cane lavorarono in stretto contatto con gli ufficiali alleati, con i quali il prof. Battelli intraprese viaggi ai centri principali del Lazio, Campania, Umbria, Marche e Toscana, visitando un totale di 39 località.

Particolari sull'inchiesta degli archivi ecclesiastici, condotta dal Vati­cano, a richiesta della sottocommissione monumenti belle arti e archivi, si troveranno più innanzi al capitolo IV, 10°.

III - LA GERMANIA.

l - Fonti del presente resoconto. La seguente relazione sulle attività germaniche in rapporto agli archivi

italiani, è basata su interrogatori di alcuni membri del Kunstschutz, e di ' In AS Ro:MA Archivio della Direzione, a. 1944, ti t. XIII, cart. « Archivi comunali, Missioni varie » è

conservata la doc�mentazione su questi recuperi e salvataggi e, in particolare, la minuta, mss aut. di Re, della delega al prof. Battelli, « • • • a esaminare la condizione di codesti archivi, vagliare i provvedimenti già presi per la loro tutela contro i pericoli di guerra, fare gli opportuni suggerimenti per una migliore protezione sul posto stesso, e prendere eventualmente accordi per il loro trasferimento in luogo più sicuro ove questo risultasse necessario »: la lettera in cui essa era contenuta, diretta ai direttori degli archivi comunali e provinciali di stato delle Marche e deli'Umbria, è del 24 aprile 1944. Contemporanea (del 24 aprile 1944, ibidem) altra lettera di Re - conservata m minuta ms. aut. - agli stessi direttori in cui si comunicava una serie di visite che ii maggiore Evers avrebbe compiuto agli archivi delle Marche e del!'Umbria.

1 50

Gli archivi italiani durante la guerra: Germania

altre persone addette a quel lavoro, su documenti rinvenuti negli atti dello stesso Kunstschutz e su dichiarazioni di membri dell'amministrazione ita­liana e vaticana degli archivi 1•

2 - Operazioni con base a Roma, novembre 1943-maggio 1944.

Durante l 'autunno 1943 l'opera di protezione ebbe inizio sotto l 'uffi­ciale interprete Hagemann, già dell'istituto storico germanico, e il sotto­tenente SS. Scheibert. Ma, a parlare propriamente, una reale organizzazione non esistè prima di novembre quando fu istituito il Kunstschutz, da prin­cipio sotto la direzione del maggiore Evers 2• Come ·accadde nella corri­spondente organizzazione alleata, il personale assegnato in principio �l Kunstschutz era formato principalmente di storici dell'arte e archeologi; e come pure accadde con gli alleati, solo in appresso fu addetto alla orga­n'izzazione un archivista nella persona del dott. Goffredo Lang, già dell'isti­tuto storico germanico in Roma, che fu specialmente incaricato della pro­tezione delle biblioteche e degli archivi, a partire dal gennaio 1944.

n lavoro compiuto durante questo periodo, in un'area limitata, riuscì efficace. Vennero affissi cartelli di protezione nei luoghi di deposito, furono compiute ispezioni per verificare le misure di precauzione prese e, ove necessario, archivi, che erano insieme importanti e in pericolo, vennero sfollati e trasportati in luoghi che offrivano sicurezza maggiore. In questo modo gli archivi di Tuscania e Viterbo furono trasportati all'Archivio di Stato di Roma, e i migliori manoscritti dell'archivio comunale di Anagni in Vaticano.

I maggiori trasporti eseguiti in questo periodo furono a ogni modo quelli relativi agli archivi ecclesiastici. In seguito all'accordo stabilito fra il Vaticano e l'ambasciatore germanico sulle misure di protezione da pren­dere immediatamente, fu intrapresa una serie di visite, prima nella zona fra Roma e il Garigliano, poi in altre regioni egualmente esposte.

L'evacuazione degli archivi che ne risultò è stata già descritta nel reso­conto dato dalle attività vaticane. Ciò che va sottolineato a questo punto è, a ogni modo, che tale lavoro aveva piena cooperazione da part� . dei tede­schi, e che i mezzi di trasporto necessari furono spesso formt1 dal co­mando germanico. Particolare interessante: gli �rchivi rimossi, come �i� abbiamo accennato, dall'abbazia di Monte Cassmo ad opera della diVI­sione Hermann Goering, furono alla fine trasferiti a Castel Sant'Angelo, dopo essere rimasti in mani tedesche per circa due mesi. Delle persone in

1 Si vedano, in proposito, in UCA.S, fase. 8912.152, cart. « Patrimonio st�rico-archivistico. Relazioni inglese e germanica , cit.: a) << Report on the action of photocopyng of the archives referent at the generai german office for immigration and return to Southtyrol 1941-45 » (datt. con. in cale� l'annotazione, datt., << Bolzano, june 1945. Dr. Franz Huter »); b ) « Report on protection of arch!Ve� carned �ut fror:'- autumn 1943 to spring 1945 in the provinces of Bolzano and Trento » (datt. c. s., con m calce l annotazwne, c.s., • Dr. Franz. Huter »).

• Cfr. anche doc. 47, pp. 129-139.

1 5 1

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Rapporto finale sugli archivi

carico in questo periodo di lavoro, il prof. Battelli dichiara che il maggiore Evers e il tenente Scheibert « hanno compiuto il loro ufficio con sincero interessamento di studiosi », e il dott. Lang, che era ben conosciuto sia agli archivisti di stato che a quelli del Vaticano come un erudito in buona fede, era certamente una buona scelta per la sua posizione di archivista.

3 - Il piano Mayer, Firenze, aprile-giugno 1944.

Anche se un po' limitato nel suo programma, il lavoro del Kunstschutz per gli archivi poteva a ogni modo dirsi, nella primavera del 1 944, bene avviato. Tuttavia in Germania si doveva pensare altrimenti, e alle disposi­zioni in vigore stava quindi per essere sovrapposto un piano, insieme più grandioso e infinitamente più pericoloso di qualunque altro potesse essere sta­to concepito innanzi. In linea generale, il nuovo piano era che i più importanti archivi italiani, specialmente quelli che si trovavano sulle linee principali dell'avanzata alleata, fossero trasferiti in alta Italia, e che i documenti di particolare importanza per la storia germanica dovessero essere portati in Germania.

L'attuazione di un tal piano doveva essere affidata non al Kunstschutz, ma al prof. Teodoro Mayer, direttore dei Monumenta Germaniae Historica e dell'istituto storico germanico. Fortunatamente, dopo una visita in Italia nei primi mesi del 1944, lo stesso prof. Mayer si persuase dell'assurdità e anche della impossibilità di attuare un tale programma, e del pericolo di solamente tentarlo. Un interessante memorandum ch'egli scrisse il 1° di aprile dimostra che, da una parte, egli era decisamente in favore della protezione o sul posto o in depositi speciali, e che, dall'altra, al programma di trasferimento di documenti in Germania egli si proponeva di sostituirne uno di fotografie su larga scala. Ed egli prese occasione, nello stesso scritto, per esprimere, con una certa ampiezza, l'ottima dottrina archivistica che mai documenti singoli dovrebbero essere separati dalla serie di cui formano parte (cfr. Appendice 2).

Anche questo schema così modificato avrebbe richiesto un conside­revole aumento di personale e un cambiamento di organizzazione. In una riunione tenuta in Verona il 5 aprile, e a cui intervennero il prof. Mayer e il dott. Langsdorff, capo sezione dell'amministrazione militare e in quel tempo direttore del Kunstschutz, la responsabilità per gli archivi italiani passò all'istituto storico germanico in Roma, uno dei cui membri, il prof. Bock, doveva assumere la direzione nei periodi in cui il prof. Mayer fosse assente. Era previsto il collegamento con il Kunstschutz, che doveva rima­nere come l'anello di congiunzione con l'esercito germanico.

È difficile stabilire quale funzione ebbe in realtà la nuova organizzazione. Il prof. Bock si stabilì a Firenze, dove il 17 aprile lo raggiunse il dott. Opitz. Furono stabiliti contatti col personale dell'amministrazione italiana degli archivi: il soprintendente prof. Panella e i direttori di Siena, Pisa e Arezzo.

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Gli archivi italiani durante la guerra: Germania

E il dott. Opitz visitò quest'ultimo archivio. Fu raccolto un certo numero di notizie della Toscana, ma non c'è traccia di alcuna azione esecutiva in conseguenza. Nemmeno il progetto di riproduzione fotografica sembra sia stato mandato innanzi 1•

Per essere giusti verso le persone in causa, bisogna aggiungere che, allo stato delle incomplete informazioni di cui disponiamo al presente, ogni giu­dizio va riservato. È difficile, a ogni modo, sfuggire a l'impressione che l'espe­rimento riuscì un assai povero gioco di artificio.

Quando l'ufficiale alleato degli archivi entrò a Firenze in agosto 1 944, egli sollevò naturalmente la questione: che cosa avessero fatto il prof. Mayer e il dott. Bock. << La presenza di questi signori - rispose il direttore - non fece né male né bene: non ebbe nessun effetto >>. La stessa idea era forse nella mente del dott. Leffel, direttore generale dell'Archivio di Stato ger­manico, quando ( luglio 1944) scriveva al dott. Langsdorff: << È un vero pec­cato che sia stato fatto passare un tempo prezioso, durante il quale molto materiale avrebbe potuto essere messo in salvo, se persone incompetenti non avessero assunto la protezione degli archivi >>.

4 - Emilia, Liguria, Piemonte, Lombardia, da maggio 1944 in poi.

Nelle regioni dell'Italia del nord ci fu un ritorno ai metodi usati prima nei dintorni di Roma. Il deposito della biblioteca capitolare e degli archivi di Verona, a Erbezzo, fu provvisto di un cartello di protezione, e in ottobre Otto Lehmann-Brockhaus ebbe il merito del trasferimento dei documenti alla biblioteca marciana di Venezia. Intanto il dott. Lang era venuto ed era di nuovo in attività. Egli visitò alcuni dei principali archivi, e rispettivi depositi, fra cui Bologna, Modena, Parma, Milano, Brescia, Bergamo, Torino e Genova, dando suggerimenti per quanto riguardava le condizioni materiali, e collocando cartelli di protezione. Alcuni archivi privati erano anche com­presi nei termini della sua vigilanza. In questo tempo, anche l'ufficiale inter­prete Hagemann sembra aver aiutato, per quanto i suoi doveri di ufficio fossero connessi, al momento, piuttosto col reparto informazioni e istruzione.

Ma se i metodi erano gli stessi di quelli usati sei mesi prima a Roma, i risultati furono molto inferiori. Nonostante gli sforzi del Kunstschutz, gli stessi importantissimi depositi degli Archivi di Stato di Bologna e di Modena furono tutti e due occupati dalle truppe ed ebbero seri danni.

Benché in queste circostanze il direttore del primo dei due archivi ri­chiedesse il ritorno degli atti a Bologna fino dall'agosto 1944, non fu che nel marzo dell'anno seguente che il trasporto potè finalmente aver luogo: nel

1 Cfr., in UCAS, il fase. 8912.31, « Firenze. Patrimonio storico archivistico », e in particolare, copia della traduzione italiana delle due relazioni di T. H. Brooke e di H. E. Bell sull'Archivio di Stato di Fi­renze, rispettivamente del 13 dicembre 1944 e dell'8 febbraio 1945, e una relazione dell'Archivio di Stato di Firenze, a firma di Sartini, del l 0 febbraio 1945.

Nel fascicolo sono conservate anche relazioni sugli archivi della Toscana.

1 53

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Rapporto finale sugli archivi

qual tempo i rischi di strada erano diventati enormi. Al deposito di Genova (castello Becchi di Tercesi, presso Torriglia) il Kunstschutz ebbe un successo, riuscendo, nel marzo 1945, a far ritirare le truppe occupanti. D'altra parte si delineò una seria minaccia al deposito dell'archivio arcivescovile di To­rino, a Rivoli. E questo condusse a un progetto di nuova ordinanza su tutto l 'argomento degli archivi (cfr. Appendice 4 ) : ordinanza che non sappiamo sia stata effettivamente diramata.

In questo periodo finale del Kunstschutz, spuntò di nuovo la vecchia assurda idea del trasporto di documenti in Germania, essendo state, il 6 settembre 1 944, diramate speciali istruzioni dal direttore generale dell'Archi­vio di Stato di Berlino per la identificazione ed il fermo di:

a) tutti gli archivi di Vienna ceduti all'Italia al tempo della com­missione d'armistizio nel 1918 , o in forza del trattato di San Germano e dei vari accordi del 1 919, 1920, 1922 e 1 924;

b ) tutti i documenti degli archivi del nord d'Italia che, per i loro riflessi sulle relazioni austro-italiane, potevano avere importanza per le ricerche storiche tedesche;

c) un gruppo speciale di documenti d'interesse geneoalogico per la polizia germanica, che si dicevano depositati nei sotterranei di palazzo ducale a Venezia.

Circa il medesimo tempo, un certo dott. Sokoll, proveniente da Vienna, capitò a Milano con l 'incarico di identificare alcuni archivi speciali che sa­rebbero dovuti essere a Monza.

Il dott. Sokoll non riuscì nel suo intento e il dott. Lang non sembra aver perduto il suo sonno per questo insuccesso. In fatto il dott. Lang si comportò assai bene, ignorando l 'ordine generale e dando ad esso non più che un nominale adempimento nel primo momento della sua applica­zione. Da tutto il nord d'Italia, ad esclusione delle zone di frontiera dove l'atteggiamento fu tutto diverso, l'unica asportazione di cui si ha notizia è quella dell'archivio teatrale di Gordon Craig da Verona a Bad Ausee, per ordine del comandante della polizia di sicurezza e S.D. di Verona (dott. Weigle).

5 - Le zone di frontiera.

Gli archivi delle aree della frontiera settentrionale e nord-orientale d'Italia non cadevano nell'ambito delle disposizioni fin qui riferite, ma erano considerati a parte, nell'interno delle locali organizzazioni amministrative germaniche: la zona d'operazioni delle prealpi, che comprendeva le pro­vincie di Bolzano, Trento e Belluno, e la zona d'operazioni del litorale adriatico, che comprendeva le provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Pola,

1 54

Gli archivi italiani durante la guerra: Germania

Quarnaro e Lubiana. Le due amministrazioni erano poi separate fra loro e operavano indipendentemente l'una dall'altra.

a) Zona d'operazione delle prealpi. - Nel settembre 1943, il prof. Franz Huter fu nominato direttore dell'Archivio di Stato di Bolzano, e incaricato anche della vigilanza sull'Archivio di Stato di Trento e in genere di tutti gli archivi delle provincie di Trento e di Bolzano. Il prof. Huter, nato a Bolzano, quando Bolzano era ancora austriaca, aveva un passato unicamente austriaco. Egli aveva servito per 14 anni dell'haus-hof-und staatsarchiv di Vienna ed era stato professore all'università di Innsbruck. In questo nuovo incarico egli era - di fatto se non di nome - consigliere per gli archivi dell'alto commissario, gauleiter Franz Hofer.

La linea più evidente di condotta in questa zona, fu il trasferimento degli archivi e depositi nelle immediate vicinanze del confine austriaco: i castelli di Campo Tures, Sant'Erasmo, Scena e Brunico ricevettero il me­glio dell'Archivio di Stato di Bolzano. Oltre a ciò, castello Scena ospitò anche gli archivi comunali di Bolzano e Merano. Castel Campo Tures l'archi­vio comunale di Bressanone 1•

Più significativo ancora fu, nel dicembre 1944, l'ordine del professore Huter di sfollare a Campo Tures 84 casse di documenti dell'Archivio di Stato di Trento, che fin allora erano state conservate nel castello del Buoncon­siglio a Trento 2• Il prof. Huter assicurò che tutti questi trasferimenti erano stati eseguiti per salvare gli archivi dai pericoli dei bombardamenti e si sforzò di far rilevare che tutti i depositi erano situati in territorio italiano. L'avvia­mento verso la frontiera è, a ogni modo, incontestabile; ed è difficile non pensare che l 'eventualità di un sequestro da parte dei tedeschi era sottintesa. Un'altra interessante linea della politica seguita era quella di riconsegnare gli archivi delle preture ai rispettivi uffici, per quanto altrove essi fossero stati depositati negli Archivi di Stato almeno dal 1 899.

Un importante lavoro di riproduzione fotografica dei documenti fu pure eseguito dal prof. Huter 3• In fatto egli aveva assunto un tale còmpito già molto tempo prima d'essere incaricato della direzione degli archivi. Nel corso dei due anni 1941-43, egli aveva avuto l'aiuto, in tal lavoro, di un altro esperto di nome Kramer, e di almeno sei fotografi. Da principio essi lavo­rarono nei grandi archivi ecclesiastici, e poi in quelli parrocchiali; solo nell'autunno del 1 942 essi riuscirono, nonostante una forte opposiziOne locale, a estendere le loro ricerche negli archivi comunali. La connessione

' Cfr. « Report on protection of archives carried out from autumn 1945 to spring 1945 in the provinces of Bolzano and Trento >>, cit.

Altre notizie anche in UCAS, fase. 8912.15, « Bolzano. Patrimonio storico-archivistico ». ' Ibidem. ' Cfr. « Report on the action of photocopying of the archives » cit.

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Rapporto finale sugli archivi

di questo lavoro con l'arbeitsgemeinschaft filr lands und volksforschung non è chiara, ma che il tutto avesse un significato politico sembra estrema­mente probabile. Il prof. Huter disse che la maggior parte dei films era stata mandata al reichssippenamt a Berlino per lo sviluppo e la conserva­zione; una minor quantità era stata inviata a Innsbruck.

b ) La zona di operazione del litorale adriatico. La direzione politica in rapporto agli archivi era nelle mani della sezione V ( wissenschaft und unterricht) dell'alto commissario a Trieste. Finora manca qualunque docu­mento sulla politica seguita dal primo capo di tale sezione, dott. Federico Scheide. Ma i piani del dott. H. Huber, che gli successe in marzo 1 944, sono anche troppo chiari.

Durante l'amministrazione del dott. Huber, gli atti dei tribunali della marina di guerra austro-ungarica di Pola ( 1 908-19 1 8 ), e i fogli matricolari dei medesimi fondi furono trasferiti a Vienna.

Di più venne formulata una proposta su larga scala per la creazione a Klagenfurt, nell'istituto per ricerche sulla Carinzia, di un archivio che avrebbe dovuto comprendere tutti i moderni documenti storici importanti per lo studio della zona d'operazione. Questo doveva essere alle dipendenze di un certo dott. Walter Fresacher, professore alla scuola superiore di Villach, e il dott. Huber diramava istruzioni a tutti i capi delle amministrazioni provinciali per l'identificazione e il fermo d'archivi, distinguendo quelli che erano importanti per lo studio della zona d'operazione, quelli che lo erano per la storia del germanesimo nella regione, o per la luce che gettavano sulle relazioni della Carinzia col sud (cfr. Appendice 5, a e b ).

In fatto, a causa delle difficoltà della guerra, questo ambizioso progetto non venne mai attuato. Uno sforzo fu compiuto per asportare l 'archivio morelliano di Gorizia: il 17 novembre 1 944 dodici casse furono, in fatto, spedite dal dott. Franz Xaver Zimmermann, rappresentante a Gorizia del­l'istituto di ricerche per la Carinzia, al dott. Fresacher, a Tarvisio. La scusa datane è la solita, e cioè che la rimozione era stata operata in vista di salva­guardare i documenti. Di fatto essi non riuscirono a trovare di meglio che una caserma a Lussnitza, presso il confine austriaco, dove i documenti rima­sero abbandonati al momento del collasso tedesco. Parte di questo materiale fu più tardi ritrovato, dopo essere stato soggetto a ulteriori movimenti, da un ufficiale alleato con l'aiuto di un capo dei partigiani del luogo. Un simile piano di rimuovere il materiale dell'archivio notarile di Udine divenne im­possibile dopo che l'edificio, che l'ospitava, venne direttamente colpito da una bomba, in febbraio 1945.

Va notato che il merito dell'iniziativa del lavoro di ricupero in questo archivio, appartiene a una donna, frau Hanfstaengl, membro della divisione per la protezione dei monumenti: un corpo che, a quanto sembra, si inte­ressava degli archivi solo quando erano danneggiati da bombardamento e avevano bisogno di lavoro di ricupero o di riparazioni a l'edificio.

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

IV - I GOVERNI ALLEATI.

l - Organizzazione e scopo delle misure di protezione.

Nel quadro del governo militare alleato, le misure di protezione degli archivi erano anche più strettamente associate con quelle per la tutela dei monumenti e belle arti, che non fossero-nella corrispondente organizzazione germanica.

La sottocommissione monumenti belle arti e archivi aveva verso gli archivi italiani la stessa responsabilità che verso i monumenti e le belle arti.

Da un punto di vista accademico, si potrebbe certamente sollevare qual­che dubbio su l'opportunità di mettere insieme, in una unica organizzazione, funzioni così diverse. Nel fatto, a ogni modo, le due separate attività s'accor­darono abbastanza naturalmente. Nella prima fase, in Sicilia, gli ufficiali dei monumenti e belle arti assunsero la protezione di alcuni depositi di vecchi archivi. Più tardi, su suggerimento dei consiglieri archivistici del dipartimento della guerra degli Stati Uniti e del ministero della guerra britannico, che visitarono l'Italia nei primi mesi del 1944, misure di prote­zione furono estese a tutti gli archivi, moderni come antichi, e venne allora deciso che l'organizzazione esistente, convenientemente rinforzata, dovesse assumere questa più vasta responsabilità 1•

Accadde così che la parte archivistica del lavoro della commissione aumentò. Che questo sviluppo causasse uno sforzo considerevole a un orga­nismo di già oberato, è fuor di dubbio. D'altra parte, un personale specia­lizzato fu messo a disposizione per sostenere il grosso del lavoro in relazione agli archivi, e per assistere il direttore in questioni tecniche.

2 - Personale.

Ecco le persone che, in vari tempi fra il 1 944 e il 1 945, furono assegnate o rimasero addette alla sottocommissione per quanto riguarda gli archivi.

Consiglieri. - Mr. Hilary J enkinson, CBE, segretario del public record office, e consigliere per gli archivi al ministero della guerra: febbraio-maggio 1 944, ag0sto-settembre 1944, giugno-luglio 1 945, ottobre-novembre 1 945. Mr. Fred W. Shipman, CBE, direttore della biblioteca Franklin Delano Roosevelt, Hyde Park, N. Y., e consigliere per gli archivi al dipartimento della guerra: aprile-maggio 1 944, novembre 1944.

Ufficiali. - capitano T. H. Brooke, KRCC, assistant keeper of the public records : aprile 1944-maggio 1 945. capitano (poi maggiore) R. H. Ellis,

t Sull'organizzazione e sull'opera degli alleati per la tutela ed il recupero del patrimonio artistico e documentario italiano esiste una vasta bibliografia: cfr. in merito p. 20, nota 1 .

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Rapporto finale sugli archivi

RNF, assistant keeper of the public records : maggio-novembre 1 944, maggiore H. E. Beli, AEC, lettore di storia moderna nell'università di Durham, e prima del public records office: dicembre 1944-marzo1 946.

In particolare è necessario sottolineare il grande valore dell'opera dei due consiglieri : mr. Jenkinson e mr. Shipman, che non solo misero la loro larga esperienza a disposizione della sottocommissione, ma seppero anche dare il dovuto prestigio alla questione degli archivi. Il memorandum 30 aprile 1 944 di mr. Jenkinson sui doveri degli archivisti addetti alla com­missione, e un simile paragrafo nel primo rapporto di mr. Shipman come temporaneo consigliere, disegnarono le grandi linee della politica che fu successivamente seguìta 1•

3 - Gli archivi e l'esercito: istruzioni.

Era difficile dare disposizioni di carattere così generale da prevedere tutti i pericoli a cui gli archivi potevano essere esposti nel corso di una campagna come quella italiana. Per un lato, a ogni modo, il dovere deJla sottocommissione era assolutamente chiaro: parte essa stessa dell'esercito invasore, il suo primo dovere era di impedire distruzioni e dispersioni d'ar­chivi da parte delle truppe occupanti.

Questo implicava la diffusione, coi normali mezzi militari, di istruzioni alle varie formazioni. I principali depositi di archivio erano d'ordinario conservati in « edifici di carattere storico », la cui requisizione era stretta­mente controllata dalla circolare n. 10 del 30 marzo 1944 2• La stessa circo­lare proibiva la distruzione e dispersione di ogni collezione di archivio, dovunque rinvenuta. È difficile sopravalutare l'importanza di tale circolare, e dei memoranda del quartiere generale alleato n. 54 del 6 marzo 1 944 e n. 20 del 3 aprile 1945, che successivam.ente modificarono e, per quanto riguar­da gli archivi, rafforzarono l'ordine primitivo. Praticamente queste istruzioni fornirono in effetto alla sottocommissione un punto di partenza: e in conse­guenza della loro emanazione, essa era ora in grado d'intervenire, quando l 'occasione lo richiedeva, per impedire danni e perdite non necessarie (cfr. Appendice 6, a, b, c) .

Come è stato sopra indicato, nelle circolari fin qui citate gli archivi erano trattati alla pari coi monumenti; i provvedimenti disponevano per la - - � + � � ' �-- -, degli uni come degli altri. Nell'imminenza, a ogni modo, dell'avan­

Jrd d'Italia, la necessità di tutelare i depositi d'archivio sulla linea .'avanzata portò alla pubblicazione di separate e speciali istruzioni

1 Il memorandum di H. Jenkinson è riprodotto nell'Appendice alla prima parte del « Rapporto finale » pp. 188-189. Altro memorandum, del 1° marzo 1944, è riprodotto in COLES, WEINBERG, Civil affairs cit., p. 418.

2 È pubblicata in COLES, WEINBERG, Civil affairs cit., 419-421, insieme con altri due memoran­dum, rispettivamente del 3 e 23 marzo 1944.

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

sull'argomento. La lettera del 22 febbraio 1945 del quartiere generale alleato stabilì che, ad eccezione dei luoghi dove le operazioni militari lo rendessero necessario, tutti gli edifici che contenevano archivi dovevano essere immuni da ogni occupazione di truppe (Cfr. Appendice 8 ).

In uno sforzo per raggiungere sia il soldato comune, come pure l'ufficio responsabile, e per spiegare l'importanza pratica degli archivi, un articolo, intitolato Not far salvage, fu inserito nel n. 82, in data 25 novembre 1 944, nel periodico War dell'ufficio militare d'affarf èorrenti.

4 - Elenchi di depositi d'archivio.

Se si voleva ottenere l'aiuto delle truppe per assicurare la protezione degli archivi, era ragionevole, e aggiungerei essenziale, mettere a disposi­zione una chiara indicazione di quello che si desiderava proteggere. In altre parole era evidentemente necessaria la redazione e diffusione di elénchi degli archivi stessi.

Già nell'agosto 1943 un elenco degli archivi più importanti era stato compilato dal dott. Ernesto Posner per conto del comitato dell'associazione americana degli istituti scientifici per la protezione dei tesori culturali nelle zone di guerra. Esso diede molte utili informazioni per quanto riguar­dava indirizzo, direzione, contenuto, edificio di ciascun archivio, e facilitò l'inclusione dei depositi di archivio nell'elenco dei Mfonumenti da proteggere, pubblicato dalla sottocommissione nel maggio-agosto del 1944 1 •

Rimaneva a ogni modo una considerevole difficoltà. Per quanto riguar­

dava i monumenti, la sottocommissione procedeva con un criterio di rigida

selezione: essa intendeva di proteggere e preservare solo quello che fosse

realinente di primo ordine. A causa della loro stessa natura, gli archivi esige­

vano, per loro conto, un trattamento diverso. A prescindere dalle grandi

collezioni storiche, molte categorie di documenti regionali e locali, spesso

anche correnti, rivestivano tale importanza, o per ragioni storiche o anche

per la condotta stessa della guerra e per la ricostruzione della vita civile,

che la loro protezione costituiva un problema della maggiore urgenza. E poi­

ché essi non potevano essere inclusi negli elenchi dei Monumenti da pro�eg­gere, senza capovolgere la proporzione tra monumenti e archivi, fu neces­

sario redigere, degli archivi, un elenco addizionale più particolareggiato.

Il memorandum che ne risultò, con appendici ed elenchi, sulla protezione degli archivi italiani, conteneva una classificazione sommaria di tutti gli

archivi italiani, un elenco dei vecchi archivi civili ed ecclesiastici, disposti

in ordine alfabetico di luoghi per ciascuna delle otto regioni in cui era stata

divisa l'Italia; e una descrizione delle classi più importanti degli archivi

moderni, con l'indicazione dei luoghi dove avrebbero dovuto trovarsi. Le

l Cfr. anche COLES, WEINBERG, Civil affairs cit., p. 421.

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Rapporto finale sugli archivi --------------------------varie sezioni di tale elenco erano affidate ai rispettivi commissari, regionali e provinciali del governo militare alleato.

. �opie di esso furono pure consegnate a tutti gli ufficiali della sottocom­mis�IOne; e l 'elenco divenne

. così la

,�ase di ogni successivo lavoro sul campo. �ggmnte

.ad

_ es�o f�rono p�1 fatte m tempo in tempo, a misura che maggiori mformaz10m d1vemvano disponibili.

5 - Lavoro sul campo; disposizione del personale, e zone visitate.

,La �a�gi

.ore preoccupazione della sottocommissione era come disporre

dell assai hm1tato numero di ufficiali in forza, in modo d'assicurare il ma�­sin:o di vigilanz� ai dep�siti d'archivio. Ciò che fu fatto per questo riguard�, puo essere meglio descntto sotto tre capi:

. a! Sicilia e Italia meridionale, aprile-maggio 1944. Furono compiuti

vragg1 attraverso l� Sicilia, la Calabria, le Puglie, la Lucania e la parte libe­rata della C�m�am� da mr. Shipman, mr. Jenkinson, e dal capitano Brooke. Durante tah vraggi fu possibile non solo portare notevole aiuto nei vari luoghi, ma anche formarsi una idea delle difficoltà che si sarebbero dovute affrontare nelle aree più a nord.

b) Roma e Italia centrale, giugno 1944-aprile 1945. Il capitano Brooke entrò a Roma il 5 giugno 1944 e risultò subito evidente che per auanto le �randi collezioni archivistiche della città fossero rimaste'

immu�ni da ogm danno, �ra

. desider�bìle c�1'egli continuasse a rimanervi, sia per trat­tare le

. quesno�n �rgenti relative agli archivi dei ministeri, sia per man­t�nere I contatti, gwrno per giorno, con le autorità centrali dell'amministra­ZIOne italiana e col Vaticano 1•

Fu quindi stabilito che all'altro ufficiale degli archivi, il capitano Ellis, fosse affidato il lavoro di punta, e che egli fosse addetto quindi alla sa o all'Sa armata, secondo che le circostanze lo richiedessero; mentre il capitano Brooke avrebbe mantenuto i contatti in Roma e compiuto il lavoro di rin­calzo, a mano a mano che le armate avanzavano. Questo piano - uno giù, u�o su - fu mantenuto fino alla grande avanzata finale dell'aprile 1 945 e diede ottimi risultati. Dopo il trasferimento del capitano Ellis ad altro teatro d'o�er�zioni, nel novembre 1 944 il maggiore Beli successe nelle sue attri­�UZlOl1l ��Ile zone d'avanguardia, per quanto, disgraziatamente, non nell'iden­ti�a posiziOne, dato che la sottocommissione non riuscì a ottenere la di lm. agg�egazione all'ese

.rcito

.come era riuscita a fare nel caso del capitano Elhs. D altra parte la s1mpat1ca cooperazione degli ufficiali superiori di tutt'e due le armate, e il benevolo gradimento della sua presenza nelle rispettive

1 Cfr. anche COLES, WEINBERG, Civil affairs cit., p. 422.

1 60

Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

zone, significò che il lavoro proprio dell'ufficiale degli archivi non ebbe a sof­frirne.

Durante questo periodo, il capitano McCain, che aveva raggiunto la commissione in agosto 1 944, veniva addetto alla unità per raccolta di notizie e con essa, rimanendo in Roma, studiava intanto i piani per la tutela dei depositi degli archivi dei ministeri nel nord.

c) Italia settentrionale, aprile-agosto 1945. Il maggiore BeH entrò a Bologna il 2 1 aprile 1 945, e fu d'allora responsabile di tutto quanto riguar­dava gli archivi nelle due regioni dell'Emilia e del Veneto; non escluso un viaggio ch'egli fece ai principali depositi in Piemonte. Il capitano McCain passò il 5 maggio nella regione della Lombardia, dove, oltre che al lavoro di vigilanza degli ordinari depositi d'archivio, fu addetto anche a quello di identificare e proteggere gli innumerevoli depositi degli archivi dei ministe­ri: lavoro che, occasionalmente, lo condusse anche nelle vicine regioni della Venezia e del Piemonte. In conseguenza dell'assegnazione del capitano Brooke a un altro teatro di guerra, e all'urgenza del lavoro nel nord, per un periodo di circa due mesi non fu possibile conservare in Roma nessun ufficiale degli archivi.

Per il resto, è doveroso riconoscere anche il lavoro compiuto dagli uffi­ciali della sottocommissione dei monumenti. A causa delle posizioni di avanguardia che occupavano, come ufficiali MFA presso la sa e l'Sa arma­ta, il maggiore H.C. Newton e il capitano D . Keller dovevano affrontare e risolvere ogni sorta di problemi; e gli archivi, non meno delle chiese e deJlç pitture, erano parte del loro lavoro quotidiano. La posizione degli ufficiali regionali MFA era un po' diversa: ma anche ad essi erano, all'occasione, affidati compiti speciali rispetto agli archivi; specialmente a quelli che ser­vivano in regioni nelle quali non era assolutamente possibile inviare un affi­dale degli archivi.

A questo punto è doveroso ricordare l'opera coscienziosa del capitano F. H. J. Maxse negli Abruzzi-Molise, e quella del capitano R. E. Enthoven in Piemonte.

D 'altra parte va pure osservato che, a prescindere dai loro doveri spe­ciali, anche gli ufficiali degli archivi erano in grado di contribuire dal canto loro al comune lavoro MFA della sottocommissione. Uno di essi, infatti, il capitano Ellis agì per due mesi e mezzo nella qualità di ufficiale dei monu­menti. Gli altri, condotti talvolta dai loro doveri a visitare comuni remoti e fuori strada, potevano riportare ai loro colleghi MF A notizie di monu­menti forse, in se stessi, di secondaria importanza e che certamente non figuravano nella Lista dei monumenti da proteggere, ma che non cessavano per questo di presentare un certo interesse. Gli ufficiali degli archivi erano poi specialmente responsabili delle misure di protezione e sistemazione da prendere per le biblioteche antiche.

1 6 1

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Rapporto finale sugli archivi

6 - Azione sul campo: relazioni dei danni.

. Il primo dovere dell'ufficiale degli archivi sul . . . egli doveva visitare i depo"I.ti' ·r

. l

campo era di fissare l fatti : � ' riLer,re "U le condizio · ' r d'fi documenti e dove de1· dan · f

� v ·- m aeg,I e 1 ci e dei ' n1 O"sero occo " .

t b 'l ' rapporti di questo genere cons=;+ivano aP r �I, s a I Irn

_e �e cause. Copie di

gradualmente una serie d 'inform'"'

ac

. �� h ,a sottocommisswne di raccogliere

· 1 • zwn1 c = n"'n solo eran t 'l ' · per stabilire la linea di C�"ndott d · ��

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- a 1 -m"n o, ma che permet-.

' � '

� " · "'l-' cllVamente e Var· . d · stati soggetti gli archivi italiani durante la �' -r ' ' .

re vrcen e a �m sono materiale si poté stabilire che i d . .

l ��e" . a. Sui fondamento di questo

o più delle cause seguenti : � anm, m mea generale, erano dovuti a una

a) Bombardanzento. Situati in città che o sulle linee di comunicazione t d h erano spesso centri militari,

h . e esc. e, molti dei principali archivi i tali. ''ni· anno necessanamente sofferto danni iù . . "' dei bombardamenti Dann . � .

d' . ' p o meno gravi, In conseguenza · n grctvi 1 auesto aen=p, 0 .

d Archivi di Stato di Ca l " . G À • "' " � ccorsero al epositi der:di g.Ian, -enova l\lhla110 P�le D

a

nonché a quelli d�'>ll"' sezi·oni· d ' fi l, ' :

. -

' � rn1o, � arma e Torino; •

• �- v .1 r1 essanana C t · p · . sma, Pistoia Potenza Trap� ' V . ' a ania, oggia, Lrvorno, Mes-

' ' a.n1 e erona 1 Anche l ' 1 · · ebbero a soffrire · aa' e"'em . 1 .

l . . · . " g.1 arc 11V1 ecclesiastici · " PIO g,I are 11v1 arciVe T d" A e Palermo; i vescovili di Faenza F ' F l' .

scovu_

I _ncona, Benevento

cona, Livorno, Palestrina e Ver��a�no, o rgno e Sarsma; l capitolari di An-Bisogna a ogni modo mettere in ril;eYo I� . .

simili, il danno ai documenti non , -

ff t ' , c ,e m

. questi, come in casi

ai locali. Questo è stato dovuto .

e a .• a to paragonabrle a- quello apportato m parte alle la'"g11e m· d' f 1 che erano adottate ma in p�r�e a h ' f l _, . rsure I s o lamento ' 1 a c ne e ar a'"to che ' do t ' gene straordinariamente resistenti .

" • ' .

cumen I sono al para-che dalle macerie dei deposi.ti' c I :L;

e molti sono stati recuperati intatti an-. . O pH,,

Indubbiamente i danni più oTavi l ' . . . portati ai rispettivi edifici furono

"' ll'

agl I a�chrvi, m confronto di quelli

di Milano e Palermo. I� �mbedue i�eci�t� 1:1 :rsul;a

.r�no

. dai bombardamenti

sede, ma la quantità enorme del m t ' l "' I Arc.·n�I di Stato avevano una - ,a erla e rendeva nnpossibile una evacua-

l �f�. i dati contenuti nei relativi fascicoli del fond !ano (zbzdem, fase. 8912.50 « 1\1r·lano Pat . . . o UCAS, fase. 8912; in particolare per Mr'-d , . ' · nmon1o stanco h' · · ' eli Archrvio di Stato di Milano in dipende d l' . -are rvrstrco ») la << Relazione sulle vicende 1946 (cui sono unite, in plico a parte le ��:o

�gl;

avv�mm�nti bellici ''• di G. Manganelli, del 20 marzo « Palermo. Patrimonio storico-archivr'st

,r'co )

. e a se e drstrutta); per Palermo (ibidem, fase. 8912 56 h. · · » e conservata tutta 1 d · · are rvr dr Palermo e della provincia dura t I a ocumentazwne sulle vicende degli p · . n e a guerra· per T · ( 'b ' ' atnmomo storico-archivistico ») cfr r'n part'c I l

, .ormo, ' zdem, fase. 8912.82, " Torino p· ' ., I o are a < c Relazr . d . ' Iemonte durante la guerra », della soprintendenza

, . , . . o ne s�r _anm subiti dagli archivi del della relazione (in traduzione italiana) di H E B I�

rchn r�trca �e� rl Piemonte (copia s .d.) e copia per Foggia, (ibidem, fase. 8912 32 " Foggr'a p ·tr. . � ' su�Ir archrvr del Piemonte, del 7 giugno 1945·

· d' · ' · a Imomo sto neo arch · · t· ) ' vro I Stato di Foggia del 10 novembre 1944· C I' . . . rvrs reo " , cfr. la relazione dell'Archi-danni subiti dall'Archivio di Stato del 24

, per . aglr9ar46

I, (s.r _veda una relazione di Fr. Loddo Canepa sui ' gennaro zbzdem, fase. 8912.18).

1 62

Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

zione completa, e molto di quello che era dovuto rimanere, venne in conse­guenza distrutto. In agosto 1943, ad esempio, uno dei due depositi di Milano seguitò a bruciare per un periodo dai 10 ai 20 giorni. Disgraziatissimo pure fu il caso dell'archivio della ex legazione pontificia di Ferrara, che fu distrutta da bombe nel municipio di Rio Ferrarese, dove era stata evacuata 1•

Minori danni, ma ancora seri abbastanza, accorsero agli archivi di Parma, Torino, Foggia, l\1essina, Pistoia, Potenza e Trapani.

b) Combattimento. Gli archivi principali se la cavarono con poco dan­no nella battaglia propriamente detta. Gli Archivi di Stato di Firenze e di Pisa soffrirono della battaglia sull'Arno, ma né nell'un caso, né nell'altro si verificò una seria perdita di atti. Per il resto, fu fortuna che i combatti­menti più accaniti si verificassero in zone lontane dai grandi centri di popo­lazione: di modo che i danni maggiori si limitarono a quelli dei comuni rurali, fra i quali, perdite specialmente severe ebbero i comuni che si tro­vavano sulle linee delle campagne invernali 1943-44 e 1 944-45.

c) Truppe germaniche. Il buon nome tedesco rimarrà per sempre macchiato dalla insensata e brutale distruzione degli importantissimi docu­menti dell'Archivio di Stato di bruciati deliberatamente nel deposito di villa Montesano presso San Paolo Bel Sito. Un rapporto su questo tragico episodio - che costituisce la più grave delle perdite subite dagli archivi italiani durante la guerra - si veda in Appendice 9 .

Sembrerebbe che u n tale atto criminale abbia destato impressione anche nell'esercito tedesco, perché niente, che possa lontanamente somigliargli, si verificò mai più altrove. Dei grandi archivi, in fatti, solo altri tre soffri­rono dell'occupazione dei tedeschi: gli Archivi di Stato di Siena, Modena e Bologna, che avevano tutti depositi in campagna dove le truppe rimase:;-o acquartierate. In quelli degli ultimi due, Modena e Bologna, a dispetto dei cartelli di protezione posti dal Kunstschutz, le truppe occupanti si resero responsabili di dispersione e distruzione di atti. Nel deposito di Modena, a Nonantola, le perdite non furono gravi. A villa Talon, San Dannino, dove una parte dei più importanti documenti bolognesi era stata trasportata, è probabile che una maggiore quantità di materiale sia stata distrutta e dispersa. E fu tale la confusione in cui i tedeschi lasciarono i documenti, che il loro riordinamento non è ancora terminato, e non è quindi possibile un bilancio esatto delle perdite subite.

A questo proposito è interessante la relazione del soprintendente degli archivi dell'Emilia: « I piatti di legno delle legature più antiche furono spezzate e il cuoio strappato e portato via; i cartoni vuotati e il loro con­tenuto sparpagliato in terra, adoperato per accendere il fuoco, i mazzi e volumi asportati . . . Il reparto responsabile dei danni più gravi era stato

l Per Milano e Palermo si cfr. i fascicoli citati alla nota n. 1 di p . 162. Per Ferrara (ibidem, fase. 8912.30, " Ferrara. Patrimonio storico-archivistico ») si veda copia della traduzione di una relazione di H. E. Beli, del 24 maggio 1945, sugli archivi e le biblioteche della provincia di Ferrara.

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Rapporto finale sugli archivi

sostituito da uno di sanità, il cui comandante, maggiore Hafner, s 'impeunò a ordinare il più rigoroso rispetto del materiale. Ordine tardivo, per�hé frattanto altri spostamenti erano stati eseguiti, e certo solo parzialmente rispettato, perché, anche dopo la sua emanazione, la truppa vuotava i cartoni per u�arli agli scopi più vari (per esempio per sciogliervi dentro del gesso), non SI faceva scrupolo di rovesciare sui mucchi delle carte la spazzatura della caserma, per evitarsi la fatica di portarla allo scarico, e continuava a servirsi dei documenti d'archivio per accendere le stufe ,, 1.

Qua e là nella campagna i tedeschi fecero effettivamente qualche danno ai piccoli archivi, comunali e notarili. Ciò che si è soliti qualificare come « necessità militare », e il correlativo collocamento di bombe sotto alcuni edifici, possono servire a spiegare molti di questi casi : degli altri può essere responsabile la negligenza dei singoli comandanti. Uno spiacevole esemoio di tali sistemi fu la distruzione degli archivi municipali, e di tutto qua�to contenevano, come rappresaglia contro l'attività dei partigiani del luogo.

Ciò si verificò a Sarsina, dove sia l'archivio notarile che quello comu nale vennero bruciati, a Villa Minozzo e a Boves. La distruzione dei mano­scritti dell'archivio comunale di Sarzana, in deposito a Braia, sembra pure essere stata compiuta come rappresaglia.

Di saccheggio deliberato, collettivo o individuale, pochi esempi sono veramente venuti alla luce.

d) Truppe alleate. In generale si può affermare categoricamente che le istruzioni descritte innanzi (3°), riuscirono efficaci.

Per quanto riguarda Archivi di Stato e sezioni, solo tre denunzie di danni recati dalle truppe alleate - e nessuna di grande importanza - si possono ricordare. A Potenza è stato riferito che truppe britanniche, acquar­tierate negli uffici della sezione, sarebbero penetrate nei locali stessi dell'ar­chivio, e ne avrebbero messo gli atti in disordine, asportando una cinouan­tina di pacchi di atti dell'intendenza di Basilicata ( 18 1 8-1860) e circa 185 buste della prefettura, serie amministrativa ( 1893-97). A Bari, dove la sezione, nono­stante le forti rimostranze della sottocommissione, rimase militarmente occupata dal dicembre 1943 al marzo 1945, si afferma che un centinaio di buste della sezione giudiziaria vennero distrutte dalle truppe alleate. A Castel di Grotti 2, deposito dell'Archivio di Stato di Siena, truppe marocchine sono imputate di aver recato alcuni leggeri danni, ma poiché esse successero, nell'occupazione, a truppe germaniche, non è possibile provare in quale mi­sura esse siano realmente responsabili.

Non sarà sfuggito a ogni modo che due su tre degli incidenti riferiti

1 • In UCAS, fase. 8912.14, « Bologna: Patrimonio storico-archivistico », è conservata la copia di questa relazwne del sovrintendente archivistico per l'Emilia, F. Mascelli, a H. E. Bel! del 22 aprile 1945.

2 Così nel testo: in realtà il materiale documentario era stato depositato a Gratti ed a Castel Verdelli. Cfr. UCAS, fase. 8912.76. « Siena. Patrimonio storico-archivistico ».

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

risultarono da azione svoltasi, o almeno iniziata, prima che la sezione archivi della sottocommissione fosse istituita.

Potenza e Bari furono visitate, appena possibile, da ambedue i consi­glieri degli archivi; e Bari anche dal vice direttore della sottocommissione

Per gli archivi minori, comunali o notarili, vi sono indizi di un certo numero di danni deliberati, occorsi generalmente nella fase immediatamente successiva al combattimento. La tentazione di usare « un monte di vecchie carte >>, era evidentemente una prova troppo forte per uomini di truppa; specialmente nelle inclementi condizioni dell'fnverno italiano. In un villaggio è stato riferito che truppe alleate avrebbero cooperato con gli abitanti del luogo a sperimentare un uso del tutto nuovo per atti di archivio : si dice infatti che alcune, fra le buste più grosse e massicce, fossero adoperate per pavimentare una strada ! A ogni modo sembra opportuno aggiungere che il villaggio in questione, Coriano in Romagna, cambiò di mano sette od otto volte durante la lotta: e già questo particolare può essere più che sufficiente a spiegare, da solo, molte delle distruzioni e delle dispersioni verificatesi.

L'esperienza ha dimostrato che il maggior pericolo era, a ogni modo, per le carte amministrative moderne. Gli esempi più gravi a questo pro­posito rimangono quelli: a) del ministero dell'aeronautica in Roma, al mo­mento che esso divenne (luglio 1944) quartier generale dell'AAI); b) della sede centrale del partito fascista, a ponte Milvio, sgomberata in fretta per sistemarvi una casa di riposo; c) e, più tardi, nel corso dello stesso anno, della Rocca delle Caminate, già residenza di Mussolini, in provincia di Forlì. In tutti questi casi la sottocommissione provocò inchieste e ottenne le necessarie misure per impedire la continuazione e il ripetersi di abusi del genere. La presenza e l'attività degli ufficiali degli archivi impedì indubbia­mente altri incidenti che sarebbero stati meno onorevoli. Le insistenze affin­ché fosse data la dovuta attenzione agli atti del ministero delle corpora­zioni al momento che la commissione (giugno 1944) si insediò nei locali di quel ministero, e le ripetute visite (maggio-luglio 1945) a villa Bettoni, Bo­gliaco, dove erano gli archivi della presidenza del consiglio, sono appunto esempi e risultati di tale attività 1•

e) Popolazione civile. Le condizioni del tempo di guerra spiegano anche le notevoli distruzioni dovute alla popolazione civile.

Dove questo accadde su larga scala, le ragioni furono di natura politica, come, per esempio, nel caso dell'incendio degli archivi comunali di Capizzi, Maschito e Ucria. Talvolta esso era il risultato del deliberato proposito di sopprimere prove: come nel caso dell'incendio dell'archivio del tribunale di Ferrara, e di una sezione dell'archivio del tribunale di Bologna; o in molti degli uffici dei ministeri repubblicani, dove l'ultimo atto dei fascisti fu quello di eliminare la proprie tracce.

V'è poi una schiera di esempi minori di danni e distruzioni, che non

t Cfr. docc. 25 e 26, pp. 68-75.

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Rapporto finale sugli archivi

sono suscettibili di una qualsiasi classificazione. Tale è il caso, ad esempio, dell'archivio notarile di San Giovanni in Marignano, dove il pavimento della stanza immediatamente superiore crollò sotto il peso di coloro che vi si erano rifugiati, e questi finirono col precipitare tutti sui documenti; quello degli abitanti che l'ufficiale degli archivi trovò alloggiati nell'archivio comu­nale a Montescudo e che usavano i documenti ( << ma non proprio i migliori » ) per tenere acceso il fuoco dei caminetti; e quello infine dei documenti del comune di Gambettola che gli abitanti adoperavano - a quanto sembra -con ottimi effetti, per protezione, invece di sacchi di rena.

f) Decadenza dei principi di conservazione. È difficile trovare un ter­mine adeguato per esprimere un'altra causa, l'ultima (causa) dei danni subiti degli archivi italiani durante la guerra, perché certamente la parola negli­genza è un termine poco gentile per archivisti che, in generale, affronta­rono magnificamente i rischi della guerra. Ma, com'era inevitabile, vi fu qua e là abbassamento dei principi di conservazione degli archivi a confronto di quelli normali in tempo di pace: e qualche volta così serio da minacciare la stessa esistenza dei documenti, come nel caso dell'archivio notarile di Palermo, dove gli atti rimasero danneggiati perché non furono rimossi in tempo dalla parte del deposito dove la pioggia penetrava a traverso il tetto; o in quelli della sezione di Siracusa, dove l'acqua, che filtrava da un gabinetto del prefetto, si lasciava scolare liberamente sui documenti.

Anche le condizioni di alcuni dei depositi erano talvolta pittosto anor­mali, specialmente dove fattori militari avevano impedito regolari ispezioni da parte del personale d'archivio. Un esempio che fa al caso: a Gagliano, un importante deposito di documenti provenienti da Firenze, l'ufficiale degli archivi, che accompagnava in giro il consigliere dei medesimi, si trovò ad affrontare un problema che fino ad oggi non figurava in nessun manuale di archivistica. Ed era: quale linea di condotta osservare quando si trova che una chioccia ha stabilito la sua cova fra i documenti.

Per amore di chiarezza, questi sei principali motivi di danni sono stati descritti separatamente. Deve essere però, a ogni modo, tenuto presente che più dì uno di essi poteva operare contemporaneamente in un singolo archi�

vio. La sezione di Potenza percorse disgraziatamente, ad esempio, la scala tutta intiera: essa fu bombardata, abbandonata dal personale, saccheggiata dalla popolazione, e successivamente messa in disordine dalle truppe germa­niche e da quelle alleate.

7 - Lavoro sul campo: pronto soccorso.

Gli altri compiti degli ufficiali degli archivi scaturivano direttamente dai pericoli ai quali caso per caso, essi trovavano esposto un deposito. Espri­mendosi in termini di medicina, ciò significava che un trattamento di pronto soccorso doveva seguire immediatamente la diagnosi.

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

Nel caso dei grandi depositi, si trovò che l'azione immediata necessaria subito dopo un bombardamento era stata d'ordinario già compiuta dal personale degli archivi. Ma negli archivi minori, comunali e notarili, e in qualche archivio di cattedrale, la situazione era molto diversa. Qui non era disponibile un personale specializzato: solo un segretario comunale, o nn cancelliere carico di infinite altre preoccupazioni. In queste circostanze, molto dipendeva dalla iniziativa e dalla capacità di improvvisazione del­l'ufficiale degli archivi. Dove un edificio era in condizioni disperate, egli doveva trovare un'altra sistemazione per gli- atti: compito non facile per esempio in un villaggio dove forse più del 70% degli edifici era danneggiato. E trovati i locali, c'era ancora la questione della mano d'opera per effettuare il tra­sporto. Il recupero dei documenti danneggiati prendeva forme varie. Almeno due appositi scavi di documenti, dalle macerie di edifici colpiti, furono con­dotti a termine sotto la vigilanza degli ufficiali degli archivi, e altri ne furono iniziati. C'era infine la questione dei documenti danneggiati dal fuoco e dal­l'acqua: e per questo riuscì di grande aiuto una traduzione del memorandum n. 6 della british records association: Pronto soccorso per i manoscritti danneggiati.

Un'altra preoccupazione era l'attuazione della circolare n. 10 della AAI. e delle successive istruzioni sullo stesso argomento. Dove truppe e archivi erano troppo vicini, fu necessario disporre l'allontanamento delle une o degli altri. Verso la fine della guerra, difficoltà di questo genere divennero assai meno frequenti. Questo fu in parte conseguenza della rapidità dell'avanzata finale: ciò che significò che in larghe zone dell'Italia del nord poche truppe rimasero acquartierate. Ma fu, a ogni modo, indubbiamente dovuto anche agli ottimi cartelli di protezione che gli ufficiali dei monumenti belle arti e archivi delle due armate distribuivano agli archivi di maggiore importanza.

Val la pena riferire un episodio in rapporto a questi cartelli. L'Archivio di Stato di Parma aveva sistemato i suoi più importanti documenti - ivi compresa la parte dell'archivio farnesiano rimasto a Parma - a villa Pa­ganini, vicino a Gaione. I tedeschi avevano consegnato alle suore, che divi­devano la villa coi documenti, uno dei loro cartelli del Kunstschutz, ed una delle suore lo aveva tradotto, con una certa abilità, in inglese. La sua previden­za venne premiata. Un distaccamento americano arrivò alla villa prima sia del MFAA che dell'ufficiale degli archivi, ma quando vide il cartello tedesco di protezione, l'ufficiale che lo comandava cercò altrove sistemazione per i suoi uomini. Ciò che costituisce un indizio del senso di responsabilità che l'eserCito aveva sviluppato per queste cose.

I depositi extraurbani erano, per certa parte, uno dei maggiori imbarazzi. Alla loro esistenza è dovuta, indubbiamente, la salvezza di molto prezioso ma­teriale che sarebbe altrimenti andato distrutto a causa dei bombardamenti, e non ci può essere dubbio sulla giustezza della generale politica di sfolla­mento che fu seguita al momento. Ma, per quanto relativamente al sicuro dai bombardamenti, i documenti rimanevano - nei depositi - soggetti ad

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Rapporto finale sugli archivi

altri rischi. Situati, nella maggior parte dei casi, in campagna, quando Ia guerra passò alla fase di movimento, i depositi furono esposti ad essere invasi dalle truppe d'ambo le parti, e a causa della loro lontananza e tal­volta, della loro inaccessibilità, era difficile organizzare una protezion'e ef­ficace. Di più, le condizioni materiali non erano sempre ottime; così si venne a scoprire che gli atti della sezione di Livorno, in deposito alla certosa di Calci, avevano sofferto seriamente a causa della umidità e della presenza di topi. E anche il deposito dell'Archivio di Torino, a Montaldo Torinese, fu dan­neggiato dall'umidità.

In ambedue i depositi si dové organizzare un trasporto in locali migliori. Tutto questo sta a dimostrare che l'ispezione dei depositi andava considerata come un lavoro della maggiore importanza.

8 - Riattivazione dell'amministrazione italiana degli archivi.

Fino dai primi giorni fu evidente ad ambedue i consiglieri per gli archivi che, dato il piccolo numero di ufficiali disponibili, la cooperazione coi fun­zionari dell'amministrazione italiana degli archivi, era non solo desidera­bile, ma essenziale, se il lavoro di protezione e ricostruzione doveva essere effettivo.

Essi non solo raccomandarono una tale cooperazione, ma ne diedero l'esempio stabilendo cordiali rapporti con i due soprintendenti responsabili per la parte d'Italia fin d'allora occupata da truppe alleate: il dott. Egildo Gentile per la Sicilia, il conte Riccardo Filangieri per Napoli.

Peraltro essa cominciò ad avere sviluppi realmente importanti solo dopo che Roma fu raggiunta e furono stabiliti contatti con il commendatore Emilio Re, a quel tempo direttore dell'Archivio del Regno e soprintendente degli archivi del Lazio, Umbria e Marche. La posizione del comm. Re, come capo dell'amministrazione italiana degli archivi, fu ulteriormente definita dalla sua nomina, con decreto 19 ottobre 1944, a commissario per gli Archivi del Regno, per la quale egli succedette nelle funzioni sia del consiglio superiore che della giunta per gli archivi. È difficile valutare abbastanza l'importanza dei servigi resi agli archivi italiani dal comm. Re, e uno dei suoi aspetti più significativi è stata la leale cooperazione con gli ufficiali degli archivi della sottocom­missione.

Più in basso nella scala, quella cooperazione si rifletteva nelle relazioni fra soprintendenti e direttori da una parte e ufficiali degli archivi e della MFAA dall'altra. Fu compito degli ufficiali degli archivi ristabilire i con­tatti dei soprintendenti sia col commissario in Roma sia coi direttori degli Archivi nell'interno delle rispettive soprintendenze.

' �

Il primo era adempiuto tenendo un ufficiale degli archivi, più o meno permanente, in Roma; il secondo assicurando mezzi di trasporto ai soprin­tendenti o loro rappresentanti, per visitare gli archivi di cui erano respon­sabili. Di più, in tutta la zona a nord di Roma, i viaggi degli ufficiali

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

degli archivi erano sempre preparati d'accordo con i rispettivi soprinten­denti.

Elenchi di archivi forniti da questi ultimi, e specialmente da quelli di Firenze e Bologna, aggiunsero utili e numerosi elementi a quelli già conte­nuti nel Breve memorandum ed elenchi .

In tutta la difficile questione della ricostruzione, il problema del per­sonale era d'importanza capitale. Qui l 'inconveniente principale era costituito dalla scarsezza degli archivisti. Inevitabilmente anche alcuni di quelli che pure possedevano qualità tecniche, potevano non essere soddisfacenti sotto altri punti di vista. La guerra scopre i punti deboli sia nel fisico che nel carattere, e potevano esserci archivisti ottimi per redigere un indice o un inventario, che non erano d'altra parte tagliati per le responsabilità amministrative della ricostruzione. Ancora, v'erano casi - fortunatamente rari -dove i legami col caduto regime erano stati, o si asseriva fossero stati, troppo stretti. In misura assai limitata era possibile compensare lo scarso numero degli archi­visti in due modi: richiamando in servizio quelli che erano stati allontanati in forza delle leggi razziali, e ottenendo il rilascio degli archivisti prigionieri in mano alleata. Tutto il lavoro di questo genere fu affrontato sulla base della più stretta cooperazione col commissario.

Non appena le condizioni in una zona particolare erano abbastanza stabili da permetterlo, l'uno o l 'altro degli ufficiali degli archivi accompagnava il comm. Re in una serie di visite ai vari archivi. A questo modo tutti gli Archivi di Stato (ad eccezione di Palermo, Parma, Bolzano, Trento, Trieste e Zara) e anche molte sezioni vennero visitate. Così il passaggio della respon­sabilità amministrativa fu realistico e pratico.

Un indizio della rinnovata vitalità dell'amministrazione italiana degli archivi fu offerto dalla inaugurazione di mostre di documenti a Siena, Lucca e Modena. Quella di Lucca, destinata ad illustrare le relazioni fra quella città e la Gran Bretagna, riuscì di particolare interesse.

9 - Archivi dei ministeri e di altri enti governativi.

La protezione degli atti moderni del governo italiano costituiva un pro­

blema di tale intrinseca importanza da esigere una buona parte del tempo

e dell'energia degli ufficiali degli archivi. Alla base, la difficoltà della que­

stione era nel fatto che questi atti erano atti correnti, e molti di essi erano

già prenotati, per visione ed eventuale utilizzazione, da parte di uffici alleati

d'investigazione. Un'altra difficoltà (e questo dipendeva anche dal loro stesso

carattere di atti correnti) era che molti di essi erano stati portati al nord

dal governo repubblicano, prima dell'occupazione di Roma da parte degli

alleati. Guardando indietro, il lavoro compiuto per questo complesso problema,

nel periodo di due anni, può considerarsi diviso in tre parti.

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Rapporto finale sugli archivi

a) Controllo dell'attività investigativa. Fin dall'inizio si riconobbe che l'utilizzazione a scopo investigativo, per urgente o importante che fosse, pre­sentava tuttavia qualche pericolo per l'integrità delle serie. Era comprensi­bile come nell'entusiasmo di avere scoperto materiale di grande interesse, gli agenti investigativi potessero essere tentati di asportare intiere buste, di rimuovere singoli documenti dagli incarti dove si trovavano, di alterare l'ordi­ne delle carte, e così via, senza rendersi conto che - cosi facendo - essi non solo diminuivano il valore storico delle serie, ma impedivano anche il lavoro di altri agenti che potessero venire dopo di loro.

Per ovviare ai pericoli di un uso indiscreto, i consiglieri per gli archivi in aprile 1944 elaborarono, d'accordo con gli ufficiali responsabili della G 2 documents section del quartiere generale alleato, un sistema secondo il quale << i sequestri >> operati dagli agenti investigativi dovessero esser fatti in modo ordinato. Secondo i termini della circolare n. 38, in data 4 giugno 1944, del quartier generale alleato, tutti i documenti asportati per esame e utilizzazione dovevano eventualmente passare alla G 2 documents section del quartiere generale alleato, e successivamente questa procedura fu am­pliata col mettere in relazione con la G 2 advanced documents section anche la così detta S. Forces, che era incaritata di proteggere gli obiettivi delle ricerche.

Per tutti i mesi seguenti, la sottocommissione mantenne stretto contatto con le varie agenzie investigative: con la G 2 documents section, con la bombing survey MAAF, con la intelligence collecting unit, PWB, e, nel­l'ultimo periodo, con l'ufficio di ricerche istituito d'accordo dal diparti­mento di stato americano e dal ministero degli esteri britannico. Agli ufficiali di questi, come a tutte le altre agenzie che si valevano di materiali degli archivi italiani, era costantemente fatta rilevare l'importanza di un'osservanza rigida delle norme sopra accennate.

Di più fu ripetutamente rappresentato alle più alte autorità che, ad ec­cezione che nei casi dove superiori considerazioni di carattere politico e mi­litare imponessero di trattenere documenti del genere, la loro definitiva re­stituzione al governo italiano doveva considerarsi come altamente desiderabile.

b ) Archivi dei ministeri in Roma. La responsabilità della tutela degli atti moderni nei ministeri e negli uffici pubblici in Roma era inizialmente affidata, al momento dell'entrata degli alleati, alla S. force, advanced intelli­gence. Fu questo corpo a organizzare la distribuzione di guardie, il controllo dell'entrata ai vari depositi e la scelta e rimozione di tutti i documenti. Esso identificò in tutto ben 330 obiettivi, prima di passare le sue funzioni al G. 2 Rome region AMG.

La vastità dell'incarico affidato in Roma alle agenzie investigative fece sì che, inevitabilmente, i loro accertamenti presentassero gravi lacune, e fu compito dell'ufficiale degli archivi il colmarle, per quanto era almeno pos­sibile. I suoi primi contatti con i funzionari italiani lo portarono alla identifi-

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

cazione e alla custodia dell'archivio ordinario di Mussolini, importante col­lezione di circa 100.000 incartamenti sita al Viminale. Egli fu anche in grado di portare a conoscenza delle appropriate agenzie investigative, e di trasferire al Viminale, poi, un non trascurabile numero di documenti rimasti a palazzo Venezia. Per un altro verso la sua presenza riuscì pure utile. Nei primi giorni dell'occupazione si verificò un notevole rilassamento dell'originario sistema di custodia, e le varie unità che erano in cerca di sistemazione, finirono tal­volta per trovarla in edifici che contenevano- archivi del governo. Questo portò alla distruzione di documenti del ministero dell'aeronautica e della direzione generale del partito fascista al foro Mussolini : e non c'è il minimo dubbio che, senza l'intervento dell'ufficiale degli archivi, perdite simili si sa­rebbero verificate anche altrove; specialmente negli archivi del ministero delle corporazioni al momento che l'edificio in via Vittorio Veneto venne occupato dalla commissione alleata.

c) Archivi dei ministeri nell'Italia settentrionale. Durante il 1943 e i primi mesi del 1 944, il governo fascista trasferì in varie località della Lom­bardia e del Veneto una gran parte degli archivi dei ministeri e degli enti governativi. L'identificazione e protezione di questi archivi divenne una delle maggiori preoccupazioni della sottocommissione e uno dei più importanti compiti da assolvere.

Il primo passo, subito dopo l'entrata in Roma, fu la compilazione di un elenco degli indirizzi di tutti i luoghi dove gli archivi dei vari ministeri e altri uffici, erano stati inizialmente trasferiti: e ciò si potè fare in base ad informazioni ottenute dallo stesso governo italiano 1• Infatti, quando la liberazione del nord d'Italia diede la possibilità di far ricerche sul posto, si trovò che l'elenco era stato in molte parti sorpassato. Nei mesi immediata-­mente precedenti il collasso nazi-fascista, ulteriori trasferimenti avevano infatti avuto luogo dalle località scelte in principio; e particolarmente c'era stata la tendenza ad un concentramento attorno a Milano. Tuttavia l'elenco diede un punto di partenza per le ispezioni che gli ufficiali degli archivi compirono poi tra il maggio e il luglio del 1 945. Ed esso nella sua forma primitiva e revisionata fu anche messo a disposizione delle agenzie inve­stigative, dalle quali è presumibile sia stato trovato egualmente utile.

La protezione di depositi di atti spesso collocati in edifici inadatti, e talvolta in villaggi fuori mano, costituiva spesso un problema di soluzinne abbastanza difficile. Quelli ai quali era stata assicurata una assoluta precedenza per l'esame e utilizzazione da parte della polizia investigativa, erano posti, almeno nei primi momenti dell'occupazione alleata, sotto guardia militare. Di altri, invece, furono nominati responsabili gli ufficiali della pubblica sicu­rezza e degli affari civili del comando militare alleato. Per la gran massa degli archivi, in fine, l'unico sistema possibile era di affidarne la responsabilità a

• Cfr. in particolare i docc. 4 e 11, rispettivamente a pp. 40-42 e 48-49.

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Rapporto finale sugli archivi

funzionari italiani; e l'esistenza del CLNAI, che nominava commissari per liquidare gli affari dei singoli uffici, facilitava questo modo di risolvere la difficoltà 1•

Per quanto riguardava la destinazione finale, la sottocommissione, mentre da una parte riconosceva ch'essi dovevano essere restituiti quanto prima possibile ai rispettivi ministeri in Roma, era dall'altra, determinata a impedire tutt� le perdite e dispersioni che inevitabilmente avrebbero accompagnato ogm affrettato e frammentario trasporto. Venne quindi raccomandato al go­verno italiano che il trasferimento fosse disposto come una unica, coordinata operazione, di cui il commissario degli archvi dovesse assumere la generale responsabilità. Raggiunto un accordo di massima su questo punto, venne for­mulato un piano affinché un rappresentante di ogni ministrero, o altro ente in questione, potesse recarsi al nord con l'incarico di provvedere alla pre­parazione degli atti, indicando contemporaneamente il tonnellaggio globale prevedibile e la stazione ferroviaria più indicata per il caricamento. Questi rappresentanti dovevano essere accompagnati da un delegato dell'alto com­missariato per l'epurazione, che doveva segnalare quegli archivi che era neces­sario lasciare, temporaneamente, al nord per gli scopi della epurazione stessa.

. Sulla base delle informazioni ricevute da questi rappresentanti, il com­

missariato degli archivi doveva poi compilare una lista di precedenza desti­nata a costituire, in fatto, un programma di lavoro.

Al principio di agosto questi accordi erano già in avanzato stadio di preparazione, quando dal quartiere generale delle forze alleate giunse no­tizia che il dipartimento di stato americano e il ministero britannico degli affari esteri stavano insieme costituendo un nuovo ufficio di ricerche per l'esame degli atti degli archivi italiani.

Da principio sembrava che ciò avrebbe portato di conseguenza un ri­tardo nel ricupero e ritorno degli atti a Roma, se non si voleva privare il nuovo ufficio della opportunità di esaminare gli atti nei loro stessi depositi al nord. D 'altro canto era evidente che, sul totale di tutti gli archivi, solo una piccola percentuale avrebbe avuto interesse per il nuovo ufficio, mentre un ulteriore ritardo nel trasferimento avrebbe gravemente pregiudicato il funzionamento del governo italiano che aveva allora urgente bisogno di di­sporre di tutti i suoi atti.

. Un compromesso era quindi indispensabile e un accordo fu raggiunto

m proposito, in una riunione tenuta presso la commissione alleata il 16 agosto ( 1 945), sotto la congiunta presidenza del colonnello HHS Hartley, della se­zione affari civili, e del ten. col. Hoffmann del quartiere generale delle forze alleate; e con l'intervento dei consiglieri politici americano e britannico nella commissione alleata, nonché di ufficiali del nuovo ufficio di ricerche e della sottocommissione per monumenti, belle arti e archivi. In questa riunione fu convenuto che, prima di riportare gli archivi a Roma, l'ufficio avrebbe avuto

1 Cfr. doc. 22, pp. 61-63.

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Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

la possibilità di eseguire un esame preliminare di quelle serie che presentavano probabilità di offrire speciale interesse, trattenendo solo ciò che poteva essere considerato come strettamente necessario; e fu anche convenuto che tale lavoro dovesse essere comunque condotto a termine mentre i rappresentanti dei ministeri sì trovavano al nord, e che dovesse essere compiuto in modo da non interferire col trasferimento degli archivi non segnalati per uso in­vestigativo.

Al fine di attuare questo piano così _ modifiçato, ufficiali dell'ufficio di ri­cerche e rappresentanti dei ministeri italiani e del commissario dell'epura­zione si recano a Milano il 21 agosto, dove si incontrarono coi commissari locali dei ministeri italiani che avevano il controllo della maggior parte degli archivi dopo la liberazione. Un regolamento e un coordinamento del lavoro di questi gruppi venne raggiunto sotto la diretta responsabilità degli ufficiali degli archivi della sottocommissione, del commissario degli archivi e del conte P.M. Annoni di Gussola, commissario al ministero dell'interno. In particolare gli ufficiali degli archivi avevano il compito, piuttosto delicato, di conciliare le esigenze del nuovo ufficio di ricerche con quelle dei ministeri italiani.

Nel fatto, le cose andarono nel migliore dei modi. Nel corso delle riunioni tenute il 21 e 22 agosto, risultò evidente che l'ufficio di ricerche si proponeva l'esame di un numero relativamente limitato d'archivi 1• E questo lavoro fu condotto a termine facilmente la settimana seguente, ponendo un segno di riconoscimento sulle casse che s'intendevano riservate. Durante la stessa set­timana i funzionari italiani visitarono i vari depositi dei loro archivi per raccogliere notizie sul tonnellaggio dei documenti, fornire i nomi delle sta­zioni più adatte al caricamento e prendere tutte le disposizioni per l'imbal­laggio. Alla riunione finale, che si tenne il 30 agosto, ambedue le parti rife­rirono sulla rispettiva attività nella settimana appena chiusa: l 'ufficio di ricerche, esibendo una lista completa degli archivi che intendeva riservarsi, i rappresentanti dei ministeri, indicando ciascuno il grado di preparazione del materiale di cui era responsabile 2•

Questi negoziati, e l'azione preliminare all'inizio del trasferimento, sono stati descritti in dettaglio, poiché essi furono essenziali al successo di questa operazione su larga scala.

Dopo le riunioni di Milano, che sistemarono tutte le questioni di prin­cipio, tutto il resto si ridusse a un semplice problema di trasporti.

Per quanto riguarda gli archivi contrassegnati dall'ufficio di ricerche ( e di nuovo va qui sottolineato la quantità relativamente modesta di tali archivi , meno del 5 % ), l a responsabilità d i ritirarli ricadeva sull'ufficio stesso. Per i l resto, i l trasferimento della grande massa degli archivi era compito del go-

1 Cfr. docc. 35 e 36, pp. 90·94. • Cfr. docc. 37 e 38, pp. 95-102.

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Rapporto finale sugli archivi

verno italiano e della commissione alleata insieme: dovendo il primo prov­v�dere al carico e scarico, e a fornire i mezzi di trasporto, e la seconda as­sicurare un certo numero di treni speciali.

Forse la mig�iore idea della massa di archivi in questione può essere dat� �alle l_llld� Cifre: durante i mesi di settembre, ottobre e novembre ben und�c� tr�m

., dr :s vagoni ciascuno, riportarono infatti a Roma gli archivi di

tutti I U:Imsten e degli altri.

en�i governativi. Il trasporto fu eseguito in buo? o�dme e condotto a termme m modo soddisfacente, col minimo d'incon­vementi per le serie d'archivio 1.

. Finito _H trasporto,

_o almeno portato a buon punto, rimaneva ancora un

pwblema Importante. E vero che i << fermi >> operati dall'ufficio di ricerche rap�resen�avano :olo una parte infinitesimale della massa totale degli archivi ma, m

. aggmnta a1 documenti presi direttamente dallo stesso ufficio, passaron�

s�tto .11 s�o controllo, e furono anche collocati nei suoi depositi, in Roma,

VIa �!Itt�.rw Ven�t?, 56, altre importanti serie di archivi italiani: gran parte

degli at.1 del mrmstero della cultura popolare, ch'esso aveva ereditato dal PWB;

. e

. atti misc�llanei della segreteria particolare riservata di Mussolini

del mmi�:ero de�h a�a�i esteri, dell'interno, ecc., che erano stati consegnati da;le va�Ie agenzie �l ncerch� al G 2 docwnents section, quartiere generale deLle fm ze alleate, m esecuziOne delle istruzioni contenute nella circolare �· 3 8 dell? s�esso

. �uartiere generale. Così, per quanto, anche con questi mcrement1,

_gh �tt1 m possesso dell'ufficio di ricerche fossero comparativa­

�1e�te pochi, essi erano �ur tutta:ia della maggiore importanza, e il governo Italiano aveva urgente bisogno d1 consultarne almeno alcuni.

. La so

.ttocommissione insistè quindi replicatamente per una rapida revi·

swne e nc?nsegna degli atti trattenuti dall'ufficio di ricerche, proponendo che,

. dove

.nsultasse assolutamente necessaria una ulteriore revisione di serie

partlcol�n, un rappresentante autorizzato degli uffici governativi italiani in­teressati fosse, quanto meno, ammesso alla consultazione.

. E per facilitare i due processi - della consegna e della consultazione _

Il.

governo ��alia�o, su. ric�iesta della commissione alleata, nominò un archi­

VIsta con l mcanco d1 agire come ufficiale di collegamento con l'ufficio di ricerche 2•

10 - Inchiesta sugli ar.chivi italiani.

La presente relazione di quanto è stato fatto dagli alleati non sarebbe completa senza un accenno alla inchiesta generale sugli archivi italiani, che,

1 Cfr. docc. 39 e 42, rispettivamente a pp. 102 e 103-105 . . � L'incarico v�n�e affidato a Leopoldo Sandri: cfr. la l�ttera eli Carr (capo della sezione affari �I�Il;

9del!a comrmss10ne alleata) a G. Amendola (sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio)

e settembre 1945, la risposta di quest'ultimo, del 25 settembre 1945 e la replica eli Carr del 9 ottobre del!� stess� anno, in Pres. Cons., fase. 1 . 1 .2., n. 10100, s. fase. S.S.l. cit.

'

�a relaziOne eli Sandri sull'opera svolta, datata 31 marzo 1947 è allegata ad una lettera eli R soprmtendente agli Archivi di Stato, alla presidenza del consiglio:

e,

1 74

Gli archivi italiani durante la guerra: governi alleati

per quanto necessariamente compito delle appropriate autorità italiane, è stata tuttavia iniziata, e tenuta a battesimo, dalla sezione archivi della sot­tocommissione. Prescindendo del tutto dalla sua utilità immediata per il dopoguerra, in quanto fornisce una base positiva per la ricostruzione, tale inchiesta, quando sarà condotta a termine, sarà destinata ad avere un'im­portanza di lunga portata ai fini della cultura. Essa mira infatti a compren­dere nel suo programma tutti gli archivi: sia civili che ecclesiastici.

a) Archivi civili. Fin dal principio ambedue i consiglieri per gli archivi

erano convinti della opportunità di tener conto, mentre i particolari erano

ancor vivi nella memoria delle persone, delle perdite e dei danni subiti dagli

archivi durante la guerra: e per quale motivo e in quale misura.

Essi trovarono un esempio del genere di lavoro che poteva essere fatto

su più larga scala, nell'ottimo opuscolo L'Archivio di Stato di Palermo negli

anni di guerra 1940-1943, con Appendice sugli Archivi provinciali che il so­

printendente degli archivi della Sicilia, dott. Egildo Gentile, aveva pubbli­

cato nei primi mesi del 1944 1• Oltre a ciò, che informazioni su più larga

scala sarebbero ottenute venne assicurato, fin dall'aprile 1944, con la spe­

dizione di una lettera del ministero dell'interno (allora a Salerno) ai prefetti

delle provincie di quella parte dell'Italia che già allora era in mani alleate

(cfr. Appendice 10, a). L'inizio dell'inchiesta costituiva un atto di fede per l'avvenire. Ma in

questo punto, come in tanti altri simili, un sostanziale progresso non si

ebbe che quando Roma fu raggiunta e si poté disporre dell'aiuto del diret­

tore dell'Archivio del Regno. In agosto 1 944 fu preparata dello stesso mini­

stero dell'interno una circolare ai prefetti, soprintendenti e direttori d'Ar­

chivi di Stato: essa era intesa ad accompagnare la precedente circolare del

3 aprile, e mentre non limitava in alcun modo gli scopi di quel primo ten­

tativo, raccomandava che, nelle risposte, fosse data precedenza a quanto

riguardava di Archivi e sezioni di Archivio di Stato. Tale modifica era

giustificata sotto due punti di vista: il primo, che negli Archivi di Stato si

conserva il vero tesoro del patrimonio storico italiano; il secondo che quegli

archivi erano gli unici a disporre di un personale capace di fornire dati atten­

dibili. Nell'area a sud di Roma la spedizione delle circolari cominciò imme­

diatamente. A nord - Umbria, Marche, Toscana e, quando furono liberate,

Emilia, Liguria, Lombardia, Piemonte e Venezia - la diffusione fu eseguita

a mano a mano, a traverso i mezzi messi a disposizione dal governo militare

alleato, ed era affidato alla discrezione degli ufficiali degli archivi e del

MF A di farne la consegna non appena essi avvertivano che le condizioni

locali lo permettevano ( cfr. Appendice 10, b ).

' Ed. a Palermo, Scuola Tip. « Boccone del povero », 1944: si tratta di una relazione letta il 14 dicembre 1943.

175

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Rapporto finale sugli archivi

A questo modo, cominciando dai rapporti degli Archivi e delle sezioni di Archivi di Stato, una regolare corrente d'informazioni sulle condizioni degli archivi italiani - statali, parastatali e anche privati - fu avviata verso il ministero dell'interno. Nel frattempo il ministero di grazia e giustizia era stato pure richiesto di simili notizie sugli archivi notarili, e aveva prov­veduto a procurarsele con la sua circolare del 16 agosto 1 944 (cfr. Appen­dice 10, c). L'intiera massa delle informazioni veniva riunita e disposta, in forma d'uno schedario, nell'ufficio del commissario degli archivi, comple­tato anche dalle notizie ricavate dai rapporti degli ufficiali alleati degli archivi che, naturalmente, avevano per loro conto eseguito numerose ispe­zioni ai depositi più importanti. E, per quanto ancora incompleta per certe zone del nord d'Italia, l 'inchiesta è già ora sufficientemente avanzata per rivelare il suo vero valore 1•

b) Archivi ecclesiastici. La proposta di un'inchiesta sugli archivi eccle­siastici ebbe pure la sua origine nella primavera del 1944. Per quanto riguarda la Sicilia, mons. Pottino, della cappella palatina, spiegava che l 'arcivescovo di Palermo non poteva personalmente chiedere informazioni, dato che la sua giurisdizione, in fatto d'archivi, non si estendeva oltre i confini della sua diocesi, ma prometteva d'altra parte di scrivere, per conto suo, alle varie diocesi dell'isola. In via più ufficiale, la questione fu poi anche sollevata da mons. Carroll della segreteria di stato, e nel mese di maggio fu possibile raggiungere finalmente un accordo con le locali autorità ecclesiastiche (cfr. Appendice 1 1 , a, b ).

Il mese appresso, quando gli alleati giunsero a Roma, l 'ufficiale per gli archivi ebbe alcuni colloqui con il card. Mercati, bibliotecario archivista di santa romana chiesa 2• In seguito a tale colloquio il Vaticano adottò successivamente due diverse linee di condotta. Anzitutto il 23 giugno 1 944 il card. Mercati preparò una lettera, indirizzata da principio ai parroci che ritornavano nelle zone di guerra del basso Lazio e della Campania, ma distribuita poi anche fra preti che tornavano in altre zone. Questa lettera non solo sottolineava l'importanza di ricuperare gli archivi, ma chiedeva anche informazioni sui danni sofferti.

1 Si veda, in particolare, il « Prospetto generale statistico degli archivi danneggiati o distrutti » (in UCAS, fase. 8912.152): trattasi di un manoscritto, composte. di n. 72 pagine numerate, in cui sono riportati, in ordine alfabetico, comuni, province, regioni, ufficio e ente ( = archivio), con l'indica­zione dei danni subiti e della fonte di informazione. E, ancora, il già citato fascicolo « Notizie fornite dalla MFAA , (in UCAS, fase. 8912.152): in esso si trovano, in 49 carte manoscritte, le notizie, in ordine alfabetico, su archivi comunali, ecclesiastici, di stato, notarili e privati. Inoltre i « Cenni infor­mativi sullo stato degli archivi (e dei rispettivi atti) dei territori testé liberati, al 25 aprile c.a., in base ai dati ricavati dagli atti d'ufficio , e le « notizie su altri archivi della giurisdizione », senza data, sempre in ibidem, fase. cit., ove si trovano anche dati e notizie richieste agli altri ministeri, quali quello della guerra, delle finanze, della marina, anche in data successiva a quella della stesura del Rapporto finale.

2 Unica traccia di ciò, un appunto autografo di Re, datato 15 febbraio, in UCAS, fase. 8912.152 cit., catt. « Materiale per rapporto italiano "·

1 76

Gli archivi italiani durante la guerra:.

govern_i _a_ll_e_a_t_i

--------

l il "'7 luglio dello stesso anno, la segreteria di stato In secondo uogo, � . chiedendo informazioni simili, lettera

l·ndirizzava una lettera m vescovi, ' . o per posta ordinaria, secondo che l occaswne

che era consegnata a mano si presentava.

. . f . e i quesiti presentati da mons. Carroll Nonostante tutti questl s orzi .

. . . iri le informazioni ricevute rimanevano alquant� _mcom-nel suoi numerosi g : 19 " 5

.d n te che l'inchiesta sugli archiVI eccle-1 · ell'estate del "' era evi . e �

.� d t p ete, e n . . lt . d·etro a paragone dl quella con o.ta siastici rischiava d1 nmane�e. �o

. �1 m . l _ . _

arallelamente per gli archiVI ClVlh • . _ p . indi sol levata dl nuovo, e questa volta a traverso La questwne era qu ' -

1 1 fine il Vaticano consen-il ministero britannico presso la santa sede, e a�t: da un semplice questio­tiva a diramare una nuova circolare, accompag

_n . dei mezzi

nario. Il miglioramento ,del�e condizioni gen

herai� ;i�pa�:��o�r::��;ultima dr-

. · porto d1 cons"guenza c. e •

di comumcazwne, �

f sta�e in passato. Le notizie f . , numerose che non ossero L • colare �rono plll

do le linee indicate dal questionario, sono pervenute m sommane, secon . ) proporzioni assai soddisfacenti (cfr. Appendice 1 1 , c .

. . . li scritti di Battelli, è indicato un Resoco.nto

. e

' Nella bibliografia, che chmde !l volume. Clt�t.o

.de� . urante la guerra, non firmato, insento m

statistiche circa lo.

stato degli archivi e�cles�a9�����

d��!za;'e�zione, corrispondenti a �P· _1�8·1;0, :os-210,

questo Rapporto fmale, alle pp. 10·12, 73 75, Il

. nto degli archivi eccleszasttct d Italta e la Cf h dello stesso censtme b d . 221-222 di questo volume. r. anc �· .

. . ' . stici d'Italia danneggiati dalla guerra: am e ue .U:

loro tutela durante la guerra, e Glt m chtvl ec�lesza. t pp 113-116 e 306-308, ora m ID., Scrtttt

Rivista storica della chiesa in Italia, I (1947), rlspettlvamen e a .

cit., a pp. 87-90 e 93-95 .

1 77

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APPENDICE DI DOCUMENTI

l - Il direttore generale dell'amministrazione civile, Giovenco, ai direttori degli Archivi di Stato e delle sezioni.

Circolare 1 Roma, 28 aprile 1941

OGGETTO: Predisposizione protezione antiaerea a protezione antincendi. Si prega di compilare con la massima esattezza l'allegato questionario relativo all'oggetto, tenendo presente che i dati da indicare debbono essere quelli relativi al giorno 31 aprile p. v. Con il questionario debitamente compilato, da restituire entro il 1 5 maggio p . v., dovrà essere trasmessa una breve relazione sugli atti p re­gevoli di archivio, nella quale dovranno essere indicati i seguenti elementi, a seconda dei casi: a) quantità e peso; b) località designata per il ricovero, con la distanza dall'archivio e i mezzi di collegamento; c) se il trasporto è stato eseguito totalmente o parzialmente; d) la spesa presunta per l'eventuale trasporto da effettuare ed necessari; mezzi

e) parere circa la necessità del ricovero. Alla relazione stessa dovrà essere allegato l'elenco degli atti pregevoli stessi, suddiviso tra quelli conservati in sede e quelli fuori sede.

1 La circolare era intestata all'ufficio centrale degli Archivi del Regno. In UCAS, fase. 8912.155 si conserva un esemplare, con il modulo allegato. A questa si erano aggiunte altre disposizioni, fra cui ricor­diamo una lettera riservata di Giovenco ai direttori, del 20 marzo 1941, con allegato un questionario assai simile al precedente (ibidem). Riproduciamo qui di seguito il modulo che vi era allegato.

178

Appendice di documenti

Archivio di Stato di .................................................. ..

SERVIZIO PREDISPOSIZIONE P. A. A. E PROTEZIONE ANTINCENDI

I. Movimento assegnazioni somme:

somme accreditate dal ministero

somme spese dall'Archivio • · L . ...................................... ..

somme versate ad altri Archivi L. ....................................... . somme versate in tesoreria . L. ....................................... .

TOTALE

somme disponibili

n. Spese effettuate dall'.4.rchivio:

d primo intervento, lan-protezione antiaerea (equipaggiamento, squa re . •

• •

terne, recipienti per acqua e sabbia, ecc.) •

protezione antincen�i ( e�tinto_ri, impianti idrici e • re

.lat

.iv� �1a�er�al� �o:

bile, lavori murari attmenti, ecc.) • • . . •

(acqul.sto o riparazione casse, carta, spaghi, ecc.) imballaggio

. tturni e vari al personale (escluse le missioni) • co1npensr no

L. ....................................... .

L . ....................................... . L. ...................................... ..

L. . ..................................... ..

L . ...................................... .. L . ...................................... .. L. ...................................... ..

III. Somme assegnate dalle amministrazioni provinciali o direttamente spese dalle L. stesse da ripartire per:

protezione antiaerea (come sopra)

protezione antincendi (come sopra)

imballaggio

trasporti nelle località designate

l 1 (escluse le missioni) compensi notturni e vari a persona e

varie (movimenti carte, ecc.}

L. ....................................... . L . ...................................... .. L. ...................................... .. L . ...................................... .. Le �•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

L . ....................................... .

protezione antincendi (relazione sulle bocche da lV. Impianti esistenti per predisposizione p. a. a. e

incendio, avvisatori, cisterne, ecc.).

1 79

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Rapporto finale sugli archivi

V. Servizio primo intervento e di vigilanza notturna:

Della squadra di primo intervento fanno parte n . ........................ unità dipendenti dall'Archivio. La vigilanza notturna è assicurata mediante ..... ................... ........ . · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ··· ········ · ···········································

......... ........... ························································································ · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · . .

........ . . ... .... . ·························································································· ················· · · · ································ · · · · · ················· · ······• ·

VI. Lavori ed i�lpianti r:-ncora da effettuarsi (indicare per ognuno anche la spesa approssimativa) sia per protezzone antwerea che per protezione antincendi, intendendosi questa ultima a carattere permanente.

VII. Casse per imballaggi:

N· ································ casse di proprietà delle manifatture tabacchi.

N. ····························· · · · casse di proprietà dell'amministrazione provinciale.

N . ................................ casse di proprietà dello stato per una cubatura complessiva di ....................... .

metri cubi e del valore attuale di L. ························································································································

································ · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · . ··································································· · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ··········· ········· ····· . . .

· · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ··························································· ················································································· . . . . .

VIII. Materiali mobili in carico per predisposizione p. a. a. e protezione antincendi.

Quantitativo Oggetto

........................................................ ! Combinazioni

....................................................... Caschi . •

····································· ··················· Cinturoni

: - =: : : - - �- : :1�:::. : . . . .............................................. .......... / Secchie in metallo ........................................................ Cassoni per rena ........................................................ Brande ed accessori ··········································· ············· Estintori . . • . . ························································

·········· · · · · ··········································

························································

································· · · · ····················

1 80

Proprietà (Stato o Provincia

o Comune) l Valore complessivo

• ························································ 1 ···-'··················· .. ·······························

···················· · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · .................................................. . . .. . ...................... .................................. ························································

. ............. .... .......... · · · · · · · · · · · ......... .... ...................................................... u

.......................................... ............. ....................................................... . ............................................. ... ....... ........................................................ ....................................................... . ........................................................

Appendice di documenti

2 - Memorandum di Mayer 1•

Verona, l aprile 1944

OGGETTO: Protezione e ripresa fotografica degli archivi italiani .

Nell'autunno 1943 mi fu chiesta dal Reichssicherheitshauptant (ufficio principale di sicurezza del reich) la mia opinione circa un suggerimento del BdS di Verona relativo alla protezione degli archivi italiani, special­mente di quelli attinenti alla storia germanica. Aderii cordialmente all'idea e feci delle proposte per la sua realizzazione. La SD si mise anche in con­tatto col ministero degli affari esteri, mentre io ne riferii al ministero per le scienze, l'educazione e la cultura popolare. In conseguenza di ciò, il pro­gramma fu allargato nel senso che tutti gli archivi italiani avrebbero dovuto essere protetti mediante trasferimento dalla zona di guerra esposta ai peri­coli, all'Italia del nord. Vi fu anche un progetto di trasferire i documenti di speciale importanza per la storia germanica nel reich.

In seguito a vari incontri avuti a Berlino, e dopo che ebbi discusso la questione presso il BdS di Verona e a Roma con i dirigenti degli archivi italiani, facendomi in tal modo una idea chiara del problema, il vasto pro­getto primitivo fu ridotto ad una misura più ragionevole, da un lato per la sua possibilità di realizzazione e dall'altro dal punto di vista politico e cul­turale-scientifico. In linea generale vi sono due direttive di azione, parallele, ma connesse tra loro.

1 - Salvezza e protezione di archivi italiani, non solo dalla distruzione per azioni di guerra ma anche dai pericoli di dispersione da parte degli anglo-americani in caso di occupazione di altre regioni italiane. Si devono distinguere da una parte gli Archivi di Stato italiani e dall'altra gli archivi autonomi, cioè quelli comunali, ecclesiastici e privati. Gli importanti preziosi documenti degli Archivi di Stato si afferma che sono già protetti e messi al sicuro dalle incursioni aeree e dai bombardamenti dell'artiglieria; per il rimanente dovrebbe essere facile, in base all'esperienza fatta nel reich, di indurre in via amichevole il governo italiano di riparare le precedenti omis­sioni dell'amministrazione degli archivi italiani. La protezione contro even­tuali dispersioni da parte degli anglo-americani potrebbe essere attuata mediante un occultamento degli archivi od un loro trasferimento. Sarà necessario al riguardo esaminare in ciascun caso se i luoghi di occulta­mento sono realmente sicuri .

Comunque è impossibile occultare grossi quantitativi di documenti, ma soltanto singoli documenti o piccoli fasci di essi. Il trasferimento degli Ar­chivi di Stato italiani in blocco è assolutamente impossibile a causa dell'im-

' Nella I edizione compare l'annotazione « traduzione dal tedesco ». l'l pubblicato anche in JENKINSON,

BELL, Italian Archives during the war, cit., pp. 34-36.

1 8 1

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Rapporto finale sugli archivi

m.enso volume di essi e della situazione estremamente tesa dei trasporti.

D1 modo che soltant� una parte selezionata degli archivi più importanti po­trebbe essere trasfenta. Un esame sistematico dei documenti in questione s�reb�e

, di�c�lmente possibile in questo momento per il fatto che una parte �l e�sr e gm Impaccata e immagazzinata in depositi e quindi un tale esame

nchrederebbe un lunghissimo tempo e non potrebbe essere comoletato con sollecitudine, anche occupando un gran numero di collaborato;.i . Sa­rebbe pe�ciò consigliabile restringere il trasporto prima di tutto a quei documenti che sono facilmente reperibili e che sono di particolare valore n

.el c�mpo

, archivistico. Ciò riguarda specialmente gli Archivi di Stato; la

Slt�azwne e analo�a nel campo degli archivi comunali, ecclesiastici e pri­vati,

. soltanto che m questo caso i quantitativi in generale non sono molto

v�str. L'am�ni,�tra�ione

. degli �rchivi di Stato ha solo il diritto di ispe­

zron�, nor:-.d1 mrezwne m mento a questi ultimi archivi. I proprietari di

�ettr arc�rvr non possono essere costretti a fare alcun che. A questo riguardo, I tedeschi, d'accordo con le autorità italiane, potrebbero in qualche modo d

.are la pr�pria assistenza nell'indurre i proprietari a mettere gli archivi al

�Ic�ro ..

In IIn,e� di pri.ncipio, p�rò, tale azione dovrebbe essere condotta dagli

Ital:am con l m�to de1 tedeschr, ma non indipendentemente dagli agenti tede­schi. Il trasfenmento in luoghi sicuri dovrebbe essere effettuato entro uno spazio limitato: innanzi tutto, il materiale dovrebbe essere trasferito nei grandi

.Arc�ivi

. di �tato, come pure in altri luoghi adatti, quali i monasteri

ed altn edrfic1 resistenti. In questo modo potrebbero essere evitati i tra­sporti su larga scala, pur attenendosi egualmente il fine proposto. _Il problem� del trasferimento di documenti singoli importanti per la stor�a tedesca m Germania deve essere particolarmente esaminato. L'even­tualità che archivi di valore possano essere presi dagli anglo-americani, in n�:sun modo può servire di sufficiente ragione per prenderli noi stessi. Cw non porterebbe nemmeno un gran giovamento. Fino ad ora non esistono molte for::i archi�i�tiche ignote relative ad epoche più antiche; mentre per �poche pr� rece�t1 1 documenti sono così numerosi che gli atti singoli sono Importanti solo m quanto facenti parte di un tutto unico. n valore scientifico degli atti singoli è in conseguenza così grandemente ridotto, fuori del com­pl��so d�l

. materiale di cui fanno parte, che solo malamente potrebbero essere

utrhzzatl m Germania, mentre ci potrebbe sempre essere rimproverato di aver saccheggiato degli archivi. Ciò non sarebbe assolutamente di alcun valore �er

.la

. sci

.enza tedesca. D'altra parte le relazioni tra gli scienziati

tedeschi e Itaham resterebbero in seguito a ciò molto tese per un periodo lunghissimo.

I membri dell'istituto storico tedesco a Roma, come esperti della storia d'Italia e dell'attuale situazione italiana, saranno incaricati di effettuare il lavoro riguardante gli archivi. La posizione dell'istituto in Italia divente­rebbe per se�pre �mpossibile se gli si dovesse rimproverare di aver preso parte ad un mdeb1to spostamento degli archivi. Io non credo che un tra-

1 82

Appendice di documenti

sferimento in Germania sarebbe da un punto di vista generale raccoman­dabile, in quanto che esso certamente produrrebbe una tensione diploma­tica di lungo effetto.

2 - La seconda direttiva, che si potrebbe abbinare a quella della messa

in salvo degli archivi, riguarda la ripresa fotografica di quei documenti,

da scegliere negli archivi italiani, che hanno importanza per la storia ger­

manica. Buone fotografie possono rendere gli stessi buoni servizi come gli

originali; in linea generale, in ogni modo, la fotografia dovrebbe essere

limitata a pezzi singoli, documenti, manoscritti, ecc. La ripresa fotografica

di un gran numero di documenti o di libri-copia o registri non è racco­

mandabile, per la grande mole di lavoro che comporterebbe. Inoltre è da

tener presente che i grandi archivi vanno sempre rivisitati; nel caso dei

piccoli archivi fuori dalle grandi città la cosa è differente. Lì è consigliabile

fotografare i pezzi più importanti al fine di evitare più tardi scomodi viaggi 1•

Per la realizzazione del progetto fotografico è ad ogni modo indispen­

sabile disporre del necessario equipaggiamento fotografico (apparecchio

« Leica ») e di esperti fotografi. L'istituto non possiede tale equipaggiamento.

Da un'inchiesta alla Deutsche Forschungsgemeinschaft di Berlino ( socie­

tà tedesca per le ricerche) risulta che presentemente non vi sono apparecchi

fotografici. In ogni modo è possibile che taluni degli apparecchi presi in

prestito dall'Ahnenerbe della Forschungsgemeinschaft non vengano usati.

Finora non ho avuto la possibilità di fare un'inchiesta presso la Ahne­

nerbe. Il Reichsfiihrer S S ha ordinato che le spese per l'intero lavoro

vengano addossate alla Forschungsgemeinschaft tedesca. Sono stato perso­

nalmente informato che in tal modo sarebbe possibile trovare il denaro.

I membri dell'istituto storico germanico in Roma riceveranno i loro rego­

lari stipendi lavorando nei luoghi designati. Il lavoro potrebbe essere ini­

ziato nelle regioni vicine al fronte : Lazio, Umbria e Marche. È già in fun­

zione un membro dell'istituto romano, il dott. Gottfreid Lang. Quando

fui a Roma l'ultima volta, gli diedi speciali ordini di badare a queste fac­

cende d'accordo con i membri del Kunstschutz. Per quanto mi risulta, la

messa in salvo degli archivi ha già avuto inizio. Si fa la questione se non

debba essere mandato a Roma un secondo collaboratore. La prossima regione

in cui operare dovrebbe essere la Toscana; colà vi lavoreranno una o due

persone le quali organizzeranno un piano d'azione in collaborazione con l'am­

ministrazione italiana degli archivi. Nelle regioni a nord degli Appennini

il lavoro potrebbe essere iniziato nel futuro.

Secondo una informazione pubblicata anche sui giornali, il capo del

Kunstschutz è lo Standartenfuhrer delle SS, dott. Langsdorff, con ufficio

a Firenze. Però, a quanto mi consta, egli è particolarmente interessato alla

' Cfr. nota n. 3 a pag. 155.

1 83

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Rapporto finale sugli archivi

protezione dell'arte. In ogni caso si dovrebbe raggiungere un accordo con il dott. Langsdorff, onde stabilire una collaborazione aliena da attriti. Per il resto, il lavoro sarà compiuto da membri dell'istituto s torico germanico in connessione con le forze armate (col comando d'armata di Kesselring nella zona vicina al fronte, altrimenti col comandante generale tedesco in Italia), l'ambasciatore dott. Rahn e il BdS. Non sono informato fin dove e in che modo la questione dovrebbe essere organizzata d'accordo con le auto­rità italiane; in ogni caso potrebbe essere necessario far rilevare all'am­ministrazione italiana che sarà fatto innanzi tutto ciò che riguarda gli inte­ressi italiani, là dove gli italiani stessi non sono in grado di farlo, e ciò che è anche importante per noi, essendo la storia italiana e quella germanica strettamente connesse, mentre in molti casi il materiale di cui trattasi è di importanza culturale europea.

3. Memoriale sulla riunione del 3 aprile, delle ore 22-23, nell'ufficio del Sturm­bannfiihrer dott. Duromsky nel BdS di Verona r.

Verona, 9 aprile 1944

Sono presenti: dott. Langsdorff, capo della sezione militare; Sturrnbannfiihrer dott. Durornsky; prof. dott. Teodor Mayer; prof. dott. Fr. Bock; dott. Weigle.

L'istituto storico germanico in Roma sta per assumere l'incarico, che porterà a termine per mezzo dei suoi membri, di salvaguardare le fonti della storia germanica negli archivi e nelle librerie italiane e porre in salvo gli archivi italiani. Si pongono in tal modo due compiti innanzi ad esso:

1 - Trovare le fonti della storia germanica negli archivi italiani in continuazione delle precedenti ricerche e, mediante riprese fotografiche, assi­curarsi tali documenti per le ricerche germaniche.

2 - La tutela e la protezione degli archivi italiani esposti al pericolo.

I due compiti possono essere e saranno portati a termine contempora­neamente dai membri dell'istituto storico germanico.

1 - Per la ricerca e la messa al sicuro delle fonti della storia germanica occorrono:

almeno un esperto fotografo,

almeno una fornitura « Leica ».

1 Nella I edizione, che ripete la struttura della copia in inglese, compare nel titolo la data errata e poi corretta, 5 aprile 1944.

'

1 84

Appendice di documenti

Incombe al SD la responsabilità di mettersi in contatto con l'Ahne­nerbe che ha preso in prestito diversi apparecchi dalla società di ricerche germanica, allo scopo di fornirsi della necessaria fornitura per il lavoro da compiere.

2 - La tutela e la protezione degli archivi italiani esposti al pericolo sarà compiuta dai membri dell'istituto storico germanico in connessione con il Kunst- Bibliothek- und Archivschutz, diretto dal dott. Langsdorff, capo sezione militare.

A Firenze, perciò, sarà istituito un ufficio nell'istituto germanico, di storia dell'arte. A Roma, fino a nuovo ordine, sarà stabilita una sezione pres­so il comando militare in rapporto con l'ufficio romano del Kunst-Bibliothek­und Archivschutz ( Protezione arte, biblioteche e archivi).

Il consenso dell'OK Sud (comandante supremo sud) feld maresciallo Kesselring è necessario per poter compiere il lavoro sugli archivi, nella regione vicino al fronte. Per il necessario apparato e l'assistenza nel lavoro di protezione e salvaguardia degli archivi e delle fonti di storia germanica sarà provvveduto dal dott. Langsdorff del Kunst-Bibliothek-und Archivschutz ( Protezione arte, biblioteche e archivi), capo della sezione amministrazione militare.

La direzione di tale lavoro sarà nelle mani del prof. dott. Theodor Mayer. In sua assenza egli sarà rappresentato dal prof. dott. B ock. Egli riferirà ogni mese sulle attività al capo dell'amministrazione militare.

Le spese per tale lavoro vanno sostenute dalla Deutsche Forschungs­gemeinschaft, in accordo con la decisione del Reichsfuhrer SS. I necessari negoziati con la Deutsche Forschungsgemeinschaft, e l'assegnazione dei fondi necessari in valuta italiana, verranno condotti dal SD. I membri dell'isti­tuto storico germanico ricevono i loro usuali stipendi. In caso di necessità speciali, sono loro garantite speciali indennità. Una somma di RM 1500 mensili sono a disposizione per spese generali, viaggi, ecc.

4. Minuta della ordinanza tedesca relativa alla protezione degli archivi 1•

[s.l. ] , febbraio 1945

I documenti e gli atti di uno stato, di una città, di un ente ecclesiastico sono raccolti negli archivi. Essi formano la base di ogni regolare ammi­nistrazione.

I documenti del passato sono anche accuratamente conservati; essi contengono la storia dell'Europa occidentale.

Perciò tutti gli stati hanno un interesse per gli archivi e fanno del loro meglio per conservarli intatti per tempi futuri.

1 Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., p. 36.

1 8 5

13

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Rapporto finale sugli archivi

In Italia gli archivi civili ed ecclesiastici importanti sono stati trasferiti in speciali depositi contrassegnati da segnali di protezione dell'esercito tede­sco. L'ordinanza pubblicata in merito a tali segnali dal generale comandante, la quale dichiara che non è permessa l'occupazione di detti depositi, viene qui richiamata.

Esiste inoltre in Italia una quantità di antichi archivi di famiglia, i quali vengono conservati in castelli ed in palazzi privati. La distruzione di tali documenti sarebbe di irreparabile danno per la storia dell'Europa occidentale.

Gli archivi appaiono spesso di valore insignificante per il fatto che essi consistono soltanto di fogli o collezioni sciolte. Donde il pericolo di danni causati da ignoranza.

Specialmente in questo inverno noi siamo obbligati a ordinare che gli archivi non vengano mai ricercati arbitrariamente e non siano mai adoperati come materiale combustibile nè per nessun altro scopo.

Se vi sono dubbi circa il valore degli archivi, ne deve essere informato la sezione Kunst- Bibliothek- und Archivschutz presso la amministrazione militare del generale in capo.

5. a) Il commissario capo della zona costiera militare adriatica, Huber, ai consiglieri tedeschi delle province di Trieste, Friuli, Gorizia, Istria, Lu­biana e Carnaro 1•

Circolare Trieste, IO ottobre 1944

OGGETTo: Prof. Fresacher, Villaco. Costituzione di archivio.

n gauleiter e commissario capo ha incaricato Walter Fresacher, pro­fessore della scuola superiore di Villaco, di istituire in seno all'istituto di ricerche della Carinzia un archivio, che dovrà contenere tutti i documenti importanti relativi a eventi verificatisi nella zona costiera militare adriatica, sia in passato che al presente.

n prof. Fresacher, nel corso del suo lavoro per procurarsi una docu­mentazione completa di materiale archivistico che si trova, od era, entro la zona militare e che si riferisce al territorio compreso nella medesima, accerterà quale parte di detto materiale, a causa della sua particolare im­portanza, debba essere protetto contro le azioni partigiane o aeree e si assi­curerà che i documenti relativi alla regione successivamente alla costitu­zione della zona costiera militare adriatica, siano messi in salvo e ricevano un adeguato trattamento.

1 Nella I edizione, l'annotazione « Collazionato. Gartler, impiegato di cancelleria ».

1 86

Appendice di documenti

n prof. Fresacher per la esplicazione dei compiti sopracitati si rivolgerà a voi per particolari desiderata o istanze. .

Vi chiedo di dargli ogni possibile assistenza per l'assolvimento delle sue mansioni.

5. b ) Fresacher al consigliere tedesco per la provincia di Gorizia 1•

Klagenfurt, 26 ottobre 1944

OGGETTO: Ufficio archivi.

L'Hauptamtsleiter dott. Heribert Hubert, capo del dì�artimento . scuola e scienze di Trieste, vi ha già fatto sapere con lettera d1 presentaziOne n. V jDr HujGA del 1 8 ottobre 1944 che i l co�missar�o �ap� mi. ha incar��at� di istituire un ufficio archivi per la zona d1 operaz1om. V1 chredo percw d1 darmi il vostro appoggio. .

Nello stendere il piano di lavoro, bisogno immediato è quello evidente-mente di ottenere il controllo di tutti gli archivi situati nella zona militare, in quanto che essi contengono molto materiale importante non so�tanto per quanto si riferisce alla zona militare stes�a, . ma

_ anche a�la �tona del

deutschtum (germanesimo) nel sud e nella Cannzm. E stato g1à .dimostrato che alcuni archivi sono gravemente danneggiati a causa delle. v�cen�e bel� liche e che essi in parte sono insufficientemente protetti. Per cm VI ch1edo d1 esaminare tutti gli archivi della zona militare onde stabilire il loro contenuto.

Per questo motivo è necessaria la vostra assistenza. Anzitutto devono essere stabilite tre cose:

1 _ numero, tipo e dislocazione degli archivi nella vostra provincia;

2 _ in che modo tali archivi sono conservati (se in locali asciutti, se

protetti dalle bombe, ecc.);

3 _ che cosa contengono esattamente, quale parte del materiale è im­

portante per la zona militare (probabilmente tutto più o meno), quale parte

è importante per il deutschtum nella zona militare, e infine. q�ale pa�te del

materiale si riferisce alla Carinzia e alle relazioni della Carmzm con rl sud.

Per chiarire quest'ultimo punto è necessario che i direttori degli archivi

trasmettano al più presto possibile tabelle particolareggiate . �ul contenuto

dei documenti. (Probabilmente alcuni archivi posseggono gm tabelle con

indici stampati) .

l Nella I edizione compare l'annotazione « Scritto in calce: Trasmesso al consigliere scientifico prof.

F. x. Zimmermann con richiesta di ulteriori chiarimenti. 1.XI.44.

1 8 7

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Rapporto finale sugli archivi

Siete pregato quindi di emettere delle ordinanze a tale effetto nella vo­stra provincia e di inviare i rapporti che perverranno al seguente indirizzo: Dr. W. Fresacher, istituto di ricerche della Carinzia, Klagenfurt, Museumsgasse.

Nel caso che i suddetti rapporti, specialmente quelli relativi alla dislo­cazione del materiale, dovessero indicare un immediato pericolo per gli archivi, vi chiedo di provvedere immediatamente alla protezione del ma­teriale stesso.

6 . a) Memorandum di Jenkinson 1•

[s.l. ] , 30 aprile 1944

OGGETTO: Doveri degli archivisti addetti alla sottocommissione monumenti, belle arti e archivi.

1 - Sarà prima cura degli archivisti (cap. Brooke e, se ritorna, cap. Ellis) di visitare il più gran numero possibile dei depositi elencati nella Lista degli archivi italiani, compilata per informazione dei commissari ed altri, e riferirne al direttore della sottocommissione monumenti belle arti e �hM

'

A tale riguardo, essi stabiliranno un contatto più stretto possibile con gli ufficiali regionali e provinciali per prendere quelle misure che si riter­ranno idonee ogni qualvolta si rendesse necessaria un'azione immediata per la tutela degli archivi.

Nell'eseguire le ispezioni essi si varranno il più possibile della colla­borazione delle autorità italiane per gli archivi e specialmente, per l'Italia meridionale e la Sicilia, di quella del conte Riccardo Filangieri di Candida e del dott. Egildo Gentile, sopraintendenti.

In linea generale il loro scopo sarà di ottenere nel modo più completo possibile, con questi e con altri mezzi, un ragguaglio sullo stato presente degli archivi italiani, quale risulta in conseguenza della guerra, e di inco­raggiare e facilitare il necessario lavoro da parte dei funzionari italiani.

Il sig. Jenkinson continuerà ad agire come consigliere, e perciò essi lo terranno informato dei progressi raggiunti; egli, a sua volta, si terrà in contatto con Washington.

2 - A mano a mano che l'esercito avanzerà, essi intraprenderanno il più celermente possibile un lavoro simile al suddetto nelle nuove zone occupate.

3 - Essi manterranno il collegamento con il G2 advanced intelligence, e in questo o qualsiasi altro modo si terranno informati dello stato di quegli

1 Cfr. nota n. 1 a pag. 158. Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., p. 37.

1 8 8

Appendice di documenti

archivi moderni non inclusi nella summenzionata lista, e faranno del loro

meglio per assicurare a tali archivi la maggior protezione facendo rap­

porto anche di questo lato del lavoro, come sopra.

4 - Essi si manterranno in contatto con il dipartimento archivi del­

l' ACC e si famigliarizzeranno col lavoro di tale ufficio.

5 - Se qualche altro archivista venisse inviato da Washington, egli

prenderà parte al lavoro; è probabile, però, che questi sarà un esperto in

archivi moderni e in tal caso, logicamente, si addosserà la maggior parte

del lavoro esposto al n. 3 e cercherà di ampliarlo.

6 - Gli archivisti avranno il compito di assicurare che qualsiasi infor­mazione sugli archivi italiani o degli altri teatri di guerra redatta in Ame­rica o altrove giunga tempestivamente alle persone alle quali è destinata.

6. b ) Rapporto di Shipman 1• [s.l., s.d.]

Come risultato dei nostri colloqui, io conclusi che il compito dell'archi­

vista americano avrebbe dovuto essere il seguente:

1 - Collaborare col G2 nel proteggere gli archivi e i documenti dal

momento in cui le nostre truppe occupano una data zona; saper dare la

sua assistenza professionale a che si possano prevenire perdite non neces­

sarie o distruzioni di documenti; ottenere informazioni di prima mano sulla

storia di documenti importanti per la continuità dell'amministrazione di una

località; infine, incoraggiare l'uso della microfotografia come mezzo per

ottenere copie di documenti importanti.

2 - Dare assistenza tramite l'ACC ad archivi e documenti importanti

esposti al pericolo e al saccheggio, ottenendo sentinelle per gli edifici, tra­

sportando via i documenti da ambienti n�n sic:ri, face?do p��ta�e.

m�te� riale per riassestare le finestre rotte, e assistere mfine gh archiVISti 1taham

ad assicurarsi il personale necessario.

3 - Far un sopraluogo agli archivi locali e nazionali importanti situati

nelle zone occupate dalle nostre truppe; stabilire quali sono i documenti

danneggiati e qual'è la collocazione dei documenti evacuati. Ciò può essere

fatto in due modi: a) visitando i depositi di documenti;

b ) assicurandosi la cooperazione di funzionari del governo italiano,

di autorità ecclesiastiche e di insegnanti per procurarsi le informazioni ne-

cessarie.

1 L'intestazione della I edizione reca l'indicazione « estratto dal primo rapporto ». Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., p. 38.

1 8 9

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Rapporto finale sugli archivi

4 - Organizzare uno schedario di informazioni, così che qualunque persona o ente abbia bisogno di manoscritti, registri o atti di polizia e del­l 'amministrazione civile, registri di battesimo, matrimonio o morte, contratti di compra-vendita immobiliare, testamenti, ecc., possa rintracciarli, se an­cora esistono. Tali informazioni avranno successivamente grandissima im­portanza per coloro ai quali incomberà l'amministrazione dell'UNRRA. Vi dovrebbero essere incluse anche altre classi di documenti di interesse storico.

5 - È necessario far rilevare che all'infuori della concessione di pareri e di un aiuto di primo intervento nella cura di documenti danneggiati (v. so­pra parag. 2) , non dovrebbero aver luogo suggerimenti o raccomandazioni che avessero ad imporre alle nazioni unite la responsabilità per la conser­vazione o il restauro di documenti italiani non importanti per lo sforzo bellico.

7. Istruzioni degli alleati relative agli archivi 1•

a) Amministrazione alleata in Italia: istruzione amministrativa n. 10.

[s.l. ] , 30 marzo 1944 Nel caso di carte scritte e di libri, si deve tener presente che anche

quelli che non sembrano antichi possono essere di grande importanza, non solo dal lato storico ma anche in quanto possono contenere informa­zioni utili per gli scopi pratici della guerra. Non saranno ammesse distru­zioni o dispersioni casuali di tali collezioni, dovunque vengano trovate.

b ) Quartier generale delle forze armate: memorandum amministrativo n. 54. [s.Z. ] , 6 dicembre 1944

Nel caso di collezioni sistematiche di carte scritte (archivi) e di libri, si deve notare che anche quelli che non sembrano antichi possono essere di grande importanza non soltanto storicamente, ma anche in quanto con­tengano informazioni utili per gli scopi pratici della guerra. Manomissioni e dispersioni di documenti possono causare tanto danno quanto le distru­zioni. Nella eventualità della occupazione di edifici o parti di edifici, che contengono simili collezioni, il comandante delle truppe occupanti sarà responsabile che tutte le precauzioni possibili sono state prese per pre­venire danni o dispersioni.

1 Cfr. nota n. 2 a pag. 158. Nella I edizione compaiono, per i documenti a), b), c), le indicazioni, rispettivamente di « paragrafo 11 », « paragrafo 9 » e « paragrafo 19 ». Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., pp. 38·39.

1 90

Appendice di documenti

c) Quartier generale delle forze armate: memorandum n. 20.

[s.l. ] , 3 aprile 1945

Nel caso di collezioni sistematiche di carte scritte (archiv�) � di libri, si deve tener presente che anche quelli che non sembrano ant1ch� possono essere di grande importanza non soltanto storicamente ma anche m quan�o contengano informazioni utili per gli scopi pratici della guerra .

. Man�mis­

sioni e dispersioni possono essere tanto dannose .qua�to la d1str�zwne.

Nell'eventualità dell'occupazione di edifici, o parte d1 ess1, contenenti de:te collezioni il comandante delle truppe occupanti sarà tenuto responsabile che tutte le precauzioni possibili siano state prese per prevenire danni o dispersioni.

8 . n quartier generale delle forze armate al quartier generale della V armata 1•

[s.l. ] , 22 febbraio 1945

OGGETTO: Preservazione di archivi.

1 - Una gran quantità di documenti relativi ad ogni specie di affari, d l · t

. · · t ano in tutte le città. sia pubblici che privati, secolari e ecc esms 1�1, SI .r�v

. Si richiama l'attenzione sull'importanza di tah arch1v1, anch� a prescmdere dalla loro antichità. Essi saranno infatti di considerevol� Impor

.tanza per

l'« intelligence service >>, per i vari enti interessati alla ncostruzwne della vita civile e per scopi di ricerca e di organizzazione.

2 - L'importanza di questi archivi è dovuta n?n.

solo al fatto �he es�i contengono utili notizie, ma anche in quant

.o cos:Itmscono una sene conti­

nua di documenti collegati tra di loro. Essi praticamente poss�no perdere ogni loro valore sia in seguito alla perdita di pochi docum�nt1

.come all�

distruzione 0 perdita del tutto. Inoltre il loro valore, cm�e e �v1dente,.

d1� pende in gran parte dalla continuità della loro preservazwne m luoghi d1 custodia autorizzati.

3 _ Al fine di assicurarsi che gli archivi non vengano di:tr�tti � dan­. f tutti gli edifici nei quali essi si trovano verranno d1chrarat1 zona neggra 1, . Ili il interdetta (out of bounds) per tutti i militari, fatta eccezwne per que

cui uso sia reso necessario dalle operazioni militari. �e a. cau�a

.delle ope­

razioni si rendesse necessario l'occupazione parziale d1 tah ed1fic1, saranno

di d l dallo Alexander (F.to) 1 Nella I edizione compare l'annotazione, in calce: « Per or r:e e mares c. w. Christenberry ». Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. czt., pp. 39-40.

1 9 1

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Rapporto finale sugli archivi

prese le necessarie misure, d'accordo con · · · · curare l 'inibizione dell'accesso agli archi.vi· al

dcustod� responsabili, per assi-

. , eccezwne degli uffic · ar d b · tamente autonzzati dai rispettivi comandanti d'armata. I l e I-

4 .-

_Gli archivi importanti vengono normalmente pubb�ICI: n:a

, affinché nessuno di essi venga negletto, qualsiasi Citta verranno consultate in merito alla loro

conservati in edifici le autorità locali m dislocazione.

peri::r� :;:reo:!���� d�l mrms��ro d_ell'inter-?�· allo scopo di sottrarli dai

documenti storici d���:����io I�f0��

a�

ocu�;1 ��

pt��tp��:� de

.i11

piùM

pregevoli presso San p 1 B 1 S . a VI a o n te sano

. �o 0 e rto, a circa km. 30 da Napoli. Nelle sale di uella sohda costr�zwne v�nnero così depositati oltre 30.000 volumi e circa �0.000 pergamene, m massrma parte racchiusi in 866 casse Quando l 'es�rcito alleato era già vicino, nel pom�riggio del 28 settembre si presentò a vrlla Montesano una squadra di tre soldati. ted h" . di vitelli. esc 1 m cerca

Già da qualche settimana le del t · t · 1 infestate da . campagne ern ono no ano erano mitragliatrici

:u:::�n�q��dre, di tr� soldati ciascuna, bene armate di pistole

l . l esse rapmavano nelle case private polli ed uova � tre prendevano mucche maiali, altre rapivano gli uomini validi altr� �vas

.tavano le c

.ase rubandone gli oggetti di pregio. A queste ne li

'ultimi ;����� se ::r a�gm�sero

. a�tr�, compos�e di guastatori; alcune min!vano gli

industr��i ���

i:

. � mi���o�� case

.priVat

.e, �ltre incendiavano stabilimenti

I ' . l, epos1 l l merc1, stazwm ferroviarie officine ecc

r s�ldati del

.la

. s�ua�ra

. giunta a villa Montesano, �on ave�do �rovato P esso 1 contadrm 1 vrtelh di cui sapevano l'esisten · · t d violente t l · za, SI m ro ussero m�r: e ne pianterreno della villa, ove videro la gran mole d" �ontenenti I documenti. Avendo chiesto che cosa quelle casse conten�s�:��e

Il personale dell'archivio risiedente nella villa li informò d Il · t · ' quel de ·t d · d . e a es1s enza m posi

. o e1 ocument1 storici dell'Archivio di Stato di N a or c , saputo partirono senza far parola.

P 1· 10 L'in�omani mattina, 29 settembre, si presentarono a villa M t un ufficrale ed un altro militare i quali, dopo di aver chiesto un�n

v:��g�� • 1 In UCAS, fase. 8912.52, « Napoli. Patrimonio storico-archivisti , . scntta, s.d. e non firmata, la relazione col titolo s� ra ri or

co." e conservata, m copia dattilo­

provvedimenti preventivi, sui danni subiti durante l p P tato. SI . veda �nche una « Relazione sui

firmata da Filangieri. t! pubblicata anche in JENKINSONa Bguerra e s�l!a SistemaziOne », del 22 marzo 1945, , ELL, Op. Ctt., pp. 44-46.

1 92

Appendice di documenti

al direttore del deposito, comm. Antonio Capograssi, vollero visitare le sale dov'erano i documenti. Fecero aprire una delle casse e ne esaminarono i volumi. L'istesso direttore li informò della importanza di quei documenti, fornendo loro tutte le delucidazioni atte a dimostrare il carattere pura­mente culturale di quel deposito. Dopo di avere esaminato ogni cosa l'uffi­ciale disse: « Sta bene >> , e ripartì.

Trovandomi io nella mia villa in Livardi, poco lungi da quel luogo, venni subito informato dell'accaduto dall'economo .dell'Archivio, tenente colon­nello Giuseppe Basile, anch'egli risiedente a villa Montesano. Ma essendo a mia conoscenza che nessun atto ostile era stato compiuto fino a quel momento dai tedeschi contro gli istituti di cultura, non ebbi alcuna preoc­cupazione. Nè mi aveva preoccupato l'uccisione di un soldato tedesco avve­nuta pochi giorni avanti nel centro di San Paolo Bel Sito, perché quantunque minacciata la distruzione con le mine degli edifici pubblici e di alcune case del paese, nulla essi avevano attuato di quella minaccia.

Il mattino del 30 fui informato dalla padrona della villa, signora Cantieri Santamaria, che nel tardo pomeriggio del giorno avanti un'altra squadra di soldati tedeschi si era presentata a villa Montesano ed era entrata nelle cantine sottostanti alla casa trattenendovisi qualche tempo. Ciò aveva generato il sospetto che essi avessero minato la villa.

Quantunque il crollo della villa non rappresentasse un serio pericolo per le scritture, rinchiuse in solide casse ammassate in quattro ordini sovrap­posti, tuttavia giudicai opportuno di mettere il locale comando germanico di fronte alla propria responsabilità e gli indirizzai una lettera nella quale dichiarai sommariamente il contenuto di quel deposito, la sua apparte­nenza all'Archivio di Stato di Napoli, il carattere esclusivamente storico delle scritture e vi enumerai le serie di atti che interessavano, oltre la storia dei vari paesi d'Europa, anche quella della Germania, aggiungendo che vari studiosi tedeschi vi avevano studiato e terminando con invitare il comando stesso a chieder conto della entità di quel deposito di documenti all'istituto storico germanico risiedente in Roma.

Uno dei custodi dell'Archivio che recava la mia lettera, presso la stessa villa Montesano, circa le 9,15, s 'incontrò con una squadra di tre militari tedeschi in motocicletta, sempre armati di pistole mitragliatrici, che si diri­gevano verso la villa. Costoro, appena giunti, annunziarono che di lì a 1 5 minuti avrebbero incendiato l'intero deposito dei documenti. Allora al gra­duato, che comandava la squadra e che aveva fatto parte della squadra colà recatasi il giorno avanti, fu consegnata la mia lettera. E poiché costui non intendeva l'italiano, essa gli fu tradotta intieramente in francese dal direttore Capograssi e della signora Cantieri, che colà si trovava. Il tedesco, ascoltata la lettura, strappò brutalmente la lettera e gli elenchi dei documenti e gettandoli in aria esclamò: « Comando conoscere tutto, ordine bruciare ».

Invano il direttore cercò di ottenere una dilazione per avvertire me e per inviare la mia lettera al comando; i tre militari iniziarono immediata-

1 93

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Rapporto finale sugli archivi

mente l 'opera di distruzione, ponendo, nei quattro angoli e nel centro di ciascuna sala, carta, paglia e polvere pirica e appiccando il fuoco, in modo che in pochi minuti tutta la villa divenne un immenso rogo.

Assicuratisi che l 'incendio non poteva essere più spento, si allontana­rono; ma ritornarono un'ora più tardi per assicurarsi che l'opera di distru­zione fosse compiuta.

Dopo il loro primo allontanamento i custodi e i contadini tentarono di salvare quel che si poteva, ma era tanta la violenza del fuoco che soltanto 1 1 casse di protocolli notarili e 97 buste dell'archivio farnesiano fu possi­bile trarre in salvo.

Dalle indagini fatte dopo, mi risulta che il comando tedesco che stava a Nola, qualche giorno avanti si era già trasferito a Cancello e che varie squadre di predatori e di guastatori venivano da Sarno. Motivi pei quali non escludo che l'ordine di distruggere l'Archivio sia venuto da Napoli. Nulla di preciso mi è riuscito di sapere circa i nomi dei maggiori responsabili dei misfatto. Da alcuni ho appreso che qualche cartello affisso a Nola recava la firma dì Kellermann. Altri han parlato di un capitano Sommerfjeld.

L'entità del disastro è enorme. In quel deposito io avevo riunito tutte le più preziose serie di documenti provenienti dai vari archivi del mezzo­giorno d'Italia. E la loro distruzione ha creato un vuoto immenso nelle fonti storiche della civiltà europea, vuoto che nulla potrà mai colmare.

Tra le più preziose scritture perdute è la serie di 378 registri della cancelleria angioina ( 1265-1435), che era una delle più preziose fonti storiche del medio-evo, i registri della cancelleria aragonese, i codici, i manoscritti, le raccolte di autografi, i trattati originali del regno di Napoli, i processi politici celebri; e la miglior parte degli archivi della real casa di Borbone, di casa Farnese, della regia camera della Sommaria, del consiglio colla­terale, della real camera di Santa Chiara, della segreteria dei Viceré, della cappellania maggiore, della giunta di Sicilia, dei ministeri borbo­nici della presidenza e degli affari esteri, dell'ordine di Malta, della com­missione feudale, della tesoreria antica, del tribunale conservatore della nobiltà, degli antichi notai è andata distrutta.

1 0. a ) Il ministro dell'interno, Reale, ai prefetti 1•

Circolare Salerno, 3 aprile 1944 OGGETTO: Danni subiti dagli archivi degli enti pubblici e dei privati.

Ai sensi della legge 22 dicembre 1 939, n. 2006, sul « Nuovo ordina­mento degli archivi del regno » che attribuisce al ministero dell'interno

1 Per l'originale, cfr. doc. n. 2, pp. 37-38 e nota al te.>to.

1 94

Appendice di documenti

· e la · ·1 di tutto il patrimonio archivistico nazionale, la conservaziOne Vlgl anza . .

11 · l'E v di disporre nell'ambito della provmcra con cortese so �-s\ p;i;ea

o �;tune indagini sugli archivi degli uffici statali e parastatah, Cl u. .

pp . l . • a'ello stato delle istituzioni pubbliche di assistenza e degh enti ausuan '

d' · 1 b � c ·enza degli istituti di credito di diritto pubblico, delle lSClO te asso­eneucl ' '

1 ' · chi vi privati di no­ciazioni sindacali e, per quanto possibile, ancl.e sugn ar . .

.

tevole importanza storica, facendo conoscere a questo �mmstero_-1 _ se gli archivi degli enti suddetti

.a?biano sub1to danm o mano-

missioni durante i decorsi avvenimenti bellici; .

2 - l'entità dei danni, indicando i titoli delle.

serie.

o categone dei docu-. d" t tt" ed il numero approssimativo dei fasci, buste, registri, ecc., menti IS ru 1

· · t ' statistica dei con una relazione sull'importanza storica o ammmistra IVa o medesimi;

. sr·a per scongiurare i danni come per limi-3 _ i provvedimenti adottati tare quelli già subiti;

. . . . 4 - tutte quelle altre notizie che varranno ad illustrare l casr partlcolan.

Le notizie debbono intendersi fino alla data de� 3 1 marzo u.s. p l' Ar­Le notizie riguardanti il materiale documentano conse�vat

.o n_

dg

. 1

. . . A h' . d" Stato saranno mvmte tretta-chivi di Stato o nelle seziOm dr re

. :vi� r

. .

. n nte a questo ministero dai rispettivi drretton e capr uf�ìclO .

. I e

. l'E V di dare la massima drffusiOne alla pre-Ciò premesso, sr prega · ·

. · · h" t h del sente circolare valendosi per la raccolta delle notrzre n� Ies e �ne . e

ec�� ' ra del direttore dell'Archivio di Stato locale, se esrs�e, e, m rsp '.

l ope� . d l' h. l. privati dell'opera del sopramtendente archi-per quanto nguar a g 1 are lV ,

visti co.

1 0. b) Il mimstro · dell'r"nterno, Bonomi, ai prefetti 1•

Circolare Roma, 31 agosto 1944

OGGETTO: Patrimonio storico archivistico. . . ·

·

lse con la qui unita Già fin dal 3 aprile u.s. questo mmrstero sr nvo , . . . l . f tti delle provincie fino allora liberate, nonche a tutti I crrco are m pre e

. A h" · d' Stato e ai sopra-d·rettori di Archivio di Stato e di sezione dr re lVlO I . ' i�tendenti archivistici di Napoli e Palermo per�h� foss

l�ro d

hiS

l_PVl

o_

stde�

g�el����

· · portune indagrm sug 1 are � bito di ciascuna provmcra << op . . . . bbli-statali e parastatali, degli enti ausiliari dello stato, delle rstrtuziOm pu

1 Per l'originale, cfr. doc. n . 10, pp. 46-48 e nota al testo.

1 95

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Rapporto finale sugli archivi

che di assistenza e beneficenza, degli istituti di credito di diritto pubblico, delle disciolte associazioni sindacali e, per quanto possibile, anche sugli ar­chivi privati di notevole importanza storica ».

L'inchiesta, che mirava e mira a stabilire la condizione del patrimonio storico italiano, che è patrimonio della civiltà del mondo, subito dopo la prova della guerra, viene ora ripresa da Roma per tutte le provincie ita­liane a nord di Roma.

Profittando dell'esperienza intanto acquisita, si crede opportuno pre­cisare che, pur rimanendo identico il campo già indicato nella circolare pre­detta, l 'inchiesta dovrà di preferenza riferirsi, in un primo momento, agli Archivi di Stato e sezioni di Archivi di Stato, in modo di paterne dare il risultato, per questa prima parte, sicuramente entro l 'anno corrente.

Le risposte dovranno contenere dati assolutamente precisi almeno sui tre punti seguenti :

a) misure di protezione adottate per l 'incolumità degli archivi, sia con lavori eseguiti in sede, che con trasferimenti fuori sede: indicando, in questo secondo caso, oltre il luogo e la data, la qualità delle serie tra­sferite e il numero delle unità di ciascuna di esse;

b ) effetti diretti o indiretti degli avvenimenti bellici sulla consistenza e condizione degli archivi : precisando anche qui, in caso di danni subiti, la qualità delle serie manomesse o perdute, il numero delle unità per cia­scuna di esse e indicando, con assoluta esattezza, la causa delle singole perdite (bombardamento, combattimento, distruzione sistematica o ca�uale da parte di truppe; o anche dispersione o saccheggio da parte della popola­zione civile, e abbandono o insufficiente attenzione da parte delle autorità);

c) stato presente: provvedimenti attuali o in corso di attuazione per il ritorno allo stato normale (ritorno in sede, riordinamenti, revisioni, ecc.) . Eventuali proposte.

Naturalmente, oltre i dati tassativi riferibili ai tre punti indicati, sarà gradito, soprattutto per gli archivi più importanti dove più gravi siano state le perdite (facciamo con reverenza i nomi degli archivi di Milano e di Napoli) ogni altro particolare anche in apparenza esteriore: al fine di consegnare ai posteri - come solo noi, che ne siamo stati testimoni, pos­siamo - un quadro altrettanto sicuro che completo dei disastri subiti, e proporzionato all'entità dei medesimi.

La presente inchiesta intende portare un contributo a quell'inventario generale della nazione, sollecitato dalle più diverse parti in questo mo­mento, che costituirà il punto di partenza per la ricostruzione del paese.

Questo ministero fa quindi assegnamento su tutti coloro cui la pre­sente è diretta, per una piena, volenterosa collaborazione.

Si gradirà intanto un cenno di assicurazione.

196

Appendice di documenti

10. c) n ministero di grazia e giustizia ai procuratori 1•

Circolare Roma, 16 agosto 1944

OGGETTO: Circolare.

A questo ministero interessa conoscere, con l�. m�ssima p�ssibile solle­

citudine, l'attuale situazione degli archivi no�anh dipende�tl da codesta

procura del regno sia per quanto conce:�e �l per�onale, sia per quanto

concerne il materiale archivistico, il mob1ho, I locali, ec�. . La s. v. Ill.ma, pertanto, dovrà inviare una dettagliata r�laZI?n� sul-

l'argomento e formulare, ad un tempo: le op�ortun� _Pr�poste . m fin� ?1 un� ronta riorganizzazione e normalizzazwne dei serviZI di

.d:tti �rchlVl, �ua

fora gli eventi bellici abbiano sull'andamento degli stessi mflwto negativa-

mente. 1 h rà di Nella formulazione di tali proposte la S. V. Il .ma non manc � .

tenere del debito conto, con il carattere eccezionalissimo delle .:r�sentl g,ravi

contingenze, le attuali condizioni di bilancio, largamente de�cl:ano, dell a��

ministrazione autonoma degli archivi notarili. Onde qualsiaSI proge�to l

ricostruzione, di restauro o anche di semplice rior?inamento dov�a no� soltanto riferirsi alla esecuzione esclusiva di opere d� �atura _essenzmle e

inderogabile per la funzionalità dell'archivio,_ ma dovra, m ogm caso, essere

informato a criteri della più stretta economia.

Si gradirà subito un cenno di ricevuta della presente.

1 1 . a) Shipman e Jenkinson a Carrol. Napoli, 15 aprile 1944

Caro Mons. Carroll,

d'accordo con il suo suggerimento, noi presentiamo la nostra ri�hiesta

affinchè di tempo in tempo, mano a mano che la liberazione dell� :ane zo�e

in seguito alle operazioni belliche lo renderà. possi�il_e, le a�tor�t� ec�es�:

stiche in Italia esaminino le condizioni d�gh ��chivl ec�lesias:I�l, .a ne e

. . ltati di tali esami vengano messi a disposrzwne degli archiVISti pr�sso

�ar�s�tocommissione monumenti, belle arti e archivi di questa commiSSione

alleata di controllo. . . . Noi desideriamo mettere in evidenza, come archivisti, che tale richiesta

è fatta unicamente nell'interesse del popolo italiano e della cultura mon-

• J • conservato in UCAS, fase. 8912.152, cart.

' Di questa circolare, firmata da . Mtllo�z�, un eseml

p are e "t . cfr anche dccc. 14 e 15, pp. 51-54.

« Materiale per rapporto italiano sugh archiVI durante a guerra " CI ., •

197

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Rapporto finale sugli archivi

diale e con nessun altro obiettivo: in particolare lo scopo primo di tale esame è di stabilire quali effetti ha avuto la guerra su documenti importanti ecclesiastici, di modo che, dove possibile, quelli che si trovassero in pericolo di andare perduti o distrutti a causa degli eventi bellici possano ricevere quella protezione e quelle cure che la ACC può dare. Come Le è noto, oltre ai documenti ecclesiastici di riconosciuta importanza storica, alcuni di essi, come ad esempio i registri di battesimo, matrimonio e morte, pos­sono essere della massima importanza per gli oriundi italiani che ritornano in patria, i quali si troveranno nella necessità di stabilire la loro identità personale, onde riprendere il corso normale della loro vita. Si acclude un modulo contenente le domande alle quali desideremmo fosse particolarmente risposto. Questa inchiesta, come Lei vede, si rivolge in primo luogo ai depositi di archivi arcivescovili, vescovili, capitolari, col­legiali ed altri di maggiore importanza (dai quali potrebbe essere richiesta una risposta diretta), e poi alle parrocchie, le cui risposte potrebbero pre­sumibilmente essere ottenute e trasmesse tramite le autorità superiori. La preghiamo gentilmente di provvedere a che il meccanismo sia messo in moto da parte delle organizzazioni ecclesiastiche per far diramare l'accluso questionario e farlo restituire, debitamente riempito, alla sottocommissione monumenti, belle arti e archivi.

Riproduciamo qui di seguito il modulo:

Diocesi di

Cattedrale, Chiesa, Collegio, ecc.

Provincia e Comune ..................... ....................................... , .............................................................................................................. �

Indirizzo ........................................................................................................................................................................................................

Natura degli Archivi (arcivescovili, vescovili, capitolari, ecc. o parrocchiali) ................................... .

Danni di guerra, se vi sono, agli edifici (azione nemica, bombardamento aereo o terrestre)

Danni di guerra agli Archivi (c. s. o per saccheggio) .......................................................................................... ..

Annotazioni e raccomandazioni ............................................................................................................................................... .

1 98

Appendice di documenti

1 1 . b ) Carroll a Brooke.

[s.l. ] , 5 maggio 1944

Egregio signore,

in risposta ad una comunicazione inviatami il 15 ap�il� 1944 �ai .si�nori

Hilary Jenkinson e Fred W. Shipman relativa agli archlV� ecclesmstlcl n�l­l'Italia liberata, sono lieto di poterLa -informare che ho discusso la matena con le autorità ecclesiastiche locali con le quali ho raggiunto un accordo.

Alcuni anni fa il Vaticano trasmise un questionario a tutte le diocesi e parrocchie in merito alle condizioni degli archivi 1• � st�to

.de�iso che

sarebbe bene, in questa occasione, di compilare un qu�stwn�no s1m�le (com­prendendo in esso quelle voci che potranno essere d1 pa�t1co�are �nte�esse a codesta commissione) e di distribuirlo, tramite le vane dwces1. Siamo del parere che, se trattata in questo modo, la questione n�n sarà conside: rata come fuori della prassi ordinaria, nè solleverà allarmi da parte de�h interessati. Quando tali questionari ritorneranno compilati, noi saremmo m grado di avere un buon quadro di insieme del

.le

.con�i�ioni in �ui

. si trovano

gli archivi ecclesiastici e trasmetteremo volen�1en tah mfo�mazwm a cod�sta commissione. Naturalmente saranno necessane alcune settimane per por .. are a termine tale inchiesta.

Dal punto di vista tecnico potremmo incontrare al�une difficoltà. Vorrei perciò pregare codesta commissione se ci potesse as

.sistere

.nello sta�pa

.re

0 ciclostilare tali questionari e nella distribuzione del pacchi all� . va�Ie dl�­

cesi. Date le attuali circostanze noi potremmo incontrare granm d1fiìcolta nel mettere in effetto tali questioni di dettaglio e Le sarei perciò molto grato se ella potesse prestarci il suo aiuto a �uesto riguar�o. . . Assicurandola della mia sincera collaborazwne e del m1o v1vo mteres-samento per il suo lavoro.

1 1 . c) n cardinale bibliotecario e archivista del Vaticano, Mercati, agli ordinari

Circolare Vaticano, 10 agosto 1945

Eminenza Reverendissima,

la commissione alleata anglo-americana, che deve preparare la rela­zione sopra i danni subiti dagli archivi civili ed ecclesiastici .d'Italia

. a ca�sa

della guerra, ha testè pregato d'urgenza, m�diante .la le�az1�ne bn:anmca,

che la santa sede voglia chiedere a tutti gh Ecc.m1 ordman una nsposta,

1 Si riferisce alla lettera, ed al questionario, del cardinal Mercati del l novembre 1942: sono pubbli­cati in Enchiridion archivorum ecclesiasticorum, Città del Vaticano, 1966, pp. 210-226.

1 9 9

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Rapporto finale sugli archivi

per quanto è possibile precisa, alle domande, formulate dalla stessa com­missione, che sono allegate alla presente, ritenendo non convenevole di chie­derla direttamente.

Poiché alla santità di nostro signore Pio Pp. XII è piaciuto di annuire alla preghiera della commissione, prima di tutto in considerazione della necessità che siano ben fissate al presente, finché la memoria è viva e fresca, e vengano tramandate fedelmente alla posterità, la vastità e la gravità delle perdite subite dalle chiese d'Italia, come negli altri beni, così in quello im­portantissimo degli archivi e delle biblioteche, ed in considerazione altresì del riguardoso procedere della commissione alleata verso la Santa Sede e verso gli Ecc.mi ordinari; il sottoscritto, cardinale archivista e bibliotecario della SRC, designato all'uopo, il quale per sè avrebbe rimandato a giorni meno turbati una simile richiesta, a complemento e correzione del censimento degli archivi e biblioteche ecclesiastiche d'Italia, indetto per volontà del N. S. Padre nel novembre 1 942, non poteva che assecondare subito, per quanto era in lui, l'iniziativa, ulteriormente improrogabile, della commissione, spe­dendo immediatamente i formulari con la raccomandazione della maggiore sollecitudine a riempirli e a rimandarli per mezzo sicuro entro il novembre al più tardi. Se ne inviano tre copie, una da conservare nell'archivio dioce­sano e due da rimandare all'archivio segreto vaticano, il quale alla com­missione alleata ne consegnerà una e serberà l'altra per lo schedario del censimento, non volendosi assolutamente turbare più oltre per questo gli ecc.mi ordinari.

È superfluo aggiungere che la commissione alleata anglo-americana, e gli stati alleati per i quali essa agisce, quanto sono grati al santo padre dell'efficacissimo aiuto così prontamente e liberalmente prestato in vista della perfezione dell'utile opera, che è la verità, l 'esattezza, altrettanto, in proporzione del contributo, lo saranno ai singoli ordinari e non tralasceranno di renderne lode collettivamente all'episcopato italiano, dal quale solo mo­strano di ripromettersi l'indispensabile esattezza delle informazioni. Quanto è bello che ancor qui l'episcopato sia ritrovato in prima linea, come venendo ve l'hanno trovato, nonostante le sue strettezze e difficoltà, in ogni attività benefica !

Col sentimento della venerazione più profonda le bacio umilissimamente le mani.

Diocesi di ....................................................................... .

NOTIZIA DEI DANNI CAUSATI DALLA GUERRA AGLI ARCHIVI ECCLESIASTICI

Archivio vescovile: è stato danneggiato ? ....................................................................................................................... .

Entità dei danni: ( l ) ............................................................................................................................................................... .

Causa dei danni: (2) ............................................................................................................................................................... .

200

Appendice di documenti

Archivio capitolare: è stato danneggiato ? ....................................................................................................................... .

Entità dei danni: ( l ) ............................................................................................................................................................... .

Causa dei danni: (2) ............. ........................ ............. . .... ............................... ............................. ............................................ .

Archivi parrocchiali e altri archivi: sono stati danneggiati ?

(3) ························································· · ························ ·························································································································

..... ······· .. . ·········· ······················· ······················································································�··········································································""'''""

Data ............... .............. ................. ...................... . Firma ............................................................................... .

(l) Distrutto, poco 0 molto danneggiato; se possibile indica�e l� quali.tà d?! n:ateriale danneggiat� *.

(2) Azioni di guerra, bombardamento aereo, mine, . sac�hegg10, . mce�d:o, p10ggi�, �bban�ono .ec� ·

.

(3) Se si hanno notizie precise, si dia l'elenco nommativo degh archiVI danneggiati, altnmenti SI dia

almeno il numero approssimativo degli archivi stessi * .

201

1 4

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Rapporto finale sugli archivi

P ARTE SECONDA

STATO DEGLI ARCHIVI ITALIANI AL TERMINE DEL LA GUERRA

21 gennaio 1946

. . L� parte prima di questo rapporto descrive le vicende degli archivi It

_ahan

_I durante la guerra. La presente è un tentat1"vo di' esposizione della Situa�w�e degli archivi italiani al termine delle ostilità. Essa si basa su tre distmte categorie di informazioni:

. a_) r�pporti di ufficiali di archivi di questa sottocommissione in seguito a 1spezwm personali;

b) risultati delle I·nchi'este · · · d · IniZiate m ministeri italiani dell'interno e di grazia e giustizia; c) risposte fornite da arcivescovi, vescovi, abati alla inchiesta con­dotta parallelamente dal Vaticano.

. . È be

lne m�ttere subito in evidenza, che, scritto a una data relativamente VICina a termme della guerra ·1

i . . . ' _1 �resente rapporto risulta necessariamente

. n�omple:o. Per molti de1 prmcipah archivi italiani è adesso disponibile una 1r:- ormazwne schematica; ma là dove un archivio è stato danneggiato o disp_erso,

_un rapporto dettagliato delle perdite può essere fatto solo dopo �est' an�I dop� a�mi di paziente lavoro. Per queste ragioni il censimento n� e dei _danm

. di guerra ?e�li archivi italiani sarà possibile solo quando sara

. t_er�mato Il lavoro di n costruzione e riordinamento del patrimonio �rC�IVIStico del

_ �ae:"e .

. Una descrizione definitiva di tal genere deve essere asciata al servizio 1tahano per gli archivi 1.

I. - ARCHIVI CENTRALI DEL LO STATO

1 - ARCHIVI PUBBLICI

R a) L'�rchivio de

_z Regno. L'Archivio del Regno, istituito nel 1 871 in orna, c?ntie?e

. quegli archivi del governo centrale che non sono ancora trattenuti dm smgoli ministeri o uffici governativi. Sia l'edificio che gli

� ?!tre al materiale documentario di cui alla nota n 1 d' - · Not!Zle degli Archivi di Stato del 1950 p . d . h

· 1 p. 176, cfr. anche Il Citato numero delle . . er 1 ati c e sono esposti in q t da !male (tranne che per quelli riguardanti gli archivi ec l . . . . ues a secon parte del Rapporto servata in UCAS nel cit fase 8912 s dd' . . .c esm�tic�) SI cfr. anche la documentazione con-, · . , u IVISO per Citta, sedi d1 Archivi di Stato.

202

Archivi italiani al termine della guerra: archivi pubblici

archivi sono illesi; il deposito per il periodo bellico ad Orvieto è stato ripor­tato a Roma senza perdite nè danni.

b ) Gli Archivi di Stato. I principali archivi pubblici d'Italia sono decentralizzati in ventitré Archivi di Stato. Il nucleo di molti di questi è formato dagli atti dei regni, ducati, repubbliche, ecc. indipendenti che esercitarono una volta poteri sovrani. Ad atti di tal genere se ne sono venuti aggiungendo, in ogni modo, ordinariamente, numerosi altri di altra natura: questi generalmente includono i moderni archivi della provincia nella quale l'Archivio di Stato è situato, e frequentemente archivi notarili d'oltre cinquant'anni fa, archivi di case religiose soppresse e perfino archivi di famiglia. Per loro natura, alcuni degli Archivi di Stato sono antichissimi di origine. Ma come archivi pubblici, per la maggior parte datano dal tardo secolo XVIII e dal XIX. Un piccolo gruppo (Trento, Bolzano, Trieste, Zara) data dal periodo immediatamente successivo alla grande guerra.

Durante la recente guerra, il maggior disastro occorso agli Archivi di Stato è, senza paragone, quello dell'Archivio di Napoli. Ci sono state gravi perdite anche a Milano e a Palermo; meno gravi, ma sempre importanti distruzioni a Torino, Bologna e Parma; confusione nell'ordine cronologico ed alcune lievi perdite a Firenze, Genova, Modena e Siena; da Trieste i tede­schi hanno asportato alcune categorie di documenti, che non sono stati ancora rintracciati. Da Zara, che si trova fuori del territorio amministra­to dalla commissione alleata, non si possono ottenere rapporti diretti ma il materiale migliore si trova in salvo nei depositi di Venezia. Nella distruzione dell'Archivio di Napoli perirono anche documenti presi in prestito da vari Archivi di Stato per la « Mostra delle terre d'oltremare ». I parti­colari su queste perdite sono elencati nell'Appendice I .

A parte la perdita dei documenti, è necessario poi notare la distruzione o il grave danneggiamento di edifici a Cagliari, Milano (ambedue i depositi), Palermo (ambedue i depositi), e Parma; e seri danni ad Apuania, Firenze, Genova (ambedue i depositi), Pisa (ambedue i depositi), Torino e Trento.

c) Le sezioni di Archivi di Stato. Nel vecchio regno di Napoli, che comprendeva l'Italia meridionale e la Sicilia, la legislazione borbonica del 1818 e del 1843 stabilì dei depositi per gli archivi amministrativi locali in ogni provincia. Dopo l'unificazione, la posizione di questi depositi ri­mase per molto tempo irregolare, finché nel 1 932 essi vennero posti alle dirette dipendenze dell'amministrazione centrale, sotto il titolo di archivi provinciali di stato. Il Nuovo ordinamento degli Archivi del 1939 provvide alla creazione di simili archivi in tutte le province d'Italia. Nel fatto, però, allo scoppio della guerra, sezioni di tal genere erano state istituite in un limitato numero di provincie. Tutte insieme esse raggiungono il numero di trentatré : venti istituite sotto la vecchia legislazione e tredici sotto la nuova.

Questa categoria di archivi in complesso è uscita bene dalla guerra. Trapani se la passò peggio di tutti e Messina subì la perdita della maggior

203

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Rapporto finale sugli archivi

parte degli atti notarili che custodiva; mentre, più al nord, serie perdite si lamentano a Pistoia. I danni, in ogni modo, ad Ancona, Bari, Chieti, Foggia e Potenza sono lievi ed altrove trascurabili. I dettagli delle distruzioni sono meno completi per le sezioni che per gli Archivi di Stato, ma quelli pre­sentemente a disposizione sono riassunti nell'Appendice Il.

Per quanto riguarda gli edifici, vanno ricordati i seri danni che si sono avuti ad Alessandria, Ancona, Catania, Foggia, Livorno, Messina, Pistoia, Potenza, Trapani e Verona.

2 - ARCHIVI DI MINISTERI E DI ENTI FASCISTI.

Fatta eccezione per i ministeri dell'interno, della pubblica istruzione, dei lavori pubblici, dell'industria, commercio e agricoltura e, in piccola parte, per i ministeri della guerra, della marina e delle finanze, tutti gli altri dicasteri governativi italiani continuarono, fino allo scoppio della guerra, a conservare i propri archivi. Gran parte del materiale d'archivio del regno d'Italia rimase perciò non in archivi pubblici, ma nei depositi dei rispettivi uffici governativi.

Non è ancora possibile stabilire statisticamente gli effetti che la guerra ha avuto sui depositi di questa categoria; tuttavia si può fare un apprez­zamento in linea di massima.

Se perdite ci sono state, esse riguardano per la maggior parte gli archivi del regime fascista, specialmente quelli che datano dai suoi ultimi anni. Questi archivi andarono soggetti a speciali pericoli. In uno dei più grandi movimenti di archivi che la storia ricordi, una gran quantità di essi furono, a cura del governo fascista, trasferiti da Roma nell'Italia del nord. A prescindere dai pericoli sempre inerenti a un trasferimento di tal genere, negli ultimi giorni precedenti la liberazione del nord gli archivi erano disseminati in località sparse, spesso in edifici del tutto inadatti. Vi è la certezza che talune cate­gorie di documenti di natura politica furono prese dai tedeschi anche prima che il trasferimento avesse luogo; altre furono distrutte dai fascisti, quando l'imminenza del collasso del governo repubblicano divenne evidente; in quei momenti si ebbe anzi una distruzione generale di fascicoli personali, da parte di funzionari della repubblica. Le perdite più serie di tutte si sono avute tra le carte dei gerarchi fascisti; tutte le volte che fu possibile, i loro possessori eb­bero cura di distruggerle e, anche quando ciò non avvenne, documenti di tal genere passarono talvolta in mani private e di quando in quando appaiono in vendita al maggior offerente. Il governo italiano sta cercando di metter fine a questo mercato nero dei documenti, applicando una legge già esistente, che proibisce l'alienazione di documenti semi-pubblici del genere menzionato. In ultimo va notato che talune categorie di archivi ( specialmente dei ministeri degli esteri e della cultura popolare e taluni documenti della segreteria parti­colare riservata di Mussolini) sono tuttora all'esame da parte dell'allied poli­tica! research agency (ufficio alleato per le ricerche politiche).

Salvo le eccezioni su menzionate, tutti gli archivi evacuati al nord sono

204

Archivi italiani al termine della guerra: archivi locali

ora ritornati a Roma, dove gli uffici governativi sono occupati a riordinare i documenti che li riguardano. Rapporti preliminari riguardo allo stato di conservazione di essi sono rassicuranti. Considerando le vicende alle quali essi sono andati soggetti, non sembra che essi abbiano sofferto nella ma­niera che ci si sarebbe potuto aspettare.

Il. - ARCHIVI LOCALI

1 - ARCHIVI DEGLI UFFICI GOVERNATIVI PROVINCIALI.

Importanti archivi governativi di carattere locale sono conservati in

tutti i capoluoghi di provincia. I principali di essi sono gli archivi della

prefettura, gli archivi dei tribunali civili e penali, gli archivi dell'intendenza

di finanza con quelli degli uffici dipendenti (ufficio distrettuale delle impo­

ste dirette, ufficio del registro, conservatoria delle ipoteche, ufficio tecnico

del catasto, ufficio tecnico erariale). Questo ultimo gruppo di uffici spesso

possiede documenti di remota antichità.

II destino degli archivi di questa categoria durante la guerra fu deter­

minato da due opposti fattori. Da una parte, collocati in comuni edifici

adibiti ad ufficio, essi costituivano « per eccellenza » quella specie di archivi

che dovevano apparire alle truppe degli opposti campi « semplicemente come

un mucchio di vecchie carte », da trattarsi senza molti riguardi. Dall'altra,

gli ufficiali del governo militare alleato si resero subito conto della loro

importanza amministrativa e, alla prima occasione, ne apprestarono la

protezione. I rapporti sul loro stato attuale indicano che ciò è dipeso in

larga misura dalle circostanze della campagna bellica. Gli archivi delle città

portuali hanno sofferto considerevolmente : a Bari l'archivio delle imposte

dirette fu distrutto e quelli della intendenza, registro, ufficio tecnico era­

riale regia dogana danneggiati; a Livorno si verificarono gravi perdite nel­

l'archivio dei tribunali, seri danni per quelli dell'intendenza e dell'ufficio

tecnico erariale e la distruzione dell'archivio della prefettura; a Genova

l'archivio della capitaneria di porto fu largamente manomesso. Per il resto,

il danno è sporadico: vi furono molte perdite e distruzioni, come era da

attendersi, a Salerno, ed abbastanza vaste dispersioni a Forlì. Alessandria,

Aquila, Avellino, Castel di Sangro, Corato, Ferrara, Messina, Parma, Pescara,

Sapri, Sulmona e Treviso sono tra le città dove danni più o meno gravi

furono arrecati agli archivi dell'uno o dell'altro dei suddetti uffici provinciali.

2 - GL I ARCHIVI COMUNALI.

« La storia d'Italia sta tutta in quella dei suoi mumCipi », disse uno

dei più grandi archivisti italiani, Francesco Bonaini. Nell'ultimo censi­

mento ( 1936) risultarono 7389 comuni, sia rurali che urbani; nonostante le

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Rapporto finale sugli archivi

frequenti istanze da parte di studiosi circa il vantaggio che si ritrarrebbe da un concentramento dei loro archivi storici, un sano orgoglio locale ha in genere prevenuto che ciò avvenisse. Così si è verificato che molta della materia prima fondamentale della storia d'Italia deve essere ancora ricercata negli archivi comunali.

Naturalmente, non tutti questi archivi sono di grande significato, e al tempo della compilazione da parte di questa sottocommissione del « breve memorandum con appendici ed elenchi sulla protezione degli archivi ita­liani », 106 furono indicati con un asterisco per indicarli come di particolare importanza, di cui 10 furono successivamente trovati incorporati negli Archivi di Stato o sezioni di Archivi di Stato.

I restanti 96 rappresentano il meglio degli archivi comunali italiani, e informazioni assunte per oltre tre quarti di essi fanno rilevare che questa importante classe di archivi ha sofferto danni straordinariamente modesti. Perdite più gravi si sono avute a Sutri, Treviso e Velletri; considerevoli a Cagliari, Sarzana, Viterbo, Rimini, Tivoli e La Spezia, benché, nelle ultime tre località, limitate a documenti moderni; leggere a Catania, Civitavecchia, Ferentino, Foligno e Sezze. D'altra parte si è informati che gli archivi dei seguenti comuni sono sostanzialmente intatti: Acquapendente, Alatri, Alba, Anagni, Anghiari, Aosta, Aquila, Arezzo, Assisi, Asti, Bagnacavallo, Bergamo, Bormio, Bra, Brescia, Casale Monferrato, Cesena, Certaldo, Cherasco, Civi­dale del Friuli, Conegliano, Cuneo, Fabriano, Faenza, Fano, Fermo, Genova, Jesi, Imola, Livorno, Lodi, Macerata, Milano, Modena, Mondovì, Montecatini, Montefiascone, Novara, Novi Ligure, Osimo, Padova, Palermo, Piacenza, Pola, Recanati, Rieti, Roma, San Miniato, Sassari, Sondrio, Soriano nel Cimino, Susa, Torino, Tortona, Trapani, Tuscania, Urbino e Volterra. Non si hanno ancora notizie di Aspra, Aversa, Como, Enna, Martinengo, Matelica, Monte­cassino, Noli, Pavia, Rocca Priora, Salò, San Sepolcro, San Severino, Terra­nova, Tirano, Treviso, Vigevano, Vigone e Visso.

La condizione degli archivi comunali minori sta in diretta relazione coll'andamento della campagna. Là dove i combattimenti sono stati più aspri, e particolarmente lungo le linee invernali del 1 943-44 e 1944-45, essi hanno molto sofferto. Specialmente tragiche sono le perdite degli archivi dei piccoli comuni che costeggiano la via Emilia. I comuni della Romagna hanno un loro significato nella storia d'Italia, ed incidentalmente nello sviluppo delle istituzioni democratiche in generale, che non è stato mai sufficientemente messo in luce. A confronto dei documenti per esempio della Toscana, gli archivi comunali dell'Emilia sono stati relativamente poco studiati. Ciò rende la loro perdita tanto più dolorosa.

3 - ARCHIVI NOTARILI.

Attraverso l'influenza del diritto romano, i notari in Italia occupano una posizione di mezzo fra l'avvocato o procuratore e il magistrato giudiziario.

206

Archivi italiani al termine della guerra: archivi locali

I loro archivi contengono documenti ufficiali, e fin dai tempi più remoti

la maggior parte degli Stati in Italia provvide con una adeguata legisla­

zione ad evitare dispersioni e perdite. Originariamente il sistema portava

con sè che, alla morte del notaio, i suoi archivi (protocolli e imbreviature)

venivano trasferiti ad un altro notaio. In tal modo si vennero accumulando

considerevoli collezioni di atti e, allo scopo di regolarizzarne la posizione

e provvedere ad una maggiore sicurezza contro le distruzi�ni, furono f�ndati

gli archivi notarili a Lucca alla fine del XIV secolo, a Venezia nel xv, a FI�enze

Siena e Roma nel XVI, a Torino nel xvn, a Milano nel XVIII e a Napoli nel

xrx secolo. Gli archivi notarili dipendono dal ministero di grazia e giustizia.

I principali archivi di questa categoria, gli archivi notarili �egionali e di­

strettuali, assommano a 107. È possibile dare un quadro praticamente com­

pleto del destino di questi, poiché solo per Bergamo, Fiume e Zara mancano

i rapporti. Gli archivi notarili di Cassino, La Spezia e Messina sono andati com-

pletamente distrutti. A Benevento il deposito è distrutto, metà dei docu­

menti perduti e la maggior parte del resto deteriorati. A Ferrara soltan:o

una parte dei documenti sono periti, e fortunatamente.

solta�t� le.

co� I�,

che si trovano ripetute, in altro esemplare, nelle sene prmCipah (c10e

gli atti del memoriale 1422-18 16, oltre a copie di atti del XIX secolo). A Terni

mancano molti degli atti più recenti; similmente ad Udine non è stato possi­

bile ricuperare i documenti moderni, dopo il bombardamento, mentre a Sa­

lerno si sono verificati furti ingenti tra i documenti moderni. Danni meno

estesi, sebbene ancora seri, si sono verificati ad Ancona, Grosseto, Livorno,

Massa, Napoli e Padova; a Frosinone soltanto lievi danni.

Per il resto gli archivi regionali e distrettuali sono salvi, sebbene

debbano rilevarsi alcune distruzioni fra gli archivi notarili mandamentali

e comunali di minore importanza. La legislazione in merito aveva preveduto

l'unione di questi in più larghi archivi, allo stesso modo come aveva dispo­

sto il deposito dei documenti notarili di più di 50 anni fa neg�i Arc�ivi d� Stato e nelle sezioni. Però le due disposizioni erano solo facoltative, e mfatti

molto materiale importante continuò ad essere conservato in questi archivi

minori. Quelli dei piccoli comuni avevano un particolare interesse. Collocati

generalmente nel municipio, essi erano di solito tenuti se�arati dall'archivio

comunale, spesso in una stanza propria e, qualche volta, m scaffalature gra­

ziosamente decorate del secolo XVIII o del principio del secolo XIX. I docu­

menti che contenevano avevano inizio in genere dal XIV o dal xv secolo e

costituivano di fatto una fonte più fruttuosa per la storia sociale della

comunità che non il parallelo archivio comunale. Le perdite sono state spora­

diche, ma, ad eccezione della Romagna, apparentemente più liev� che �o� tra i corrispondenti archivi comunali. Forse essi furono oggetto di magg10n

cure a causa del fatto che la loro esteriorità era più attraente: essi non

solo erano importanti, ma apparivano anche più importanti.

207

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Rapporto finale sugli archivi

III . - ARCHIVI ECCLESIASTICI

1° NoTIZIE GENERALI.

Finora hanno risposto al questionario vaticano, sullo stato degli archivi ecclesiastici alla fine della guerra, 207 diocesi delle 339 esistenti in Italia. Tali resoconti comprendono non soltanto gli archivi vescovili e capitolari, ma anche gli archivi parrocchiali. Inoltre si hanno informazioni di altre 40 diocesi attraverso i rapporti degli ufficiali degli archivi di questa sotto­commissione e da altre fonti; ma tali informazioni si limitano generalmente a riferire sugli archivi principali e non comprendono le parrocchie.

L'attuale situazione è perciò la seguente: per gli archivi vescovili e capitolari si hanno informazioni per i quasi tre quarti delle diocesi d'Italia; per gli archivi parrocchiali un poco meno dei due terzi.

All'Appendice III travasi un intessante sommario statistico del prof. Battelli in base ai resoconti ricevuti; all'Appendice IV invece un elenco di quelle diocesi che non hanno ancora trasmesso il loro resoconto.

2° L'ARCHIVIO VATICANO.

I grandi tesori dell'archivio vaticano sono salvi; essi non hanno sof­ferto alcuna conseguenza della guerra.

3° GLI ARCHIVI ARCIVESCOVIL I E VESCOVIL I.

Gli archivi arcivescovili e vescovili consistono generalmente di due parti: l'archivio della curia e l'archivio della mensa. Il primo è della massima importanza, con i suoi registri, atti dei tribunali ecclesiastici ed altre serie amministrative. Ma sebbene nessuno dei due abbia in genere altrettanto interesse storico quanto gli archivi capitolari, tuttavia possono essere en­trambi di remota antichità.

Questa categoria di archivi ha sofferto '''J tevolmente. Distruzioni totali o danni molto gravi si sono verificati ad Aquino, Capua, Grosseto, Isernia, Rimini e Venafro; danni considerevoli a Catanzaro, Cava dei Tirreni, Civi­tavecchia, Faenza, Fidenza, Foligno, Ortona, Palermo, Pontecorvo, Sarsina, Sutri, Terracina e Velletri; perdite più lievi ad Anagni, Ancona, Bertinoro, Cagliari, Caltagirone, Chiusi, Comacchio, Fano, Napoli, Salerno e Torino. Finora non si hanno notizie di altri danni.

4° GLI ARCHIVI CAPITOLARI.

Gli archivi capitolari contengono un ricco materiale per studi storici e per le scienze ausiliarie: diplomatica e paleografia.

Le notizie circa le perdite e distruzioni verificatesi in tali archivi sono

208

Archivi italiani al termine della guerra: archivi ecclesiastici

Il d" . alla precedente categoria. Danni molto strettamente parallele a

. qu� � l

. cm

Capua Catanzaro Civitavecchia, Gros­gravi sono stati sofferti a qumo, '

. 11 '. e Venafro Le cose

seta, Palestrina, Pontecorvo, Rimini, Terra�ma, Ve a

e�;ano state fortunata-migliori del fa�oso

. archivio c:pit�lare �ll:e���ruzione quando l'edificio

men,te _p

ortate m ncovero.

e .

se

u����:i�

soffrirono gravi perdite, e si veri­ando distrutto. Anco_na, Ch:usl . Monreale, Napoli, Palermo, Pienza ficarono anche danm

maol

Fteoh

dgenl�� :�i�:tliocalità si ebbero distruzioni degli

e Recanati, ma in t on documenti. Per il resto le notizie finora pervenu e n

edifici più che dei

indicano perdite .

5o GLI ARCHIVI PARROCCHIALI.

. · · ·r per cui i loro archivi I Italia le parrocchie non hanno funzwm ClVl l, . p n . d" t - ·mania e di morte. er una

si limitano ai registri _ _ di b.atteslmo,

. ld

mt� n

ontenuti in essi dovrebbero d. . . del concilio di Trento l a l c

" l IsposizlOne r· l . . d Ila sede arcivescovile o vescovi e.

anche essere conservati neg l are uvi_ ,

e . d f al paragone, di Gli archivi parrocchiali possono percw essere consi era l,

secondaria importanza. f . . 1 a quello dei minori archivi

Il loro destino durante la gu�rra u Sl�ll e . b Il" . dallo sviluppo

comunali e notarili. Ogni cosa dipe�e ?ag_h e�=�tl al�A;;e�dice III dimo-

1 d Ila campagna Informazwm npor . . genera e e . . . . !l'Abruzzo Molise in Emilia e · d · tati maggwn ne - ' strano che l anm sono s . d h del sud vi furono

in Toscana. In compenso, in larghe zone sia del nor c e '

poche distruzioni.

6o ARCHIVI MONASTICI.

C è stato già dichiarato, gli archivi degli enti religiosi _so�pressi ome � . r Archivi di Stato e nelle sezwm.

sono principalmente conservati neg l d

. T" . Grottaferrata . . r r archivi di Cava el Irrem, ' Dei monasten esisten l, g l . d ll'abbazia delle Tre . S Paolo fuori le Mura, Subiaco, e e

Montevergme, �n· La ' tertia aula , degli archivi di Montecassino rimase

:�;��:e s���oo

l:a ;�cerie'

del:'abbaz�a, ma la parte più importante dei docu­

menti è salva e ricoverata m Vaticano.

IV. - ARCHIVI PRIVATI

Disgraziatamente le disposizioni contenute nel Nuovo ordiname_nto �egli

. . . . ano ancora entrate In VIgore Archivi relative agli archi�! tr�::t�ie

n��gu::danti questa classe di archivi prima della guerra, per cm e

209

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Rapporto finale sugli archivi

rimangono scarse. La maggior parte degli Archivi di Stato e molte sezioni posseggono importanti collezioni di archivi familiari, che in generale sono salve. Così sono in salvo alcune delle più famose collezioni, quale l'archivio Bentivoglio nella biblioteca ariostea di Ferrara, i documenti commerciali dell'archivio Datini di Prato o l'archivio di Giorgio Vasari ad Arezzo. Ma della gran massa degli archivi familiari che si trovano tuttavia in mani private, non è ancora possibile parlare.

APPENDICE I

DANNI E PERDITE NEGLI ARCHIVI DI STATO

lo NAPOLI 1 Elenco compilato dal sopraintendente conte Filangieri.

Elenco dei documenti dell'Archivio di Stato di Napoli bruciati dai tedeschi

il 30 settembre 1943 nella villa Montesano presso San Paolo Bel Sito.

a) Museo storico-diplomatico (regg., Voli. e fasci 655)

Codici n. 87, alcuni dei quali miniati. Uno di essi era un bellissimo Libro d'Oro fiammingo del sec. XL Un altro era un Portolano di Bartolomeo Olives del 1563.

Manoscritti n. 175, d'interesse storico. Autografi aragonesi, rilegati in 13 volumi. Autografi di sovrani e principi. rilegati in 18 volumi. Registro di Federico II degli anni 1239-1240. Liber Rubeus, contenente antichi privilegi e disposizioni della r. camera della sommaria. Manoscritti di Carlo de Lellis sulle famiglie nobili (volumi 25). Lettere regie vol. 4. Notamenti di Carlo de Lellis, tratti dalla cancelleria angioina e da altre scritture di

archivio (volumi 27). Cartolari di Matteo Camera contenenti copie dei documenti amalfitani (volumi 7). Archivio del Marchese di Gallo, ambasciatore napoletano ( fasci 47). Trattati originali del regno di Napoli (cartelle 122). Matrimoni reali dei Borboni (cartelle 16). Diario della regina Maria Carolina (volumi 25). Diplomi di titoli concessi da G. Murat (volumi 1) . Disegni della Basilica di S. Francesco di Paola (volume 1) . Processi politici celebri (fasci 84 ) . Carte di Garibaldi (fasci 3).

1 Cfr. UCAS, 1945·48, fase. 8912.52 cit., " Napoli. Patrimonio storico-archivistico ». Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., pp. 46-51. Per i documenti relativi alle Appendici I e II del Rapporto finale, si veda la documentazione di cui alla nota n. l di p. 202.

210

Danni e perdite negli AS

Atti del plebiscito (volume 1 ) . l '

. r Nelson e con l'ambasciatore Hamilton

Corrispondenza di Ferdinando IV con ammirag lO

(fascio 1) . . , . l.

d l 1798 di Luigi Marchesi, disegnata e colorita a mano

Pianta della citta di Napo l e ,

(20 volumi). . . .

Raccolta degli stemmi del comum (volumi 19).

p· nta di Napoli del duca di Nola (volum� 1) .

p��i e misure dell'amministrazione borbomc� (�catole 9) .

Oltre a vari altri documenti, cimeli, manoscntti, ecc.

b) Cancelleria angioina (Voli. 532).

contenenti gli atti dei sovrani angioini dal 1265 Registri in pergamena, rilegati in cuoio,

al 1434 (volumi 378).

Registri angioini nuovi (volumi 4). . . . . dei secoli XIII e XIV (volumi 66) . Fascicoli angioini, contenenti atti amml:rlstratlvl

Arche di pergamene della Zecca, (volumi 37).

Arche in carta (volumi 21). · · d

. · d.

atti angioini (volumi 26). Repertori angioini, suntl e m lCl l

c) Cancelleria aragonese (Voli. 43) .

Registri degli atti dei sovrani aragonesi meno

d) Pergamene (54.372).

Pergamene di grande interesse st�rico.

Pergamene anteriori alla monarchra.

Pergamene greche.

Pergamene della curia e�clesiastic�.

Pergamene dei monasten soppressi.

Pergamene della regia camera della sommaria.

Pergamene dei comuni.

Perl:!amene farnesiane.

Bolle pontificie.

Brevi pontifici.

e) Archivio della real casa (voli. e fasci 4641) .

privilegi, che sono salvi.

Fondo antico di casa reale, sec. XVIII (fas.ci 736). .

Casa l-eale nuova, archivio riservato (fasc.l e volumr 175�) .

11 (f c e volumi 1445). casa reale nuova, panconata centrale: m1�ce anea as l

casa reale nuova, platee e registri (volumr 12). .

casa reale nuova, ufficio architetti (fasci .e volumr .292).

casa reale nuova, museo borbonico (fasci e.

volumr 86).

casa reale nuova, somiglieria (fasci e volumr 160).

casa reale nuova, diversi (fasci e volumi 102).

f) Archivio farnesiano (buste e fasci 1166).

Carteggi di casa Farnese (fasci 1 150). Autografi farnesiani (fasci 9). Ordine costantiniano di Parma (buste 7).

2 1 1

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Rapporto finale sugli archivi

g) Ministero degli esteri (voli. e fasci 1258).

Corrispondenze d'ambasciatori e scritture varie ( fasci 1209). Segreteria del ministro Giovanni Acton (volumi 49).

h) Regia camera della sommaria (voli. 7232).

Privilegi (volumi 59). Esecutoriale (volumi 58). Sigillorum (volumi 47). Curie (volumi 319). Consulte (volumi 136). Lettere regie (volumi 11) . Literarum suae maiestatis (volumi 83). Comune (volumi 194). Catasti antichi (volumi 623). Fuochi (volumi 2033). Cedolari antichi (volumi 37). Spogli dei cedolari (volumi 24). Quinternioni dei feudi (volumi 488). Repertori del principe di Bisignano (volumi 3). Processi (volumi 3117).

i) Consiglio collaterale (voli. e fasci 1083).

Privilegi (volumi 845). Bandi (volumi 18). Processi ( fasci 203) . Titulorum Neapolis (volumi 17).

l) Real casa di Santa Chiara (voli. 440).

Privilegi

m) Segreteria del vicerè (voli. 4504).

Serie diverse (volumi 4417). Lettere regie (volumi 87).

n) Cappellania maggiore (voli. e fasci 451).

Varietà (fasci 60). Processi (volumi 391) .

o ) Scritture varie della sezione politica (voli. e fasci 2040) . Giunta di stato (volumi 204). Giunta degli abusi (volumi 18). Giunta di Sicilia ( fasci 827). Consiglio di stato (volumi 160). Ministero della presidenza (volumi e fasci 218). Tribunale conservatore della nobiltà (volumi 240) .

2 1 2

Danni e perdite negli AS

Commissione dei titoli di nobiltà (fasci 75). Ordine di Malta (volumi 72). Inventari ed indici (volumi 226).

p) Scritture varie della sezione amministrativa (voli. 5384).

Tesoreria antica (volumi 523). Stati discussi di Tappia (volumi 199). Commissione feudale (volumi 1062). Rei di stato ( fasci e volumi 337). Notai antichi (volumi 3263).

Elenco dei documenti consegnati dalla mostra delle terre d'oltremare alla direzione dell'Archivio di Stato di Napoli, che sono rimasti distrutti nell'incendio di villa Montesano.

a) Documenti dell'Archivio di Stato di Napoli.

l . Cancelleria angioina, arche in pergamena (vol. 39). 2. Pergamene di Castel Capuano (perg. n. 58). 3 . Fuochi, vol. 1236, di ff. 45 (fuochi di Civita Albanese). 4. Segreteria di guerra; fascio 89 (Rivista di G. Pepe, di ff. 10). 5-6. Segreteria di guerra, libretti di vita e costumi n. 37 e 39 ( del battaglione albanese). 7-8. Casa reale, dispacci, vol. 925 e 926. 9. Ministero esteri, fascio 3466 (proposta di trattato con la Persia, di ff. 7).

10. Ministeri esteri, fascio 2508 (rimedio contro il colera, di ff. 10). 11. Ministero esteri, fascio 2508 (pastorale del Vescovo d'Agra, di ff. 3). 12. Ministero esteri, fascio 2508 (disegno del canale di Suez, di ff. 3).

b) Documenti dell'Archivio di Stato di Torino.

l. Conto delle spese fatte da Amedeo VI nella spedizione in Oriente, 1361-68 (ff. 6 in per-gamena).

2. Donazione del regno di Cipro a Carlo I di Savoia. 3. Trattato tra il regno di Sardegna e la Persia, 1857 (ff. 11 con 3 fascicoli allegati). 4. Progetto di trattato di commercio tra la Sardegna e il Congo, sec. XVIII (ff. 12). 5 . Relazione di viaggi, 1856 (ff. 96). 6. Lettera di Mohammed Alì pascia d'Egitto, 1833 (con la traduzione). 7. Lettera dell'imperatore dei Birmani, 1857 (f. 1 ). 8. Lettere del bey di Tunisi ( f. 1 con la traduzione). 9. Lettera del patriarca di Serbia e Bulgaria, 1608 (f. l con la traduzione).

c) Documenti dell'Archivio di Stato di Palermo.

1. Capitoli del consolato del mare di Messina (vol. ms. del sec. xvr).

d) Documenti dell'Archivio di Stato di Pisa.

1. Bolla di Urbano II per le chiese della Corsica, 1096. 2. Diploma di Rinaldo e Costanza d'Antiochia, 1154. 3. Donazione fatta da Amalarico di Ascalona, 1 157. 4. Trattato fra Pisa e i saraceni, 1 185.

2 1 3

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Rapporto finale sugli archivi

5. Trattato fra Pisa e Zara, 1188. 6. Libro delle prede dei cavalieri di S. Stefano. 7. Fotografia di una galea.

e) Documenti dell'Archivio di Stato di Firenze.

l. Carta nautica di Giovanni da Carignano, 1320.

f) Documenti dell'Archivio di Stato di Cagliari.

1 . Fac-simile di un foglio del codice di S. Ilario, 509. 2. Pastorale di mons. Cadello per la liberazione degli schiavi, 1803 (a stampa). 3. Fascicolo contenente i « pregoni » più antichi, 1534-42.

g) Documenti dell'Archivio di Stato di Lucca.

l. Trattato di pace dei popoli del Niam-Niam (ff. 4). 2. Relazione del viaggio di Carlo Piaggia in Abissinia (ff. 6). 3. Relazione del viaggio del Piaggia a Cartum (ff. 4). 4-10. N. 6 disegni e una fotografia dei viaggi del Piaggia. 11-13. N. 3 documenti e una fotografia di Adolfo Antognoli.

h) Manoscritto del museo Correr di Venezia.

l. Volume sulla guerra di Candia (Archivio Morosini).

1) Documenti dell'istituto di studi adriatici di Venezia.

1-7. N. 7 fotografie di documenti.

k) Volume del seminario di Padova.

l. Un libro di Pietro Bogiano arcivescovo di Voscopaga.

l) Volumi del museo di Tirana.

1-2. Due antichi libri su Giorgio Castriota Scanderbech.

m) Documenti della famiglia Castriota.

l. Un volume contenente la vita di Giorgio Castriota Scanderbech. 2. Diploma del doge di Venezia a Giorgio Castriota, 1463. 3. Diploma di Ferrante I d'Aragona a Giorgio Castriota, 1485.

n) Documenti consegnati all'Archivio senza indicazione.

1. Un progetto di battaglia navale, 1638. 2. Carta dell'Albania settentrionale di P. Vincenzo Coronelli. 3. Progetto di fortificazione per Valona, 1690. 4. Piano planimetrico di Butrinto. 5. Copia di alcuni diplomi della famiglia Castriota Scanderbech.

214

Danni e perdite negli AS

Documenti depositati in Archivio da altri Enti distrutti nell'incendio di villa Montesano.

a) Archivio di Stato di Venezia.

Dispacci degli ambasciatori (volumi 15).

b) Museo civico Gaetano Filangieri di Napoli.

Autografi di Gaetano Filangieri, compreso tutto_ il ms. della << Scienza della legislazione » (pacchi 4).

Documenti perduti per lo scoppio di tre bombe durante il bombardamento del 9 novembre 1941 (nell'edificio di S. Severino).

Processi penali del tribunale di Napoli. R. questura di Napoli (fasci 100 circa).

N. B. - I processi del tribunale seno in via di ordinamento e perciò non ancora si conosce il numero dei fasci perduti.

Documenti distrutti nel bombardamento del 20 febbraio 1943 (nell'edificio del Divino Amore).

Corte dei conti.

N. B. - Non essendo ancora riordinati resti di questa scrittura non è possibile per ora accer­tare il numero dei fasci perduti.

Documenti perduti nell'incendio provocato dallo scoppio di una nave di munizioni il 28 marzo 1943 (nell'edificio di S. Severino)

Archivio del gran libro del debito pubblico (fasci e voli. 8800).

Documenti perduti per lo scoppio di varie bombe durante il bombardamento del 4 agosto 1943 (nell'edificio di Pizzofalcone).

Segreteria di guerra e marina: tribunali militari.

N. B. Trovandosi le carte ancora in gran parte sotto le macerie, non è possibile per ora accer­tare il numero dei fasci e dei volumi perduti.

2° MILANO

È in corso un rapporto dettagliato del sopraintendente dott. Manganelli.

2 1 5

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Rapporto finale sugli archivi

3o PALERMO

Estratto da « L'Archivio di Stato di Palermo negli anni di guerra » compilato dal sopraintendente dott. Gentile 1

Gran salone della gran corte.

l. Regia gran corte:

a) Tribunale, sede civile e sede criminale: scritture pendenti; id. terminate; effetti pendenti, id. decisi: sentenze, contratti, cedole, lettere, testimoniali, eccezioni ed oppo­sizioni, esecuzioni, pleggerie e fideiussioni, atti civili; id. ab extra; id. di possesso; id. prov­visionali, contumacie e termini, mandati di assento, memoriali, processi criminali, processi di vendite, ecc. 2, 1431-1819 (voli. 26.000).

b) Segreteria: corrispondenza, 1569-1819 (voli. 700).

c) Segreteria del presidente Paternò, cav. Giov. Battista Paternò Asmundo che, godendo la fiducia del sovrano, veniva spesso consultato: atti vari, 1788-1905 (voli. 30).

d) Avvocato fiscale, che attendeva alle questioni criminali: atti vari, 1814-1819 (voli. 10).

Di tutto l'archivio della gran corte si sono recuperati appena 3000 volumi circa.

2. Uditore generale delle genti di guerra, speciale magistrato, competente a giudicare i militari: mandati di assento, atti provvisionali, opposizioni, cautele, atti civili,penes acta decisi, effetti decisi; id. pendenti, scritture collettive decise; id. pendenti, biglietti e dispacci consulte, ecc., 1590-1819 (voli. 500).

Recuperati dalle macerie solo alcuni fascicoli, costituenti quattro o cinque volumi.

3. Deputazione degli stati, magistratura che amministrava i beni dei feudatari, nell'in­teresse dei loro creditori soggiogatari: pleggerie, conti, contratti, fedi di partite di tavola (banco), assenti, gabelle di feudi, graduazioni, ingiunzioni, ecc., 1635-1819 (voli. 950). Tutto distrutto.

4. Procura generale del re presso la gran corte civile: istanze, corrispondenza, '..:oncor�i a cariche giudiziarie, conflitti giurisdizionali, statistiche, ecc., 1821-1845 (voli. 130). Tutto distrutto.

S. Corte suprema di giustizia: atti relativi a cause civili e penali, 1819-1853 (voli. 700). Tutto distrutto.

6. Commissione delle vendite volontarie e forzose, che provvedeva alla vendita degli im­mobili esposti all'asta giudiziaria: produzioni, decisioni, ecc., 1819-1825 (voli. 50). Tutto distrutto.

7. Corte d'appello di Palermo: sentenze ed atti accessori della 1• e 2• sezione, con pochi volumi della 3" sezione, 1819-1900 (voli. 3000). Recuperato solo qualche volume.

1 Cfr. p. 175, nota l. È pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., pp. 51-54. 2 La nomenclatura dei vari generi di scritture è tolta testualmente dagli inventari ''.

216

Danni e perdite negli AS

Sala antistante il gran salone.

8. Tribunale civile di Palermo, 1• sezione: verbali d'udie�za, libri di distribuzione cause, minute delle sentenze, narrative, pandette alfabetiche, 1819-1900 (voli. 1500).

Si è recuperata circa la metà dei volumi.

delle

9. Tribunale del santo uffizio: atti riguardanti cause civili dei familiari del santo uffizio e pochissime carte criminali, 1576-1782 (voli. 1858).

Si è recuperata circa la metà dei volumi.

10. Tribunale delle prede: incartamenti dei capitani delle- navi preda te e sentenzè relative, 1808-1813 (voli. 7).

Tutto distrutto.

Supremo tribunale di giustlZla, che prec�d� la corte .supr�m� di giustizia: affari 11. decisi, atti provvisionali, consulte, memonah, lettere crtatonah, biglietti viceregi e

dispacci reali, 1816-1819 (voli. 30). Recuperati quasi tutti i volumi.

12. Tribunale di commercio: verbali d'udienza, minute di sentenz�, o.rd�nanze, delib�razi��i in camera di consiglio, testimoniali, cauzioni, depositi, verbali dr gmramento dr penti, atti di società commerciali e contratti di cambio marittimo, 1819-1862 (voli. 383).

Distrutta la maggior parte dei volumi.

13. Consolato austro-ungarico: atti vari, 1820-1899 (voli. 50). Totalmente distrutti.

14. Contenzioso amministrativo: atti vari. Quasi tutti recuperati.

15. Regia delegazione e amministrazione dei beni confiscati ai possessori esteri o nazionali residenti all'estero: atti vari, 1806-1813 (voll. 153).

16 Assegnazione dei beni dei feudatari ai loro creditori soggiogatari (provenienti dalla corte d'appello), 1824-1860 (voli. 164).

In massima parte recuperati.

Primo piano dell'ala sita a nord del gran salone.

e relativi verbi regi

17. Tribunale del real patrimonio. Delle varie serie di1 s�ritture, c

1h1

e at

m�o�t���n� i:

circa 30.000, segnaliamo qui appresso solo quelle le qua l era�� co oca e, m � parte, al primo piano dell'ala sita a nord del gran salone ed lVI dal crollo parzralmente danneggiate:

Lettere reali, 1397-1406 (voli. 4). Recuperato un centinaio di lettere.

Lettere viceregie e dispacci patrimoniali, 1425-1813 (voli. 4833). Perduti circa 500 volumi.

Memoriali, 1527-1808 (voli. 4473). Perduti 300 volumi circa.

Consulte patrimoniali, 1569-1812 (voli. 1316). Perduti 300 volumi circa.

Tribunale dell'erario, 1813-1818 (voli. 44). Tutti distrutti.

2 1 7 15

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Rapporto finale sugli archivi

Circolari e bandi, dispacci reali e biglietti viceregi, discarichi di delegati, conti de vari ufficiali finanziari, secoli XVII-XVIII (voli. 400 circa).

In gran parte distrutti.

Conti comunali, azienda gesuitica, incartamenti di liti introdotte nel tribunale, con­ferenze, officiali diversi, secoli XVII-XVIII (voli. 300 circa).

In massima parte recuperati.

18. Notai defunti, di cui i volumi solo in minima parte erano conservati nell'ala abbattuta mentre i più antichi erano già stati trasferiti a Marineo.

'

Circa una ventina di volumi distrutti.

Pianterreno dell'ala sita a nord del gran salone.

19. Corte pretoriana: atti vari, 1349-1819 (voli. 6832). In massima parte recuperati.

20. Corporazioni religiose: Olivella, S. Domenico, S. Agostino, S. Martino, Carmine Mag­giore, S. Cita, S. Antonino della Zisa, SS. Cosma e Damiano, Annunziata di Porta Montalto, PP. Crociferi, S. Francesco d'Assisi, S. Francesco di Paola, S. Silvestro Papa, Gancia, S. Nicolò degli Scalzi, S. Maria delle Grazie, S. Teresa, secc. xn-xrx (volumi 8000 circa).

Degli 8000 volumi circa collocati a pianterreno dell'ala abbattuta si è recuperato poco più di un quarto.

Locali diversi.

21. Registri di leva, provenienti dai consigli di leva dei circondari della provincia di Pa­lermo, 1846-1890 (voli. 500 circa).

Trafugati nei saccheggi compiuti dopo le incursioni. Sono stati pure trafugati altri volumi e propriamente quelli di maggiore formato, appartenenti a serie diverse, dei quali non è possibile pel momento stabilire l'accertamento. Sebbene siano stati tempe­stivamente presentate alle autorità competenti varie denunzie, e siano stati arrestati alcuni individui, nessuna scrittura è stata finora recuperata.

4o TORINO

Estratto del rapporto del sopraintendente conte Buraggi 1•

Andarono perdute le seguenti serie (mazzi e voli. 10928) :

1 . Atti del ministero dell'interno, 1814-1860 (mazzi e voli. 4119). 2. Atti del ministero della pubblica istruzione, 1720-1860 (mazzi e voli. 2091). 3 . Atti del ministero dei lavori pubblici, 1815-1 860 (mazzi e voli. 2050). 4. Atti dell'intendenza generale e della prefettura di Torino (mazzi e voli. 2668).

so BOLOGNA

Non è ancora disponibile un elenco definitivo delle perdite tuttavia si sa che queste includono alcune tra le serie migliori, per es.: diversi volumi dei libri segreti dei collegi dello studio e due dei 321 memoriali.

1 Cfr. la « Relazione sui danni subiti dall'Archivio di Stato di Torino durante la guerra », del 27 di­cembre 1945, del sopraintendente archivistico G.C. Buraggi, in UCAS, fase. 8912.82, " Torino. Patrimonio storico-archivistico ». Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., p. 54.

21 8

Danni e perdite negli AS

6° PARMA

Estratto del rapporto del direttore dott. Drei 1 Le sale colpite contenevano atti di carattere amministrativo dei secoli XVIII-XIX. Gran

parte dei materiali sinistrati sono stati ricuperati, in condizioni però pietose.

7o FIRENZE

Fino a questo momento perdite insignificanti, ma completamente riesaminati.

depositi non sono ancora stati

go GENOVA

n sopraintendente, prof. Perroni, riferisce che le perdite sono insignificanti.

9o MODENA

n reggente, dott. Pascucci, riferisce che si lamentano alcune manomissioni e perdite fra le seguenti serie: Camera ducale estense: a) Confini di stato, XIII-XVII sec.; b ) Casa segre­ta nuova, xv-xviii sec.; c) Mandati camerali, xv-xviii sec.; d) Computisteria, stati e ruoli dJ bolletta, xv-xvnr sec.; Stato civile napoleonico, 1806-1814; Stato civile estense, 1852-1865; Ente comunale di assistenza.

10 °SIENA

Le perdite comprendono alcuni carteggi della serie Biccherna, però non è ancora perve­nuto un elenco definitivo.

llo TRIESTE

Prelevati dai tedeschi: Atti dei tribunali della marina da guerra austro-ungarica di Pola, 1908-1918: Fogli matricolari, fascicoli 142; Fogli di liquidazione del personale di marina da guerra, fascicoli 5; Note personali e matricolari dei sottufficiali di marina da guerra, fascicoli 5; Fogli di liquidazione dell'istituto militare degli invalidi di Vienna, fascicoli 11.

APPENDICE II

DANNI E PERDITE FRA LE SEZIONI DI ARCHIVI DI STATO

ANCONA

Solo danni lievi, principalmente agli atti degli uffici di ordinaria amministrazione.

1 n rapporto, del 2 luglio 1945, è allegato, in copia, ad una lettera, in copia, di Drei a Beli, del 2 luglio 1945, in UCAS, fase. 8912.62, « Parma - Patrimonio storico - archivistico ».

219

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Rapporto finale sugli archivi

BARI

Circa 100 buste della sezione giudiziaria distrutte: non sono pervenute notizie di altre perdite.

CHIETI

163 pergamene andate perdute.

FOGGIA

Perdite registrate: Tavoliere di Puglia: regi Tratturi, fascicoli 40; Giudizi, fascicoli 21; Ricevitoria, fascicoli 9 ; Ispezione forestale, fascicoli 14; Affitti tratturi fascicoli 24; Con­travvenzioni tratturi, fascicoli 42; Pianta topografica del Della Croce, 1; id. del Jannantuo­ni, 15; Inventari, 14; Serie varie, fascicoli 759; Reintegra tratturi, fascicoli 16. Dogana delle pecore: segreteria, fascicoli 60; Saldaconti, fascicoli 300.

MESSINA

La sezione notarile tranne 500 volumi è andata perduta.

PISTOIA

Perdite notificate: archivio Badioli; Piano regolatore di Pistoia di Fabio Niccolai; atti della prefettura e dei comuni della provincia di Pistoia.

POTENZA

Estratti dal rapporto del reggente dott. Pedio 1 •

. . . Le carte maggiormente disordinate sono state i « processi politici », gli atti del « gabinetto della prefettura di Potenza », gli atti dei quinquenni di prefettura e, soltanto in parte, gli atti giudiziari.

A prescindere da alcuni incartamenti riferentesi alle diverse preture delle provincie di Potenza e di Matera, in particolar modo Tursi e Tolve, che per il loro carattere non pre­sentano eccessivo valore, molti danni hanno subìto gli atti della sezione storico-diploma­tica, gli atti della sezione amministrativa ed i libri della biblioteca.

Di diversi pacchi molto voluminosi contenenti protocolli notarili del xvn e XVIII secolo, non ancora inventariati, è stato rinvenuto soltanto qualche fascicolo. Delle tre serie notari!i, la più danneggiata è stata la prima; e particolarmente i voli. 41, 1862, 2064, 3197, 3309, 3310. Della seconda serie sono stati danneggiati i voli. 2571 e 4615.

Una raccolta di pergamene che da Napoli era stata provvisoriamente depositata a Po­tenza e che avrebbe dovuto costituire un fondo diplomatico per la progettata sezione di Archivio di Stato di Matera, è stata ritrovata sparpagliata e dispersa nei diversi locali di ufficio .

Di questa raccolta, di cui non sono riuscito a rintracciare l'inventario (tale versa­mento avvenne durante il periodo in cui, per ragoni militari, io mi trovavo assente dal­l'ufficio) non posso dire con esattezza se manca qualche documento.

Quanto ai processi di valore storico, il riordinamento ha richiesto molto lavoro e moltissimo tempo: i diversi fascicoli erano quasi tutti sparsi sul pavimento e lo spago, che serviva a tenerli uniti in cartelle, era stato portato via. Soltanto con molta buona volontà e molta pazienza, è stato possibile rimettere a posto tutto quel materiale.

1 Cfr. la relazione di T. Pedio del 23 aprile 1944, in UCAS, fase. 8912.65, « Potenza. Patrimonio storico­archivistico >>. Pubblicato anche in JENKINSON, BELL, op. cit., pp. 54-55.

220

Danni e perdite negli AS - Statistiche archivi ecclesiastici

Tra questi atti mancano due cartelle complete (n. 140 e n. 141) conten:nti co�plessiva� mente n. 20 fascicoli, tutti riferentisi al 1861, dal n. 1098 a In. 1 118. Mancano moltre 1 seguenti fascicoli: 33, 123, 165, 248, 269, 390, 481, 533, 537, 579, 627, 645, 647, 649, 709.

Tra gli atti dei monasteri soppressi, ridotti da mano vandalica in uno stato pietoso, mancano numerosi fogli scritti e diverse mappe o piante che sono state asportate.

Nella sezione amministrativa vennero messi a soqquadro gli atti di gabinetto che, soltanto in parte, sono riuscito a riordinare secondo il superficialissimo inventario esi­stente in questa sezione. Gli atti puramente amministrativi, ad eccezione di 6 cartelle della seconda serie del quinquennio 1908-1912, che non sono state ritrovate, non vennero quasi disordinati.

· - . · · . . Tra le cartelle contenenti la corrispondenza d1 questa sezwne d1 archivio, non sono stati ritrovati alcuni fascicoli riferentisi agli anni 1930 e seguenti.

TRAPANI

L'inventario delle perdite non è ancora pervenuto 1•

APPENDICE III

STATISTICHE COMPILATE DAL PROF. G. BATTELLI DELL'ARCHIVIO VATICANO CON I RESOCONTI RICEVUTI CIRCA LO STATO DEGLI ARCHIVI ECCLESIASTICI

NOTIZIE DEI DANNI CAUSATI DALLA GUERRA AGLI ARCHIVI ECCLES!ASTfC!

(risposte giunte fino al 10 gennaio 1946)

Archivi danneggiati Numero Risposte

l l Parrocchiali diocesi arrivate Vescovili Capitolari

l

Abruzzo e Molise 17 1 1 3 1 80 Calabria 19 12 l 1 l Campania 38 22 4 2 18 Emilia 22 14 4 l 128 Lazio . 42 28 6 6 29 Liguria 9 4 - - 2 Lombardia 10 4 - - -

Lucania . 100 5 - - -

Marche 27 19 2 3 10 Piemonte 18 13 1 - 18 Puglia 35 24 - - -

Sardegna 12 9 1 - 2 Sicilia 20 13 3 l 9 Toscana 25 8 3 3 34 Umbria 14 IO l l 20 Venetc 12 9 - - 7 Venezia Giulia e Zara 7 l - - l 5 Venezia Tridentina 2 l - - -

Totali 339 l 207 79 19 l 363

1 In JENKINSON, BELL, op. cit., sono pubblicati (pp. 55-56) degli estratti da una relazi�ne, de: di�e�­bre 1943, del direttore, dott. Faner. Testo di questa relazione dell'H dicembre 1943, m copra, e m UCAS, fase. 8912. 83, « Trapani. Patrimonio storico-archivistico ».

221

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Rapporto finale sugli archivi

APPENDICE IV

DIOCESI DA CUI, AL 10 GENNAIO, NON ERA ANCORA PERVENUTA RISPOSTA

(Per le località indicate tra parentesi possono aversi informazioni da altre fonti)

Acerenza, Acerno, Acquapendente, Adria, (Alatri), Albenga, Amalfi, (Anagni), Anglo­Tursi, Apuania, (Arezzo), (Asti), Atina, Atri, Avellino, (Benevento), Bergamo, ( Bertinoro), Biella, (Bobbio), (Bologna), Borgo San Sepolcro, Bova, Brescia, Brindisi, Caiazzo, Calvi, Camerino, Capaccio-Vallo, Capodistria, Casale Monferrato, Caserta, Castellammare di Sta­bia, Castellaneta, Cervia, (Cesena), Chiavari, (Città di Castello), (Colle Val d'Elsa), Con­versano, (Cortona), Crotone, Diano Teggiano, Fabriano, (Ferrara), (Fiesole), Fiume, (Fog­gia), Fossombrone, (Gaeta), Gallipoli, Genova, Gorizia e Gradisca, Guastalla, ( Gubbio), ( Iglesias), ( Imola), Istonio, Ivrea, Lacedonia, Lanciano, (Larino), Lecce, Lodi, (Lucca), Macerata, Mantova, Marsico Nuovo, Mazara del Vallo, Messina, Milano, Mileto, Monopoli, Montalcino, Montalto, Montecassino, (Montepulciano), Nicastro, Nicotera, Nocera de' Pa­gani, Noli, Nusco, Ogliastra, Oria, (Oristano), (Ostuni), Otranto, (Palermo), Parenzo, Patti, Pavia, Penne, (Pesaro), Pescia, Piana degli Albanesi, (Pisa), (Pistoia), Poggio Mirteto, Pola, Pontremoli, Potenza, (Prato), Reggio Calabria, (Roma), Sabina, ( Salerno), San Severino, Santa Severina, Santissimo Salvatore Archimandrita, (Sarsina), Savona, Sessa Aurunca, Siena, Sovana-Pitigliano, (Spoleto), Subiaco, (Taranto), Termoli, (Tivoli), Todi, Tolentino, Trapani, Trento, Treviso, Tricarico, Trieste, Tuscania, (Vercelli), (Veroli), (Verona), (Vol­terra), Zara.

222

I N D I C I

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N. Data

1943 agosto 12

2 1944 aprile 3

3 s. d. [nov. 1943-giu. 1944]

4 1944 luglio 22

5 1944 luglio

6 1944 luglio

7 1944 luglio

8 1944 agosto 9

9 1944 agosto 9

lO 1944 agosto 31

11 1944 sett. 21

12 1944 sett. 27

13 1944 ottobre 2

14 1944 dicem. 9

15 1945 gennaio 9

16 1945 aprile 29

17 1945 maggio 2

18 1945 maggio 8

19 1945 giugno l

INDICE SOMMARIO DEI DOCUMENTI

Mittente

Re

Reale

Re

Bonomi

Re

Re

Re

Flores

Flores

Bono mi

Sto ne

Flores

Bonomi

Bono mi

Bonomi

Bonomi

Mc Cain

Destinatario

Tutti prefetti

Tutti ministeri

Oggetto

Archivi del ventennio fascista.

Danni subiti dagli archivi degli enti pubblici e dei privati.

Tutela e recupero degli archivi.

Archivi degli uffici centrali di Ro­ma.

Problema del recupero degli ar­chivi.

Archivi del tempo fascista.

Mostra della rivoluzione fascista.

Tutti i ministeri e il sot- Archivi trasferiti al nord. tosegretariato per la stam-pa e le informazioni

Id. Id. Archivi delle amministrazioni centrali in Roma.

I prefetti, i direttori degli Patrimonio storico-archivistico. Archivi di Stato e i so-vrintendenti archivistici

Bonomi

Ufficio patrioti

Promemoria sugli archivi dei mi­nisteri.

Archivisti consegnatari degli ar­chivi dei ministeri.

Salvataggio atti d'archivio degli uffici trasferiti in alta Italia.

Ministro di grazia e giu- Patrimonio storico archivistico. stizia

Presidenti, procuratori ge- Id. Id. nerali e pretori

Stone

Stone

Stone

P o letti

Recupero archivi al nord.

Funzionari da inviare al nord.

Invio al nord di Re.

Ispezioni archivi dei ministeri al nord.

225

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N. Data

20 1945 giugno 2

21 1945 giugno 6

22 1945 giugno 9

23 1945 giugno 10

24 1945 giugno 14

25 1945 giugno 22

26 1945 giugno 28

27 1945 luglio 4

28 1945 luglio 4

29 1945 luglio 14

30 1945 luglio 26

31 1945 luglio 31

32 1945 agosto 1

33 1945 agosto 5

34 1945 agosto 11

35 1945 agosto 21

36 1945 agosto 22

37 1945 agosto 30

38 1945 se t t. l O

39 1945 sett. 1 1

40 1945 sett. 12

41 19�5 sett. 12

42 1945 sett. 17

43 1945 sett. 27

226

Mittente

Re

Mc Cain

Re

Mc Cain

Mc Cain

Re

Re

Arpesani

Upjohn

Re

Carter

P arri

Feraudo

Upjohn

Upjohn

Indici

Destinatario

Poletti

Paletti

Presidenza del Consiglio dei ministri

P o letti

Poletti

Presidenza del Consiglio dei ministri

Ministero dell'Interno

Tutti i ministeri

P arri

Presidenza del Consiglo dei ministri

P arri

Upjohn

Tutti i ministeri e dica­steri centrali

P arri

P arri

Oggetto

Archivio della segreteria di Mus­solini.

Archivi del ministero dell'inter­no.

Situazione archivi trasferiti al nord.

Sistemazione archivi dei mini­steri.

Documenti italiani sequestrati.

Archivi della presidenza e dei dicasteri ed uffici dipendenti.

Recupero archivi.

Invio verbale di riunione sul re­cupero degli archivi.

Trasferimento archivi e perso­nale dal nord.

Archivio della segreteria di Mus­solini.

Accesso degli alleati agli archivi dei ministeri.

Trasferimento archivi a Roma

Trasmissione del verbale della riunione sul recupero degli ar-chivi. Trasporto dei documenti a Ro-ma. Modalità per il ritorno degli ar­chivi dei ministeri a Roma.

Commissione interministeriale per il tra- Verbale di riunione. sporto dei documenti a Roma.

Id. id.

Id. id.

Alfano

Annoni di Gussola

Arpesani

Id.

Re

Bertolini

Presidenza del Consiglio dei ministri

Commissione alleata

Tutti i ministeri

Presidenza del Consiglio dei ministri

Id. id.

Id. id.

Id. id.

Situazione degli archivi delle am· ministrazioni centrali al nord.

Programma trasporto e spedi­zione archivi.

Accesso di ufficiali alleati agli archivi dei ministeri.

Id. id.

Archivi dei ministeri: ritorno dal nord.

Trasferimento a Roma della mo­stra della rivoluzione fascista e dell'archivio della presidenza del consiglio.

N. Data Mittente

44 1945 ottobre 8 Re

45 1945 ottobre 21 Amendola

46 1946 aprile 1 Sto ne

47 1946 aprile 9 Hagemann

Indice dei documenti

Destinatario

Id. id.

Tutti i ministeri

De Gasperi

Oggetto

Recupero materiale archivistico.

Archivi: ricezione, sistemazione e destinazione definitiva.

Trasmissione di copia del << Rap­porto finale >>.

Resoconto sulla organizzazione ed attività degli uffici militari te­deschi incaricati della protezio­ne del patrimonio storico ed ar­tistico in Italia durante la guer­ra.

227

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Nei casr m cui non è stato individuato il nome di battesimo, al cognome si è fatta seguire -Jaddove possibile - la qualifica del momento o altra indicazione. I numeri in corsivo si riferiscono alle note.

Acton, Giovanni, 212 Albertario, Paolo, 73 Alexander, Harold R., 191 Alfano, Francesco, 24, 73, 94, 107 Amalarico di Ascalona, 213 Ambu, Giuseppe, 109 Amedeo VI, conte di Savoia, detto il conte

Verde, 213 Arnendola, Giorgio, 85, 88, 89, 89, 174 Andreotti, Antonio, 109 Annoni, Pier Maria, conte di Gussola, 60,

61, 73, 85, 90, 92, 94, 96-98, 106, 112-114, 116, 117, 123, 173

Antognoli, Adolfo, 214 Arpesani, Giustino, 122

Badioli, archivio, 220 Badoglio, Pietro, 7, 12, 43, 70, 114 Ballarino, Tito, 12 Barbera, Antonino, 73 Baroncelli, Ugo, 113 Barracu, Francesco, 13, 109-110, 114 Basile, Giuseppe, 193 Bateman, E.C., 60, 61 Battelli, Giulio, 133, 148-150, 148, 150, 152,

177, 208, 221 Becca, Aurelio, 73 Befani, Mario, 114, 116 Bel!, H.E., 19, 24, 62, 90, 93-94, 96, 98, 105-106,

108, 112, 144, 144, 153, 158, 160-161, 162-164, 181, 185, 188-192, 210, 216, 218-221

Belli Contarini, Edoardo, 85 Bendiscioli, Mario, 14, 73 Bentivoglio, archivio, 210 Berger, Johann, 137 Bernabò, Siro, 49, 51 Bernasconi, delegato governativo per il

ministero delle corporazioni, 73 Bertolini, Ottorino, 55, 73, 92, 96 Blaul, tenente dell'esercito tedesco, 137 Bock, Friedrich, 136, 152-153, 184-185 Bogiano, Pietro, 214

Bonaini, Francesco, 205 Bonomi, Ivanoe, 4, 21-22, 22, 27, 27, 122, 125 Brooke, T.H., 43, 46, 49, 50, 55-56, 153, 157,

160-161, 188 Bruno, Aldo, 73, 95 Bruhns, Leo, 136 Buraggi, Giovanni C., 218, 218 Buvoli, Alberto, 14

Cadorna, Raffaele, 115 Calandri, Michele, 14 Calibano, pseud. di Tommaso Chiaretti,

121 Camera, Andrea, 85 Camera, Matteo, 210 Cannistraro, Philip V., 7 Capograssi, Antonio, 193 Carlo I, duca di Savoia, 213 Carocci, Giampiero, 12 Carr, M., 174 Carroll, Walter B., 176-177, 197 Carter, Bohnam, 83 Carucci, Paola, 5 Casali, Luciano, 14 Casati, Alessandro, 7 Castriota, Giorgio, detto Scanderbech, 214 Castriota, famiglia, 214 Catenacci, Corrado, 85 Cavalletti, Francesco, 56 Chiaretti, Tommaso, v. Calibano Christenberry, C.W., 191 Cianetti, Tullio, 7 Ciano, Costanzo, 121 Ciforelli, Bart. L., 67, 67, 82, 108, 113 Cittadini Cesi, Gian Gaspare, 56 Coles, Harry L., 20, 158-160 Contieri Santamaria, Antonietta, 193 Coodman, AMG di Salò, 1 12 Coronelli, Vincenzo, 214 Costanza, principessa d'Antiochia, 213 Craig, Edward Gordon, 154

229

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D'Ambrosio, Antonio, 73 D'Annunzio, Gabriele, 108, 113 Datini, Francesco, 210 Deakin, Frederik W., 19, 26 De Bono, Emilio, 7 De Felice, Renzo, 12 De Gasperi, Alcide, 27, 127, 143 Degenhart, ufficiale tedesco, 136 Deichmann, Friedrich, 132 Delisi, Luigi, 110, 115 Della Croce, Agatangelo, 220 De Martino, Amedeo, 73 Diaconale, Paolo, 85 Di Giovanni, Filippo, 56 Di Stefano, Angelo, 85 Donati, Manlio, 76, 79-80 Dordoni, Libero, 106-107, 109, 111 , 113-117 Drei, Giovanni, 219, 219 Duromsky, ufficiale tedesco, 184

Ellis, capitano addetto alla AC, 157, 160-161, 188

Ellwood, David W., 12, 14, 19 Enthoven, R. E., 161 Evers, maggiore, capo del Kunstschutz,

132, 135-136, 150, 151-152

Falonni, Giovanni, 109 Faner, trascrizione errata di Passeri (v.) Farinacci, Roberto, 7 Fava, Maurizio, 15 Fecia, Carlo, conte di Cossato, 56, 73, 85 Federico II, imperatore, 210 Fenoaltea, Sergio, 49, 51 Feraudo, Camillo, 85 Ferdinando I di Borbone, re delle due

Sicilie (già IV come re di Napoli e III come re di Sicilia), 211

Ferlesch, Giuseppe, 85 Ferrante I d'Aragona, re di Napoli, 214 Ferrari, Luigi, 122 Fiacchetti, delegato governativo per il mi-

nistero delle comunicazioni, 73 Filangieri, Gaetano, 215 Filangieri, Riccardo, 168, 188, 192, 210 Flores, Ferdinando, 37, 42, 46, 49, 50 Franceschelli, Mario, 101 Frau, Virgilio, 108, 114, 117 Fresacher, Walter, 156, 186-188

Gaiani, Angelo, 114 Gallerano, Nicola, 8 Gallo, marchese di, vedi Mastrilli Marzio Garibaldi, Giuseppe, 210

230

Indici

Gartler, cancelliere, 186 Gattuccio, Salvatore, 73 Gencarelli, Elvira, 3, 12 Gentile, Egildo, 168, 175, 188, 216 Gigante, Luigi, 85 Giovana, Mario, 14 Giovanni da Carignano, 214 Giovenco, Giuseppe, 178 Goering, Hermann, 150-151 Grainz, Giorgio, 73, 112 Grandi, Dino, 7, 12 Grassi, Francesco, 85 Graziani, Rodolfo, 7, 114 Guariglia, Raffaele, 18

Hafner, maggiore tedesco, reparto di sa­nità, 165

Hagemann, Wolfgang, 20, 20, 131, 137, 139, 151, 153

Halm, ufficiale interprete tedesco, 134 Hamilton, sir William, 211 Hanfstaengl, funzionaria della divisione te­

desca per la protezione dei monumenti, 156

Hartley, colonnello della sezione affari ci-vili dell'esercito alleato, 172

Heydenreich, Ludwig, 132, 136 Hitler, Adolf, 70, 120, 133 Hofer, Franz, 155 Hoffmann, t. colonnello del quartier gene-

rale delle forze armate alleate, 172 Huber, H., 156 Hubert, Heribert, 187 Huter, Franz, 151, 155-156

Jannantuoni, Giuseppe, 220 Jenkinson, Hilary, 19, 144, 144, 157-158, 158,

160, 181, 185, 188, 188-192, 199, 210, 216, 218, 220-221

Kastner, Wilhem, 134 Keller, Deane, 161 Kellermann, capitano tedesco, 194 Kesserling, Albert, 129-131, 133, 135, 137,

184-185 Knesebeck, von, colonnello tedesco, 137 Kramer, Herbert, 155

Labruna Antonio, 107, 109-110, 117 Lang, Gottfried, 132, 136, 138, 151-154, 183 Langsdorff, capo del Kunstschutz, 135, 152-

153, 183-185 Lanzo, commissario conservatore del mi­

nistero Africa italiana, 73 Lazzarini, Luigi, 73

Indice dei nomi di persona

Leffe!, direttore generale degli archivi te-deschi, 153

Lehmann-Brockaus, Otto, 136-138, 153 Lellis, de, Carlo, 210 Loddo Canepa, Francesco, 162 Lombardi, Riccardo, 94 Lo Monaco, Vittorio, 73

Manfra, Giovanni, 49, 51 Manganelli, Guido, 57-58, 114-116, 162, 215 Marchesi, Luigi, 211 Marchetti, Germano, 85 Maria Carolina, d'Asburgo-Lorena, regina

di Napoli, 210 Mascelli, Fulvio, 164 Mauro, Salvatore, 109 Mayer, Teodor, 136, 152-153, 184-185 Mastrilli, Marzio, marchese di Gallo, 210 Maxse, F.H.J., 161 Mc Cain, William, 19, 24, 24, 57-58, 59, 62, 62,

68-70, 71, 72, 72, 90, 93, 106, 112-113, 161 Mc Gaw Smyth, Howard, 26 Meo, Michele, 110-112, 114-117 Mercati, Giovanni B., 149, 176, 199 Miller, J. E., 19 Millozza, Giuseppe, C., 54, 197 Modica, Marco, 57 Mohammed, Alì, 213 Montefredine, Giovanni, 85 Montenovi, Benvenuto, 109 Morandi, Rodolfo, 28 Morelli, Renato, 37 Morosini, archivio, 214 Murat, Gioacchino, 210 Mussolini, Benito, 4, 7, 7, 12, 18, 22, 25-26,

37, 44, 57, 60, 69, 69, 71, 82, 105, 108, 113-114, 116, 120, 165, 171, 174, 204

Natoli, Ugo, 100 Nelson, Horatio, 211 Newton, Henry C., 161 Nicastro, Armando, 51 Niccolai, Fabio, 220 Novelli, Gaetano, 111, 113

Olives, Bartolomeo, 210 Opitz, Gottfried, 136, 152-153 Osti, Mario, 73

Panella, Antonio, 152 Pantanelli, Guido, 57 Parri, Ferruccio, 27, 27, 84, 86 Pascoli, vicecommissario al ministero della

cultura popolare, 73 Pascucci, Giovanni B ., 219

Passerelli, incaricato dei servizi riservati dall'AMG, 110

Passeri, Vincenzo, 221 Paternò Asmundo, Giovanni B ., 216 Pavesi, Dionigi, 73 Pavone, Claudio, 3, 12, 14, 23, 26, 28 Pedio, Tommaso, 220, 220 Pepe, Guglielmo, 213 Peretti Griva, Riccardo, 85

- Perroni, Felice S., 219 Pesenti, Antonio, 73 Petrilli, vice capo gabinetto presidenza del

consiglio, 71, 76-77, 79-80 Piaggia, Carlo, 214 Pignataro, Nilo, 73, 95 Pinsent, C. R., 113-114 Pio XII, 200 Pirisi, Giovanni, 73 Piscitelli, Enzo, 15 Pisoni, Annibale, 101 Pittaluga, Arturo, 73 Pliez, Mario, 73 Poggio, Giacinto, 85 Poletti, Charles, 62, 71, 71, 73 Posner, Ernesto, 159 Pottino, Filippo, 176 Prestipino, Pietro, 97 Pricolo, Francesco, 11

Quadrini, Gustavo, 73, 85

Rahn, Rudolph, 184 Ravà, Francesco, 3, 14 Ravidà, Vincenzo, 113 Re, Emilio, 4, 17, 19, 20, 20, 24, 24, 24-2�, 37,

40, 42, 43, 44-45, 48, 52, 56, 57, 59, 61, 63, 64, 65, 67, 69, 71-73, 75, 77, 80, 82, 84, 88, 90, 92-98, 105-106, 108, 112-114, 122-123, 125, 125, 127, 133, 143, 145, 149, 150, 168-169, 174, 176

Reale, Vito, 21 Reidemeister, funzionario della ammini-

strazione militare tedesca, 135 Ricci, Umberto, 43 Rinaldo di Chatillon, 213 Risano, Giuseppe, 85 Roccatelli, Enrico, 115 Rommel, Erwin, 129-130 Ronchi, Vittorio, 73 Roosevelt, Franklin D., 42 Rossi, Ettore, detto Pino, 115 Rossi, funzionario della presidenza del

consiglio, 109-110, 115 Rumi, Giorgio, 12

231

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Saccetta, Dino, 73, 85

Saletti, Stefano, 109 Salvatucci, Fabio, 85 Sandri, Leopoldo, 24, 174 Sartini, Ferdinando, 153 Scacco, delegato governativo per il Con-

siglio di Stato, 73 Scanderbech, v. Castriota Scheibert, Peter, 133, 135, 151-152

Scheide, Friedrich, 156 Schmidt, esperto fotografo del Kunst-

schutz, 136

Schweinitz, von, Georg, 137

Scorza, Carlo, 35 Sereni, Emilio, 24, 60, 61, 73, 73 Sforza, Carlo, 7 Shipman, Fred W., 157-158, 160, 199 Sirombo, Casimiro, 73, 85

Sokoll, Josef, 154

Sommerfjield, capitano dell'esercito tede-sco, 194

Sorchiapone, Francesco, 95

Sorrentino, presidenza del consiglio, 42 Spini, Giorgio, 3 Spinola, Emanuele, 112

Stampini, Luigi, 45, 108

Stone, Ellery W., 22, 27, 27, 143, 145

Sulis, Edgardo, 13 Susmel, Duilio, 7 Susmel, Edoardo, 7

Tagliabue, Ettore, 114-115

Tamaro, Attilio, 18, 26

232

Indici

Tarducci, Osvaldo, 112

Tieschowitz, Tieschowa, von, Bernhard, 132

Tirrito, Cristoforo, 56 Tocco, Antonio, 73, 85 Tognoli, Luigi, 55, 110-112, 1 16-117 Toscano, Mario, 3, 19, 26 Toussaint, Rudolph, 130, 135

Tremelloni, Roberto, 73

Umberto II, di Savoia, 5

Upjohn, Gerald, 27, 83-84, 86 Urbano II, 213

Vaccari, Mario, 85

Vanzati, Enrico, 115-116 Varino, Alessandro, 81, 89 Vasari, Giorgio, 210

Vicari, Angelo, 56

Vietinghoff, Heinrich von, 135

Volpi, Giuseppe, conte di Misurata, 118

Weigle, Fritz, 138, 154, 184 Weinberg, Albert K., 20, 158-160 Wolff, Karl, 135

Zaniboni, Tito, 44 Zara, Vittorio, 85

Zimmermann, Franz X., 156, 187 Zobel, Kunstschutz, 135

Zolling, Ernst, 130, 137

INDICE DEI NOMI DI LUOGO

numeri in corsivo si riferiscono alle note.

ABRUZZO, 39, 133, 135, 161, 209

- archivi ecclesiastici, 221

ACERENZA, archivio diocesano, 222

AcERNO, archivio diocesano, 222

ACQUAPENDENTE, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 222

ADRIA, archivio diocesano, 222

ADRIATICO, 138

AFRICA, 9, 10, 10, 11, 11 AJA, 145 ALATRI, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 222 ALBA, archivio comunale, 206

ALBANIA, 214 ALBENGA, archivio diocesano, 222 ALESSANDRIA, archivi di uffici statali, 205 - sezione di Archivio di Stato, 162, 204

ALGERIA, 10 ALTO ADIGE, 137 A�.IALFI, archivio diocesano, 222

AMERICA, vedi USA ANAGNI, archivio capitolare, 150 - archivio comunale, 151, 206

- archivio diocesano, 150, 208, 222

ANCONA, archivi diocesani, 162, 208

- archivi notarili, 207

- archivio capitolare, 162, 209

- sezione di Archivio di Stato, 204, 219 ANGHIARI, archivio comunale, 206 ANGLONA-TURSI vedi TURSI-LAGONEGRO

ANZIO, 20, 134

AOSTA, archivio comunale, 206

AP PENNINI, 136, 183

APUANIA vedi MASSA CARRARA AQUINO, archivio capitolare, 209

- archivio diocesano, 208

AREZZO, 210

- archivio comunale, 206

- archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222

- Archivio di Stato, 15, 152

ARNO, 163 ARNONE vedi CANCE LLO ed ARNONE

ASPRA, archivio comunale, 206

ASSISI, 135, 150

- archivio comunale, 206 AsTI, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 222

ATINA, archivio della prepositura, 222

ATRI, archivio diocesano, 222 AVELLINO, archivi di uffici statali, 205

- archivio diocesano, 222

A VERSA, archivio comunale, 206

BAD AUSEE, 154

BAGNACAVALLO, archivio comunale, 206

BALCANI, 9 BARI, archivi di uffici statali, 205 - sezione di Archivio di Stato, 164-165, 204,

220 BARZAGO, 58

BASILICATA, 164 B.�SSANO DEL GRAPPA, 77

BELLAGIO, 77

BELLUNO, 48, 50, 154

BENEVENTO, archivi notarili, 207

- archivio diocesano, 162, 222 BERGAMO, 48, 50, 79, 99, 105, 135, 153

- archivi notarili, 207

- archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222

BERLINO, 154, 156, 181, 183

BERTINORO, archivio diocesano, 208, 222 BIELLA, archivio diocesano, 222

BoBBIO, archivio diocesano, 222 BoGLIACO, 68, 99, 105, 107-111, 114-115 BOLOGNA, 135, 137-138, 161, 164, 169 - archivio del CLN, 16 - archivio del tribunale, 165 - archivio diocesano, 222

- Archivio di Stato, 15, 153, 163, 203, 218 - soprintendenza archivistica, 147 BoLZANO, 154-155, 155 - archivio comunale, 155

- Archivio di Stato, 155, 169, 203

BoRGO SAN SEPOLCRO, archivio diocesano, 222

233

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BoRMIO, archivio comunale, 206

BORROMEE, isole, 137 BovA, archivio diocesano, 222

BovEs, archivi notarili, 164 - archivio comunale, 164

BRA, archivio comunale, 206

BRAIA, 164

BRESCIA, 19, 48, 50, 57, 60, 61, 72, 74, 97, 99,

102, 107-116, 133

- archivio comunale, 58, 206 - archivio del CLN, 16

- archivio diocesano, 222

- Archivio di Stato, 15, 16, 153

BRESSANONE, archivio comunale, 155

BRINDISI, archivio diocesano, 222

BRUNICO, 155

BULGARIA, 213

BUTRINTO, 214

CADENABBIA, 77

CAGLIARI, 38 - archivio comunale, 206

- archivio del CLN, 16

archivio diocesano, 208

Archivio di Stato, 16, 16, 162, 162, 203,

214

CAIAzzo, archivio diocesano, 222

CALABRIA, 160 - archivi ecclesiastici, 221

CALCI, 168

CALTAGIRONE, archivio diocesano, 208

CALVI, archivio diocesano, 222

C�MERINO, archivio diocesano, 222

CAMPANIA, 39, 150, 160, 176

- archivi ecclesiastici, 221

CAMPO TURES, castello, 155

CANCELLO vedi CANCE L LO ed ARNONE

CANCELLO ed ARNONE, 194 CANDIA, 214

CAPACCIO-VAL LO vedi VALLO DI LUCANIA CAPIZZI, archivio comunale, 165

CAPODISTRIA, archivio diocesano, 222

CAPUA, arclùvio capitolare, 209

- archivio diocesano, 208

CARINZIA, 156, 186-188

CASALE MONFERRATO, archivio comunale, 206

- archviio diocesano, 222

CASERTA, 7, 67, 68, 82, 105

- archivio diocesano, 222

CASSmO vedi anche MONTECASSINO - archivi notarili, 207

- archivio comunale, 206

C..\STEL DI GROTTI vedi GROTTI e CASTEL VER­DELLI

234

Indici

CASTEL DI SANGRO, 205

CASTELLAMJv!:ARE DI STABIA, archivio diocesa-no, 222

CASTE L LANETA, archivio diocesano, 222

CASTEL VERDEL LI, 164 CATANIA, archivio comunale, 206

- sezione di Archivio di Stato, 162, 204

CATAKZARO, archivio capitolare, 209

- archivio diocesano, 208

CAVA DEI TIRRENI, archivio diocesano, 208

- archivio monastico, 209

CERTALDO, archivio comunale, 206

CERVIA, archivio diocesano, 222

CESEX�, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222

CHERASCo, archivio comunale, 206

CHIAVARI, archivio diocesano, 222

CHIETI, sezione di Archivio di Stato, 204, 220

CHiuSI, archivio capitolare, 209

- archivio diocesano, 208

CIPRO, 213

CITTÀ DI CASTEL LO, archivio diocesano, 222

CIVIDALE DEL FRIULI, archivio comunale, 206

CIVITA, 213

CIVITA ALBANESE vedi CIVITA CIVITAVECCHIA, archivio capitolare, 209

- archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 208

CoL LE VAL D'ELSA, archivio diocesano, 222

CoMACCHIO, archivio diocesano, 208 COiVIO, 48, 50, 69

- archivio comunale, 206

CONEGLIANO, archivio comunale, 206

CONGO, 213

CONVERSANO, archivio diocesano, 222

CoRATO, archivi di uffici statali, 205

CORIANO, 165

CORIANO IN ROMAGNA vedi CORIANO CORSICA, 213

CoRTONA, archivio diocesano, 222

CREMONA, 43, 48, 50, 57, 68, 99-101, 1 13

- archivi, 58

CROTONE, archivio diocesano, 222

CUNEO, archivio comunale, 206

DIANO-TEGGIANO, archivio diocesano, 222

DURHAM, 158

EGITTO, 213

EMILIA, 48, 153, 161, 163, 164, 175

- archivi comunali, 206

- archivi ecclesiastici, 221

- archivi parrocchiali. 209

Indice dei nomi di luogo

ENNA, archivio comunale, 206

ERBEZZO, 153

ERBUSCO, 57 EUROPA, 185, 193

FABRIANO, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 222

FAENZA, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 162, 208

FANO, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 162, 208

FERENTINO, archivio comunale, 206

FERMO, archivio comunale, 206

FERRARA, 210

- archivi di uffici statali, 205

- archivi notarili, 207

- archivio della legazione pontificia, 163,

163 - archivio del tribunale, 165

- archivio diocesano, 222

FIDENZA, archivio diocesano, 208

FIESOLE, archivio diocesano, 222

FIRENZE, 67-68, 102, 133, 135, 147, 152-153, 166,

169, 183, 185

- archivi notarili, 207 - Archivio di Stato, 153, 163, 203, 214, 219

FIUME, archivi notarili, 207

- archivio diocesano, 222

FoGGIA, archivio diocesano, 222

- sezione di Archivio di Stato, 162, 162, 163, 204, 220

FoLIGNO, archivio capitolare, 209

- archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 162, 208

FORLÌ, archivi di uffici statali, 205

FossoMBRONE, archivio diocesano, 222

FRANCIA, 10, 10, 132

FRASCATI, archivio capitolare, 209

- archivio diocesano, 150

FROSINONE, archivi notarili, 207

GAETA, archivio capitolare, 150

- archivio diocesano, 222

GAGLIANO, 166

GAIONE, 167

GALLIPOLI, archivio diocesano, 222

GAMBETTOLA, archivio comunale, 166

GARDA, 19, 58, 60, 68-70, 82

GARDONE, 57 GARGNANO, 7, 60, 67-69, 68, 82, 105, 107-110, 1 14,

116-117

GARIGLIANO, 151

GENOVA, 115

- archivio comunale, 206

16*

- archivio della capitaneria di porto, 205 - archivio della prefettura, 16 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 15, 40, 153-154, 162, 203,

219

- soprintendenza archivistica, 147

GERMANIA, 11, 48, 50, 70, 77, 101, 129-130,

133-134, 136, 146, 150, 152, 154, 182-183, 193 GORIZIA, 154

- archivio diocesano, 222

- archivio storico morelliano, 156

GRADISCA, archivio diocesano, 222

GROSSETO, archivi notarili, 207

- archivio capitolare, 209

- archivio diocesano, 208

GROTTAFERRATA, archivio del monastero, 209

GROTTI, 164 GuASTALLA, archivio diocesano, 222

GuBBIO, archivio diocesano, 222

IGLESIAS, archivio diocesano, 222

IMOLA, archivio comunale, 206

- archivio diocesano, 222

INGHILTERRA, 63, 146

INNSBRUCK, 155-156

ISEO, 57 ISERNIA, archivio diocesano, 208

ISTONIO, vedi VASTO ITALIA, 12, 14, 15-16, 20, 22, 25-26, 28, 39-42,

44, 46, 48, 50-55, 59-69, 61, 65-67, 74, 81-82,

87-89, 88, 97, 126, 128, 129-130, 132-139, 144,

146, 148, 152-154, 157-161, 168, 175, 181-182,

185-186, 190, 199-200, 203-209

ITRI, 150 IvREA, archivio diocesano, 222

JESI, archivio comunale, 206

JUGOSLAVIA, 10

KLAGENFURT, 156, 188

LACEDONIA, archivio diocesano, 222

LAGONEGRO vedi TURSI-LAGONEGRO LANCIANO, archivio diocesano, 222

L'AQUILA, archivi di uffici statali, 205

- archivio comunale, 206

LARINO, archivio diocesano, 222

LA SPEZIA, archivi notarili, 207

- archivio comunale, 206

- Archivio di Stato, 15, 16

LAZIO, 8, 39, 45, 132-133, 135, 150, 168, 176, 183

- archivi ecclesiastici, 221

LECCE, archivio diocesano, 222

LIBIA, 10

235

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LIGURIA, 135, 153, 175 - archivi ecclesiastici, 221 LISBONA, 19

LIVARDI, 193 LIVORNO, archivi di uffici statali, 205 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 206 - archivio del CLN, 16 - sezione di Archivio di Stato, 162, 168, 204 LoDI, archivi, 58 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 LOMBARDIA, 48, 50, 57-60, 57, 61, 62, 68, 71, 73,

135, 153, 161, 171, 175 - archivi ecclesiastici, 221 LONATO, 57-58 LONDRA, 70 - public record otfice, 24, 65-66 - war office, 66, 67 LUBIANA, 155 LUCANIA, 160 - archivi ecclesiastici, 221 LuccA, archivi notarili, 207 - archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 148, 169, 214 LUSSNITZA, 156

MACERATA, archivio comunale, 206 - archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 16 MADERNO, 57, 99 MALTA, 26 - archivio del sovrano ordine militare,

213 MANTOVA, 138 - archivio comunale, 58 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 57 MARCHE, 45, 135, 150, 161, 168, 175, 183 - archivi ecclesiastici, 221 - Archivi di Stato, 150 MARINEO, 218 MAROCCO, 10 MARSICO Nuovo, archivio diocesano, 222 MARTINENGO, archivio comunale, 206 MASCHITO, archivio comunale, 165 MASSA, archivi notarili, 207 MASSA CARRARA, archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 203 MATELICA, archivio comunale, 206 MATERA, sezione di Archivio di Stato, 220 MAZARA DEL VALLO, archivio diocesano, 222

236

Indici

MEDITERRANEO, 9

MERANO, archivio comunale, 155 MERATE, 57 MESSINA, archivi di uffici statali, 205 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 41 - archivio del CLN, 16 - archivio del consolato del mare, capi-

toli, 213 - archivio diocesano, 222 - sezione di Archivio di Stato, 162-163,

203-204, 220 MILANO, 7, 24, 28, 59-61, 61, 64-65, 67, 67,

69, 71, 73-74, 87-88, 88, 89-90, 89-90, 92-93, 95, 97-99, 102, 106, 108, 110-115, 117, 154, 171, 173

- AMG, Divisione MFAA, 72 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 58, 206 - archivio del PFR, 13 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 40, 47, 57, 116, 153,

162-163 e 162, 196, 203, 215 - Kunstschutz, 135-136 - soprintendenza archivistica, 147 MILETO, archivio diocesano, 222 MoDENA, 138 - archivio comunale, 206 - archivio del CLN, 16 - Archivio di Stato, 15, 16, 153, 163, 169,

203, 219 MoLISE, 209 - archivi ecclesiastici, 221 MOMPIANO, 57 MoNDOVÌ, archivio comunale, 206 MoNOPOLI, archivio diocesano, 222 MoNREALE, archivio capitolare, 209 MoNTALCINO, archivio diocesano, 222 MONTALDO TORINESE, 168 MoNTALTO, archivio diocesano, 222 MoNTANARA, 57 MoNTECASSINO vedi anche CASSINO

- Abbazia, 131-132, 150-151 - archivio diocesano, 222 - archivio monastico, 39, 209 MoNTECATINI, archivio comunale, 206 MoNTEFIASCONE, archivio capitolare, 150 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 150 MoNTEPULCIANO, archivio diocesano, 222 MoNTESCUDO, archivio comunale, 166 MoNTEVERGINE, Abbazia, archivio monastico,

209 MONTICELLO BRIANZA, 57

Indice dei nomi di luogo

MONZA, 69, 78, 109, 114, 116, 154

NAPOLI, 38, 168, 192, 194-196, 210, 211, 215, 220 - archivi notarili, 207 - archivio capitolare, 209 - archivio diocesano, 208 - Archivio di Stato, 39-40, 47, 163, 192-193,

203, 210-213 - soprintendenza archivistica, 147 NETTUNO, 134 NICASTRO, archivio diocesano, 222 NICOTERA, archivio diocesano, 222 NIGOLINE, 58 NoCERA DE' PAGANI, diocesi, archivio, 222 NoLA, 39, 194 NoLI, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 NONANTOLA, 163 NovARA, archivio comunale, 206 Novi LIGURE, archivio comunale, 206 NuoRO, Archivio di Stato, 16 Nusco, archivio diocesano, 222

OGLIASTRA, archivio diocesano, 222 ORIA, archivio diocesano, 222 ORISTANO, archivio diocesano, 222 ORTONA, archivio diocesano, 208 ORVIETO, 135, 203 OsiMO, archivio comunale, 206 OsTIGLIA, 84, 86-87, 88, 92 OsTUNI, archivio diocesano, 222 OTRANTO, archivio diocesano, 222 OXFORD, 26

PADOVA, 48, 50, 99, 132, 136-138 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 206 - archivio del CLN, 16 - archivio del seminario, 214 PALERMO, 38, 47, 176, 195, 218 - archivi notarili, 166 - archivio capitolare, 209 - archivio comunale, 206 - archivio della corte d'appello, 216 - archivio del tribunale civile, 217 - archivio diocesano, 208, 222 - Archivio di Stato, 40, 162, 162, 169, 175,

203, 213, 216 PALESTINA, 10 PALESTRINA, archivio capitolare, 162, 209 PALIDANO, 57 PALLANZA, 99 PARENZO, archivio diocesano, 222 PARMA, 43, 48, 50 - archivi di uffici statali, 205

- Archivio di Stato, 40, 153, 162-163, 167, 169, 203, 219

PATTI, archivio diocesano, 222 PAVIA, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 16 PENNE, archivio diocesano, 222 PERSIA, 213 PERUGIA, 135 - archivio del CLN, 16 PESARO, archivio diocesano, 222 PESCARA, archivi di uffici statali, 205 PESCIA, archivio diocesano, 222 PIACENZA, archivio comunale, 206 PIANA DEGLI ALBANESI, archivio diocesano,

222 PIEMONTE, 135, 153, 161, 162 - archivi ecclesiastici, 221 PIENZA, archivio capitolare, 209 PISA, archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 152, 203, 213 PISTOIA, archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222 - sezione di Archivio di Stato, 162-163,

204, 220 PITIGLIANO, vedi SAVONA PITIGLIANO

PoGGIO MIRTETO, archivio diocesano, 222 POLA, 154 - archivio comunale, 206 - archivio dei tribunali della marina di

guerra austro-ungarica, 156 - archivio diocesano, 222 PONTECORVO, archivio capitolare, 209 - archivio diocesano, 208 PoNTREMOLI, archivio diocesano, 222 POTENZA, 220 - archivio diocesano, 222 - sezione di Archivio di Stato, 162-166, 204,

220 PRATO, 210 - archivio diocesano, 222 PUGLIA, 160 - archivi ecclesiastici, 221

QUARNARO, 155

RAVENNA, 133 RECANATI, archivio capitolare, 209 - archivio comunale, 206 RECOARO, 137 REGGIO CALABRIA, archivio diocesano, 222 REGGIO EMILIA, archivio del CLN, 16 - Archivio di Stato, 15, 16

237

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RIETI, archivio comunale, 206 RIMINI, archivio capitolare, 209 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 208 RIO FERRARESE, 163 RIVOLI, 154 ROCCA DELLE CAMINATE, 165 RoccA PRIORA, archivio comunale, 206 RoMA, 8, 11, 13, 15, 18, 21, 24, 28, 33,

39-40, 44-45, 47, 49-50, 57-60, 61, 62-65, 65-66, 67, 67, 68-69, 73-80, 82-83, 83, 84-87, 88, 90-93, 93, 94-97, 97, 98-103, 105-107, 111-113, 1 15-116, 118, 122, 123, 126, 128, 130, 133-136, 143, 150, 153, 160-161, 168-169, 171-172, 174-176, 181, 183, 185, 196, 203-205

- archivi dei dicasteri centrali, 41, 46, 170 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 206 - archivio del CLN, 15 - archivio del ministero dell'aeronauti-

ca, 165 - archivio del monastero di S. Paolo

fuori le Mura, 209 - archivio del regno, 202 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 151, - istituto archeologico germanico, 132 - istituto storico germanico, 131, 138, 152,

182-184, 193 - soprintendenza archivistica, 43 ROMAGNA, 206-207 ROVAGNATE, 57-58 ROVIGO, archivio del CLN, 16 - Archivio di Stato, 15, 16 RUSSIA, 10

SABINA, archivio diocesano, 222 SALERNO, 4, 21, 42, 43, 175 - archivi di uffici statali, 205 - archivi notarili, 207 - archivio diocesano, 208, 222 SALÒ, 4, 9, 12-13, 15, 18-19, 33, 57, 67, 67,

82, 99, 105, 108, 112-114, 116-117 - archivio comunale, 206 SAN DaNNINO, 163 SAN GERMANO, trattato, 154 SAN GIOVANNI IN MARIGNANO, archivi nota-

rili, 166 SAN MINIATO, archivio comunale, 206 SAN PAOLO BEL SITO, 163, 192-193, 210 SAN SEPOLCRO, archivio comunale, 206 SAN SEVERINO MARCHE, archivio comunale,

206 - archivio diocesano, 222

238

Indici

SANTA SEVERINA, archivio diocesano, 222 SANT'ERASMO, castello, 155 SAPRI, archivi di uffici statali, 205 SARDEGNA, 213 - archivi ecclesiastici, 221 SARKO, 194 SARSINA, archivi notarili, 164 - archivio comunale, 164 - archivio diocesano, 162, 208, 222 SARZANA, archivio comunale, 164, 206 SASSARI, archivio comunale, 206 SAVONA, archivio diocesano, 222 SCENA, castello, 155 SEZZE, archivio comunale, 206 SERBI.�, 213 SESSA AURUi'ICA, archivio diocesano, 222 SICILIA, 17, 20, 129, 157, 160, 168, 175-176,

188, 203 - archivi ecclesiastici, 221 - archivio della Giunta, 212 SIENA, 135 - archivi notarili, 207 - archivio del CLN, 16 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 152, 163-164, 164, 169,

203, 219 SIRACUSA, sezione di Archivio di Stato, 166 SIRIA, 10 SoNDRIO, archivio comunale, 206 - Archivio di Stato, 15 SORIANO NEL CIMINO, archivio comunale, 206 SOVANA-PITIGLIANO, archivio diocesano, 222 SPOLETO, 150 - archivio diocesano, 222 STATI UNITI, vedi USA SuBIACO, archivio diocesano, 222 - archivio monastico, 209 SUEZ, 213 SULMONA, archivi di uffici statali, 205 SusA, archivio comunale, 206 SuTRI, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 208

TARANTO, archivio diocesano, 222 TARQUINIA, archivio capitolare, 150 TARVISIO, 156 TEGGIANO vedi Diano-Teggiano TERAMO, archivio del CLN, 16 - Archivio di Stato, 16 TERMOLI, archivio diocesano, 222 TERNI, archivi notarili, 207 TERRACINA, archivio capitolare, 209 - archivio diocesano, 208 TERRANOVA, archivio comunale, 206

Indice dei nomi di luogo

TIRANA, museo, volumi, 214 TIRANO, archivio comunale, 206 TIROLO, 151 TIVOLI, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 ToDI, archivio diocesano, 222 ToLENTINO, archivio diocesano, 222 ToLVE, archivio della pretura, 220 TORIKO, 111 - archivi notarili, 207 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 154, 208 - Archivio di Stato, 15, 40, 148, 153, 162-163,

162, 168, 203, 213, 218, 218 - soprintendenza archivistica, 147 TORRIGLIA, 154 ToRTONA, archivio comunale, 206 TOSCANA, 132, 136, 150, 153, 153, 175, 183, 206,

209 - archivi ecclesiastici, 221 TRAPANI, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 - sezione di Archivio di Stato, 162-163,

203-204, 221 TRENTO, 151, 154, 155 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 15, 155, 169, 203 - concilio, 209 TREPONTI, 57, 60, 61, 99 TREVISO, 48, 50, 99 - archivi di uffici statali, 205 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222 TRICARICO, archivio diocesano, 222 TRIESTE, 154, 156, 187 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 15, 169, 203, 219 TUNISI, 213 TUNISIA, 10 TURSI, archivio della pretura, 220 TURSI - LAGONEGRO, già ANGLONA - TURSI - archivio diocesano, 222 TuscANIA, archivio comunale, 151, 206 - archivio diocesano, 222

UCRIA, archivio comunale, 165 UDINE, 154 - archivi notarili, 156, 207 - Archivio di Stato, 15 UMBRIA, 45, 135, 150 e 150, 168, 175, 183 - archivi ecclesiastici, 221 URBANIA, archivio capitolare, 209 URBINO, 135 - archivio comunale, 206

USA, 63, 157

VALDAGNO, 57, 61-62 e 61, 72-73, 95, 99-100, 113 VALLO DI LUCANIA, archivio diocesano, 222 VALONA, 214 VARESE, 48, 50 - archivio del CLN, 16 VASTO, archivio diocesano, 222 VATICANO, 4, 12, 133, 146, 148-151, 160, 176,

199, 202, 209 - archivio, 208 VEDANO AL LAMBRO, 114-116 VELLETRI, archivio capitolare, 150, 209 - archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 150, 208 VENAFRO, archivio capitolare, 209 - archivio diocesano, 208 VENETO, 48, 50, 59, 161, 171, 175 - archivi ecclesiastici, 221 VENEZIA, 48, 50, 57, 61-62, 61, 64, 65, 72-74,

77-78, 99, 102, 137-138, 153-154, 203 - archivi notarili, 207 - Archivio di Stato, 215 -- museo Correr, manoscritto, 214 - soprintendenza archivistica, 147 VENEZIA GIULIA, 5 - archivi ecclesiastici, 221 VENEZIA TRIDENTINA, archivi ecclesiastici,

221 VERCELLI, archivio diocesano, 222 VEROLI, archivio capitolare, 150 - archivio diocesano, 222 VERONA, 19, 48, 50, 78, 84, 87, 88, 92, 99, 120,

135-138, 152-154, 181 - archivio capitolare, 162, 209 - archivio del CLN, 19 - archivio diocesano, 222 - sezione di Archivio di Stato, 162, 204 VICENZA, 19, 48, 50, 62, 137 - archivio del CLN, 16 VIENNA, 154, 156 - haus-hof-und staatsarchiv, 155 - istituto militare degli invalidi, docu-

menti, 219 VIGEVANO, archivio comunale, 206 VIGONE, archivio comunale, 206 VILLACH vedi VILLACO VILLACO, 156, 186 VILLA MINOZZO, archivi notarili, 164 - archivio comunale, 164 VIMERCATE, 115 Vrsso, archivio comunale, 206 VITERBO, archivio comunale, 151, 206

239

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VoLTERRA, archivio comunale, 206 - archivio diocesano, 222

WASHINGTON, 70, 188-189 - national archives, 24, 26, 65, 66 - war department, 66, 67

240

Indici

ZARA, 214

- archivi ecclesiastici, 221 - archivi notarili, 207 - archivio diocesano, 222 - Archivio di Stato, 169, 203

A cura dell'ufficio centrale per i beni archivistici, divisione documentazione archivistica, sono edite le collane << Pubblicazioni degli Archivi di Stato >>, << Fonti e sussidi >>, << Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato >> e la rivista quadri­mestrale << Rassegna degli Archivi di Stato >>.

PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

l. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo del Principato. Inventario sommario, Roma 1 95 1 , (ristampa xerografica 1 966),

pp. xxxm-290, L. 5.000.

II. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Principa­to. Inventario, I, Roma 1 95 1 , (ristampa xerografica 1966),

pp. XXIX-41 3, L. 5.000.

III. ARcHIVIO DI STATO DI PALERMO, R. Cancelleria di Sicilia. Inven­tario sommario (secc. XIII-XIX), Roma 1 950, pp. LXXXIV-76,

tavv. 2, L. 800.

IV. ARcHIVIO DI STATO DI TRENTO, Archivio del Principato vescovi/e. Inventario, Roma 1 95 1 , pp. xxxrr-243, (esaurito).

V. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'archivio di stato, I, Roma 1951, pp. xxm-308, tavv. 5, (esaurito).

VI. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'archivio di stato, II, Roma 1951, pp. 296, tavv. 3, (esaurito).

VII. ARcHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Regesto della Cancelleria Ara­gonese di Napoli, a cura di JoLE MAZZOLENI, Napoli 1 951, pp. xxrr-

343, (esaurito).

VIII. ARcHIVIo DI STATO DI MASSA, Inventario sommario dell'archivio di stato, Roma 1 952, pp. xrr- 1 3 1 , (esaurito).

IX ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio del Consiglio generale del comune di Siena. Inventario, Roma 1 952, pp. xxrv-1 56, (esaurito).

X. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio del Concistoro del comune di Siena. Inventario, Roma 1 952, pp. xxvrrr-526, tav. 1 , (esaurito).

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XI. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivi privati. Inventario sommario, I, II edizione, Roma 1 967, pp. L-303, L. 4.000.

XII. ARcHIVIO DI sTATO DI SIENA, Archivio della Biccherna del Comune di Siena. Inventario, Roma 1 953, pp. xxxrr-234, tav. 1 , (esaurito).

XIII. ARcmvm DI STATO DI MODENA, Archivio segreto estense. Sezione << Casa e Stato >>. Inventario, Roma 1 953, pp. LI-3 1 8, tavv. genealo­giche 7, L. 2.500.

XIV. ARcHIVIo DI STATO DI NAPOLI, Archivi privati. Inventario sommario, II, II edizione, Roma 1 967, pp. xr-291 , L. 4.000.

XV. ARcmVIO DI sTATO DI BOLOGNA, Gli uffici economici e finanziari del comune dal XII al XV secolo, I, Procuratori del comune - Difensori dell'Avere - Tesoreria e Contra/latore di tesoreria. Inventario, Roma 1 954, pp. xLvm-202, (esaurito).

XVI. ARCHIVIO DI STATO DI BoLOGNA, Le Insignia degli Anziani del comune dal 1530 al 1796. Catalogo-inventario, Roma 1 954, pp. xxrv-327, tavv. 1 6, (esaurito).

XVII. ARCIDVIO DI STATO DI ToRINo, Serie di Nizza e della Savoia. Inventario, I, Roma 1 954, pp. xvm-578, L. 3 .500.

XVIII. ARcmVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Princi­pato. Inventario, II, Roma 1 955, pp. vm-547, (esaurito).

XIX. ANTONIO PANELLA, Scritti archivistici, Roma 1 955, pp. xxxr-32 1 ,

L. 2.200.

XX. ARCHIVIO DI STATO DI RoMA, L'archivio della S. Congregazione del Buon Governo ( 1592-1847). Inventario, Roma 1956, pp. CLXXVI-

471 , L. 5.000.

XXI. ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA, Archivio storico del comune di Perugia. Inventario, Roma 1 956, pp. XLn-474, tavv. 20, L. 4.000.

XXII. ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA, Cartolari notarili genovesi ( 1-149). Inventario, I, parte I, Roma 1 956, pp. xxm-251 , L. 2.000.

XXIII. ARcmVIo DI STATO DI SIENA, Le sale della mostra e il museo delle tavolette dipinte. Catalogo, Roma 1 956, pp. xvm-1 63, tavv. n. n. 42, L. 4.000.

XXIV. UFFICIO CENTRALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, Vita mercantile ita­liana. Rassegna di documenti degli archivi di stato d'Italia (in oc­casione del III Congresso internazionale degli archivi; Firenze, 25-29 settembre 1956), Roma 1 956, pp. xrx- 1 1 7, tavv. 32, (esaurito).

XXV. ABBAZIA DI Moì-<"IEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MONGELLI 0. S. B., I (secc. X-XII), Roma 1 956, pp. 351 , tavv. 1 1 , L. 4.000.

XXVI. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio di Balìa. Inventario, Roma 1 957, pp. LXXXvm-471 , tav. 9, (esaurito).

XXVII. ABBAZIA DI MoNTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MoNGELLI O. S. B., II (1200-1249) , Roma 1957, pp. 298, tavv. 10, L. 4.000.

XXVIII. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Princi­pato. Inventario, III, Roma 1 957, pp. 558, (esaurito).

XXIX. ABBAZIA DI MONTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MoNGELLI O. S. B., III (1250-1299) , Roma 1 957, pp. 299, tavv. 1 5, L. 4.000.

XXX. SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, L'UMBRIA E LE

MARCHE, Gli archivi dell' Umbria, Roma 1 957, pp. 202, tavv. 27, L. 2.500.

XXXI. ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, Dispacci degli Ambasciatori al Senato. Indice, Roma 1 959, pp. xvi-409, (esaurito).

XXXII. ABBAZIA DI MoNTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MoNGELLI O. S. B., IV(sec. XIV) , Roma 1 958, pp. 607,

tavv. 20, L. 5.000.

XXXIII. ABBAZIA DI MoNTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MoNGELLI O. S. B., V (secc. XV-XVI) , Roma 1 958,

pp. 6 1 7, tavv. 24, L. 5.000.

XXXIV. ABBAZIA DI MoNTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MoNGELLI O. S. B., VI (secc. XVII-XX) , Roma 1 958,

pp. 439, tavv. 1 9, L. 5.000.

XXXV. JosEPH ALEXANDER voN HùBNER, La Monarchia austriaca dopo Villafranca ( Résumé de l'an 1859 dal Journal, XIV) , a cura di MA­

RIA CEssr DRUDI, Roma 1 959, pp. vm-1 84, (esaurito).

XXXVI. ARCHIVIO DI STATO DI BoLOGNA, Le Insignia degli Anziani del Co­mune dal 1530 a/ 1796. Appendice araldica, Roma 1 960, pp. xn-281 , L. 4.000.

XXXVII. ARcmviO DI STATO DI SIENA, Archivio dell'Ospedale di Santa Maria della Scala. Inventario, I, Roma 1960, pp. LXXXVr-3 1 9,

tavv. 3, (esaurito).

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XXXVIII. ARcmVIo DI STATO DI SIENA, Archivio dell'Ospedale di Santa Maria della Scala. Inventario, II, Roma 1 962, pp. xr-1 99, tavv. 3, L. 5.000.

XXXIX. ARcmviO DI STATO DI LIVORNO, Guida-inventario dell'archivio di stato, I, Roma 1 961, pp. xxvrrr-284, L. 3.000.

XL. ARcmviO DI STATO DI ToRINo, Serie di Nizza e della Savoia. Inventario, II, Roma 1 962, pp. xcix-51 1 , L. 5.000.

XLI. ARCIDVIO DI STATO DI GENOVA, Cartolari notarifi genovesi {1-149} . Inventario, I, parte II, Roma 1 96 1 , pp. 254, L. 3.000.

XLII. ARCIDVIO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del Comune di Siena detti della Biccherna. Reg. 26° {1257, secondo semestre} , a cura di SANDRO DE' CoLLI, Roma 1961 , pp. XLix-232, (esaurito).

XLIII. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivio Borbone. Inventario sommario, I, Roma 1961, pp. LVI-303, tavv. 22, L. 5.000.

XLIV. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivio Borbone. Inventario sommario, II, a cura di AMELIA GENTILE, Roma 1 972, pp. xrrr-377, tavv. 21, L. 5.000.

XLV. Gli archivi dei Governi provvisori e straordinari, 1859-1861, I, Lom­bardia, Province parmensi, Province modenesi. Inventario, Roma 1961, pp. xxvn-390, L. 4.000.

XLVI. Gli archivi dei Governi provvisori e straordinari, 1859-1861, II, Romagne, Province dell'Emilia. Inventario, Roma 1 961, pp. xrrr-377, L. 4.000.

XLVII. Gli archivi dei Governi provvisori e straordinari, 1859-1861, III, Toscana, Umbria e Marche. Inventario, Roma 1 962, pp. xn-481, L. 4.000.

XLVIII. ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA, Riformagioni e provvigioni del Comune di Bologna dal 1248 al 1400. Inventario, Roma 1 961, pp. XLVI-383, L. 5.000.

XLIX. ABBAZIA DI MONTEVERGINE, Regesto delle pergamene, a cura di GIOVANNI MONGELLI O. S. B., VII, Indice generale, Roma 1 962, pp. 387, tavv. 1 2, L. 5.000.

L. ARCIDVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Princi­pato. Inventario, IV, Roma 1 963, pp. 498, L. 5.000.

LI. ARCHIVIO DI STATO DI LIVORNO, Guida-inventario dell'archivio di stato, II, Roma 1 963, pp. vr-1 85, L. 3.000.

LII. ARcHIVIO DI STATO DI LuccA, Regesto del carteggio privato dei principi Elisa e Felice Baciocchi (1803-1814} , a cura di DoMENICO CORSI, Roma 1 963, pp. XLI-301, tav. l , L. 5.000.

LUI. ARCIDVIO DI STATO DI SIENA, Libri delf'entrata e dell'uscita de! co­mune di Siena detti della Biccherna, Reg. 27° { 1258,primo semestre} , a cura di D BALDO MORANDI, Roma 1 963, pp. XLVIII-237, L. 4.000.

LIV. ABBAZIA DI MoNTECASSINÒ, I regeù{dell' archivio, I {aula III: cap­sule I-VII} , a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 964, pp. LXX-3 12, tavv. 1 2, L. 5.000.

LV. ARCIDVIO DI STATO DI RoMA, Aspetti della Riforma cattolica e del Concilio di Trento. Mostra documentaria. Catalogo a cura diEDVIGE ALEANDRI BARLETTA, Roma 1 964, pp. vm-278, tavv. 32, L. 2.000.

L VI. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, I regesti dell'archivio, II {aula III: capsule VIII-XXIII} a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 965, pp. Lxrv-352, tavv. 10, L. 5.000.

L VII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del Comune di Siena detti della Biccherna, Reg. 28° { 1258, secondo semestre} , a cura di SANDRO DE' CoLLI, Roma 1 965, pp. XLIII- 1 79, L. 4.000.

L VIII. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, III {aula Il: capsule l-VII} . Fondo di S. Spirito del Morrone {parte l: secc. Xl­XV} , a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 966, pp. XIX-454, tavv. 1 0, L. 6.000.

LIX. ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA, Copialettere e corrispondenza gonzaghesca da Mantova e Paesi {28 novembre 1340-24 dicembre 1401} . Indice, Roma 1 969, pp. 343, L. 5.000.

LX. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, I regesti dell'archivio, IV (aula Il: cap­sule VIII-XII} . Fondo di S. Spirito del Morrone {parte Il: sec. XVI} , a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 968, pp. X-3 8 1 , tavv. 8, L. 6.000.

LXI. ARCIDVIO DI STATO DI RoMA, Ragguagli borrominiani. Mostra documentaria. Catalogo a cura di MARCELLO DEL PIAzzo, Roma 1 968, pp. 3 86, tavv. 48, (esaurito).

LXII. Gli archivi dei regi commissari nelle province del Veneto e di Man­tova, 1866, I. Inventari, Roma 1 968, pp. xxrv-405, L. 5.000.

LXIII. Gli archivi dei regi commissari nelle province del Veneto e di Man­tova, II, Documenti, Roma 1 968, pp. 436, L. 5.000.

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LXIV. ABBAZIA DI MONTECASSINO, I regesti dell'archivio, V (aula II: cap­sule XIII-XVII) . Fondo di S. Spirito del Morrone (parte III: secc. XVII-XVIII - Schede di Professione : secc. XV-XVIII), a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 969, pp. X-403, tavv. 12, L. 6.000.

LXV. SOVRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'EMILIA-ROMAGNA, L'archi­vio storico del comune di Santarcangelo di Romagna. Inventario, a cura di GIUSEPPE RABOTTI, Roma 1 969, pp. 265, L. 3.000.

LXVI. ARcmVIo DI STATO DI NAPOLI, Regia Camera della Sommaria. I conti delle Università (1524-1807). Inventario, a cura di DORA

MusTo, Roma 1 969, pp. 248, tavv. 4, L. 3.000.

LXVII. ARcHIVIO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del co­mune di Siena detti della Biccherna. Reg. 29° ( 1259, primo semestre), a cura di SoNIA FrnEscm, Roma 1 969, pp. xxxvn-1 44, L. 4.000.

LXVIII. Archivi di << Giustizia e Libertà >> (1915-1945). Inventario, a cura di CosTANZO CAsuccr, Roma 1 969, pp. xrx-259, tavv. 7, L. 4.000.

LXIX. RICCARDO FILANGIERI, Scritti di paleografia e diplomatica, di archivistica e di erudizione, Roma 1 970, pp. xxvn-457, tavv. 1 6, L. 5.000.

LXX. L'archivio arcivescovile di Siena. Inventario, a cura di GIULIANO CATONI e SONIA FrNEscm, Roma 1 970, pp. xxvn-400, tavv. 4, L. 6.000.

LXXI. ARcmvro CENTRALE DELLO STATO, Gli archivi del /V corpo d'eser­cito e di Roma capitale. Inventario, a cura di RAOUL GuÈZE e AN­TONIO PAPA, Roma 1 970, pp. XXIV-277, L. 1 700.

LXXII. ARcmviO DI STATO DI ROMA, Gli archivi delle giunte provvisorie di governo e della luogotenenza del re per Roma e le province ro­mane. Inventario, a cura di CARLA LODOLINI TUPPUTI, Roma 1 972, pp. xvm-425, L. 4.000.

LXXIII. ARcmviO DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavoliere di Puglia. Inventario, I, a cura di PASQUALE DI Crcco e DoRA MusTo, Roma 1 970, pp. 669, tavv. 4, L. 5.400.

LXXIV. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, l regesti dell'archivio, VI (aula II: cap­sule XVIII-XXVII), a cura di TOMMAso LEccrsorrr, Roma 1971, pp. Lx-393, tavv. 1 0, L. 4.000.

LXXV. FAUSTO NrcOLINI, Scritti di archivistica e di ricerca storica, rac­colti da BENEDETTO NICOLINI, Roma 1971, pp. XX-382, L. 3 .000.

LXXVI. ARcmVIO DI STATO DI SIENA, Archivi del governo francese nel di­partimento dell'Ombrone. Inventario, a cura di GIULIANO CATONI,

Roma 1 97 1 , pp. 227, tav. l , L. 1 .500.

LXXVII. ARNALDO n'AnDARlO, Aspetti della Controriforma a Firenze, Roma 1 972, pp. xn-669, tavv. 25, (esaurito).

LXXVIII. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, l regesti dell'Archivio, VII (aula Il: capsule XXVIII-XLI), a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 972, pp. XXVI-492, tavv. 1 2, L. 3.500.

LXXIX. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, I regesti dell'archivio, VIII, aula II capsule XLll-L VI), a cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1 973, pp. LXXXVIII-380, tavv. 1 0, L. 3 .700.

LXXX. L'Archivio di Aldobrando Medici Tornaquinci, conservato presso l'Istituto storico della Resistenza in Toscana. Inventario, a cura di ROSALIA MANNO, Roma 1 973, pp. xxxv-1 8 1 , L. 2.500.

LXXXI. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, I regesti dell'archivio, IX (aula II: capsule L VII-LXVIII), a cura di TOMMASO LECCISOTTI e FAUSTINO

AVAGLIANO, Roma 1 974, pp. XXXII-600, tav. 1 2, L. 8 . 1 50.

LXXXII. ARcmvro DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavoliere di Puglia. Inventario, II, a cura di PASQUALE DI Crcco e DoRA MusTo, Roma 1 975, pp. 696, tavv. 7, L. 1 5.450.

LXXXIII. ARCIDVIO DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavo/iere di Puglia. Inventario, III, a cura di PASQUALE DI Crcco e DoRA MusTo, Roma 1 975, pp. 562, tavv. 4, L. 12.950.

LXXXIV. GrAN GIACOMO Musso, Navigazione e commercio genovese con il Levante nei documenti dell'archivio di stato di Genova ( secc. XIV­XV), con appendice documentaria a cura di MARIA SILVIA JAco­

PINO, Roma 1 975, pp. 291, L. 7.250.

LXXXV. ARcmvro DI STATO m RoMA, Fonti per la storia artistica romana al tempo di Clemente VIII, a cura di ANNA MARIA CoRBO, Roma 1975, pp. 267, L. 6.100.

LXXXVI. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, I regesti dell'archivio, X (aula II: capsule LXIX-LXXV), a cura di TOMMASO LECCISOTTI e FAUSTINO

AVAGLIANO, Roma 1 975, pp. LXXII-364, tavv. 1 2, L. 7.000.

LXXXVII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, L'Archivio notarile (1221-1862). Inventario, a cura di GIULIANO CATONI e SONIA FrNEscm, Roma 1 975, pp. 435, L. 9.050.

LXXXVIII. DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, Guida delle fonti per la storia dell'America latina esistenti in Italia, I, a cura di ELIO LODOLINI, Roma 1 976, pp. xv-405, L. 7.650.

LXXXIX-XC. Radio Londra, 1940-1945. Inventario delle trasmissioni per l'Italia, a cura di M. PrccrALUTI CAPRIOLI, Roma 1 976, voli. 2, pp. cxxxvr-862.

XCI. ARcmviO DI STATO DI FIRENZE, Lettere a Giuseppe Pelli Bencivenni, 1747-1808. Inventario e documenti, a cura di MARIA AuGUSTA TIMPANARO MORELLI, Roma 1 976, pp. XIV-759, tavv. 9.

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XCII. ARcHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-Inventario dell'Archivio di stato, III, Roma 1977, pp. VIII-1 67, L. 4.850.

XCIII. ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO, L'archivio dei visitatori generali di Sicilia, a cura di PIFTRO BURGARELLA e GRAZIA

FALLICO, Roma 1 977, pp. 292, XCIV. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE , Ricerche brunelleschiane. Fi­

lippo Brunelleschi: l'uomo e l'artista. Mostra documentaria. Catalogo a cura di PAOLA BENIGNI, Firenze 1 977, pp. 1 1 9, tav. 8 , L. 2.400.

XCV. ABBAZIA DI MoNTECASSINO, l registri dell'Archivio, XI (aula II: capsule LXXVI-LXXXVIII), a cm a di ToMMASO LECCISOTTI

e FAUSTINO AVAGLIANO, Roma 1 977, pp. LXXII-614, tavv. 4. XCVI. Il cartulario di Arnaldo Cumana e Giovanni di Donato (Savona,

1178-J188), a cura di LAURA BALLETTO, GIORGIO CENCETTI,

GIANFRANCO 0RLANDELLI, BIANCA MARIA PISONI AGNOLI, Ro­ma 1 978, I, pp. cxrx-1 89, II, pp. xu-587 (voli. 2 in uno).

XCVII. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivio privato di Tocco di Montemilitto, Inventario, a cura di ANTONIO ALLOCATI, Ro­ma 1 978, pp. 473.

FONTI E SUSSIDI

I . ARCHIVIO DI STATO DI RoMA, La depositeria del Concilio di Trento, I. Il registro di Antonio Manelli (1545-1549) , a cura di EDVIGE ALEANDRI

BARLETTA, Roma 1 970, pp. XII-437, L. 5.500. II. ARcmviO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del comune

di Siena detti della Biccherna. Registro 30° ( 1259, secondo semestre) a cura di GIULIANO CATONI, Roma 1 970, pp. xL-1 69, L. 4.000.

III. MARIO MrssoRI, Governi, alte cariche dello Stato e prefetti del regno d' Ita­lia, Roma 1 973, pp. xm-579, (esaurito).

IV. Gumo PAMPALONI, Firenze al tempo di Dante. Documenti sull'urbanistica fiorentina, premessa di NiccoLò RoDOLICO, Roma 1 973, pp. xxxviii-222, L. 4.320.

V. ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI, Il primo li ber curiae della Procurazione reale di Sardegna( 1413-1425) , a cura di GABRIELLA OLLA REPETTO, Roma 1 974, pp. xu-260, L. 8.000.

VI. ARcmVIo DI STATO DI ROMA, Il primo registro della Tesoreria di Ascoli (20 agosto 1426-30 aprile 1427}, a cura di MARIA CRISTOFARI MANCIA,

Roma 1 974, pp. xm-191, tavv. 7, L. 5.950. VII. ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Le Liber officialium de Martin V, publié

par FRANçors-CHARLES UGINET, Roma 1 975, pp. xr-1 77, L. 6.400. VIII. ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI, Saggio di fonti dell'Archivo de la Co­

rona de Arag6n di Barcellona relative alla Sardegna aragonese ( 1323-1479) , I, Gli anni 1323-1396, a cura di GABRIELLA 0LLA REPETTO, Roma 1 975, pp. 1 85, L. 6.350.

QUADERNI DELLA << RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO »

1 . Signoria, Dieci di Balìa, Otto di Pratica: Legazioni e Commissarie, missive e responsive. Inventario sommario, a cura di MARCELLO DEL PrAZZO, Roma 1 960, pp. 83, (esaurito).

2. L'archivio del dipartimento della Stura nell'archivio di stato di Cuneo {1799-1814) . Inventario, a cura di GIOVANNI FoRNASERI, Roma 1 960, pp. 1 33, (esaurito).

3. SALVATORE CARBONE, Gli archivi francesi, Roma 1 960, pp. 128, (esaurito).

4. ARNALDO D'ADDARIO, L'organizzazione archivistica italiana a/ 1960, Roma 1 960, pp. 79, L. 500.

5. ELio CALIFANO, La fotoriproduzione dei documenti e il servizio microfilm negli archivi di stato italiani, Roma 1 960, pp. 80, (esaurito).

6. SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, L'UMBRIA E LE MARCHE,

Gli archivi storici dei comuni delle Marche, a cura di ELio LoDOLINI,

Roma 1 960, pp. 1 29, (esaurito).

7. G. CosTAMAGNA - M. MAIRA - L. SAGINATI, Saggi di manuali e cartolari notarili genovesi (secoli XIII e XIV}. (La triplice redazione dell'<< instru­mentum >> genovese) , Roma 1 960, pp. 1 07, (esaurito).

8. LEONARDO MAZZOLDI, L'archivio dei Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, Roma 1 961, pp. 1 03, (esaurito).

9. ARMANDO LoDOLINI, Il cinquantenario del regolamento 2 ottobre 1911, n. 1163, per gli archivi di stato, Roma 1 961, pp. 8 1 , (esaurito).

1 0. ANTONINO LOMBARDO, Guida alle fonti relative alla Sicilia esistenti negli archivi di stato per il periodo 1816-1860, Roma 1 961, pp. 54, (esaurito).

1 1 . BRUNO CASINI, L'archivio del dipartimento del Mediterraneo nell'archivio di stato di Livorno, Roma 1 961, pp. 98, (esaurito).

1 2. BRUNO CASINI, L'archivio del Governatore ed Auditore di Livorno (1550-1838) . Roma 1 962, pp. 1 82, (esaurito).

1 3 . VIRGILIO GIORDANO, Il diritto archivistico preunitario in Sicilia e nel Me­ridione d'Italia, Roma 1 962, pp. 220, (esaurito).

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14. CATELLO SALVATI, L'Azienda e le altre Segreterie di stato durante il primo periodo borbonico {1734-1806} , Roma 1 962, pp. 1 25, (esaurito).

1 5. GIUSEPPE PLESSI, Lo stemmario Alidosi nell'archivio di stato di Bologna. Indice-Inventario, Roma 1 962, pp. 7 1 , (esaurito).

1 6. GIOVANNI MONGELLI, L'archivio dell'Abbazia di Montevergine, Roma 1 962, pp. 1 83, L. 1 . 000.

1 7. UBALDO MoRANDI, I giusdicenti dell'antico stato senese, Roma 1 962, pp. 78, L. 1 .000.

1 8. RAFFAELE DE FELICE, Guida per il servizio amministrativo contabile negli archivi di stato, Roma 1 962, pp. 106, L. 1 .000.

1 9. BENEDETTO BENEDINI, Il carteggio della Signoria di Firenze e dei Medici coi Gonzaga, Roma 1 962, pp. 43, L. 1 .000.

20. GIUSEPPE RASPINI, L'archivio vescovi/e di Fiesole, Roma 1 962, pp. 1 92, L . 1 .000.

2 1 . SALVATORE CARBONE, Provveditori e Sopraprovveditori alla Sanità della Repubblica di Venezia. Carteggio coi rappresentanti diplomatici e consolari veneti all'estero e con uffici di Sanità esteri corrispondenti. Inventario, Roma 1 962, pp. 92, L. 1 .000.

22. SOVRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA TOSCANA, Gli archivi storici dei comuni della Toscana, a cura di GIULIO PRUNAI, Roma 1 963, pp. 389, L. 1 .000.

23. DANILO VENERUSO, L'archivio storico del comune di Portovenere. Inven­tario, Roma 1 962, pp. 4 1 , L. 1 .000.

24. RENATO PERRELLA, Bibliografia delle pubblicazioni italiane relative all'ar­chivistica. Rassegna descrittiva e guida, Roma 1 963, pp. 207, L. 1 .000.

25. FRANCESCO PERICOLI, Titoli nobiliari pontifici riconosciuti in Italia, Roma 1 963, pp. 75, L. 1 .000.

26. FAUSTO MANCINI, Le carte di Andrea Costa conservate nella biblioteca comunale di Imola, Roma 1 964, pp. 267, L. 1 .000.

27. ANNA MARIA CORBO, L'archivio della Congregazione dell'Oratorio di Roma e l'archivio dell'Abbazia di S. Giovanni in Venere. Inventario, Roma 1 964, pp. LXXIV-234, L. 1 .000.

28. DoRA MusTo, La Regia Dogana della mena delle pecore di Puglia, Roma 1 964, pp. 1 1 5, tavv. 8, L. 1 .000.

29. BRUNO CASINI, Archivio della Comunità di Livorno, Roma 1 964, pp. 89, L. 1 .000.

30. ORAZIO CURCURUTO, Archivio dell'Intendenza di Catania {1818-1860} . Inventario, Roma 1 964, pp. 86, L . 1 .000.

3 1 . PIETRO D'ANGIOLINI, Ministero dell'Interno. Biografie {1861-1869} , Roma 1 964, pp. 249, L. 1 .000.

32. PASQUALE DI Cieco, Censuazione -ed affrancazione del Tavoliere di Puglia {1789-1865} , Roma 1964, pp. 1 28, tavv. 8, L. 1 .000.

33. CATELLO SALVATI, L'Archivio notarile di Benevento, 1401-1860. {Origini ­formazione - consistenza) , Roma 1 964, pp. 1 37, L. 1 .000.

34. MARCELLO DEL PIAZZO, Il carteggio << Medici-Este >> dal secolo XV a/ 1531 Regesti delle lettere conservate negli archivi di stato di Firenze e Modena. Roma 1 964, pp. 1 56, L. 1 .000.

35. DANILO VENERUSO, L'archivio storico del comune di Monterosso a Mare, Roma 1 967, pp. 86, L. 1 . 500.

36. ELio LODOLINI, Problemi e soluzioni per la creazione di un archivio di stato (Ancona) , Roma 1 968, pp. 1 77, tavv. 9, L. 2.000.

37. ARNALDO D'ADDARIO, Gli archivi del Regno dei Paesi Bassi, Roma 1 968, pp. 1 39, tavv. 4, L. 2.000.

38. ETTORE FALCONI, Documenti di interesse italiano nella Repubblica popo­lare polacca. Premessa per una ricerca e un censimento archivistici, Roma 1 969, pp. 140, L. 2.000.

39. MARCELLO DEL PrAzzo, Il protocollo del carteggio della signoria di Firenze {1459-1468) , Roma 1969, pp. 273, L. 2.000.

40. GIOVANNI ZARRILLI, La serie << Napoles >> delle << Secretarias provincia/es, nell'archivio di Simancas. Documenti miscellanei, Roma 1 969, pp. 1 67, L. 2.000.

41 . RAOUL GuÈZE, Note sugli archivi di stato della Grecia, Roma 1 970, pp. 1 07, L. 2.700.

42. SOVRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA CAMPANIA, Atti del convegno per i primi trent'anni di attività della Sovrintendenza {Positano 5 gennaio 1970) , Roma 1 973, pp. 1 1 5, L. 1 . 500.

43. SALVATORE CARBONE, Note introduttive ai dispacci al Senato dei rappre­sentanti diplomatici veneti. Serie : Costantinopoli, Firenze, Inghilterra, Pietroburgo, Roma 1 974, pp. 94, L. 1 .490.

44. ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, L'archivio del Commissariato generale per le ferrovie pontificie, a cura di Pietro Negri, Roma 1 976, pp. 86, L. 2.1 85.

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45. ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, Collegio dei X, poi XX Savl, del Corpo del Senato. Inventario a cura di GIORGIO TAMBA, Roma 1 977, pp. 78.

46. Lucro LuME, L'archivio storico di Dubrovnik (con repertorio di docu­menti sulle relazioni della repubblica di Ragusa con le città marchigiane), Roma 1 977, pp. 1 8 1 .

47. ARCHIVIO D I STATO D I NAPOLI, Una fonte per lo studio della popola­zione del regno di Napoli : la numerazione dei fuochi del 1732, a cura di MARIA RoSARIA BARBAGALLO DE DIVITIIS, Roma 1977, pp. 93. L. 2.950.

48. PETER RucK, L'ordinamento degli archivi ducali di Savoia sotto Ame­deo VIII (1398-1451), traduzione di SANDRO D'ANDREAMATTEO, prefa­zione di lsiDORO SOFFIETTI, Roma 1 977, pp. 1 56.

RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO

Direttore responsabile: Marcello Del Piazzo, direttore generale degli Archivi di Stato.

Comitato di redazione: Giovanni Antonelli, Pietro Burgarella, Elio Califano, Giorgio Costamagna, Arnaldo d' Addario, Pietro D'Angiolini, Raoul Guèze, Elio Lodolini, Claudio Pavone, Nicola Raponi, Antonio Saladino, Leo­poldo Sandri, Isabella Zanni Rosiello.

Segretaria di redazione: Vilma Sparvoli Piccioni.

Un fascicolo : L. 4.300 (estero : L. 5.300) ; abbonamento annuo : L. 1 2.500.

ALTRE PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

MINISTERO DELL'INTERNO, DIREZIONE GENERALE DELL'AMMINISTRAZIONE CI­

VILE, UFFICIO CENTRALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, Gli archivi di stato al 1952, 2° ediz., Roma 1 954, pp. vn-750, (esaurito).

MINISTERO DELL'INTERNO, DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, La legge sugli archivi, Roma 1 963, pp. 426, (esaurito).