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C E N S I S GLI ANZIANI E LA SALUTE Sintesi Roma, 22 settembre 2004

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C E N S I S

GLI ANZIANI E LA SALUTE

Sintesi

Roma, 22 settembre 2004

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INDICE

1. Introduzione Pag. 1 2. Gli anziani e la malattia “ 2 3. Responsabilità ed autoregolazione “ 14 4. La precarietà dell’esistenza “ 22 5. L’ancora della famiglia risorsa “ 31 6. Medico di medicina generale ed ospedale “ 35 7. La gestione concreta dei problemi di salute: malattia e

sistema famiglia “ 45

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FONDAZIONE CENSIS

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1. INTRODUZIONE

La ricerca, della quale di seguito si presentano i dati più significativi, si colloca nel filone delle analisi e delle riflessioni che il Servizio Sanitario Nazionale conduce da anni sulle questioni che riguardano lo stretto rapporto tra anziani e salute. Infatti, le profonde modificazioni nella composizione demografica della società italiana impongono un’analisi attenta e dettagliata dell’ageing population, realtà sempre più complessa e multidimensionale che non può essere compresa senza un’adeguata conoscenza e valorizzazione dei processi sociali che la investono.

Promotore del progetto, finanziato con i fondi ex art.12 decreto legislativo 502/92 dal Ministero della Sanità, è stata l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali che ha curato il coordinamento generale dell’iniziativa.

L’indagine è stata realizzata nella seconda metà del 2003 dal Censis su un campione nazionale rappresentativo composto da 1.500 anziani (dai 65 anni in su di cui 59,3% donne e 40,7% uomini) e si è focalizzata su due macroaree:

- l’analisi delle condizioni di salute degli anziani, dei loro stili di vita, dei comportamenti che adottano per la salvaguardia della loro salute e della rilevanza e dell’efficacia del supporto familiare;

- il monitoraggio circa la concreta interazione tra gli anziani ed i servizi sanitari, la valutazione su quest’ultimi e sulla loro effettiva capacità di rispondere concretamente ai bisogni del mondo anziani.

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2. GLI ANZIANI E LA MALATTIA

I dati dell’indagine hanno messo in rilievo una situazione non drammatica sotto il profilo delle condizioni di salute. Infatti, il 33,9% degli intervistati sopra i 65 anni ha affermato che nessuna malattia compromette attualmente i livelli di salute, il 24,2% ha, invece, segnalato di soffrire di malattie poco gravi ma fastidiose, il 22,3% di essere colpito da patologie di una certa gravità ma curabili, il 12,6% di essere affetto da malattie molto gravi (il 25% tra i più anziani ed il 16,6% tra gli 80-84enni) e l’8,2% di sentirsi male a causa di malesseri derivanti da piccole paure (fig. 1).

Naturalmente, questa condizione sanitaria abbastanza soddisfacente si riverbera sul livello di autonomia degli intervistati, infatti:

- il 64,8% degli intervistati è in grado di fare tutto da solo (fig. 2);

- il 18,5% riesce a svolgere la maggior parte delle attività in autonomia;

- il 9,4% incontra serie difficoltà nell’esplicazione di compiti quotidiani;

- il 7,3% non è autosufficiente.

Sempre con riferimento allo stato di salute del campione il 38% ha dichiarato di godere di una salute buona, il 32,3% soddisfacente, l’11,4% ottima, mentre il 18,3% la considera insoddisfacente (tab. 1).

È chiaro, poi, che il buon stato di salute ha una relazione diretta con l’età: così il 64% dei 65-69enni giudica ottimo o buono il proprio stato di salute contro il 32,7% degli over85, l’83,3% degli young old è completamente autosufficiente a fronte del 28,9% degli old old, il 47,1% degli anziani tra 65 e 69 anni non è affetto da alcuna malattia contro il 16,1% degli ultraottantacinquenni.

In sintesi, dai dati emerge con chiarezza come con l’aumentare dell’età ci sia un significativo peggioramento delle condizioni di salute.

È da sottolineare, inoltre, come nonostante quasi il 35% degli intervistati sia affetto da malattie serie ma curabili e/o da patologie molto gravi, solo il 18,3% valuti insoddisfacente il proprio stato di salute. Prevale, dunque, una positiva percezione della salute e del proprio benessere, anche in virtù di

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una maggiore capacità di saper convivere con i disagi delle patologie legate alla condizione anziana.

E’ chiaro, poi, quanto la cura della salute per gli anziani sia centrata soprattutto sull’uso dei farmaci. A questo proposito dai risultati della ricerca si evidenzia che il 71,6% degli intervistati assume farmaci, di cui ben l’84,6% per il controllo dell’ipertensione e per problemi cardiaci, a testimonianza della significativa presenza tra gli anziani di malattie croniche, per le quali si rende necessaria una terapia farmacologica costante.

E sono proprio le malattie croniche a colpire maggiormente gli over65 (54,1%), mentre le malattie acute riguardano il 48,9% dei rispondenti (tab. 2).

In particolare, dalla considerazione delle principali malattie croniche di cui soffrono gli intervistati, emerge una situazione di grande articolazione con percentuali tutto sommato equivalenti di pazienti che soffrono di patologie che variano da quelle cardiovascolari a quelle gastroenteriche e neuropsichiatriche (tab. 3). Tra le malattie acute, invece, le percentuali maggiori si registrano per patologie di origine cardiovascolare, per le neoplasie e per quelle neuropsichiatriche (tab. 4).

Passando ad analizzare le situazioni di criticità legate a problemi di salute di una qualche serietà, queste hanno riguardato nell’ultimo anno una quota ridotta del campione (18%). Tra questi, il 70,8% si è rivolto ai servizi sanitari, pubblici e privati, di cui ben il 71,5% ai presidi ospedalieri, pubblici o convenzionati (tab. 5).

L’altro interlocutore privilegiato, citato comunque da una quota significativamente più bassa (33,9%), è il medico di medicina generale e quindi il laboratorio pubblico di diagnostica (21,5%). Assolutamente residuale è risultato il ricorso ad altri interlocutori, in particolare è il geriatra la figura professionale meno citata dagli intervistati.

E’ da sottolineare che il ricorso a conoscenze o regali per ottenere le prestazioni è stato estremamente limitato; i soggetti intervistati dichiarano di non aver mai fatto ricorso a canali inusuali per accedere ai servizi, il 97,8% non ha mai fatto regali o versamenti di denaro non dovuti e l’86,3% non è mai ricorso alle conoscenze.

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Un altro aspetto interessante approfondito dalla ricerca è stato quello di verificare la diffusione di alcune prestazioni sociali. Dai risultati della ricerca è emerso che il 20,2% degli intervistati ha ottenuto il riconoscimento di qualche tipo di invalidità, mentre solo l’8,1% del campione percepisce un assegno di accompagnamento.

E’ da notare che all’esistenza di una o più patologie croniche si associano i più elevati riconoscimenti di invalidità (il 69,8% delle persone che ha affermato di non essere autosufficiente ed il 41,4% degli anziani che ha sostenuto di incontrare parecchie difficoltà nello svolgimento delle attività ordinarie) e le più elevate erogazioni di assegni di accompagnamento (il 49,5% per i non autosufficienti ed il 18% per coloro che incontrano molti disagi nell’esplicazione delle attività quotidiane) (tabb. 6-7).

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Fig. 1 - Le malattie degli anziani (val. %)

Malattie molto gravi

12,6%

Malattie di una certa gravità ma

curabili22,3%

Malattie poco gravi ma fastidiose

24,2%

Malesseri derivanti da piccole paure ed

insicurezze8,2%

Nulla33,9%

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 2 - Il grado di autosufficienza degli anziani (val. %)

Ho parecchie difficoltà nello

svolgere attività ordinarie

9,4%

Non sono autosufficiente

7,3%

Sono in grado di fare da solo gran parte

delle attività18,5%

Sono in grado di fare tutto da solo

64,8%

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 1 - Giudizio sul proprio stato di salute, per età (val. %) 65-69 anni 70-74 anni 75-79 anni 80-84 anni 85 anni e

oltre Totale

Ottimo 17,5 14,9 8,3 5,8 3,5 11,4 Buono 46,5 38,5 36,4 31,4 29,2 38,0 Soddisfacente 26,0 33,1 35,2 36,9 34,0 32,3 Insoddisfacente 10,0 13,5 20,1 25,9 33,3 18,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 2 – Tipo di malattia, per età (val. %) 65-69

anni 70-74 anni

75-79 anni

80-84 anni

85 anni e oltre

Totale

Malattia cronica * 41,2 51,6 56,6 64,4 55,8 54,1 Malattia acuta 62,7 48,4 49,1 39,0 46,5 48,9 * Incluse le riacutizzazioni Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 3 – Principali malattie croniche (*) accusate dagli intervistati, per area geografica (val. %) Nord-

Ovest Nord-

Est Centro Sud e

isole Totale

Neoplasia 15,2 8,0 4,8 6,4 9,4 Cardiovascolari 10,9 36,0 28,5 8,5 17,2 Respiratorie 8,7 4,0 14,3 19,1 12,2 Ortopediche 13,0 16,0 23,8 14,9 15,8 Gastroenteriche 10,9 8,0 4,8 14,9 10,8 Neuropsichiatriche 17,4 20,0 23,8 12,8 17,3 Altro 23,9 8,0 - 23,4 17,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 (*) Incluse le riacutizzazioni Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 4 – Principali malattie acute accusate dagli intervistati, per sesso (val. %) Maschio Femmina Totale Neoplasia 9,8 14,9 12,8 Cardiovascolari 27,5 21,6 24,0 Respiratorie 5,9 1,4 3,2 Ortopediche 3,9 8,1 7,2 Gastroenteriche 5,9 8,1 7,2 Neuropsichiatriche 15,7 9,5 12,0 Altro 31,3 16,2 22,4 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 5 - Tipo di servizio a cui si rivolge per fronteggiare il problema di salute occorso nell’ultimo anno, per età (val. %)

65-69

anni 70-74 anni

75-79 anni

80-84 anni

85 anni e oltre

Totale

Medico di medicina generale 30,0 38,6 31,6 35,7 31,8 33,9 Geriatra - - - 7,1 9,1 2,7 Ambulatori pubblici di diagnostica

20,0 25,0 13,2 26,2 22,7 21,5

Ambulatori privati di diagnostica 10,0 18,2 2,6 11,9 - 9,7 Servizi sanitari territoriali 5,0 6,8 - 2,4 4,5 3,8 Servizio assistenza domiciliare - - 5,3 9,5 4,5 3,8 Ospedale pubblico o convenzionato

72,5 68,2 65,8 76,2 77,3 71,5

Clinica privata 12,5 11,4 5,3 4,8 - 7,5 Altro 2,5 4,5 2,6 7,1 4,5 4,3 Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 6 - Intervistati che hanno ottenuto il riconoscimento di qualche tipo di invalidità, per valutazione del proprio grado di autosufficienza (val. %)

Sì No Totale Sono in grado di fare tutto da solo 9,7 90,3 100,0 Sono in grado di fare da solo gran parte delle attività ma in alcuni casi ho bisogno di aiuto

27,4 72,6 100,0

Ho parecchie difficoltà nello svolgere attività ordinarie senza aiuto

41,4 58,6 100,0

Non sono auto sufficiente, ho sistematicamente bisogno di supporto

69,8 30,2 100,0

Totale 20,2 79,8 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 7 - Intervistati che percepiscono un assegno di accompagnamento, per valutazione del proprio grado di autosufficienza (val. %)

Sì No Totale Sono in grado di fare tutto da solo 1,8 98,2 100,0 Sono in grado di fare da solo gran parte delle attività ma in alcuni casi ho bisogno di aiuto

8,6 91,4 100,0

Ho parecchie difficoltà nello svolgere attività ordinarie senza aiuto

18,0 82,0 100,0

Non sono auto sufficiente, ho sistematicamente bisogno di supporto

49,5 50,5 100,0

Totale 8,1 91,9 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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3. RESPONSABILITÀ ED AUTOREGOLAZIONE

Negli over65 intervistati la concezione dello stato di salute appare fortemente responsabilizzante ed autoregolativa. Infatti:

- il 54% indica le abitudini, il modo di vita di una persona, in pratica gli stili di vita individuali (alimentazione, attività fisica, assenza di tensione) come fattori determinanti per buone condizioni di salute;

- il 16,2% dei rispondenti richiama le condizioni dell’ambiente di vita;

- il 9,3% degli intervistati cita i programmi di prevenzione, igiene e tutela dell’ambiente (contro l’inquinamento, la sofisticazione dei cibi, l’avvelenamento dell’acqua);

- il 7,5% del campione fa riferimento ai progressi della medicina;

- una quota marginale indica la fortuna (4,7%) come fattore determinante per un buon stato di salute, anche se è da notare che tale valore risulta superiore a quello relativo ai fattori ereditari (4,3%) (fig. 3).

Rispetto alle indagini svolte sia nel 1987 che nel 1998 rimangono più o meno stabili le percentuali di over65 che, per il mantenimento di una buona salute, attribuiscono importanza agli stili di vita, decrescono le quote di coloro che ritengono fondamentale le condizioni dell’ambiente in cui si vive (passate dal 23,6% del 1987 al 16,2% del 2003), mentre aumentano le percentuali degli ultrasessantacinquenni che credono nei progressi della medicina (passate dal 2,6% del 1987 al 6,8% del 1998 al 7,5% del 2003) (tab. 8).

Passando, poi, a confrontare, nei vari anni, le opinioni degli anziani e quelle degli italiani, sempre sui fattori più importanti che favoriscono la buona salute, si evidenzia una rilevante differenziazione.

Nello specifico, mentre gli italiani attribuiscono maggiore importanza, rispetto agli anziani, agli stili di vita (citati dal 62,7% del campione nel 1998 contro il 55,5% ed il 54% degli anziani, rispettivamente, nel 1998 e nel 2003) e ai programmi di prevenzione (menzionati dal 17,4% del campione nel 1987 e dal 12,1% nel 1998 contro il 9,8% degli over65 nel 1987, l’8,1% nel 1998 ed il 9,3% nel 2003), i progressi della medicina e i fattori ereditari

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accolgono minori consensi rispetto a quelli espressi dagli over65 (i primi citati solamente dal 3,6% e dal 3,5% degli italiani, rispettivamente, nel 1987 e nel 1998, i secondi scelti dal 3,7% degli italiani nel 1987 e dal 2,9% nel 1998 contro il 6,5% degli over65 nel 1987, il 3,4% nel 1998 e il 4,3% nel 2003).

In sintesi per gli anziani sono i modi di vita e le abitudini personali acquisite ad impattare in misura considerevole sui livelli di salute: in questo senso cruciali risultano le scelte ed i comportamenti salutari (come l’alimentazione varia ed equilibrata e l’attività fisica) per il miglioramento della salute.

Nella stessa prospettiva appare centrale l’analisi dei comportamenti finalizzati alla cura della propria persona messi in atto dagli intervistati. La gamma delle attività è molto ampia, dal cercare di passare molto tempo all’aria aperta (54,1%) al tentare di trascorrere brevi periodi di vacanza (19%), dal praticare attività sportive e attività culturali (entrambe 10,2%) al cercare di mangiare prodotti di coltivazioni biologiche (9,9%). E’ da sottolineare, tuttavia, che il 32,1% del campione non fa nulla di particolare per la cura di sé (fig. 4).

Inoltre occorre segnalare la presenza di alcuni comportamenti a rischio, che possono impattare negativamente sulla qualità della vita.

A fronte di un 87,9% di over 65 che non fuma, vi è un 12,1% che consuma tabacco (di cui il 49,4% moderatamente ed il 34,3% in maniera rilevante), mentre gli acolici sono assunti dal 29,9% del campione (di cui il 7,4% abitualmente) con una minore incidenza tra le donne (fig. 5).

Infine, considerata la pluralità dei bisogni sanitari e socio-assistenziali tipica dell’universo della terza età, e la necessità di cure che rende il rapporto con i servizi sanitari cruciale, l’indagine ha posto particolare attenzione ai consumi sanitari, sia preventivi sia curativi, dall’assunzione di farmaci, al ricorso a controlli medici (esami del sangue, ecografie, ecc.), alle visite generiche e specialistiche fino alle terapie alternative, che possono incidere specificatamente sulla qualità della vita degli anziani.

Con riferimento a quest’ultima dimensione, l’analisi dei dati enuclea una spaccatura del campione tra coloro che si sottopongono frequentemente a check-up periodici e chi, invece, lo fa raramente o mai. Il 58% degli anziani effettua frequentemente accertamenti (il 35,7% raramente, il 6,3% mai) ed il 51,2% esegue, sempre frequentemente, visite mediche generiche e

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specialistiche (il 38,5% raramente, il 10,3% mai) (fig. 6). E’ da sottolineare che il 67,9% degli intervistati assume frequentemente farmaci solo su prescrizione medica e che ben l’81,5% non usa mai medicinali senza di essa; limitato, invece, è il ricorso alle medicine alternative (2%).

Sul versante dei consumi sanitari, l’indagine ha permesso di quantificare anche il ricorso alla spesa privata degli intervistati per le prestazioni e i servizi sanitari. Dai dati è emerso che:

- il 29% dei rispondenti frequentemente spende privatamente per i farmaci;

- il 28,8% spende frequentemente di tasca propria per le visite mediche specialistiche;

- il 25,5% degli anziani paga frequentemente gli accertamenti di tasca propria.

In pratica, un quarto del campione ricorre privatamente a medici e/o a strutture private. E’ da notare che sono le persone con gravi patologie a pagare maggiormente di tasca propria per gli accertamenti (il 29,5% degli intervistati con patologie molto gravi ed il 28,1% delle persone affette da malattie di una certa gravità ma curabili contro il 26% di coloro che presentano malattie poco gravi ma fastidiose) e per le visite mediche specialistiche (il 32,6% dei primi ed il 31,2% dei secondi).

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Fig. 3 - Opinioni degli anziani sui fattori che determinano un buon stato di salute (val. %)

La fortuna4,7%

I progressi della medicina

7,5%

Programmi di prevenzione ambientale

9,3%

Le condizioni dell'ambiente in cui si

vive16,2%

Le abitudini, il modo di vita di una persona

54,0%

Altro4,0%

I fattori ereditari4,3%

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 8 - Opinioni sui fattori che definiscono una buona salute per un anziano: confronto 1987-1998-2003 (val. %)

1987 1998 2003 Le abitudini, il modo di vita di una persona (alimentazione, attività fisica, assenza di tensione) 52,9 55,5 54,0 Le condizioni dell’ambiente in cui si vive 23,6 16,1 16,2 Programmi di prevenzione, igiene e tutela dell’ambiente (contro l’inquinamento, la sofisticazione dei cibi, l’avvelenamento dell’acqua) 9,8 8,1 9,3 I progressi della medicina 2,6 6,8 7,5 La fortuna 4,6 9,3 4,7 I fattori ereditari 6,5 3,4 4,3 Altro - 0,8 4,0 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 4 - I comportamenti degli anziani per la cura della persona (val. %)

54,1

10,2

10,2

9,9

9,6

8,3

3,9

2,3

0,4

4,4

32,1

19,0

Trascorre molto tempo all'aperto

Trascorre brevi periodi di vacanza durante l'anno

Pratica attività sportive

Svolge attività culturali

Mangia prodotti biologici

Partecipa ad attività ricreative

Segue una dieta sotto controllo di uno specialista

Svolge attività di volontariato

Effettua cure termali almeno una volta l'anno

Si reca in centri per cure estetiche

Altro

Non fa nulla di particolare

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 5 - Frequenza del consumo di tabacco ed alcol tra gli anziani (val. %)

13,5

44,9

41,6

30,8

13,5

55,7

84,0

19,5

54,5

26

16,8

3,2

80

90,5

16,3

49,4

34,3

22,5

7,4

70,1

87,9

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Uso occasionale di tabacco

Uso moderato di tabacco

Uso rilevante di tabacco

Consumo occasionale di alcolici

Consumo abituale di alcolici

Non consuma alcolici

Non fuma

Totale

Femmina

Maschio

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 6 - Frequenza del ricorso alle diverse prestazioni sanitarie (val. %)

58

51,2

67,9

4,9

2

35,7

38,5

20,7

13,6

5,4

6,3

10,3

11,4

81,5

92,6

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Effettua accertamenti

Esegue visite mediche

Assume farmaci solo suprescrizione medica

Assume farmaci anchesenza prescrizione

medica

Fa uso di medicinaalternativa

Mai RaramenteFrequentemente

Fonte: indagine Censis, 2004

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4. LA PRECARIETÀ DELL’ESISTENZA

Il quadro delineato mostra come la terza età sia una realtà differenziata, con confini incerti e a volte imprevedibili, legati all’evoluzione dello stato di salute.

Ed è proprio la perdita dell’autosufficienza l’evento catalizzatore dei timori degli anziani, citato dal 40,7% dei rispondenti, seguito dalla morte (17,8%), dalla perdita di una persona cara (17,7%) e dalla solitudine (16,6%) (fig. 7).

E’ da sottolineare che mentre la malattia, un evento invalidante o la morte si caratterizzano come paure comuni e trasversali alla stragrande maggioranza degli anziani, indipendentemente dalle condizioni sociali e culturali, la solitudine e la situazione economica si connotano come le maggiori preoccupazioni degli intervistati con minore capitale sociale e culturale (rispettivamente il 23,9% ed il 16,6% di coloro che non posseggono alcun titolo di studio). Probabilmente gli anziani con bassi livelli di istruzione sono anche i soggetti economicamente più deboli e con una rete relazionale e di protezione tendenzialmente minore: in sintesi, nell’articolato mondo della terza età il segmento di anziani con minori risorse culturali è quello in cui è più forte la paura della marginalizzazione (tab. 9).

Alla luce delle paure dell’ageing population, risulta importante considerare come viene vissuta e percepita la condizione anziana. Circa il 31% degli anziani dichiara di non essere felice (a fronte del 26,4% degli italiani) e la percentuale aumenta al crescere dell’età, passando dal 21% tra i 65-69enni al 26,3% tra i 70-74enni, al 32,3% tra i 75-79enni, al 39,6% tra gli 80-84enni, fino al 46% tra le persone di 85 anni e più (fig. 8).

Sono, inoltre, i soggetti con i livelli di istruzione inferiori a far registrare le percentuali maggiori di poco o per nulla felici (il 43% di coloro che non hanno alcun titolo di studio ed il 32,2% dei possessori di licenza elementare contro il 19,7% dei laureati). Si può supporre che sulla percezione della felicità di questo segmento di anziani pesino in maniera determinante le condizioni sociali, nonché la dimensione reddituale, connesse ad un basso grado di istruzione, aumentando in questa tipologia di over65 l’insoddisfazione per la propria vita (tab. 10).

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Alla luce dei dati analizzati un elemento importante per la valutazione delle fragilità della condizione anziana è legato alla considerazione degli eventuali ostacoli, pericoli e/o difficoltà che possano condizionare il livello di benessere ed autosufficienza. Risulta, pertanto, importante verificare se recentemente gli intervistati si sono sentiti condizionati nei movimenti dalla presenza di ostacoli fisici. A fronte di un 68% di intervistati che ha affermato di non aver mai percepito disagi dovuti a barriere fisiche, il 32% ha risposto, invece, affermativamente, e di questi il 18,6% si è sentito limitato qualche volta, mentre il 13,4% spesso.

Sono soprattutto gli ultraottantaquattrenni e gli anziani tra gli 80 e gli 84 anni (rispettivamente il 55,9% ed il 41,6%) ad aver avvertito maggiormente tali condizionamenti (tab. 11).

Nello specifico, tra coloro che si sono sentiti limitati nella mobilità, la maggioranza degli anziani ha indicato come luoghi meno funzionali la propria casa, seguita con notevole distacco dal palazzo in cui si abita (fig. 9).

In pratica, la “geografia dei luoghi difficili” inizia a partire dai contesti più prossimi agli anziani che appaiono, dunque, i più inadeguati rispetto ai bisogni dell’ageing population. Se gli stessi luoghi in cui gli anziani vivono sono i primi a non essere modulati sulle loro specifiche esigenze, appare evidente quanto la società risulti ancora poco preparata a fronteggiare le diverse forme dell’autosufficienza.

A completare il quadro dei condizionamenti percepiti dagli anziani, emergono le opinioni degli intervistati circa gli aspetti quotidiani in cui si sentono maggiormente limitati.

Dai dati è emerso che (fig. 10):

- il 56,5% dei rispondenti non si sente limitato in alcun modo;

- il 22,4% si sente vincolato nelle attività domestiche;

- il 18,5% percepisce il condizionamento nello stato di salute;

- il 15,7% si sente maggiormente limitato nel dover dipendere dagli altri;

- il 10,5% si sente condizionato nei rapporti con gli altri.

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Fig. 7 - I timori degli anziani (val. %)

40,7

17,8 17,7 16,614

2,1 2

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

Malattia oevento

invalidante

Morte Perdita di unapersona cara

Solitudine La propriasituazioneeconomica

Essere vittimadi reati

Stato deirapporti configli e nipoti

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 9 – I timori degli anziani, per titolo di studio (val. %) In questo momento della Sua vita, che cosa la preoccupa?

Nessun titolo

Licenza elementare

Diploma di scuola media

inferiore

Diploma di scuola media

superiore

Laurea Totale

Malattia o evento invalidante 38,0 44,0 35,4 38,0 38,6 40,7 Morte 22,9 17,4 14,3 14,6 22,7 17,8 Perdita di una persona cara 19,0 17,1 18,6 15,8 20,5 17,7 Solitudine 23,9 16,1 15,5 12,0 11,4 16,6 La propria situazione economica 16,6 13,2 11,8 17,1 9,1 14,0 Essere vittima di reati 1,5 1,9 1,2 3,8 4,5 2,1 Stato dei rapporti con figli e/o nipoti 2,0 2,0 2,5 1,3 2,3 2,0 Altro 3,4 6,8 10,6 12,7 11,4 7,7 Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 8 - Sensazione sul grado di felicità per età (val. %)

77,1

21

1,9

71,5

26,3

2,2

53,9

32,3

3,8

56

39,6

4,4

46,5

46

7,5

65,9

30,7

3,4

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Molto o abbastanza felice

Poco o per nulla felice

Non so

Valore medio

85 anni e oltre

80-84 anni

75-79 anni

70-74 anni

65-69 anni

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 10 - Felicità, per titolo di studio (val. %) Nessun

titolo Licenza

elementare Diploma di

scuola media inferiore

Diploma di scuola media

superiore

Laurea Totale

Molto felice 7,2 9,3 14,4 15,6 14,8 10,9 Abbastanza felice 43,0 55,8 59,4 59,9 62,2 55,0 Poco felice 26,1 22,5 18,5 18,4 13,1 21,5 Per niente felice 16,9 9,7 4,1 4,7 6,6 9,2 Non so 6,8 2,7 3,6 1,4 3,3 3,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 11 - Gli anziani condizionati nella mobilità dalla presenza di ostacoli fisici, per età (val. %) Le è capitato recentemente di sentirsi condizionato nel movimento per la presenza di ostacoli fisici da Lei superabili con fatica?

65-69 anni 70-74 anni 75-79 anni 80-84 anni 85 anni e oltre

Totale

Sì, spesso 6,0 8,7 14,8 18,6 30,6 13,4 Sì, qualche volta 11,5 19,2 20,1 23,0 25,3 18,6 No, mai 82,5 72,1 65,1 58,4 44,1 68,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 9 - Luoghi nei quali gli anziani si sentono maggiormente limitati (val. %)

75,5

34,2

32,7

18,9

18,7

17,4

17,2

15,3

14,2

13,8

13,1

11,4

10,3

3,7

In casa

Nel palazzo in cui abita

Marciapiedi/strade

Servizio sanitario

Ospedali

Mezzi di trasporto

Ufficio postale

Giardino/parco pubblico

Banca

Stazione ferroviaria/metropolitana

Centri commerciali

Musei/cinema/teatri

Spiagge e località di vacanza

Altro

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 10 - Aspetti della vita quotidiana nei quali gli anziani si sentono maggiormente limitati (val. %)

22,4

18,5

15,7

10,5

9,2

4,9

0,7

56,5

0 10 20 30 40 50 60

Nelle attività domestiche

Nello stato di salute

Nel dover dipendere dagli altri

Nel rapporto con gli altri

Nella condizione economica

Nell'attività lavorativa

Altro

Nessuno

Fonte: indagine Censis, 2004

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5. L’ANCORA DELLA FAMIGLIA RISORSA

Alla luce dei dati analizzati, assume grande rilevanza conoscere la struttura della rete familiare degli anziani. Se la maggior parte dei rispondenti risiede con il proprio coniuge o convivente (39,3%), il vivere da soli (26,3%), l’abitare con il coniuge e con i figli (13%) e/o con le famiglie dei figli (11,9%) rappresentano realtà sempre più diffuse, mentre solo il 2,4% del campione abita con badanti.

L’incrocio per area geografica enuclea che sono soprattutto gli anziani del Sud e delle Isole a vivere con il coniuge e con i figli (15,7%); quelli del Centro, invece, abitano, in misura più ampia rispetto alla media, con la famiglia dei figli (17,9%); mentre gli intervistati del Nord-Ovest risiedono prevalentemente con il coniuge o convivente (41,8%) e da soli (31,7%). Rilevante è anche la percentuale degli abitanti del Nord-Est che vivono da soli (29,4%) (fig. 11).

In sostanza, si evince che l’articolazione della struttura familiare cambia nelle diverse aree del Paese: nello specifico, al Sud ed al Centro è preponderante la convivenza intergenerazionale, a differenza del Nord, in cui forte è lo stacco tra genitori e figli.

La funzione di sostegno della famiglia risulta pienamente apprezzabile in caso di necessità. L’indagine conferma, infatti, che l’assistenza agli anziani intervistati in caso di necessità è essenzialmente un problema gestito dalle famiglie. Infatti il 75,1% degli intervistati dichiara di essere assistito dai figli e il 41,6% dal coniuge o convivente (fig. 12).

Emergono con forza, dunque, l’importanza della solidarietà intergenerazionale, ma allo stesso tempo il significativo carico dei figli adulti, spesso divisi tra responsabilità di cura ed assistenza nei confronti dei genitori e nei confronti dei propri figli.

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Il carattere strategico delle risorse familiari è confermato anche da quel 20,6% del campione che riceve aiuto da altri parenti, mentre è residuale il ricorso ad altri soggetti, dai vicini, ai servizi sociali alle badanti (intorno al 3,6%).

Rimane inoltre il fatto che una quota di intervistati, sia pur piccola (2,7%), dichiara di non poter contare sull’aiuto di nessuno, anche in caso di necessità.

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Fig. 11 - Persone con cui vivono gli anziani per area geografica (val. %)

1,7

31,7

41,8

12,3

6

2,6

0

1,4

29,4

40,2

12,8

10,5

2

0,7

3,6

22,1

40,7

10,1

17,9

4,6

0,3

2,8

22,4

35,6

15,7

14,2

6

0,6

2,4

26,3

39,3

13

11,9

4

0,4

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Con badante

Da solo

Con il coniuge o convivente

Con il coniuge e figli

Con la famiglia del figlio/a

Con altri parenti

Con altre persone

Media nazionaleSud e IsoleCentroNord-EstNord-Ovest

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 12 - Soggetto che fornisce assistenza in caso di necessità (val. %)

75,1

41,6

20,6

4,1

2,5

3,6

1

0,8

0,8

1,4

2,7

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Figli

Coniuge o convivente

Altri parenti

Vicini

Amici e conoscenti

Badanti

Servizi sanitari territoriali

Volontari

Servizi sociali

Altro

Nessuno

Fonte: indagine Censis, 2004

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6. MEDICO DI MEDICINA GENERALE ED OSPEDALE

Le esperienze di rapporto tra anziani e servizi sanitari appaiono nel complesso molto positive, a cominciare dall’informazione che rappresenta una variabile molto importante dell’accesso ai servizi.

Anche in questo caso si deve rilevare un’opinione maggioritaria, pari al 63,4%, che valuta positivamente l’informazione disponibile sui servizi sanitari, pubblici e privati presenti nel territorio di riferimento (tab. 12).

E’ da notare, poi, che nella stragrande maggioranza dei casi non vengono dichiarate situazioni negative nella fruizione dei servizi.

Nel rapporto con i servizi sanitari, la figura del medico di famiglia rappresenta un nodo centrale, sia per la sua accessibilità che per il suo ruolo di gestore dell’accesso ad altri servizi per la salute.

Di particolare rilievo è pertanto l’analisi delle caratteristiche del rapporto che i pazienti anziani instaurano con il proprio medico di famiglia, nonché del giudizio che essi ne danno.

L’indagine evidenzia, a questo proposito, un utilizzo limitato di questa figura professionale, per la quale viene in sostanza ritagliato un ruolo di assistenza nella cura delle malattie meno gravi e di accompagnamento/indirizzo dei pazienti verso operatori più specializzati (52,9%).

E’ da notare come sia in crescita la quota di anziani che si rivolge al medico di medicina generale esclusivamente per le patologie più lievi: infatti, si è passati dal 38,7% registrato nel 1998 (a fronte di una media del campione pari al 44%) all’attuale 52,9%: in sintesi, i dati evidenziano il rafforzarsi della contrazione dell’uso del medico di medicina generale, cui ci si rivolge per le malattie meno gravi e per essere indirizzati verso medici specializzati.

Solo il 34,2% degli anziani manifesta di rivolgersi al medico di medicina generale per affrontare qualsiasi tipo di malattia (contro il 44,7% degli anziani del 1998), mentre il 12,4% se ne serve quasi esclusivamente per la prescrizione dei farmaci (fig. 13).

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Questo utilizzo limitato delle funzioni del medico di medicina generale, tuttavia, non sottende un giudizio negativo delle sue capacità professionali, che invece vengono generalmente giudicate favorevolmente. Le risposte degli intervistati mostrano infatti una dimensione di rapporto con il medico di medicina generale fatta di soddisfazione diffusa, laddove si evidenzia:

- grande attenzione nella prescrizione dei farmaci che, nell’80,4% dei casi avviene dopo accurata visita medica;

- buona capacità di interazione con i pazienti. L’88,2% dichiara che il medico riesce a spiegare esattamente le malattie ed i percorsi di cura necessari, mentre quasi il 90% segnala l’attenzione prestata dal medico al punto di vista del paziente circa i sintomi;

- generale disponibilità, efficienza e dedizione al lavoro. Oltre l’89% segnala la disponibilità del proprio medico all’esercizio della visita a domicilio, l’80,3% la reperibilità anche oltre l’orario di lavoro, mentre l’85,9% è soddisfatto del numero di ore settimanali dedicate dal proprio medico al ricevimento ambulatoriale (tab. 13).

Si evidenzia, peraltro, come la buona considerazione, di cui il medico di medicina generale gode, nonostante risulti trasversale a tutto il territorio nazionale, emerge con intensità maggiore laddove il ricorso alla sua professionalità appare più limitato e legato a patologie di scarsa gravità (Centro e Sud ed Isole).

Ma è l’ospedale a mantenere un ruolo chiave nel modello di cura del nostro Paese, anche con riferimento al paziente anziano. In relazione alle strutture ospedaliere gli anziani hanno segnalato un sufficiente grado di soddisfazione rintracciabile sia in relazione alla qualità dei servizi e delle strutture che della professionalità degli operatori. Dai dati si evince che:

- l’87% valuta sufficiente sia la tempestività nella risposta al bisogno che l’attenzione alla cura della persona;

- l’89,5% si dichiara soddisfatto della pulizia degli ambienti, l’86,2% del comfort delle strutture, mentre l’84% del campione esprime un giudizio positivo circa la qualità del cibo;

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- l’88,5% ritiene adeguati l’impegno e la serietà professionale dimostrata dagli infermieri, mentre il 93,6% quelli dei medici;

- il 91,4% valuta sufficienti i risultati delle cure (tab. 14).

E’ da sottolineare come i livelli di soddisfazione degli anziani siano molto più alti rispetto a quelli degli italiani. Da un’indagine realizzata quest’anno è emerso che l’84,1% degli italiani valuta sufficiente l’impegno e la serietà professionale dei medici, l’83,6% i risultati delle cure, il 78,2% l’impegno degli infermieri, il 70,6% sia il rispetto e l’attenzione alla persona sia la pulizia degli ambienti, il 69,6% il comfort degli ambienti ed il 62,2% la tempestività nella risposta al bisogno.

In sintesi, gli anziani appaiono molto più soddisfatti degli italiani della qualità dei servizi ospedalieri, a testimonianza della buona risposta da parte delle strutture ospedaliere rispetto agli articolati bisogni ed esigenze degli anziani.

Nel rapporto degli over64 con le strutture sanitarie permangono peraltro, in una panorama generale fatto di soddisfazione, alcune criticità soprattutto legate all’accessibilità. Richiesti di individuare gli aspetti più negativi incontrati nell’interazione con le strutture sanitarie, oltre la metà degli anziani (50,7%) ha segnalato la lunghezza delle liste d’attesa, seguita dal problema delle code agli sportelli e/o agli ambulatori (33,9%), dall’approccio poco umano degli operatori (15,3%) e dalla loro scarsa capacità professionale (10,7%). Di minor rilievo la segnalazione circa l’assenza di servizi necessari nell’area di residenza (9,8%), la mancanza di coordinamento tra strutture, servizi e personale (8,4%) ed infine la scarsa comodità degli orari (7,3%) (tab. 15).

Un ulteriore dato di particolare interesse è costituito dal rapporto degli intervistati con l’assistenza domiciliare integrata (ADI), che rappresenta un servizio potenzialmente centrale nell’assistenza sanitaria al paziente anziano. Nonostante essa rappresenti uno dei cardini della moderna articolazione della rete pubblica dei servizi sul territorio, meno del 30% della popolazione over65 è a conoscenza dell’esistenza di questa tipologia di servizio, mentre solo il 3,5% segnala di usufruirne (fig. 14).

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La valutazione del servizio da parte di questo esiguo numero di utenti è generalmente positiva: sono infatti ritenute sufficienti dai rispondenti sia la tempestività nella risposta al bisogno (88,1%), sia il generale rispetto e attenzione alla persona (95,2%), sia la valutazione dell’impegno e serietà professionale di infermieri e medici (entrambi al 95,2%) che in ultimo gli effetti delle cure (90,2%) (tab. 16).

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Tab. 12 - Valutazione dell’informazione disponibile sui servizi sanitari del proprio territorio, per area geografica (val. %)

Nord-

Ovest Nord-

Est Centro Sud e

isole Totale

Sostanzialmente sufficiente 71,8 71,7 68,0 47,7 63,4 Sostanzialmente insufficiente 28,2 28,3 32,0 52,3 36,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 13 - Il rapporto con il medico di medicina generale (val. %)

Mi cura per le malattie meno gravi e mi consiglia sullo specialista per quelle

più gravi52,9%

Altro0,5%

E' il mio medico di fiducia, sufficiente ad affrontare

quasi tutte le malattie34,2%

Mi serve prevalentemente per la prescrizione di

farmaci ed analisi12,4%

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 13 – Il comportamento del medico di base, per area geografica (val. %) Quali delle seguenti affermazioni descrivono meglio le prestazioni e il comportamento del Suo medico di base?

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale

La visita ogni volta che si reca da lui e prescrive di conseguenza 76,1 81,1 83,6 81,7 80,4 Prescrive farmaci senza visitarla 23,9 18,9 16,4 18,3 19,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Spiega esattamente le malattie e la cura necessaria 83,7 87,2 92,1 90,6 88,2 Non offre sufficienti informazioni sulla malattia e le cure 16,3 12,8 7,9 9,4 11,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Ascolta con attenzione il Suo punto di vista sui sintomi 86,6 84,4 94,6 93,4 89,8 Non tiene in dovuto conto del Suo punto di vista sui sintomi 13,4 15,6 5,4 6,6 10,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 E' disponibile quando ha bisogno di visite domiciliari 86,8 86,1 95,0 89,8 89,3 Non è disponibile quando ha bisogno di visite domiciliari 13,2 13,9 5,0 10,2 10,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 E' reperibile anche fuori dell'orario di ambulatorio 74,4 77,2 91,4 80,4 80,3 Non è reperibile fuori dell'orario di ambulatorio 25,6 22,8 8,6 19,6 19,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Gli orari settimanali di ambulatorio sono sufficienti 80,0 80,1 95,5 89,3 85,9 Gli orari settimanali di ambulatorio non sono sufficienti 20,0 19,9 4,5 10,7 14,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 14 - Giudizio sull'ospedale, per area geografica (val. %) Totale Tempestività nella risposta al bisogno Sufficiente 87,0 Insufficiente 13,0 Totale 100,0 Rispetto e attenzione per le persone Sufficiente 87,0 Insufficiente 13,0 Totale 100,0 Pulizia degli ambienti Sufficiente 89,5 Insufficiente 10,5 Totale 100,0 Comfort degli ambienti Sufficiente 86,2 Insufficiente 13,8 Totale 100,0 Qualità del cibo Sufficiente 84,0 Insufficiente 16,0 Totale 100,0 Impegno e serietà professionale degli infermieri

Sufficiente 88,5 Insufficiente 11,5 Totale 100,0 Impegno e serietà professionale dei medici Sufficiente 93,6 Insufficiente 6,4 Totale 100,0 Risultati delle cure Sufficiente 91,4 Insufficiente 8,6 Totale 100,0 Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 15 - Aspetti più negativi nel rapporto con le strutture sanitarie(*), per area geografica (val. %) Nord-

Ovest Nord-

Est Centro Sud e Isole Totale

Lunghezza delle liste di attesa 52,5 49,8 52,3 48,3 50,7 Lunghezza delle code agli sportelli e/o agli ambulatori 36,0 34,4 37,9 28,4 33,9 Approccio poco umano degli operatori 15,4 16,2 10,8 17,6 15,3 Scarsa capacità professionale degli operatori 14,2 6,3 10,3 10,5 10,7 Assenza nella sua area dei servizi di cui ha più bisogno 8,1 9,1 5,6 15,2 9,8 Mancanza di coordinamento tra strutture, servizi e personale 7,0 10,3 9,7 7,8 8,4 Comodità degli orari 7,3 9,9 2,6 8,1 7,3 Assenza di informazioni su soggetti/strutture cui rivolgersi 6,1 5,5 5,6 5,7 5,8 Variabilità eccessiva delle opinioni dei medici 6,4 6,7 2,1 4,1 5,1 Adeguatezza dei locali 2,2 3,2 4,6 7,1 4,2 Altro 0,3 2,8 - 2,0 1,3 (*) Ambulatori pubblici e privati di diagnostica, consultori, servizi per le dipendenze, per la salute mentale, ecc. Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 14 - Conoscenza e utilizzo dei servizi di assistenza domiciliare integrata (ADI)(val. %)

Non li conosco71,9%

Li conosco ma non ne usufruisco

24,6%

Li conosco e ne usufruisco

3,5%

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 16 - Giudizio sugli aspetti del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) (val. %)

Totale Tempestività nella risposta al bisogno Sufficiente 88,1 Insufficiente 11,9 Totale 100,0 Rispetto e attenzione per la persona Sufficiente 95,2 Insufficiente 4,8 Totale 100,0 Impegno e serietà professionale degli infermieri Sufficiente 95,2 Insufficiente 4,8 Totale 100,0 Impegno e serietà professionale dei medici Sufficiente 95,2 Insufficiente 4,8 Totale 100,0 Risultati delle cure Sufficiente 90,2 Insufficiente 9,8 Totale 100,0 Fonte: indagine Censis, 2003

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7. LA GESTIONE CONCRETA DEI PROBLEMI DI SALUTE: MALATTIA E SISTEMA FAMIGLIA

L’indagine si è soffermata anche sull’analisi delle concrete situazioni nelle quali gli anziani hanno dovuto far fronte alle difficoltà legate alla insorgenza di un problema di salute, e che hanno interessato nell’ultimo anno il 18% degli intervistati.

Per la quota di intervistati colpiti nell’ultimo anno dall’insorgenza di un problema di salute di una certa entità, la ricerca ha analizzato il tipo di aiuto resosi necessario ed i soggetti coinvolti all’interno e fuori del nucleo familiare, l’impatto complessivo della malattia sulla famiglia ed il rapporto venutosi ad instaurare con i servizi sanitari.

Le informazioni ottenute in merito alle azioni risultate necessarie per fronteggiare il problema evidenziano l’ampiezza del coinvolgimento dei familiari, siano essi conviventi che non conviventi (tab. 17).

I familiari conviventi sono stati coinvolti nel 93,5% dei casi nell’assistenza personale e nell’86,5% nel sostegno morale e nella compagnia. Ai familiari conviventi competono attività di sostegno che si svolgono all’interno della casa (come l’aiuto domestico) ma anche all’esterno, come nel caso dell’aiuto nella ricerca di opportunità terapeutiche (61,2%), nell’instaurazione di un contatto con i servizi sanitari (59,4%), nelle pratiche burocratiche (51,2%).

I familiari non conviventi risultano comunque ampiamente coinvolti nelle attività di sostegno del familiare con un problema di salute, con circa l’84% di casi che vi ricorre per l’assistenza personale, il 76,1% per sostegno morale e compagnia, il 58,5% per favorire l’entrata in contatto con i servizi sanitari.

Gli amici risultano coinvolti in un numero molto limitato di casi (27 in tutto) soprattutto (77,8%) nel sostegno morale e nella compagnia. Le altre categorie coinvolte, sempre in un numero ristretto di casi (31) sono con ogni probabilità persone di servizio o badanti, dal momento che si occupano prevalentemente (71,0%) di fornire aiuto nei lavori domestici e, in secondo luogo (41,9%), dell’assistenza personale.

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Le famiglie appaiono in maggioranza in grado di fronteggiare le difficoltà poste dal problema di salute del proprio congiunto, con il 58,2% di rispondenti che nega ci siano stati cambiamenti importanti all’interno del nucleo familiare in seguito al verificarsi dell’episodio di malattia.

Tuttavia per il restante 41,8% degli intervistati la malattia ha costituito un fattore di squilibrio del sistema familiare.

Nello specifico, un quarto del campione segnala comunque la necessità per il familiare che assiste di assentarsi ripetutamente dal lavoro, mentre il 14,2% denuncia l’abbandono anche temporaneo della famiglia da parte di un componente (fig. 15).

Sono soprattutto le famiglie di anziani con i livelli di istruzione più elevati a rivelarsi meno minacciate dai problemi di salute del familiare anziano (85,7% non denunciano cambiamenti contro il 58,2%) ma l’impatto appare decisamente più consistente nei casi di anziani con più bassi livelli di istruzione che, evidentemente, hanno meno risorse complessive da mettere in campo per fronteggiare la situazione (tab. 18).

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Tab. 17 - Soggetti di supporto e tipo di supporto fornito agli anziani malati nell’ultimo anno (val. %)

Familiari convinventi

Familiari non conviventi

Amici Altre persone

Assistenza personale 93,5 84,3 11,1 41,9 Aiuto nei lavori domestici 61,2 55,3 18,5 71,0 Sostegno morale e compagnia 86,5 76,1 77,8 22,6 Aiuto economico 40,0 27,7 - 12,9 Ospitalità - 22,6 3,7 12,9 Aiuto nelle pratiche burocratiche 51,2 42,1 7,4 19,4 Aiuto nella ricerca di opportunità terapeutiche 61,2 48,4 3,7 9,7 Contatto con i servizi sanitari 59,4 58,5 14,8 19,4 Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004

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Fig. 15 - Cambiamenti importanti avvenuti nella famiglia dopo l'insorgenza della malattia (val. %)

25,7

14,2

8,6 8,6

2,6 1,1

58,2

0

10

20

30

40

50

60

70

Ripetutaassenza dallavoro di un

familiare

Allontanamentodi un familiare

Rinvio di speseimportanti

Rinuncia aprogetti di vita

importanti

Problemi disalute per altri

familiari

Altro Non ci sono staticambiamenti

importanti

Fonte: indagine Censis, 2004

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Tab. 18 - Cambiamenti importanti avvenuti nella famiglia dopo l’insorgere della malattia, per titolo di studio (val. %)

Nessun titolo Licenza elementare

Diploma di scuola media

inferiore

Diploma di scuola media

superiore

Laurea Totale

Ripetuta assenza dal lavoro di un componente del nucleo familiare per fonire assistenza 44,2 28,9 4,8 13,3 - 25,7 Abbandono anche temporaneo del nucleo familiare da parte di un componente 26,9 13,3 4,8 6,7 14,3 14,2 Rinvio di spese importanti per far fronte al problema 13,5 9,6 - 6,7 - 8,6 Rinuncia a progetti di vita importanti 13,5 9,6 - 6,7 - 8,6 Problemi di salute per altri membri della famiglia 1,9 4,4 - - - 2,6 Altro 1,9 0,7 4,8 - - 1,1 No, non ci sono stati cambiamenti importanti 40,4 51,1 85,6 77,8 85,7 58,2 Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2004