Giovanni Righi Riva - Ricerca esoterica

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Ricerca in campo esoterico di Giovanni Righi Riva, ordinata per specifici argomenti e organizzata in fascicoli pubblicati separatamente.

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GIOVANNI RIGHI RIVA1929 – 2007

Ricerca in campo esoterico di Giovanni Righi Riva, ordinata per specifici argomenti e organizzata in fascicoli pubblicati separatamente, secondo lo schema che segue:

RICERCA ESOTERICA di GIOVANNI RIGHI RIVA Piano dell'opera Premessa Glossario

1°) - MANIFESTAZIONETentativo di interpretazione dell'essereIl concetto di InteritàLa problematica del rapporto fra uomo ed Interita'Il problema dell'EmanazioneFattori dinamici del concetto d’Emanazione

2°) - POLARITA' Il fondamento del mondo manifestato Il peccato di Sofia La polarità dramma e dinamismo realizzativo Sofia Problematiche d’incontro La polarità come idea informante della Manifestazione La sizigia

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La polarità e la sizigia

3°) - KARMA Cenni su un'interpretazione del jiva nell'ambito del"karma" Ipotesi su un'emersione karmica nei prossimi decenni Considerazioni sul concetto di karma Il karma Il karma – approfondimenti Note sul karma

4°) - ALBERO SEPHIROTICO Il campo sefirotico problemi e dinamismo realizzativo Il processo esoterico Note sulla femminilità di Yesod Il dramma di Yesod Malkuth ed il Glifo Il punto d’intersezione Rapporti fra Yesod e Malkuth Il 32° sentiero - ipotesi Le basi dell’azione Il Glifo - note Affinità e differenze Il Regno La formulazione del Pleroma Yesod

5°) - MONDO DEGLI ARCHETIPI Il mondo degli Archetipi

6°) - CAMPI Analisi di campo Approfondimenti sui campiEntità di campoI campi – considerazioni riassuntiveI campi di contattoI campi sottiliIl sentiero ed il campoLa rescissione dei campiPresenze e lontananzeQuestioni di campoL’ente di tramite

7°) - CADUTA Genesi La caduta: problematiche e puntualizzazioni Generalizzazioni Caduta e rinascita Anatomia della caduta I° Anatomia della caduta II°

Delitti e tradimenti

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8°) - DISPENSE 1-12Prima dispensaSeconda dispensaTerza dispensaQuarta dispensaQuinta dispensaSesta dispensaSettima dispensaOttava dispensaNona dispensaDecima dispensaUndicesima dispensaDodicesima dispensa

9°) - MITI EGIZIIntroduzione all'esoterismoMiti egiziIl mito d’OsirideIside ed OsirideKhatL’AmentetOsiride e NepthisSimboli e miti – noteSui miti – noteSull’EgittoAkenathon - indicazioniSchema emanativo egizioGlossario dei termini egizi

10°) - ENOCHEnoch I Enoch IIEnoch III

11°) - INSEGNAMENTI TEORICIDio, Cristo, fedeMente, intelletto, ioErosMayaArgomenti vari

12°) - INSEGNAMENTI OPERATIVIRicerca esotericaCristo la fede la viaMaestro e allievoMeditazione

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PREMESSA

Giovanni, un amico prezioso, Giovanni Righi Riva, più precisamente Dott. Giovanni Romano Righi Riva.

Chi è Giovanni per un particolare gruppo di amici? E' la persona che tutti avrebbero voluto per amico, magari in un rapporto privilegiato. Una persona molto colta, piena di interessi, capace di rendere luminosa e illuminante qualsiasi tipo di conversazione, curiosa di tutto l'ampio arco del sapere, interessata all'uomo e al suo ambito psico-sociale, studiosa del mondo “materiale” ma, soprattutto, del mondo spirituale.

Egli ritiene che: “L'Uomo è l'artefice di sé stesso e del suo destino, e potrà rendersi splendidamente forte e dolce, libero e creativo nell'ambito concessogli dal Padre, che lo ha pensato altissimo fra le sue lucenti ideazioni....” Afferma che “Il pensiero è l'unico strumento abilitato a comprendere il pensiero, lo spirito è l'unica forza capace d'influire sullo spirito; postulato fondamentale di una scienza che sia veramente onnicomprensiva, unendo all'attenzione per l'aspetto formale dell'esistenza, l'attenzione per quello spirituale e trascendente; perché ognuno di questi, altro non è che modificazione dell'energia vivente dell'Assoluto....”

“Amore, specificatamente nell'uomo, è superamento delle istanze egotiche in un atto di estrema apertura a ciò che si ama. E' "essere l'altro", in piena consapevolezza e determinazione, oltre ogni spinta emotiva e ogni relativismo: anche se questo non significa affatto negazione dell'emotività e del relativo.”...”Così ci è richiesta la gioia, la pace interiore e la serenità dei rapporti a prescindere dal nostro stato esistenziale, che può anche rivelarsi “difficile”: questo stato implica tutto il possibile distacco dalle nostre compulsioni, dai desideri e dall’attaccamento a momenti affettivamente qualificati. Implica in particolare il distacco dagli esiti delle nostre stesse azioni.”

Egli ripete che: “Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e viceversa; i Saggi che esemplificarono questo Principio nel Glifo dell'Albero kabalistico (con l'aiuto di Potenze sovrumane), identificarono ai lati del Centro del mondo sottile sovrastante la forma fisica, i Sephirâ dell'intelligenza e dell'intuito, dell'astrazione intellettuale e dell'istinto. Il punto d'equilibrio e d'unione di queste forze spirituali è il substrato del mondo che conosciamo, da esse emanato.

In alto, dominante il Centro eterico Yesod, esiste la sorgente dell'Amore altruistico, generoso, attivamente proiettato all'identificazione di sé nell'altro per un processo salvifico totale. Da questo simbolo emerge che l'uomo per amare deve far proprie le forze del pensiero e dell'istinto, della concettualizzazione e della forma, unendole in equilibrio dinamico, vitalizzato da un profondo slancio affettivo in ogni direzione dell'esistenza.”

Quest'atteggiamento, che deriva da un'esatta comprensione e realizzazione profonda della propria individualità, supera l'ego limitante senza negare la vita

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temporale nelle sue molteplici proposizioni, inducendo anzi a conoscerla alla luce di un principio trascendente. Questo è forse il principio ispiratore di tutta la ricerca di Giovanni.

Giovanni, anche se sommerso, come molti, da problemi familiari e sociali, per lunghissimi anni si impegna in una faticosa, approfondita ricerca in ambito spirituale, con fasi ricche di risultati fecondi alternate a periodi estremamente contraddittori e affaticanti.

StudiaI suoi lunghi e approfonditi studi in ambito spirituale lo conducono ad affermare

che esiste una sostanziale sovrapposizione nelle ideazioni di tutti i sistemi religiosi sufficientemente conosciuti di ogni epoca e luogo.

Afferma che ogni testo esige uno sforzo: dalla Bibbia alle Upanishad, dai Vangeli al Vedanta, dal miti Egizi ai dialoghi di Platone ed alle Enneadi.

Attraverso lo studio approfondito della Tradizione formula la tesi “che il Dio Creatore può essere in qualche misura compreso in una configurazione trinitaria, nella quale s’identificano un Principio ideante, uno esplicante e la loro Sintesi, che – nell’Identità – li assume e li trascende. Comprendere questa Trinità è intellettualmente impossibile, perché essa è oltre la nostra limitatezza; ci sostiene allora la “Rivelazione” conferita agli innumeri meditanti d’ogni ordine e tempo, che ci indica costantemente questa base ontologica: Brahma, Shiva e Chakti per l’Oriente, Kether, Chokmah e Binah per l’ebraismo oppure Ra, Osiride ed Iside in una validissima interpretazione dell’antico Egitto. Noi, eredi di molte linee metafisiche, siamo soliti indicare queste Realtà come Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale ultimo è poi la Potenza che sostiene e soccorre, ossia la Madre.”

MeditaAttraverso la meditazione ottiene intuizioni illuminanti che ci trasmette:“Tutto l'ingegno degli uomini e delle donne nasce da Dio.Tutto è ascolto più o meno profondo, più o meno perfetto, della sua voce.Non esiste un pensiero, un’idea, un momento cognitivo reale che non sia colto

nel silenzio del proprio spirito in rapporto con l'amore del Padre.Tutto il noto, il possibile, il potenziale del progresso umano giacciono in Dio.Ma ascoltare non è sufficiente se non c'è l'intelligenza di Lui. Occorre “volere ascoltare” per poter “trovare” e, trovato ciò che ci preme,

sceglierlo così come ci appare.E una volta scelto, condurlo spontaneamente nell'ambito mentale per tradurlo

in simboli, in relazioni e in accadimenti che da questi derivino.Quindi, non pensiamo. Ascoltiamo e lasciamo che la mente ci rappresenti quello che “sentiamo”.Lasciamo che le nostre capacità (libere e intuitive) rendano forma la nostra

ideazione.Tutto il resto è frutto di arbitrio, di concettualizzazioni che non appartengono

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come tali al Cristo; e che quindi deviano e sono deviate. Se comprenderemo questo processo, che è il sentiero intuitivo e

specificatamente esoterico, metteremo in moto il Fuoco Centrale della nostra personalità, con conseguenze estreme per tutto quello che siamo”.

Giovanni sottolinea l'importanza dell’amore, indispensabile a dissolvere l’oscurità con un semplice atto d’accettazione del proprio ed altrui limite, nell’abbandono al Padre delle nostre imperfezioni. Afferma che è necessario accettare “l’altro così com’è nel nostro cuore, ed amarlo”.

L’atteggiamento concreto che dobbiamo attuare è: “Uno: la giusta Attesa.... un processo che è da condursi “in Teurgia”: l’attesa non è inerzia, ma purificazione dagli esiti del passato e dalle relative scorie. Conseguentemente questo particolare tipo d’attesa costituisce un processo iniziatico che dobbiamo perseguire con rigore e dolcezza insieme, e con la ferma intenzione di raggiungere la nostra verità, ma anche con distacco interiore dal conseguimento individuale della meta. La seconda condizione, assai ostica per chi non la comprende è molto benefica per coloro che ne siano consapevoli a livello intuitivo: il Silenzio. Silenzio non significa, come si può credere, assenza di comunicazioni con l’altro, e in particolare con il piano che si voglia incontrare. Il Silenzio implica piuttosto la profonda capacità di conservare intatta la propria interiorità, ponendola fuori da quel mare agitato di paure, d’istanze, di rivendicazioni, di desideri e di tensioni pseudo-difensive che sono sempre l’espressione di un “ego” ancora privo di una direzione adeguata, e che pertanto assorbe troppo della nostra personalità. Il Silenzio è l’abilità di mettere fine all’ininterrotto brusìo, vocìo ed incostanza del nostro strumento mentale, che dobbiamo progressivamente condurre sotto un vero e completo controllo. Solo con il Maestro ci è possibile attenuare e poi elidere l’indiscriminata attività della mente, e porre in essere uno stato interiore pacificato ed armonioso. Il Maestro, infatti, se adeguatamente percepito, mette in moto le potenzialità dell’allievo tipiche dell’aspetto più profondo che possiede: quelle dello Spirito. Lo Spirito è l’attitudine d’essere in fiducioso Ascolto, in filiale devozione e in ferma intenzionalità d’incontro, indirizzati senza sforzo verso il Padre, il Cristo in Kether.”

ScriveO in stato meditativo, a contatto con il Maestro Atmico, o in elaborazioni

successive, trascrive il frutto dei suoi studi, delle sue ricerche e delle sue sperimentazioni in ambito esoterico.

Lascia a disposizione di chi voglia farne uso, una cospicua produzione di elaborati, frutto delle sue ricerche in campo esoterico, che lo hanno impegnato per tutta la sua vita: “Questo studio non è frutto della semplice ricerca di un jiva, ma è stato permesso ad un jiva renderlo noto a coloro che abbiano la volontà e le qualificazioni per affrontarlo e capirlo. Poiché appartiene a quella categoria, non troppo numerosa, ma ahimè, neppure scarna, di testi ricevuti per contatto mentale, diventa assolutamente necessario esercitare la riflessione critica nel leggerlo, la tenacia e la buona disposizione per verificarne, almeno nella misura oggi possibile allo spiritualista e al ricercatore di buona volontà, la veridicità.”

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Giovanni, fin da giovanissimo, stabilisce un rapporto di profonda, duratura amicizia con Don Giovanni di Fontevivo, esoterista, esorcista, radiestesista, amico di famiglia. Questa relazione è, per lui, portatrice di apertura verso una via indirizzata all'esplorazione della dimensione di vita vera, unica, totalizzante, il “Reale esoterico”. Via che non abbandona più e verso la quale, anzi, coinvolge le persone a lui vicine.

“Si tratta di superare lo scoglio tremendo dell'ego; la capacità d'essere sufficientemente equilibrati e continuativi è la regola non trascurabile che ne deriva, e l'agire rettamente, con ferma determinazione di impersonalità, mai condizionati dai risultati sperati o ottenuti, è lo strumento. Occorre un metodo per consentirci di recuperare ed affinare la personale capacità discriminativa unitamente all'intenzionalità e volontà: gli unici fattori veramente decisivi perché si possa attingere al Principio sepolto nella profondità del proprio esistere, e che attende dal Suo portatore la possibilità di palesarsi nella vera Luce fondamentale.

Si imparerà più dall'insuccesso che dal successo, e codesto è i1 metodo di insegnamento praticato da millenni in ogni centro di spiritualità, sia questo un convento tibetano, un asram o un tempio del buddhismo zen, un monastero taoista o un ordine esoterico dell'Occidente, legato alle antiche tradizioni dell'Egitto, della Grecia e del più puro Cristianesimo.

Una realtà in movimento perché tutta vivente, e nulla esiste di quanto giornalmente incontriamo, vediamo e tocchiamo, che non sia spirito e vita, in gradi elementari o elevatissimi di consapevolezza.

Dal sonno profondo della pietra, indistinto ed indeterminato in una inconcepibile sensazione d'esistere, indifferente ad ogni forma concreta, all'aspetto sottile degli elementi: acqua, aria,vibrazione infinitesimale delle più penetranti radiazioni, tutto è intelligenza che si svela, coscienza che si determina, essere che si rivela nella sua verità sostanziale.

L'emancipazione è processo, lo spirito dell'uomo è dinamico, come un grande fiume che scorre verso il suo mare, e non può fermarsi a contemplare le sponde che un giorno furono sue e che continuamente si rinnovano nell'inarrestabile viaggio.

Tutto questo è di difficilissima comprensione senza l'ausilio di un istruttore qualificato: l'istruttore prima crea il presupposto all'intuizionismo dell'allievo con un adeguato supporto concettuale, e quindi guida l'allievo all'esperienza pura con la meditazione.

Lo Yoga, il Buddhismo, il Taoismo e qualsiasi corrente tradizionale davvero qualificata pongono l'armonizzazione delle tendenze ed il superamento dell'ego come condizione e fondamento dell'ascesi; ingenerano quindi uno stato di amore variamente colorato (dalla compassionevole misericordia al sacrificio di sé per la comune liberazione), ma che si risolve finalmente nell'illuminazione, dove i dubbi della mente manasica dileguano e la Realtà appare nel suo eloquente splendore.

Riteniamo che l'insegnamento esoterico trovi nel momento cristico la sua sintesi ed il vettore che puntualizza la libertà ed il fine medesimo dell'Atto manifestante.

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Consideriamo inoltre che nulla di quanto è stato rivelato nelle differenti epoche e latitudini è contraddittorio, se rettamente interpretato, e che quindi ogni ramo del sapere abbia un suo valore attuale e sostanziale.

Giova richiamare il ricercatore alle parole del Maestro, perché le intenda e le mediti: "gli ultimi saranno i primi" e "molti sono i chiamati e pochi gli eletti" e "Io sono venuto non per unire ma per dividere" e "Io sono in voi e voi siete in Me" e "le porte degli inferi non prevarranno" ed infine "chi vede Me vede il Padre".

I vangeli vanno compresi, la Bibbia va intuita, i testi induisti, taoisti, tibetani o gnostici vanno interpretati alla luce dell'Amore, per trovarvi la sapienza e l'intelligenza dell'Amore.

Questo è il problema sommariamente enunciato e di enorme momento: il resto è nella libertà della scelta.”

Giovanni vive, lavora, studia, attua la sua ricerca in campo esoterico a Parma; qui si sposa ed ha due figli. Si separerà, non senza travaglio, da questa sua famiglia che ha sempre comunque molto amato. Avrà una nuova compagna che rimarrà con lui fino alla fine dei suoi giorni terreni. Con loro vivrà, fino alla sua scomparsa, l'anziana madre di Giovanni, donna colta, intelligente e amatissima.

Trova la sua Via: “Superando la carenza d’amore a tutti i livelli, da quello spirituale a quello più propriamente fisico. La carenza d'amore è un “vuoto” che preme, che assorbe la nostra concretezza reale e che quindi deve essere risolto nel “pieno”. Ma come?

L’assenza deve essere elisa da una Presenza, la mancanza d’amore richiede l’avvento dell’Amore, l’irrealtà si vanifica con la Realtà. Quindi il rimedio è l’amore, l’intelligenza dell’Amore....

Amare è semplice, non facile. Per saper amare a livello operativo ed esoterico occorre dissolvere le barriere interiori mentali ed intellettuali (i veli di maya) che sono ostativi alla nostra intenzione, e che sovente si puntualizzano in veri e propri ostacoli fisici.... ostacolo che non può essere superato con le sole forze individuali, ma richiede l’empatia con il Principio, con la Misericordia di Dio che chiamiamo “Cristo”.

Il Cristo (Krisna, Amida o come vogliamo chiamarlo) ci conduce alla purificazione dell’inconscio, preliminare per necessità all’azione conscia, diretta e consapevole, che poi Egli stesso sostiene... E’ la Via Solare, che non nega l’esistenza ma la rende alla sua realtà, non rinuncia all’attualità della vita in nome di una vita futura ed assoluta, che ci identifichi con il Campo Causale negando l’attuale.

La nostra Via considera la Manifestazione come atto dell’Amore di Dio, e non certo come un decadimento “ontologico” e un allontanamento da Lui connaturato all’esistenza. Decadimento ed allontanamento che sono, in ogni caso, un nostro arbitrio e non certamente un “difetto” del Padre.

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Nel Padre e con il Padre è possibile liberarci dalla catena karmica, ripristinando insieme la nostra esatta posizione nei Suoi confronti: nel tempo, nello spazio e nell’intenzionalità che Egli ci indica...

Ecco dunque il cammino esoterico: dissolvere le ideazioni generalizzate ed antiche che s’annidano nel nostro inconscio e – una volta resa sufficientemente pura la nostra mente – farla sensibile alla silenziosa Parola del Padre, così come Egli indicherà.

Questo processo conduce all’intuizione di Realtà, ed alla lunga anche la percezione del nostro odierno ambito s’adegua e muta. Vi potremo, infatti, cogliere la presenza di Dio, ed allora le cose appaiono così come veramente sono: illusorie per i più e reali per l’iniziato.

Prima di tutto occorre trovare la propria base spirituale e, nello Spirito, la Volontà salvifica del Padre, che noi esattamente identifichiamo in Cristo. In altre epoche e civiltà Essa ha assunto differenti Nomi: Krisna, Osiride, il Grande Spirito, la Madre. Ma, sempre, è la volontà di Dio, che regge la propria Manifestazione per condurla, inevitabilmente e nel tempo che le creature scelgono, al suo fine.

Trovare Cristo, l’Atma, è il passo fondamentale: il resto è esplicazione di questo Principio. ...E' per questo che il Maestro, il Testimone interiore è così essenziale. Senza di Lui, ogni tentativo è destinato a vanificarsi nella nostra insufficienza.”

Giovanni, inizia la sua attività di ricerca in ambito spirituale già dalla prima giovinezza. In alcuni scritti del 1987 afferma che già da vent'anni si dedica a studi approfonditi di gnosi cristica, Buddhismo, Cristianesimo, Yoga, Kabala, simbologia taoista ed a ricerche e sperimentazioni in campo spirituale esoterico. Prosegue con un gruppo di amici a Bologna ottenendo risultati numerosi e multiformi. In seguito, al raggiungimento della pensione nel 1991, dedica maggior tempo allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione fino alla sua morte avvenuta nel 2007.

Non sappiamo esattamente quali obiettivi si era posto Giovanni e se li ha raggiunti totalmente o in parte.

Giovanni ha esposto il frutto delle sue ricerche, basate come lui stesso afferma nei suoi scritti, su intensi e approfonditi studi sul Mito e sulla Tradizione, dalla Bibbia alle Upanishad, dai Vangeli al Vedanta, dal miti Egizi ai dialoghi di Platone ed alle Enneadi e su un particolare tipo di meditazione: “Silenzio ed Ascolto in Tiphereth”.

Noi siamo entrati in possesso di una parte del materiale da lui prodotto, costituito da insegnamenti teorici ed insegnamenti operativi inerenti le modalità di una corretta ricerca in ambito spirituale. Si tratta di numerosi quaderni manoscritti che descrivono le sue ricerche in ambito spirituale, di vecchi dattiloscritti, alcuni con le date precise in cui furono elaborati ed altri senza data (da noi acquisiti con lo scanner), di numerosi floppy disc e CD contenenti i suoi studi, in alcuni dei quali è chiaramente specificata la data di elaborazione che in altri manca: per questi ultimi

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abbiamo utilizzato e segnalato la data di trasposizione sul supporto informatico. E' presumibile che molti suoi scritti siano andati perduti: alcuni sono stati ritrovati casualmente, in possesso di persone a lui legate, altri sono stati chiaramente rielaborati e scritti su supporto informatico in fasi successive alla prima stesura.

Tutto ciò che è in nostro possesso lo rendiamo fruibile a chi ne voglia far uso.Il materiale citato è stato da noi organizzato e raccolto in dispense, in relazione

agli argomenti trattati e in relazione agli aspetti teorici ed operativi esposti:

1°) - MANIFESTAZIONE2°) - POLARITA'3°) - KARMA4°) - ALBERO SEPHIROTICO5°) - MONDO DEGLI ARCHETIPI6°) - CAMPI7°) - CADUTA8°) - DISPENSE 1-129°) - EGITTO10°) - ENOCH11°) - INSEGNAMENTI TEORICI12°) - INSEGNAMENTI OPERATIVI

Per rendere più agevole la lettura degli scritti di Giovanni, talora difficili da interpretare, redatti con terminologie non usuali, è stato realizzato un glossario dei termini usati, ricavato da fonti Wikipedia, fonti Internet, dizionari filosofici, testi specialistici e dagli stessi testi di Giovanni.

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Glossario dei termininei testi di Giovanni Righi Riva

Ricavato da: Wikipedia, fonti Internet, dizionari filosofici, testi specialistici e testi di Giovanni.

A cura di Giorgio Zarrelli.

Adam (Kadmon) I religiosi, scrittori della Qabbala, parlano di Adam Kadmon come del primo uomo emanato, l'originale, l'anima primeva che contiene tutte le anime degli uomini.E' comparabile all'Anthropos dello gnosticismo e del manicheismo.

Adhikara Termine sanscrito che significa autorità e possesso. Chi raggiunge un determinato livello di conoscenza ha l'autorità necessaria per raggiungere un livello superiore. Chi raggiunge un determinato livello di conoscenza, ha l'autorità per insegnare ciò che conosce: possiede il necessario adhikara.

Advaita La parola si riferisce ad un sistema di pensiero Vedantico che concepisce una Realtà Ultima non-duale. Il principio basilare dell’Advaita Vedanta è che non esiste altro che la suprema realtà non duale che è senza qualità o caratteristiche.

Ahankara Oppure ahamkara, è una parola sanscrita che si riferisce all'ego e all'egoismo. Il termine proviene dalla filosofia vedica e risale approssimativamente a 3000 anni fa, dove aham si riferisce al concetto di sé o io e kara fa riferimento al concetto di “ogni cosa creata”. Ahamkara è una delle quattro parti dell'antahankara (organo interno) descritto dalla filosofia Indù. Le altre tre parti sono Buddhi, Citta e Manas.

Ain Soph Aur Nella Qabbala è la luce divina, il basso velo situato più vicino all'Albero della Vita, e promana dal Creatore a seconda delle necessità. Significa “senza limite” o “luce eterna”. Senza alcuna limitazione, tutte le cose accadono in virtù del fatto che non c'è ragione perché non sia così. La luce gioca un ruolo molto importante nella filosofia e nel simbolismo della Qabbala e Ain Soph Aur è tale luce.

Akasha Mente Cosmica, è il termine sanscrito per indicare l'etere. Nell'induismo il termine è utilizzato per indicare l'essenza base di tutte le cose del mondo materiale.Per le scuole filosofiche Hindu Nyaya e Vaisheshika, l'Akasha è la quintessenza, substrato della qualità del suono, una sostanza fisica eterna, impercettibile e che tutto pervade.

Albero Nel testo si intende l'Albero Sephiroticio (vedi Sephira)

Allotropico Che si presenta in forme differenti, come il carbonio che può esistere in forma di carbone e di diamante. Dal greco allos, altro, e tropos, modo, è una denominazione applicata da Jacob Berzelius alla proprietà di esistere in diverse forme, presentata da alcune sostanze. Le diverse forme sono note come allotropi.

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Amida Parola giapponese dal sanscrito Amitābha Buddha, letteralmente "Luce (ābhā) senza fine (amita)"; a volte Amida Nyorai in quanto parte dei gochinyorai; è un Buddha celestiale descritto in alcuni sutra della scuola Mahayana di Buddhismo, e particolarmente venerato nell'Amidismo. Nel testo è presente come uno dei nomi di Dio.

Ananda è un termine sanscrito che letteralmente significa "beatitudine"; esso indica un tipo di beatitudine spirituale e trascendente, non paragonabile alle gioie transitorie del mondo fenomenico. (vedi Cit).

Androgino E' colui che partecipa della natura di entrambi i sessi. Il termine, diversamente da ermafrodito, non è usato in ambito scientifico, non fa in alcun modo riferimento alle modalità di riproduzione o all'orientamento sessuale (pertanto non è neanche sinonimo di bisessuale). Viene invece usato per indicare in un individuo la coesistenza di aspetti esteriori, sembianze o comportamenti propri di entrambi i sessi.

Annamaya kosha Uno dei livelli di energia con cui vibra il prana cosmico che permea ogni forma di vita. Secondo lo yoga, ogni essere umano ha cinque livelli di energia che coesistono e variano mutuamente dal più grossolano al più sottile. Questi sono chiamati i “Pancha Kosha” o le cinque dimensioni del prana. Essi sono:Annamaya kosha - corpo formato dal cibo.Pranamaya kosha - corpo pranico.Manomaya kosha - corpo mentale.Vigyanamaya kosha - corpo astrale.Anandamaya kosha - corpo di beatitudine.

Antahkarana Nella filosofia Hindu, Antahkarana fa riferimento alla più alta parte della mente, quella più astratta che è vista come parte separata rispetto alla mente emotiva.Nella letteratura Vedanta, Antahkarana si divide in 4 parti:1) Manas (mente) la parte che controlla sankalpa (volontà e risolutezza).2) Buddhi (intelletto) la parte che controlla le decisioni da prendere.3) Chitta (memoria) la parte che determina ciò che si ricorda e si dimentica.4) Ahamkāra (ego) la parte che identifica l'Atma (il sé) con il corpo come Io.

Arcangeli Arcangelo è un tipo di angelo, presente nel cristianesimo, nell'ebraismo e nell'islam. Per la tradizione rabbinica, il Qabbalah, e secondo il libro di Enoch, il numero usuale degli arcangeli è almeno sette, che sono gli angeli focali. I tre più alti arcangeli sono comunemente identificati come: Michael, Raphael e Gabriel. Gli esoteristi a volte associano gli arcangeli alla tradizione Kabbalistica e alle varie stagioni ed elementi, o anche ai colori. In alcune cerimonie magiche i quattro arcangeli maggiori (Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele) sono invocati per le quattro direzioni, e corrispondono a colori associati a proprietà magiche.

Archetipo Il termine che deriva dal greco antico col significato di "modello", "marchio", "esemplare", attualmente viene usato: per indicare, in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio

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l'idea platonica); in psicoanalisi da Jung ed altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano; in mitologia, le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo. Dice Jung: “Gli archetipi sono come i letti dei fiumi abbandonati dall'acqua, che però possono nuovamente accoglierla dopo un certo tempo. Un archetipo è simile a una gola di montagna in cui la corrente della vita si sia lungamente riversata: quanto più ha scavato questo letto, quanto più ha conservato questa direzione, tanto più è probabile che, presto o tardi, essa vi ritorni.” (Carl Gustav Jung, Aspetti del dramma contemporaneo, 1945).

Arjuna Mitico eroe protagonista di un importante poema epico indiano. Una delle immagini più famose che ritraggono Arjuna, lo raffigurano in piedi sul suo carro dorato mentre brandisce Gandhiva, l'arco di Siva, oppure mentre soffia nella sua conchiglia. Più in basso, Krishna, auriga, tiene strette le briglie, alle quali sono legati cinque cavalli bianchi.

Assoluto Etimologicamente il termine assoluto deriva dal composto latino ab + solutus, che significa «sciolto da». Platone ad esempio considerava il mondo delle idee o Iperuranio come una realtà indipendente e autonoma, appunto perché "sciolta da" ogni altra, non relativa ad altro da sé. Viceversa il mondo sensibile esiste solo in relazione alle idee, in quanto cioè dipende ontologicamente da queste ultime. Alle Idee egli attribuiva così l'Essere di cui già parlava Parmenide. L'assoluto è infatti ciò che ha l'essere in sé e per sé, essendo causa sui (causa di sè). Relativo è invece ciò che secondo Platone non ha l'essere, bensì soltanto l'esistenza, ovvero è unicamente a partire da qualcos'altro; esistenza vuol dire infatti propriamente, in senso etimologico, "essere da", cioè ricevere l'essere da un altro (dal latino ex + sistentia).

Atma O Atman, è una parola sanscrita che indica il sé. Nella filosofia indù, specialmente nella scuola di Vedanta dell'induismo, si fa riferimento al vero sé aldilà dell'identificazione fenomenica. In ordine al raggiungimento della salvezza (liberazione) l'uomo deve acquisire la conoscenza del vero sé (atma jnana) il che significa sperimentare che il vero sé è identico al sé trascendente chiamato Brahman.

Avatar E' un sostantivo maschile della lingua sanscrita con cui si indica l'apparizione o la discesa sulla terra della divinità avente lo scopo di ristabilire o tutelare il Dharma. Presso la religione Induista, un avatar o avatāra è l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio o di uno dei Suoi aspetti: consiste nella deliberata incarnazione di un Deva o del Signore stesso, al fine di svolgere determinati compiti.

Avidya Parola sanscrita che indica incomprensione, ignoranza, delusione. L’avidya è l’errata comprensione che confonde il grossolano con il sottile. Questo significa che noi non vediamo la realtà per quello che è. Ci sono dei veli che si interpongono fra Purusha (Purusha rappresenta la nostra pura coscienza, ciò che vede con purezza e semplicità la realtà) e l'oggetto da osservare, che può essere un sentimento, un'emozione o qualsiasi esperienza della vita.

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Aziluth Secondo la Qabbalah mistica, Aziluth è il mondo posto in essere dall’Immanifestato, con le dieci parole di Dio (“io l’ho chiamato”). Come emanazione emerge da Ain-Soph Aur e, in un processo discendente, gli altri mondi separati emergono dai quattro livelli di Aziluth.

Bardo Thodol E' il cosiddetto libro tibetano dei morti. Il testo descrive e intende guidare il lettore attraverso l'esperienza che la coscienza ha dopo la morte, durante l'intervallo fra la morte e la successiva rinascita. Questo intervallo è conosciuto, nella lingua tibetana, come “Bardo”. Si tratta probabilmente dell'opera di letteratura tibetana più nota a livello internazionale.

Basilio Valentino Alchimista medievale e monaco benedettino. Usò per primo l'antimonio come medicamento e scrisse un'opera intitolata "Il carro trionfale dell'antimonio" in cui, oltre a illustrare la storia di questo elemento, spiega come preparare lo spirito di sale (acido cloridrico), come ottenere l'acquavite distillando il vino o la birra e come estrarre il rame dal suo solfuro. Anche l' "Alografia", o Trattato sui sali, parla di molti interessanti fenomeni chimici. Molte altre sue opere sono state riunite nel 1700 sotto il titolo di "Scripta chimica".

Binah Rappresenta l'Intelligenza. Binah è la terza Sephirah che forma e completa il Triangolo Superno che genera le altre sette Sephiroth inferiori. Queste tre Sephiroth (senza considerare Da-at, Sephirah che non viene numerata perché risulta esser il duplicato di Kether), come affermano i Cabalisti, sono di natura completamente diversa da quella delle sette Sephiroth inferiori. La loro essenza è talmente remota dai processi del pensiero umano da non poter venire sperimentata direttamente (vedi Sephira).

Bodhisattva è un sostantivo maschile sanscrito che letteralmente significa "Essere (sattva) 'illuminazione' (bodhi)". È un termine proprio del Buddismo che indica un essere la cui intima natura corrisponde al "Risveglio", oppure "colui che cerca di conseguire il Risveglio" o, ancora, "colui la cui mente (sattva) e

è fissa sulla bodhi". Ovvero colui che sta percorrendo la via per diventare un buddha.

Brahma Presso la religione induista, Brahma o Brama è uno degli aspetti di Dio, nonché la prima Persona della Trimurti (chiamata anche Trinità indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva), all'interno della quale è conosciuto come il Creatore. Brahma non deve essere confuso con Brahman; mentre quest'ultimo rappresenta l'aspetto di immutabilità, di infinito, di immanenza e di realtà trascendente, l'Origine divina di tutti gli esseri, Brahma ne è un agente, così come le altre divinità personificate; è un aspetto di Isvara, il Brahman con attributi, fondamentalmente ego-consapevole. Brahma è il primo essere a venire creato all'inizio di ogni ciclo cosmico (o kalpa), è la prima manifestazione del Brahman e per questo viene considerato l'architetto dell'universo, il padre di tutti gli esseri.

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Brahman Vedi Brahma

Buddhi Presso la religione induista, per buddhi si intende l'intelletto, l'intelligenza, intese come la facoltà di comprendere. L'importanza dell'intelletto è testimoniata dal numero di sinonimi esistenti per descriverlo. La sua sede è alla sommità del capo; è legato permanentemente con il corpo causale, per mezzo della mente.

Caduta Con il termine "la caduta" o "la Caduta dell'uomo" (nel senso di genere umano) la teologia cristiana, secondo quanto riportato dalla Bibbia in Genesi 3, si riferisce all'avvenimento attraverso il quale essa crede che l'umanità abbia perduto i privilegi e la condizione originaria di cui godeva al momento della sua creazione. Il racconto della Caduta è essenzialmente un'eziologia attraverso la quale, nella cultura israelita (e da essa quella cristiana ed islamica), si dà spiegazione dello squilibrio e disarmonia che caratterizza l'attuale condizione umana, la sua alienazione da Dio, l'origine del male nel mondo e come venirne a capo. La caduta sancisce una dicotomia fra la creatura e il creatore che, se non sanata attraverso un'azione soterica, porta inevitabilmente verso l'abisso del male, del dolore, del nulla: il Ni.

Campo Per Campo si intende quel cerchio di persone che sono in diretto rapporto dialettico le une con le altre perché interagiscono vicendevolmente. Campo è, sotto questo profilo, il nostro “prossimo” e la cerchia d’affetti o di rapporti che ci contraddistingue. In termini più lati, campo è anche il quadro globale in cui si svolge la nostra esistenza, lo “sfondo” dei nostri sentimenti e delle relative azioni: ciò perché noi interferiamo potentemente con il mondo che ci circonda, ne siamo influenzati reciprocamente, il più delle volte soprattutto a livello inconscio.

Campo astrale Zona indefinita dove si ritiene vengano registrati tutti gli eventi dell'uomo e dove lo spirito soggiorna per un periodo non definito, in rapporto al suo stato di purezza.

Centro di Realtà Il vero Sé, vedi Atma, Testimone Interiore.

Cerchio esistenziale La forma della vita vista con gli occhi del pensiero orientale. Il cerchio, il ritorno, la ruota, la ripetizione, l'illuminazione. Nella filosofia buddista vi sono le quattro stagioni della vita, più una. La primavera come nascita, come apprendimento, come giovinezza. L'estate come il calore del corpo, la passione, la trasgressione, la voglia di conoscere nuovi orizzonti. L'autunno come caducità, come peccato, come morte, fatica e dolore. L'inverno come espiazione, come riconquista dei valori, come maturità, come saggezza e ascetismo. E infine di nuovo la primavera, il cerchio si chiude, anzi, si riapre per un nuovo ciclo vitale.

Chakti O Shakti, indica, nella religione induista, l'energia vitale che scaturisce da Siva e trasforma l'energia potenziale in atto creativo e quindi in materia. Presso le correnti induiste dello Yoga, viene anche detta Prana. La sua essenza risiederebbe all'interno dell'ombelico femminile.

Chokmah Nella Qabbalah giudaica è la Sephirah (vedi) ubicata in alto a destra, al disotto di Kether.

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Chokmah (Chakra mondano, “Zodiaco”) rappresenta la prima energia che viene emanata da Kether (Corona o Primo Mobile) rappresenta la Saggezza ed è il braccio destro di Kether, il datore di vita di tutte le cose create.

Ciclo breve Ciclo temporale secondario di un ciclo più ampio detto Mahayuga. Nella concezione circolare del tempo caratteristica della filosofia indù, si evidenzia la contemporanea presenza di cicli di diversa lunghezza. In una fase del ciclo più grande può essere contenuto un ciclo più breve, e quest’ultimo può a sua volta contenere al suo interno un ciclo ancor più breve. Attualmente ci troviamo nella quarta fase di un ciclo lungo chiamato Mahâyuga, detto Manvantara o era di un Manu. I quattro periodi secondari o brevi detti Yuga sono: Krita-Yuga, Tréta-Yuga, Dwâpara-Yuga e l’attuale Kali-Yuga. Occorrono 1000 cicli brevi per formare un Mahayuga (4,32 milioni di anni) che si deve ripetere 1000 volte per formare un Kalpa o giorno di Brahma (4,32 miliardi di anni).Nel testo, l'autore intende spesso con ciclo breve la durata della vita umana.

Cit Nella filosofia Indù, Brahma, l'Essere Supremo, costituisce la trinità Sat Cit Ananda (Essere, Coscienza, Beatitudine). Sat è ciò che trascende le tre categorie del tempo (passato, presente e futuro). Cit si riferisce al massimo grado di Consapevolezza (Paripurna-jyana). Dovunque queste due qualità risuonino all'unisono, ci sarà Beatitudine (Ananda).

Cocito Nella mitologia greca, il Cocito (in greco, Cocytos, che può significare lamento, pianto, ma anche fiume di ghiaccio) è uno dei cinque fiumi degli Inferi, il sotterraneo regno dei morti dominato dal dio Ade. Questo immaginario luogo infernale viene ripreso anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, nella quale viene però descritto non già come un fiume, ma come un enorme lago ghiacciato situato sul fondo dell'Inferno.

Corpo Eterico Sulla base delle filosofie e scuole di pensiero orientali ed esoteriche, ogni essere è costituito da un corpo fisico (grossolano), un corpo sottile e un corpo spirituale. Questi corpi formano i vari strati dell'aura, legati tra di loro in modo tale che ogni cambiamento a livello fisico si manifesta dapprima nel corpo eterico, poi in quello astrale, poi in quello mentale ed infine in quello causale. I cambiamenti del corpo fisico vengono avvertiti negli strati dell'aura come cambiamenti di colore, prima di arrivare agli strati interni del corpo fisico. Il corpo sottile indica il campo di energia composto dai chakra e dai flussi di energia vitale (prana). Il corpo spirituale è la “Luce interiore chiamata Anima” (Alice A. Bailey). È la controparte spirituale del corpo eterico (o vitale). Il corpo eterico è il più denso di tutti e il più direttamente connesso con il corpo fisico. I cambiamenti dello stato fisico sono immediatamente avvertiti come variazioni di energia nel corpo eterico. La sua funzione è quella di strutturare dinamicamente il corpo fisico secondo un'articolazione intelligentemente prevista ma non personalizzata. Gli

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spiritisti chiamano il corpo eterico anche perispirito, intendendolo come una specie di raccoglitore di involucri strumentali dello Spirito. Il corpo astrale o animico è meno denso del corpo eterico e riflette lo stato emotivo dell'individuo. Esiste a fianco e in maniera complementare al corpo fisico ed è veicolo dell'anima e della coscienza. È sede e motore dei sentimenti, dei desideri, delle emozioni. Infine il corpo mentale è costituito dall'unione della mente con gli organi di percezione, ed è il corpo adibito alla formulazione del pensiero. Sede e motore delle operazioni intellettive più elevate (però in senso relativo) e delle intuizioni reali, ma ancora al di sotto della percezione pura dello Spirito, nel suo ambito di reale (anche se per noi astratta) razionalità. Gli orientali aggiungerebbero anche un corpo causale, prima origine di ogni altra manifestazione.Questi corpi costituirebbero, attraverso la loro sintesi, la personalità dell'uomo (storica e psicosociale) che si rinnova (o si trasforma) attraverso la reincarnazione.

Cristo E' la traduzione greca del termine ebraico che significa “unto”: è un termine onorifico in quanto in medio oriente i re, i sacerdoti e i profeti venivano consacrati attraverso l'unzione con oli aromatici. Il figlio emanato dall'Uno non è da intendere come Cristo uomo, ma come Logos, Verbo, visto dai teologi come persona divina eterna, rispetto al quale Gesù Cristo rappresenta la natura umana del Verbo. Nel testo è spesso inteso come Cristo cosmico, non è un individuo: è il grande alito emanato dalle viscere dell’Eterno Spazio Astratto Assoluto (AIN) per azione della Sacra Triade Originaria Immanifestata. E’ il Figlio che si manifesta come Secondo Sefirota, CHOKMAH, come Secondo Logos che siede alla destra del Padre. Il Cristo Cosmico è l’emanazione dell’Assoluto che si oppone alla morte e la vince in tutti i suoi aspetti. Egli è la Forza della Vita, della Rinascita e della Resurrezione.

Ctonie Il termine divinità ctonia indica tutte quelle divinità, generalmente femminili, legate ai culti di dei sotterranei e personificazione di forze sismiche o vulcaniche. Deriva dalla parola greca usata da Ferecide di Siro per indicare una divinità cosmica originaria insieme con Zas (Zeus) e Kronos: Ctonie (Χθονίη, ovvero Sotterra, dall'aggettivo greco χθόνιος che significa sotterraneo)

Da'ath Undicesima sephira invisibile che attraversa Etz Ha Chaim, il Glifo mistico, oscillando come un pendolo. Va in qualche misura a colmare lo squilibrio verso il basso presente nel Glifo, andandosi a collocare nel vuoto sottostante la triade Kether, Binah, Chokmah, il cosiddetto “abisso”.

Dakini E' una figura di divinità femminile diffusa sia nell'Induismo che nel buddismo. In quest'ultima tradizione Dakini è una traduzione della parola tibetana "khandro" (Khadoma), che letteralmente significa "colei che va in cielo", o "colei che si muove nel cielo". In termini più poetici, Ella è detta "la Danzatrice del Cielo" e per tale appellativo è stata assimilata,

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qui in occidente, alle figure angeliche celesti. Colei che danza nel cielo, che è libera grazie all'aver superato gli ostacoli e i limiti della mente comune.

Demiurgo Il demiurgo, figura filosofica e al tempo stesso mitologica, è un essere divino definibile più propriamente come un semidio. Il demiurgo, «artefice e padre dell'universo», è una forza ordinatrice, imitatrice, plasmatrice, che trasforma e forma, ma non crea. Secondo Platone il Demiurgo in qualche misura vivifica la materia, dandole forma e ordine, e la rende anima del cosmo.

Deva E' un termine sanscrito che come aggettivo indica ciò che è divino o celeste, mentre come sostantivo maschile indica la divinità o un dio.

Dharma E' un termine sanscrito che presso le religioni e le filosofie religiose dell'Asia meridionale riveste numerosi significati. Può essere tradotto come "Dovere", "Legge", "Legge cosmica", "Legge Naturale", oppure "il modo in cui le cose sono" o come equivalente del termine occidentale "Religione".

Duat Nell'antica religione egizia il termine Duat, l'aldilà, indicava l'otretomba. Diverse rappresentazioni della Duat si trovano su un lunghissimo papiro chiamato Libro dei Morti, che veniva messo nelle tombe.

Egotismo Eccessivo compiacimento con cui ci si guarda, connesso con la tendenza a fare di sé stessi l'oggetto privilegiato di ogni riflessione.

Elementale Sono creature leggendarie. La parola è un aggettivo nato nell'ambito teosofico, indicante la peculiare caratteristica di tali creature di essere costituite da uno solo dei quattro elementi, acqua, aria, terra, fuoco. Per estensione, elementale è passato da aggettivo a sostantivo, così da indicare direttamente il tipo di creatura, e non solo la sua natura. Gli elementali dell'aria sono le Silfidi: esseri evanescenti ed ingannevoli. Vivono nei venti e si spostano seguendo le correnti d'aria. Le Salamandre, del fuoco, sono le più potenti fra gli spiriti elementali. Bellissime, vengono descritte talora come lingue infuocate, talora come globi luminosi. Le Nereidi sono gli spiriti dell'acqua, talvolta possono essere chiamate anche ondine o ninfe. Gli Gnomi elementali della terra, sono grandi conoscitori dei minerali, del regno sotterraneo e delle proprietà delle erbe. Vivono nei boschi e nelle grotte. Secondo l'interpretazione teosofica, un elementale è una creazione psichica dell'uomo, che attraverso le sue azioni, le sue parole, i suoi pensieri e i suoi sentimenti crea dei veri e propri esseri viventi, che persistono attraverso le successive reincarnazioni, che lo "ricambiano" di quanto egli stesso ha compiuto in precedenza: si hanno così elementali positivi (come quelli della santità, della veggenza, dell'arte, ecc.) oppure negativi (come quelli della possessione, della malattia psichica, dell'ossessione, ecc.). L'unico modo di disattivare un elementale negativo, che provoca pena torturando l'uomo, è quello di non prestargli più attenzione e di ricacciarlo, per così dire, nel "dimenticatoio della coscienza universale", compiendo così un passo avanti nel cammino evolutivo, imparando la lezione attraverso la legge del karma. Secondo

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Daskalos, quando l'uomo avrà preso pienamente coscienza della legge psichica degli elementali non agirà più sotto l'effetto del karma, ma sotto la guida della propria coscienza profonda, e dunque reciderà alla radice le cause della sofferenza sua e dei suoi simili, dovute all'ignoranza delle leggi che regolano la vita dell'universo.

Emanazione E' l'atto della creazione di tutto ciò che esiste che, Secondo Plotino, non nasce da Dio per un atto di volontà in quanto, nella sua perfezione, Dio non desidera nulla e non ha bisogno di nulla, bensì per naturale emanazione, per irradiazione spontanea come la luce emana dal sole.

Enneadi E' il titolo dell'opera completa del filosofo Plotino, curata e pubblicata dal suo allievo e biografo Porfirio. Sono composte da 6 gruppi di 9 trattati ciascuno. Porfirio ordinò i trattati seguendo uno schema ascensionale che, partendo dalle realtà inferiori in senso ontologico, le realtà mondane e la vita terrena, passa per i livelli metafisici come la provvidenza, gli elementi demonici, l'anima, le facoltà psichiche, il puro livello intellettivo e giunge, nell'ultimo trattato (VI 9), alla realtà divina suprema, (l'Uno), fonte e meta di tutto l'Essere. Tale ordinamento intendeva tracciare un percorso per il lettore, diretto al superamento della condizione terrena e alla comprensione completa della filosofia.

Entità Si intende qualsiasi essere spirituale esistente nel piano di realtà.

Eone In molti sistemi gnostici, rappresenta le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l'Uno, la Monade. Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (Pensiero), o Charis (Grazia), o Sige (Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore). Gli Eoni, ad uno sguardo superficiale potrebbero essere equiparati agli angeli ebraico-cristiani, ma in quanto emanazioni (e non "creazioni") del Dio primo, l'Uno, il Principio, l'Origine. In quanto esseri divini a tutti gli effetti e non semplicemente spirituali (quali sono gli angeli ebraico-cristiani), in realtà sono più correttamente equiparabili agli Dei Ipercosmici (cioè "al di là del Cosmo", quindi Dei risiedenti nell'Iperuranio, l'insieme dei Mondi superiori, il "Paradiso"), o Iperuranici, nel Neoplatonismo. Gli eoni erano spesso rappresentati in coppie maschio/femmina dette sizigie, il cui numero frequentemente raggiungeva le 20-30. Due degli eoni più comunemente citati erano Gesù e Sophia. Gli eoni, nel loro insieme, costituivano il pleroma, la "regione della luce". Le regioni più basse del pleroma erano anche quelle più vicine all'oscurità, ovvero al mondo fisico.

Esoterismo teurgico Vedi Teurgia.

Fede E', in questo contesto, la libera scelta dell'individuo che decide di credere nell'esistenza di Dio, Padre, Interità, di cui egli è parte in quanto parte dell'emanazione divina. Si manifesta attraverso l'amore per tutto ciò che esiste. Si esprime con la gioia del vivere quotidiano.

Forma In filosofia il termine forma è solitamente contrapposto a materia o contenuto. Il concetto risale alla filosofia greca antica che usa i termini

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μορφή (morphé, forma sensibile), σχήμα (skhēma, modo in cui una cosa si presenta), είδος (èidos, forma intelligibile).Aristotele nel I libro della Metafisica attribuisce a Platone - anche se già i pitagorici e gli eleati lo avevano parzialmente preceduto -, il primato nell'aver posto il problema della forma parlando di idea e specie: sia intendendola come essenza e causa delle cose materiali, sia come ciò che rende intelligibili le cose, nel senso che è la presenza dell'idea nella cosa stessa, copia imperfetta dell'essenza ideale, che rende possibile all'intelletto dell'uomo capire che cosa essa sia.In termini esoterici, l'autore fa spesso riferimento a forme pensiero, intendendo entità che prendono forma per effetto di un pensiero. L'idea, il pensiero, prende forma e può agire nell'ambito spazio-temporale modificando il piano esistenziale. In questo senso si può affermare che la forma pensiero è energia della mente.

Geb Nella mitologia egizia, Geb o Seb era il dio della terra, in contrasto con la maggior parte delle altre mitologie, per le quali è una personificazione femminile. In età ellenistica venne identificato con il dio greco Crono.

Gehenna Luogo posto fuori dall'antica città di Gerusalemme, descritto nella Bibbia anche come valle dei figli di Hinnon. Nel Corano Jahannam è un luogo di tormento e di dolore per i peccatori, l'equivalente islamico dell'inferno.

Glifo Generalmente indica un qualsiasi segno, inciso o dipinto, come ad esempio i glifi della scrittura egizia, conosciuti anche come geroglifici. Nel testo indica solitamente la rappresentazione grafica dell'Albero Sephirotico (vedi), fonte di profonda meditazione per l'iniziato.

Gnosi Parola greca che significa conoscenza. Lo gnosticismo è un movimento filosofico religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell'era cristiana. Una definizione piuttosto parziale del movimento, basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza dei 613 precetti (mitzvot) e il Cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza per Grazia mediante la Fede, per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità.

Guaina Secondo la filosofia Vedanta, l'essenza spirituale dell'uomo, detta Atman (vedi) è rivestita da cinque involucri o guaine, chiamati Kosha. Essi sono i corpi di cui è composto l'"io" fenomenico, che separano la coscienza (il proprio Atman, il proprio Sé) dal Brahman indifferenziato. I cinque Kosha sono presenti in tutti i piani (grossolano, sottile e causale), partendo da quello più materiale per arrivare a quello più spirituale. Questo riflette la volontá Advaita (non duale) che non distingue fra fisica e metafisica, ma li considera gradazioni di un tutto. La prima guaina Annamayakosa è quella del corpo grossolano. La seconda guaina Pranamayakosa è quella dell'energia vitale. Il terzo involucro Manomayakosa è quello che concerne il mentale. La quarta guaina Vijnanamayakosa è detta guaina dell'intelletto. L'ultima guaina e quella

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più interna Anandamayakosa è quella della beatitudine.

Heka O Ecate, divinità egizia di origine antichissima, predinastica. La maggioranza degli studiosi è concorde nell'affermare che questa figura nasce nell'Asia Minore occidentale (la regione della Caria o della Tracia). Heka era visto come la manifestazione dell'energia divina di Ra, donata agli uomini per creare parole e azioni, in modo da eguagliare la forza creatrice del sole. E' anche l'energia magica insita negli esseri viventi e nei simboli del potere.

Hibrys E' un termine tecnico della tragedia e della letteratura greca, che significa letteralmente "tracotanza", "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione". Nella trama della tragedia, la hýbris è un evento accaduto nel passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una “colpa” dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di molti anni, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie. Al termine hýbris viene spesso associato, come diretta conseguenza, quello di "némesis", in greco νέμεσις, che significa "vendetta degli dei", "ira", "sdegno" e che quindi si riferisce alla punizione giustamente inflitta dagli dei a chi si macchia di tracotanza.

Hiranya Loka Il più elevato dei piani astrali.

Idea Idea è un termine usato sia nel linguaggio comune che in filosofia, con diversi significati riferibili, in genere, ad un concetto o un "disegno della mente". Platone è il primo a fare dell'"idea" il perno del suo sistema filosofico, ponendo le basi di tutta la storia della filosofia occidentale. Bisogna intendere però l'idea platonica non come "concetto", bensì come "forma". E difatti Platone utilizza indifferentemente i termini "idea", "eidos" ed "ousìa" ad indicare la forma comune di tutti i concetti. L'idea platonica sottintende un'uniformità naturale, in cui alle diverse manifestazioni degli oggetti fa capo un'unica forma pura, o "idea", che le accomuna tutte, in maniera simile a un modello o un archetipo. Platone colloca tutte le "idee" in un mondo distinto, il mondo "iperuranio", da cui sgorgano come da una fonte, per poi arrivare alla coscienza dell'umanità.L'autore fa talvolta riferimento al mondo delle idee o degli archetipi, intendendo qualcosa di molto simile a quanto definito da Platone.

Ilico Pl. ilici. Secondo la dottrina gnostica l'anima razionale dell'uomo è intelletto ilico, cioè materiale e potenziale, che risiede nel corpo come le anime delle sfere celesti risiedono nei corpi delle sfere stesse. Questo intelletto diviene atto e porta l'anima alla conoscenza vera e propria delle forme intelligibili, per l'azione dell'intelletto attivo che non è multiplo, né risiede in corpi diversi, come le intelligenze iliche, ma è unico e distaccato da tutti i corpi.

Induismo E', fra le religioni del mondo, fra quelle con le origini più antiche, ed è la terza più praticata, dopo il Cristianesimo e l'Islam, con circa 1 miliardo di fedeli, di cui 900 milioni in India.Tuttavia, i fedeli hindū non indicano la loro fede religiosa come Induismo, termine che non compare in alcun vocabolario indiano

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tradizionale, antico o moderno, quanto piuttosto come Sanātanadharma (Ordine, Norma, Religione eterna), poiché i suoi fondamenti non sono frutto dell'esperienza umana ma della rivelazione divina, fin dallo stesso Veda, manifestatosi all'alba dei tempi.

Interità Nei vari scritti il termine è usato per indicare la complessità del mondo manifestato in unione indissolubile con l'Emanante, di cui tutto è parte. La definizione così data è molto sintetica e riduttiva, e deve necessariamente essere approfondita e meditata attraverso letture appropriate.

Io L'Io in filosofia è il principio della soggettività. L'Io non può mai comprendere razionalmente l'origine della propria autocoscienza, per attingere la quale egli deve rinunciare alla coscienza stessa. Si entra così nella dimensione mistica dell'estasi, che è l'identificazione dell'Io col suo Principio fondante. Molti filosofi neoplatonici, come Plotino, Agostino, Cusano, Campanella, hanno postulato per questo l'identificazione del soggetto con Dio, visto come un unico grande Io, da cui nascono e a cui ritornano le singole anime degli individui.

Ipostasi Dal greco hypostasis, «sostanza», da hypo, «sotto», e stasis, «stare», è un concetto che assume diversi significati in diverse discipline. In teologia e in filosofia, in particolare quella neoplatonica e in Plotino, l'ipostasi è la generazione gerarchica delle diverse dimensioni della realtà, appartenenti alla stessa sostanza divina, dalla quale tutto viene creato per emanazione.

Iside Nella mitologia egizia, Iside o Isis o Isi (ossia trono), originaria del Delta, è la dea della maternità e della fertilità. Divinità in origine celeste, associata alla regalità (il suo geroglifico include la parola per "trono").Solitamente viene raffigurata come una donna vestita con una lunga tunica, che reca sul capo il simbolo del trono, mentre tiene in mano l'ankh o l'uadj (scettro). Più tardi, in associazione con Hathor, è stata raffigurata con le corna bovine, tra le quali è racchiuso il sole. Iside, la cui originaria associazione con Osiride fu sostituita dalla dinastia tolemaica con quella al dio Serapide, fu una delle divinità più famose di tutto il bacino del Mediterraneo.

Jiva E' un termine sanscrito di genere maschile o neutro, che indica l'essere vivente individuale, principio cosciente emanato. In alcune teologie induiste, anche contemporanee, indica un concetto molto simile a quello di Atman, il Sé, l'essenza, ed a quello di anima. Ma a differenza dell'Ātman, il jīva è l'io specifico, individuale e soggettivo.

Kabala O Qabbaláh o Kabbalah o Cabbala è parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo. Base del pensiero cabalistico è la Bibbia ebraica o Tanakh. Il fulcro dell'elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l'aspetto segreto del creato è un'opera composta verosimilmente in Eretz Yisrael nel VI o VII secolo, il Sépher Yetziráh. Nel Sépher Yetziràh, che tratta delle forze segrete del cosmo, si trova la prima menzione di un termine che diventerà centrale nella successiva speculazione: la nozione di sephiráh (vedi).

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Kali Presso la religione induista rappresenta l'aspetto guerriero di Parvati, la consorte di Śiva, una divinità dalla storia lunga e complessa. Inviata sulla Terra per sgominare un gruppo di demoni, iniziò ad uccidere anche gli esseri umani. Per fermarla, Śiva si distese fra i cadaveri; quando la dea si accorse che stava per calpestare il proprio marito, interruppe la sua furia.

Kali-yuga Secondo l'interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Veda, il Kali Yuga (lett. Kàli=nero, Yuga=era; corrispondente, nei miti greci, all'età del ferro), è l'ultimo dei quattro Yuga; si tratta di un'era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale. Essa cominciò con la morte fisica di Krishna (avvenuta, secondo il Surya Siddhanta, il trattato astronomico che costituisce la base del calendario indù, alla mezzanotte del 18 febbraio 3102 a.C.) e durerà 432.000 anni, concludendosi nel 428.899 d.C.: Kalki, decimo e ultimo avatara di Visnu, apparirà in quell'anno, a cavallo di un destriero bianco e con una spada fiammeggiante con cui dissiperà la malvagità. Il Kali Yuga è l'ultimo dei quattro Yuga, e alla sua fine il mondo ricomincerà con un nuovo Satya Yuga (o Età dell'oro); questo implica la fine del mondo così come lo conosciamo (più di ciò che accadde alla fine degli altri Yuga, perché la Storia cadrà nell'oblio), e il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre. Secondo l'autore, Kali Yuga è il giorno del giudizio della Dea Kali, ed è attuale e vissuto da ciascuno a livello individuale.

Karma E' un termine d'uso nelle lingue occidentali come forma nominativa del termine sanscrito Kárman (traducibile come "atto", "azione", "compito", "obbligo", inteso nei Veda come "atto religioso", "rito"), che indica, presso le religioni e le filosofie religiose indiane o originarie dell'India, per lo più il principio di "causa-effetto", un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al samsara (vedi) (il ciclo di morti e rinascite).

Kerubim In italiano Cherubino, è un tipo di angelo presente nell'ebraismo, nel cristianesimo, e nell'islamismo. I Cherubini, secondo la classificazione delle schiere angeliche, sono posti "oltre il trono di Dio", espressione metaforica per indicare l'estrema vicinanza a Dio ed al suo potere; sono posti a guardia della luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa ancora toccare le vite umane. Nella letteratura compaiono per la prima volta nel libro della Genesi: "E esiliò (il Signore Dio) l'uomo e pose a oriente del Giardino dell'Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire la via dell'albero della vita."

Kether E' la prima sephira dell'Albero della Vita o Corona Suprema, la prima emanazione; rappresenta Dio come Primo Mobile, la Causa Prima. Al di sopra di Kether, si trova Ain, la cui traduzione è "Nulla" nel senso di Non Essere (vedi Sephira).

Khadoma Traduzione tibetana della parola sanscrita Dakini (vedi).

Kiballion Il Kyballion o Kybalion è un libro pubblicato per la prima volta nel

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dicembre del 1908, il cui contenuto è oggi di pubblico dominio. I suoi autori hanno scelto di rimanere anonimi dietro lo pseudonimo de "I tre iniziati". Il libro afferma di essere basato sugli antichi insegnamenti dell'ermetismo; tuttavia molte delle idee che presenta sono in realtà concetti moderni sviluppatisi in seno alla corrente di pensiero del New Thought. L'argomento centrale dell'opera è la "trasmutazione mentale" (descritta anche come "alchimia mentale", "arte della chimica mentale", "arte della polarizzazione" e "psicologia mistica"), ovvero l'arte di modificare e trasformare i propri stati mentali così come quelli degli altri.

Krisna E', nella tradizione religiosa induista, il nome di un avatara del dio Visnu, e tale è considerato dalla corrente religiosa indicata come Visnuismo, che considera Visnu l'Essere supremo. Nella corrente religiosa induista che va sotto il nome di Krisnaismo egli è tuttavia considerato l'Essere supremo stesso, e non semplicemente una sua manifestazione o un suo avatara, per quanto completo.

Lila O Leela è un concetto all'interno dell'induismo che letteralmente significa “passato” o “gioco”. E' presente sia nelle scuole filosofiche dualistiche che in quelle non dualistiche, ma con diversi significati. All'interno della scuola non dualistica, Lila è un modo per descrivere la realtà, incluso il “cosmo”, come emanazione del gioco creativo della divinità assoluta (Brahman). Nella scuola dualistica indica più semplicemente l'attività di Dio.

Maat Nella religione egizia rappresenta l'ordine cosmico. Nell'antico Egitto i principi di Maat erano parte integrante della società, e garanti dell'ordine pubblico. Maat era raffigurata nell'arte come una donna con ali e una piuma di struzzo sulla testa

Mahat All'inizio della creazione si manifesta la mente cosmica che contiene in sé tutte le leggi, i principi e i Dharma che la manifestazione deve seguire. L'universo nasce da un'idea o dalla meditazione dell'Intelligenza Cosmica e poi prende una forma esterna. Mahat significa letteralmente "il Grande" e si riferisce ai grandi principi di verità che stanno alla base della vita. Mahat è la Mente Divina per mezzo della quale nascono lo spazio, il tempo, la luce, il suono e i semi della differenziazione. Eppure anche Mahat , l'Intelligenza Cosmica, nella sua grandezza non ha coscienza propria ma opera grazie alla luce riflessa del Purusha, la Pura Coscienza. A livello individuale Mahat diventa Buddhi, la facoltà di discernimento con cui possiamo distinguere il vero dal falso, il giusto da ciò che è ingiusto, l'eterno dal transitorio. Buddhi è la facoltà che ci permette di scoprire che la vera natura delle cose è diversa dalle loro apparenze mutevoli.

Manas Indica azione della mente in contrapposizione alle azioni fisiche o verbali. E' anche il sesto senso basilare interno che è la base della mente profonda.

Mandala Dal sanscrito mandala, letteralmente: «essenza» (manda) + «possedere» o «contenere» (la). Il Mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il

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processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. La parola è utilizzata, anche per indicare un diagramma circolare costituito, di base, dall'associazione di diverse figure geometriche: cerchio, triangolo, quadrato ecc., che danno luogo a disegni dal significato spirituale e rituale.

Manifestazione Assume vari significati: quello di Dio che si manifesta agli uomini attraverso il figlio Gesù (epifania), oppure, ed è questo il significato che di solito l'autore gli attribuisce, quello di mondo manifesto, mondo creato dal Padre.

Mastro Eckart Eckhart von Hochheim, meglio conosciuto come Meister Eckhart (in italiano: Maestro Eckhart; Hocheim, 1260 – Colonia, 1328), è stato un teologo e religioso tedesco. Uno dei più importanti teologi, filosofi e mistici renani del medioevo cristiano, e ha segnato profondamente la storia del pensiero tedesco.

Maya Con il sostantivo femminile sanscrito māyā si indicano, in quella lingua, diverse dottrine filosofiche e religiose originarie dell'India, nonché, come nome proprio, la madre di Gautama Buddha o uno dei nomi della dea Laksmi. Il significato originario di māyā è quello di "creazione" ma ha successivamente acquisito il significato di "illusione".

Mente Cosmica Vedi Akasha.

Miste Allievo, discepolo che ha intrapreso la via esoterica.

Miti delle Quattro Età

Nella mitologia greca, Esiodo si serve dello schema delle quattro Età dell'uomo: L'età dell'Oro, dell'Argento, del Bronzo e del Ferro. Queste età sono state create dagli dei separatamente; l'età dell'oro si riferisce al regno di Crono, mentre quelle successive sono opera di Zeus. Esiodo pone l'età degli eroi subito dopo quella del bronzo. L'ultima, quella del ferro, è quella in cui viveva il poeta stesso. Egli la considera la peggiore, in quanto nel mondo ha fatto la sua comparsa il male, come viene spiegato dal mito di Pandora.Nei miti greci, come del resto in tutte le religioni, si fa riferimento alla caduta come momento di passaggio dall'età dell'oro a quelle successive, dove ha luogo un allontanamento dell'uomo da Dio.

Monade La parola deriva dal greco μονάς monas (a sua volta derivante da μόνος monos che significa "uno", "singolo", "unico") e ha assunto differenti significati a seconda dei contesti in cui è stata utilizzata. Nello Gnosticismo, specialmente quello ispirato dal Monismo, la Monade era una entità superiore che creò dèi minori o "emanazioni primordiali". In tali sistemi gnostici, Dio è conosciuto come la Monade, l'Uno, l'Assoluto, Aion teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (Profondità), Proarkhe (Prima dell'Inizio), Arkhe (l'Inizio) e Padre Inconoscibile. Egli è la fonte del Pleroma, la regione di luce. Le varie emanazioni del Dio sono chiamate eoni (vedi Eone).

Mondo Causale Con questo concetto si vuole intendere il mondo tridimensionale ad uno

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cristico stadio successivo di evoluzione, rispetto all'attuale, dove la Coscienza Cristica porterà l'Umanità a sperimentare l'Amore incondizionato proprio dei Maestri Ascesi. In una realtà di Luce, Amore e Creazione.

Mudra E' un gesto simbolico che in varie religioni viene usato per ottenere benefici sul piano fisico, energetico e/o spirituale. I mudra sono utilizzati nella pratica yoga come completamento di alcune asana (posizioni) durante le fasi meditative. I mudra vengono usati molto nel buddhismo tibetano, anche sotto forma di movimenti, gesti, danze che vanno a completare tecniche, pratiche e meditazioni atte al raggiungimento dell'illuminazione. I mudra vengono praticati anche durante le cerimonie come ad esempio nelle cerimonie di iniziazione.

Nephesh Vedi Nove cerchi.

Neshamah Vedi Nove cerchi. E' lo spirito, di natura divina, pura e nobile che compone l'anima umana.

Ni Vedi Caduta.

Nirguna Un argomento di discussione nei Veda è se la realtà di Brahman sia "saguna" (con attributi) o "nirguna" (senza attributi). La fede nel concetto di Saguna Brahman portava ad uno sviluppo delle facoltà devozionali e a una diffusa devozione per Vishnu e Shiva. Tuttavia dobbiamo ricordare che l'Advaita Vedānta non nega Saguna Brahman. In realtà, Shankara consigliava l'adorazione di Dio nella sua forma più pura e autentica, e lo affermava in diversi lavori nei quali disapprovava l'utilizzo dell'intelletto e della ragione, affermando che solo attraverso l'apertura del cuore si sarebbe trovato l'amore del Signore.

Nirvikalpa Il nirvikalpa samadhi è il più profondo stato alterato di coscienza ottenibile tramite tecniche di meditazione; in esso, la mente è alla sua massima rarefazione. La dottrina Yoga afferma che chi è in questo stato può rimanere vari giorni immerso in una meditazione profonda e continua, mentre il suo respiro e le sue funzioni metaboliche sono praticamente sospese.

Niyama Detti anche astinenze, sono le regole che bisogna rispettare nei riguardi di se stessi. Queste, a differenza degli yama che mettiamo in atto quando le circostanze esterne ci presentano l'occasione, vanno applicate sempre anche se vivessimo isolati, da eremiti. Sono delle regole in funzione di una crescita e maturazione personale. Sono delle discipline di purificazione sia degli aspetti fisici ed energetici, sia mentali.

Noetico Il concetto di noesi (in greco νόησις) risale alla filosofia di Aristotele e Platone, per il quale essa rappresenta la facoltà della conoscenza intuitiva e prediscorsiva. Per conoscenza noetica, Platone intende il grado più alto della conoscenza razionale o scientifica, ossia quella filosofica, che ha come oggetto le idee-valori. Si identifica come intuizione intellettiva immediata delle idee, raggiungibili solo con l'intellezione (nòesis) e collocate quindi al di sopra del pensiero logico-dialettico (diànoia).

Nove cerchi Rappresentazione grafica (attraverso nove cerchi che si intersecano) di un concetto filosofico della religione ebraica, il quale sostiene che per quanto la natura sia un tutto complesso, secondo la Qabbalah, vi

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troviamo comunque tre aspetti apparentemente distinti: il corpo, l'anima e lo spirito (la massa, l'energia e il noumeno principiale). Essi si differenziano tra loro come il concreto, il particolare e l'universale, in modo che l'uno è il riflesso dell'altro e ciascuno, anche in se stesso, offre questa triplice distinzione. Il primo aspetto, il corpo, con la sua triplice modalità, nella Qabbalah prende il nome di Nephesh; il secondo, l'anima, sede della volontà-intelletto, che costituisce propriamente la personalità umana, con la sua triplice espressione, si chiama Ruah; il terzo, lo spirito, con i suoi tre poteri, nella Qabalah prende il nome di Neshamah. Questi tre aspetti dell'uomo non sono completamente distinti e separati, ma sono l'uno dentro l'altro come i colori dello spettro, i quali, sebbene si susseguano, non possono essere distinti completamente perché fusi l'uno nell'altro. A partire dal corpo, dal potere più basso di Nephesh e attraverso l'anima (Ruah), risalendo fino al più alto grado dello spirito (Neshamah), si trovano tutte le gradazioni, come quando si passa dall'ombra alla luce attraverso la penombra. Il numero Nove (la triplice modalità di ogni aspetto) si perde nell'Unità per produrre l'uomo, spirito vitale che unisce in sé i due mondi.

Nut Nella mitologia egizia, Nut o Nuit era la dea del cielo e della nascita, in contrasto con la maggior parte delle altre mitologie, che solitamente hanno un padre celeste. La leggenda narra che Geb (la terra) e Nut (il cielo) erano in origine uniti, fino a quando il dio Ra, contrariato per questa unione, ordinò a Shu di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra. Nut, proprio in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione.

Ohm Om E' un termine indeclinabile sanscrito che, con il significato di solenne affermazione, è posto all'inizio di buona parte della letteratura religiosa indiana. Come sillaba sacra viene pronunciata all'inizio o al termine di una lettura dei Veda. Come mantra, è il più sacro e rappresentativo della religione induista, ed è oggetto di riflessioni teologiche e filosofiche, nonché strumento di pratica religiosa e meditativa.

Ontologia E' una delle branche fondamentali della filosofia, è lo studio dell'essere in quanto tale, nonché delle sue categorie fondamentali. Il termine deriva dal greco ντος, ὄ òntos e da λόγος, logos, letteralmente "discorso sull'essere".L'ontologia viene considerata una branca della metafisica dalla maggior parte delle impostazioni filosofiche.

Osiride Osiride (anche Usiride, Osiris od Osiri o, in egiziano antico, Asar o Ausar; una delle possibili etimologie è vegetazione) è il dio egiziano della morte e dell’oltretomba. Osiride, oltre ad essere il dio egiziano degli inferi, è il dio della fertilità.

Paredro Femminile Paredra, è un dio o dea il cui culto è associato a un'altra divinità, genericamente di maggiore importanza e di sesso opposto. Il termine, di origine greca, significa chi siede accanto. Tutta la religione induista prevede varie figure di paredro.

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Parvati E' una dea dell'induismo, consorte di Shri Siva. In molte interpretazioni delle Scritture induiste, Parvati è considerata rappresentazione di Shakti, nel suo aspetto terrifico come Durga e Kali (la Nera che tutto divora), Mater dorata ma anche "oscura". Śiva rappresenta sia la distruzione, la rigenerazione, la coppia, sia la forza della rinuncia e dell'ascetismo, che le gioie matrimoniali.Parvati, inoltre è considerata come la madre del dio dalla testa d'elefante: Ganesh o Ganesha.

Patanjali E' ritenuto il massimo studioso del Raja Yoga, uno dei quattro Yoga di base, o sentieri per raggiungere l'unione con Dio. Patanjali compilò insegnamenti che fino ad allora erano stati tramandati oralmente. Fu il primo a metterli per iscritto, e per questo viene considerato il fondatore della Scuola del Raja Yoga. Vissuto, forse, tra l'800 e il 300 a.C.. O, per gli induisti, 10.000 anni prima di Cristo.

Piani reali La realtà può essere immaginata come costituita da diversi piani: quello spirituale, quello intuitivo, quello mentale, quello astrale e infine quello fisico.Possiamo immaginare un Universo articolato su vari piani di densità, dal più grossolano al più sottile alle soglie dell'Informale, che naturalmente non è più "manifestazione" ma appartiene specificatamente al Manifestante. Questi piani sono simboleggiati nell'Albero Kabbalistico, e lo studio del Glifo richiede appropriato e lunghissimo lavoro. (In Jiva Karma Cap. 4 ).

Pincherle Mario Ingegnere italiano, noto principalmente per le sue indagini paleotecnologiche in materia di archeologia misteriosa. È nato a Bologna nel 1919 da una famiglia di origine ebraica. Ha effettuato studi classici presso il liceo classico Galvani di Bologna e si è laureato in ingegneria nel 1942. Nell'ambito dell'egittologia ha elaborato una teoria, senza concreti riscontri scientifici, sulle modalità di costruzione della piramide di Cheope, ipotizzando nei monoliti di granito interni una presunta "torre" che ha ritenuto preesistente alla piramide stessa e che ha collegato al simbolo dello djed (o "zed": spina dorsale del dio Osiride).

Pleroma Il termine Pleroma (πληρωμα) generalmente si riferisce alla totalità dei poteri di Dio. Il termine significa pienezza, e viene usato sia in contesti gnostici che in contesti cristiani.

Poros e Penia Nella mitologia greca si narra che il giorno in cui nacque Afrodite, gli dei diedero una festa in suo onore. Poros (nel Simposio di Platone è la personificazione dell'ingegno, dell'espediente) bevve molto nettare e, completamente ebbro, andò a stendersi nel giardino di Zeus. Dopo il banchetto, Penia (la povertà) venne a mendicare alla festa e vedendo Poros, di cui era innamorata, ebbro e addormentato, ne approfittò per giacere con lui nella speranza di restare incinta. Penia restò effettivamente incinta e da questa unione nacque Eros.

Prana Significa letteralmente vita e, in seconda istanza, viene inteso come respiro. Secondo la fisiologia induista, tutti gli esseri viventi, in quanto tali, sono dotati di prana, la cui conservazione deriva dal corretto svolgimento di tutte le funzioni psicologiche, emotive e fisiologiche,

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necessarie al mantenimento armonico dell'equilibrio.

Preta Termine sanscrito che significa letteralmente trapassato. Nel Buddismo sono degli esseri rinati in una condizione inferiore a quella umana e a quella animale, a causa del loro comportamento dettato da avarizia o gelosia.

Prunikos Nel vocabolario gnostico è uno dei nomi di Sophia. Spesso, tuttavia, il termine assume il significato di lascivia. Per poter svolgere il suo ruolo salvifico, la donna pura deve usare l'unica arma disponibile contro l'archon (archetipo maschile): attraverso l'astuzia deve trarlo in una trappola in cui egli sarà soggiogato dalla compulsione della sua stessa lussuria.

Qelliphoth Parola caratteristica del misticismo ebraico, che fa riferimento alla rappresentazione del diavolo e delle forze spirituali impure.

Rajasico Aggettivo derivante dalla parola sanscrita Rajas che significa re, sovrano. Nella scuola filosofica Samkhya, Rajas è una delle tre gunas (vedi tamasico).

Realtà formale La realtà formale o attuale è la realtà delle cose esistenti e delle idee, in quanto esistenti come atti del pensante. In questo senso l'idea deriva la sua realtà dal pensiero, è un modo del pensiero. Secondo Cartesio, per Realtà formale si intende l’entità di una cosa, che coincide con la sua esistenza. In altre parole, la realtà formale di una cosa è semplicemente ciò che la cosa è.

Rha O Ra (noto anche nella forma Rê) è il Dio-Sole di Eliopoli nell'antico Egitto. Emerse dalle acque primordiali del Nun portato tra le corna della vacca celeste, la dea Mehetueret. È spesso rappresentato simbolicamente con un occhio (l'occhio di Ra).

Rosa Mistica Con questa espressione, nella tradizione cristiana si indica normalmente Maria, la madre di Gesù Cristo.

Ruah vedi Nove cerchi.

Sadhaka Un sādhaka (sanscrito) è qualcuno che segue una particolare sadhana, ovvero una strada di vita tesa a realizzare l'obbiettivo finale di unirsi al Brahma, ovvero la realizzazione complete del sé.

Saguna Vedi Nirguna.

Samadhi E' un sostantivo maschile sanscrito, proprio delle culture religiose buddhista e induista, che descrive l'unione del meditante con l'oggetto della meditazione.

Samsara Il termine sanscrito samsāra indica, nelle religioni dell'India quali il Brahamanesimo, il Buddhismo e l'Induismo, la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita. È talora raffigurato come una ruota.In senso lato e in un significato più tardo, viene ad indicare anche "l'oceano dell'esistenza", la vita terrena, il mondo materiale, che è permeato di dolore e di sofferenza, ed è, soprattutto, insustanziale: infatti, il mondo quale noi lo vediamo, e nel quale viviamo, altro non è che miraggio, illusione maya (vedi). Immerso in questa illusione, l'uomo è

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afflitto quindi da una sorta di ignoranza metafisica (avidyā) (vedi), ossia da una visione inadeguata della vita terrena e di quella ultraterrena: tale ignoranza conduce l'uomo ad agire in modo errato, trattenendolo così nel samsāra.

Samskara Durante il ciclo di morti e rinascite (vedi samsara) l’anima trattiene con sé il corpo sottile costituito da prana, manas, dal karma e da ahankara. Il karma, più precisamente il karmashaya, contiene le impressioni di esperienze accumulate nelle vite precedenti (samskara) che determinano l’orientamento dell’essere incarnato (jiva) nella vita presente. Tali impressioni una volta pervenute attraverso gli organi dei sensi, penetrano nella mente esteriore (manas), nella mente intermedia (buddhi), per poi passare alla mente profonda (citta), inaccessibile all’io cosciente.Qui creano “solchi” nella psiche, i samskara appunto, i quali sono tracce di memoria, residui latenti, all’origine delle tendenze e degli automatismi mentali, estremamente difficili da estirpare proprio perché radicati a livello inconscio. Sono gli aggregati psichici o samskara che generano le tendenze caratteriali (vasana) e che costituiscono la base sommersa della personalità, quella che caratterizzerà il soggetto anche nella vita successiva.

Sat Vedi Cit.

Sè Lo psicologo analista Carl Gustav Jung definisce il Sé ("Selbst") come la totalità psichica rispetto a cui l'Io, la nostra parte cosciente, è solo una piccola parte.

Sephirâ Plurale Sephirot, ("enumerare" in lingua ebraica). Le Sefirot nella Qabbala sono le dieci modalità o "strumenti" di Dio (a cui ci si riferisce con Or Ein Soph, "Luce Senza Limiti"). Da un punto di vista teologico tali Sefirot o 'Luci Increate', ma in qualità di emanazioni non sono vere e proprie ipostasi e dunque non possiedono la natura divina. Inoltre, esse sono anche associate alle situazioni pratiche ed emotive attraversate da ogni individuo, nella vita quotidiana; le Sefirot sono dieci principi basilari, riconoscibili nella molteplicità disordinata e complessa della vita umana, capaci di unificarla e darle senso e pienezza. L'Albero - o Glifo - costituisce la sintesi dei più noti e importanti insegnamenti della Cabala ebraica. È un diagramma, astratto e simbolico, costituito dalle dieci entità, disposte lungo tre pilastri verticali paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro; il pilastro centrale si estende al di sopra e al di sotto degli altri due. Osservando la figura, si può notare che le dieci Sefirot sono collegate da ventidue canali, tre orizzontali, sette verticali e dodici diagonali. Ogni canale corrisponde ad una delle ventidue lettere dell'abjad ebraico.I tre pilastri dell'Albero della Vita corrispondono alle tre vie che ogni essere umano ha davanti: l'Amore (o la Grazia, a destra), la Forza (o la Severità, a sinistra), e la Compassione (al centro). Solo la via mediana, chiamata anche "via regale", ha in sé la capacità di unificare gli opposti. Senza il pilastro centrale, l'Albero della Vita può divenire quello della conoscenza del bene e del male (quello biblico). I pilastri a destra e a sinistra rappresentano inoltre le due polarità basilari di tutta la realtà: il

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maschile a destra e il femminile a sinistra, dai quali sgorgano tutte le altre coppie d'opposti presenti nella creazione.Le dieci sephirot sono: Keter, Khokhmah, Binah, Chessed o Ghedullah, Ghevurah, Tiferet, Nezakh, Hod, Yesod, Malkhut.

Shakta Shaktismo è una denominazione dell'induismo. La tradizione shakta, pone come Essere Supremo, come divina potenza, la Shakti, l'energia femminile vista come Dea madre, come aspetto dinamico, principio creativo, che si esprime attraverso differenti forme e diversi nomi. Il culto shakta, di cui esistono diverse correnti, è strettamente legato a quello di Shiva, in quanto i due principi sono inscindibili. In questa visione si ritiene che la conoscenza sia rivelata dalla Shakti a Shiva stesso e ai suoi devoti. Nel culto l'adorazione della Devi ha un ruolo primario, attraverso cui ella è enfatizzata e glorificata.

Shaytan In arabo, indica a un tempo il nome del diavolo per eccellenza, cioè equivalente a quello ebraico e a quello cristiano, ma anche un "diavolo" in genere. Nel Libro Sacro dell'Islam, è talora indicato come un diavolo decaduto dalla sua originaria condizione angelica, a causa della sua Disobbedienza ad Allah (Dio).

Shu Shu (o Chu), dio primordiale della mitologia egizia. Shu simboleggia l’aria, intesa anche come soffio di vita. Viene raffigurato come un uomo barbuto, che sta sopra Geb nell’atto di sostenere Nut (vedi) con le braccia tese (l’aria tra la terra ed il cielo).

Sigizia O più appropriatamente Sizigia, significa unione, congiunzione. Oltre che nelle religioni dell' area mesopotamica, pure nello gnosticismo, nel tantra chakrico, in alchimia, nella psicologia analitica junghiana, nella filosofia di Ernst Block, la sizigia allude alla ierogamia, le nozze sacre o il matrimonio spirituale per la riunificazione col proprio doppio gemello scisso. Come nella religione della Wicca e nel cristianesimo del nuovo regno, i simboli antropologici, spirituali e astronomici spesso si sovrappongono.

Siva O Shiva è il nome una divinità maschile post-vedica, erede diretta della divinità pre-aria, successivamente ripresa anche nei Veda, indicata con i nomi di Pasupati e Rudra.

Sofia (o Sophia) Per gli gnostici cristiani, Sophia è un elemento centrale per la comprensione cosmologica dell'Universo. Sophia è la componente femminile di Dio, e coincide con lo Spirito Santo della Trinità. Ella è, pertanto, al tempo stesso Sorella e Sposa di Cristo poiché, così come Cristo, Ella viene da Dio. Sophia risiede in tutti noi sotto forma di Scintilla Divina, e Cristo fu inviato sulla terra per accendere questa scintilla divina (pneuma o gnosi) che è nell'uomo, risvegliandolo dagli inganni del mondo e del Demiurgo.Nella tradizione gnostica, il nome Sophia è, assieme a quello di Cristo, attribuito all'ultima emanazione di Dio. Nella maggior parte, se non in tutte le versioni della religione gnostica, Sophia provoca un'instabilità nel Pleroma, contribuendo alla creazione della materia. Il dramma della

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redenzione di Sophia attraverso Cristo o il Logos, è il dramma centrale dell'universo. Pressoché tutti i sistemi gnostici del tipo siriano o egiziano, insegnavano che l'universo ebbe inizio da un Dio originario, inconoscibile, definito come Padre o Bythos o Monade. Esso può essere associato anche al concetto di Logos dello stoicismo o dell'esoterismo, o a termini teosofici come Ain Sof nella Qabbalah, o Brama nell'Induismo. Nello gnosticismo cristiano era noto come il Primo Eone. Da questo inizio unitario, l'Uno emanò spontaneamente altri Eoni, entità accoppiate, in una sequenza di potenza sempre inferiore. L'ultima di queste coppie fu quella formata da Sophia e Cristo. Gli Eoni, tutti insieme, costituivano il Pleroma, o la pienezza di Dio; e così non dovrebbero essere visti come entità diverse da Lui, ma come astrazioni simboliche della natura divina. Nei codici di Nag Hammadi (rinvenuti nel 1945 in Egitto), Sophia è la sizigia di Gesù Cristo (essendo stata coemanata con lui, forma un'unità con Cristo), ed è identificata nello Spirito Santo della Trinità. Nel testo "Sull'Origine del Mondo", Sophia è dipinta come Colei che generò senza la sua controparte maschile. In questo modo venne originato il Demiurgo (Satana).

Soterico Salvifico, che porta alla salvezza.

Supremo Ente Dio, la Causa Creatrice, il Creatore, il Padre. Nei principali monoteismi, Dio è concepito come essere spirituale (incorporeo), personale e trascendente. Differenti teologie, religiose e filosofiche, hanno ascritto a Dio vari attributi, i più comuni dei quali sono: onniscienza, onnipotenza, onnipresenza, perfetta bontà, esistenza eterna e necessaria. Connaturati a queste proprietà della divinità sono i ruoli che più comunemente sono stati attribuiti a Dio: creatore e custode dell'Universo, sommo legislatore morale, fonte e termine dell'amore umano.

Sutra Il termine, in sanscrito significa filo (la stessa radice del latino suere, cucire), metaforicamente traducibile come "breve frase", "aforisma", viene usato nella cultura indiana per indicare un insieme di concetti filosofici espressi in modo breve e sintetico.

Tamasico Aggettivo derivato dalla parola sanscrita tamas. Nella scuola filosofica Samkhya tamas (dal sanscrito tamas “oscurità”) è una delle tre gunas (o qualità); le altre due sono rajas (passione e attività) e sattva (purezza). Tamas ha il significato di inerzia o resistenza all'azione. E' stato anche tradotto dal sanscrito con indifferenza. Tamas è la forza che determina oscurità, morte, distruzione e ignoranza. Il risultato di una vita tamasica è involuzione e demerito con produzione di karma.

Taoismo Oppure Daoismo (in cinese Dàojiào; significato letterale: "insegnamento del Tao") è una filosofia religiosa panteistica, monistica (Qi, Yin e Yang), con forti valenze naturalistiche, originaria della Cina, istituzionalizzatasi come tale all'incirca nel primo secolo d.C.. Il Taoismo affonda le sue radici nell'antica cultura cinese, proponendosi in differenti forme e caratterizzando l'arte, la vita e la spiritualità dell'Estremo Oriente. Scaturisce da un movimento di pensiero nato dalla combinazione fra il patrimonio concettuale comune cinese (ovvero il Qi, lo yin e lo yang), lo sciamanesimo o magia wu (caratterizzato da danze frenetiche e stati

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estatici) e da alcuni concetti buddisti e confuciani, descritto dalle opere spirituali di Laozi e di Zhuangzi.

Testimone Interiore E' il principio cosciente insito nell’uomo, l’ātma (vedi) che è puro soggetto privo di un oggetto esterno a esso. Il Testimone è colui che osserva, che sperimenta, che è consapevole, che esiste, colui che è sempre presente. Rivolgere l’attenzione all’osservatore significa spostare l’attenzione dall’oggetto (mente) al soggetto (testimone) per distaccarsi dalla mente senza voler interferire con l’ego: ciò si ottiene attraverso la meditazione.

Teurgia E' stata una pratica religiosa propria della religione greco-romana pre-cristiana, che consisteva nell'evocazione delle Divinità per mezzo di rituali atti ad inserire la divinità stessa in un essere inanimato; o di tecniche di tipo sciamanico aventi lo scopo di far incarnare, per un determinato tempo, la divinità in un essere umano. In quest'ultimo caso la pratica teurgica differiva da quella degli oracoli, in quanto la divinità evocata non entrava nel corpo umano per un atto spontaneo, ma in quanto specificatamente evocata dal teurgo avente questo compito. La teurgia si attuava attraverso operazioni rituali, di carattere cerimoniale - gesti ineffabili condotti con precisione e solennità - che utilizzavano simboli, formule o altro che, in senso analogico, erano adeguate ad attirare la divinità desiderata. Secondo l'autore, la teurgia è la scienza del divino in rapporto all'umano, ossia è quell'altissimo ramo dell'attività iniziatica che si riferisce alla Suprema Realtà, per ottenere il Suo risolutivo sostegno nell'emancipazione personale e globale dell'Adam.

Thoth Era considerato una delle più importanti divinità del panteon egiziano: della luna, sapienza, scrittura, magia, misura del tempo, matematica e geometria. È rappresentato sotto forma di ibis, uccello che vola sulle rive del Nilo, o sotto forma (meno frequente) di babbuino.

Uomo Cosmico Nell'induismo parama purusa, o purusha, ha due significati: a) quello letterale originario di "uomo cosmico", cioè colui nel quale tutte le cose sono nate e giacciono, e b) quello di monade individuale assunta nel sistema filosofico Shamkhya.Nel primo significato si tratta di un'entità originaria che contiene due aspetti: il principio oggettivo e il principio operativo, Siva e Sakti, in cui è impossibile concepire un'entità senza l'altra: la coscienza e la sua energia creativa sono inseparabili come il fuoco e il suo calore. Concetto spesso dipinto simbolicamente nell'immagine di un ermafrodita o, nelle sculture indiane, come due amanti serrati in uno stretto amplesso.Nel secondo significato, filosoficamente definito intorno al IV secolo nelle Shamkhya-Karikà, è lo spirito individuale, la monade umana in sé stessa. L'autore, con riferimento alla Kabala, afferma che l'Uomo Cosmico è l'Albero, e la Sua realtà informa tutta l'Emanazione: le Potenze preposte ai singoli Sephirâ, pur essendo componenti dell'Uomo Cosmico, gli appartengono solo in quanto Egli stesso è manifestazione divina, essendo esso la Divinità in piani specifici di proiezione.

Upanishad Termine sanscrito che indica un insieme di testi religiosi e filosofici

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indiani, composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII al IV secolo a.C. (le quattordici Upani adṣ vediche) anche se progressivamente ne furono aggiunti di minori fino al XVI secolo, raggiungendo un numero complessivo di circa trecento opere aventi questo nome, trasmesse per via orale. Furono messe per iscritto per la prima volta nel 1656.

Vedanta E' un termine sanscrito che ha il significato di fine dei Veda. Con tale termine si indica la parte finale della letteratura vedica tradizionalmente considerata apauruseya, ovvero rivelata dall'Assoluto. In questo senso con il termine Vedānta (sostantivo plurale) si indicano le Upanishad (vedi) vediche, considerate la "conclusione" (anta) di tutta la conoscenza vedica. Con il termine Vedānta, successivamente, a partire dai primi secoli della nostra Era, si indicò anche uno dei sei sistemi ortodossi (darsana) della filosofia indiana che faceva riferimento alla lettura delle Upanishad.

Veli di Maya Con questo termine (vedi Maya) si intende l’illusione che si sovrappone alla realtà. Il mondo, così come lo percepiamo, è la manifestazione delle nostre percezioni. È l’illusione delle apparenze. È il velo di Maya. Tramite la meditazione si può imparare a scostare leggermente il velo della fisicità, in modo da poter meglio osservare la vera natura delle cose. L'espressione Velo di Maya, coniata da Arthur Schopenhauer nel suo Il mondo come volontà e rappresentazione, sottintende diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista e ripresi successivamente anche da vari filosofi moderni. Questo “velo”, di natura metafisica e illusoria, separando gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha (cioè la liberazione spirituale), tenendoli così imprigionati nel samsara, ovverosia il continuo ciclo delle morti e delle rinascite.

Vettore Letteralmente si intende ciò che trasporta qualcosa in una certa direzione. Nei testi dell'autore è spesso utilizzato per indicare l'archetipo, l'idea primigenia in evoluzione, che assume una direzione, una modalità coscienziale capace di manifestarsi. Tale idea primigenia, nel suo svelarsi come autocoscienza, adotta forme evolutive le quali - nello spazio/tempo - hanno assunto varie forme transitorie quale vettore manifestante. In questo senso l'uomo cosmico è vettore manifestante, ed anche la vita umana può essere intesa come vettore esistenziale.

Vimalakīrti Nidresa Sutra

Il sutra dell'insegnamento di Vimalakīrti. E' uno dei più importanti e profondi sutra Mahayana. La sua stesura risale al I secolo. Si compone di 14 capitoli nella versione cinese e di 12 in quella tibetana. Il sutra narra del laico Vimalakīrti che invia 500 figli degli anziani di Vaiśali dal Buddha Sakyamuni affinché vengano istruiti sul Dharma.

Viparita maithuna E' una delle posizioni del rapporto sessuale contemplate nel Kama Sutra. E' caratterizzata dalla donna disposta sopra l'uomo. Nelle teofanie hindu la Dea richiede il viparita-maithuna, ‘coito rovesciato’, in cui lei è agente sull’uomo; secondo la cosmogonia shakta, tale modalità d’unione esprime l’aspirazione del femminile all’unità a partire dalla dualità, a

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differenza del maschile, che ad ogni spinta dell’atto sessuale rimarca una separazione.

Yama Presso la religione induista, Yama è il Deva della morte, "colui che irrimediabilmente trattiene con sé", padrone del regno infero. E' la deità preposta al controllo e al trapasso delle anime da un mondo all'altro. Figlio di Surya (dio del Sole) e della dea Saranyu, viene chiamato anche Dharma (lett. Giustizia, poiché ha il compito di giudicare le destinazioni delle anime) e Kala (lett. Tempo: Yama è identificato con il tempo poiché è quest'ultimo a decretare il momento della morte). Svolge la sua funzione di giudice assieme a ChitraGupta. E' padrone della direzione Sud, ed è accompagnato da una moltitudine di spiriti inquieti e costantemente insoddisfatti.

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