Girotti depliant

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La vita Nasce ad Alba il 19 luglio 1905 da umile famiglia. A tredici anni entra nel seminario domenicano di Chieri e, dopo aver pronunciato la professione reli- giosa nel 1923, viene ordinato sacerdote il 3 agosto 1930 a Chieri. Si laurea in teologia a Torino e si specializza nell’interpretazione delle Sacre Scritture presso l’Angelicum a Roma e l’École bibli- que di Gerusalemme. Comincia così una carriera come appassionato biblista e teologo, pubblicando testi apprezzati ed encomiati, e come insegnante presso il Seminario teologico domenicano di Torino di S. Maria delle Rose. Nello stesso tempo è impe- gnato in varie opere caritative, specialmente presso l’Ospizio dei “poveri vecchi”. La sua personalità indipendente, anticonformista e spesso ironica, però, non è sempre apprezzata. Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione tedesca e la nascita della Repubblica Sociale Italiana, Girotti, all’insaputa dei suoi superiori, diventa il centro di una vasta rete di sostegno a favore dei par- tigiani e soprattutto degli ebrei, per molti dei quali, in quel momento di persecuzione e sofferenza, si impegna a trovare nascondigli sicuri e documenti di identità falsi. Per questa sua attività viene arrestato il 29 agosto 1944 e imprigionato a Torino nel carcere Le Nuove. Viene trasferito dapprima a Milano nel car- cere di San Vittore, quindi nel lager di Gries a Bolzano e infine, il 5 ottobre 1944, a Dachau. Secondo la testimonianza di don Angelo Dalmasso, altro sacerdote che con lui ha condiviso la detenzio- ne a Dachau, Girotti vi si distingue per la sua gene- rosità nei confronti degli altri internati e come “por- tatore della Parola di Dio”. Rinchiuso nella barac- ca 26, in cui sono ammassati un migliaio di ecclesia- stici, si ammala ed è ricoverato in infermeria. Qui il giorno di Pasqua (1º aprile) 1945, non anco- ra quarantenne, muore. Sulla sua cuccetta i suoi compagni scrissero: “Qui dormiva San Giuseppe Gi- rotti”. Nel 1995 il Governo di Gerusalemme gli ha conferito l’onorificenza di “Giusto tra le genti”, assegnata a coloro che hanno sacrificato la vita per aiutare le vittime dell’Olocausto. “Santa passione per la Parola di Dio” È una passione che il Servo di Dio ha potuto nutri- re presso l'École Biblique di Gerusalemme, come discepolo del fondatore padre M.-J. Lagrange al quale ha espresso in modo pubblico la “gratitudi- ne più profonda” e il suo “attaccamento più fede- le”. La Parola è roccia che sostiene e protegge dagli intrighi umani, così come la Parola di Dio è ali- mento spirituale che rinvigorisce la ragione, forti- fica l'anima, accende l'amore per la Sapienza e libera dalle irragionevoli passioni, trasferendo chi la medita nel cielo stesso. Da questa scelta, tutt'altro che arbitraria, traspa- re come lo studio della Parola per il Servo di Dio non fosse qualcosa di prossimo ad un mestiere, bensì costituisse il mezzo di quella contemplazione che nutre ogni figlio di san Domenico portandolo a comunicare agli altri ciò che si è contemplato. “Tutto quello che faccio è solo per Carità” Il suo impegno a favore degli ebrei è il coronamento di tutta una vita spesa in aiuto dei miseri, siano essi dei perseguitati, dei bisognosi o delle persone abbandonate, poiché “era un uomo – scrive il suo confratello padre Bosco – che non si dava mai pace, finché non avesse fatto tutto il possibile per aiutare chi si rivolgeva a lui”. Che cosa faceva “per carità”, oltre che proteggere gli ebrei dalla furia nazifascista? Qualche esempio. - Chiedeva a medici suoi amici di curare gratis ammalati poveri. - Un suo conoscente gli parlò del freddo che lui e i suoi familiari pativano in casa: si vide arrivare da Alba mezzo cassone di gusci di nocciola, rotti; get- tati in una stufa, furono un ottimo combustibile per tutto l’inverno. - Un suo amico prete gli parlò di un suo conoscente che viveva nell’indigenza: padre Girotti procurò al poveretto pane, patate, salame ed altro. Per aiutare i poveri chiedeva e/o donava ad alcuni sacerdoti suoi conoscenti tutto ciò che era utile a superare le difficoltà dovute alla guerra in corso. Appartenendo ad un Ordine di mendicanti, realiz- zava la sua vocazione mendicando per il prossimo. Il più eccezionale esempio di carità lo dette nel campo di Dachau. Un prigioniero domenicano tede- sco aveva ricevuto in dono dai suoi del cibo: passò a padre Girotti un pezzo di formaggio e questi lo passò ad un giovane prete, dicendogli: “Prendi, tu sei giovane, ne hai più bisogno di me”. Ma non soltanto opere di carità materiale egli usò verso i bisognosi, ma anche opere di carità spiritua- le. Erano note a tutti i suoi confratelli le visite che faceva ai ricoverati nella grande casa di riposo, situata vicino al convento in cui risiedeva: trascorre- va tempo con i vecchietti, consolandoli e celiando La Chiesa fu, è e sempre sarà l’unico rifugio del senso di umanità, di amore e di misericordia; rifu- gio della verità, dei principi della retta ragione, della civiltà e della cultura; unica istituzione che rifletta perfettamente la legge eterna del Regno di Cristo Re. (G. Girotti) L’effetto della gratitudine di un’anima mossa da Dio è il desiderio grande che lui sia lodato in tutto il mondo. Quel che l’uomo fa non è nulla, e le opere sue bisogna metterle in tacere; solo le opere del Signore devono essere proclamate, perché il suo nome solo è grande. Questo, un’anima umile e rico- noscente, vorrebbe farlo comprendere, se potesse, a tutta la terra. (G. Girotti) Maria Santissima è così bella, che, dopo Dio, non si può concepire bellezza maggiore. Che cosa difatti vi ha di più puro, di più candido, di Colei che lo splen- dore della luce eterna elesse a sua Madre, di Colei che concepì e partorì la fonte della bellezza dell’uni- verso. (G. Girotti)

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La vitaNasce ad Alba il 19 luglio 1905 da umile famiglia.A tredici anni entra nel seminario domenicano diChieri e, dopo aver pronunciato la professione reli-giosa nel 1923, viene ordinato sacerdote il 3 agosto1930 a Chieri. Si laurea in teologia a Torino e sispecializza nell’interpretazione delle SacreScritture presso l’Angelicum a Roma e l’École bibli-que di Gerusa lem me. Comincia così una carrieracome appassionato biblista e teologo, pubblicandotesti apprezzati ed encomiati, e come insegnantepresso il Seminario teologico domenicano di Torinodi S. Maria delle Rose. Nello stesso tempo è impe-gnato in varie opere caritative, specialmente pressol’Ospizio dei “poveri vecchi”. La sua personalitàindipendente, anticonformista e spesso ironica,però, non è sempre apprezzata. Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione tedescae la nascita della Repubblica Sociale Italiana,Girotti, all’insaputa dei suoi superiori, diventa ilcentro di una vasta rete di sostegno a favore dei par-tigiani e soprattutto degli ebrei, per molti dei quali,in quel momento di persecuzione e sofferenza, siimpegna a trovare nascondigli sicuri e documenti diidentità falsi.Per questa sua attività viene arrestato il 29 agosto1944 e imprigionato a Torino nel carcere LeNuove. Viene trasferito dapprima a Milano nel car-cere di San Vittore, quindi nel lager di Gries aBolzano e infine, il 5 ottobre 1944, a Dachau.Secondo la testimonianza di don Angelo Dalmasso,altro sacerdote che con lui ha condiviso la detenzio-ne a Dachau, Girotti vi si distingue per la sua gene-rosità nei confronti degli altri internati e come “por-tatore della Parola di Dio”. Rinchiuso nella barac-ca 26, in cui sono ammassati un migliaio di ecclesia-

stici, si ammala ed è ricoverato in infermeria. Qui il giorno di Pasqua (1º aprile) 1945, non anco-ra quarantenne, muore. Sulla sua cuccetta i suoicompagni scrissero: “Qui dormiva San Giuseppe Gi -rot ti”. Nel 1995 il Governo di Gerusalemme gli haconferito l’onorificenza di “Giusto tra le genti”,assegnata a coloro che hanno sacrificato la vita peraiutare le vittime dell’Olo cau sto.

“Santa passione per la Parola di Dio”È una passione che il Servo di Dio ha potuto nutri-re presso l'École Biblique di Gerusalemme, comediscepolo del fondatore padre M.-J. Lagrange alquale ha espresso in modo pubblico la “gratitudi-ne più profonda” e il suo “attaccamento più fede-le”. La Parola è roccia che sostiene e protegge dagliintrighi umani, così come la Parola di Dio è ali-mento spirituale che rinvigorisce la ragione, forti-fica l'anima, accende l'amore per la Sapienza elibera dalle irragionevoli passioni, trasferendo chila medita nel cielo stesso. Da questa scelta, tutt'altro che arbitraria, traspa-re come lo studio della Parola per il Servo di Dionon fosse qualcosa di prossimo ad un mestiere,bensì costituisse il mezzo di quella contemplazioneche nutre ogni figlio di san Domenico portandolo acomunicare agli altri ciò che si è contemplato.

“Tutto quello che faccio è solo per Carità”Il suo impegno a favore degli ebrei è il coronamentodi tutta una vita spesa in aiuto dei miseri, siano essidei perseguitati, dei bisognosi o delle personeabbandonate, poiché “era un uomo – scrive il suo

confratello padre Bosco – che non si dava mai pace,finché non avesse fatto tutto il possibile per aiutarechi si rivolgeva a lui”.Che cosa faceva “per carità”, oltre che proteggeregli ebrei dalla furia nazifascista?Qualche esempio.- Chiedeva a medici suoi amici di curare gratis

ammalati poveri.- Un suo conoscente gli parlò del freddo che lui e i

suoi familiari pativano in casa: si vide arrivare daAlba mezzo cassone di gusci di nocciola, rotti; get-tati in una stufa, furono un ottimo combustibileper tutto l’inverno.

- Un suo amico prete gli parlò di un suo conoscenteche viveva nell’indigenza: padre Girotti procurò alpoveretto pane, patate, salame ed altro.

Per aiutare i poveri chiedeva e/o donava ad alcunisacerdoti suoi conoscenti tutto ciò che era utile asuperare le difficoltà dovute alla guerra in corso.Appartenendo ad un Ordine di mendicanti, realiz-zava la sua vocazione mendicando per il prossimo.Il più eccezionale esempio di carità lo dette nelcampo di Dachau. Un prigioniero domenicano tede-sco aveva ricevuto in dono dai suoi del cibo: passò apadre Girotti un pezzo di formaggio e questi lopassò ad un giovane prete, dicendogli: “Prendi, tusei giovane, ne hai più bisogno di me”.Ma non soltanto opere di carità materiale egli usòverso i bisognosi, ma anche opere di carità spiritua-le. Erano note a tutti i suoi confratelli le visite chefaceva ai ricoverati nella grande casa di riposo,situata vicino al convento in cui risiedeva: trascorre-va tempo con i vecchietti, consolandoli e celiando

La Chiesa fu, è e sempre sarà l’unico rifugio delsenso di umanità, di amore e di misericordia; rifu-gio della verità, dei principi della retta ragione,della civiltà e della cultura; unica istituzione cherifletta perfettamente la legge eterna del Regno diCristo Re. (G. Girotti)

L’effetto della gratitudine di un’anima mossa daDio è il desiderio grande che lui sia lodato in tuttoil mondo. Quel che l’uomo fa non è nulla, e le operesue bisogna metterle in tacere; solo le opere delSignore devono essere proclamate, perché il suonome solo è grande. Questo, un’anima umile e rico-noscente, vorrebbe farlo comprendere, se potesse, atutta la terra. (G. Girotti)

Maria Santissima è così bella, che, dopo Dio, non sipuò concepire bellezza maggiore. Che cosa difatti viha di più puro, di più candido, di Colei che lo splen-dore della luce eterna elesse a sua Madre, di Coleiche concepì e partorì la fonte della bellezza dell’uni-verso. (G. Girotti)

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con loro, in dialetto piemontese. Ciò è spiegabileanche per il carattere di questo giovane frate, che èdescritto dai suoi conoscenti nei seguenti termini:“spirito sempre aperto”, “umile e generoso”; “trop - po modesto, troppo ‘terra-terra’, “un po’ trasanda-to nel modo di vestire e di agire”, “bonaccione, e -spansivo”. Le testimonianze sul suo essere “umile egioioso” sono molteplici. Persino nel campo di con-centramento mostrò “uno spirito ilare e sereno e nonsi lamentava mai”: poiché come lavoro forzato dove-va lavorare in un campo di patate, scrisse al suoamico don Natale Bussi: “Ora faccio l’ortolano”.

“Con la preghiera dunque, con una vita vissuta san-tamente, con studio della verità si compia il nostroterreno cammino sacerdotale”: con queste paroleprofetiche padre Girotti concludeva l’omelia sul-l’unità dei cristiani pronunciata a Dachau il 21 gen-naio 1945, pochi mesi prima di morire: un testamen-to spirituale che esprime una profonda esperienzadi fede.

Beato Giuseppe Girottiun domenicano

martire della fede nell’inferno di Dachau

Non si va lontano nella ricerca, nella compagnia, nell’amore di Gesù

senza incontrare la prova e la persecuzione.(G. Girotti)

Movimento Domenicano del Rosariovia IV Novembre 19/E - 43012 Fontanellato

Tel 0521 822899 - Cell 335 [email protected] - http://www.sulrosario.org

Preghiera

O Eterno Padre,ti ringraziamo per aver donato

alla tua Chiesail Beato Giuseppe Girotti.

Egli ha nutrito il tuo popolocon la Parola che illumina

e la Grazia che salva.Per amore dei fratelli ha offerto,

come il tuo Figlio,Gesù, tutto se stessofino al dono della stessa vita.

Aiuta anche noia lasciarci illuminare dalla Parola

e ad essere testimoni credibili del Vangelo,

e per intercessione del Beato Giuseppe Girotti

concedici la grazia che ti chiediamo ...Amen.

Santa Maria del Rosario, prega per noi.Beato Giuseppe Girotti, prega per noi.

(CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA)