Giuseppe Verdi in una fotografia di Nadar...

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4 Giuseppe Verdi in una fotografia di Nadar (1866-67).

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Giuseppe Verdi in una fotografia di Nadar (1866-67).

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RigolettoMelodramma in tre atti

Libretto diFrancesco Maria Piave

Musica diGiuseppe Verdi

PERSONAGGI

Il Duca di Mantova tenoreRigoletto, suo buffone di corte baritonoGilda, di lui figlia sopranoSparafucile, bravo bassoMaddalena, sua sorella contraltoGiovanna, custode di Gilda mezzosopranoIl Conte di Monterone baritonoMarullo, Cavaliere baritonoMatteo Borsa, cortigiano tenoreIl Conte di Ceprano bassoLa Contessa, sua sposa mezzosopranoUsciere di corte (basso)Paggio della Duchessa tenore (o mezzosoprano)

Cavalieri, Dame, Paggi, Alabardieri

La Scena si finge nella città di Mantova e suoi dintorni.Epoca, il secolo XVI.

Prima rappresentaizone assoluta:Venezia, Teatro La Fenice, 11 marzo 1851

(Edizione critica a cura di Martin Chusid, The University of Chicago Press, Chicago e Casa Ricordi, Milano)

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[1. Preludio]

ATTO PRIMO

Sala magnifica nel palazzo ducale con porte nelfondo che mettono ad altre sale, pure splendi-damente illuminate; folla di Cavalieri e Dame ingran costume nel fondo delle sale; paggi chevanno e vengono. La festa è nel suo pieno. Mu-sica interna da lontano e scroscii di risa di trattoin tratto.

[2. Introduzione]

(Festa da Ballo - Musica interna - Folla di Cava-lieri e Dame che passeggiano nelle sale del fon-do - Paggi che vanno e vengono - Nelle sale infondo si vedrà ballare)

SCENA IDa una delle sale vengono parlando fra loro ilDuca e Borsa.

DucaDella mia bella incognita borghesetoccare il fin dell’avventura voglio.

BorsaDi quella giovin che vedete al tempio?

DucaDa tre mesi ogni festa.

BorsaLa sua dimora?

DucaIn un remoto calle;misterioso un uom v’entra ogni notte.

BorsaE sa colei chi sial’amante suo?

DucaLo ignora.

(un gruppo di Dame attraversa la sala)

BorsaQuante beltà!... Mirate?

DucaMa vince tutte di Cepran la sposa.

Borsa (piano)Non v’oda il conte, o Duca...

DucaA me che importa?

BorsaDirlo ad altra ei potria...

DucaNé sventura per me certo saria.Questa o quella per me pari sonoa quant’altre d’intorno mi vedo,del mio core l’impero non cedomeglio ad una che ad altra beltà.La costoro avvenenza è qual donodi che il fato ne infiora la vita;s’oggi questa mi torna gradita,forse un’altra doman lo sarà.La costanza, tiranna del core,detestiamo qual morbo crudele,sol chi vuole si serbi fedele;non v’è amor, se non v’ha libertà.De’ mariti il geloso furore,degli amanti le smanie derido,anco d’Argo i cent’occhi disfidose mi punge una qualche beltà.

SCENA IIDetti, il Conte di Ceprano che segue da lungi lasua sposa servita da altro Cavaliere.Dame e Signori entrano da varie parti.

(Entrano Dame e Cavalieri. Intanto nelle sale infondo si ballerà il Minuetto. Il Duca va ad incon-trare la Contessa di Ceprano e le dice con moltagalanteria)

DucaPartite! Crudele!

Contessa di CepranoSeguire lo sposom’è forza a Ceprano.

DucaMa dêe luminosoin corte tal astro qual sole brillare.Per voi qui ciascuno dovrà palpitare.Per voi già possente la fiamma d’amore(con enfasi, baciandole la mano)inebria, conquide, distrugge il mio core.

ContessaCalmatevi...

DucaLa fiamma d’amore ecc.

ContessaCalmatevi...(il Duca le dà il braccio ed esce con lei.)

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SCENA IIIDetti e Rigoletto che s’incontra nel signor di Ce-prano; poi Cortigiani.

Rigoletto (al Conte di Ceprano)In testa che avete,signor di Ceprano?(Ceprano fa un gesto d’impazienza e segue ilDuca)

Rigoletto (ai Cortigiani)Ei sbuffa! Vedete?

Borsa e CoroChe festa!

RigolettoOh sì...

Borsa e CoroIl Duca qui pur si diverte!

RigolettoCosì non è sempre? Che nuove scoperte!Il giuoco ed il vino, le feste, la danza,battaglia, conviti, ben tutto gli sta!...Or della Contessa l’assedio egli avanza,(ridendo)e intanto il marito fremendo ne va.(esce. Intanto nelle sale si ballerà il Perigordino.)

SCENA IVDetti e Marullo premuroso.

MarulloGran nuova! Gran nuova!

Borsa e CoroChe avvenne? Parlate!

MarulloStupirne dovrete...

Borsa e CoroNarrate! Narrate!

Marullo (ridendo)Ah ah! Rigoletto...

Borsa e CoroEbben?...

MarulloCaso enorme!

Borsa e CoroPerduto ha la gobba? Non è più difforme?

MarulloPiù strana è la cosa...(con gravità)Il pazzo possiede...

Borsa e CoroInfine...

MarulloUn’amante...

Borsa e Coro (con sorpresa)Un’amante!... Chi il crede?

MarulloIl gobbo in Cupido or s’è trasformato!...

Borsa e CoroQuel mostro? Cupido! Cupido beato!

SCENA VDetti ed il Duca seguito da Rigoletto, poi da Ce-prano.

(Entra il Duca seguito da Rigoletto)

Duca (a Rigoletto)Ah più di Ceprano importuno non v’è!La cara sua sposa è un angiol per me!

RigolettoRapitela.

DucaÈ detto; ma il farlo?

RigolettoStasera!

DucaNon pensi tu al conte?

RigolettoNon c’è la prigione?

DucaAh no!

RigolettoEbben... S’esiglia.

DucaNemmeno, buffone.

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RigolettoAllora...(indicando di farla tagliare)Allora la testa...

Ceprano (da sé)(Oh l’anima nera!)

Duca (battendo colla mano una spalla al Conte)Che di’? questa testa!

RigolettoÈ ben naturale...Che far di tal testa?... A cosa ella vale?

Ceprano(infuriato battendo la spada)Marrano!

Duca (a Ceprano)Fermate!

RigolettoDa rider mi fa.

Borsa, Marullo e Coro (tra loro)In furia è montato!

Duca (a Rigoletto)Buffone, vien qua.

Borsa, Marullo e CoroIn furia è montato!

Duca (a Rigoletto)Ah sempre tu spingi lo scherzo all’estremo,quell’ira che sfidi, colpir ti potrà.Tutto è gioia, tutto è festa!

RigolettoChe coglier mi puote? Di loro non temo,del Duca il protetto nessun toccherà.Tutto è gioia, tutto è festa!

Ceprano (ai Cortigiani, a parte)Vendetta del pazzo...Contr’esso un rancoredi noi chi non ha!Vendetta!

Borsa, Marullo e CoroMa come?

CepranoIn armi chi ha coredoman sia da me.

Borsa, Marullo e CoroSì.

CepranoA notte!

Borsa, Marullo e CoroSarà.

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroVendetta del pazzo...Contr’esso un rancore,pei tristi suoi motti,di noi chi non ha?...Vendetta!Sì, a notte, sarà.Sì, vendetta!(i ballerini che saranno in fondo delle sale ven-gono sul davanti della scena)

Duca, Rigoletto, Borsa, Marullo, Cepranoe CoroTutto è gioia, tutto è festa,tutto invitaci a godere!Oh guardate non par questaor la reggia del piacere!

SCENA VIDetti ed il Conte di Monterone.

Conte di Monterone (dall’interno)Ch’io gli parli.

DucaNo...

Monterone (presentandosi)Il voglio!

Rigoletto, Borsa, Marullo, Ceprano e CoroMonterone!

Monterone (fissando il Duca con nobile orgo glio)Sì, Monteron... La voce mia qual tuonovi scuoterà dovunque...

Rigoletto (al Duca)Ch’io gli parli.(si avanza con ridicola gravità; con carica tura)

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Voi congiuraste contro noi, Signore,e noi, clementi invero, perdonammo...Qual vi piglia or delirio... A tutte l’oredi vostra figlia a reclamar l’onore?

Monterone (guardando Rigoletto con ira sprezzante)Novello insulto!(al Duca)Ah sì a sturbaresarò vostr’orgie... Verrò a gridare,fino a che vegga restarsi inultodi mia famiglia l’atroce insulto!E se al carnefice pur mi daretespettro terribile mi rivedreteportante in mano il teschio miovendetta a chiedere al mondo, a Dio.

DucaNon più!... Arrestatelo.

RigolettoÈ matto!

Borsa, Marullo e CepranoQuai detti!

Monterone (al Duca e Rigoletto)Oh siate entrambi voi maledetti.

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroAh!

MonteroneSlanciare il cane al leon morenteè vile, o Duca...(a Rigoletto)E tu serpente,tu che d’un padre ridi al dolore,sii maledetto!

Rigoletto (da sé, colpito)(Che sento! orrore!)

Duca, Borsa, Marullo, Ceprano e CoroO tu che la festa audace hai turbato,da un genio d’inferno qui fosti guidato;è vano ogni detto, di qua t’allontana...Va’, trema, o vegliardo, dell’ira sovrana...Tu l’hai provocata, più speme non v’è,un’ora fatale fu questa per te.

Rigoletto(Orrore! Che orrore!)

MonteroneSii maledetto!E tu serpente ecc.

(Monterone parte fra due alabardieri; tutti glialtri seguono il Duca in un’altra stanza)

Si cala per un istante la tela al fine di mutare lascena.

SCENA VIIL’estremità più deserta d’una via cieca. A sini-stra una casa di discreta apparenza con una pic-cola corte circondata da muro. Nella corte ungrosso ed alto albero ed un sedile di marmo;nel muro una porta che mette alla strada; soprail muro un terrazzo praticabile, sostenuto da ar-cate. La porta del primo piano dà su detto ter-razzo. A destra della via è il muro altissimo delgiardino, e un fianco del palazzo di Ceprano. Ènotte.

[3. Duetto]

(Rigoletto chiuso in un ampio e bruno mantello.Sparafucile pure in mantello lo segue da lonta-no, portando sotto il mantello una lunga spada)

Rigoletto(Quel vecchio maledivami!!)

Sparafucile (gli si avvicina)Signor?

RigolettoVa’... Non ho niente.

SparafucileNé il chiesi... A voi presenteun uom di spada sta.

RigolettoUn ladro?

SparafucileUn uom che liberaper poco da un rivale,(con mistero)e voi ne avete...

RigolettoQuale?

SparafucileLa vostra donna è là.

Rigoletto(Che sento!) E quanto spendereper un Signor dovrei?

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SparafucilePrezzo maggior vorrei...

RigolettoCom’usasi pagar?

SparafucileUna metà s’anticipa,il resto si dà poi...

Rigoletto(Dimonio!) E come puoitanto sicuro oprar?

SparafucileSoglio in cittade uccidere,oppure nel mio tetto.L’uomo di sera aspetto...Una stoccata, e muor!

Rigoletto(Dimonio!)E come in casa?

SparafucileÈ facile...M’aiuta mia sorella...Per le vie danza... È bella...Chi voglio attira... E allor...

RigolettoComprendo...

SparafucileSenza strepito...

RigolettoComprendo...

Sparafucile (tirando fuori lo spadone)È questo il mio strumento,vi serve?

RigolettoNo... Al momento...

Sparafucile (nasconde lo spadone)Peggio per voi...

RigolettoChi sa?...

SparafucileSparafucil mi nomino...

RigolettoStraniero?

Sparafucile (per andarsene)Borgognone...

RigolettoE dove? All’occasione?

SparafucileQui sempre a sera...

RigolettoVa’!

SparafucileSparafucil, Sparafucil!

RigolettoVa’, va’, va’, va’.(Sparafucile parte.)

[4. Scena e Duetto]

SCENA VIIIRigoletto, guardando dietro a Sparafucile.

RigolettoPari siamo!... Io la lingua, egli ha il pugnale!...L’uomo son io che ride, ei quel che spegne!Quel vecchio maledivami!!...O uomini!... O natura!...Vil scellerato mi faceste voi!Oh rabbia!... Esser difforme!Oh rabbia!... Esser buffone!Non dover, non poter altro che ridere!!Il retaggio d’ogn’uom m’è tolto... Il pianto!Questo padrone mio,giovin, giocondo, sì possente, bello,sonnecchiando mi dice:Fa’ ch’io rida, buffone...Forzar mi deggio, e farlo... Oh, dannazione!Odio a voi, cortigiani schernitori!...Quanta in mordervi ho gioia!Se iniquo son, per cagion vostra è solo...Ma in altr’uomo qui mi cangio...Quel vecchio maledivami! Tal pensieroperché conturba ognor la mente mia?Mi coglierà sventura! Ah no! È follia!(apre con chiave, ed entra nel cortile.)

SCENA IXDetto e Gilda.

(Gilda esce dalla casa e si getta nelle braccia delpadre)

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RigolettoFiglia!

GildaMio padre!

RigolettoA te dappressotrova sol gioia il core oppresso.

GildaOh quanto amore!...

RigolettoMia vita sei!

GildaOh quanto amore!

RigolettoSenza te in terra qual bene avrei?

GildaOh quant’amore!

RigolettoO figlia mia!

GildaPadre mio!

(Rigoletto sospira)Voi sospirate! Che v’ange tanto?Lo dite a questa povera figlia...Se v’ha mistero... Per lei sia franto...Ch’ella conosca la sua famiglia.

RigolettoTu non ne hai...

GildaQual nome avete?

RigolettoA te che importa?

GildaSe non voletedi voi parlarmi...

Rigoletto (assorto ne’ suoi pensieri, inter rom pendola)Non uscir mai.

GildaNon vo che al tempio.

RigolettoOh ben tu fai...

GildaSe non di voi, almen chi siafate ch’io sappia la madre mia.

RigolettoDeh non parlare al miserodel suo perduto bene...Ella sentia, quell’angelo,pietà delle mie pene...Solo, difforme, povero,per compassion mi amò.Ah morìa!...(piangendo)Morìa! Le zolle copranolievi quel capo amato...Sola or tu resti al misero...Dio, sii ringraziato!...

GildaOh quanto dolor! Che spremeresì amaro pianto può?Padre, non più, calmatevi...Mi lacera tal vista...

Rigoletto (singhiozzando)Tu sola resti al misero...Dio, sii ringraziato!...

GildaIl nome vostro ditemi,il duol che sì v’attrista?

RigolettoA che nomarmi?... È inutile!...Padre ti sono, e basti...Me forse al mondo temono,d’alcuni ho forse gli asti...Altri mi maledicono...

GildaPatria, parenti, amicivoi dunque non avete?

RigolettoPatria!... Parenti!... Amici!...(con effusione)Culto, famiglia, patria,il mio universo è in te!

GildaAh se può lieto rendervi,gioia è la vita a me!

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RigolettoCulto, famiglia, patria ecc.

GildaAh se può lieto ecc.

Già da tre lune son qui venuta,né la cittade ho ancor veduta;se il concedete, farlo potrei!

RigolettoMai!... Mai!... Uscita, dimmi, unqua sei?

GildaNo!

RigolettoGuai!

Gilda(Ah! Che dissi!)

RigolettoBen te ne guarda!(Potrian seguirla, rapirla ancora!Qui d’un buffone si disonorala figlia, e se ne ride! Orror!)(verso la casa)Olà?

SCENA XDetti e Giovanna dalla casa.

GiovannaSignor!

RigolettoVenendo, mi vede alcuno?Bada, di’ il vero...

GiovannaAh no! Nessuno.

RigolettoSta ben... La porta che dà al bastioneè sempre chiusa?

GiovannaOgnor si sta,ognor si sta!

RigolettoBada, di’ il ver...

(a Giovanna, affettuoso)Ah! Veglia, o donna, questo fiore

che a te puro confidai;veglia attenta e non sia maiche s’offuschi il suo candor.Tu dei venti dal furorech’altri fiori hanno piegatolo difendi, e immacolatolo ridona al genitor.

GildaQuanto affetto!... Quali cure!Non temete, padre mio.Lassù in cielo, presso Dioveglia un angiol protettor!Da noi stoglie le sventuredi mia madre il priego santo;non fia mai disvelto o frantoquesto a voi diletto fior!

RigolettoAh! Veglia, o donna, questo fioreche a te puro confi...

SCENA XIDetti ed il Duca in costume borghese dalla strada.

RigolettoAlcun v’è fuori...(apre la porta della corte e, mentre esce a guar-dare sulla strada, il Duca guizza furtivo nellacorte e si nasconde dietro un albero; gettandoa Giovanna una borsa la fa tacere)

GildaCielo!Sempre novel sospetto!

Rigoletto (entrando dice a Giovanna)Alla chiesa vi seguiva mai nessuno?

GiovannaMai!

Duca(Rigoletto!)

RigolettoSe talor qui picchianguardatevi da aprire!

GiovannaNemmeno al Duca...

RigolettoMen che ad altri a lui!Mia figlia, addio!

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Duca(Sua figlia!)

GildaAddio, mio padre!

RigolettoAh! Veglia, o donna ecc.

GildaOh quanto affetto ecc.Padre! Mio padre! Addio!

RigolettoFiglia! Mia figlia! Addio!(s’abbracciano e Rigoletto parte chiudendosidietro la porta.)

[5. Scena e Duetto]

SCENA XIIGilda, Giovanna, il Duca nella corte, poi Cepra-no e Borsa a tempo sulla via.

GildaGiovanna?... Ho dei rimorsi...

GiovannaE perché mai?

GildaTacqui che un giovin ne seguiva al tempio!...

GiovannaPerché ciò dirgli? L’odiate dunquecotesto giovin, voi?

GildaNo, no, ché troppo è bello e spira amore...

GiovannaE magnanimo sembra e gran Signore.

GildaSignor né principe io lo vorrei;sento che povero più l’amerei.Sognando o vigile sempre lo chiamo,e l’alma in estasi gli dice t’a...(il Duca esce improvviso, fa cenno a Giovannad’andarsene, e termina la frase)

DucaT’amo!T’amo, ripetilo sì caro accento,un puro schiudimi ciel di contento!

GildaGiovanna?... Giovanna?...

Ahi misera! Non v’è più alcunoche qui rispondami!... Oh Dio!... Nessuno?

DucaSon io coll’anima che ti rispondo...Ah due che s’amano son tutto un mondo!...

GildaChi mai, chi giungere vi fece a me?

DucaSe angelo o demone che importa a te?Io t’amo...

GildaUscitene.

DucaUscire!... Adesso!...ora che accendene un foco istesso!...Ah inseparabile d’amore il Diostringeva, o vergine, tuo fato al mio!

È il sol dell’anima, la vita è amore,sua voce è il palpito del nostro core...e fama e gloria, potenza e trono,umane, fragili qui cose sono.Una pur àvvene sola, divina,è amor che agl’angioli più ne avvicina!Adunque amiamoci, donna celeste,d’invidia agl’uomini sarò per te.

Gilda(Ah de’ miei vergini sogni son questele voci tenere sì care a me!)

DucaAmiamoci ecc.

Che m’ami, deh ripetimi!

GildaL’udiste!

DucaOh me felice!

GildaIl nome vostro ditemi...(compariscono sulla strada Ceprano e Borsa)Saperlo a me non lice?

Ceprano (a Borsa dalla via)(Il loco è qui.)

Duca (pensando)Mi nomino...

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Borsa (a Ceprano)(Sta ben!)(Borsa e Ceprano ripartono)

DucaGualtier Maldè...Studente sono... e... povero...(Giovanna torna spaventata)

GiovannaRumor di passi è fuore...

GildaForse mio padre...

Duca(Ah coglierepotessi il traditoreche sì mi sturba!)

Gilda (a Giovanna)Adducilodi qua al bastione... Or ite...

DucaDi’: m’amerai tu?...

GildaE voi?

DucaL’intera vita... Poi...

GildaNon più... non più... partite!

Duca e GildaAddio, addio... Speranza ed animasol tu sarai per me.Addio, addio... Vivrà immutabilel’affetto mio per te.Addio! Addio! Addio!(il Duca entra in casa scortato da Giovanna. Gil-da resta fissando la porta ond’è partito.)

[6. Aria]

SCENA XIIIGilda.

GildaGualtier Maldè!... Nome di lui sì amato,ti scolpisci nel core innamorato!

Caro nome che il mio corfesti primo palpitar,le delizie dell’amormi dêi sempre rammentar!

Col pensier il mio desira te sempre volerà,e fin l’ultimo sospir,caro nome, tuo sarà.(Entra in casa e monta lentamente sul terrazzo)Gualtier Maldè!...

SCENA XIVMarullo, Ceprano, Borsa, Cortigiani armati emascherati dalla via. Gilda sul terrazzo che to-sto rientra.

GildaGualtier Maldè!...Caro nome ecc.Gualtier Maldè!...(intanto la scena si riempie a poco a poco digentiluomini mascherati)

Borsa (indicando Gilda al Coro)È là.

CepranoMiratela...

CoroOh quanto è bella!

MarulloPar fata od angiol.

CoroL’amante è quelladi Rigoletto?

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroOh quanto è bella!(Gilda rientra nella stanza e la voce si perde apoco a poco.)

[7. Finale primo]

SCENA XVDetti e Rigoletto.

Rigoletto (concentrato)(Riedo! Perché?)

BorsaSilenzio... All’opra... Badate a me.

Rigoletto(Ah da quel vecchio fui maledetto!)(urta in Borsa)Chi va là?

BorsaTacete... C’è Rigoletto!

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CepranoVittoria doppia!... L’uccideremo!

BorsaNo... Ché domani più rideremo...

MarulloOr tutto aggiusto...

RigolettoChi parla qua?

MarulloEhi... Rigoletto!... Di’...

Rigoletto (con voce terribile)Chi va là?

MarulloEh non mangiarci!... Son...

RigolettoChi!...

MarulloMarullo.

RigolettoIn tanto buio lo sguardo è nullo!

MarulloQui ne condusse ridevol cosa...Torre a Ceprano vogliam la sposa.

Rigoletto(Ahimè, respiro!...) Ma come entrare?

Marullo (piano a Ceprano)(La vostra chiave!)(a Rigoletto)Non dubitare!Non dêe mancarci lo stratagemma...(dando le chiavi a Rigoletto)Ecco le chiavi...

Rigoletto (palpando le chiavi)Sento il suo stemma.(fra sé, respirando)(Ah terror vano fu dunque il mio!)N’è là il palazzo... Con voi son io.

MarulloSiam mascherati...

RigolettoCh’io pur mi mascheri;a me una larva?...

MarulloSì, pronta è già.Terrai la scala...(gli mette la maschera, e nello stesso tempo lobenda con un fazzoletto)

RigolettoFitta è la tenebra...(lo mettono a reggere una scala sotto la terrazza)

Marullo (a’ compagni)La benda cieco e sordo il fa.

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroZitti, zitti, moviamo a vendetta,ne sia colto or che men l’aspetta.Derisore sì audace, costante,a sua volta schernito sarà!...Cheti, cheti, rubiamgli l’amante,e la corte doman riderà.(partendo)Zitti, zitti, cheti, cheti,attenti all’opra.(intanto che si canta questo Coro alcuni salgo-no al terrazzo, rompono la porta del primo pia-no, scendono, aprono agli altri che entrano dal-la strada. Una parte entra nel cortile; alcuni s’in-ternano nella casa. Trascinano Gilda, la qualeavrà la bocca chiusa da un fazzoletto. Nel tra-versare la scena, ella perde la sciarpa)

Gilda(da lontano)Soccorso, padre mio...

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro (da lonta no)Vittoria!

Gilda (più lontano)Aita!

RigolettoNon han finito ancor! Qual derisione!(porta la mano agli occhi)Sono bendato!...(si strappa impetuosamente la benda e la ma-schera; al chiarore d’una lanterna, scordata, ri-conosce la sciarpa, vede la porta spalancata,entra, trae Giovanna, spaventata, che fissa conistupore; si strappa i capelli e vorrebbe gridarema non può... Finalmente dopo molti sforziesclama)Ah! Ah! Ah!... La maledizione!(sviene.)

Fine dell’Atto primo

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ATTO SECONDO

Salotto nel palazzo ducale. Vi sono due portelaterali, una maggiore nel fondo che si chiude.A’ suoi lati pendono i ritratti in tutta figura dellaDuchessa e del Duca. V’ha un seggiolone pres-so una tavola coperta di velluto.

[8. Scena ed Aria]

SCENA IIl Duca entra agitatissimo.

DucaElla mi fu rapita!E quando, o Ciel?... Ne’ breviistanti, prima che il mio presagio internosull’orma corsa ancora mi spingesse!Schiuso era l’uscio! E la magion deserta!E dove ora sarà quell’angiol caro?Colei che prima potea in questo coredestar la fiamma di costanti affetti?...Colei sì pura, al cui modesto sguardoquasi spinto a virtù talor mi credo!Ella mi fu rapita!E chi l’ardiva?... Ma ne avrò vendetta!Lo chiede il pianto della mia diletta!

Parmi veder le lagrimescorrenti da quel ciglio,quando fra il dubbio e l’ansiadel sùbito periglio,dell’amor nostro memore,il suo Gualtier chiamò.Ned ei poté soccorrerti,cara fanciulla amata;ei che vorria coll’animafarti quaggiù beata;ei che le sfere agl’angioliper te non invidiò.

SCENA IIMarullo, Ceprano, Borsa ed altri Cortigiani dalmezzo.

(Entrano frettolosi i Cortigiani)

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroDuca, Duca!

DucaEbben?

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroL’amantefu rapita a Rigoletto!

DucaCome? E donde?

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroDal suo tetto.

DucaAh ah! Dite! Come fu?(siede)

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroScorrendo uniti remota viabrev’ora dopo caduto il dì,come previsto ben s’era in priarara beltà ci si scoprì.Era l’amante di Rigolettoche, vista appena, si dileguò.Già di rapirla s’avea il progetto,quando il buffon vêr noi spuntò;che di Ceprano noi la contessarapir volessimo, stolto, credé;la scala quindi all’uopo messa,bendato, ei stesso ferma tené.Salimmo, e rapidi la giovinettaa noi riusciva quindi asportar.Quand’ei s’accorse della vendetta,restò scornato ad imprecar!

Duca(da sé)(Cielo! È dessa la mia diletta!)

(al Coro)Ma dove or trovasi la poveretta?...

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroFu da noi stessi addotta or qui.

Duca (da sé)(Ah tutto il ciel non mi rapì!)

(alzandosi con gioia)(Possente amor mi chiama,volar io deggio a lei;il serto mio dareiper consolar quel cor!Ah sappia alfin chi l’ama,conosca alfin chi sono,apprenda che anco in tronoha degli schiavi amor.)

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro(Oh qual pensiero or l’agita;come cangiò d’umor!)

Duca(Ah! Possente amor ecc.)

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro(Oh qual pensiero ecc.)

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Duca(... Ha degli schiavi amor!)(esce frettoloso dal mezzo.)

[9. Scena ed Aria]

SCENA IIIMarullo, Ceprano, Borsa, altri Cortigiani, poi Ri-goletto dalla destra.

MarulloPovero Rigoletto!

Rigoletto (entro la scena)La ra, la ra, la la...(entra in scena affettando indifferenza)la ra, la ra, la la...

CoroEi vien!... Silenzio!

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroOh buon giorno, Rigoletto!

Rigoletto(Han tutti fatto il colpo!)

CepranoCh’hai di nuovo, buffon?

Rigoletto (contraffacendo)Ch’hai di nuovo, buffon?Che dell’usatopiù noioso voi siete.

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro (ridendo)Ah ah ah!

RigolettoLa ra, la ra, la la...(aggirandosi per la stanza e guardando ovun-que)(Ove l’avran nascosta?...)

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro (fra loro)(Guardate com’è inquieto!)

RigolettoLa ra, la ra, la la...La ra, la ra...

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro(... Sì, sì, guardate com’è inquieto!)

Rigoletto (a Marullo)Son feliceche nulla a voi nuocessel’aria di questa notte!...

MarulloQuesta notte?

RigolettoSì... Oh fu il bel colpo!

MarulloS’ho dormito sempre!

RigolettoAh voi dormiste?... Avrò dunque sognato!La ra, la ra, la la...(s’allontana cantarellando e visto un fazzolettolo afferra)

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro(Ve’, ve’ come tutto osserva!)

Rigoletto (gettando il fazzoletto)(Non è il suo.)Dorme il Duca tuttor’?

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroSì, dorme ancora!

SCENA IVDetti e un Paggio della Duchessa.

(Entra un Paggio)

PaggioAl suo sposo parlar vuol la Duchessa.

MarulloDorme.

PaggioQui or or con voi non era?

BorsaÈ a caccia.

PaggioSenza paggi?... Senz’armi?

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroE non capisciche per ora vedere non può alcuno?...

(Rigoletto, che sarà stato attentissimo a tutto ildialogo, prorompendo)

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RigolettoAh! Ella è qui dunque! Ella è col Duca!

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroChi?

RigolettoLa giovin che stanotteal mio tetto rapiste...Ma la saprò riprender! Ella è là...

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroSe l’amante perdesti, la ricercaaltrove!

Rigoletto (con accento terribile)Io vo’ mia figlia!

Borsa, Marullo, Ceprano e CoroLa sua figlia!

RigolettoSì, la mia figlia! D’una tal vittoria...Che? Adesso non ridete?Ella è là... La vogl’io... La ridarete!(si getta verso la porta che gli viene dai Corti-giani contesa)

Cortigiani, vil razza dannata,per qual prezzo vendeste il mio bene?A voi nulla per l’oro sconviene,ma mia figlia è impagabil tesor!La rendete! O se pur disarmataquesta man per voi fora cruenta;nulla in terra più l’uomo paventa,se de’ figli difende l’onor.(si getta nuovamente sulla porta, che gli è nuo-vamente contesa dai gentiluomini)Quella porta, assassini, m’aprite!...(lotta un pezzo coi Cortigiani, poi ansante neldavanti della scena)Ah! voi tutti... A me contro... Venite...(piange)Tutti... Contro me!...

Ah! Ebben, piango... Marullo... Signore,tu ch’hai l’alma gentil come il core,dimmi tu ove l’hanno nascosta?...È là?... Non è vero?... Tu taci... Ohimè!(piange)

Miei Signori... Perdono, pietate...Al vegliardo la figlia ridate...Il ridarla a voi nulla ora costa,tutto al mondo è tal figlia per me.Pietà, Signori, pietà.

[10. Scena e Duetto]

SCENA VDetti e Gilda ch’esce dalla stanza a sinistra e sigetta nelle paterne braccia.

(Gilda entra e si abbandona nelle braccia delpadre)

GildaMio padre!

RigolettoDio! Mia Gilda!(soffocato dal pianto)Signori... In essa... È tuttala mia famiglia... Non temer più nulla...Angelo mio!(ai Cortigiani)Fu scherzo!... Non è vero?Io che pur piansi or rido...(a Gilda)E tu a che piangi?

GildaAh l’onta, padre mio!

RigolettoCielo! Che dici?

GildaArrossir voglio innanzi a voi soltanto...

Rigoletto (rivolto ai Cortigiani con impe rio so modo)Ite di qua voi tutti!Se il Duca vostro d’appressarsi osasse...Ch’ei non entri gli dite! E ch’io ci sono!(si abbandona sul seggiolone)

Borsa, Marullo, Ceprano e Coro (tra loro)(Coi fanciulli e coi dementispesso giova il simular.Partiam pur, ma quel ch’ei tentinon lasciamo d’osservar!)(partono.)

SCENA VIRigoletto e Gilda.

RigolettoParla... Siam soli...

Gilda(Ciel! Dammi coraggio!)

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Tutte le feste al tempiomentre pregava Iddio,bello e fatale un giovineoffriasi al guardo mio...Se i labbri nostri tacquero,dagl’occhi il cor parlò.Furtivo fra le tenebresol ieri a me giungeva...Sono studente e povero,commosso mi diceva,e con ardente palpitoamor mi protestò.Partì... Il mio core aprivasia speme più gradita,quando improvvisi entraronocolor che m’han rapita,e a forza qui m’addusseronell’ansia più crudel.

Rigoletto(Ah! Solo per me l’infamiaa te chiedeva, o Dio!Ch’ella potesse ascenderequanto caduto er’io...Ah presso del patibolobisogna ben l’altare!...Ma tutto ora scompare...L’altare si rovesciò!)

Ah! Piangi, fanciulla, piangi,scorrer fa’ il pianto sul mio cor!

GildaPadre!Padre, in voi parla un angiolper me consolator!

RigolettoCompiuto pur quanto a fare ci resta,lasciare potremo quest’aura funesta.

GildaSì.

Rigoletto (da sé)(E tutto un sol giorno cangiare poté!...)

SCENA VIIDetti, un Usciere e il Conte di Monterone, chedalla destra attraversa il fondo della sala fra glialabardieri.

(Guardie che attraversan la scena conducendoMonterone)

Un usciere (alle guardie)Schiudete! Ire al carcere Monteron dêe...

Monterone (fermandosi, verso il ritratto del Duca)Poiché fosti invano da me maledetto!Né un fulmine o un ferro colpisce il tuo petto!Felice pur anco, o Duca, vivrai...(esce fra le guardie dal mezzo)

RigolettoO vecchio, t’inganni! Un vindice avrai!

SCENA VIIIRigoletto e Gilda.

Rigoletto (con impeto, vòlto al ritratto)Sì, vendetta, tremenda vendettadi quest’anima è solo desio...Di punirti già l’ora s’affretta,che fatale per te tuonerà.Come fulmin scagliato da Diote colpire il buffone saprà.

GildaO mio padre, qual gioia ferocebalenarvi negl’occhi vegg’io!...

RigolettoVendetta!

GildaPerdonate... A noi pure una vocedi perdono dal Cielo verrà.

RigolettoVendetta!

GildaPerdonate!

RigolettoNo!

Gilda (fra sé)(Mi tradiva, pur l’amo, gran Dio!Per l’ingrato vi chiedo pietà!)

RigolettoCome fulmin ecc.

GildaPerdonate ecc.(escon dal mezzo.)

Fino dell’Atto secondo

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ATTO TERZO

Scena divisa. Deserta sponda del Mincio. A sini-stra è una casa in due piani, mezza diroccata, lacui fronte, volta allo spettatore, lascia vedereper una grande arcata l’interno d’una rusticaosteria al piano terreno, ed una rozza scala chemette al granaio, entro cui, da un balcone, sen-za imposte, si vede un lettuccio. Nella facciatache guarda la strada è una porta che s’apre perdi fuori; il muro poi n’è sì pien di fessure, chedal di fuori si può facilmente scorgere quantoavviene nell’interno. Il resto del teatro rappre-senta la deserta parte del Mincio, che nel fondoscorre dietro un parapetto in mezza ruina; al dilà del fiume è Mantova. È notte.

[11. Scena e Canzone]

SCENA IGilda e Rigoletto, inquieto, sono sulla strada;Sparafucile nell’interno della casa, seduto pres-so la tavola, sta ripulendo il suo cinturone, sen-za nulla intendere di quanto accade al di fuori.

RigolettoE l’ami?

GildaSempre.

RigolettoPuretempo a guarirne t’ho lasciato.

GildaIo l’amo!!

RigolettoPovero cor di donna! Ah il vile infame!...Ma ne avrai vendetta, o Gilda!

GildaPietà, mio padre...

RigolettoE se tu certa fossich’ei ti tradisse, l’ameresti ancora?

GildaNol so... Ma pur m’adora!

RigolettoEbben,osserva dunque!(la conduce presso una delle fessure del muro,ed ella vi guarda)

GildaUn uomovedo.

RigolettoPer poco attendi.

SCENA IIDetti ed il Duca, che, in assisa di semplice offi-ciale di cavalleria, entra nella sala terrena peruna porta a sinistra.

(Entra il Duca nell’osteria)

Gilda (trasalendo)Ah padre mio!

Duca (a Sparafucile)Due cose,e tosto...

SparafucileQuali?

DucaTua sorella e del vino...

Rigoletto(Son questi i suoi costumi!)

Sparafucile(Oh il bel zerbino!)(entra nell’interno)

DucaLa donna è mobilequal piuma al vento,muta d’accentoe di pensiero.Sempre un amabileleggiadro viso,in pianto o in riso,è menzognero.È sempre miserochi a lei s’affida,chi le confidamal cauto il core!Pur mai non sentesifelice appienochi su quel senonon liba amore!

(rientra Sparafucile con una bottiglia di vino edue bicchieri che depone sulla tavola: quindibatte col pomo della sua lunga spada due colpial soffitto. A quel segnale una ridente giovane,

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in costume di zingara, scende a salti la scala. IlDuca corre per abbracciarla, ma ella gli sfugge.Frattanto Sparafucile, uscito sulla via, dice aparte a Rigoletto)

SparafucileÈ là il vostr’uomo... Viver dêe o morire?

RigolettoPiù tardi tornerò l’opra a compire!(Sparafucile si allontana dietro la casa lungo ilfiume.)

[12. Quartetto]

SCENA IIIGilda e Rigoletto nella via. Il Duca e Maddalenanella stanza terrena.

DucaUn dì, se ben rammentomi,o bella, t’incontrai...Mi piacque di te chiedere,e intesi che qui stai.Or sappi che d’allorasol te quest’alma adora.

GildaIniquo!

MaddalenaAh ah! E vent’altre appressole scorda forse adesso?...Ha un’aria il signorinoda vero libertino...

DucaSì?... Un mostro son...(per abbracciarla)

GildaAh padre mio!...

MaddalenaLasciatemi,stordito.

DucaIh, che fracasso!

MaddalenaStia saggio.

DucaE tu sii docile,non farmi tanto chiasso!Ogni saggezza chiudesinel gaudio e nell’amore...(le prende la mano)La bella mano candida!

MaddalenaScherzate voi, signore.

DucaNo, no.

MaddalenaSon brutta!

DucaAbbracciami!

GildaIniquo!

MaddalenaEbbro!

Duca (ridendo)D’amor ardente!

MaddalenaSignor l’indifferentevi piace canzonar?...

DucaNo, no, ti vo’ sposar!..

MaddalenaNe voglio la parola...

Duca (ironico)Amabile figliuola!

Rigoletto (a Gilda che avrà tutto osservato ed inteso)E non ti basta ancor!

GildaIniquo traditor!

MaddalenaNe voglio la parola...

DucaAmabile figliuola!

RigolettoE non ti basta ancor!

DucaBella figlia dell’amore,schiavo son de’ vezzi tuoi;con un detto sol tu puoile mie pene consolar!Vieni, e senti del mio coreil frequente palpitar.

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MaddalenaAh! Ah! rido ben di core,ché tai baie costan poco;quanto valga il vostro gioco,mel credete, so apprezzar.Son avvezza, bel signore,ad un simile scherzar.

GildaAh così parlar d’amorea me pur l’infame ho udito!Infelice cor tradito,per angoscia non scoppiar.

Rigoletto (a Gilda)Taci, il piangere non vale;ch’ei mentiva sei sicura...Taci, e mia sarà la curala vendetta ad affrettar.Sì, pronta fia, sarà fatale,io saprollo fulminar.M’odi!... Ritorna a casa...oro prendi, un destriero,una veste viril che t’apprestai,e per Verona parti...Sarovvi io pur doman...

GildaOr venite...

RigolettoImpossibil!

GildaTremo!

RigolettoVa’!(Gilda parte)

[13. Scena, Terzetto e Tempesta]

(Il Duca e Maddalena stanno fra loro parlando,ridendo, bevendo. Partita Gilda, Rigoletto vadietro la casa, e ritorna parlando con Sparafuci-le e contando delle monete.)

SCENA IVSparafucile, Rigoletto, il Duca e Maddalena.

RigolettoVenti scudi hai tu detto? Eccone dieci...E dopo l’opra il resto.Ei qui rimane?

SparafucileSì.

RigolettoAlla mezza notteritornerò.

SparafucileNon cale...A gettarlo nel fiume basto io solo.

RigolettoNo, no, il vo’ far io stesso.

SparafucileSia!... Il suo nome?

RigolettoVuoi saper anche il mio?Egli è Delitto, Punizion son io.(parte. Il cielo si oscura e tuona. Entro la scenasi vedrà un lampo.)

SCENA VDetti, meno Rigoletto.

SparafucileLa tempesta è vicina!...Più scura fia la notte!

Duca (per prenderla)Maddalena?

Maddalena(sfuggendogli)Aspettate... Mio fratelloViene...

DucaChe importa?(un lampo. S’ode il tuono)

[da qui a fine tempesta: Coro entro le quintevocalizzando a bocca chiusa]

MaddalenaTuona!

Sparafucile (entrando in casa)E pioverà tra poco!

DucaTanto meglio!(a Sparafucile)Tu dormiraiin scuderia... All’inferno! Ove vorrai.

SparafucileOh grazie!

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Maddalena(piano al Duca)(Ah no... Partite.)

Duca (piano a Maddalena)(Con tal tempo?)

Sparafucile(piano a Maddalena)(Son venti scudi d’oro!)(al Duca)Ben feliced’offrirvi la mia stanza... Se a voi piacetosto a vederla andiamo!(prende un lume e s’avvia per la scala)

DucaEbben! sono con te... Presto, vediamo!(dice una parola all’orecchio di Maddalena e se-gue Sparafucile. Maddalena sola)

MaddalenaPovero giovin! Grazioso tanto!(tuona)Dio! Qual notte è questa!

Duca (sul granaio, vedendone il balcone senza imposte)Si dorme all’aria aperta! Bene, bene!Buona notte!

SparafucileSignor, vi guardi Iddio!(il Duca depone spada e cappello e si sdraia sulletto. Maddalena frattanto siede presso la tavo-la, Sparafucile beve dalla bottiglia lasciata dalDuca. Rimangono ambidue taciturni per qual-che istante, e preoccupati da gravi pensieri)

DucaBreve sonno dormiam... Stanco son io!(ripetendo la canzone si addormenta)La donna è mobile ecc.(addormentandosi a poco a poco)... muta d’accento e di pen...

MaddalenaÈ amabile invero cotal giovinotto.

SparafucileOh sì... Venti scudi ne dà di prodotto...

MaddalenaSol venti!... Son pochi!... Valeva di più!

SparafucileLa spada, s’ei dorme, va’... Portami giù!(Maddalena sale al granaio e contempla il dor-mente. Ripara alla meglio il balcone e scende.)

SCENA VIDetti e Gilda.

(Gilda comparisce dal fondo della via in costu-me virile, con stivali e speroni, e lentamente siavanza verso l’osteria, mentre Sparafucile conti-nua a bere)

GildaAh più non ragiono!...Amor mi trascina!...(lampo)Mio padre, perdono...Qual notte d’orrore! Gran Dio, che accadrà?...

Maddalena (sarà discesa ed avrà posata la spada del Ducasulla tavola)Fratello!

Gilda (osserva pella fessura)Chi parla?...

Sparafucile (frugando in un credenzone)Al diavol ten va.

MaddalenaSomiglia un Apollo quel giovane... Io l’amo...Ei m’ama... Riposi... Né più l’uccidiamo...

Gilda (ascoltando)Oh cielo!

Sparafucile (gettandole un sacco)Rattoppa quel sacco!

MaddalenaPerché?

SparafucileEntr’esso il tuo Apollo, sgozzato da me,gettar dovrò al fiume!(lampo)

GildaL’inferno qui vedo!

MaddalenaEppure il denaro salvarti scommettoserbandolo in vita.

SparafucileDifficile il credo.

MaddalenaAscolta... Anzi facil ti svelo un progetto.

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De’ scudi, già dieci dal gobbo ne avesti?...Venire cogl’altri più tardi il vedrai...Uccidilo, e venti allora ne avrai...

GildaChe sento! mio padre!

Maddalena... Così tutto il prezzo goder si potrà...

SparafucileUccider quel gobbo!... Che diavol dicesti?Un ladro son forse? Son forse un bandito?Qual altro cliente da me fu tradito?Mi paga quest’uomo... fedele m’avrà.

MaddalenaAh grazia per esso!

SparafucileÈ d’uopo ch’ei muoia...

Maddalena (va per salire)Fuggire il fo adesso!

GildaOh buona figliuola!

Sparafucile (trattenendo Maddalena)Gli scudi perdiamo.

MaddalenaÈ ver!

SparafucileLascia fare...

MaddalenaSalvarlo dobbiamo.(lampo)

SparafucileSe pria che abbia il mezzo la notte toccatoalcuno qui giunga, per esso morrà.(lampo)

MaddalenaÈ buia la notte, il ciel troppo irato,nessuno a quest’ora da qui passerà.

GildaOh qual tentazione!... Morir per l’ingrato!...Morire!... E mio padre!... Oh cielo, pietà!(lampi continui. Pioggia)

MaddalenaÈ buia la notte ecc.

SparafucileSe pria ch’abbia ecc.

GildaOh cielo! Pietà!(scoppio di fulmine. L’orologio suona le ore.Un’altra campana suona mezz’ora)

SparafucileAncora mezz’ora.

Maddalena(piangendo)Attendi, fratello...

GildaChe? Piange tal donna!... Né a lui darò aita?...Ah s’egli al mio affetto divenne rubello,io vo’ per la sua gettar la mia vita...(lampo. Scoppio di fulmine. Gilda batte allaporta)

MaddalenaSi picchia!

SparafucileFu il vento!(lampo. Gilda batte ancora)

MaddalenaSi picchia, ti dico!

SparafucileÈ strano!... Chi è?

GildaPietà d’un mendico,asil per la notte a lui concedete.

MaddalenaFia lunga tal notte!

SparafucileAlquanto attendete!(va a cercare nel credenzone. Lampo)

MaddalenaSu spìcciati, presto, fa’ l’opra compita:anelo una vita coll’altra salvar!(lampo)

SparafucileEbbene... Son pronto, quell’uscio dischiudi;più ch’altro gli scudi mi preme salvar!

GildaAh presso alla morte, sì giovine, sono!Oh ciel, per quegl’empi ti chieggo perdono!...(pioggia. Lampi continui)Perdona tu, o padre, a quest’infelice!...

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sia l’uomo felice ch’or vado a salvar.(lampi continui. Pioggia)

MaddalenaSpìcciati, presto ecc.

SparafucileBene... Son pronto ecc.(fulmini e lampi. Gilda picchia di nuovo)

MaddalenaSpìcciati!

SparafucileApri!

MaddalenaEntrate!

GildaDio!...Loro perdonate!...

Maddalena e SparafucileEntrate!

(Sparafucile va a postarsi con un pugnale dietrola porta; Maddalena apre, poi corre a chiuderela grande arcata di fronte, mentre entra Gilda,dietro a cui Sparafucile chiude la porta. Lampo.Scoppio di fulmine. Fulmini continui. Continua-no lampi e pioggia. La pioggia cessa.)

[14. Scena e Duetto finale]

SCENA VIIRigoletto solo si avanza dal fondo della scenachiuso nel suo mantello. La violenza del tempo-rale è diminuita, né più si vede e sente chequalche lampo e tuono.

RigolettoDella vendetta alfin giunge l’istante!Da trenta dì l’aspettodi vivo sangue a lagrime piangendosotto la larva del buffon!(un lampo)Quest’uscio!...(esaminando la casa)È chiuso! Ah non è tempo ancor! S’attenda!(lampo)Qual notte di mistero!Una tempesta in cielo!In terra un omicidio!Oh come invero qui grande mi sento!(l’orologio suona mezzanotte)Mezzanotte!(picchia alla porta)

SCENA VIIIDetto e Sparafucile dalla casa.

SparafucileChi è là?

RigolettoSon io!(per entrare)

SparafucileSostate!(rientra e torna trascinando un sacco)È qui spento il vostr’uomo!

RigolettoOh gioia! Un lume?

SparafucileUn lume! No! Il denaro!(Rigoletto gli dà una borsa)Lesti all’onda il gettiam!

RigolettoNo! Basto io solo!

SparafucileCome vi piace... Qui men atto è il sito...Più avanti è più profondo il gorgo... Prestoche alcun non vi sorprenda... Buona notte!(rientra in casa. Lampo.)

SCENA IXRigoletto, poi il Duca a tempo.

RigolettoEgli è là! Morto! Oh sì! Vorrei vederlo!Ma che importa?... È ben desso! Ecco i suoi

[sproni!...Ora mi guarda, o mondo!Quest’è un buffone, ed un potente è questo!...Ei sta sotto i miei piedi!... È desso! Oh gioia!(lampo)È giunta alfine la tua vendetta, o duolo!Sia l’onda a lui sepolcro,un sacco il suo lenzuolo! All’onda! All’onda!(fa per trascinare il sacco verso la sponda, quan-do è sorpreso dalla lontana voce del Duca, chenel fondo attraversa la scena)

DucaLa donna è mobile ecc.

RigolettoQual voce! Illusion notturna è questa!(trasalendo)No, no! No! Egli è desso!...Maledizione!(verso la casa)Olà! Dimon! Bandito!

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DucaMuta d’accento e di pensier...(perdendosi a poco a poco in lontano)

RigolettoChi è mai, chi è qui in sua vece?(taglia il sacco)Io tremo! È umano corpo!...

SCENA ULTIMARigoletto e Gilda.

(Un lampo)

RigolettoMia figlia! Dio! Mia figlia!Ah no! È impossibil! Per Verona è in via!Fu vision!(lampo)È dessa!(inginocchiandosi)Oh mia Gilda! Fanciulla? A me rispondi?l’assassino mi svela! Olà?...(picchia disperatamente alla casa)Nessuno! Nessun!...Mia figlia? Mia Gilda? Oh mia figlia!

GildaChi mi chiama?

RigolettoElla parla? Si muove!... È viva!... Oh Dio!Oh mio ben solo in terra!Mi guarda... Mi conosci...

GildaAh... Padre mio!...

RigolettoQual mistero!... Che fu?Sei tu ferita? Dimmi?...

GildaL’acciar... Qui...(indicando il core)Qui mi piagò...

RigolettoChi t’ha colpita?

GildaV’ho ingannato! Colpevole fui!L’amai troppo! Ora muoio per lui!

Rigoletto(Dio tremendo! Ella stessa fu coltadallo stral di mia giusta vendetta!)Angiol caro... Mi guarda, m’ascolta...Parla... Parlami, figlia diletta!

GildaAh ch’io taccia... A me... A lui perdonate!...Benedite... Alla figlia... Oh mio padre!

Lassù in cielo, vicino alla madre...In eterno per voi pregherò.

RigolettoNon morir... Mio tesoro, pietade...Mia colomba... Lasciarmi non dêi...

GildaLassù in cielo ecc.

RigolettoOh mia figlia!...No, lasciarmi non dêi...Non morir!Se t’involi... Qui sol rimarrei...Non morire... O qui teco morrò!...

GildaNon più... A lui... Perdonate...Mio padre!... Addio!...

RigolettoOh mia figlia! oh mia Gilda!No, lasciarmi non dêi...

GildaLassù in ciel!...

RigolettoNon morir!

Gilda... Lassù in ciel!...

Rigoletto... No, lasciarmi non dêi...

Gilda... Pregherò!

Rigoletto... Non morir!

Gilda... Per voi... Preghe...(la voce muore)

RigolettoGilda! mia Gilda!... È morta!Ah! La maledizione!(strappandosi i capelli cade sul cadavere della fi-glia.)

Fine dell’Opera

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Ritratto di Francesco Maria Piave.