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Giovanni Pascuzzi Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore. Convegno organizzato da IDG Il diritto nella società dell’informazione Firenze 2-5 dicembre 1998 Sessione n. 4 La formazione del giurista Intervento di Giovanni Pascuzzi Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore. Sommario. 1. Introduzione. - 2. La scelta del tema: un’opera sui processi. - 3. La scelta dei mezzi espressivi: libro cartaceo + CDROM interattivo. - 4. I contenuti dell’applicazione interattiva. - 5. La fase progettuale: nuove tecnologie e processi cognitivi. - 6. Un esperimento di didattica on- line. - 7. I cambiamenti nell’organizzazione e nelle finalità dell’istruzione universitaria: l’impatto delle nuove tecnologie. - 8. Conclusioni. 1. Introduzione. Questo intervento mira ad illustrare perché e come è stata realizzata l’opera Cercare il diritto. Come reperire la legislazione, la giurisprudenza e la dottrina consultando libri e periodici specializzati. L’opera, pubblicata nel 1998 dall’editore Zanichelli di Bologna, si compone di un libro (autore: Giovanni Pascuzzi) e di un CDROM interattivo (autori: Giovanni Pascuzzi e Paolo Gasperi). 2. La scelta del tema: un’opera sui processi. La riflessione in ordine alle finalità dello studio universitario del diritto costituisce la premessa ineludibile del lavoro di quanti hanno il compito di formare le nuove generazioni di giuristi. Naturalmente, proprio per questo, il tema è oggetto di vivaci dibattiti (rinfocolati di recente

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Giovanni Pascuzzi

Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Convegno organizzato da IDGIl diritto nella società dell’informazione

Firenze 2-5 dicembre 1998

Sessione n. 4La formazione del giurista

Intervento di

Giovanni Pascuzzi

Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Sommario. 1. Introduzione. - 2. La scelta del tema: un’opera sui processi. - 3. La scelta dei

mezzi espressivi: libro cartaceo + CDROM interattivo. - 4. I contenuti dell’applicazione interattiva.

- 5. La fase progettuale: nuove tecnologie e processi cognitivi. - 6. Un esperimento di didattica on-

line. - 7. I cambiamenti nell’organizzazione e nelle finalità dell’istruzione universitaria: l’impatto

delle nuove tecnologie. - 8. Conclusioni.

1. Introduzione.

Questo intervento mira ad illustrare perché e come è stata realizzata l’opera Cercare il

diritto. Come reperire la legislazione, la giurisprudenza e la dottrina consultando libri e periodici

specializzati. L’opera, pubblicata nel 1998 dall’editore Zanichelli di Bologna, si compone di un

libro (autore: Giovanni Pascuzzi) e di un CDROM interattivo (autori: Giovanni Pascuzzi e Paolo

Gasperi).

2. La scelta del tema: un’opera sui processi.

La riflessione in ordine alle finalità dello studio universitario del diritto costituisce la

premessa ineludibile del lavoro di quanti hanno il compito di formare le nuove generazioni di

giuristi. Naturalmente, proprio per questo, il tema è oggetto di vivaci dibattiti (rinfocolati di recente

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

dalla riforma dell’ordinamento didattico del corso di laurea in Giurisprudenza1) anche perché sul

punto si scontrano concezioni che trascendono il versante più squisitamente educativo e

coinvolgono gli stessi paradigmi rispetto ai quali ricostruire i modelli teorici e applicativi del

fenomeno giuridico2. Per dar conto di siffatta affermazione basterebbe, probabilmente, citare le

diverse traiettorie seguite, per educare i giuristi, nell'area di civil law e nell'area di common law3

(più teorica nel primo caso, più pragmatica nel secondo, sia pure con le necessarie cautele rispetto

agli stereotipi classificatori che la rivisitazione di tradizionali contrapposizioni all'interno della

western legal tradition ci impone)4.

Va da sé che in questa sede è impossibile anche solo sfiorare il tema appena ricordato. Ai

nostri fini è sufficiente limitare l’attenzione ad un aspetto particolare muovendo da un dato

facilmente riscontrabile.

Chi si è laureato in Giurisprudenza anche solo quindicina decina di anni fa ha imparato

regole che, in molti campi, possono essere ascritte alla storia del diritto. In poco più di due lustri,

infatti, è cambiato totalmente il processo penale, sta cambiando in maniera sostanziale il processo

civile, sono state introdotte modifiche significative al codice penale (si pensi alla nuova disciplina

dei reati contro la p.a., o alle norme sulla criminalità organizzata), sono mutati i fondamenti del

diritto amministrativo (basti ricordare la legge sul procedimento e la riforma delle autonomie

locali), ed anche il diritto privato ha conosciuto riforme di non poco momento specie in ragione

della necessità di adeguare il nostro ordinamento alle direttive comunitarie (si può citare, a titolo di

esempio, l'introduzione della responsabilità da prodotto, fino a giungere alle nuove discipline

introdotte nel campo contrattuale e societario).

Malgrado, però, i mutamenti intervenuti, nessuno si sognerebbe di disconoscere valore alle

lauree in giurisprudenza conseguite anche solo 15 anni fa. E questo non desta alcuna meraviglia

1 Cfr. decreto 11 febbraio 1994 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 148, del 27 giugno 1994

modificato con decreto 31 maggio 1995, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 266, del 14 novembre

1995) nonché le innovazioni introdotte, in chiave più generale, dalla l. 19 novembre 1990 n. 341 (recante la riforma

degli ordinamenti didattici universitari) e dalla l. 15 maggio 1997, n. 127 (misure urgenti per lo snellimento dell'attività

amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo, art. 17, comma 95º e ss.).2 V., da ultimo, REBUFFA e VISINTINI (a cura di), L'insegnamento del diritto oggi (atti del convegno - Genova,

4-6 maggio 1995), Milano, 1997.3 Cfr., STEVENS, Law School: Legal Education in America from the 1850s to the1980s, 1983; BLASI, What

Lawyers Know: Lawyering Expertise, Cognitive Science, and the Functions of Theory, 45 J. Leg. Ed., 313 (1995);

EDWARDS , The Growing Disjunction between Legal Education and the Legal Profession, 91 Mich. L. Rev. 34 (1992).4 Cfr. MATTEI, Common law - Diritto angloamericano, in Trattato di Diritto Comparato diretto da SACCO,

Torino, 1992, 1 ss., 49 ss. e 84 ss.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

perché il giurista è comunque in grado di aggiornare la propria base di conoscenza e soprattutto è

padrone di un metodo di ragionamento.

Le lauree in giurisprudenza non perdono valore con il passare degli anni perché,

nell’educazione dei giuristi un posto particolare occupa l’apprendimento dei processi: è certamente

necessario fare assimilare taluni contenuti (definizioni, istituti, regole principali, unitamente al

lessico specializzato) ma ancor più importante è far capire come si elabora la base di conoscenza

(enucleazione dei problemi, applicazione delle regole ai problemi, acquisizione dei meccanismi del

ragionamento e dell’argomentare).

In definitiva, quindi, l’educazione del giurista è legata per definizione alla trasmissione di

abilità relative ai metodi, alle procedure, ai processi.

E’ utile approfondire il discorso. In particolare occorre mettere in evidenza alcune

circostanze che consentono di iscrivere quanto appena ricordato in un contesto più generale.

A) L’approccio tradizionale all’educazione (superiore) aveva in qualche modo accreditato

l’idea che l’individuo dovesse trascorrere la prima parte della propria vita ad apprendere nozioni ed

abilità: tali nozioni ed abilità sarebbero state poi messe in pratica nella seconda parte della vita, una

volta entrati nel mondo del lavoro e/o della produzione. Siffatto scenario sta rapidamente

cambiando. L’incremento delle conoscenze, la rapida evoluzione delle tecnologie, l’inevitabile

obsolescenza di soluzioni in precedenza applicate, impongono all’individuo di accostarsi in maniera

diversa all’apprendimento. Sempre più prende corpo la consapevolezza che l’individuo non può

smettere un solo momento di seguire e fare proprie le evoluzioni che intervengono nel campo della

conoscenza (pena il rischio di marginalizzazione). Con la locuzione lifelong learning, di recente

entrata nel lessico comune, si suole ormai indicare il nuovo approccio all’educazione: l’uomo è

destinato ad imparare per tutto l’arco della vita e deve maturare la flessibilità (soprattutto

intellettuale) necessaria a ridefinire in continuazione le proprie modalità di lavoro al fine di mettere

in pratica le nuove conoscenze acquisite5. Non è un caso, del resto, che l’Unione Europea abbia

posto l’accento sul lifelong learning varando appositi programmi comunitari6. Agli individui è

5 Inutile dire che quanto esposto nel testo impone di rimeditare il ruolo delle istituzioni universitarie sul

versante della formazione permanente: cfr. infra.6 L’Unione Europea ha dichiarato il 1996 ”Anno europeo della formazione e istruzione lungo tutto l’arco della

vita”. Il programma è stato gestito dalla Direzione XII. Maggiori informazioni possono essere attinte al sito Internet

http://europa.eu.int/en/comm/dg22/dg22.html.

L’anno europeo dell’istruzione permanente così è stato presentato dalle istituzioni europee

(http://europa.eu.int/pol/educ/it/info.htm):

“Nel mondo moderno l'istruzione non è più concepibile come un corredo di conoscenze acquisite una volta per

sempre attraverso una frequenza scolastica limitata all'infanzia-adolescenza ed all'età giovanile: viste la crescita

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chiesto di incrementare ed aggiornare in continuazione la propria base di conoscenza (quale che sia

il campo concreto di attività). Nella prospettiva appena indicata, i contenuti in quanto tali (soggetti

ad obsolescenza e ad apparire comunque parziali) finiscono sullo sfondo come esito finale di una

(continua) ricerca. Il nuovo approccio inevitabilmente pone l’accento sui processi: è importante

sapere come aggiornarsi, come appropriarsi delle nuove acquisizioni, come interagire con le

tecnologie più avanzate, come ridefinire le metodologie di lavoro.

B) Lo scenario che oggi domina le esperienze giuridiche occidentali è caratterizzato da una

produzione imponente di testi e materiali. Chi convive quotidianamente con la produzione

normativa sovranazionale, oppure rileva l’accresciuta prolificità del Parlamento, ovvero cerca di

orientarsi nel diluvio di disposizioni adottate da autorità amministrative o, ancora, prova a

controllare l’incremento esponenziale delle pronunce giurisprudenziali o, infine, cerca di trovare

conforto nella messe di contributi dottrinali, non farà certo fatica a condividere quanto affermato.

Per la verità, quanto avviene in campo giuridico rappresenta un aspetto di un fenomeno più

generale. Dalla comparsa sul pianeta in poi (e con un tasso di crescita che ha raggiunto vette

inimmaginabili negli anni a noi più vicini), l’umanità ha compiuto progressi enormi in tutti i campi.

Il dominio della natura, insieme all’evoluzione del pensiero e delle forme espressive, si è

sostanziato nella nascita di molti saperi (dai più nobili come la fisica, ai più odiosi come il

pettegolezzo) e nell’accumulo spaventoso di conoscenze. I saperi, dandosi un proprio statuto

epistemologico, si sono organizzati in scienze e queste ultime hanno utilizzato le conoscenze già

raggiunte per produrre nuova conoscenza.

esponenziale del sapere, le possibilità d'apprendimento offerte dalla nuove tecnologie dell'informazione, la necessità di

potenziare la competitività dell'Europa in campo industriale privilegiando attività e servizi richiedenti una larga base di

conoscenze specializzate, occorre oramai considerare l'istruzione come un processo che dura un'intera esistenza e dare

alla popolazione la possibilità di continuare ad istruirsi per tutta la vita.

Nell'intento di diffondere fra i cittadini europei l'interesse ad un'istruzione che duri per tutta l'esistenza ed

animare un dibattito sulle riforme da apportare ai sistemi d'istruzione e di formazione professionale per adeguarli alle

nuove esigenze, si è deciso di proclamare il 1996 "Anno dell'istruzione permanente".

L'ampiezza e la complessità del concetto d'istruzione permanente sono illustrate dalla pluralità dei temi che si

si propone di trattare durante l'anno:

- istruzione generale di alta qualità, la quale insegni soprattutto le metodiche dell'apprendimento per preparare

il discente ad istruirsi lungo l'intero arco dell'esistenza;

- qualifiche professionali per tutti i giovani, che agevolino il trapasso alla vita lavorativa e servano di base ad

un ulteriore perfezionamento personale;

- promozione dell'istruzione e della formazione continue;

- cooperazione fra gli istituti d'istruzione/formazione ed il mondo economico;

- sensibilizzazione dei genitori al dovere d'incoraggiare i giovani durante l'apprendimento”.

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Un modo banale, non esaustivo (perché indifferente alla qualità), ma sicuramente immediato

di visualizzare questa realtà è il numero immane di volumi, quantificabili nell’ordine dei milioni,

presenti nelle biblioteche. Va da sé che la conoscenza può essere ritrovata in una varietà di forme:

dai c.d. “documenti di pietra” (come le opere architettoniche di una civiltà) fino alla letteratura

grigia (spesso veicolo di dati importantissimi per la ricerca) passando per le arti figurative, visive e

sonore. Il libro, però, è certamente il modo più intuitivo per conservare e trasmettere il sapere.

È evidente, quindi, che il problema del rapporto con il patrimonio sapienziale accumulato

nel tempo si pone in tutti i campi dello scibile. Se migliaia e migliaia di ricercatori hanno condotto

esperienze e ricerche in una pluralità di settori, occorre chiedersi in che modo si fa tesoro di quelle

ricerche ed esperienze e dei risultati conseguiti sul piano conoscitivo.

In una situazione quale quella descritta si verifica una radicale trasformazione nelle

condizioni dell’apprendimento. E’ importante non più o non tanto sapere qualcosa, ma sapere in che

modo accedere alle conoscenze ed elaborarle (ancora processi, quindi)7.

C) Appartiene ad un passato forse di impronta romantica la convinzione che il progresso

dell’umanità (in qualsiasi campo dello scibile) possa essere frutto dell’idea o della scoperta

concepita o realizzata dal singolo nel chiuso del proprio studio e della propria isolata riflessione.

L’evoluzione della conoscenza è sempre più prodotto dell’impegno di molte persone. Il successo

finale e collettivo è funzione della capacità di comunicare (e confrontarsi) dei ricercatori così da

condividere i risultati parziali conseguiti8.

Le reti telematiche (ed Internet che delle reti è stata definita ‘la regina’) favoriscono la

comunicazione ed è certamente da approvare la pratica di ‘mettere in linea’ filoni di attività ed esiti

di ricerche.

Non possono, però, essere tralasciate le conseguenze che le nuove pratiche comportano sul

piano culturale. La possibilità di creare un modo per rendere disponibile a chiunque e in tempi

rapidi l’intera conoscenza accumulata è un sogno risalente dell’umanità. A tale aspirazione si

riconnette la stessa nascita delle biblioteche o la predisposizione di strumenti per il reperimento

delle informazioni. Internet, in qualche modo, sta dando corpo al sogno appena ricordato: tutta la

conoscenza fin qui accumulata viene digitalizzata e riversata nella rete. Sennonché vi è stato chi ha

7 Cfr. DE KERCKHOVE, Rischi pochi, vantaggi tanti: oggi è meglio studiare on-line, in Telèma, n. 12, primavera

1998, 8, 9.8 La riflessione sugli ostacoli per l’avanzamento della ricerca scientifica rappresentati dalle difficoltà di accesso

alle conoscenze accumulate su un certo problema costituisce il punto di partenza del noto articolo di BUSH, As We May

Think (ripubblicato, tradotto, in NYCE e KAHN (a cura di), Da Memex a Hypertext, Padova, 1992, 41 ss.). Come è noto,

tale articolo è considerato il precursore delle odierne teorie sugli ipertesti.

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rilevato come il collegamento dei calcolatori e l’integrazione in rete di uomini e macchine prefiguri

la nascita di un nuovo soggetto di conoscenza collettivo (o connettivo) diffuso e fluido, che sa e sa

fare cose che nessuna sua componente sa o sa fare9.

Di qui la necessità di interrogarsi a fondo sui cambiamenti culturali che Internet sta

innescando: il nuovo modo di rappresentare, conservare trasmettere conoscenza non può non avere

conseguenze sullo stesso modo di organizzare il pensiero (giuridico e non)10.

Intervenendo sull’argomento, Gianni Vattimo ha tratteggiato un efficace paragone11. La

filosofia sottesa alla società industriale può essere sintetizzata nell’immagine del motore; un centro

unico che attiva la periferia punto di partenza ma anche meta ultima. Sempre a dire del filosofo,

invece, la società post-moderna è caratterizzata dalla rete. Quest’ultima non ha centro e non ha

neanche un nodo ultimo12. Sul versante culturale le conseguenze sono di non poco momento. La

rete diventa la metafora di una cultura priva di organizzazione (o di sistema) e in cui manca una

struttura gerarchica forte. Nell’alluvione di informazioni che le banche dati forniscono, il sapere

non si organizza più intorno a concetti e idee di fondo: si possono accumulare molti dati inerenti ai

singoli problemi indagati magari individuati da parole chiave.

Naturalmente non siamo in grado di prevedere se i mutamenti futuri saranno tutti di segno

positivo. E’ certo, però, che il processo educativo deve attrezzare le persone in formazione affinché

siano in grado di capire le caratteristiche del cambiamento per dominarlo (e non per esserne vittime

marginalizzate).

9 Cfr. LONGO, Il nuovo Golem. Come il computer cambia la nostra cultura, Roma-Bari, 1998, 21 ss.10 Per un’analisi più approfondita si rinvia a PASCUZZI, Il diritto fra tomi e bit. Generi letterari e ipertesti,

Padova, 1997.11 VATTIMO, E' una rete senza centro ma ci dà un premio: la libertà, in Telèma, n. 8.12 Scrive VATTIMO, op. cit.: “Se e quando all'immagine e al modello del motore si sostituisce quello della rete,

è finalmente possibile che anche la filosofia cambi il suo atteggiamento verso la tecnologia e le sue applicazioni sociali

ed esistenziali. E' in fondo questa la scommessa di quelle prospettive filosofiche che si sono chiamate post-moderne.

Questo termine è adoperato qui nel suo senso più preciso e pregnante: per molte ragioni la modernità si può pensare

davvero come l'epoca del motore: sia perché determinata nella sua essenza da quella prima forma di globalizzazione che

sono stati i viaggi e da una economia fondata sull'industria meccanica; sia perché caratterizzata anche filosoficamente

dall'idea di un movimento centrale che mobilita le periferie: il progresso dell'Occidente che trascina con sé le civiltà più

primitive, la vera cultura umana (o la vera religione) che dal suo centro (l'Europa occidentale) si estende al resto del

mondo unificandolo sotto il segno della vera umanità. Ebbene: se il termine post-moderno ha un senso (e, a mio parere,

lo ha), esso si fonda nella dissoluzione del modello "centrale" del motore e sulla sua sostituzione, ancora semplicemente

abbozzata e vaga, con la rete. Decisiva è, in quest'ultimo modello, la presenza di nodi e incroci che non richiedono un

nodo ultimo; e la reciprocità della comunicazione, che esclude la stessa idea di una istanza suprema o, in termini

filosofici, di un fondamento”.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Abbiamo possibilità fino a ieri inimmaginabili di acquisire in tempi brevi quantità

sterminate di dati, informazioni, conoscenze. Diventa allora importante far capire cosa è possibile

fare con detti materiali una volta che sono in nostro possesso. Il pensiero critico opera correlando

molte cose tra loro. Il processo educativo deve far comprendere come si creano relazioni (o

associazioni) tra i diversi materiali al fine di raggiungere nuova conoscenza (o risolvere i problemi).

D) I mutamenti appena descritti influiscono anche sul ruolo e sulla figura di chi insegna. Nel

momento in cui la conoscenza è sempre più accumulata in nuovi centri di sapere (banche dati,

memorie ottiche) il docente non è più colui che (solo) trasmette conoscenze13. Il docente aiuta ad

orientarsi nella conoscenza, spiega le tecniche attraverso le quali è possibile impadronirsene,

suggerisce approcci metodologici, disegna le procedure nella prospettiva di una rielaborazione

critica della conoscenza. Con la capacità ormai sconfinata di immagazzinare ogni forma di sapere, il

ruolo del sistema educativo (ad ogni livello) diventa sempre più quello di insegnare l’arte e il modo

di orientarsi nel sapere. Ancora una volta vengono in rilievo i processi.

E) Esistono due modi fondamentali per apprendere. Si può apprendere grazie al linguaggio

(rectius: un sistema simbolico) ad esempio: ascoltando una lezione o leggendo un libro. Oppure si

può apprendere attraverso l’esperienza, e cioè osservando la realtà ed interagendo con essa. Nelle

aule universitarie il sapere giuridico è trasmesso oralmente alle giovani generazioni attraverso le

lezioni del docente. Gli studenti, inoltre, affinano e approfondiscono la loro preparazione

consultando i manuali istituzionali, le monografie e/o altri generi letterari14. In definitiva questo tipo

di approccio privilegia, quasi in senso esclusivo, una sola delle modalità utili alla acquisizione di

informazioni. Tutt’altro che sistematica, invece, è la ricerca di situazioni che permettano a chi

apprende di fare esperienza diretta come avviene, ad esempio, quando si lavora sulle fonti ovvero

quando ci si propone di individuare gli elementi utili alla soluzione di un problema (es.: reperire la

legislazione, la dottrina, e la giurisprudenza necessarie per rispondere ad un quesito di natura

giuridica)15. Eppure, a ben vedere, questo diverso approccio consente di far capire meglio come si

elabora la base di conoscenza (ovvero: come si riconoscono i problemi, e come si applicano agli

stessi le regole): esso infatti rende palesi i processi mentali in cui si articola il lavoro dei giuristi.

13 Non può rivestire più detto ruolo (forse proprio di approcci più risalenti) perché egli non è il depositario del

sapere: il docente ha bisogno di aggiornarsi e di attingere nuove conoscenze nei luoghi dove le stesse sono custodite.14 L’idea implicita nel manuale è quella di una completa autosufficienza. Probabilmente i cambiamenti descritti

nel testo imporrano di rivedere siffatta concezione.15 C’è da dire che a volte la scelta presocché univoca per il primo approccio è determinata da situazioni

oggettive come, ad esempio, il numero elevato di studenti che frequentano un determinato corso, ovvero la mancata

partecipazione degli studenti alle lezioni. Indubbiamente il secondo approccio è privilegiato nei corsi a carattere

seminariale o con pochi frequentanti.

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Cercare il diritto è un’opera sui processi. Essa si propone di aiutare i giuristi in formazione

ad apprendere le modalità per reperire i dati giuridici (normativa, giurisprudenza, dottrina)

consultando libri e periodici specializzati.

Se è vero che è sempre più importante sapere: incrementare ed aggiornare le proprie

conoscenze; orientarsi nel campo della conoscenza, per trovare le informazioni di volta in volta

utili; costruire nuove conoscenze mettendo in relazione i dati trovati; apprendere sulla base

dell’esperienza diretta; è facile intuire come mai si è scelto di approfondire il tema della ricerca dei

dati giuridici.

In altre esperienze vengono impartiti corsi specificamente finalizzati ad insegnare agli

studenti come si trova una legge, come si fa a sapere se essa è ancora in vigore o se è stata

emendata, come si ricostruisce l'orientamento della giurisprudenza su un certo conflitto di interessi

oppure come si organizza una bibliografia. Nelle nostre università non esiste nulla di analogo e la

trasmissione di questo tipo di attitudini è affidata all’impegno dei singoli docenti, magari come

attività seminariali integrative di corsi istituzionali. L’esito è che, sovente, gli studenti giungono ad

iniziare il lavoro di tesi (ove il possesso della capacità di cercare dati di riferimento è premessa

necessaria) senza aver mai aperto un repertorio (di legislazione, dottrina e giurisprudenza), per il

semplice fatto che se ne ignora l'esistenza.

In buona sostanza, si insegna a rielaborare i dati giuridici (mercé l’utilizzo di un metodo di

ragionamento), ma non a cercarli. Eppure quest’ultima attività (e la connessa capacità di creare,

incrementare ed aggiornare la base di conoscenza) è sicuramente propedeutica all’altra. Ed è

destinata a caratterizzare il lavoro quotidiano dell’operatore del diritto, attesi i costanti cambiamenti

introdotti nell’ordinamento da riforme legislative o da revirement giurisprudenziali: prima di

imbastire un qualsivoglia ragionamento è indispensabile possedere (nella versione aggiornata) tutti

gli elementi rilevanti che ne costituiscono il fondamento e la trama.

Cercare il diritto si limita ad illustrare le modalità di utilizzo delle pubblicazioni cartacee

che diffondono dati giuridici. Alla ricerca computerizzata di leggi, sentenze e dottrina era stato

dedicato un altro lavoro16.

16 Cfr. PASCUZZI, Cyberdiritto. Guida alle banche dati italiane e straniere, alla rete Internet e

all’apprendimento assistito da calcolatore, Bologna, 1995.

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3. La scelta dei mezzi espressivi: libro cartaceo + CDROM

interattivo.

La conoscenza viene rappresentata e trasmessa ad altri (sì da divenire patrimonio culturale

condiviso) grazie alla disponibilità di mezzi espressivi e di comunicazione. Si è già detto che nelle

aule universitarie il sapere giuridico è trasmesso oralmente attraverso le lezioni del docente. Gli

studenti, inoltre, affinano e approfondiscono la loro preparazione consultando i manuali

istituzionali, le monografie e/o altri generi letterari. Le ipotesi descritte costituiscono altrettanti

esempi di modalità di rappresentazione e trasmissione del patrimonio conoscitivo. Esse hanno

caratteristiche diverse e si rivelano più o meno efficaci in ragione dello specifico parametro preso in

considerazione (la contestualità delle presenze rende apprezzabile, nella lezione, la possibilità, per il

docente, di riformulare in continuazione i contenuti in conseguenza dei feedback che rinvengono

dall’uditorio; per altro verso, la lettura di un libro di testo, se non consente lo stesso grado di

interazione, permette una modulazione personale dell’impegno cognitivo).

In ogni caso le modalità espressive appena ricordate non esauriscono la gamma degli

strumenti atti a rappresentare e trasmettere conoscenza. Traiettorie nuove (meritevoli di essere

esplorate) sono oggi offerte dalle tecnologie informatiche. L’avvento dei computer sta introducendo

radicali mutamenti nei processi formativi. Anche nel campo dell’educazione del giurista è possibile

usare il calcolatore come strumento per favorire l’apprendimento.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative volte a realizzare software didattico a

supporto dell’insegnamento del diritto17. Punto di forza di queste applicazioni sono la

multimedialità e l’interattività.

A) Multimedialità. I media possono essere definiti come apparati culturali che utilizzano

tecnologie per selezionare, raccogliere, immagazzinare, inviare conoscenza in forme rappresentative

17 Sotto l’etichetta ‘Apprendimento assistito da calcolatore’, è possibile raccogliere molte iniziative, sbocciate

di qua e di là dell’Atlantico, tese a realizzare software didattico a supporto dell’insegnamento del diritto (più

diffusamente sull’argomento v. PASCUZZI, Cyberdiritto, cit., 213 ss.). Si tratta di edizioni computerizzate ideate con il

duplice obiettivo di illustrare i principi relativi ad un certo argomento e di testare il livello di apprendimento conseguito

da colui che ha seguito lo svolgersi della spiegazione interagendo con la macchina.

L’interattività consente un uso più vantaggioso del materiale cognitivo. L’autore può imporre che si proceda

per grado di difficoltà, ovvero che sia impedito il passaggio ad uno stadio successivo se non si è risolto il quesito

precedente: il tutto giustapponendo problemi a concetti e idee da illustrare. Alcuni software sono in grado di valutare

anche soluzioni formulate in forma discorsiva a quesiti che non accettano un tipo di risposta chiusa, magari da scegliere

tra più alternative predeterminate. Non servono altre parole per dimostrare che i programmi in esame assicurano utilità

non perseguibili attraverso i supporti cartacei.

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(sistemi simbolici)18. Per esemplificare tale definizione si può dire che nel libro tradizionale la

tecnologia è rappresentata dalla carta, mentre il sistema simbolico si riduce al testo ovvero al

sistema simbolico linguistico.

Nei prodotti multimediali, più sistemi simbolici (testi, immagini, audio, animazioni)

vengono coordinati da un computer19. Nella comunicazione scritta l’acquisizione delle informazioni

segue una precisa sequenza: un elemento succede all’altro. Di fronte ad una immagine il cervello

codifica contestualmente tutte le informazioni assunte nel momento della visione elaborandole in

parallelo.

B) Interattività. L’interazione è la caratteristica che distingue il computer da alcuni mass-

media come ad esempio la televisione (almeno nella sua accezione tradizionale). L’utilizzatore è

coinvolto personalmente nella situazione (virtuale) riprodotta dall’applicazione essendo chiamato

ad interagire con essa e, quindi, a decidere tempi, modi, traiettorie.

Per questa via si giunge ad individualizzare il processo di apprendimento ovvero a fare in

modo che ciascun utilizzatore fruisca dell’opera secondo attitudini e motivazioni personali. E’

infatti possibile approfondire singoli aspetti, passare ad argomenti diversi, creare autonome

relazioni tra elementi cognitivi, ripetere più volte lo stesso passaggio, procedere per gradi di

difficoltà.

La decisione di realizzare Cercare il diritto è maturata come occasione per condurre un

esperimento teso a saggiare le potenzialità offerte dall’informatica sul piano della didattica

giuridica. In particolare, avendo scelto di produrre un opera sui processi, si è voluto verificare se

detti processi non possano essere spiegati (e trasmessi) in maniera più incisiva ricorrendo ad un

mezzo espressivo più ricco e articolato del tradizionale libro cartaceo. Un esempio per tutti: un

processo è certamente quello che conduce a trovare una determinata informazione in una

pubblicazione specializzata (es.: trovare una certa legge nella Gazzetta ufficiale). Ebbene, tale

processo si compone di più tappe che possono essere descritte (ricorrendo al linguaggio naturale)

oppure, più semplicemente, visualizzate (ricorrendo alle immagini).

Va da se che la visualizzazione del processo che riguarda una singola pubblicazione

consente di imparare un procedimento di valenza più generale. Ogniqualvolta si deve trovare un

certo dato occorre seguire determinate tappe: trovare la pubblicazione che riporta quella tipologia di

dati, capire in che modo sono strutturati gli indici, scegliere l’indice più utile in relazione agli

elementi in nostro possesso (es.: consultare gli indici cronologici se gli elementi posseduti

riguardano gli estremi identificativi del dato), capire come è strutturata e impaginata la

18 SALOMON, Interaction of Media. Cognition and Learning, San Francisco, 1979, 3.19 CALVANI, Dal libro stampato al libro multimediale, Firenze, 1997, 159 ss.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

pubblicazione in modo da dare significato agli elementi che nell’indice corrispondono al dato

cercato (es.: numero di pagina e di colonna).

Cercare il diritto si compone di un libro e di un CDROM. Si è scelto di utilizzare due

modalità di rappresentazione del pensiero al fine di sfruttare le diverse caratteristiche di ciascuna.

Libro e CDROM non contengono le stesse cose. Certo, alcuni elementi sono condivisi (es.:

le spiegazioni relative alle singole pubblicazioni). Ma per la più parte i contenuti non sono

sovrapponibili. Nel libro, ad esempio, non v’è l’elencazione degli indici relativi a ciascuna tipologia

di pubblicazione, e tanto meno si indugia sulla struttura degli stessi o su come si trova un singolo

dato. Del pari nel libro non c’è alcun accenno alla fase di verifica dell’apprendimento (Test). Ciò

che manca nel cartaceo caratterizza il CDROM. In quest’ultimo, invece, manca la parte

riepilogativa che chiude il libro (si tratta di una specie di ‘pro-memoria’ che permette di conoscere

con immediatezza le diverse strategie attuabili per trovare un certo dato: è utile solo se si è già

imparato cosa sono i dati giuridici, attraverso quali pubblicazioni gli stessi sono diffusi e come sono

strutturate dette pubblicazioni).

Insomma si è ritenuto che l’utilizzo (tanto sul piano dell’autore, quanto su quello del lettore)

di entrambe le alternative avrebbe consentito di raggiungere risultati migliori.

Edizioni cartacee ed edizioni computerizzate hanno caratteristiche differenti, risultando ora

più incisive le une ora più versatili le altre, a seconda degli obiettivi che ci si prefigge. Non merita,

quindi, particolare attenzione chi si imbarca in improbabili predizioni circa la scomparsa del libro

(al più, infatti, cambierà l’accezione della parola). Ma, del pari, non è giustificato lo scetticismo di

quanti guardano con sufficienza (a tacer d’altro) l’introduzione del computer nel bagaglio culturale

dei giuristi anche per i profili inerenti la loro educazione.

È quanto mai indispensabile saggiare tutte le potenzialità dei nuovi mezzi espressivi, ovvero

delle forme di comunicazione e rappresentazione della conoscenza rese disponibili dal progresso

tecnologico. Cercare il diritto, affiancando al tradizionale libro cartaceo un’applicazione interattiva,

si muove in tale direzione.

4. I contenuti dell’applicazione interattiva.

Il CDROM Cercare il diritto si propone di illustrare i contenuti e le modalità di

consultazione delle principali pubblicazioni e tipologie di pubblicazioni (21 in tutto) utili a

rintracciare i materiali giuridici.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Le pubblicazioni prese in esame sono raggruppate in 4 categorie (distinguibili per il diverso

colore dello sfondo) in ragione della natura della documentazione in esse riportata.

Nella categoria ‘Legislazione’ (colore grigio) sono riportati libri, raccolte e periodici che

pubblicano leggi, regolamenti etc. In particolare vengono illustrati contenuti e modalità di

consultazione de: la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana; Le Leggi; i Codici; le Raccolte di

leggi; i Codici commentati.

Nella categoria ‘Giurisprudenza’ (colore azzurro) sono riportate le riviste che diffondono i

materiali giurisprudenziali. In particolare vengono illustrati contenuti e modalità di consultazione

de: Il Foro italiano; Il Massimario del Foro italiano; Giurisprudenza italiana; Giustizia civile; I

Tribunali amministrativi regionali; Cassazione penale.

Nella categoria ‘Dottrina’ (colore rosa) sono riportati riviste e tipi di generi letterari che

diffondono contributi dottrinali. In particolare vengono illustrati contenuti e modalità di

consultazione de: Rivista di diritto civile; Rivista trimestrale di diritto pubblico; Rivista italiana di

diritto e procedura penale; e di manuali e monografie.

Nella categoria ‘Reperimento delle informazioni’ (colore verde) sono riportati i periodici

che aiutano a reperire i materiali giuridici. In particolare vengono illustrati contenuti e modalità di

consultazione de: Il Repertorio del Foro italiano; Il Repertorio di Giustizia civile; Il Repertorio

delle leggi statali vigenti; Il Repertorio di Giurisprudenza del lavoro; Il Dizionario bibliografico

delle riviste giuridiche italiane.

In relazione a ciascuna delle 21 pubblicazioni (o tipologia di pubblicazioni) si possono

attivare due possibilità (clickando con il mouse i pulsanti corrispondenti): Informazioni ed

Esercitazioni.

Il pulsante Informazioni consente di visualizzare, per ciascuna pubblicazione: le

informazioni bibliografiche; la descrizione dei contenuti; l’elenco degli indici; la descrizione dei

singoli indici. Il passaggio dall’una all’altra fase avviene clickando sui libri posti in calce alle

singole pagine.

Il pulsante Esercitazioni consente di vedere esempi concreti di ricerca di informazioni e/o

materiali su ciascuna pubblicazione presa in esame. Per ogni esercizio è descritto l’obiettivo che si

vuole raggiungere (es.: trovare una certa legge) e i diversi passaggi che è necessario effettuare per

raggiungerlo.

In tutte le pagine è attivo anche il pulsante Memorizza pagina per percorso. Esso

consente di memorizzare la pagina in un percorso di consultazione autonomamente costruito dal

lettore. (Cfr. infra ‘Percorsi’).

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Quando il cursore del mouse cambia forma vuol dire che si sta attraversando una zona attiva.

Clickando una volta con il mouse in questa zona succede qualcosa (ad esempio: parte

un’animazione, cambia la videata, ci si sposta in un’altra parte del programma, etc.)

In tutte le situazioni dell’applicazione, clickando sull’icona raffigurante la Scrivania si torna

sempre alla situazione iniziale. Clickando su Uscita si abbandona il programma.

Lanciato il programma ci si trova nell’ambiente iniziale denominato Scrivania. La

situazione iniziale riproduce il tipico ambiente di lavoro del giurista: il suo tavolo di lavoro e la sua

biblioteca.

Nella parte inferiore della videata iniziale ci sono tre pulsanti denominati: Introduzione;

Struttura CD; Emeroteca.

Il tasto Introduzione attiva una breve introduzione alla ricerca dei dati giuridici ove

vengono esposti alcuni concetti fondamentali che è necessario padroneggiare prima di proseguire.

Clickando su Struttura CD, invece, è possibile conoscere tutte le situazioni nelle quali ci si

può imbattere navigando nell’applicazione.

Il pulsante Emeroteca fa accedere alla vetrina delle pubblicazioni esaminate nel CD.

Clickando su ciascuna categoria (es. Giurisprudenza) compaiono le copertine delle pubblicazioni

appartenenti a quella categoria. Clickando su ciascuna copertina compaiono le informazioni

bibliografiche relative alla pubblicazione.

La videata iniziale consente di attivare i punti di accesso alle seguenti situazioni: La

consultazione sequenziale; I percorsi; La biblioteca; I test.

La consultazione sequenziale. I contenuti dell’opera possono essere consultati in forma

sequenziale seguendo il percorso principale (o lineare). Clickando sul video del computer posto

sulla destra della scrivania si attiva un percorso che comprende tutte le pubblicazioni (o tipologia di

pubblicazioni) riportate nell’opera. Per ciascuna di esse, in sequenza, è possibile visualizzare: la

copertina, le informazioni relative alla pubblicazione, gli esercizi di consultazione.

I percorsi. I contenuti del CD possono essere attinti seguendo sequenze diverse. Ad

esempio: un percorso può essere costituito da tutte le copertine. Un altro dalle esercitazione relative

alle riviste di dottrina e così via. Clickando sul libro dei percorsi è possibile accedere ad una serie

di percorsi suggeriti. In ogni caso, nel corso delle consultazione, il lettore può costruire propri

percorsi utilizzando il tasto Memorizza pagina per percorso. Quando il tasto, presente in ogni

pagina, viene premuto cambia di colore avvertendo che la pagina stessa è stata messa in memoria.

Per questa via sono memorizzabili, indipendentemente dalla sequenza concretamente seguita, tutte

le pagine visualizzate secondo un proprio ordine. Ogniqualvolta si torna alla Scrivania,

l’applicazione chiede se si vuole salvare in un file (consultabile successivamente) la sequenza che è

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

stata memorizzata. Per consultare i file memorizzati (aventi estensione *.lst) occorre entrare nel

libro dei percorsi e scegliere dall’elenco che appare quando si clicca su Percorsi personali

memorizzati. Un percorso si genera anche se si commettono errori nei test (cfr. infra).

La biblioteca. Cercare il diritto riproduce anche una biblioteca giuridica virtuale cui si

accede clickando sulla parte superiore della videata iniziale. Essa è composta da quattro elementi,

che ospitano, rispettivamente: Riviste di giurisprudenza; Riviste e libri di dottrina; Raccolte di

legislazione; Repertori. È possibile consultare la pubblicazione presente su ciascun scaffale

clickando su di esso non appena compare la copertina dell’opera in esso contenuta.

I test. Aprendo (con un click) il libro dei test è possibile valutare il grado di apprendimento

raggiunto. Clickando sul tasto Domande, l'applicazione formula delle domande che contemplano

tre possibili risposte delle quali solo una è esatta. In corrispondenza della risposta ritenuta esatta

occorre segnare una ics (clickando con il mouse). Premendo il tasto Correggi è possibile conoscere

gli errori commessi (segnalati in rosso). Premendo il tasto Risposte è possibile conoscere le

risposte esatte.

Ogni volta che si commette un errore l’applicazione memorizza la pagina che contiene la

risposta che non si è stati in grado di fornire. Quando si decide di abbandonare i test, l’applicazione

chiede se si vuole memorizzare (al fine di consultarlo in un secondo momento) il percorso generato

dagli errori (ovvero l’insieme delle pagine che se fossero state lette con maggiore attenzione

avrebbero permesso di rispondere esattamente alle domande). Per memorizzare il percorso generato

dagli errori occorre scrivere il nome con il quale il percorso verrà memorizzato nella maschera che

appare quando si esce dai test. Se nel rispondere ai test si commettono più di 10 errori, non viene

generato alcun percorso: viene formulato l’invito a consultare per intero il percorso principale. Per

consultare i files generati dagli errori, ove siano stati memorizzati, (ed aventi estensione *.tes),

occorre entrare nel libro dei Percorsi e scegliere dall’elenco che appare quando si clicka su

Percorsi generati dagli errori commessi nei test.

Le frecce. All’interno di ogni percorso, le frecce che compaiono in basso a destra e a

sinistra consentono di andare avanti o indietro all’interno del percorso stesso. Se si parte dalla

biblioteca, le frecce permettono di tornare alla biblioteca dopo aver esaminata una singola

pubblicazione.

Uscita. Per uscire dal programma occorre andare alla Scrivania e clickare su Uscita.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

5. La fase progettuale: nuove tecnologie e processi cognitivi.

Cercare il diritto è un prodotto multimediale perché affida al computer la gestione

contestuale di immagini e testi. Per questa via è stato possibile avvalersi delle diverse potenzialità

dei due sistemi simbolici.

Cercare il diritto riproduce (in maniera virtuale) l’ambiente nel quale opera il giurista

impegnato a rintracciare leggi, sentenze o saggi. Viene ricostruita una biblioteca giuridica.

L’utilizzatore è in grado di apprendere in via intuitiva e immediata molti elementi che difficilmente

potrebbero essere resi con altrettanta efficacia usando il linguaggio.

L’applicazione visualizza:

- l’organizzazione delle librerie e degli scaffali;

- il modo di catalogare le informazioni;

- l’aspetto esteriore delle principali pubblicazioni giuridiche;

- le singole modalità di impaginazione;

- la struttura di contenuti e indici;

- le procedure atte al reperimento delle informazioni cercate.

Ciascuno di questi elementi poteva essere illustrato ricorrendo al linguaggio naturale (e in

alcuni casi ciò avviene: ad esempio quando viene spiegato come si utilizzano i singoli indici). Non

v’è dubbio, però, che la visualizzazione concreta dei ridetti elementi raggiunge molto prima

l’obiettivo che ci si prefigge (ad esempio: far capire di cosa si sta parlando quando si cita la

Gazzetta ufficiale, così da poterla facilmente rintracciare in una biblioteca reale).

Del pari in Cercare il diritto si è cercato di sfruttare l’approccio interattivo.

L’opera può essere letta in forma sequenziale, ovvero come un normale libro cartaceo.

Attivando il Percorso completo (clickando con il mouse sul computer che appare alla destra della

Scrivania) vengono analizzate in sequenza le 21 pubblicazioni (o tipologie di pubblicazioni) prese

in esame). Per ciascuna di esse viene mostrata la copertina, le spiegazioni e le esercitazioni. Come

si è già detto all’interno del percorso ci si muove usando le Frecce che appaiono in basso a destra e

a sinistra della videata. Ciascuna videata può articolarsi in sub percorsi (es.: le spiegazioni si

articolano in: informazioni bibliografiche, contenuti, elenco degli indici, singoli indici20) nei quali ci

si muove seguendo le tappe numerate indicate in sequenza nella pagina.

20 L’elenco degli indici di ciascuna pubblicazione è ipertestuale: clickando su ciascun nome si accede alla

spiegazione relativa. Dalla spiegazione di ciascun indice, poi, si può accedere alla visualizzazione dello stesso

(clickando sull’iconcina a forma di papiro che compare all’inizio della spiegazione stessa).

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Non si deve, però, necessariamente seguire il Percorso completo. L’utilizzatore può

scegliere, aprendo (con il mouse) il Libro dei percorsi, tra alcuni Percorsi più limitati prestabiliti.

Così si può seguire il Percorso delle esercitazioni o il Percorso delle spiegazioni (in totale ce ne

sono una quindicina).

Ancora, esiste la possibilità di seguire un Percorso personalizzato (forse definibile come

percorso random, in quanto non suggerito dall’autore). Entrando nella Biblioteca, infatti,

l’utilizzatore può ‘prendere’ uno qualsiasi dei volumi posti sugli scaffali, consultare i relativi

contenuti cognitivi (prima ricordati) senza alcun ordine che non sia il proprio interesse personale.

Mette conto notare che l’utilizzatore può, in qualsiasi momento, e in qualsiasi situazione,

creare e salvare un proprio Percorso personalizzato utilizzando il tasto Memorizza pagina per

percorso (presente in ogni pagina): è la modalità più semplice per creare relazioni tra punti diversi

dell’applicazione21.

Infine un percorso viene generato automaticamente (e salvato se si vuole) dagli errori

commessi nel rispondere ai Test. È quasi superfluo rilevare che la possibilità di saggiare il grado di

preparazione di raggiunta rappresenta una caratteristica tipica dell’ambiente interattivo che si adatta

alle esigenze del fruitore. In questo caso si è cercato di andare oltre offrendo la possibilità di

rivedere, in un autonomo percorso, l’insieme delle pagine che contengono i dati che (se studiati con

maggiore cura) avrebbero permesso di rispondere esattamente alla domanda. Muovere dagli errori

per costruire un percorso significa muovere dalle specifiche esigenze dell’utilizzatore (in questo

caso: dalle sue lacune).

Alcune considerazioni meritano di essere svolte sull’ambiente cognitivo.

Come ricordato, l’idea di ‘costruire’ Cercare il diritto aveva l’obiettivo di rendere familiari

a quanti si accostano allo studio del diritto, le modalità di consultazione delle principali

pubblicazioni cartacee specializzate utili a rintracciare i dati giuridici.

Nel concepire tanto la videata iniziale quanto le animazioni e le singole situazioni, si è

cercato di mantenersi il più fedeli possibile alla realtà riproducendo gli ambienti tipici in cui opera il

giurista impegnato a reperire i dati giuridici (su supporto cartaceo)22.

Nell’immaginare le interfacce delle diverse situazioni si è cercato di ovviare ad uno dei

possibili problemi che possono insorgere quando si consulta una applicazione interattiva (non

21 Riordinare i dati, le informazioni, le conoscenze in forme diverse (e cioè non in un’unica sequenza) può fare

emergere conoscenze nuove.22 Si è già detto che la ricerca computerizzata dei dati giuridici, per scelta, esula dall’opera in esame. Il

computer, in ogni caso, compare in evidenza sulla Scrivania perché oggi è strumento imprescindibile del lavoro dei

giuristi.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

sequenziale): il c.d. smarrimento, ovvero la sensazione (per l’utilizzatore) di non sapere a che punto

si sia in un percorso. Più in generale può trattarsi della perdita di orientamento insita nel non

riuscire a comprendere come rapportare la singola situazione al contesto in cui ci si sta muovendo.

Per ovviare a tali problemi Cercare il diritto adotta due accorgimenti: a) utilizza, come

sfondo, un medesimo colore per le pubblicazioni che diffondono la medesima tipologia di

documenti (es.: le situazioni in cui vengono esaminate le opere che diffondono materiali dottrinali

hanno sempre lo sfondo rosa); b) riproduce (in piccolo in un angolo), nelle situazioni in cui viene

approfondita in dettaglio una certa pubblicazione, la copertina della pubblicazione stessa. Ne deriva

che, tramite i segnali visivi appena menzionati, l’utilizzatore sa in ogni momento di quale

pubblicazione si sta parlando e la categoria (legislazione, giurisprudenza, etc.) cui la stessa

appartiene23.

L’iter che ha portato alla realizzazione dell’opera ha seguito le tappe che inevitabilmente si

devono seguire nell’approntare un lavoro quale quello di cui si discute24.

Nella fase finale di verifica, il CDROM è stato visionato da alcuni studenti. Lo scopo era

quello di controllare che la consultazione fosse agevole e che risultasse intuitivo clickare sui punti

attivi che permettono di muoversi nell’applicazione. La scelta è stata felice perché tutti gli studenti

interpellati hanno fatto notare che un certo passaggio era poco intuitivo, dandoci la possibilità di

correre ai ripari.

Sin dall’inizio si è escluso che Cercare il diritto dovesse rimanere allo stato di prototipo. Al

contrario, l’idea era quella di realizzare un prodotto che potesse essere distribuito nelle librerie.

Molto tempo, è stato così dedicato a far sì che l’applicativo non crei problemi al cambiare delle

macchine su cui viene impiegato.

6. Un esperimento di didattica on-line.

23 L’insieme dei colori e delle icone delle copertine usate nell’applicazione è visibile entrando nell’Emeroteca.24 Di recente hanno visto la luce molte pubblicazioni che spiegano in che modo produrre un titolo

multimediale. TOSELLI, nel suo libro: Il progettista multimediale, Torino, 1998, ricorda le diverse figure che, a vario

titolo, devono intervenire nella produzione di un’opera multimediale (l’esperto del contenuto, il progettista

multimediale, il grafico, l’informatico, l’implementatore, etc.). Nel caso del CDROM Cercare il diritto, il lavoro di tutte

le professionalità ricordate è stato svolto (a volte singolarmente, molto più spesso insieme) da chi scrive a da Paolo

Gasperi che hanno dedicato all’impresa poco più di 2 anni. Gli sfondi, le animazioni e la videata iniziale sono stati

forniti dalla ditta GPI Multimedia srl di Trento.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Con Cercare il diritto si è voluta realizzare un’opera ascrivibile al genere del software

didattico.

Esistono altre modalità di utilizzare l’informatica a supporto dell’insegnamento del diritto.

Ad esempio diffondere i materiali di ausilio al corso di lezioni via Internet (nella prospettiva di

realizzare una didattica on-line).

E’ forse utile, brevemente, illustrare l’iniziativa posta in essere durante il Corso il Diritto

privato comparato svolto presso l’Università di Trento nell’anno accademico 1997-’9825.

Il corso, dal titolo, “Il diritto dell’era digitale: un’analisi comparata” ruotava intorno ad un

interrogativo che può essere così sintetizzato: “Posto che, storicamente, ogniqualvolta l’uomo ha

avuto nuovi mezzi a disposizione per rappresentare, conservare e diffondere il pensiero si sono

avuti notevoli mutamenti nelle caratteristiche del fenomeno giuridico sul piano delle regole

operazionali, quali sono le caratteristiche del diritto della società che usa i bit per comunicare

(ovvero per rappresentare, conservare e diffondere il pensiero)? In che modo il diritto dell’era

digitale differisce dal diritto delle epoche precedenti?”26.

25 L’iniziativa illustrata nel testo riprende, ampliandoli, alcuni esperimenti condotti in anni precedenti e

descritti in PASCUZZI, Cyberdiritto, cit., 223, ss.26 L’evoluzione del diritto coincide anche con l’evoluzione dei mezzi espressivi e delle tecnologie connesse a

questi ultimi. Ogni stadio evolutivo deriva alcune sue peculiarità dalle caratteristiche delle tecnologie adoperate per

rappresentare e trasmettere il diritto. Diventa così fondamentale saper cogliere cosa, di una certa evoluzione, è dovuto

alla caratteristiche proprie di una singola tecnologia.

Il diritto dei popoli primitivi (c.d. diritto muto) è diverso da quello delle società orali che ancora non

conoscono la scrittura. Così come la cultura giuridica che si produce attraverso un’ampia utilizzazione della stampa

(libri, collane, riviste, etc.) è molto diversa da quella che poteva contare su rari manoscritti. È verosimile che l’utilizzo

dei bit per rappresentare e diffondere la conoscenza giuridica incida sugli stessi contenuti culturali e operazionali. In

breve: è probabile che l’uso dell’informatica cambi lo stesso diritto.

Quest’ultima affermazione ha una valenza almeno duplice. Il diritto cambia perché le regole operazionali

devono adeguarsi ai mutamenti della realtà ovvero perché la costruzione del ragionamento giuridico obbedisce a

modalità differenti. Il corso si è concentrato soprattutto sul primo dei due profili indicati (il secondo può essere

approfondito in: PASCUZZI, Il diritto fra tomi e bit, cit.).

L’esempio che segue è utile a dimostrare come le regole operazionali mutino in ragione delle forme espressive

utilizzate.

Tale esempio riguarda le caratteristiche di una ‘società elettronica’ quale può essere considerata Internet. Una

società dove il mezzo espressivo è costituito dagli elettroni che vanno ad illuminare dei punti sul monitor in funzione

dello specifico messaggio trasportato dal luogo dove esso è memorizzato (e dal quale può essere cancellato in qualsiasi

momento). Nel mondo reale (e per i giuristi) scrittura e stampa sono sinonimi di certezza e immutabilità. In che modo

certezza e immutabilità possono essere garantiti nella società elettronica? Il problema è direttamente connesso con la

sicurezza e la stabilità delle attività condotte per mezzo della telematica. Nel contesto in esame è inevitabile che cambi

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

In particolare il corso ha affrontato quattro tematiche principali:

- Computer privacy

- Documento elettronico

- Commercio elettronico

- Opere dell’ingegno nell’era digitale27.

Oltre a seguire le lezioni e studiare i libri di testo, i frequentanti si sono impegnati

nell’approfondimento di un tema. All’inizio del corso sono stati individuati un certo numero di temi

(comunque inerenti i contenuti del corso). I frequentanti, singolarmente o in gruppo, hanno scelto

nella rosa il tema di loro interesse sul quale hanno lavorato al fine di giungere alla stesura di un

elaborato scritto.

Settimana per settimana venivano messi a disposizione sul web della facoltà tanto i materiali

(leggi, sentenze, etc.) di supporto alle lezioni quanto la sequenza delle slides che sarebbero state

proiettate in aula.

Agli studenti è stato chiesto (in relazione ai singoli temi approfonditi) di reperire materiali

ulteriori che (una volta visionati dal docente) venivano anch’essi resi disponibili sul web. Ai

ragazzi, inoltre, è stato chiesto di individuare i possibili links tra i documenti disponibili e

soprattutto di condividere gli esiti delle proprie ricerche al fine di attuare, nelle lezioni finali, un

dibattito allargato sui risultati raggiunti da ciascuno28.

l’idea che oggi abbiamo di ‘documento’. Quest’ultimo è destinato a scindersi dalla materialità del supporto con il quale,

fino ad oggi, siamo stati abituati ad identificarlo. I ‘documenti elettronici’ saranno solo la manifestazione di volontà o

l’atto in genere (dal negozio, al provvedimento amministrativo, alla pronuncia giurisdizionale). Il supporto elettronico

garantirà solo la memorizzazione, la conservazione e la diffusione. A dargli garanzie di certezza e autenticità

provvederanno meccanismi quali la c.d. ‘firma digitale’ e la crittografia. Cambia quindi la nozione e la disciplina dei

documenti. Cambiano anche le attività poste in essere dai giuristi.27 Per poter frequentare, gli studenti dovevano aver assimilato i contenuti dei corsi di Istituzioni di diritto

privato e Sistemi giuridici comparati, due materie fondamentali del primo anno.

Sul piano degli obiettivi il corso si proponeva di:

a) illustrare le regole che, nei diversi Paesi, disciplinano i fenomeni presi in considerazione;

b) operare, su tale base, una ricostruzione delle caratteristiche salienti degli ordinamenti presi in

considerazione;

c) approfondire alcuni temi in una prospettiva di microcomparazione alla luce del dialogo tra formanti;

d) rendere familiari le modalità di ricerca dei dati giuridici in Italia e, soprattutto, nelle principali esperienze

straniere;

e) addestrare i frequentanti a rielaborare i dati giuridici (in chiave comparatistica) al fine di comprendere le

diverse modalità attraverso le quali si costruisce il ragionamento giuridico.28 I materiali sono consultabili al sito: http://www.jus.unitn.it/faculty/lesson/privcomp/home.html

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

Al termine del Corso è stato distribuito (ai circa 130 frequentanti) un questionario anonimo

contenente domande tese ad appurare il tasso di gradimento del corso. A parte due persone che

hanno dichiarato di non aver apprezzato ‘l’abbandono della carta’, chi ha risposto (circa il 70%) si è

dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto dell’esperienza. Molti si sono sentiti coinvolti dal

processo di ‘costruzione’ del web relativo al corso (che poi era uno degli obiettivi dell’iniziativa,

non a caso inerente ai processi).

7. I cambiamenti nell’organizzazione e nelle finalità dell’istruzione

universitaria: l’impatto delle nuove tecnologie.

L’istruzione universitaria sta vivendo un momento di rapide trasformazioni. E’ sufficiente

ricordare in proposito le innovazioni preconizzate dalla c.d. ‘bozza Martinotti’29 o la necessità di

rapportare il nostro sistema universitario a quello europeo30.

Anche nel campo della formazione dei giuristi sono in gestazione novità rilevanti. Si pensi

alla istituzione delle scuole forensi che cambierà le modalità di accesso alle tradizionali professioni

di magistrato, notaio e avvocato31.

Innovazioni importanti sono propiziate anche dall’avvento delle nuove tecnologie. Non a

caso la bozza di regolamento interministeriale recante i “Criteri per l'istituzione ed organizzazione

delle scuole di specializzazione per le professioni legali” (trasmesso al Ministero di grazia e

giustizia per il parere dei competenti organi consultivi il 27/04/98), prevede che tra gli obiettivi

formativi e contenuti minimi qualificanti della scuola ci sia l’addestramento alle più moderne

tecniche di ricerca delle fonti e l’insegnamento dell’informatica giuridica32.

29 Cfr. il documento redatto dal Gruppo di lavoro “Autonomia didattica e innovazione dei corsi di studio di

livello universitario e post-universitario” consultabile al sito http://www.murst.it/progprop/autonomi/auton.htm.30 Cfr la dichiarazione congiunta su: "L'armonizzazione dell'architettura dei sistemi di istruzione superiore in

Europa" da parte dei Ministri competenti di Francia, Germania, Gran Bretagna ed Italia, sottoscritta a Parigi, la

Sorbona, il 25 maggio 1998. La dichiarazione è consultabile al sito:

http://www.murst.it/progprop/autonomi/sorbona/sorbona.htm.31 Cfr. il decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398 (G.U. n. 269 del 18/11/97) "Modifica alla disciplina del

concorso per uditore giudiziario e norme sulle scuole di specializzazione per le professioni legali, a norma dell'articolo

17, commi 113 e 114, della legge 15 maggio 1997, n. 127".32 La bozza di regolamento interministeriale può essere letta al nodo http://www.murst.it/regolame/1998/prof-

leg.htm.

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Giovanni Pascuzzi

Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

I cambiamenti in atto impongono di rimeditare la stessa organizzazione universitaria (quale

struttura che garantisce la produzione e la trasmissione delle conoscenze).

In questa sede ci si limiterà a richiamare brevemente l’attenzione su alcuni aspetti.

A) Strutture e contenuti per la trasmissione di nuove abilità.

1) Aule didattiche. Per poter utilizzare gli elaboratori, è necessario innanzitutto averli a

disposizione. E' indispensabile, quindi, che le università si dotino delle apparecchiature idonee. Il

primo passo è quello di creare aule informatiche atte ad ospitare più workstations. È auspicabile,

inoltre, che le stazioni di lavoro siano dotate di lettori di CDROM e siano collegate in rete, tanto tra

loro (rete locale) quanto con le reti di comunicazione (in particolare, Internet).

2) Alfabetizzazione informatica. Molti tra coloro che si iscrivono alla facoltà di

Giurisprudenza sono quasi del tutto digiuni delle cognizioni elementari sull'uso degli elaboratori. Su

questo aspetto le strutture didattiche non possono rimanere inerti anche perché è ormai impensabile

che le università sfornino laureati, destinati per definizione a coprire posti di responsabilità nella

società, che non sappiano utilizzare i computer. Cosicché è indispensabile organizzare corsi per

introdurre gli studenti ai sistemi operativi e ai pacchetti software più diffusi (wordprocessor, fogli

elettronici, database, etc.)33.

3) Addestramento all'uso delle reti e delle edizioni computerizzate. L'alfabetizzazione di

base in campo informatico non può certo esaurire i compiti che le strutture didattiche sono chiamate

ad assolvere. A ben vedere, essa rappresenta solo una premessa. Gli studenti di Giurisprudenza

devono essere posti in condizione di apprendere le modalità di utilizzazione delle reti di

comunicazione e le procedure di consultazione delle banche dati on-line e dei Cd-rom contenenti

informazioni di carattere giuridico.

4) Valorizzazione dell'apprendimento del diritto assistito da calcolatore. Software didattici,

ipertesti, sistemi esperti sono in grado di agevolare l'insegnamento e l'apprendimento del diritto. È

auspicabile che, anche nel nostro Paese, un numero crescente di docenti si dedichi alla produzione

di detti strumenti e che gli stessi vengano messi a disposizione degli allievi in maniera sempre più

copiosa. In relazione a tale profilo, un aspetto su cui è utile richiamare l'attenzione è quello che

attiene alla fase della distribuzione. I prodotti di cui si discute impongono l'adozione di nuove forme

editoriali. Accanto o al posto dei supporti cartacei, nelle librerie devono trovare posto i supporti

elettronici. Ne consegue che gli editori devono attrezzarsi per pubblicare e diffondere gli strumenti

in discorso.

33 Nella Facoltà di Giurisprudenza di Trento ci si è mossi nella direzione indicata nel testo. Per maggiori

informazioni sulle iniziative attuate in quella Facoltà cfr. il sito http://www.jus.unitn.it.

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Cercare il diritto. Un esperimento di didattica giuridica assistita da calcolatore.

5) Le aule virtuali. Oggi siamo abituati a pensare all'insegnamento universitario come ad una

relazione intercorrente tra docente e studenti all'interno di un’aula in muratura. Si tratta di una

relazione ben determinata nel tempo e nello spazio. Le reti di comunicazione e telematiche

consentono di creare occasioni di interscambio culturale non costrette in spazi fisici specifici e non

limitate ad ambiti temporali prefissati. Le discussioni via posta elettronica rappresentano il mezzo

per continuare ed approfondire il rapporto educativo instaurato nella lezione tradizionale. Le

videoconferenze consentono a docenti che si trovano in posti diversi di intrattenere,

contestualmente, gruppi di studenti anch'essi fisicamente collocati in sedi ancora diverse.

6) L'università a distanza. Il nostro sistema universitario ricalca un modello sorto secoli fa

quando l’unico modo per accostarsi al sapere era raggiungere ‘fisicamente’ i luoghi dove erano

custoditi i libri e dove i Professori trasmettevano la loro conoscenza. La riproduzione del

patrimonio sapienziale, in quel contesto, richiede una compresenza fisica in spazi predeterminati.

Non passerà molto tempo prima che sia concretamente possibile seguire sul proprio monitor (o, per

quel che conta, sul televisore domestico) una lecture sui Torts tenuta da un professore di Harvard,

un seminario sul Grundgesetz promosso da un professore di Amburgo, e una lezione di diritto

privato comparato impartita a Trento. Ciascuno potrà crearsi un proprio ‘palinsesto’ delle lezioni. Si

potrà discutere sull’efficacia didattica di questo diverso modello. Ma, una volta ribadito che il

nuovo si aggiunge al vecchio e non lo sostituisce, sarebbe miope negare che si stanno profilando

orizzonti del tutto innovativi.

B) Formazione permanente.

Ci si è già soffermati sul fatto che è necessario apprendere durante tutto l’arco della vita. Ne

deriva che le facoltà di Giurisprudenza devono attrezzarsi al fine di richiamare periodicamente i

propri laureati alla ‘casa madre’ per trasmettere loro nuovi contenuti e nuove abilità. Occorre

immaginare iniziative specifiche (es.: i corsi vanno organizzati in modo da tenete presente le

esigenze di chi è già inserito nel mondo del lavoro). Di certo l’Università non può delegare ad altri

il ruolo che le è proprio (non si capisce perché oggi la formazione di chi già lavora, specie su

tematiche innovative o specialistiche, debba essere appannaggio di operatori privati).

C) Il ruolo del docente.

Si è insistito sui cambiamenti culturali che le nuove tecnologie stanno generando. Tali

cambiamenti incideranno sulla natura e il ruolo dei soggetti chiamati a formare le nuove generazioni

(di giuristi). In questa sede l’argomento può essere solo sfiorato. Un punto merita, però, di essere

sottolineato. Se il sapere è sempre più immagazzinato in strutture esterne alla mente umana (banche

dati, server, etc.) l’insegnamento non si presenta più come una trasmissione di contenuti da parte di

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chi sa verso chi non sa (studenti). Il docente diventa un ‘orientatore’ nel sapere che suggerisce

metodi, approcci, strategie per muoversi nel sapere e per produrre nuove conoscenze.

D) La valutazione.

Del pari non è possibile affrontare funditus l’altro aspetto che si ricollega a quanto appena

esposto. Nel clima che stiamo vivendo è destinato a mutare anche il concetto di valutazione. Non

solo perché potranno cambiare le modalità attraverso le quali essa si attua (es.: ricorrendo a

procedure informatizzate) ma soprattutto perché potranno variare le attitudini che è necessario

valutare.

8. Conclusioni.

Alla domanda di un intervistatore che gli chiedeva: “A Suo avviso quali sono le materie che

si adattano meglio ad essere studiate sul supporto digitale?” il prof. Martinotti (che insegna

Sociologia urbana nell’Università statale di Milano sperimentando tecniche di didattica on-line)

così ha risposto: “Dipende. Nella mia facoltà, l'esperimento di studio attraverso le tecnologie

digitali è stato fatto con me che insegno Sociologia Urbana, piuttosto che con un docente che

insegna Diritto Internazionale o Diritto Privato. … E' chiaro che alcune materie possiedono una

propensione maggiore verso le tecnologie digitali”34.

La risposta dell’illustre sociologo sconta probabilmente un luogo comune: quello secondo

cui l’insegnamento del diritto segua per definizione un’impostazione di tipo tradizionale restando

come tale insensibile alle innovazioni (ivi comprese quelle propiziate dall’avvento delle tecnologie

digitali).

I luoghi comuni non portano molto lontano. È anche vero, però, che i giuristi dovrebbero

fare di più per sfatarli.

Giovanni Pascuzzi

Associato di Diritto Privato Comparato

nella Facoltà di Giurisprudenza di Trento

[email protected]

http://www.jus.unitn.it/users/pascuzzi/home.html

34 Il testo dell’intervista, dal titolo Learning on the net, è riprodotto nel sito Internet della trasmissione

televisiva MediaMente all’indirizzo: http://www.mediamente.rai.it/english/bibliote/intervis/m/martin02.htm.