Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (12a lezione)

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Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (Paolo Costa) 12 a lezione, 24 marzo 2011 Vizi e virtù dell’informazione italiana Insegnamento: Comunicazione Digitale e Multimediale A - a.a. 2010-2011

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Vizi e virtù dell’informazione italiana

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Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (Paolo Costa)

12a lezione, 24 marzo 2011Vizi e virtù dell’informazione italiana

Insegnamento: Comunicazione Digitale e Multimediale A - a.a. 2010-2011

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Agenda

• La vicenda esemplare del Corriere della Sera

• Le anomalie storiche del giornalismo italiano

• Le discontinuità degli anni Settanta e quelle recenti

• La libertà di stampa in Italia

• Altre peculiarità: molta nera, pochi esteri

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Corriere della Sera: una storia esemplare

• Il tentativo – costantemente fallito – di essere

indipendente dai cosiddetti “poteri forti” e dalla politica

– Le “attenzioni” della politica, da Mussolini a Craxi e Berlusconi

– Il ruolo ambiguo degli editori “impuri”

– Il ruolo ancora più ambiguo del sindacato dei giornalisti

• Il dilemma fra quality paper e quotidiano omnibus

– Il Corriere è pensato per la élite borghese lombarda, ma

sopperisce all’assenza di un giornale tabloid (Daily Mirror, Bild,

USA Today), invadendone lo spazio

– Un quotidiano fatto pensando al maestro delle elementari, al

professore di ginnasio o ad altre persone colte, ma capace di

parlare anche alla loro portinaia

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La parabola di Luigi Albertini

• Un giornalista con la tentazione del “kingmaker”

– Nominato alla direzione nel 1900, in pochi anni lo trasforma nel

principale quotidiano nazionale

– Nel 1903 diventa comproprietario con una piccola partecipazione

– Divenuto senatore nel 1915, non rinuncia a usare il giornale per

sostenere la campagna interventista contro Giolitti e la neutralità

• Lo scontro con il fascismo

– Nonostante alcune originarie simpatie per il fascismo, nel 1922

Albertini entra nel mirino degli squadristi e di Mussolini

– Fra il 1923 e il 1926 il regime estende il controllo sulla stampa:

riconoscimento del gerente (poi direttore responsabile), diffida,

sequestro, revoca, istituzione dell’ordine (l’esercizio della

professione è consentito solo agli iscritti agli albi)

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L’esproprio fascista e la fine di Albertini

• Il tradimento della famiglia Crespi

– I Crespi sono pressati da Mussolini e chiedono ad Albertini lo

scioglimento della società in comune

– Albertini tenta di contenderne la proprietà, ma deve fronteggiare

la minaccia prefettizia della soppressione del giornale

– Nel novembre 1925 Albertini è costretto a vendere le sue quote

del giornale e ad abbandonare la direzione

• Il commiato

– “Perdo un bene che mi era supremamente caro, ma serbo,

intatto, un patrimonio spirituale che mi è ancora più caro e salvo

la mia dignità e la mia coscienza”

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La fine dell’era Crespi

• Le speranze del dopoguerra– L’idea del direttore-gerente di Luigi Einaudi: il direttore come

responsabile del giornale per i suoi contenuti editoriali ma anche dell’impresa in senso aziendale

• La prima concentrazione– Nel 1973 i Crespi vendono a Fiat

– Agnelli – già proprietario della Stampa – e Moratti entrano nel CDA del Corriere (intanto Monti acquista Resto del Carlino e Nazione)

• La stagione di Rizzoli– Agnelli e Moratti cedono il Corriere ad Angelo Rizzoli nel 1974

(due anni dopo nasce Repubblica)

– Fra il 1975 e il 1976 Rizzoli annette Il Mattino, Il Messaggero e la Gazzetta dello Sport

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L’ombra della P2

• Il “Piano di rinascita democratica” di Licio Gelli

– Nel 1977 il deficit di Rizzoli viene ripianato attraverso una

improvvisa ricapitalizzazione, grazie all’ingresso del Banco

Ambrosiano di Guido Calvi

– Piero Ottone – che dal 1972 aveva impresso una svolta a

sinistra del Corriere – lascia la direzione

– Nel 1979 Rizzoli fonda L’Occhio, diretto da Maurizio Costanzo

• La scoperta della lista

– Nel 1981 scoppia lo scandalo P2: fra gli iscritti alla loggia anche

Franco Di Bella, successore di Ottone alla direzione del giornale

– Il gruppo Rizzoli è posto in amministrazione controllata: Alberto

Cavallari sostituisce Di Bella, mentre Enzo Biagi, Alberto

Ronchey e Gaetano Scardocchia abbandonano il giornale

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Dopo la P2: il ruolo di Mediobanca

• Nel 1984 il Nuovo Banco Ambrosiano di Giovanni Bazoli

chiede il rientro dei fidi: per Rizzoli è la bancarotta

• Rizzoli vende a Gemina, holding di Fiat, e a Montedison

(controllata dalla stessa Gemina) per nove miliardi di lire

• La testimonianza di Guido Rossi

– “[…] le azioni Rizzoli erano ancora sotto sequestro, quando

accompagnai Cuccia da Bettino Craxi, nel suo ufficio di piazza

Duomo. Il leader socialista temeva che il "Corriere“ finisse sotto

l'egida della Fiat che già aveva la "Stampa". Cuccia lo rassicurò:

il giornale sarebbe rimasto nel solco del capitalismo lombardo

con una proprietà multipla.” (dal Corriere della Sera del 22

marzo 2011)

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Il patto di sindacato di blocco

• È un patto parasociale firmato dai principali azionisti

– Mediobanca (14,2%), Fiat (10,4%), Italmobiliare (10,4%), Dorint

Holding (5,4%), Fonsai (5,4%), Pirelli (5,2%), Intesa Sanpaolo

(5%), Assicurazioni Generali (3,9%), Sinpar (2%), Merloni Invest

(2%), Mittel (1,2%), Er.Fin (1,2%) ed Edison (1%)

• Prescrive che le delibere vadano prese “con il voto

favorevole della maggioranza assoluta dei membri in

carica”, qualunque sia la percentuale di azioni dagli

stessi rappresentata

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Le scalate recenti

• L’immobiliarista Stefano Ricucci

– Nel 2005 Ricucci tenta la scalata alla maggioranza di RCS

MediaGoup, arrivando a possedere circa il 20 per cento delle

azioni

– La scalata fallisce, perché Ricucci viene arrestato per

corruzione, aggiotaggio, falso e appropriazione indebita

– Nel 2008 Ricucci patteggia tre anni di reclusione per i reati

contestati

• L’imprenditore della Sanità Giuseppe Rotelli

– Ha l’11% dei diritti di voto, ma resta fuori dal patto di sindacato,

pur essendo nel consiglio di amministrazione

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La proposta di Massimo Mucchietti

• Salvare il salvabile del sogno einaudiano

– Trasformare RCS in una public company non contendibile,

introducendo tetti di possesso azionario bassissimi

– Affidare la scelta del direttore e dei dirigenti editoriali a un board

of trustees della società civile

– Attribuire a un Azionista Speciale il potere, in caso di tentate

scalate, di lanciare aumenti di capitale riservati destinati a

rendere impossibile ogni avvento di proprietà “corsare”

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Massimo Mucchietti, Il “baco” del Corriere (2006)

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Le anomalie del giornalismo italiano

• Fino agli anni Settanta la storia dell’informazione in Italia

è stata caratterizzata da una serie di peculiarità

– Scarsa valenza industriale delle imprese editoriali

– Assenza quasi generalizzata di ritorni economici, se non sotto

forma di sussidi dello stato

– Uso dei giornali come moneta di scambio nel mercato politico-

economico da parte di editori “impuri”

– Monopolio culturale e politico della televisione pubblica

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Le discontinuità degli anni Settanta

• Solo a partire dagli anni Settanta si sviluppa anche in

Italia un mercato più maturo

– Il Manifesto (1969)

– La televisione privata (974-1978): anche l’Italia partecipa della

diffusione della logica commerciale, quale forza trainante della

convergenza dei media verso il modello liberale

– Il Giornale (1974)

– Repubblica (1976): scardina il modello dominante del quotidiano

ibrido (un po’ d’élite, un po’ di massa), rivolgendosi a un nuovo

ceto intellettuale, proponendosi come giornale di

approfondimento e innovando profondamente nella scelta dei

temi, del taglio e del linguaggio

– La grande stagione dei settimanali d’inchiesta

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Le discontinuità più recenti

• “La svolta digitale del giornalismo italiano” (Angelo

Agostini, Giornalismi. Media e giornalisti in Italia, 2004)

– Prima ondata: 1996

– Seconda ondata: 2003

• Crescente influsso dell’oralità

– Lessico (neologismi, colloquialismi, trivialismi)

– Morfologia e sintassi (uniproposizionalità, coordinazione, frasi

nominali)

• L’arrivo della free press

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Le polemiche sulla libertà di stampa

• La “manifestazione civica” indetta dalla Federazione

della Stampa Italiana (3 ottobre 2009)

• Le proposte della Società Pannunzio per il diritto

all’informazione

– Salvaguardare il “separatismo” fra apparato statale, potere

economico e potere mediatico, tipico di una sfera pubblica

liberale

• Il punto di vista degli stranieri

– La sottolineatura della mentalità gerarchica e della logica del

favoritismo

– La posizione in classifica nel rapporto Freedom of the Press

(Freedom House) e nel Classement mondial stilato da Reporters

sans frontières

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“Nera”, un genere italiano

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Tempo occupato dalla cronaca neranell'edizione serale del Tg (%)

Fonte: Demos, Osservatorio di Pavia e Unipolis, 1° semestre 2010

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Le news internazionali nei Tg italiani (1/4)

• Su 5.104 servizi giornalistici complessivi, le notizie

internazionali sono state 1.096, pari al 21% del totale

• Le notizie internazionali hanno occupato il primo posto

nei titoli di apertura nel 22-25% dei casi

– Espulsione dei Rom in Francia, salvataggio dei minatori in Cile,

morte di militari italiani in Afghanistan, assemblea dell’ONU

• Otto telegiornali su nove hanno dedicato all'Europa tra il

40% e il 48% delle notizie estere

• Più della metà delle news estere trattate sono di cronaca

(56,7%), con picchi del 70% (Tg4), mentre la politica

occupa il 21,7% dello spazio

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Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (periodo della rilevazione: 31 giorni, fra agosto e settembre 2010

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Le news internazionali nei Tg italiani (2/4)

30%

25%23%

21%

Sky Tg24 Tg2 Studio Aperto Tg5

% di news internazionali sul totale trattato(media su serie di 31 giorni)

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Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (periodo della rilevazione: 31 giorni, fra agosto e settembre 2010

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Le news internazionali nei Tg italiani (3/4)

25,8% 25,8%

22,6% 22,5% 22,5%

Tg1 Tg2 Tg5 Tg3 Sky Tg24

Apertura del Tg con una notizia internazionale(% su serie di 31 giorni)

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Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (periodo della rilevazione: 31 giorni, fra agosto e settembre 2010

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Le news internazionali nei Tg italiani (4/4)

7,6

4,4 4,1 4,0

Sky Tg24 Studio Aperto Tg1 Tg5

Numero di news internazionali trattate per edizione (media su serie di 31 giorni)

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Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (periodo della rilevazione: 31 giorni, fra agosto e settembre 2010