Giugno-Luglio 2012

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Periodico di cultura, politica e attualità - www.primopiano.info - Numero 6/7 - Giugno - Luglio 2012 - Anno XVII - N. 161 - Sped. in abbonamento postale 70% filiale di Bari Giugno - Luglio 2012 2,00 euro Bianca Guaccero e Pippo Baudo

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Periodico Bitontino

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2,00euro

Bianca Guaccero e Pippo Baudo

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di Cristiana Francesca Toscanofoto G. Lo Porto

Le voci si rincorrono già dalle prime ore del mattino. “Viene Pippo Baudo, ma è vero?”, chiede qualcuno. “Sì! Insieme a Bianca e alla troupe della Rai”, rispon-dono i più informati.

Intorno alle dieci, i primi curiosi, ostentando indifferenza, iniziano a giron-zolare in villa tra telecamere, registi e truccatori, pronti a girare la prima pun-tata di “Viaggio in Italia”.

Il programma, condotto da Giusep-pe Raimondo Vittorio Baudo, il mitico Pippo, icona della tv nazionale, andrà in onda in prima serata su Rai Tre a partire dal 3 settembre. Un itinerario originale e divertente alla scoperta dei luoghi più fascinosi del Belpaese, raccontati, di vol-ta in volta, dai più noti personaggi dello spettacolo. Alla Puglia saranno dedicate ben due trasmissioni, girate tra Lecce, Bari, Cerignola e Bitonto.

Baudo scende dall’auto intorno alle 10,30, al solito elegantissimo, salutando con strette di mano la folla dei curosi, in trepidante attesa.

Quando la bellissima Bianca Guacce-ro fa la sua comparsa in short beige e tacco 12, finalmente hanno inizio le ri-prese, con quello che in tv sembrerà un incontro casuale. Mentre Bianca è sedu-ta su una panchina a leggere, ecco sbuca-re alle sue spalle l’amico Pippo, appena giunto in città, desideroso di conoscerne bellezze e tradizioni. La Guaccero non si lascia pregare e, partendo dai ricordi dell’adolescenza, descrive la bella villa comunale, il “rifugio” dei giorni in cui con gli amici aveva “marinato” la scuola.

Narra gli aspetti più cari dell’amata Bitonto, presenta i prodotti tipici, come l’olio e i taralli, dei quali non riesce pro-prio a fare a meno.

Promette ancora a Pippo di presen-targli le sue amiche e di accompagnar-lo nei luoghi più suggestivi. Quando poi Baudo le domanda dell’atmosfera che si respira nelle nostre strade, Bianca ri-sponde sorridendo: “Ad affascinarmi, in particolare, è la quiete che si avverte in alcune ore del giorno, quando il sole scot-ta e, passeggiando tra le strade, senti ni-tido il rumore dei piatti sulle tavole. E’ un momento magico del primo pomeriggio, che noi siamo soliti chiamare controra”.

Per sapere, invece, cosa pensa Bau-do della città, occorre aspettare che le telecamere siano spente. “Bitonto mi piace molto. Ci sono già stato in passato, anche se -dichiara- mi fanno notare che sono trascorsi ormai 30 anni dall’ultima volta!”.

Lasciata la villa, la troupe si sposta all’Antica Forneria: la gente si affaccia ai balconi e riempie i vicoli del centro an-tico, con i volontari della protezione civi-le che stentano a frenare l’entusiasmo.

Prima tv per la città ospitaleBaudo e Guaccero nel centro storico per le riprese di “Viaggio in Italia”

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Prima tv per la città ospitaleUna fatica che, in realtà, si rivela vana, perchè Bianca e Pippo sono felicissimi di stringere mani e farsi fotografare insie-me ai propri fans.

Naturalmente il tour contempla una visita alla maestosa cattedrale (“splen-dida ed unica nel suo genere”, il com-mento di Baudo). E così, per le stradine del borgo, sotto il sole cocente di mez-zogiorno, si scoprono i veri “colori” del-la città: i magnifici palazzi e le chieset-

te che fanno da sfondo ad una umanità semplice e schietta, festosa ed ospitale, come la coppia di sposi, entusiasta di far-si immortalare insieme ai due divi della tv, alle prese con un autentico bagno di folla.

Le riprese si concludono nella splen-dida cornice del Traetta, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Michele Abbatic-chio, con Baudo che si mostra particolar-mente interessato alla storia del teatro.

I riflettori della Rai si spengono. La città è fiera di balzare all’attenzione del pubblico televisivo per le sue bellezze storiche e artistiche e per la sua gente così calorosa. Non per aspetti decisa-mente meno lieti.

Non resta adesso che attendere set-tembre, per goderci sul piccolo schermo la nostra Bitonto, con il suo tesoro pre-zioso di storia, colori e sapori.

A sin. Baudo e Bianca in villa comunale.Sopra, alcuni momenti della visita al centro storico.Sotto, le star con il Sindaco Michele Abbaticchio.

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di Pasquale Bavaro

Archiviata la stagione degli esami, i ban-chi sono ormai vuoti. Ma l’attenzione è già tutta concentrata sul prossimo anno scolasti-co, che si preannuncia carico di problemi.

A rendere complicato lo scenario sono le esigenze di razionalizzazione e conteni-mento della spesa pubblica, che hanno gui-dato l’elaborazione dell’art.19 della legge n.111/2011, con l’indicazione ad organizza-re le realtà scolastiche in istituti comprensi-vi, ciascuno dei quali destinato ad ospitare almeno 1.000 alunni.

Un disposto normativo la cui attuazione è stata delineata dalla giunta regionale con deliberazione n.125 dello scorso 25 genna-io, contenente il piano di dimensionamento della rete scolastica. L’atto, preceduto da suggerimenti operativi dei vari comuni (per il nostro, con deliberazione n.389 del 16 di-cembre 2011), disegna un’autentica rivolu-zione nel panorama cittadino dell’istruzione, con la nascita a partire dall’anno scolastico 2012-2013 di tre grandi istituti compren-sivi (il primo derivante dall’accorpamento del primo circolo “Cassano” e della scuola secondaria di primo grado “De Renzio”, per un totale di 1.356 studenti; il secondo frut-to della fusione della scuola secondaria di primo grado “Sylos”, della “Don Milani” e dei plessi della scuola dell’infanzia “Via Pin-to”, “Via Rossini” e “Via Palombaio”, con un bacino di 1.091 alunni; il terzo originato dall’unione del circolo “Caiati” con la scuola secondaria di primo grado “Rogadeo”, per un’utenza di 1.192 discenti) e la conserva-zione del circolo didattico “Fornelli” e del comprensivo “Don Tonino Bello-Modugno”.

Nelle scorse settimane, tuttavia, un ful-mine a ciel sereno ha scosso dalle fonda-

La Corte Costituzionale boccia il piano di riordino della rete scolastica

Le incognite del ritorno sui banchi

menta l’intero impianto: a seguito di ricorsi presentati da numerose regioni (tra cui la Puglia), la Corte Costituzionale, con senten-za n. 147 del 4 giugno, ha dichiarato l’ille-gittimità della normativa statale in tema di riordino della rete scolastica, ritenendo che “la materia relativa alla verticalizzazione delle scuole dell’infanzia, primaria e secon-daria di I grado è oggetto di legislazione concorrente, e non esclusiva dello Stato”.

Una decisione che rischia di porre nel nulla il ridimensionamento degli istituti for-mativi, proiettando ombre di incertezza e confusione sull’assetto complessivo che ge-nitori e ragazzi si troveranno di fronte già nel prossimo mese di settembre.

“Il primo atto emanato da quando ho as-sunto l’incarico -spiega l’assessore alla pub-blica istruzione Vito Masciale- ha disposto la revoca in autotutela del provvedimento della precedente giunta comunale sul ridimensio-namento degli istituti scolastici. Una scelta non condivisibile, vuoi perché non preceduta da consultazione con le organizzazioni sin-dacali, vuoi perché si poteva tranquillamente rimandare l’attuazione della riforma all’an-no prossimo, come deciso da molti comuni come Giovinazzo, Rutigliano, Conversano, Molfetta e Terlizzi. La volontà dell’attuale esecutivo è invitare l’assessore regionale Alba Sasso a ritirare il piano di riordino sco-lastico, o quanto meno, viste le difficoltà tec-niche legate alle iscrizioni già concluse ed ai codici meccanografici di identificazione già assegnati dal ministero, ad avviare una fase di transizione del nuovo modello ad istituti comprensivi, che conduca nel dicembre 2012 ad un ripensamento dell’intero sistema”.

Una matassa molto complessa da dipa-

nare, che ha indotto il governo cittadino a convocare un apposito tavolo tecnico, com-posto da tutti gli operatori del settore (di-rigenti scolastici, corpo docenti, personale amministrativo e di segreteria, organizza-zioni sindacali, rappresentanze di genitori e studenti), allo scopo di definire il piano di razionalizzazione più oculato.

Di tale organo di consultazione farà par-te anche il comitato cittadino sorto negli ul-timi giorni per scongiurare il rischio di can-cellare dalla rete scolastica l’istituto “Don Milani”, calpestandone il ruolo di agenzia formativa al servizio di tutto il centro stori-co. “Occorre trovare una soluzione ragione-vole e condivisa -prosegue Masciale- magari anche spostando ai primi di ottobre l’apertu-ra dell’anno scolastico. L’istruzione deve es-sere concepita come motore dell’economia locale, come simbolo della voglia di rinascita culturale e sociale della città. In quest’ot-tica, il programma del sindaco Abbaticchio intende riservare un’attenzione peculiare al mondo della scuola, attraverso vari canali: investimenti per un migliore funzionamento delle strutture, potenziamento di una plurali-tà di servizi collaterali, come la refezione in tutte le scuole primarie, il trasporto sosteni-bile degli alunni, le iniziative socio-educative e ricreative, implementazione delle cerniere di collegamento tra scuola ed universo del lavoro, specie sotto il profilo della formazio-ne professionale gratuita per i giovani che terminano il proprio ciclo di studi”.

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Uno dei prodotti più “tipici” della crisi eco-nomica che attanaglia il Paese è lo sfratto. Oltre 56mila le famiglie italiane interessate nel 2011 e le previsioni per i prossimi due anni, secondo l’Unione Inquilini, sono drammatiche. Si parla, infatti, di 250mila famiglie a rischio. Un fenome-no che dal 2006 ad oggi ha visto un aumento del 64%. Nell’87% dei casi, il problema discende dall’im-possibilità di pagare l’affitto e, procedendo a ritroso nella catena dell’analisi, dall’au-mento della disoccupazione.

Una realtà resa ancora più difficile dalla cancel-lazione degli stanziamenti statali a favore del fondo so-ciale per gli affitti, a seguito della legge 431 del ’98.

Il prezzo più alto, nella particolare congiuntura, lo pagano le famiglie operaie e a monoreddito, i pensionati e i precari. Il fenomeno si riverbera con estrema preci-sione nell’ambito cittadino.

Negli ultimi due anni sono aumentati i procedi-menti per sfratto, determi-nato da morosità, con tutte le drammatiche conseguen-ze che ne derivano. “Sono una trentina attualmente le famiglie sulle quali pende la mannaia dello sfratto esecu-tivo -spiega Franco Scauro, assessore ai servizi sociali, oltre che al welfare e all’in-tegrazione socio-sanitaria.- Dall’analisi della documen-tazione risulta che buona parte di queste famiglie sino a qualche anno fa non rien-trava tra le fasce più a rischio. Il che vuol dire che sta aumentando il tasso di povertà o che si deve parlare di nuove povertà”.

“Far fronte a questo fenomeno è estrema-mente difficile, nella situazione economica in cui versa il Comune. E, tuttavia, s’impone la ne-cessità di un intervento mirato e programmato, che serva a limitare l’area di un disagio sociale sempre più grave”.

Il primo passo, come sostiene il neo asses-sore, è predisporre un censimento delle nuove povertà, “che sia il più possibile attendibile e veritiero, per individuare le situazioni di più gra-ve disagio, monitorarle e indicare specifici pro-grammi di intervento, evitando sia la politica del ‘contentino’ sia contributi a pioggia”.

A livello nazionale, su proposta dell’Unio-ne Inquilini, è stata presentata alla Camera da alcuni deputati del Pd, una mozione, al fine di impegnare il governo ad adottare una norma-tiva che, col concorso di regioni ed enti locali, agevoli l’adozione di misure per contrastare e ridurre questa emergenza sociale. Una strada già percorsa da alcuni comuni, dove sono stati stipulati accordi tra le parti, con l’intervento del-le istituzioni locali e delle prefetture, finalizzati ad una rinegoziazione dei contratti di locazione, attraverso agevolazioni fiscali ai proprietari, contributi per gli inquilini, riduzione degli affitti in cambio di fideiussioni presso istituti bancari a garanzia del pagamento del canone. Una proro-ga dell’esecuzione degli sfratti per tutto il 2012

e l’attivazione di un fondo nazionale sono altre due proposte per tamponare il fenomeno.

Intanto, vista la gravità della situazione, Scauro non esclude nell’immediato un coinvolgi-mento della protezione civile, individuando una zona dove allestire strutture di prima accoglien-za.

L’idea dell’assessore, in realtà, è puntare sul “Pronto intervento sociale”, un progetto condiviso tra Comune, parrocchie, associazioni, cooperative ed enti locali, volto a fronteggiare le emergenze sociali in modo corale e con stru-menti idonei.

Il contributo una tantum o i pacchi alimen-tari non possono risolvere il problema. E’ ne-cessaria una programmazione di rete e a lungo termine, in cui ogni soggetto sia investito di un ruolo ben preciso.

“I servizi sociali lavorano molto e bene. Il problema è che in questi anni gli interventi sono stati orientati più dalla contingenza del momen-to e dai problemi di bilancio che da una logica della continuità. Bisogna tracciare una mappa particolareggiata delle esigenze e delle proble-matiche -prosegue Scauro-, progettare piani di intervento in collaborazione con tutti i soggetti e la collettività, fare proprie le esperienze che negli altri comuni hanno portato a risultati con-creti”.

A favore delle famiglie interessate da prov-vedimenti di sfratto, si schierano intanto le asso-ciazioni e movimenti che operano sul territorio: “Stella del Monte” con la responsabile Lucia Di Nadai, la Confail Inquilini con Michele Ladisa, la Confederazione Duosiciliana con Francesco Romano e “Italia Prima” con Carlo Clemente.

“Ci sono famiglie che vivono in situazioni di estrema precarietà -spiega Lucia Di Nadai- sen-za acqua, luce e gas. Non riescono a mangiare

tutti i giorni, hanno bisogno di tutto ma soprattut-to di attenzione da parte dell’amministrazione. Molti vivono in baracche che non hanno nemme-no la parvenza di una casa. Alcune famiglie sono ammassate in stanze di pochi metri quadrati”.

“L’idea dell’amministrazione di fronteggia-re l’emergenza puntando su enti come l’Istituto

Maria Cristina, che come sappiamo accogliereb-be solo donne e bambini, può essere una solu-zione temporanea -sottolinea Michele Ladisa-. Il timore è che queste situazioni diventino defi-nitive, e che finiscano per dividere interi nuclei famigliari”.

“Vogliamo risposte concrete e rapide -pro-segue Lucia Di Nadai-. Tra pochi giorni, infatti, gli sfratti saranno esecutivi e molte famiglie si ritroveranno in mezzo ad una strada. Sappiamo che nel centro storico ci sono abitazioni abban-donate, spazi che potrebbero essere utilizzati. Se non saranno fornite soluzioni immediate non esiteremo a reagire con grande fermezza, anche occupando la casa comunale”.

“Chiediamo soprattutto dignità -interviene conl pianto rotto in gola la signora Antonia-. Noi non abbiamo più niente. Mio marito e mio figlio non riescono a trovare lavoro, io ho problemi di salute”.

“Con i 7 euro a persona che il Comune met-te a disposizione perché le onlus forniscano un pasto a chi ne necessita -spiega il signor Vito- ciascuna famiglia potrebbe da sola fare la spesa sia per il pranzo che per la cena, con la possi-bilità di gestirsi in autonomia, recuperando un minimo di dignità e permettendo a quanti hanno problemi di salute, come diabete e colesterolo, di poter seguire una dieta appropriata”.

di Carmela Loragno

Specchio delle nuove povertà Decine le famiglie a rischio sfratto. Il Comune non esclude il ricorso alla protezione civile

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CORSIVETTO

di Carmela Loragno

10 le rapine a mano armata accertate. Tra i 17 e i 24, gli anni delle vittime. 16 le “primavere” del baby rapinatore.

Di questi numeri, l’ultimo è forse quello che più fa rabbrividire e che, soprattutto, deve far riflettere.

Sempre le stesse le modalità con cui il giovane bullo operava: coltello puntato alla gola e l’ordine di consegnare denaro, telefo-nino o qualsiasi altro oggetto del desiderio.

Le denunce di docenti e dirigenti scola-stici si erano moltiplicate negli ultimi mesi, in seguito alle terrorizzate testimonianze di tanti studenti. Il resto è la solita cronaca: il mandato dell’autorità giudiziaria, l’interven-to dei poliziotti nell’abitazione del giovane, l’arresto e l’affidamento ad un centro di pri-ma accoglienza.

Una famiglia disagiata, un padre disoc-cupato, una situazione economica al limite della sopravvivenza, se da un lato non giu-stificano la violenza dall’altro rappresentano un pesante fardello di rabbia e dolore. Quella stessa rabbia e quel dolore che, inopinata-mente, i genitori del giovane hanno poi rivol-to contro gli agenti, pronti ad eseguire l’ordi-ne di custodia emesso dalla procura minorile

di Bari. Nel 2009, come rende noto il ministero

della Giustizia, sono stati 22.139 i minori au-tori di reato, segnalati agli uffici di servizio sociale per i minorenni, il 25% dei quali già conosciuto dall’autorità giudiziaria.

18.885 i minori nei confronti dei qua-li sono intervenuti i servizi sociali, di cui il 74% costituito da italiani.

I collocamenti in comunità sono stati 2.100, in netto aumento rispetto al passato (nel ’98 erano 834), di cui il 94% ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni.

Una lunga teoria di crimini, insomma, ai quali lo stato risponde con una serie di mi-sure sul piano sociale, il cui effetto dovrebbe essere il reintegro dei giovani in un contesto di normali relazioni tra individui.

Ma è sempre così? L’affidamento ai ser-vizi sociali o il collocamento in comunità rap-presentano davvero una chance di riscatto per tanti ragazzi? Sono in grado di trasfor-mare zavorre di sofferenza e di ribellione in leve di entusiasmo e di energia creativa?

Farsi carico di un minore “a rischio” è un atto di civiltà, è imparare a considerare ogni ragazzo come una risorsa.

E’ sentirsi responsabili nella costruzione di una società attenta al disagio dei più de-boli, i minori a rischio in primis.

Significa battersi per una cultura della legalità.

Se non si parte da questa consapevolezza sarà difficile guardare con fiducia al futuro.

Società a rischio

Foto R. Schiraldi

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di Pasquale Bavaro

In politica il concetto di corrente è associato, da sem-pre, ai partiti di centrosini-stra, nella misura in cui gli stessi appaiono attraversati e lacerati da scontri tra ani-me diverse. Oggi, tuttavia, il tarlo delle divisioni intesti-ne comincia a rodere anche i tradizionali movimenti di destra. A cominciare dal Pdl, alle prese con la complessa eredità del post-berlusconi-smo. Una riflessione che, in parte, condivide anche Da-miano Somma, consigliere provinciale ed ex coordinato-re cittadino del Popolo della libertà nonchè esponente di spicco a livello regio-nale.

Avvocato, al pari del Pd anche il Pdl è uscito con le ossa rotte dalle recenti amministrative...

Il risultato è stato sicuramente negati-vo, come dimostra un dato in particolare. Nel 2008 raccogliem-mo ben 1.350 voti, espressi soltanto alla nostra lista, men-tre alle elezioni dello scorso maggio sono stati solo 300. Le cau-se sono diverse. Da una parte, l’opinione pubblica non ha com-preso sino in fondo la scelta di porre termi-ne alla giunta Valla, gravata da eccessive valutazioni negative. Dall’altra, ha pesato l’esperienza nazionale di sostegno al gover-no Monti, distintosi sinora solamente per aver aumen-tato le tasse. Da ultimo, oc-corre considerare l’impatto prodotto sulla scena politica locale dal fiorire di tanti mo-vimenti civici.

Qual è il suo bilancio del governo Valla, tra priorità non rispettate ed evidenti limiti operativi?

E’ indubbio che quella giunta abbia mostrato diver-se falle, a partire dall’ordine pubblico su cui tanto si è puntato in campagna eletto-rale, senza tener conto che il comune, in realtà, al di là delle politiche di prevenzione e della gestione dei vigili, non ha grande potere in materia.

L’analisi del voto e il futuro del centrodestra nelle parole dell’ex coordinatore Pdl, Damiano Somma

La “trappola” delle liste civiche

Ritengo che il fallimento di quella esperienza ammini-strativa sia dipeso princi-palmente dall’incapacità del sindaco e di alcuni esponen-ti della coalizione di ricono-scere che alcune scelte era-no assolutamente errate e che occorreva porvi rimedio. Cito, per tutte, la nomina del comandante della polizia municipale.

E le colpe del Pdl in tale scenario?

Non aver tenuto fede alla decisione, dopo la prima de-fenestrazione degli assesso-ri, di offrire solo un appoggio esterno alla giunta. Ciò non

esclude, tuttavia, il merito di aver raccolto alcuni, signifi-cativi riscontri positivi. Per esempio, nel settore dei lavo-ri pubblici, con il completa-mento di una serie di opere fondamentali, come il sotto-passo di via Giovinazzo e il restauro di piazza Cavour, o nel campo dei servizi sociali, con l’attivazione di una ricca offerta di prestazioni assi-stenziali al servizio delle fa-sce più deboli.

Nei mesi precedenti le elezioni, il Pdl aveva pro-posto un percorso unitario con le maggiori forze del centrosinistra nella scelta del nuovo sindaco…

Premesso che la nostra

candidata, Carmela Rossiel-lo, ha conseguito un risulta-to personale di tutto rispetto, voglio chiarire che da queste stesse colonne Gaetano Brat-toli, componente del direttivo regionale del Pdl, aveva lan-ciato l’idea di un patto istitu-zionale tra le maggiori forze politiche, al fine di affrontare le tante complesse sfide che la gestione della città impo-ne, tra ristrettezze di bilan-cio e patto di stabilità. Una proposta di buon senso, che è tramontata allorquando si è riscontrata un’eccessiva iniezione di rappresentanze civiche all’interno delle coali-

zioni, con il ri-schio di smar-rire la propria identità e di non essere in grado di as-sicurare una progettual i -tà realmen-te funzionale alle esigenze della città. Così, venu-te a mancare le condizioni per una larga intesa di go-verno, abbia-mo preferito condurre una corsa quasi solitaria.

C o m e vede il futuro dell’esecuti-vo guidato da Michele Ab-baticchio?

Al di là delle competenze tecniche del pri-mo cittadino, l’auspicio è che la squadra di governo possa mettere in campo risposte adeguate ai tanti problemi, con riferimento alle questio-ni urbanistiche lasciate in sospeso dalla vecchia ammi-nistrazione, alle politiche del lavoro per affrontare la piaga della disoccupazione giova-nile, all’organizzazione della macchina comunale, alle di-verse forme di povertà che si registrano nella popolazione. La sicurezza di un percorso della durata di cinque anni avrebbe dovuto imporre una maggiore oculatezza nella formazione della giunta, con esponenti altamente tecni-

ci ed i consiglieri delle varie liste destinati ad un percor-so di maturazione in seno all’assise di Palazzo Gentile. Oggi, invece, si rischia di ri-cadere negli stessi errori del recente passato, con una maggioranza molto fragile, con membri dell’emiciclo in grado di ricattare l’esecutivo con richieste squisitamente personali e con referenti dei movimenti civici, non tenuti a rispondere ad alcuna ge-rarchia di partito.

E veniamo al futuro del Pdl. Negli ultimi giorni è stato nominato il commis-sario della sezione, Nando Rodio, vicecapogruppo in consiglio provinciale, chia-mato a gestire un momen-to di oggettiva impasse…

È una decisione asso-lutamente condivisibile nel metodo e nella scelta, che raccoglie una mia esplicita sollecitazione alla direzione provinciale. Dopo le ultime vicende, con esponenti che troppo spesso hanno antepo-sto il proprio tornaconto per-sonale all’interesse del par-tito, occorreva avviare una fase di attenta riflessione. La prospettiva è ricostruire il li-vello locale ma guardare an-che ad un nuovo contenitore del centrodestra, superando le attuali frammentazioni ed avendo il coraggio di rinno-vare l’intera classe dirigen-te. È giunto il momento di ripensare dalle radici il par-tito, varando, se necessario, un nuovo soggetto capace di interloquire con l’elettorato e di riaccendere la speranza in tanti cittadini, delusi dagli ultimi sviluppi politici.

Ma quale ruolo sarà chiamato a svolgere il cen-trodestra a Bitonto?

Occorre spogliarsi dei vecchi schemi di pensiero; lavorare ad un progetto di sviluppo e rinascita della co-munità cittadina, attorno al quale raccogliere tutte le for-ze sane. Senza inutili stec-cati ideologici e sulla base di una profonda rivisitazione del ruolo dei partiti. La cri-si, purtroppo, durerà ancora a lungo e per affrontarla bi-sognerà puntare sul dialogo con le varie componenti eco-nomiche, culturali e sociali della città.

Damiano Somma

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ACIdi d’UVA

Commissario “ad facta”

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Spogli. Spogli del tutto. Di tut-to.

Sembra essere questo il desti-no di questa nostra città.

Al lungo elenco, ecco aggiun-gersi ora la decisione, per effetto delle recentissime disposizioni governative, che vede Bitonto de-pauperata del proprio tribunale, che per la precisione è (era?) una delle sezioni distaccate di quello del capoluogo. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei mini-stri il 5 luglio reca: “Disposizioni urgenti per la riduzione della spe-sa pubblica a servizi invariati”.

In campo giudiziario, una delle tante sezioni che rischia di cade-re sotto i colpi della mannaia di Mario Monti è proprio quella di Bitonto.

Cadendo, s’accorperà inoltre alla sempre più famelica Bari.

Il tutto accadrà (dovrà accade-re) nell’arco -come prassi vuole- di 5 anni dall’emissione ufficiale del decreto.

Ci si chiede, ora, come il già in-guaiato edificio di via Nazariantz non crollerà su se stesso, visto che dovrà esser costretto ad ospitare

(in teoria) tutto il personale delle varie strutture, la cui fine è annun-ciata nel decreto pensato e stilato all’insegna del nuovo motto itali-co (anzi, inglese): “Spending re-view”. Ed è questa la preoccupa-zione principale dell’avv. Michele Calamita, presidente dei legali di Bitonto, Palo e Giovinazzo (altri due comuni del nostro circonda-rio).

“Per quanto ci riguarda, il vero problema sta nell’oggettiva difficoltà, da parte delle strutture baresi, ad accogliere il nuovo in-gente afflusso umano e professio-nale che verrà a crearsi”, dice ai nostri taccuini.

Nato su intuizione dell’allora senatore socialista Gaetano Sca-marcio, il nostro tribunale vide poi la luce nell’era Pice, ad inizio de-cennio 2000.

Apparve così nuovo e maesto-so il volto della giustizia bitontina, della vecchia pretura, per decen-ni confinata nell’angusta (seppur storica) struttura del convento di San Domenico.

Al plesso di via Planelli, pur tra mille difficoltà, fanno capo le

esigenze di tipo giudiziario del co-mune di Bitonto ma anche di Palo e Giovinazzo, come già detto.

Dove inserire adesso tutte le varie professionalità?

E, poi, come assicurare al cittadino quella giustizia di pros-

di Marino Pagano

Uomo buono ed operoso continui a vivere nei nostri ricordi.

I tuoi fratelli

Francesco Frascella9.05.1999 - 9.05.2012

ANNIVERSARIO

Gli anni passano ma il tuo ricordo resta indelebile nei nostri cuori.I tuoi cari

Antonia Modugno vedova Coviello20.07.1973 - 20.07.2012

simità che inevitabilmente una sezione distaccata garantisce maggiormente, rispetto al capo-luogo?

In più, tra l’altro, con una cri-minalità che, inesorabile e sempre viva, torna a tuonare?

Ingiustizia è fatta!Il tribunale cade sotto la scure della spending review

L’aula d’udienza del tribunale di via Planelli.

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DOLCEAMARO

di Mario Sicolo

Ogni volta che s’incendia qualcosa, a Bitonto, si ha la sensazione che si faccia un iniquo falò di tutta la civiltà, la storia, la nostra grandezza.

Sì, perché dev’essere stata pur grande la nostra città, non può essere solo cozzali in scooter pronti a gambizzare qualche rivale, che tenta d’allungare le mani sullo spaccio degli stupefacenti.

Non può essere solo questi bellimbusti che van-no rubando di tutto, persino le biciclette adesso, per poi chiedere un assurdo e oltraggioso riscatto al proprietario per il “cavallo di ritorno”.

Non può essere solo periferie tristi e abbando-nate, strutture sportive saccheggiate e dimentica-te, zone artigianali surreali e strazianti come de-serti pieni di nulla, perché le imprese sono volate a Molfetta a portare ricchezza e benessere (magari effimero e passeggero, certo, ma intanto loro ce l’hanno e noi no).

Eh no, porca miseria, i palazzi meravigliosi, le appassionanti vicende storiche, le tracce dei secoli andati, persino lo stemma ci raccontano una favo-la vera di cui andar fieri.

Per questo, il caso del rogo di Porta Baresana ci dovrebbe fare tutti incazzare come delle iene in-ferocite, perché è avvenuto nel cuore di una notte d’estate e nessuno s’è accorto di nulla, cieche ad-diritura le telecamere, cosicché il fuoco s’è spento per consunzione, raggiungendo finanche la cima di quella costruzione, che da sempre è stato l’uscio sacro del centro storico.

Eppoi, che ci faceva un cassonetto per la rac-colta del vetro proprio ai piedi della porta, talché la plastica ha calcinato irrimediabilmente quelle pietre, mestamente ammonitrici della nostra bar-barie?

Il sindaco Abbaticchio vi è piombato il matti-no seguente ed ha immediatamente informato la Soprintendenza per trovare una soluzione all’onta indicibile.

E sì, va bene, vai con la marcia, con tanto di tiepida adesione, fra l’altro.

Ma non di sole marce può vivere il cittadino, che s’aggira tra mele marce.

Urge una robusta, violenta presa di coscienza. Urliamo “basta” allo schifo.Che esploda la nostra indignazione dinanzi ai

molesti atteggiamenti quotidiani di inciviltà. Non si può andare avanti così. Ognuno si assuma la propria responsabilità di

cittadino, ché il bene comune è davvero di tutti e tutti ne dobbiamo essere garanti e tutori.

Lo scaricabarile, che pure è lo sport prediletto dello Stivale malconcio in cui viviamo, è solo un pernicioso boomerang e nulla più.

E adesso, una fiammata delle coscienze

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di Domenico Schiraldi

Sembra ieri quando “Una… teca per tutti”, tra stu-pore e incredulità, si affaccia-va sulla ribalta cittadina, in un minuscolo vano di via Ca-stellucci.

Uno scrigno che, col tem-po, avrebbe rivelato grandi tesori: solidarietà, impegno, disponibilità verso tutti. Oggi all’associazione, che da qual-che anno opera negli ampi locali di via Mazzini, dove, grazie all’impegno di un nu-mero sempre crescente di cit-tadini, promuove una teoria interminabile di iniziative, tra culturali e sociali, giunge un ulteriore riconoscimento, a conferma della preziosa attività svolta a beneficio so-prattutto delle fasce più de-boli. Ikea, il colosso svedese dell’arredamento, dopo aver valutato struttura ed obietti-vi della onlus, ha provveduto a fornire di ogni suppellettile le sale, nell’ambito di un pro-getto di solidarietà sociale che la multinazionale svolge al servizio di organizzazioni umanitarie in ogni angolo del pianeta. Una nuova Teca è, dunque, risorta dalle ceneri della vecchia: scaffali nuovi di zecca per gli oltre seimila volumi, tavoli e sedie per i la-boratori, scrivanie e armadi.

Il conseguimento di questo nuovo, importante traguar-do è stato illustrato nel corso di una cerimonia, a Palazzo Gentile, a cui ha preso parte la folta schiera degli animato-ri e dei sostenitori del centro di socializzazione, impegnato con successo in attività di in-clusione sociale.

Nei giorni successivi, pri-mo evento ufficiale della “ri-nata” Teca, si è tenuta la premiazione del concorso let-terario “Poesie e poeti per tut-to l’anno”. La palma del vin-citore è stata consegnata a Umberto Ruggiero, autore di “Fiore calpestato”, un compo-nimento forte e delicato allo stesso tempo, sul tema della violenza sulla donna. Se poe-sia, come spiega Cardarelli, è anche la fiducia di parlare a se stessi, è certo che la Teca, dispensando a tanti perle di questo magico elisir, è essa stessa una poesia, un inno alla vita.

La Teca si veste di nuovo

GrazieIkea!

Una sala del centro di socializzazione con i nuovi arredi offerti da Ikea. Foto R. Schiraldi

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di Chiara Colamorea

di Lucia Anelli

La Chiesa non chiude per fe-rie. In estate non dimentichiamo il Signore. È questo il messaggio che l’esperienza del Giob (Gruppo Interoratoriale Bitonto) intende veicolare

Giunta alla sua dodicesima edizione, l’originale iniziativa ha riunito ben dieci parrocchie, nell’intento di offrire ai più gio-vani pomeriggi di gioco e diver-timento, non disgiunti, però, dalla riflessione e dalla preghiera.

Per tutta la seconda metà di giugno, circa trecento bambini e ragazzi, dai 9 ai 12 anni, accom-pagnati da centocinquanta anima-tori, hanno sfidato la calura estiva inondando di canti, balli, giochi e colori le strade, le piazze e le chie-se. Tutti insieme per celebrare la bellezza della fratellanza e dell’a-more di Dio.

L’attività del gruppo delle scuole elementari si è basata sullo slogan “Ferventi nello spirito”, un invito a mantenere sempre viva la fiamma della fede e la forza del-lo spirito santo. I bambini si sono impegnati prima in una festosa sfi-lata per le strade cittadine, poi in giochi a tema nella parrocchia del Santissimo Sacramento; quindi, in una entusiasmante caccia al teso-

La chiesa non chiude

ro nei giardini dei Santi Medici e, infine, in una grande festa presso l’episcopio con canti, balli ed uno spettacolo di magia.

“Gareggiate stimandovi a vi-cenda” è stato, invece, il leitmotiv del gruppo delle scuole medie, im-pegnato nelle “GiobOlimpiadi”.

Per tre giorni sessanta ragazzi si sono cimentati, presso il campo

Oltre trecento i ragazzi partecipanti alla 12^ edizione del Giob

sportivo dei Santi Medici, in gare e giochi con tanto di vincitori e medaglie finali, come in una vera olimpiade. Sulle orme della gran-de intuizione di san Giovanni Bo-sco, l’oratorio, si è cercato, dunque, di offrire ai giovani un’alternativa concreta e positiva all’inerzia del-le vacanze estive, favorendone la crescita umana e spirituale.

Seduzione, gioco, illusione, vo-lontà ed esitazione. Tutto questo nelle opere degli artisti che parte-cipano alla collettiva “Milk”, pres-so la masseria Pilano a Crispiano, nell’ambito del progetto “Luoghi d’arte”.

L’esposizione, articolata in di-verse sezioni (performance, video, installazione, fotografia) è dislocata in tre ambienti, lungo un percorso stabilito: i trulli (antiche mangiato-ie), il parco, la stalla “abitata”.

Alla mostra, che raccoglie al-cuni dei nomi più interessanti del panorama artistico contemporaneo, partecipano anche Mimmo Ciocia e Francesco Sannicandro. Ciocia presenta la sua grande Madre, fo-tografia digitale dal forte impatto sensoriale, allestita in una quinta naturale, come inconsapevole alta-re. Francesco Sannicandro compo-ne il suo icecream fedelmente al suo modus operandi, con innesti, dal forte accento espressionista, di for-ma, colore, luce.

Con “Milk” l’arte in masseria

A sinistra “Madre” di M. Ciocia, a destra “Ice cream“ di F. Sannicandro

LA MOSTRA

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di Maddalena Coviello

Stands, luci, suoni, calo-re e colore di Paesi distanti anche migliaia di chilome-tri.

E’ il suggestivo scenario allestito presso la villa co-munale dallo sportello in-formativo “Integra”, gestito dalla cooperativa sociale Auxilium, per la Giornata mondiale dei rifugiati.

Un’occasione per riflette-re sulla società multietnica e per gettare reti più strette di soldarietà e interazione tra popoli diversi.

Per comprenderne me-glio il significato e le finali-tà, ne abbiamo parlato con il responsabile di “Integra”, il dott. Sante Sabatini.

Perché è stata istituita la Giornata mondiale del rifugiato?

L’obiettivo è sensibilizza-re le popolazioni locali sul

tema dei rifugiati. Gente fuggita da paesi come Isra-ele, Libia, Egitto, Iraq carat-terizzati da governi autori-tari, per i quali il dissenso va soffocato con ogni mezzo, compresa la violenza, ma soprattutto negando condi-zioni di vita dignitose a inte-re fasce di popolazione.

Come si manifesta la vostra solidarietà?

Il nostro compito è cer-care di inserire i rifugiati in strutture di prima e secon-da accoglienza, offrendo loro un’opportunità di lavoro.

Quanti sono a Bitonto i cittadini stranieri che beneficiano di questo pro-gramma?

In conformità con quan-to disposto dal ministero dell’Interno, offriamo asilo politico a 35 persone. Altri 8 rifugiati trovano accoglien-za, grazie alle risorse offerte dalla protezione civile per l’emergenza Africa del nord. Uno dei problemi maggio-ri è fornire di permesso di soggiorno quanti ne sono sprovvisti.

Si riuscirà a fondare

Giornata mondiale dei rifugiati

una società finalmente a misura di tutti gli uomini, senza distinzione di cul-ture, credi religiosi e con-vinzioni politiche?

Non solo dobbiamo im-pegnarci su questa strada ma, soprattutto, abbiamo il dovere di farlo, rispettando i principi sanciti dalla co-stituzione di Ginevra, nella direzione di un futuro soste-nibile, in cui alla logica dello scontro si sostituisca quella del dialogo e del confronto tra tutte le persone di buo-na volontà.

La città solidale

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di Rosanna Schiraldi

Quinto appuntamento con ”Balcone fiorito, abbelliamo la nostra città”, il concorso pro-mosso dalla sezione cittadina della Fidapa (Federazione ita-liana donne arti professioni e affari).

La cerimonia di premiazio-ne si è svolta, quest’anno, nella splendida cornice di palazzo Vulpano Sylos, gioiello d’ar-chitettura rinascimentale, nel cuore del centro antico.

La giuria di esperti ha as-segnato il primo premio ad An-gela Marrone, i cui balconi si affacciano su via Leopardi ad angolo con via Montebello.

di Maddalena Coviello

“Chi è l’assassino. Diario di una criminologa” è il libro di Renata Bruzzone presen-tato nei giorni scorsi alla gal-leria “Devanna”. A parlarne, la stessa autrice, nota crimi-nolaga e apprezzato volto te-levisivo.

L’opera è incentrata sull’analisi delle ragioni alla base del l’atto criminoso e della complessità dell’ambito investigativo.

Renata Bruzzone adotta una metodologia di stampo americano, acquisita grazie ad una serie di studi negli States.

“Questo approccio -ha spiegato- si basa sulla scom-posizione degli elementi, de-

Le “molle” dell’assassinodotti dalla scena del crimine. Il metodo d’indagine è illustrato nelle pagine del volume sulla scorta dell’analisi dei delitti più famosi, che molto hanno anco-ra d’irrisolto, e le cui istrutto-rie giudiziarie, ormai concluse, sono accessibili alla platea degli esperti”.

Bruzzone ha fatto notare come spesso siano sorprenden-ti i ribaltamenti di giudizio di primo e secondo grado rispetto alla sentenza definitiva.

“Un fenomeno -ha chiarito- che testimonia come molto deve essere modificato in sede inve-stigativa. Evitando, ad esempio, più ritorni sulla scena del delit-to, che, in realtà, possono com-promettere l’efficacia dei primi

Balconi “in fiore”

Renata Bruzzone presenta il suo volume alla galleria “Devanna”

Al secondo posto si è clas-sificata Anna Sannicandro, anch’essa abitante in via Mon-tebello, al n.27. Terzo premio a Maria Pia Giuliese, per la ter-razza fiorita di via Cavallotti 48.

La presidentessa della Fi-dapa, dott.ssa Anna Maria Pa-storessa, nel ringraziare per il patrocinio l’amministrazione comunale e, in particolare, l’assessore all’ambiente, Do-menico Incantalupo, ha ricor-dato che le iscritte all’associa-zione hanno adottato piazza Rodari, di fronte all’Itc “Vitale Giordano”, illustrando con una

rilievi, a patto che questi siano eseguiti con ogni crisma”.

Un aspetto da chiarire è, poi, il ruo-lo dei mass-media nel dibattito che su-scitano i maggiori casi di crona-ca nera.

“Giornali e tv propongono interpretazioni spettacolarizza-te dei fatti, in sintonia con gli umori del pubblico ma spesso in netto contrasto con le conclu-sioni giudiziarie”, ha rilevato la criminologa.

Renata Bruzzone ritiene fondamentale l’esperienza sul campo, diffidando di chi discute di delitti, senza alcuna cono-scenza degli atti e a digiuno di

specifiche competenze.Ma cosa spinge una

persona a uccidere? La domanda clou, a cui la cri-minologa ha fornito la sua risposta.

“I motivi, in gene-re, sono tanto importanti quanto comuni: il denaro, il possesso di una donna o una patologia”, sentenzia.

Come a dire, le molle più forti e antiche dell’agi-re umano.

serie di foto i progressi conse-guiti, grazie anche al sostegno dell’Azienda servizi vari, pre-

sente alla cerimonia col presi-dente, dr. Gaetano Granieri, e il direttore, dr. Giuseppe Pasculli.

Il balcone premiato. Foto R. Schiraldi

Renata BruzzoneFoto R. Schiraldi

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di Giuseppe Perrulli

Si è conclusa la decima edi-zione di Bimboil, il concorso nazionale promosso dall’Asso-ciazione Italiana Città dell’Olio, in collaborazione col Ministero per le Politiche Agricole e Fo-restali e il Ministero all’Istru-zione, nonché con il patrocinio della rappresentanza in Italia della Commissione Europea e del MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca). Scopo del progetto quello di avvicinare i ragazzi in età scolare alle te-matiche relative alla produzio-ne dell’olio DOP, riscoprendo anche una cultura delle tradi-zioni economiche territoriali e soprattutto diffondendo, attra-verso attività ludico-educative, il messaggio di uno stile di vita sano, a partire dall’alimentazio-ne.

Due le sezioni indette dal concorso: una intitolata “Ricet-te a macchia d’olio”, dedicata ai ragazzi delle prime e secon-de classi delle scuole primarie

La II B e la IV E della Fornelli sul podio delle graduatorie nazionali e regionali

Bimboil premia Bitonto

di tutta Italia, che ha visto i piccoli partecipanti adoperarsi nella realizzazione di disegni sulle tradizioni gastronomiche locali, contraddistinte dall’in-grediente dell’olio extra vergi-ne di oliva DOP; e una seconda sezione, “Olioreporter: piccoli cronisti dell’olio”, che ha im-pegnato gli alunni delle terze, quarte e quinte classi nella ste-sura di elaborati “giornalistici” sul tema dell’oro verde. Oltre 7 mila gli studenti partecipanti, 2.600 nella sola Puglia che si è aggiudicata il titolo di Regione maggiormente rappresentata, 800 nella città di Bitonto, con 5 scuole in lizza (Caiati, Cassano, Fornelli, Modugno-Rutigliano e Sacro Cuore), per un totale di 33 classi e 4 importanti ricono-scimenti.

Un terzo posto nella sele-zione regionale per la scuola N. Fornelli e un secondo posto per il Sacro Cuore nella sezione “Ricette a macchia d’olio”.

E nella selezione naziona-le, il primo circolo didattico N. Fornelli si piazza anche al se-condo gradino del podio con la classe II B. Un risultato di ri-lievo, che ha visto la scuola For-nelli aggiudicarsi la “medaglia d’argento”, preceduta da una scuola della provincia di Pesca-ra e seguita dall’istituto Ober-dan di Andria, dopo un testa a testa giocato sul filo di lana per l’elevato standard qualitativo degli elaborati. La giuria ha premiato i vincitori, seguendo i criteri dell’utilizzo significativo dell’olio extravergine di oliva, l’originalità e la storicità delle ricette, la cromaticità dei dise-gni e l’impostazione scenografi-ca degli stessi, giudicando infine l’impegno profuso nelle opere dai piccoli della scuola N. For-nelli “a dir poco lodevole”.

Grande entusiasmo tra i vin-citori e grande soddisfazione per chi li ha seguiti in questa “avventura” iniziata lo scorso

ottobre e conclusasi ad aprile. Ad accompagnare i piccoli

intenditori di olio DOP in que-sta appassionante iniziativa, oltre ad Angela Maria Cazzolla, anche le maestre Nella Moret-ti, Antonella Delvino, Luciana Barile, Francesca Minenna e Annamaria Vino, coordinatrice del progetto all’interno del-la scuola. Stessa scuola, altra classe, altro premio. Anche la IV E, infatti, nella graduatoria regionale, si è piazzata al pri-mo posto per la sezione “Olio-reporter: piccoli cronisti dell’o-lio”, realizzando il “tabloil”: un giornale tutto dedicato all’olio extravergine d’oliva DOP, con tanto di interviste, articoli, vi-gnette e arricchimenti sul tema.

Un lavoro entusiasmante per gli studenti, che si sono det-ti affascinati dal mondo gior-nalistico e che hanno dedicato tanto tempo e risorse in questo progetto, da meritare a pieno il plauso della giuria regionale.

di Angela Ubaldino

E’ giunta alla sua quinta edizione “Il cuo-re nel pallone”, la manifestazione di benefi-cenza, conclusasi nella sala degli specchi a Palazzo Gentile con la cerimonia di conse-gna di due defibrillatori cardiaci nelle mani del sindaco Michele Abbaticchio.

L’iniziativa, promossa dall’associazione Docenti Bitontini, guidata dal prof. Nicola Fiorino Tucci, ha permesso di acquistare i

Nuovo ritmo al cuoreIL FATTO

preziosi macchinari, grazie ai fondi raccolti con un torneo di calcio al “Città degli Ulivi”.

A partecipare, le squadre composte da docenti, avvocati, medici e commercialisti, in gara con l’obiettivo di sensibilizzare la col-lettività sui temi dello sport e della salute.

L’idea di regalare all’amministrazione i defibrillatori è stata suggerita dagli eventi luttuosi, verificatisi recentemente nel mon-

do dello sport: le drammatiche perdite del calciatore Piermario Morosini e del pallavoli-sta Vigor Bovolenta.

“Si spera che istituzioni, farmacie ed ambulatori medici si dotino di defibrillatori cardiaci -ha spiegato Fiorino Tucci- grazie ai quali sia possibile intervenire rapidamente e salvare vite umane, grazie a metodiche sem-plici ed efficaci”.

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C’era anche Alessandro Robles, redattore di Primo piano, tra i partecipanti della “Notte bianca della Poesia” organizzata a Bari.

Una sorta di “maratona culturale”, svoltasi nell’affascinan-te cornice del Palazzo della Provincia, durante la quale venti-quattro autori hanno presentato i propri più originali componi-menti.

Alessandro Robles, che ha partecipato alla manifestazione con la raccolta poetica “L’incanto del tempo”, edito da Besa, è stato presentato da Mario Sicolo, altra firma storica di questo mensile, mentre l’attore Franco Martini ha recitato i passi più significativi.

La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con l’Ape (Associazione Pugliese Editori), La Vallisa Poeti, Res Extensa, l’Accademia della lingua barese “Alfredo Giovine”, il Centrodarteottantanove e il gruppo Euterpe.

Notte bianca della poesia

PERISCOPIO

LA RASSEGNA

Grandi appuntamenti per l’estate barese.Con l’Inedito World Tour, Laura Pausini

sarà all’arena della Vittoria mercoledì 18 lu-glio.

La band romagnola Quintorigo si esibirà, invece, il 19 luglio al Cus Bari, con una rivi-sitazione del repertorio di Jimi Hendrix, nel settantesimo anniversario della nascita.

Il 20 e 21 luglio, il Summer Music Village di Bari ospiterà Menù Kebab, festival interna-zionale di pace e musica hip hop.

Anche Tiziano Ferro porterà il suo spetta-colo live a Bari. L’appuntamento è il 22 luglio all’arena della Vittoria. Reduce dal succes-so di piazza San Giovanni in Roma, la band folk rock dei Nobraino si esibirà il 26 luglio al Cus Bari. Il 27 luglio, nell’ambito di “Bari in Jazz”, il concerto di Keith Jarrett, mostro sacro del jazz, al Petruzzelli.

L’estate in musica

Bari vecchia

Fame d’Aria

Calcio scommesse

S’intitola “Fame d’Aria” la personale di Pierpaolo Miccolis, a cura di Giuseppe Bellini, con il coordinamento di Gaia Valentino e Ma-ria Susanna Carella.

Con la rassegna la galleria BLUorG di Bari, in collaborazione con SpazioBlue di Bo-logna, intende promuovere l’ultimo ciclo di opere di un giovane artista barese, tra i più apprezzati nel panorama pugliese e naziona-le. Pierpaolo Miccolis, ventisettenne, laureato in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, già finalista al premio “Arte” 2006, si è aggiudicato il terzo posto sia al concorso per giovani stilisti “Panuda” sia alla rassegna internazionale di fotografia “Obiettivo Donna” 2008, a cura del Ministero delle Pari Oppor-tunità. La mostra resterà aperta sino al 29 lu-glio (BLUorG, via M. Cementano, 92/94 - Tel. 0809904379)

di Salvatore Lorusso

di Salvatore Lorusso

di Salvatore Lorusso

di Salvatore Lorusso

Un’esperienza unica, alla riscoperta di Bari vecchia.

E’ l’ottava volta, quest’ultima, in oltre 104 anni di storia, che il club biancorosso viene coinvolto in processi relativi a violazione di norme federali. La prima fu il 10 giugno 1934. Serie B. La Sere-nissima di Venezia denunciò al direttorio federale

un tentativo di “combine”, proposto dai baresi ai veneti. Il direttorio sancì l’assenza di prove e la deplorazione dei consiglieri di Bari e Venezia. Nel 1950, invece, fu il Bari a denunciare presunte gare truccate, organizzate da altre squadre in gara per la salvezza. L’inchiesta si concluse con la sentenza della Commissione d’appello federale (Caf), che comminò una deplorazione al Bari più la squalifica del campo.

Nel 1958 il Bari fu coinvolto nel “caso Torres”, il faccendiere a cui si attribuirono una serie di ar-bitraggi favorevoli. Il Bari respinse ogni offerta e fu assolto dalla Caf. Dopo altri due anni, i galletti furono coinvolti nello scandalo dei portieri. Rinviati a giudizio, ne uscirono indenni.

Qualche mese dopo per una telefonata fatta da un calciatore del Bari ad un ex compagno della Lazio per addomesticare la partita, la società bian-corossa venne penalizzata di 10 punti. Il calciatore, invece, fu squalificato per 3 anni. Nel 1983 il club barese venne rinviato a giudizio per presunti illeciti, compiuti due anni prima in serie B. Fu sollevato da ogni responsabilità. Il penultimo caso riguardò una gara in trasferta col Venezia nel 1999 in serie A. L’esultanza solitaria di Tuta, autore del gol del successo veneto, fece aprire un’inchiesta che non approdò ad alcun risultato

L’iniziativa è curata dalle guide di Pu-gliArte e dall’associazione Cinethic.

Un’occasione da non perdere per gli amanti della storia e dell’architettura medie-vale ma anche per chi voglia riscoprire tradi-zioni, sapori e colori di un ambiente urbano e sociale unico, esaltato da una serie di originali performances teatrali.

Le visite si terranno sino al 29 luglio. Per informazioni telefonare al 340339470.

Alessandro Robles al centro tra Mario Sicolo e Franco Martini

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FUORI PORTA

di Mario Sicolo foto di Gaetano Lo Porto

Serracapriola, ad un soffio da Chieuti.L’incanto muto dei declivi e l’eco rapinosa del mare. Uno scrigno d’alberi e silenzio, ulivi dolenti -ad uno,

in particolare, è esploso il cuore ed ora ha schiuso al mondo braccia di legno come petali secolari- e musica infinita del Creato.

Al centro, la pietra antica, salda e tonante, del con-vento dei Cappuccini.

In questa casa dell’anima dove respiri Cielo, tirata su nel Cinquecento, secondo la Regola del Poverello d’Assi-si, le note invisibili del battito eterno s’adagiano a quan-do nelle culle delle volte affrescate, s’acciambellano a quando negli intarsi del legno ricamato.

Le mani giunte dei frati che pregano, cercano nell’in-treccio doloroso e nella giornata cadenzata dal raccogli-mento le ragioni dell’esistenza del mondo.

Poi, arrivano i fedeli per la processione del quadro della Madonna delle Grazie.

Ogni uomo, che scarpina per quell’erta emblematica, è una nuvola di pensieri, affanni, ricordi.

Ogni donna, un giunco battuto dal vento dei giorni, che trova nella Fede la forza per continuare.

Le ragazze preparano confezioni di manicaretti e fe-stoni leggeri nell’aria trepida.

I piccini, mano nella mano dei grandi, imparano a pregare.

I canti dileguano le ansie e guidano i passi, per un giorno o forse di più, chissà.

Gli occhi si posano lentamente dentro un labirinto di nuvole, che muoiono di malinconici grigiori.

Il vecchio frate ha saio consunto e crine innevato, e ogni poco si concede fughe dionisiache al meditar pro-fondo.

Il padre ha volto severo ed occhiali professorali, ine-quivocabile simbolo di cultura.

In chiesa, una vecchietta insegna alla nipotina a par-lare col Cristo crocifisso.

La serpentina dei corridoi, sobri ed austeri, corre ver-so la cella che fu di Francesco Forgione, San Pio, il Pa-dre di tutti, cui oggi è intitolato il convento.

Il mattonato color tabacco, il letto ordinato, il bacile bianco ed una sedia di paglia povera, comodini e scritto-io in legno chiaro, ricordi d’alberi e sole: qui s’esercitava a diventar santo il frate di Pietrelcina.

Un inginocchiatoio in un angusto incrocio d’archi. Al centro del giardino, infine, il pozzo, in fondo al

quale, quando piano scende la sera, tremano d’emozio-ne la luna e le stelle.

La casa dell’animadove respiri Cielo

Nella foto in alto, il pellegrinaggio per la Madonna della Grazie da Chieuti a Serraca-priola. Sotto, il priore Antonio Belpiede insieme al frate più anziano del convento di Serracapriola, l’interno della chiesa, un ulivo secolare del chiostro e la cella di Padre Pio

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Gli studi di registrazione ADM, da anni punto di riferi-mento per artisti e addetti ai lavori, “cambiano pelle” pur conservando gli stessi obiettivi.

Una nuova sede, ampi spa-zi e apparecchiature di ultima generazione sono il segno ine-quivocabile della volontà di of-frire le soluzioni più innovative e raffinate. A lanciare la nuova, appassionante sfida, l’inossida-bile Nuccio Cappiello, sound engineer e apprezzato arran-giatore.

Per sottolinearne il talento, basterà ricordare, tra i tanti, i lavori discografici realizza-ti per Gloria Gaynor. Gli studi ADM, in più di vent’anni di at-tività, sono ormai una realtà nel panorama regionale e na-zionale.

Oggi Nuccio non è più solo: al suo fianco ci sono Pasqua-le Garofalo e Leo Di Nunno, rispettivamente assistance e

maintenance engineer.Da allievi dei corsi per tec-

nici del suono, sono diventati suoi preziosi collaboratori.

I tre scommettono all’u-nisono sulle risorse artistiche della città e puntano con con-vinzione alla creazione di un centro di cultura musicale, che privilegi la ricerca formale, in vista di una qualità sempre più apprezzabile del suono.

“Bisogna educare le nuove generazioni all’ascolto -spie-gano-. Un obiettivo passato in secondo piano tra i fruitori di musica, abituati al “cotto e mangiato”.

Il nuovo studio è stato pro-gettato nei minimi dettagli. Ogni elemento ha una sua pre-cisa funzione. Niente è stato lasciato al caso. E il risultato è una straordinaria sintesi di ec-cellenza tecnologica e di perfe-zione formale.

Ne beneficerà, certamente,

La qualità è un mixProfessionalità e tecnologia, fanno degli studi ADM una tra le maggiori realtà del settore

di Alessandro Robles

la qualità dei nuovi progetti musicali, da realizzare grazie ad importanti collaborazio-ni professionali. Come quella, ormai consolidata, con Piero Cassano, tra i più noti produtto-ri a livello nazionale, oltre che voce e solista dei Matia Bazar.

Accompagnato da Fabio Perversi, tastierista della mi-tica pop band, il musicista ge-novese è stato l’ospite d’onore della cerimonia d’inaugurazio-ne.

“Piero, oltre che un gran-dissimo artista, è un vero ami-co. La sua presenza è la con-ferma della sincera e proficua collaborazione intessuta in questi anni”, ha detto Nuccio Cappiello.

Le sale di registrazione ADM sono in grado di realiz-zare un prodotto “chiavi in mano”.

Gli artisti che vi si affide-ranno non saranno più costretti

a spostarsi in sedi diverse, du-rante la produzione di un disco. L’ampia “live tracking room”, che dispone di strumenti acu-stici, tra cui un pianoforte a coda e una batteria completa, può ospitare anche sezioni or-chestrali.

Nella “mixing room” è si-stemata un’unica e originale consolle, denominata “ibriDA”, interamente progettata e co-struita da Cappiello. La sala è corredata di ogni apparecchia-tura per gli arrangiamenti, la ripresa ed il mixaggio.

La “mastering room”, infi-ne, è dotata della strumenta-zione per la finalizzazione del prodotto, pronto per la stampa e la pubblicazione.

Ogni altra informazione sul sito www.studi-adm.com.

Nella foto di G. Lo Porto, Pasquale Ga-rofalo, Nuccio Cappiello, Piero Cassano, Fabio Perversi e Leo Di Nunno

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Primo pianoBITONTO

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Un altro importante riconosci-mento per Daniela Degennaro, gio-vane ma già affermata soprano.

Daniela è reduce dal succes-so ottenuto alla quarta edizione del “Giacomo Puccini Internatio-nal Competition”, svoltosi a Torre del Lago dal 23 al 27 giugno. Si è

Per Daniela il ruolo di Liù Secondo posto al festival pucciniano per la giovane Degennaro

di Mariagrazia Lamonaca

aggiudicata il secondo posto, una borsa di studio pari a 3000 euro ma, soprattutto, il ruolo di Liù in Turandot, nella prossima edizione del festival.

La cantante bitontina si è distin-ta, tra oltre 70 partecipanti, per la notevole interpretazione dell’aria “O quante volte”, tratta dai Capu-leti e Montecchi di Bellini.

Una giuria composta da perso-nalità di fama internazionale, qua-li il soprano Giovanna Casolla e i maestri Alberto Veronesi, Lucetta Bizzi, Marcello Lippi, Alberto Palo-scia e Valerio Galli, hanno dovuto affrontare l’arduo compito di sele-zionare i più bravi tra i tantissimi talenti in concorso.

Dopo un’accesa gara tra le tre artiste favorite, la commissione ha assegnato il primo premio alla na-poletana Valentina Variale, il se-condo alla nostra Daniela e il terzo alla giovanissima Federica Nicotra di Palermo.

Grande l’entusiasmo della De-gennaro per l’importante traguar-do che, come lei stessa ha osser-vato, rappresenta un trampolino di lancio per una carriera internazio-nale.

Il sogno della talentuosa sopra-no è, infatti, ottenere nel prossimo futuro ruoli da protagonista nei maggiori teatri in Italia e all’estero.

Senza, tuttavia, dimenticare le proprie radici.

Daniela spera di potersi esibire nel nostro splendido “Traetta”, al cospetto di quanti in città ancora non la conoscono.

NOZZE

Sabato 30 Giugno 2012, nella cattedrale di Bitonto, si sono uniti in matrimonio

Gianluigi Sicolo e Lucia Darsini.

La redazione augura agli sposi unfuturo colmo di prosperità e felicità.

Lunedì 2 Luglio 2012, presso la chiesa del Crocifisso,

Nicolò Antuofermo e Graziana Leone

hanno coronato il loro sogno d’amore,unendosi in matrimonio

Daniela Degennaro

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STARBENE

del dott. Pasquale Lovero

EMERGENZA CALDODa alcuni anni sono molto frequenti le “ondate di calore”,

periodi più o meno prolungati, caratterizzati da alte tempe-rature, forte irraggiamento solare, assenza di ventilazione ed elevata umidità.

Ad influire negativamente sulla salute non sono tanto i gradi eccessivi quanto, piuttosto, la durata dei periodi di cal-do intenso. Quando il nostro corpo si riscalda, comincia ad emettere sudore per disperde il calore in eccesso. Talvolta, però, non basta e c’è il rischio di incorrere in qualche proble-ma di salute.

Si va dal lieve malore a guai più seri, come il colpo di calore. Il sudore, soprattutto a causa dell’umidità, diventa scarso e l’organismo si surriscalda, con successiva sofferenza degli organi vitali come il cervello. La termoregolazione av-viene con maggiore difficoltà nei bambini, negli anziani e in soggetti affetti da febbre o malattie croniche. Nell’estate del 2003 sono deceduti in Italia circa 8000 anziani over 75 con patologie concomitanti, a causa del gran caldo. I principali fattori di rischio sono l’età avanzata, le patologie concomi-tanti croniche, la malnutrizione, l’utilizzo di alcuni farmaci, l’incapacità di proteggersi dal caldo (a causa, ad esempio, della demenza senile), i fattori ambientali (come abitare all’attico, lavorare all’aperto o svolgere lavori molto pesanti). Anche vivere in città, rispetto alla campagna, rappresenta un fattore di rischio.

Quando fa troppo caldo, la sudorazione ci aiuta a raffred-dare il nostro corpo. Ma se siamo disidratati, non c’è venti-lazione, i nostri abiti sono scuri e aderenti, siamo sotto l’ef-fetto di alcuni farmaci, la sudorazione si riduce e si finisce in “ebollizione”. Il tutto può essere peggiorato da un alto tasso di umidità, da inquinanti atmosferici quali l’ozono, dall’età (i bambini, ad esempio, hanno una ridotta capacità di sudare), dal sesso (le donne anziane sono più a rischio, perchè hanno meno ghiandole sudoripare e vivono spesso da sole).

Anche l’uso di alcol o droghe può far precipitare la situa-zione.

Come comportarsi, allora? Uscire di casa solo per effet-tiva necessità e nelle ore meno calde, indossare abiti chiari, leggeri e comodi, rinfrescare se possibile la casa e l’ambiente di lavoro, usare i climatizzatori ma con cautela, bere tanto, mangiare frutta e verdura, evitare gli alcolici.

Le principali patologie, che possono risentire del forte caldo, sono lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale, la bronchite cronica, l’insufficienza cerebro-vascolare, l’iper-tensione, le diatesi trombotiche. Alcuni farmaci possono peg-giorare gli effetti negativi del calore: diuretici, colchicina, codeina, antibiotici, Fans, antidiabetici, statine, ciclosporina, digossina, litio, antispastici, triciclici, antistaminici, anticoli-nergici, neurolettici, triptani, betabloccanti, tiroxina, antiper-tensivi, tranquillanti, antiparkinson.

Se si sospetta il colpo di calore in un soggetto, occorre trasferirlo in un luogo fresco, misurare la temperatura, avvol-gere il corpo in un lenzuolo bagnato o schizzarvi sopra acqua fresca e non fredda, idratare l’organismo, evitare farmaci come aspirina o paracetamolo ma, soprattutto, allertare il 118.

di Rosa Chieco

Giuseppe Lamonaca26.07.2011 - 26.07.2012

Se mi ami non piangere!Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in que-sta luce che tutto investe e penetra, tu non piangere-sti se veramente mi ami!

Soavità e levità, delicatezza e gentilezza: queste le caratte-ristiche delle figure femminili in cui il sommo poeta si imbat-te nel suo viaggio nei regni ol-tremondani; questi i sentimenti trasmessi magistralmente dagli alunni della scuola secondaria di primo grado “C. Sylos”, in occa-sione della rappresentazione te-atrale “Donna, se’ tanto grande e tanto vali…”.

Sul palco del Traetta corre ansiosa la penna dei discenti, inseguendo il tema assegna-to dall’insegnante: la presenza femminile nelle terzine dante-sche. In questa traccia iniziano a prender corpo i pensieri dei ragazzi e, ad una ad una, alcune delle anime gentili che popolano i mirabili versi del poeta fioren-tino, da Francesca a Pia dei To-lomei, da Beatrice alla Vergine Maria, in un felice accostamento di poesia, prosa e musica.

La rappresentazione realiz-zata è solo l’epilogo di un più ampio “progetto percorso dante-sco”, che ha coinvolto ed impe-

gnato i ragazzi nell’intero anno scolastico, al cui interno si è in-serito anche un vero e proprio certamen dantesco sul tema “La donna stilnovistica nelle opere di Dante” che ha visto vincitori, nell’ordine, Anna Caterina Mi-nenna, Emiliano Marrone, Ja-smine Frisone.

E col musical “Il canto dell’arca: Sylosiani tutti a bordo” si riapre il sipario, questa volta rivisitando, con altrettanta ori-ginalità, la commedia “Aggiun-gi un posto a tavola”; sul palco sempre i meritevoli alunni della scuola Sylos, dietro le quinte le operose insegnanti (Concita Na-poli, Anna Parisi, Gianluca delle Fontane, Ada Trovato, Angelo Pasculli, Maria Rapio, Simonet-ta Labbe, Rita Lacetera) che, so-stenute dalla dirigente scolastica Angela Maria Mangini, hanno creduto e credono fortemente nell’alto valore del teatro nella crescita degli alunni, traducendo in atti -teatrali- il precetto ora-ziano del “miscere utile dulci”.

Le donne di DanteSpettacolo dei ragazzi della media Sylos

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di Pasquale Bavaro

Fare sport a Bitonto è una vera fatica. Lo sanno bene presidenti e responsabili delle associazioni che operano nel settore. Ma lo hanno da tempo compreso anche i comuni cit-tadini, alle prese con dramma-tiche carenze strutturali e pro-grammatiche.

Eppure, è dato cogliere qualche segnale di speranza. Si pensi all’ultima edizione della Strabitonto, inserita nel calen-dario di Corripuglia, che ha vi-sto circa 1.300 atleti dei diversi sodalizi regionali confrontarsi sulle nostre strade, offrendo uno spet-tacolo finalmente degno della storia cittadina. A diffe-renza di qualche passaggio a vuoto registrato lo scor-so anno.

“Il bilancio della manifesta-zione è assolu-tamente positivo -commenta il ne-oassessore allo sport Domenico Nacci- ed il meri-to va attribuito ai Bitonto Runners e al nucleo della Protezione civile, che con circa 80 volontari ha as-sicurato un ordi-nato svolgimento della gara. In più, l’amministrazione comunale, revo-cando le ferie di una quindicina di agenti, ha schierato la polizia municipale lungo il percorso, garantendo l’incolumità degli atleti”.

Ma una rondine, si sa, non fa primavera. I problemi sul tap-peto restano davvero tanti. A cominciare dalle strutture desti-nate all’attività sportiva, grava-te da pesanti deficit funzionali e spesso ai limiti della pratica-bilità. E’ il caso del palazzetto, per il quale l’idea dell’esecutivo è stimolare il coinvolgimento dei privati nella gestione. O del campo di via Megra, per il cui utilizzo si sta predisponendo un apposito regolamento. O anco-ra del polisportivo Rossiello, nel quale addirittura è vietato l’accesso durante le partite a soggetti diversi rispetto ai tes-serati dei sodalizi sportivi; del campetto di via Togliatti, che si pensa di riqualificare ed affida-re alla responsabilità del costi-

Corsa ad ostacoliLe proposte dell’ass. Nacci per il rilancio dello sport

tuendo comitato di quartiere e dell’impianto di Mariotto, per la cui manutenzione si provvederà a richiedere uno specifico pro-getto alla Lions Rugby Bitritto, che ha in uso la struttura.

“Il mio primo passo -chiari-sce Nacci- sarà incontrare tutte le associazioni cittadine, per co-noscere i problemi che quotidia-namente affrontano. La speran-za è che possa nascere in ogni sport una squadra bitontina, che scenda in campo con lo stemma del comune. Il cittadino, comun-que, deve avere il coraggio di

contribuire concretamente alla crescita delle attività sportive, con percorsi di maturazione condivisi e cristallini. Occorre, altresì, risolvere l’annoso pro-blema delle palestre e del loro utilizzo da parte delle varie so-cietà: la mia proposta è desti-nare in via esclusiva ciascuna struttura ad una singola pratica sportiva, così da combattere confusione ed improvvisazio-ne”.

Ma l’ormai ex presidente dell’Omnia, nel corso del suo mandato, sarà chiamato ad oc-cuparsi anche di altri ambiti ugualmente delicati. In primis, il personale, che “è necessario rimotivare e riqualificare, sulla base di un nuovo meccanismo di individuazione delle priori-tà e delle responsabilità, nella prospettiva, tra l’altro, dopo apposita consultazione con le organizzazioni sindacali, di in-trodurre una seconda giornata

di rientro pomeridiano per gli impiegati di Palazzo Gentile”.

Ma anche gli affari generali, per i quali la volontà dell’as-sessore è esercitare un ruolo di supervisore sull’operato dei diversi settori, e le politiche giovanili.

“La prima iniziativa -infor-ma Nacci- sarà la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile, finanziato attraver-so l’autotassazione dei com-ponenti della giunta, nel quale consentire ai tanti ragazzi che ci hanno sostenuto durante la campagna elettorale e a tutti gli altri movimenti di esprimere la propria creatività, all’inse-gna della massima apertura ad ogni forma di arte. Successiva-mente, sarà attivato uno spor-tello Informagiovani, pensato come punto di riferimento per la formazione e l’orientamento all’università ed al mondo del lavoro”.

Gli alunni delle scuole dell’infanzia M. Grazia Murgolo, Papa Giovan-ni XXIII, Collodi e De Amicis (circolo didattico “N. Fornelli”) hanno re-alizzato un divertente musical, nell’ambito del progetto di potenziamento rivolto agli alunni più grandi. Lo spettacolo, intitolato “Una fiaba, una favola e via sulle ali della fantasia”, nasce da un’esperienza di educazione musicale condotta nella scuola dell’infanzia e si propone di valorizzare i personaggi classici delle fiabe contro la pletora dei moderni mostri spaziali e la loro cultura di morte e distruzione. Il progetto ha inteso porre a confronto le diverse identità, attraverso un’occasione di approfondimento relazionale, intessuto di linguaggi affet-tivi ed emotivi, grazie a cui i bambini hanno potuto condividere valori di appartenenza a un’identica comunità. Da sempre le fiabe hanno un significato profondo per l’infanzia, sono una sorta di “nutrimento” per la mente del bambino, che lo aiuta a crescere, stimolando creatività e fantasia.

LO SPETTACOLO

Il polisportivo “Nicola Rossiello”in via Del Petto. Foto R. Schiraldi

L’ass. Domenico Nacci

Sulle ali della fantasia

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di Giuseppe Urbano

La bitontinissima Om-nia ha vinto i playoff del girone B della seconda categoria pugliese, dopo un esaltante campionato concluso al terzo posto in classifica, candidan-dosi così alla promozione in prima. Lì dove non è mai stata nella sua sto-ria. Ora che s’è compiuto a pieno, lo si può definire tranquillamente un “mi-racolo”. Sportivo, certo, ma non solo… Progetto, famiglia, idee: sono questi i tre riferimenti ideali che hanno ispirato la stupe-facente creatura dell’Om-nia. È ben noto che cre-are sport in città non è

IL VOLO INFINITO DELL’OMNIAcerto semplice; dall’estate del 2008 il sodalizio nato da una geniale intuizione di Domenico Nacci ci sta pro-vando, con cuore, umiltà, sensata programmazione e tanto spirito di sacrificio. Ma il riferimento a questo termine non deve far pen-sare soltanto agli esborsi di soci e amici-sponsor, bensì alla devota abnegazione di calciatori e collaboratori a vario titolo, i quali immo-lano studio, lavoro e affetti sull’altare della passione. Nel mondo del calcio come altrove, non bastano le pur essenziali risorse materia-li, contano soprattutto gli uomini, i loro sentimenti

e le loro emozioni, i pregi e i difetti che ne indirizza-no le azioni. E per fortuna dell’Omnia, le risorse uma-ne non sono mai mancate; anzi, sono sempre state le solide fondamenta di tutto il progetto. L’immenso Pa-olo Catucci (definirlo solo “allenatore” sarebbe un torto alla sua straordina-ria persona) e i suoi due fedelissimi collaboratori, Giuseppe Lovero e Vincen-zo Pasculli, il segretario tuttofare Giuseppe Pice, il massaggiatore gentiluomo Alessandro Sicolo ed il jol-ly Luigi Perrini, gli angeli custodi del campo “Cin-quecento” Leonardo Antuo-

fermo e Franco Noviello, le inimitabili guide della Juniores Michele Man-cazzo e Arcangelo Vitale, gli atleti-dirigenti Leo-nardo Rubini e Antonello Orlino. Sono questi i fiori all’occhiello della famiglia Omnia, senza i quali non avrebbero senso le splen-dide gesta dei protagoni-sti più bravi e amati: gli oltre cinquanta calciatori tesserati, tutti bitontini doc. Perché una squadra può trionfare o capitolare, giocare un bel calcio o an-noiare gli spettatori, ma l’idea, se al servizio della comunità, sarà sempre e profondamente vincente.

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di Mario Sicolo

“Per aspera ad astra”, avrebbero sentenziato pensosi i padri latini.

Già, volgendo per un atti-mo lo sguardo a dodici mesi fa e osservando la meraviglia assoluta di quest’anno, si può dire che il boccone amaro in-gollato allora ha lasciato un memorabile insegnamento.

Così, la StraBitonto 2012 di domenica 17 giugno (tiè!, scaramanzia malefica) è stata un glorioso trionfo per la “Bi-tonto Runners” e per la città. Il coro unanime di elogi, pro-veniente da tutta la regione, è stato un balsamo dolcissimo per tutti coloro che ci hanno messo l’anima, perfino not-tetempo, per organizzare l’e-vento. Che a tanti è parsa una replica in scala ridotta della tappa del giro, ma senza la mano degli organizzatori me-neghini.

Eh sì, questo è stato un successo tutto nostrano.

La nuvola verde del Cor-riPuglia -nona tappa, per la precisione- ha avvolto con at-letica malia le nostre strade, portando gioia e sorrisi.

I numeri, che spesso dico-no più delle parole, sono im-pressionanti.

1300 podisti ai nastri di partenza di corso Vittorio Emanuele, provenienti da ogni angolo della Puglia: Al-berobello, Altamura, Bari, Casamassima, Gravina, Loco-

Oltre 1300 gli atleti da tutta la Puglia in gara alla StraBitonto

Un successo stellarerotondo, Molfetta, Noci, Pu-tignano, Turi, ma anche dal-la provincia BAT (Barletta, Bisceglie, Trani), da Foggia, Cerignola, Manfredonia, dalla provincia di Taranto (Palagia-no, Castellaneta, Massafra), dal brindisino (Oria, Ostuni) e dal Salento (Parabita).

Non solo tantissimi sporti-vi, ma anche un dispiegamen-to di uomini e mezzi imponen-te affinché tutto andasse per il verso giusto.

Ventidue uomini della po-lizia municipale, guidati dal tenente Gaetano Paciullo, 110 volontari lungo tutto il percorso e coordinati egre-giamente dall’instancabile monitoraggio degli uomini del Nucleo protezione civile.

Presenti anche il Npi Ter-lizzi, Enalcaccia, Pubblica as-sistenza Bitonto, Ser Corato, Oer Bari, l’associazione “L’A-natroccolo” e l’Associazione nazionale carabinieri, che hanno offerto il loro contri-buto per assistere i podisti e presidiare il percorso ad ogni incrocio stradale, evitando in-frazioni da parte degli auto-mobilisti.

Ed ancora, lungo il trac-ciato, 4 ambulanze e 2 auto mediche, 2 zone di spugnag-gio (ai chilometri 3 e 7), 1 punto di ristoro acqua (al chi-lometro 5) e, infine, il punto ristoro in villa comunale a termine corsa.

Gli atleti, partendo da Pa-lazzo Gentile, hanno percor-so dieci chilometri lungo via Verdi, via Repubblica, piazza Moro, corso Vittorio Emanue-le (per un primo passaggio sul traguardo), via IV Novembre, via Donato Piepoli, via Giaco-mo Saracino, via La Pira, via De Capua, sottopasso Pasqui-ni, via Lazzati, via Cuorchio, strada provinciale Bitonto-Molfetta, via Scoppio, via Lazzati, sottopasso Pasquini, via De Capua, via La Pira, viale Giovanni XXIII, via Verdi, via Repubblica, piazza Moro e chiusura sul traguardo nei pressi del Comune.

La gara ha registrato un vero e proprio trionfo bitonti-no, con i successi, nelle cate-gorie maschile e femminile, di due nostri concittadini: tra gli uomini, Pasquale Rutigliano, che ha concluso la sua pro-va in 31’12”, e tra le donne, Francesca Labianca, che ha tagliato il traguardo col crono di 38’10”.

Poi, tre giorni dopo, presso l’azienda Sintesi Eredi Mari-nelli del presidente del comi-tato artigianale (che, insieme al comitato per la legalità, ha dato un cruciale tocco civile all’iniziativa), Vincenzo, s’è tenuta una sobria e pur suc-culenta cerimonia di festeg-giamento dell’ottima riuscita dell’iniziativa.

C’erano quasi tutti i prota-

gonisti, dai ragazzi che hanno tracciato il percorso fino alla notte del sabato ai vincitori eccelsi, la sorridente France-sca e l’ascetico Pasquale.

“Se stasera siamo in tanti, è perché l’esito è stato positi-vo. Colgo l’occasione per ren-dere grazie a tutti coloro che hanno offerto il loro prezioso contributo. In particolare, i giovani del Nucleo protezione civile e la polizia municipale. Ringrazio anche il creativo Vincenzo Di Liso, che ha dato un’impronta scenica alla cor-sa. Abbiamo dato uno splendi-do esempio di come si possa lavorare bene coralmente”, le parole colme di fierezza di Franco Mastromarino, anima della “Bitonto Runners”.

Il tenente dei vigili, Gae-tano Paciullo, ha girato ideal-mente (e non solo, crediamo) la targa ricevuta ai colleghi che hanno lavorato intensa-mente domenica.

Il neoassessore allo sport, Domenico Nacci, ha sottoline-ato “l’importanza fondamen-tale del gioco di squadra” e s’è detto grato ai maratoneti neroverdi per “aver dato lu-stro alla città con un megae-vento”.

“Mi auguro che si organiz-zino altre grandi kermesse, perché anche l’amministra-zione ha voglia di vincere e perché con queste splendide manifestazioni collettive si possono isolare tutti quegli individui che compiono scem-pi delittuosi come l’incendio di Porta Baresana. La con-taminazione positiva e l’in-dignazione possono ridonare civiltà al nostro territorio”, ha concluso.

Dunque, dopo “aver visto le stelle” nel 2011 ed averle toccate con un dito nel 2012, non resta che sperare in un’e-dizione della StraBitonto an-cor più stellare per il 2013.

Foto Antonia Annoscia

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