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G IORNATA DEL RINGRAZIAMENTO La terra ha dato i suoi frutti A PAGINA 8 D IOCESI DI M AZARA DEL VALLO V ITA DI C HIESA Nuovi lettori e accoliti Le testimonianze dei candidati sulla loro chiamata Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo n. 8 del 19 novembre 2017

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GIORNATADEL RINGRAZIAMENTO

La terraha dato i suoi

fruttiA PAGINA 8

DIOCESI DIM AZARA DEL VALLO

VITA DI CHIESA

Nuovi lettori e accolitiLe testimonianze dei candidatisulla loro chiamata

Mensile dellaDiocesi di Mazara del Vallon. 8 del 19 novembre 2017

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di DOMENICO MOGAVERO

Mensiledella Diocesidi Mazara del Vallo

Registrazione Tribunaledi Marsala n. 140/7-2003

EditoreAssociazione “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editorialemons. Domenico MogaveroDirettore responsabileMax FirreriRedazionePiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

Hanno collaboratodon Nicola Altaserse, Antonino Ber-tolino, Calogero Calamia, FrancescoDe Vita, Erina Ferlito, Rosario Ferra-cane, Antonio Ferro, suor Maria Sa-bina Figuccia, Pietro Fiorentino,Gaspare Magro, Alessandro Polizzi,Dora Polizzi, Enza Sancetta, GiulioSirtori.

Questo numero è stato chiuso in reda-zione il 19 novembre 2017. È vietata lariproduzione integrale o parziale.

Periodico associato alla:Anno XV - n. 08 del 19 novembre 2017

L’EDITORIALE

A chi interessa l’astensionedei più?È solo protesta, o messaggio forte?

Domenico Mogavero

n. 08/19novembre2017, pag. 2

Dopo l’appuntamento eletto-rale c’è stato chi ha esultato echi si è leccato le ferite. Poche

teste pensanti, però, si sono occupatedella percentuale inquietante degliastenuti (53,23%), malauguratamenteil vero partito vincente, almeno sottoil profilo numerico. A giorni si inse-dierà la nuova Assemblea regionale,con volti nuovi e volti già noti e si faràun nuovo Governo con un pro-gramma che si spera ponga manoalle gravi e improrogabili urgenzedella nostra martoriata Sicilia. In que-sti anni, infatti, si è perso tempo pre-zioso, poco curandosi del bene dellanostra gente e del futuro dei nostri

g i o van i .Pera l t ro ,di quantosi farà e diquanto sil a s c e r àperdere ,ne paghe-

remo tutti le conseguenze, in beneficio in disastri, particolarmente chi nonha voce e che sta sopportando i pesipiù gravosi di una crisi, che attanagliatuttora il Paese e la Regione.Quanto al dato dell’astensione, cre-scente a ogni appuntamento eletto-rale, pochi ne analizzano, oltre al datoquantitativo rapportato agli indici dianaloghe prove elettorali, le possibiliragioni che motivano una vasta plateache non esprime solo un intendi-mento negativo, ma che nel suo silen-zio anonimo invia messaggi chiari eforti a chi ha il dovere di ascoltare, in-terpretare e proporre alternative. Si-curamente è superficiale e scorrettoliquidare il fenomeno assai com-plesso come semplice scelta di prote-sta. C’è, indubbiamente, anche quellaper buona parte degli astenuti. Manon si tratta di un gesto fine a se

stesso; per tanti si tratta di un mes-saggio gridato a bocca chiusa a chi èresponsabile di chiedere e raccogliereil consenso dei cittadini nelle nume-rose liste che si contendono il votodegli elettori, i cui responsabili sonopreoccupati solo di superare la sogliadi accesso alla distribuzione deiseggi.Certamente, c’è negli astenuti de-lusione e sfiducia nei politici, più chenella politica. E questo non può la-sciare indifferenti né le istituzioni, néquanti hanno riavuto il consensodegli elettori e le forze e gli uominiche si affacciano per la prima voltaalla ribalta parlamentare e di governo.A ogni scadenza elettorale si sussurrache quello potrebbe essere l’ultimotreno per ricuperare la fiducia e l’ap-prezzamento del corpo elettorale; ma,superato lo scoglio fatidico delloscrutinio, nessuno si cura più di darerisposte credibili a cittadini elettorisempre più sfiduciati e demotivati. Achi ha il dovere di occuparsi del benecomune si chiede allora di ridare cre-

dibilità alla politica; di lasciar perderei giochini di rivalsa personale; di nonpreoccuparsi di prevalere sull’amicodi ieri, concorrente alternativo oggi;di nonc o n t i -nuare adeluderel ’e l e t to -rato conpromesse,compor-tamenti eimpegni, buoni solo per catturarevoti. Si chiede ancora onestà e traspa-renza agli eletti; progettualità seria epraticabile ai cosiddetti partiti; unavolontà partecipativa a tutti i cittadini(il non voto non risolve alcun pro-blema) e un confronto continuo e co-struttivo con gli eletti.Su tutti incombe, infine, a ognunocon la propria responsabilità, il do-vere di non consentire che governi -è un paradosso - il partito degli aste-nuti, vera maggioranza espressa dalcorpo elettorale.

Il dato degliastenuti è pocoanalizzato: nonè semplice protesta

Ridare credibilitàalla politica,

esigere onestànegli eletti

PALAZZO DEI NORMANNI a Palermo, sede dell’As-semblea Regionale Siciliana.

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DI MAX FIRRERILE SCELTE

La guida della RegioneNellobatte tutti,Musumecieletto Presidente

www.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag. 3

Uno scambio di libri – da unlato Goethe e dall’altro Wilde –una stretta di mano come pro-

tocollo vuole. Alla Presidenza della Re-gione Siciliana si volta pagina: cala ilsipario sui cinque anni di legislaturadel gelese Rosario Crocetta e inizial’era di Nello Musumeci. Eletto con830.821 voti (il 39,8%) e al suo ultimoimpegno in politica (a sentir lui), il ca-tanese di destra (storica la sua mili-tanza nelle file del Movimento sociale,di Alleanza Nazionale) guiderà la Re-gione Siciliana, portando con se’ anchela maggioranza nell’Assemblea Regio-nale Siciliana.Non l’ha spuntata il Movimento 5Stelle che, nonostante tutto, ha fattoincetta di voti non soltanto col candi-dato Giancarlo Cancelleri (34,6%,722.555 voti), ma portando all’Ars ben20 portavoce. Dati e numeri a parte,questo turno di regionali è stato unbanco di prova per centro sinistra ecentro destra in vista delle nazionali. Lavisita di Berlusconi in Sicilia ha fatto da“garanzia” per la coalizione, ma ha di-mostrato come Forza Italia, sul cartello,riesce a fare la differenza. In campo èsceso il fedelissimo Gianfranco Micci-chè (che potrebbe guidare la presi-denza dell’Ars), ma anche new entry,come il giovanissimo Luigi Genovese,figlio di Francantonio (condannato inprimo grado a 11 anni per reati che va-riano dalla truffa al riciclaggio sui fondieuropei della formazione), che ha in-cassato 17.359 preferenze. Il papà(main sponsor del figlio) è uscito dalPd per finire dentro Forza Italia, dimo-strando muscoli e voti, nonostantetutto.Nella Sicilia de Il Gattopardo haperso il centro sinistra, spaccato condue candidati (Fabrizio Micari per l’alapiù moderata e Claudio Fava per quellaestremista) e pronto a leccarsi le ferite.Scelta sbagliata piazzare il Rettoredell’Università di Palermo (personag-gio poco conosciuto e neofita in poli-tica) come candidato? Oppure verso ilPd è venuta a mancare la fiducia di

molti elettori? Interrogativi sui quali sista ragionando anche in vista delle na-zionali, elezioni nelle quali si dovrannofare i conti con il M5S. La sfida per Mu-sumeci è tutta in salita: burocrazia, de-bito pubblico, precari, capacità dispesa dei fondi europei, sono alcunedelle questioni che dovrà affrontarecon impegno prioritario. Ci riuscirà?«La Sicilia ha il dovere di tornare asperare – ha detto ancora Musumeci –è anche dai sindaci che dobbiamo ri-partire». Dai territori, dalle periferie, lìdove si toccano spesso con mano po-vertà e difficoltà.

In queste sei foto i deputati regio-nali eletti nella provincia di Trapani.

1. BALDO GUCCIARDI (Santa Ninfa)2. ELEONORA LO CURTO (Marsala)3. VALENTINA PALMERI (Alcamo)

RICORSOAL TARC’È IL RISCHIO chepotrebbe es-sere invalidatal’elezione di al-cuni deputatiall’Ars? Il candi-dato GiacomoScala, ex sin-daco di Alcamoe in corsa alleultime regionalinella lista “SiciliaFutura”, ha pre-sentato ricorsoal Tar Sicilia perconsiderareescluse tutte lecandidature chenon avrebberopresentato, trala documenta-zione necessa-ria, ladichiarazione diinesistenza dicause di incan-didabilità previ-ste dalla leggeSeverino. DopoScala, in Sicilia,altri deputatinon elettihanno presen-tato il mede-simo ricorso.Entro fineanno è proba-bile che siterrà unaprima udienzacautelare. A ri-schio pare chesarebbero al-cune candida-ture nell’Udc,Forza Italia eM5S.

4. STEFANO PELLEGRINO (Marsala)5. SERGIO TANCREDI (Mazara del Vallo)6. MIMMO TURANO (Alcamo)

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Il neo presidente della Regione,Nello Musumeci.

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Chi lo avrebbe mai detto? È propriovero che il Signore non finisce mai disorprendere. Anni fa, nel ’96 comin-

ciai a frequentare, forse per gioco o per cu-riosità, la parrocchia chiesa madre diMarsala. Pian piano accettai di far parte delgruppo dei ministranti e del gruppo gio-vani di Azione Cattolica di cui facevano giàparte mia sorella Carla e mio fratello Mar-cello e dove incontrai per la prima voltaAnna, che dopo qualche anno sarebbe di-ventata mia moglie.Oggi, dopo tanti anni, mi trovo circon-dato da amici e fratelli nella fede, prossimoa ricevere, con le mie debolezze, fragilità, etanti difetti, pieno di dubbi, domande epaure, il ministero del lettorato. Anni, questipassati, in cui grazie a Dio ho avuto mododi capire e di scoprire di fare parte inte-grante della Chiesa, di essere stato invitato(cfr Mt 22,1-14) a far parte a una meravi-gliosa e vasta comunità che condivide la

propria fede in Gesù Cristo e, alla luce diquesta condivisione, cresce e si sostiene vi-cendevolmente.Ho avuto modo di capire quanto GesùCristo, morto e risorto, nella storia abbiamisteriosamente scelto, a partire dalla suaincarnazione, di giungere all’uomo solo at-traverso l’uomo (cfr Mt 25,31-46), sce-gliendo così di istituire la Chiesa come suocorpo mistico. Un tutt’uno, un unico corpoin cui ogni uomo è originale e insostituibilee da sempre già pensato da Dio (cfr Ger1,5), e che si mette a servizio del prossimoin quanto consapevole che non si può ten-dere il cuore a Dio senza tendere la manoal prossimo (cfr Mt 22,35-40). Le due cose

vanno da sempre di pari passo (cfr Dt 6,5;Lv 19,18). Ritengo ci sia una stretta atti-nenza tra il ministero del lettorato e la pro-fezia. La prima lettura che ci propone, perbuona parte dell’Anno liturgico, la Liturgiadella parola, proclamata guarda caso da unlettore dall’ambone, è tratta da uno dei pro-feti. Che cos’è la profezia? Che vuol dire es-sere profeti oggi?Letteralmente profeta è colui che parladavanti o “colui che parla per, al posto di”,quindi colui che parla “pubblicamente” (da-vanti ad ascoltatori, a un’assemblea), maanche colui che parla al posto di, in nome(di Dio). In altre parole, profeta è colui chelegge il presente alla luce della Scrittura. Unsempre rinnovato grazie al Signore e a tuttiquelli che in questi anni di crescita spiritualee di formazione umana e non solo, sonostati segno profetico e strumento della Suapresenza. (alessandro polizzi)

VITA DI CHIESAwww.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag. 4

Le testimonianze Polizzi: «Io, in una meravigliosa comunità»LE VOCI DEI NUOVI LETTORIistituiti in Cattedraleil prossimo 3 dicembreprima domenica d’Avvento

Antonio Ferro«Nella mia vita la presenza di Dio»MI CHIAMO ANTONIO FERRO, sono papà di tre figli emarito di Caterina. Svolgo la professione di me-dico. Apparentemente non c’è nulla di straordi-nario nella mia vita ma, con gli occhi della fede,colgo la straordinarietà data dalla presenza diDio nella mia vita personale e familiare: mi èstato sempre accanto, sostenendomi e, con laSua grazia, io e mia moglie abbiamo semprecercato di vedere in ogni piccola o grande si-tuazione della nostra vita quotidiana la pre-senza di un Dio che ci sostiene e ci conduce permano. Ci sforziamo, come cristiani e battezzati,di essere attenti alle necessità dei fratelli che ilSignore ci fa incontrare e, nonostante i nostri li-miti, cerchiamo di aiutarli, condividendo ciò cheabbiamo e aprendo all’accoglienza la nostracasa. In questa quotidianità Dio ci ha parlatoancora nella chiamata al diaconato perma-nente, che è personale e familiare. Si è diaconiquando si vive una vita di intimità con Dio; si èdiaconi quando la gioia di sentirsi amati nonpuò essere trattenuta per sé e necessariamenteesplode per contagiare gli altri; si è diaconiquando si è pronti, nonostante le fragilità, adandare contro-corrente per vivere alla sequela

di Gesù, umile servitore nel filiale abbandono alPadre. Così, dopo un primo periodo di discerni-mento con la mia famiglia, quattro anni fa ini-ziai gli studi di teologia. Gli incontri diformazione, gli esami, i ritiri personali e familiarici stanno aiutando a crescere umanamente espiritualmente. Il 3 dicembre riceverò dal nostrovescovo Domenico il ministero del lettorato. Illettore è colui che proclama la Parola di Dio,annuncia il Vangelo ed educa alla fede; è coluiche si sforza di incarnare nella propria vita ilmessaggio del Vangelo e ne testimonia la bel-lezza nella predicazione e nella catechesi. Vichiedo allora di pregare per me affinché siasempre un fedele e umile strumento nelle Suemani. (antonio ferro)

IN CAMMINO«Il dono a chi soffre»

SIN DA BAMBINO ho vissutosempre la fede in modosemplice, frequentando lamessa domenicale. Du-rante gli studi universitari,un collega di facoltà miinvitò a partecipare a uncampo estivo ad Assisi.Quel viaggio ha cambiatola mia vita… Ho iniziato ainterrogarmi sulla finalitàdella mia esistenza e sul

mio rapporto con Dio. Dio voleva comuni-carmi qualcosa, ma avevo difficoltà a com-prenderlo. La risposta, più tardi, l’ho trovata inmia moglie Isabella con la quale ho costruitouna famiglia e generato il piccolo Gaspare.Insieme a Isabella ho iniziato un cammino diapprofondimento della mia fede attraversol’ascolto, la meditazione della Parola e l’acco-glienza di Gesù Eucarestia; il dialogo sponta-neo con Dio è divenuto sempre più assiduo eintenso. Gesù mi ha posto accanto alcunepersone, come don Giacomo Marino e leSuore Elisabettine, che mi hanno testimo-niato la gioia di donarsi agli altri. In partico-lare don Giacomo Marino, coinvolgendomiprima nel servizio all’altare come ministrantee poi nel servizio di ministro straordinariodella comunione, mi ha permesso di cono-scere da vicino la sofferenza e la solitudine dianziani e ammalati. Le loro testimonianze divita cristiana e l’incontro con Giovanni eCarlo, laici innamorati di Gesù, mi hanno aiu-tato a maturare lo spirito del servizio nellaChiesa, donare se stessi agli altri. Portare lapace, la Parola e Gesù Eucarestia che confortae ristora il cuore di chiunque l’accoglie, è di-venuta pian piano per me una vera missione.Il desiderio di ricambiare l’amore di Dio, do-nandolo a chi soffre è diventato in me sem-pre più ardente, conducendomi ad accoglierela chiamata verso il diaconato permanente.(francesco de vita)

FRANCESCO DE VITA

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ROSARIO FERRACANE«Amore per ilcorpo di Cristo»SONO PEDIATRA DI FAMIGLIA e appartengo al-l’Unità pastorale chiesa madre – S. GiovanniBattista di Castelvetrano. Quattro anni fa ilparroco mi ha fatto la proposta di intra-prendere un percorso per il diaconato per-manente, ministero ordinato che «nelservizio - diaconia della liturgia, della pa-rola e della carità è al servizio del popolo diDio» (LG 29). Ho una lunga frequentazioneecclesiale. Da ragazzo, da giovane e succes-sivamente da adulto ho fatto parte del-l’Azione Cattolica, sono operatore pastoralein parrocchia nell’ambito della liturgia. Nel1994 mi è stato conferito dal Vescovo mon-signor Catarinicchia il ministero del letto-rato per la proclamazione della parola diDio nell’assemblea liturgica. Nella respon-sabilità dell’ufficio ricevuto ero chiamato a«una più piena conoscenza e a una assiduameditazione della Sacra Scrittura» (Ministe-

ria quaedam). Ho ac-cettato la propostadel parroco, leggen-dovi nella fede unachiamata del Signoree ho fatto al Vescovola domanda di am-missione. Durantequesti quattro anni diformazione teologicae spirituale ho avuto

diversi stimoli per interrogarmi sulla miafede e alla sua relazione con la mia vita. Ilm.p. Ministeria quaedam afferma: «I candi-dati al diaconato e al sacerdozio debbonoricevere i ministeri di lettore e di accolito edesercitarli per un conveniente periodo ditempo, affinché meglio si dispongano ai fu-turi servizi della Parola e dell’Altare. È com-pito dell’accolito curare il servizio dell’altare,aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioniliturgiche, specialmente nella celebrazioneeucaristica; inoltre, distribuire, come mini-stro straordinario, la Santa Comunione». Échiamato a «avere un sincero amore per ilcorpo mistico di Cristo, o popolo di Dio, especialmente per i deboli e i malati». (rosa-rio ferracane)

GLI ACCOLITI

PIETRO FIORENTINO«La chiamata del Signore dopo 40 anni»

LA CONOSCENZA DELLA CHIESA e l’incontro con il Signore per me èarrivato molto tardi. All’età di 10 anni abbandonai la scuola perandare in mare, vivevo in mare 25/30 giorni e pochi giorni aterra. Fino all’età di 45 anni non conoscevo la Chiesa. La chia-mata del Signore può arrivare, però, in tanti modi. A me è arri-vata per mezzo della sofferenza. In famiglia, dopo la nascitadella seconda e ultima figlia, mia moglie si ammalò e così è ini-ziato il mio calvario. Un giorno mia sorella mi disse che un suocugino andava in chiesa a pregare per gli ammalati e mi chiesese lo volessi incontrare. Ero perplesso ma a qualcosa mi dovevo

aggrappare. Non sapendo più dove sbattere la testa, le dissi: ok. Ci incontrammo acasa di mia sorella; Anselmo Marascia, il cugino di mia sorella, venne con la chitarra eci invitò a cantare e lodare il Signore. Io assecondavo ma ero perplesso. Alla fine midisse che il Signore guarisce tutti i mali e mi consigliò di andare presso la parrocchiaMadonna del Paradiso tutti i mercoledì per assistere alla preghiera. Così iniziai ad an-dare in chiesa. Durante un consiglio pastorale del ‘92 il parroco disse che servivaqualcuno che svolgesse il ministero straordinario della comunione. Così ho iniziatoquel servizio presso la parrocchia Santa Maria di Gesù. Nella mia parrocchia non di-cevo mai “no”. Nella mia vita ho avuto tanti ruoli: il mozzo, il marinaio, il capopesca, ilcapitano, l’armatore, l’amministratore, il consigliere comunale, l’assessore. Ma la cosache mi gratifica di più è portare la comunione agli ammalati e a persone che nonpossono andare a messa: cosa che faccio già da 25 anni. (pietro fiorentino)

n. 08/19novembre2017, pag. 5VITA DI CHIESA

www.diocesimazara.it

Mi ha sempre colpito quella frasedetta da Gesù: «Io non sono ve-nuto per essere servito, ma per

servire». Lui, il Signore di tutto, che non habisogno di niente e di nessuno, ha scelto didiventare una creatura... e tutto questo peramore! Questa constatazione mi ha inter-rogato profondamente. Istintivamente hopensato che essere servito fosse meglio cheservire. Ma, poco alla volta, ho compresoche la logica di Dio è completamente di-

versa dalla nostra: èla logica di Coluiche preferisceamare in perdita,anziché imporsicon la forza. Così,quando ho sentitoparlare del diaco-nato, non ho scar-tato l’idea disaperne di più. Hotemporeggiato un po’ perché temevo dinon avere le attitudini per intraprenderequesto cammino. Successivamente il mioparroco mi ha invitato a frequentare ungruppo di aspiranti diaconi, guidati da donVito Impellizzeri, all’epoca rettore del Semi-nario vescovile, che mi ha accolto a braccia

aperte. Pian piano ho capito che poteva es-sere un’occasione preziosa per la mia vitaspirituale: amare sempre più il Signore eimparare a vivere, donando me stessosenza chiedere niente in cambio.E ho pensato: se il Signore mi indica que-sto cammino, non ho che da dire il mio “si”e a Lui affidarmi con tutto il mio cuore... Colpassare del tempo tutto ciò ha lavoratodentro di me ed è maturata la consapevo-lezza di dover vivere la santità battesimalenella fedeltà a questo invito. Pian pianoquesta sensazione ha preso forma e hocompreso che poteva trattarsi di una verae propria vocazione. In questi anni di pre-parazione è cambiato il mio modo di co-noscere il Signore. Ho compreso che lo siincontra nelle persone che ogni giorno cimette accanto. Desidero fare mia la frase diBenedetto XVI: «L’altezza della Croce è l’al-tezza dell’amore di Dio, l’altezza della rinun-cia di se stesso e la dedizione agli altri».Questa riflessione mi ha accompagnato intutti questi anni di discernimento.

Giulio Sirtori«Dio, lui che ama in perdita»LA VOCAZIONEmaturata negli anni:affidato col cuoreal Signore

Antonino BertolinoAl servizio dei fratellie dei bisognosiLA MIA SCELTA DI FREQUENTARE il corso di formazione teologicaal diaconato permanente, condivisa dalla mia famiglia,nasce dalla profonda convinzione di poter dare un servi-zio ai fratelli e ai bisogni concreti della comunità. Durantequesto percorso di studio è cresciuta in me la consapevo-

lezza di una sempre maggiore disponibilità a servire Dio. Ilministero che la Chiesa mi affiderà mi riempie di gioia, macontemporaneamente mi crea tanta emozione, perchè di-ventando lettore, sarò annunziatore della Parola di Dio esarò chiamato a collaborare con la Chiesa nel suo impe-gno primario che è quello di evangelizzare cioè annun-ciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio che si rivelain Cristo, per la salvezza di tutti gli uomini. Credo ferma-mente che il servizio che svolgerò, seppur modesto, conl'aiuto dello Spirito Santo, servirà per realizzare il regno diDio nel mondo. (antonino bertolino)

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NEL TERRITORIO

n. 08/19novembre2017, pag. 6

CAMPOBELLO DI MAZARALe capanne dell’etàdel bronzo pienedi rifiuti

Una zona archeologica abbando-nata e, inconsapevolmente, utiliz-zata dai migranti come discarica

e come luogo di riparo. Nelle capannedell’età del Bronzo in contrada Erbe Bian-che a Campobello di Mazara sono finitirifiuti di qualsiasi genere: bottiglie, sac-chetti e finanche resti della macellazionedelle pecore. A fare il sopralluogo è statoil Soprintendente ai beni culturali di Tra-pani Enrico Caruso e l’archeologa Ros-sella Giglio (a capo della sezionearcheologica). La zona – scavata neglianni ’90 e mai espropriata – si trova apoche decine di metri dall’ex baraccopolidove attualmente sono accampati quasimille migranti economici. Quest’anno ilcampo si è allargato anche sul terrenoprivato di proprietà di Nino Chiana, dovesi trovano le capanne dell’età del Bronzo.

Caruso e la Giglio si sono trovati sul ta-volo la lettera del consigliere comunaleM5S Tommaso Di Maria che chiedeva illoro intervento. La capanna più a sud-ovest è quasi ripiena di rifiuti (compresi iresti animali in putrefazione), mentresulle altre aperte i migranti ci camminanoinconsapevolmente sopra. «Ci attive-remo per predisporre nuovamente lapratica di esproprio e di recinzione delsito», hanno detto Caruso e Giglio. Quelladegli anni ’90 non fu mai portata a ter-mine e così il terreno è tornato nella di-sponibilità del proprietario che non l’hamai recintato. L’idea del Soprintendentead interimCaruso è quella di redigere unprogetto unico di recinzione sia del sitodi contrada Erbe Bianche che delle Cavedi Cusa (zona attualmente solo perime-trata).

IN PRIMO PIANO

CASTELVETRANOSequestro di beni all’imprenditore Becchina

LADIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA di Trapani hadato esecuzione a un decreto di sequestro an-ticipato ai fini della successiva confisca di pre-

venzione dell’intero patrimonio mobiliare,immobiliare e societario riconducibile a GiovanniFranco Becchina (nella foto), 78 anni, noto com-merciante internazionale d’opere d’arte e reperti divalore storico–archeologico. Becchina, originario diCastelvetrano, è stato titolare in passato di una

galleria d’arte a Basilea, in Svizzera, nonché di im-prese operanti in Sicilia nei variegati settori delcommercio di cemento, nella produzione e com-mercio di prodotti alimentari e olio d’oliva siciliano,esportato con successo, soprattutto all’estero. Il

provvedimento di sequestro èstato emesso dal Tribunale diTrapani (sezione penale e mi-sure di prevenzione) a seguitodi richiesta di applicazione dimisura di prevenzione perso-nale e patrimoniale avanzatadalla Procura della RepubblicaDistrettuale di Palermo. Il prov-vedimento di sequestro ha col-pito aziende, terreni, contibancari, automezzi e immobili,tra i quali l’antico castello Bel-lumvider di Castelvetrano, la cui

edificazione si fa risalire a Federico II. Secondo laricostruzione effettuata dagli investigatori della Diadi Trapani, incaricati delle indagini, per oltre untrentennio Becchina avrebbe accumulato ricchezzecon i proventi del traffico internazionale di repertiarcheologici, molti dei quali trafugati clandestina-mente nel più importante sito archeologico dellaSicilia (Selinunte) da tombaroli al servizio di Cosanostra.

Aeroporto BirgiEmendamentoa favore di Airgest

IN SEDE D’ESAME del disegno di legge“Conversione in legge del decretolegge 16 ottobre 2017, n. 148, re-cante disposizioni urgenti in mate-ria finanziaria e per esigenzeindifferibili” (Decreto fiscale) èstato approvato l’emendamento –di cui è prima firmataria la sena-trice trapanese del PD Pamela Orrù– relativo ai fondi stanziati a titolodi compensazione parziale deidanni economici subiti dall’Airgest,società di gestione dell’aeroporto“Vincenzo Florio” di Trapani, acausa delle limitazioni imposte alleattività aeroportuali civili dalleoperazioni militari Nato in Libia del2011. «L’emendamento – spiega laOrrù – mira a consentire all’Airgestdi compensare il debito versol’Erario, dovuto al mancato versa-mento all’entrata del bilancio delloStato di 4 milioni 815.995,10 eurodei diritti previsti dalla leggen.324/1976, attraverso il creditomaturato relativo al mancato ri-storo, dei danni subiti per le limita-zioni alle attività aeroportuali civilidell’aeroporto derivate dall’inter-vento militare nel Paese africano inapplicazione della risoluzione n.1973 dell’Onu.

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n. 08/19novembre2017, pag. 7VOCE DAI [email protected]

FACEBOOK/IL VIDEOTra le bottile opere d’arte

OPERED’ARTE tra le bottidove viene affinato ilvino presso le tenuteOrestiadi di Gibellina.A realizzarle sono stati

gli studenti dell’Accademia di Brerache sono stati ospiti presso la te-nuta e hanno esposto le operedentro la bottaia al piano interratodella cantina. Nel video online sullapagina Facebookdella Diocesi,parla anche il docente Stefano Pizziche ha guidato il gruppo di stu-denti.

#CONDIVIDERETV/IL NUOVO FORMAT“Pronto in 5 minuti”,protagonisti ai fornelli

SI CHIAMA “PRONTO IN5 MINUTI” il nuovo format che dal 10 di-cembre andrà in onda su #CondividereTV, il canale web tvdella nostra testata. Protagonisti delmondo della politica, imprenditoria,liberi professionisti si raccontanomentre preparano un primo piattonella cucina della loro casa. Il formatè

ideato e realizzato dal nostro direttore Max Firreri,Salvino Martinciglio, Peppe Denaro e GiacomoAsaro. Nella prima puntata la troupeè andata acasa del sindaco di Alcamo, Domenico Surdi(nella foto), portacolori del M5S, che è stato elettocol 74,87%. La famiglia, il Comune, il movimento di Grillo, il tempo perlo studio: così davanti la telecamera il primo cittadino si racconta.

AGENDAWWW.DIOCESIMAZARA.IT

23-26 NOVEMBREA Mazara del Vallofesta di Cristo ReINIZIANO GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE, alle 17,30, conla recita del Santo Rosario i festeggiamentiin onore di Cristo Re, nell’omonima par-rocchia a Mazara del Vallo. Alle 18 santamessa e predicazione con padre EmilioGonzalez, gesuita e docente di Psicologiae Spiritualità presso la Pontificia UniversitàGregoriana di Roma. Venerdì 24: ore 9 lodimattutine; ore 9,30-12,30 adorazione eu-caristica; ore 17,30 santo Rosario; ore 18santa messa e predicazione. Sabato 25:ore 9,30 santa messa con rito dell’unzionedegli infermi e terza predicazione; ore10,30-12,30 confessioni; ore 15 giochi inpiazza; ore 16,30 castagnata per bambinie ragazzi; ore 18 santa messa presiedutadal Vescovo. Domenica 26: ore 9,45, 10,45e 12 sante messe; ore 17 santa messa inpiazza e a seguire fiaccolata e proces-sione.

14-19 DICEMBREIl Vescovo celebra inospedale e visita i malatiGIOVEDÌ 14 DICEMBRE, alle ore 16, il Vescovo cele-brerà la santa messa nella cappella dell’ospedale“Vittorio Emanuele” di Castelvetrano. Venerdì 15,ore 10, celebra nella cappella dell’ospedale“Paolo Borsellino” di Marsala. Lunedì 18, ore11,30, celebra nella cappella dell’ospedale“Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Martedì 19 di-cembre, ore 10,30, celebra nell’ospedale “Vitto-rio Emanuele III” di Salemi. Al termine dellacelebrazione il Vescovo visiterà tutti gli ammalatinei diversi reparti dei nosocomi.

DAL29 NOVEMBREMarsala, Novena perMaria Ss. ImmacolataDAL 29 NOVEMBRE all’8 dicembre, novena inonore di Maria Ss. Immacolata a Marsala, suiniziativa della Confraternita e della parroc-chia di Sant’Anna. Da mercoledì 29 a mer-coledì 6 dicembre: ore 17 recita dellostellario, santo rosario, santa messa. Giovedì30: dalle 16 adorazione eucaristica ed espo-sizione del Ss. Sacramento. Venerdì 1°: ore21 evento musicale “Cantare la speranza”, acura del gruppo “Sicut Lilyum” con il so-prano Eugenia Sciacca, compagnia teatrale“Sipario” e il personale della Guardia Co-stiera di Marsala. Giovedì 7: ore 18 santamessa presieduta dal Vescovo. Venerdì 8:ore 11 santa messa presieduta dal Vicariogenerale don Vincenzo Greco; a seguireomaggio floreale al simulacro di Maria Ss.Immacolata in piazza S. Francesco. Alle 16processione del simulacro per le vie dellacittà.

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Page 8: GIORNATA DELRINGRAZIAMENTO La terra ha dato i suoi · 2017-11-20 · cello e dove incontrai per la prima volta Anna, che dopo qualche anno sarebbe di-ventata mia moglie. Oggi, dopo

Già prima degli anni Ottanta perla famiglia Madonia di Palermodoveva essere un buon agru-

meto quello di contrada Canalotto aCastelvetrano. Sette ettari dove pri-meggiavano aranci, mandarini e li-moni: alberi in produzione in una terravocata, per di più, agli uliveti. Poi l’ar-resto per mafia, nel 1983 la confisca delpatrimonio immobiliare. Per decenni èrimasto un ampio lotto di terreno im-produttivo. L’agrumeto non è stato cu-rato, i magazzini rurali vandalizzati,l’impianto di irrigazione abbandonato.Quando la cooperativa “Girasole”, –alla quale il Comune di Castelvetranonel 2008 affidò quel terreno, sei mesidopo averlo avuto trasferito dal Dema-nio - del florido aranceto non c’era piùnulla. L’incontro con Alessandro LaGrassa del Cresm, con sede a Gibellina,ha fatto fare il giro di boa alla coope-rativa. Così tutto è nato dal progetto“Vitattiva”, finanziato dalla Fondazioneper il Sud su tre beni confiscati: quello

di contrada Canalotto a Castelvetrano,“Il canneto” sempre nella stessa zona euna casa confiscata a Vita. Il terreno hacambiato volto: oggi si chiama “Fatto-ria Vitattiva Bio”, cresciuta anche con fi-nanziamenti di benefattori. «Abbiamotolto gli alberi secchi che c’erano, ilvecchio impianto di irrigazione, ripulitol’intero terreno dai detriti e sistematola nuova linea per innaffiare» spiegaAlessandro La Grassa. Uno dei due vec-chi magazzini è stato ripristinato, l’altroè invece diroccato. Anche i pozzi eranoin stato d’abbandono. In una parte delterreno sono state coltivate piante of-ficinali: salvia, rosmarino, origano, maanche lavanda. Un’altra, invece, è di-ventata orto sociale: chi vuole può, pa-gando un minimo canone, “adottare”un pezzo di terreno e coltivarsi gli or-taggi. «Due le soluzioni: o coltivazionediretta, oppure, tramite i nostri opera-tori; chi si “adotta” un pezzo di orto,può avere i suoi ortaggi coltivati e rac-colti». Da alcune settimane nel terrenolavorano anche quattro utenti del Di-partimento di salute mentale dell’Aspdi Castelvetrano. Ragazzi e personeadulte guidate da Rocco Gambini chehanno scoperto il valore della natura edell’impegno. Coltivano la terra, pian-

tano ortaggi ma anche un filaro di me-lograno. Al loro impegno la terra ri-sponde con la sua generosità. «Giornodopo giorno loro vedono crescere lepiante ed è motivo di soddisfazionepersonale» dice Gambini.

di MAX FIRRERILA STORIAwww.vitattiva.net

n. 08/19novembre2017, pag. 8

I buoni esempiL’ortobiologico nelle terredel bossI cittadini si coltivano ortaggie verdure

A CASTELVETRANOla fattoria “Vitattiva Bio”:sette ettari a disposizione

I Vescovi per la Giornatadel ringraziamento

LA TERRA È «UNA REALTÀ DA CUSTODIRE». Di quil’importanza del «forte richiamo dell’enci-clica Laudato si’ alla cura della casa comune,la sua percezione di un’interdipendenza glo-bale che ci obbliga a pensare a un solomondo, a un progetto comune, il suo ri-chiamo a programmare un’agricoltura soste-nibile e diversificata» (n. 164). È un passaggiodel messaggio della Cei per la 67ª Giornatanazionale del ringraziamento che si è cele-brata domenica 12 novembre. Nel docu-mento i vescovi hanno richiamato le ragioni«della promozione di una rinnovata praticadi coltivazione della terra, declinata nelsegno dell’attenzione all’ambiente, intensifi-cando le buone pratiche già in atto in molterealtà dei nostri territori, favorendo forme diproduzione a basso impatto, attente alla bio-diversità, capaci di privilegiare le produzioniautoctone e senza varietà geneticamentemodificate. È anche un modo di contrastarelo sviluppo di quel mutamento climatico cheproprio sull’agricoltura ha alcuni degli im-patti più devastanti». Ogni anno, hannoscritto i Vescovi, la Giornata «si caratterizzacome invito a guardare ai frutti della terra – eall’intera realtà del mondo agricolo – nelsegno del rendimento di grazie».

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Buona sera, sono una signora di Mar-sala e le scrivo per porle un quesito alquale non riesco a trovare risposta.

Nello specifico mi trovo in una situazione di

difficoltà e le chiedo se vendere casa per nonfarla pignorare è considerato un reato in Ita-lia. La ringrazio anticipatamente per la rispo-sta che vorrà fornirmi.

a cura della redazioneA TU PER TUwww.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag.9

ImmobiliÈ reatovendere casaperevitare il pignoramento?

IMPOSTE SUI REDDITIcon debito inferiorea 50 mila euro nonsi rischia nulla

SCRIVEGiovanna LucentiniMarsala

SCRIVICIPoni una domandae l’esperto ti rispondesul giornaleSI CHIAMAA tu per tu la rubrica del nostro gior-nale che in ogni numero ospita un gruppo diprofessionisti (commercialisti, medici, nutrizio-nisti, avvocati) che rispondono gratuitamenteai quesiti dei nostri lettori. Come fare? Basta in-viare una e-mail a [email protected], indicando nome, cognome e recapitotelefonico, oppure inviando un messaggio pri-vato sulla pagina FacebookDiocesiMazara/Condividere. Nel successivo numero, larisposta degli esperti che collaborano con ilnostro giornale.

Carissima lettrice,la legge considerareato il comporta-

mento di chi dona o vende un beneper non pagare le imposte sui red-diti o l’Iva. Ma faccia attenzione chei presupposti per l’illecito penalesono i seguenti: 1. il debito con ilFisco deve essere superiore a 50mila euro. 2. l’effetto della cessioneo donazione deve essere quello direndere inutile la procedura del pi-gnoramento per mancanza di altribeni oppure per difetto dei presup-posti normativi, ad esempio quando

il contribuente, alienando gli altribeni, conserva solo la prima casache, come saprà, a determinate con-dizioni non è pignorabile. Quindi ca-rissima lettrice, se il debito èinferiore a 50 mila euro non si rischiail reato, ma neanche il pignoramentodella casa, che scatta da 120 milaeuro in su, mentre si può, tutt’al più,subire l’ipoteca che invece scatta da20 mila euro in su. Ma faccia atten-zione che la legge punisce gli intentifraudolenti dei debitori che vendonola casa e poi occultano il ricavato pernon farselo pignorare. Si rischia larevocatoria. Quindi, per evitare ilpeggio si consiglia che, subito dopoil rogito, si adoperi a pagare quantoancora pendente.

L’ESPERTO INFORMATrasferte, trattamentofiscale al 50%

DI GASPARE MAGRO

CON LA SENTENZA n. 27093,pubblicata il 15 novem-

bre 2017, la Corte di Cassa-zione è intervenuta in merito al trattamentoprevidenziale e fiscale delle somme corrispo-ste in occasione delle trasferte effettuate concontinuità. Nel caso di specie, la SupremaCorte ha affermato che si configura il tratta-mento fiscale e previdenziale tipico del 50%dell’imponibile del trasfertista solamentequando si verifichino contemporaneamentele tre seguenti condizioni: 1. assenza dell’in-dicazione della sede di lavoro nel contrattodi assunzione; 2. attività lavorativa che ri-chieda continua mobilità del dipendente; 3.attribuzione al lavoratore di un’indennità in-dipendentemente dall’effettiva prestazionein trasferta. Nella sentenza della Corte si sta-bilisce, altresì, che in assenza anche di unosolo dei precedenti requisiti, in luogo deltrattamento agevolativo dei trasfertisti, vaapplicato il regime previdenziale e fiscaledell’indennità di trasferta, anche se quest’ul-tima viene effettuata con continuità.

RISPONDEGaspare MagroDottore commercialista

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di CALOGERO CALAMIAL’ESPERIENZAwww.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag. 10

Quasi in 1.000, tra vescovi e delegatiprovenienti dalle diocesi della peni-sola, oltre a economisti, docenti uni-

versitari, sociologi, imprenditori, sindacalistihanno partecipato a Cagliari alla 48ª Setti-mana sociale dei cattolici italiani. L'attenzionedei partecipanti è stata rivolta al tema “Il la-voro che vogliamo. Libero, creativo, parteci-pativo e solidale", secondo la visione di PapaFrancesco, che passa attraverso quattro regi-stri comunicativi: 1. la denuncia (denunciare lesituazioni più gravi e incettabili); 2. il racconto(raccontare il lavoro nelle sue profonde tra-sformazioni, dando voce ai lavoratori e alle la-voratrici, interrogandosi sul suo senso nelcontesto attuale); 3. le buone pratiche (racco-gliere e diffondere le tante buone praticheche, a livello aziendale, territoriale e istituzio-nale, stanno già offrendo nuove soluzioni aiproblemi del lavoro e dell'occupazione); 4. leproposte (costruendone alcune che, sul pianoistituzionale, aiutino a sciogliere i nodi piùproblematici del mondo del lavoro).Nella giornata inaugurale Papa Francesco,attraverso un video-messaggio, ha affermatoche non tutti i lavori sono “lavori degni”. «Cisono lavori che umiliano la dignità delle per-sone, quelli che nutrono le guerre con la co-struzione di armi, che svendono il valore delcorpo con il traffico della prostituzione e chesfruttano i minori. La dignità del lavoro è lacondizione per creare lavoro buono: bisognaperciò difenderla e promuoverla». Per il car-dinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei,«la Chiesa italiana è chiamata a trovare nuovemotivazioni e un maggiore slancio nel suoimpegno sociale. Una Chiesa rinchiusa in sa-grestia o nei luoghi consueti di ritrovo – hasottolineato il Cardinale - mancherebbe al suocompito specifico: quello, cioè, di prenderel’iniziativa senza paura, andare incontro, cer-care i lontani e arrivare agli incroci delle stradeper invitare gli esclusi, guidata da un “deside-rio inesauribile di offrire misericordia”».Le aree tematiche dei tre gruppi di lavorosono state: 1. Giovani, scuola, formazione, la-

voro; 2. Creare nuove opportunità di lavoro edi impresa; 3. Il senso del lavoro umano e lesfide dell’innovazione. Le risultanze dei tavolitematici sono state strutturate in proposteconcrete per risolvere la piaga della mancanzadi lavoro - di un lavoro degno - consegnateal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni,che ha partecipato alla terza giornata dei la-vori. Esse sono così riassunte: 1. rimettere il la-voro al centro dei processi formativi perridurre ulteriormente e in misura più consi-stente la disoccupazione giovanile, interve-nendo in maniera strutturale sulla filieraformativa professionalizzante nel sistemaeducativo italiano; 2. canalizzare i risparmi deiPiani individuali di risparmio (PIR) anche versole piccole imprese non quotate che rispon-dano a precise caratteristiche di coerenza am-bientale e sociale, stimolando l’investimentodei patrimoni familiari delle generazioniadulte; 3. accentuare il cambio di paradigmadel Codice dei contratti pubblici, nel quale èancora rilevante il criterio del massimo ribasso,potenziando i criteri di sostenibilità ambien-tale, inserendo tra i criteri reputazionali i pa-rametri di responsabilità sociale, ambientalee fiscale con certificazione di ente terzo e va-rando un programma di formazione delleAmministrazioni sul nuovo Codice degli ap-palti; 4. rimodulare le aliquote IVA per le im-prese che producono, rispettando criteriambientali e sociali minimi, oggettivamentemisurabili, senza costi aggiuntivi per la finanzapubblica; tali politiche consentono anche dicontrastare il dumping sociale e ambientale:sfruttamento del lavoro e del creato con bassisalari ed elevati costi sociali.Nella giornata conclusiva ha partecipato ailavori il Presidente del Parlamento europeo,Antonio Tajani, al quale il Comitato scientificoha consegnato le seguenti proposte di politicaeconomica: 1. armonizzazione fiscale ed eli-minazione dei paradisi fiscali interni; 2. realiz-zazione di investimenti infrastrutturali eproduttivi, con particolare riferimento al lorotrattamento nelle discipline di bilancio; 3. in-tegrazione nello Statuto della BCE del para-metro dell’occupazione accanto a quellodell’inflazione, come parametri di riferimentodelle decisioni politiche per creare lavoronell’UE. Ora la palla passa alle periferie. Comeaffermato dal cardinale Gualtiero Bassetti neldiscorso conclusivo: «ritorniamo a casa sen-tendo la responsabilità di dover dare corpo adalcune iniziative concrete, alle quali qui ab-biamo dato un nome, ma che ora attendonodi essere concretizzate, in un cantiere nelquale siamo chiamati a spenderci con convin-zione».

A CAGLIARIRagionaree proporresul lavoroche vogliamo

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GRANIDI [email protected]

DI ERINA FERLITO

Beato chi legge, e beati coloro che ascoltano

La pericope con la quale Apocalisse si apre(cfr Ap 1,1-3) ha funzione di prologo e defi-nisce il vero senso del libro: la Rivelazione, ri-

guardante le cose che dovranno accadere, che Dioaffida a Gesù, perché la consegni ai credenti attra-verso il suo servo Giovanni. Siamo immersi in talmodo nella dimensione escatologica, che inter-preta la storia e ne lascia intravedere il significato.Destinatari ne sono coloro che fanno parte dell’As-semblea liturgica, definiti beati perché ascoltano ecustodiscono quel libro scritto davanti e dietro e si-gillato con sette sigilli (cfr Ap5,1b). L’ascolto scivolae si fa vano se la Parola non viene custodita: essarende capaci di guardare il mondo con occhi nuovi,di aprire il cuore, di lasciarsi sconvolgere nel più in-timo e nascosto angolo dell’esistenza. Spontaneol’accostamento alla sapienza, che si spalma nell’in-tera Bibbia e che una buona esegesi rende palesegià nel linguaggio mitico dei racconti di creazione(cfr Gen 1-11). Qui l’uomo e la donna si appro-priano del frutto dell’albero della conoscenza delbene e del male, ossia della sapienza, nascondendoil loro gesto al Creatore e tentando l’inganno (cfrGen 3,1-8). In Apocalisse la sapienza è donata daDio e non rubata; è accolta, abbracciata, custodita;è regalo dello Spirito, che investe e cattura Giovanniperché possa rivolgersi con parresía alle setteChiese (cfr Ap 1,10-11) e dunque alla totalità dellaChiesa, per rimproverarla dei suoi tradimenti, cor-reggerla, consolarla, lodarla. Il testo prosegue conil settenario delle lettere alle Chiese d’Asia (cfr Ap1,4-3,22), introdotto, oltre che dall’indirizzo, dallavisione preparatoria, che ha investito Giovanni (cfrAp 1,9-20), della quale si specifica il luogo, la mi-nuscola isola di Patmos, e il tempo, il giorno di do-menica: «Fui preso dallo Spirito nel giorno del

Signore e udii dietro di me una voce possentecome di tromba» (Ap1,10). È una voce inattesa, checoglie di soprassalto, a significare la manifestazionedi una rivelazione trascendente; il suo timbro èquello di una tromba teofanica che, nell’Antico Te-stamento, svela un contatto diretto con Dio e l’im-portanza della missione: «Quello che vedi scriviloe mandalo alle sette Chiese» (cfr Ap1,11a). Si trattadi comunità ecclesiali concrete, il cui profilo è noto;ma sono sette, dunque la totalità della Chiesa: ciòche viene detto a ciascuna di loro, lodi, rimproveri,esortazioni, è detto alla Chiesa intera, di ogni luogoe ogni tempo. «Mi voltai per vedere la voce cheparlava con me» (cfr Ap 1,12a): la sinestesia, figuraretorica che accosta due termini appartenenti a duepiani sensoriali differenti, rende indelebile il con-tatto tra Giovanni e il Dio trascendente. Ora la vi-sione si arricchisce di nuovi elementi simbolici, edunque di più profondi contenuti. Compaionosette candelabri d’oro (cfr Ap1,20): è la Chiesa nellasua totalità, rappresentata nella pienezza dell’atti-vità liturgica. In essa una sorta di spazio ideale, tutto“riempito” dal Cristo risorto, unico sacerdote, comesvelano le sue vesti e il candore dei suoi capelli (cfrAp1,13-14a). Nella sua destra tiene sette stelle, de-codificate successivamente come gli angeli dellesette Chiese (cfr Ap1,20b); dalla sua bocca esce unaspada affilata a doppio taglio (cfr Ap 1,16a), sim-bolo di una Parola dall’efficacia irresistibile, dallaquale la Chiesa tutta, sempre e dovunque, vienemessa in crisi. Si tratta della Chiesa della storia, dovesi intrecciano bontà e cattiveria, coraggio e pusilla-nimità, umiltà e superbia; ma è pure la Chiesa pro-iettata nella dimensione escatologica, semprespinta in avanti e perennemente stimolata a viverela fedeltà al Signore della vita.

LE RUBRICHE

n. 08/19novembre2017, pag. 11

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Diglossia, duplicità della linguaLo statunitense Ferguson (1959) utilizzò il

termine “diglossia” elaborandolo daglistudi fatti dai francesi in particolare, che a

loro volta avevano ereditato dai greci. La “diglos-sia” (izdiwagiyya fi l-luga) nella lingua araba in-dica, appunto, la duplicità della lingua che vienedistinta in una varietà alta e una varietà bassa. Laprima si identifica con l’arabo standard, la se-conda con il dialetto. L’arabo standard, la fusha,è la lingua ufficiale di ogni stato arabo; conservail costrutto sintattico e morfologico della linguadi Maometto, sebbene il lessico si sia arricchitodi neologismi, in virtù della confluenza delle lin-

gue parlate in ciascuna tribù della PenisolaAraba. Il dialetto, o ammiyya o dariga o lahga,è utilizzato in tutte le altre occasioni non ufficialied è, perciò, la lingua del parlato quotidiano. Lavarietà bassa è suddivisa in quattro macroaree:maghrebina, egiziana, siro-libanese, del Golfo.Nell’arabo dialettale, oltre alla parlata stretta-mente locale, si distinguono un dialetto “nazio-nale” (basato su quello della capitale), un dialettocolto (proprio delle persone di livello postuni-versitario) e un dialetto formale, molto influen-zato dal classico, chiamato dai linguisti “arabomediano”.

DI DORA POLIZZI

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Sono suor Maria Sabina Figuccia,nata e cresciuta tra le strade e lagente di Petrosino, la mia città di ori-

gine, che ha maturato la sua chiamata al-l’interno della nostra diocesi di Mazara delVallo. Sabato 4 novembre 2017 animatadalla grazia dello Spirito Santo, ho emessonel mio paese i voti perpetui ovvero il mio“sì” definitivo al Signore nella Congrega-zione delle Serve di Maria Riparatrici, pro-mettendo di rendere testimonianza alVangelo, amando Dio e i fratelli, là dove ilsuo amore mi invierà. A 18 anni sentii nelmio cuore che il Signore desiderava par-larmi per riempirlo del suo amore. Negli

anni seguentiriuscii ad averetutto quelloche potevodesiderare: la-voro ben retri-buito e unragazzo che

mi amava e con cui progettavo il futuro.Ma sentivo un vuoto in me, aggravato aseguito di un banale incidente, che mi feceiniziare un cammino di discernimento. Av-vertii dentro di me chiara e forte la vocedel Signore, che mi diceva: «Vieni miabella, mia amata»; e io risposi: «Eccomi»,e lasciai tutto. Fu una decisione dura, manon posi resistenza.La mia ricerca mi portò spesso presso ilSantuario di Pietralba, dove conobbi i fratiServi di Maria. Mi incuriosì il loro carismae, ricercando un istituto religioso femmi-nile che lo avesse fatto proprio, sul webrintracciai la Congregazione delle Serve diMaria Riparatrici, il cui nome attirò la miaattenzione. Infatti, quelle religiose nellaloro quotidianità e nella loro missione inItalia e all’estero riparavano con la loro vitail male che impedisce al regno di Dio diedificarsi. Esse stavano e stanno ai piedi

delle varie croci del nostro oggi, dandouna mano, confortando, ascoltando, aiu-tando i fratelli e le sorelle che si trovano indifficoltà che abbracciano la croce, chesoffrono poiché privati della loro dignitàdi uomini e donne, di figli di Dio. A quelpunto capii cosa il Signore voleva da mee, durante un soggiorno in una loro co-munità durante la Settimana Santa, co-nobbi da vicino come era vissuto quelcarisma e me ne innamorai definitiva-mente.Nell'agosto 2009 chiesi di iniziare il cam-mino che mi avrebbe condotta a essereper sempre del Signore. Il 2 settembre2012 emisi i primi voti di povertà, castità eobbedienza con la Professione tempora-nea e iniziai un’esperienza di un anno coni giovani ad Adria, portando avanti glistudi di teologia e dedicandomi alle fami-glie della parrocchia e della nostra scuola

dell’infanzia. Dopo sono stata trasferita aRoma, dove oltre a portare a compimentogli studi di Servizio Sociale, collaboro nellaparrocchia Madonna di Fatima nella pa-storale giovanile e nella catechesi; a livellodiocesano anche nella pastorale vocazio-nale. Sono stata anche in missione in Bra-sile, nelle Filippine, in Costa d’Avorio e inAlbania. In questi pochi anni ho approfon-dito molto la mia chiamata e il carismadella nostra Congregazione, ispirato allanostra fondatrice madre Elisa Andreoli.Adesso che ho donato definitivamentela mia vita al Signore nella nostra Famigliadi Serve di Maria Riparatrici, sono felice diseguirlo dove e come lui vorrà. Voglioamare e ser-vire i fratelli,imitando laV e r g i n eMadre, donnadel sì, donnache accolsenella sua vitala Parola di Dio fatta carne. Intendo ancheriparare con la mia vita quello che impe-disce all'amore di Dio di guarire, sanare,salvare; e questo nonostante la mia po-vertà e fragilità, riconoscendo che lui por-terà a compimento nella mia vita l’operache ha iniziato. Nel cuore porto la spe-ranza che questa mia testimonianza possaessere di aiuto a quanti avvertono la vocedel Signore che li chiama a seguirlo. E aloro dico: «Non abbiate paura, poiché lavostra vita diventerà preziosa nelle manidi Dio per far conoscere il suo amore infi-nito».

di SUORMARIASABINAFIGUCCIALA TESTIMONIANZA

n. 08/19novembre2017, pag. 12

La chiamatadel Signore a 18 anni«Quella volta che sentii il desiderio...»

DIOCESIMAZARA.ITLe foto della professionein una chiesa gremita

UNA CHIESA GREMITA di parenti, amicie fedeli ha accolto e seguito laprofessione perpetua di suorMaria Sabina a Petrosino. Sul sito

www.diocesima-zara.it è pubbli-cata laphotogallery congli scatti più bellirealizzati da Giam-paolo Patti, cheaccompagnano latestimonianza disuor Maria Sabina.

LA PROFESSIONE PERPETUAa Petrosino: l’iniziodel cammino nel 2009,nel 2012 i primi voti

«Non averepaura, la vita

è preziosa nellemani di Dio»

www.diocesimazara.it

«Mi incuriosìil carisma deifrati Servidi Maria»

Page 13: GIORNATA DELRINGRAZIAMENTO La terra ha dato i suoi · 2017-11-20 · cello e dove incontrai per la prima volta Anna, che dopo qualche anno sarebbe di-ventata mia moglie. Oggi, dopo

n. 08/19novembre2017, pag. 13

Il Piano pastorale diquest’anno ci invita a sof-fermarci e a riflettere sulla

bellezza della vita... sulla vitacome dono che gratuita-mente viene elargita daColui che ne è la sorgente e

il senso ultimo. In questa prospettiva èfondamentale e necessario abitare iltempo che ci prepara a vivere il Natale delSignore. L’Avvento, inizio dell’anno liturgicoin cui celebriamo la Storia della Salvezzaoperata da Dio in Cristo Gesù, ci proponedi contemplare la figura della VergineMaria.In Lei ogni promessa si realizza, perchécon il suo “sì” dà alla luce il Salvatore delmondo, per mezzo del quale l’umanità in-tera sarà redenta. Per l’Avvento, tempodell’ascolto, mi piace proporre una scenamolto cara e familiare a ciascuno di noi:l’immagine del fratello o della sorella mag-giore che si accosta alla pancia della madreper sentire i movimenti del nascituro.Anche noi siamo invitati ad accostare il no-stro orecchio al grembo di Maria Vergine

Madre, im-magine dellaChiesa, perascoltare igemiti ditanti figli chesoffrono acausa dell’in-g i u s t i z i a ,

della povertà e della discriminazione.I gemiti di chi ha perso un figlio; di chiha lasciato la propria terra mettendo a re-

pentaglio la propria vita per un futuro mi-gliore; di chi ha perso ogni cosa e reputala sua esistenza una vita inutile, senzascopo, senza un fine da raggiungere o unobiettivo da realizzare; i gemiti di chi vivenella solitudine; i gemiti di chi è vittima dioppressori che attentano costantementealla sua vita.Il nostro Piano pastorale ci invita a viverel’Avvento sotto un’altra angolatura: nonsemplicemente come tempo cronologicoin cui ci si prepara alla contemplazionedelle due venute (storica-escatologica) diCristo, ma a intraprendere un viaggio spi-rituale che ci accompagna verso la grottadei pastori! L’Avvento è contemporanea-mente il tempo dell’attesa: saper aspettaredentro la grotta dei pastori la nascita del

bambinello di Nazareth; e tempo del silen-zio: perché si possa cogliere tutta la forzadirompente che racchiude in sé il gemitodi un Dio che si fa carne… uomo. In quelgemito c’èl’energia del“sì” alla vita,del vigore anon arren-dersi mai,della robu-stezza nell’af-frontare le prove che la vita riserva; in quelgemito è contenuta la potenza anticipato-ria della Risurrezione che distrugge ognilogica apportatrice di morte e che attentacontinuamente alla vita, dono da custodiree da promuovere in tutte le sue fasi.

Il nuovo anno liturgicoAvvento tempo dell’attesa

ILPIANO PASTORALEci invita a vivere l’Avventocome viaggio spiritualeverso la grotta dei pastori

di DONNICOLAALTASERSE

Nel silenziocogliere lo

stupore di un Dioche si fa carneFondamentale

abitare il tempoche ci preparaal Natale

www.diocesimazara.itVITA DI CHIESA

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Anche quest’anno è ripartitoa Ca-stelvetrano il servizio di dopo-scuola gratuito che alcuni

insegnanti offrono a ragazzi del 1°, 2° e 3°anno delle scuole secondarie di II gradoper due pomeriggi a settimana (lunedì emercoledì, dalle ore 15,30 alle ore 17,30).Nell’ottobre del 2014, Antonella Stallone,suor Cinzia, suor Lidia, Enza Sancetta,Franca Priolo e Dina Mangiaracina, ani-mate dalla passione per il loro lavoro e daldesiderio di venire incontro a giovani stu-denti che spesso mostrano mancanza dimotivazioni forti e disinteresse per lo stu-dio, hanno voluto provare a organizzare un“doposcuola speciale” in cui i ragazzi po-tessero essere aiutati nelle loro difficoltàinerenti le discipline scolastiche e insiemetrovare un clima accogliente e stimolanteper un cammino di formazione didattica epersonale.

È nato così il progetto “La Chiesa per lascuola, perché grande e urgente è il biso-gno”, sul solco di quanto la Chiesa italiana,dedicando il decennio 2010-2020 all’edu-cazione, ha voluto programmare comeascolto, attenzione e cura al mondo deigiovani, ai loro bisogni, alla loro crescitaumana e sociale. Il gruppo che si è via viaampliato con la partecipazione di nuovidocenti, è riuscito a offrire lezioni di Diritto,Economia, Italiano, Latino e Greco, Lingue,Matematica, Fisica, Scienze, Storia, Geogra-fia, Filosofa. Il servizio è rivolto agli studentidi tutte le scuole superiori di Castelvetrano.Dalla positiva esperienzadei primi anni,di coinvolgere studenti degli ultimi annidelle superiori come tutor dei ragazzi piùpiccoli, è nata l’idea di realizzare un pro-getto di alternanza scuola–lavoro nel do-poscuola. Per realizzare tutto ciò gliinsegnanti si sono costituiti in associazione

per potere stipulare la convenzione con lescuole. Ha preso vita così l’associazione divolontariato “Sale della terra”. L’esperienzadell’alternanza ha visto il coinvolgimentodi numerosi giovani sia del Liceo Scienti-fico che del Pedagogico e si è conclusa loscorso anno con esito positivo raggiun-gendo a pieno le finalità prefissate.I ragazzi hanno acquisito competenzerelative alla socializzazione, alla convi-venza, alla cittadinanza attiva nell’otticadel servizio alla persona e alla inclusionesociale. L’associazione anche quest’annoha ripreso le attività in forma gratuita.Questa gratuità è possibile non per labontà di alcuni, ma per il desiderio di im-parare a guardare il bisogno di chi ci stadavanti con sincerità e attenzione. La sor-presa è scoprire che ciò che facciamo perl’altro è anzitutto un bene che riceviamonoi stessi!.

di ENZA SANCETTAVITA DI CHIESAwww.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag. 14

A CastelvetranoIl doposcuolagratuitosi fa in... parrocchiaL’INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE “SALE DELLA TERRA”coinvolge gli studenti degli istitutisuperiori della città

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COSA C’Èwww.diocesimazara.it

n. 08/19novembre2017, pag. 15

Il “Premio 91025”,promosso daFilippo Peralta e dalla Pro Loco“Marsala 2.0”, è stato assegnato

alla Fondazione San Vito Onlus chegestisce la mensa fraterna “GiorgioLa Pira” della Caritas diocesana. A ri-tirare il premio è stato il presidentedella Fondazione, Vito Puccio (nellafoto), durante la serata che si è svoltapresso il Disio Resort di Marsala. IlPremio è stato assegnato per la ge-stione della mensa che «permette diaiutare le persone bisognose pre-senti nel territorio, offrendo giornal-mente risposte concrete: dal lunedìal sabato, in più di trenta usufrui-scono di un pasto caldo a pranzo, di

servizi igienici e lavatura indumenti»è stata la motivazione. «Un impegno– è ancora la motivazione – che hacome fine ultimo quello di creare al-l’interno del centro un ambiente fa-miliare, di serenità e tranquillità chequeste persone, ferite dalle vicissitu-dini personali e costrette alla vita distrada, solitamente non vivono».Glioperatori della Fondazione, perconto della Caritas diocesana, met-tono in campo le proprie qualitàumane, donando un gesto di af-fetto, un sorriso, una parola di con-forto a coloro che chiedono diessere ascoltati, considerati e e in-coraggiati.

IL “PREMIO 91025”assegnato alla Fondazione S.Vitoper la mensa “Giorgio La Pira”

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8x1000Attiva la videosorveglianza in Cattedrale

CON I FONDI DELL’8X1000 DELLA CHIESA CATTOLICA è stato realizzato il sistema di vi-deosorveglianza nella Cattedrale di Mazara del Vallo. Il luogo di culto di im-portanza storico-artistica prima d’ora non era stato messo in sicurezza.L’intervento è stato possibile con l’utilizzo di 9.660 euro. Sono state installate18 telecamere, 7 all’interno della chiesa, 4 nei locali interni, 1 nell’atrio e 6 pe-rimetrali, dal lato di Villa Iolanda e sino in via San Giuseppe. Per consentire aitecnici di montare il sistema la Cattedrale è rimasta chiusa per una settimana.Ma durante i sette giorni sono stati realizzati ulteriori lavori all’interno. Unasquadra di imbianchini ha ripulito e sistemato tutto il muro perimetrale perl’altezza di un metro. Un’ulteriore squadra di falegnami, invece, è intervenutaper disinfestare con antitarlo tutti i banchi, il confessionale e l’organo.

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CHI PUÒ FARE UN’OFFERTA?Ognuno di noi. Per se stesso, per una fami-glia o un gruppo parrocchiale. Importante è che il nome del donatore corrisponda ad una persona fisica.COME POSSO DONARE?

Con conto corrente postale n. 57803009 intestato a “Istituto centrale sostentamento clero - Erogazioni liberali, via Aurelia 796, 00165 Roma”

Con uno dei conti correnti bancari dedicati alle Offerte, indicati sul sito www.insiemeaisacerdoti.it

Con un contributo diretto all’Istituto sostentamento clero della tua diocesi. La lista degli IDSC è su www.insiemeaisacerdoti.it

Con carta di credito CartaSì, chiamando il numero verde

CartaSì 800 825 000 o donando on line su www.insiemeaisacerdoti.it

PERCHÉ LE OFFERTE SE C’È GIÀ L’8XMILLE?Offerte e 8xmille sono nati insieme. Nel 1984, con l’applicazione degli accordi di revisione del Concordato. L’8xmille è uno strumento ben noto che non costa nulla ai fedeli. Le Offerte sono un passo ulterio-re nella partecipazione: comportano un piccolo esborso ma esprimono una scelta di condivisione e corresponsabilità con i sacerdoti italiani. E raggiungono tutti i sacerdoti, anche nelle parrocchie più pic-cole e lontane.PERCHÉ SI CHIAMANO ANCHE “OFFERTE DEDUCIBILI”?Perché si possono dedurre dal reddito imponibile nella dichiarazione dei redditi fino a un massimo di 1.032,91 euro l’anno, con un consistente risparmio fiscale.

PER SAPERNE DI PIÙ

Fare un’offerta libera e spontanea non è poi così difficile. Di solito si è sollecitati dall’emozione del momento: emergenze umanitarie, ricerca su gravi malattie, catastrofi ambientali. Anche elargire per la propria parrocchia non è cosa ardua. Ne faccio parte, mi fido del mio parroco e in fondo so che l’oratorio da ristrutturare accoglierà anche mio figlio, quindi perché non contribuire a qualcosa che poi mi tornerà utile?E donare un’offerta per i sacerdoti? “Non mi riguarda. Qualcun’altro ci penserà”. È la risposta di molti catto-lici che vanno a messa regolarmente e stimano il proprio parroco (al quale non fanno mancare nulla). Soprattut-to a loro è destinata la XXIX Giornata Nazionale del 26 novembre, domenica dedicata a Cristo Re. Prendiamoci cura dei sacerdoti come loro si prendono cura di noi. Doniamo a chi si dona. Così reci-ta la locandina che verrà inviata in tutte le parrocchie italiane.L’appuntamento annuale vuole richia-mare soprattutto l’attenzione dei fedeli sia sull’opera instan-cabile dei 35mila sacerdoti sempre in mezzo a noi, pronti ad aiutarci nelle fatiche della vita, sia sull’importanza delle Offerte dedicate al loro sostentamento.

Buona è l’offerta che non è fatta sulla spinta della sola emo-zione. Buona è l’offerta non episodica, buona è l’offerta me-ditata e regolare. I sacerdoti non hanno alcuna garanzia

automatica, non ricevono nulla dallo Stato perché parroci. Eppure restano i sacerdoti che noi vogliamo avere a disposi-zione, sempre, quando abbiamo bisogno di loro.Le Offerte destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, sono uno strumento stabile che permette a ogni fedele di

contribuire, secondo un principio di cor-responsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani, che assicurano una presenza costante nelle nostre parroc-chie per annunciare il Vangelo e suppor-tare le comunità. I sacerdoti si affidano quindi alla comuni-tà per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio mantenimento. Essi dedicano la vita agli altri con una presenza costante che si declina in gesti a volte coraggiosi e a volte semplici di vicinanza. “Aiutare in maniera concreta e costante i nostri sacerdoti credo sia un dovere di tut-ti noi che ne apprezziamo la missione e l’operato. Ogni Offerta, anche di mini-

mo importo, sostiene un sacerdote e gli dà energia per con-tinuare a svolgere la sua missione e aiutare i più poveri. Se crediamo nei sacerdoti, spetta a noi, in prima persona, so-stenerli”, spiega il responsabile del Servizio Promozione So-stegno Economico alla Chiesa cattolica, Matteo Calabresi.

Maria Grazia Bambino

Nel centro sto-rico di Bari, una scuola di musica e un’orchestra giovanile sono strumenti efficaci per coinvolgere i ragazzi del quar-

tiere e tenerli lontani dal reclutamento e dalle regole della malavita. Coordi-nato da don Antonio Parisi, il proget-to prevede anche il coinvolgimento di cittadini e associazioni per consentire all’Orchestra di portare avanti tan-te attività. Una scuola di musica ma anche di vita, che cresce i giovani, indirizza al meglio le loro energie e li prepara ad essere adulti maturi e consapevoli.

Don Dario Ron-cadin, parroco a San Vito al Ta-gliamento è im-pegnato contro il dilagare del gio-co d’azzardo e delle slot machi-

ne. Sostenuto da un gruppo di giova-ni, dalla Caritas diocesana di Udine e dall’amministrazione cittadina, non solo ha denunciato una situazione allarmante, ma ha promosso serate di sensibilizzazione per le famiglie, percorsi formativi, destinati a cittadini attivi in associazioni per monitorare, segnalare e fare prevenzione, chie-dendo inoltre lo spegnimento delle slot in alcuni periodi dell’anno. E i risultati sono arrivati.

Anche in una par-rocchia di 5000 anime si possono fare grandi cose. A Castrovillari, in Lucania, don Gio-vanni Maurello ha dato vita al

centro “Evergreen” per dare rispo-sta ad un’urgenza del territorio che comprende tanti pensionati e vedovi, persone con figli lontani, dove la soli-tudine si fa sentire. A loro, 10 anima-tori propongono giochi per allenare la mente, ginnastica, partite a carte, teatro, cineforum, incontri su temi di attualità, escursioni… le giornate di tanti anziani sono davvero cambiate in meglio.

In Molise, una diocesi che com-prende 32 comu-ni, don Salvatore Rinaldi, respon-sabile della Ca-ritas diocesana, anima il progetto

“Verso la periferia”, un piano di pa-storale sanitaria, che prevede monito-raggio e sostegno per arrivare dove le strutture pubbliche non riescono ad intervenire. Situazioni di degrado, problemi di depressione e alcolismo, famiglie devastate economicamente ed emotivamente dal gioco d’azzar-do, violenze domestiche… Una pre-venzione fatta di porta in porta, dove alla cura del corpo si è unita quella dell’anima.

Scopri altre storie dei nostri sacerdoti su facebook.com/insiemeaisacerdoti

4 TESTIMONIANZE DELL’IMPEGNO DEI 35.000 SACERDOTI ITALIANI

LA PRESENZA DEI SACERDOTI È UN DONO PREZIOSO

PRENDIAMOCI CURA DEI SACERDOTI,COME LORO SI PRENDONO CURA DI NOI

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n. 08/19novembre2017, pag. 16

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