GIORNALINO MENSILE N° 317 APRILE 2019 · tutti a giocare a bocce mercoledi 3 aprile dalle ore...
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GIORNALINO MENSILE N° 317 APRILE 2019
REDATTO CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE
“CARD. GUSMINI” di VERTOVA, VIA SAN CARLO, 30
SERVIZIO ANIMAZIONE
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Pasqua 2019
Carissimi,
nella speranza che questa Pasqua porti serenità e gioia di vivere, il mio
augurio e di tutto il Consiglio di Amministrazione è rivolto affinché
ognuno di voi custodisca ai primi posti i valori essenziali della vita, la
famiglia, l'amore, l'amicizia e la vicinanza al prossimo.
Un caro saluto.
Il Presidente
(dott. Stefano Testa)
Fondazione I.P.S. Card. Gusmini Onlus
Via San Carlo, 30 - 24029 Vertova (Bg)
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Almanacco del mese di aprile
Aprile è il quarto mese dell'anno, nel calendario gregoriano, ed è il primo dell'anno solare a contare 30 giorni. Nell'antico calendario romano, prima della riforma di Numa Pompilio, era il secondo di dieci mesi e raccoglieva tre importanti festività: i Veneralia legati al culto della dea dell'amore e della fertilità femminile; i Cerealia, in onore di Cerere dea della fertilità della terra e della coltivazione dei campi; i Floralia, dedicati a Flora, divinità italica delle piante utili all'alimentazione, identificata in seguito come "dea della primavera". Fin dall'antichità, dunque, aprile era visto come il mese della rinascita della natura dopo il lungo letargo invernale, durante il quale la terra presenta le prime preziose fioriture, offrendosi nel contempo nelle condizioni migliori per essere arata e seminata. Non a caso, leggenda vuole che in questo periodo Romolo tracciasse con l'aratro i confini della "città eterna" che prenderà da lui il nome. Rispetto al mese precedente, il clima si presenta tradizionalmente più mite, con giornate più lunghe ed esposte alla luce solare, ma con un'elevata piovosità. Come suggerisce l'antico proverbio «Quando tuona d'Aprile buon segno per il barile», nella civiltà contadina un aprile abbastanza piovoso significava ottenere un abbondante raccolto. La volta celeste vive il passaggio dalla distesa di stelle luminose tipiche del cielo invernale, a un panorama stellato meno luminoso e orfano della scia della Via Lattea. In questa fase la stella Sirio, protagonista del periodo invernale, lascia gradualmente il posto a Vega, l'astro più luminoso del cielo estivo.
Almanacco dell’orto nel mese di aprile LA SEMINA
Aprile è un mese di primavera inoltrata, dove le temperature generalmente iniziano a essere calde e temperate. In questo periodo diminuisce il rischio di gelate tardive e anche le coltivazioni che temono il freddo possono finalmente essere piantate direttamente in pieno campo in gran parte d’Italia. Per questo motivo è grandissima la varietà di ortaggi che
possiamo seminare in campo.
Con l’aumentare della temperatura esterna, in particolare le minime notturne, ad aprile diminuisce il lavoro di semina in semenzaio e si usa meno anche il tunnel freddo: possiamo cominciare a seminare a pieno regime direttamente nell’orto. Si possono anche fare dei semenzai all’aperto, utili per evitare di dover irrigare grandi superfici e di dissipare spazio nell’orto.
Aprile è anche un mese ricco di trapianti: se avete preparato le piantine in vasetto o se le comprate in un vivaio adesso è il momento ideale per trapiantarle nell’orto, a questo proposito potete dare un’occhiata ai trapianti di aprile.
Per meglio orientarvi nel calendario delle semine trovate il calcolatore automatico di Orto Da Coltivare, che può essere utile a capire cosa potete seminare in questo periodo. Il calcolatore tiene conto del mese, delle condizioni e anche di cosa avevate coltivato precedentemente, per cui considera una corretta rotazione colturale. Potete scegliere cosa volete seminare, dalle verdure più classiche alle erbe aromatiche e vedere quali varietà sono consigliate.
Quali coltivazioni si seminano ad aprile
Nel mese di aprile sono molti gli ortaggi che possiamo seminare direttamente in pieno campo, vanno seminate ora barbabietole, carote, carciofi, cardi, cicorie, fagioli nani e rampicanti, fagiolini, cipolle, rape, rapanelli, spinaci, valeriana, lattughe, fragole, zucche, zucchine, pomodori, peperoni, melanzane. Si impiantano in questo mese anche bulbilli di cipolle e patate. Se cercate coltivazioni poco conosciute o idee
originali da sperimentare potete piantare le arachidi, la luffa o gli alchechengi, mentre se desiderate piantare erbe aromatiche aprile è il mese giusto per il basilico e il prezzemolo. Ad aprile possiamo già trapiantare anche piantine di cavoli, porri, cipolle e le radici degli asparagi, se la temperatura si scalda un po’ si mettono anche peperoni, pomodori, e melanzane. Ovviamente bisogna ricordare che le indicazioni del nostro calendario delle semine sono puramente indicative, cosa si può seminare dipende dalle condizioni climatiche dell’anno specifico, da quelle della zona in cui avete l’orto, dall’esposizione e dalla posizione dell’orto stesso. Aprile è il mese in cui nella gran parte d’Italia si inizia a fare sul serio coi trapianti nell’orto: col passare dei giorni ci inoltriamo sempre più nella stagione primaverile e le temperature si stabilizzano. Anche nelle ore notturne avvicinandosi a maggio sono sempre meno probabili gelate tardive. Chi coltiva in zone calde, come il meridione e le isole, in genere può iniziare già a marzo a trapiantare gran parte delle piante orticole che poi produrranno frutto in estate, anticipando i trapianti di qualche settimana. Viceversa chi abita in posti più freddi, magari in montagna, oppure ha un orto poco esposto al sole, dovrà aspettare il mese di maggio.
Cosa piantare ad aprile ?
Nel mese di aprile sono molti gli ortaggi che possono essere trapiantati. Bisogna solo fare attenzione alle temperature notturne, evitando che le piante ancora giovani e appena piantate trovino troppo freddo, che può farle entrare in sofferenza e arrivare anche a bloccarne la crescita in modo permanente.
In questo mese il calendario dei trapianti ci segna che possiamo piantare tante insalate (rucola, indivia, lattuga, valerianella, scarola), i porri, il prezzemolo, le biete (coste, erbette, barbabietola), gli spinaci e i cavoli primaverili. Questi sono tutti ortaggi abbastanza resistenti al freddo. Aprile è un buon momento anche per trapiantare alcuni legumi, preziosi nell’orto perché fonte di azoto, in particolare possiamo mettere fagioli, fagiolini, ceci. Più attenzione bisogna farla volendo trapiantare piantine di solanacee (pomodori, melanzane, peperoni), il basilico, il sedano e le cucurbitacee (zucchine, zucche, cetrioli, meloni, angurie), sono ortaggi estivi che temono gelate tardive e magari è bene aspettare la fine del mese.
Sfogliatine al pesto
Le sfogliatine al pesto sono un antipasto a base di pasta sfoglia, pesto, pinoli e pecorino a scaglie. Semplici e veloci da preparare, le sfogliatine al pesto si adattano anche ad un buffet o per accompagnare un aperitivo.
Le sfogliatine al pesto si possono preparare anche con la pasta sfoglia pronta che si acquista in rotoli già stesi al supermercato, nel banco frigo. Se non trovate quella
rettangolare, potete comunque usare quella tonda, si riuscirà ad arrotolare lo stesso e produrrà risultati del tutto analoghi.
INGREDIENTI
250 g di Pasta sfoglia
100 g di Pesto genovese 20 g di pinoli 30 g di pecorino sardo
INFORMAZIONI
8 persone 220 Kcal a porzione
difficoltà facile pronta in 30 minuti si può preparare in anticipo
si può mangiare fuori
PREPARAZIONE
1. Stendere la pasta sfoglia nello spessore uniforme di un paio di millimetri circa, fino a formare un rettangolo.
2. Cospargere la superficie della pasta sfoglia con il pesto, stendendolo bene con il dorso di un cucchiaio.
3. Unire e spargere i pinoli e il pecorino a scaglie.
4. Arrotolare le due estremità verso il centro, unire bene con le mani ed affettare il rotolo così ottenuto in fette di un paio di centimetri.
5. Foderare una teglia con carta da forno e mettervi le sfogliatine, ben distanziate le une dalle altre. Appiattirle leggermente con una spatola larga.
6. Tenere le sfogliatine nel frigorifero fino al momento di cuocerle nel forno a 200°C per 15
minuti circa.
Cosa bolle in pentola nel mese di Aprile…
PROVE DI CANTO DEL CORO ARCOBALENO
LUNEDI’ 1, 8, 29APRILE DALLE ORE 9.45 ALLE ORE 11,00 LABORATORIO DI ATELIER
LUNEDI’ 1, 9, 29 APRILE DALLE ORE 14,30 ALLE ORE 16.30 TUTTI A GIOCARE A BOCCE MERCOLEDI 3 APRILE DALLE ORE 14.30 ALLE ORE 16.30 CINEFORUM!
MERCOLEDI’ 3, e il 17 APRILE DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 11,30 LABORATORIO DI CUCINA E PRANZIAMO TUTTI INSIEME!!!
MERCOLEDI’ 10 APRILE DALLE ORE 9,30 IN ANIMAZIONE PER LA PREPARAZIONE E ALLE ORE 12,00 TUTTI A MANGIARE!
MOMENTI SPECIALI CONVIVI DI PASQUA
SABATO 13 APRILE ALLE ORE 19.00 IN SALA POLIVALENTE CENA CONVIVIALE PER LE COMUNITA’ E I LORO PARENTI
DOMENICA 14 APRILE ALLE ORE 12.00 PRANZO CONVIVIALE CON I REPARTI GERIATRICI E I LORO PARENTI NEL POMERIGGIO FAREMO LA SUPER TOMBOLA PASQUALE !!!
MARTEDI 16 APRILE ALLE ORE 12.00 PROVE PER IL FESTIVAL CANORO DELLA TERZA ETA’ CON CENE E GAZZANIGA AL TERMINE MERENDA PER TUTTI !!!
CONCERTO DEI “THE DOCS” IN SLA POLIAVELNETE SABATO 27 APRILE ORE 20.30 CONCERTO DI SENSIBILIZZAZIONE DEI NUOVI PROGETTI GERIATRICI
SABATO 20 APRILE PASSERA’ NEI REPARTI IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE E CI SCAMBIEREMO GLI AUGURI !!!!
BUON APRILE A TUTTI E…A PRESTO!!!
DAL REPARTO HOSPICE
L’ulivo benedetto
Oh, i bei rami d’ulivo! chi ne vuole?
Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.
Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l’ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un po’ di pace ci fa tanto bene.
Giovanni Pascoli
Volontari e Operatori
Hospice,
augurano a tutti i lettori de
L’Arcobaleno
una Pasqua gioiosa!
MI RITORNI IN MENTE… DAL NUCLEO
ALZHEIMER
CAFFETTINO??
In questo articolo vogliamo parlare del caffè!!!
Chi non lo ha mai bevuto?
A noi il caffè piace berlo caldo anche se sono giornate estive ed afose…
A noi piace bere il caffè in compagnia, facendo due chiacchiere al bar, in salotto o al Cafè Alzheimer.
Non ci piace e berlo di fretta perché ci piace gustarcelo!!
Lo beviamo tutti zuccherato a parte Giulia che, da vera intenditrice, apprezza il vero aroma solo se amaro!
Espresso o con la moka a noi non importa… quello che conta è che sia un buon caffè.
Giuseppe lo beve la mattina ma non dopo pranzo; Anna P. lo beveva alle 15 del pomeriggio, abitudine trasmessale dalla mamma; Mira invece se lo gustava dopo pranzo come digestivo con un goccino di grappa…
Anna G. racconta che quando arrivavano ospiti si usava il servizio di prima, sfoggiando tazzine decorate di fine porcellana mentre per tutti i giorni a volte lo si beveva anche nel bicchiere di vetro per non sciupare quello meravigliose tazzine della ‘festa’.
Il caffè era allora come oggi un rito per accogliere ospiti o per concludere un ricco pranzo con parenti ed amici e si e si riteneva giusto usare solo in quel contesto il servizio da caffè. Un’abitudine ormai persa ma che nasconde un valore, la voglia di condividere il bello delle cose con le persone più care.
Buon caffè a tutti!!!
Che questa Pasqua, primavera di Vita,
fiume di colori sia fioriera
di infinita speranza
e letizia per le menti ed i cuori .. ..
AUGURI DI BUONA PASQUA
DAL NUCELO ALZHEIMER
Pensieri e riflessioni…
a cura degli ospiti di Casa Serena
Buona Pasqua
Da parte di tutto il reparo di Casa Serena
Tantissimi Auguri Di cuore a tutti !!
Che la Pasqua Possa essere per tutti...
“Buona Vita”
Notizie e ricordi…. dai nonni del Centro Diurno
IL CARNEVALE!!! Eccoci arrivati al carnevale!! In questi giorni si vedono sfilare delle belle mascherine per le vie del paese. Grandi e piccini agghindati: maschere classiche ma tante volte anche molto fantasiose, coriandoli e stelle filanti che colorano tutto il paese. Da riconoscere che il carnevale è una festa folkloristica sentita molto meno rispetto ad alcuni anni fa…ma ai nostri tempi com’era il carnevale?? Irma: Chiacchere o frittelle? I Saltasö erano i più buoni. Facevo le pastelle che poi stendevo col mattarello e le friggevo nell’olio e poi con una spolverata di zucchero andavano a ruba. Alessio: Io mangiavo solo le frittelle di mele. Mia mamma me le faceva molto buone. C’era la sfilata il martedì grasso, ma per i vestiti dovevamo arrangiarci, con una carta della cassetta della frutta facevamo le frange dei vestiti da cowboy e i coriandoli con i vecchi giornali. Ci sembrava di avere tutto a noi. Bettina: Quando ero bambina mi piaceva il carnevale, era l’occasione per mangiare qualcosa di buono. Ma non c’erano soldi per travestirsi. Veniero: Le maschere secondo me ci sono state solo all’asilo poi c’era molto da lavorare e poco da divertirsi. Enrica: La mamma faceva le frittelle. Eugenio: Nell’età della scuola mi ricordo dei travestimenti ma mi ricordo che quello che faceva gola era il tavolino imbandito di dolci tipici di carnevale e c’erano le frittelle. Beppe: Quando ero piccolo il mio travestimento era quello di Zorro. Tutto vestito di nero, con spada, mantello e maschera.
Concetta: A Bondo pochi erano quelli che avevano la possibilità di fare il carnevale. Ci si arrangiava
con poco. Mia mamma mi bendava gli occhi con una striscia di stoffa con due buchi e mi pitturava la faccia…ed erano belle e pronte le maschere. C’erano però le frittelle con le mele
ed era festa!!!
Pensieri e riflessioni… a cura del reparto mantenimento
Nel mese di febbraio per due settimane è stata con noi Sofia, una ragazza di 17 anni, che sta finendo il quarto anno della scuola superiore.
Ci siamo trovati molto bene con lei: è una ragazza sveglia, simpatica e disponibile.
Spesso si fermava con noi a chiaccherare, ci ascoltava e ci faceva compagnia.
Ci è dispiaciuto che sia rimasta con noi così poco.
Speriamo che ogni tanto venga a trovarci e le auguriamo tanta salute, un buon proseguimento dei suoi studi e che possa realizzare i suoi desideri.
Cogliamo l’occasione per augurare a tutti UNA BUONA PASQUA FELICE E RADIOSA NELLA PACE E NELLA GIOIA DELLA RESURREZIONE.
GUALTIERO CI RACCONTA…
20 FEBBRAIO: FESTA DEI COMPLEANNI
Oggi in Animazione abbiamo festeggiato tutte le persone che hanno compiuto gli anni in questo mese allietati dall’orchestra di Gianmaria e i suoi amici. Dopo tante canzoni che hanno ricordato i tempi della gioventù dei nostri nonni, ognuno è stato chiamato per ricevere un pensiero dalla Fondazione. Io sono rimasto molto contento perché ho fatto la foto insieme a Gina, una nonna a cui voglio molto bene perché è la sorella di Martino. Le canzoni continuano fino alle quattro del pomeriggio e viene servita la torta insieme a una bevanda. E’ stato un pomeriggio diverso dagli altri e un grazie va ai nostri nonni per la loro compagnia. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno organizzato questa festa.
28 febbraio: “ONA CANSU’ DE FA COM-PASSIU’”
Verso le ore 20.30 è iniziato lo spettacolo e i due presentatori, Raffaele e Manuela, intrattengono il pubblico con qualche battuta improvvisata. La giuria composta da persone che frequentano a vario titolo la Fondazione (e più precisamente Cinzia, Omar, Simone, Beppe, Maria e Marco) ha l’onore di premiare 3 categorie: bravura, originalità e simpatia. Il quarto premio invece viene assegnato da una giuria popolare pescata a caso dal pubblico.
Il primo gruppo che si è esibito era del Nucleo Alzheimer, Papaveri, Papere e Qua Qua: hanno avuto tanti applausi. Gli educatori, gli infermieri e i volontari hanno preparato i vestiti ed erano molto belli. Io ho cantato una canzone famosa, cambiando però il soggetto: Linda dagli occhi blu. Inizio a cantare e ricevo molti applausi: l’emozione è al massimo. Ho messo tanto impegno per cantare questa canzone e tutti volevano il bis.
Dopo di me si sono esibiti Aldo the dream (con il canto dal titolo: Soffia Foglia, la canzone era bella e alla fine il pubblico ha apprezzato) e i salta so’ (con la canzone i
44 gatti, sono stati veramente bravi e hanno ricevuto il premio simpatia: i vestiti erano veramente belli, tutti erano mascherati da gatto).
Dopo di loro ha cantato un ragazzo, Michael Gustinetti, veramente bravo che ha proposto la canzone Perfect e ha giustamente ricevuto il premio bravura. Ha cantato sia in inglese che in italiano: tutti l’hanno applaudito e qualcuno si è alzato anche in piedi. Io sono rimasto molto contento che abbia vinto lui. Come intermezzo abbiamo gustato frittelle a volontà.
Dopo la pausa hanno cantato Bohemiam rassodyyy il gruppo dei Freddy Mercurio friends: sono stati bravi e hanno preso il premio dalla giuria popolare. Si è poi esibito il Barbara’s duo con Mamma, bellissima canzone che ricorda i tempi di quando ero piccolo.
Dopo di loro si sono esibite le hot-spice con la canzone il cielo d’Irlanda; oltre a essere brave indossavano dei bei vestiti, uno più carino dell’altro. E’ arrivato il nostro momento e ad esibirsi c’erano tre comunità: CPA, CPM e CRM. Ci siamo chiamati i “casi sociali” e abbiamo cantato “una vita in vacanza”. Siamo stati veramente bravi e abbiamo ricevuto il premio originalità. Abbiamo fatto due mesi di prove: c’è stato molto divertimento e qualche strappo muscolare, ma anche molto impegno! Questo progetto ci ha attivati e fatti divertire e abbiamo smaltito qualche chilo di troppo! Ma tutto non sarebbe stato divertente se non fossimo stati tutti insieme; persone che qui vivono e persone che ci lavorano, amici vecchi e nuovi da dentro e fuori: Ci teniamo ringraziare vivamente la nostra insegnante e coreografa Mery!!!
L’ultimo gruppo è stato Isaia. Tutti abbiamo ricevuto tanti applausi e ogni persona ha ricevuto un vaso di fiori molto belli. Alla fine, prima dei saluti finali, due giurati hanno fatto un piccolo siparietto con tanto di spogliarello e tutti abbiamo riso. Un vero grazie va a tutti coloro che hanno preparato questo spettacolo: Raffaele, Manuela, Leo, i volontari, educatori ecc…
Spero di non avervi annoiato.
5 MARZO: TOMBOLATA di CARNEVALE.
Verso le ore 14,45 ci siamo radunati per partecipare alla tombola di carnevale. Ogni ospite aveva due liste di cartelle che contenevano tutti i numeri estratti. In premio sono state donate 4 cinquine e 7 tombole. Purtroppo nel nostro tavolo nessuno ha fatto cinquine, ma io e Giliola abbiamo fatto tombola insieme. C’è stato il sorteggio della pallina e io non ho vinto, perché avevo pescato un numero troppo basso. Raffaele era vestito da angelo Raffaele ed era molto bello. Ci ha allietati per tutto il pomeriggio scherzando e ridendo con tutti gli ospiti. Finita la tombolata, sono state servite le frittelle con bevande. Ringraziamo tutti gli educatori, volontari, infermieri e tutti che ci hanno allietato questo pomeriggio.
8 marzo: Festa della donna!
Oggi nella sala dell’animazione ci siamo radunati per festeggiare questo giorno che è dedicato alle donne. Hanno partecipato tutte le donne di ogni reparto. Verso le ore 14,45 la sala si riempie ed è stato un momento di felicità. Raffaele mette un po’ di liscio. Prima di mangiare le torte, tutte le ragazze hanno fatto il trenino e hanno ballato all’infinito. Prima di rientrare nei reparti tutte le nostre ragazze hanno
ricevuto in dono un mazzo di fiori che rappresentano il dono di questa giornata: la mimosa. Tutti sono rimasti
molto contenti, ma non solo per musica e balli, ma anche
perché erano felici nell’anima.
AUGURI DI BUONA PASQUA
Con queste righe vorrei augurare una serena Pasqua a tutti e questa volta anziché usare le solite frasi di circostanza mi piacerebbe far riflettere chi leggerà questo articolo su una cosa: al giorno d’oggi si usa spesso dire di voler bene con troppa facilità e probabilmente anche grazie o per colpa dei social si dice spesso di essere amici con troppa facilità, allargandosi forse un po’ troppo e secondo me non dando importanza alla parola amico o alla parola ti voglio bene. Io invece credo che in generale quando si ha a che fare con le persone più che parlare di bene bisognerebbe avere più RISPETTO.
Io spero che la Pasqua di quest’anno insegni a trasmettere il significato della parola RISPETTO: rispetto secondo me significa quando si discute ascoltare anche le opinioni degli altri, prenderle in considerazione, anche il confronto con le persone senza mettere muri o barriere significa avere rispetto, rispettare e dare valore ai sentimenti delle persone e non pensare sempre che quando una persona subisce un torto da un’altra quella se ne possa fare sempre una ragione, fregandosene di quello che l’altra persona può pensare o di come l’altra persona può stare da un punto di vista psicologico ed emotivo.
Rispetto vuol dire anche saper accettare la persona che ci si trova davanti per quello che è non chiedendogli di cambiare: se ci si trova davanti ad una persona che per esempio ha limiti mentali o fisici saperla accettare, aiutare e saperla capire.
Rispetto è saper adeguarsi a delle regole senza discuterle e contestarle perché un conto è avere un’opinione ed è giusto esprimerla perché confrontarsi con le persone significa ragionare, un altro conto è andare sempre contro una regola non sapendola accettare: questo secondo me significa mancare di rispetto verso chi ha stabilito la regola.
Rispetto secondo me significa anche non voler imporre la propria idea alla persona che ci si trova davanti anche perché chi siamo noi per dire che l’idea di un’altra persona è sbagliata perché diversa dalla nostra? Ognuno di noi ha le proprie opinione e nessuno di noi è giudice di nessuno a tal punto di dire che l’opinione dell’altro è sbagliata.
Saluto tutti augurandovi buona pasqua invitandovi a riflettere su quanto ho scritto.
Grazie Michele
I nati nel mese di Aprile…
In Cpa
Cristian G. il 5 compie 43 anni
Giuseppina C. il 22 compie 66 anni
Nicoletta B. il 22 compie 57 anni
In Cpm
Theresia t. il 09 compie 48 anni
Diego M. il 10 compie 50 anni
In Crm
William F. il 15 compie 22 anni
Marco P. il 17 compie 49 anni
Al Nucleo Alzheimer:
Maria P. il 21 compie 88 anni
Anna P. il 22 compie 79 anni
Enrico L. il 23 compie 89 anni
Albertino M. il 11 compie 85 anni
In Casa Serena
Maddalena O. il 3 compie 83 anni
Virginia G. il 27 compie 87 anni
Alessandra B il 10 compie 67 anni
Ausilia Maria S. il 19 compie 80 anni
Giovanna O. il 10 compie 71 anni
Giuseppina G. il 22 compie 85 anni
AL CDI:
Elio Z. il 23 compie 77 anni
Faremo festa tutti insieme
Venerdi 26 Aprile in Animazione
… Vi aspettiamoooo…!!!
Che cos’è la lentezza? Il significato etimologico deriva da “Lento” dal latino lentus = lento, tenace, flessibile e “Mente” dal latino mens = senno, pensiero, coscienza. Complessivamente sembra qualcosa che rimanda sentori di morbidezza ed energia vitale provenienti dall’interno piuttosto che dall’esterno. Se si parla di lentezza non si può prescindere dal parlare di velocità. Oggi dove la vita frenetica ci spinge a fare sempre
di più, sempre più impegni, sempre più lavoro, sempre più libertà (ma davvero lo è?). Troviamo sempre meno tempo
per fermarci, per prendere una pausa, per sederci a riposare, per guardarci allo specchio e riconnetterci con noi stessi
o più semplicemente per grattarsi la testa, stiracchiarsi le gambe, o
guardarsi le punte dei piedi; e ancora… sempre meno tempo per gli
altri, meno attenzione ai dettagli, meno occhi negli occhi, meno
ascolto vero, meno cuore e calore; e ancora… sempre meno tempo
per contemplare la Bellezza nelle sue varie forme.
La velocità che riduce il campo visivo, che ci costringe a prescindere
dal contesto e così diventiamo rigidi, automi, onnipotenti e onniscienti
privi di sogno e della sorpresa pura che spunta sul volto e negli occhi
dei bambini quando vedono parti del mondo per la prima volta.
Immersi in una voragine turbinosa andiamo avanti per inerzia
seguendo la corrente senza timone e senza pilota. Questo è ciò che
pretendiamo, il massimo della performance! In genere ad un certo punto ognuno perde qualcosa o qualche pezzo per
la strada. Che ne so…per esempio il portafoglio, la concentrazione, le chiavi, la testa, la bussola, l’autostima,
l’orientamento, l’amore.
“Chi si ferma è perduto!” o forse si è solo ritrovato.
Lentezza come una parte fondamentale dell’essere, sviscerata dal giudizio e da quell’alone che le attribuisce sapore di
pigrizia e di non far niente. Lentezza come virtù che racchiude al suo interno il ritmo unico e riconoscibile che suona
dentro ogni essere vivente e non, che attribuisce senso, identità e legittima cittadinanza; come la pazienza di ascoltare
le varie sfumature nelle vibrazioni, di mettersi lì vicino con la mano tesa verso l’altro o verso sé stessi in attesa e senza
pretesa, così per il piacere della presenza e dell’essenza.
E a questo punto aggiungo alla lista dei buoni propositi: venerare la lentezza e concedersi delle pause in cui stare a
guardare l’acqua del fiume che scorre, le onde del mare che si infrangono, le stelle lampeggianti nel cielo. Lasciare del
tempo all’improvvisare la vita, un tempo vuoto, nudo e fertile dove quello che nasce lo si riconosce solo nel momento
in cui accade e non un attimo prima e non un attimo dopo.
Che ne so, potrebbe essere che in questo momento mi viene voglia di uscire di casa e ballare per strada. Pazza? Forse
si….ma perché no? Troppe volte rinunciamo senza nemmeno provarci, senza nemmeno sentircele addosso quelle cose
che pensiamo possano accadere ma che sono solo nella nostra fantasia. E le giudichiamo e le attacchiamo ancor prima
di farle fiorire!E allora lentamente vi lascio a questo numero, al viaggio che abbiamo fatto e raccontato insieme in
questo mese sperando che in qualche angolo di questo piccolo Giornale possiate incontrare una piccola parte di voi
stessi pronta a farsi strada!
Isabella
“Affrettati ma lentamente” Cit. Imperatore Augusto
EDITORIALE
Il mondo è pieno di pazzi, un poco lo siamo pure noi…
ModestaMente
Il giornale delle comunità psichiatriche della fondazione Gusmini di Vertova
Anno 5 n. 43 Allegato al n. 317 Aprile 2019 de “L’Arcobaleno”
LENTAMENTE
Nella quotidianità delle nostre giornate, ci capita mai di pensare a quanto il tempo corra veloce? O, al
contrario, lento? A quanto il nostro tempo non corrisponda al tempo degli altri? O ancora, a quanto poco
valore si attribuisce alla lentezza?
Noi ci siamo presi del tempo per riflettere sul tema della lentezza, cercando di guardarla da ogni lato e
contestualizzandola nel nostro luogo e nel nostro tempo. Non ci siamo limitati a penalizzarla o al contrario,
a idolatrarla. Le nostre riflessioni sono andate più nel profondo di questo tema, del quale ci siamo accorti
che ci sarebbero tantissime cose da dire.
Innanzitutto ci è piaciuto pensare a quali sono i vantaggi della lentezza, ad esempio secondo Tiziana
mangiare lentamente ci fa assaporare meglio e aiuta la digestione. A Marco, che si ritiene una persona
lenta, piace fare le cose con calma perché questo gli permette di sentirsi più calmo. Interessante è la
correlazione che è emersa tra il fare le cose con calma e le emozioni che questo suscita. Lorenzo
approfondisce questo tema, dicendo che a suo parere la lentezza può aiutare ad evitare lo stress, troppa
velocità può dare stress e compromettere la salute mentale e fisica, fare le cose piano preserverebbe
quindi la salute.
Di solito quando si pensa alla lentezza viene in mente la pigrizia, il non fare, invece la redazione ha voluto
portare degli spunti che possono aiutare anche i lettori ad aprire una riflessione sull’altro lato della
medaglia, sulla bellezza che
può derivare dal prendersi del
tempo. D’altro canto, non si
può pensare solo ai vantaggi, è
bene anche analizzare quali
sono gli svantaggi e le cose
negative che si celano dietro
alla lentezza. Tiziana riflette su
una sua difficoltà, ovvero su un
problema che ha alle gambe, le
quali la portano ed essere
lenta e ciò la irrita perché per lei lentezza significa perdere tempo e non fare tante cose. Inoltre, troppa
lentezza impedisce di fare le cose piacevoli perché si rimane impegnati a fare altro. Secondo Marco la
lentezza vuol dire non partecipazione. Lorenzo riflette che fare le cose lentamente non va sempre bene, ad
esempio a lavoro può essere uno svantaggio perché puoi essere ripreso perché qua al nord pretendono
velocità. Anche in posti come la comunità siamo stimolati ad essere più veloci. La troppa lentezza potrebbe
farci escludere dagli altri, potrebbe farci fare brutta figura. La società del mondo occidentale di oggi, in
particolare in Europa ed in Italia del nord, richiede parecchia velocità. Tante volte succede che se non si è
veloci come la società vuole che tu sia, tu venga escluso da alcune cose, ad esempio il lavoro, ma anche la
vita sociale ne risente. Ci si sente al margine, guardando gli altri che corrono. Se uno non è un po’ acuto
rischia di essere escluso e magari anche deriso, sto parlando di persone che magari necessitano di tempi
più lunghi per fare conoscenza, per fare battute… In luoghi come le comunità psichiatriche, invece, passo a
passo (quindi lentamente), si cerca di reintegrare nelle esigenze e nei tempi della società, ovvero per ridare
un’identità più integrata nella società a noi che al momento viviamo in una comunità.
Quando si affronta un tema è difficile, e non sempre opportuno, analizzarlo al di fuori di un contesto.
Secondo Tiziana nei paesi si può essere più lenti rispetto alle città dove è richiesta più velocità. Un anonimo
ritiene che oggi come oggi essere lenti in occidente è un po’ limitante perché l’occidente viaggia veloce.
Se invece pensassimo ai nostri pensieri, come li definiremmo? Tiziana ritiene che i pensieri sono rilassati
quando fa le cose lentamente. A Marco i pensieri vanno lenti e gli piace così perché altrimenti si sente
confuso. I pensieri
di Lorenzi a volte vanno veloci, altre volte lenti, a volte vanno anche all’indietro.
E noi invece, che persone siamo? Siamo veloci o lenti? Puntuali o ritardatari? Tiziana è solita essere pronta
5 minuti prima o dopo, “sono fatta così”, né troppo in anticipo né troppo in ritardo. Un anonimo racconta
che fa velocemente tutte le cose che può fare da seduto, mentre fa lentamente ciò che richiede di stare in
piedi. La sua velocità a fare le cose dipende da quello che fa, se è impegnativo o no. Un altro anonimo
sostiene che, a parte sistemare il letto che fa velocemente, le altre cose le fa lentamente. Riesce a fare
meglio le cose che fa lentamente.
Per concludere, una riflessione. Che mondo vorremmo? Più veloce e frenetico o più tranquillo e lento?
Anonimo: vorrei un mondo a misura di uomo, che può essere veloce, che lo faccia star bene e che lo
riempia di cose positive.
Anonimo: vorrei un mondo più tranquillo e lento anche perché consentirebbe una maggiore relazione tra le
persone, anche per chi è più lento e ci sarebbe molta meno discriminazione.
La redazione della comunità Rugiada
ANDAMENTO LENTO
Questo mese, senza fretta e prendendoci tutto il tempo necessario per riflettere, ci siamo inoltrati nel
mondo della LENTEZZA! Mondo per alcuni misterioso e sconosciuto, per alcuni stretto e costretto, per altri
naturale e rassicurante.
Siamo partiti dal cercare di dare una definizione a questa parola: per Maurizio la lentezza è ciò che aiuta a
mantenersi calmi, a non avere stress e stare meglio, piuttosto che essere sempre agitati. Allo stesso tempo
può essere una caratteristica insopportabile, e uno si deve muovere, agire! Secondo Theresia fare le cose
lentamente significa farle piano e meglio, lei infatti condivide appieno il detto “Chi va piano va lontano, chi
va forte va alla morte”. A Fausta l’idea della lentezza evoca l’idea della pigrizia, come quella che le viene
quando deve fare le cose di casa… lei preferisce rilassarsi…lentamente! Per Elisa la lentezza è una cosa
abbastanza bella, perché crede sia bello fare le cose con calma, purché questa non si trasformi in pigrizia.
Sara invece associa l’idea di lentezza a qualcosa di troppo lungo, che non arriva mai alla fine... lei non ama
essere lenta. Secondo Monica la lentezza è sublimazione, lo scandire del tempo: assaporare con calma ogni
cosa che si fa, sia che sia un dovere sia che sia un piacere. “Quando devo attendere, dovrei sublimare il mio
tempo: allora lì la lentezza mi dà fastidio. Predico
bene…ma razzolo male!!”
Il nostro gruppo si è quindi interrogato su quali
possano essere vantaggi e svantaggi
dell’affrontare la vita con lentezza… se da un lato
infatti molti di noi si sentono inclini ad uno stile di
vita con ritmi naturali, dall’ altro lato ci sta una
società frenetica ed il nostro desiderio di riuscire
a fare tutto e bene! Sicuramente uno degli aspetti
più condiviso in merito ai vantaggi della lentezza
riguarda l’accuratezza con cui si riescono a fare le
cose: se si agisce lentamente diminuiscono le possibilità di sbagliare o tralasciare particolari, c’è più
precisione, ci si sente più calmi. Infatti pare che per molti di noi la lentezza abbia un’azione anti-stress:
aiuta la psiche, si salvaguarda la salute mentale e fisica, si è più lucidi nell’agire.
Poi tutto dipende dalla situazione contingente, ad esempio ci sono sport che richiedono lentezza ed altri
che richiedono velocità, alcuni concentrazione ed altri prontezza di riflessi.
Per quanto riguarda il pensiero funzioniamo un po’ diversamente: Monica ad esempio si accorge che non è
un bene quando il suo pensiero corre veloce, in contrasto con la lentezza del tempo e delle azioni: ciò le
provoca
ansia. Elisa si rende conto che riesce a formulare meglio dentro di sé ciò che intende fare, quando il pensiero le va lento; il pensiero di Maurizio corre veloce mentre è impegnato nel fare qualcosa, mentre è lento e rilassato quando non fa niente. Qualcuno di noi si rende conto di avere i pensieri veloci: per Sara si sovrappongono creando confusione, per Fausta sono pensieri che sfociano subito in azione. Per Marina, la nostra gioiosa new entry, è convinta che a fare le cose senza fretta, si fanno meglio, ci si rilassa di più e si passa di più il tempo. “Se devo farle velocemente mi viene un po’ di ansia, però se devo farle veloci le faccio.” Discutendo insieme siamo riusciti anche a trovare alcuni svantaggi della lentezza. Per Monica la lentezza può essere un peso, una cosa statica, come stare fermi, come se appendesse il tempo… una sorta di agonia temporale. Fausta percepisce nella lentezza la discrepanza con i ritmi altrui, per cui si rimane indietro nei loro confronti, ci si impiega più tempo. Maurizio ha una visione pragmatica: se si hanno cose da fare non c’è bisogno di stare fermi o andare lenti, se sono da fare si fanno. Ad esempio guidare o parlare lentamente fa venire da dormire! Theresia e Elisa sono convinte che la lentezza vada bene, anche se magari si riescono a fare meno cose, come sostiene anche Marina. Molto secondo lei sta nel riuscire a concentrarsi su ciò che si sta facendo, lento o veloce che sia, evitando di pensare già a quella dopo.
Ognuno di noi affronta la giornata e le attività a modo proprio, chi portandosi avanti e vivendo un po’ in anticipo, chi prendendosi il proprio tempo….e facendo eventualmente aspettare gli altri! Elisa: “Mi faccio prendere dall’ansia pensando alle cose da fare; allora preferisco essere in anticipo, ad esempio nel sistemare la camera, fare i mestieri, cucinare..”. Anche Fausta si porta avanti, ad esempio organizza con qualche giorno di anticipo cosa cucinare, e quindi cosa comprare, quando va in permesso a casa con la figlia. Anche per prendere i pullman, parte in anticipo, è sempre stata così!
Questa preoccupazione di perdere il pullman accomuna quasi tutti, infatti anche Sara preferisce portarsi avanti ed aspettare un po’ alla pensilina. Marina si dichiara l’opposto di sua sorella: “ quando deve venire a prendermi so già che se mi dice ‘sto arrivando’, significa che in realtà sta partendo! Io in generale preferisco portarmi avanti e se qualcuno mi dice un orario, vorrei fosse quello”. Maurizio non si lascia molto turbare da anticipi o ritardi, crede che il benessere sia più legato alla sicurezza ed alla comprensione: “ tante volte sei scoraggiato perché sei in mezzo ad insulti e minacce senza motivo, invece qui in comunità c’è più comprensione, anche se non so quanto sia giusto stare qui. Il silenzio basta cercarlo, e il rumore fa parte della vita moderna”. Monica ama la puntualità, scandisce la sua giornata con orari precisi anche anticipando l’impegno che ha. Au contraire, non le piace l’attesa che vive in maniera viscerale. Theresia solitamente si porta avanti solo se ha appuntamenti importanti come le visite in ospedale, caso in cui in si prepara prima; altrimenti tende a fare le cose al momento giusto. C’è da dire che per noi bergamaschi parlare di lentezza non è facile, molti di noi l’efficienza ad alto ritmo ce l’hanno ben impressa nel DNA!! Discutendo con alcuni di noi che hanno vissuto per parte della propria vita in città, la differenza sostanziale si trova tra città e paesini. In città acquisisci subito il ritmo frenetico e schematico non appena ci vivi, anche se magari passi anni a rimpiangere il ritmo lento e rilassato del paese. Maurizio, milanese di origine, ricorda la città come un luogo con frenesia, smog e baccano; da quando vive in provincia di BG invece ha trovato più calma. Monica ha avuto modo di lavorare in diverse regioni italiane: “secondo me non sono lenti nelle altre regioni rispetto a noi, però hanno altri orari. Magari iniziano più tardi al mattino, ma finiscono più tardi anche la sera. A Genova ricordo di aver conosciuto moltissimo metereopatici: quando piove tutto va lento e tendono a mettere il naso fuori casa il meno possibile! I torinesi invece secondo me hanno fretta di fare tutto e lo fanno in modo superficiale. Quindi ogni luogo ha modi diversi di affrontare le giornate”.
Sicuramente in Tanzania, dove è nata e cresciuta Theresia, si cerca di andare pole pole mentre lei si è
accorta che a Bergamo si lavora tanto e presto fin dal mattino e con velocità. Una riflessione va fatta anche
sulle condizioni climatiche: anche in Africa si inizia a lavorare e spostarsi all’alba per evitare il sole cocente,
come ci si muove più lentamente proprio per il caldo.
Per restare in tema di “bergamaschità” e di lentezza, abbiamo pensato a come ci fa sentire la società: ci
porta a correre? O accetta i ritmi individuali?
Secondo Fausta la nostra società ci chiede di fare le cose come te la senti, lente o veloci, ma di farle bene e
giuste. “Per me le cose veloci sono quelle fatte in automatico, nel gestirsi, nelle routine, si è più frettolosi.”
Maurizio: “certe volte si fanno le cose veloci, rischiando di diventare frenetici, mentre se uno agisce con
calma riesce a fare meglio. Anche secondo me la società non ci chiede un ritmo preciso, basta che le cose si
facciano. L’importante è fare le cose fatte bene.”
Monica: “leggi riflessi negli occhi della società, quando si fanno le cose lentamente, una sorta di
insofferenza. Quindi l’andamento lento diventa un limite: vedere
questa immagine riflessa mi fa sentire a disagio. Ad esempio quando
devo imbustare cose, o svolgo azioni in cui sono lenta, mi sento
osservata con criticità e non vorrei avere questo limite: ritengo che
questo sia un limite mio, non della società. Spero che in futuro io
possa migliorare e tornare a fare le cose con ritmi normali. C’è da dire
però che essere dinamici è una cosa, essere persone che corrono
sempre di fretta è un’altra”.
Theresia: “la società ci chiede la velocità e cose fatte bene, e di
svegliarci presto al mattino. Penso che vada bene così. Adesso non so
come sia in Tanzania, ma quando vivevo io le cose si facevano
lentamente, anche se quelli che lavoravano negli uffici in città dovevano partire presto perché gli orari
erano molto stretti”.
Marina: “io non penso che efficienza sia velocità, spesso infatti le cose fatte in fretta escono male. Gli
episodi dei genitori che dimenticano i bambini in auto sono una conseguenza della frenesia, non si può
arrivare a quei livelli… adesso abbiamo bisogno di un dispositivo in auto che non ci faccia dimenticare i figli,
o gli animali! La mia esperienza da infermiera professionale mi fa dire che alcune cose bisogna farle
lentamente, perché sono cose in cui non si deve sbagliare, si lavora con le persone! La lentezza non è un
limite, quando serve serve. E’ vero però che adesso è difficile andare piano, per fare famiglia bisogna
lavorare in due, per forza bisogna correre qua e là. Bisogna organizzarsi, si prendono gli integratori per
arrivare a sera!”.
L’ultima riflessione a cui il nostro gruppo ha dedicato attenzione (questo mese siamo stati iper produttivi!!)
è inerente ai cambiamenti che la sofferenza mentale ha portato nella nostra vita, e quindi anche nei nostri
ritmi. Marina racconta che quando ha sofferto a livello psicologico ha rallentato tantissimo, si chiudeva in
sé stessa, col telefono spento: quasi fino ad un blocco. Invece negli ultimi anni il vivere da sola le
permetteva di gestire i propri tempi. Inoltre si è resa conto che trova spesso persone gentili che accettano i
suoi attuali limiti e tempi, e che spesso la aiutano anche senza che lei chieda niente. Maurizio ricorda che a
Milano aveva iniziato ad aver bisogno di velocità, di uscire sempre, cercare gente, andare in bici…non
poteva stare fermo! Monica si racconta come una persona che ha sempre reagito, non si è mai bloccata. In
passato talvolta era fin troppo dinamica, doveva frenarsi un po’. Ora devo rieducare la mia mente alla
dinamicità perché la malattia fisica mi ha portato a perdere azioni che prima svolgevo in modo spensierato,
come camminare con i tacchi.” Che dire per concludere, speriamo di avervi fatto conoscere nuovi aspetti di
noi e di aver stimolato le vostre personali riflessioni. Noi sicuramente ci sentiamo di consigliare a tutti, noi e
voi, di dare il giusto valore al tempo: non perdiamo le cose essenziali correndo di qui e di là, cerchiamo di
fermarci, guardare negli occhi le persone a cui teniamo e trascorriamo momenti pieni con loro!
Ecco come hanno risposto i nostri intervistati:
1- Quali cose fai velocemente e quali fai lentamente? - Velocemente pulisco, lentamente cucino. - MI immergo nei miei pensieri e questi scorrono velocemente. Mangio lentamente, per me è assaporare gusti e profumo del cibo. - Penso velocemente di muovermi, invece mi muovo lentamente perché devo stare calmo. - Mangio velocemente, faccio lentamente l’igiene: insaponarmi per bene e sciacquarmi mi rilassa molto. - Faccio lentamente i mestieri di casa, velocemente le cose che mi piacciono. - Velocemente la doccia e preparare i vestiti, lentamente pulire e cambiare la biancheria al letto. - Guido sempre velocemente, cucino lentamente perché ci vuole cura. - Faccio di fretta ciò che non mi va di fare, mentre me la prendo comoda quando voglio coccolarmi. - Mangio, lavoro e cammino velocemente, mentre lentamente scelgo i libri e vestiti. - Faccio tutto lentamente, a parte sistemare il letto. - Faccio velocemente tutte le cose che posso fare da seduta, lentamente ciò che richiede di stare in piedi.
2- Consideri la lentezza un limite? Se si, perché? - No, faccio le cose lentamente perché mi piace. - Considero la lentezza un limite che io vivo camminando. - Sì perché sei molto più disturbato da chi fa rumore o parla ad alta voce. - Quando si ha tempo, la lentezza non è un limite. Anche fare una passeggiata con calma senza dover guardare l’orologio è bello. - Io sono una persona lenta in tutte le cose, la mia personalità è così, e per me è un limite. - No. - In un mondo che va sempre a mille all’ora la lentezza è una virtù. - E’ un limite solamente se in quel preciso momento servisse velocità. Altrimenti, saper rallentare è una grande fortuna. - Non credo sia un limite, piuttosto una caratteristica. Sicuramente la lentezza mi appartiene poco! - Oggi come oggi la lentezza in occidente è un limite perché l’occidente viaggia velocemente. Comunque secondo me non è una brutta cosa perché salvaguarda di più la salute. - Essere lenta significa che m’impedisce di fare altre cose.
3- Vorresti un mondo più frenetico e veloce o tranquillo e lento? - Vorrei un mondo con più pace. - Vorrei una realtà più tranquilla. - Non ci sono dubbi: un mondo più tranquillo e lento. - Decisamente un mondo più tranquillo e lento, ma non sempre si può. - Vorrei un mondo più tranquillo e lento, perché sarebbe più facile per il mio carattere. - Tranquillo e lento perché se ne trae più beneficio, risultati positivi. - Il mondo dovrebbe essere più lento per darci del tempo da dedicare alle persone che amiamo e anche a noi stessi. - Vorrei un mondo più lentooooo e in cui la calma è di norma. Però non so quanto ci resisterei!! ahahah - Penso che un mondo più lento e tranquillo aiuterebbe tutti noi a ritrovare ritmi più naturali, che ci aiuterebbero a dare meno per scontate molte cose. - Vorrei un mondo più tranquillo e lento anche perché consentirebbe una migliore relazione e vita sociale tra le persone anche chi è più lento; ci sarebbero meno discriminazioni verso chi è più lento. - Vorrei un mondo a misura d’uomo che può essere veloce, che può far stare bene l’uomo e riempirlo di cose piacevoli.
Ringraziamo chi ha voluto condividere con noi il proprio pensiero: Monica, Marina, Fausta, Barbara, Roberto, Maria, Valentina e una manciata di anonimi!!
La comunità Quadrifoglio
IL TEMPO DI UNA CAREZZA
“Senti che bella questa carezza; non ci sarebbe senza lentezza”. Con questa frase vorremmo inaugurare il tema del mese: “La Lentezza”. Ognuno di noi nella vita tende a fare le cose lentamente o velocemente. Ciò dipende dal carattere, dal temperamento e dagli impegni quotidiani: trattasi di stile di vita. Patrizia dice di essere apparentemente pacata ma che va in ansia se ha molte cose da fare ed aumenta i ritmi. Non sempre è facile stare con chi fa le cose lentamente ma assaporare la lentezza ci permette di stare con gli altri e di prendere delle decisioni che necessitano di calma sia fisica che mentale come afferma Maria. Gabriele dice che tutto dipende dallo stato d’animo: “se sento addosso molta pressione per fare le cose di fretta vado in defaillance e rallento. “Talvolta mi rendo conto che fuori dalla comunità la gente corre senza fermarsi per ponderare le cose” dice Antonio ed aggiunge che spesso i ritmi frenetici non rispettano il bioritmo dell’uomo che facilmente accumula stress e talvolta lo riversa ingiustamente in famiglia. C’è chi invece come Gualtiero associa la lentezza ad un proprio periodo di apatia, chi addirittura come Ilaria, odia la lentezza nel prendere decisioni anche se a volte l’impulsività non è un bene. Franco ricorda che quando era ragazzo agiva velocemente perché il corpo glielo permetteva ma ora se potesse tornare indietro, rallenterebbe. “La mia lentezza è assaporare i cibi con calma” afferma Anna, “e poi fumare una sigaretta” ma come ogni cosa,” nel mezzo c’è la virtù” dice Tatiana. C’è chi invece ha una visione piuttosto originale circa il tema della lentezza e dice : “A me non piace fare le cose né lentamente né velocemente, piuttosto a me piace fare le cose bene”. Giovanni ha sempre avuto un ritmo di vita tranquillo, mentre altri hanno adeguato i propri ritmi in base agli eventi di vita come Marco che afferma: “sono più lento da quando assumo dei farmaci, ma in genere sono sempre stato abbastanza tranquillo.” Elena dice di essere dinamica e che la lentezza è un valore a cui ambisce mentre Michele pur essendo meno dinamico, ama intervallare alla routine, piuttosto frenetica, delle passeggiate in montagna dove trae energia positiva guardando la natura fatta di tempi scanditi e lenti, che non sono quelli veloci che Daniele utilizza per assaporare un buon gelato mentre cammina a passo veloce per strada, stando attento a non inciampare.
La comunità Agorà
MOMENTO MUSICALE
Anche questo mese ci teniamo a proporvi un ascolto inerente il tema discusso…. Isabella (la super editorialista di questo numero) vi suggerisce questa bella canzone di Piero Pelù!
LENTEZZA di Piero Pelù
Siamo animali strani
Con abiti normali
I piedi a terra e le idee tra le nuvole
Forse la vita è un sogno
Meccanismo del tempo
Che ci trasporta dove noi non immaginiamo
Dove una stella può cadere
E diventare il desiderio che siamo qua, che siamo qua un anima
E puoi volare su questo mare
Su un guscio di noce che è la tua fragilità
Lo puoi capire
Fallo senza fretta
E prenditi il tempo perché la tua lentezza
È l’equilibrio per restare in piedi..
lento
Tempo ma comunque sempre dentro,
Il tempo lento?
Siamo animali rari
Ognuno ha le sue ali
Ognuno I suoi tempi
Quando vai basta arrivare
Dove una stella può cadere
E diventare un desiderio un attimo di libertà instabile
puoi volare anche senz’ali
Su un guscio di noce con la tua velocità
Lo puoi capire
Fallo senza fretta
E prenditi il tempo perché la tua lentezza
È l’equilibrio per restare in piedi
lento
Tempo
Ma comunque sempre dentro
Il tempo lento?
lento
Tempo
Puoi riprender tutto il tuo tempo
Lento
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