Giornale di Istituto Aprile 2016

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Anno XV Numero Unico Aprile 2016 ...

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Anno XV Numero Unico Aprile 2016

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LA REDAZIONE

a.s.2015/2016

Docenti:Mariella Nardulli, Leonar-

do Sportelli Studenti:Fabio Fer-

rulli,Veronica Cotecchia, Alessan-

dra Lonigro, Serena Signorile, Mar-

tina Moretti, Carlotta Chiaromon-

te, Mariangela Gentile, Giorgia

Addabbo, Giulia Plantamura, Ales-

sia Stano, Luigi Tannoia, Angela

Teodosio, Antonisa Pistilli, Gioana

Nico, Claudia Caporusso, Beatrice

Mola, Martina Cosmo, Amedeo

Vitucci, Antonella Ferrulli, Alessia

Pappadà, Cristina Campanile, Anna

Carrasso, Daniele Ironico, Clara

Mastrorocco, Maria Mastrorocco

Si ringraziano i docenti: Annamaria

Dimaggio, Paola Forte, Caterina

Levato, Gabriella Piragina

Indice

Navigare necesse est ….

pag.2

Chi sono io per giudicare...

pag.3

aMare leggere

pag.4

Un viaggio nel passato...

pag. 5

Ammaliati da Londra…

pag. 6

17 Ottobre 2015

pag.7

L’8 Marzo non è una festa

pag. 8

Scatti d’autore

pag. 9

Malati di selfite

pag.10

Perché un corso di dizione?

pag.11

L’araldo del Paradiso dantesco

pag.g 12-13

Il don Milani in prima linea......

pag.g 14-15

Locandine

pag.16

Anno XV Numero Unico

“ NAVIGARE NECESSE EST, VIVERE NON

EST NECESSE “ Plutarco

Stages a Malaga, a Londra, a Cannes, attività di alternanza scuola lavoro, viaggi

d’istruzione, progetti Erasmus: un anno scolastico magico, quello del don Milani, di

apertura al mondo, durante il quale

abbiamo tanto viaggiato, conosciuto,

riflettuto, appreso, condiviso per-

ché, come scriveva Plutarco,

“Navigare necesse est, vivere non est

necesse” . Secondo la tradizione la

frase fu pronunciata da Pompeo che

in questo modo incitò i soldati ad

affrontare il mare in tempesta, a ri-

schiare, in una parola ad uscire dal

contingente per elevarsi a ideali su-

periori, senza farsi schiacciare da

tutto ciò che è quotidiano, routine.

“Navigare” è uscire dalla chiusura del

piccolo mondo in cui ci si trova ed

abbracciare nuove esperienze, nuovi percorsi che ci facciano sentire cittadini consa-

pevoli e responsabili. Solo conoscendo gli altri daremo il nostro contributo al cam-

biamento , foriero di pace e di solidarietà.

La redazione

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Nella società odierna, le discriminazioni sono all’ordine del

giorno: etnia, religione, orientamento politico e sessuale

sono alcune delle tante cause. Parlando di orientamento

sessuale, vi è una forte discriminazione, chiamata omofobi-

a, che dilaga sempre più nelle menti degli italiani, soprattut-

to dei giovani.

Molte persone vivono nella ferma convinzione che l’essere

omosessuale significhi avere una malattia contagiosa, ma

guaribile. Infatti, molti cattolici estremisti organizzano in-

contri per “ex-omosessuali” che vogliono condividere la

loro “esperienza di guarigione”, aiutando altri giovani omo-

sessuali a risolvere il loro problema. Tutto questo non ha

alcun senso: questi ragazzi, infatti, ricevono solo un

“lavaggio del cervello”, che spinge loro solo a vergognarsi

della propria natura e a nascondersi, cosa di cui non vanno

mai fieri.

Gli adolescenti omosessuali sono spesso vittime di bullismo, fisico e psicologico; spesso si chiudono in loro stessi, cercando di

cambiare per farsi accettare, oppure semplicemente non fanno “coming out” , ovvero non rivelano il loro orientamento per

anni, per evitare queste tortura.

Spesso molti di questi cattolici continuano a dire che gli omosessuali non dovrebbero essere ammessi nelle chiese e non do-

vrebbero nemmeno ricevere i sacramenti. È per questo che Papa Francesco, alla domanda “Cosa ne pensa della questione

degli omosessuali?” risponde: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Un

insegnamento molto forte, che non sembra essere stato ancora recepito dai “bigotti” della Chiesa e neanche da alcuni ipocriti

atteggiamenti dei politici.

Questa ipocrisia è espressa in manifestazioni per valorizzare la “Famiglia Tradizionale” rispetto a quella “anormale”: il

“Family Day”, per manifestare contro il movimento “Svegliati Italia” a favore del cambiamento.

Questi due movimenti hanno evidenziato una grande frattura nella popolazione, dato che la maggior parte vuole che questa

legge venga approvata, mentre una minoranza la disapprova.

Per questo motivo è importante una buona informazione, per far nascere nei cuori della gente una nuova coscienza, una nuo-

va mentalità, magari più aperta ai cambiamenti.

Sarebbe il momento, nel 2016, di vivere nella totale uguaglianza e tolleranza, dove non c’è più bisogno di manifestare per ave-

re dei diritti che dovrebbero, appunto, essere diritti.

Veronica Cotecchia III BL

Anno XV Numero Unico

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<< Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.>>

Ogni viaggiatore porta con sé dei

ricordi e delle esperienze che costi-

tuiscono la sua storia. Quando un

viaggio nasce con l’intento di con-

durre ragazzi e famiglie alla riscoper-

ta della lettura, la storia di ognuno si

confronta e si arricchisce attraverso

un percorso di condivisione e sco-

perta.

È con questo scopo che nasce il

progetto “aMare Leggere” che ha

portato alcuni studenti del nostro

Istituto a compiere un percorso

reale e immaginario in compagnia di

scrittori e attori che, attraverso i

libri intendono stimolare la riflessio-

ne su tematiche interessanti affron-

tate con serietà ma anche con un

pizzico di ironia.

Ennio Cavalli, Gino Manfredi, Marco Giandomenico, Alice Mocci e Isabella Pedicini sono solo alcuni dei nomi degli scrittori e attori

che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare a bordo della nave del gruppo “Grimaldi Lines”, nel tragitto da Civitavecchia a

Barcellona.

Nel corso delle due giornate di navigazione è stato possibile partecipare a incontri con gli autori con cui si è discusso sui loro testi:

“La raccolta differenziata della memoria”, “Ricette umorali”, “Il contributo di Anna Kuliscioff all’emancipazione femminile” e “Dai un

bacio a chi vuoi tu”. Il programma del progetto “aMare Leggere” ha inoltre promosso altre attività culturali come la visione di film

“Placido Rizzotto”, “Il giovane favoloso” e il concorso fotografico “Scatta una foto a Barcellona” con relativa premiazione. I vincitori

hanno ricevuto in regalo i libri presentati a bordo.

Durante la sosta a Barcellona abbiamo

ammirato e apprezzato non solo le

bellezze artistiche della città, le opere

di Gaudì, la Sagrada familia ma, soprat-

tutto abbiamo assaporato la fresca

ospitalità di una città giovane ed acco-

gliente.

Noi studenti cogliamo l’occasione per

ringraziare gli insegnanti che ci hanno

accompagnato in questa avventura

irripetibile. Questa esperienza cultura-

le ci ha insegnato che ogni libro rac-

chiude emozioni, esperienze e rifles-

sioni che pagina dopo pagina ci avvici-

nano a mondi nuovi da scoprire.

<< L’umanità ha il diritto di vedere,

udire e tacere. Il prossimo diritto fac-

ciamo che sia sognare>>

(Eduardo Galeano)

Claudia Caporusso

Beatrice Mola

5BL

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La nostra scuola, come ogni anno, ci ha permesso di scoprire e studiare il mondo attraverso l’organizzazione di stage e gite

extrascolastiche.

La nostra classe, la IIBL, accompagnata dalla professoressa Cassone, ha deciso di partecipare alla gita di due giorni a Paestum

ed Ercolano, due meravigliose città situate nelle vicinanze di Napoli.

Dopo aver atteso con tanta gioia e curiosità, finalmente è arrivato il fatidico giorno, il 14 marzo.

Come prima tappa, abbiamo potuto ammirare gli scavi di Elia-Velia, che anche se non molto conosciuti, restano una testimo-

nianza del passato. Oltre agli scavi, dopo una lunga e tortuosa salita, abbiamo potuto osservare e fotografare la porta Rosa,

così chiamata in onore della donna del suo costruttore. Più in alto, la vista del castello che lascia scorgere una parte del favo-

loso mare di Napoli.

Anche Paestum è stata una piacevole scoperta perché abbiamo potuto visitare imponenti templi dedicati agli Dei principali e

osservare attentamente, in uno dei musei della città, alcuni dipinti, sculture e oggetti simboleggianti la vita e le modalità di

guerra dei popoli più antichi.

Il giorno seguente abbiamo trascorso tutta la mattinata ad Ercolano, una città che milioni di anni fa venne travolta dalla lava del

vulcano Vesuvio ma, fortunatamente, al termine di questa eruzione, seguì un maremoto che spense le fiamme. Nessuno riuscì

a sopravvivere, ma la città ha comunque conservato la sua bellezza.

Ad Ercolano i Romani si recavano per rilassarsi durante le vacanze alle terme e alle piscine dove erano soliti intraprendere

discorsi di politica ed affari. Molto interessanti erano dei luoghi, simili ai moderni fast food, in cui i Romani potevano fermarsi a

mangiare o addirittura acquistare vivande da consumare nelle loro domus. Nelle domus, abitazioni tipiche dei romani, abbiamo

potuto notare che esse erano composte da un grande atrio, da stanze da letto per una sola persona e una grande sala affresca-

ta che abbiamo ammirato e commentato insieme alla nostra guida.

Ovviamente non è mancato il divertimento; infatti, a Pompei, i professori ci hanno consentito di passeggiare liberamente per le

vie principali e acquistare souvenir come il tipico elmo pompeiano.

Antonella Ferrulli

Martina Cosmo 2BL

Anno XV Numero Unico

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Anno XV Numero Unico

AMMALIATI DA LONDRA

Il progetto “Work and school in progress”, finanziato

dall’UE, ha permesso ad un gruppo di studenti del no-

stro istituto di trascorrere un mese all’estero per lavo-

rare e imparare la lingua.

Siamo arrivati in quindici a Londra i primi giorni di Set-

tembre accompagnati dalle professoresse Piragina e

Scattaglia, e siamo stati accolti da famiglie del posto.

L’agenzia “Twin Group” si è occupata delle sistemazio-

ni. Prima della partenza, abbiamo effettuato un collo-

quio telefonico in inglese e pertanto ogni studente è

stato assegnato ad un’azienda dove lavorare.

Quest’esperienza ci ha permesso di sviluppare abilità

linguistiche e lavorative in vari ambiti.

Abbiamo lavorato otto ore al giorno dal lunedì al ve-

nerdì. Nel fine settimana, abbia-

mo usufruito di visite guidate ad

Oxford, Cambridge, Bath e Bri-

ghton. Fra le altre attività, erano

inclusi spettacoli teatrali, musical

e concerti in famosi teatri e sale

concerti di tutta Londra.

Inizialmente, abbiamo dovuto

superare difficoltà legate alla

comunicazione in inglese,

all’utilizzo dei trasporti pubblici

per spostarci autonomamente o

all’adattamento a diverse abitu-

dini, ma alla fine ce la siamo tutti cavata bene. Abbiamo

stabilito buone relazioni con colleghi e datori di lavoro,

siamo stati in grado di aiutare i clienti e abbiamo impa-

rato le giuste strategie per affrontare tutte le varie si-

tuazioni.

L’esperienza lavorativa è stata istruttiva non solo da un

punto di vista personale, ma anche a livello culturale. Ci

ha dato la possibilità di essere più indipendenti e sicuri

di noi. Siamo tutti felici di aver avuto questa opportuni-

tà che ci ha cambiato la vita perché siamo sicuri che

avrà un grande impatto sul nostro futuro.

ENTHRAILED BY LONDON

The project called “Work and school in progress”, sup-

ported by the EU and local government, allowed a

group of students from our school to spend one

month working abroad and learning the language.

Fifteen of us arrived in London at the beginning of Sep-

tember accompanied by two teachers, Mrs. Piragina and

Mrs. Scattaglia, and were hosted by local English fami-

lies. The “Twin Group” agency made all the arrange-

ments. Before the departure, we had a phone interview

in English and thus, each student was assigned a com-

pany where they had to work. This experience allowed

us to develop language and working skills in different

fields.

We worked eight hours a day from Monday to Friday.

At the weekend, we took guided

tours to Oxford, Cambridge, Bath

and Brighton. Activities included

going to plays, musicals and con-

certs in famous theatres and con-

cert halls all around London.

At the beginning, we all had to

overcome problems related to

communicating in English, using the

public transport system to get

around independently or adapting

to different habits, but in the end

we all got on well. We established

good relationships with co-workers and managers, we

were able to help the customers and we learnt the

right strategies to face every kind of situation.

The work experience has been instructive not only

from a personal point of view, but also on a cultural

level. It has given us a chance to be more independent

and self-confident. We are all happy to have had this life

- changing opportunity because we are sure it will have

a great impact on our future.

Luigi Tannoia

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Anno XV Numero Unico

17 OTTOBRE 2015

Pronti, partenza, via!

Si parte per una nuova avventu-

ra.

Difficile descrivervi le emozioni

vissute quel giorno: l’attesa di

arrivare a Málaga, la paura di

non essere pronti ad affacciarci

in un mondo apparentemente

più grande di noi, quello del

lavoro, l’intrepidezza di visitare

nuove città e di praticare le

nostre conoscenze linguistiche.

Málaga, pronti per dare inizio a questa nuova esperienza,

subito accolti a braccia aperte da quelle che poi sono

diventate per noi delle seconde famiglie, sempre pronte

a soddisfare le nostre necessità e sempre premurose nei

nostri confronti.

Incominciamo la prima settimana di lavoro nei vari posti

assegnati: il CAC (Centro de Arte Contemporanea), il

Museo Picasso, il Museo Thyssen, il Museo

dell’Automobile, il Museo del Vino, il Teatro Cánovas,

Hotel Atarazanas e infine Hotel Ibis.

Conosciamo i nostri colleghi e subito ci rendiamo conto

che quella città magica sarebbe diventata per noi una

vera e propria casa.

Durante la permanenza a Málaga , abbiamo avuto

l’occasione di visitare durante i weekend, città come

Siviglia e Granada vivendo completamente quella splendi-

da regione chiamata Andalusia.

Man mano che passavano i giorni e poi le settimane, si

avvicinava sempre di più la data del ritorno: ormai sve-

gliarsi presto la mattina, prendere l’autobus e andare a

lavorare era diventato non solo un piacere, ma anche

un’abitudine difficile da dover perdere.

Lo stage ha rappresentato una significativa opportunità

di praticare le lingue che studiamo a scuola, una impor-

tante occasione di provare in anticipo cosa significhi en-

trare nel mondo del lavoro.

Di Málaga e dei suoi malagueñi abbiamo colto il grande

senso di ospitalità e condivisione, sempre coniugato con

un modo gioioso di vivere il quotidiano.

E un ultimo ringraziamento, ma non di certo meno im-

portante, va ai nostri due accompagnatori, la Prof.ssa

Forte e il Prof. Valeriano, che si sono mostrati sempre

molto disponibili nei nostri confronti, senza il loro sup-

porto non avremmo mai potuto realizzare un’esperienza

coinvolgente come questa.

Lasciamo Málaga con una promessa: quella di tornarci

presto perché si sa che “da qui a due mesi sarà sicura-

mente cambiato qualcosa.”

17 DE OCTUBRE 2015

¡Preparados, listos, ya!

Salimos hacia una nueva aventura

Dificil conseguir describiros las

emociones que vivimos aquel día:

las ganas de llegar a Málaga, la

angustia por no sentirnos a la

altura de las circustancias, las del

mundo laboral, aparentemente

mucho más grande que nosotros,

la curiosidad por visitar nuevas

ciudades y el deseo de poner en

practica nuestras competencias

lingüísticas.

Málaga: listos para empezar esta nueva experiencia, de

pronto nos reciben con los brazos abiertos los que más

tarde se volverán, para nosotros, en nuestra segunda

familia, siempre disponibles en satisfacer nuestras

necesidades y siempre muy atentos con nosotros.

Empezamos la primera semana de trabajo en los

diferentes lugares de prácticas asignados: el CAC (Centro

de Arte Contemporáneo), el Museo Picasso, el Museo

Thyssen, el Museo del Automóvil, el Museo del Vino, el

Teatro Cánovas, el Hotel Atarazanas y, finalmente, el

Hotel Ibis.

Conocemos a nuestros compañeros de trabajo y

enseguida nos damos cuenta de que aquella mágica ciudad

se habría vuelto en nuestra casa.

Durante nuestra estancia en Málaga, hemos tenido la

ocasión de visitar, en los fines de semana, Sevilla y

Granada, disfrutando de este modo por completo de esta

hermosa parte de España: Andalucía.

A medida que pasaban los días y las semanas, se acercaba

cada vez más la fecha de regreso: así que despertarse

temprano por las mañanas, coger el autobús para ir a

trabajar ya no sólo era un placer sino en un hábito difícil

de apartar.

Esta experiencia para nosotros ha representado una gran

oportunidad para practicar los idiomas que estudiamos en

el Instituto y una importante ocasión para valorar de

antemano lo que significa realmente darse de alta en el

mundo del trabajo. De Málaga y de sus malagueños nos

queda su gran sentido de hospitalidad y de intercambio y

porsupuesto su forma tan alegre y divertida de vivir.

En una nota final, nos gustaría dar un agradecimiento

especial a nuestros dos compañeros, la profesora Forte y

el profesor Valeriano, por mostrarse siempre disponibles

con nosotros y porque sin su apoyo, quizá, no

hubiéramos sido capaces de realizar una experiencia

cautivadora como esta.

Dejamos Málaga con la promesa que regresaremos

pronto y sabiendo que "dentro de dos meses

seguramente cambiará algo."

Angela Teodosio 5BL

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Anno XV Numero Unico

L’8 marzo è la Festa delle Donne o, più correttamente, la

Giornata internazionale della donna. Ma perché si festeggia-

no le donne proprio in questo giorno? E qual è la storia che

ha portato le donne a essere celebrate?

Nello specifico, l’8 marzo è dedicato al riconoscimento delle

lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro

conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica

contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi,

sono vittime in molte parti del mondo. Non una festa, dun-

que, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e

per organizzare lotte al fine di migliorare le condizioni di vita

della donna: in questo modo la data dell'8 marzo assunse col

tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle

vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei seco-

li e il punto di partenza per il proprio riscatto.

Ogni donna dovrebbe ritenersi fortunata nel vivere in

un’epoca e in un paese dove questo problema è in parte

superato. Non dobbiamo dimenticare, però, le donne meno

fortunate, ma è necessario invece fare di tutto per aiutarle a

migliorare la loro condizione affinché possano, un giorno,

vivere meglio. Ai giorni nostri, molte associazioni organizza-

no manifestazioni sull’argomento cercando di sensibilizzare

l’opinione pubblica

. Il simbolo della festa della donna è la mimosa. Ma perché

proprio la mimosa è il simbolo della festa della donna? Oltre

al fatto che fiorisce proprio nel periodo in cui cade la ricor-

renza, il suo colore, giallo, presenta vitalità, allegria ed è un colore gioioso. La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per

essere calpestata, nè dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta e accanto al

cuore per essere amata. Prendiamo in considerazione questa frase per gridare al mondo che la donna è alla pari dell’uomo e che

forse, per i ruoli che lei svolge continuamente e contemporaneamente nella vita sociale dovrebbe essere sempre onorata per la sua

capacità di esser madre, moglie, figlia e lavoratrice!

Uno dei doni più preziosi della donna sono i

capelli, i quali esprimono femminilità.

In una delle assemblee d'istituto abbiamo accol-

to l’ associazione "la banca dei capelli", grazie

alla quale qualsiasi ragazza ha potuto donare una

ciocca per la realizzazione di una parrucca per

tutte quelle donne che, purtroppo, a causa di

devastanti malattie che ci sono al giorno d'oggi

hanno perso i capelli.

La nostra scuola si è impegnata in questo, infatti

io , Martina e tante altre ragazze del nostro

Istituto abbiamo donato una ciocca: quest’ anno

è stata la mia prima esperienza e sono orgoglio-

sa e soddisfatta del gesto solidale che ho fatto.

Martina Moretti-Serena Signorile-Alessandra Lonigro 4 BES

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Nella splendida cornice di Palazzo De Mari, nella Sala Anagrafe, del Comune

di Acquaviva , dall’1 al 5 marzo 2016, si è tenuta una mostra fotografica dav-

vero interessante.

Tante le fotografie scattate nei diversi paesi della provincia di Bari, ovvero

”l’area Metropolitana”. La mostra organizzata dall’assessora alla cultura

prof.ssa Mariella Nardulli e dall’istituto Rosa Luxemburg di Acquaviva, ha

visto protagonisti tanti studenti delle scuole superiori, medie ed elementari

che hanno partecipato all’evento.

Durante la serata inaugurale ho avuto la possibilità di osservare attentamente

le foto e ho potuto constatare che i paesi dell’area “Metropolitana”sono

davvero interessanti tanto da desiderare ora di visitarli uno per uno.

La mostra si è conclusa con la premiazione di alcune fotografie realizzate dai

ragazzi, ma quello che mi ha colpito è il reportage realizzato da un fotografo

freelance Marcello Carrozzo che ha ripreso alcuni momenti drammatici

dell’arrivo dei migranti che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste.

Partecipare a questo evento mi ha fatto riflettere come a volte le immagini

sono più esplicite e dirette di molte parole.

G.Carlotta Chiaromonte

IBL

docenti e alunni progetto Erasmus Plus

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L’ uomo si rende forza con la sua debolezza. Si finge vigoroso nei confronti della vita,

celando la sua fragilità col velo dell’egoismo e della vanità, perché incapace di sostene-

re il confronto con la realtà che lo circonda.

Si ritrova recluso nella sua dimensione personale, prigioniero di se stesso, cieco e inca-

pace di provare un briciolo di rispetto nei confronti dei suoi simili.

Questo è e sempre sarà il suo modus vivendi, dai tempi di Narciso fino a quando il

mondo, illanguidito, si spegnerà.

Continuerà imperterrito a fissare l’immangine distorta di sé, lodandosi e cercando esa-

geratamente di migliorarsi, ottenendo, spesso, risultati grotteschi. Egli si porrà super-

bamente su un piedistallo che non potrà sostenere il peso di un ego così costruito e

ampolloso.

Tutti sono consapevoli del proprio stato ma, per assurdo, noncuranti dello stesso.

Rinnegano la propria natura e si dissociano da loro stessi. Diventano, così, tanti, troppi,

innumerevoli personalità e vite serrate in un unico

corpo.

Il tempo avanza e da esso gli uomini non imparano,

anzi, si lasciano sopraffare, fino a diventarne schiavi,

da veri e propri mezzi d’annientamento quali gli

smartphone. Ostentano, attraverso autoscatti, ciò

che in verità non sono.

Si pensa che sia possibile cogliere la realtà attraver-

so gli occhi: ma se neanche quelli sono in grado di

captare i più piccoli segnali , perché impegnati a

rimirarsi ossessivamente nel display di un dispositi-

vo che vive di corrente elettrica?

Quegli occhi si svuotano e lo sguardo diventa piat-

to, costringendo chi guarda a concentrare la visio-

ne su un unico oggetto: se stesso. Questo perché

l’osservatore è profondamente intimorito dal per-

dersi di vista, senza sapere che è già perso.

Inoltre, ciò limita i rapporti sociali, i quali si riduco-

no a dialoghi esenti di quella carica che fa emozio-

nare. Essi si definirebbero più correttamente solilo-

qui, perché finalizzati al solo compiacimento perso-

nale.

Ci si trasforma, quindi, in automi, arrivando a di-

ventare più inutili dei cellulari.

“Chi ha inventato lo specchio ha avvelenato l’anima” : questa è l’affermazione di Fernando Pessoa che palesa la realtà, pur essendo

struggente, marca i contorni della società: sì, perché siamo solo contorni, contenitori vuoti, che pretendono di essere riempiti e allo

stesso tempo si rifiutano di sopportare il gravare dell’ individualità.

Alessia Stano 3BL

Anno XV Numero Unico

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Anno XV Numero Unico

Tante sono le motivazioni che

possono spingere una persona a

impegnarsi in una attività che la

porti a cambiare inflessione, a mo-

dulare, in altro modo, la propria

voce, a eliminare i regionalismi, a

rischiare anche qualche critica (o

sberleffo) da amici e da parenti.

A volte, però, la molla per una

simile scelta, può essere rappre-

sentata dall’amore per il prossimo,

dal desiderio di mettersi alla pro-

va. Quando, poi, si ha

l’opportunità di utilizzare una sala

di registrazione di tipo professio-

nale, e diventare così “donatori di

voce”, cosa che, prima, appariva

solo come un sogno, ebbene, tutto

ciò diviene una realtà possibile.

Molte sono, durante la giornata di

ciascuno di noi, le situazioni in cui

si avverte la necessità di sentire una voce amica, che, magari, narri qualcosa, che faccia volare la nostra fantasia, che apra

orizzonti a cui non si può giungere, senza il sostegno della voce altrui. Pertanto, donare la nostra voce ai non vedenti, agli

ipovedenti, e agli anziani ci è parso un obiettivo degno del nostro impegno.

Per partecipare al corso di dizione, organizzato presso il “don Milani”, nell’ambito del progetto “Banca della voce – diven-

ta donatore di voce” (referenti interni al liceo, proff. Nardulli Mariella, Levato Caterina e Gargano Trifone; referenti e-

sterni, il dott. Nettis Pino), rivolto a insegnanti, alunni e genitori delle terze classi, è stato necessario effettuare un breve

colloquio motivazionale, che ha permesso di individuare e di indicare alle docenti referenti gli studenti che evidenziavano

maggiore interesse e spiccata attitudine per una simile attività sociale (e culturale).

Il corso di dizione, tenuto dal professor Angelo Di Donna, con il sostegno organizzativo e finanziario del Rotary Club

Acquaviva-Gioia, è stato avviato l’11 novembre 2015, e si è tenuto presso il liceo “don Milani”, senza alcun onere per il

nostro liceo, utilizzando ambienti e strutture del “don Milani”, compresa l’eccellente sala di registrazione recentemente

allestita per la sezione musicale del nostro istituto.

Il professor Di Donna, attore, doppiatore e autore di pubblicazioni scientifiche sulla materia, ci ha insegnato, durante i

nostri incontri settimanali, a leggere con espressività, a immergerci completamente nella lettura, immedesimandoci nei

personaggi, a eliminare gli intercalari, durante le esposizioni orali, trasmettendoci sempre la sua passione, e permettendo-

ci anche di migliorare il nostro rendimento scolastico.

Grazie al consulto di un dizionario ortoepico, e a un costante esercizio, è stato possibile viaggiare all’interno delle oscuri-

tà della lingua italiana, e comprendere, per esempio, come la pronuncia adottata dai personaggi televisivi (attori, giornali-

sti, show-man, ecc.), e da coloro che ci circondano, in realtà, sia ricca di imperfezioni fonetiche.

Abbiamo avuto l’opportunità di metterci alla prova, attraverso letture in pubblico, eventi e registrazioni in sala, in modo

da vincere, da parte nostra, la timidezza e liberarci, quindi, da blocchi emotivi, da paura e da ansia.

Così, noi alunni, Deluca Annamaria, Lazazzara Alexandra (III ASU), Campanile Cristina, Carrasso Anna, Pappadà Alessia

(III AL), Angiola Nicolas, Campanale Carmen, Ferrulli Fabio (III BL), Natuzzi Simona, Santantonio Onofrio (III AM), Del-

monte Giuliana (III AES), abbiamo avuto, tutti, l’opportunità, il 2 e il 9 marzo 2016, di registrare brani tratti da opere di

autori conosciuti.

Il progetto del liceo “don L. Milani”, “Banca della voce – diventa donatore di voce”, sempre in collaborazione con il Ro-

tary Club di Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, si distenderà su più annualità, e punterà, negli anni, a rendere dispo-

nibili per la libera fruizione, un archivio di audio-libri, riguardanti i classici della letteratura mondiale, e i testi della tradi-

zione culturale locale, poco conosciuti ma ugualmente significativi per la nostra identità, linguistica, culturale e sociale di

cittadini italiani di questo ambito territoriale.

Alessia Pappadà, Cristina Campanile e Anna Carrasso III AL

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Anche quest’anno, noi alunni della classe VAL, con il sup-

porto della prof.ssa Levato, ci siamo occupati della stesura

dell’ultimo numero del giornalino dantesco, interamente

dedicato a Dante e al suo poema; questa attività ci ha tenu-

to compagnia per tutto l’arco del triennio: al terzo anno con

“Il Gazzettino dell’Inferno”; e al quarto anno con “L’eco del

Purgatorio”. Noi, giovani reporter in erba, abbiamo appro-

fittato delle avventure e degli incontri fatti dal poeta, lungo il

suo viaggio nell’aldilà, per raccontarlo sotto una luce ironica,

così da farlo apprezzare anche al mondo dei giovani di oggi.

Infatti, spesso la Commedia viene sottovalutata, o viene letta

controvoglia, perché considerata come un macigno incom-

prensibile, lontano anni luce dalla nostra realtà.

Per affrontare l’ultima tappa del viaggio dantesco, il Paradi-

so, come da tradizione, il nostro giornale ha cambiato testa-

ta, ed è divenuto: “L’Araldo del Paradiso”.

L’elevazione del linguaggio del poeta ha costituito un osta-

colo ben impegnativo per noi cronisti di oggi; tale ostacolo,

però, ha costituito un ulteriore stimolo, per migliorare le

nostre capacità di scrittura, e di analisi del testo, tanto che

ci siamo meravigliati di noi stessi, per i risultati raggiunti:

“L’Araldo” è, infatti, ancora più ricco di contenuti e di diver-

tenti inserti creativi, rispetto al “Gazzettino” e all’”Eco”.

L’utilizzo di alcune app dei social network, tipo Simitator,

hanno reso piacevole il nostro lavoro, e, grazie ad esse,

Dante (in persona) ha potuto fare commenti e porre do-

mande, in tempo reale, a tutte le anime beate incontrate

(compresa la “povera” Beatrice, per noi, semplicemente,

Bea), e ricevere altrettante risposte secche dai suoi inter-

locutori. La piattaforma virtuale di Simitator è stata adatta-

ta all’età medievale: “Mi piace” e “Commenta”, sono, quin-

di, diventati, rispettivamente, “M’aggrada” e “Favella”; molti

personaggi illustri si sono ri-scoperti a vocazione “social”,

insieme al nostro Dante; mentre, il tempo è rimasto fisso

al 13 aprile 1300, perché in Paradiso, si sa, il tempo non

esiste. In questo modo, il nostro lavoro ha creato una con-

nessione ancora più forte con il mondo dei personaggi

danteschi, e con l’epoca in cui la Commedia è ambientata,

tanto da considerare l’Alighieri (chiamato confidenzialmen-

te Dantuccio nostro) uno di noi, a tutti gli effetti; la sua

Commedia ha raggiunto, tra noi moderni, un indice di po-

polarità mai visto prima.

Anno XV Numero Unico

L’araldo del Paradiso dantesco

Page 13: Giornale di Istituto Aprile 2016

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Nelle pagine dell’Araldo, quindi, abbiamo seguito Dan-

te in veste di “fanta-reporter”, ci siamo trasformati in

lucine occhialute, trasumanate insieme con lui, in volo

verso il Paradiso. Abbiamo accolto il vanto di Dante

sotto forma di “Dante’s pride”, e siamo stati spettato-

ri diretti dei 3 esami del poeta, sulle virtù teologali:

fede, speranza e carità. Abbiamo incontrato con lui

una dolente Piccarda, un Cacciaguida chiromante, un

Giustiniano chiacchierone, e il famoso Adamo; per poi

concludere, con la diretta dall’Empireo, che ci ha for-

nito un’inedita visione di Dio.

Come in ogni edizione che si rispetti nel nostro

giornale dantesco, le pubblicità, da noi inventate,

hanno giocato un ruolo fondamentale anche nel no-

stro “Araldo”, rendendone più agevole la lettura, e

presentando l’opera del sommo poeta in una chiave

più moderna. Creare inserti pubblicitari non è stato

affatto difficile, anche perché le precedenti pubblica-

zioni (“Il Gazzettino dell’Inferno” e “L’Eco del Purga-

torio”) ci hanno aiutati a migliorare le nostre capaci-

tà creative. Ci siamo divertiti nell’associare le espe-

rienze vissute da Dante nel Paradiso con elementi

ricorrenti della nostra quotidianità. Basti pensare alla pubblicità dei light-ban, occhiali da sole speciali

(parodia di una più famosa marca terrestre), che

permettono a “padre Dante” e a noi fanta-reporter

di accedere al Paradiso senza essere accecati dalla

sua immensa luminosità. Attraverso l’uso della fanta-

sia e dell’ironia, che ci hanno contraddistinto in tutte

le edizioni già pubblicate, abbiamo cercato, e, credia-

mo, di averlo fatto con buon esito, di modernizzare

il sommo Poeta, senza banalizzarlo, al fine di render-

ne più piacevole e attuale la lettura.

Daniele Ironico, Clara Mastrorocco,

Maria Mastrorocco V AL

Anno XV Numero Unico

Page 14: Giornale di Istituto Aprile 2016

PAGINA 14

«Imagine there’s no countries «Immagina non ci siano nazioni

It isn’t hard to do Non è difficile da fare

Nothing to kill or die for Niente per cui uccidere e morire

And no religion too E nessuna religione

Imagine all the people Immagina tutta la gente

Living life in peace» Che vive in pace»

(“Imagine”, John Lennon)

L’Intifada fu una rivolta popolare scop-

piata nel 1987 nei territori palestinesi

occupati da Israele, che si protrasse

fino al 1993. Lo scontro, iniziato a Ga-

za ed estesosi rapidamente anche in

Cisgiordania, fu caratterizzato da attac-

chi alle forze occupanti, che si manife-

starono attraverso lanci di pietre con-

tro i militari israeliani. La rivolta, che

interessò soprattutto i giovani, riuscì a

diffondere la questione palestinese,

attirando l’attenzione della comunità

internazionale.

Nel settembre del 2000 ebbe inizio una

seconda Intifada, conosciuta come

“Intifada dei coltelli”, perché contraddi-

stinta dall’uso di armi da parte dei pale-

stinesi. L’evento scatenante fu la visita

di A. Sharon, leader del

“Likud” (Partito Nazionalista Liberale),

al sito sacro venerato da entrambe le

religioni: il monte del Tempio per gli

ebrei, nonché l’al-Haram ash-Sharif per i musulmani.

A questo proposito e approfittando della presenza di due medici palestinesi, Belal E. M. Othman (della città di Falfet) e Ma-

hmoud Adman Allan (della città di Hebron), in stage lavorativo presso l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, il liceo “Don

L. Milani” ha organizzato una conferenza per educare i giovani al sentimento della pace. All’incontro, tenutosi il giorno 14 no-

vembre presso l’auditorium dell’Istituto e organizzato dalla prof. ssa Mariella Nardulli, hanno partecipato il prof. Trifone Garga-

no, il prof. Leonardo Ascatigno con un’introduzione storica al problema dell’Intifada, la psicologa Annamaria Cassano con un

power-point intitolato “La diffidenza del vicino”, il preside dell’Istituto, Francesco Lucarelli, il sindaco di Acquaviva, Davide Car-

lucci, ed infine il dottor Gaetano Logrieco, presidente dell’associazione “Volontariamente”.

Anno XV Numero Unico

Il “Don Milani”

in prima linea per la pace

Page 15: Giornale di Istituto Aprile 2016

PAGINA 15

Anche gli alunni del “Don Milani” hanno partecipato attivamente al dibattito, ponendo delle domande ai medici, testimoni

diretti di una realtà spesso celata e manipolata dai Mass media.

Inevitabilmente, è emersa una riflessione sulla pace, per insegnare ai giovani che, spesso, ciò che l’Occidente definisce “pace”

è, invece, un periodo di guerra in qualche altra parte del mondo.

È forse iniziata una terza Intifada nei territori palestinesi occupati?

L’ottobre scorso, un fine settimana di violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme Est ha sollevato il timore che possa scoppia-

re una terza Intifada. Tra le vittime, un bambino di 13 anni ucciso dall’esercito israeliano durante alcuni scontri all’esterno di

un campo profughi a Betlemme: è il secondo ragazzo palestinese ucciso in 24 ore.

Si calcola che negli ultimi quarant’anni, tra conflitti, terrorismo, totalitarismi, colpi di Stato, dittature e genocidi, ci siano state

almeno 60 milioni di vittime, una cifra equivalente al numero dei morti provocati dalla Seconda guerra mondiale. E il 90% del-

le vittime è costituito da bambini, donne e anziani.

Ma desiderare di vivere in un mondo di pace, sperare che tutti i fucili, i cannoni ed i carri armati del mondo si arruginiscano è

pura follia o potrebbe diventare realtà? La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci

di sognare.

Alla diffusione di una cultura della pace e della non violenza fra le giovani generazioni è in gran parte affidato il futuro del

mondo. Un’educazione in tal senso, però, non si realizza per mezzo delle parole, ma attraverso adeguati modelli di comporta-

mento. A questo proposito, lo scrittore Bertolt Brecht disse: «Lasciateci anzitutto lottare per la libertà di chiedere la pace. Nessu-

no dica: «Si stabilisce prima quale pace». Ognuno dica: «Innanzitutto sia pace». Denunciamo i governi che non denunciano la guerra!

Non permettiamo che sul futuro della cultura decida la bomba atomica! Si è detto che la pace nasce da dove la si prende: prendiamoci

allora la libertà di lavorare per la pace!».

Antonisa Pistilli e Gioana Nico 5BL

Anno XV Numero Unico

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Anno XV Numero Unico

docenti e alunni partecipanti al progetto aMare leggere

BARCELLONA