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Nella incantata val Zebrù, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, a 2877 mt, fra le vette del gruppo dell’Ortles-Cevedale il Rifugio Quinto Alpini si adagia su uno sperone di roccia che guarda verso il gruppo del Bernina, meta e base d’appoggio per escursionisti ed alpinisti alla ricerca della pace e delle emozioni che ancora pochi posti possono regalare… Un modo di vivere la montagna lontano da clamori e mondanità, a stretto contatto con pietre millenarie, animali selvaggi. E silenzio. Itinerario La val Zebrù, da Niblogo al Rifugio Quinto Alpini. (sentiero 29, rosso bianco), Sotto il profilo della conservazione della natura in un territorio costituito in Parco Nazionale, la Val del Zebrù rappresenta forse l'area più importante e più indicativa dell'intero Parco. All'imbocco della valle, tra l'abitato di Sant'Antonio e il villaggio di San Gottardo, il torrente Zebrù ha inciso i depositi morenici degli antichi ghiacciai quaternari, formando una forra stretta e profonda che continua fino alla località Ponte di Peceneccio, dove si ha la confluenza del rio Ardof nello Zebrù. L'itinerario a piedi non percorre questa forra, ma parte da Niblogo, a 1600 m, sopra Sant'Antonio, e attraversa in quota il pendio fino a Ponte di Peceneccio, dove è stata costruita la «Porta del Parco» e dove sono indicati i percorsi naturalistici che possono essere seguiti dai visitatori in questo settore del Parco. La valle è ancora stretta, angusta e, specialmente nei periodi piovosi, pericolosa per le continue frane e gli smottamenti dei suoi fianchi. Presso le Baite del Zebrù la valle incomincia ad allargarsi e assume un aspetto più dolce per la presenza di prati aperti tra i meravigliosi boschi di larice, abete, cembro, che ne ricoprono i versanti. Oltrepassato il ponte di Pecè, dove si possono ammirare due antiche baite appena sopra la strada nei prati al limite del bosco, si raggiunge la località Pramighen, dove il torrente scorre in un pianoro alluvionale ampio e spazioso. Si possono ammirare, appena sopra le baite, alcuni esemplari di pino cembro di età superiore ai 200 anni. La strada segue il fondovalle in leggera pendenza, tra un bel bosco di pino mugo sul versante meridionale e di larice e abete rosso su quello settentrionale. Magnifici prati, dall'intensa colorazione specialmente in primavera, occupano l'intero fondovalle fino alle Baite di Campo (dove è stato costruito il Rifugio Campo - mt. 2000, circa 2 ore), una delle località più suggestive e di incomparabile bellezza paesaggistica di tutta la valle. Gita Al Rifugio Quinto Alpini Gita Al Rifugio Quinto Alpini Traversata al Rifugio Pizzini Traversata al Rifugio Pizzini Val Zebrù (Parco Nazionale dello Stelvio) Val Zebrù (Parco Nazionale dello Stelvio) In caso di necessità comunicare Con il: 346.4233397 98 ESCURSIONI 2010 U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti Italiani Sezione “Alberto Casari” Bergamo L.go Porta Nuova, 10 24122 Bergamo Tel. Fax. 035.239405 www.bergamo.uoei.it e-mail:[email protected] Rifugio V° ALPINI m. 2878 in val Zebrù da Niblogo (Bormio) m 1600 in ore 4:15 (1277 m dislivello). Possibiltà di salita con navetta a Baita del Pastore m 2166 (dislivello 711 m – 2 ore) - Partenza: ore 5:00 Ritorno: Traversata al rifugio Pizzini (3 ore) per il passo di Zebrù m 3010) Discesa al rifugio Forni (1-1:30 ore) e quindi a Santa Caterina Valfurva (1 ora – possibile utilizzare navetta) Coordinatori: Gabriele Vecchi, Lorenzo Gaini

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Nella incantata val Zebrù, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, a 2877 mt, fra le vette del gruppo dell’Ortles-Cevedale il Rifugio Quinto Alpini si adagia su uno sperone di roccia che guarda verso il gruppo del Bernina, meta e base d’appoggio per escursionisti ed alpinisti alla ricerca della pace e delle emozioni che ancora pochi posti possono regalare… Un modo di vivere la montagna lontano da clamori e mondanità, a stretto contatto con pietre millenarie, animali selvaggi. E silenzio.

ItinerarioLa val Zebrù, da Niblogo al Rifugio Quinto Alpini. (sentiero 29, rosso bianco),

Sotto il profilo della conservazione della natura in un territorio costituito in Parco Nazionale, la Val del Zebrù rappresenta forse l'area più importante e più indicativa dell'intero Parco. All'imbocco della valle, tra l'abitato di Sant'Antonio e il villaggio di San Gottardo, il torrente Zebrù ha inciso i depositi morenici degli antichi ghiacciai quaternari, formando una forra stretta e profonda che continua fino alla località Ponte di Peceneccio, dove si ha la confluenza del rio Ardof nello Zebrù.

L'itinerario a piedi non percorre questa forra, ma parte da Niblogo, a 1600 m,

sopra Sant'Antonio, e attraversa in quota il pendio fino a Ponte di Peceneccio, dove è stata costruita la «Porta del Parco» e dove sono indicati i percorsi naturalistici che possono essere seguiti dai visitatori in questo settore del Parco. La valle è ancora stretta, angusta e, specialmente nei periodi piovosi, pericolosa per le continue frane e gli smottamenti dei suoi fianchi. Presso le Baite del Zebrù la valle incomincia ad allargarsi e assume un aspetto più dolce per la presenza di prati aperti tra i meravigliosi boschi di larice, abete, cembro, che ne ricoprono i versanti.

Oltrepassato il ponte di Pecè, dove si possono ammirare due antiche baite appena sopra la strada nei prati al limite del bosco, si raggiunge la località Pramighen, dove il torrente scorre in un pianoro alluvionale ampio e spazioso. Si possono ammirare, appena sopra le baite, alcuni esemplari di pino cembro di età superiore ai 200 anni. La strada segue il fondovalle in leggera pendenza, tra un bel bosco di pino mugo sul versante meridionale e di larice e abete rosso su quello settentrionale. Magnifici prati, dall'intensa colorazione specialmente in primavera, occupano l'intero fondovalle fino alle Baite di Campo (dove è stato costruito il Rifugio Campo - mt. 2000, circa 2 ore), una delle località più suggestive e di incomparabile bellezza paesaggistica di tutta la valle.

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Val Zebrù (Parco Nazionale dello Stelvio)Val Zebrù (Parco Nazionale dello Stelvio)

In caso di necessità comunicareCon il: 346 .4233397

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ESCURSIONI 2010U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti ItalianiSezione “Alberto Casari” Bergamo

L.go Porta Nuova, 1024122 BergamoTel. Fax. 035.239405www.bergamo.uoei.ite-mail:[email protected]

Rifugio V° ALPINI m. 2878 in val Zebrùda Niblogo (Bormio) m 1600 in ore 4:15 (1277 m dislivello).Possibiltà di salita con navetta a Baita del Pastore m 2166 (dislivello 711 m – 2 ore) - Partenza: ore 5:00Ritorno: Traversata al rifugio Pizzini (3 ore) per il passo di Zebrù m 3010) Discesa al rifugio Forni (1-1:30 ore) e quindi a Santa Caterina Valfurva (1 ora – possibile utilizzare navetta)Coordinatori: Gabriele Vecchi, Lorenzo Gaini

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Proprio in queste località si possono con facilità avvistare, specialmente in primavera, cervi, caprioli, camosci e stambecchi. Con due tornanti la strada si porta alla Baita del Pastore a quota 2166, ubicata sul conoide formato dal torrente del Rin Mare, in una conca aspra e selvaggia dominata dalla cerchia dei monti Zebrù, Cima della Miniera, Cime del Forno, Cima della Manzina e Monte Confinale. Più oltre la salita diventa più difficile ed impegnativa. Alla Baita del Pastore si possono ammirare gli stambecchi, di solito pigramente sdraiati al sole sotto le rocce della sovrastante parete rocciosa del Sasso Rotondo o i camosci che pascolano tra i contrafforti della Cima della Manzina.

Proseguendo oltre questo punto ci si addentra nelle aree glaciali, salendo a sinistra verso il ghiacciaio dello Zebrù si raggiunge il rifugio «V° Alpini» alla testata della Val del Rio Marè, proseguendo diritti si arriva ai Passi del Zebrù, dove è ubicato un posto di osservazione. Noi seguiamo il sentiero per il Quinto Alpini dove pernotteremo, la salità al paso di Zebrù è riservata al secondo giorno.

Da qui la strada prosegue con una serie di tornanti che fanno guadagnare quota e il paesaggio muta, allargandosi in verdi prati adibiti al pascolo, per arrivare alla grande e varia morena della Val Rio Marè. La strada sterrata sterrata prosegue, fino a diventare un comodo sentiero che porta al rifugio, ben visibile sul costone roccioso, ai piedi del Monte Zebrù con sullo sfondo l’imponente cresta (Hochjochgrat) dell’Ortles. (Tempo di percorrenza a piedi da Niblogo: 4 - 4:30 h. - 2 ore usufruendo del servizio jeep - Ricordiamo che dal parcheggio di Niblogo è sempre attivo il servizio navetta che, percorrendo la carrozzabile, offre trasporto fino alla Baita del Pastore).

Agli interessati di mineralogia e geologia, la Val del Zebrù offre un bellissimo esempio di contatto mineralizzato tra le rocce sedimentarie e le rocce metamorfiche alla Cima della Miniera, così chiamata perchè nel 1700 veniva estratta la pirite e dove tuttora sono presenti i resti delle antiche lavorazioni per l'estrazione del minerale.

Al Rifugio Pizzini per il sentiero “5° alpini” (n° 30) attraverso i passi Zebrù (3010 mt.)

Tra i più panoramici e spettacolari sentieri del Parco Nazionale dello Stelvio che, in 3 ore circa di cammino attraversa tre delle più belle valli della zona nella parte più alta e tranquillità della Val Zebrù, una delle zone meno frequentate. Per questo motivo l'escursionista ha buone possibilità di osservare gli animali del Parco, in particolare di imbattersi in numerosi branchi di stambecchi, circondati da pietre dai mille colori e sfumature . La solitudine che ci accompagna in questo percorso e l'asprezza selvaggia dei luoghi fa da contrasto con la strada che risale la Val Zebrù, una delle più frequentate dai turisti, fino alla Baita del Pastore. (Tempo di percorrenza ore 3, Escursionistico - il percorso è comunque adatto anche a famiglie e a gruppi numerosi).

Dal Rif. V° Alpini si segue il sen.30/B fino ad incrociare più in basso il n.30-30/A che si percorrerà in direzione del P.so dello Zebrù - Rifugio Pizzini. Il P.so dello Zebrù m. 3001, rappresenta il punto più alto e il più particolare dell’intero percorso. (in caso di innevamento questo tratto del percorso potrebbe presentare maggiori difficoltà, anche se i problemi maggiori si trovano percorrendolo in senso opposto). Oltrepassato questo valico il sentiero, tutto in discesa, conduce al Rif. Pizzini m. 2700. Dopo una sosta ristoratrice, riprendiamo il cammino su sent. 28/C , che porta al Rif. Branca m. 2487. Successivamente il sent. 28/A, conduce al Rif. dei Forni m. 2176 da dove, a piedi o con “bus navetta”, si può raggiungere S. Caterina Valfurva m. 1738, dove sarà il nostro pullman in attesa. Dislivelli: salita m. 400, discesa m. 850; durata ore 5:30 - 6:30..

Dal rifugio Pizzini, si può anche seguire il sentiero che a monte della strada che scende al rifugio Forni, lungo il versante destro della valle

di Cedec e tenendosi sempre più alto della strada stessa va a congiungersi con il sentiero 27 b poco oltre le baite dei Forni, proseguendo in leggero saliscendi in quota, si raggiunge il sentiero 27 e, poco prima delle case di di Ables, il sentiero n.34 che scende abbastanza ripido a Santa Caterina Valfurva.

Rifugio Pizzini