Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia · la zona dell’Italia in cui vivi, puoi...

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia 1 Alla scoperta della biosfera 2 Gli ecosistemi 3 Il prato e il campo coltivato 4 La foresta di latifoglie 5 La foresta di conifere (o aghifoglie) 6 Gli ambienti di alta quota 7 La vita in acqua dolce 8 Sulla costa e nel mare Per studiare questo capitolo devi: conoscere le proprietà dell’aria, dell’acqua e del suolo saper distinguere le sostanze organiche da quelle inorganiche conoscere la differenza tra vegetali e animali e l’importanza della fotosintesi clorofilliana esercitare il tuo spirito di osservazione negli ambienti naturali della zona in cui vivi saprai che cos’è la biosfera saprai come la biosfera è influenzata dagli elementi del clima saprai che cosa si intende per ambiente e per ecosistema conoscerai le caratteristiche dei principali ambienti naturali italiani Dopo aver studiato questo capitolo: saprai riconoscere un ambiente naturale da un ambiente artificiale saprai individuare le principali differenze tra gli ambienti naturali della tua regione saprai fare qualche esempio di ecosistema saprai fare qualche esempio di catena alimentare in ambienti terrestri o acquatici PREREQUISITI CONOSCENZE COMPETENZE

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

1 Alla scoperta della biosfera

2 Gli ecosistemi

3 Il prato e il campo coltivato

4 La foresta di latifoglie

5 La foresta di conifere (o aghifoglie)

6 Gli ambienti di alta quota

7 La vita in acqua dolce

8 Sulla costa e nel mare

Per studiare questocapitolo devi:

conoscere le proprietàdell’aria, dell’acquae del suolo

saper distinguerele sostanze organicheda quelle inorganiche

conoscere la differenzatra vegetali e animalie l’importanza dellafotosintesi clorofilliana

esercitare il tuo spiritodi osservazionenegli ambienti naturalidella zona in cui vivi

saprai che cos’èla biosfera

saprai come la biosferaè influenzata daglielementi del clima

saprai che cosasi intende per ambiente e per ecosistema

conosceraile caratteristichedei principali ambientinaturali italiani

Dopo aver studiato questo capitolo:

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

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Se viaggi in autostrada o intreno e osservi il paesaggioin pianura, vicino al mare oin alta montagna, riconosce-rai ambienti molto diversi tra

loro. Alcuni sono rimastiquasi allo stato naturale,mentre altri sono artificiali,cioè modificati dalle attivitàumane. Prova a elencare sulquaderno gli ambienti chericordi, rispondendo alledomande che seguono.

Nei capitoli precedenti abbiamo scopertole principali proprietà dell’atmosfera (la«sfera dell’aria»), dell’idrosfera (la «sferadell’acqua») e della litosfera (la «sfera dellaroccia», che comprende il suolo).

In questo capitolo inizieremo a studiarela biosfera o «sfera della vita», cioè l’insie-me delle parti del pianeta Terra abitate da-gli organismi viventi. La biosfera è una in-tersezione delle altre tre «sfere», formata da:• tutta l’idrosfera, perché nei fiumi, nei

laghi e nei mari si trovano esseri viventianche a grandi profondità;

• l’atmosfera fino a qualche migliaio dimetri di quota, l’altezza massima a cuipossono volare gli uccelli;

• la litosfera fino a circa 2 kilometri diprofondità, dove si possono trovare bat-teri capaci di sopravvivere nel sotto-suolo in assenza di aria.

La biosfera quindi comprende non sol-tanto tutti gli esseri viventi (milioni di spe-cie) ma anche elementi non viventi.

Gli organismi infatti si rifornisconocontinuamente di sostanze inorganiche(minerali, acqua e gas presenti nell’aria)

1 Alla scoperta della biosferaper poi restituirli all’ambiente durante ilmetabolismo o quando sono decompostidopo la morte.

J L’importanza del climaLa composizione della biosfera dipendeper lo più da due elementi caratteristicidel clima: l’intensità della radiazionesolare e quella delle precipitazioni.

Infatti le cellule dei vegetali per cresceree riprodursi devono disporre della giustaquantità di luce e di acqua.

Soltanto così potranno effettuare lafotosintesi clorofilliana.

E delle cellule vegetali si cibano, diretta-mente o indirettamente, tutti gli animali.

La temperatura dell’aria e del suolo, ilgrado di umidità dell’aria e il numero diore di luce, cioè la durata del dì e dellanotte, sono condizioni a cui gli organismidevono adattarsi per poter sopravvivere.

A seconda della quantità e dalla distri-buzione delle piogge durante l’anno, peresempio, predominano diversi tipi dipiante, che per vivere richiedono più omeno acqua.

Nelle diverse zone delnostro pianeta il climacambia notevolmente conla latitudine, cioè con ladistanza dall’equatore,come è spiegato nei capi-toli B8 e D9.

In questo capitolovedremo invece come l’in-fluenza del clima sulla bio-sfera può cambiare quandocambia l’altitudine sullivello del mare, anche inuna piccola area delmondo come quella occu-pata dal nostro Paese.

• Quali differenze di clima cisono tra i diversi ambienti?

• Che tipo di animali ti è capi-tato di vedere nei diversiambienti?

• L’ambiente artificiale è piùfrequente in pianura oppurein montagna?

Osserva

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

J Ai limiti della biosferaAbbiamo già detto che i confini della bio-sfera non sono geografici: essi sono legatipiuttosto alla presenza delle condizioninecessarie per la vita, in particolare l’ac-qua e la luce solare.

L’importanza di questi due fattoridiventa chiara negli habitat più estremi e inospitali del mondo, dove la vita èassente oppure molto scarsa:• sui ghiacciai la radia-

zione solare è intensa,ma la temperatura èmolto bassa e l’acquanon è presente allo statoliquido: ciò rende quasiimpossibile la vita;

• nel mare l’acqua nonmanca, ma oltre unacerta profondità (circa50 metri) la radiazionesolare non riesce più apenetrare; l’ambientediventa buio e non c’èpiù vita vegetale: i pochianimali si cibano per lopiù di detriti che cadonodall’alto, e per sopravvi-vere devono adattarsiall’enorme pressionedovuta all’acqua che lisovrasta;

• nelle zone desertichel’acqua è quasi del tuttoassente, e c’è una fortedifferenza di temperatu-ra tra il giorno e la notte,con sbalzi quotidiani di50°C e più; queste condi-zioni sono sopportatesoltanto da organismimolto particolari: piantecome i cactus e animalicome gli scorpioni.

J Habitat naturali e habitat artificiali

L’ambiente che ospita gli organismi che vi-vono in un dato luogo è chiamato habitat.

Questa parola indica dunque l’insiemedegli elementi non viventi e dei fattori delclima in quel luogo.

Anche all’interno di aree limitate, comela zona dell’Italia in cui vivi, puoi indivi-duare diversi habitat – in pianura, in colli-na, in montagna, al mare – ciascuno con leproprie caratteristiche.

Se per esempio attraversi in treno unazona di pianura, passerai tra case, strade e campi coltivati: questi sono habitatartificiali, costruiti dall’uomo per vivere e lavorare.

In lontananza probabilmente vedraiboscaglie e colline con macchie di diversetonalità di verde, e ancora più lontano altemontagne rocciose. Lì l’habitat è ancoraquasi naturale, simile a quello che dovevaessere l’ambiente primitivo italianoall’inizio della nostra civiltà.

Spesso si possono trovare habitat simili,in cui vivono piante e animali delle stesse

specie, anche in luoghimolto distanti tra loro maposti alla stessa altitudine.

Il sottobosco di una fore-sta di montagna per esem-pio ha una composizionetipica, sia che il bosco sitrovi nella Sila in Calabria,sia che esso si trovi nelle Al-pi del Trentino.

Anche se le condizioni cli-matiche sono simili, però,non troveremo mai due am-bienti perfettamente uguali.

Possono cambiare infattialtri elementi, come le ca-ratteristiche del terreno, cheinfluenzano i tipi di pianteche vi possono crescere.

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verifica

Prova a suddividere sul quaderno in due colon-ne i seguenti habitat, separandoli in naturali eartificiali: acquario, campo da golf, fondalemarino, frutteto, isola selvaggia, palude,parco pubblico, risaia.

Sai trovare un nuovo ambiente naturale euno artificiale, e aggiungerli all’elenco?

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

Se invece sul prato vivono tanti conigli epoche volpi (figura ), queste mangerannoogni tanto un coniglio per sfamarsi.

Nel frattempo i conigli che non sono statimangiati si riprodurranno, creando semprenuovo cibo per le volpi.

In un ecosistema dunque si può avere unequilibrio soltanto in particolari condizioni.

Nel prato del nostro esempio si ha equi-librio soltanto se le volpi con la caccialimitano la popolazione dei conigli, evi-tando che essi diventino così numerosi daconsumare tutta l’erba.

L’equilibrio di un ecosistema però nondura per sempre.

Un incendio può bruciare tutta l’erba,un’alluvione può sommergerla, oppure daun ambiente vicino può arrivare un nuovoanimale predatore, come un lupo, o unanuova specie vegetale che soppianta l’erba.

In tutti questi casi l’ecosistema vieneimprovvisamente stravolto, e ci vorrannomolti anni per riportarlo a un nuovo statodi equilibrio, che probabilmente saràdiverso dal precedente.

J Gli ecosistemi sono complessi e dinamici

Ogni elemento di un ecosistema occupaun proprio spazio e ha un proprio ruolo,come un tassello di un puzzle.

Inoltre ciascun elemento ha contatti escambi con tutti gli altri elementi, inuna fitta rete di relazioni e interazioni.

Nel prato del nostro esempio una rela-zione evidente è quella tra il predatore (lavolpe) e la sua preda (il coniglio).

Ma ci sono anche interazioni più«nascoste»: gli escrementi dei conigli edelle volpi, per esempio, arricchiscono ilterreno di sostanze nutritive che l’erba usaper crescere.

Inoltre le componenti dell’ecosistemanon sono statiche, cioè ferme come in unafotografia, ma dinamiche, cioè in movi-mento: le interazioni tra di esse nonhanno mai sosta.

E infine bisogna tenere presente che gliecosistemi non sono «chiusi». Al contra-rio, ogni ecosistema è a stretto contattocon quelli vicini: in mezzo al prato c’è unostagno, e a pochi passi un bosco… Le inte-razioni quindi aumentano ancora.

CPensa a un prato in cui vivono alcuni ani-mali, conigli e volpi.

L’erba cresce grazie al sole, alla pioggia ealle sostanze inorganiche presenti nel ter-reno. I conigli sopravvivono e si riproduco-no mangiando l’erba, le volpi mangiandocarne di coniglio.

Questi esseri viventi hanno dunque re-lazioni sia tra di loro, sia con gli elementinon viventi dell’habitat (come il suolo, l’a-ria, la luce, la pioggia): si dice allora che es-si fanno parte di un ecosistema.

J L’equilibrio di un ecosistemaNon è detto che un ecosistema naturalepossa mantenersi stabile nel tempo.

Immagina per esempio che nel nostroprato non ci siano volpi. Allora i conigli simoltiplicano, e finiranno l’erba prima cheessa abbia tempo di ricrescere (figura ).Tutti i conigli allora moriranno di fame.

Oppure immagina che le volpi sianotroppe, e mangino tutti i conigli prima chequesti possano riprodursi (figura ).

Le volpi allora non avranno più nienteda mangiare e moriranno di fame.

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2 Gli ecosistemi

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

Questi sono alcuni anelli di una catenaalimentare: dal produttore (l’insalata) alconsumatore primario (la chiocciola) aiconsumatori secondari e terziari (il topo e gli altri tre predatori). In un ecosistemale catene alimentari sono molte, perchégrande è la varietà degli organismi.

L’insalata per esempio piace non sol-tanto alle chiocciole ma anche al grillo-talpa, che ne mangia le radici. E il grillo-talpa può essere preda di un uccello.

Proviamo a percorrere un’altra catenaalimentare in senso inverso (figura ).

La biscia, oltre che di topi, si nutreanche di piccoli anfibi, come le ranocchieche vivono sulle rive degli stagni.

Le ranocchie si cibano di insetti come lelibellule, che a loro volta vanno a caccia dizanzare. Le larve delle zanzare si svilup-pano nell’acqua, cibandosi di piccolissimianimali acquatici che a loro volta si nutronodi microscopici vegetali (fitoplancton).

Come puoi vedere, ogni essere vivente èun anello di tante catene alimentari che siintrecciano dentro gli ecosistemi.

Nelle prossime pagine visiteremo glihabitat più diffusi in Italia, alla scopertadegli ecosistemi che li caratterizzano.

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J Produttori, consumatori e decompositori

Le interazioni principali tra gli organismidi un ecosistema sono quelle alimentari:nutrirsi infatti è fondamentale, se si vuolesopravvivere abbastanza a lungo perpotersi riprodurre.

Come è spiegato nel capitolo B1, lamateria passa ciclicamente dallo stato

inorganico allo stato orga-nico, e viceversa:• le piante grazie alla foto-

sintesi sono organismiautotrofi, cioè autosuffi-cienti, che producono ilproprio cibo usandomateriale inorganico; in un ecosistema si dice che le piante sonoproduttori;

• gli animali erbivori, chemangiano esclusiva-mente erba, foglie, bac-che e radici (come capre,conigli, mucche e cervi)sono consumatori pri-mari, perché usanodirettamente la sostanzaorganica prodotta daivegetali;

• gli animali carnivori(come lince, lupo, cane egatto) mangiano gli erbi-vori e sono quindi consumatori secondari(o terziari, se mangianoaltri carnivori);

• funghi e batteri sonoorganismi decomposi-tori: si nutrono dellasostanza organica dellepiante e degli animalimorti, e la trasformanoin sostanze inorganichenuovamente utilizzabilidalle piante, cioè daiproduttori.

J Le catene alimentariOsserva ora la figura : una foglia d’insa-lata è stata rosicchiata da una chiocciola;la lumaca poi è stata catturata da un topo;il topo ora deve guardarsi dalle minacce dialtri animali (il gatto, la biscia e il fal-chetto) che sono pronti ad attaccarlo.

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Un esempiodi catena alimentare.

Una diversacatena alimentare.

produttore

consumatore primario

consumatore secondario

decompositore

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

Quando il prato viene abbandonato a sestesso, le specie seminate un tempo dal-l’uomo (o quelle che piacevano di meno amucche e pecore) continuano a moltipli-carsi e danno origine ai prati così come livediamo oggi.

Inoltre le coltivazioni di piante erbacee,come l’avena o la colza, spargono i proprisemi anche nei prati vicini e ne modifica-no la composizione.

I prati artificiali invece sono quelli se-minati e coltivati dall’uomo con scopi di-versi: produrre foraggio per gli allevamen-ti, abbellire i giardini pubblici e quelli dellecase, giocare al pallone o a golf.

Se il bestiame non è portato a pascolaresui prati, l’allevatore falcia e poi distribui-sce nelle mangiatoie le specie come l’erbamedica, che sono più appetite dal bestia-me e rendono di più in latte e carne.

J Gli animali del pratoIl prato è un ottimo ambiente per la vitadegli insetti. Quelli volanti, come le api o lefarfalle, sono attirati dai colori brillanti deifiori e dall’odore del nettare.

Quando un insetto visita un fiore sisporca con il polline; poi si sposta su altrifiori e contribuisce così all’impollinazione.

Altri insetti, come le formiche e le caval-lette, sono sempre in movimento nell’erbaper cercare cibo.

Sugli steli si arrampicano i bruchi: nontutti diventeranno farfalla, perché sarannopreda di uccelli, di piccoli rettili come lelucertole o di altri insetti.

La zona in cui viviamo (che sia una vallatadelle Alpi, un tratto di costa sul MareAdriatico, il lago di Bolsena con i suoidintorni, e così via) contiene sicuramentel’ambiente del prato, caratteristico dellacampagna e della montagna medio-bassa.

A prima vista il prato è soltanto unadistesa verde costellata di puntini colorati.

In realtà contiene una grande varietà dipiante, che dipende da molti fattori: ilclima, il tipo di terreno, la disponibilità diacqua, la vicinanza di coltivazioni.

Le erbe più numerose appartengonoalla famiglia delle graminacee, la stessa delfrumento: hanno foglie molto lunghe esottili, quasi taglienti, che partono dalsuolo. Non hanno fiori colorati, mainfiorescenze verdastre che a maturazionediventano spighe e spighette, di colore

chiaro e spesso argenteo.Altre specie di erbe inve-

ce hanno fiori coloratissimi(il trifoglio ha petali rosa obianchi, il dente di leonegialli, la salvia dei prati vio-la, la margherita bianchi)che le rendono facilmenteindividuabili, non soltantoda noi ma soprattutto dagliinsetti impollinatori.

J Prati naturali e artificialiI nostri prati in genere non sono del tuttonaturali: in passato infatti l’uomo hacoltivato tutti i terreni facilmenteaccessibili, in piano o in pendenza, perottenere cibo per sé o per il bestiame,oppure li ha destinati al pascolo deglierbivori come le mucche.

3 Il prato e il campo coltivato

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Fiori di trifoglio.

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

• concima il terreno per aumentarne lafertilità e lo irriga quando non piove.

Con pochi tipi di piante a disposizione, gli insetti sono pochi e specializzati.

La dorifora per esempioattacca soltanto patate, me-lanzane, pomodori e pepe-roni: quando ne trova unacoltivazione si moltiplicavelocemente e la distrugge.

In questi casi l’agricolto-re deve lottare per difende-re le colture, con mezzi chi-mici oppure biologici.

I metodi chimici sono piùaggressivi e semplici da usare,ma lasciano residui inquinan-ti. I metodi biologici, comel’introduzione di nemici na-turali degli insetti, sono piùdifficili da applicare perchérichiedono tempi più lun-ghi e non garantiscono unrisultato certo.

Anche alcuni animali piùgrandi, nel condurre la lorovita normale, possono esse-re dannosi per le coltivazio-ni: per esempio i colombac-ci, che vanno a beccare i se-mi ben visibili sul terrenonudo appena seminato; op-pure i cinghiali, che arriva-no da zone selvatiche vicinee smuovono il terreno allaricerca di cibo.

Alcune piante sono infestate dagli afidi,piccoli insetti parassiti detti «pidocchi del-le piante» perché succhiano la linfa, comeil pidocchio dell’uomo succhia il sangue.

Degli afidi si cibano lecoccinelle, che spiccanonella vegetazione per il ros-so brillante del loro dorsocosparso di puntini neri.

I lombrichi sono tipiciabitanti del terreno del pra-to e lo mantengono soffice,grazie alle gallerie che sca-vano per spostarsi.

Sul terreno si muovono anche animali ditaglia più grossa: l’orbettino, che strisciacome un serpente e caccia ragni e luma-che, o il riccio, che procede lentamente, si-curo nella sua corazza di migliaia di aculei,pronto a ingoiare insetti, larve, uova di uc-celli, ma anche radici e piccoli frutti.

J Il campo coltivatoIl campo coltivato è un esempio di habitatartificiale. L’agricoltore infatti sostituiscel’enorme diversità di vegetali presenti allostato spontaneo con le poche specie che gliservono. A questo scopo egli adotta una se-rie di interventi:• elimina dal terreno le pietre e le piante esi-

stenti, con macchine e prodotti chimici;• lavora il terreno con attrezzi come l’ara-

tro e l’erpice, per rivoltarlo e sminuzzarlo;• semina in modo ordinato una sola spe-

cie (come frumento o girasole) o pochespecie mescolate, per ricavare foraggio;

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Una talpa con i suoi unghioni.Scava gallerie e accumulala terra in tante montagnole.

Una coccinella cattura un afide.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

J Perché gli alberi perdono le foglie?

Gli alberi di latifoglie d’inverno restanospogli, perché in autunno perdono tutte lefoglie, che seccano e cadono a terra.

Si tratta di un fenomeno di adattamentoall’ambiente: la vita delle piante infatti di-pende dall’acqua disponibile nel terreno,dalla temperatura dell’aria e dalla duratadel giorno.

Nella stagione più fredda le ore di lucesono poche e l’acqua spesso scarseggia.

La pianta reagisce a questi cambiamentilasciando cadere le foglie ed entrando inuna specie di letargo.

Così le sue necessità si riducono di mol-to fino a quando le condizioni miglioreran-no, nel corso della primavera successiva.

J Un sottobosco riccoIl sottobosco ombroso delle latifoglie inestate è abitato da erbe come il senecio eda cespugli come i rovi, che non hannobisogno di tanta luce per vivere.

I fiori come le primule hanno invecebisogno di una maggiore quantità di luce esono quindi più frequenti in primavera:approfittano del fatto che gli alberi sonoancora spogli.

In autunno è facilevedere funghi di varieforme e dimensioni, chespesso crescono vicino adalberi con i quali scam-biano sostanze nutritiveattraverso le radici.

Alcuni funghi sonomangerecci ma molti sonovelenosi. Talvolta inoltre lespecie commestibili equelle tossiche hanno unaspetto molto simile. Perciòè bene non raccogliere maii funghi, a meno di esserein compagnia di personemolto esperte.

J Animali nascostiIl sottobosco delle latifoglieè ospitale per molti insetti,come le formiche e le far-falle, e sono frequentianche i ragni.

Ai margini dei prati, se cispostiamo verso le colline ole montagne, troviamo al-beri riuniti in boscaglie: èun nuovo ambiente, moltodiverso da quello del prato.

Gli alberi sono alti e han-no foglie di forme diverse,ma tutte larghe: perciò sichiamano latifoglie.

La foresta di latifoglie èchiamata anche forestatemperata decidua.

D’estate le grandi fogliefanno molta ombra e impe-discono il riscaldamentodell’aria sottostante. Lepiante assorbono molta ac-qua con le radici, ne usanouna piccola parte (in cui so-no disciolte le sostanze nu-tritive) e restituiscono il re-sto all’ambiente sotto for-ma di vapore acqueo.

L’umidità dell’aria, unitaalla temperatura mite, dàallora un piacevole senso direfrigerio.

Le latifoglie comprendo-no molte specie di alberi; ilpiù comune è il faggio, un

albero che si adatta bene a diversi tipi diterreno e di condizioni climatiche, e perciòprevale su altre specie meno adattabili.

Nei boschi alle quote più basse il faggio èmischiato con querce e castagni. Un po’più in alto si accompagna ad altri grandialberi come il frassino, i cerri e gli aceri.

Salendo ancora di quota il faggio domi-na tutta la foresta, che diventa un boscochiamato faggeta.

4 La foresta di latifoglie

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La parola foresta indica ungrande insieme di alberi ditante specie diverse. In un bo-sco invece gli alberi apparten-gono alla spessa specie (peresempio faggio o castagno).

Ci sono anche boschi artifi-ciali, cioè creati dall’uomo: è ilcaso dei frutteti e dei pioppe-ti, in cui alleviamo alberi perprodurre frutta o legno.

parole nuovebosco e foresta

Un aceroin estate ein inverno.

Questo fungo è velenoso.

faggio

quercia

castagno

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Non è facile invece incontrare gli ani-mali più grandi, che sono pochi e sinascondono tra cespugli e arbusti quandoavvertono la presenza dell’uomo.

È più facile trovare residui del loro pasto(per esempio le noci spaccate da unoscoiattolo), escrementi di forma partico-lare (quelli di lepre, per esempio, hanno laforma di piccole palline) oppure buchi nelterreno che sono usati come tane (peresempio dalle volpi).

Tra gli alberi risuona il cinguettio dimolti uccelli, come il fringuello, o l’insi-stente richiamo della ghiandaia, cheavvisa delle presenze estranee e per que-sto è chiamata «sentinella del bosco».

Sul terreno strisciano le bisce, che preferiscono nascondersi negli angoli più umidi.

J La vita microscopicaNel sottobosco sono molto attivi gli ani-maletti che si cibano di detriti organici,così come i batteri e i funghi decomposi-tori, che vi trovano le giuste condizioni di temperatura e umidità.

Di conseguenza la lettiera, formata ingran parte dalle foglie cadute, viene

DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

rapidamente degradata aformare humus.

Anche se non li vediamo,possiamo accorgerci dellapresenza di questi organi-smi dall’abbondanza ditronchi e foglie marcescentie dall’intenso odore di funghi tipico del bosco.

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Molti secoli fa le foreste dilatifoglie ricoprivano granparte del territorio italiano.

Nella Pianura padana peresempio c’erano enormi bo-schi di querce, che i Longo-bardi tagliavano per trasfor-marle in terreno agricolo.

Intorno all’anno 800 Car-lo Magno pubblicò un edittoper far cessare questa prati-ca: non voleva che scompa-rissero del tutto le grandi fo-reste in cui amava andare acaccia con i feudatari.

lo sapevi?

Questi funghi crescono sullefoglie cadute, contribuendoalla loro decomposizione.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

glie diventano rade, assumono dimen-sioni più piccole (per proteggersi megliodal freddo) e infine spariscono: un chiarosegnale dell’impossibilità di adattarsi allecondizioni climatiche sempre più dure.

Il larice, comune nel nord Italia maassente nel centro-sud, è simile al pino eall’abete ma d’inverno perde le foglie.

Perciò in autunno è facile distinguere lacomposizione di una foresta alpina diconifere vista da lontano (figura ): lemacchie gialle sono i larici, mentre le areeverdi sono pini e abeti.

Al centro-sud le latifoglie arrivano finoa quote più alte, perché le temperaturesono più miti. Le aghifoglie invece sonoscarse, fatta eccezione per il pino marit-timo e il pino domestico, che sono diffusilungo tutte le coste.

Le foglie a forma di ago di giorno traspi-rano poco, mentre di notte favoriscono lacondensazione dell’umidità in rugiada: lepiante così resistono bene anche alla man-canza di acqua durante le siccità estive.

J Un sottobosco varioNella foresta di conifere la luce filtra inquantità variabile. Dove prevalgono i lariciil sottobosco è più luminoso, perché gliaghi sono di colore verde chiaro e nontroppo fitti. Le zone con pini e abetiinvece sono meno penetrabili alla luce,perché gli aghi sono scuri e molto serrati.

La vegetazione del sottobosco quindipuò variare: se abbondano i larici ci sonomolti fiori, come ranuncoli e anemoni,erbe alte e piccoli arbusti.

Se dominano abeti e pini la forestainvece è più buia; quindi la vegetazionesottostante è scarsa e formata per lo piùda felci, muschi e licheni. Ai margini dellaforesta è facile trovare cespugli di lam-pone e ginepro e ampie zone erbose.

A

Se saliamo di quota, tra i1000 e i 2000 metri di alti-tudine, iniziamo a incon-trare alberi molto diversida quelli visti nella forestadi latifoglie.

Ora le foglie non sonopiù larghe e con belle ner-vature, ma lunghe e strette,coriacee e a punta, comeaghi: e infatti le piantesono chiamate aghifoglie.

Sono dette anche conifereperché i loro organi ripro-duttivi hanno la forma diconi, che seccando diventa-no le pigne che usiamo perle decorazioni natalizie.

Le aghifoglie più comunisono il pino e l’abete,piante «sempreverdi» chenon perdono mai tutte lefoglie, ma le rinnovanocontinuamente: sonoinfatti in grado di soppor-tare condizioni di vita diffi-cili, come la scarsità d’ac-qua e le temperature moltoalte o molto basse.

J Le aghifoglie al nord e al sudLa composizione delle foreste montanecambia molto in Italia con la latitudine.

Nel nord quando si sale di quotaaumentano le aghifoglie, mentre le latifo-

5 La foresta di conifere (o aghifoglie)

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Il profumo che si sente attraversando un boscodi pini è dovuto alle resine, sostanze viscose chegli alberi producono per difendersi dai parassitie per rimarginare le ferite.

Dalla resina si estrae la trementina naturale,usata come diluente e solvente nelle vernici.

lo sapevi?

A

larice

pino

abete

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

con sé mosche e tafani. Isentieri su cui si passeggiain montagna spesso sonoproprio camminamenticreati dagli animali quandosi spostano per cercareerba e acqua.

Lungo la salita, in un an-golo ombroso e un po’ sco-sceso, è facile che si debbaattraversare un torrente.

L’acqua fa piccole e grandi cascateperché lungo il suo corso si accumulanopietre cadute dalle zone più in alto, dovela roccia ha cominciato a sgretolarsi.

A fine primavera,quando i primi caldi fannosciogliere le nevi, l’acqua èabbondante e il guado puòessere difficile.

Le pietre bagnatedall’acqua sono spessoverdastre perché ricopertedai muschi, che amanol’umidità e che le rendonomolto scivolose: attenzionequindi a dove metti i piedi!

Per bere è meglio cercareuna piccola sorgente.

Anche se l’aspetto di unruscello è invitante, infatti,la sua acqua potrebbe giàessere stata sporcata daglianimali che pascolanopoco più su.

J Una fauna che non teme il freddo

Gli animali che abitano la foresta di aghifo-glie hanno quasi tutti una pelliccia per re-sistere al freddo, perché a queste quote l’a-ria è fresca d’estate e gelida d’inverno.

Per incontrare erbivori selvatici come icervi o i caprioli bisogna avvicinarsi sotto-

vento, così che l’aria nonporti verso di loro il nostroodore, mettendoli in allar-me. Con un po’ di fortuna sipossono vedere anche ani-mali più piccoli, come la le-pre e lo scoiattolo.

Nelle zone più soleggiatepuò capitare di imbattersiin una vipera; il suo morso èpericoloso, ma se non ladisturbiamo proseguirà

tranquillamente per la sua strada.Tra i cespugli può fare capolino un ra-

marro dalla pelle verde brillante. Una zonadi terra smossa, come se fosse stata arata,indica il passaggio di un cinghiale che hascavato in cerca di radici e tuberi.

Sopra gli alberi volano spesso corvi ecornacchie, mentre gli uccelli più piccolipreferiscono rimanere tra i rami, per nonesporsi ai pericoli dei predatori.

J A passeggio in montagnaNelle zone prive di alberi i prati in fortependenza sono spesso usati come pascoloestivo per pecore e mucche, che portano

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La vipera si riconosce dallebisce perché la sua testa haforma triangolare e il suocorpo è più corto e tozzo.

Un cervo adulto.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

cui il pascolo è stato sfrut-tato negli anni precedenti.

Le specie più presentinon sono le graminacee,come nei prati di pianura.

Ci sono invece erbe di ta-glia bassa, come i trifogli dimontagna, o piante come ilverbasco e la digitale, cheresistono alle basse tempe-rature e si sviluppano an-che là dove lo strato di ter-reno che copre la rocciamadre è ancora sottile.

Queste piante sono pe-renni, cioè sopravvivono daun anno all’altro grazie al loro adattamen-to alle rigide condizioni ambientali.

Il fusto per esempio diventa spesso sot-terraneo e ogni anno «ricaccia», cioè pro-duce nuovi rami e nuove foglie.

J Verso la vettaPiù in alto dei pascoli si tro-vano i terreni pietrosi, conpoca terra e detriti di variedimensioni caduti dalle pa-reti rocciose.

Tra le piante tipiche diquesto habitat ci sono lesassifragacee (il nome signi-fica proprio «capaci di rom-pere le rocce»), che produ-cono fiorellini colorati.

Per sopravvivere qui lespecie vegetali hanno svi-luppato caratteristiche particolari: radicicorte, fusti striscianti (stoloni) e foglie car-nose riunite a rosetta alla base del fusto.

Se ci lasciamo alle spalle leforeste di aghifoglie e conti-nuiamo a salire, il paesag-gio montano cambia aspet-to e diventa molto spoglio.

Le piante di conifere di-ventano più rade in altaquota. Gli alberi sono sem-pre più piccoli e il troncospesso striscia sul terreno,come nel caso del pino mu-go, per proteggersi dal ven-to freddo e sfruttare al me-glio il calore catturato e poiirraggiato dalle pietre e dal-le rocce.

Oltre i 2000 metri di alti-tudine sono più comuni altri arbusti quasisenza fusto e con i rami che si sviluppanovicino a terra, come il rododendro, con lasua bella fioritura, e il ginepro.

J I prati-pascoloTutto intorno si stendono grandi prateriedi erba bassa. Sono i prati-pascolo, chia-mati così perché nei mesi estivi possonoessere sfruttati per far pascolare il bestia-me d’allevamento.

Bovini e ovini che nel resto dell’anno vi-vono nelle stalle e nei recinti di pianura,con un’alimentazione a base di fieno emangimi, possono così disporre per qual-che mese di erba fresca tutti i giorni.

I pascoli sono sorvegliati dai pastori,con l’aiuto dei cani addestrati a vigilare suimovimenti degli animali.

Quando una zona è stata sfruttata oc-corre spostarsi su altri terreni.

Così le erbe, che le mucche e le pecoretagliano con i denti quasi a livello del suo-lo, potranno ricrescere e formare nuova-mente un prato adatto al pascolo.

Le specie vegetali deiprati-pascolo sono molte evariano a seconda del tipodi suolo: alcune amano dipiù i terreni calcarei, altrequelli ricchi di silice.

La loro distribuzione di-pende anche dalla disponi-bilità di acqua, dalla pre-senza o meno di venti co-stanti e dall’intensità con

6 Gli ambienti di alta quota

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Nei mesi invernali è facile os-servare le impronte deglianimali sulla neve.

Sulle Alpi per esempio gliesperti riconoscono senzadifficoltà le orme dei camo-sci da quelle degli stambec-chi: pur trattandosi di ani-mali di taglia e aspetto simi-le, infatti, essi hanno zoccolidi forma diversa.

lo sapevi?

Un cespuglio di rododendrorosso cresciuto nei pressi di unghiacciaio del Monte Bianco.

Soltanto piccole piante comequesta possono resistere alduro clima dell’alta montagna.

Un alpeggio in alta montagna.

Una piantina sassifragacea.

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

Nelle Alpi sono frequenti icamosci, poco esigenti infatto di cibo, e gli stambec-chi, capre selvatiche dallelunghe corna ricurve.

Questi animali riescono a muoversi su pareti quasiverticali compiendo spetta-colari salti tra le rocce.

Un predatore tipico è l’a-quila, che per vivere e nidifi-care preferisce i versantiscoscesi, senza vegetazione.Si ciba di vipere, di altri uc-celli e di piccoli mammiferi.

Tra le prede dell’aquilac’è anche la marmotta, chequando avverte il pericololancia forti fischi e si rifugianella tana scavata nel terre-no, vicino a un masso.

La tana della marmotta siriconosce facilmente per legrandi dimensioni del bucod’ingresso, ma è bene starealla larga: la marmotta halunghi denti a forma di un-cino per difendersi dagli in-trusi, e il suo morso è moltopericoloso.

Queste piante sono chia-mate pioniere, perché sonole uniche capaci di crescerein queste condizioni diclima e di terreno moltopovero e instabile.

Molte specie vivono cosìstrette le une alle altre daformare veri e propri«cuscinetti» verdi.

Nelle pietraie e sulla roc-cia nuda possono viveresoltanto i licheni, simili asottili spugne ruvide e mul-ticolori, che aderisconoperfettamente alla superfi-cie delle pietre.

Sui nevai e sui bordi dei ghiacciai i liche-ni sono accompagnati da muschi, cheamano l’umidità.

Talvolta si incontrano anche colonie dialghe microscopiche che possono addirit-tura sopravvivere sulla neve e le danno unacaratteristica colorazione rossastra.

J Animali molto specialiIn alta montagna gli animali scarseggianoperché le condizioni di vita sono difficili:scarsità di cibo e acqua, temperature bas-se, presenza di neve per molti mesi.

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Un’aquila al nido sta por-gendo il cibo al suo piccolo.

Un gruppo di licheni cresciutosu una roccia.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

La vegetazione lungo ifiumi è abbondante. Pioppie salici sono le piante piùdiffuse, perché si adattanobene all’elevata umidità deiterreni delle rive. Le erbehanno steli flessibili, capacidi sopportare le correntidovute alle piene.

Gli uccelli come aironi egarzette sono numerosi,perché possono fare il nidoin un ambiente tranquillo.

Nell’acqua vivono numerose specie dipesci come le tinche e le carpe, il luccio e ilgigantesco pesce siluro.

Gli anfibi invece preferiscono le rive conpozze di acqua ferma.

J Le acque fermeLe depressioni del terreno e gli sbarramen-ti naturali, come le morene dei ghiacciai o icrateri di vulcani spenti, sono contenitoriin cui si accumulano le acque piovane osfociano i corsi d’acqua: in questo modo siformano i laghi.

Anche se l’acqua appare ferma, nei laghici sono correnti dovute alle sorgenti, ai tor-renti o ai fiumi che li alimentano.

La fauna è quella dei fiumi, più o menoricca a seconda della profondità dell’ac-qua. Le rive di solito sono affollate da can-ne e giunchi.

Un ecosistema molto interessante èquello dello stagno, un piccolo specchiod’acqua che può formarsi quando parte diun lago si prosciuga, oppure quando unapiccola sorgente riempie gradualmenteuna depressione del terreno.

L’acqua meteorica (che cade cioè dal cielocome pioggia o neve) scende dalle monta-gne sotto l’azione della forza di gravità.

Scorre sulle rocce o si infiltra nel terreno,per poi riemergere più in basso come sor-gente, e alimenta così i corsi d’acqua dolce.

Grazie alla forma a V, le valli raccolgonole acque e le incanalano verso la pianura.

J Le acque correntiI torrenti, tipici della montagna, hanno illetto molto in pendenza e sono perciò ca-ratterizzati da flussi molto veloci, con saltid’acqua tra le rocce (figura ).

La vegetazione sulle sponde è scarsaperché il suolo è inospitale: ci sono mu-schi, felci e alberi poco esigenti, come lebetulle. Nelle acque gelide e cristalline vi-vono pochi pesci, come la trota, e vari tipi

di insetti acquatici.I fiumi si formano in

pianura, quando la pen-denza del terreno diminui-sce (figura ): la velocitàdell’acqua si riduce molto e le rive si allargano per farscorrere i grandi volumid’acqua provenienti dallemontagne.

Le acque fluviali sono piùtorbide rispetto a quelle deitorrenti, perché il fondo di-venta sempre più terroso elimoso, mentre la tempera-tura dell’acqua si innalza.

In queste condizioni ini-zia a svilupparsi il plancton,un insieme di organismimicroscopici che è un anel-lo essenziale della catenaalimentare.

B

A

7 La vita in acqua dolce

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L’acqua meteorica è dolce,cioè priva di sali, perché derivadalla condensazione delle mo-lecole di H2O che si trovano al-lo stato di vapore nell’atmo-sfera. Quando poi scorrononel suolo le acque meteorichesciolgono i minerali e si arric-chiscono di sali, che trasporta-no nei fiumi fino al mare.

parole nuoveacqua dolce

L’acqua pio-vana si accu-mula sotto-terra nellefalde acqui-fere; più avalle emergedalle sorgentio nei pozzi.

A

B

Se un lago è molto esteso (come nel caso deilaghi Maggiore e di Garda) la grande massad’acqua rende più mite il clima, e la vegeta-zione locale lo dimostra: si possono coltivareanche alberi come l’olivo, che altrove difficil-mente sopravvivono così a nord.

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

muove con la stessa agilitàsul terreno e nell’acqua.

Gli uccelli che vivonovicino allo stagno, comequelli che abitano le paludie le lagune, hanno caratte-ristiche particolari.

Gli aironi per esempiohanno il becco e le zampelunghi, per rovistare tra ilfango alla ricerca di cibocamminando senza bagnarsi le piume.

Le anatre invece hanno il becco largo ele zampe palmate, per strappare facil-mente le piante acquatiche e per nuotareagilmente nei canneti.

Il fondo dello stagno, più ancora di quel-lo del lago, è scuro e ricoper-to di melma, un miscuglio diterra e sostanze in decom-posizione.

Il materiale organico pro-dotto continuamente dairesidui di vegetali e animalisi deposita sul fondo e nonviene rimosso da onde ocorrenti.

Qui l’ambiente è idealeper lo sviluppo di batteri efunghi saprofiti: si nutronodi organismi morti e lidegradano a sostanze sem-plici, liberando gas chedanno ai luoghi «stagnanti»il loro tipico odore.

Le acque dello stagno sono poco pro-fonde e ferme, quindi mai fredde: unhabitat ideale per lo sviluppo di un grannumero di organismi capaci di vivere incondizioni sia terrestri sia acquatiche.

Le paludi e le lagune hanno vegeta-zione e fauna simile a quella degli stagni.

Nelle paludi l’acqua è molto bassa e nel-le lagune è salmastra, cioè un po’ salata,perché si mescola con quella del mare.

Nell’acqua ricca di plancton e sulle rivesi trovano particolari tipi di vegetali che sisviluppano in altezza: canne, giunchi etife. Queste piante hanno radici fitte esuperficiali, e possono crescere sia all’a-sciutto sia nell’acqua.

Ninfee, lenticchie e ranuncoli d’acquacoprono la superficie stagnante, galleg-giando grazie all’aria immagazzinata neitessuti di fusti e foglie.

Ci sono poi le idrofite, piante che vivonocompletamente sommerse e sono in gradodi fare la fotosintesi clorofilliana usandol’anidride carbonica disciolta nell’acqua.

In mezzo a tanta vegetazione vivono in-setti come zanzare e libellule, che popola-

no l’acqua in forma di larve.Gli anfibi, rane e rospi,

sono presenti nelle loro treforme di sviluppo: gli am-massi gelatinosi delle uova,i girini dalla coda scattantee gli animali adulti.

Tra i rettili è frequente labiscia d’acqua, che si

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Questa rana ha appena cattu-rato una grossa libellula.

La nitticora, uccello simile all’airone, si può osservarecon facilità nelle zone umide,comprese le risaie.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

J Dentro l’acquaIl mare poco profondo chebagna la costa è il regnodelle alghe: se ne cono-scono migliaia di specie,che insieme ad altre pianteacquatiche formano il fito-bentos, una fascia vegetalepiù o meno fitta che cir-conda la base sommersadei continenti.

Come i vegetali terrestrile alghe si alimentanofacendo la fotosintesi, e inquesto modo rifornisconocontinuamente l’acquamarina di ossigeno e disostanza organica.

La fauna cambia con iltipo di costa. Tra gli scogliabbondano i molluschi,come le patelle e i mitili,che vivono in agglomeratiattaccati alla rocce, dove batte l’onda.Sulle rocce, sopra e sotto il pelo dell’ac-qua, si spostano crostacei come i granchi.

Sotto la superficie vivono i ricci di marericoperti di aculei, che bisogna fare atten-zione a non pestare. Tra le rocce som-merse trovano rifugio piccoli pesci, spessoriuniti in branchi, e polpi.

Se la costa è sabbiosa il fondale nonoffre appiglio per i molluschi e gli echino-dermi, né riparo per i crostacei.

Il fondale allora è anche meno frequen-tato dai pesci, che vi passano soltantooccasionalmente in cerca di cibo, mentrepuò essere affollato di meduse trasportatedalle correnti.

La sabbia del bagnasciuga è cosparsa diresidui di conchiglie, che erano gusci dimolluschi e sono stati trasportati a rivadalle onde.

La temperatura dei nostri mari varia poconel corso dell’anno, perché l’acqua siriscalda e si raffredda molto più lenta-mente dell’aria.

Le zone costiere godono perciò anched’inverno di un clima mite, il che favoriscelo sviluppo delle specie vegetali che for-mano la macchia mediterranea.

Le piante più diffuse sono sempreverdie sclerofite, cioè con foglie piccole e coria-cee, che trattengono bene l’acqua senzafarla evaporare. Ne sono esempi cespugli earbusti come il corbezzolo, il rosmarino eil cisto o alberi come il pino marittimo,l’olivo e il leccio.

Le piante della macchia mediterraneaemanano aromi molto intensi, per richia-mare gli insetti impollinatori o per tenerealla larga i parassiti.

Gli animali della macchia devono sop-portare bene il caldo dell’estate.

Gli insetti come formiche, grilli e scara-bei sono protetti dal tegumento, unospesso rivestimento isolante.

Tra i cespugli si muovono lucertole etartarughe, piccoli mammiferi come topi

e conigli, pochi grandimammiferi come cinghialie mufloni.

Nell’aria si librano uccel-li pescatori, soprattuttogabbiani, e piccoli rapacicome il falco pellegrino.

In riva al mare, a pocadistanza dal bagnasciuga,le spiagge sono colonizzateda piante psammofite, cioècapaci di vivere nella sab-bia, che si adattano all’altaconcentrazione di sale nel-l’acqua del terreno.

8 Sulla costa e nel mare

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La posidonia è una pianta chepopola i fondali del Mediterra-neo. Purtroppo negli ultimidecenni ha molto sofferto acausa dell'inquinamento edella pesca con le reti a stra-scico: oggi sopravvive soltantoin alcune zone molto ristrette.

Una piantapsammofita.

Il polpo èmoltocomune neinostri fondali.

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

Il fitoplancton, formatoda alghe unicellulari (comele alghe verdi e le diato-mee) e da batteri e funghi,è infatti alla base di tutte lecatene alimentari negliambienti acquatici.

La sostanza organicaprodotta dal fitoplanctonserve da nutrimento per lozooplancton formato daprotozoi, piccolissimi cro-stacei, meduse microscopi-che, uova e larve di insetti.

Dello zooplancton sinutrono poi animali piùgrandi, come i pesci e imolluschi, che a loro voltasono preda di uccelli e dipesci carnivori di dimen-sioni via via maggiori.

Alcune specie di balenehanno come unica fonte dinutrimento proprio il krill,cioè i piccoli gamberettiche fanno parte dello zoo-plancton.

Gli animali più grandidel pianeta Terra sopravvi-vono quindi cibandosi dianimali che sono tra i piùpiccoli della natura.

J Nel mare profondoNell’enorme distesa del mare aperto ibranchi di pesci piccoli, come le sardine ele acciughe, sono cacciati dai grandi pesci

come il tonno o il pescespada, e dai mammiferimarini come i delfini.

In profondità le condi-zioni ambientali sono par-ticolari: la temperatura del-l’acqua si abbassa, la pres-sione aumenta e la lucescarseggia, quando non èdel tutto assente.

Anche nelle acque più limpide la radia-zione solare non riesce a penetrare per piùdi 50 metri circa: quindi a profondità mag-giori la vita vegetale scompare del tutto.

Nell’habitat degli abissi sopravvivonosoltanto pesci e molluschi che si cibano didetriti organici come le carcasse dei pescimorti, che dalle acque superficiali scen-dono sul fondo.

J La base invisibile della catena alimentare

Nelle pagine precedenti, parlando delleacque dolci, abbiamo già menzionato ilplancton: un insieme di piccoli organismi,spesso così minuscoli che non possiamodistinguerli a occhio nudo nemmeno met-tendoci la maschera sott’acqua.

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Le microscopiche e bellissimediatomee sono un compo-nente tipico del fitoplancton.

Un branco di tonni.

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

LE COSE DA RICORDARE

Completa il riassunto del capitolo con queste parole-chiave:

La ______________ è l’insieme delle parti del pianeta Terrache sono abitate dagli organismi viventi: essa comprendetutta l’idrosfera e una parte dell’______________ e della litosfera.

Gli organismi vivono adattandosi alle caratteristiche delloro ______________, che è l’insieme degli elementi nonviventi (come suolo, aria e acqua) e dei fattori del clima in un certo luogo.

Oltre agli habitat naturali esistono oggi molti habitat____________________________, cioè creati o modificati dall’uomo,come le città o i campi coltivati.

In ogni luogo gli esseri viventi e il loro habitat formano un__________________________, al cui interno ogni elemento convive con gli altri in una fitta rete di relazioni e interazioni.

Negli ecosistemi le relazioni più importanti sono quelle di tipo__________________, perché ogni organismo ha bisogno di nutrirsi per sopravvivere e per riuscire quindi a ______________.

Il ciclo della materia in un ecosistema è rappresentato dalle______________ alimentari, di cui fanno parte i ______________(le piante che fanno la fotosintesi), i consumatori (gli animaliche si nutrono direttamente o indirettamente di piante),e i ____________________________ (che trasformano le sostanzeorganiche in sostanze inorganiche).

Gli ecosistemi sono dinamici, ma in opportune condizioni essiraggiungono un ____________________ che si mantiene nel tempo.

Gli ambienti naturali terrestri più comuni in Italia sono, inordine di altitudine: il ______________, la foresta di latifoglie, laforesta di ______________ (o conifere) e le praterie di alta quota.

Gli ambienti di acqua dolce (che comprendonoil fiume, il lago e lo ______________) e l’ambientedel mare ospitano ecosistemi in cui le catenealimentari sono basate sul ______________,che è un insieme di minuscole forme di vitavegetale e animale.

aghifoglie

alimentare

artificiali

atmosfera

biosfera

catene

decompositori

ecosistema

equilibrio

habitat

plancton

prato

produttori

riprodursi

stagno

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DGli ambienti naturali e gli ecosistemi in Italia

1 La biosfera comprende:a soltanto le terre emerseb la litosfera e l’atmosferac tutta l’idrosferad soltanto gli esseri viventi

2 L’equilibrio di un ecosistema:a non cambia maib può cambiare, per esempio in seguito a un incendioc cambia soltanto dopo milioni di annid non si raggiunge mai, per colpa dell’uomo

3 Un campo coltivato a foraggio per gli animalid’allevamento:a è un prato naturaleb non ha bisogno dell’intervento dell’uomoc non può essere considerato un pratod è un prato artificiale

4 Le latifoglie comprendono soltanto alberi che: a hanno foglie piccole e coriaceeb perdono le foglie durante l’estatec hanno foglie piuttosto larghed non perdono mai le foglie, cioè sono sempreverdi

5 Per combattere insetti parassiticome la dorifora, gli agricoltoripossono: [DUE RISPOSTE GIUSTE]G utilizzare altri insetti, nemici

naturali del parassitaG incendiare i propri campi,

uccidendo così gli insettiG utilizzare mezzi chimiciG effettuare la raccolta in fretta,

prima che gli insetti facciano danni

6 Gli alberi perdono le foglie:[DUE RISPOSTE GIUSTE]G perché fa troppo caldoG perché le foglie sono troppo numeroseG per superare meglio la stagione invernaleG perché fa freddo e l’acqua scarseggia

7 Le conifere o aghifoglie:[DUE RISPOSTE GIUSTE]G hanno fiori molto

profumati e coloratiG producono le pigneG producono frutti carnosiG sono alberi resinosi

8 Le piante chiamate sclerofite: [DUE RISPOSTE GIUSTE]G sono caratteristiche della macchia mediterraneaG sono in grado di vivere con le radici nell’acquaG sono caratteristiche dei boschi freddi e umidiG sono in grado di resistere a lunghi periodi di siccità

9 Associa a ciascuno dei seguenti termini la parola corretta tra: acqua, aria, roccia e vita.

biosfera ..................

litosfera ..................

idrosfera ..................

atmosfera ..................

10 Completa questa frase scrivendo le tre parolemancanti.

Le piante verdi, grazie alla ......................... clorofilliana,sono organismi ..............................., cioè autosufficienti,che producono il proprio ................................... a partireda materiale inorganico.

11 Associa a ciascuno dei seguenti organismila corretta posizione nella catena alimentare di cuifanno tutti parte, scegliendo tra: produttore,consumatore primario, consumatore secondario,consumatore terziario, decompositore.

bruco .................................................................

fungo .................................................................

gallina .................................................................

insalata .................................................................

uomo .................................................................

12 Identifica, sottolinea e correggi i tre termini erratinella frase seguente.

Le paludi (che hanno acqua più alta rispetto agli stagni)e le lagune (in cui l’acqua è salmastra cioè un po’ dolce,perché si mescola con quella del mare), hannovegetazione e fauna simile a quella degli oceani.

LO SAI? conoscenze: verifica ciò che hai imparato

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Gli ambienti naturali e gli ecosistemi in ItaliaD

13 Questo disegno mostra una catena alimentare incui manca un anello: sai aggiungere al posto giustoil nome o il disegno di un organismo adeguato?

14 Sai dire quali sono i principalidecompositori, e spiegare perchésono così importanti?

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15 I prati artificiali non servono soltanto perl’agricoltura, ma possono anche avere altrefunzioni: sai elencarne qualcuna?

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16 Sai spiegare perché nell’Italia centrale emeridionale la foresta di latifoglie arriva adaltitudini maggiori rispetto a quanto avvienenell’Italia settentrionale?

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17 Le conifere sono piante adatte alla vita nei climifreddi. Secondo te esse diventano più numerose e fitte man mano che si sale di quota, oppure no? E sai spiegare perché?

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18 Sai dire che differenza esiste traun torrente e un fiume?

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19 Sai spiegare perché nelle regioni affacciate sul Mediterraneo il clima è più mite rispetto alle zone continentali interne?

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20 Nel mare sai dire qual è la base (spesso invisibile a occhio nudo) della catena alimentare?

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LO SAI FARE? competenze: osserva e prova a formulare ipotesi

se hai dubbi ripassa il sugli esercizi paragrafo

1, 9 1

2, 10, 11, 14 2

3, 5, 15 3

4, 6 4

7, 16 5

13, 17 6

12, 18, 7

8, 19, 20 8

.................... delpianeta Terra

gli esseri viventiinteragiscono

con il loro.......................

la latitudinee l’..................

nella ricercadel cibo

.............alimentari

LA BIOSFERA

clima

acqua.............

torrenti,fiumi,laghi estagni

acquasalata

...............

prato

naturaleo

................

foresta

dilatifoglie

o di.............

di altaquota

tra loro

al cui interno

per esempio

dando origine allee quindi varia con

che in Italia può essere

che cambiaa seconda del

mappa dei concetti Completa la mappa scrivendo le parole che mancano:

è l’insiemedi tutti gli

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Idee per insegnare le scienze conTibone FACCIAMO SCIENZE seconda edizione © Zanichelli 200820