Gita a Torino
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23-Mar-2016Category
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Alla scoperta della Torino
capitale Italiana del Liberty, d e l l Eclettismo e d e l l eleganza dei Cortili nascosti________________________________
La stagione artistica della Bella Epoque tra 800 e 900IL L I B E R T Y
ha interessato Torino coinvolgendo varie discipline artistiche tra cui le arti applicate e, prevalentemente, larchitettura, il cui esponente primario fu larchitetto Torinese Pietro Fenoglio, che contribu in modo eclatante a garantirne il titolo di Torino, la capitale Italiana del Liberty. Nei 20 anni a cavallo tra l800 e il 900, Torino si pose al centro di un movimento di rinnovamento che la aiut a ritrovare un ruolo di sostanza, dopo la perdita del lustro di Capitale dItalia, nello stile floreale della corrente stilistica del Liberty
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APUAMATERLE ATTIVITA di
GITA A TORINO - 24-25 APRILE 2013
I PROTAGONISTIDEL LIBERTY
TORINESE
l ARCHITETTURA
Il maggiore protagonista del Liberty torinese fu indubbiamente Pietro Fengolio, che si dedic per circa tredici anni alla realizzazione di oltre duecento progetti tra ville, palazzi ed edifici industriali, molti dei quali concentrati nell'area di Corso Francia e vie adiacenti. L'opera di Fenoglio caratterizzata dai colori pastello, dalle decorazioni che alternano soggetti floreali a elementi geometrici circolari e dal largo uso di cornici in litocemento, accostato all'eleganza decorativa, talvolta ardita, del ferro e del vetro, facendone materiali privilegiati.Degni di nota, in via Piffetti due esempi del 1908, di Giovanni Gribodo. Nel quartiere S.Donato, vi sono altri esemplari di edifici Liberty in via Durandi,
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DETTAGLIO DINTERNI DELLA GALLERIA SUBALPINA 1
LA VILLA SCOTT (1902) DELL ARCHITETTO P. FENOGLIO
PALAZZO LIBERTY TRA CORSO FIUME E VIA BICOCCA
VILLA IN VIA PIFFETTI (1908) DELLARCHITETTO G.IOVANNI GRIBODO
CAFFE BARATTI
CASA FENOGLIO - LA FLEUR
PORTALE DELLA CASA TASCA
. . . via Cibrario e ancora in via Piffetti, al civico 35; mentre di Giovan Battista Benazzo sono Casa Tasca (1903), che ostenta decori floreali, motivi geometrici circolari e ricche decorazioni in ferro battuto per ringhiere e finestre.
In contemporanea allemergere nel ruolo di capitale industriale italiana, Torino diviene un polo di sperimentazione dellEclettismo architettonico internazionale. Il metodo eclettico,
adottato da molti professionisti torinesi, influenza profondamente le trasformazioni urbanistiche e architettoniche della citt del secondo Ottocento.
Una delle definizioni pi note dellEclettismo architettonico fornita dallo studioso e architetto torinese Roberto Gabetti (Torino 1925-2000), che descrive il metodo eclettico come la sistematica tendenza ad accogliere consapevolmente, attraverso lanalisi di monumenti appartenenti a civilt lontane nel tempo e nello spazio, elementi da ricomporre secondo coerenti principi storici (composizione stilistica), modi tipologici caratteristici della destinazione di ciascun edificio (religiosi termali ferroviari) o ancora secondo accostamenti bizzarri e stimolanti.Alla base dellemergere delleclettismo sono, secondo Gabetti, i cambiamenti economici, sociali e culturali pi significativi dellOttocento europeo: il variare dei sistemi di produzione edilizia e lemergere di una committenza borghese, la centralit delle scuole di architettura e di ingegneria quali centri di diffusione delle culture costruttive, la domanda di infrastrutture e servizi delle citt industriali. La circolazione sempre pi ampia dei modelli figurativi e tipologici che connotano la produzione eclettica daltra parte garantita dallaumentare degli scambi commerciali e culturali
ECLETTISMO
LECLETTISMO
del Capoluogo
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FACCIATA INTERNA DEL PALAZZO CARIGNANOSTAZIONE DI PORTA NUOVA
FACCIATA ESTERNA DEL PALAZZO CARIGNANO
CURIOSIT_________________LArchitetto Guarino Guarni, progettista del Palazzo Carignano, seccato dalle proteste dei torinesi per la novita della facciata del palazzo, decor le colonne di contorno con . . . orecchie dasino per un suo personalissimo e silenzioso insulto al conservativismo ostinato dei torinesi.
L ELEGANZA della citt di Torino si manifesta anche negli atri e nelle corti dei suoi palazzi, come quello del Palazzo Carpano qui sopra e il primo in basso a sinistra, che usano raffinati stili architettonici, spazi, aperture sui giardini e proporzionati inviti allo sguardo e al movimento, per dare il benvenuto a chi entra. Oltrepassando il portone non si ha la sensazione di una maestosita inibitoria, ma piuttosto quella di unaccoglienza calda e graduale, che ci invita alla scoperta continua di nuove prospettive, percezioni e movimenti che ci indirizzano al centro.
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i ATRI E CORTI
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altre
CORTI
ed
ATRI
LA VILLA DELLA REGINA
Un gioiello barocco ritornato all'antico splendore
La villa fu voluta dal Cardinal Maurizio di Savoia, edificata su progetto di Ascanio Vitozzi all'inizio del Seicento, venne ristrutturata su progetto di Juvarra che nella prima met del Settecento prest attenzione soprattutto alla villa in rapporto al complesso dei giardini. La residenza ducale costitu un modello per le "vigne" e le ville dell'aristocrazia e della borghesia. La villa, al centro dei giardini all'italiana, si sviluppa al Piano nobile dal grandioso salone centrale con le straordinarie scenografie di Giuseppe Dallamano, c. 1733, i dipinti di Corrado Giaquinto e Giovan Battista Crosato. Dal salone si accede agli Appartamenti Reali riccamente decorati, nei quali trova posto in modo esemplare il gusto settecentesco per le "cineserie".
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punti di
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IL CUORE PULSANTE DI TORINO
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PALAZZO MADAMALa casa dei secoli il Palazzo Madama. Nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia nella sua decrepitudine varia. [...] Il Palazzo Madama come una sintesi di pietra di tutto il passato torinese, dai tempi delle origini, dall'epoca romana, ai giorni del nostro Risorgimento.(Guido Gozzano, L'Altare del Passato, La casa dei secoli)
Collocato nel cuore della citt storica, nell'ampia Piazza Castello, Palazzo Madama uno degli edifici monumentali pi rappresentativi del Piemonte. Sorto sull'antica porta di accesso al castrum romano del I sec. a.C. (la Porta Decumana), sub nel tempo varie trasformazioni sino a divenire fortezza, castello e residenza ufficiale di due duchesse di casa Savoia, le quali, divenute reggenti per i propri figli, vollero fregiarsi del titolo di "Madame Reali", motivo per cui nell'Ottocento il Palazzo prese il nome che lo rende noto. Fu proprio la seconda Madama Reale a intraprendere le opere di rinnovamento che trasformarono il castello medievale nel palazzo che conosciamo oggi, con l'imponente scalone d'onore, progettato e realizzato da Filippo Juvarra tra il 1718 e il 1721. Nel maggio 1848 vi si tenne la seduta inaugurale del Senato del Regno di Sardegna, che sanc l'impegno della dinastia sabauda a realizzare l'unificazione dell'Italia.
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Il Castello di Pralormo
La STORIA Lorigine del castello risale al XIII secolo, quando era una fortezza, a pianta quadrata, per la difesa del territorio. Dal Medioevo sino allinizio del XIX secolo ledificio era circondato da un fossato e vi si accedeva attraverso un ponte levatoio ed una rampa che correva parallela alla facciata ovest, al posto dellattuale portico dingresso. La storia del castello si intreccia naturalmente con quella delle famiglie che lo possedettero nel corso dei secoli. I fondatori furono i Signori di Anterisio, antica famiglia scomparsa nei secoli bui, che riferiva al Vescovo di Asti. Poi la fortezza pass nellorbita dei Biandrate, importanti feudatari imperiali, ma dopo lo scontro tra questa importante famiglia e il Comune di Asti avvenuto nel 1275, intorno al 1300 pervenne ai Roero di Pralormo, che ampliarono il Castello, arricchendolo di due torri rotonde a nord ovest e sud est e di un grande torrione a sud ovest. Nel 1830-40 il conte Carlo Beraudo di Pralormo, divenne unico proprietario del Castello e ne fece trasformare gli ambienti interni in una prestigiosa dimora di rappresentanza dallarchitetto Ernesto Melano, architetto di corte artefice della trasformazione del Castello Reale di Racconigi. Il conte chiam anche il famoso architetto paesaggista tedesco Xaver Kurten che cre il magnifico parco allinglese. Sul finire del secolo il nipote del conte, fece edificare lOrangerie, la grandiosa Cascina (1875) e la bellissima serra in vetro e ferro dei Fratelli Lefebvre di Parigi.
Gianduja la maschera del Piemonte nella tradizione carnascialesca, e deriva dalla locuzione Gioann dla doja ovvero Giovanni del boccale.
Gianduja
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In seguito a un viaggio in Olanda, Consolata Pralormo nel 1999 pens di dar vita nel parco storico del Castello di famiglia ad un grande evento dedicato al tulipano
Il Castello di Pralormo ci ha regalato un piacevole momento della prima parte della gita a Torino, accogliendoci nel sole del grande parco, tra i tulipani e alombra delle magnifiche piante secolari sapientemente distribuite dallArchitetto paesaggista Xaver Kurten.
foto RICORDO
di due giornate di c o n d i v i s i o n e d i interessi comuni in q u e s t a s p l e n d i d a Torino, fittissima di s t