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Hilti. Passione. Performance. Giugno 2014 Gli ancoranti post-installati per elementi in zona sismica PROGETTI & TECNOLOGIE

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Hilti. Passione. Performance.

Giugno 2014

Gli ancoranti post-installati

per elementi in zona sismica

PROGETTI & TECNOLOGIE

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3Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

SOMMARIO

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Editore: Hilti Italia S.p.A.,Piazza Indro Montanelli 20,20099 Sesto San Giovanni (MI),Tel. 02 212721 r.a.Fax 02 25902182

Direttore di pubblicazione:Paolo Baccarini

Redazione:Patrizia Pietralunga, Michele Di SarioProgetti e Tecnologie N°20 Registro Stampa Tribunale di Monza

Hanno collaborato:Ing. Marcello Bolognesi, Ing. Stefano Eccheli, Arch. Marco Arreghini, Ing. Pietro Ciammarusti, Ing. Letterio Rizzo, Ing. Luigi Rigamonti, Ing. Marco Natale, Ing. Marcello Bolognesi, Ing. Daniele Soldati , Ing. Strano Gianluca, Ing. Antonio Corbo, Ing. Antonio Mavelli

Le informazioni contenute in questa pubblicazione si basano sulle nostre migliori conoscenze attuali: ogniraccomandazione ed ogni conclusione è data da parte nostra senza alcuna

responsabilità. Gli utilizzatori dovranno pertanto valutare la validità dei prodotti facendo, in funzione delle loro esigenze, prove specifiche di idoneità. La pubblicazione è indirizzata a società, studi tecnici e di progettazione inseriti nel database di Hilti Italia S.p.A.

È vietata la riproduzione totale o parziale di testi, articoli e immagini pubblicate su questa rivista, sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. senza previa autorizzazione da parte dell’Editore.

IMPRESSUM

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CASO STUDIOProve di carico

per la messa in sicurezza e il miglioramento sismico degli edifici prefabbricati in Emilia

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SISTEMI HILTIIl nuovo sistema MQS per installazioni di impianti resistenti al sisma

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NORMATIVAQuadro normativo

inerente le barriere passive al fuoco

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Hilti. Passione. Performance.

Giugno 2014

Gli ancoranti post-installati per elementi in zona sismica

PROGETTI & TECNOLOGIE

CASO STUDIOCityLife MilanoTorre Isozaki

Applicazioni Hilti per le facciate continue

CASO STUDIOSostituzione del solaio di copertura

Aula VII della Facoltà di giurisprudenzadell’Università degli studi di Bari “A. Moro”

NORMATIVAGli ancoranti post-installati

per elementi non strutturali in zona sismica su strutture in calcestruzzo

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CASO STUDIO

La Torre Isozaki, progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’architet-to italiano Andrea Maffei, si inserisce nel progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Fiera Campionaria di Milano, denominato “CityLife”.

Con i suoi 207 m di altezza dal piano stra-dale sarà uno degli edifici più alti d’Italia.Distribuita su 50 piani, dei quali 46 previsti a destinazione direzionale, la torre sarà in grado di ospitare fino a 3800 personeLa progettazione esecutiva e la realizzazio-ne sono state affidate alla società Colom-bo Costruzioni di Lecco, che vanta opere di grande prestigio nel capoluogo lombardo.

L’involucro della TorreLa torre prevede la realizzazione di un in-volucro costituito da cellule strutturali leg-germente curvate a triplo vetro, fissate ai solai in calcestruzzo mediante profili pre-installati nel getto delle solette stesse.L’appaltatore dell’involucro, la Focchi S.p.A. di Poggio Berni (Rimini) si è affida-ta alla tecnologia Hilti per il fissaggio delle proprie strutture, scegliendo i profili zincati a caldo Hilti Anchor Channel (HAC), dalla caratteristica forma a V.

CityLife Milano - Torre IsozakiApplicazioni Hilti per le facciate continue

A cura di: Ing. Marcello Bolognesi – Field Engineer Hilti Italia S.p.A. Ing. Stefano Eccheli – Field Engineer Hilti Italia S.p.A. Arch. Marco Arreghini – Firestop Specialist Hilti Italia S.p.A.

Il sistema Hilti Anchor ChannelLa classica sezione trasversale dei binari di ancoraggio è stata ottimizzata con l’a-iuto di simulazioni avanzate al computer e attraverso collaudi estremi. L’innovativa forma a V che ne è risultata consente di resistere a carichi maggiori nelle zone di bordo anche in presenza di carichi a taglio di notevole entità. Anche in calcestruzzo fessurato, con i bi-nari di ancoraggio Hilti, si registrano solo minime deformazioni in presenza dei cari-chi di esercizio. I binari mostrano un com-portamento duttile in caso di superamento dello stato limite ultimo, con il vantaggio di avere un chiaro avviso prima che si rag-giunga la rottura.

Il nuovo metodo di progettazione impie-gato consente di tenere conto dei carichi dinamici in termini di resistenza alla fatica a breve e a lungo termine, per carichi a tra-zione che agiscono in combinazione con carichi statici.Alla base c’è la curva di Wöhler per la resi-stenza alla fatica, determinata in via speri-mentale per l’intero spettro di oscillazione.Già diversi anni fa, la progettazione degli ancoraggi nel calcestruzzo con fattori di sicurezza parziali, in conformità alle linee

guida europee, ha portato ad un migliore sfruttamento di ogni singolo punto di fis-saggio. Oggi questo è possibile anche per la pro-gettazione di binari di ancoraggio annegati nel calcestruzzo, in conformità al CEN-TS 1992-4-3.Per quanto riguarda la fase esecutiva, la striscia di riempimento in LDPE (poliureta-no espanso a bassa densità) e i tappi ter-minali impediscono l’ingresso di residui di calcestruzzo all’interno dei binari.La nuova striscia a strappo permette inol-tre di risparmiare tempo, perché può es-sere rimossa facilmente e velocemente, senza lasciare alcun residuo, senza dover bruciare o rimuovere meccanicamente il materiale di riempimento, rischiando così di rovinare la zincatura del profilo.L’uso di un solo tipo di vite con testa a martello per binari di diverse grandezze, infine, semplifica decisamente la gamma di bulloni richiesti.

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CASO STUDIO

e dei carichi, per poi verificare un singolo profilo a scelta o tutta la gamma di profili HAC e quindi scegliere quello più adatto alle esigenze progettuali.

Inoltre, si è reso necessario analizzare alcune configurazioni “fuori standard”, quali 2 profili paralleli tra di loro e due profili, uno verticale ed uno orizzontale, agenti in prossimità del medesimo spigo-lo in cls.Non essendo previsto un metodo di calcolo per queste configurazioni dal CEN-TS 1992-4-3, si è reso necessario operare formulando le seguenti ipotesi e conclusioni. Per quanto riguarda la ca-sistica con i due profili paralleli, si è pro-ceduto innanzitutto con la valutazione degli sforzi trasmessi dalla piastra ai sin-goli bulloni, in modo da poterli poi inse-rire nel software Profis Anchor Channel. Sulla base di tali input, è stata effettuata la verifica su un singolo profilo, inseren-do un bordo nel materiale base ad una distanza dall’asse del binario pari alla metà dell’interasse tra i due profili.

La progettazione del fissaggio dell’in-volucro della Torre Isozaki.Il servizio tecnico Hilti ha evidenziato i vantaggi dei profili di ancoraggio alla so-cietà Colombo Costruzioni, e supportato gli ingegneri di Focchi fin dalle prime fasi di definizione del fissaggio, al fine di otti-mizzare qualsiasi aspetto dimensionale e di caricabilità del sistema HAC.Il dimensionamento è stato eseguito te-nendo conto delle varie situazioni di ca-rico previste, alcune anche molto gravose a causa dell’effetto del vento su un edifi-cio alto 207 m.

Fondamentale è stato l’utilizzo del sof-tware Hilti Profis Anchor Channel (sca-ricabile gratuitamente dal sito www.hilti.it/profis), che permette di eseguire verifiche dei profili HAC in conformità al CEN-TS 1992-4-3, considerando come materiale base calcestruzzo fessurato o non fes-surato, con varie possibilità di persona-lizzazione della forma della piastra, del numero di dadi con testa a martello (da 1 a 4), di tutte le condizioni geometriche

In questo modo si è potuta valutare l’in-terazione tra i due binari HAC e in par-ticolare le sollecitazioni indotte nel cal-cestruzzo dalla sovrapposizione degli effetti, considerando la percentuale di sfruttamento della resistenza lato calce-struzzo sia sotto carico di taglio che sot-to carico di trazione.Per quanto concerne la situazione con due profili verticali, corrispondente alla colonna degli ascensori panoramici, an-che in questo caso le verifiche sono state portate avanti separatamente per il profilo verticale e per quello orizzontale ponendo particolare attenzione agli effetti combi-nati sul calcestruzzo in modo da evitare sovratensioni eccessive sullo spigolo di calcestruzzo.

In data 25 Ottobre 2013 è stata posata in opera la prima cellula a triplo vetro alla struttura, e la fruttuosa collaborazione tra Hilti e Focchi continua…

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CASO STUDIO

Prove di carico in cantiereAl fine di testare la bontà dei fissaggi ese-guiti, il servizio tecnico Hilti, con la super-visione della direzione lavori e di Colom-bo Costruzioni, per conto della società Focchi, ha eseguito prove di trazione su alcuni profili a campione, installati in par-ticolare al 2°, 4° e 6° piano dell’edificio, fissando una piastra al profilo mediante due dadi con testa a martello M12.

Tutti i profili testati hanno resistito senza alcun tipo di cedimento ad un carico di trazione di 20 kN.

Il sistema antifuoco nel giunto facciata - solaioUna facciata ha un ‘punto debole’ che fa-vorisce il passaggio di fumo e calore (un problema ‘EI’): il giunto lineare tra la stes-sa facciata dell’edificio ed ogni soletta. Questa problematica è stata analizzata

e risolta grazie a tre punti di forza della Hilti: il servizio tecnico, il prodotto mar-cato CE dotato di certificazione ETA ed il supporto fornito da Casa Madre at-traverso la preparazione di Engineering Judgement (valutazioni ingegneristiche).Abbiamo progettato il sistema EI consi-derando il fuori standard della facciata inclinata ed il giunto di qualche milli-metro più largo di quanto da noi testa-to (206 mm anziché 200 mm). Inoltre, abbiamo predisposto una barriera resi-stente a calore e fumi per 120 minuti a fronte dei 90 previsti dalla certificazio-ne ETA, fornendo al cliente una perizia tecnica aggiuntiva a quanto presente nell’ETA. Tale perizia tecnica ha fatto fronte al fuori standard ed ha soddisfatto la ri-chiesta del cliente e del progettista di prevenzione incendi.L’installazione del prodotto è iniziata alla

fine dell’anno scorso. Focchi ha installato le vetrate a salire e, per evitare infiltrazio-ni d’acqua in caso di pioggia, ha posato il mastice CFS-SP WB con macchina a spruzzo, dall’alto verso il basso, proteg-gendolo poi dalle intemperie e dagli agen-ti atmosferici.

L’applicazione con mastice spray ha nu-merosi vantaggi in termini di sicurezza, dilatazione (+25%) normale ed a taglio (giunti sismici), velocità di applicazione ed abbattimento acustico. Considerando an-che il servizio di supporto da noi fornito in cantiere ed in sede che non ha paragone sul mercato.

Un’esperienza decisamente ‘Outperform’ e ‘Outlast’!

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CASO STUDIO

Nel Luglio 2010 si verificò un dissesto nel solaio di copertura di un’aula della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari; la semplice caduta di poca polvere attraverso un controsoffitto a doghe non fu sottovalutata dall’Area Tecnica dell’Universi-tà, che attraverso i suoi responsabili, avviò immediatamente un’indagine conoscitiva per appurare le cause dell’accaduto. La ri-mozione del controsoffitto mise in luce una situazione piuttosto grave di dissesto, le-gato all’improvvisa rottura per taglio di una serie di travetti in c.a. del solaio di copertura dell’aula; il solaio non cadde rovinosamente solo grazie all’armatura inferiore dei travetti, ben ancorata alla trave portante.L’aula, di circa 300 mq e capienza di circa 250 studenti, fu dichiarata temporaneamen-te inagibile e furono predisposte urgenti ope-re di presidio e messa in sicurezza e fu av-viato l’iter che avrebbe condotto prima alla progettazione e poi all’esecuzione dei lavori di riparazione del dissesto, sotto la guida del Responsabile Unico del Procedimento, ing. Gaetano Ranieri e della Macroarea Tecnica dell’Università.La Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo barese ha sede in un pregevole edificio che

sorge in pieno centro urbano, costruito negli anni 1968-’70 con sviluppo plano-altimetri-co molto articolato e composto da più corpi di fabbrica, giuntati strutturalmente tra loro. La struttura si compone di pilastri e travi in c.a. e orizzontamenti in latero-cemento, del tipo gettato in opera. Il solaio in oggetto, di semplice copertura, ha luce di circa 12 m e altezza di 52+4= 56 cm, travetti larghi 12 cm ad interasse 50 cm. Le travi su cui si vincola il solaio sono a spessore da un lato e calata dall’altro. Il progetto di risanamento del solaio fu predi-sposto, nella fase preliminare, dalla Macroa-rea Tecnica dell’Università; trattandosi di una costruzione esistente, ricadente in un territo-rio dichiarato sismico (di Zona 3), il proget-to, redatto nel rispetto delle Norme tecniche sulle costruzioni di cui al D.M. 14/02/2008 e relativa Circolare, si inquadrava all’interno del Capitolo 8 relativo alle Costruzioni esi-stenti; in particolare l’intervento era classifi-cabile secondo il punto “8.4.3 Riparazione o intervento locale”. La progettazione pre-liminare si avviò con la predisposizione e l’esecuzione di una corposa campagna di indagini e rilievi, finalizzata alla conoscenza dell’edificio: furono recuperati i disegni strut-

Sostituzione del solaio di copertura dell’Aula VII della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari “A. Moro”A cura di: Ing. Pietro Ciammarusti dello Studio Tecnico C.N.C. s.s.t.p. (BA) Ing. Letterio Rizzo - Field Engineer Hilti Italia S.p.A. Ing. Antonio Mavelli - Field Engineer Hilti Italia S.p.A.

Integrazione delle puntellature esistenti Saggio di demolizione

turali originari, eseguiti rilievi geometrici e dei dettagli costruttivi con mezzi di indagine di-struttivi e non e prelevati campioni di materiali strutturali, sottoposti a prove di resistenza e classificazione. La successiva progettazione esecutiva, redatta dall’ing. Vincenzo Oran-ger nell’ambito della gara per l’affidamento dei lavori secondo la procedura dell’appalto integrato, confermò l’ipotesi di sostituzione integrale del solaio con uno nuovo, di caratte-ristiche analoghe in modo da non modificare sensibilmente i regimi statici e sismici. I lavori furono appaltati alla ditta “D’Attolico Paolo s.r.l.” e iniziarono a marzo 2013, per conclu-dersi a settembre dello stesso anno, prima dell’avvio del nuovo Anno Accademico.La direzione lavori e il coordinamento per la sicurezza furono affidati all’ing. Pietro Ciam-marusti, dello Studio Tecnico C.N.C. s.s.t.p. di Bari, particolarmente attivo nello specifi-co settore del consolidamento strutturale di edilizia storico-monumentale.Il tema era ormai giunto alla fase esecutiva vera e propria e appariva indubbiamente di notevole impegno, sia in relazione alla prevista demolizione di un solaio di luce e spessore considerevole, con immaginabili ripercussioni sulle strutture limitrofe, soprat-tutto nelle fasi transitorie, sia in relazione alle particolari condizioni ambientali, all’interno di un edificio universitario, che, seppure con le dovute misure precauzionali, restava uti-lizzato a pieno regime.

Integrazione delle puntellature esistenti

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CASO STUDIO

Nelle prime fasi di avvio del cantiere si é proceduto ad effettuare un ulteriore ap-profondimento dei rilievi strutturali, grazie anche all’assistenza diretta dell’Impresa appaltatrice; é stata infittita la puntellatura esistente al piano interessato e ai piani infe-

È stato dunque demolito un travetto e le due file di pignatte laterali, salvaguardan-do le armature esistenti; le foto mostrano chiaramente i travetti collassati per taglio, con formazione della tipica lesione incli-nata verso l’appoggio. Il saggio é servito anche per effettuare una serie di prove sul calcestruzzo, prove di resistenza a com-pressione e test sugli inghisaggi di barre filettate con resina epossidica.

Il progetto prevedeva infatti di collegare il nuovo solaio alle strutture portanti (travi) tramite barre di acciaio ad aderenza mi-gliorata ancorate con resine epossidiche; é noto che in tali tipi di collegamenti rive-stono grande importanza la resistenza del calcestruzzo, l’interasse degli ancoraggi, la distanza dal bordo e la lunghezza di

ci si é confrontati sin dall’avvio del lavo-ro, ha verificato le scelte progettuali che si stavano operando e ha messo a disposi-zione il know-how e le necessarie attrez-zature tarate, per l’esecuzione delle prove dirette di inghisaggio. Con i saggi si voleva verificare innanzitutto che l’esecuzione di fori da 20 mm a certe distanze dal bordo e con certi interassi non generasse traumi o microtraumi alle travi e che gli ancoraggi garantissero la richiesta tenuta. Sono stati eseguiti 5 campioni con cui si é constatato che applicando un tiro pari al doppio del carico atteso non si registrava alcun cedi-mento.

Acquisite le ulteriori informazioni sulle strutture e ottenute le ultime conferme il lavoro vero e proprio é stato avviato, sud-

Saggio di demolizione Estrazione delle carote dalla struttura in oggetto (trave di bordo)

ancoraggio. Rispetto alle previsioni pro-gettuali si é adottata una diversa distribu-zione e numero degli ancoraggi, in modo che gli stessi risultassero efficaci perché ben lontani dai bordi delle travi e al giusto interasse: inferiormente si sono previsti 2 ancoraggi in corrispondenza dei travetti e uno al centro e superiormente un an-coraggio in corrispondenza del travetto e uno al centro tra gli stessi. Inoltre risultava fondamentale l’adozione del prodotto più idoneo all’uso previsto e dotato delle pre-scritte certificazioni: è stata scelta la resina epossidica HIT-RE 500 della Hilti, data la completezza delle informazioni e certifica-zioni tecniche a corredo e anche in rela-zione al qualificato supporto tecnico che la Hilti poteva assicurare con i suoi tecnici; in particolare l’ing. Antonio Mavelli, con cui

riori e si é provveduto ad eseguire una pri-ma demolizione “pilota” del solaio in modo da avere conferma delle ipotesi assunte in fase progettuale e saggiare direttamente la risposta della struttura alle attività previste.

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CASO STUDIO

Installazione ferri post-installati e prove di pull-out Nuove armature post-installate

dividendo l’area interessata in 4 porzioni, demolendo e ricostruendo il solaio su due porzioni alla volta in posizione alternata; anche con tale limitazione la demolizione si presentava molto critica per le intera-zioni strutturali che la fase avrebbe avuto con la struttura dell’edificio e per le con-dizioni logistiche del cantiere. Sono state

esaminate diverse possibilità operative e si é optato per una demolizione control-lata, eseguita con l’utilizzo di macchine tagliatrici a disco, in grado di sezionare l’orizzontamento inducendo nella struttu-ra vibrazioni minime; una volta “snervato” il solaio con tagli paralleli all’orditura, si è proceduto con la demolizione a mano in modo da modificare i regimi statici delle strutture limitrofe in maniera graduale.

L’intera operazione è stata eseguita con la massima cautela e cura, allo scopo di conservare intatte e indeformate le arma-ture del solaio messe a nudo, salvaguar-date o tagliate secondo lo schema di pro-getto e i dettagli costruttivi illustrati nelle tavole di cantiere. Nella demolizione del solaio é stata posta

particolare cura nella sagomatura delle zone di appoggio: le fasce piene esistenti sono state sagomate leggermente incli-nate in modo che l’appoggio avvenisse su una superficie non verticale e quindi più efficace al trasferimento delle azioni ta-glianti dal nuovo solaio alle travi esistenti. In quest’ottica la funzione degli ancoraggi inferiori é stata quella di garantire l’equili-brio di uno sforzo di trazione pari alla sol-lecitazione tagliante mentre quelli supe-riori, assieme ai primi hanno dato ulteriore garanzia con funzionamento a taglio puro.Terminata la preparazione degli appoggi sono stati tracciati i fori per l’ancoraggio delle barre e si é infine passati all’anco-raggio vero e proprio delle monconature previste, al montaggio dei blocchi di sola-io in EPS e all’armatura integrativa.

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10 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

CASO STUDIO

Stralcio dei dettagli costruttivi nella fase di cantierizzazione e direzione lavori

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11Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

CASO STUDIO

Il calcestruzzo previsto in progetto era di classe C32/40 con classe di fluidità S5 data la quantità e disposizione delle armature; in opera é stata eseguita la prova normalizza-ta con il “cono di Abrams” per misurare la consistenza della miscela: l’abbassamento misurato (slump) é risultato pari a 210 mm, al limite della classe S4-fluida e prossima alla classe S5-superfluida (> 220 mm).

Il dettaglio delle armature post-installate

La realizzazione del solaio é così proseguita con il getto dei primi due campi di larghezza pari a circa 6 m ciascuno, intervallati dalle zone non ancora demolite e successivamen-te si é passati alla demolizione degli altri due campi.

Prova con il “cono di abrams”

Il lavoro finito

Getto del nuovo solaio

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Prove di caricoper la messa in sicurezza e il miglioramento sismico degli edifici prefabbricati in EmiliaA cura di: Ing. Luigi Rigamonti - Studio Ellevi di Lecco Ing. Marco Natale - Field Engineer Hilti Italia S.p.A.

CASO STUDIO

Gli eventi sismici che hanno colpito l’E-milia Romagna il 20 e 29 maggio 2012, hanno messo in evidenza le vulnerabilità degli edifici prefabbricati in calcestruzzo armato non progettati per resistere alle sollecitazioni sismiche.Le principali vulnerabilità riscontrate si possono brevemente riassumere in quel-le descritte di seguito:• Mancanza di collegamenti fra gli ele-

menti prefabbricati• Inadeguatezza dei vincoli presenti (par-

ticolare criticità hanno manifestato i fissaggi dei pannelli prefabbricati)

• Scaffalature non controventate e con carichi rilevanti

• Inserimento, all’interno della struttura originaria, di elementi strutturali che ne hanno alterato lo schema progettuale

Queste vulnerabilità sono state ricono-sciute anche sotto il profilo legislativo e per le zone interessate dagli eventi sismi-ci citati, il D.L. 74 del 6 giugno 2012, con-vertito in legge n.122 del 1 Agosto 2012, ha stabilito i termini e le modalità per la loro rimozione, con il principale scopo di mettere in sicurezza gli edifici prefabbri-cati sui quali il sisma in Emilia ha avuto maggiore impatto distruttivo.Gli elementi principalmente interessati dalla rimozione sono le coperture (lastre piane, tegoli binervati, alari), le travi (pia-ne o a doppia pendenza) e i pannelli di tamponamento, sia verticali che orizzon-tali.Operando su fabbricati esistenti, vi sono tuttavia alcuni fattori che condizionano il metodo e la tipologia degli interventi, quali, ad esempio, la presenza di impian-ti industriali non removibili, di macchina-ri complessi, e la frequente interferenza con l’attività lavorativa in essere. Infine, non meno importanti, il fattore econo-mico ed estetico degli interventi che in genere non possono essere eccessiva-mente invasivi.Per questo motivo, con riferimento alle svariate tipologie di intervento che sono Alcuni esempi di connessione trave-pilastro; copertura-trave; pannello-pilastro.

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CASO STUDIO

state attuate per mettere in sicurezza gli edifici, quelle cha hanno avuto maggiore impiego per la affidabilità, la velocità di esecuzione e i costi contenuti, sono le soluzioni realizzate mediante l’installa-zione di elementi metallici, quali staffe, angolari, piastre, tiranti. Per la posa di tali connessioni è indispensabile l’im-piego di ancoraggi che le assicurino alla struttura in calcestruzzo. Come noto, la letteratura oggi divide il mondo degli an-coraggi in due famiglie:• Ancoranti meccanici, che hanno il van-

taggio di un’applicabilità immediata del carico, anche se molto spesso, vi-ste le caratteristiche geomeriche delle strutture prefabbricate per loro natura molto snelle, sono condizionati dalle distanze dal bordo e dalla mutua di-stanza fra i punti di ancoraggio, non-ché da una corretta applicazione della coppia di serraggio

• Ancoranti chimici, che hanno invece il vantaggio di essere utilizzati laddove sussistono ridotte distanze dal bordo e minime profondità di posa, anche se per questa tipologia di ancoraggio è fondamentale il rispetto dei tempi di in-durimento, che dipendono, a seconda del tipo di resina utilizzata, dalla tem-peratura ambientale.

La scelta del tipo di ancorante da utiliz-zare diviene importante ed è condizio-nata sia dalle modalità, sia dai tempi di realizzazione degli interventi. Il dimen-sionamento dell’ancorante (la tipologia, il diametro e la profondità di posa) pos-

sono essere determinati sulla base della nuova linea guida EOTA TR045, che dal 2013 rappresenta il riferimento in Euro-pa per la progettazione delle connessioni acciaio-calcestruzzo in zona sismica. Il documento che disciplina la validazione antisismica degli ancoranti è invece l’Al-legato E della ETAG 001 [per maggiori dettagli sulle linee guida, vedi articolo ‘Gli ancoranti post-installati per elementi in zona sismica’].Le variabili in gioco per la determinazio-ne corretta della capacità resistente di un ancoraggio sono molteplici e spesso non possono prescindere, soprattutto nel caso di ancoraggi su strutture prefabbri-cate, da condizioni al contorno critiche come la distanza dal bordo dei pilastri, lo spessore ridotto dei supporti, l’interasse ravvicinato degli ancoranti; oltre che, altro aspetto di notevole importanza, la fessu-razione del calcestruzzo, che in caso di sisma si presuppone possa raggiungere valori fino a 0,5-0,8mm. In generale, per fare fronte contemporaneamente a tutti questi requisiti e dare opportuni valori di resistenza alle sollecitazioni sismiche, risulta spesso preferibile adottare anco-ranti chimici, che, a confronto con quelli meccanici, risentono in maniera minore l’influenza dei fattori sopra descritti.Tuttavia, sorge spesso la necessità di in-tervenire in condizioni tali da non riuscire a conciliare i risultati della calcolazione con la situazione in essere: in molti casi, infatti, ci si trova ad operare in condizioni limite, o addirittura proibitive, per le quali risulta difficile, se non impossibile, certi-

ficare il fissaggio. In particolare quando si tratta di distanze ridotte dal bordo del manufatto prefabbricato oppure di spes-sori minimi del materiale base. Per questo, con la collaborazione di Hilti Italia, si sono realizzate una serie di cam-pagne di prova con l’impiego di anco-raggi chimici su manufatti prefabbricati già provati dallo scuotimento sismico nel comune di Mirandola (MO). Gli ancorag-gi sono stati posizionati in situazioni di distanze dal bordo e spessori ridotti, in corrispondenza di zone con presenza di microfessurazioni e anche in condizioni critiche con presenza di lesioni importan-ti come le cerniere plastiche dei pilastri.Le prove sono state effettuate sulle due tipologie di ancoraggio chimico, che, a seguito della nuova normativa vigente, hanno ottenuto la marcatura CE per ap-plicazioni in zona sismica:• HIT-RE 500-SD (resina epossidica)• HIT-HY 200-A (resina vinilestere ibrida,

poliuretano metacrilato)

In particolare, sono state condotte una serie di prove a trazione sia su barre filet-tate di tipo metrico standard (tipo HIT-V) sia su barre HIT-Z. Il sistema HIT-HY 200-A+HIT-Z, a con-fronto degli altri due composti da HIT-RE 500-SD+HIT-V e HIT-HY 200-A+HIT-V, è quello che presenta la marcatura CE in classificazione sismica C2, e, sulla base

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14 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

CASO STUDIO

delle certificazioni ETA, a parità di pro-fondità di posa garantisce le migliori pre-stazioni a trazione.

Si riportano di seguito i valori medi di rot-tura dell’ancorante HIT-RE 500-SD e HIT-HY 200-A con barra filettata standard HIT-V a diverse profondità di posa:

• M12x150mm 60KN• M16x100mm 60KN• M16x150/200mm 130KN

I modi di rottura ottenuti sono sem-plicemente conica oppure combinata conica+sfilamento e le armature dei pila-stri sembrano dare un contributo positivo alla tenuta per l’effetto del confinamento.Di seguito, invece, i valori medi di rottura dell’ancorante HIT-HY 200-A con barra HIT-Z:

• M12x70mm 40KN• M16x95mm 65KN

Il modo di rottura riscontrato in que-sto caso è per fessurazione radiale e, come nel primo test, le armature dei pilastri sembrano dare un contribu-to positivo alla tenuta per l’effetto del confinamento I risultati ottenuti da queste prove han-no evidenziato che:• I valori sono ampiamente superiori ri-

spetto a quelli eventualmente otteni-bili con un dimensionamento confor-me al TR045

• Nella totalità dei casi, si ottengo-no modi di rottura del materia-le base (rottura conica, combinata conica+sfilamento o fessurazione ra-diale) che, seppur leggermente diver-si tra loro, non hanno mai comportato lo sfilamento completo della barra e quindi un collasso istantaneo del fis-saggio, ma, al contrario, hanno sem-pre manifestato una resistenza resi-dua dopo il primo cedimento.

• Con la barra filettata standard HIT-V, non vi sono sostanziali differenze tra la resina HIT-RE 500-SD epossidica e la resina HIT-HY 200-A vinilestere ibrida.

• Il sistema con la barra HIT-Z ha evi-denziato valori di rottura simili al si-stema con barra filettata, ma con pro-fondità di posa inferiore. Nonostante quanto riportato nella certificazione ETA del sistema HIT-HY 200-A con barra HIT-Z, la distanza mi-nima dal bordo sembra avere un mi-nore impatto, data la presenza dell’ar-matura di confinamento all’interno del supporto.

Le fasi che seguono la messa in sicu-rezza dei capannoni prefabbricati, con la rimozione delle vulnerabilità mediante gli interventi suddetti, sono le opere di miglioramento sismico, sulle quali oggi-giorno si stanno concentrando in molti.

In questo caso si tratta degli interventi che comportano una variazione del livel-lo di sicurezza ai fini sismici della strut-tura esistente, pertanto è importante stabilire il livello di sicurezza che si vuole raggiungere.

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15Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

In termini di sisma e sicurezza sul lavoro, una conseguenza degli eventi sismici del 20 e 29 Maggio 2012 in Emilia Romagna è il riconoscimento della criticità dei ca-pannoni prefabbricati non costruiti con criteri antisismici, i quali non possono essere più ignorati.

A tale proposito, come si dichiara in un Comunicato Stampa pubblicato il 6 giugno 2012, ‘Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con riferimento alla sicurezza dei luoghi di lavoro, e, in particolare, a quelli dela zona dell’Emilia Romagna colpita dai recenti drammatici terremoti precisa che la stabilità e la so-

Esempi di miglioramento sismico su fondazioni, pareti e pilastri

CASO STUDIO

Ad esempio, sempre per le zone dell’E-milia Romagna colpite dagli eventi si-smici del 20 e 29 Maggio 2012, il livello di sicurezza da raggiungere è stato fis-sato nel 60% rispetto ad un edificio di nuova costruzione (D.L. 74/2012 – legge 122 del 1 Agosto 2012).

Un miglioramento sismico si può otte-nere mediante:• Alleggerimento del peso della struttura

(ad esempio sostituendo la copertura con una più leggera, oppure i pannelli prefabbricati con i pannelli sandwich)

• Inserimento di nuovi elementi strut-turali opportunamente ancorati (setti, croci di controvento)

• Rinforzo delle strutture esistenti me-diante l’aumento delle sezioni, l’inse-rimento di calastrelli metallici oppure sistemi FRP (pilastri, fondazioni)

lidità degli edifici è un requisito di sicu-rezza espressamente previsto nell’alle-gato IV del D.L. 81/2008 che disciplina la materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il mancato rispetto di questo requisito è penalmente sanzionato e nessuna libera-toria può neutralizzare tale sanzione’.

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16 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

Il DM 14.01.2008 (Norme Tecniche per le Co-struzioni) prevede, al Cap. 7, il dimensiona-mento delle strutture di sostegno per impianti tenendo conto delle azioni sismiche orizzon-tali agenti nelle due direzioni ortogonali.

Un sistema di supporto (detto anche staf-faggio) resistente al sisma richiederà, oltre che uno sforzo maggiore in fase progettua-le, anche un maggior costo sia in termini di tempo di installazione sia in termini di ma-teriale, dovendo necessariamente prevede-re degli elementi di controventamento atti ad assorbire le due componenti ortogonali orizzontali delle azioni sismiche, così come richiesto dalla normativa.Per la verifica sismica sono determinanti le forze orizzontali legate al rischio sismico del sito e ai fattori specifici relativi all’edificio in questione.Il rischio sismico in Italia varia significati-vamente da sito a sito: di conseguenza, le forze sismiche agenti sull’impianto possono variare in maniera rilevante.

I supporti per impianti devono pertanto es-sere in grado di trasferire l’azione sismica dall’impianto alla struttura principale, fa-cendo sì che il sistema staffaggio-elementi funzionali degli impianti (canaline/tubazioni etc..) si muova in modo solidale alla struttu-ra, senza movimenti differenziali che potreb-bero portare a danni alla struttura di soste-gno, all’impianto stesso o a entrambi.L’attenzione in merito a questa tematica sta crescendo sempre più, e per questo motivo Hilti ha deciso di studiare, produrre e lancia-re sul mercato italiano una linea di prodotti ad hoc, completamente compatibile con il sistema di installazione di impianti MQ, ad oggi il più diffuso e utilizzato sia da parte degli impiantisti elettrici sia da parte degli impiantisti meccanici.È nato così il sistema MQS, che permette di creare strutture di controventamento snelle e resistenti allo stesso tempo, velocizzando l’installazione e riducendo il costo dello staf-faggio sia in termini di materiali sia appunto in termini di manodopera.

Lo sviluppo di questi prodotti, portato avanti in sinergia tra Hilti Italia e l’Headquarter Hilti di Schaan, nel Principato del Liechtensten, è iniziato proprio dall’esperienza sui can-tieri italiani, che hanno fornito un bagaglio di esperienza fatta di applicazioni sfidanti, confronti con progettisti, direttori lavori e installatori, che ha permesso ad Hilti Italia di partecipare attivamente allo sviluppo dei prodotti, considerando le esigenze di un mercato in continua evoluzione, facendo addirittura partecipare attivamente alcune imprese installatrici allo sviluppo dei pro-dotti mediante incontri dimostrativi e suc-cessiva raccolta di feedback.

I tecnici presenti nel Liechtenstein hanno portato avanti lo sviluppo dei prodotti sia con modellazioni FEM sia con test in la-boratorio, al fine di ottimizzare i prodotti trovando il giusto equilibrio in termini di re-sistenza (unicamente rivolta ai carichi oriz-zontali) e di costo finale per l’acquirente.

Il nuovo sistema MQS per installazioni di impianti resistenti a sisma

A cura di: Ing. Marcello Bolognesi – Field Engineer Hilti Italia S.p.A.

SISTEMI HILTI

Esempio di staffa antisismica con controventi realizzati mediante barre filettate Esempio di staffa antisismica con controventi realizzati mediante barre filettate

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17Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

SISTEMI HILTI

Analisi agli elementi finiti del componente sismico MQS-ACD

L’aumento di resistenza delle connessioni nei confronti dei carichi orizzontali nelle due direzioni ortogonali, infatti, consen-tendo di aumentare il passo dei supporti antisismici, permette un risparmio in ter-mini di costo del materiale e manodopera.

Da un punto di vista tecnico, il sistema MQS permette di creare controventature con angoli variabili, in modo da avere la massima flessibilità d’installazione, per-mettendo ad esempio di ancorare i con-troventi esattamente nei soli punti in cui è possibile forare la struttura, eventualità molto ricorrente negli edifici prefabbrica-ti, così come le connessioni alla struttu-ra, anch’esse completamente pivottanti, consentono di assorbire eventuali angoli d’inclinazione della struttura stessa, ad esempio l’inclinazione tipica delle pareti verticali delle nervature dei tegoli di co-pertura sempre per quanto riguarda gli edifici prefabbricati.

I dati tecnici dei componenti del sistema MQS sono garantiti dai 30° ai 60° di in-clinazione, e non solo per angoli di 45°, permettendo così di ottenere la massima flessibilità in fase di installazione.La possibilità di ancorare i controventi alla staffa in corrispondenza della connessio-ne tra il montante e il profilo orizzontale permette altresì di scaricare da sforzi flet-tenti il profilo verticale, che può essere costituito, grazie a ciò, anche da semplici barre filettate, eventualmente irrigidite nel caso vi sia il rischio di compressione sotto l’azione dei carichi sismici.

Test di laboratorio effettuato per la verifica acarico di compressione del componente MQS-ACD abbinato al profilo MQ-41

Esempio di staffaggio antisismico realizzato con il sistema MQS

Hilti mette a disposizione dei progettisti un pacchetto completo per la progettazione di queste strutture, costituito da un manuale tecnico, un software di progettazione 3D, blocchi CAD, voci di capitolato e schede tecniche, più il supporto di un team di in-gegneri specializzati, operanti dalla Sede

di Milano o direttamente sul territorio, per consulenze e dimensionamenti personaliz-zati già dalle prime fasi della progettazione.Tutto il materiale tecnico è reperibile all’in-dirizzo: https://www.hilti.it/installazione-sismico nella sezione dedicata ai progettisti.

Dettaglio della connessione MQS-W

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18 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

NORMATIVA

Gli ancoranti post-installati per elementi non strutturali in zona sismica su strutture in calcestruzzo (Metodo di calcolo con le nuove norme EOTA TR045)

A cura di: Ing. Daniele Soldati - Commissione Cantieri dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

1. INTRODUZIONEQuando si parla di terremoti siamo portati a pensare ai danni che questi provocano sugli elementi strutturali principali e ovvia-mente al fatto che questi non subiscano danneggiamenti tali da portare al crollo di tutto l’edificio o di parte di esso; ma un aspetto non secondario è dato proprio da-gli elementi non strutturali che possono costituire una grave minaccia per l’incolu-mità delle persone oltre ad ostruire le pos-sibili vie di fuga dagli edifici.Danneggiamenti tipici di questi elementi dopo un evento sismico riguardano gli in-tonaci, le tramezzature, i distacchi di cor-nicioni e dei parapetti, i controsoffitti e an-che le apparecchiature interne agli edifici in base alla loro destinazione d’uso come ad esempio scaffalature, corpi illuminanti, ecc.Nel caso di strutture strategiche, quali ad esempio ospedali, sale operative, il dan-neggiamento dei server, delle apparec-chiature elettroniche, degli impianti può comportare l’interruzione del servizio che diventa estremamente dannoso proprio nel momento in cui si ha ancora più necessità che queste strutture siano operative, fun-zionanti e fruibili per i primi soccorsi.Da qui nasce l’idea dell’articolo seguente nel quale sarà esposta la tematica riguar-dante gli ancoranti da utilizzare negli ele-menti non strutturali in zona sismica.L’Italia sta diventando sempre più sensibile su questo tema, lo si può constatare dal-le diverse linee guida emesse negli ultimi anni. Un aspetto molto importante da non sot-tovalutare è dato, quindi, dalla corretta in-stallazione di questi elementi alle strutture impiegando ancoraggi dimensionati in ma-niera opportuna seguendo le nuove speci-fiche pubblicate proprio per fissare i criteri di progettazione e di verifica.In questo documento verranno descritte le procedure di calcolo dell’azione sismi-

ca sugli elementi non-strutturali ponendo l’attenzione soprattutto sulle verifiche degli ancoraggi su calcestruzzo.

2. ABBREVIAZIONI ED ACRONIMINel presente documento saranno utilizzate le seguenti abbreviazioni ed acronimi:

NTC2008 Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14/01/2008EOTA European Organization for technical approvalETAG European technical approval guidelineTR045 Technical Report numero 45 EC8 Eurocodice 8

3. DEFINIZIONIPrima di descrivere le procedure per il calcolo dell’azione sismica sugli elementi non-strutturali e indicare i metodi di verifi-ca degli ancoraggi, ci si chiede innanzitut-to, come può essere definito un elemento non-strutturale. A questa domanda ci vengono in aiuto le norme europee TR045 del 2013 che de-finiscono elemento non-strutturale, l’ele-mento architettonico, meccanico o elettri-co, sistema o componente che, non viene considerato nella progettazione sismica della struttura come elemento portato; il collasso di questo elemento può provocare conseguenze medie per la perdita di vite umane e notevoli conseguenze economi-che, sociali e ambientali, ma non provocare il collasso della struttura o di parte di essa; per esempio possono essere facciate, tu-bazioni ecc.1 Una ulteriore indicazione può essere presa dall’EC8 che indica come elementi non-strutturali le “appendici” degli edifici come per esempio: parapetti, frontespizi, anten-ne, appendici di attrezzature meccaniche, facciate continue, tramezzi, ringhiere, che

potrebbero, in caso di crollo, produrre ri-schi per le persone o influenzare il compor-tamento della struttura principale dell’edifi-cio o la sua funzionalità2.Le norme tecniche per le costruzioni italia-ne NTC2008 introducono anche il concetto di elementi strutturali “secondari” oltre a quelli non-strutturali per i quali può essere impiegato il metodo semplificato per il cal-colo dell’azione sismica3.

4. RIFERIMENTI NORMATIVIPer progettare qualsiasi elemento, struttu-rale e non strutturale, è necessario definire i carichi che agiscono su di esso e poi pro-cedere con le opportune verifiche.Le azioni possono essere valutate in Italia con le NTC2008 oppure con l’EC8 , mentre la verifica sismica di un ancorante post-installato su calcestruzzo può essere fatta con la TR045.

5. DEFINIZIONE DELL’AZIONE SISMICAPer poter definire l’azione sismica è neces-sario partire dallo spettro sismico di pro-getto. Di seguito sarà definita la classificazione delle zone sismiche con riferimento all’EC8, per quanto riguarda la normativa italiana (NTC2008) si rimanda ai testi specifici.In Europa la pericolosità sismica è defini-ta dall’accelerazione al suolo, denominata nella letteratura scientifica internazionale con l’acronimo PGA (Peak ground acce-leration) ed è la misura della massima (o di picco) accelerazione del suolo attesa. In Italia tale grandezza viene indicata dal-le norme con il termine ag oppure amax che viene spesso usato nei documenti scienti-fici in italiano che accompagnano studi di pericolosità sismica.L’EC8 stabilisce di tre livelli di sismicità come riportato nella Tabella 1, basati sul prodotto ag x S, dove ag è definito sopra mentre S è il coefficiente del suolo4.

1 Cit. in EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2013, pag. 5 par. 3.5.

2 Cit. in EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures

for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, European Com-mittee for Standardization (CEN), 2004, par. 4.3.5.

3 D.M. 14.01.2008, Norme Tecniche per le costruzioni, Mi-nistero delle Infrastrutture, Roma, 2008, par. 7.2.3.

4 EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic ac-tions and rules for buildings, Bruxelles, European Com-mittee for Standardization (CEN), 2004, par. 3.2.1.

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19Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

NORMATIVA

5 Cit. in DI SARIO Michele - Jorge GRAMAXO, La corretta progettazione degli ancoranti in zona sismica. Nuovi cri-teri di qualificazione e progettazione europei, Lenta (VC), Associazione ISI – Ingegneria Sismica Italiana, 2013, pag. 6.

6 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-

nization for Technical Approval (EOTA), 2013.7 EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic ac-tions and rules for buildings, Bruxelles, European Com-mittee for Standardization (CEN), 2004.

8 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-

nization for Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.5.4.9 Traduzione della tabella 5.2, EOTA TR045, Design of Me-tal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2013.

L’influenza della tipologia di suolo (consi-derata tramite il parametro S) è basata sulla correlazione tra le classificazioni del suolo considerando i limiti di velocità di propaga-zione delle onde di taglio e la descrizione del suolo.

Le categorie di importanza degli edifici sono così definite (EC8 par. 4.2.5):• I, Edifici di minore importanza per la sicu-

rezza pubblica, per esempio costruzioni agricole ecc.;

• II, Edifici ordinari non appartenenti ad al-tre categorie;

• III, Edifici la cui resistenza sismica è di importanza in vista delle conseguenze associate ad un collasso, per esempio scuole, sale per convegni, istituzioni cul-turali, ecc.

• IV, Edifici la cui integrità durante i terremo-ti è di vitale importanza per la protezione civile, per esempio ospedali, stazioni dei pompieri, impianti per la produzione di energia, ecc.

In caso di edificio ricadente in classe di im-portanza IV e un grado di sismicità bassa o superiore bisogna sempre utilizzare la progettazione sismica per tutti gli elemen-ti, in quanto questi edifici sono di primaria importanza e possono presentare pericolo per l’ambiente o per la comunità.

6. CALCOLO DELL’AZIONE SISMICA SU ELEMENTI NON STRUTTURALI 6.1 Azione sismica orizzontaleDi seguito è esposta la formula per il cal-colo dell’azione sismica su elementi non strutturali: si farà riferimento al §4.3.5 dell’EC8 e §5.5.4 delle TR0456 La relazione proposta dall’ EC8 è la se-guente:

[eq. 6.1]

Sotto si riporta la formula per il calcolo di Sa (eq. 5.3 proposta nella TR045) riarran-giata dalla equazione 4.25 dell’ EC87:

[eq. 6.2]

[eq 6.3]

EN 1998-1:2004 (Eurocodice 8)

Grado di sismicità Conseguenze sulla progettazione

Molto bassaag×S ≤ 0.05×g

Non occorre osservare particolari prescrizioni sismiche

Bassaag×S ≤ 0.1×g

Uso di procedure di progetto ridotte o semplificate

ag×S > 0.1×g Progettazione sismica obbligatoria per tutti gli elementi

Tabella 1 – Grado di sismicità europeo e categoria sismica di progetto per categorie di importanza I, II e III 5

 

5    

Le categorie di importanza degli edifici sono così definite (EC8 par. 4.2.5):

- I, Edifici di minore importanza per la sicurezza pubblica, per esempio costruzioni

agricole ecc.;

- II, Edifici ordinari non appartenenti ad altre categorie;

- III, Edifici la cui resistenza sismica è di importanza in vista delle conseguenze associate

ad un collasso, per esempio scuole, sale per convegni, istituzioni culturali, ecc.

- IV, Edifici la cui integrità durante i terremoti è di vitale importanza per la protezione

civile, per esempio ospedali, stazioni dei pompieri, impianti per la produzione di energia,

ecc.

In caso di edificio ricadente in classe di importanza IV e un grado di sismicità bassa o superiore

bisogna sempre utilizzare la progettazione sismica per tutti gli elementi, in quanto questi edifici

sono di primaria importanza e possono presentare pericolo per l’ambiente o per la comunità.

6. CALCOLO DELL’AZIONE SISMICA SU ELEMENTI NON STRUTTURALI

 

6.1 Azione sismica orizzontale

Di seguito è esposta la formula per il calcolo dell’azione sismica su elementi non strutturali:

si farà riferimento al §4.3.5 dell’EC8 e §5.5.4 delle TR0456

La relazione proposta dall’ EC8 è la seguente:

Fa=(SaWaγa)/qa [eq. 6.1]

Sotto si riporta la formula per il calcolo di Sa (eq. 5.3 proposta nella TR045) riarrangiata

dalla equazione 4.25 dell’ EC87:

Sa=α∙S 1+ ZH∙Aa-­‐0,5 [eq. 6.2]

Aa=3

1+(1-­‐ TaT1)²                                                                                                                                                                                                                                    [eq  6.3]

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         6  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013.  7  EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules

for buildings, Bruxelles, European Committee for Standardization (CEN), 2004.  

 

 

5    

Le categorie di importanza degli edifici sono così definite (EC8 par. 4.2.5):

- I, Edifici di minore importanza per la sicurezza pubblica, per esempio costruzioni

agricole ecc.;

- II, Edifici ordinari non appartenenti ad altre categorie;

- III, Edifici la cui resistenza sismica è di importanza in vista delle conseguenze associate

ad un collasso, per esempio scuole, sale per convegni, istituzioni culturali, ecc.

- IV, Edifici la cui integrità durante i terremoti è di vitale importanza per la protezione

civile, per esempio ospedali, stazioni dei pompieri, impianti per la produzione di energia,

ecc.

In caso di edificio ricadente in classe di importanza IV e un grado di sismicità bassa o superiore

bisogna sempre utilizzare la progettazione sismica per tutti gli elementi, in quanto questi edifici

sono di primaria importanza e possono presentare pericolo per l’ambiente o per la comunità.

6. CALCOLO DELL’AZIONE SISMICA SU ELEMENTI NON STRUTTURALI

 

6.1 Azione sismica orizzontale

Di seguito è esposta la formula per il calcolo dell’azione sismica su elementi non strutturali:

si farà riferimento al §4.3.5 dell’EC8 e §5.5.4 delle TR0456

La relazione proposta dall’ EC8 è la seguente:

Fa=(SaWaγa)/qa [eq. 6.1]

Sotto si riporta la formula per il calcolo di Sa (eq. 5.3 proposta nella TR045) riarrangiata

dalla equazione 4.25 dell’ EC87:

Sa=α∙S 1+ ZH∙Aa-­‐0,5 [eq. 6.2]

Aa=3

1+(1-­‐ TaT1)²                                                                                                                                                                                                                                    [eq  6.3]

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         6  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013.  7  EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules

for buildings, Bruxelles, European Committee for Standardization (CEN), 2004.  

 

dove:Fa è la forza sismica orizzontale agente

al centro di massa dell’elemento non strutturale nella direzione più sfavore-vole;

Wa è il peso dell’elemento;Sa è il coefficiente sismico applicabile ad

elementi non-strutturali;

γa è il fattore di importanza dell’elemento (vedere §6.1.1);

qa è il fattore di struttura dell’elemento (vedere Tabella 2).

α è il rapporto tra il valore di progetto dell’accelerazione ag in un terreno tipo A e l’accelerazione di gravità g;

S è il coefficiente del terreno;Ta è il periodo di vibrazione fondamentale

dell’elemento non-strutturale;

T1 è il periodo di vibrazione fondamentale dell’edificio nella direzione considera-ta;

Z è la dell’elemento non strutturale sopra il livello di applicazione dell’azione si-smica (fondazione o punto più alto di un basamento rigido);

H è l’altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione o dal punto più alto di un basamento rigido;

Aa è il fattore di amplificazione sismi-ca.

Nella Tabella 2 si riportano i valori del fatto-re di struttura qa e del fattore di amplifica-zione sismica Aa.Nota: La tabella 2, estratta dalla TR045 include informazioni in aggiunta ai valori indicati nell’ EC88.

Tipologia di elemento non strutturale qa Aa

Parapetti a sbalzo o decorazioni 1,0 3,0

Insegne e cartelloni pubblicitari 1,0 3,0

Camini, pali e serbatoi su sostegni che si comportano come mensole libere per più della metà della loro altezza totale

1,0 3,0

Materiali di stoccaggio pericolosi, tubazioni di fluidi pericolosi 1,0 3,0

Muri esterni e interni 2,0 1,5

Tramezzi e facciate 2,0 1,5

Camini, pali e serbatoi su sostegni che si comportano come mensole libere per meno della metà della loro altezza totale o vincolate alla strut-tura in corrispondenza o sopra il baricentro

2,0 1,5

Ascensori 2,0 1,5

Computer access floors, apparecchiature elettriche e di comunicazione 2,0 3,0

Nastri trasportatori 2,0 3,0

Elementi di ancoraggio per mobili e librerie sostenuti da pavimenti 2,0 1,5

Elementi di ancoraggio per controsoffitti e dispositivi di illuminazione 2,0 1,5

Tubazioni ad alta pressione, tubazioni antincendio 2,0 3,0

Tubazioni di fluidi per materiali non pericolosi 2,0 3,0

Computer, comunicazione e scaffalature di stoccaggio 2,0 3,0

Tabella 2 - Valori di qa e Aa per elementi non strutturali9

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20 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

NORMATIVA

6.1.1. Fattore di importanza I valori del fattore di importanza γa sono fun-zione del tipo di elemento considerato, di seguito si riportano le indicazioni dell’EC8:“Per i seguenti elementi non-strutturali il co-efficiente di importanza γa non deve essere minore di 1,5:• elementi di ancoraggio di macchinari e

attrezzature necessari alla funzionalità dei sistemi di sicurezza;

• serbatoi e contenitori di sostanze tossiche o esplosive, ritenute pericolose per la sicu-rezza generale delle persone.

I tutti gli altri casi il coefficiente di importan-za γa per elementi non-strutturali può essere posto pari ad 1,0.”10

Altre indicazioni possono essere trovate nel-le ATC-51-2 che pone il fattore di importanza per gli ospedali è pari a11:γa = 1,4

6.2 Azione sismica verticaleGli effetti verticali dell’azione sismica devono essere determinati applicando all’elemento non strutturale una forza verticale Fva che agisce nel centro di massa dell’elemento non strutturale e che è definita di seguito (eq. 5.5 TR045):

[eq. 6.4]

dove:Wa è il peso dell’elemento;SVa αv x Aa αv è il rapporto tra il valore di progetto dell’accelerazione verticale avg in un

terreno tipo A e l’accelerazione di gravità g;

γa è il fattore di importanza (vedere §6.1.1);

qa,Aa possono essere assunti uguali a quelli definiti per le azioni orizzontali.

Nota: “Gli effetti verticali dell’azione sismi-ca verticale Fva per elementi non strutturali possono essere trascurati per gli ancoraggi quando il rapporto della componente verti-cale di progetto della accelerazione avg con l’accelerazione di gravità g è minore di 0,25 e i carichi gravitazionali sono trasferiti attra-verso una connessione diretta sulla struttu-ra.”12

Per chiarezza si riporta la figura 1 che forni-sce le indicazioni sui casi in cui si deve con-siderare o si può trascurare l’effetto dell’a-zione sismica verticale.Nella figura seguente sono riportati sche-maticamente degli elementi non strutturali ancorati su pavimento e soffitto (numero 4) e su parete (numero 5).

 

8    

I tutti gli altri casi il coefficiente di importanza γa per elementi non-strutturali può essere

posto pari ad 1,0.”10

Altre indicazioni possono essere trovate nelle ATC-51-2 che pone il fattore di importanza

per gli ospedali è pari a11:

γa = 1,4

6.2 Azione sismica verticale

Gli effetti verticali dell’azione sismica devono essere determinati applicando all’elemento

non strutturale una forza verticale Fva che agisce nel centro di massa dell’elemento non

strutturale e che è definita di seguito (eq. 5.5 TR045):

𝐹𝐹!" = (𝑆𝑆!"𝑊𝑊!𝛾𝛾!)/𝑞𝑞! [eq. 6.4]

dove

Wa è il peso dell’elemento;

SVa αv x Aa

αv è il rapporto tra il valore di progetto dell’accelerazione verticale avg in un terreno tipo

A e l’accelerazione di gravità g;

γa è il fattore di importanza (vedere §6.1.1);

qa,Aa possono essere assunti uguali a quelli definiti per le azioni orizzontali.

Nota: “Gli effetti verticali dell’azione sismica verticale Fva per elementi non strutturali

possono essere trascurati per gli ancoraggi quando il rapporto della componente

verticale di progetto della accelerazione avg con l’accelerazione di gravità g è minore

di 0,25 e i carichi gravitazionali sono trasferiti attraverso una connessione diretta sulla

struttura.”12

                                                                                                                         10  EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules

for buildings, Bruxelles, European Committee for Standardization (CEN), 2004, par. 4.3.5.3.  11   ATC-51-2, Raccomandazioni congiunte Stati Uniti – Italia per il controventamento e l’ancoraggio dei componenti non

strutturali negli ospedali italiani, Applied Technology Council (ATC) – Servizio Sismico Italiano (SSN), 2003, par. 3.3.  12 Cit. EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization

for Technical Approval (EOTA), 2013, pag. 11.  

10 EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic ac-tions and rules for buildings, Bruxelles, European Com-mittee for Standardization (CEN), 2004, par. 4.3.5.3.

11 ATC-51-2, Raccomandazioni congiunte Stati Uniti – Italia per il controventamento e l’ancoraggio dei componenti non strutturali negli ospedali italiani, Applied Technology

Council (ATC) – Servizio Sismico Italiano (SSN), 2003, par. 3.3.

12 Cit. EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Or-ganization for Technical Approval (EOTA), 2013, pag. 11.

13 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-

nization for Technical Approval (EOTA), 2013, pag. 11, figura 5.3.

14 DI SARIO Michele - Jorge GRAMAXO, La corretta pro-gettazione degli ancoranti in zona sismica. Nuovi criteri di qualificazione e progettazione europei, Lenta (VC), As-sociazione ISI – Ingegneria Sismica Italiana, 2013, pag. 9.

Per gli elementi ancorati a soffitto o a parete deve essere considerato anche il contribu-to dell’azione sismica verticale (numero 1), mentre per gli elementi ancorati su pavimen-to tale contributo può essere trascurato se avg/g ≤ 0,25 (numero 2).

7. PRESTAZIONE SISMICA DEGLI ANCO-RANTILa nuova ETAG 001 Allegato E relativa alla prequalifica degli ancoranti introduce due categorie sismiche (C1 e C2) che sono fun-zione della gravosità dei test che devono es-sere effettuati sugli ancoranti:• Categoria simica C1: adatta solo per ap-

plicazioni non strutturali.• Categoria sismica C2: introduce nuovi

test sugli ancoranti, test sismici con va-riazioni di ampiezza delle fessure fino ad una ampiezza massima di 0,8 mm e carichi ciclici ed è adatta ad impieghi strutturali e non strutturali.

 

9    

Per chiarezza si riporta la figura 1 che fornisce le indicazioni sui casi in cui si deve

considerare o si può trascurare l’effetto dell’azione sismica verticale.

Nella figura seguente sono riportati schematicamente degli elementi non strutturali ancorati

su pavimento e soffitto (numero 4) e su parete (numero 5).

Per gli elementi ancorati a soffitto o a parete deve essere considerato anche il contributo

dell’azione sismica verticale (numero 1), mentre per gli elementi ancorati su pavimento tale

contributo può essere trascurato se avg/g ≤ 0,25 (numero 2).

 

Figura  1  –  Effetti  verticali  dell’azione  sismica13  

 

7. PRESTAZIONE SISMICA DEGLI ANCORANTI

La nuova ETAG 001 Allegato E relativa alla prequalifica degli ancoranti introduce due

categorie sismiche (C1 e C2) che sono funzione della gravosità dei test che devono essere

effettuati sugli ancoranti:

- Categoria simica C1: adatta solo per applicazioni non strutturali.

- Categoria sismica C2: introduce nuovi test sugli ancoranti, test sismici con variazioni di

ampiezza delle fessure fino ad una ampiezza massima di 0,8 mm e carichi ciclici ed è

adatta ad impieghi strutturali e non strutturali.

Le figure seguenti riportano i casi un cui si devono considerare le categorie sismiche

introdotte dalla nuova norma in funzione della tipologia di elemento (strutturale e non

strutturale), della classe di importanza dell’edificio e della accelerazione sismica.

                                                                                                                         13  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, pag. 11, figura 5.3.  

Figura 1 – Effetti verticali dell’azione sismica13

Le figure 2 e 3 riportano i casi un cui si de-vono considerare le categorie sismiche in-trodotte dalla nuova norma in funzione della tipologia di elemento (strutturale e non strut-turale), della classe di importanza dell’edifi-cio e della accelerazione sismica.Note: 1. Costruzioni di classe I richiedono C1, gli stati membri possono scegliere di adottare differenti raccomandazioni;2. Le classi di importanza sono quelle defini-te nel paragrafo 5;3. Per maggiori dettagli sulle tipologie di test che devono essere effettuati sugli ancoranti e sulla loro modalità si rimanda alla norma ETAG.La figura seguente riporta la mappa europea per l’impiego delle nuove categorie sismiche di ancoranti. Come si può notare in Italia de-vono essere utilizzati quasi esclusivamente ancoranti di categoria C2.

Elementi non strutturali

Accelerazione sismica Classe di importanzaII o III

Classe di importanzaIV

< 0,05g Non rilevante

0,05g – 0,1g C1 C2

>0,1g C2

Figura 2 – Categorie sismiche per elementi non strutturali secondo il TR045

Elementi strutturali

Accelerazione sismica Classe di importanzaII o III

Classe di importanzaIV

< 0,05g Non rilevante

0,05g – 0,1gC2

>0,1g

Figura 3 - Categorie sismiche per elementi strutturali secondo il TR04514

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21Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

 

12    

 

figura  5  -­‐  Rottura  conica  del  calcestruzzo  

 

2) Rottura per sfilamento: Si verifica quando, le forze di attrito esistenti sono inferiori alle forze di trazione esterne.

 

figura  6  –  Rottura  per  sfilamento16  

 

3) Rottura per splitting: Se lo spessore del cls che circonda l’ancorante non è sufficiente ad assorbire le pressioni radiali, le tensioni di trazione, a parità di tensioni radiali, aumentano e possono provocare immediatamente la crisi della giunzione perché le fessure attraversano tutta la sezione resistente dando luogo alla separazione del calcestruzzo dalla barra d’armatura. Si verifica di norma soltanto se le dimensioni del supporto o le distanze dai bordi o gli interassi sono inferiori ai valori proposti dal certificato di omologazione ovvero troppo ridotti.

                                                                                                                         16  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 51.

NORMATIVA

Figura 4 – mappa europea di impiego delle nuove categorie sismiche di ancoranti15

 

11    

 figura  4  –  mappa  europea  di  impiego  delle  nuove  categorie  sismiche  di  ancoranti15    

   

8. MECCANISMI DI ROTTURA DEGLI ANCORANTI

Il sistema ancorante-materiale di base può avere diversi meccanismi di rottura che dipendono dal tipo di sollecitazione agente (trazione o taglio) tale crisi si può verificare lato acciaio o lato calcestruzzo. Di seguito si riportano i meccanismi di rottura che si possono verificare in funzione del tipo di carico agente.

- Carico di trazione

1) Rottura conica del calcestruzzo: Si verifica quando, in presenza di una trazione assiale sul tassello, si supera la forza di trazione che il calcestruzzo può sopportare in quel punto.

                                                                                                                         15  GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI

Seismic Accademy, 2013, pag. 14.  

8. MECCANISMI DI ROTTURA DEGLI AN-CORANTIIl sistema ancorante-materiale di base può avere diversi meccanismi di rottura che di-pendono dal tipo di sollecitazione agente (trazione o taglio) tale crisi si può verificare lato acciaio o lato calcestruzzo. Di seguito si riportano i meccanismi di rottura che si pos-sono verificare in funzione del tipo di carico agente.

Carico di trazione1) Rottura conica del calcestruzzo: si ve-rifica quando, in presenza di una trazione assiale sul tassello, si supera la forza di tra-zione che il calcestruzzo può sopportare in quel punto.

2) Rottura per sfilamento: si verifica quan-do, le forze di attrito esistenti sono inferiori alle forze di trazione esterne.

15 GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bolo-gna, HILTI Seismic Accademy, 2013, pag. 14. 11 ATC-51-2, Raccomandazioni congiunte Stati Uniti – Italia per il con-

troventamento e l’ancoraggio dei componenti non strut-turali negli ospedali italiani, Applied Technology Council (ATC) – Servizio Sismico Italiano (SSN), 2003, par. 3.3.

16-19 TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi mec-

canici e chimici: campi di applicazione, principi di funzio-namento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, fi-gure pag. 51, 52, 56, 55.

3) Rottura per splitting: se lo spessore del cls che circonda l’ancorante non è suf-ficiente ad assorbire le pressioni radiali, le tensioni di trazione, a parità di tensioni ra-diali, aumentano e possono provocare im-mediatamente la crisi della giunzione per-ché le fessure attraversano tutta la sezione resistente dando luogo alla separazione del calcestruzzo dalla barra d’armatura.Si verifica di norma soltanto se le dimen-sioni del supporto o le distanze dai bordi o gli interassi sono inferiori ai valori propo-sti dal certificato di omologazione ovvero troppo ridotti.

4) Rottura lato acciaio: si verifica di norma per elevate profondità di posa o con calcestruzzi di elevata resistenza a trazione.

 

12    

 

figura  5  -­‐  Rottura  conica  del  calcestruzzo  

 

2) Rottura per sfilamento: Si verifica quando, le forze di attrito esistenti sono inferiori alle forze di trazione esterne.

 

figura  6  –  Rottura  per  sfilamento16  

 

3) Rottura per splitting: Se lo spessore del cls che circonda l’ancorante non è sufficiente ad assorbire le pressioni radiali, le tensioni di trazione, a parità di tensioni radiali, aumentano e possono provocare immediatamente la crisi della giunzione perché le fessure attraversano tutta la sezione resistente dando luogo alla separazione del calcestruzzo dalla barra d’armatura. Si verifica di norma soltanto se le dimensioni del supporto o le distanze dai bordi o gli interassi sono inferiori ai valori proposti dal certificato di omologazione ovvero troppo ridotti.

                                                                                                                         16  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 51.

Figura 5 - Rottura conica del calcestruzzo

Figura 6 - Rottura per sfilamento16

 

13    

 

figura  7  –  Rottura  per  splitting  

 

4) Rottura lato acciaio: Si verifica di norma per elevate profondità di posa o con calcestruzzi di elevata resistenza a trazione.

 

figura  8  –  Rottura  lato  acciaio17  

 

                                                                                                                         17  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 52.  

Figura 7 - Rottura per splitting

 

13    

 

figura  7  –  Rottura  per  splitting  

 

4) Rottura lato acciaio: Si verifica di norma per elevate profondità di posa o con calcestruzzi di elevata resistenza a trazione.

 

figura  8  –  Rottura  lato  acciaio17  

 

                                                                                                                         17  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 52.  

Figura 8 - Rottura lato acciaio17

Carico di taglio1) Rottura del bordo di calcestruzzo: si verifica quando il tassello è troppo vicino al bordo di calcestruzzo.

2) Rottura per pryout del calcestruzzo: si verifica quando il tassello ha una limitata profondità di posa. In caso di più ancoranti fissati su una piastra la rottura avviene come unico blocco di calcestruzzo che si distacca.

3) Rottura lato acciaio: si verifica per tas-selli posti molto lontani dai bordi.

9. RESISTENZE SISMICHE DI PROGETTO DEGLI ANCORANTILa EOTA TR045 introduce nella progettazio-ne sismica tre approcci progettuali denomi-nati a1), a2) e b, di seguito descritti:a) Progettazione senza considerare la duttili-

tà dell’ancorante:a1) Capacity Design: L’ancorante o il

gruppo di ancoranti, con connessioni, sia su elementi strutturali che non strut-turali, sono progettati per resistere allo snervamento e alla rottura dell’elemento fissato.

a2) Elastic Design: L’ancorante è proget-tato per il massimo carico ottenuto dai carichi di progetto che includono l’a-

 

14    

- Carico di taglio

1) Rottura del bordo di calcestruzzo: Si verifica quando il tassello è troppo vicino al bordo di calcestruzzo.

 

figura  9  –  Rottura  bordo  di  calcestruzzo  

 

2) Rottura per pryout del calcestruzzo: Si verifica quando il tassello ha una limitata profondità di posa. In caso di più ancoranti fissati su una piastra la rottura avviene come unico blocco di calcestruzzo che si distacca.

 

figura  10  –  Rottura  per  pryout  (scalzamento)  18  

 

                                                                                                                         18  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 56.  

 

14    

- Carico di taglio

1) Rottura del bordo di calcestruzzo: Si verifica quando il tassello è troppo vicino al bordo di calcestruzzo.

 

figura  9  –  Rottura  bordo  di  calcestruzzo  

 

2) Rottura per pryout del calcestruzzo: Si verifica quando il tassello ha una limitata profondità di posa. In caso di più ancoranti fissati su una piastra la rottura avviene come unico blocco di calcestruzzo che si distacca.

 

figura  10  –  Rottura  per  pryout  (scalzamento)  18  

 

                                                                                                                         18  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 56.  

Figura 9 – Rottura bordo di calcestruzzo

Figura 10 – Rottura per pryout (scalzamento)18

Figura 11 – Rottura lato acciaio per taglio 19

 

15    

3) Rottura lato acciaio: Si verifica per tasselli posti molto lontani dai bordi.

 

figura  11  –  Rottura  lato  acciaio  per  taglio19  

 

9. RESISTENZE SISMICHE DI PROGETTO DEGLI ANCORANTI

La EOTA TR045 introduce nella progettazione sismica tre approcci progettuali denominati

a1), a2) e b, di seguito descritti:

a) Progettazione senza considerare la duttilità dell’ancorante:

a1) Capacity Design: L’ancorante o il gruppo di ancoranti, con connessioni, sia su

elementi strutturali che non strutturali, sono progettati per resistere allo snervamento e

alla rottura dell’elemento fissato.

a2) Elastic Design: L’ancorante è progettato per il massimo carico ottenuto dai carichi

di progetto che includono l’azione sismica corrispondente allo stato limite ultimo

assumendo un comportamento elastico del fissaggio e della struttura. In questo caso per

gli elementi non strutturali si introduce il fattore di struttura qa in funzione del tipo di

elemento e del tipo di approccio considerato, mentre per gli elementi strutturali tale

fattore è pari ad 1,0.

b) Progettazione con ancoranti duttili (Ductile Anchor): L’ancorante o il gruppo di

ancoranti è progettato per le azioni di progetto comprese le azioni sismiche

corrispondenti allo stato limite ultimo. Gli ancoraggi devono soddisfare i requisiti di

duttilità e la rottura dell’acciaio deve governare la resistenza dell’ancoraggio20.

                                                                                                                         19  TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e

criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figura pag. 55.  20  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.3 e par. 5.4.

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22 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

zione sismica corrispondente allo stato limite ultimo assumendo un compor-tamento elastico del fissaggio e della struttura. In questo caso per gli elemen-ti non strutturali si introduce il fattore di struttura qa in funzione del tipo di ele-mento e del tipo di approccio conside-rato, mentre per gli elementi strutturali tale fattore è pari ad 1,0.

b) Progettazione con ancoranti duttili (Duc-tile Anchor): L’ancorante o il gruppo di ancoranti è progettato per le azioni di progetto comprese le azioni sismiche corrispondenti allo stato limite ultimo. Gli ancoraggi devono soddisfare i requisiti di duttilità e la rottura dell’acciaio deve go-vernare la resistenza dell’ancoraggio20.

Di seguito si riportano alcune prescrizioni della TR045 relative all’uso di questo meto-do di progettazione degli ancoranti:• Valido solo per categoria sismica C2;• Sono necessari requisiti aggiuntivi per as-

sicurare la duttilità (es allungamento >8d)• Consigliato per elementi secondari e non

strutturali, potrebbe non risultare adatto per elementi strutturali a causa degli ele-vati spostamenti non recuperabili;

• Necessari controlli aggiuntivi per assi-curare lato acciaio nei punti b1) e b2) del §5.4 della TR045 sono indicate le seguenti restrizioni rispettivamente per singolo an-corante e gruppo di ancoranti soggetti a trazione21:

Per una ancorante singolo soggetto a tra-zione

[eq.9.1] doveRk,s,seis è la resistenza caratteristica sismica a rottura dell’acciaio;Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per tutti gli altri meccanismi di rottura non lato acciaio;γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.

- Per gruppo di ancoranti con due o più an-coranti soggetti a trazione

[eq.9.2] doveRk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per rottura combinata a pull-out e conica del cls (solo per ancoranti

20 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-nization for Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.3 e par. 5.4.

21 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Or-

ganization for Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.4 punto a).

22 GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bolo-gna, HILTI Seismic Accademy, 2013, figura di pag. 11.

23 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-

crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-nization for Technical Approval (EOTA), 2013, tabella 5.4.

24 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-nization for Technical Approval (EOTA), 2013, note tabella 5.4.

chimici), rottura conica del cls, blowout e splittingFh

Sd valore di progetto del carico risultante sull’ancoraggio più sollecitato di un gruppo di ancorantiFg

Sd valore di progetto del carico risultante che agisce sugli ancoranti in trazione di un gruppo di ancorantiγ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.

Le resistenze sopra descritte dovranno es-sere valutate con il metodo seguente.La resistenza di progetto sismica Rd,seis sia per la trazione che per il taglio sarà pari a:

[eq.9.3]

 

16    

Di seguito si riportano alcune prescrizioni della TR045 relative all’uso di questo metodo

di progettazione degli ancoranti:

• Valido solo per categoria sismica C2;

• Sono necessari requisiti aggiuntivi per assicurare la duttilità (es allungamento >8d)

• Consigliato per elementi secondari e non strutturali, potrebbe non risultare adatto per

elementi strutturali a causa degli elevati spostamenti non recuperabili;

• Necessari controlli aggiuntivi per assicurare lato acciaio nei punti b1) e b2) del §5.4

della TR045 sono indicate le seguenti restrizioni rispettivamente per singolo

ancorante e gruppo di ancoranti soggetti a trazione21:

- Per una ancorante singolo soggetto a trazione

Rk,s,seis≤0,7Rk,conc,  seis

γ2                                                                                                                                                                                  [eq.  9.1]                

dove

Rk,s,seis è la resistenza caratteristica sismica a rottura dell’acciaio;

Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per tutti gli altri meccanismi di rottura

non lato acciaio;

γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.  

- Per gruppo di ancoranti con due o più ancoranti soggetti a trazione 𝑅𝑅!,!,!"#!𝐹𝐹!"!

≤ 0,7𝑅𝑅!,!"#!,!"#!𝐹𝐹!"! ∙ 𝛾𝛾!

                                                                                                                                                                       [eq.  9.2]

dove

Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per rottura combinata a pull-out e

conica del cls (solo per ancoranti chimici), rottura conica del cls, blowout e

splitting

FhSd valore di progetto del carico risultante sull’ancoraggio più sollecitato di un

gruppo di ancoranti

                                                                                                                         21  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.4 punto a).  

 

16    

Di seguito si riportano alcune prescrizioni della TR045 relative all’uso di questo metodo

di progettazione degli ancoranti:

• Valido solo per categoria sismica C2;

• Sono necessari requisiti aggiuntivi per assicurare la duttilità (es allungamento >8d)

• Consigliato per elementi secondari e non strutturali, potrebbe non risultare adatto per

elementi strutturali a causa degli elevati spostamenti non recuperabili;

• Necessari controlli aggiuntivi per assicurare lato acciaio nei punti b1) e b2) del §5.4

della TR045 sono indicate le seguenti restrizioni rispettivamente per singolo

ancorante e gruppo di ancoranti soggetti a trazione21:

- Per una ancorante singolo soggetto a trazione

Rk,s,seis≤0,7Rk,conc,  seis

γ2                                                                                                                                                                                  [eq.  9.1]                

dove

Rk,s,seis è la resistenza caratteristica sismica a rottura dell’acciaio;

Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per tutti gli altri meccanismi di rottura

non lato acciaio;

γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.  

- Per gruppo di ancoranti con due o più ancoranti soggetti a trazione 𝑅𝑅!,!,!"#!𝐹𝐹!"!

≤ 0,7𝑅𝑅!,!"#!,!"#!𝐹𝐹!"! ∙ 𝛾𝛾!

                                                                                                                                                                       [eq.  9.2]

dove

Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per rottura combinata a pull-out e

conica del cls (solo per ancoranti chimici), rottura conica del cls, blowout e

splitting

FhSd valore di progetto del carico risultante sull’ancoraggio più sollecitato di un

gruppo di ancoranti

                                                                                                                         21  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.4 punto a).  

 

17    

FgSd valore di progetto del carico risultante che agisce sugli ancoranti in

trazione di un gruppo di ancoranti

γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.  

Le resistenze sopra descritte dovranno essere valutate con il metodo seguente.

La resistenza di progetto sismica Rd,seis sia per la trazione che per il taglio sarà pari a:

Rd,seis=Rk,seisγM,seis  

                                                                                                                                                                                                                                         [eq.  9.3]  

con  

Rk,seis=αgap∙αseis∙Rk,seis                      0                                                                                                                                                                                            [eq.  9.4]    

 

dove

γM,seis è il fattore parziale di sicurezza definito nel §9.1

αgap è il fattore riduttivo della resistenza che tiene conto dello spazio anulare per il taglio,

pari a:

= 1,0 in caso di assenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

= 0,5 in presenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

αseis è il fattore riduttivo sismico (vedere Tabella 3)

R0k,seis Resistenza caratteristica sismica per i modi di rottura definiti nella ETA.

 Figura  12  –  Fenomeno  martellamento  causato  dallo  spazio  tra  ancorante  e  foro  piastra22  

   

                                                                                                                         22  GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, figura di pag. 11.  

Senza  riempimento  riduzione  del  50%  

con  riempimento  nessuna  riduzione  

 

17    

FgSd valore di progetto del carico risultante che agisce sugli ancoranti in

trazione di un gruppo di ancoranti

γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.  

Le resistenze sopra descritte dovranno essere valutate con il metodo seguente.

La resistenza di progetto sismica Rd,seis sia per la trazione che per il taglio sarà pari a:

Rd,seis=Rk,seisγM,seis  

                                                                                                                                                                                                                                         [eq.  9.3]  

con  

Rk,seis=αgap∙αseis∙Rk,seis                      0                                                                                                                                                                                            [eq.  9.4]    

 

dove

γM,seis è il fattore parziale di sicurezza definito nel §9.1

αgap è il fattore riduttivo della resistenza che tiene conto dello spazio anulare per il taglio,

pari a:

= 1,0 in caso di assenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

= 0,5 in presenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

αseis è il fattore riduttivo sismico (vedere Tabella 3)

R0k,seis Resistenza caratteristica sismica per i modi di rottura definiti nella ETA.

 Figura  12  –  Fenomeno  martellamento  causato  dallo  spazio  tra  ancorante  e  foro  piastra22  

   

                                                                                                                         22  GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, figura di pag. 11.  

Senza  riempimento  riduzione  del  50%  

con  riempimento  nessuna  riduzione  

 

17    

FgSd valore di progetto del carico risultante che agisce sugli ancoranti in

trazione di un gruppo di ancoranti

γ2 coefficiente di sicurezza definito al §9.1.  

Le resistenze sopra descritte dovranno essere valutate con il metodo seguente.

La resistenza di progetto sismica Rd,seis sia per la trazione che per il taglio sarà pari a:

Rd,seis=Rk,seisγM,seis  

                                                                                                                                                                                                                                         [eq.  9.3]  

con  

Rk,seis=αgap∙αseis∙Rk,seis                      0                                                                                                                                                                                            [eq.  9.4]    

 

dove

γM,seis è il fattore parziale di sicurezza definito nel §9.1

αgap è il fattore riduttivo della resistenza che tiene conto dello spazio anulare per il taglio,

pari a:

= 1,0 in caso di assenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

= 0,5 in presenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12)

αseis è il fattore riduttivo sismico (vedere Tabella 3)

R0k,seis Resistenza caratteristica sismica per i modi di rottura definiti nella ETA.

 Figura  12  –  Fenomeno  martellamento  causato  dallo  spazio  tra  ancorante  e  foro  piastra22  

   

                                                                                                                         22  GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, figura di pag. 11.  

Senza  riempimento  riduzione  del  50%  

con  riempimento  nessuna  riduzione  

Figura 12 - Fenomeno martellamento causato dallo spazio tra ancorante e foro piastra22

NORMATIVA

con

[eq.9.4]

doveγM,seis è il fattore parziale di sicurezza definito nel §9.1αgap è il fattore riduttivo della resistenza che tiene conto dello spazio anulare per il taglio, pari a: = 1,0 in caso di assenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12) = 0,5 in presenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 12) αseis è il fattore riduttivo sismico (vedere Tabella 3)R0

k,seis Resistenza caratteristica sismica per i modi di rottura definiti nella ETA.

Senza riempimento riduzione del 50%

Con riempimento nessuna riduzione

Carichi Modi di rotturaSingolo

Ancorante (1)

Gruppo di Ancoranti

TRA

ZIO

NE

Acciaio 1,0 1,0

Sfilamento (pull-out) 1,0 0,85

Combinata rottura conica + sfilamento 1,0 0,85

Rottura conica cls:. • Ancoranti con lo stesso comportamento di quelli muniti di testa (2) 1,0 0,85

• Tutti gli altri ancoranti 0,85 0,75

Splitting failure 1,0 0,85

TAG

LIO

Acciaio 1,0 0,85

Scalzamento calcestruzzo (pry-out)• Ancoranti con lo stesso comportamento di quelli muniti di testa(2) 1,0 0,85

• Tutti gli altri ancoranti 0,85 0,75

Tabella 3 – Fattore riduttivo αseis23

Note:1. Il caso di trazione per ancoranti singoli è

anche alla situazione dove un solo anco-rante in un gruppo di ancoranti è soggetto a trazione;

2. Per gli ancoranti con lo stesso comporta-mento di quelli muniti di testa per la rottu-ra conica del calcestruzzo la resistenza24 N0

Rk,c = 8,0⋅ (fck,cube)0,5 ⋅ hef

1,5

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23Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

NORMATIVA

Nelle tabelle 4 e 5 sono riportati i mecca-nismi di rottura per trazione e taglio con le relative resistenze da calcolare riportati nell’ ETA.

9.1 Fattori parziali di sicurezza per le re-sistenzeIl §4.2.2 delle TR045 per la definizione dei fattori parziali di sicurezza per le resistenze sismiche γM,seis raccomanda l’impiego dei fattori parziali definiti per le azioni statiche nell’ETAG 001 Annex C (ancoranti mecca-nici).Di seguito si riportano i valori da impiegare nei calcoli:

Progettazione allo Stato Limite Ultimo (SLU)I fattori parziali da utilizzare per la rottura conica del calcestruzzo (γMc), per la fes-surazione (γMsp) e per lo sfilamento (γMp) dell’ancorante sono i seguenti:

[eq. 9.5]

dove:γc è pari a 1,5 coefficiente parziale di sicu-

rezza per il cls a compressione;γ2 coefficiente parziale di sicurezza che tie-

ne conto dell’installazione in sicurezza di un sistema di ancoranti. Il coefficiente parziale di sicurezza γ2 è valutato tramite delle prove che determinano la sicurez-za dell’installazione, come riportato al § 6.1.2.2.2 delle ETAG26.

In particolare il coefficiente γ2 riporta i se-guenti valori:• Nel caso di trazione

γ2 = 1,0 per sistemi con alti valori di sicu-rezza nell’installazione;

γ2 = 1,2 per sistemi con normali valori di sicurezza nell’installazione;

γ2 = 1,4 per sistemi con basso ma ancora accettabile valore di sicurezza nell’installa-zione.• Nel caso di taglioγ2 = 1,0

Per i coefficienti γMsp e γMp è possibile utiliz-zare il valore di γMc.Facendo riferimento al cedimento lato ac-ciaio, per gli ancoranti i coefficienti di sicu-rezza sono determinati in funzione del tipo di carico:

TrazioneValori di rif. N0

Rk,seis

Valori ETA(C1 o C2)

Calcolato come per ETAG 001 Annex C e TR029

Acciaio N0Rk,s,seis -

Sfilamento (pull-out) N0Rk,p,seis -

Combinata rottura conica+sfilamento tRk,seis N0

Rk,p,seis

Rottura conica - N0Rk,c,seis

Tabella 4 – Resistenze caratteristiche per i meccanismi di rottura a trazione

TaglioValori di rif. V0

Rk,seis

Valori ETA(C1 o C2)

Calcolato come per ETAG 001 Annex C e TR029

Acciaio V0Rk,s,seis -

Pry-out - V0Rk,cp,seis

Rottura bordo di cls - V0Rk,c,seis

Tabella 5 – Resistenze caratteristiche per i meccanismi di rottura a taglio25

25GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bolo-gna, HILTI Seismic Accademy, 2013.

26ETAG 001 Annex C, Guideline for European Technical

Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C Design Methods for Anchorages, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2010.

27EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-

crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-nization for Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.6.3.

 

19    

Nelle tabelle seguenti sono riportati i meccanismi di rottura per trazione e taglio con le

relative resistenze da calcolare riportati nell’ ETA.

Trazione  Valori  di  rif.  N0

Rk,seis  

Valori  ETA  (C1  o  C2)  

Calcolato  come  per    ETAG  001  Annex  C  e  

TR029  Acciaio   N0

Rk,s,seis   -­‐  Sfilamento  (pull-­‐out)   N0

Rk,p,seis   -­‐  Combinata  rottura  conica  +sfilamento  

τRk,seis N0Rk,p,seis  

Rottura  conica   -­‐   N0Rk,c,seis  

Tabella  4  –  Resistenze  caratteristiche  per  i  meccanismi  di  rottura  a  trazione  

Taglio  Valori  di  rif.  V0

Rk,seis  

Valori  ETA  (C1  o  C2)  

Calcolato  come  per    ETAG  001  Annex  C  e  

TR029  Acciaio   V0

Rk,s,seis   -­‐  Pry-­‐out   -­‐   V0

Rk,cp,seis  Rottura  bordo  di  cls   - V0

Rk,c,seis  Tabella  5–  Resistenze  caratteristiche  per  i  meccanismi  di  rottura  a  taglio25  

 

9.1 Fattori parziali di sicurezza per le resistenze

Il §4.2.2 delle TR045 per la definizione dei fattori parziali di sicurezza per le resistenze sismiche γM,seis raccomanda l’impiego dei fattori parziali definiti per le azioni statiche nell’ETAG 001 Annex C (ancoranti meccanici).

Di seguito si riportano i valori da impiegare nei calcoli:

Progettazione allo Stato Limite Ultimo (SLU)

I fattori parziali da utilizzare per la rottura conica del calcestruzzo (γMc), per la fessurazione (γMsp) e per lo sfilamento (γMp) dell’ancorante sono i seguenti:

γ!" = γ!∙γ!                                                     [eq. 9.5]

dove:

                                                                                                                         25  GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New European Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013.  

 

20    

γc è pari a 1,5 coefficiente parziale di sicurezza per il cls a compressione; γ2 coefficiente parziale di sicurezza che tiene conto dell’installazione in sicurezza di un

sistema di ancoranti. Il coefficiente parziale di sicurezza γ2 è valutato tramite delle prove che determinano la sicurezza dell’installazione, come riportato al § 6.1.2.2.2 delle ETAG26.

In particolare il coefficiente γ2 riporta i seguenti valori:

• Nel caso di trazione

γ2 = 1,0 per sistemi con alti valori di sicurezza nell’installazione; γ2 = 1,2 per sistemi con normali valori di sicurezza nell’installazione;

γ2 = 1,4 per sistemi con basso ma ancora accettabile valore di sicurezza nell’installazione.

• Nel caso di taglio

γ2 = 1,0

Per i coefficienti γMsp e γMp è possibile utilizzare il valore di γMc. Facendo riferimento al cedimento lato acciaio, per gli ancoranti i coefficienti di sicurezza

sono determinati in funzione del tipo di carico:

• Carico di trazione

γMs=1,2fyk

fuk

≥1,4                                                                                                                                                                                                                  [eq.  9.6]

• Carico di taglio con e senza effetto leva

𝛾𝛾!" =!,!

!!"!!"

≥ 1,25 fuk ≤ 800 N/mm² e fyk/fuk ≤ 0,8 [eq. 9.7]

𝛾𝛾!" = 1,5 fuk > 800 N/mm² e fyk/fuk > 0,8 [eq. 9.8]

Progettazione allo Stato Limite di Esercizio (SLE)

                                                                                                                         26  ETAG 001 Annex C, Guideline for European Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C Design

Methods for Anchorages, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2010.

 

• Carico di trazione

[eq.9.6]

• Carico di taglio con e senza effetto leva

fuk ≤ 800 N/mm² e fyk/fuk ≤ 0,8 [eq. 9.7]

fuk > 800 N/mm² e fyk/fuk > 0,8 [eq. 9.8]

Progettazione allo Stato Limite di Eser-cizio (SLE)In questa verifica i coefficienti di sicurez-za parziali sulle resistenze possono essere posti uguali ad 1,0.

10. VERIFICA COMBINATA TRAZIONE - TAGLIOSe si è in presenza di azioni contempora-nee di trazione e taglio è necessario soddi-sfare le seguenti relazioni:

[eq.10.1]

doveNSd / NRd,seis ≤ 1 e VSd / VRd,seis ≤ 1

NSd e VSd sono le azioni di progetto sugli ancoranti che includono gli effetti sismici27.

 

20    

γc è pari a 1,5 coefficiente parziale di sicurezza per il cls a compressione; γ2 coefficiente parziale di sicurezza che tiene conto dell’installazione in sicurezza di un

sistema di ancoranti. Il coefficiente parziale di sicurezza γ2 è valutato tramite delle prove che determinano la sicurezza dell’installazione, come riportato al § 6.1.2.2.2 delle ETAG26.

In particolare il coefficiente γ2 riporta i seguenti valori:

• Nel caso di trazione

γ2 = 1,0 per sistemi con alti valori di sicurezza nell’installazione; γ2 = 1,2 per sistemi con normali valori di sicurezza nell’installazione;

γ2 = 1,4 per sistemi con basso ma ancora accettabile valore di sicurezza nell’installazione.

• Nel caso di taglio

γ2 = 1,0

Per i coefficienti γMsp e γMp è possibile utilizzare il valore di γMc. Facendo riferimento al cedimento lato acciaio, per gli ancoranti i coefficienti di sicurezza

sono determinati in funzione del tipo di carico:

• Carico di trazione

γMs=1,2fyk

fuk

≥1,4                                                                                                                                                                                                                  [eq.  9.6]

• Carico di taglio con e senza effetto leva

𝛾𝛾!" =!,!

!!"!!"

≥ 1,25 fuk ≤ 800 N/mm² e fyk/fuk ≤ 0,8 [eq. 9.7]

𝛾𝛾!" = 1,5 fuk > 800 N/mm² e fyk/fuk > 0,8 [eq. 9.8]

Progettazione allo Stato Limite di Esercizio (SLE)

                                                                                                                         26  ETAG 001 Annex C, Guideline for European Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C Design

Methods for Anchorages, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2010.

 

 

20    

γc è pari a 1,5 coefficiente parziale di sicurezza per il cls a compressione; γ2 coefficiente parziale di sicurezza che tiene conto dell’installazione in sicurezza di un

sistema di ancoranti. Il coefficiente parziale di sicurezza γ2 è valutato tramite delle prove che determinano la sicurezza dell’installazione, come riportato al § 6.1.2.2.2 delle ETAG26.

In particolare il coefficiente γ2 riporta i seguenti valori:

• Nel caso di trazione

γ2 = 1,0 per sistemi con alti valori di sicurezza nell’installazione; γ2 = 1,2 per sistemi con normali valori di sicurezza nell’installazione;

γ2 = 1,4 per sistemi con basso ma ancora accettabile valore di sicurezza nell’installazione.

• Nel caso di taglio

γ2 = 1,0

Per i coefficienti γMsp e γMp è possibile utilizzare il valore di γMc. Facendo riferimento al cedimento lato acciaio, per gli ancoranti i coefficienti di sicurezza

sono determinati in funzione del tipo di carico:

• Carico di trazione

γMs=1,2fyk

fuk

≥1,4                                                                                                                                                                                                                  [eq.  9.6]

• Carico di taglio con e senza effetto leva

𝛾𝛾!" =!,!

!!"!!"

≥ 1,25 fuk ≤ 800 N/mm² e fyk/fuk ≤ 0,8 [eq. 9.7]

𝛾𝛾!" = 1,5 fuk > 800 N/mm² e fyk/fuk > 0,8 [eq. 9.8]

Progettazione allo Stato Limite di Esercizio (SLE)

                                                                                                                         26  ETAG 001 Annex C, Guideline for European Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C Design

Methods for Anchorages, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2010.

 

 

21    

In questa verifica i coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze possono essere posti uguali ad 1,0.

10. Verifica combinata Trazione- Taglio

Se si è in presenza di azioni contemporanee di trazione e taglio è necessario soddisfare le seguenti relazioni:

NSd

NRd,seis+

VSdVRd,seis

≤1                                                                                                                                                                                                        [eq.  10.1]  

dove NSd / NRd,seis ≤ 1 e VSd / VRd,seis ≤ 1 NSd e VSd sono le azioni di progetto sugli ancoranti che includono gli effetti sismici27.

11. SPOSTAMENTI

La TR045 al §5.7 fornisce una prescrizione di riduzione della resistenza nel caso in cui il

calcolo degli spostamenti allo stato limite di esercizio (demage ultimate state DLS) siano

superiori ai valori richiesti definiti nel progetto.

I fattori riduttivi sono i seguenti:

NRd,seis,reduced=NRd,seis∙δN,req(DLS)δN,seis(DLS)

                                                                                                                                                         [eq.  11.1]

VRd,seis,reduced=VRd,seis∙δV,req(DLS)δV,seis(DLS)

                                                                                                                                                             [eq.  11.2]                

                                                                                                                         27  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.6.3.  

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24 Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

NORMATIVA

12. CONCLUSIONILa progettazione e verifica degli elementi non strutturali in zona sismica è ad oggi un aspetto che presenta diverse carenze normative, le linee guida e anche le norme tecniche italiane ed europee richiamate nel presente documento forniscono alcune in-dicazioni sia sulla definizione dei carichi da utilizzare che su “accorgimenti” costruttivi da adottare per evitare l’insorgere di pro-blemi legati alla perdita di funzionalità o al distacco di tali elementi. Le linee guida, in particolare, nascono come risposta ai danni causati dai recen-ti eventi sismici che ci sono stati in Italia come ad esempio in Abruzzo nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012.

 

22    

 

Figura  13  –  Rotazioni  e  spostamenti  ancoranti28  

 

                                                                                                                         28  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, figura 5.4.  

Nonostante l’importanza emersa in questo articolo rispetto agli elementi non struttu-rali anch’essi fondamentali per l’incolumità delle persone, siamo in attesa di una nor-ma nazionale che fissi i criteri e prescrizioni sulla progettazione e il calcolo di tali ele-menti. È possibile prendere come riferimento le linee guida e le norme richiamate nel pre-sente documento che possono conside-rarsi un primo passo molto importante per la corretta progettazione e verifica degli ancoraggi e la corretta installazione degli elementi non strutturali.Nel presente articolo si è fatto riferimen-to alla nuova normativa europea riguar-

dante gli ancoranti in zona sismica che colma una lacuna presente fino a luglio 2013 (data di pubblicazione della TR045) e che ha lo scopo di essere da guida per la progettazione fino alla prossima pub-blicazione delle EN 1992-4 previste per il 2014/2015.Data la sensibilità del territorio italiano agli eventi sismici è compito del progetti-sta aggiornarsi sugli sviluppi in materia di ancoranti e collegamenti di elementi non strutturali. attraverso seminari, convegni, corsi di formazione, ecc. così da tenere in considerazione anche gli aspetti relativi al tema trattato, oltre a quelli riguardanti gli elementi strutturali.

Figura 13 – Rotazioni e spostamenti ancoranti28

28 EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Con-crete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Orga-nization for Technical Approval (EOTA), 2013, figura 5.4.

13. BIBLIOGRAFIA[1] ALBANO Giuseppe, Pratica strutturale:

ancoraggi. Tipologie e progettazione, Santarcangelo di Romagna (RN), Mag-gioli Editore, 2010.

[2] GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New Euro-pean Guideline EOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, pagg. 6-10.

[3] DI SARIO Michele - Jorge GRAMAXO, La corretta progettazione degli anco-ranti in zona sismica. Nuovi criteri di qualificazione e progettazione europei, Lenta (VC), Associazione ISI – Ingegne-ria Sismica Italiana, 2013, pagg. 4-10.

[4] TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funziona-mento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, pagg. 51-56.

NORME TECNICHE E LINEE GUIDA[5] D.M. 14.01.2008, Norme Tecniche per

le costruzioni, Ministero delle Infra-strutture, Roma, 2008.

[6] Circolare 02.02.2009 n° 617 C. S. LL. PP, Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008 , Ministe-ro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roma, 2009.

[7] EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Ac-tions, Bruxelles, European Organization for Technical Approval (EOTA), 2013.

[8] ETAG 001, Guideline for European Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete, Bruxelles, Europe-an Organization for Technical Approval (EOTA), 2013.

[9] ETAG 001 Annex C, Guideline for Eu-ropean Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C

Design Methods for Anchorages, Bru-xelles, European Organization for Tech-nical Approval (EOTA), 2010.

[10] EN 1998-1:2004, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, Eu-ropean Committee for Standardization (CEN), 2004.

[11] ATC-51-2, Raccomandazioni congiun-te Stati Uniti – Italia per il controven-tamento e l’ancoraggio dei componen-ti non strutturali negli ospedali italiani, Applied Technology Council (ATC) – Servizio Sismico Italiano (SSN), 2003.

[12] De SORTIS A. - DI PASQUALE G. – DOLCE M. – GREGOLO S. – PAPA S. – RETTORE G.F., Linee guida per la ridu-zione della vulnerabilità di elementi non strutturali arredi e impianti, Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile, Roma, 2009.

Key1 sleeve or debonding length2 anchor3 baseplate (anchor plate)4 element

11. SPOSTAMENTILa TR045 al §5.7 fornisce una prescrizione di riduzione della resistenza nel caso in cui il calcolo degli spostamenti allo stato limite di esercizio (demage ultimate state DLS) siano superiori ai valori richiesti definiti nel progetto. I fattori riduttivi sono i seguenti:

[eq.11.1]

[eq.11.2]

 

21    

In questa verifica i coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze possono essere posti uguali ad 1,0.

10. Verifica combinata Trazione- Taglio

Se si è in presenza di azioni contemporanee di trazione e taglio è necessario soddisfare le seguenti relazioni:

NSd

NRd,seis+

VSdVRd,seis

≤1                                                                                                                                                                                                        [eq.  10.1]  

dove NSd / NRd,seis ≤ 1 e VSd / VRd,seis ≤ 1 NSd e VSd sono le azioni di progetto sugli ancoranti che includono gli effetti sismici27.

11. SPOSTAMENTI

La TR045 al §5.7 fornisce una prescrizione di riduzione della resistenza nel caso in cui il

calcolo degli spostamenti allo stato limite di esercizio (demage ultimate state DLS) siano

superiori ai valori richiesti definiti nel progetto.

I fattori riduttivi sono i seguenti:

NRd,seis,reduced=NRd,seis∙δN,req(DLS)δN,seis(DLS)

                                                                                                                                                         [eq.  11.1]

VRd,seis,reduced=VRd,seis∙δV,req(DLS)δV,seis(DLS)

                                                                                                                                                             [eq.  11.2]                

                                                                                                                         27  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.6.3.  

 

21    

In questa verifica i coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze possono essere posti uguali ad 1,0.

10. Verifica combinata Trazione- Taglio

Se si è in presenza di azioni contemporanee di trazione e taglio è necessario soddisfare le seguenti relazioni:

NSd

NRd,seis+

VSdVRd,seis

≤1                                                                                                                                                                                                        [eq.  10.1]  

dove NSd / NRd,seis ≤ 1 e VSd / VRd,seis ≤ 1 NSd e VSd sono le azioni di progetto sugli ancoranti che includono gli effetti sismici27.

11. SPOSTAMENTI

La TR045 al §5.7 fornisce una prescrizione di riduzione della resistenza nel caso in cui il

calcolo degli spostamenti allo stato limite di esercizio (demage ultimate state DLS) siano

superiori ai valori richiesti definiti nel progetto.

I fattori riduttivi sono i seguenti:

NRd,seis,reduced=NRd,seis∙δN,req(DLS)δN,seis(DLS)

                                                                                                                                                         [eq.  11.1]

VRd,seis,reduced=VRd,seis∙δV,req(DLS)δV,seis(DLS)

                                                                                                                                                             [eq.  11.2]                

                                                                                                                         27  EOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, European Organization for

Technical Approval (EOTA), 2013, par. 5.6.3.  

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25Progetti & Tecnologie • Giugno 2014

ARGOMENTO

La corretta progettazione e realizzazione delle barriere passive al fuoco è un tema che assume sempre più una maggiore rilevanza nella pratica professionale di ogni giorno. Pertanto, abbiamo ritenuto importante dare spazio, in questo numero di Progetti & Tecnologie, ad un piccolo excursus sulla normativa che governa questo settore.Nell’ambito dei procedimenti di prevenzione in-cendi disciplinati dal D.P.R. 151/2011, che ha in-trodotto il concetto di proporzionalità del rischio di incendio, le leggi di riferimento attualmente in vigore sono il D.M. del 16/02/2007, che ha abro-gato la Circolare 91/1961, ed il D.M. 16/06/1984; la prima è entrata definitivamente a regime dopo un periodo di coesistenza tra la vecchia e la nuova normativa di cinque anni, terminato il 25/09/2012, e recepisce le norme europee EN 13501 e 1366. La Circolare 91/1961 sanciva, per tutti i prodotti antifuoco, l’obbligatorietà di un rapporto di prova redatto da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno e prescriveva una classe di resistenza al fuoco REI per tutti gli elementi da costruzio-ne; essa dava inoltre la possibilità di estendere i campi di applicazione mediante delle relazioni a firma di un tecnico abilitato. Di contro, il D.M. 16/02/2007 richiede che i rapporti di prova venga-no redatti da laboratori autorizzati dalla Commis-sione UE in riferimento alla direttiva 89/106/CEE e delega ai soli elementi portanti con funzione di compartimento antincendio una caratteristica REI (resistenza meccanica, tenuta ai fumi ed isola-mento termico), mentre per i sistemi di sigillatura di fori passanti e di giunti lineari è sufficiente una caratteristica EI (tenuta ai fumi ed isolamento ter-mico). Una menzione particolare richiede invece il tema del “Fascicolo tecnico”, che soppianta le “estensioni” concesse dalla 91/1961. L’allegato B.8. sancisce infatti che, nel caso in cui ci si con-fronti con “variazioni del prodotto o dell’elemento costruttivo classificato non previste dal campo di diretta applicazione del risultato di prova (ossia qualsiasi variazione dimensionale o nel materiale dell’impianto, nello spessore e densità della pa-rete o del solaio, n.d.a.) il produttore è tenuto a predisporre un fascicolo tecnico contenente: […] elaborati grafici di dettaglio del prodotto modi-ficato; [...] relazione tecnica, tesa a dimostrare il mantenimento della classe di resistenza al fuoco […] ; […] parere tecnico positivo sulla comple-tezza e correttezza delle ipotesi […] rilasciato dal laboratorio di prova che ha prodotto il rapporto di classificazione […]”. In altre parole, qualora ci si trovi in cantiere con una situazione differente in tutto o anche solo in parte da quanto riportato nella certificazione, è necessario, oltre che pro-durre una documentazione esaustiva, ottenere anche il parere positivo del laboratorio autorizza-to dalla Commissione UE che ha redatto la cer-tificazione originaria del prodotto. Questo ultimo

punto è cruciale, in quanto, non solo elimina la possibilità di estendere i campi di validità median-te una relazione a firma di un tecnico seppur qua-lificato, ma obbliga di fatto il produttore a creare e mandare in laboratorio un nuovo campione; ciò comporta un onere economico ingente e dei tem-pi di attesa molto lunghi; resta inoltre l’incertezza legata al raggiungimento del grado EI desiderato. Sulla scorta di queste considerazioni, appare giu-stificata la scelta di cercare di non ricorrere mai alla redazione di questi fascicoli tecnici, bensì di investire per raggiungere la più ampia copertura ed il numero maggiore di casistiche possibili già all’interno della certificazione del prodotto. Il D.M. 16/06/1984 definiva la calasse di reazione al fuo-co, ossia il grado di partecipazione di un materiale alla reazione di combustione, e la suddivideva in sei classi, dalla 0 (materiale non combustibile) alla 5 (materiale altamente combustibile). Anche il D.M. 16/02/2007 suddivide i materiali in 6 classi, dalla A1 (materiale che non reagisce al fuoco) alla E (materiale che reagisce fortemente al fuoco). E’ importante notare che la classe di re-azione è un parametro completamente differente dalla resistenza al fuoco: infatti la prima è propria del singolo materiale, mentre la seconda si rife-risce al sistema formato dal prodotto antifuoco, dal materiale base e dall’impianto attraversante. Inoltre, la classe di reazione dei materiali antifuoco è indipendente dalla resistenza al fuoco raggiun-ta dal sistema: infatti, vi sono dei prodotti che, per garantire un determinato grado EI, devono espandere (es. schiume), pertanto essi hanno una elevata capacità di reagire durante un incendio (classe E); altri invece (es. malte) devono rimane-re integri e pertanto non reagiscono se esposti al fuoco (classe A1).Il D.P.R. 151/2011 introduce il concetto di pro-porzionalità del rischio di incendio, prevedendo procedure diverse a seconda del suo grado. Per questo le attività sottoposte ai controlli di preven-zione incendi vengono distinte nelle 3 categorie A, B e C. Appartengono alla categoria A le attività a basso rischio e standardizzate, che non sono suscettibili di provocare rischi significativi per l’incolumità pubblica e che sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da norme tecniche di riferimento. Appartengono invece alla categoria B le attività a medio rischio, caratteriz-zate da una media complessità, nonché le attività che non hanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio. Infine, ap-partengono alla categoria C le attività ad elevato rischio e ad alta complessità tecnica e gestionale. Per le attività che rientrano nella categoria A non è più necessario il parere di conformità del proget-to, mentre per le altre si dovrà ottenere entro 60 giorni la valutazione di conformità ai criteri di si-curezza antincendio da parte dei Vigili del Fuoco.

Quadro normativo inerente le barriere passive al fuoco A cura di: Ing. Antonio Corbo - AFC srl Ing. Strano Gianluca - Specialista Antifuoco Hilti Italia S.p.A.

Quindi, una volta presentato l’avvio della attività tramite SCIA, per le categorie A e B può essere effettuato un controllo a campione da parte dei VV.F. e viene rilasciato, su richiesta, una copia del verbale della visita tecnica. Per la categoria C in-vece viene effettuato entro 60 giorni un controllo mediante sopralluogo con conseguente rilascio (o meno) del Certificato Prevenzione Incendi.Vorremmo concludere questo articolo con una menzione alle modalità di certificazione ammes-se dal D.M. 16/02/2007, con un particolare rife-rimento all’art. 3 commi da 1 a 4. In particolare, vengono indicate due possibili strade: l’omolo-gazione ai sensi degli articoli 5 e 6 del decreto del Ministero dell’interno 21 giugno 2004 oppure la marcatura CE. Con riferimento a quest’ultima, il DPR 20/04/93 n.246 “Regolamento ed attuazio-ne della direttiva 89/106/CE” (poi abrogata dalla 305/2011) relativa ai prodotti da costruzione e le successive Norme Tecniche per le costruzioni del 2008 identificano, in mancanza di norme eu-ropee armonizzate, l’organismo EOTA (Europe-an Organization for Technical Approvals), come l’unico ente in grado di rilasciare la marcatura CE. L’EOTA emette le Linee Guida Europee per l’approvazione tecnica, definite EADs (European Assessment Documents); i prodotti che seguono tali linee guida ottengono una certificazione ETA (European Technical Assessment). I vantaggi della omologazione è la semplicità di ottenimento da parte del produttore, tuttavia essa contiene solo la classe di resistenza al fuoco ed ha una valenza nazionale. La certificazione ETA invece, a fronte di un complesso iter per l’ottenimento che com-prende numerosi processi, controlli di produzioni ed ispezioni da parte degli organi di controllo, ri-porta al suo interno dettagliate istruzioni di posa, una ampia gamma di test aggiuntivi che spaziano dalla permeabilità all’aria, all’acqua, all’isolamen-to acustico ed ai test di invecchiamento; essa ha inoltre una validità europea ed è garantita dalla marcatura CE.

EOTA http://www.eota.eu

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LATINAVia La Pira - Trav. di Via Piave04010 Latina Tel. 0773 472637 - Fax 0773 660478 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00POMEZIA (RM)Via Dei Castelli Romani, 18/C00040 Pomezia (RM)Tel. 06 91801457 - Fax 06 91801459 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,30ROMA-VIA BOCCEAVia Boccea, 617/D - 00166 Roma Tel. 06 61568444 - Fax 06 61568212 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00ROMA-VIA CASILINAVia Casilina, 1001 - 00172 Roma Tel. 06 23269653 - Fax 06 23269657 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00ROMA-VIA SALARIAVia Salaria, 1378 - 00138 Roma Tel. 06 8887834 - Fax 06 8887848 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,30VITERBOVia Falcone e Borsellino, snc01100 Viterbo Tel. 0761 275680 - Fax 0761 275679 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00

LIGURIAALBISSOLA MARINA (SV)Via Matteotti, 21 - Aurelia17012 Albissola Marina (SV) Tel. 019 487962 - Fax 019 482480 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30GENOVA-VIA MOLTENIVia Molteni, 51/53 R - 16151 Genova Tel. 010 4695300 - Fax 010 4695276 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SARZANA (SP)Viale Mazzini, 56 - 19038 Sarzana (SP) Tel. 0187 607261 - Fax 0187 607257E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30LOMBARDIABERGAMOVia Tiepolo, 3 - 24127 Bergamo Tel. 035 4519418 - Fax 035 4519497 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30BRESCIAVia Dalmazia, 101 - 25124 Brescia Tel. 030 3534124 - Fax 030 3532439 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30CARPIANO (MI)Via Dossetti - Loc. Francolino20080 Carpiano (MI) Tel. 02 98859088 - Fax 02 98859031 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,00-18,00CINISELLO BALSAMO (MI)V.le Romagna, 3920092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02 61290957 - Fax 02 61240448 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30MANTOVAVia Verona, 99/101 - 46100 Mantova Tel. 0376 392756 - Fax 0376 392061 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30MEDA (MI)Via Indipendenza, 153/15520036 Meda (MI) Tel. 0362 342748 - Fax 0362 333188 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30MILANOV.LE RIMEMBRANZE DI LAMBRATEV.le Rimembranze di Lambrate, 920134 Milano Tel. 02 26416222 - Fax 02 26414545E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30MONZA (MB)Via Ugo Foscolo, 29/A20052 Monza (MB) Tel. 039 839193 - Fax 039 834419 E-mail: [email protected] Orari: 8,0-12,30 / 14,30-18,30POGLIANO MILANESE (MI)S.S. Sempione - ang. via T. Tasso, 2 20010 Pogliano Milanese (MI) Tel. 02 93255204 - Fax 02 93559473 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SAN MARTINO SICCOMARIO (PV)Via Turati, 3227028 San Martino Siccomario (PV) Tel: 0382 556789 - Fax: 0382 556895 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SARONNO (VA)Via Varese, 29 - 21047 Saronno (VA) Tel. 02 96703838 - Fax 02 96703854 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30TREZZANO SUL NAVIGLIO (MI)Via Goldoni, 120090 Trezzano s/N (MI) Tel. 02 48409349 - Fax 02 48409263 E-mail: [email protected]: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

ABRUZZO

Strada Statale 17 Ovest, 34H - 67100 Tel. 0862 316589 - Fax 0862 65262 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 15,00-18,30MONTESILVANO (PE) C.so Umberto, 16 - 65015 Montesilvano (PE) Tel. 085 4483328 - Fax 085 4450734E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30SAMBUCETO (CH) Via P. Nenni, 56 - 66020 Sambuceto (CH) Tel. 085 4463606 - Fax 085 4463610 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30 (Ven. 14,30-17,30)

CALABRIAREGGIO CALABRIAVia Argine Annunziata dx, 11D/11E89121 Reggio Calabria Tel. 0965 22766 - Fax 0965 22738 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30

CAMPANIAMERCOGLIANO (AV) Via Nazionale Torrette, 150 - 83013 Mercogliano (AV) Tel. 0825 682863 - Fax 0825 680220 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30NAPOLI-VIA SALOMONE Via Oreste Salomone, 46/B - 80144 Napoli Tel. 081 7806727 - Fax 081 7512929 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00POMPEI (NA) Strada Statale 145, 39/A - 80045 Pompei (NA) Tel. 081 5370536 - Fax 081 5370571 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30SAN NICOLA LA STRADA (CE)

163/165 - 81020 S. Nicola La Strada (CE) Tel. 0823 450312 - Fax 0823 423192 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30 EMILIA ROMAGNACARPI (MO) Via Enrico Fermi, 40 - 41012 Carpi (MO) Tel. 059 654536 - Fax 059 654470 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30CASALECCHIO DI RENO (BO) Via Porrettana, 377/D40033 Casalecchio di Reno (BO)Tel. 051 6133329 - Fax 051 593814E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,00CASTEL MAGGIORE (BO)

40013 Castel Maggiore (BO) Tel. 051 704401 - Fax 051 704412 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30FERRARAP.zza S. Giorgio, 10 - 44100 Ferrara Tel. 0532 64364 - Fax 0532 742612 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30FORLí (FC)

Tel. 0543 796113 - Fax 0543 796085 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30IMOLA (BO)Via Turati, 2 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542 643330 - Fax 0542 642074 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,00MODENAVia Galileo Galilei, 178 - 41100 Modena Tel. 059 346236 - Fax 059 346173 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30PIACENZAVia XXIV Maggio, 126 - 29100 Piacenza Tel. 0523 497201 - Fax 0523 497178 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30RAVENNAVia Newton, 52 - 48100 Ravenna Tel. 0544 478880 - Fax 0544 470693 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30REGGIO EMILIAVia Hiroshima, 6/6A - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 792950 - Fax 0522 792937 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30RIMINIVia Flaminia, 220/A - 47900 Rimini Tel. 0541 309870 - Fax 0541 309863 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SAN PANCRAZIO PARMENSE (PR)Via Vietta, 1/A43126 San Pancrazio Parmese (PR) Tel. 0521 674068 - Fax 0521 674143 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-13,00 / 14,00-18,30

FRIULI VENEZIA GIULIAPORCIA (PN)C.so Lino Zanussi, 1/D - 33080 Porcia (PN) Tel. 0434 555493 - Fax 0434 254358 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,00-18,00TRIESTEStrada della Rosandra, 26 - 34147 Trieste Tel. 040 2821064 - Fax 040 2821084 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,00UDINEV.le Tricesimo, 266 - 33100 Udine Tel. 0432 482263 - Fax 0432 545523 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,00LAZIO FROSINONE

Tel. 0775 898396 - Fax 0775 898388 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

L’AQUILAL’Aquila

V.le Carlo 3°,

Via Paolo Fabbri, 6 Loc 1° Maggio

Via Ravegnana, 288 G/H - 47100 Forlì (FC)

PIEMONTEALBA (CN)C.so Canale, 100 - 12051 Alba (CN)Tel: 0173 362689 - Fax 0173 366414 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30ALESSANDRIAC.so Monferrato, 137/13915100 Alessandria Tel. 0131 288238 - Fax 0131 228609E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,00-18,00BIELLAC.so Maurizio, 25/D - 13900 Biella Tel. 015 8461402 - Fax 015 8461403E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30CASALE MONFERRATO (AL)Corso Valentino, 11715033 Casale Monferrato (AL)Tel. 0142 76090 - Fax 0142 454346 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30FOSSANO (CN)Via Torino, 70 - 12045 Fossano (CN)Tel. 0172 646188 - Fax 0172 646190 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30NOVARAC.so Vercelli, 21/A - 28100 Novara Tel. 0321 453131 - Fax 0321 467327 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30TORINO-C.SO VERCELLIC.so Vercelli, 348 - 10156 Torino Tel. 011 2625556 - Fax 011 2625683 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30PUGLIA ANDRIA (BT)Via Barletta, 369 - 76123 Andria (BT) Tel. 0883 556048 - Fax 0883 550983 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00BARIVia Amendola, 205/19 - 70125 Bari Tel. 080 5461518 - Fax 080 5461519E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30FOGGIAVia Degli Artigiani, 7/D-7/E71100 FoggiaTel. 0881 580267 - Fax 0881 778783 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-13,00 / 14,00-18,00LECCE

73100 Lecce Tel. 0832 498050 - Fax 0832 492783E-mail: [email protected] Orari: 9,00-13,00 / 14,00-18,00

SARDEGNACAGLIARIVia G. Dolcetta, 19 - 09122 CagliariTel. 070 275791 - Fax 070 275792 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 14,30-18,00OLBIA (OT)Via Aldo Moro, 395 - 07026 Olbia (OT)Tel. 0789 601099 - Fax 0789 562095E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

SICILIA MESSINAStrada Statale, 114 - Contesse 98125 Messina Tel. 090 621235 - Fax 090 6258950 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-13,00 / 15,00-18,00MISTERBIANCO (CT)C.so Carlo Marx, 53-55 95045 Misterbianco (CT)Tel. 095 474693 - Fax 095 483603 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-18,30 orario continuatoPALERMOVia Nazario Sauro, 67/69/7190145 Palermo Tel. 091 6811299 - Fax 091 6813944 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-13,00 / 15,00-18,30TOSCANA AREZZO Via P. Calamandrei, 101/1-2 - 52100 ArezzoTel. 0575 22484 - Fax 0575 24757 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30FIRENZE-VIA ARETINAVia Aretina, 115/117 - 50136 Firenze Tel. 055 696703 - Fax 055 6236054

Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30FIRENZE-VIA BENEDETTO DEIVia Benedetto Dei, 84 - 50127 Firenze Tel. 055 431366 - Fax 055 4378011

Orari: 8,00-13,00 / 14,00-18,30GROSSETOV.le Europa, 29 - 58100 Grosseto Tel. 0564 457620 - Fax 0564 462113E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 15,00-19,00

MARCHEANCONAVia Buozzi, 2 - Z.I. Baraccola Ovest - 60131 Ancona Tel. 071 2868668 - Fax 071 2868665 E-mail: [email protected]

Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)

63039 S. Benedetto del Tronto (AP)Tel. 0735 757746 - Fax 0735 757704E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

Via Valsesia, 11 - Loc. Porto d’Ascoli

[email protected] www.hilti.it

LUCCAVia Dante Alighieri, 335 - 55100 Lucca Tel. 0583 469606 - Fax 0583 491637 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,30 PISTOIAVia E. Fermi, 63/A - Loc. S. Agostino51100 Pistoia Tel. 0573 530301 - Fax 0573 935253 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30PRATOV.le della Repubblica, 131/13359100 PratoTel. 0574 527701 - Fax 0574 527709 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SAN GIULIANO TERME (PI)Via Carducci, 60 - Loc. Ghezzano 56017 San Giuliano Terme (PI) Tel. 050 877147 - Fax 050 877182 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30SIENAVia Massetana Romana, 12/A53100 SienaTel. 0577 223937 - Fax 0577 223936 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

TRENTINO ALTO ADIGEBOLZANOVia Buozzi, 14/B - 39100 Bolzano Tel. 0471 501954 - Fax 0471 501962 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,00 / 14,00-18,00BRUNICO (BZ) Via San Lorenzo, 3539031 Brunico (BZ)Tel. 0474 555608 - Fax 0474 531310 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,00ROVERETO (TN)C.so Verona 138/a Loc. Lizzana38068 Rovereto (TN)Tel. 0464 425436 - Fax 0464 425434E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,00 / 14,00-18,00TRENTOVia Maccani, 94/A - 38100 TrentoTel. 0461 828171 - Fax 0461 828172 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,00 / 14,00-18,00

UMBRIAPONTE SAN GIOVANNI (PG)Via della Valtiera, 225/BLoc. Collestrada 06087 Ponte San Giovanni (PG) Tel. 075 5996618 - Fax 075 5996131 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-13,00 / 14,00-18,30TERNIVia Narni, 194/196 - 05100 Terni Tel. 0744 817289 - Fax 0744 817296 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 15,00-19,00

SAINT-CHRISTOPHE (AO)Via Grand Chemin, 6611020 Saint-Christophe (AO) Tel. 0165 363991 - Fax 0165 261848 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30

VENETOMESTRE (VE)Via Miranese, 178/C30174 Mestre (VE) Tel. 041 5442704 - Fax 041 5442708 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30 (Ven. 14,00-18,00)PADOVAVia Vigonovese, 79/C - 35127 Padova Tel. 049 760498 - Fax 049 760460 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30ROMANO DÕEZZELINO (VI)Via San Giovanni Battista de la Salle, 41

Tel. 0424 382564 - Fax 0424 382652 E-mail: [email protected] Orari: 8,00-12,30 / 14,30-18,0SAN VENDEMIANO (TV)Via Friuli 7/A31020 San Vendemiano (TV) Tel. 0438 403085 - Fax 0438 403070 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30TREVISOVia M. Grimaldi Prati, 1/331100 Treviso Tel. 0422 424522 Fax 0422 424579 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30VERONAVia Roveggia, 122 - 37135 Verona Tel. 045 8202188 - Fax 045 8202190 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,30VICENZAVia Divisione Folgore, 2836100 Vicenza Tel. 0444 928153 - Fax 0444 928152 E-mail: [email protected] Orari: 8,30-12,30 / 14,30-18,[email protected] www.hilti.it

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