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GLI ACCORDI DI GLI ACCORDI DI MAASTRICHT MAASTRICHT Il nuovo trattato dell’Unione europea viene ratificato dai Paesi membri nel 1992 Corso di Laurea in Scienze Statistiche Politica Economica A.A. 2011/2012 di Cristina Brasili

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GLI ACCORDI DI MAASTRICHTGLI ACCORDI DI MAASTRICHT

Il nuovo trattato dell’Unione europea viene ratificato dai Paesi membri nel

1992

Corso di Laurea in Scienze StatistichePolitica Economica

A.A. 2011/2012di Cristina Brasili

Corso di Laurea in Scienze StatistichePolitica Economica

A.A. 2011/2012di Cristina Brasili

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GLI ACCORDI DI MAASTRICHTGLI ACCORDI DI MAASTRICHTIl nuovo trattato prevede Ampliamento del campo d’azione

Istruzione, formazione professionale,salute, innovazione e tecnologie, trasporti e comunicazioni, ambiente, protezione dei consumatori.

Affermazione del Principio di Sussidiarietà:

L’Unione interviene quando gli obiettivi non possono essere conseguiti in modo soddisfacente dagli Stati membri

Istituzione di un Fondo di coesione Per i paesi con reddito pro capite inferiore al 90% della media CEE si rafforzamento le politiche strutturali e regionali (raddoppio dei finanziamenti)

Accordo sulla Politica sociale siglato da 11 paesi (Regno Unito escluso)

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L’ACCORDO DI MAASTRICHTL’ACCORDO DI MAASTRICHT

Si avvia l’Unione economica e monetaria (UEM) costituzione dell’Istituto monetario

europeo nel 1994 per coordinare le

politiche monetarie degli stati membri. Introduzione dell’EURO come

moneta comune (dal 1996 al 2001)

la politica monetaria sarà affidata al SEBC formato dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale Europea che dovrà assicurare la stabilità dei prezzi

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GLI INDICATORI DI CONVERGENZA GLI INDICATORI DI CONVERGENZA DI MAASTRICHTDI MAASTRICHT

Gli Stati membri debbano rispettare i seguenti parametri per partecipare all’UME

Tasso di inflazione non superiore dell’1,5% (rispetto a quello medio dei tre paesi meno inflazionistici)

Disavanzo pubblico non superiore al 3% del PIL

Debito pubblico non superiore al 60% del PIL

Tassi di interesse nominali a lungo termine non superiori del 2%(rispetto a quello medio dei tre paesi meno inflazionistici)

Rispetto per almeno due anni della banda stretta di fluttuazione per il tasso di cambio delle monete

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SCADENZE PER L’UNIONE SCADENZE PER L’UNIONE MONETARIA EUROPEAMONETARIA EUROPEA

Entro il 1° Luglio 1998:

Approvazione dei Capi di Stato e di Governo del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea

1°Gennaio 1999:

Entrano in vigore i cambi fissi con l’Euro fra 11 Paesi e la politica monetaria viene gestita dalla Banca Centrale Europea

1° Gennaio 2002: Messa in circolazione delle banconote in

Euro e ritiro delle banconote nazionali

1° Luglio 2002: Abolizione del corso legale delle banconote e

monete nazionali

Anticipata al 1° Marzo 2002 l’adozione dell’EURO

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debito pubblico in % del PIL- 1996

0,0

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ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005

debito P.A./PIL 1990-2005

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ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005

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L’ACCORDO DI MAASTRICHTL’ACCORDO DI MAASTRICHT

TASSO DI INDEBITAMENTO DEBITO DELLA TASSI DI

INFLAZIONE NETTO DELLA P.A. IN % DEL PIL INTERESSE A

P.A. IN % DEL PIL LUNGO TERMINE

1996 1997 1998 1996 1997 1998 1996 1997 1998 1996 1997 1998

Austria 1,8 1,2 1,5 4,0 2,5 2,6 69,5 66,1 66,0 6,3 5,7 5,1

Belgio 1,8 1,5 1,7 3,2 2,1 1,7 126,9 122,2 119,0 6,5 5,8 5,2

Danimarca 1,9 2,0 2,5 0,7 -0,7 -1,4 70,6 65,1 63,0 7,2 6,3 5,4

Finlandia 1,1 1,2 2,0 3,3 0,9 0,1 57,6 55,8 58,0 7,1 6,0 5,2

Francia 2,1 1,3 1,2 4,1 3,0 3,0 55,7 58,0 58,0 6,3 5,6 5,1

Germania 1,2 1,5 1,5 3,4 2,7 2,5 60,4 61,3 61,0 6,2 5,6 5,0

Grecia 7,9 5,4 2,5 7,5 4,0 2,4 111,6 108,7 106,0 14,4 9,9 11,0

Irlanda 2,2 1,2 2,0 0,4 -0,9 -0,5 72,7 66,3 64,0 7,3 6,3 5,3

Italia 4,0 1,9 1,8 6,7 2,7 2,6 124,0 121,6 118,2 9,4 6,9 5,4

Lussemburgo 1,2 1,4 1,4 -2,5 -1,7 -1,0 6,6 6,7 7,1 6,3 5,6 5,1

Olanda 1,4 1,9 2,3 2,3 1,4 1,7 77,2 72,1 70,0 6,2 5,6 5,0

Portogallo 2,9 1,9 2,0 3,2 2,5 2,5 65,0 62,0 63,0 8,6 6,4 5,4

Regno Unito 2,5 1,9 2,5 4,8 1,9 0,8 54,7 53,4 51,0 7,9 7,1 6,1

Spagna 3,6 1,9 2,0 4,6 2,6 2,4 70,1 68,8 67,0 8,7 6,4 5,3

Svezia 0,8 1,9 1,7 3,5 0,8 -0,6 76,7 76,6 74,0 8,0 6,6 5,6

Criteri di

convergenza 2,6 2,7 2,9 3,0 3,0 3,0 60,0 60,0 60,0 9,1 8,0 7,1

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L’ACCORDO DI MAASTRICHT E L’EUROL’ACCORDO DI MAASTRICHT E L’EURO

Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002

La moneta unica rappresenta il punto di incontro di tre diversi percorsi:

Economico, Politico, Monetario

L’economia: da Roma a Maastricth

La politica: dalla guerra al “dolce” commercio

La moneta: da vecchie a nuove ancore

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Padoa-Schioppa Tommaso, Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva L’Euro in prospettiva storicastorica, il Mulino, n.399, 1/2002, il Mulino, n.399, 1/2002

L’economia: da Roma a Maastricth

Passaggio dal Dollaro (moneta implicita degli anni ’50 e ’60) all’Euro (moneta esplicita) dell’Unione

Il principale obiettivo del Trattato di Roma era la

creazione del Mercato comune (poi Mercato

unico) con la libera circolazione di Beni, Servizi, Capitali, Persone

Il trattato di Roma aveva il dollaro come moneta implicita in un sistema di cambi fissi (Bretton Woods 1945- 1973)

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Il passaggio da dollaro all’euro è stato favorito Messa in discussione della corrispondenza

biunivoca fra monete e Stati nazionali

Inconciliabilità del così detto “quartetto Inconciliabile”

Libero scambioMobilità dei capitaliTassi di cambio fissiIndipendenza delle politiche monetarie

nazionali

Il sistema monetario internazionale adotta i cambi flessibili dopo il 1973

L’Europa adotta i cambi fissiSMESerpenteIl marco come moneta di riferimento

La moneta unica

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Padoa-Schioppa Tommaso, Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storicaL’Euro in prospettiva storica, il , il Mulino, n.399, 1/2002Mulino, n.399, 1/2002

La moneta unica viene decisa con l’entrata in vigore del trattato di Maastricht (1 novembre 1993) e nel 1998 viene istituita la Banca centrale europea

La stabilità macroeconomica viene ripristinata con i criteri di convergenza

L’Euro entra in vigore nei primi mesi del 2002 negli 11 paesi che aderiscono alla moneta unica

Ogni Stato resta costantemente sotto esame nel rispetto dei criteri di convergenza

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Padoa-Schioppa Tommaso, Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storicaL’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, , il Mulino, n.399, 1/20021/2002

La politica: dalla guerra al “dolce” commercio

La costruzione dell’Unione europea è un atto essenzialmente politico, sebbene le realizzazioni siano prevalentemente di natura economica

L’inizio della costruzione europea si basava sulla volontà di

“Mai più una guerra fra noi” (Shuman, Adenauer, De Gasperi)

CECA (Jean Monnet)- 1951 Comunità europea di difesa - 1954 Trattato di Roma del 1957

Con la creazione del Mercato comune (1968) e del Mercato unico (1993) il commercio sostituisce la bellicosità dei rapporti fra gli Stati

La creazione della moneta unica è probabilmente il passo più avanzato compiuto nell’integrazione europea(La moneta e l’esercito sono la principale espressione della

sovranità nazionale)

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Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002

La moneta: da vecchie a nuove ancore

Tra il 1957 ed il 1992 le monete perdono le due ancore a cui erano vincolate

L’oro Il potere dello Stato

Il valore della moneta si basa sulla fiducia e non più sul suo valore intrinseco

Cambia il ruolo della moneta nella politica economica L’effetto della politica monetaria sull’economia era

quello di un trade-off fra inflazione e disoccupazione (curva di Philips)

Si afferma la neutralità della moneta nel modificare il tasso di disoccupazione di lungo periodo (tasso naturale di disoccupazione)

Si apre la strada alla minore influenza politica della moneta e ciò facilita il trasferimento a livello sopranazionale del controllo della moneta

L’indipendenza delle banche centrali si afferma come elemento indispensabile per regolare l’emissione di moneta (evitare l’eccesso di moneta, il finanziamento senza costi, l’affermarsi della spesa in disavanzo)

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Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002

I tre elementi fondamentali dell’Unione economica e monetaria

(Uem) sono il risultato dei cambiamenti economici , politici e monetari degli ultimi decenni.

A) La stabilità dei prezzi è l’obiettivo principale della politica monetaria

B) La piena indipendenza della Banca centrale europea

C) Il carattere costituzionale dello statuto della Banca centrale e della moneta

Il Trattato di Maastricht sostituisce queste nuove ancore a quelle vecchie che in passato avevano regolato la politica monetaria

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Debito/PIL nei paesi dell’UE - Debito/PIL nei paesi dell’UE - 20042004

Unione europea- Debito/PIL - 2004

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Deficit-PIL nei paesi dell’UE - 2004Deficit-PIL nei paesi dell’UE - 2004

Unione europea- Deficit/PIL - 2004

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Il patto di stabilità e crescitaIl patto di stabilità e crescita

Il patto di stabilità e crescita fu firmato a Amsterdam nel 1997, come parte integrante di quello dell’Unione europea

I principi cardine del patto erano: Rispettare un deficit pubblico vicino al pareggio o

in surplus, nel medio termine. Non superare il deficit annuale del 3% del PIL

Tranne nei casi di una recessione eccezionale e improvvisa (maggiore di 0,75% del PIL)

Le sanzioni previste per chi sfora il 3% Preavviso di infrazione (early warning) e rientro

nell’anno successivo Deposito non remunerativo del 0,2% del PIL (più

0,1% per ogni percentuale in più di sforamento)

FONTE: Mantovani A., Mattarin L, Economia dell’integrazione europea, Il Mulino, Bologna 2008 (cap 5 pp. 163-200)

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Il patto di stabilità e crescitaIl patto di stabilità e crescita

Rischi Il paese indebitato ha maggiori difficoltà a collocare

il proprio debito (maggiori tassi di interesse)

Il rischio paese non dovrebbe contagiare gli altri paesi, anche perché alla BCE non è permesso salvare un paese prossimo alla bancarotta (no bail-out)

I problemi I paesi non sono andati verso il pareggio del bilancio

Difficoltà di mantenere elevati saggi di sviluppo del PIL

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Il nuovo patto di stabilitàIl nuovo patto di stabilità

Stabilito dal Consiglio europeo del marzo 2005

Minore rigidità nel rispetto del 3% del deficit annuale Minore crescita rispetto al potenziale o crescita

negativa Misure temporanee per riforme strutturali (effetti

negativi di riforme, pensioni o sanità) Rientro più flessibile e contrattato con le autorità

europee Prescrizioni di medio termine

Il rientro del deficit deve tenere presente l’andamento del ciclo economico e delle misure una tantum

Il rientro può essere dello 0,5% all’anno con un bilancio in pareggio fissato per il 2011 (per quasi tutti i paesi)

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Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010

Proposto dal Consiglio dei ministri Ottobre 2010

Maggiore rigidità nel rispetto del deficit e debito pubblico Sanzioni quasi immediate a maggioranza

qualificata (voto pesato con l’importanza economica dei paesi) Possiblità di sanzioni politiche con esclusione dal

diritto di voto su alcune materie (IN DISCUSSIONE)

Prescrizioni di medio termine Costituzione di un fondo di garanzia di 500 miliardi di

euro contro il default dei singoli paesi

Richiesta di modifica dei trattati per la costituzione e funzionamento del fondo

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Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010

Bibliografia da studiare:

Valli. V., Geuna A., Burlando R. ,

Politica economica e macroeconomia, Carrocci ed. 2010.

Pargrafo 17.3 (Maastricht)

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