Giornalismo digitale e leggende metropolitane
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Giornalismo digitale: preconcetti
e leggende metropolitane
Mario Tedeschini LalliCortina 10 luglio 2014
Sorpresa corso deontologia OdG
Toppa peggiore del buco
…il CTS sottolinea che la ratio dell’inserimento della domanda era quella di far riflettere sulla differenza fra carta stampata e internet soprattutto in relazione alla velocità di composizione dei pezzi.
E’ innegabile che, per sua natura, Internet sia più “reattivo” rispetto alla carta stampata che ha invece tempi più dilatati.
È altresì innegabile che gli sviluppi dell’informazione sembrano portare nella direzione “suggerita” in qualche modo dalla domanda: se vorrà sopravvivere, la carta stampata dovrà approfondire i temi che Internet sarà in grado di sviluppare in tempo reale.
E’ invece assolutamente «negabile»
• …che la carta stampata abbia «tempi più dilatati», infatti…
E’ invece assolutamente «negabile»
• …che la carta stampata abbia «tempi più dilatati», infatti…
E’ invece assolutamente «negabile»
• Che la carta stampata abbia «tempi più dilatati»• Col giornale il giorno dopo s’incarta il pesce• Un sito web è «per sempre»• Digitale: il tempo dell’informazione (quando
qualcosa è notizia?) non è dato, deve essere continuamente rinegoziato
• Rischi: permanenza scemenze; «diritto oblio»• Opportunità: creare significati diacronicamente
E’ invece assolutamente «negabile»
• Che gli sviluppi dell’informazioni puntino alla divisione del lavoro carta-approfondimento, internet-tempo reale
• E’ una scelta dei gruppi editoriali italiani, non una legge di natura
• In tutto il mondo (e in buona parte dell’Italia) non è così
• Un pre-giudizio culturale che va smontato
Le domande da porsi
• «…se la carta stampata vorrà sopravvivere…»• Ci interessa che sopravviva la «carta
stampata», o il giornalismo?• Ogni giornalismo? • Quale giornalismo è a rischio? Quale
informazione non può darsi senza giornalisti?• Quale possiamo lasciare ad algoritmi o a
comunicatori diversi?
Controprova
• Per noi web=immediatezza, ma numero crescente di italiani informa per via digitale: pensate che tendenza possa invertirsi?
• Se approfondimento=carta, e internet=superficialità non avremmo futuro
• Fortunatamente non è così• Il digitale consente di costruire nessi
informativi impossibili nell’analogico
Le nuove opportunità
• Oltre il tempo– Possibile pubblicare quando si vuole (es.: quando si è «certi»?)– Connessioni diacroniche (es.: «tag», «topics»)– Il passato è presente > archivi come profondità
Le nuove opportunità
• Oltre lo spazio– Nessuna costrizione di pagine/righe: si dà quello
che riteniamo giusto– Nessuna costrizione di pubblico: possiamo trovarci
il pubblico/i pubblici in qualunque parte del mondo > informazione di «macro-nicchia» = informazione di approfondimento = informazione monetizzabile
Le nuove opportunità
• Oltre la forma-articolo e la forma-video– Giornalismo dei dati, giornalismo «calcolabile»,
informazione strutturata, inchieste multimediali…• Memoriale delle vittime dell’Aquila• Speciale Grande Guerra• The Migrant Files• Open Parlamento• Homicide Watch• Lobotomy Files (WSJ)…• I web doc Medialab La Stampa• L’inutile idrovia (già nel 2004!)
Le nuove opportunità
• Oltre ciò che sappiamo:– Fuori delle redazioni c’è un mondo che ne sa di più– Possiamo sfruttarlo coinvolgendolo nel processo
• Di raccolta…• …di sistematizzazione…• …di validazione…• …delle informazioni
– Un giornalismo «aperto» e collaborativo• Libera un documento (La Nacion)
Insoma, graziaddio è una balla
• Il digitale offre al giornalismo opportunità sconosciute al mondo analogico
• I giornalisti devono attrezzarsi per coglierle• Per coglierle non basta imparare nuove
«tecniche»• Il digitale è una cultura, non una tecnica• Le culture devono essere vissute, non apprese
Grazie!
• Mario Tedeschini Lalli• bit.ly/blogmario• @tedeschini• [email protected]
Una definizione
• Di che parliamo quando diciamo “giornalismo”?
• Se lo è chiesto anche la Corte di Cassazione:
“Per attività giornalistica deve intendersi la prestazione di lavoro intellettuale volta alla raccolta, al commento e alla elaborazione di notizie destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale attraverso gli organi di informazione. Il giornalista si pone pertanto come mediatore intellettuale tra il fatto e la diffusione della conoscenza di esso...... differenziandosi la professione giornalistica da altre professioni intellettuali proprio in ragione di una tempestività di informazione diretta a sollecitare i cittadini a prendere conoscenza e coscienza di tematiche meritevoli, per la loro novità, della dovuta attenzione e considerazione
(Cass. Civ., sez. lav., 20 febbraio 1995, n. 1827).
1995?
• Guerrain Bosnia(Massacrodi Srebrenica)
• Nasce WTO• Inizia Schengen• Yitzahk Rabin
ucciso• Sentenza
Bosman
• Andreottisotto processo per mafia
• Nasce l’Ulivo
• Microsoft lancia Windows 95
• Nasce EBay• Primo DVD
sul mercato!(fino ad alloraavevamole videocassette)
Mondo Italia Tecnologia
Evoluzione tiraturee venditedei quotidiani italiani(medie giornaliere)
Fonte FIEG
• 1995 esattamenteal centrodello “arco di crisi”dei giornali italiani
• Non ci sono ancoraveri siti webdi informazione giornalistica
• Repubblica.it = 14.1.997
Fast Forward al 2014
• Possiamo ancora dire che “
Il giornalista si pone … come mediatore intellettuale tra il fatto e la diffusione della conoscenza di esso... ?
• Forse sì, ma non è più il solo e – specialmente – non è più materialmente necessario: l’universo digitale è un universo disintermediato
• E’ la “prima legge” dell’universo digitale.
Quale immagine del giornalismo?
• Ciascuno di noi ha una immagine del giornalismoQual è la vostra?
• Dico proprio IMMAGINE: una foto, una trasmissione tv, un film!
• La mia immaginearchetipicadel giornalismoe del giornalistaè questa
Smontare l’eterno Bogart/1
• E’ “L’ultima minaccia” di Richard Brooks, 1952• L’originale si chiamava “Deadline USA” e
la famosa battuta in inglese diceva…• “…that’s the press – baby - the press, and
there’s nothing you can do about it. Nothing”.• “Press” = “stampa”, ma anche “macchina di
stampa”, “rotativa”
Smontare l’eterno Bogart/2
• Bogart faceva sentire insieme il rumore della rotativa, che coincideva con il rumore della “stampa”:
• Niente rotativa, niente “stampa”, niente notizie, niente libertà
“Freedom of the press is guaranteedonly to those who own one”
A. J. Liebling (1904-1903)• Era una fase, una «forma» storicamente determinata
della informazione• Ora – semplicemente – non è più così
Smontare l’eterno Bogart/3
• Che cosa resta oggi? Che può restare?
• Se non c’è più - e non ci può essere - più Humphrey Bogart, non ci sarà più neppure il giornalismo?
• Conseguenze per la democrazia nelle società di massa?
• Dobbiamo salvare i giornali? I giornalisti?
• In definitiva: ci può essere UN giornalismo dopo IL Giornalismo?