Gli alpini e la bandiera olimpica Sped. in a. p. - art. 2 ... · scritto in un campo di prigionia...

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Sped. in a. p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - filiale di Milano - Anno LXXXV - N. 3 Marzo 2006 Mensile dell’A.N.A. Gli alpini e la bandiera olimpica

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Marzo 2006Mensile dell’A.N.A.

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23 - 2006

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

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Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 28 febbraio 2006Di questo numero sono state tirate 389.272 copieEditoriale

Lettere al Direttore

Consiglio DirettivoNazionale dell’11 febbraio

Nikolajewka: celebrazioni aBrescia, Piacenza e Colico

A Isola del Gran Sasso in memoria dei Caduti del btg. L’Aquila

Aspettando l’Adunata:– Ortigara, montagna

della trasfigurazione, di Tullio Vidulich

14-20

12-13

8-11

6

4-5

3 – Ordine di sfilamento– Itinerari per Asiago– L’Adunata che vorrei,

di Cesare Lavizzari

La riunione dei giovani del 1° rgpt.

Alpini in armi: – il rientro della Taurinense– Ca.S.T.A.

Il Tricolore sul Fitz Roy

Operazione Mozambico

Rubriche34-47

29

26-28

22-25

21

marzo 2006Sommario

IN COPERTINA

Alla cerimonia di inaugurazione delle olimpiadi a Torino agli alpini è toccato il privi-legio di issare la bandiera a cinque cerchi (nella foto ANSA). Un privilegio meritato:

senza nulla togliere alle altre specialità, abbiamo la convinzione che gli alpini hanno lecarte a posto per rappresentare perfettamente lo spirito olimpico, fatto di valori, ge-nerosità e lealtà. I componenti del plotone d’onore erano dodici alpini (otto uomini equattro donne), originari di diverse regioni italiane. Con grande emozione, ma fieri dirappresentare l’Italia e tutti gli alpini, hanno condotto mirabilmente la cerimonia, fa-cendo onore ai 1.300 loro commilitoni impiegati come fondamentale supporto all’or-ganizzazione dei giochi. Alpini e alpine del Comando Truppe Alpine hanno curato la pre-parazione dei tracciati di gara, garantito il soccorso sulle piste, il trasporto delle dele-gazioni, rimosso la neve in accesso e trasportato quella che serviva per riattivare le pi-ste, hanno costituito un servizio di pronto intervento in tante circostanze e curato ilbollettino della neve attraverso Meteomont.Un indispensabile supporto all’organizzazione delle olimpiadi è stato dato anche da ol-tre cinquecento volontari della nostra Associazione. Hanno assicurato la sorveglianzadei siti di gara, il controllo delle persone agli accessi, la vigilanza dei parcheggi e deidepositi di materiali di emergenza (come gruppi elettrogeni e torri-faro). La loro è sta-ta un’opera silenziosa quanto preziosa, svolta con grande spirito alpino.

A i berretti con visiera e lo stemma dell’ANAsono state aggiunte …le cravatte: una verde,

una rossa e una blu, disseminate di penne, co-me si vede nella fotografia. Sono di seta, moltoresistenti. Cappelli (ce n’è uno in tela ed uno inpile) e cravatte possono essere richiesti diret-tamente alla sezionedi appartenenza, cheprovvederà a smistarel’ordine ai competen-ti uffici della Sedenazionale. Berrettie cravatte possonoessere richiesti dachiunque sia socio ANA. �

Cravatte e berretti ANA

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I l Crocifisso può stare nelle aule scolasti-che e negli uffici pubblici: “È simbolo divalori civili”, ha sentenziato il Consiglio

di Stato, l’organo di consulenza giuridico-amministrativa, che ha posto così la parolafine a una lunga battaglia condotta da unafinlandese sposata con un italiano e resi-dente ad Abano Terme. La signora aveva chiesto la rimozione delCrocifisso dalla scuola frequentata dai figli,in virtù del concetto di laicità dello Stato edel rispetto di chi professa altre religioni, onessuna. Il Consiglio di Stato le ha dato torto chiu-dendo – per ora – una vertenza analoga aquella avviata per la prima volta cinque an-ni fa da un sedicente portavoce delle chiesemusulmane in Italia. Nel frattempo c’erano stati episodi di scon-certante conformismo in qualche scuolaelementare, come la sostituzione del prese-pe con babbo natale e canti tradizionalisoppiantati da asettiche filastrocche, secon-do una opinabile concezione del politica-mente corretto: episodi che denotano unaprecaria identità culturale.Il Consiglio di Stato ha decretato che la di-fesa del Crocifisso “si basa sul fatto cherappresenta valori civilmente rilevanti,ovvero valori che soggiaciono ed ispiranoil nostro ordine costituzionale, fondamen-to del nostro convivere”. Già, l’identità culturale. La nostra è pla-smata dal diritto romano, dalla matrice cri-stiana, dall’umanesimo, dal Rinascimento,dall’Illuminismo e dal faticoso camminoverso l’unità avviato con il Risorgimento:valori che vanno difesi ancora oggi, perchéalcuni sono scomparsi, altri non sembranoessere definitivamente acquisiti e general-mente condivisi.

Noi riteniamo, per esempio, che la leva ob-bligatoria sia uno di questi valori, soprattut-to per i giovani: basta guardarsi attorno percomprendere il vuoto che questa scuola divita ha lasciato in mezzo a loro, privi diprecisi punti di riferimento. Ancora: è di qualche settimana fa la depe-nalizzazione del vilipendio della Bandiera,un’offesa al simbolo più alto della Patria ri-dotta a una sorta di infrazione stradale,senza neppure la riduzione di punti dallapatente di cittadino.Del resto, cosa possiamo dire se perfino laPreghiera dell’Alpino ha subito il contrac-colpo d’una sconcertante accondiscenden-za ad un malinteso multiculturalismo reli-gioso che mortifica e penalizza? Non c’èniente di più universale della preghiera, eniente di più soggettivo del mistero del qua-le ogni creatura si sente circondata nel dia-logo con il Soprannaturale, un fenomenoche segna il cammino dell’uomo e lo svi-luppo della sua civiltà. È un dialogo cheappare perfetto quando preghiera liturgicae preghiera personale si fondono. Ma è un equilibrio che appare spezzato: glialpini intendono difendere “la nostra mille-naria civiltà cristiana” contro chiunque laminacci, mentre l’Ordinariato militare hadepennato dalla liturgia questo passaggio.E allora gli alpini, come i calabroni che nonsapendo d’essere negati al volo dalle leggidell’aerodinamica volano lo stesso, conti-nuano a recitare la Preghiera così come fuloro tramandata, anche se liturgicamente ècambiata.Per esporre come prima il Crocifisso c’è vo-luta una decisione del Consiglio di Stato;che sia necessario un altro pronunciamen-to per rimettere liturgicamente a posto an-che la nostra Preghiera? **

I calabronie gli alpini

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lettere al direttore

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TESTIMONIANZA

Quel giardino profanato

� Un “amico” alpino

Sono un vostro “amico” apparte-nente a una famiglia dove tanti

sono stati alpini. Mi creda, caro di-rettore, non ci sarà mai nessun arti-colo di Statuto che potrà impedir-mi di indossare il cappello alpino,di credere, vivere, pensare, agirequello che per me è indivisibile:“Cappello alpino=animo alpino=va-lori alpini=alpinità”. Pur non essen-do diventato alpino sono nato alpi-no e morirò alpino. Faccio mio – pa-rafrasandolo - il motto dell’Aduna-ta di Parma: “...ma un Ferri alpinoci sarà sempre”.

Marco Ferri - Casteggio (PV)

Mi sono limitato ad estrarre la vee-mente parte finale dalla sua vee-mente lettera. Una sola considera-zione: vorrei che tanti alpini, cosìtiepidi verso l’ANA, meditassero sulmessaggio lanciato da questo arti-gliere campale dall’animo profonda-mente alpino.

� Quel cappello merita rispetto

Tra le bancarelle di una fiera no-tai sul tetto della macchina di

un ambulante un cappello alpinopiuttosto “vissuto” con lo stemmadel 5° alpini, nappina rossa e varie

medaglie commemorative. Era po-sto in vendita a 10 euro e apparte-neva a un alpino andato avanti.L’ho comprato e l’ho appeso nellanostra sede. Però, che tristezza!

Adriano LacchinGorgonzola (MI)

Un uomo muore del tutto quandoscompare anche il suo ultimo ricor-do. Tu, capogruppo ANA, hai fattoun’opera altamente meritoria: haisottratto all’oblio la memoria di unalpino. Ti auguro di poter risalire alnome del possessore: sarebbe la ra-diosa conclusione di questa tristestoria alpina.

� L’asilo Sorriso

Ho visitato la mostra fotograficadell’UNIRR sulla campagna di

Russia: interessante e valida. Le im-magini lasciano non pochi pensierinei visitatori. Alla fine della mostraci sono foto di monumenti dedicatia chi non è tornato; mi sono detto:“Ma qui ne manca uno!”. Manca ilmonumento che canta, che vive interra di Russia: il nostro asilo a Ros-sosch.

Severino Menon

Hai ragione: è un particolare che for-se è sfuggito agli organizzatori. Daquesta rubrica lancio loro l’invito a

prendere contatto con la redazioneche provvederà, se lo ritengono op-portuno, ad inviare la necessaria do-cumentazione.

� Alpini, ragione di vita

Ho chiuso il 2005 con venticin-que raduni, pochi per il mio

cuore, ma è impossibile partecipa-re a tutti. Se non esistessero questecerimonie non avrei più lo scopo divivere. Sono le cose che mi tengo-no in vita, anche se le lacrime spes-so scendono, mi sento orgogliosadi partecipare anche alla mia età: il15 gennaio ho compiuto 85 anni.

Delfina Bellinetti De SantiIvrea (TO)

Che lei sia sempre presente lo so,perché lei mi manda una cartolinada ogni località sede di cerimonie al-pine ove interviene. Venticinque par-tecipazioni all’anno sono un primatoche molti più giovani di lei (e di me)non possono certo vantare. Le augu-ro di continuare così ancora a lungo.

� Diario di prigionia

Il tempo, nostro nemico, ci ha ru-bato il pensiero dei tanti Caduti e

Reduci, orgoglio della nostra Asso-ciazione. Il gruppo vive nel propriocontesto le emozioni dei ricordi e ilnostro giornale diventa oggetto diriflessioni stimolando la nostra cul-tura associativa. Un nostro sociomi ha dato in visione il diario di suopadre, da tempo andato avanti,scritto in un campo di prigionia te-desco. Per tanti motivi le chiedo dipubblicarne uno stralcio: è lo scrit-to di un soldato che amava l’Italia.

Alvaro Jacone - Avezzano (AQ)

I tuoi sono pensieri che inducono ameditare anche se il ricordo dei Ca-duti e dei reduci non si è affatto affie-volito; almeno tra noi alpini. Quantoal diario, non posso pubblicare per-ché L’Alpino non pubblica mai fattipersonali. Ma ti invito a inviarlo alnostro Centro Studi, se il tuo amico èd’accordo, affinché possa essere con-sultato anche dai non pochi studentiche preparano tesi di laurea.

Assieme ad alcuni amici faccio parte del comitato per le onoranzedei Caduti in Russia. Siamo riusciti a realizzare un giardino nella zo-

na della Tomba di Nerone, sulla via Cassia, intitolata appunto a quei Ca-duti. Orbene, ho dovuto constatare che vandali senza nome hanno da-to alle fiamme la targa dedicatoria, la corona di fiori dei familiari e laBandiera offerta dal fratello di un Caduto. Non mi è rimasto altro chedenunciare il fatto ai carabinieri e segnalare il sacrilegio al presidenteCiampi e al sindaco Veltroni.

Silvano Leonardi - Roma

So con quanto amore e con quanta fede tu e i tuoi amici, tra i quali credoci sia anche l’amico Roberto Stocchi, avete realizzato quel giardino; L’Al-pino ne parlò a suo tempo. Immagino il dolore che hai provato nel ve-derlo profanato e bene hai fatto ad agire come hai agito; il presidenteCiampi e il sindaco Veltroni sono persone sensibili: mi auguro che il tuogrido di dolore sia da loro ben accolto. Tienici informati.

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� A Cuneo, dopo 36 anni

Finalmente si ritorna a Cuneo do-po l’adunata del 1971: come di-

menticare la calda accoglienza, lasfilata tra i fiori e la pioggia di car-toncini colorati con i nomi di tutti ireparti allora in vita? Desidero ri-cordare due alpini della Valcamoni-ca inquadrati nella Cuneense: il ge-nerale Palazzi, in Russia coman-dante del “Borgo San Dalmazzo” edon Turla, cappellano del “Saluz-zo”, rientrato dalla prigionia sovie-tica nel 1946. Dimenticavo: nel 1971non erano ancora comparsi gli im-becilli trabiccolari.

Pierfranco GiacomelliBreno (BS)

Sono lieto che tu, lombardo, abbiaapprezzato la scelta del CDN per l’a-dunata del 2007. Sfilando a Cuneo ri-corderemo con maggior forza le oltre13.500 penne mozze della Divisionemartire. Se lo meritano, così comenon si meritano l’insulto dei trabicco-lari che, spero, capiscano quale inde-licatezza sia la loro discutibile pre-senza in un simile frangente.

� “L’alpino cormonese”

Ti invio la nostra piccola pubbli-cazione, “L’alpino cormonese”,

che, senza pretese, vuole racconta-re a tutti i soci del gruppo quelloche facciamo durante l’anno. Ag-giungo anche la copia del 2004, pri-mo anno di uscita del periodico.

Claudio Iacuz - Cormons (GO)

Onore al merito. Le pubblicazioni deigruppi hanno la stessa dignità delleriviste delle sezioni e de L’Alpino.Bene hai fatto a inviarne una copiaper l’esame da parte della commis-sione per il premio “Stampa alpina”:quello che conta è lo spirito alpino dicui sono permeate e non la loro dif-fusione o il numero delle pagine.

� Quella fascia azzurra

Sono un reduce dalle battaglie diWarwarowka e di Nikolajewka.

Vedo in TV e sui giornali, L’Alpino

Sfilare con i commilitoni?La nostra Associazione deve molto a migliaia di alpini che operano

con dedizione all’interno di gruppi e sezioni, ma temo che non po-chi iscritti non vivano la vita del proprio gruppo. Forse vivono l’alpi-nità in altra forma. All’adunata suppongo che questi alpini non abbianomolto da condividere con i compagni che sfilano al loro fianco. Peròmoltissimi avrebbero tante cose da dirsi, avrebbero la possibilità di in-contrare commilitoni, se potessero sfilare per reparti di appartenenzae non per sezioni.

Giancarlo Cortella - Vercelli

La sfilata per reparti omogenei fu attuata in un’adunata di alcuni lustri fa,ma l’esito non fu positivo. Invece, sfilare per sezioni concorre a consoli-dare i legami che uniscono gli alpini di uno stesso gruppo livellando quel-le lievi asperità che, fatalmente, insorgono nella vita di tutti i giorni. Anchetra gli alpini.

TESTIMONIANZA

compreso, personaggi sempre inprimo piano con una fascia azzurradel tutto simile a quella dei nostriufficiali. Nei miei ricordi mi sovvie-ne di un ordine cavalleresco deiBorbone di Napoli. In tal caso cosaci faceva tale sciarpa nella nostrarievocazione di Nikolajewka a Bre-scia? Alberto Crespi - Trento

Nessuna nostalgia dei Borbone. Sitratta di un riconoscimento dato aipresidenti di provincia per dar lorovisibilità accanto ai sindaci. A mio parere sarebbe stato opportu-no mettere una sottile striscia trico-lore sull’azzurro per evitare di pen-sare che si tratti di ufficiali non piùin servizio.

Dichiarazione dei redditi:possibile destinare un 5 per mille dell’Irpef

alla Fondazione ANA Onlus

Grazie a recenti provvedimenti in materia di legislazione finanzia-ria è possibile d’ora in avanti destinare, oltre all’8 per mille (alloStato, alla Chiesa cattolica, ecc.) un ulteriore 5 per mille dell’Irpefa organizzazioni senza fini di lucro. La Fondazione ANA Onlus rien-tra tra quante possono ricevere questo ulteriore contributo.Chiunque, iscritto all’ANA o anche non iscritto, può indicare que-sto ulteriore contributo nella sua prossima dichiarazione dei red-diti, precisando il numero di codice fiscale che è 97329810150.

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consiglio direttivo nazionale

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Consiglio Direttivo Nazionaledell’11 febbraio 2006

1. - INTERVENTI DEL PRESIDENTE... gennaio: 14/15,Saluzzo: commemorazione Caduti della Cuneense – 20mattino, Trento: 30° “alpinizzazione” del btg. genioIseo; sera, Sospirolo (BL): incontro con il gruppo – 21,Belluno: arrivo fiamma olimpica – 22, Solighetto (TV)63° Nikolajewka – 24, Trieste: per la riconsegna dellamedaglia d’Oro alla figlia del tenente Giani, caduto inAlbania - 28, Piazzo (BI) 63° Nikolajewka e assembleadi gruppo - 29, San Candido: apertura Ca.STA – feb-braio: 2, Cuneo: arrivo fiamma olimpica – 4, Valdobbia-dene: riunione presidenti del 3° rgpt – 5, Vigolzone(PC) 63° Nikolajewka - 6, Asiago: incontro con Galan,presidente della Regione Veneto – 8, Milano: incontroin sede nazionale con il presidente della sezione diMassa Carrara, Rolla.2. - ... E DEI VICE PRESIDENTI: Brunello: a Vicenza in-contri per l’adunata: 23 gennaio con l’assessore Do-nazzan e il 1° febbraio con il nuovo prefetto – Sonzo-gni: gennaio: 15, Olmo al Brembo (BG) per trofeo Niko-lajewka – 29, San Pellegrino: 63° Nikolajewka – 28, Bre-scia: 63° Nikolajewka – febbraio: 3, San Candido: chiu-sura Ca.STA – 4, Giaveno (TO): saluto ai volontari alleOlimpiadi – 5, Colico (LC): 63° Nikolajewka – 7, Berga-mo: serata con i Lyons.3. - ADUNATA ASIAGO. Vecchio: treni tradotta: man-cando adesioni, non saranno allestiti – Conferenzastampa: l’11/5/2006 a Vicenza nella sede della Provin-cia – Messa del sabato: sarà officiata dal vescovo di Pa-dova in zona Sacrario (scelta del CDN con voto unani-me) – Gorza: per i collegamenti radio occorre dispor-re delle radio veicolari delle sezioni - Perona: a causanoti problemi logistici, saranno ammessi solo i mulidella sez. Vittorio Veneto – Spiller: per la salita all’Orti-

gara del sabato le sezioni sceglieranno pochi rappre-sentanti, con vessillo, in grado di salire sulla neve dalLozze alla Colonna mozza.4. - CISA. Perona: i lavori del convegno, indetto dallasede nazionale, non possono essere intralciati da pro-grammi collaterali.5. - CONTRIN. CDN all’unanimità autorizza il presiden-te nazionale a vincolare per 25 anni la sua destinazionea rifugio alpino e a delegare la sottoscrizione di atti peril completamento della richiesta di concessione edili-zia, per il progetto di potenziamento della centralinaelettrica e della vasca di captazione delle acque.6. - COMMISSIONI. Botter (servizi ANA): Poste Italianespa intende emettere una cartolina sugli alpini con lo-go ANA; Perona: si autorizza solo previo esame delbozzetto completo – Martini: il 19 marzo sarà conferitouno speciale riconoscimento all’alpino Sebastiano Pa-russolo di Sernaglia della Battaglia (TV) per la sua atti-vità a salvaguardia della montagna – Soravito (Manife-stazioni): la Provincia di Udine chiede di far conoscereai giovani cosa l’ANA ha fatto in occasione del terre-moto del ‘76 – Propone al CDN la visita all’Ospedale dacampo in occasione della seduta del 22/4/06 a Berga-mo – Gorza (P.C.): il Dipartimento vieta l’impiego di vo-lontari per le prossime elezioni – Legambiente ha chie-sto se l’ANA intende partecipare alle due giornate daltema: “Spegniamo il fuoco”, a giugno e “Puliamo il bo-sco”, a ottobre. CDN approva.7. - IVECO. La “Torcia olimpica” della Iveco, partita daMarsala, ha avuto il sostegno di tutte le sezioni inte-ressate, con una sola eccezione.8. - MESTIZIE. A fine gennaio è deceduto Gaetano To-mada, presidente della sezione di Melbourne. �

Al vice direttore del TG5 e con-duttore dello speciale “Terra”Toni Capuozzo la commissio-

ne disposta dal Consiglio direttivonazionale ha assegnato il “Premiogiornalista dell’anno”, il riconosci-mento che l’Associazione Naziona-le Alpini assegna al giornalista, allatestata giornalistica o radiotelevi-siva che nel corso dell’anno abbia-no evidenziato nei loro servizi l’at-tività degli alpini, facendone risal-tare la storia, le tradizioni e i valori.Questa la motivazione del premio a

Toni Capuozzo: “Per la determina-zione con la quale ha sostenuto gliideali dell’Associazione NazionaleAlpini ed il costante impegno di in-viato speciale a fianco dei nostri sol-dati nelle missioni di pace”.Il premio sarà ufficialmente conse-gnato a Toni Capuozzo sabato 13maggio, ad Asiago, nel corso del-l’incontro del sindaco e delle altreautorità regionali e provinciali conil presidente e i consiglieri naziona-li dell’Associazione Nazionale Alpi-ni. �

Il “Premio giornalista dell’anno” 2005a Toni Capuozzo, vice direttore del TG 5

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CALENDARIOMANIFESTAZIONI

1/2 aprileIMPERIA – 10° CONVEGNO ITI-NERANTE DELLA STAMPA AL-PINA

2 aprileVALLECAMONICA – 40° CAM-PIONATO ANA DI SLALOM GI-GANTE A PONTE DI LEGNO

8 aprileLECCO – Concerto di Pasqua econsegna borse di studio C. Pe-droni.

9 aprileCASALE MONFERRATO – Festadei veci classe 1930.PAVIA – Pellegrinaggio al tempiodella fraternità a Cella di Varzi.

16 aprile SARDEGNA – 22° anniversario difondazione della sezione Sarde-gna.

17 aprileGORIZIA – 41° raduno sezionalesul monte Quarin, a Cormons.

21/22/23 aprileSALUZZO – Raduno sezionale aPaesana.

22 aprileGIORNATA DELLA SOLIDARIETÀA BERGAMO

23 aprilePINEROLO – Manifestazione diprimavera.PISA/LUCCA/LIVORNO – A Por-cari inaugurazione monumento aiCaduti alpini e intitolazione di unapiazza agli Alpini.GENOVA – Pellegrinaggio al San-tuario della Madonna della Guar-dia.

23/24 aprileCIVIDALE DEL FRIULI – Campio-nato sezionale di tiro a segno.

29/30 aprileBERGAMO – A Ponte San Pietro32° campionato sezionale di tiroa segno con carabina e 22° conpistola.CIVIDALE DEL FRIULI – Radunosezionale a Togliano.ACQUI TERME – Consegna vessil-lo alla nuova sezione da parte delpresidente nazionale Perona.

30 aprileCADORE – Raduno sezionale aDomegge di Cadore.BRESCIA – Corsa in montagna aPolaveno.

D al 31 maggio al 4 giugno la sezione di Modena organizza un pellegri-naggio al Ponte di Perati, sul confine greco-albanese. È un’occasioneper commemorare tutti i Caduti e, in particolare, per ricordare la me-

daglia d’Oro al Valor Militare, colonnello Gaetano Tavoni, comandante del9° Alpini della divisione “Julia”, uno dei protagonisti delle vicende bellichedella Campagna di Grecia.È prevista la partenza in pullman da Modena per Ancona, con imbarco sultraghetto per Igoumenitsa. Per ulteriori informazioni contattate la sezioneANA di Modena, tel. e fax 059/342901. �

In pellegrinaggio a Perati

AVito Peragine il Consiglio Di-rettivo Nazionale ha assegna-to una targa d’argento ricordo

dei suoi 50 anni di iscrizione. È l’u-nico consigliere nazionale in caricache abbia raggiunto questo tra-guardo: Peragine, affettuosamentechiamato da tutti “don Vito”, iscrit-to dal 1955 alla sezione di Napoli, fuco-fondatore del gruppo di Bari equindi della sezione, di cui fu a lun-go presidente.Nella foto: il presidente nazionaleCorrado Perona mentre legge a Pe-

A Vito Peragine un riconoscimento del CDN

D omenica 2 aprile 2006 alle ore17, presso il Conservatorio diMusica Giuseppe Verdi di Mila-

no, il Coro A.N.A. di Milano terrà unconcerto dedicato a don CarloGnocchi in occasione del cinquan-tesimo anniversario della morte.Don Carlo Gnocchi uomo di fede,uomo di carità e uomo d’azione.Così lo ricordano i suoi alpini checon Lui hanno sofferto la tragediadella Campagna di Russia; così loricordano i suoi mutilatini, oraadulti; così lo ricordano quanti dal-la sua opera hanno avuto motivo disperanza e di fiducia per la propriavita segnata dal dolore fisico e mo-rale. Il Coro ANA sempre alla ricerca del-le motivazioni più generose per lasua attività, ha raccolto la racco-mandazione e vuole dedicare allaPro Juventute questo concerto ri-proponendo quei canti che gli alpi-

Concerto del Coro ANA di Milanonel 50º della morte di don Gnocchi

ni cantarono attorno al fuoco neipochi momenti di riposo in terra diRussia. Canti e leggende delle no-stre montagne e canti dolorosi del-la guerra che ricordano i luoghi del-le barbarie e delle maledizioni.L’ingresso è gratuito, su presenta-zione del coupon di prenotazioneche è possibile ritirare ai seguentiindirizzi:

ASSOCIAZIONE NAZIONALEALPINI – SEZIONE DI MILANOVIA V. MONTI, 36TEL. 02/43900063

FONDAZIONEDON GNOCCHIPIAZZALE R. MORANDI, 6TEL. 02/40308900/11

SEGRETERIA CORO ANA TEL. 02/[email protected]

ragine la motivazione del ricono-scimento. È con (da sinistra) il col.Segata del Comando Truppe alpinee il vice presidente vicario VittorioBrunello. �

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BRESCIAL’anniversario di Nikolajewka, labattaglia che consentì al nostri sol-dati di rompere l’accerchiamento echiudere una eroica quanto tragicacampagna di Russia, è stato comme-morato da tante nostre sezioni e datanti gruppi. È un appuntamento annuale che, co-me quello sull’Ortigara, sul Pasubioe sul Colle di Nava rende onore alletre divisioni alpine Julia, Tridentinae Cuneense che scrissero un’epicapagina di sacrificio nella storia del-l’Italia. La commemorazione ufficiale sisvolge a Brescia e, come è ormaiconsuetudine, ha coinvolto anchealcune scuole dove sono stati orga-nizzati incontri degli studenti con ireduci. Nella tarda mattinata, al cimiteroVantiniano, c’è stata la deposizionedi corone al monumento ai Caduti.C’era il Labaro, scortato dal vicepresidente vicario Vittorio Brunello,dal vice comandante delle Truppealpine generale di divisione Frigo edai consiglieri nazionali Cason, La-vizzari, Munarini, Rocci, Spiller eRossi (che è anche il presidente del-la sezione di Brescia), autorità citta-

dine e provinciali e – presenze ormaitradizionali alla cerimonia di Brescia– l’addetto navale dell’ambasciatarussa a Roma, colonnello VlacheslavShchesnovich (giunto a Brescia ac-compagnato dalla moglie Victoria,dal figlio Alexander e dalla figlia Ol-ga), e l’addetto militare colonnelloVladimir Medvedkov (con la moglieTatiana e la figlia Alexandra). Erano rappresentate, oltre a quelladi Brescia, 14 sezioni: Bergamo, Salò,Vallecamonica, Venezia, Monza, Ve-

rona, Cadore, Bari, Padova, Vicenza,Abruzzi, Milano, Conegliano e Geno-va. Presente il sindaco di Brescia conil gonfalone e il sindaco del comunedi Castenedolo con il gonfalone, cit-tadina nella quale si svolgerà que-st’anno l’adunata sezionale. Nel pomeriggio, a Mompiano, all’isti-tuto per miodistrofici “Niko-lajewka”, costruito dagli alpini dellasezione per onorare i Caduti di Rus-sia, deposizione di corone e offertadell’olio per la lampada perenne.

L’anniversario della battaglia celebrato dalle nostre sezioni e dai gruppi

Nikolajewka, per Passa il Labaro scortato dal vicepresidentenazionale vicario Vittorio Brunello.

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r non dimenticare

Alle 17,30, in Duomo, il vescovomonsignor Francesco Beschi ha ce-lebrato una Messa, accompagnatadai canti del Coro Alte Cime, ed al-l’omelia ha esaltato i valori degli al-pini, il loro spirito di sacrificio e lasolidarietà di cui sono capaci. La rievocazione della campagna diRussia si è svolta all’AuditoriumSanta Barbara. È stato il momento dell’incontro coni reduci; particolarmente significati-vo e cordiale quello di Nelson Cenci

con il colonnello Shche-snovich. Il vice presidentevicario Brunello ha parlatodel sacrificio dei nostri al-pini e del loro senso deldovere. Ha anche ripreso iltema del rispetto dovutoalla Bandiera, il cui vilipen-dio è stato recentementederubricato come reato ela pena ridotta a una sem-plice contravvenzione.

* * *

L’offerta del pane da parte di un reduce durante la Messa in Duomo.

Nelson Cenci, Medaglia d’Argento al Valore Militarecon il colonnello Vlacheslav Shchesnovich.

Momenti della ritirata. A destra il generale Reverberi.

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PIACENZANikolajewka è stata commemorataanche a Vigolzone, sezione di Pia-cenza, per le sezioni dell’Emilia Ro-magna, presente il presidente nazio-nale Corrado Perona. Circa tremila gli alpini, accorsi an-che dalla Lombardia e dalla Liguria,con 11 vessilli e 94 gagliardetti, rap-presentanze delle altre associazionid’Arma, i gonfaloni di molti comunipiacentini, il presidente della Pro-vincia Gian Luigi Boiardi e per il Co-mune di Piacenza l’assessore Erne-sto Carini. Dopo l’alzabandiera inpiazza gli alpini hanno sfi-lato per la cittadina pre-ceduti dal Corpo bandisti-co di Ponte dell’Olio finoalla chiesa di San Mario. Il sindaco Mario Chiesa,alpino, ha commemoratola battaglia di Niko-lajevka, evento drammati-co che ci aiuta a rifletteresui fondamentali valori al-pini. Dopo un breve saluto delpresidente della sezioneBruno Plucani, il presi-dente nazionale Peronaha sottolineato l’impor-tanza del sacrificio per ri-scoprire i valori della pa-ce e della solidarietà, aiu-

tando i vivi per onorare i morti.Dopo i saluti, la Santa Messa in suf-fragio di tutti i Caduti in terra di Rus-sia, concelebrata dal parroco donCesare Lugani e da don Sergio Di-donè, presidente della FondazioneDon Gnocchi, accompagnata daicanti del coro Montenero di Pontedell’Olio. Al termine si è formato un corteo fi-no al monumento ai Caduti, dove èstata deposta una corona. In chiusu-ra il capogruppo di Vigolzone Gaeta-no Morosoli ha ringraziato autoritàe alpini e ha letto la lettera inviataper la circostanza dal 93enne monsi-gnor Enelio Franzoni, Medaglia d’O-ro al Valor Militare, reduce di Russia.

* * *

Il lungo corteo di tremila alpini con 11 vessilli e 94 gagliardetti.Sotto: il presidente nazionale Corrado Perona sfila in testa al corteo.In basso: l’onore ai Caduti.

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COLICOEra tradizione che alla celebrazionedi Nikolajewka a Colico il discorsoufficiale lo dovesse tenere l’avvoca-to Peppino Prisco, uno dei soli treufficiali del battaglione L’Aquilascampati alla morte, in Russia. Peppino è andato avanti, ma la suapresenza è stata ancora molto senti-ta dai 1.500 alpini riuniti per onorarei Caduti, con nove vessilli (Colico,Tirano, Sondrio, Lecco, Como, Ao-sta, Brescia, Vicenza, Bassano) e 94gagliardetti. C’erano 18 rappresentanze di asso-ciazioni d’Arma, tanti cittadini e tan-ti ragazzi delle scuole elementari emedie. L’Associazione era rappre-sentata dal vicepresidente naziona-le Giorgio Sonzogni, con i consiglierinazionali Bionaz e Bernardi (che è ilpresidente della sezione di Colico)e, presenza tradizionale e gradita,Beppe Parazzini. Terra di alpini,questa dell’alto Lago, di sentimentialpini: lo dimostra la partecipazio-ne, con quello di Colico Milo Crespi,di altri diciannove sindaci delle pro-vince di Como, Lecco e Sondrio. Epoi il prefetto Carlo Fanara, il presi-dente della Provincia Virginio Bri-vio, il questore Matteo Turillo, il ge-nerale Celeste Rossi, tante altre au-torità, i comandanti dei carabinieri,della guardia di Finanza, della Fore-stale, i presidenti delle comunitàmontane e tanti altri. Poi, tutto co-me da cerimoniale: sfilata, celebra-zione della Messa officiata da don

Flavio Crosta, don Luigi Bianchi epadre Lino Gurini, corteo fino al mo-numento ai Caduti e discorsi del vi-ce presidente Sonzogni, di Bernardi(“Solo i popoli che non ricordanocadono ancora nell’errore”), del sin-

daco, del prefetto e di Parazzini, chesi è rivolto ai giovani invitandoli a“fare fatica e ad avere il senso del-l’orgoglio, perché sono le unichestrade per fare qualcosa nella vita,come sanno bene gli alpini”. �

Lo schieramento delle autorità. Il presidente nazionale era rappresentato dal vice presidente Giorgio Sonzogni. Sotto: reduci della campagna di Russia e un momento della lunga sfilata.

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“A come Alpini… A comeAbruzzo”. Con queste paro-le il presidente Perona, visi-

bilmente commosso, ha iniziato ilsuo intervento al termine dell’impo-nente sfilata a Isola del Gran Sasso.Effettivamente era così: c’erano tan-ti alpini da tutta Italia, ma soprattut-to c’era tutto l’Abruzzo.In una splendida giornata di sole,circondate dalle vette innevate esplendenti dell'anfiteatro naturaledei monti Camicia, Prena, Branca-stello, Aquila, Corno Grande e Cor-no Piccolo, migliaia di penne neredomenica 19 febbraio, grazie all’im-pegno del Gruppo di Isola del GranSasso e della granitica sezioneAbruzzi, hanno voluto ricordare ilsacrificio di Selenyj Jar, dove alpinied artiglieri guadagnarono alla Julial’appellativo di Divisione Miracolo.È forse, quello di Selenyj Jar, l’episo-dio più alto di eroismo puro e disin-teressato che gli alpini hanno sapu-to scrivere nel tragico libro dellaCampagna di Russia.In fondo la Ritirata aveva, per gli al-pini, anche uno scopo personale:tornare a casa. E gli alpini hanno

combattuto oltre ogni immaginazio-ne per rompere il cerchio di ferro edi fuoco nel quale erano stati strettia causa del cedimento del fronte te-nuto da altre divisioni e da altri eser-citi.A Selenyj Jar non si pensava di tor-nare a baita. Si sapeva di morire. Unpo’ alla volta, a causa dei continuiattacchi del nemico e del freddo af-frontato senza ricoveri e senza alcu-na preparazione del terreno.Ma gli alpini hanno resistito per ol-tre un mese, in buche scavate nellaneve con l’elmetto, coperti dal solotelo tenda, respingendo attacchi suattacchi ad ogni ora del giorno e del-la notte. E non hanno perso un solo metro di

Migliaia di penne nere a Isola del Gran Sasso per commemorare i Caduti del battaglione L’Aquila

A Selenyj Jar non si pensava di tornare ma di morire

Da sinistra a destra: sfila la sezione Abruzzi. L’onoreai Caduti e uno scorcio della sfilata nella cittadina.

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terra. Sapevano che dal loro com-portamento dipendeva la salvezzadei fratelli delle altre Divisioni. Ehanno resistito contro ogni aspetta-tiva; persino contro ogni logica.Lo hanno fatto perché questo com-pito era capitato a loro in sorte masapevano che i fratelli degli altri bat-taglioni si sarebbero comportati allostesso modo. È la legge delle genti dimontagna: compiere il proprio dove-re sempre, perché c’è sempre qual-cuno che su di te fa affidamento.E gli alpini de L’Aquila questa leggela conoscevano bene. L’avevano im-parata fin da bambini sulle monta-gne abruzzesi dove la vita è dura co-me su quelle lombarde o piemontesio venete.Del battaglione L’Aquila solo tre uffi-ciali tornarono a casa: Prisco, Fossa-ti e Vitalesta. Dei 1.600 alpini partiti,solo 150 rividero le montagne d’A-bruzzo. L’epopea del quadrivio di Selenyj Jarè una lezione di senso del dovere edi amore purissimo che va seguita,difesa e raccontata con ostinazione,in una società dalla memoria sem-pre più corta. È quello che hannofatto i reduci che non hanno chiestoniente per loro, ma solo che si ricor-dasse il sacrificio. E così, anche quest’anno, a Isola c’e-rano due reduci di raro carisma: IvoEmett della 13ª batteria del gruppoConegliano e Carlo Vicentini, delbtg. Monte Cervino. Entrambi hannocombattuto a Selenyj Jar. Hanno negli occhi la malinconia de-gli amici lasciati nella neve, ma an-che la serena consapevolezza diaver compiuto il loro dovere fino infondo: sui campi di battaglia, in pri-gionia, e in Patria nella lunga e duralotta per la conservazione della me-moria.Sono felici, oggi, glielo si legge negliocchi. Hanno vinto la loro battaglia.Gli alpini, stretti intorno a loro, ri-cordano e pretendono che questamemoria sia conservata anche dalleIstituzioni. Sorridono, i nostri redu-ci, perché sanno di aver dato il lorozaino di memorie e di valori a uomi-ni con le spalle forti che saprannoportarlo e passarlo a loro voltaquando saranno stanchi.E questa è la legge degli alpini …

(c.l.)Foto di Mariolina Cattaneo

“N ikolajewka non fu solo ilcompimento di una im-presa formidabile, ma an-

che il disperato e deciso rifiuto del-la rassegnazione alla fatalità; rap-presentò la vittoria della forza divolontà sulla sorte avversa”. Con queste parole il gen. AlbertoPrimicerj, comandante della divi-sione “Tridentina” (la divisioneconfigurata come comando per lapianificazione e l’impiego in opera-zioni), ha reso omaggio ai Caduti eai reduci della battaglia che pose fi-ne all’accerchiamento delle truppeitaliane in Russia, nel gennaio del1943. Il 63° anniversario di Nikolajewka èstato celebrato dal Comando Trup-pe alpine alla caserma Lugramani diBrunico, dove erano schierati – conle rispettive Bandiere di guerra – tre

Nikolajewka:l’anniversario celebrato a Brunico

reggimenti alpini, ideali successoridelle tre divisioni alpine schieratenella campagna di Russia. Alla com-memorazione erano presenti nume-rosi alpini della Sezione di Bolzano,autorità locali, rappresentanti di as-sociazioni combattentistiche e d’Ar-ma.È stata una cerimonia austera, cheha reso onore ai Caduti di allora eun servizio agli alpini che oggi por-tano la stessa divisa e lo stessocappello, perché se è vero che alpi-ni si nasce, è altrettanto vero an-che che alpini si diventa anche co-noscendo e rispettando i valori e letradizioni del Corpo. Nelle foto: la celebrazione della S.Messa nel cortile della caserma ela deposizione della corona al mo-numento ai Caduti da parte delgen. Primicerj. �

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Ortigara: Montagnadella trasfigurazione

Nel giugno del 1917 decine di battaglioni si contesero duramente quel baluardo lasciando sul terreno migliaia di Caduti

D al 10 giugno al 29 giugno 1917si svolse sull’Ortigara una del-le battaglie più cruente e san-

guinose della prima guerra mondia-le. Padre Giulio Bevilacqua che pre-se parte a quella battaglia con il gra-do di tenente del battaglione MonteStelvio, nel 1920 sacerdote (e poicardinale), in occasione della primaAdunata dell’Associazione Naziona-le Alpini e dell’inaugurazione sulla

cima dell’Ortigara della colonnamozza con la scritta “Per non di-menticare”, pronunziò una vibrantee indimenticabile orazione peronorare la memoria dei Caduti, incui fra l’altro disse: “Qui non vi èpietra non sacrata dal crisma delsangue; non vi è roccia che su le la-stre più sensibili non abbia fissatal’ombra di esseri che volavano e nonavevano le ali...” E così concluse:“Ortigara! Cattedrale degli Alpini!Momento zenitale del sacrificio uma-

no! Monte della nostra trasfigurazio-ne! Incubo e sogno delle nostre notti!Anima insanguinata dell’umana ani-ma alpina”.

* * *Nel giugno di 88 anni fa, sull’Alto-piano di Asiago, iniziava l’offensivadella 6ª Armata italiana per scaccia-re gli austro-ungarici dalla podero-sa catena settentrionale – impernia-ta su Cima Portule - Cima Dodici -Monte Ortigara – il cui possesso co-stituiva una continua minaccia ver-

DI TULLIO VIDULICH

In questa pagina e a pagina 16 due foto ineditescattate sull’Ortigara il 6 settembre 1920, da Cri-stiano Domenico Bonomo, bisnonno di MassimoBonomo, attuale presidente della sezione di Asiago.

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so la pianura veneta. La potente of-fensiva italiana, condotta con gran-de determinazione e slancio me-diante una serie di attacchi sangui-nosi, densi di eroismo e di immensisacrifici, si concluse con un tragicoesito per le unità italiane.L’accanita resistenza dei valorosiavversari, abbarbicati su posizioniper natura molto forti, rese ancorapiù insidiose dalle opere difensive,costituì un ostacolo durissimo per ireparti attaccanti la cui azione ebbeil suo tragico epilogo con il sacrifi-cio di migliaia di alpini, che cadderosul Monte Ortigara, altare di mi-gliaia di anime semplici e generose. Migliaia di Caduti, migliaia di di-spersi, migliaia di soldati mancantiall’appello dopo i drammatici diu-turni assalti contro quelle posizionivicine al cielo, insanguinate dai sol-dati dei due eserciti in lotta.Fanti, alpini, granatieri, bersaglieri,artiglieri, cavalieri, genieri, soldatidei servizi logistici, dovettero af-frontare oltre al fiero avversario, di-sagi di ogni genere, che misero adurissima prova il loro spirito e laloro capacità di resistenza. Il nome del Monte Ortigara compar-ve per la prima volta sui bollettinidi guerra italiani alla fine del giugno1916, dopo che si era esaurita la po-tente offensiva austro-ungarica, no-ta col nome di “Strafexpedition”. Inquei giorni le fanterie italiane con-dussero con grande impeto una se-rie di violenti attacchi, con l’intentodi riconquistare le difese avversarieancoratesi sulla dorsale Monte Or-tigara - Cima Dodici - Cima Portule.Nella notte del 30 giugno i battaglio-ni alpini “Bassano”, “Sette Comuni”,“Val Cenischia”, “Monviso”, “MonteArgentera”, “Monte Saccarello”,“Morbegno”, “Val Maira”, “Civida-le”, “Val Natisone”, “Monte Matajur”attaccarono la linea di resistenza

austriaca imperniata sul Passo del-l’Agnella - Monte Ortigara - MonteCampigoletti - Monte Chiesa - Mon-te Forno. Contro Cima Ortigara ven-nero lanciati due battaglioni del 6°reggimento Alpini, il “Bassano” e il“Sette Comuni”, i quali, dopo san-guinosi assalti, con incrollabile te-nacia, giunsero fino sotto la trinceanemica di quota 2.105 dell’Ortigara,ma sottoposti ad un fuoco inferna-le, decimati e ridotti a poche centi-naia di uomini, dovettero ritornaresulle loro posizioni.Dopo il lungo e nevoso inverno ilComando supremo italiano, nel giu-gno del 1917, preparò un’altra gran-de offensiva per scacciare il nemicodall’Altopiano e puntare su Trento.La nuova offensiva venne assegnataalla 6ª Armata del generale Mam-bretti, costituita appositamente perquella operazione. L’azione princi-pale fu affidata al XX Corpo d’Arma-ta che, forte di 180.000 uomini e 700pezzi di artiglieria, aveva il compitodi conquistare l’estrema dorsalenord dell’Altopiano (Cima Dodici,Monte Ortigara, quota 2.007).Sul fronte opposto erano schieratela 6ª Divisione e la 18ª Divisione au-striache, e più a sud, la 22ª Divisio-ne Schützen.Sul Monte Ortigara, fulcro della bat-taglia, la difesa era costituita da unrobusto sistema trincerato poten-ziato da reticolati su più ordini,campi minati e postazioni di mitra-gliatrici sistemate in caverne di roc-cia. I preparativi vennero portati atermine ai primi di giugno. L’iniziodell’attacco fu fissato per il 10 giu-gno.Alle 5.15 del 10 giugno entraroronoin azione le artiglierie scaricandouna valanga di fuoco sulle trinceenemiche, ma la fitta nebbia che ave-va avvolto il terreno non consentìdi colpire con precisione le posta-

zioni ed i reticolati. Alle ore 15.00 glialpini della 52ª Divisione iniziaronol’attacco contro le posizioni nemi-che: sulla destra muoveva la colon-na del generale Di Giorgio con i Bat-taglioni “Sette Comuni”, “Verona”,“Bassano”, “Monte Baldo”, “Vald’Arroscia”, “Monte Mercantour”,“Monte Clapier”, “Val Ellero”; sullasinistra, a ovest del Monte Ortigara,la colonna del colonnello Cornarocon i Battaglioni “Mondovì”, “Ce-va”, “Vestone”, “Monte Bicocca”,“Valle Stura”, “Val Tanaro”. In casodi bisogno erano disponibili i Batta-glioni “Monte Stelvio”, “Tirano”,“Monte Spluga”, “Monte Saccarel-lo”, “Val Dora”, “Cuneo” e “MonteMarmolada”.Immediata fu la reazione del nemi-co che con le mitragliatrici e le arti-glierie aprì un fuoco micidiale sulvallone dell’Agnellizza e sulle pen-dici dell’Ortigara costringendo glialpini a strisciare fra i sassi e a ripa-rarsi dentro ai crateri prodotti dagliscoppi delle granate. Fra i sassi, suiroccioni scoperti, sui reticolati in-tatti cominciarono ad ammassarsimorti e feriti. Gli alpini però non sipersero d’animo. Guidati dai lorocomandanti, in mezzo a quell’infer-no, continuarono ad avanzare ver-so il nemico. I Battaglioni “Bassa-no”, “Sette Comuni” e “Monte Bal-do”, al prezzo di gravissime perdite,risalendo le aspre scarpate roccio-se, sotto le sventagliate delle mitra-gliatrici e sotto un furioso tempora-le, irrompendo attraverso i reticola-ti, dopo una furibonda lotta corpo acorpo, conquistarono il Passo del-l’Agnella, quota 2.003 e quota 2.101ubicate a est del Monte Ortigara. IlBattaglione “Bassano”, su quota2.003, catturò duecento austriacima, a causa dei sanguinosi assalti,perdette il comandante di battaglio-ne, tre comandanti di compagnia e

LLLLUUUUSSSS IIII AAAANNNNAAAA RRRROOOOAAAANNNNAAAA RRRROOOOTTTTZZZZOOOO CCCCOOOONNNNCCCCOOOO

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due battaglioni, il “Valtellina” , il“Monte Stelvio” e, dopo durissimalotta, sotto un terribile bombarda-mento di ogni calibro, alle 6.40 ven-ne conquistata. Caddero in nostremani più di mille soldati. Anche inquesta eroica giornata i Battaglioni“Monte Saccarello”, “Monte Baldo”,“Bassano”, “Verona” , “Sette Comu-ni” , “Monte Stura” e la Brigata difanteria “Piemonte”, diedero il lorogeneroso ed efficace contributo perla conquista della quota 2.105 del-l’Ortigara dando prova di elevatovalore ed immenso spirito di sacrifi-cio.Ostacolati da ogni parte, gli alpinifurono sottoposti ad un implacabilefuoco di repressione con pezzi diogni calibro ma, nonostante la rab-biosa reazione dell’avversario, glialpini si consolidarono nelle trinceenemiche, nelle buche aperte dallegranate, sfruttando ogni più piccoloanfratto del terreno. Resistetteroper cinque giorni a quell’inferno diferro e di fuoco, abbarbicati sulla ci-ma consacrata dal sangue versatodi centinaia di loro fratelli.Il nemico non si diede per vinto,l’Ortigara era troppo importanteper la difesa dell’Altopiano e così ilFeldmaresciallo Ludwig Gengingerpreparò un contrattacco con trup-pe scelte e ben addestrate. Alle ore2.30 della notte del 25 giugno iniziòl’attacco violentissimo contro gliitaliani che occupavano l’Ortigara.

Sulla petraia marto-riata dalle bombe, il-luminata dalle fiam-mate terrificanti deilanciafiamme, rico-perta da nubi di gasasfissianti, si con-sumò il sacrificio de-gli alpini e dei fanti.Dal buio sbucaronoall’improvviso le“pattuglie d’assalto”nemiche, armate dibombe a mano e lan-ciafiamme. Dopo unaresistenza disperatala vetta insanguinatadell’Ortigara, trasfor-mata in un enorme ci-mitero di soldati, ri-cadde in mano au-striaca.

Più a lungo resistettero i difensoridi quota 2.101, ma dopo reiterati as-salti del nemico, il caposaldo passòin mano avversaria. La lotta fu ac-canita, dalla baionetta al corpo acorpo, sino a precipitare avvinghia-ti giù nei ripidissimi canaloni chescendono in Valsugana.Nei giorni successivi si fecero nu-merosi tentativi per riconquistarele posizioni perdute, ma senza otte-nere successo: ormai il destino del-l’Ortigara era fatalmente segnato.I 22 battaglioni alpini che partecipa-rono alla battaglia, insieme alle Bri-gate Regina e Piemonte, persero461 ufficiali dei quali 17 comandan-ti di Battaglione e 12.700 fra Caduti,Dispersi, feriti e prigionieri. In tota-le la 6ª Armata perse 28.000 uominifra Caduti, Dispersi, feriti e prigio-nieri su circa trecentomila soldati.Sebbene l’offensiva italiana controle formidabili posizioni austro-un-gariche non raggiungesse i risultatiprefissati, la Battaglia dell’Ortigara,nel quadro generale della guerra,servì a frenare la opprimente mi-naccia nemica verso la pianura vi-centina e contribuì ad impegnarenel settore trentino una notevolemassa di soldati austriaci a tuttovantaggio delle operazioni su altrifronti.Su quelle aspre montagne alpini,fanti e Kaiserjäger hanno scritto pa-gine di storia eroica che non sonodimenticate. �

nove comandanti di plotone. Perquesta azione il “Bassano” si guada-gnò la medaglia d’Argento al valormilitare.La colonna del colonnello Cornaro,dopo aver conquistato il Corno del-la Segala nei pressi di Monte Campi-goletti, dovette arrestarsi davantiad un secondo ordine di reticolatiche trovò ancora intatti. Alcuni re-parti della colonna riuscirono a rag-giungere le pendici di Monte Campi-goletti, ma verso le ore 17 dovette-ro arrestarsi a causa delle gravi per-dite subite, fra cui quelle del co-mandante del battaglione “Mon-dovì”, gravemente ferito, di tre co-mandanti di compagnia, morti e digran parte degli ufficiali morti o fe-riti.Era l’inizio del Calvario dell’Ortiga-ra.Il giorno dopo ripresero gli attacchiverso Monte Ortigara e il Passo diVal Caldiera: per quattro giorni eper quattro notti fu un tragico sus-seguirsi di assalti corpo a corpo, dicolpi di mano, di avanzate e ripiega-menti. Gli austriaci non davano tregua.Quota 2.101 che sbarrava la via al-l’Ortigara cambiò bandiera tre vol-te mentre la cima dell’Ortigara sem-brava sempre più imprendibile.Il giorno 19 giugno alle ore 6 delmattino, in una bella giornata di so-le, la vetta dell’Ortigara venne at-taccata con azione convergente da

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1° SETTORE: Inizio sfilamento: ore: 07.30

• 1ª Fanfara militare;• Reparti Alpini di formazione con bandiera;• Gruppo Ufficiali e Sottufficiali delle TT.AA. in servizio;• Gonfaloni di Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comu-

ni dell’Altipiano, Comune di Asiago;• 2ª Fanfara militare;• Labaro dell'Associazione Nazionale Alpini;• Alpini decorati, mutilati e invalidi su automezzo;• Rappresentanza I.F.M.S. e Militari stranieri;• C.C.I.O. (Centro Coordinamento Interventi Operativi) del-

la P.C.;• Ospedale da Campo.

2° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento: ore 07.45

• Alpini di: ZARA – FIUME – POLA;• Sezioni all'estero: SUD AFRICA – GERMANIA – ARGENTI-

NA – AUSTRALIA – BRASILE – CANADA – NEW YORK –PERÙ – CILE – URUGUAY – VENEZUELA – FRANCIA – BEL-GIO – LUSSEMBURGO – GRAN BRETAGNA – NORDICA –SVIZZERA.

3° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento: ore 08.00

• Protezione Civile 4° Rgpt.;• Sezioni del Centro Sud e isole: SICILIA – SARDEGNA –

BARI – NAPOLI – MOLISE – ABRUZZI – MARCHE – LATINA– ROMA.

• Sezioni della Toscana: PISA/LUCCA/LIVORNO – MASSACARRARA – FIRENZE.

4° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento: ore 08.45

• Protezione Civile 1° Rgpt.;• Sezioni del Piemonte: AOSTA – IVREA – BIELLA – VALSU-

SA – PINEROLO – TORINO – CUNEO – MONDOVÌ – CEVA –SALUZZO – ALESSANDRIA – ASTI – ACQUI TERME – CASA-LE MONFERRATO – DOMODOSSOLA – INTRA– VALSESIA-NA – OMEGNA – VERCELLI – NOVARA.

• Sezioni della Liguria: LA SPEZIA – IMPERIA – SAVONA –GENOVA.

5° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento: ore 11.00

• Protezione Civile 2° Rgpt.;• Sezioni della Lombardia: TIRANO – SONDRIO – COLICO –

LUINO – LECCO – VARESE – COMO – MONZA – MILANO –PAVIA – BERGAMO – CREMONA – VALLECAMONICA –SALÒ – BRESCIA.

• Sezioni dell'Emilia-Romagna: BOLOGNESE ROMAGNOLA– MODENA – REGGIO EMILIA – PARMA – PIACENZA;

6° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento: ore 14.00

• Protezione Civile 3° Rgpt.;• Sezioni del Trentino-Alto Adige: BOLZANO – TRENTO.• Sezioni del Friuli-Venezia Giulia: TRIESTE – CARNICA –

GORIZIA – GEMONA – CIVIDALE – UDINE – PALMANOVA –PORDENONE.

• Sezioni del Veneto: VENEZIA – CADORE – BELLUNO –FELTRE – VALDOBBIADENE – VERONA – VITTORIO VENE-TO – CONEGLIANO – TREVISO – PADOVA – VICENZA –VALDAGNO – BASSANO – MAROSTICA.

7° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento ore 17.30

• Protezione Civile sezionale;• Sezione ASIAGO;• Gruppo di 134 bandiere a ricordo dei 134 anni del Corpo

degli Alpini;• Rappresentanza del Servizio d’Ordine Nazionale.

ORDINE DI SFILAMENTODELLE RAPPRESENTANZE E DELLE SEZIONI

PER LA 79ª ADUNATA NAZIONALE - ASIAGO - 14 Maggio 2006

N.B.: I RIFERIMENTI ORARI SONO PURAMENTE INDICATIVI.

Modulo per percorsi stradali arrivi e partenze da Asiago

Per facilitare il compito della polizia municipale di Asiago, delegata all’organizzazione della viabilità sull’alti-piano, le sezioni e i gruppi sono pregati di compilare la tabella che riportiamo qui sotto e farla pervenirequanto prima direttamente alla sezione di Asiago, via Ceresara 1 – 36012 Asiago; tel. e fax: 0424.460333 –

e-mail: [email protected] Per evitare di spedire la pagina del giornale, sarà opportuno fotocopiare la ta-bella e compilarla a parte. La stessa tabella è comunque anche facilmente scaricabile dal sito www.ana.it

La Sezione di ............................................................................... ...............................................................................................

percorrerà l’itinerario nr. ............................................................................... ..........................................................................

numero di veicoli provenienti dalla sezione .........................................................................................................................

tipologia dei veicoli (camper, bus, auto, camion ) ............................................................................... ................................

giorni di partenza dalla sezione .............................................. ora di partenza dalla sezione .............................................

zona di attendamento assegnata (compilazione a cura della sezione Asiago) ..................................................................

giorno di partenza ................................................................ ora di partenza ........................................................................

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183 - 2006

aspettando l’adunata

A D U N A T A N A Z I O N A L E - A S I A G O 2 0 0 6

ITINERARI PER ARRIVARE AD ASIAGO1. - DISPOSIZIONI A CARATTERE GENERALE

Ogni itinerario sarà contrassegnato da un diverso co-lore:

� VERDE: itinerari n. 1 e n. 2;�� BBIIAANNCCOO:: itinerari n. 3, n. 4 e n. 8;� ROSSO: itinerari n. 5 e n.9;� AZZURRO: itinerari n. 6 e n. 7.

Tutti gli autopullman, i camion, i pullmini e i camperche saliranno sull’Altipiano di Asiago per l’Adunata na-zionale dovranno avere sul parabrezza, lato passegge-ro, un cartoncino, 30x20, del colore dell’itinerario as-segnato.Inoltre, tutti gli automezzi sopraddetti di coloro chehanno trovato alloggio nelle Province di Verona, Tren-to e Bolzano, a prescindere dal raggruppamento d’ap-partenenza, dovranno esibire un cartello VERDE.Gli automezzi pesanti di coloro che hanno trovato al-loggio nella pianura vicentina, nelle Province di Pado-va, o di Rovigo dovranno avere un cartello BIANCO.Gli automezzi pesanti di coloro che saranno alloggiatinei dintorni di Bassano del Grappa, o nella Val Brenta,o nelle Province di Venezia o di Treviso, o in Friuli, do-vendo percorrere l’itinerario n.5, o in alternativa, l’iti-nerario n.9, dovranno esibire un cartello ROSSO.Gli alloggiati nella Provincia di Belluno, o nella zona diValdobbiadene, dovendo percorrere l’itinerario n. 6,esibiranno un cartello AZZURRO. Per le autovetture, l’esposizione del cartoncino è fa-coltativa.

2. - ITINERARI ORGANIZZATIPER IL RAGGIUNGIMENTO DI ASIAGO

� ITINERARIO N.1: Autostrada A 22, direzione Bolzano - Trento, usci-ta TRENTO NORD, circonvallazione Nord di Trentofino all’ imbocco della Strada Statale (d’ora in poiS.S.) n. 47, S.S. 47 fino al Lago di CALDONAZZO, stra-da a destra del Lago fino all’ abitato di CALCERANI-CA, S.P. n. 349 direzione VATTARO, Passo della FRIC-CA, CARBONARE, LAVARONE, Passo VEZZENA,ASIAGO. Sarà mantenuto il doppio senso di circola-zione per tutti gli autoveicoli.

� ITINERARIO N. 2: Autostrada A 22, direzione VERONA - TRENTO,

uscita ROVERETO NORD, S.S. 12 fino al bivio diCALLIANO, S.P. n. 350 direzione FOLGARIA, CARBO-NARE, S.P. n. 349 direzione LAVARONE, Passo VEZ-ZENA, ASIAGO. Sarà mantenuto il doppio senso dicircolazione per tutti gli autoveicoli.

� ITINERARIO N. 3: Autostrada A4, direzione MILANO - VICENZA, op-pure direzione PADOVA - VICENZA, bivio Autostra-da A31 da percorrere fino alla uscita di PIOVENEROCCHETTE, S.P. n. 349 da CALTRANO ad ASIAGO.Su questo itinerario, la mattina di domenica 14 mag-gio dalle ore 2 alle ore 10, verrà istituito il senso uni-co di marcia in entrata per tutti gli autoveicoli neltratto CALTRANO - TRESCHÈ CONCA.

� ITINERARIO N. 4: Autostrada A4, direzione MILANO – VICENZA, op-pure PADOVA – VICENZA, bivio Autostrada A 31 dapercorrere fino all’uscita di THIENE – SCHIO, S.P. n.111 “NUOVA GASPARONA” da percorrere da THIE-NE fino alla rotonda per BREGANZE, S.P. n. 69, BRE-GANZE – SALCEDO – LUSIANA – BIVIO PUFFELE –S.P. n. 76, TURCIO – ASIAGO. Sarà mantenuto ildoppio senso di circolazione per tutti gli autoveico-li. Questo itinerario NON può essere percorso daigrossi autopullman a tre assi.

� ITINERARIO N. 5: Autostrada A 4, uscita al casello PADOVA OVEST,S.S.n. 47 fino a BASSANO DEL GRAPPA, S.P. n. 72“DELLA FRATELLANZA” – BIVIO PUFFELE – S.P. n.76 TURCIO - ASIAGO. Sarà mantenuto il doppio sen-so di circolazione per le autovetture, pullmini ecamper. Sarà istituito il senso unico in entrata per autopull-man e camion dalle ore 8 di venerdi 12 maggio, alleore 12 di domenica 14 maggio, nel tratto BASSANO –BIVIO PUFFELE.

� ITINERARIO N. 6: Autostrada A 4, uscita al casello PADOVA OVEST,S.S. n. 47 da PADOVA, a BASSANO, a VALSTAGNA,S.P. n. 73 da VALSTAGNA a FOZA, S.P. n. 76 per ASIA-GO. Itinerario riservato alle autovetture ed ai pull-mini a 9 posti. Sarà mantenuto il doppio senso di cir-colazione.

� ITINERARIO N. 7: S.S. n. 50 da FELTRE a PRIMOLANO (oppure S.S. n.47 da BASSANO a PRIMOLANO), S.P. n. 76 PRIMO-LANO, ENEGO, FOZA, ASIAGO. Sarà mantenuto ildoppio senso di circolazione.

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193 - 2006

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� ITINERARIO N. 8: Autostrada A31, uscita a THIENE - SCHIO, S.P. n. 111“NUOVA GASPARONA” fino alla rotonda per BRE-GANZE, Strada Provinciale per ZUGLIANO – LUGO -CALVENE – MORTISA – M. CORNO BIVIO LUCCA –TURCIO – ASIAGO. Strada riservata alle autovettu-re, pullmini e camper. Sarà mantenuto il doppio sen-so di circolazione.

� ITINERARIO N. 9: MAROSTICA – CROSARA – INCROCIO S. CATERINA– FONTANELLE. Strada a doppio senso di circolazio-ne. Verrà istituito il senso unico in entrata dalle ore8 di venerdì 12.05.06, alle ore 12 di domenica14.05.06, per gli auto-pullman ed i camion da MARO-STICA a CONCO o LUSIANA.

NOTE:Gli itinerari n. 1 e n. 2 hanno numerose varianti inTrentino, diventano obbligatori e saranno controllatidal bivio di CARBONARE ad ASIAGO.L’itinerario n. 3 ha una comoda variante nella S.P. n.349 nel tratto VICENZA – PIOVENE ROCCHETTE.L’itinerario n. 4, nel tratto VICENZA - BREGANZE, hala variante rappresentata dal seguente tracciato: S.S.n. 248 “MAROSTICANA” fino al ponte sul fiume ASTI-CO, Strada Provinciale dalla rotonda, a MIRABELLA, aBREGANZE. Da questa località in poi, il tracciato di-venterà obbligatorio e sarà controllato.L’itinerario n. 5 ha diverse alternative per il raggiun-gimento di BASSANO. Nel tratto BASSANO-ASIAGO di-venterà obbligatorio e sarà controllato.L’itinerario n. 6 sarà obbligatorio e controllato da VAL-STAGNA a ASIAGO.L’itinerario n. 7 sarà obbligatorio e controllato da PRI-MOLANO ad ASIAGO.L’itinerario n. 8 sarà obbligatorio e controllato daCALVENE ad ASIAGO.L’itinerario ARSIERO – PEDESCALA – ROTZO – ROA-NA sarà chiuso al traffico dal giovedì, ore 10, alla do-menica, ore 20 e riservato alla Forze dell’ordine, alPersonale di servizio ed ai mezzi di soccorso.GLI ITINERARI N. 6 E N. 8 NON POSSONO ESSEREPERCORSI DA AUTOPULLMAN E CAMION.

3. - ITINERARI ASSEGNATI AI RAGGRUPPAMENTIO ALLE SINGOLE SEZIONI

Itinerario n.1: Sezione di Bolzano e Gruppi della Sezio-ne di Trento dislocati a Nord del Capoluogo.Itinerariodi riserva dell’itinerario n.2 da usare su disposizionedelle Forze dell’ordine.

Itinerario n. 2: 2° Rgpt. ( Lombardia ed Emilia – Roma-gna), Sezione di Verona, gruppi della Sezione di Trentodislocati a sud del capoluogo.

Itinerario n. 3: autopullman e camion del 1° Rgpt.( Val-le d’ Aosta, Piemonte, Liguria), 4° Rgpt. (Italia centro-meridionale), Sezioni di Valdagno, Vicenza, Padova.

Itinerario n. 4: Sezione di Marostica, autovetture, pul-lmini, camper del 1° Rgpt., autovetture, pullmini ecamper della Sezione di Venezia.Itinerario di riserva per il traffico leggero degli itinera-ri n.3 e n.5 da usare, in caso d’emergenza, su disposi-zione delle Forze dell’ordine.

Itinerario n. 5: autopullman delle Sezioni di Marosticae Venezia, Sezioni di Bassano, Treviso, Conegliano, Vit-torio Veneto, autopullman, camion e camper delle Se-zioni del Friuli- V.G..

Itinerario n. 6: autovetture e pullmini a 9 posti delle Se-zioni del Friuli- Venezia Giulia Itinerario di riserva, dausare su disposizione delle Forze dell’ordine, per il traf-fico leggero delle Sezioni destinate all’itinerario n. 5.

Itinerario n.7: Sezioni di Feltre, Belluno, Cadore, Val-dobbiadene; Itinerario di riserva, da usare su disposi-zione delle Forze dell’ordine, degli itinerari n.5 e n.6.

Itinerario n.8: itinerario alternativo all’itinerario n. 4,consigliato per il traffico leggero delle Sezioni vicen-tine.

Itinerario n.9: traffico pesante della Sezione di Maro-stica. Itinerario alternativo all’itinerario n.5, da usaresu disposizione delle Forze dell’ordine.

AD APRILE SARÀ PUBBLICATA SU L’ALPINO E SULPORTALE LA CARTINA CUI RIFERIRSI.

4. - VARIE

a) Il servizio di controllo del traffico inizierà gio-vedì, alle ore 10 e terminerà lunedì, alle ore 13.

b) La segnaletica, con indicato il numero ed il coloredell’itinerario ed il controllo degli itinerari, inizierà dal-le seguenti località: TRENTO – ROVERETO – PIOVENEROCCHETTE – THIENE – BREGANZE – MAROSTICA –BASSANO – PRIMOLANO.

c) TUTTE LE SEZIONI, AL TERMINE DELL’ADUNATA,DOVRANNO LASCIARE L’ALTOPIANO DI ASIAGOUSUFRUENDO DELLO STESSO ITINERARIO DELL’AN-DATA, A MENO CHE LE FORZE DELL’ORDINE DIANODIFFERENTI INDICAZIONI.

Il giornale di Vicenzae gli Alpini

U na lodevole iniziativa è stata avviata dal diret-tore de Il Giornale di Vicenza Giulio Antonac-ci: sul quotidiano ci sarà, ogni giovedì, una pa-

gina dedicata all’Adunata di Asiago, agli alpini, allaloro storia e alle loro storie. Il tutto inserito in unaserie di iniziative speciali del giornale, che conti-nueranno anche nei giorni dell’Adunata. �

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203 - 2006

aspettando l’adunata

L’ADUNATA CHE VORREI …DI CESARE LAVIZZARI

Bepi è uno che l’Altopiano lo co-nosce bene: conosce la suagente, le piante e i fiori, le sue

ferite e soprattutto le storie che ge-losamente custodisce. L’ha giratoin lungo e in largo. È stato nellepiazze, nelle osterie, ha parlato congli anziani e poi è salito per i luoghidella grande battaglia dove i segnidell’immenso sacrificio non sonostati cancellati dal tempo.Questi luoghi li ha visitati con guided’eccezione, come Gianni Pieropan,e da loro ha imparato a conoscereogni sasso.E poi è salito da solo per ascoltarein silenzio la voce della MontagnaSacra agli Alpini e all’Italia e la Mon-tagna gli ha svelato il suo segreto.Quando Bepi ha saputo che la pros-sima Adunata nazionale si sarebbetenuta ad Asiago ho visto sul suovolto un velo di preoccupazione maanche il lampo di una speranza.“Lì ci sono i nostri morti – mi ha det-to – Gli alpini di allora sono ancoraqui. Non hanno mai lasciato l’Ortiga-ra. E a loro si sono aggiunti quelli delPasubio e del Piave e dopo sono ar-

rivati anche quelli di Albania, di Gre-cia e di Russia. Tutti gli Alpini, quan-do vanno avanti, vengono qui. San-no che questo è il luogo sacro agli al-pini, ci vengono e si fermano: il lorospirito pervade tutto l’Altipiano. Enoi non possiamo, non dobbiamo di-sturbare o turbare la loro serenità.Certo l’Adunata è anche una festa,una gigantesca festa di popolo e nonpuò perdere questa sua splendidavocazione”.Sono turbato, ma gli occhi di Bepi,ora sereni e sognanti, mi portano acapire che le due cose possonocoesistere. E allora comincio a com-prendere il sogno.In fondo è ovvio. Si deve far festa,l’Adunata è anche questo, ma deveessere una festa che tenga contoche ad Asiago i nostri morti non sa-ranno semplicemente un ricordoma una presenza.E la festa dovrà piacere anche a lo-ro, dovrà portare loro serenità, nonfastidio.E allora mi auguro che trabiccoli etrombette da stadio siano lasciate acasa; mi auguro che la caciara sen-za senso e sguaiata resti a valle, esogno che si torni a far festa cosìcome facevano i nostri nonni e i no-stri padri. Semplicemente … can-tando.

Il canto è l’espressione più tipicadell’alpino e accomuna tutte le ge-nerazioni che hanno indossato ilcappello. Cantavano in Eritrea e inLibia, sul Piave e in Albania. Canta-vano in caserma o al campo. E han-no continuato a cantare a casa, nel-la sede del Gruppo e ogni volta chesi trovavano assieme.Forse oggi cantano un po’ meno. So-no distratti da questa società caoti-ca e rumorosa.Ma certo! Ora il sogno mi è chiaro.Dobbiamo tornare a cantare tuttiassieme.Questa di Asiago dovrà essere l’A-dunata del ricordo e dell’afferma-zione dell’identità: “L’alpin l’è sem-pre quel!”. E’ il momento di risco-prire le nostre radici e di riappro-priarci con orgoglio delle nostre piùcare tradizioni.E vedo l’Altipiano pieno di tende,straripante di alpini: sono seduti at-torno al tavolo e cantano. I dialettisono diversi, ma le cante sono lestesse e identica è la passione, lamalinconia e la gioia che ne scaturi-scono.Chiudo gli occhi e vedo il Sacrario,sormontato da un gigantesco trico-lore teso dal vento. Al di sotto unamarea di cappelli alpini: ci sono i vi-vi e i morti, i veci e i bocia, gli uniaccanto agli altri senza alcuna ten-sione generazionale e tutti, ma pro-prio tutti, cantano assieme. Sulleorme dei padri … per non dimen-ticare. �

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213 - 2006

I giovani del 1° raggruppamentohanno bruciato le tappe: a pochigiorni dalla riunione con il presi-

dente nazionale Corrado Perona, sisono riuniti domenica 22 gennaio,presso la sede sezionale di Vercelli.I lavori hanno avuto inizio alle ore 9con l’alzabandiera e i saluti da partedel presidente della sezione GianDomenico Ciocchetti, al quale va ilplauso di tutti i partecipanti per lamagnifica ospitalità. C’erano i giovani che nel corso dellaconvocazione del presidente nazio-nale avevano dato la propria dispo-nibilità a divenire punto di riferi-mento dei giovani del raggruppa-mento. La riunione ha gettato le basi orga-nizzative della commissione, alla cuipresidenza è stato designato Fabri-zio Tonna (sezione di Omegna) men-tre la carica di segretario è stata affi-data a Marco Gualazzini (sezione diBiella). Tutti hanno espresso la vo-lontà di collaborare con le propriesezioni suggerendo iniziative per at-tirare i giovani.

È stato anche deciso di permettere,dalla prossima riunione, la parteci-pazione a tutti i soci, in modo che leidee possano arrivare da tutti.La discussione è stata accalorata, adimostrazione della voglia di faredei giovani alpini, e ha permesso di

individuare parte dei referenti delraggruppamento, e di dare le primerisposte alle iniziative previste perl’adunata di Asiago, iniziando aguardare all’ Adunata di Cuneo 2007.

(m.g.)

Giovani del 1º Raggruppamento: prima riunione

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223 - 2006

Realizzare un evento, nel cuoredella Torino delle Olimpiadi In-vernali, è cosa molto difficile.

Il centro della città, in pratica, è tut-to occupato dagli spazi dedicati aiGiochi o dalle strutture, come quellemirabolanti della Medal Plaza, cheletteralmente stravolgono prospetti-ve, spezzano geometrie secolari e li-

mitano la circolazione, anche quelladei pedoni.Resta, nel cuore della vecchia capi-tale sabauda, una sola area libera; labomboniera di Piazza Palazzo diCittà (nella Torino preunitaria ilfrancese era la seconda lingua ed ilMunicipio si chiamava, ovviamente,l’Hotel de Ville).

Il bentornato dall’Afghanistanalla brigata Taurinense

Proprio in questo piccolo spazioracchiuso tra ampi portici settecen-teschi interrotti dalla lunga dirittavia che sbocca quasi davanti a Pa-lazzo Madama, Torino ha riabbrac-ciato i suoi alpini che tornavano dal-l’Afghanistan, recando sulla manicadestra della mimetica il distintivo in-tensamente simbolico (un giglio ed

ALPINI IN ARMI

Il generale Graziano consegna il gagliardetto della Missione al presidente Perona.

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dona al generaleGraziano il gagliardetto della città.

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233 - 2006

una testa di tigre, la purezza e la for-za) della Kabul Multi National Briga-de (KMNB) a guida italiana, crogioloper i soldati di 26 nazioni e scuolatecnica ed etica per i militari delnuovo esercito afghano (particolarecurioso: l’acronimo di Afghani Na-tional Army è identico a quello dellanostra Associazione).Proprio da questa piazza, a luglio, lepenne nere del gen. Claudio Grazia-no, che della KMNB è stato l’ottavocomandante, erano partite per ilcuore dell’Asia. Ben equipaggiateper una non facile operazione dimantenimento e consolidamentodella pace e di affermazione della

democrazia (la Taurinense ha assi-curato anche il libero svolgimentodelle elezioni parlamentari) in unPaese che, per trent’anni, ha cono-sciuto solo guerra, morte, soprusi,malattie e fame. Ma armate anche diquella fede e di quell’amore che fa sìche l’alpino italiano mai venga per-cepito come un soldato d’occupa-zione, ma come un riferimento di si-curezza ed una certezza di aiuto.

* * *

Giornata grigia d’inverno, questo 15febbraio 2006, con appena qualcherefolo d’aria che muove i lembi della

decoratissima Bandiera del 3° Alpi-ni. Ci sono tante autorità: il coman-dante delle truppe alpine gen. diC.A. Ivan Felice Resce, il gen. di C.A.Armando Novelli comandante laScuola di applicazione, il gen. di di-visione Franco Cravarezza coman-dante del Comando del Reclutamen-to e forze di completamento Nord.Fra le autorità civili, il sindaco di To-rino Sergio Chiamparino (artiglierealpino), rappresentanti della Provin-cia e della Regione Piemonte con i ri-spettivi Gonfaloni. La nostra Associazione era rappre-sentata al massimo livello, con il La-baro scortato dal presidente nazio-

Uno dei tanti momenti che hanno suggellato la solidarietà dell'Italia al popolo afgano:l'inaugurazione del cantiere d'una scuola a Kabul, realizzata con i contributi della Cassadi Risparmio di Torino. Da sinistra: il generale Mauro Del Vecchio, comandante del Corpod'Armata multinazionale, il generale Claudio Graziano che comandava la brigatamultinazionale, l'ambasciatore italiano Francesco Sequi, con il vice ministro perl'Educazione Mohammad Patman e il sindaco di Kabul Noorzad.

Il Labaro schierato davanti alla tribuna d’onore.

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nale Corrado Perona e dai consiglie-ri nazionali Carlo Bionaz, AntonioCason, Adriano Rocci e dal revisoredei conti Giancarlo Sosello.Sono in quattrocento, schierati nellapiazza con le loro mimetiche da de-serto, a ricevere il bentornato pertutti. Gli altri alpini della brigata sono già“in quota”, nei siti olimpici, a fiancodei “fradis” della Julia per garantire

giorno e notte che tutto, anche tec-nicamente, fili liscio sulle piste e su-gli impianti che sono, letteralmente,sotto gli occhi del mondo.

* * *

Nelle parole del sindaco SergioChiamparino risuona l’affetto e lagratitudine di una intera città, di più,di un intero Paese per quello che gli

alpini della Taurinense hanno sapu-to realizzare a Kabul.“Abbiamo tenuto pronte le armi,perché questo imponeva la durarealtà locale, dove un nemico sub-dolo è perennemente in agguato. Ab-biamo dovuto piangere, anche, sullevite spezzate di alcuni nostri fratellidi altre nazioni che il terrorismo hastroncato. Abbiamo vissuto momen-ti di intensa tensione ed allerta. Manon abbiamo dimenticato, mai, doveeravamo e perché c’eravamo”, affer-ma il generale Graziano. E le cifre che egli illustra, con la se-rena chiarezza che gli è consueta,sono eloquentissime: dai diecimilazainetti completi di cancelleria do-nati agli scolari della capitale afgha-na dall’operazione Torino-Kabul2005, alle seimila paia di stivaletti digomma che la Taurinense è riuscitaa procurare per i bimbi più sfortuna-ti della città (a Kabul, d’inverno, faun freddo cane e nevica e non si puòdavvero resistere al pensiero di queipiccoli piedi morsi dal gelo…), ai no-vemila occhiali da vista donati agliospedali cittadini, agli undicimilafanciulli affetti dalla leishmaniosi,terribile infezione causata da proto-zoi contro la quale non esiste vacci-no, endemica nell’Afghanistan di og-gi, che sono stati curati, ai due pozzid’acqua scavati a grande profondità(il disboscamento selvaggio ha fattoabbassare le falde acquifere), ai ban-chi e alle cattedre che ora arredanoquattordici aule scolastiche di Famì-lia Academìa… C’è davvero di che ri-flettere, come sottolinea il coman-dante le Truppe Alpine, gen C.A.Ivan Felice Resce nel suo saluto,confermando alle donne ed agli uo-mini della Taurinense ed a tutti i par-tecipanti all’operazione, dai carabi-nieri della MSU agli elicotteristi del-la Marina Militare, l’apprezzamentodei vertici delle Forze Armate.“Ora”, ha aggiunto il gen. Resce,“l’attività della Kabul MultinationalBrigade proseguirà sotto comandobulgaro, ma altri alpini in armi sonoe saranno presenti lassù. Semprecon lo stesso impegno umano e sem-pre con lo stesso stile morale”.Uno stile che il gen. Graziano e i suoialpini, in sette mesi di duro impegnoin Afghanistan, hanno fatto compren-dere ed apprezzare ai cuori ed allementi di quella gente sfortunata. �

Il comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Ivan Resce durante il suo discorso.

La Fanfara della Taurinense apre la sfilata della Brigata.

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I campionati sciistici della truppealpine (Ca.S.T.A.) disputati sullenevi di Dobbiaco-San Candido, in

alta Val Pusteria, hanno visto ancorauna volta l’alto grado di preparazio-ne delle nostre penne nere in armi.Un banco di prova tanto più signifi-cativo perché è stato un momento diconfronto con le formazioni militaridi Argentina, Austria, Cile, Croazia,Germania, Romania, Slovenia, Spa-gna, Stati Uniti. “Gli atleti, che in que-sti giorni hanno gareggiato e rivaleg-giato con sano spirito agonistico – hadetto il capo di Stato Maggiore dellaDifesa, ammiraglio Giampaolo DiPaola – in qualche caso sono gli stes-si che in tanti teatri del mondo opera-no fianco a fianco per garantire la si-curezza, la stabilità e la pace, contri-buendo in maniera determinante allaricostruzione di paesi e al sostegnodelle popolazioni che guardano consperanza a un futuro migliore di de-mocrazia e di sviluppo”. Il 3° reggimento artiglieria da monta-gna di Tolmezzo ha vinto la gara deiplotoni, una gara molto dura che perdue giorni ha impiegato plotoni del-le due brigate e degli altri reparti delComando truppe alpine. Inoltre, ilplotone si è aggiudicato il trofeo“Medaglia d’Oro - Silvano Buffa” cheè stato consegnato agli artiglieri damontagna, dal nipote del celebreeroe triestino.Il Trofeo “Comando Truppe Alpine”è stato vinto dalla rappresentativaitaliana. Il “Trofeo dell’Amicizia”,consegnato dal Capo di Stato Mag-giore della Difesa, è stato conquista-to dalla coppia Italiana formata dalcaporal maggiore Fabio Pasini e dalcaporal maggiore Manuel Tovagliati.Nella categoria femminile, trionfaancora l’Italia con il caporal maggio-re Rosa Anna e il caporal maggioreSara Brocard. È stato invece il Cen-tro Addestramento Alpini ad aggiu-dicarsi il “Trofeo Medaglie d’Oro”,consegnato al comandante delleForze Operative Terrestri, generaledi Corpo d’Armata Bruno Iob. Il pre-

mio “fair play” è stato assegnato almaresciallo Alan De Falco, del 6°reggimento alpini, per aver aiutatoun collega infortunatosi durante lagara, pregiudicando in questo modola propria prestazione. Il sindaco di Sesto Pusteria, anche anome dei sindaci degli altri comuniche hanno i Ca.S.T.A., ha auspicatoche i campionati continuino ad esse-

re un legame tradizionale tra gli alpi-ni e gli abitanti dell’Alta Pusteria eringraziato le autorità militari. Grati-tudine è stata espressa anche dalcomandante delle Truppe alpine,gen. di C. A. Ivan Resce agli organiz-zatori e a tutti gli atleti, nonché alleamministrazioni locali per l’ospita-lità e la disponibilità. �

(Foto Comando Truppe Alpine)

Ca.S.T.A., banco di prova sulla neveper i nostri reparti alpini

ALPINI IN ARMI

La partenza di un plotone e, sotto, la premiazione dellasquadra del 3º Reggimento artiglieria da montagna daparte del generale di C.A. Ivan Felice Resce.

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Se Robert Fitz Roy, ufficiale del-l’Ammiragliato britannico,idrografo e meteorologo, non

fosse stato promosso… capitano eposto al comando del brigantino“Beagle”, equipaggiato per un viag-gio di ricerche scientifiche nei Maridel Sud che sarebbe durato cinqueanni, probabilmente il suo nome sitroverebbe oggi relegato nel digni-toso oblio di un annuario sepoltonegli archivi della Royal Navy. Enon svetterebbe ai 3.405 metri diquella torre granitica sfrecciantesull’orizzonte delle Ande patagoni-che che nel 1831 aveva scorto sol-tanto da lontano. A battezzarlasarà l’argentino Perito Moreno,esploratore e consulente governa-tivo incaricato della delimitazioneconfinaria con il Cile, che dedi-cherà un più modesto MontDarwin al naturalista della spedi-zione, il ventiduenne Charles

Darwin, il quale, fra un attacco e l’al-tro del mal di mare, aveva dato cor-po alla teoria dell’evoluzione dellespecie per selezione naturale, por-tando lo scompiglio nel mondoscientifico occidentale, senza peral-tro separarsi da una certa puzza sot-to il naso tutta britannica nei con-fronti degli aborigeni.Patagoni (grandi piedi) li aveva de-nominati Pigafetta, lo scrivano vi-centino di Magellano tre secoli pri-ma, a causa delle orme che le loroestremità inferiori, avvolte in pelli diguanaco, sottospecie di lama, lascia-vano sul terreno fangoso e sulla ne-ve: pastori nomadi, cacciatori e rac-coglitori, si cibavano di carni crudee di radici dolci. Alle loro tradizionibellicose era legata anche l’univer-sale leggenda del diluvio, durante ilquale il Noè locale era riuscito ametterne in salvo un buon numero.Molti però avevano perso la vita e al

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ritiro delle acque erano riapparsipietrificati sulle spettacolari gugliedel Paine e del Fitz Roy. I rocciatoriche oggi le scalano ignorano di pian-tar chiodi e conficcare piccozze sulpetto e sul dorso di antichi guerrie-ri.Una realtà meno colorita, ma nonmeno affascinante, ci riporta inveceagli abissi marini di due milioni dianni fa, uno più, uno meno quando,a velocità infinitesimale, il magmaprovocato dallo scontro fra la zollacontinentale e quella oceanica si erasolidificato in profondità prima diemergere, innalzarsi ed esporsi al la-vorio dell’erosione, che ci ha regala-to i picchi del Cerro Torre, le gugliedel Paine, le torri del Fitz Roy.

* * *

“Il Fitz Roy è il signore di tutta que-sta vasta regione montana”, lasciò

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scritto Alberto De Agostini, missio-nario salesiano ed esploratore, chelo fece conoscere a tutto il mondoalpinistico con saggi e fotografie “unCervino meno elevato, ma non menoterribile per la verticalità delle suepareti”. Ne ascese i primi contraffor-ti negli anni Trenta, accompagnatodalle guide valdostane EvaristoCroux (alpino decorato al V.M. nellaprima guerra mondiale: nella secon-da sergente di ferro nel Reparto Au-tonomo Monte Bianco), Leon Bron,suo compagno di naia (saranno conlui anche nella prima al “Cerro Tori-no”), Mario Derriard (nel 1928 unodegli otto alpini sciatori nella spedi-zione polare del capitano Sora), colquale conquisterà il Cerro Electrico(dalle raffiche crepitanti come scari-che elettriche), Giuseppe Pellissiere Luigi Carrel, il piccolo grande Car-relino di Valtournenche, alpino dell’“Aosta”.

Il Cerro Fitz Roy. La via franco-argentina è al centro dell’enorme piramide rocciosa.

I sette del Fitz Roy prima della partenza dall'Italia. In primo piano, da sinistra i marescialliAlex Busca, Paolo Bruzzi e Vittorio Pallabazzer. In piedi, i marescialli Giovanni Amort edEwald Beikircher, il capo spedizione maggiore Remo Armano ed il maresciallo Ettore Taufer.

Nel 1937 ci prova la spedizione di Al-do Bonacossa (nel ’15/18 ufficialeistruttore ai “corsi di guerra” per al-pini sciatori, Titta Gilberti (subalter-no al btg. “Aosta” e futuro pionieredi Courmayeur turistica), Leo Dubo-sc ed Ettore Castiglioni, accademici:sulla cresta nord-est del Fitz Roy

raggiungono la sella oggi nota co-me “La Brecha de los italianos” e inseguito conquistano il Cerro Nato.Sarà la coppia francese Magnone-Terray a conquistare il Fitz Roy nel1952, grazie all’ultimo minuscolochiodo, modello “asso di cuori”,servito due giorni prima ad aprire

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una scatola di sardine e rintracciatoin fondo al sacco quando i due era-no già orientati alla rinuncia. “Di tut-te le mie ascensioni – scrive Terray –è quella in cui sono arrivato più vici-no al limite delle mie forze e del miocoraggio”. Documenta la conquista ammuc-chiando un po’ di sassi fra i quali in-fila un moschettone marchiato Cas-sin: “È stato il più formidabile di tut-ti gli scalatori vittoriosi – dirà – e piùdi ogni altro avrebbe meritato dipartecipare alla nostra vittoria”.

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In Patagonia il clima è severo, peri-colosamente variabile tutto l’anno,con venti violentissimi provenientidal Pacifico, spiragli di sereno e cal-ma atmosferica solo durante la bellastagione (il nostro trimestre inver-nale). Fra le ardue vette della terra ilFitz Roy, assediato dai ghiacci, irtodi torri verticali, guglie, picchi gela-ti, non è delle più alte, ma una dellepiù temibili.Durante le marce di avvicinamentoci si può imbattere nelle tipiche for-mazioni dei “penitentes”, fitte gugliedi ghiaccio alte fino a tre metri, simi-li a frati salmodianti, prodotte dall’a-blazione solare e dalle forti escur-sioni termiche. Uno spettacolo affa-scinante, ma un martirio per chi de-ve attraversarle.Prevista dal progetto “Oltre le nuvo-le, verso nuovi orizzonti”, la spedi-zione alpinistica militare italiana“Fitz Roy 2005” si è potuta program-

mare grazie alla disponibilità di un“materiale umano” di alta levatura,costituito da alcuni fra i miglioriistruttori militari di alpinismo, forte-mente motivati e usi a praticare pa-reti anche durante il tempo libero.Capo spedizione il maggiore RemoArmano, comandante della Sezionesci-alpinistica del Centro Addestra-mento Alpino di Aosta: alle lorospalle un’invidiabile messe di espe-rienze maturate nelle precedentispedizioni extraeuropee, dall’Hima-laya all’Africa, dalle Montagne Roc-ciose alle Ande, dall’Alaska, all’An-tartide.Obiettivo principale la salita al FitzRoy lungo la via franco-argentina,impegnativa e spettacolare, una sfi-da anche per gli alpinisti più qualifi-cati. Le faranno corona altre cime re-munerative, scelte secondo le con-dizioni ambientali del momento. Dopo la trasvolata atlantica, i moto-ri terrestri si sono spenti nel villag-gio di El Chalten (anche nome indi-geno del Fitz Roy, “montagna fuman-te”, per i vortici nuvolosi che imper-

versano sulle cime), la capitale deltrekking patagonico, a tre ore dimarcia dal previsto campo base diRio Blanco. Sono in attesa alla stan-ga per l’ultimo trasferimento le...jeep col pelo, che ai meno giovanidella spedizione fan rivivere, sia pu-re per lo spazio di un mattino, l’im-pallidito ricordo del binomio alpino-mulo.Primo bivacco esplorativo su ghiac-ciaio e scelta dell’itinerario fino allacrepacciata terminale. Le previsionimeteorologiche favorevoli e la buo-na condizione della parete consiglia-no di rompere gli indugi: l’11 dicem-bre, dopo il pernottamento in unagrotta di ghiaccio, prendono il via incordata i marescialli Alessandro Bu-sca, Paolo Bruzzi e Vittorio Pallabaz-zer, che alle 16 mettono piede sullavetta. Quattro ore dopo è la volta deiparigrado Ettore Taufer, GiovanniAmort, Ewald Beikircher. Dal Passodel Vento il maggiore Armano ha ga-rantito i collegamenti radio tra cor-date e campo base. Nei giorni se-guenti la montagna reagisce, sia pu-re senza eccessivo accanimento, ral-lentando con vento e nevicate l’atti-vità in quota e la ricerca di ulterioriobiettivi.Una “finestra” con squarci di azzur-ro si apre dopo un’altra notte tra-scorsa in caverna di ghiaccio al Pas-so Superiore e il 22 dicembre la cop-pia Armano-Pallabazzer può metterpiede sull’Aguya Guillaumet, rag-giunta poco dopo per altra via dallacordata Taufer-Amort-Bruzzi. Bru-sca e Beikircher devono invece ri-nunciare all’Aguya Poincenot: la via“Patagonicos Desesperados” nonera certamente di buon auspicio. Al-tra notte in ghiacciaia e la vigilia diNatale, come i pastori a Betlemme,tutti si ritrovano a El Chalten. È unmomento di nostalgia per l’Italia lon-tana, dove già si pensa alle feste difine anno: per la spedizione è festaquando la cordata Busca-Amort il 30dicembre vince l’Aguya della S.Ma i guerrieri di pietra, disturbatinella loro quiete secolare, si scate-nano ad oltranza con venti e nevica-te fino a bassa quota. Il tempo é scaduto e il 14 gennaio siriparte. Sull’aereo diretto in Italia sipensa già al prossimo appuntamen-to sull’oltre ottomila tibetano ChoOyu. �

In questa foto e in quella accanto gli istruttori del Centro Addestramento Alpino sulterribile Fitz Roy. La vetta è stata raggiunta da due cordate a distanza di quattro ore.

La caverna di ghiaccio che ha ospitato i nostri alpini prima del balzo finale.

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I l primo lotto di lavori effettuato loscorso anno ha permesso alla co-munità di suore dell’ordine delle

“Francescane Missionarie di Maria”di Lalaua, in Mozambico, di iniziarel’attività del collegio femminile. Re-stano da realizzare i due successivilotti (i lavori sono previsti in aprile egiugno), con i quali l’apposita Com-missione ANA ritiene di poter com-pletare i residui interventi: la costru-zione di un fabbricato da dedicaread attività educative e scolastiche eun fabbricato da adibire a centro nu-trizionale per bimbi sottoalimentati,da affiancare al piccolo ospedaleesistente. Come abbiamo avuto mo-do di scrivere sul nostro mensile, sitratta di un intervento in un territo-rio in cui operarono i nostri alpini dileva dieci anni fa: durante i mesi dipermanenza essi si presero sponta-neamente cura anche della missionedi suore francescane, ed è proprio inquesto villaggio che per onorare ericordare l’intervento dei nostri al-pini l’Associazione ha deciso di la-

sciare un segno tangibile di solida-rietà.Nel corso della ricognizione effet-tuata per verificare lo stato dei lavo-ri, l’arcivescovo di Nampula, mons.Tome, ha espresso il plauso e la gra-titudine per quanto è stato egregia-mente fatto finora attraverso gli al-pini ed ha manifestato il desiderio diutilizzare le capacità e le potenzia-lità dei nostri volontari per la co-struzione di una scuola, risparmian-do nel contempo notevoli risorse fi-nanziarie e dando la possibilità allapopolazione locale di avere un lavo-ro retribuito, anche se per un perio-do di tempo limitato.Il programma di lavori prevede l’im-pegno per circa due mesi di 3-4 vo-lontari ad alta specializzazione (ca-pocantiere, 1-2 muratori, un impian-tista), con il compito di istruire edorganizzare la manodopera locale.Per quanto riguarda la sistemazionelogistica, i volontari – ed eventual-memente anche le loro mogli – sa-ranno ospitati presso il vescovado.

Operazione Mozambico:volontari (specializzati) cercansi

Ovviamente l’orientamento dellaCommissione ANA è di considerareesclusivamente i nominativi checorrispondono alle figure professio-nali richieste. Ciò consentirebbe didare continuità all’opera iniziatadall’Associazione, nonché di sfrutta-re le attrezzature già acquisite in lo-co. Un appello viene perciò rivoltoai soci disponibili per questo ulte-riore impegno affinché segnalino al-la sede nazionale le proprie genera-lità, la rispettiva specializzazione edi dati del passaporto.Le sezioni sono invitate ad esamina-re la possibilità di concorrere in tut-to o in parte alle spese di viaggio deivolontari che saranno impiegati. Chivolesse informazioni, può telefonaredirettamente al consigliere naziona-le Ivano Gentili (presidente dellaCommissione Grandi Opere): cell.348-0118767. Ulteriori informazionipossono essere fornite dalla segre-teria nazionale (02-62410200).Nella foto, uno scorcio della missio-ne a Lalaua, in Mozambico. �

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Parallelamente a quella dellafiaccola olimpica che ha percor-so tutta l’Italia c’è stata un’altra

carovana, quella della “Torcia olim-pica” della Iveco, alla quale unasquadra di alpini ha dato un impor-tante supporto animando le piazzedelle tredici città di tappa, da Bari aCuneo, passando per Napoli, L’Aqui-la, Pescara, Perugia, Catania, Geno-va, Ragusa, Trento, Courmayeur,Chambery (in Francia) e Torino. Intotale la carovana olimpica Iveco hapercorso 7.500 chilometri, conclu-dendo la tournée il 2 febbraio, unasettimana prima dell’apertura uffi-ciale dei Giochi. Le soste nelle cittàdel “Roadshow Iveco” si sono tra-sformate in autentiche feste di po-polo con momenti di convivialità. Lasquadra ANA composta da alpini

La “Torcia Olimpica” Iveco da Bari a Cuneo: festa con cori e fanfare alpine in tredici cittàIl presidente nazionale Corrado Perona e l’ing. Giovanni Mellano della direzione Iveco alla cerimonia di saluto al termine deltour della carovana della fiamma olimpica Iveco.

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della sezione di Intra, guidati daGianfranco Giaj Arcota, attrezzaticon la cucina da campo della Regio-ne Piemonte hanno distribuito dacinquecento a 1.200 piatti di polenta“pasticciata”, mentre completavanoil quadro alpino l’esibizione di coried i concerti delle fanfare dei gruppie delle sezioni che intrattenevano ilpubblico con musiche e caroselli.Animazioni erano state predisposteanche da Iveco nelle città toccatedalla carovana, con mascotte olim-piche ed altre attrazioni. Va segnala-ta la collaborazione delle sezioni incui la carovana ha fatto sosta: di vol-ta in volta è stata una grande festaall’insegna dell’amicizia.L’esperienza Iveco-alpini ha avviato

una bella collaborazione, rimarcataanche dal nostro presidente nazio-nale che ha partecipato alla festaolimpica dell’ultima tappa, al ForoBoario di Cuneo e ringraziato i vo-lontari che si sono tanto adoperatiper rendere simpaticamente visibilile penne nere.Mentre andiamo in macchina conquesta edizione de L’Alpino si stasvolgendo una analoga carovana inoccasione delle Paraolimpiadi. IlRoadshow Iveco compirà un giro peril Piemonte con partenza da Torino etappe a Verbania, Biella, Novara, Ala-gna, Asti e ancora a Torino, in piazzaPalazzo di Città il 10 marzo. �

Gagliardetti, fanfara e volontari della protezione civile ANA in un momento della festa di piazza.

Uno spettacolo in piazza.

Polenta per tutti...

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“L a cultura è vita: tramite essariusciamo a dare un senso amoltissimi avvenimenti della

nostra esistenza, a renderla più con-sistente. Grazie agli alpini di Trevi-so, e Arcade in particolare, perché ciregalano questo concorso, che èsenz’altro la manifestazione cultura-le più importante del Comune di Ar-cade”. Così ha esordito, alla premia-zione, il nuovo sindaco di Arcade,Emanuela Pol, che ha ribadito l’im-portanza del premio letterario “Pa-role attorno al fuoco”, concorso or-mai di levatura internazionale – que-st’anno due racconti sono giunti daCroazia e Argentina – organizzatodalla sezione di Treviso e dal gruppodi Arcade. A lei hanno fatto eco an-che l’assessore alla cultura dellaProvincia di Treviso Favero e il pro-sindaco di Treviso Gentilini.La classica manifestazione di pre-miazione si è svolta anche quest’an-no nella palestra comunale del pae-se, alle pendici del Montello, conuna cornice di pubblico veramenteincoraggiante e i canti del coro ANAdi Oderzo, che ha allietato la platearicevendo moltissimi applausi.Non sono mancati momenti di com-mozione: il ricordo della presidentedella giuria, Adriana Scarpa, poetes-sa scomparsa improvvisamente anovembre, alla quale il presidentedella sezione di Treviso Casagrandeha proposto di dedicare questa XIedizione del concorso. La palma del miglior racconto que-st’anno è andata a “I lupi del No-shaq” di Stefania Maione, di Napoli,“Una storia d’amore e di atrocità,narrata con una scrittura avvincen-te e convincente”, come si legge nelverbale della giuria. A lei sono stati

consegnati un meraviglioso trofeo –un piatto di cristallo con l’immagineserigrafata della chiesa del paese edel famoso “panevin” che si sarebbebruciato dopo poche ore – l’assegnodi 1.300 euro, metà dei quali obbliga-toriamente da donare in beneficen-za, una targa, un diploma e vari ri-cordi messi a disposizione dalla Pro-vincia, dai Comuni di Arcade e diTreviso, patrocinatori del concorsoassieme alla presidenza nazionaleANA, al Comando Truppe Alpine, al-la Regione Veneto, al Ministero per iBeni e le Attività Culturali. Il secondo premio è stato assegnatoa Donatella Tenderini Anastasi di Ve-nezia per il racconto “Un’alba di se-ta”, il terzo premio all’alpino GiorgioVisentin di Codognè (TV) per il rac-conto “Don Piero”.Un particolare premio è stato asse-gnato quest’anno dalla giuria a Ma-rio Ceccarello di Venezia: la meda-glia speciale donata, anche que-st’anno, dalla Presidenza della Re-pubblica, assieme al suo alto patro-nato, con la motivazione che egli hapartecipato a tutte le edizioni delconcorso con passione e assiduità,pur non avendo mai ottenuto rico-noscimenti. Glielo consegnerà unadelegazione del comitato organizza-tore a domicilio: Ceccarello ha 93anni e non poteva essere presentealla cerimonia. A tutti i partecipantisegnalati sono stati consegnati tar-ga, diploma e gadgets, oltre alla pub-blicazione del racconto in uno spe-ciale compendio che è stato distri-buito al pubblico e verrà allegato a“Fameja Alpina”, il periodico dellaSezione di Treviso.Un successo enorme, quindi, per ilconcorso trevigiano, al quale nell’e-

dizione 2005 hanno partecipato ben116 scrittori, con un incremento del30% rispetto all’edizione preceden-te, grazie al lavoro del Comitato or-ganizzatore e alla serietà e alla com-petenza della Giuria. Un plauso èstato rivolto dagli spettatori e dalleautorità a tutti coloro che si dedica-no tutto l’anno a questa manifesta-zione, vero fiore all’occhiello dellasezione alpini di Treviso e del grup-po di Arcade.

� I vincitori:1° classificato: “I lupi del Noshaq” diStefania Maione di Napoli.2° classificato: “Un’alba di seta” diDonatella Tenderini Anastasi di Ve-nezia.3° classificato: “Don Piero” di Gior-gio Visentin di Codognè (TV).

� I premi speciali:– Medaglia del Presidente della Re-pubblica a Mario Ceccarello di Ve-nezia col racconto “Dopo oltre set-tant’anni”, per la passione alpina el’assiduità della sua partecipazionefin dalla prima edizione.– “Trofeo cav. Ugo Bettiol” – per unracconto su tema di particolare at-tualità a Alberto Velluti di Veneziacol racconto “La conchiglia”– “Rosa d’argento Manilla Bosi, spo-sa madre e sorella d’alpini” – per unracconto avente come protagonistauna donna a Paola D’Agaro di Por-denone col racconto “Quel piccololume alla finestra”

� Segnalati:“Amici per sempre” di FabrizioBianchin di Macerata;“IV novembre” di Francesco Bic-chieri di Milano;“Voci nel vento” di Gabriella Bru-mat Dellasorte di Turriaco (GO);“Quando ho promesso di tornare” diAnnapaola Dotto di Treviso;“La corda della salvezza” di Annali-sa Fregonese di Oderzo (TV);“L’angelo di Stava” di FrancescoTaddia di Pieve di Cento (FE);“Su un mattino d’estate dei ragazzi”di Albertina Turchetto di Treviso.

La redazionedi Fameja Alpina

Il concorso di prosa organizzato dalla sezione di Treviso e il gruppo di Arcade

“Parole attorno al fuoco”: ha vinto Stefania, di Napoli

Il presidente ad interim della giuria Carlo Tognarelli premia la prima classificata Stefania Maio-ne. A destra: Il presidente della sezione premia il terzo classificato, l’alpino Giorgio Visentin.

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333 - 2006

È arrivato alla quarta edizione ilpremio letterario nazionale dinarrativa e ricerca scolastica su-

gli alpini Alpini Sempre, nato per ini-ziativa dei Comuni della Valli Orba,Erro e Bormida della ComunitàMontana “Suol d’Aleramo”, del Co-mune di Ponzone e del gruppo alpini“G. Garbero” di Ponzone con il pa-trocinio della Regione Piemonte edella Provincia di Alessandria. Il Premio “Alpini Sempre” è nato conl’intento di favorire la diffusione diopere edite e la pubblicazione diopere inedite dedicate al mondo de-gli alpini e al loro stile di vita, nonsoltanto in senso militare.Il Premio è diviso in cinque sezioni:

libro edito (pubblicazione dopo il1° gennaio 2001, con esclusione del-le opere già presentate nelle passateedizioni); racconto inedito (con unmassimo di 6 cartelle dattiloscritte,spazio 2, è ammesso non più di unracconto per ogni partecipante);poesia inedita (massimo tre compo-nimenti per partecipante); tesi dilaurea o di dottorato (realizzate do-po il 1° gennaio 2001) e ricerca sco-lastica.Gli elaborati devono riguardare la vi-ta, le attività, la cultura, il ruolo so-ciale, militare ed umanitario che glialpini svolgono in tempo di pace e intempo di guerra, senza limitazioni ditempo e di luogo. Gli autori possono

partecipare a più sezioni e non de-vono aver beneficiato nei tre anniprecedenti di un riconoscimento let-terario. Le opere dovranno pervenire via po-sta entro il 31 luglio 2006 all’indiriz-zo: Segreteria del Premio, GruppoAlpini “G. Garbero”, Via Negri di San-front 2 – 15010 Ponzone (Al).Tel. 0144/[email protected] premiazione avrà luogo l’ultimofine settimana del mese di ottobre2006. Vincitori della edizione 2005 del pre-mio sono risultati: per la categorialibro edito ex aequo monsignor Pao-lo Rizzi, con il volume “L’amore chetutto vince” (Libreria Editrice Vati-cana) dedicato alla figura di TeresioOlivelli e Paolo Zanzi con il volume“In punta di vibram” (ed. ArterigereEsseZeta) un’antologia di raccontied immagini della vita quotidiana al-la Scuola Militare alpina di Aosta,per la categoria racconto inedito Ro-berto Bertani, del coro ANA di Par-ma “Monte Orsaro” con “Verso Ove-st” e, per la categoria poesia inedita,Pieralba Merlo di Loano con la poe-sia “Ricordi di un vecchio alpino”. �

Premio letterario “Alpini Sempre”

A “Il Montebaldo”, da 54 anni pe-riodico della sezione di Verona,è stato assegnato il “Premio

stampa alpina”, il riconoscimentoche viene attribuito alla rivista asso-ciativa – di sezione o di gruppo – cheper varietà di argomenti, interesse eattualità dei temi trattati e, non ulti-mo, per la stessa veste grafica siameritevole d’essere evidenziata nelvasto panorama della nostra editoriaalpina. Lo ha deciso la speciale com-missione istituita dal Consiglio nazio-nale, composta dal vice presidentevicario Vittorio Brunello, dai consi-glieri nazionali Silvio Botter, AdrianoRocci e Sandro Rossi, e dal direttorede “L’Alpino”, gen. Cesare Di Dato. “Il Montebaldo” ha avuto come piùprossime concorrenti, nell’ordine,“Fameja alpina” (Sezione di Trevi-

so), “Genova alpina” (Genova), “IlTransalpino” (Germania), “In mar-cia” (Belluno), “L’Alpin valdoten”(Aosta), “Notiziario” (gruppo SanMarco di Bassano), “Pino l’alpino”(Gran Bretagna), “Quota zero” (Ve-nezia), “Scarpone orobico” (Berga-mo), “Valtellina alpina” (Sondrio),“Veci e Bocia” (Milano).Hanno partecipato alla selezione ini-ziale 158 testate: di 78 riviste i diret-tori hanno inviato le copie per l’esa-me preventivo, mentre per selezio-nare le rimanenti 80 ci si è avvalsidell’archivio de L’Alpino. Hanno su-perato la prima selezione 25 riviste(di cui sei di gruppo) e sono statequindi ammesse alla finale le 12 cheavevano ricevuto un minimo di duevoti preferenziali sui cinque compo-nenti della commissione. La scelta è

caduta su “Il Montebaldo” di Veronaper una corta incollatura sul “Noti-ziario” del gruppo San Marco di Bas-sano, a dimostrazione che anche igiornali di gruppo possono misurar-si ad armi pari con quelli sezionali.La commissione, nel compiacersicon la testata vincitrice, esprime lapropria soddisfazione per l’entusia-smo con il quale i responsabili deigiornali alpini operano nell’interes-se dell’ANA.Il premio, consistente in una coppa,sarà consegnato dal presidente na-zionale in occasione del decimoConvegno della stampa alpina, a Im-peria (1 e 2 aprile 2006). La coppa re-sterà alla rivista per due anni, e pas-serà quindi alla testata che vinceràla prossima edizione. Così di due an-ni in due anni. �

A “Il Montebaldo” il Premio stampa alpina

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343 - 2006

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperirepresso la Libreria Militare (via Morigi 15,

angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725) punto vendita gestito da due alpini.in biblioteca

ALPINI DI FERRO

AAlberto Redaelli ci ha abituato alle indaginisulla vita degli alpini: con la saporosa “Cu-

cina, vino e alpini”, la tragica “Morte sul ghiac-ciaio”, la documentata “Enciclopedia storica”.Questa volta egli si cimenta con la storia deireparti alpini bresciani e bergamaschi: impresafacile e difficile a un tempo. Lo posso dire peraver comandato la 47ª compagnia del “Morbe-gno”, formata da giovani di quelle plaghe con ilvalore aggiunto di valtellinesi e comaschi: cioèquegli alto-lombardi che una generazione pri-ma avevano dimostrato il loro valore sui fronti di Grecia e di Russia. Impresa facile, dicevo, perché facile è parlare di alpini per i quali il sensodel dovere è assimilato in famiglia, ma anche difficile perché, essendoper carattere, fieri e scontrosi, intendono la disciplina a modo loro, in-staurando con i comandanti un rapporto tra i più strani per dei militari: unmisto tra l’amichevole e il contrattuale, tra il rispettoso e l’ironico. Il libro delinea nelle prime cento pagine la storia dei reparti mettendo afuoco proprio queste caratteristiche. Ad alcuni è dedicato un capitoloesclusivo con le testimonianze di don Francesco Galloni, cappellano alpi-no nella 1ª Guerra mondiale e del colonnello Giuseppe Adami, comandan-te del “Quinto” in Russia: btg. Monte Suello (1916 – 1918), btg. Edolo, Ve-stone, Val Chiese, gruppi Valle Camonica e Bergamo punte di diamantenel vittorioso movimento retrogrado dal Don. Anche chi non conosca lanostra storia si commuoverà apprendendo cosa è stato chiesto a quei ra-gazzi e che cosa loro hanno saputo dare alla Patria.Un capitolo è dedicato alla sezione ANA di Brescia, depositaria dell’ere-dità di Nikolajewka, che ha realizzato nel suo nome una scuola per spa-stici e che alimenta il nucleo AVIS-AIDO: in linea dunque con la norma sta-tutaria che prevede di fare del bene senza tornaconti. Con Brescia nonvanno dimenticate le altre due sezioni della provincia, la volitiva Salò e larocciosa Valle Camonica, le cui prestazioni non sono certo da meno.Il libro è corredato da fotografie della 1ª e della 2ª guerra mondiale. Intutte si nota lo sguardo fiero e soddisfatto di chi considerava la chiamataalle armi non una “fastidiosa tassa” ma un privilegio, sia pure tra mugu-gni che ai bresciani sono consentiti e di chi negli anni ’40 combatteva perla Patria senza chiedersi se la parte in cui si trovava immerso fosse quel-la giusta o quella sbagliata. CCeessaarree DDii DDaattoo

ALBERTO REDAELLIALPINI DI FERRO - Storia dei reparti alpini bresciani e bergamaschiWalmar Editore - Brescia Pag. 207 – euro 20,00Per l’acquisto rivolgersi a: Centro Libri Brescia – via Galvani 6 c/d25010 San Zeno Naviglio (BS) – Tel. 030/3539292 – fax 030/[email protected]

NEL NIDO DEL CONDOR

UUna storia di amore e di ideologia. Dietro la vi-cenda che unisce Marco Durandi, giornalista

italiano e Manuela, una misteriosa giovane pe-ruviana (terrorista? Agente del governo? Non losapremo mai) c’è la sanguinosa avventura diSendero Luminoso, un movimento rivoluziona-rio che sognò la liberazione del Perù in chiavemarxista ma che lo precipitò invece nella crimi-nalità più feroce. Durandi, protagonista del rac-conto, si reca a Lima per vedere e per capire; ciriuscirà solo in parte e troverà anche l’amore che tuttavia non potrà co-ronare. Anni dopo egli ricorderà i contorni della sua straordinaria avven-tura e ci narrerà le vicende vissute da lui e da Manuela in uno dei periodipiù tragici della Repubblica sudamericana.

ENZO VALENCICHNEL NIDO DEL CONDORPag. 189 – euroGianni Iuculano Editore – Pavia – Tel. 0382/539830 – fax 0382/531639www.iuculanoeditore.it – [email protected]

ECHI DI GUERRA E DI SPERANZE

NNon una storia della guerra1915-18, ma il racconto della

vita “veramente vissuta” duran-te tutta quella guerra da un uffi-ciale sardo. Gli echi di quel turbi-noso passato, risuonarono nelcuore e nella mente del vecchiogenerale che li seppe trasfonde-re, per i suoi figli, nelle paginebattute da lui stesso a macchinanella cameretta della sua serenavecchiaia. Ora anche a noi è datoascoltare quegli echi lontani;Deidda non si limita a rievocarel’irruenza degli assalti alle trin-cee nemiche, il fragore delle gra-nate, ma conduce il lettore nell’e-sperienza di quegli anni e lo fa vi-vere insieme a lui, anche nelle circostanze personali. I suoi pensieri, in quegli anni lontani erano rivolti alla Patria e alla fami-glia, ma erano anche quelli delle speranze dell’amore, grande ricchezzadella gioventù.

IGNAZIO DEIDDA

ECHI DI GUERRA E DI SPERANZEL’avvincente racconto autobiografico di un valoroso ufficiale sardo, pre-sentato e coordinato nel contesto storico-militare da Paolo Giacomel.Pag. 301 - euro 15,00 - Stampato a cura dell’ammiraglio Giuliano d’Este- Viale XXV aprile 10 - 19131 Ameglia (SP) - Tel. 0187/64775.I soci che si rivolgeranno direttamente all’ammiraglio D’Este pagheran-no il prezzo scontato di 11 euro, da versarsi sul c/c postale n. 65282402.

O U RUMP, O U MOEUR

AAncora una storia di al-pini. Questa volta una

storia breve, ma imprezio-sita da una ricca ed ineditadocumentazione fotografi-ca. Più di duecento imma-gini della Campagna gre-co-albanese del battaglio-ne alpini “Intra”. Le hannoscattate gli stessi alpini,per fare un omaggio al “lo-ro” colonnello Pio Sellerio.Un album che è stato cu-stodito per tanti anni, co-me prezioso tesoro, dallafiglia dell’ufficiale e cheoggi si può sfogliare per ri-scoprire una pagina di sto-ria e rivivere in quelle im-magini ingiallite le vicendedelle penne nere in terraellenica. Un libro che ri-propone una Campagna al-trettanto aspra quanto quelle di Russia e Jugoslavia.

MASSIMILIANO BARONI

O U RUMP O U MOEURBreve storia del battaglione alpini “Intra” sul fronte greco-albanese (gennaio-maggio 1941)MA.RO. Editrice – Strada Vicinale della Pieve, 10 – 27010 Copiano (PV)Pag. 195 – euro 40,00Con bellissime foto d’epoca

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zona

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ca

353 - 2006

� Trabiccoli all’Adunata? No, grazie

AParma, in spregio ad ogni intervento della sede na-zionale dell’ANA, la "trabiccolineide" annuale ha su-

perato ogni decenza. Dalla Sicilia alla Germania, la depre-cazione è unanime. Per Parma, la palma dell’imbecillicitàspetta a quel deficiente, di certo non alpino da età e ca-ratteri somatici, che incoraggiato da un ubriaco che ditanto in tanto si rotolava per terra in canottiera, avevamanomesso il tubo di scarico del proprio trabiccolo perottenerne a volontà fragorosissimi scoppi, con quale peri-colo per la pubblica incolumità si può ben immaginare.Ovvero a quegli esibizionisti che tra le dieci e mezzanottedel sabato, con il centro di Parma intasato da eccezionalecalca di folla, si ostinavano a volervi transitare con il lorosconcio trabiccolame, incuranti del rischio di investire al-pini e cittadini. Io stesso debbo ringraziare di aver avutoscarpe comode: ci ho rimesso una calzatura e non il pie-de. Un trabiccolo mi ci è passato sopra. Un plauso poi a quell’individuo che percorreva imperter-rito le vie di Parma con un minitrabiccolo trainante unaserie di scatole vuote. Ed, in siffatto caos – fatto graviss-simo sul quale ormai è maturo l'intervento della magi-stratura – i mezzi di pubblico soccorso diligentementepredisposti dalla sezione Parma erano nella assoluta im-possibilità di intervenire. E di stato di pericolo si poteva ben temere, eccome. Pergli alpini delle sezioni estere ad esempio, tutti anziani,tanti con problemi di cuore, tanti con giornate di viaggiosul gobbo e tutti senza il supporto, come invece per tantitrabiccolari, di gruppi ben dotati di tende, roulottes, cam-pers, generi di conforto, brandine, gazebo di riposo, cuci-ne al seguito e che, in caso di malore od infarto, sarebbe-ro morti lì, in mezzo alla calca. A tutto questo è ora di dire basta. Trabiccolari e capi-gruppo compiacenti lo debbono sapere chiaro. Conti-nuando l’indecoroso malcostume, già molti alpini sonopronti, se qualche PM non lo avesse intanto già fatto, apresentare denunce per pubblico pericolo alla competen-te Procura della Repubblica. Ma ammettiamo pure che il trabiccolo sia manifestazionedi ingegnosità e di sana allegria. Ammettiamo che essosvolga anche una utile funzione: quella di avvicinare age-volmente al centro città ed al cuore delle manifestazioni,gruppi di alpini o sedicenti tali. Ma allora lo si regoli, lo siqualifichi almeno come mezzo occasionale di trasportoplurimo. Il trabiccolo sia allora ricavato da vetture contanto di targa, risponda alle norme del codice della stra-da, sia appositamente assicurato e se ne possa individua-re un presidente o capogruppo responsabile. Ed il percor-so sia strettamente limitato, escluso in ogni caso il giornodella sfilata, al tragitto tra alloggiamenti di gruppi o sezio-

ni e confini del centro storico delle città sedi di Adunata.E se proprio si vuol intenderlo espressione di una inge-gnosità alpina da esibire allo spettabile pubblico, si orga-nizzi al venerdì sera, in qualche viale periferico, una sfila-ta di trabiccoli, con premi ai più originali! Saremo alla car-nevalata, ma la pubblica incolumità sarà almeno tutelata.

Paolo Scarso - Milano

� Fabrizio Quattrocchi

Non appena lessi, nell’aprile del 2004, le parole attri-buite a Fabrizio Quattrocchi di fronte alla morte,

pensai che in sessant’anni di vita e quaranta di uniformenon avevo mai sentito di un italiano che prima di morireavesse avuto cuore di pronunciare quella frase: "Vi facciovedere come muore un italiano". Provai i brividi. Però, al-lo stesso tempo, ebbi un presentimento: a Fabrizio Quat-trocchi nessuno avrebbe dato una medaglia. E difattiquell’uomo, raro testimone nel vasto mare di un’italianitàrivendicata da pochi, non ebbe neanche i funerali di Sta-to. Provai sofferenza e rabbia. L’Italia, quella ufficiale deipalazzi del potere, non meritava un simile figlio. Così so-stituendomi comprai un Tricolore e sopra quella stoffa,lettera per lettera, cucii le parole: Fabrizio Quattrocchi,medaglia d’Oro.Fu un’operazione che mi impegnò per alcuni giorni, e nonperché le capacità sartoriali di un generale in pensionesono quelle che sono, ma perché pensare quell’uomo miemozionava fino a velarmi la vista, tanto da costringermia sospendere il lavoro. Poi, per mesi, esposi quella Ban-diera ad una finestra di casa mia. Renato Soru, il presi-dente della Regione della Sardegna mi chiese: "E chi è, Fa-brizio Quattrocchi?".Mi cascarono le braccia. Nell’Italia ufficiale, anche la mor-te, per essere sacra, deve essere funzionale al politica-mente corretto.Mi chiedo se ora al "mercenario" Quattrocchi, un italianoche rischiava la vita e percepiva uno stipendio per garan-tire l’incolumità di gente che lavorava in Iraq, verrà riser-vata la stessa deferente considerazione dimostrata versoi "volontari" di "Un ponte per Bagdad".Provo disagio a pensare che probabilmente nei prossimigiorni quella medaglia, non concessa dall’Italia ufficialeper mancanza di coraggio nell’aprile 2004, forse sarà oraaccordata per opportunismo politico.Se ciò avverrà, mi sarà di consolazione l’essere stato, conla mia bandiera, l’ignoto ed ignorato precursore di un ge-sto di riconoscenza dell’Italia verso un uomo che ha ono-rato la sua Patria agli occhi del mondo.

Nicolò Manca - Sinnai (Cagliari)

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incontri

363 - 2006

Gli ASC del 13° corso della SMALP (1958) sono tutti invitati aUdine il 6 maggio, nel 30° dall’intervento dopo il terremoto delFriuli. Nella foto un gruppo di ex allievi che si incontrano già ognianno a Valeggio sul Mincio: Carino, Cozzini, Campostrini,Neukirck, Gallignani, Demartin, Pividori, Pino, Tasso, Gogni, Ful-goni, Brunelli, Detassis e Stocco. Per informazioni telefonare aAdriano Stocco 0432/565943 – cell. 347/0408549. e-mail: [email protected].

Si sono ritrovati a Vicenza alcuni alpini del 3° scaglione ’37, del-la 77ª compagnia del btg. Belluno. I molti che mancano ancoraall’appello sono pregati di partecipare all’incontro organizzatoper la prossima primavera. Telefonare a Rosson 0437/555481,Cascotto 0444/750367, Viale 0444/597142.

I “veci” della compagnia pionieri si sono ritrovati a Stolvizza per festeggiate il 45° anniversario dicostruzione della strada Stolvizza Caritis da loro realizzata. Questo lavoro, terminato nel 1962, hafinalmente consentito ai residenti di muoversi agevolmente, senza più dover trasportare ogni co-sa sulle spalle nello zaino o a dorso di mulo.

Gli allievi dell’8° corso ACShanno compiuto dopo 40 an-ni un’escursione sulla Beccadi Nona. Tutti ricordano conaffetto il capitano GiovanniPapini.

Il gen. Emilio Dall’Armi è riuscito a riunire un gruppo di mortai-sti della 115ª compagnia “Tormenta” del btg. Cividale, da lui co-mandata negli anni 1953/’54.

Dopo 13 anni di nuovo insieme un gruppo di volontari che nelgiugno 1992 iniziarono i lavori dell’asilo di Rossosch. L’incontroè avvenuto presso la baita edificata dal gruppo di Cisano Ber-gamasco, nel parco dell’Uccellera. Nella foto si nota il gigantescocappello alpino che fa da tetto a una suggestiva cappellina.Gianpaolo Canavesi ha già fissato l’appuntamento per il prossi-mo anno a Busto Arsizio.

Dopo oltre 62 anni si sono riabbracciati Pietro Souberan (a de-stra), classe 1921 e Giuseppe Rosatelli, classe 1914 entrambidella compagnia comando del btg. Exilles. Insieme vissero an-che la drammatica esperienza del lager (quello di Stettino in Po-lonia, dove rimasero fino all’ottobre 1945). Vista l’eccezionalità dell’incontro, pubblichiamo anche se en-trambi sono senza cappello. All’appello ha risposto anche l’allo-ra comandante del 3° plotone, Nilo Pes, che per motivi di salutenon ha potuto partecipare all’incontro.

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inco

ntri

373 - 2006

Grazie a un appello pubblica-to su L’Alpino si sono ritrovatidopo 52 anni gli artiglieri Lo-renzo Bertola, del gruppo Su-sa, e Chiaffredo Rivoira, delgruppo Aosta.

Erano compagni di naia nellabrigata Cadore, btg. Feltre, 66ªcompagnia “El Camors” nel1985/86. Si sono ritrovati do-po 20 anni in occasione del 3°anniversario di fondazione delgruppo di Gaiano, sezione diParma. Da sinistra: Dodi, La-moretti, Frattini, Anelli, Ama-tasi, Marani, Chignoli, Cugini(in ginocchio).

Gli artiglieri da montagna del 2° contingente 1967, 38ª batteria del gruppo Pieve di Cadore di stan-za a Bassano del Grappa, si sono ritrovati numerosi a Marostica per festeggiare i 37 anni dal con-gedo. Barbaro, Bellin, Guerra e Venturini sono stati gli ottimi organizzatori.

Il 106° corso AUC di Aosta riunito per il ventennale, al Castello ealla Cesare Battisti. Non è mancata una visita al cimitero per ri-cordare i tre amici andati avanti in questi anni.

Gli alpini del 3° scaglione 1973 btg. Val Fella e btg. Val Tagliamento si sono ritrovati numerosi alpranzo sociale organizzato a Vedelago (Treviso). Per informazioni sui futuri incontri telefonare aBruno Fighera 0422/730693 o Giuseppe Zanardo. 0438/469105.

Grazie a ricerche effettuatetramite internet si sono ritro-vati per un primo incontro aVerona, e poi a Massa e Ravidi Grosseto. Da sinistra: Vetto-ri, Guglielmini, Jacopetti, Na-scetti, Venturi, Zomer. Sonotutti del btg. Val Brenta.

5ª batteria GAM Aosta1977/’78. Si sono ritrovati do-po 22 anni alla caserma Mus-so di Saluzzo. Sono da sinistraGiraudo, Galaverna, Devia,Giuliano, Martino e Meineri.Per i prossimi incontri telefo-nare a Meineri 0171/384957,oppure 338/5978765.

L’Associazione ex appartenenti alla SMALP di Aosta ha organiz-zato l’annuale raduno, il 27°, durante il quale si è svolta unaescursione al colle di Champillon, quota 2.700 metri, e una visi-ta al castello Generale Cantore di Aosta. Nelle foto: il gruppo du-rante l’escursione e davanti al castello Generale Cantore, sededella SMALP. Fra loro il cappellano militare don Luigi Maquignaze il presidente dell’Associazione col. Romano Campana. Perinformazioni telefonare al n. 348/9691455.

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383 - 2006

chi si riconosce?incontriamoci!

CP. PIONIERI AL PASSO GAVIACompagnia Pionieri, brigata Orobica comandata dal ten.Pacifici, durante il campo estivo al Passo Gavia, nel1954. Contattare Bonito Porieli, 0187-832617.

ALPINI DEL 3º/’75 A VENZONEAlpini del 3°/ ‘75 a Venzone (8º rgt. brg. Julia): ritroviamo-ci il prossimo 6 maggio a 30 anni dal terremoto. Per infor-mazioni contattare Fernando Zanchettin, 333-4657027.

40ª BATTERIA, GR. SUSA A PLJEVLJAGruppo Susa, 40ª batteria, nel Natale del 1942 a Pljevlja,in Montenegro. Telefonare ad Aldo Godino, 0121-501358.

11º ALPINI D’ARRESTO, NEL 1965Pattuglia rappresentativa dell’11° Alpini d’arresto, il 30settembre 1965 a Cesano di Roma. Contattare Gian-franco Da Dalt, 0432-929130.

TARVISIO, ANNI 1955/56Btg. L’Aquila, 108ª cp., 2°/’34, a Tarvisio, anni 1955/56.Contattare Modesto Marchetti, 06-33678181.

77ª CP. LA VALANGA, BTG. BELLUNOBosco dei Castagni nel febbraio del1973: 77ª cp. La Va-langa, btg. Belluno, 7° Alpini. Telefonare Riccardo Silen-go, 0141-298401.

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393 - 2006

alpino chiama alpino

CASERMA TREVISAN,ANNI 1964/65CAR cp. Susa a Brà e servizio mi-litare alla caserma Trevisan, dal-l’aprile 1964 al giugno 1965.Contattare Nicola Ponzetto, tel.011-9898248.

FANFARA DEL 4º, NEL 1953Fanfara del 4° Alpini, nell’aprile del 1953 a Torino. Telefonare a Delio Roncaglia, 0121-54147.

BTG. EDOLO, NEL 1949Campo estivo della cp. Comando, btg. Edolo, ai Cadini di San Lugano, il 4 lugliodel 1949. Telefonare a Stennio Zilioli, 0332-331702.

GIOVANNI BATTISTA CAVALLOGiovanni Battista Cavallo classe 1921 di Peveragno (Cu-neo), alpino del Mondovì (indicato dalla freccia), di-sperso sul fronte russo dal gennaio del 1943. Chi si ricordasse di lui è pregato di scrivere a GianpieroMeineri, 0171-384957.

ALFREDO RENAUD: CHI HA SUE NOTIZIE?La signora Lynn Brand Hardy cerca notizie dell’alpino Al-fredo Renaud, nato il 3 agosto 1918 in Argentina. Compìi suoi studi a Torino, e combattè, con il grado di tenen-te nell’8° alpini, btg. Gemona, in Grecia, Albania e Jugo-slavia. Fu uno dei pochi superstiti della nave Galilea,affondata da un sottomarino inglese la notte del 28marzo 1942 al rientro in Italia dalla Grecia. Ricoverato inospedale fu poi inviato in convalescenza a Zara, dove ri-mase sino all’8 settembre del 1943. Dopo l’armistizio,Alfredo e altri due ufficiali cercarono di tornare in Italia,ma di loro si perse ogni traccia. Si pensa, purtroppo, chesiano stati catturati e uccisi dai tedeschi. Chi fosse in grado di fornirle notizie è pregato di scrive-re a Michael Brand Hardy – 1 Buckolt Farm CottagesWest Tytherley (near Salisbury) – Wiltshire SP5 1LT – En-gland - Tel. 0044 1980 863059.

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401 - 2003

IL TENENTE MEDICO SOPRANA“Sul Monte Zebenichn durante la campagnia di Grecia(anni ‘40/41), incalzati da truppe greche ed inglesi, inuna situazione al limite della sopravvivenza per il fred-do intenso, vedendomi in difficoltà perché ai limiti delcongelamento, il tenente medico Soprana si sfilò il so-prascarpa sinistro in legno per darmelo, permettendo-mi così di salvarmi. Gli devo la vita e non voglio andar-mene senza aver ringraziato chi non ho più rivisto daallora”. Così ci scrive Mario Zanusso che spera di poterriabbracciare il suo tenente, a più di 60 anni da quell’e-spisodio. Soprana, classe 1915 era padovano, era te-nente medico in forza alla 42ª batteria, 3° rgt. art. damontagna, gr. Val Tagliamento. Chi fosse in grado di for-nire informazioni è pregato di contattare la sezione diPordenone, al nr. 0434-538190.

QUELL’ALPINO LASCIATO NUDO NELLA STEPPA

Chi ci scrive è PrimoGrandina (nella foto),reduce di Russia, arti-gliere del gruppo Udi-ne, 3° reggimento arti-glieria alpina, divisioneJulia. “Iniziai la ritiratail 17 gennaio 1943, do-po 2 o 3 giorni passaivicino ad un magazzi-no italiano abbando-nato, nel quale c’eranomoltissimi cappotti. Neindossai uno nuovo,

dopodichè, vista la bufera che imperversava, decisi diprenderne un altro, me lo misi in testa e ripartii. Alcuneore dopo, mentre mi trovavo nel mezzo della grandecolonna, mi venne addosso un alpino della Tridentinache correva nudo. Questi era stato catturato dai parti-giani russi, spogliato completamente e mandato fuoridall’isba alla temperatura di meno 30°, per farlo mori-re. Subito mi tolsi il cappotto che avevo in più e glielomisi, poi cominciai a spogliare un morto che si trovavalì vicino per dargli i vestiti, ma in quel momento arriva-rono i colpi della Katiusha, mi gettai a terra e strisciaivia. Non vidi più quell’alpino. Oggi a distanza di 63 an-ni vorrei sapere se qualcuno ha sue notizie”. Chiunqueha notizie in merito può contattare Manuel Grotto (340-2534838) che cerca inoltre gli artiglieri del gruppo Udi-ne che hanno partecipato alla Campagna di Russia.

LUIGI ARNALDIStefano Frugani (tel. 0444-977211) cerca notizie delnonno Luigi Arnaldi, disper-so in Russia. Era nel 9° Alpi-ni, btg. Vicenza, cp. Coman-do, P.M. 202, divisione Julia.

BTG. BOLZANO, 127ª CP.Si ritroveranno la prossima primavera gli alpini del 6°,btg. Bolzano, 127ª cp. mortai a Bressanone, congedatinel ’65. Per informazioni contattare Roberto Agosti,349-3636548; oppure Dino Zoccatelli, 045-532812.

10° CORSO ACS, ANNI 1966/67Si ritroveranno a Como l’8 (o il 9) aprile gli alpini del 10°corso ACS, 3ª cp., svoltosi da gennaio a maggio 1966 adAosta. Contattare Alessandro Apollonia, 0431-65817.

ANTONIO FEDERICO MEINARDIAntonella Meinardi (tel. 340-8392904) cerca notizie diAntonio Federico Meinardi nato a Vinoso (Torino) il 13giugno 1920 e disperso in Bosnia il 15 marzo del 1944 oforse internato in Germania. Apparteneva al 3° Alpini, btg.Pinerolo, reparto Salmerie, divisione italiana Garibaldi.

35ª BATTERIA, GR. VESTONEAlberto Anzani (tel. 031-949036) cerca gli artiglieri del-la 35ª batteria, gr. Vestone, 3°/’50, che nel 1970 erano aMerano, caserma Cesare Battisti. In particolare cercaGiuseppe Gallo, Antonio Degli Esposti, Claudio Bartoli-ni, Franco Pomposi, tutti della zona di Pistoia e MarinoMedori della provincia di Firenze.

PASQUALE PASSACANTANDOAndrea Passacantando cerca notizie del nonno Pasqua-le, nato a Borgocollefegato, oggi Borgorose (Rieti), il 5settembre 1915. Apparteneva al 9º Alpini, btg. L’Aquila,108º cp., con incarico di conducente. Sul fronte russo fuaggregato alla 119ª cp. e forse fatto prigioniero a Po-powka il 21 gennaio 1943 e da lì portato nel campo 188o nel lager ospedale 2599 di Tambov (o forse nel lagerdi Kirsanov) dove sarebbe morto il 29 maggio 1943. Chisi ricordasse di lui è pregato di contattare il nipote al nr.328-0395566; e-mail: [email protected]

CASERMA HUBER, NEL 1976Si ritroveranno il 26 febbraio a Modena gli alpini del 1°/2°e 3°/’76 che erano alla caserma Huber di Bolzano, repar-to R.R.R. Contattare Meineri, al nr. 0171-384957: oppure338-5978765.

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fam

iglie

413 - 2006

Una gran bella famiglia della sezionedi Piacenza. Sono, da destra, Giusep-pe POGGI, cl. 1930, caporal maggioredel 3° artiglieria da montagna, gruppoC.A.L. della Julia; il fratello Remigio cl.1932, 8° Alpini; il cugino Luigi, cl.1936, reparto comando della Julia; ilfiglio di Giuseppe, Massimo, cl. 1959,caporal maggiore del btg. Tolmezzo; ilcugino Roberto (fratello di Luigi) cl.1947, comando btg. Tolmezzo; il nipo-te Dario, cl. 1955, caporale del 4° reg-gimento artiglieria a Trento.

Nonno Bortolo PERNECHELE, cl.’47, brg. “Cadore”, con il figlio Fran-cesco, cl. ’76, 16° Alpini, brg. “Cado-re”, che tiene in braccio il piccoloMarco.

La foto è stata scattata nel giorno del58° anniversario del gruppo di PinoTorinese (sezione di Torino). Euge-nio MASERA, artigliere nel gruppo“Pinerolo”, 7ª batteria, con il cognato,il tenente Nicola MOYSI, 149° AUCad Aosta e il nipote Sebastiano.

Roberto NOCENTINI, cl. ’40, dell’8°rgt., btg. “L’Aquila“, 93ª compagnia,iscritto al gruppo di Lizzano Belve-dere (sezione Bolognese-Romagno-la) con i figli Cristiano, cl. ’70, 138°AUC ad Aosta e 9° rgt., btg. “L’Aqui-la”, iscritto alla sezione di Firenze eMichael, cl. ’82, VFA all’8° rgt., btg.Gemona“, del gruppo di Falterona(sezione di Firenze).

Dal gruppo di Beano (sezione diUdine), il capogruppo Luigi DREO-LINI, cl. ’46, sergente pioniere della“Tridentina” con il nipote Danny e ilfiglio Alessio, cl. ’77, alpino trasmet-titore della “Julia”.

Luciano BATTAINI, dal gruppo diMalnate (sezione di Varese), cl.1930, 1° rgt. artiglieria da monta-gna, gruppo C.A.L., è con i figli Mar-co, cl. ’65, artigliere del gruppo“Sondrio” e Francesco, cl. ’83, 7° Al-pini, 64ª compagnia del btg. “Feltre”.

Ecco tre generazioni della famigliaalpina ARRIGONI, del gruppo diRossino (sezione di Bergamo). So-no nonno Antonio, cl. ’33, artiglieredel gruppo “Bergamo”, papà Marco,cl. ’73, fuciliere del 6° Alpini e il pic-colo Niccolò, “bocia ad honorem”.

In occasione del 10° raduno “FuarceCividat”, ecco tre generazioni di alpi-ni della “Julia”. Nonno Gino PLAI-NO, cl. ’26, 76ª compagnia, btg. “Ci-vidale” con il nipote Andrea ALI-MONDA DE MANNENTREU, cl. ’82,VFA all’8° Alpini, btg. “Gemona” e ilgenero Benno, cl. ’56, tenente delbtg. “Val Tagliamento”.

Ecco una bella famiglia della sezionedi Palmanova. Sono, da sinistra, De-vid SIMONCELLO, 8° rgt. btg. logisti-co, il padre, Angelo, caporalmaggio-re all’8° rgt., 115ª compagnia, btg.“Cividale”, i fratelli di quest’ultimo,Pietro, caporale al btg. “Valbrenta”,262° compagnia mitraglieri e Giu-seppe, 8° rgt., btg. “Tomezzo”, della114ª compagnia mortai e il cognatodi Pietro, Giorgio BISTACCO, 8° rgt.,20° compagnia, btg. “Cividale”, capo-gruppo di Falettis. In seconda fila, c’èil figlio di Angelo, Omar Simoncello,8° rgt., btg. logistico “Cividale”, il fi-glio di Pietro, Michele, dell’8° rgt.,btg. logistico “Gemona” e Paolo MI-LAN, 3° artiglieria da montagna, co-gnato di Pietro.

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dalle nostre sezioni

423 - 2006

Tortona: l’Anniversario delle Truppe alpine

L’anniversario di fonda-zione delle Truppe alpi-

ne è stato celebrato dalgruppo di Tortona. Alle ore10 deposizione di una co-rona al monumento all’Al-pino; alle ore 11 S. Messa alSantuario della Madonnadella Guardia in onore ditutti gli alpini Caduti e an-dati avanti.Alle cerimonie hanno par-tecipato le autorità locali edelegazioni di alpini prove-nienti da tutta la provinciadi Alessandria e dalle pro-vince limitrofe. Particolarerisalto alla manifestazioneha dato il Coro alpino “ValTanaro” di Alessandria,presente in Santuario conil suo repertorio di canti

sacri e che ha concluso lacerimonia con “Signoredelle cime”. Ai coristi è an-dato il plauso del presiden-te sezionale Gobello e delconsigliere nazionale Ne-biolo.Particolarmente toccanteè stato infine l’incontronella casa di riposo conCorrado Cassano, 95 anni,della divisione Cuneense,che con lucidità ha raccon-tato le sue vicissitudini ac-canto agli alpini sul frontefrancese, in Albania, inGrecia e in Russia.Nella foto, da sinistra: il Ca-pogruppo Dino Fanzio, il re-duce Corrado Cassano, ilconsigliere nazionale Ne-biolo.

ALESSANDRIA

Alpini friulani sui campi di battagliadi Grecia e Albania

Guido Aviani (sezione Ci-vidale), Ibano Dose e

Federico Patini (sezioneUdine) e Ilario Merlin (Por-denone) sono ritornati suipassi della divisione Juliain Grecia e Albania.Hanno visitato i campi dibattaglia, toccando le loca-lità di Bryaza, Pades, Ko-

nitsa, Ponte di Perati, Pon-te di Dragali, Scindeli e so-no saliti sul monte Golico,dove hanno apposto unatarga in ricordo dei tantiCaduti italiani e greci.Nella foto, i partecipanti suciò che resta del Ponte diPerati e sulla cima dellaquota 1.615 del Golico.

CIVIDALE

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433 - 2006

Corrado Perona in visitaal reduce di Nikolajewka

Èstato un incontro moltocommovente, quello av-

venuto a Fontigo del nostropresidente nazionale Cor-rado Perona con il reducedi Nikolajewka Ermenegil-do Mariotto, novantaduen-ne, artigliere da montagnadella 35ª batteria del grup-po Val Piave, divisione Ju-lia. Reduce dal fronte alba-nese e russo, Mariotto il 26gennaio 1943 prese parte,seppur ferito ad un brac-cio, alla battaglia di Niko-

lajewka guadagnandosiuna croce al Valor Militare.Il “vecio” è rimasto quasisenza parole per la com-mozione e la gioia per la vi-sita del presidente. Non meno emozionato il fi-glio Gilmo – anche lui arti-gliere, gruppo Osoppo del-la Julia – che ha regalato aPerona un suo volumettoin cui è brevemente scrittaed illustrata la “historia”dei primi 35 anni di vita delgruppo alpini di Fontigo.

CONEGLIANOOnori all’alpino morto in prigioniaL’alpino Gagliardi è ritornato ad Aurano, suo paese natale

Sono ritornati ad Aurano(Verbania) i resti dell’al-

pino Raineri Adelmo Ga-gliardi, deceduto durante laprigionia in Germania, aMulheim nella Ruhr, il 30marzo 1945, a 25 anni di età.Era stato sepolto nel cimi-tero militare di Amburgo. Grazie alla sezione di Intra,è stato esaudito il deside-rio dei suoi familiari ed inaccordo con le autorità diAurano, questo nostro Ca-duto ha ricevuto il salutocommosso dei suoi com-paesani, ed ora riposa nel-la sua terra.Alla cerimonia di acco-glienza erano presenti ilsindaco di Aurano Loreda-na Brizio e i rappresentantidella giunta e del consiglio,il vessillo della sezione In-tra con il presidente EmilioCarganico, i vessilli deiCombattenti e Reduci diAurano e 22 gagliardetti dialtrettanti gruppi alpinidella zona. Un lungo corteo, apertodal vessillo sezionale con ilpresidente sezionale Emi-lio Carganico, e dal pic-chetto d’onore di alpini del3° reggimento di stanza a

Pinerolo con i resti mortalidi Adelmo avvolti nel Tri-colore, si è avviato verso lachiesa parrocchiale di SanMatteo. C’erano i familiaridel Caduto: la sorella Alda,i nipoti e numerosi altri pa-renti accompagnati da nu-merosi amici. Al termine della messa èstata recitata la Preghieradell’Alpino ed il presidentedella sezione di Intra ha ri-cordato il sacrificio diAdelmo Gagliardi, al servi-zio della Patria. È seguita la processione alpiccolo cimitero montanodel paese natale.Adelmo ora riposa, accan-to a papà Filippo e a mam-ma Giovannina, tra i suoimonti che l’hanno vistoventenne partire per il ser-vizio di leva.Nel suo paese, a ses-sant’anni dalla sua morte,gli sono stati tributati glionori militari ed è stato sa-lutato, con lacrime di com-mozione, dai suoi compae-sani. Nella foto: Ada Gagliardi ac-canto all’urna dei resti delfratello Raineri Adelmo,morto in prigionia.

INTRA

A Barge inaugurata la nuova sede

Dopo tre anni di duro la-voro degli alpini di Bar-

ge, con il capogruppo Re-nato Chivassa, è stata inau-gurata la nuova sede delgruppo. La struttura è stataricavata da un magazzinodell’ex stazione ferroviariadel paese, messa a disposi-zione dal comune in como-

dato d’uso gratuito.All’inaugurazione eranopresenti oltre agli alpini diBarge, delegazioni di alpiniprovenienti dal Piemonte,dalla Liguria, dalla Valled’Aosta e dalla Lombardia.Nella foto: Alpini del grup-po di Barge davanti allanuova sede.

SALUZZO

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dalle nostre sezioni

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Festa sezionale a Pontenure

Una splendida giornatadi sole ha favorito la

partecipazione di moltissi-mi alpini e degli abitanti al-le manifestazioni di Ponte-nure, addobbata con centi-naia di Tricolori. Accompa-gnati dalla banda musicale“Del Val Pegorini”, da unpiccolo drappello di croce-rossine e dalle autorità ci-vili e militari, hanno sfilatole rappresentanze delle se-zioni di Piacenza e ReggioEmilia, insieme ai numero-si gagliardetti dei gruppidella provincia. La cerimo-nia, alla quale era presenteil vicepresidente nazionaleGiorgio Sonzogni, è iniziatacon la deposizione di unacorona al monumento aiCaduti. In un’area verdecon un piccolo giardinoche è stato intitolato aglialpini, è stata collocatauna scultura dell’artistapiacentino Rinello Brusiraffigurante tre volti cherappresentano il passato,il presente e il futuro delCorpo degli alpini. Arrivatinella piazza Centrale, il sin-

daco Angela Fagnoni haaperto le serie degli inter-venti sottolineando lo spi-rito di fratellanza e di soli-darietà degli alpini. Il presi-dente sezionale Bruno Plu-cani ha ricordato che ilmotto degli alpini è “Ono-rare i morti aiutando i vivi”e citato alcune iniziativenelle quali la locale sezio-ne è impegnata. Sono se-guiti gli interventi di Ro-berto Formaggioni, consi-gliere nazionale del capo-gruppo pontenurese Gior-gio Lazò e infine del vice-presidente nazionale Gior-gio Sonzogni. Sonzogni, hainvitato a tenere sempre al-ti gli ideali alpini di solida-rietà, di fratellanza e di at-tenzione verso i più debolie bisognosi e ricordato i re-duci di guerra attraverso lapersona del loro rappre-sentante pontenurese, Giu-seppe Larini. La manifestazione si è con-clusa con la preghiera del-l’Alpino e il canto “Signoredelle Cime”.

Dielle

PIACENZA

L’onore ai Caduti.

Un momento della sfilata con, da sinistra, il vice presidenteSonzogni, il sindaco Angela Fanoni, il consigliere naziona-le Formaggioni e il presidente della sezione Plucani.

A Castelfranco Veneto tra alpini e Nazionale TVPartita del cuore pro ospedale in Etiopia

Allo stadio comunale diCastelfranco Veneto

(Treviso) la nazionale cal-cio TV si è confrontata congli alpini del Veneto Team,un gruppo di “over 35” desi-derosi di mettere a disposi-zione gambe, fiato e… cuo-re per una giusta causa.Infatti, grazie ai patrocinidel Comune di Castelfran-co, delle sezioni ANA di Pa-dova e Treviso e dell’Asso-ciazione Butterfly Onlus,l’incasso raccolto è statodevoluto per la realizzazio-ne dell’ “ospedale di Mau-ro”, che sarà edificato a Bo-ditti, in Etiopia, a 380 km daAddis Abeba.L’idea è di Mario Zorzetto,capogruppo di PiombinoDese, della sezione di Pado-va, che ha potuto realizzarequesto progetto ambizioso,attraverso lo sport che piùpiaceva al figlio Mauro,scomparso prematuramen-te. La volontà di Mario è statafatta propria dalla Naziona-le Calcio TV, che in pochianni, attraverso le “partitedel cuore” ha raccolto circa2 milioni di euro per operedi bene.I tempi dell’organizzazionedell’evento e anche la ne-cessità di impostare unasquadra che potesse gareg-giare a buon livello con laNazionale Calcio TV hannofatto venire l’idea a Mariodi contattare la sezione diTreviso, che ha risposto po-sitivamente e con grandeinteresse all’iniziativa. La macchina organizzativadegli alpini si è messa inmoto e nel giro di pochigiorni i responsabili del set-tore sportivo sezionalehanno trovato una trentina

di giocatori, i quali hannocondiviso con entusiasmolo scopo della manifestazio-ne e si sono sottoposti a unallenamento intensivo. La cerimonia prevedeval’ingresso in campo con labanda, la presentazionedelle squadre, gli alpini tut-ti rigorosamente col cap-pello, lasciato poi nelle ma-ni dei bambini di una scuo-la elementare e il calcio diavvio di Mario, con la ma-glia n° 5 del figlio Mauro. Siè trattato di una bella parti-ta di calcio “vero”, con laNazionale Calcio TV ben or-ganizzata e in forma, grazieagli allenamenti frequentisvolti dai suoi giocatori, an-che se la nostra compaginealpina, da poco costituita,ha retto bene il campo enon ha mai demeritato.Il risultato finale è stato 3 a2 per la Nazionale CalcioTV. Ma le vere motivazionierano nel cuore di tutti, an-che di chi era andato allostadio per vedere “solo”una partita di pallone, o dichi voleva vedere uno deisuoi idoli del piccolo scher-mo, indipendentemente dalrisultato: è così, quando avincere è solo…il cuore.

TREVISO

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L’impresa d’una dozzina di comaschi e valtellinesi fra i quali anche……Un alpino da Como in Cina, in bici

Davvero originale laperformance effettuata

da una dozzina di ciclisticomaschi e valtellinesi tra iquali figura un alpino conun fisicaccio invidiabile.Noto per essere un attivis-simo atleta delle due ruotee di sci alpinismo, DarioPiasini, classe 1950, delgruppo di Poggiridenti (se-zione di Sondrio), è statotra i protagonisti di un'im-presa dai contenuti epici.Con l'amico bersagliereCarlin Pifferi di Poggiridentied altri 10 atleti, accompa-gnato da altri 10 compo-nenti dello staff organizzati-vo, ha effettuato la cicloma-ratona Como-Pechino, unsensazionale raid sulla viadella seta ad emulare il mi-tico viaggio di Marco Polo.Sono i numeri ad impressio-nare: 13.880 chilometri dipedalate superando 96.000metri di dislivello attraver-so 13 nazioni e 3500 chilo-metri di deserto ed incon-trando tutte le condizioniclimatiche possibili.Dalla neve al gelo, dal cal-do torrido alle tempeste disabbia, dalle dense nebbiealla pioggia scrosciante,niente ha risparmiato lacarovana partita il 16 apri-le da Inverigo (Como) edarrivata trionfalmente nel-

la famosa piazza Tien-a-Men di Pechino il 16 ago-sto. Organizzata alla perfe-zione da Overland, la col-laudata agenzia (spettaco-lari le trasmissioni Rai deicamion arancioni) ha avu-to in Giancarlo Corbellini(con il generale Cesare DiDato e Teresio Valsesia delCAI, sono stati le anime diCamminaitalia) l'indiscus-so "viaggiatore" capace diportarli, non senza le con-suete difficoltà linguisti-che, burocratiche, diplo-matiche, sanitarie, alimen-tari… felicemente alla me-ta nel cuore della Cina.Pianificata con tappe dai155 ai 250 chilometri quoti-diani, la carovana ha tocca-to la massima asperità sulpasso del Torugahrt, quota3.850, per attraversare poizone desertiche con "oasi"di 300/400.000 abitanti di-stanti centinaia di km. traloro, nemmeno indicatesulle cartine dell’ immensocontinente cinese.Una rivelazione singolare;nonostante abbiano attra-versato 13 nazioni euro-pee, medio-orientali, orien-tali con una varietà culina-ria amplissima, Dario è pe-rentorio nel ribadire che sisono "salvati" grazie al gra-na e alla bresaola valtelli-

SONDRIO

nese, e su questo non pos-siamo esitare a crederci! Un particolare apprezza-mento va ai popoli incon-trati nel percorso; tuttihanno benvisto ed inco-raggiato questa singolare"invasione", come analogaaccoglienza è stata dimo-strata da funzionari d'am-basciata, diplomatici e varirappresentanti governati-vi. Una occasione per se-guire l'impresa dei prota-

gonisti della "Ciclomarato-na Como-Pechino" saràfornita da RAI 1 che in apri-le manderà in onda ben 15puntate su questa pedalatasulla via della seta.

Arsiero: gli 80 anni del gruppo

Onore agli attivissimi al-pini di Arsiero che han-

no raggiunto il traguardodegli 80 anni del gruppo.Lo hanno fatto con una se-rie di iniziative, prima fratutte la sistemazione dellasede provvisoria, benedet-ta dal parroco don Rober-to, in attesa di quella defi-nitiva prevista nello stessopalazzo del Comune. Nelcorso della cerimonia, pre-senti tanti alpini, il vice sin-daco Carla Nassi Giacomel-li e il maresciallo dei cara-binieri, ha scoperto la tar-ga la madrina GuerrinaBorgo, sorella della meda-glia d’Argento al Valor Mili-tare Armando Borgo, alpi-no del battaglione L’Aqui-la, caduto da eroe guidan-do all’assalto i resti delplotone a Ivanowka. Ilgruppo è retto da un giova-ne avvocato, Giorgio DalCastello. La celebrazionedegli ottant’anni del grup-po ha avuto anche momen-ti dedicati al ricordo, con

la S. Messa officiata nellachiesa arcipretale del pae-se (la cui scalinata è stataristrutturata dagli alpini),la deposizione di una coro-na al monumento ai Caduti(anche questo restauratodagli alpini) e un incontrocon i giovani nel corso diuna serata con un concer-to del coro Monte Caviojo.Nella foto: la madrina Guer-rina Borgo accanto al ca-pogruppo Dal Castello almomento dello scoprimen-to della targa nella sedeprovvisoria del gruppo.

VICENZA

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dalle nostre sezioni

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Marcia di solidarietàrievocando Camminaitalia ‘99

S i è svolto al Passo For-cora nel territorio del

gruppo di Veddasca, il 4°raduno di Monte. Sin dalla prima edizioneconcepito come conclusio-ne di una marcia in monta-gna, quest’anno ha avutoun significato particolare:è stato dedicato, oltre cheai Caduti e alla solidarietàalla rievocazione di Cam-minitalia ’99 che, proprioal Passo Forcora, ha vistol’arrivo della prima tappanel territorio luinese.Per l’occasione, al tradizio-nale percorso Maccagno-Forcora (dislivello 1.000metri), sono stati aggiuntidue percorsi più brevi: unoda Biegno, in alta Val Ved-dasca e uno dal Lago D’E-lio.Buona la partecipazione dicamminatori, tra i qualimolti staffettisti di Cammi-nitalia provenienti anchedalle sezioni di Varese, Do-modossola, Bergamo (pre-senti con il vessillo sezio-nale) e di Intra. Graditissi-ma la partecipazione di Te-resio Valsesia, del CAI, checon il nostro direttore, ge-nerale Cesare Di Dato, haorganizzato Camminaita-lia. Apprezzato il serviziodella Bandella di Bosco.Ottimo il rancio alpino of-ferto dalla sezione a mar-ciatori e invitati. E ciò nontanto per l’appetito conse-guente a oltre tre ore discarpinata, ma grazie alla

nota abilità dei cuochimaccagnesi e dei “pulen-tat” della Val Dumentina.Alla marcia hanno parteci-pato il vicepresidente na-zionale Giorgio Sonzogni eil presidente emerito Giu-seppe Parazzini, entrambigià a Maccagno la sera pri-ma per presenziare all’i-naugurazione del nuovogagliardetto del gruppo eallo scoprimento di unatarga in ricordo del restau-ro, a cura degli alpini, dellaVia Crucis per Veddo, inau-gurata nel 2000 dall’allorapresidente nazionale. Achiusura della giornata,Sonzogni e Parazzini sonoandati a salutare il capo-gruppo di Veddasca, PietroSaredi, quest’anno impos-sibilitato a partecipare fisi-camente alla manifestazio-ne causa “acciacchi ana-grafici”. Per il 2006, appun-tamento all’8 di ottobre,sempre nel segno di Cam-minitalia. Giobott

(foto di Lucio Petrolo)

LUINO

Melzo: fondi per un ospedale in Zambia

I l gruppo alpini di Melzodella sezione di Milano

ha organizzato una casta-gnata, il cui ricavato è sta-to consegnato a don Anto-nio Novazzi, sacerdote mi-lanese in missione in Zam-bia dove, con il contributodel gruppo alpini, ha co-struito un piccolo ospeda-le nel villaggio di Kafue

Estate. Ha inoltre iniziatola costruzione di case perospitare orfani di genitorimorti di AIDS che nelloZambia sono circa 6 milio-ni.Don Antonio Novazzi, e èfiglio del maggiore Giovan-ni Novazzi di Lodi, reducedella seconda guerra mon-diale.

MILANO

Festeggiato a Gaiano il 3° anniversario della fondazione

S i sono svolti su duegiorni i festeggiamenti

del gruppo alpini di Gaianoin occasione del 3° anni-versario di fondazione. Sa-bato la giornata è stata de-dicata alla montagna, conproiezioni e dibattiti sul-l’Himalaya, presentate dal-la guida alpina Sergio Mar-tini. Domenica S. Messa of-ficiata da don Andrea Volta(nella foto) accompagnatadal coro “Canta Fabula” diFelino, diretto dal maestro

Marina Conti, presenti ilsindaco di Collecchio Giu-seppe Romanini, i consi-glieri della sezione di Par-ma con il vessillo e i gruppialpini con i gagliardetti diRamiola, Fornovo, Medesa-no, Collecchio, Sala, Vara-no de’ Melegari, Solignano,Langhirano, Varsi, Pellegri-no e Bosco di Corniglio. I festeggiamenti sono pro-seguiti nel teatro parroc-chiale, dove gli alpini han-no offerto un ricco buffet.

PARMA

Foto in alto: in marcia. Apro-no gli staffettisti di Cammi-naitalia ’99.Qui sopra: suggestiva imma-gine scattata durante la S.Messa.

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Varese, Korenika e Mostar: tappe della solidarietà alpina

Prima in Croazia, poi inBosnia. Gli alpini di Va-

rese dopo aver ristruttura-to la chiesa di San GiorgioMartire a Korenica, nel2004, sono stati da luglio adicembre dello scorso an-no a Crnici, un sobborgo diMostar, nell’Est dell’Erze-govina. Gli alpini varesinihanno raccolto l’invito del-la sezione di Gallarate del-la Croce Rossa Italiana perla costruzione di un vastofabbricato da adibire acentro polifunzionale, indi-spensabile alle 3900 fami-glie di quel territorio scon-volto dalla guerra comegran parte del Paese. Ri-cordiamo che Mostar è lacittadina in cui c’era lo

splendido ponte a dorsod’asino sulla Neretva, di-strutto a cannonate daiserbi. In quattro turni e 82 gior-nate complessive gli alpinidella sezione di Varese,con i mezzi messi a dispo-sizione della Croce Rossa,hanno dapprima costruitola struttura metallica, quin-di hanno eretto i muri, poigli interni, completi di cu-cina e servizi e infine gliimpianti elettrici. Hanno la-vorato per complessive900 ore di lavoro. Calorosaè stata l’accoglienza dellapopolazione: le stesse fa-miglie del posto hannoprovveduto ai pasti dei vo-lontari.

VARESE

Il presidente e il reduce

Nella sua visita agli alpiniin Canada il presidente

nazionale Corrado Peronaha consegnato ai reduciemigrati lo speciale atte-stato che l’Associazione ha

deciso di conferire loro.Ecco il presidente con (asinistra) Lino Toniguzzo,combattente decorato, eUmberto Turrin. Sono del-la sezione di Vancouver.

CANADA

È andato avanti Gaetano Tomada, presidente della sezione Melbourne

Gaetano Tomada, presi-dente della sezione di

Melbourne è andato avan-ti. La morte lo ha colto il 2febbraio, all’età di 70 anni.Friulano, sposato conAmalia e padre di due figli,era emigrato 48 anni fa.Reggeva la sezione da sedi-ci anni, un compito chesvolgeva con passione eamore. Scrivere di un no-stro alpino morto all’este-ro è triste, specialmenteper un alpino che è partitoin gioventù per cercare al-trove quello che il suo Pae-

se non riusciva a dargli.Eppure, lavorando con sa-crificio e onestà, questi no-stri alpini hanno fatto efanno onore all’Italia. Eracosì anche Tomada, alpinodi grande generosità e di-gnità. Ci sentiamo vicini al-la sua famiglia, con gratitu-dine. Una gratitudine chesarà espressa anche nellaprossima visita che, a fineestate, il nostro presidentenazionale Corrado Peronacompirà in Australia quan-do, proprio a Melbourne,ci sarà la convention dellesezioni di quel continente.In occasione della visita diPerona ci sarà anche l’as-semblea della sezione perla nomina del nuovo presi-dente; per intanto questoruolo è ricoperto dal vicepresidente e segretariodella sezione Zanatta.

AUSTRALIA

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Obiettivo sulla montagnaEcco uno splendido esemplare di nucifraga caryocatactes, più semplicemente“nocciolaia”, un corvide che vive in montagna, generalmente fra i mille e i duemilametri. È stato chiamato così perché si nutre di pinoli, nocciole, ghiande e bacche. Il suo manto di piume gli conferisce una eccezionale bellezza.La foto è stata scattata nell’Engadina da Gianpiero Bettini, della sezione di Sondrio.