Giuseppe De Nittis

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GIUSEPPE DE NITTIS (1846 – 1884)

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Biografia ed opere di Giuseppe De Nittis. A cura di Simona Cellamare

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“Se un giorno mio figlio dovesse domandarmi dove trovare la felicità io gli risponderei: sii pittore ma sillo come me “

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Biografia di Giuseppe De Nittis1846 De Nittis nacque a Barletta da una famiglia di ricchi proprietariterrieri1861 dopo aver studiato pittura con Giambattista Calò, maestro napoletano e Dattoli si iscrisse all’Istituto di Belle Arti a Napoli anche se osteggiatodalla famiglia1863 venne estromesso per motivi disciplinari due anni dopo1864 dall’amicizia con Adriano Cecioni e Domenico Morelli fondò assieme ad altri artisti napoletani la Scuola di Resina fautrice della teoria secondo la quale l’arte deve essere ispirata dal vero e dalla natura.1867 si reca a Firenze dove riscosse molto successo tra i Macchiaioli. In estate andò a Parigi dove conobbe il mercante d’arte Groupil che comprò alcuni suoi quadri.1868 tornò a Barletta soffermandosi nella campagna ofantina che gli ispirò numerosi studi di paesaggio. Da lì tornò di nuovo a Parigi dove si stabilì definitivamente e firmò un contratto con Groupil.1869 sposò Leontine e partecipò alla mostra presso il Salon di Parigi.1870 in seguito alla guerra franco- prussiana fu costretto a tornare in Italia1871 – 1872 si recò a Napoli e assistette all’ eruzione del Vesuvio che divenne soggetto di numerose tele e da lì ritornò a Parigi.

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1875 – 1876 espose a Parigi una mostra personale al Cercle des Mirlitons dove riscosse successo. Partecipò ancora al Salon di Parigi e dalla primavera all’inizio dell’estate si trasferì a Londra.1878 presentò dodici opere all’Esposizione Universale di Parigi dove riscosse grande successo che lo consacrò a livello europeo. Vinse il Gran Prix e gli venne decretata la Legion d’Onore.1879 partì per l’Italia visitando Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma e di nuovo Napoli.Lavorò ad un progetto per un monumento a Vittorio Emanuele II e collaborò come illustratore alla rivista “Le vie moderne”1880 partecipò all’Esposizione Universale di Torino.1884 venne nominato Accademico di Merito dell’Accademia Belle Arti di Perugia. Ritornò a Parigi dove espose di nuovo al Salon. Dipinse la sua ultima opera “Sull’amaca” poiché il 21 agosto a Saint Germain – en Laye venne colto da un’improvvisa emorragia celebrale.

1874 prese parte alla prima esposizione degli impressionisti dove venne a contatto con Manet e Degas, mentre continuò ad esporre al Salon di Parigi riportando un enorme successo con il dipinto “Che freddo”

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De Nittis nato a Barletta nel 1846, è stato uno degli artisti più originali dell’ ’800; impressionista per la pittura en plein air , il taglio fotografico, l’amore per l’arte giapponese ma anche verista e macchiaiolo ,esprimendo un’arte mai inquadrata ma libera. Riportò nelle sue tele i temi della vita moderna : dalla nascita delle metropoli ai mutamenti della città, dalla vita notturna alla folla che l’animava, dai locali alla moda ai nuovi mezzi di locomozione.Sicuramente un anticonformista tra gli artisti del suo tempo: amante della vita familiare, ospitale verso gli amici, osservatore della modernità; internazionale pur rimanendo legato alle sue radici meridionali.“ Meridionale al sud, francese a Parigi e londinese a Londra” cosi amava definirsi . Napoli, Parigi e Londra sono tre tappe importanti della sua maturità artistica e testimonianza della sua versatilità. L’artista riusciva ogni volta a trasferire sulle tele le anime di quei posti così diversi fra di loro: i contrasti luminosi di Barletta, i cieli brumosi di Parigi o le nebbie londinesi. “E’ come se a seconda delle emozioni, l’occhio registrasse in maniera diversa il mondo circostante”. Durante la sua vita passò attraverso le accademie napoletane vecchie e nuove, il macchiolismo a Firenze , l’impressionismo a Parigi rimanendo, però, sempre se stesso, assimilando da queste scuole solo ciò che gli poteva servire. Ricercava di un luogo, di un ambiente e di una persona soprattutto il carattere. La sua capacità osservativa così acuta ha reso i suoi quadri preziosi documenti di un’ epoca.

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“La natura io le sono vicino. L’amo! Quante gioie mi ha dato! Mi ha insegnato tutto!”

De Nittis paesaggista

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La pittura di paesaggio nella produzione di De Nittis partì dalle prime esperienze della Scuola di Resina e arrivò fino al 1884 con il celebre dipinto “Incrocio di treni”Gli anni (1863 – 1868) che De Nittis trascorse in Puglia e a Napoli, prima del suo soggiorno a Parigi (1868 – 1870) e a Londra, furono caratterizzati da studi dal vero. Intensificò l’amore per la pittura en plein air fondando nel 1863 la Scuola di Resina nota anche come Repubblica di Portici insieme a Marco De Gregorio, Federico Rossano e Adriano Cecioni con l’intento di promuovere una pittura antiaccademica che dovesse essere ispirata dal vero e dalla natura: si dedicò a studi delle nuvole, del mare, delle acque del fiume cosi come appaiono nelle campagne barlettane e nei dintorni di Napoli (“Casale nei dintorni di Napoli “e “l’Ofantino” erano curate nei minimi dettagli da sembrare come fotografie, “Procella”, “Strada campestre -Lungo l’Ofanto”, “Strada nei pressi di Napoli”).

Incrocio di treniOlio su tela, cm 63 x 89

Casale nei dintorni di NapoliOlio su tela, cm 43 x 76

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Riscoprì e mostrò particolare attenzione al suo paesaggio nativo (“Passa il treno” e “Strada da Brindisi a Barletta”). Il paesaggio di questa produzione, fatto di colore e di luce, divenne il solo soggetto senza alcun vincolo narrativo.

L’OfantinoOlio su tela, cm 60 x 100

Strada nei pressi di NapoliOlio su tavola, cm 14 x 24,5

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Paesaggi pervasi da quella malinconia costante nella produzione giovanile denittiana. Una sezione importante era costituita dagli studi del Vesuvio eseguiti nel 1871-1872, quando De Nittis con la sua famiglia soggiornò a Napoli in attesa della fine della guerra franco – prussiana. Erano più di sessanta dipinti su tavola, spesso di dimensioni ridotte, con varietà cromatica e contrasti di luce, che raffiguravano la Montagna (Vesuvio) in tutte le sue più svariate forme e colori (“Eruzione del Vesuvio”,“Sulle colline vesuviane”, “Dalle asperità vesuviane: il golfo di Napoli e l’isola di Capri”, “il golfo di Napoli: riflessi solari”). Per la caratterizzazione del Vesuvio la gamma dei colori si basò su verdi, marroni e grigi non tralasciando però le tonalità chiare e solari per rendere qualche aspetto insolitamente sereno.

Eruzione del VesuvioOlio su tela, cm 71 x 30

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Molte di queste tele erano descrizioni scientifiche dei fenomeni geologici causati dall’eruzione del Vesuvio che De Nittis descrisse dettagliatamente nelle sue “Note et Souvenirs”.In alcuni dei dipinti, in sintonia con il paesaggio, l’artista introdusse elementi narrativi: un cavallo sellato, una guida del Vesuvio seduta e qualche figura vista da lontano.L’eruzione del 26 ottobre 1972 stimolò e colpì il pittore barlettano che assistette da vicino al fenomeno dipingendo scene drammatiche con gente in fuga minacciata da nuvole di fumo e di cenere (“La pioggia di cenere”). Il mercante d’arte francese Goupil, con cui De Nittis aveva firmato a Parigi un contratto, si lamentò di questi studi vesuviani troppo veristi; esposti al Salon sarebbero stati notati a malapena e quindi risultavano poco commerciabili. L’artista dovette accettare malvolentieri le critiche e adattarsi alle richieste del mercato artistico, dipinse, quindi, scene con turisti che scendevano con calma dal Vesuvio e che venivano sorpresi da piccole eruzioni (“La discesa dal Vesuvio”). Molte di queste figurine erano vestite con cura ed eleganza e preannunciarono quel cambiamento stilistico che si ebbe a partire dal 1873 quando De Nittis si trasferì definitivamente a Parigi.

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“Se fossi rimasto in Italia, non sarei il poco che oggi sono.E’ a Parigi che devo la mia fama”

Soggiorno a Parigi

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Scrisse Jule di Goncourt nel suo giornale il 2 giugno del 1883 “ De Nittis è il vero e talentueux paesaggista delle vie parigine”. Nella capitale francese il pittore barlettano ottenne fama e fortuna e la tela “A Bois de Boulugne” segnò l’inizio di quella pittura che lo identifica come attento cronista della vita moderna della capitale francese.La Parigi dove giunse De Nittis era la città dei Boulevards a tre corsie, del Palazzo dell’industria dell’Etoille, luoghi sorti dalla rivoluzione industriale insieme a capannoni e cantieri cui dedicò:“Ponte di ferro” , “Capannoni di una stazione”, “Cantiere”.Dipingeva a soggetto su temi commissionati dal mercante di quadri Reutlinger: disegnava marionette ,paggi “per campare” e le critiche di Cecioni ai quadri con soggetti

Al Bois de Boulogne, olio su tela, cm 31 x 43

Cantiere pastello,cm 72 x 59

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in costume settecentesco esposti al Salon nel 1869, il giorno dopo il suo matrimonio (“Moschettieri” “Alabardiere” “Coppia settecentesca” ,“La signora dei pappagalli” ), lo spinsero a liberarsi da questa costrizione artistica, che mal si addiceva al suo spirito, e a dipingere soggetti tratti dalla vita reale. A Parigi divenne “storico del costume del suo tempo”: ritraeva i luoghi in cui si svolgeva la vita di quella società dinamica e moderna e i volti dei suoi protagonisti. De Nittis mostrava la città in divenire , nella sua modernità. Poiché era vietato fermarsi a dipingere per le strade di Parigi affittava carrozze e dall’interno eseguiva schizzi e bozzetti sempre dal vero. Era interprete delle rive della Senna (“In canotto”) dei laghetti, dei giardini (“Paesaggio con cigni”) e dei ponti che scavalcavano il fiume (“Ponte sulla Senna ).

Paesaggio con cigni, pastello, cm 32 x 49

La signora dei pappagalli

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Protagonisti dei suoi quadri diventarono i membri della borghesia raffigurati nei luoghi di svago o nei boulevard della capitale francese. La sua pittura piaceva. I borghesi ricchi si ritrovavano in quelle opere, ritrovavano se stessi e le loro case: come loro,le figure delle tele oziavano , leggevano romanzi o lettere (“La lettera” )o facevano un po’ di musica.Moderne erano le corse dei cavalli , passatempo a cui si dedicava la nobiltà, che ritrasse con minuzia di particolari e attenzione ai dettagli. Erano, infatti, soprattutto le scene ambientate nelle corse ippiche a mostrare il lato frivolo della vita parigina e questo divenne tra i temi preferiti di De Nittis per rappresentare la vita moderna come appare nei dipinti dedicati alle corse di Longchamp e al trittico a pastello alle corse di Auteuil con figure dalla ricercata eleganza studiata nei minimi dettagli, estremamente alla moda. Il successo ottenuto dalle opere esposte al Salon nel 1870 ( “ Visita mattutina” , “Strada campestre -Lungo l’Ofanto”) gli valsero il vantaggioso contratto con il mercante d’arte francese Groupil. Il 15 aprile del 1874 al Salon De Nittis presentò tre quadri (“ Che freddo “, “Guidando al Bois de Boulogne” e “Tra le spighe di grano”)di cui solo uno riscosse grande successo (“Che Freddo”),contemporaneamente, partecipò, nella galleria del fotografo Nadar al Boulevard des Capucines, alla prima esposizione degli Impressionisti. Espose cinque tele (“ Paesaggio presso Blois “ , “Vesuvio sotto la luna”, “Campagna del Vesuvio”, “Studio di donna” e “Strada in Italia”).

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Nonostante le sue opere fossero relegate in stanze buie e lontane e nonostante fossero esposte opere di artisti come Renoir ,Cezanne, Degas e altri, De Nittis ebbe il maggior consenso di pubblico.

Alle corse di Auteuil sulla seggiolaOlio su tela, cm 107,5 x 57

Tra le spighe del granoOlio su tavola, cm 35 x 28

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Guidando al Bois de BoulogneOlio su tela, cm 70 x 52

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Del 1876 è “Places des Pyramides” uno dei suoi quadri più belli esposto anche al Salon.Questa partecipazione, se da un lato gli costò la rottura del contratto con Goupil, dall’altro non lo fece entrare a pieno titolo nel ciclo degli Impressionisti viste le sue resistenze ad accettare in pieno le regole del movimento. La partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi (1878) con dodici opere gli valse la medaglia d’onore insieme al titolo della Legion d’Onore.La sua casa diventò un salotto frequentato dai migliori artisti tra cui Manet, Degas, Tissot, Oscar Wilde.Grazie all’amicizia di Edmond Goncourt De Nittis conobbe la principessa Matilde Bonaparte il cui salotto era frequentato da artisti, musicisti e a cui dedicò uno dei suoi più famosi quadri (“Il salotto della principessa Matilde”) . La partecipazione di De Nittis alla vita mondana lo allontanerà dalla ispirazione impressionista facendogli preferire una produzione più accademica e più in sintonia con il gusto teatrale degli eleganti salotti parigini come il salotto della principessa Matilde.

Place des pyramidesOlio su tela, cm 54,5 x 73,5

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Esperienza londinese“Ho amato la Francia

appassionatamente e disinteressatamente forse più di un qualsiasifrancese e alla Francia ho dedicato tutti i miei più importanti successi anche se lo dico intutta sincerità è stata l’ospitalità inglese a darmi da vivere”

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In seguito al clima insofferente di Parigi dovuto ai continui scontri con Goupil e alle pressioni dei giudici del Salon, a partire dal 1873 -1874 soggiornò varie volte a Londra per trarre nuova linfa ispiratrice. Strinse amicizia con James Tissot che operò dal 1871 a Londra. Tissot presentò De Nittisa Marsden, importante mercante, e lo introdusse nell’Arts Club in Hanover Square dove espose i suoi quadri in gallerie e mostre inglesi. Tissot, Sarah Bernhardt, Legros e altri membri dell’Arts Club costituiranno parte del nuovo circolo che egli creerà come alternativa a quello parigino.Anche a Londra come a Parigi De Nittis pose l’accento sulla diversità della capitale inglese e sulla trasformazione urbanistica a cui veniva sottoposta. Continuò ad elaborare i modelli e i temi che tanto successo avevano avuto a Parigi aggiungendo particolari tipici della vita londinese: i fari antinebbia alle carrozze o il clima umido, evidenziato dalla luminosità spenta e diffusa. Anche la figura della donna assomigliava sempre più a quella delle lady vittoriane.Dipinse tele fra le più belle della sua produzione artistica che riproducevano la città di Londra con attenzione ai dettagli e con realismo: la gente, le sue abitudini, i giardini,

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i palazzi , le signore, le strade, i ponti sul Tamigi, il cielo cupo con il sole sempre nascosto dalle nubi : “Piccadilly o Giornata invernale a Londra”, “Giorno di nebbia a Londra”Della scena londinese non trascurò gli elementi naturalistici : fiumi, parchi e campagna.In questi dipinti la presenza umana si riduce e l’orizzonte si allarga: “Nei campi intorno a Londra” e serie dei “Paesaggi inglesi”.Il pittore risultò immerso completamente nella vita cittadina inglese che ritrasse mentre la osservava ,probabilmente, dal finestrino del suo studio mobile come a Parigi. Dipinse gli alti edifici, le vetture, i marciapiedi e l’atmosfera autunnale. Tra il 1875- 1876 si impegnò a celebrare i luoghi più emblematici che rappresentano il mito di Londra: la Banca d’Inghilterra, la National Gallery, Trafalgar Square, l’abbazia di Westminster con le sue torri avvolte dalla nebbia come nella veduta descritta da Van Gogh.

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Giorno di nebbia a LondraOlio su tavola , cm 35 x 27

Nei campi intorno a LondraOlio su tela, cm 45 x 55

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La National Gallery a LondraOlio su tela, cm 70 x 105

Trafalgar SquareOlio su tela, cm 41 x 49

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A volte mise in scena i rituali di massa come il cambio della guardia di “Buckingam Palace”.Tutte opere che mostrano una vita pulsante dal ritmo dinamico sottolineato dalle vetture e dalla folla che attraversa disordinatamente la scena. Diventa così di secondaria importanza identificare il luogo oggetto del dipinto spesso indicato da un solo particolare come la Colonna di Nelson in Trafalgar Square. La descrizione della città è secondaria alla sua anima e alla sua vitalità.La critica inglese sostenne che mai un artista italiano era riuscito ad interpretare e riportare poi sulle tele il paesaggio inglese in modo così veritiero.

Nuvole su WestminsterOlio su tavola, cm 26 x 35

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De Nittis giunse a conoscere l’arte giapponese attraverso l’amicizia e i contatti con appassionati di quest’arte tra cui i fratelli Goncourt artisti come Manet e Degas, Baudelaire e, soprattutto, grazie anche a Tissot. Come molti impressionisti si interessò a quest’arte solo dopo la grande mostra dedicata al Giappone all’Esposizione Universale di Parigi del 1878. Il diffondersi della conoscenza di quest’arte contribuì al rinnovamento della grafica e della pittura europea. Il pittore barlettano diventò collezionista di stampa, oggetti come vasi e sculture di bronzo, pannelli di legno intagliato, lampade etc che influenzarono la sua produzione pittorica.Questo interesse fu consolidato anche, forse, alla conoscenza di alcune pubblicazioni che già all’inizio degli anni 80 circolavano negli ambienti colti di Parigi. L’influenza giapponese si nota negli scorci insoliti di diverse composizioni dell’artista barlettano e dall’inserimento nelle sue opere di motivi giapponesi: il kimono; i paraventi che dipinge spesso come sfondo dei suoi dipinti e che verosimilmente erano nelle sue stanze; il ventaglio; il formato a semicerchio e infine dai tagli estremi ( “Il paravento giapponese”, “La signora sul divano rosso”, “Il Kimono color arancio”). Ritroviamo giochi di colore dall’arancio acceso al rosa delicato, dal verde scuro al bianco.

“Le mariage avec la muse Japonaise”

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Una serie di dipinti ad olio custoditi presso il Museo Pinacoteca Comunale di Barletta datati tra il 1873 – 1884 ed acquerelli di proprietà di Palazzo Pitti a Firenze permettono di dimostrare l’ispirazione dell’artista a modelli decorativi, supporti e materiali adottati nella pittura giapponese: “Effetto di neve”, “Corsa in slitta”. Una serie di tempere ed acquerelli eseguiti su carta o su seta riprendono in alcuni casi il formato del ventaglio e sono ispirati a tecniche( Kiri- Kane) o utilizzano materiali frequenti(inchiostro di China ) nella pittura giapponese (“Natura morta”, “Pioppi nell’acqua”) .

Il kimono color arancioOlio su tavola,cm 42 x 31

Natura mortaOlio su tela, cm 63 x 75

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Fra i soggetti preferiti delle sue opere vi sono le donne che egli osservò, conobbe e amò.Nel 1869 sposò Leontine Gruville che diventò sua musa ispiratrice.In” Note et Souvenirs “De Nittis sintetizza il rapporto che per quindici anni lo legò alla moglie e in questi termini: “ Elle est mon camarade, mon confident, mon modele et ma femme”(“Lei è la mia amica, la mia confidente, la mia modella e mia moglie”).La dipinse più volte in diverse pose e sotto varie luci : in casa, in treno, in barca, in giardino, a tavola, sulle rive di un lago, da sola o con il figlio Jacques. Significativi sono i suoi ritratti in “Giornata d’inverno”, “Passeggiata invernale”, “Figura di donna” e “Colazione in giardino”. Qui vediamo come il colore sia più vibrante , più perfezionato l’effetto luce-ombra e la pittura tende a dare “l’impressione” delle cose.

De Nittis “peintre des parisiennes”

Passeggiata invernaleOlio su tela, cm 129 x 76

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Fu la stessa Leontine che influenzò il gusto del marito infondendo in lui la curiosità per il mondo femminile e per gli ambienti sociali da esso frequentati.Madame Titine, i ritratti di alcune delle donne più in vista di Parigi (Sarah Bernardht, Madame Heredia etc.) e delle tante donne anonime parigine diventarono protagoniste dei suoi dipinti tanto da meritargli l’appellativo e la fama di “peintre des parisiennes” . Ritraeva le donne parigine in interni, o, in alternanza, in balli e ritrovi mondani, nei parchi pubblici (“Sulla panchina degli Champs Elysees”), nei giardini, lungo le passeggiate (“Passeggiata con i cagnolini”), alle corse dei cavalli, nei salotti, nelle stanze delle ricche dimore borghesi: presenza costante quella della donna ,quasi ad ingentilire ogni evento mondano della vita parigina. Donne dal volto di porcellana, vestite sempre alla moda come apparivano sulle riviste: particolare attenzione era riservata al loro

Passeggiata coi cagnoliniOlio su tela, cm 31 x 42

Sulla panchina degli Champs ElyseesOlio su tavola, cm 18 x 31

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abbigliamento, veniva riportato nei loro vestiti ogni nuovo dettaglio voluto dalla moda che non sfuggiva all’acuta osservazione del pittore. Sono donne colte, raffinate, amanti della moda fatta di attillati corpetti, cappellini sbarazzini, voluttuosi strascichi.Sono soprattutto le opere in pastello quelle dedicate ai ritratti femminili, mentre nelle pitture ad olio predominano i paesaggi e le città. Insieme a Degas e Manet, De Nittis è stato uno dei primi artisti dell’ ‘800 ad utilizzare il pastello, tecnica che lo avvicinò ancora di più agli impressionisti. Anche se aveva utilizzato il pastello per temi particolari come in “Cantiere” e in “Fiacre”, fu la tecnica preferita dal pittore per i ritratti femminili. Interessante è anche notare che mentre nei quadri ad olio prediligeva formati piccoli e medi, nei pastelli disegnava le figure a grandezza naturale in opere di grandi dimensioni (“Colazione in giardino” e il trittico “Corse di Auteuil”) . De Nittis ha saputo ben rappresentare l’universo femminile in trasformazione: la donna di fine secolo in cui già si intravedeva la donna del ‘900. Non trascurò neanche di dipingere le donne di colore tra cui “Ritratto di ragazza di colore” e “Donna di colore”.

Donna di colorePastello, cm 89 x 63

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LA PIOGGIA DI CENERE Olio su tela, 41 x 28Firenze Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti

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Il dipinto”La pioggia di cenere” è stato datato e firmato 1872.La pioggia di cenere è un tipico soggetto dell’iconografia napoletana. Per tutto il Settecento e l’Ottocento ad ogni eruzione del Vesuvio seguivano numerose rappresentazioni del monte in fiamme. De Nittis ritrae una scena drammatica con persone in fuga minacciate da nubi di fumo e cenere. “Intere famiglie cariche di fagotti , dove avevano raccolto le loro cose, fuggivano trascinandosi dietro nugoli di vecchi e di bambini . L’aria era piena di invocazioni alla Madonna e più spesso a San Gennaro.” (avvenimento a cui aveva assistito lo stesso pittore e riportato nel “Taccuino del pittore” dello stesso De Nittis pag.76)La fuga della gente è dipinta in modo composto ed è osservata da una posizione elevata che permetteva una visione d’insieme dell’evento. Predominano i toni del rosso, blu, bianco e il taglio è palesemente fotografico.

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LA DISCESA DAL VESUVIOOlio su tela, cm 30 x 55Collezione privata

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Il dipinto “La discesa dal Vesuvio” è forse da identificare con il quadro Les touristes descendants du Vesuve citato da Goupil nella lettera a De Nittis del 2 ottobre 1872. Già a settembre il mercante d’arte aveva ricevuto in mano una Descente du Vesuve e per questo è difficile stabilire quale delle due versioni fu poi esposta al Salon nel 1873.L’opera ritrae una veduta della cittadina di Portici che si affaccia sul Golfo di Napoli, appenna accennata sullo sfondo si ammira l’isola di Capri. La composizione è realizzata secondo un taglio diagonale e l’inquadratura è tutta incentrata sulla destra o meglio su un gruppo di turisti accompagnati da una guida e che sono raffigurati fermi sulla ripida discesa del monte Vesuvio.

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PASSA IL TRENOOlio su tela, cm 75 x 130

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“Passa il treno” e’ stato dipinto da De Nittis nel 1878 quando De Nittis tornò a Barletta dopo un lungo soggiorno all’estero. Raffigura un treno che attraversa la campagna di Barletta. L’atmosfera è autunnale, il cielo talmente plumbeo che si confonde con le scie di fumo della locomotiva che si disperdono nell’aria. Tutto intorno è ritratta una fitta vegetazione di un verde intenso. Questo vasto scenario agreste è animato solo dalla presenza di due contadine: una china e intenta a raccogliere erba e l’altra a guardare il treno che si allontana.E’ evidente la differenza tra queste due contadine , allusione alla durezza della vita e segnate dalla fatica e le belle eleganti mondane signore parigine civettuole e incipriate protagoniste dei suoi lavori francesi.

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STRADA CAMPESTRE – LUNGO L’OFANTOOlio su tela, cm 43 x 65Barletta, Museo- Pinacoteca Comunale

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Accanto a “Passa il treno”, “Strada campestre – Lungo l’Ofanto” è il più importante quadro di soggetto pugliese della Galleria De Nittis di Barletta. E’ stato firmato e datato nel 1874 – 1875.Il soggetto è il fiume Ofanto accoppiato nel dipinto ad un motivo tipicamente denittisiano cioè la strada.In quest’opera De Nittis dipinge il paesaggio ofantino lungo il tratto che unisce Barletta a Margherita di Savoia. Il quadro è reso con tinte chiare e vivaci e testimonia il suo amore per la natura, la luce, il colore e le ariose atmosfere pugliesi.Il cielo è ricoperto di nubi , una fila di alberi costeggia la carreggiata divisa dal fiume da un lungo e esteso tracciato erboso su cui passeggia una contadina. Il motivo della figura singola e’ frequente nei paesaggi natii raffigurati dal pittore barlettano. Piccoli e numerosi fiorellini sono dipinti ai bordi del sentiero , dei cespugli a ridosso del fiume e in fondo al dipinto un esteso e lontano orizzonte.

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CHE FREDDO!Olio su tela, cm 54 x 73Collezione privata

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Il dipinto” Che freddo” datato nel 1874 e che De Nittis espose al Salon di Parigi e faceva parte originariamente della collezione Jucker. Il soggetto del dipinto è una tranquilla passeggiata in una giornata di fine autunno o inizio inverno. Sullo sfondo è dipinto un paesaggio dai contorni dell’orizzonte e della carozza nebulosi che trasmettono a chi guarda un senso di freddo e di gelo. Gli alberi sono sottili e quasi spogli. De Nittis dipinge anche la folata di vento che investe all’improvviso le tre donne e la bambina in primo piano. Tutto ciò si evince osservando i veli delle due donne ritratte in secondo piano che si muovono a causa del vento. Interessante è la reazione della bambina che vorrebbe fermarsi ma la madre tenendola per mano la invita a proseguire. In contrasto con la bambine le due donne in secondo piano invece sono protese in avanti che avanzano con fatica. Questa tela la cita Degas in una lettera del 21 ottobre 1884 alla moglie di De Nittis.

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IL SALOTTO DELLA PRINCIPESSA MATILDEOlio su tela, cm 73 x 91Barletta, Museo Pinacoteca Comunale

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Matilde era figlia di Gerolamo Bonaparte e dopo aver divorziato dal principe Anatoli Demidoff, ambasciatore dello zar a Firenze , si trasferì a Parigi nel 1852 dove ottenne il rango di Principessa di Francia . Fu fidanzata di Luigi Napoleone Bonaparte e poi si sposò con il granduca di Toscana .Il salotto di Matilde in via Berri rappresentò per decenni il luogo di ritrovo artistico e mondano più noto a Parigi dove la principessa riceveva scrittori, artisti e musicisti. E’ stato realizzato nel 1883 (ultimi anni di vita di De Nittis) ed esalta l’aspetto borghese ,lussuoso e mondano della società parigina. Il soggetto in primo piano è una donna con i capelli rossi raccolti in uno chignon ed è raffigurata di spalle ; indossa un abito nero scollato ed elegante come si addice alle donne del tempo. L’ambiente dipinto è un salotto sfarzoso come si evince dal titolo. All’interno del salotto sono raffigurati ospiti della principessa seduti su poltrone altrettanto di lusso. De Nittis fu abile a fissare gioco di luci e di ombre delle lampade sulle tende, sui mobili, sulle nere marsine e sulle toilette da ballo dalle ampie scollature delle signore. In questo dipinto l’artista aggiunse la novità molto apprezzata del taglio fotografico: la scena non è chiusa ma tagliando le figure, il pittore lascia immaginare a chi osserva che la scena continui all’esterno del quadro.

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LE CORSE DI LONGCHAMP DALLE TRIBUNEOlio su tela, cm 100 x 120Montreal, Collezione Herbert Black

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De Nittis realizzò molte opere sul mondo delle corse. “Le corse a Longhchamp dalle tribune” fu l’ultima complessa composizione figurativa realizzata prima della morte del pittore.Anche in questo caso è interessato più agli aspetti mondani della corsa che alla corsa in sé per sé. Le figure dei fantini e dei cavalli sono appena accennate , mentre grande attenzione viene riservata alla descrizione del pubblico elegante che assiste alle corse. Le corse a Longhshamp erano un avvenimento molto importante a Parigi e nel giorno del Gran Premio tutta Parigi si riservava a Longhshamp per assistervi. I ricchi parigini non perdevano l’occasione di fare sfoggio di eleganza.De Nittis ne approffittò per trarre spunto e fissare sulla tela questa realtà parigina.Tra i signori habituè delle corse De Nittis evidenzia le silhouette di giovani donne o signore trepidanti e attente con i loro occhialini a seguire il risultato finale della gara.Nell’uomo a destra del dipinto, giù dalle tribune, il pittore avrebbe ritratto se stesso.

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PICCADILLY O GIORNATA INVERNALE A LONDRAOlio su tavola, cm 84 x 120Collezione privata

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Piccadilly o Giornata invernale a Londra è una tra le tele più famose della produzione inglese di De Nittis. In questo quadro sono riuniti una serie di avvenimenti e gesti tali da dare un’immagine convincente del contesto metropolitano: la vecchia con lo scialle che sbircia il giornale del signore accanto a lei, due uomini sandwich, il poliziotto vestito di nero, la carrozza posizionata sul ciglio della strada , la signora con la bambina che attraversa di fretta la strada, il traffico frenetico delle carozze. E’ rispettata la regola prospettica resa sulla tela dalle due file contrapposte di palazzi vittoriani a destra e degli alberi spogli sulla sinistra.

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BUCKINGHAM PALACEOlio su tela, cm 39 x 56Como, collezione privata

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Nel dipinto “Buckingam Palace” datato nel 1874 De Nittis colloca il cavalletto nel punto meno panoramico della piazza escludendo volutamente e quasi del tutto la presenza del Palazzo reale , dando invece attenzione e importanza allo spazio aperto dinanzi al palazzo. L’atmosfera è limpida, pulita, le figure ritratte sembrano macchiette che indossano abiti eleganti che passeggiano sullo sfondo del verde del parco. Tra le figure dipinte si intravede una sfilata di guardie scozzesi riconoscibili dalla divisa rossa che indossano.E’ interessante notare come qui, rispetto ad altre opere metropolitane come “Piccadilly – Giornata invernale a Londra”, la presenza umana non è tale da accalcare le vie e dominare la scena.

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IL PARAVENTO GIAPPONESEAcquerello su carta, cm 22,5 x 31,5Bari, Pinacoteca Provinciale

SIGNORA SUL DIVANO ROSSOOlio su tavola, cm 41 x 27Montecatini Terme, collezione privata

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Evidente nel dipinto “Il paravento giapponese” è l’influenza dell’arte giapponese in De Nittis. La tecnica adoperata è l’acquerello, come spesso avveniva per le opere di ispirazione giapponese.Il soggetto principale del dipinto è il paravento aperto in tutta la larghezza dei suoi pannelli decorati con motivi floreali su fondo oro. Davanti al paravento, come su un piccolo palcoscenico, è ritratta un’ elegante dama adagiata su una sedia pieghevole. Di influenza giapponese sono anche la silhouette dei due gattini neri , a sinistra del dipinto, raffigurati mentre giocano su un tappeto nero. Lo stesso accostamento di motivi e schema compositivo lo ritroviamo nel quadro “Signora sul divano rosso” il cui sfondo presenta proprio un paravento decorato con rami e fiori di ciliegio che crea anche qui un palcoscenico in primo piano. Davanti al paravento è ritratta una donna elegante sorpresa in un gesto tipicamente femminile cioè mentre si sfila i lunghi guanti neri. Indossa un raffinato vestito nero la cui gonna è fitta di pieghe a semicerchio caratteristiche della moda di quegli anni; un braccialetto d’oro al polso e un nastro grigio sulla spalla conferiscono un accento di colore. Interessante è il cromatismo del dipinto che varia dal nero, bianco e oro ma sopra di tutti prevale il rosso che alleggerisce la scena. Il color rosso , rispetto agli altri colori è steso in maniera non compatta ma con pennellate larghe e immediate mescolate a tocchi di giallo e marrone.

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LEONTINE IN CANOTTOOlio su tavola, cm 24 x 54Collezione privata

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De Nittis dipinse il quadro “Leontine in canotto” nel 1874 come se il suo punto di vista fosse a sinistra della scena, spostato verso l’alto; schema ricorrente nel De Nittis paesaggista. Questo scorcio dell’immagine unito al taglio longitudinale della tavola definisce un’inquadratura che evidenza l’effetto motorio della barca. Centro della scena è appunto la barca con una figura femminile, Leontine, sua musa ispiratrice. La donna ha un leggero movimento, evidenziato dal leggero gesto del capo piegato sul lato che serve a mantenere l’ equilibrio della barca. Le fanno cornice le foglie di un grande albero che si riflette nelle tranquille acque azzurrine del fiume.

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LA LETTERAOlio su tavola, cm 31,5 x 19

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Nell’opera “La lettera”, firmata e datata 1869 , traspare la capacità e la bravura di De Nittis nell’ evocare un’atmosfera intima e raccolta. Ritrae una dama elegante che indossa una veste nera con le mani trasparenti e dei piccoli e preziosi gioielli . De Nittis la dipinge mentre è assorta nella lettura di una lettera ,probabilmente inviata da un suo caro, che sorregge delicatamente in mano e niente sembra distrarla in questo suo momento di lettura. E’ seduta davanti ad un caminetto acceso.Un orologio finemente intarsiato è appoggiato sopra il camino , accanto sono raffigurati due libri, due vasi di fiori e un fazzoletto di pizzo bianco.

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COLAZIONE IN GIARDINOOlio su tela, cm 81 x 117Barletta, Museo Pinacoteca Comunale

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De Nittis dipinse “ Colazione in giardino”nel 1883,ultimo anno della sua vita, e lo espose al Salon non molto tempo dopo, nel 1884. Tutto l’insieme rimanda ad una tranquilla scena di vita borghese: nel giardino di casa la moglie e il figlio sono seduti a tavola, a colazione, di mattina. Leontine è in ombra e osserva con dolcezza il figlio, ritratto mentre offre qualche briciola alle anatre.Il prato alle loro spalle è illuminato dalla luce del sole e il riflesso è così forte da penetrare attraverso la vegetazione sotto cui Leontine e il figlio Jacques sono seduti. Il terzo posto a tavola, vuoto e sulla tovaglia un tovagliolo sgualcito allude al posto che doveva essere quello del pittore e alla tavola famigliare apparecchiata dopo la sua scomparsa, assumendo carattere di testamento affettivo.Ciò che colpisce dell’opera è proprio il gioco di luce e di colore su vetri, porcellane, argenti e sulle trasparenze dei liquidi colorati presenti nelle bottiglie. Grande attenzione e’ riservata ai particolari: la piega del tovagliolo, il rosso in fondo al bicchiere, l’oca sul prato verde e il volto sereno e luminoso della moglie.

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SULL’ AMACAOlio su tela, cm 42 x 65Comune di Genova, Servizio Beni Culturali

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“Sull’amaca” è l’ultima opera, incompiuta, dipinta da De Nittis prima della sua morte, il 21 agosto del 1884 , di emorragia celebrale.Sono raffigurati la moglie Leontine , distesa su un’ amaca , con il gatto in grembo. Le è accanto il figlio Jacques, ripreso di spalle. Sul lato destro, la tavola con i resti della colazione mattutina e una seggiola leggermente spostata.Il quadro sembra far parte di un gruppo a cui appartiene anche Colazione in giardino. Sembra , infatti , come se i due dipinti siano legati dallo stesso tema narrativo, come se il pittore avesse ritratto due momenti di una stessa giornata d’estate ; prima Leontine e Jacques mentre fanno colazione e successivamente mentre conversano intimamente nello stesso giardino. Tutta la scena è illuminata dai riflessi del sole che filtrano dal verde e che sulla veste candida di Leontine , distesa, creano effetti madreperlacei.

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CARITA’ ROMANAOlio su tavoletta, cm 15x 21Milano, Quadreria dell’800

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La “ Carità romana” è un soggetto di cui esistono numerose versioni nella pittura italiana dal 500 al 700.Questo dipinto è datato e firmato nel 1870 e De Nittis ci rappresenta in modo realistico una povera madre mendicante stremata dagli stenti che non riesce ad allattare il proprio figlio ed è soccorsa ,perciò ,da un’altra madre appartenente ad una classe sociale più elevata che allatta per lei il bambino. E’ evidente in quest’opera l’allusione alle disuguaglianze sociali consequenziali alla rivoluzione industriale ,affrontando così un tema molto lontano da quella leggerezza parigina tipica delle opere di quel periodo.