Giovanni Scarabello - Il martirio di Venezia durante la Grande Guerra e l'opera di difesa della...

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Cronache degli eventi bellici della Grande Guerra in relazione a Venezia e all'opera di difesa della città da parte della marina militare italiana (1° Volume).

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  • 1. GIOVANNI SCARABELLO IL MARTIRIO DI VENEZIA D U R A N T E LA G R A N D E G U E R R A E L O P E R A DI D IFESA D ELLA M A R IN A IT A L IA N A Consta di cinquecento facciate, in due volum i del formato 25 x 35 linemente rilegati in tela azzurra con impressioni in oro. Questopera che, per l'aggiunta di altri preziosissimi documenti inseriti durante il corso di stampa del secondo volum e, contiene 750 illustrazioni (anzich 725 com e risulterebbe dai frontespizi dei due volum i) riprodotte da fotografe di raro interesse storico ed in parie inedite, la commossa rievocazione del duro sacrificio al quale fu sot toposta Venezia durante il periodo travagliato ma glorioso della grande guerra, e della leggendaria difesa, sia per terra che per mare, opposta dalla nostra eroica Marina, come risulta dal Foglio d Ordini N. 105 del Ministero della Marina - Gabinetto - in data 4 Maggio 1934 XT1, diramato a tutte le Autorit: La pubblicazione del cav. Scarabello: IL M A RTIR IO DI VENEZIA DURANTE LA GRANDE GU ERRA E L OPERA DI D I FESA DELLA M ARIN A ITALIA N A rievoca eil esalta nobilm ente, con ricca docum entazione fotografica e testo appropriato, il duro sa crificio al quale fu sottoposta Venezia negli anni di guerra, il coraggio e labnegazione del popolo veneziano e l'opera svolta ilalla It. Marina per la difesa della citt. La pregevole pubblicazione merita diffusione . Il costo dei volum i, di grande form ato, costituenti ] opera, legati in tela con impressioni in oro, vengono ceduti agli Enti ed al personale dipendente al prezzo ridotto di L. 100, oltre alle spese di im ballo e di spedizione. L autore acconsente che il pagamento venga anche fatto in dieci rate mensili. Per schiarimenti ed acquisti rivolgersi direttamente al Cav. G io vanni Scarabello S. Marco 1623 - Venezia oppure alPAmmini- sirazione del Gazzettino - Venezia. T u t t i g l i e s e m p l a r i d e v o n o p o r t a r e l a f i r m a d e l l a u t o r e T ir M Jt tu a r r iN O iu .u t ato- v i i

2. G IO V A N N I SCARABELLO G I OPERATORE IN GUERRA PER LA R. MARINA IL MARTIRIO DI VENEZIA DURANTE LA GRANDE GUERRA E L OPERA DI DIFESA DELLA MARINA ITALIANA VOLUME PRIMO CON 345 ILLUSTRAZIONI CONCESSE D A L L'U FFIC IO SPECIALE DEL MINISTERO DELLA MARINA - ORA UFFICIO STORICO AG LI EROICI DIFENSORI DI V E N E Z IA Q U EST O P E R A D E D IC A TA P E R C H S I A D I E S E M P I O A I V I V E N T I E A I P O S T E R I 3. P R O P R I E T A R T I S T I C A L E T T E R A R I A R I S E R V A T A A L L A U T O R E A N O R M A D E L L E V I G E N T I L E G G I ESEM PLAR E N. Tipografia del Gazzettino Illustrato - Venezia 1933 4. S O M M A R I O VOLUME PRIMO PARTE I. - Venezia in guerra 24 Maggio 1915 Alla dichiarazione di guerra dellItalia al lAustria. i quattro cavalli li San Marco scen dono dalla Basilica d'oro e Venezia inizia le opere li difesa per proteggere i suoi monu menti. PARTE II. - 11 Martirio di Venezia durante le in cursioni aeree, sotto il grandinar delle bombe nemiche. Nulla rispettato pur di colpire e Venezia trova nel suo popolo tpiel coraggio e quella abnegazione civica che non le sono mai ve nuti meno nelle sue gloriose tradizioni, dimo strando, come nel 1848-49, la tenace volont di resistenza. PARTE III. - La Difesa e Assistenza Civile. PARTE IV. - L'esodo dopo Caporetto. Mentre molti Veneziani partono, la Famiglia Reale, a Venezia, porge assistenza e incoraggiamento ai rimasti, i quali vedono con dolore lal lontanamento delle opere d'arte pi care. PARI E V. - Venezia resister ad ogni costo all'in vasore. PARTE VI. - Cerimonie Militari e Civili di Vene zia, celebrate in omaggio e in premio allopera della R. Marina Italiana. v o l u m i : s e c o n d o PARTE VII. - Lopera della R. Marina Italiana in difesa di Venezia. Dopo Caporetto, il nemico che ha gi passato il Nuovo Piave da Musile a Cortellazzo, trova tenace resistenza lungo i canali che conducono alla laguna e viene ar restato sulla linea che dal Taglio Sile, Capo Sile, Cavazuccherina e lungo il Gavetta, con duce fino allo sbocco nel Nuovo Piave, stre nuamente difesa dalla R. Marina Italiana. Con le sue batterie natanti, con le sue batterie da terra e con i suoi baldi marinai, inquadrando reparti li territoriali, li bersaglieri e larti glieria della Terza Armata, la Marina rende impossibile lavanzata del nemico che voleva invadere Venezia. PARTE V ili. - Le LL. MM. il Re d Italia, il Re lei Belgio, il Re Nicola del Montenegro e S. A. R. il Duca dAosta visitano le linee te nute dalla R. Marina Italiana. PARTE IX. - L opera del naviglio leggero e lellA- viazione Marittima in difesa li Venezia e le audaci imprese della R. Marina Italiana. I Comandanti Ciano. Rizzo, Vagano. Il Co mandante Gabriele dAnnunzio e il volo su Vienna. L'affondamento della Santo Stefano e del la Viribus Unitis - Equipaggi e motoscafi che parteciparono alle imprese. PARTE X. - Prede fatte al nemico. La guerra sta per terminare con la Vittoria dellItalia. Preparativi per lo sbarco a Trieste. PARIE XI. - Dalla guerra alla pace. Venezia de pone la veste di guerra liberando i monumenti tlalle ilifese. PARTE XII. - 24 Marzo 1919. Larrivo Iella Flotta Austriaca a Venezia come preda di guerra. E vendicata la sconfitta di Lissa. Cerimonie durante lanno 1919. Venezia tributa la sua riconoscenza a S. A. R. il Duca l Aosta, a S. E. il Mare sciallo Armando Diaz, a S. E. il Grande Am miraglio Duca Paolo Thaon li Rivel. PARTE XIII. - Il Comandante del Reggimento Ma rina, Giuseppe Sirianni, nel d 28 Giugno 1919, pronuncia un eloquente discorso nel Teatro Carlo Felice a Genova a beneficio del- lAssociazione Combattenti e Mutilati, sulla lifesa di Venezia e del Basso Piave e sullo pera svolta dal Reggimento e lai Raggruppa mento Marina. 5. QUESTA OPERA DOCUMENTATA VEDE LA LUCE NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLERA FASCISTA SOTTO L AUGUSTO AUSPICIO DI S. A. R. FERDINANDO DI SAVOIA DUCA DI GENOVA GI PRODE COMANDANTE DI SILURANTE IN ADRIATICO NEL 1915-18 ED ORA AMMIRAGLIO COMANDANTE MILITARE MARITTIMO AUTONOMO DELLALTO ADRIATICO 6. QUESTE PAGINE ESALTANO GLI EROI NOTI ED IGNOTI DELLA MARINA ITALIANA E TESTIMONIANO LA MEMORE DEVOZIONE DEI VENEZIANI PEL GRANDE AMMIRAGLIO DUCA PAOLO THAON DI REVEL COMANDANTE IN CAPO DELLA FLOTTA ITALIANA STIMOLATORE ED ARTEFICE DELLE GLORIOSE IMPRESE ADRIATICHE E DI VENEZIA DIFENSORE AI) OLTRANZA 7. IL COSTANTE AMORE DI CASA SAVOIA PER VENEZIA GLI AUGUSTI PRINCIPI SABAUDI NEL GIORNO SOLENNE IN CUI, RICORRENDO LA F- STA DEL SANTO PATRONO DELLA CITT, SI INAUGURAVA IL CONGIUNGIMENTO DI VE NEZIA CON LA TERRAFERMA, PRESERO VISIONE CON IL PI VIVO INTERESSAMENTO DEI DUE VOLUMI GUIDE DIMPAGINAZIONE DELLOPERA, CHE RICORDAVA LORO I MO- MENTI QUANDO, ANCORA FANCIULLI, NEL PERIODO PI DRAMMATICO DELLA NO- ,V; STRA GUERRA, EBBERO OCCASIONE DI INCONTRARSI A VENEZIA 8. HANNO ESAMINATO LA DOCUMENTAZIONE DELLOPERA E DATO IL PI AMPIO PLAUSO, CONSENSO ED INCORAGGIAMENTO ALLA SUA PUBBLICAZIONE : .1 Ques^o/iern tramander ai posteri il coraggio e Vabnegazione civica con cui il popolo veneziano vis se. gli anni di guerra e quanto fece la R. Marina per difendere la perla dell'Adriatico . P ao l o T h a o n di R e v e l 9. A S. E. IL GRANDE AMMIRAGLIO DUCA PAOLO THAON DI REVEL Glorificare Venezia mia citt natale, ricordare le sofferenze da essa salute durante la grande guerra, esaltare l'oitera della R. Marina Italiana nella strenua difesa, consacrata dal suo valore, tale il fine impostomi quale sacro dovere nel dare corso a questa pubblicazione. Nella lunga, straziante prova Venezia fu in tutto degna del suo glorioso passato, e dal 1915 al 1918, i cittadini Veneziani tennero altissima fede alle tradizioni ereditate dalla possente dominatrice dei mari! Nel ricordo soave di mia madre morta per le sofferenze sopportate durante la guerra, per l'af fetto che mi lega ai miei bambini rimasti ininterrottamente a Venezia sotto la quotidiana minaccia delle bombe nemiche e dell'invasione, per l'onore di tutti coloro che sopportarono e soffersero con stoica rassegnazione l'immane prova, fermi al posto loro segnato da un altissimo dovere, nobilmente com p eso, dedico questo mio modesto lavoro a S. E. il Grande Ammiraglio Duca Paolo Thaon di Revel, per mente e cuore mirabile sostenitore della difesa ad oltranza di Venezia. L'amore professato dall'Eminente uomo per Venezia, che degnamente e solennemente lo volle Suo cittadino onorario, a tutti ben noto. Quest'amore , e sar ognora ricontato con memore, riconoscente, affettuoso orgoglio da Ve- nezia e dalle sue future generazioni. Anno X dellEra Fascista. G io v a n n i Sc a r a b e l l o . 10. IL DUCE CAPO DEL GOVERNO E DEL FASCISMO, CHE SALVO L ITALIA DALLO SFACELO RIDONANDOLE PACE E ORDINE 11. IL GRANDE AMMIRAGLIO DUCA PAOLO THAON DI REVEL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA R. MARINA ITALIANA DURANTE LA GRANDE GUERRA SOSTENITORE DELLA DIFESA Al) OLTRANZA DI VENEZIA 12. GIOVANNI PRESIDENTE DELLA E LA FEDE DI VENEZIA PARTENZA PER LA GUERRA La sera del 23 Maggio mi recai al Lido per una visita di congedo e verso le dieci tornai a Ve nezia. Non potr mai dimenticare quella vigilia. Una mezza luna scintillava sulla laguna do pale. Venezia, gi piombata nella pi completa oscu rit, appariva nella lontananza, scialba e spettrale, come se una sbita sventura lavesse percossa e vuotata di ogni vita. Nessuna voce a bordo del piccolo piroscafo : tutti sembravano assorti nel pensiero della tragedia imminente. GIURIATI TRENTO-TRIESTE PER LINTERVENTISMO Giunto alla Riva degli Schiavoni, volli, prima di rincasare, rivedere Piazza S. Marco. Quanto mu tata anchessa! Ieri luminarie, fragore di fanfare, ondate di popolo entusiasta, canti ed acclamazioni. Oggi po chi gruppi di gente tranquilla, che ragionava con pacata seriet e quasi sottovoce, come se il nemico stesse l presso, origliando. Squadre di operai la voravano speditamente intorno al Palazzo Dogale e alla Basilica per apprestare schermi e puntelli e porre quelle fabbriche insigni e vetuste in grado di resistere alle nuove offese escogitate dalla ferocia degli uomini. Non avevo sonno ancora : mi addentrai in qualche calle remota. 13. Venezia era ridivenuta la Venezia guerriera del trecento. Non pi allettataci melodie, non pi la folla numerosa e sguaiata nelle taverne, non pi le frotte dei giovinastri in baldoria. Nell ombra, ap pena rotta dallincerto chiaror lunare, un armato, suIla soglia di un palazzo, si accomiatava, tra so spiri e singhiozzi, dalla famiglia: un mercatante or dinava in fretta la bottega; davanti a una Madonna incorniciata di marmi sottilmente istoriati un grup po di donne pregava, sommessamente bisbigliando. Pi innanzi, il silenzio non era rotto pi che dal passo grave degli artiglieri e dal sonar degli sproni. Si sarebbe detto che una tradizione fosse im provvisamente rivissuta: che la Venezia dei Dan dolo, dei Morosini e di Daniele Manin avesse ri presi, senza stupirsi e senza lamentarsi, le sue con suetudini di Citt adusata ai cimenti. Lindomani mattina, dovendo partire alle ciu- que per raggiungere il mio Reggimento al fronte, mi alzai alle prime luci dellalba. Stavo vestendomi, quando udii il ronzo lon tano di alcuni velivoli. Subito dopo Nino, mio ni pote (probabilmente allora non prevedeva che quel lo sarebbe stato un giorno il suo strornento di guer ra e che, come aviatore da bombardamento, egli si sarebbe guadagnato due medaglie al valore!) dal p ogg iolo a cui si era affacciato, grid : Sono i Taube! Sono i Taube! . Accorsi col mio binoccolo. Osservai gli appa recchi : distintamente vidi la croce nera in campo bianco dipinta sotto le ali. Non so se fossero precisamente Taube, come affermava, con la sicurezza propria dellet, il mio giovanissimo commilitone, ma erano certamente ve livoli nemici. Subito dopo il cielo cominci a costel larsi di infiniti fiocchi di fumo giallastro e i rombi di numerose batterie e il precipitoso crepitar delle mitragliatrici e il lacerante scroscio delle salve di fanteria commossero per ogni dove la serenit del lalba lagunare. Saranno apparecchi da ricognizione o da bom bardamento? Io non avevo il tempo per decidere questo dub bio, u per seguire le vicende di quel primo attac co. Dovevo vestirmi e completare i preparativi per la campagna. Pochi minuti dopo ero in gondola con Nino. La mia cassetta dordinanza e il mio zaino, nei quali si racchiudevano ormai gli agi della vita che mi a- spettava, erano sugli scalini di prora. Il combattimento continuava furioso. Il fra casso della difesa era, a tratti, superato dalla esplo sione delle bombe lanciate dagli assalitori. Ma nessuno se ne curava : nessuno aveva allo ra unidea di che fosse la guerra. Lungo il Canal Grande le finestre erano spalancate e la gente si affollava ai davanzali, avida di quel nuovo spetta colo, come se le pallette di shrapnel fossero di bur ro e le bombe daeroplano uno scherzo. Il gondo liere vogava a seconda senzaffannarsi, reso an ch egli audace dalla ignoranza. E, devo confessare, n Nino, n io ebhimo la pi vaga concezione che fosse quello il nostro battesimo del fuoco. Vedendo due Fanti (anche Nino vestiva la sua uniforme di volontario ciclista) che si avviavano al la stazione, attrezzati per la guerra, da 1111 balcone parti 1111 primo grido: viva lItalia! e un primo ap plauso; tutti imitarono ben presto quellesempio: si acclamava da ogni finestra, da ogni poggiolo: si sventolavano i fazzoletti. Nessuno mi riconobbe. Non eran per me quelle feste. Erano il saluto e ( augurio al Soldato d Italia, che in quella giornata tiepida intraprendeva la sua grande fatica. Cos, per merito dei velivoli nemici, la mia partenza per il fronte avvenne in unatmosfera (piasi trionfale. Alla stazione, folla di amici. Gi si sapevano e si commentavano le notizie dellattacco aereo: molto frastuono, parecchie bombe, nessun danno. Nei brevi minuti che mancavano alla parten za; fu 1111 vociare pieno di gaiezza, un incrociarsi di auspici, 1111 formular propositi spavaldi, un ru moroso e festevole entusiasmo. Ma quando il treno si mosse, vidi gli occhi del mio bravo Ninetto, caro a me come un figliolo, ve larsi eli lagrime e udii la sua voce, rotta dai sin ghiozzi, gridarmi ripetutamente: A rivederci! A rivederci! . S, dovevamo rivederci dopo pochi mesi. A Oslavia. G io v a n n i G iu r ia t i . (Dalla Collezione italiana di diari memorie studi e documenti per s c i a ire alla storia della guerra del mondo, diretta da Angelo Gatti. Ci* v a n n i Giuriati: La Vigilia Gennaio 1913 Maggio 1915. Mondadori, Milano - Paragrafo 7 del 14 ed ultimo capitolo). 20 14. Foto Giacom elli Venezia IL CONTE GIUSEPPE VOLPI DI MISURATA E LA FEDE DI VENEZIA PER LA SUA ESPANSIONE COMMERCIALE Di antica famiglia bergamasca stabilitasi pri ma a Fiume, poi a Venezia si dedic giovanissimo agli affari, compiendo lunghi viaggi in Oriente e creando a Venezia, al ritorno, le prime societ fi nanziarie che si moltiplicarono rapidamente, intrec ciando una vasta rete di interessi coordinati alla po litica estera italiana. Fra le sue maggiori creazioni il Gruppo del la Societ Adriatica li Elettricit, che comprende gli impianti elettrici del Veneto, di parte dellEmi lia e della Romagna e controlla le maggiori industrie meccaniche, siderurgiche e di navigazione del Ve neto, e la creazione di Porto Marghera di cui si par la in seguito. La sua speciale attivit finanziaria in Oriente gli permise di poter negoziare nel 1912, prima se gretamente a Costantinopoli e poi (piale Ministro plenipotenziario a Ouchy, la pace con la Turchia. In tale occasione fu nominato Ministro plenipoten ziario onorario ed ebbe il titolo di Conte. In seguito fu vice Presidente della Confederazione Finanzia ria Balcanica a Parigi (1913); Membro del Consi glio Superiore Economico di Parigi e della Delega zione Italiana per la pace (1919); inviato segreto a 21 15. > Belgrado per la preparazione di quello che fu poi il Trattati di Rapallo (1920). Nominato nel Luglio J921 Governatore della Tripolitania, pens subito ad allargare loccupazione italiana ridotta a poche zone costiere; il 26 Gennaio 1922, con lo sbarco a Misurata Marina, inizi le operazioni, che doveva no portare le nostre truppe al limite del deserto del Sahara. Provvide poi allassetto civile della Colo nia, alla quale diede un ordinamento militare, giu diziario, amministrativo, edilizio, fondiario, curan do lo sviluppo della capitale, dando impulso agli scavi li Leptis Magna e costruendo parecchie centi naia di chilometri di strade. Per tale opera gli fu conferito dal Re il predi cato di Misurata (18 Luglio 1925). Richiamato in Patria fu nominato Ministro del le Finanze e in tale ufficio, tenuto per tre anni, prov vide al consolidamento del bilancio, alla riduzione della circolazione monetaria, alla difesa della valu ta italiana fino allabolizione del corso forzoso (d i cembre 1927), alla sistemazione dei debiti di guerra dell'Italia con gli Stati Uniti (14 Novembre 1925) e con lInghilterra (27 Gennaio 1926). Nei giorni 27-28 Febbraio 1926 gli furono rese solenni onoranze in Venezia nella Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale a ricordare la sua ope ra di Ministro e quella per la risurrezione di Ve nezia e la creazione della Zona industriale. Gover natore Onorario di Colonie Senatore dal 16 Ot tobre 1922, e Ministro di Stato dal 1923. 22 16. INTRODUZIONE La prima parte di questopera presenta Vene zia che, all'atto della dichiarazione di guerra al l'Austria, si veste di (nell'armatura che porter per ben tre anni e mezzo. Scendono i quattro coralli di bronzo dalla Ba- silica di S. Marco, e /ter la Porta della Carta sono trasportati sotto le solide volte del Palazzo Ducale, ore trovano sicuro ri/taro dalle bombe nemiche. La Basilica di S. Marco, la Loggetta del San- sol imi, vengono munite di difese; cos pure le ar cate di sostegno alle logge del Palazzo Ducale, le cui colonne vengono rinforzate a mezzo di solide armature e murature. Le opere d'arte pi preziose vengono rimosse, i dipinti sono smontati, le tele arrotolate su grandi rulli sono poste al sicuro fuori di Venezia. La seconda parte dell'opera ha inizio con la descrizione di Venezia che si difende dagli attacchi aerei nemici, ma questo breve cenno con illustra zioni non ha la pretesa ili descrivere a fondo l'o liera svolta dalla difesa antiaerea, per la cui di mostrazione non basterebbe un intero volume. Si tassa poi alla descrizione delle incursioni aeree nemiche su Venezia, martoriata dalle bombe. Queste incursioni sono descritte e documentate da illustrazioni che riproducono i danni causati alla citt. La terza parte destinata al ricordo dei perso naggi principali, che, quali apostoli della Assisten za Civile diressero e sostennero unopera indefessa, proficua a tante migliaia di derelitti. Fra questi ri cordiamo: Sua Eminenza il Cardinale Patriarca La Eontaine, il Conte Filipjto Grimani /ter ventiquat tro anni Sindaco ili Venezia, il Generale Emilio Castelli, il Prof. Mario Marinoni, il Sig. Hartvey Carmi Console degli Stati Uniti d'America ed altri. clla quarta parte illustrato lesodo parziale della popolazione veneziana. Il periodo che segu l'infausto episodio di Caporetto fu il /ti angoscio so iter Venezia, che si trov esposta alla continua minaccia dell'invasore. Nel Febbraio 1918 le Famiglie Reali dItalia e del Belgio si trovano a Venezia, prodigandosi a beneficio delle Opere Pie e dell'assistenza alla popolazione rimasta, ai resistenti , come venne ro chiamati, i quali vedono con dolore lesodo delle opere d'arte pi pregevoli, che vengono portate lon tane da ogni pericolo. Tutte le scene sono illustrate ila documenti fotografici di sicuro valore storico. La quinta parte pone in evidenza i documenti ihe attestano quale e quanto sia stato il valore dei difensori di Venezia sotto la direzione della Marina Italiana da guerra, decisa di non perdere il domi nio dell'Alto Adriatico. S. E. il Grande Ammiraglio Duca Paolo Thaon di Revel, Capo di Stato Maggiore della Marina Ita liana durante quel /teriodo bellico, fu il tenace so stenitore della difesa ad oltranza di Venezia; a Lui spetta la parte principale di merito nella ilifesa. Anche in questa terribile quanto epica prova Venezia non venuta meno alle sue gloriose tra dizioni. Il 2 Aprile 1849 l'Assemblea dei Rappresen tanti ilello Stato Veneto, riuniti nella Sala del Mag gior Consiglio del Palazzo Ducale, decretava: V e nezia resister all'Austriaco ad ogni costo. /Ve/ Novembre 1917 un Comitato di Ammira gli, convenuti a Venezia /ter ordine del Capo di Stato Maggiore della Marina Italiana S. E. Paolo Thaon di Revel, ripetevano la deliberazione: V e nezia resister ad ogni costo allinvasore. Mentre l'esodo dei Veneziani avveniva ordi nato, tranquillo, Venezia tributava agli eroici suoi difensori tutta la sua riconoscenza. In quei giorni, nei quali il nemico premeva alle porte di Venezia facendo ogni sforzo /ter impadro nirsene, gli aniiti della popolazione veneziana si mantenevano sereni e fiduciosi per l'opera di di fesa della nostra Marina da guerra. Nello stesso tempo colloffrire bandiere ili combattimento e tri buti di riconoscenza al R. Esercito, alla R. Marina e agli Alleati, col promuovere discorsi ed entusia stiche dimostrazioni in loro onore, il /toltolo vene ziano, degno erede e continuatore del popolo della Repubblica di San Marco, rivelava la propria fede c lalto amor patrio. Queste manifestazioni, comprese nella parte sesta dell'opera, sono tutte accompagnate da inte ressanti illustrazioni dimostrative riprodotte da fo tografie dellepoca. L'opera svolta dalla R. Marina Italiana al fronte terrestre in difesa di Venezia ampiamente descritta nella parte settima. Durante la ritirata di Caporetto, il nemico tro va tenace resistenza lungo i canali che conducono alla laguna e viene arrestato tra il Vecchio e il Nuo vo Piave, mentre a Cortellazzo il Battaglione Mon- falcone, che si costitu in quei giorni, sostenne i pri 23 17. mi accanili assalti del nemico che voleva raggiun gere Venezia. Si formarono altri Battaglioni di Marina com- jtosti di Marinai della Difesa di Grado e della Spe zia, costituendo cos il Reggimento Marina. Nello stesso temjto le batterie natanti ritirate da Monfalcone, GolamettO e Punta Sdohba, pren devano posizione lungo il Sile, la Laguna, il Vec chio Piave e il Gavetta, ostacolando con il tiro in cessante Vavanzata del nemico. A Punta Cortellazzo, sulle dune di sabbia, vennero /tostate altre bocche da fuoco della Re gia Marina che controbattevano energicamente il nemico sia da terra che da mare, appoggiate da re parti di artiglieria comitale della III. Armata, co stituendo cos il Raggruppamento Marina, che ebbe la parte principale nella difesa di Venezia. Reggimento e Raggruppamento Marina, inqua drando rejKirti di Territoriali e Bersaglieri della li. Armata, formarono la Brigata Marina e arre starono l'avanzata dell'invasore. L'opera della R. Marina Italiana sul Vecchio e sul Nuovo Piavo in difesa di Venezia, documen tata da rapporti di Comandanti sulle azioni svolte fino alla Vittoria ed illustrata ila molte fotografie di grande interesse storico. S. M. Vittorio Emanuele III veniva s/tesso a Venezia e si recava a visitare le linee tenute dalla R. Marina; cos /ture S. M. il Re del Belgio, Sua M. il Re Nicola di Montenegro e S. A. Reale il Duca dAosta; i/ueste visite sono illustrate nella parte ottava. L'opera del naviglio leggero e dell'Aviazione Marittima, che comprende tutte le missioni e le a- ztoni svolte itagli Esploratori, Cacciatorpediniere, Torpediniere, Sommergibili, M.A.S. e ldrovolanti in difesa di Venezia durante i tre anni e mezzo di guerra, cos pure le grandi ed audaci imprese della R. Marina Italiana, che contribuirono al raggiun gimento delta vittoria, sono descritte ed illustrate nella parte nona, ove trovatisi ritraiti i personaggi che pi concorsero al pieno successo delle titani che, miracolose imprese. Mentre la guerra sta per terminare con la vit toria dell'Italia, fervono i /tre/tarativi ter lo sbarco a I rieste, e Venezia esultante invia il suo saluto alia consorella prossima alla liberazione. Nel pomeriggio del 2 Novembre 1918 parte da Venezia una squadriglia di idrovolanti della R. Ma rina e si dirige verso Trieste abbassandosi a mini ma quota. Uno di essi discende sul mare fra le acclamazioni e l'entusiasmo della folla, che si era radunata su tutti i moli del porto. laviatore Giuseppe Palacci che prende ter ra, si itorta allex Palazzo della Luogotenenza e sa lito sulla grande loggia arringa la folla e dice: Fratelli, la Citt di Venezia manda il suo sa luto alla Citt di Trieste. Domani Trieste sar ri- congiunta alla Famiglia Italiana . Il 3 Novembre il cacciatorpediniere Auda ce parte da Venezia alla volta di Trieste, imbar cando Autorit Militari e Civili e S. E. il Conte Carlo Petitti di Roreto che dovrei prendere posses so della Fedelissima in nome di S. M. il Re d I talia. L Audace lascia gli ormeggi a S. Biagio fra le acclamazioni e lentusiasmo dei veneziani, che assistono alla partenza della bella nave, che dovr j>er irima toccare il molo di Trieste Italiana. La succinta descrizione di questi solenni av venimenti seguita da interessanti riproduzioni fo tografiche di notevole valore storico, e costituiscono la parte decima, che si conclude con il bollettino della Vittoria. La parte undicesima illustra il passaggio di Venezia dallo stato di guerra allo stato di pace. Si tolgono le difese ai monumenti e le opere darte ricompaiono alla luce nella loro /tiena bellezza. Con questa vittoria lItalia vendica la sconfit ta di Lissa. La flotta austro-ungarica condotta come /tre da di guerra a Venezia, e getta le ncore nel Ba cino di S. Marco Ira gli applausi dei veneziani, gli ululati delle sirene e il slittilo delle campane. Questa solennit illustrata da documenti fo tografici che formano la parte dodicesima, con al tre illustrazioni delle cerimonie avvenute durante Tanno 1919 in onore di S. A. R. il Duca d Aosta, di S. E. il Maresciallo Armando Diaz e di S. E. il Duca Paolo Tliaon di Revel, ai erla dell'Adriatico. Con saluti molto cordiali affezionatissimo tuo P ao lo di R e v e l . S. E. Giovanni Giuriati nel Settembre 1931-IX nell'epoca in cui era Segretario del Partito Fascista dimostr molto interessamento ter la documentazione storica della Sua citt natale du rante il periodo bellico, e in una sua lettera in data 14 Marzo 1932-X cos si esprimeva: mia impressione che il volume Il Mar tirio di Venezia durante la Grande Guerra e lo pera di difesa della R. Marina Italiana documen tato dalla veramente bella sua raccolta di fotografie potr non soltanto riuscire molto interessante nei riflessi episodici, ma anche apjmrire nei riguardi storici come opera pregevole, poich offre un qua dro ben composto e [>erci esauriente intorno a ci che fu quel martirio e della eroica strenua difesa compiuta dalla nostra Marina da guerra . . . . . . S. E. il Presidente della Camera dei Deputati fece noto a Sua Eccellenza il Capo del Governo l'alto sentimento nazionale della pubblicazione, che rievoca le glorie di Venezia martire e della Marina eroica. S. E. Benito Mussolini fece recapitare a S. E. Giovanni Giuriati una fotografia che riproduce il Duce in alta uniforme da Presidente dei Ministri con firma autografa, e unita la seguente lettera: Prot. N. 131779 Roma 3 Aprile 1932-X. Eccellenza. In relazione alla sua del 26 Marzo u. s. mi gradito rimetterle una fotografia che S. E. il Capo del Governo, aderendo al desiderio espressoGli. si com/piaciuto, in via del tutto eccezionale ed in con siderazione della sua autorevole segnalazione, fre giare (li firma autografa per il Cav. Giovanni Sca- rabello da Venezia. Distinti ossequi. A l e s s a n d r o C h ia v o l in i . A Sua Eccellenza L Onorevole Avv. Giovanni Giuriati Presidente della Camera dei Deputati ROMS. E. Giuseppe Sirianni, Ministro della Mari na, che comand il Reggimento Marina durante e dopo la Grande Guerra, cos mi diceva a Roma: La storia di Venezia durante il periodo bel lico sar specialmente cara a quell'esiguo numero di cittadini veneziani che furono chiamali i re sistenti , perch meglio valuteranno, nella rievo cazione, i sacrifci sopportati durante la guerra, poich si ravviveranno nella memoria un'epoca del la loro vita che mai verr obliata . S. E. il Conte Vol/ii di Misurata. Ministro di Stato, il giorno 24 Maggio 1932-X, nel suo Palazzo a S. Beneto, prese granile interesse alla visione del la documentazione dell'opera, che rievoc alla sua mente un periodo travagliato, ma glorioso per la bua Citt. In una lettera che in seguito mi invi, cos Egli si espresse: Palazzo S. Beneto - Venezia. 27 Maggio 1932-X. Caro Scarahello, I nostri concittadini debbono esserle ricono scenti per la sua bella documentazione fotografica della guerra vittoriosa. giusto dedicare l'opera al Grande Ammira glio Duca Paolo Thaon di Revel, al quale Venezia deve particolarissima riconoscenza per la fede che 25 19. Egli ebbe nel suo destino, nel Novembre 1917, e perch Egli pu personificare la devota, silenziosa, eroica opera della Marina da Guerra. Noi Veneziani abbiamo sem/tre creduto nella vittoria ed appunto nella seconda met del 17 ab biamo sfidato il nemico vicino mettendo le basi e f fettive di azione per la nuova Venezia in terra ferma. Aggiunga nella sua documentazione fotografi ca la fotografia di Porlo Marghera nel '17 e quella del Porto a Marghera di oggi a testimoniare anche questatto di fede Veneziana. Coi migliori saluti V o l p i . Le LL. AA. li li. il Principe Umberto e la Principessa Maria, a Venezia il 3 Settembre 1932-X, presero visione in Palazzo Reale degli Al bum* di propaganda e delle bozze del primo vo lume dellopera. Linteressamento degli Augusti Principi veni va espresso nella seguente lettera pervenutami dalla Reai Casa: Venezia, 4 Settembre 1932. Al Gent.mo Cav. Giovanni Scarabello Venezia a S. A. R. il Principe di Piemonte ha preso visione degli Albums che raccolgono le fotografie e le bozze del primo volume della sua pubblicazio ne Il Martirio di Venezia durante la Grande Guer ra e lopera di difesa della R. Marina Italiana . L'Augusto Principe ha apprezzato linteres sante suo lavoro, che porter nuovo pregevole con tributo alla glorificazione della eroica citt e Le e- sprime il Suo compiacimento. Con distinta considerazione Il Primo Aiutante di Campo di S. A. R. il Principe di Piemonte Generale di Divisione C le r ic i . 26 20. PARTE PRIMA VENEZIA IN GUERRA 24 MAGGIO 1915 ALLA DICHIARAZIONE DI GUERRA DELL'ITALIA ALLAUSTRIA I QUATTRO CAVALLI DI S. MARCO SCENDONO DALLA BASILICA D'ORO E VENEZIA INIZIA LE OPERE DI DIFESA PER PROTEGGERE I SUOI MONUMENTI 21. ' u fUGO OJETTI ACCADEMICO DITALIA E IL RICORDO DI VENEZIA PER L OPERA DA LU SVOLTA IN DIFESA DEI MONUMENTI Quando si potr dir tutto, chiunque nel mondo ami o amer Venezia, dovrei essere grato ai di fensori del suo cielo, j>erch si deve e si dovr alla loro intelligenza, alla loro costanza, alla loro ab negazione se i nemici non sono riusciti con le armi odierne a ridurla una rovina, come gi sembrava tanto facile al feldmaresciallo Thum quando la assediava nel 1849 . U go O j e t t i . U g o O j e t t i / M onum enti Italiani e. la guerra Alfieri & Lacroix - M ilano, 1917 (a cura delPUfficio Speciale del Ministero della Marina). 29 22. SCENDONO I QUATTRO CAVALLI DI BRONZO DALLA BASILICA DI SAN MARCO 3 0 23. E PER LA PORTA DELLA CARTA SONO TRASPORTATI SOTTO LE SOLIDE VOLTE DEL PALAZZO DUCALE OVE TROVANO SICURO ASILO 31 24. L a B a s il ic a ed i p il i di Sa n M ar co c o n l e d if e s e 25. C o r t i l e d e l P a la z z o D u c a le - I n s a c c a t e a p r o te z io n e d e l l e s t a t u e di A . Rizzo C o r t i l e d e l P a l a z z o D u c a l e - I n s a c c a t e in d i f e s a d e l l a S c a l a d e i G i g a n t i 33 26. D if e s a dei l eo n i a l l a po r ta d e l l A r s e n a l e P r o t e z io n e d e l p o r t a l e d e l l a c h ie s a di S. A p o n a l C o r t il e d e l P a l a z z o D u c a l e - 1 d u e p o z z i c o n l e p r o t e z io n i 34 27. P a l a z z o D u c a l e - D if e s a d e l G r u p p o di No B a s il ic a di S. M ar co D if e s a d e l l A l t a r e d e l l a C r o ce A n g o l o d e l P a l a zzo D u c a l e co n r a f f o r z a m e n t i e d if e s a d e l g r u p p o : Il g iu d izio di S a lo m o n e 28. L a p o r t a d e l l a n t ic a Sc u o l a di Sa n M ar co P a l a z z o D u c a l e - R a f f o r z a m e n t i d e l l e c o n l e d if e s e a r c a t e e d if e s e d ei c a p it e l l i La f a c c i a t a O v e s t d e l P a l a z z o D u c a l e e l e o p e r e di r a f f o r z a m e n t o 36 29. B a s il ic a di San M ar co - In s a c c a t e di p r o t e zio n e La f a c c i a t a S u d d e l P a l a z z o D u c a l e e l e o p e r e di r a f f o r z a m e n t o 37 30. B a s il ic a di S. M a r c o - I l s e p t o dei M a s e g n e E il p u l p it o co n l e p r o t e zio n i B a s il ic a di S. M ar co L a l t a r e m a g g io r e c o n l e p r o t e zio n i B a s il ic a di S. M ar co - P r o t e zio n i co n in s a c c a t e , m a t e r a s s i e im b o t t it e 38 31. S. M ar co - L a l t a r e d e l C r o c e f is s o CON LE INSACCATE DI PROTEZIONE C h ie s a di Sa n T r o v a so A l t a r e c o n l e d if e s e C h i e s a di Sa n S e b a s t i a n o - P r o t e z io n e c o n s a c c a t e di s a b b i a 39 32. Il m o n u m e n to a B a r t o lo m e o C o lle o n i CON LE DIFESE IL PORTALE DELLA CHIESA DI San GIULIANO (da cui fu asportata la figura del medico Tomt- maso Rangone). V e n e z ia in g u e r r a - Sa n M ar c o a v o l o d u c c e l l o 33. C h ie s a d ei F r ar i D if e s a d e l p o r t a l e d e l l a c h ie s a P r o t e z io n e d e l l a po r ta p r in c ip a l e di San G io b b e V e n e z ia in g u e r r a - Sa n M ar co a v o l o d u c c e l l o 41 34. C h ie s a di Sa n Z a c c a r ia - In s a c c a t e d i p r o t e zio n e d e l l a C a p p e l l a d oro C h ie s a dei M ir a c o l i - In s a c c a t e di p r o t e z io n e DELLE SCULTURE DEI LOMBARDI C h i e s a d e i S S . G io v a n n i e P a o l o - P r o t e z io n i c o n i n s a c c a t e e m a t e r a s s i p a r a - s c h e g g e 42 35. C h i e s a d e i SS. G io v a n n i e P a o l o - L a d i f e s a d e l C h i e s a d e i SS. G io v a n n i e P a o l o - P r o t e z io n i MONUMENTO MOCENIGO COLPITA DA UNA SCHEGGIA DEI MONUMENTI STENO E T rEVISAN m BOMBA NELLA NOTTE DEL 13 SETTEMBRE 1916 C h i e s a d e i S S . G io v a n n i e P a o l o - L a d i f e s a d e l m o n u m e n t o V a l i e r c o l p i t a d a u n a SCHEGGIA DI BOMBA NELLA NOTTE DEL 13 SETTEMBRE 1916 43 36. P a l a z z o D u c a l e I l CAMINETTO DEL LOMBARDO CON LE DIFESE P a la z z o D u c a le - Il s o f f i t t o d e l l a s a la d e l l o S c r u tin io s e n z a i d ip in ti P a l a z z o D u c a l e - L a Sa l a d e l M aggior C o n s ig l io s e n z a i d ip in t i 44 37. C h ie s a dei F rari D if e s a d e l m o n u m e n t o P e s a r o C h ie s a dei F rari P r o t e z io n e c o n m a t e r a s s i p a r a - s c h e g g e P a la z z o D u c a l e - La S a la d e l l o S c r u t i n i o s e n z a i d ip in ti 45 38. C h ie s a dei F rari Il m o n u m e n t o a l D og e T r on co n l e p r o t e z io n i C h i e s a d ei F r ar i I l m o n u m e n t o F r a n c e s c o F o s c a r i c o n l e d if e s e C h i e s a d e i F r a r i - P r o t e z io n e a l s e p t o d e l c o r o c o n m a t e r a s s i p a r a - s c h e g g e 46 39. C h ie s a dei F r ar i - L a l t a r e di S. G ir o l a m o d e l V it t o r ia con l e p r o t e zio n i C h ie s a dei F rari I l m o n u m e n t o T ro n co n l e d if e s e C h ie s a dei F r ar i L a P o r t a d e l l a C a r t a e l e c o l o n n e d A cri D if e s a d e l m o n u m e n t o M a r c e l l o c o n l e d if e s e 47 40. C h ie s a di Sa n T r o v a so - P r o t e z io n e d e l l a l t a r e San F r a n c e s c o d e l l a V ig n a - L a C a p p e l l a a t t r ib u it o ad A g o st in o D A n t o n io di D u n io G iu s t in ia n i c o n l e d if e s e SS. G io v a n n i e P ao l o - I l m o n u m e n t o S. F r a n c e s c o d e l l a V ig n a - In s a c c a t eENDRAMIN CON LE PROTEZIONI DI PROTEZIONE ALLA MADONNA DEL NEGROPONTE 48 41. P a l a z z o D u c a l e - L e s a l e s p o g l ia t e co n l e d if e s e I l C o r t il e d e l P a l a z z o D u c a l e La f a c c ia t a d e l l a Sc u o l a di Sa n M arco CON LE DIFESE CON LE DIFESE L a L o g g e t t a d e l Sa n s o v in o co n l e in s a c c a t e di p r o t e z io n e 49 42. UGO OJETTI E I SUOI COLLABORATORI NellAprile 19.15, quando la guerra tra l'Italia e lAustria parve inevitabile, avuti ordini da Cor rado Ricci, Direttore Generale delle Antichit e Belle Arti, il Soprintendente delle Gallerie del Ve neto, Gino Fogolari, nativo di Trento e cugino di Cesare Battisti, cominci a spetlir via i quadri e gli oggetti d arte pi preziosi della Citt e paesi della zona di guerra; cos pure il Dottor Giulio Coggiola, Direttore della Biblioteca Marciana ed Ispettore del ie Biblioteche del Veneto, inizi la spedizione dei codici e manoscritti pi preziosi e rari. Frattanto lIng. Marangoni, Direttore dei Re stauri della Basilica, aveva iniziato un lavoro pa ziente ed utile per consolidare le cinque cupole di S. Marco, le cui volte leggere sono coperte da ca lotte di piombo, e langolo di S. Alipio. Il 27 Maggio 1915, in dodici ore di indefesso lavoro, sotto la direzione del Colonnello e poi Ge nerale Raffaele Devitofrancesco, del Tenente del III Genio e poi Capitano Ugo Ojetti, entrambi dellUf- ficio Fortificazioni di Venezia, e dellIng. Luigi Marangoni, i quattro cavalli di S. Marco vennero (alati dalla loggia della Basilica. Nel frattempo a cura del Comune di Venezia, sotto la direzione del- lIng. Setti e la collaborazione del Prof. Del Picco lo, erano stati iniziati i lavori, con saccate di sab bia, per la difesa alla Loggetta del Sansovino. Il Sovraintendente ai Monumenti Architetto Massimiliano Ongaro, con la collaborazione del Ca pitano Ing. Arch. Ferdinando Forlati, delFUfficio Fortificazioni, e dellArchitetto Rupolo, cur le protezioni del Palazzo Ducale e delle Chiese dei SS. Giovanni e Paolo, dei Frari, di S. Francesco della Vigna, di S. Zaccaria ecc., mentre le difese interne ed esterne della Basilica di S. Marco vennero cu rate dallIng. Marangoni. Il Comando Supremo affidava al Capitano di Artiglieria Ugo Ojetti (che durante la guerra fu due volte decorato al valore militare e tre volte promos so per merito di guerra) il compito di provvedere e tutelare per lAutorit Militare la rimozione ed il trasporto delle opere d arte in citt sicure dalle offe se nemiche, di proteggere i monumenti della zona di guerra con difese e rafforzamenti, di disporre e a tutto provvedere in rappresentanza del suddetto Comando. Uguale incarico Ugo Ojetti riceveva dal Co mando in Capo della Piazza Marittima di Venezia per le opere darte e i monumenti della Citt e del- 1 Estuario. In tal modo, in rappresentanza dellAu- torit Militare, la tutela del patrimonio artistico procedette sotto la di Lui completa responsabilit. Le sue iniziative furono molte e portarono grande contributo al ricupero di opere d arte preziosissi me, anche durante bombardamenti e sotto la pres sione dellincalzante avanzata del nemico, che la storia della nostra guerra registra. E anche giusto di non lasciar passare sotto si lenzio lopera svolta dal Prof. Andrea Moschetti, Direttore del Museo Civico di Padova, il quale vo lontariamente si offerse di accorrere in localit e- sposte alle offese del nemico, e sotto la minaccia av versaria riusciva di portare in salvo opere darte di grande pregio. Il suo bel volume del titolo: / danni ai monumenti e alle opere darte dille Vene zie nella guerra mondiale 1915-18 documenta e attesta lopera svolta da Militari e Civili per la tu tela e il ricupero del patrimonio artistico nazionale. Come pure si deve ricordare che il defunto Commendatore Massimiliano Ongaro, durante la grande offensiva austro-ungarica del 15 Giugno 1918, si recava prontamente a Meolo col corrispon dente di guerra Capitano Prof. Emilio Ferrando, delPUfficio Storico del Comando in Capo di Vene zia, e sotto il bombardamento avversario disponeva per il ricupero degli affreschi del Tiepolo esistenti nella Chiesa del paese, che a cura del Capitano Ing. Architetto Ferdinando Forlati e del restauratore Antonio Nardo, Sergente di Artiglieria alle dipen denze del Comando in Capo, vennero staccati dal soffitto e trasportati in luogo sicuro dalle offese ne miche. Non mi allungo di pi su questo argomento, sufficiente a dimostrare che, oltre allopera dei Combattenti, molti atti di eroismo vennero compiu ti dai Civili, i quali, consci del loro dovere e sprez zanti del pericolo, fecero di tutto per salvare il no stro patrimonio artistico anche sotto la pressione ed il fuoco avversario, rendendosi meritevoli della ri- conoscenza del Paese. Venezia, specialmente nel 1918, non era citt per tutti. 50 43. PARTE SECONDA IL MARTIRIO DI VENEZIA D U R A N T E LE IN CU R SIO N I A E R E E SO TTO IL G R A N D IN A R E DELLE ROM HE N EM ICH E NULLA RISPETTATO PUR DI COLPIRE E VENEZIA TROVA NEL SUO POPOLO QUEL CORAGGIO E QUELLA ABNEGAZIONE CIVICA CHE NON LE SONO MAI VENUTI MENO NELLE SUE GLORIOSE TRADIZIONI, DIMOSTRANDO, COME NEL 1848-49, LA TENACE VOLONT DI RESISTENZA 44. VENEZIA SI DIFENDE DAGLI ATTACCHI AEREI D a l l e a l t a n e d i V e n e z ia i m a r i n a i e i t e r r it o r ia l i c o n t r o b a t t e v a n o GLI AEREI NEMICI Le ostilit fra l'Italia e l'impero Austro-Un garico erano aperte da poche ore, quando i velivoli nemici che apparvero sopra Venezia furono salutati da nutrite scariche di mitraglia e di fucileria, ac compagnate dal tuonare dei cannoni eruttanti gra nate e shrapnels. Le altane situate sopra gli edifici pi alti della citt, erano state scelte e adattate alla difesa, ed e- quipaggiate con truppe composte di marinai e terri toriali. Sui tetti era dunque la difesa di Venezia. Lass stavano d e notte le vedette che monta vano la guardia a turno. II loro grido era: Per Varia - buona guardia . Questo grido veniva ripetuto dal tramonto al l'alba, passando da terrazza a terrazza, da vedetta a vedetta, girando tutta la citt. Per la vigilanza antiaerea necessitavano indi vidui che conoscessero i venti, avessero un sottile udito e locchio esercitato alle grandi distanze. Si chiesero perci gabbieri alle navi e vecchi lupi di mare, mentre vennero scelti fra i territoriali i soldati che davano maggior affidamento. I componenti di queUimprovvisato esercito antiaereo si allenarono ben presto, divenendo pre ziosi elementi di difesa. Marinai e truppa gareggiavano in zelo nel com pimento del loro dovere, nellessere i primi ad 11- 45. > dire il rumore sospetto dellaereo nemico, nellav- visarne la presenza, nello scorgere il piccolo punto fra nube e nube. Nei primi tempi della guerra, si costruirono imbuti, ordigni di ogni foggia e grandezza, compli cati apparecchi sensori, di metallo, di legno, di ve tro e di altre materie. Di quando in quando ogni altana si armava di un nuovo apparecchio acustico, il cui scopo pre cipuo era di percepire il rumore lontano del nemico in marcia. Ma dopo aver esperimentato quei bellissimi i- strumenti, i marinai di vedetta stabilirono che il Per circa tre anni e mezzo centinaia di uo mini vissero cos, coi gatti e coi topi, sulle terrazze e negli abbaini. Mentre questa gente esercitava sensi e pazien za alla lunga guerra, altrove Ufficiali della Marina e dellEsercito studiavano ladattamento delle vec chie armi alle nuove necessit, esperiinentando spe ciali tipi di proiettili e di esplosivi, affrontando i problemi riguardanti lartiglieria, le mitragliatrici, la fucileria, gettando cos le basi di una nuova arte militare. Le soluzioni non si presentavano facili e i pro blemi da risolvere erano infiniti; bisognava cercare G l i a e r e i n e m ic i so n o s o p r a V e n e z ia miglior apparecchio era il proprio orecchio e a quel lo saffidarono, acquistando in breve una sensibi lit tale da distinguere i diversi tipi di motori ae- lei a grandi distanze. Quellesercito antiaereo si abitu a conside rare laltana, su cui passava la sua vita di guerra e lo spazio aereo nel quale scrutava all infinito, come un vero e proprio campo di battaglia. Le soffitte divennero caserme e una vita cu riosa si organizz anche sotto i tetti; le travature incominciarono a coprirsi di immagini e di cari ri cordi, si trovarono ripostigli, si costruirono arma di e a poco a poco i solai acquistarono laspetto d ingegnosi baraccamenti. e adattare [ter lartiglieria un metodo di tiro con forme alla necessit della guerra antiaerea, tenendo specialmente conto della mobilit estrema del ber saglio, o della sua grande velocit, onde poter col pire con continuit e precisione. Per tale scopo necessitavano gli strumenti a- datti per misurare la distanza, la quota e la velo cit del velivolo e questi dati bisognava fossero co nosciuti mediante losservazione diretta e corretti poi nei primi tiri. Il velivolo che passa con la ve locit dai 150 ai 170 chilometri all ora, non en trato nel campo di tiro di una batteria che gi ne uscito e appunto per questo tutto questione di secondi nel tiro antiaereo. 54 46. Laviatore, addestrato alla lotta aerea, cerca di -Indire ai colpi non attraversando precipitosamente la zona battuta, ma cambiando quota e direzione a sbalzi, cercando in tal modo dingannare nei suoi calcoli il nemico sottostante. Nel succedersi degli attacchi contro Venezia, gli aviatori austro-tedeschi dovevano accorgersi delle novit introdotte nella difesa che, fra ogni l%>ro partenza e ogni loro ritorno, aumentava dor dine e di precisione; difatti dopo lincursione del 18 Novembre 1915, non osarono pi avventurarsi di pieno giorno sopra la citt. La difesa aerea dai tetti era coadiuvata dalle artiglierie antiaeree delle navi e da quelle del lito rale e delle isole che andarono sempre pi aumen tando di numero, e i cannoni di vecchio tipo ven nero rimpiazzati con nuove bocche da fuoco assai pi perfezionate e ili grande efficienza bellica. La difesa antiaerea di Venezia prese maggior sviluppo e si perfezion nellepoca nella quale Sua Ecc. il Vice Ammiraglio Paolo Thaon di Revel ten ne il Comando della Piazza Marittima e precisa mente nel 1916. Potenti riflettori sia a terra che sulle navi coo peravano all'opera della difesa antiaerea, cercando coi loro fasci luminosi di scoprire il nemico alato e seguirne la rotta. Nel 1916 si costruirono dei palloni sferici che sinnalzavano trattenuti da sottili cavi dacciaio a- zionati a mezzo di argani, piazzati su galleggianti di ferro completamente chiusi e di forma ret tangolare, Compagnie di aereostieri erano adi bite alle manovre per l innalzamento e abbassa mento di questi palloni appostati in laguna attorno alla citt. Al primo segnale dallarme, venivano innal zati, chiudendo lo spazio aereo sovrastante Vene zia in un gran cerchio per proteggerla da incursioni di aerei nemici. Pi tardi si prov a collegare i palloni fra loro per mezzo di fili di ferro, creando cosi una rete aerea attorno alla citt; ma dopo qualche tempo i palloni sferici non si videro pi e questo sistema difensivo contro gli attacchi aerei venne abban donato. La pratica della guerra fece constatare che le difese migliori erano le artiglierie, le mitragliatrici e i velivoli da caccia nostri ed alleati. I galleggianti vennero tolti, ma subito dopo Caporetto, furono di grande utilit, perch la Di rezione dell Arsenale di Venezia li adatt per il piazzamento di cannoni da 75 e da 76.17, creando in tal modo delle batterie natanti, le quali, divise a gruppi, presero i nomi di Ranide, Faini e Ra ganelle. Avendo questi galleggianti poco pescaggio, si adattarono benissimo per manovrare in laguna e fra gli acquitrini del Basso Piave. Vennero incor 47. ' I PALLONCINI FRENATI VENGONO DISLOCATI E DISPOSTI IN LAGUNA INTORNO A VENEZIA L ' INNALZAMENTO DEI PALLONCINI FRENATI PER l OSTRUZIONE ANTIAEREA porati nel Raggruppamento Marina e furono assai efficaci per la difesa di Venezia, perch si pote rono appostare in vicinanza alle linee nemiche. Cessata la guerra, ritornarono in Arsenale e tolti a loro i cannoni, furono ancora assai utili per comporre un lungo ponte che attraversava il ba cino dellArsenale, creando cos un passaggio prov visorio fra un punto e laltro e dividendo la parte dei cantieri e scali ceduta a una Ditta privata, da quella rimasta alla Marina. Ancora oggi qualcuno di quei galleggianti fa bella mostra di s, utilizzato come pontile attrac cato fra i pali di qualche grande albergo e nessuno simmagina lodissea di quei pontiletti che potreb bero raccontare una storia di sacrifici, di lacrime, di gloria. 5 6 48. R if l e t t o r i da 240 in a zio n e Il d r a k e n p e r l e s e g n a la z io n i a n t i a e r e e VENEZIA INIZIA IL PERIODO DI OSCURAMENTO CHE DOVEVA PROLUNGARSI PER TRE ANNI E MEZZO L OSCURAMENTO DELLA CITTA Il 23 Maggio 1915 il Comandante in Capo del la Piazza Marittima di Venezia emanava il decre to che stabiliva le misure precauzionali in caso di attacchi aerei da parte del nemico: una delle misu re che caratterizzarono leccezionaiit dei provve dimenti fu loscuramento delle citt, oscuramento che si protrasse per ben tre anni e mezzo. Ecco il testo del decreto del Comando Marit timo : Nellintento di limitare i danni alle persone e alle propriet, che potrebbero essere prodotti me diante il lancio di materie esplosive da aereomo bili o dal tiro navale si ordina : 1 - A cominciare da oggi e sino a nuovo av- iso, sar completamente sospesa - dallimbrunire allalba - lilluminazione pubblica a gas nelle citt di Venezia e Murano. 2" - Di notte, nelle ore in cui lAutorit Mili tare lo riterr necessario, verr completamente so spesa anche lerogazione dellenergia elettrica a scopo di luce e di forza nella citt e paesi di Ve nezia, Mestre, Chioggia, Sottomarina, Campalto, lungo il Litorale fra il Porto di Lido e quello di Chioggia e in tutte le Isole della Laguna. In Mestre sar permessa lerogazione dell e nergia elettrica occorrente all esercizio delle tran vie, ma lAutorit Militare si riserva di sopprime re, se necessario, anche tale concessione. 3 - Durante le ore nelle (piali sospesa l e nergia elettrica, resta vietato a tutti i cittadini del le localit sopra elencate di produrre in qualsiasi modo luce, che sia visibile dallalto e comunque dallesterno. E perci assolutamente vietato : A) Di accendere fuochi o lumi allaperto. 49. B) Di illuminare linterno delle abitazioni con sorgenti luminose di potenza superiore agli ordi nari lumi ad olio o petrolio, quindi vietato di far uso di apparecchi o impianti per la produzione di luce elettrica o di acetilene. AllAmministrazione Ferroviaria tuttora consentito di mettere o tenere in funzione, per i propri bisogni, l'officina idroelettrica della stazio ne Venezia Marittima e relativo impianto. L Auto rit militare per si riserva di sopprimere anche tale concessione. C) Di tenere aperte porte e finestre di locali illuminati, che dovranno invece essere accurata mente chiuse con persiane, imposte e tende opa che, per impedire che la luce filtri allesterno. 4 - I pedoni potranno far uso per le vie di lan terne cieche e protette da ampio paralume oriz zontale. L Autorit Militare si riserva di sopprimere questa concessione totalmente o limitatamente a de iermi nate locai ita. 5 - I fanali dei pubblici esercizi sono sop pressi; lapertura degli esercizi stessi consentita sotto osservanza delle prescrizioni di cui alle pre cedenti lettere B) e C). 6 - I natanti in navigazione ed i veicoli in mo vimento, in luogo di far uso dei prescritti fanali, dovranno invece indicare la loro rotta e il loro cam mino con segnali fonici. 7" - 11 servizio delle tranvie elettriche al Lido sospeso dopo il tramonto. 11 servizio dei vaporetti lagunari pu, [ter ora, essere continuato anche dopo il tramonto, ina a lumi spenti e governando i forni in modo da non dar luogo al pennacchio di fiamma dai fumaiuoli. 8 Nelle officine, opifici o stabilimenti dell in- dustria privata nei quali dopo il tramonto occorres se lavorare, dovranno i forni essere governati in modo da non dar luogo al pennacchio di fiamma dai camini. 9 - L approssimarsi alla Piazza di un aereo mobile sospetto, verr annunziato alla popolazione mediante apposito segnale di allarme, costituito: A) Per Venezia-Lido : Da un sibilo di sirena continuato per venti secondi seguito da uno, due, tre o quattro colpi brevi e ben staccati a seconda del quadrante di avvistamento. Il segnale sar e- seguito dalla sirena dellArsenale e da quella dello Stabilimento Stucky. Di notte da uno, due, tre o quattro fuochi Very rossi (a seconda del quadran te di avvistamento) sparati dalle stesse localit. B) Per Mestre e per Chioggia : Dal suono a stormo delle campane, rispettivamente dal campa nile di S. Lorenzo e dal Duomo. Di pi: Di giorno da una bandiera rossa inal berata sui detti campanili; di notte da uno, due, tre o quattro fuochi Very rossi sparati dalle stesse localit. L ammainata della bandiera rossa di giorno o un fuoco Very bianco di notte, significheranno che il pericolo di offesa dallalto cessato. I contravventori alle presenti disposizioni ver ranno denunciati alle Autorit Giudiziarie. Invito la popolazione a conservare la massi ma calma e a considerare che conveniente rima nere nelle proprie abitazioni ed evitare assoluta- mente agglomerameli ti nelle strade. Il Vice Ammiraglio Comandante in Capo A. G a r e l l i . 58 50. INCURSIONI AEREE NEMICHE SULLA CITT DI VENEZIA Numero d incursioni D A T A Ore Velivoli Bombe Morti Feriti I 24 Maggio 1915 4.10 2 15 4 ir 27 Maggio 1915 22.10 2 14 2 n i 8 Giugno 1915 4.15 1 10 _ IV 4 Luglio 1915 6.30 1 6 _ V 8 Luglio 1915 7.47 1 8 1 3 VI 13 Luglio 1915 7. 1 2 __ V II 15 Agosto 1915 13.15 l 5 1 V i li 5 Settembre 1915 16.31 2 4 _ IX 24 Ottobre 1915 22.15 4 24 _ X 25 Ottobre 1915 8.35 4 25 _ X I 18 Novembre 1915 13.30 5 26 _ X II 15 Maggio 1916 20.58 9 57 _ X III 22 Maggio 1916 1.50 4 18 _ X IV 11 Giugno 1916 21.55 6 24 5 X V 23 Giugno 1916 3.05 6 19 8 20 X V I 13 Luglio 1916 22.55 10 __ __ X V I I 16 Luglio 1916 21.59 7 _ __ XVIII 9 Agosto 1916 21.18 17 100 f 4 X I X 10 Agosto 1916 21.22 5 31 _ X X 12 Agosto 1916 21 20 6 40 X X I 16 Agosto 1916 23.22 7 45 3 _ X X II 4 Settembre 1916 20.30 4 25 _ __ X X I I I 12-13 Settembre 1916 1.36 9 31 _ X X I V 17 Settembre 1916 0.40 3 12 _ _ X X V 18 Settembre 1916 2.49 f __ _ - X X V I 7 Novembre 1916 16.05 _ _ X X V I I 11 Novembre 1916 20. ? __ __ X X V I I I 17 Aprile 1917 11 15 1 _ __ X X I X 17 Aprile 1917 16.07 ! -- _ X X X 28-29 Giugno 1917 22.28 6 12 -- X X X I 14 Agosto 1917 5. 21 46 17 28 X X X I I 4 Settembre 1917 23. 2 8 _ X X X I I I 7 Settembre 1917 0.30 12 40 X X X I V 4 Febbraio 1918 ? 1 __ X X X V 5 Febbraio 1918 6. ? ? _ X X X V I 20 Febbraio 1918 19. 3 12 5 4 X X X VII 24 Febbraio 1918 19.30 6 f 27 1 9 X X X V I I I 26-27 Febbraio 1918 22. 50 ? 300 1 2 X X X I X 20-21 Agosto 1918 22.30 9 30 x x x x 18 Settembre 1918 ! ? 8 2 4 X X X X I 26-27 Settembre 1918 2-3.30 4 7 2 1 X X X X I I 23 Ottobre 1918 5. 1 8 DIMOSTRAZIONE DEI DANNI ARRECATI ALLA PROVINCIA DI VENEZIA Danni agli im m obili..........................................................................................L. 11.150.000 Spese per rifugi, loro costruzione, custodia, demolizione, ecc. ecc. . 600.000 Spese varie per lassistenza della popolazione.......................................... 5.000.000 Danni ai m o b il i ................................................................................................ 3.345.000 Indennit vittim e................................................................................................ 1.500.000 Indennit f e r i t i ................................................................................................. 660.000 Totale L. 22.255.000 59 51. P R I M A I N C U R S I O N E A E R E A MATTINO DEL 24 MAGGIO 1915 Venezia riceve il battesimo delle bombe Due a- reoplani austro-tedeschi bombardano la citt get tando 15 bombe che feriscono quattro tersone. Lincursione ha inizio alle ore 4.10. Albeggiava : e se l Onnipotente Iddio in quel laurora concedeva la calma alla natura, invece nel cuore degli uomini era sospesa la tempesta, per un nuovo fatto, per una nuova ra, quella che do veva redimere molti Italiani ancora soggetti allAu stria. La tranquilla mattinata di maggio veniva tur bata da un rombare sinistro assai diverso da quello prodotto lai nostri idrovolanti, perch pi cupo, come di una macchina a vapore a tutta pressione. Quella notte non tutti dormivano il sonno beato, la tensione generale nervosa faceva s che per un nonnulla parte della popolazione, presaga del domani, fosse allerta; difatti, al primo rom bare, la curiosit spingeva il popolo fuori delle a- hitazioui. Ero al ponte dellAccademia con molti altri, e, a dire il vero, gli apparecchi si distinguevano molto bene. No vede che i xe tedeschi? . Uno rispon deva : Ma va l macaron, no ti g oci, no ti vedi che i fa le prove, i xe dei nostri . I dialoghi non si prolungarono di pi, il pri mo getto di bombe fece comprendere che le prove passavano il limite, e quasi subito il sibilo delle sirene e i colpi di cannone ad intervalli, segnarono 1 allarme. Era linizio del Martirio. AU allarme segu un fuoco intenso da ogni punto militare di osservazione contro i due areo- plani tedeschi, incrociatiti sulla citt, dove ave vano iniziato una pretesa opera di distruzione e di strage. Rapidamente tutta Venezia fu in piedi, si a- prirono le finestre, si affollarono le altane, molti uscirono semi-vestiti sulla via; era 1111 reciproco chiedersi se si trattasse di areoplani italiani o stra nieri. di un esperimento per vedere se tutti i posti di osservazione vigilassero, oppure di un vero at tacco fatto da aerei nemici. I due apparecchi (anche se le cronache dicono che erano a unaltezza assai rilevante) si distingue vano nettamente; provenivano dal Malcanton, poi furono visti deviare verso la stazione, quindi ritor nare sulla citt, qualche volta abbassandosi e qual che volta innalzandosi, quando il fuoco intenso sia di artiglieria che di mitragliatrici era pi diretto contro di loro, fuoco incrociato da ogni parte, ma non troppo efficace. Lo scoppiettio delle mitragliatrici e il fragore degli shrapnels era di quando in quando interrotto dal fragore delle bombe che scoppiavano. E impossibile precisare il numero di bombe lanciate dagli aereoplani che erano soltanto due, sebbene molti asserissero di averne visto un terzo; furono lanciate circa quindici bombe alcune delle quali caddero in acqua. Una bomba cadde verso le quattro sul tetto della casa della famiglia Pagani, in Fondamenta Tagliapietra 3250, presso C Foscari. Precipitata sid tetto scheggi alcune tegole, rimbalzando fortunatamente in un cortiletto inter no, dove esplose spaventando tutto il vicinato, fa cendo una buca profonda, scrostando intonachi e mandando in frantumi molti vetri delle finestre del le case adiacenti. Presumibilmente diretta al Gazometro, una bomba cadde verso Santa Marta, poco lungi dalle case dei ferrovieri, in un prato dove limit la sua opera scavando una profonda buca. LTna bomba incendiaria cadde in calle delle Locande, quasi di fronte all unica porta di quella corte al numero anagrafico 4331. La bomba si incendi subito e sprigion 1111 denso fumo con odore nauseabondo di petrolio. Gli abitanti delle case vicine si affacciarono spaventati alle finestre, ma dovettero tosto ritirar si perch il fumo invadeva le abitazioni. L opera di spegnimento dell incendio fu ini ziata dagli stessi abitanti e poi completata dai vi gili al fuoco che si portarono subito sul posto. Pure verso le quattro una bomba esplose die tro la Tana, a Castello, svellendo parte del selciato e affondando due imbarcazioni. Verso le ore cinque un altro apparecchio sor vol sopra lArsenale, gettando qualche bomba, ma fu accolto da un nutrito fuoco di fucileria e mi tragliatrici che lo costrinsero a prendere la via del ritorno. Gli areoplani nemici, oltre le bombe, getta rono anche delle freccie; fortunatamente non pro dussero danni. Esse erano lunghe circa 15 centime tri, e ai due Iati recavano scritte in lingua francese: Invention franaise application allemande . Si calcola che in Arsenale ne siano cadute cir ca un migliaio. Delle bombe gettate dal primo apparecchio, una cadde nel giardino del Casino Moro-Rocchi al Malcanton. Una bomba cadde in canale di fronte a San Biagio scoppiando con forte detonazione senza re car danni. Unaltra bomba cadde in accpia al Malcanton, quasi di fronte alla Questura eli Dorsoduro, richia 60 52. mando per tutto il giorno una gran folla che accor reva a vedere il grosso proiettile adagiato sul fondo del canale. Unaltra bomba and a cadere in Canalazzo a poca distanza dal Consolato Austriaco, ma senza esplodere. I feriti furono soltanto quattro e in forma mol to leggera. Le case che ebbero qualche danno fu rono quelle segnate coi numeri 2107, 2106, 2113, 2121, 2123. Alle ore cinque e venti un altro apparecchio nemico risvegliava di nuovo lattenzione dei cit tadini. L'aeroplano veniva dalla parte di terra, percorrendo la linea del ponte della ferrovia allo scopo di gettarvi delle bombe. Attravers la citt fra un continuo rombare di artiglieria e il crepito delle mitragliatrici e dei fucili. Quando fu oltre il bacino di San Marco, for se perch minacciato continuamente dagli shrap nels, si lev a grande altezza e fu visto ondeggiare sotto gli effetti di qualche tiro ben diretto, tanto da sembrare colpito. La partenza precipitosa di questo velivolo po neva fine alla prima incursione aerea su Venezia. G r a f ic o in d ic a n t e l e b o m b e l a n c i a t e s u V e n e z ia d u r a n t e gli an n i di g u e r r a 1915-18 SECONDA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 27 MAGGIO 1915. Venezia bombardata per la seconda volta da due velivoli tedeschi Vennero lanciate sulla citt 14 bombe: vi furono due morti L attacco nemico ha inizio alle ore 22.10. I Veneziani erano sotto limpressione delle bombe lanciate dal nemico nel mattino del 24. Stan chi di tante emozioni, in generale riposavano, tran ne qualche appassionato dell aria notturna, il qua le era andato a prendersi il fresco. La luce si spegne e la sirena dell Arsenale d l allarme seguita dal colpo di cannone e da altri ad intervalli. Tutta Venezia in piedi, qualcuno saffaccia alla finestra semivestito, altri infilano la porta di casa e se ne vanno a godere lo spettacolo. Che le sia prove o che i fassa sul serio? No se sente ancora gnente! . 61 53. Qualche tiro lontano, i proiettori scrutano lo rizzonte e le vedette sono al loro posto in attesa. In direzione dellArsenale si ode a tratti ru moreggiare il motore di un velivolo, ma ancora lontano; intanto le batterie costiere iniziano il fuo co e granate e shrapnels scoppiano nellaria, con tiri d interdizione. Il rumore di un secondo apparecchio si uni sce al primo, coperto di tanto in tanto dal conti nuo cannoneggiamento, mentre i riflettori lanciano i loro raggi sopra lArsenale. Le mitragliatrici delle navi cominciano a mar tellare, e cos i cannoncini antiaerei sinfiammano gettando shrapnels e piombo. Una potente esplosione scuote la terra e la ria, seguita da una seconda pi vicina e da una ter za susseguente. Una donnetta che sta sulla porta di casa a cu riosare, si rintana, prontamente, spaventata, escla mando : Madona benedeta, i xe ri- gionieri prima dellattacco. Un lontano cannoneggiare lungo la costa fa co noscere che i nemici alati si avvicinano sempre pi. Le navi incrociano il fuoco con le batterie an tiaeree costiere e gli shrapnels scoppiano sopra il litorale di Lido. I velivoli nemici si mantengono a grande al tezza, quasi invisibili, proseguendo verso il litora le degli Alberoni. Un idrovolantc nemico, colpito dalle batterie antiaeree costiere, costretto a scendere in mare, ed catturato unitamente ai due aviatori con tutto il carico di bombe. Laltro velivolo prosegue la sua corsa verso il litorale di Chioggia, getta il suo carico di quattro bombe, che esplodono parte in mare e parte in la guna senza arrecar danni. Inseguito dal fuoco incrociato delle batterie costiere, prende la via del mare verso laltra sponda. Piazza ni S. M a r c o - Il r i f u g i o s o t t o l e V e c c h i e P r o c u r a t i e 65 57. I NONA I N C U R S I O N E A E R E A NELLA NOTTE DEL 24 OTTOBRE 1915. Quattro velivoli austro-tedeschi {iettano ventiquat tro bombe su Venezia e colpiscono la Chiesa degli Scalzi. Il prezioso affresco del Tiepolo distrutto. L incursione ha inizio alle ore 22.15. Il nemico da tempo aveva cessato il suo accani mento su Venezia, e i cittadini potevano dormire i loro sonni tranquilli senza essere visitati dai poco graditi sparvieri. re Sembra bramino seguire la corsa della conso la, che, spinta vigorosamente, prosegue veloce, silenziosa, e alla svolta del canale, la voce pode rosa del gondoliere d il segnale di presenza col suo aa- - aa-; poi il battito del remo si allonta na, lacqua piano piano si calma, la pace ritorna nel canale. Tanta poesia, tanta tranquillit, non doveva a lungo regnare, in quella maestosa notte autunnale. Qualche rumore di motore lontano, molto lon- C h i e s a deg li Sc a l z i - I l p r e z io s o a f f r e s c o d e l T iep o l o r a f f i g u r a n t e I l t r a s p o r t o d e l l a Sa n t a C a s a di L o r e t o In quella notte la luna splendeva nella sua pie na luce, avvolgendo la citt di una calma serena. Qualche gondola passa veloce nel canale, tur bando la calma del rio, sconvolgendo lo specchio d'acqua sul quale sono riflessi i palazzi e le case, mentre il remo immergendosi ed emergendo con battito regolare fende e sbatte, facendo ricadere mille goccioline che sembrano lucciole argentee. Altri natanti allormeggio, al passaggio della gondola nera, ondeggiano, con lieve ritmo mono tono, avanti e indietro, trattenuti al palo da un no do, leggermente sbattendo e scricchiolando. L in t e r n o d e g l i Sc a l z i DOPO LO SCOPPIO DELLA BOMBA tano, assai ben noto, qualche razzo d avviso solca lo spazio aereo, il sibilo lacerante della sirena si ripercuote ingrandito dalleco nelle calli e nei ca nali, mentre le altre sirene uniscono la loro voce lamentosamente. Il cannone tuona il primo colpo ed altri, ad in tervalli, danno l avviso che il nemico viene a profa nare Venezia. Tutti i posti di difesa sono allerta, le vedette delle altane col fucile spianato e i mitraglieri pronti alle manovelle, attendono l'ordine per iniziare il fuoco. 66 58. Il rombo dei motori nemici si distingue pi nettamente, a tratti, ad intervalli, e il fuoco antiae reo incomincia. Prima lento, poi sempre pi possente, pi fra goroso, mentre shrapnels e granate solcano il cielo in tutte le direzioni. Il fuoco diretto verso lo spazio aereo sopra la ferrovia, da dove gli sparvieri giungono, accolti da un tiro infernale. L'uragano saddensa, si accumula, scoppia, i cannoni antiaerei sinfiammano vomitando granate e shrapnels e le mitragliatrici martellano incessan temente, unitamente alla fucileria che, coi suoi tiri laceranti ed incessanti, coadiuva 1 opera della nate e la terra sussulta per gli scoppi delle bombe. I riflettori frugano il cielo e percorrono lo spa zio in tutti i sensi, molestando gli avversari invisi bili, e la bianca scia perforata da mille proiettili fiammeggianti che ricadono in pioggia di detriti sui tetti, sulle strade e nell acqua. La Chiesa degli Scalzi colpita da una bomba esplosiva che sfonda il tetto e lo fa rovinare: laf fresco, capolavoro del Tiepolo, viene completamen te distrutto. I velivoli nemici proseguono la loro corsa verso il centro della citt, e le fiammate dei cannoni ri schiarano il cielo con lampi sanguigni. L in t e r n o d e l l a C h i e s a degli Sc a l z i dopo l o sc o p p io d e l l a b o m b a , c h e c a u s il c r o l l o d e l SOFFITTO E LA DISTRUZIONE DEL PREZIOSO AFFRESCO difesa, che costringe i nemici a tenersi ad alta quota. Uno scoppio pi fragoroso fa tremare la terra e scuotere le vetrate della citt, seguito da altri ed altri ancora. Sono le prime bombe che i nemici gettano sul la ferrovia; laria pregna dell odore di battaglia che da terra si combatte verso il cielo e dal cielo converge verso terra. L uragano di fuoco e di piombo percorre laria in tutti i sensi, i cannoni si sgranano e gli shrapnels si susseguono agli shrapnels, le granate alle gra- La lotta continua incessantemente; qualche i- stante d intervallo, poi riprende pi accanila che mai. Le bombe si susseguono alle bombe, gli scoppi agli scoppi, mentre il tuonare delle artiglierie con tinua ininterrottamente e il fumo bianco degli scoppi stende una densa cortina sulla citt. Qualche bomba cade a S. Marco, a terra, qual che altra in Bacino, scoppiando con immenso fra gore. La battaglia da circa due ore impegnata fra i velivoli nemici e la difesa antiaerea, e i fucili bru ciano nelle mani dei difensori. 67 - 59. La bufera tassa da un [unto allaltro della citt e le ultime bombe cadono verso Castello con sinistri boati. Gli sparvieri nemici cannoneggiati, mitraglia ti dallincessante fuoco della difesa, se ne vanno dalla parte opposta a quella da cui son venuti, di rigendosi verso Treporti, ove gettano qualche al tra bomba, e verso il litorale di Chioggia. I colpi di cannone si allontanano, si affievoli scono, cessano. Qualche istante di silenzio, poi le sirene dan no il segnale di cessato pericolo. Le luci azzurre ricompaiono, le strade si po polano, il pellegrinaggio nei luoghi colpiti inco mincia. Un risuonare di [assi affrettati per le vie; so no moltitudini calme, oscure, ordinate, curiose, brulicanti nelle calli e sui ponti; tutti vogliono sa pere, tutti vogliono vedere. Sincamminano verso la ferrovia e la Chiesa degli Scalzi, facendo ressa al ponte della stazione, a stento trattenuti da soldati e da agenti dellordine. L esecrazione per la devastazione della bella Chiesa, tanto amata dai Veneziani, generale, e il cuore pi duro si commuove. I nuovi venuti prendono il posto degli altri che se ne vanno in mesto pellegrinaggio verso altre localit colpite; e cos spunta lalba nella citt mo vimentata come in pieno giorno. Una bomba incendiaria cadeva fra i binari del la stazione ferroviaria senza danni. Una bomba incendiaria in Calle Priuli a Can naregio sfondava il tetto delle Arti Grafiche provo cando un piccolo incendio. Una bomba cadeva in acqua di fronte a Santa Chiara affondando una peata. Una bomba incendiaria cadeva sul tetto della ex chiesa S. Leonardo sfondandolo e provocando un piccolo incendio. Una bomba incendiaria cadeva in Campo San Polo, senza danni. Una bomba incendiaria sfondava il tetto di lina casa dabitazione in Corte dell Orso a S. Mar co, producendo un piccolo incendio. Una bomba incendiaria cadeva in Piazzetta S. Marco di fronte al Caff Chioggia. Una bomba incendiaria sfondava e incendiava il tetto di una casa d abitazione in Calle degli Spec- cliieri a S. Marco, producendo un piccolo incendio. Altre bombe caddero in acqua e nel bacino di San Marco con gran fracasso e poco danno, som mergendo qualche natante. DECIMA INCURSIO NE AEREA NEL MATTINO DEL 25 OTTOBRE 1915. Quattro velivoli gettano 25 bombe su Venezia. L incursione ha inizio alle ore 8.35. Erano trascorse poche ore dalla devastazione compiuta dagli aerei nemici nella Chiesa degli Scal zi, e il pellegrinaggio dei Veneziani nei luoghi col piti continuava ancora, quando un ululato erompe nell aria. il grido inatteso della sirena dellArsenale, seguito dalle altre che rispondono dai vari lati della citt; un coro di clamori lugubri e lamentosi. Un colpo di cannone, altri ancora ad interval li, poi il silenzio profondo, assoluto. I Veneziani presi cos allimprovviso, non san no dove rifugiarsi. Parte si ricoverano nei rifugi pi prossimi e al tri si affrettano a ritornare verso le loro abitazioni. Un clamore di voci, di richiami da ogni parte, un rinchiudersi di porte e finestre, qualche strillo di bimbo, mentre le mamme tenendo stretti i loro piccoli al seno, invocando la Madonna corrono a rifugiarsi al sicuro. Le prime sparatorie incominciano lontane, ver so il litorale di Lido, poi qualche sinistro rombare di motore che si avvicina, si avvicina sempre pi. Le batterie antiaeree di San Nicol di Lido iniziano il fuoco, seguito da quello dei Cacciator pediniere e ai posti di vedetta tutti sono all erta. Gli aerei nemici, accolti da un fuoco incrocia to di artiglieria, devono mantenersi ad alta quota, tanto da essere appena visibili. Gli sparvieri sono sopra lArsenale a grande altezza; le prime bombe scoppiano fragorosamente e i boati si susseguono ai boati. In parte esse scop piano nell acqua con gran rumore e pochi danni; intanto la difesa controbatte il nemico energica mente. La battaglia accanita, la terra sussulta per le detonazioni e i boati, e ogni cosa vibra; l atmosfera pregna di vapori nerastri, che tolgono in parte la visibilit ai nemici. Verso SantAndrea e San Nicol di Lido si odono rombi di possenti motori; sono gli apparec chi della Marina Italiana e dei Francesi che pren dono quota per fugare gli aerei nemici. Qualche bomba scoppia a Castello, ma il fu o co infernale della difesa non d requie agli assali tori che stimano pi prudente il ritorno. Inseguiti dai velivoli della Marina e degli A l leati, cannoneggiati, mitragliati, avvolti in spire di fuoco e di piombo, iniziano la corsa verso la base donde son venuti, scagliando le ultime bombe a S. Nicol di Lido, a Treporti e contro un pontone ancorato in mare, con gran frastuono e poco dan no, perch, gettate precipitosamente, in parte scop piano nellacqua. 60. Qualche istante di silenzio, poi il convenuto segnale avvisa del cessato pericolo. Le vie della citt si ripopolano, il movimento dei vaporini e dei natanti nel Canal Grande e nei canali riprende, mentre la vita ritorna normale co me se nulla fosse avvenuto. I DANNI. Una bomba incendiaria colpiva la cupola della Chiesa di San Pietro di Castello, rimanendo ine splosa. Una bomba esplosiva cadeva nel Rio di San Pietro di Castello con poco danno. Una bomba incendiaria sfondava un tetto e in cendiava un abbaino in Calle del Tagliapietra a Ca stello. Una bomba incendiaria cadeva sulla scuola della Celestia a Castello snza danni. Una bomba esplosiva cadeva in un campazzo a San Pietro di Castello senza danni. Altre bombe caddero in laguna e nel bacino dell'Arseiiale senza recar danni. P ia z z a Sa n M a r co - Il r if u g io s o t t o l k P r o c u r a t ie N u o v e UNDICESIMA INCURSIONE AEREA NKL GIORNO 18 NOVEMBRE 1915. Ciiu/ue velivoli nemici gettano 26 bombe su Vene zia e dintorni. L'attacco aereo lia inizio alle ore 13.30. Quel pomeriggio, illuminato da un pallido sole, non doveva trascorrere per Venezia troppo tranquillo. Un rombare rii motore appena distinto, por tato a tratti dal vento di scirocco, avvisa la difesa antiarea che un velivolo nemico in vista; ai po sti di difesa, sulle terrazze e sulle navi, tutti sono in assetto di combattimento. La sirena dell*Arsenale emette il suo urlo po deroso, seguita dalle altre dai punti estremi della citt, e dai colpi di cannone ad intervalli che se gnalano ravvicinarsi degli aerei nemici. I Veneziani sono nella maggior parte in casa, o stanno per recarsi ai loro posti di lavoro. No i ne lassa gnanca terminar un bocon in paxe, sti fioi de cani . Un po di confusione nel primo momento, ri chiami delle mamme ai figli che giuocano in calle; poi le vie, le fondamente, i campi , rimangono deserti. Laereo nemico solo visibile quando esce da densi strati di vapori nebulosi e si mantiene a gran de altezza, dirigendosi verso il centro della citt. Il fuoco della difesa s inizia possente, frago roso, mentre l'apparecchio uscendo dalla foschia, sobbalza per lo spostamento daria prodotto dagli scoppi e dal tiro precisato, mantenendosi sempre ad alta quota. Le prime bombe cadono nel centro della cit t, scoppiando con immenso frastuono, innalzando colonne di fumo nerastro e sconvolgendo lacqua del Bacino di San Marco. Lo scoppietto delle m i 69 61. tragliatrici accompagna le scariche dei fucili, il tuonare dei cannoni e il fragore degli shrapnels e delle granate scoppiami nello spazio aereo. E il concerto infernale aumenta sempre pi. L aereo nemico, avvolto dalla mitraglia infuocata, da densi strati di fumo che gli tolgono la visibilit, fra gli scoppi delle granate e degli shrapnels, co stretto a ritornare, girando sopra San Giorgio e di rigendosi verso il litorale. Nuovi rombi di motori lontani; altri apparec chi nemici sopraggiungono, ma da SantAndrea ve livoli nostri ed alleati si innalzano per la caccia ai profanatori di Venezia. I nemici ad uno ad uno passano sopra la citt, scagliando altre bombe, inseguiti dal tiro delle no stre artiglierie. La battaglia fra aerei e difesa continua acca nita, luragano al suo culmine e i boati delle bombe che scoppiano a terra, si uniscono al rom bare dei cannoni eruttanti dalle bocche fiammeg gianti granate e shrapnels. I velivoli nemici immersi in una bolgia infer nale di fuoco e di piombo, sono costretti a ritornare mantenendosi a enorme altezza, gettando con poco danno lultimo carico di bombe sopra le batterie di San Nicol di Lido, sul litorale di Alberoni e a Casa Bianca, inseguiti dal fuoco antiaereo e da ve livoli nostri ed alleati. II rombare delle artiglierie si fa sempre pi lontano, poi ogni rumore di guerra tace. Le sirene danno il segnale di cessato pericolo e la vita cittadina riprende col solito andirivieni nei canali, nelle calli, nei campi , mentre i pi curiosi a gruppi si recano in pellegrinaggio nei luo ghi colpiti. Le localit colpite da bombe incendiarie sono le seguenti : Una bomba in Calle del Cristo a Cannare gio rimaneva inesplosa. Una bomba a Dorsoduro cadeva sul tetto del Palazzo Balbi rimanendo inesplosa. Una bomba in Corte del Tagliapietra a San ta Croce cadeva sul tetto di una casa e poi ruz zolava nel rio di San Boldo senza esplodere. Una bomba in Fondamenta Contarina a San Polo cadeva sulla pubblica via senza esplodere. Una bomba a San Marco in Calle del Ri dotto cadeva in un cortile scoppiando, con dan ni alle case vicine e alle vetrate. Le localit colpite da bombe esplosive sono le seguenti : Una bomba a Ca Foscari sfondava il letto di una tettoia comunale. Una bomba alla Stazione Marittima ca deva vicino alla sottostazione elettrica danneg giandola. Una bomba a San Marco, in Corte Coppo cadeva nellinterno della corte danneggiando le case circostanti. Le bombe caddero in acqua nelle seguenti lo calit : Una bomba a Quintavalle di Castello ca deva in acqua danneggiando le vetrate delle case, in parte frantumandole. Una bomba in Bacino San Marco cade va in acqua scoppiando senza danni. Una bomba nel Rio del Malcanton cade va nellacqua senza danni. Una bomba in canaletta SantElena - scop piava nellacqua senza danni. Una bomba in Rio San Severo scoppiava nell acqua senza danni. Altre bombe caddero fra San Michele e Mu rano, in laguna, senza danni. DODICESIMA INCURSIONE AEREA NELLA SERA DEL 15 MAGGIO 1916. Nove velivoli austro-tedeschi bombardano la citt di Venezia, l'Arsenale, la Stazione di Mestre, il Ca vallino e Cavazuccherina, gettando 57 bombe. Lattacco ha inizio alle ore 20.58. I mesi si succedevano e Venezia dormiva da lungo tempo i sonni tranquilli, indisturbati dagli aerei nemici, dimentica dell accanimento dellAu stria, che si supponeva placato. L avanzarsi della buona stagione e con essa lo svolgersi delle operazioni belliche su tutti i fronti, doveva dimostrare il contrario. In quella tiepida e calma serata di Maggio, il sibilo della sirena dellArseiiale fa battere d im provviso i cuori, mentre le sirene, che rispondono in coro da ogni parte della citt e i colpi di cannone ad intervalli, danno il segnale che il nemico aereo savanza verso Venezia. Brevi istanti di confusione, richiami di vicini, delle donne nelle calli, un rinchiudersi affrettato di persiane, di porte; chi fuori di casa saffretta a ritornarvi, chi lontano si mette al sicuro come meglio pu e i rifugi raccolgono coloro che non si sentono troppo sicuri nelle loro abitazioni. Un rombare sinistro che s avvicina, savvici na sempre pi; il nemico che viene verso la citt. Il fuoco della difesa antiaerea lo accoglie con nu trite scariche e i potenti riflettori lo investono con i loro fasci luminosi. Il velivolo sopra lArsenale. I cannoni della difesa sinfiammano e col loro tuonare rispondono al rombo fragoroso delle bombe che cadono scop- 70 62. piando, facendo sussultare la terra, tremare le case e le vetrate della citt. L aereo nemico continua la sua corsa sopra la citt, gettando qualche bomha, dirigendosi verso la ferrovia e la laguna, inseguito dal tiro delle ar tiglierie e dalla mitraglia. Qualche razzo solca lo spazio aereo; sono se gnali che indicano ai difensori larrivo di altri ne mici. Essi giungono ad uno ad uno o a gruppi di due, tenendosi a grande altezza, cannoneggiati, mi tragliati. Il cielo si copre di densi strati di fumo, gli shrapnels e le granate scoppiano fragorosamen te nello spazio solcato dalla scia dei riflettori, men tre la fucileria scroscia incessantemente e le mitra gliatrici martellano senza tregua il nemico. Fragorosi, spaventosi boati si succedono; sono altre bombe che cadono sullArsenale con gran fra stuono e poco danno e il coro infernale continua, mentre i nemici volano sulla citt, gettando qual che bomba qua e l, investiti da raffiche di proiet tili che minacciano la stabilit degli apparecchi, tanto che gli avversari, ormai stanchi, si dirigono parte verso la ferrovia e parte lungo il litorale, in seguiti dai tiri della difesa antiaerea. Altri velivoli nemici sopraggiungono; la batta glia fra cielo e terra continua furiosamente e i colpi si succedono ai colpi, gli scoppi agli scoppi e spa ventosi boati coprono di tanto in tanto il rumore dei colpi della difesa: sono altre bombe che ca dono e fragorosamente scoppiano. Le raffiche di fuoco e di piombo infuocato, ac compagnano, avvolgono i nemici che lasciano Ve nezia, diretti verso il ponte della ferrovia e la sta zione ferroviaria di Mestre ove gettano bombe e- splosive ed incendiarie: altri si dirigono verso il li torale di Lido, Cavallino e Cavazuccherina lancian do altre bombe. *. Il lontano cannoneggiamento sempre meno distinto, poi il silenzio si fa pi assoluto. Ancora qualche istante, la luce viene ridata alla citt, quella azzurra alle vie e le sirene danno il segnale di cessato pericolo. Nel frattempo i motoscafi portanti le Autorit e soccorsi, si recano nei luoghi colpiti; per fortuna in questa incursione, se il fracasso delle bombe fu spaventoso, i danni arrecati a Venezia furono inve ce assai lievi. Le bombe colpirono le seguenti localit : Una bomba in rio di S. Pietro di Castello esplodeva nellacqua e danneggiava parecchi fabbricati. Una bomba in Campo S. Giovanni Novo esplodeva sid tetto di una casa incendiando e danneggiando il piano sottostante. Una bomba in Corte del Tagliapietra a Dor soduro cadeva in un cortile danneggiando le case circostanti. Una bomba in Calle delle Rasse esplode va sopra il tetto di una casa di abitazione e demo liva due piani, danneggiando le case circostanti. Una bomba in Calle delle Muneghe a Can- naregio cadeva sopra il letto di una tettoia esplo dendo e danneggiando le case circostanti. Altre bombe esplosive ed incendiarie caddero in Arsenale, nellacqua del suo bacino. P ia zz a San M ar co - I l r if u g io s o t t o l e P r o c u r a t ie V e c c h ie 71 63. TREDICESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 22 MAGGIO 1916. Quattro velivoli austro-tedeschi volano su Venezia gettando 18 bombe, con obbiettivo: Batteria S. Fe lice - Sottomarina - Treporti - Ponte ferroviario San Don di Piave. Lattacco ha inizio alle ore 1.50. Nella notte serena, tiepida, limpidissima, i cit tadini veneziani sono immersi nel sonno pi pro fondo e beato, quando sono destati dal richiamo di qualche ritardatario. I ga tolto la luce, i xe qua . Nello stesso istante le sirene e i colpi di can none danno lallarme e poco dopo il tiro antiaereo incomincia. Un lontano cannoneggiare seguito da scoppi di bombe, che cadono a grande distanza, e il rom bare dei motori savvicina sempre pi. Gli aerei nemici lanciano bombe sul litorale, Batteria San Felice, Treporti, Cavazuccherina e San Don di Piave, inseguiti dal fuoco della difesa antiaerea costiera. Qualche boato a grande distanza, il tuonare dei cannoni si fa sempre pi lontano, poi tutto si calma. QATTORDICESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DELL 11 GIUGNO 1916. Sei velivoli nemici volano su Venezia gettando 24 bombe, con obbiettivo: Arsenale, Stazione ferrovia ria di Mestre e San Don di Piave, uccidendo due Itersone e ferendone altre cimine. Lattacco ha ini zio alle ore 21.55. Le rare incursioni aeree su Venezia, con pochi danni nei primi mesi del 1916, avevano fatto sor gere la speranza che il nemico fosse stanco di tor mentare i Veneziani; invece era soltanto una tregua. La bella serata invita a rimaner desti e qual cuno prende il fresco alla finestra, altri vanno a far la solita passeggiata serale e le donnette in calle fanno quattro ciacole con le vicine. La luce si spegne; il primo segnale. Anca sta volta i xe qua sul serio . il nemico che avanza verso Venezia e i po sti di vedetta sono pronti a riceverlo. Il rombo dei motori si ode sempre pi distin tamente e le batterie di Lido iniziano il tiro anti aereo seguito da quello delle navi e dei posti di vedetta. Altri velivoli nemici sopraggiungono e il con certo infernale continua, mentre lo scrosciare della fucileria, lo scoppietto delle mitragliatrici e le vampe dei cannoni, punteggiano il sereno di vividi bagliori, che gettano luci sinistre sulle cupole, sui campanili e sulle case della citt. Luragano di ferro e di fuoco passa oltre ed in segue il nemico diretto verso la laguna e la stazione ferroviaria di Mestre, ove getta altre bombe. Il cannoneggiamento si allontana sempre pi, poi cessa; un po di silenzio e la luce viene ridata alla citt. Le localit colpite da bombe sono le seguenti: Una bomba a Castello, in Secco Marina cadeva sul pavimento stradale esplodendo, dan neggiando un fabbricato e frantumando le vetrate delle case circostanti, ferendo due persone. Una bomba a Castello, in Corte Sabioncel- lo esplodeva sul lastricato, uccidendo due donne e ferendo altre tre persone. Una bomba a Castello, in Corte Due Pozzi cadeva in un cortile senza produrre danni. QUINDICESIMA INCURSIONE AEREA NEL MATTINO DEL 23 GIUGNO 1916. Sei velivoli austro-tedeschi volano su Venezia get tando 19 bombe, con obbiettivo: Arsenale, Litorale Alberimi, uccidendo otto persone e ferendone venti. Lattacco ha inizio alle ore 3.05. L alba era prossima a spuntare e la citt im mersa nel silenzio, nella tranquillit. I natanti non circolano, i vaporini sono al lapprodo a Santa Chiara e alla Riva degli Schia- voni, l acqua come cristallo riflettente le imma gini capovolte, che danno lillusione di prendere radice dalla base in su e dalla base in gi. II pi lieve alito di vento, la caduta nellac qua della cosa pi minuta, lo spostamento prodotto da qualche natante lontano in movimento, creano 72 64. una piccola onda; allora lo specchio dei palazzi go tici e bizantini prende forme strane, meravigliose, sorprendenti. Quando il primo raggio di sole illumina le ci me dei palazzi, dei campanili e delle cupole, lac qua le riflette come se fossero doro di zecchino, trasformandosi in un vortice di metallo fuso, quan do viene sconvolta dai primi natanti in movimento. Col crescere della luce, lacqua prende il co lore del cielo, il sogno svanisce e il Canal Grande come lo vediamo sempre. La tranquillit di quellalba non doveva a lun go durare. Lido hanno iniziato il fuoco, gli aerei avanzano verso Venezia, e i loro motori rombano sinistra mente. Sono sopra lArsenale, accolti da una bolgia infernale di ferro e di fuoco, e la battaglia acca nita. Le prime bombe cadono con scoppi fragorosi, lacendo sussultare il suolo e tintinnare le vetrate della citt. Lo spazio aereo solcato da mille detriti me tallici, che ricadono al suolo sibilando, battendo in ogni parte; dense nubi di fumo sinnalzano verso il cielo, togliendo la visibilit al nemico. Qualche momento di sosta, poi nuovi ve- C h i e s a di San F r a n c e s c o d e l l a V ig n a - I dan n i a l l a s a c r e s t i a I posti di vedetta sulle altane, avvisati dal Co mando che velivoli nemici sono in rotta verso Ve nezia, si preparano alacremente a sostenere l'at tacco. Un urlo poderoso, straziante, squarcia il silen zio, mentre il primo colpo di cannone, improvviso, inaspettato, fa tremare i vetri della citt, seguito da altri colpi sparati ad intervalli. 1 nemici alati giungono dal mare, il rombo dei motori si sente appena, il cannone romba verso la costa, mentre i posti di vedetta della citt atten dono lavanzarsi del nemico per iniziare la bat taglia. Questa imminente; le navi e le batterie di livoli giungono e la lotta riprende pi accanita che mai. E cannoni, e mitragliatrici, e fucili, tutto s in- fiamma, divampa, tuona, scoppietta nel medesimo istante, e nell uragano dei colpi, di tanto in tanto boati pi poderosi, pi cupi, fanno tutto tremare. Sono altre bombe lanciate dai nemici; nuove nubi di fumo e ili gas bruciati si addensano, si allargano, portate dalla brezza verso la citt, che si copre di un grigio manto. Gli aerei nemici sorvolano su Venezia, gettan do qualche bomba che scoppia fragorosamente nel l'acqua, altri aerei prendono la via del litorale ver so Alberoni, ove gettano la rimanenza del loro ca- 73 65. Sa n F r a n c e s c o d e l l a V ig n a - 1 d a n n i a l c o n v e n t o rico, costretti lai tiro antiaereo a tener