Giornale Dell Ingegenere(2013!09!25)

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ATTUALITÀ

Riapre il Museodel Duomodi Milano

a pag. 17

IL PRESIDENTE DEL CNI ARMANDO ZAMBRANO

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/MI

N. 9 - Settembre 2013www.giornaleingegnere.itDal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

a pag. 8 a pag. 18

FOCUS/ PORTI E AEROPORTI

MATERIALI/ Solare termico

EXPO 2015: MASSIMO IMPEGNO DA PARTE DEL GOVERNO pag. 2 • LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI pag. 14 • STUDENTI ITALIANI SULLE PASSERELLE MONDIALI DELLA SCIENZA pag. 16

Fuori dagli schemi più classici le scelte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Scienza e innovazione al SenatoAbbado, Cattaneo, Piano e Rubbia a Palazzo Madama

Parbuckling della Costa Concordia

AL VIA LA RASSEGNA MILANESE

alle pagg. 4-5

La sfida cost-effective dell’innovazione ediliziaprof. ing. G.B. Zorzoli

L a notorietà del DL 63/2013 è indubbiamente do-vuta alle misure ivi contenute, relative ai cosiddetti

ecobonus, la cui efficacia meriterebbe un provvedimentoche le rendesse permanenti, come d’altronde sollecitatodallo stesso Parlamento.Tuttavia, basta la lettura della prima parte del titolo dellalegge 90/2013 (“Conversione in legge, con modificazioni,del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante dispo-sizioni urgenti per il recepimento della Direttiva2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consigliodel 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nel-l'edilizia”) per rendersi conto che con questo provve-dimento legislativo si avvia finalmente anche in Italiaun processo di trasformazione edilizia ed energetica,destinato a modificare radicalmente entrambi i settori.Secondo la Direttiva 2010/31/UE, gli Stati membri de-vono infatti adottare, a livello nazionale o regionale,una metodologia di calcolo della prestazione energetica

ENERGIA

MADEexpo punta sul rilancio delle costruzioniDavide Canevari

Intervenendo sul nostro Giornale in occasione della presentazionedell'edizione 2013 di MADEexpo,Andrea Negri, presidente di questaprestigiosa manifestazione, fa ilpunto della situazione e illustra le sue proposte.

Roberto Di Sanzo

“Un Convegno per scoprire ruoli e potenzialità dei Collegi”. Di questo parla l’ingegner Bruno Finzi, presidente delCollegio Ingegneri e Architetti di Milano e direttoreresponsabile del nostro Giornale.

L’orgoglio di essere ingegneri

segue a pag. 3

“Ora un progetto per la sicurezza e l’efficienza dei porti italiani”

ECONOMIA E MERCATI

Un action plan per il sostegno della siderurgia

“Ora serve uno sforzo comune per la messa in sicurezza dei porti italiani”. ArmandoZambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, non si limita acompiacersi del ruolo svolto dalla categoria nella vicenda Concordia, ma va oltree annuncia un’importante iniziativa: “Stiamo effettuando un monitoraggio deiporti italiani per verificarne l’efficienza e l’affidabilità: i nostri esperti offrirannoquindi alle istituzioni uno strumento prezioso per individuare strategie e soluzionicondivise al fine di rendere il sistema portuale italiano competitivo con le piùimportanti strutture internazionali”. E ancora: “E’ necessario accelerare le pro­cedure che hanno bloccato sino ad oggi l’adozione dei piani portuali. Allo stessotempo credo che l’unica soluzione per avere un sistema moderno e concorrenzialesia mettere in rete le strutture, creare un sistema unico efficiente, fatto di com­petenze e conoscenze condivise. Spesso i porti italiani lavorano come entità se­parate; un errore che non va più commesso”.

prof. ing. Pierangelo Andreini

Secondo l’OCSE, la produzione mon­diale d’acciaio dovrebbe arrivare a2,3 miliardi di tonnellate entro il2025. Una crescita di quasi un mi­liardo rispetto al 2010, grazie all’in­cremento della domanda del settoredelle costruzioni (edilizia e infra­strutture), dei trasporti, della mec­canica ed elettromeccanica, prove­niente soprattutto dalle economieemergenti.

segue a pag. 6

Pierfrancesco Gallizzi

“L e nomine dei senatori a vitaci rendono orgogliosi come

ricercatori e confermano l’attenzio­ne del Presidente della Repubblicaper il mondo della ricerca scientifi­ca”, così il presidente del Consiglionazionale delle ricerche, Luigi Nico­lais, ha commentato la notiziadel conferimento della carica di se­natore a vita a Claudio Abbado, Ele­na Cattaneo, Renzo Piano e CarloRubbia. “Questa stessa attenzioneè stata recentemente affermata daGiorgio Napolitano con la parteci­pazione all’inaugurazione delle ma­nifestazioni per il novantennale delnostro Ente, presso la sede centraledel CNR. La scelta premia due ri­cercatori di altissimo profilo, tra iquali un premio Nobel e una scien­ziata di fama internazionale, insie­me a un architetto che ha recente­mente firmato un innovativo pro­getto di museo scientifico e a ungrandissimo musicista". SecondoLuigi Nicolais, poi, la nomina del fi­sico Rubbia e della neuro scienziataCattaneo "rappresenta un impor­tante segno di sensibilità per il com­parto che ci conforta nella prose­cuzione del nostro lavoro e rispondeperfettamente al dettato costitu­zionale, nel quale si specifica che lenomine a questa carica premia al­tissimi meriti nel campo scientifico,artistico e sociale”. A dare un sensoancor più forte alla decisione delPresidente Napolitano sono le pa­role scritte da Armando Massarentisul 'Sole 24 Ore'. "Una scelta lungi­mirante quella dei quattro senatoria vita nominati da Giorgio Napoli­tano: un segnale politico forte pro­prio ­ sostiene Massarenti ­ nellamisura in cui il presidente della Re­pubblica indica alla politica alcuneidealità ed eccellenze che la politicastessa, da sola, difficilmente sareb­be mai riuscita ad esprimere e cheora è implicitamente invitata a te­nere in alta considerazione. Sia dalpunto di vista ideale, data la staturaetica dei neosenatori, sia da quellopratico, visto l'impegno e la capacitàdi visione che essi hanno sempredimostrato di incarnare per temicruciali del nostro sviluppo".

Ci sarà tempo per tornare sull’argomento scrivendo di questa operazionequello che non avranno scritto altri, perché può interessare solamente anoi ingegneri. E contiamo di farlo. Questo, per noi, è il momento di esprimerel’orgoglio di essere ingegneri, cioè capaci di concepire un’operazione maifatta prima anche per tutelare l’ambiente, per mesi progettarla, pianificarlae prepararla nei dettagli e, infine, eseguirla in poche ore, tenendo sotto

controllo, secondo per secondo, quanto stava accadendo, verificando checorrispondesse a quanto pensato, prendendo provvedimenti di fronte a,seppur piccoli, imprevisti. Questo è il nostro lavoro di ingegneri e noi losappiamo; l’orgoglio viene dal fatto che oggi, forse, lo hanno capito anchegli altri; quelli che vedono crescere grattacieli, ponti, ferrovie e non capisconoquante competenze, esperienze, cultura ci siano dietro. Questo è anche ilmomento di unirsi agli abitanti del Giglio per complimentarsi, senza se esenza ma, con chi ha voluto, diretto e realizzato questa operazione. E, infine,è il momento per ricordare, direi con un po’ di sollievo, i due “dispersi” cheforse, finalmente, avranno una sepoltura. (dott. ing. Franco Ligonzo)

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2 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

Expo 2015 mesi-19

Direttore scientifico-culturaleFranco Ligonzo____________________________

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RedazioneResponsabile: Sandra BanfiDavide Canevari, Roberto Di Sanzo

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AREA TECNICA, ECONOMICA, NORMATIVA E PROFESSIONALEPierangelo Andreini, Guido Arrigo-ni, Giancarlo Bobbo, GianmarioBolloli, Sergio Brofferio, GiuseppeCallarame, Vittorio Carnemolla,Franco Cianflone, Sergio Clarelli,Piercarlo Comolli, Antonio DeMarco, Mario Ghezzi, Gian CarloGiuliani, Leopoldo Iaria, Franco Li-gonzo, Giovanni Manzini, ErnestoPedrocchi, Michele Rossi, AlbertoRovetta, Angelo Selis, Giorgio Si-meone, Franco Sironi, AndreaSommaruga, Francesco Tozzi Spa-doni.

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Di diritto componenti del ComitatoScientifico Culturale “Area Tecnica,economica, normativa e professio-nale”

Collegio ingegneri di Pavia. Colle-gio ingegneri di Venezia: VittorioDrigo; Ordini ingegneri: Alessan-dria: Marco Colombo; Aosta: Mi-chel Grosjacques; Belluno: LuigiPanzan; Bergamo: Donatella Guz-zoni; Biella: Generoso De Rienzo;Brindisi: Erminio Elia; Caserta:Vittorio Severino; Catanzaro: Sal-vatore Saccà; Como: Leopoldo Ma-relli; Cremona: Adriano Faciocchi;Cuneo: Adriano Gerbotto; Forli’-Cesena: Lucio Lelli; Imperia: Do-menico Pino; Lecco: Antonio Moli-nari; Lodi: Luigi Ronsivalle; Man-tova: Tommaso Ferrante; Milano:Stefano Calzolari; Monza e Brian-za: Piergiorgio Borgonovo; Napoli:Luigi Vinci; Novara: Maurizio Ri-boni; Parma: Angelo Tedeschi; Pa-via: Giampiero Canevari; Piacen-za: Fabrizio Perazzi; Reggio Emi-lia: Piero Antonio Gasparini; Son-drio: Enrico Moratti; Torino: Re-mo Vaudano; Trento: Antonio Ar-mani; Treviso: Vittorino Dal Cin;Varese: Roberta Besozzi; Verba-nio, Cusio, Ossola: Alberto Ga-gliardi; Vercelli: Guido Torello.

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Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

Massimo impegno da parte del Governo E la Francia ufficializza la sua presenza“I l Governo metterà il mas-

simo impegno per Expo2015: l'obiettivo è dare forzaall'economia e rendere attrat-tivo il nostro Paese". In visitaal cantiere dell'esposizioneuniversale, il presidente delconsiglio dei ministri EnricoLetta ha indicato la rotta ver-so cui si muove l'appuntamen-to del 2015. È la seconda vol-ta, da maggio, in cui il premiersi reca a Milano per confer-mare l'impegno del Governonei confronti dell'EsposizioneUniversale. "Non dobbiamosolo fare bella figura -ha pre-cisato - : dobbiamo fare inmodo di creare nuovi posti dilavoro". Nel corso dell'incon-tro, il premier Letta ha avutomodo di verificare in primapersona lo stato di avanza-mento dei lavori e di parlarecon le maestranze - circa 800- impegnate nelle attività:“Aspettiamo la riunione delleparti sociali – ha spiegato ilpremier Letta - per mettere apunto definitivamente la que-stione flessibilità, lavori, regole,per dare ancora più forza allaproduttività che la vicendaExpo può dare all’economiaitaliana". Attento e soddisfattodelle parole di impegno delGoverno il commissario unicodelegato per Expo Milano2015: "Expo 2015 è entrata inuna fase estremamente ope-rativa - ha dichiarato Sala -.Siamo alla vigilia della conse-

gna dei primi lotti ai Paesi en-tro fine anno. Il primo saràquello dell'Italia". La visita delcapo del governo è arrivata inun giorno importante sul fron-te del coinvolgimento inter-nazionale all'appuntamentodel 2015. A Palazzo Farnese, a Roma,alla presenza del ministro de-gli esteri emma Bonino e delpresidente dell camera dei de-putati Laura Boldrini, la Fran-cia ha firmato il contratto dipartecipazione. È il Docu-mento numero 65 che la so-cietà ha sottoscritto con i Par-tecipanti Ufficiali. "Sono 132i Paesi che hanno gia' datol'adesione a Expo 2015 - spie-gato il Commissario Sala-, maha aggiunto di aspettarsi an-che ''a breve un paio di ade-sioni eccellenti''. Anche suquesto punto - il rapporto coni Paesi partecipanti - il presi-

dente del consiglio ha ribaditoil sostegno del Governo, apartire dall'incontro alle Na-zioni unite di fine settembre :“Abbiamo deciso di usare lasettimana di fine settembre,tradizionalmente dedicata al-l’inaugurazione della sessioneannuale delle Nazioni unite, aNew York, per fare una tregiorni straordinaria di eventi,attività. Io sarò lì in quei giorni,interverrò alle sessione delleNazioni unite e userò queigiorni per interloquire colmaggior numero di presidentie ministri di tutti i paesi. In-sieme faremo anche la partedi business, parleremo con ungran numero di imprese ame-ricane, che siano in grado diaiutarci in questo grandeevento. Cercheremo di torna-re a casa con una serie impor-tante di risultati”. Ritornando alla firma del con-

tratto da parte della Francia,va segnalato che il padiglionetansalpino si ergerà su unospazio espositivo di 3.592 me-tri quadrati. Si presenterà co-me una costruzione dall’ossa-tura in legno, smontabile e riu-tilizzabile, in stile “Baltard” –dal nome dell’architetto chenella seconda metà dell’Otto-cento ha progettato le celebriHalles di Parigi – e promuo-verà l’utilizzo intelligente e so-stenibile dell’energia, ponendol’attenzione sul riciclo dei ri-fiuti e sulla gestione delle ac-que reflue. Allestimenti, sce-nografie e spettacoli raccon-teranno in modo semplice edefficace il tema di Expo Mila-no 2015 “Nutrire il Pianeta,Energia per la Vita”, dando ri-lievo ai quattro ambiti princi-pali in cui si articolerà la par-tecipazione francese: spiegarecome scienza e tecnologiapossano contribuire a rendereil mondo autosufficiente a li-vello alimentare; trovare ri-sposte efficaci ai crescenti bi-sogni produttivi preservandole risorse naturali del pianeta;promuovere politiche di coo-perazione per ridurre il dise-quilibrio nell’accesso ai pro-dotti agricoli tra Nord e Suddel mondo e valorizzare la di-mensione del “piacere” legataalla nutrizione, presentando ipiatti della tradizione e la pro-duzione agroalimentare delleregioni di Francia.

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degli edifici, da utilizzare perstabilire i requisiti minimi, chevanno aggiornati ogni cinqueanni e devono essere rispettatidagli edifici nuovi, ma ancheda quelli esistenti, quando su-biscono ristrutturazioni im-portanti. In tal modo vengo-no delineati il percorso e glistrumenti necessari per l’at-tuazione degli obiettivi finalistabiliti dalla Direttiva: entroil 31 dicembre 2020 tutti gliedifici di nuova costruzioneo soggetti a ristrutturazioniimportanti dovranno esserea domanda energetica quasinulla, scadenza anticipata al31 dicembre 2018 per quellioccupati da enti pubblici o diloro proprietà. Proprio per re-cepire quanto previsto dallaDirettiva 2010/31/UE, la leg-ge 90/2013 introduce innan-zitutto l’Attestato di Presta-zione Energetica (APE), chedovrà essere redatto da pro-fessionisti qualificati e sarà ob-bligatorio in caso di costru-zione, vendita o locazione eper tutti gli immobili dellaPubblica Amministrazione.Misura altrettanto importante,la legge 90 stabilisce che en-tro la fine del 2014 va redattoil Piano d’azione nazionale,per fissare gli obiettivi inter-medi di miglioramento dellaprestazione energetica degliedifici di nuova costruzionee per definire le politiche e lemisure finanziarie necessariealla trasformazione del patri-monio edile in edifici a ener-gia quasi nulla.Il tasso di innovazione che lalegge 90 imporrà gradual-mente, ma in tempi moltocontenuti, all’industria dellecostruzioni, è talmente sfidan-te da richiedere un salto diqualità non solo al settore, maanche alla capacità da partedel potere politico e dell’am-ministrazione pubblica di ge-

stire una trasformazione cosìimpegnativa: il 2018 e il 2020sono infatti dietro all’angolo. Non meno importante è peròil cambiamento che verrà in-dotto nel comparto energe-tico. Per avvicinarsi progres-sivamente a prestazioni ener-getiche degli edifici con ap-porti minimi di fonti energe-tiche esterne, garantendo pe-rò “livelli ottimali in funzionedei costi”, come recita la Di-rettiva europea, progettisti ecostruttori dovranno di voltain volta individuare quale mixdei contributi forniti dagli ef-ficientamenti energetici, dallerinnovabili termiche e daquelle elettriche sarà più costeffective. In un settore che, alivello europeo, ma anche ita-liano, contribuisce per quasiil 40% ai consumi energeticicomplessivi, all’ormai stuc-chevole e in gran parte ideo-logica contrapposizione frafautori dell’efficienza energe-tica, delle rinnovabili termicheo di quelle elettriche si sosti-tuiranno scelte basate sul con-fronto tecnico-economico ef-fettuato dalle imprese dellecostruzioni. Con risultati pre-sumibilmente non univoci: lediversità nelle tipologie edili-zie, nelle prestazioni energe-tiche preesistenti, nelle loca-lizzazioni dei manufatti por-teranno a differenti mix tec-nologici, a loro volta modifi-cati nel tempo dalle dinami-che dei costi delle singole so-luzioni.Nella trasformazione delcomparto edilizio, delineatadalla legge 90, non ci sarà piùspazio nemmeno per la que-relle sugli incentivi che, perle applicazioni nel settore,non saranno più necessari. Gliinterventi per realizzare unamaggiore efficienza energeticae un ricorso più spinto allerinnovabili non dovranno, co-me avviene oggi, confrontarsicon i costi di soluzioni più

tradizionali, ma principalmen-te fra di loro, proprio comeavviene per la componenti-stica delle automobili o deglielettrodomestici, quando sielevano i loro standard ener-getico-ambientali minimi.Tecnologie come i vetri se-lettivi, i collettori solari ter-mici, i microcogeneratori abiomasse entreranno quindia far parte dei cataloghi deiprodotti per le imprese co-

struttrici e queste dovrannosempre più frequentementesceglierli in sostituzione di al-tri, più tradizionali, ma nonin grado di garantire le pre-stazioni richieste. Di conseguenza gli equilibrioggi esistenti nell’offerta delleapplicazioni in edilizia basatesu fonti rinnovabili sono de-stinati a cambiare, anche sot-to il profilo qualitativo. Pren-diamo il caso del fotovoltaico,

la tecnologia oggi più diffusanel patrimonio edilizio nazio-nale (a fine 2012 il 57,1% dellapotenza installata, pari a9378,6 MW, non era a terra).Per i cosiddetti sviluppatori,ma anche per molti installa-tori terzi, questo mercato siandrà tendenzialmente con-traendo, al limite potrebbeaddirittura annullarsi, perchéle scelte in materia sarannodecise dalle imprese di co-struzione. Inoltre nel caso del fotovol-taico, grazie ad alcune solu-zioni tecnologiche più inno-vative e meglio rispondentialle specifiche esigenze este-tiche del mercato edilizio, inparte già in commercio, altrein fase di sviluppo, dovrebbein futuro crescere l’offerta dicomponenti tradizionali (fi-nestre, tegole, ricoperture) incui saranno integrati sistemiFV, ridando ossigeno a unatecnologia, quella dei film sot-tili, oggi in difficoltà. Consi-derazioni in parte analoghesi possono fare per il solare

termico, mentre, soprattuttonell’edilizia extraurbana e nel-le costruzioni di notevole al-tezza, si apriranno prospettiveinteressanti per il piccolo eo-lico. La diffusione di edifici aenergia quasi nulla renderàaltresì conveniente l’integra-zione fra quelli limitrofi me-diante micro-reti elettriche etermiche, a loro volta desti-nate a modificare radicalmen-te il modus operandi degli at-tuali sistemi di approvvigio-namento energetico (reti elet-triche e del gas, impianti diteleriscaldamento). Governare senza traumi unatrasformazione così comples-sa, inevitabilmente destinataa modificare gli attuali equi-libri economici e produttivi,richiederà, da parte dei sog-getti pubblici e privati coin-volti, una capacità di fare si-stema che ha pochi prece-denti nella storia del nostroPaese.

prof. ing. G.B. ZorzoliPresidente Ises Italia

N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 3

Edilizia ed energia, una grande sfida per il nostro PaeseLA LEGGE 90/2013

segue da pag. 1

31 OTTOBRE 2013 – TRIENNALE DI MILANO

Concorso d’idee arch. Mario Gottardipasserella ciclopedonalesul Naviglio della Martesana17.30 Saluto di benvenuto

Bruno FinziPresidente Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

Famiglia Gottardi

18.00 Situazione delle vie d’acqua di Milano in vista dell’EXPO 2015 Maria Carmela RozzaAssessore ai Lavori pubblici Comune di Milano

Riaprire i Navigli, criteri generali per la progettazione e realizzazione dell’opera Roberto BiscardiniPresidente dell’Associazione Riaprire i Navigli

I Navigli di Milano nella storia e nella cronacaEmpio MalaraAssociazione Amici dei Navigli

19.00 Premiazione Concorso d’IdeePremia Pierluigi Panza Corriere della Sera

Aperitivo

Nel Salone d’Onore sarà allestita la mostra delle opere dell’arch. Mario Gottardi

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4 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

“Nel nostro settore -aveva dichiaratoAndrea Negri -

c’è un grande bisogno di rin-novarsi e di percorrere stradediverse rispetto a quelle tra-dizionali. Per molti versi, daun punto di vista pratico, sia-mo ancora all’età della pietra!Le innovazioni ci sono, man-ca però una cultura applica-tiva e conoscitiva dell’inno-vazione stessa; domina in as-soluto il ricorso alla logica delminor costo immediato chespiazza le soluzioni alternativei cui vantaggi economici simisurano nel tempo”. A po-che settimane dal debutto diMADEexpo 2013, siamo tor-nati sulla questione.

C’è qualche segnale positivodi cambiamento da questopunto di vista?Purtroppo no; in questi dodicimesi, ben poco è cambiato. Idati rilevati da CRESME,frutto di molteplici intervistee approfondimenti, ricondu-cono allo stesso messaggiolanciato nel 2012. Unico ele-mento positivo, cresce la con-sapevolezza sulla gravità delproblema. Federcostruzioni -con il patrocinio di MADE-expo – ha organizzato unconvegno proprio su questotema, e più in generale sulproblema della qualità nellecostruzioni.

Siamo alle solite! A parole tut­ti d'accordo sul fatto che in­vestire in innovazione rappre­senta la scelta vincente. Neifatti, tuttavia, la committenzasembra guardare solo al costofinale di realizzazione diun'opera e al massimo ribas­so possibile…Non posso far altro che con-fermarlo. Per quel poco dicommittenza che ancora è ri-masta, effettivamente, vige unsolo dictat: risparmio assolutoad ogni costo.

Come se ne esce?La questione andrebbe af-frontata a monte. Il nostroPaese soffre per la totale ca-renza di una politica delle co-struzioni. Di più: siamo addi-rittura di fronte a un accani-mento politico contro le co-struzioni.

Cosa intende dire?Quanta incertezza hanno ge-nerato e continuano a gene-rare gli incentivi mai struttu-rali e stancamente rinnovatiogni sei mesi? E poi la politicafiscale, il tira e molla sull’IMU,la tassazione esagerata sulleprime case e ancor più sulleseconde, l’IVA, le tasse da ver-sare anche sugli stock inven-duti. Per non parlare di quelpoco di infrastrutture realiz-zate o in fase di realizzazioneche non viene mai pagato dalnostro Stato. Per mesi abbia-mo discusso sull'eventualitàdi abolire o sospendere l'IMUsulla prima casa, che nel com-plesso vale 1,5 miliardi, “di-menticandoci” che ne paghia-mo ben 90 solo di interessisul nostro debito pubblico!Un debito che continua adaumentare: 87 miliardi nel-l’ultimo anno. Insomma, stia-mo perdendo di vista i veriproblemi!

Proviamo a mettere una mac­chia di colore in questo gri­giore dello scenario italianodelle costruzioni?Per farlo dobbiamo spostarelo sguardo al di là dell’Ocea-no! A Miami stanno realiz-zando 130 nuovi buildingstratosferici, e i costruttoristanno facendo a gara per po-ter fornire il prodotto più in-novativo, più rifinito, più belloe ricercato; dove locali fitnesse piscine sono a disposizionesu ogni piano, dove contenutie forma si sposano in un'in-finita spirale di ingegneria earchitettura… Nelle scorsesettimane ricorrevano i 50 an-ni del discorso I have a dreamdi Martin Luther King. Benecredo sia proprio venuto ilmomento anche per la nostraclasse politica di concentrarsie di esprimere finalmente icontenuti di un nuovo dreamanche per quanto riguarda ilsettore delle costruzioni. Unsogno concreto che abbia unorizzonte temporale di alme-no trent’anni; non i soliti ri-pieghi di brevissimo respiro.

Ci può fornire qualche idea oqualche spunto per renderepiù concreto questo sogno?Dati statistici alla mano, puressendo “il più bel Paese almondo” abbiamo poco piùdella metà dei turisti stranieriche ha la Francia; e questo èincredibile. Il nostro obbiet-tivo dovrebbe essere quellodi poter ospitare un flusso tu-ristico straniero doppio rispet-to a quello della Francia! L'at-tuale apporto dei visitatoristranieri al nostro PIL è quan-tizzabile in circa 45miliardi/anno; in teoria que-sto valore potrebbe esseremoltiplicato per 4. Passando,appunto, dalla metà al doppiodelle performance transalpine,raggiungeremmo i 180 mi-liardi di euro.

Perché pensare proprio aquesto settore per rilanciarel'Italia?Semplice: perché il patrimo-nio occorrente ce l'abbiamogià, dobbiamo solo gestirlo,sfruttarlo, sistemarlo.

Così, di punto in bianco? Senon siamo riusciti a farlo fi­nora? In fondo sono decenniche si parla delle potenzialitàinespresse del comparto tu­ristico…In primo luogo si potrebbedestinare tutto il personale inesubero della pubblica ammi-nistrazione a questo settore;e poi offrire ogni nostro benestorico e culturale in conces-sione per 30 anni a fondi dicapitali stranieri con obblighicontrattuali ben definiti, rela-tivi alla gestione, manuten-zione, ristrutturazione, ecce-tera. Il valore complessivodelle concessioni potrebbeaddirittura essere in linea conl’attuale debito pubblico.

D’accordo che si tratta di unsogno… Ma così sembra disconfinare nella pura utopia!Sono invece convinto che ilragionamento di base poggisu basi molto concrete. 135milioni di stranieri in più, che

spendono in media 1.000 eu-ro a testa per il soggiorno,possono generare 135 miliar-di di PIL aggiuntivo, con unincremento di quasi diecipunti percentuali. Si potrebbero creare 1,5 mi-lioni di posti di lavoro (su cuidirottare gli esuberi dellaP.A.), abbattere il debito pub-blico, migliorare sensibilmen-te la nostra bilancia commer-ciale, ridurre la pressione fi-scale, liberare nuove risorseper il rilancio dei settori col-laterali (a partire proprio dalmattone).Mi piacerebbe davvero chedi questo sogno si potesseparlare sempre di più, a par-tire proprio da MADEexpo.

Tornando alla dura realtà?La situazione interna è pro-prio critica. Nelle costruzionisi salva solo chi è riuscito adavere commesse dall’estero,ci sono comparti come quellodelle macchine movimentoterra che stanno subendo calidelle vendite pari all’80 percento. Cemento, laterizi, ton-dino da costruzione, impiantie finiture per edilizia hannoregistrato diminuzioni tra il30 e il 60 per cento. E non sivedono cambi di tendenza;

non ci sono prospettive con-crete.

La risposta della vostra mani­festazione?Come MADEexpo abbiamoprofuso un grandissimo sfor-zo per contattare potenzialiclienti stranieri per le nostreaziende direttamente nei Pae-si dove si sta costruendo edove il saper costruire italianoè ancora fortemente apprez-zato. Chi ha scelto di esserepresente alla nostra manife-stazione potrà cogliere i fruttidi questi sforzi e – mi auguro- cambiare il corso della pro-pria azienda.

A proposito, quanto sono pre­parate le nostre aziende areggere la sfida della globa­lizzazione e dell'internaziona­lizzazione? E cosa proponeMADEexpo da questo puntodi vista?Le nostre aziende sono sin-golarmente in grado di svi-luppare innovazione e designdi alta specializzazione e qua-lità, ma necessitano di unapiattaforma autorevole peraccreditarsi all’interno dellapropria filiera. Per questochiedono sempre più di en-trare in un sistema capace difare rete. E il nostro obiettivo di ren-dere MADEexpo la grandepiattaforma di rilancio delmercato interno e internazio-nale è stato supportato da im-portanti investimenti in ter-mini di comunicazione, disensibilizzazione dei decisori,di internazionalizzazione.Abbiamo attivato migliaia diqualificati contatti internazio-nali, diffondendo la conoscen-za di MADEexpo attraversoroad show, presentazionistampa, incontri B2B, e il pre-sidio delle capitali mondialidelle costruzioni attraversonostri uffici diretti. EmiratiArabi Uniti, Germania, Sin-gapore, Francia, Arabia Sau-dita, Ucraina, Algeria, USA,Russia, Libano, Turchia, Gre-cia, Cina, Regno Unito, An-gola, Ghana, Nigeria, Israele,sono stati interessati da ini-ziative promozionali diretteche abbiamo intrapreso comeMADEexpo.

Quali sono le nuove e più in­teressanti tendenze del set­tore che emergono dal vostroosservatorio privilegiato? Inaltre parole, come è cambiatala tipologia degli espositori ein quale direzione crede stia­no cambiando le esigenze deivostri visitatori?La globalizzazione e il cam-

biamento che stiamo vivendoci spingono sempre più aguardare avanti per accom-pagnare le nostre aziende consempre maggiore determina-zione. Lo sforzo è comunepoiché la competitivitàespressa dalle aziende riguar-da sempre più l’innovazionee la ricerca di nuove soluzionitecnologiche e applicative. Laricerca sul prodotto è affidataa nuovi materiali, nuove ap-plicazioni e innovazione for-male delle soluzioni indotteda nuovi stili di vita, semprepiù attenti alla sostenibilitàambientale e all’efficienzaenergetica, ma anche alla si-curezza e all’affidabilità.Per essere competitivi occorreagganciare i mercati interna-zionali, non in modo occa-sionale, ma con una relazionesistematica e frutto di una ve-ra e propria strategia di poli-tica industriale. Per questo ab-biamo adottato iniziative dimaggiore visibilità e promo-zione delle aziende sul mer-cato comunicando e coinvol-gendo i visitatori professionaliin una formula di scambio diopportunità sempre più in-ternazionale.

Lo scorso anno aveva auspi­cato un legame ancora piùstretto tra MADEexpo, il mon­do dell'ingegneria e le sue isti­tuzioni (Ordini, Collegi, CNI).Cosa può dire al riguardo? Cisono state iniziative concreteche vale la pena ricordare?Decisamente sì. Il legame congli Ordini, i Consigli Nazio-nali e i Collegi (di tutte le pro-fessioni, non solo degli inge-gneri) è sempre più forte esempre più attiva è la parte-cipazione di queste realtà allanostra manifestazione.E proprio gli ingegneri sonotra i nostri interlocutori piùdiretti. Ricordo, tra l’altro, cheil CNI, il Collegio e anchel’Ordine di Milano hanno da-to il loro patrocinio ai mainevent organizzati da MADE-expo 2013. Ancora, il presi-dente Zambrano è entrato afar parte del Comitato d’Ono-re di FTC-FORUM Tecno-logie Costruzioni e molto ric-ca è l’offerta dei Convegni or-ganizzati dal Collegio di Mi-lano e dall’Ordine, con il pa-trocinio del CNI.

Sempre restando in tema diconvegni, cosa le piace segna­lare di MADEexpo?Oltre ai sogni… nei convegnisaranno trattati gli attualissimitemi relativi al risparmio ener-getico, agli edifici produttoridi energia; e poi il grande te-ma legato al fattore sismicoe gli interventi conseguenti.Ancora, una nuova area te-matica riguarda il mondo del-le finiture, ed è legata al mon-do ceramico: dalle macchineper produrre ai rivestimentiinterni, esterni e verticali.

La prossima edizione si svol­gerà nel 2015. Può sembrarecurioso parlarne ancora primadi aver celebrato l'evento2013. Ma quella sarà una da­ta particolare!Expo 2015, MADEexpo2015… e se fosse questo ilpunto di partenza per con-cretizzare il sogno?

La parola d’ordine è “rilancio”... e non solo del mattoneL’INTERVISTA AL PRESIDENTE ANDREA NEGRI

Abbiamo a disposizione uno straordinario patrimonioturistico, storico e culturale.Dobbiamo solo gestirlo,sfruttarlo, sistemarlo, ponendoci un orizzonte temporale di almeno 30 anni

Con il patrocinio di

MADE EXPO 2013 ­ FORUM Tecnologie CostruzioniConvegno sabato 5 ottobre 2013 – ore 10.30­15.30

Possibili iniziative dei Collegi/Associazioni degli Ingegneri e Architettia supporto dei rispettivi Ordini per la crescita del Paese

Lo scopo del convegno, organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, e individuare come iCollegi/Associazione degli Ingegneri e Architetti, valendosi del proprio radicamento locale e dei propri mezzi d’in ­formazione, possano supportare gli impegni assunti con le Istituzioni da CNI e CNA, al fine di incidere sull’efficienza efficacia della macchina dello Stato e migliorare la nostra competitivita.

Moderatore del Convegno: dott. Ing. Bruno Finzi, Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

Invitati: Presidenti e Consiglieri dei Collegi/Associazioni degli Ingegneri e Architetti, Presidenti e Consiglieri degliOrdini degli Ingegneri e degli Architetti.

Per iscrizioni: http://eepurl.com/FIXSH

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COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO

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Nell’ambito del forum“Tecnologie Costru-zioni” dell’importante

fiera Made Expo 2013, il Col-legio degli Ingegneri e Archi-tetti di Milano organizza unconvegno dal titolo “Possibiliiniziative dei Collegi/Asso-ciazioni degli ingegneri e ar-chitetti a supporto dei rispet-tivi Ordini per la crescita delPaese”. All’evento partecipe-ranno la maggior parte deidirigenti e presidenti di Ordinie Collegi d’Italia, oltre ai ver-tici del Consiglio Nazionaledegli Ingegneri e del Consi-glio Nazionale degli Archi-tetti. A moderare l’incontrosarà Bruno Finzi, presidentedel Collegio degli Ingegnerie Architetti di Milano, e di-rettore responsabile del Gior-nale dell’Ingegnere. L’obiet-tivo dichiarato è il seguente:individuare strategie sinergi-che che permettano ai Col-legi, con il supporto degli Or-dini, del CNI e del CNA, difornire un aiuto concreto alGoverno e al “Sistema Paese”affinché si possa rimettere inmoto lo sviluppo e la crescitaeconomica. “Un convegnoche riprende le fila dell’eventoorganizzato l’anno scorso

sempre al Made – spiega l’in-gegner Finzi – e che è servitosoprattutto per fare una sortadi censimento dei Collegi ita-liani, per una conoscenza re-ciproca e comprendere comepoter contribuire in manierafattiva alla vita economica, so-ciale e politica del Paese. Oradobbiamo compiere un ulte-riore salto di qualità”. A co-minciare dal rapporto con gliOrdini territoriali, che va as-solutamente rinsaldato, “gra-zie anche alla collaborazionedel CNI e del CNA, il tuttonell’ottica della recente rifor-ma delle professioni che hareso obbligatoria la formazio-ne per ingegneri e architetti.In tal senso, un rapporto si-nergico per individuare formeinnovative e mirate per darvita ad una proposta forma-tiva adeguata e condivisa èassolutamente necessario”,aggiunge il presidente Finzi.D’altronde, se la formazioneè anche cultura, il ruolo deiCollegi diventa strategico, inquanto tra i loro compiti prin-cipali vi è proprio la diffusionedella cultura, come confermaFinzi: “In tal senso il Collegiodegli Ingegneri e Architetti diMilano svolge una funzione

importantissima per tutti icolleghi e la società civile, co-me stanno a dimostrare tuttele nostre pubblicazioni e glieventi che periodicamentemettiamo in cantiere”. A talproposito, proprio dalle co-lonne del Giornale dell’Inge-gnere il presidente Finzi halanciato un’importante inizia-tiva (Il Giornale dell’Ingegne-re, giugno 2013): “Abbiamointenzione di istituire una sor-ta di network tra Ordini, met-tere in rete le strutture ordi-nistiche per l’ideazione di uncatalogo multimediale dal

quale attingere notizie, infor-mazioni, appuntamenti edeventi, naturalmente gestitoda noi, a disposizione degliutenti. Anche e soprattutto inquesto modo si può fare cul-tura”. Un passaggio impor-tante nel corso del convegnoal Made Expo sarà l’analisidella situazione economicadell’Italia e la necessità di pas-sare da un forte snellimentoburocratico per il rilancio del-le attività produttive e deiprofessionisti. Come ha sot-tolineato il presidente delConsiglio Nazionale degli In-

gegneri, Armando Zambrano,al congresso di categoria svol-tosi a Brescia a luglio, “Lasburocratizzazione del Paeseè la madre di ogni riforma,tra l’altro a costo zero”. Unaquestione che, stando alle di-chiarazioni di Gianni Verga,consigliere responsabile delcomitato di gestione delGiornale dell’Ingegnere, pro-fondo conoscitore della “cosapubblica” come assessore co-munale a Milano e in Regio-ne Lombardia, “non è maistata affrontata con una visio-ne davvero globale e ponen-

dosi come obiettivo una ra-dicale riforma dello Stato”.Ora, però, passi in avanti inquesta direzione se ne stannofacendo. “Il Governo sta di-mostrando buona volontà –spiega il presidente Finzi -pensiamo ai titoli edilizi chepossono essere attuati tramitel’autocertificazione del pro-fessionista, con l’amministra-zione pubblica deputata es-senzialmente a compiti dimonitoraggio e controllo. Unmodo di agire che permetteun notevole snellimento dellepratiche burocratiche, sia peri professionisti che per lacommittenza. Una strada daseguire in diversi ambiti e set-tori: in uno scenario del ge-nere può diventare davveroimportante il ruolo dei Col-legi. La loro neutralità, dettatadalla loro matrice culturale equindi non certo portatricedi interessi privati, potrebberisultare preziosa sia per gliOrdini che per l’Amministra-zione Pubblica: il Collegio po-trebbe giocare il ruolo di in-termediario, affinché per levarie mansioni vengano indi-viduati professionisti moral-mente ed eticamente inap-puntabili”.

N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 5

Un convegno per scoprire ruoli e potenzialità dei CollegiL’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO, BRUNO FINZI

Il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano svolge una funzione importantissima per tutti i colleghi e la società civile,come stanno a dimostrare tuttele nostre pubblicazioni e gli eventi che periodicamentemettiamo in cantiere

Con il patrocinio di

MADE EXPO 2013 ­ FORUM Tecnologie CostruzioniConvegno gioverdì 3 ottobre 2013 ­ ore 9,30­13,00

Impatto del Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) n. 305/2011sulla filiera di produzione, impiego e controllo dei materiali strutturali e non strutturaliIl Convegno, organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, in collaborazione con UNI, ICMQ Spa,Bureau Veritas Italia Spa e il Giornale dell’Ingegnere, prende in esame il Regolamento sui Prodotti da Costruzio­ne (CPR) analizzandone in particolare la ricaduta sulla norme di prodotto armonizzate e l’introduzione dei nuoviRequisiti Essenziali relativi alla tutela dell’Ambiente e della Sicurezza.

Destinatari: operatori della filiera di produzione e vendita di materiali da costruzione (produttori, importatori,distribu tori) e operatori nel processo di costruzione (enti appaltanti, progettisti, imprese, direttori lavori, collaudatori).

Relatori: CClara Miramonti, UNIEvoluzione normativa, dalla CPD (Direttiva 89/106/CEE) al CPR (Regolamento UE n. 305/2011)

Umberto Vicentini, Bureau Veritas Italia SpaLa filiera dell’acciaio nel nuovo CPR con un particolare focus sulla UNI EN 1090 1 (norma cogente perla carpenteria metallica strutturale)

Igor Menicatti, ICMQ SpaMarcatura CE in sistema AVCP di elementi prefabbricati in calcestruzzo, cancelli e porte industriali,porte e finestre civili

Elena Benzoni, ICMQ SpaLe materie prime per la produzione di calcestruzzo in cantiere e i kit di ripristino impiegati con va lenza strutturale e non strutturale

Francesca Lubelli, Bureau Veritas Italia SpaMembrane impermeabilizzanti, “il Fabbricante” secondo il nuovo CPR

Moderatore del Convegno: dott. Ing. Franco Ligonzo, direttore Scientifico de Il Giornale dell’Ingegnere

Per iscrizioni: http://eepurl.com/FIXSH

Con la collaborazione di

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Page 6: Giornale Dell Ingegenere(2013!09!25)

Dunque ce n’è per tutti ed èessenziale che l’industria side-rurgica europea approfitti diquesto trend, sfruttando la re-sidua posizione di forza chele rimane nonostante la reces-sione. Con 177 milioni di ton-nellate d’acciaio l’anno, pariall’11% della produzione glo-bale, l’Ue è di fatto ancora ilsecondo produttore mondiale,anche se la domanda internadi acciaio è oggi inferiore del27% rispetto ai livelli prece-denti la crisi. E altrettanto valeper l’occupazione nel settore,diminuita del 10% tra il 2007e il 2011, ma tuttora assai ri-levante, con oltre 360 000 ad-detti. La siderurgia si confer-ma quindi strategica per la ri-presa dell’Europa, ma soffregravemente. E ciò perché èpenalizzata da prezzi energe-tici elevati e da investimentiinsufficienti per avviarla su unpercorso di sostenibilità cheimmetta nel mercato prodottiinnovativi ecocompatibili.Inoltre perché è assai fram-mentata, con circa 500 siti diproduzione di diverse dimen-sioni, variamente distribuiti in23 paesi europei. Infine per-ché è ora colpita, come detto,da una forte debolezza delladomanda interna e da un ec-cesso di capacità a livellomondiale. Tuttavia, insieme alle altre in-dustrie di base, come la chi-mica, il vetro e il cemento, essacostituisce una risorsa deter-minante, per uscire sostenibil-mente dalla recessione. Del re-sto l’Europa non ha alternati-ve, deve reindustrializzare eper questo ha bisogno del so-

lido ordito delle sue grandi in-dustrie. I loro prodotti sonoessenziali infatti nella catenadel valore per immettere glialtri comparti su un nuovocammino che coniughi cresci-ta competitiva e compatibilitàambientale. E la produzionedell’acciaio, che di per sé è to-talmente riciclabile, è il com-parto dove innovazione, effi-cienza energetica e sostenibi-

lità convergono emblematica-mente con grande sinergia perdare concreto avvio al nuovocorso. Ma occorre scenderein campo con armi adeguatee per questo l’Esecutivo eu-ropeo ha varato nel giugnoscorso una specifica strategiaper sostenere l’acciaio (“Pianod'azione per una siderurgiaeuropea competitiva e soste-nibile – COM 2013/47”), pre-

vedendo di agire sui molte-plici aspetti del problema. In-nanzitutto, aggiornando ilquadro normativo, dopo chesarà stato valutato, entro la fi-ne del 2013, l’onere normati-vo generale che le varie poli-tiche fanno gravare sul settoresiderurgico e il suo impattosulla competitività. Nel con-tempo, però, non mancandodi promuovere misure per lo

sviluppo delle competenze eper l’occupazione giovanilenel settore, tese ad aumentarela competitività. Rilanciandopoi la domanda interna di ac-ciaio con un’azione mirata perstimolare in particolare la ri-chiesta dei comparti della fab-bricazione di veicoli e dellecostruzioni sostenibili. Miglio-rando inoltre l’accesso ai mer-cati esteri e assicurando con-

dizioni di parità nella concor-renza, così da sostenere leesportazioni di acciaio UE,contrastare le pratiche slealie tutelare l’accesso a materieprime essenziali. Tutto ciòcercando di garantire prezzienergetici accessibili, attraver-so il completamento del mer-cato interno dell’energia, ladiversificazione dell’approv-vigionamento e una miglioreefficienza energetica, che aiu-tino a ridurre i costi. E infinepromuovendo la R&S per in-trodurre tecnologie innovativerispettose dell’ambiente capacidi produrre nuovi tipi di ac-ciaio più competitivi. Questesono molto costose nelle fasipilota e di dimostrazione e atal fine, nel periodo 2014-2020, il finanziamento dellaricerca e dell’innovazione pro-verrà principalmente dal pro-gramma Horizzon 2020 chepone un forte accento sullaleadership industriale nell’in-novazione.Quello sull’acciaio è un inter-vento certamente tardivo, maprovvidenziale, specie perl’economia italiana, duramen-te provata dalla complessaquestione dell’Ilva di Tarantoe delle altre società del grup-po, che ha rischiato e rischiadi paralizzare l’intera manifat-tura nazionale. Non mancheràquindi di aiutare il nostro pae-se a guardare risolutamenteavanti, per affrontare sinergi-camente, con ordine e razio-nalità, il processo di ristruttu-razione dell’acciaio e poten-ziare l’asset della siderurgia,essenziale per gran parte dellafiliera produttiva nazionale.

prof. ing. Pierangelo Andreini

6 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

SERIE 140 - 142 - 130 - 132 - 125 - 126 - 127UN IMPIANTO BILANCIATO GARANTISCE EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO ECONOMICO. PER STARE TUTTI MEGLIO.

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L’IMPORTANZA DEL BILANCIAMENTO:BENESSERE IN EQUILIBRIO

Unire le forze per sostenere la siderurgiaUN TEMA DI CARATTERE INTERNAZIONALE

segue da pag. 1

LUIGI LUCCHINI, partendo da zero (dall’officina delpadre in Valsabbia nella quale installa, subito dopola Guerra, un piccolo laminatoio per la produzionedel tondino) è riuscito a costruire un Gruppo di ca­ratura mondiale. Lo ha fatto senza mai lesinare intermini di passione e sacrificio. Tanto sacrificio, vistoche – raccontano le cronache – dovette aspettarefino al 1969, all’età di 50 anni, per concedersi le pri­me ferie. L'ufficio è la mia seconda casa è una delle

frasi che anche in anni molto recenti amava ripetere.La crescita del Gruppo è proseguita e si è consolidata negli anni, grazie ancheall’acquisizione di importanti impianti in Italia e all’estero (In Polonia e inFrancia). Si diversificano notevolmente e crescono qualitativamente anchele produzioni: non più solo l’edilizia, ma anche l’energia, le grandi infrastrutture,l’emergente industria aerospaziale; entrano dunque in scena gli acciai spe­ciali.Nominato Cavaliere al Merito del Lavoro nel 1975 all’età di 56 anni, è unodei protagonisti delle vita industriale, finanziaria e associativa del Paese. Trale molte cariche ricoperte vale la pena ricordare la presidenza di Confindustria(dal 1984 al 1988; fu il primo eletto a non appartenere a una delle storichefamiglie imprenditoriali italiane), la presidenza dell’Associazione IndustrialeBresciana (negli anni in cui la provincia lombarda era ai vertici nazionali perfatturato e valore aggiunto). E poi, ancora, le presidenze in Montedison ealla Banca Commerciale Italiana e l’ingresso nei consigli d’amministrazionedi Assicurazioni Generali, Abi, Eridania Bèghin Say, Mediobanca, Olivetti eGemina. Una presenza discreta ma concreta all’interno dei più prestigiosinomi del Miracolo Italiano. Così come fu discreto, ma nello stesso tempo ri­soluto il suo atteggiamento negli anni della crisi della siderurgia italiana, chenon risparmiò neppure il suo Gruppo, costringendolo a scelte sofferte.Nel giugno 1998 Luigi Lucchini – che da ragazzo aveva frequentato le magistrali­ aveva ricevuto la laurea honoris causa in economia e commercio dall’Uni­versità di Brescia.

STENO MARCEGAGLIA è un altro chiaro esempiodi self made man che – dal nulla – ha saputo co­struire un impero industriale nel settore dell’acciaio(ma non solo), con solide basi anche all’estero (Cinae Brasile solo per citare due punti di riferimento)che oggi “vale” 4 miliardi di euro di fatturato annuoe impiega 7.500 dipendenti. Nato nel 1930, non ha certo avuto un’infanzia facile,ma ha saputo sempre trasformare in un forte stimolo

propulsivo le avversità e ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini.A partire da quella identità contadina che, all’inizio della sua carriera, avevaindotto alcuni ad affibbiargli il soprannome di zappaterra. Ma quello che peraltri poteva essere un punto debole era uno dei suoi punti di forza. Ripetevacon orgoglio: “Sono un uomo del popolo, figlio di un emigrante, nato povero,ma con una grande e sana ambizione”.La svolta ha inizio alla fine degli Anni Cinquanta con l’installazione di unaprima piccola officina specializzata nella produzione di guide per tapparelle.Sono gli ancora gli anni in cui, lavorando senza sosta – anche 18 ore al giorno,raccontano i suoi biografi – si poteva costruire qualcosa di importante, dareuna svolta alla propria vita e alla propria azienda.E che svolta! L’intuizione vincente è quella di puntare sulla produzione ditubi. Gli anni Settanta e Ottanta sono all’insegna della crescita. Il Gruppoconsolida la sua presenza nel settore dell’acciaio ma coglie anche l’opportunitàdi diversificare (almeno in parte) il portafoglio di attività al di fuori della si­derurgia.Nella sua vita privata Marcegaglia schiva le tentazioni del lusso e degli eccessie pone sempre gli interessi e la salute finanziaria dell’azienda al primo posto.Lui stesso si definisce “imprenditore povero di un’azienda ricca”. Nominato cavaliere nel 1992, lui che nell’età degli studi aveva conseguito ildiploma di geometra, nel 2002 riceve la laurea honoris causa in ingegneriadal Politecnico di Milano.

La siderurgia italiana si è trovata a dover compiangere due gravi lutti, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Lo scorso 26 agosto è mancato Luigi Lucchini; il 10 settembre è invece scomparso Steno Marcegaglia.

VENERDI’ 4 OTTOBRE 2013 / ORE 10.00 – 12.30MADE EXPO SMART VILLAGE

RIQUALIFICAZIONE SMART DEGLI EDIFICI.APPROCCIO INTEGRATO: COMFORT, ENERGIA, SICUREZZAIl prossimo decennio sarà probabilmente caratterizzato da un significativo svi­luppo del recupero degli edifici esistenti (civile, terziario, industriale), avendoperò cura e necessità di adeguare le strutture alle attuali norme e prestazioniattese. In questo seminario ci si domanda: per affrontare con sistematicità l'argomentoè utile introdurre standard, linee guida e/ o protocolli di realizzazione per iprogettisti, fornitori di componenti e materiali, costruttori. L'Ordine degli In­gegneri affronta l'argomento, ascolta le voci che sono interessate e coinvoltee propone una propria posizione. I rappresentanti dei settori più interessati sono invitati, a partire dalla propriacompetenza e aspettativa, a porre un quesito che metta sul tavolo le barrieree le opportunità per lo sviluppo di questo potenziale mercato, dove la qualitàe le capacità di fare italiane possono e debbono trovare una propria strategia. Anche a partire dal basso, senza attendere necessariamente lo Stato, si puòdefinire un percorso virtuoso per questo settore.

09.30: Accoglienza 10.00: Introduce e modera

Silvio Bosetti, Ordine Ingegneri della Provincia di Milano 10.15: Interventi

Riqualificazione smart degli edifici: domande e reali prospettive opera­tive.Giuliano Monizza* , Vice Presidente ­ Federazione ANIE Maurizio Esitini*, Direttore Generale­ ASSISTAL Arturo Montanelli, Architetto progettista ­ ARDEAFrancesco Assegnati Partners ­ CBA Studio Legale Tributario

11.00: Tavola Rotonda Approccio integrato al tema della riqualificazione: tracciare la stradaper una risposta reale. Claudio De Albertis, Presidente – Assimpredil AncePiero Torretta, Presidente – UNIEmilio Pizzi, Preside, Scuola Ingegneria Edile ­ Architettura Politecnicodi Milano Stefano Besseghini, Amministratore Delegato­ RSE SPA Ricerca SistemaEnergeticoPier Luigi Paolillo, Professore Ordinario di Urbanistica ­ Politecnico diMilano

12.00 Conclusioni

Con il patrocinio di

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8 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

Non si può certo dire che ilsettore aeroportuale italianostia vivendo una fase di stancao di calma piatta. Basta sfo-gliare i quotidiani per imbat-tersi in notizie – coi tempi checorrono – che molti altri set-tori dell’economia sembranosolo sognarsi: progetti di ri-lancio, possibili alleanze, pianistrategici di sviluppo e di po-tenziamento delle infrastrut-ture...Non che il comparto sia ri-masto del tutto immune aglieffetti della crisi. È però in-dubbio che allargando l’am-bito di analisi al di là degli ul-timi due anni, si ha a che farecon un settore che ha saputoviaggiare all’insegna del rialzo.I dati del Conto Nazionaledei Trasporti, ad esempio,parlano di una crescita del nu-mero di passeggeri trasportatidi ben 62 punti percentuali inpoco più di dieci anni (dai91,4 milioni del 2000 ai 148,1del 2011); per le merci mo-vimentate il progresso è statopari al 19 per cento (da 749mila a 890 mila tonnellate).Nei primi sei mesi di quest’an-

no Assoaeroporti segnala unleggero calo dei passeggeritrasportati (meno 3,3 per cen-to rispetto al periodo genna-io-giugno 2012) e una piùconsistente contrazione deimovimenti (meno 7,4 percento), mentre rimane sostan-zialmente stabile il bilancioper le merci. Questo, tuttavia,sembra essere un effetto con-giunturale (il perdurare dellainstabilità economica) più chestrutturale. Nel medio periodola dinamica di sviluppo e dicrescita della mobilità aereadovrebbe dunque riprendere.

Non certo a sorpresa, nono-stante siano una quarantinagli aeroporti italiani deputatial traffico passeggeri e merci,l’attività tende a concentrarsiin pochi scali. Da Roma Fiu-micino, Milano Malpensa,Milano Linate, Venezia e Ber-gamo transitano in un annocirca 38 milioni di passeggeri,su un totale di poco al di sot-to dei 67 milioni. Dunque, il57 per cento del totale. Nel settore merci, Roma Fiu-micino, Milano Malpensa,

Bologna, Venezia e Bergamofanno volare in un anno 379mila tonnellate, su un totaledi 445 mila. In questo caso laquota mercato dei primi cin-que arriva addirittura all’85per cento del totale.

Almeno in questa fase di mer-cato, non necessariamente legrandi dimensioni di uno sca-lo sembrano rappresentare unfattore di successo. Al con-trario, essere “troppo piccoli”,pare configurarsi come unelemento penalizzante.

Questo, almeno, è quantoemerge da una lettura delleindagini statistiche di Asso-aeroporti. Nel primo semestre2013 a soffrire di più sono sta-ti gli aeroporti al di sotto del

milione di passeggeri/anno(con una contrazione delle at-tività pari al 15 per cento). Aseguire i “medi” (da 1 a 5 mi-lioni di viaggiatori), con uncalo del 5,5 per cento, e i “big”(oltre i 10 milioni) che vedo-no una riduzione del 3 percento. Hanno tenuto gli ae-roporti nella fascia 5-10 mi-lioni di utenti/anno. Lo scor-so anno, invece, a fronte diuna contrazione dei trafficidel 2,5 per cento nei grandiaeroporti (quelli oltre i 10 mi-lioni di passeggeri/anno), siè registrata una stabilità dellestrutture nella fascia 1-10 mi-lioni e, ancora, un deciso calo(meno 6,7 per cento) per gliscali al di sotto dei milione dipasseggeri/anno.Infine una notazione che non

vuole essere polemica ma chemerita una riflessione: nelcontesto internazionale l’Italiasembra “sparire”. Lo affermal’ultima indagine sul settoreelaborata da Skytrax. Vale anche in questo caso –naturalmente – una premessad’obbligo, ogni qual volta siparla di classifiche, scoreboarde indici vari: vanno semprepresi con cautela. Non possono raccontare unaverità assoluta, poiché tuttodipende dai parametri presiin considerazione e dal pesoassegnato alle diverse voci.Inoltre, non di rado certi in-dicatori sembrano messi lì abella posta solo per favorirealcuni e metterne altri in cat-tiva luce...Detto ciò, nella classifica dei

100 aeroporti mondiali al topper servizio e qualità dell’of-ferta non compare nessunoscalo italiano. Spicca la pre-senza degli asiatici, ma non sipuò certo dire che l’Europa -nel complesso - sia mal rap-presentata. In cima alla listastilata da Skytrax figurano in-fatti Amsterdam (terzo), Mo-naco (sesto), Zurigo (settimo),Londra Heathrow (decimo)e Francoforte (undicesimo).Ancora una sguardo all’Eu-ropa, facendo riferimento aidati Eurostat (a dire il veronon molto aggiornati). Risultaevidente come i grandi aero-porti continentali abbiano unacomponente di traffico inter-nazionale superiore (trannerare eccezioni) rispetto allenostre performance. Su diecipasseggeri che transitano perHeatrow o Charles De Gaulle– veri e propri modelli di hubinternazionale - 9 provengo-no dall’estero o si imbarcanoper una destinazione stranie-ra. I due hub nostrani, Fiumi-cino e Malpensa, hanno in-vece una visione decisamentepiù locale.

TRASPORTO AEREO IN ITALIA: OK, MA NON MANCANO LE CRITICITÀ

Mentre fervono i preparativiper l’ufficializzazione dell’in-gresso della Croazia nell’Eu-ropa dei 28 dal prossimo 1°luglio, un progetto Europeo“TEN ECOPORT”, finanzia-to con 2,3 milioni di eurodall’Autorità di gestione delProgramma Sud-Est Europa(SEE), ha già anticipato confatti concreti alcuni concettichiave di integrazione e col-laborazione scientifica, anchecon il contributo dell’AutoritàPortuale di Dubrovnik, nel-l’ambito del ruolo strategicoche rivestono le attività por-tuali dell’area del sud-est Eu-ropa. Il Progetto, che vede la par-tecipazione ben sette nazionie 16 partners (vedi scheda),tra autorità portuali ed enti diricerca, è coordinato dal Po-litecnico di Bari. “Ten Eco-port”, presentato lo scorso di-cembre a Bari, ha avviato ilproprio percorso di studio edi ricerca per la soluzione diproblemi comuni legati al-l’ambiente e sua tutela, al fineanche di definire regole co-muni per la gestione ambien-tale nelle aree portuali delMar Adriatico, Ionio e delMar Nero.

Una fitta rete di corrispon-denza e scambio di informa-zioni scientifiche ha contrad-distinto i primi mesi d’avviodel 2013, sfociata in un primoincontro scientifico pressol’Autorità Portuale di Bar inMontenegro a cui farà segui-to, la prossima settimana (27-28 giugno), quello pressol’Autorità Portuale di Dubrov-nik, anch’esso partner, inCroazia. Fra gli argomenti indiscussione, saranno esami-nati i risultati delle attivitàsvolte dai Porti, sia per quantoriguarda la definizione degliinterventi di tutela ambientale,che verranno messi in esserenel corso del progetto (peresempio nell’ambito della ge-stione dei rifiuti o di recuperodella qualità degli specchid'acqua portuali (oil spilling),sia per quanto riguarda il feedback avuto dai porti che han-no convocato incontri di la-voro con i propri stakeholder,impegnati in prima personanel rispetto delle proceduredi tutela ambientale già con-cordate. Si affronterà inoltre, il temadella tutela dei beni storicipresenti nelle aree portuali. Atal proposito, si deve eviden-

ziare come la quasi totalitàdei porti commerciali europeisia caratterizzata da insedia-menti storici di grande pregio(per esempio il nucleo origi-nario del porto di Bari risaleal periodo Borbonico). I Ricercatori del Politecnico(proff. De Tommasi e Fatigu-so) hanno messo a punto unascheda per il censimento deisuddetti beni e delle proble-matiche connesse alla loro

convivenza con le ordinarieattività portuali che potreb-bero comprometterne la so-pravvivenza. L’autorità Portuale del Levan-te presenterà lo stato dell’artesulla redazione del Piano digestione dei rifiuti derivantidalle navi, in applicazione del-la normativa nazionale e re-gionale; la scelta di questoparticolare tema ambientaleè già un importante risultato

di progetto che deriva da unacomune decisione dei dueporti pilota di progetto (Barie Durazzo) che intendono, aseguito di tale pianificazione,cercare dei punti di ottimiz-zazione gestionale tali da por-tare maggiore efficienza edefficacia alle attività delle Au-torità Portuali e, possibilmen-te, minori costi per gli arma-tori. L’Autorità Portuale del Le-

vante prevede, a tal fine, dicreare un software comunedestinato a migliorare la ge-stione delle domande di sbar-co dei rifiuti dalle navi auto-matizzando la gestione dei di-ritti fissi e dei pagamenti do-vuti per lo smaltimento, naveper nave. Inoltre, presenteràai partner il videogioco Eco-warrior - Missione Ecoportche è stato creato, con la par-tecipazione di una scolaresca

Prosegue l’attività di ricerca del progetto europeo Ten Ecoport sui porti del sud-est Europa

INTERVENTI COMUNI E CONDIVISI PER LA TUTELA AMBIENTALE NEI PORTI DI SETTE PAESI DEL MEDITERRANEOBARI, BRINDISI, BARLETTA E MONOPOLI LE REALTÀ PUGLIESI COINVOLTE

Evoluzione del trasporto aereo in Italia (Servizi di linea e non di linea, traffico nazionale e internazionale)

2000

1.247.41991.454.127

748.821

2005

1.348.715112.931.916

868.553

2011

1.427.837148.111.675

890.193

var. 11/05

5,931,22,5

var. 11/000

14,562,018,9

Movimentazione aeromobiliNumero di passeggeriTraffico cargo (tonnellate)

L’attività dei principali aeroporti italiani nel primo semestre 2013

Movimenti

142.67879.73156.06339.06734.48931.52325.70525.37622.60921.553

198.267677.061

Passeggeri

16.924.8338.522.2934.353.8783.877.8944.168.8292.902.9752.489.4842.916.7621.580.7422.128.736

16.784.18966.650.615

Cargo (tonnellate)

69.141209.60010.20421.57556.61522.0512.7632.9715.2608.641

36.086444.907

Roma FiumicinoMilano MalpensaMilano LinateVeneziaBergamoBolognaNapoliCataniaTorinoRoma CiampinoAltri scaliTotale

L’attività dei principali aeroporti italiani nel primo semestre 2013(incidenza percentuale)

Movimenti

21,111,88,35,85,14,73,83,73,33,2

29,3100

Passeggeri

25,412,86,55,86,34,43,74,42,43,2

25,2100

Cargo (tonnellate)

15,547,12,34,8

12,75,00,60,71,21,98,1100

Roma FiumicinoMilano MalpensaMilano LinateVeneziaBergamoBolognaNapoliCataniaTorinoRoma CiampinoAltri scaliTotale

L'attività dei principali aeroporti europei (anno 2010)

Passeggeri(migliaia)

65.74257.95252.64645.14635.95434.51231.34129.18125.15821.386

di cui internazionali

(migliaia)

60.90152.74733.88245.14623.28725.25427.84517.54611.82619.075

% traffico internazionale

92,691,064,4

100,064,873,288,860,147,089,2

Londra HeatrowParigi Charles De GaulleFrancoforte MainAmsterdam SchipholRoma FiumicinoMonacoLondra GatwickBarcellonaParigi OrlyCopenhagen

IL PROGETTOIl progetto “Ten­Ecoport” definirà protocolli e regolecomuni per la gestione ambientale dei porti della macro regioneAdriatico­Ionica, estesa al Mar Nero. Il progetto mira complessi­vamente al coordinamento della rete portuale dell’area e puntaad una riduzione di tutte le emissioni nei porti: polveri sottili, con­centrazioni di zolfo e dei consumi, dovuti soprattutto ai motoriaccesi delle navi.Il progetto vede la partecipazione di sedici partner provenientida sette paesi: Italia, Albania, Montenegro, Croazia, Grecia, Ro­mania e Bulgaria. In particolate saranno dieci le Autorità Portualibeneficiarie: Autorità del Levante – con i porti di Bari­ Barletta­Monopoli (Italia), Autorità Portuale di Brindisi (Italia), di Bar (Mon­tenegro), di Durazzo (Albania), di Costanza (Romania), di Patrassoe Igoumenitsa (Grecia), di Dubrovnik (Croazia) e di Bourgas&Varna(Bulgaria).Responsabile scientifico del progetto “Ten­Ecoport”, è il Politecnicodi Bari.

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 9

Quantità e qualità, di solito,sono elementi che fanno fa-tica a convivere;se si punta aigrandi numeri non è affattoscontato che si possa anchegarantire un livello al top deiservizi offerti o della produ-zione. Non è certo una leggeuniversale, ma sembra valereil più delle volte. La situazioneinfrastrutturale dei porti ita-liani, da questo punto di vista,pare confermare la regola piùche premiare l’eccezione. Negli ultimi anni il numerodi scali è sensibilmente au-mentato… eppure la compe-titività del nostro SistemaPaese in termini di traffici ma-rittimi nel contesto europeosi è indebolita: facciamo piùfatica rispetto agli altri bigcontinentali, non guadagnia-mo posizioni nelle classifichedelle strutture con i maggiorivolumi movimentati, registria-mo cali dei volumi specie perquanto concerne gli scambiinternazionali. Insomma, ci ri-troviamo con una flotta (diporti) sempre più numero-sa… ma nello stesso temposempre più debole. Come sefossimo un po’ troppo disper-sivi.Ecco un primo dato numeri-co. A fornirlo è il Conto Na-zionale dei Trasporti 2012,pubblicato dal Ministero diriferimento nelle scorse setti-mane. In base alle rilevazionieffettuate presso le Capitane-rie di porto e le Autorità por-tuali, in Italia risultano censiti290 porti con un forte incre-mento rispetto al 2010 (31strutture in più, un progressodel 12 per cento). Addirittura,rispetto al 2001 il numero diporti sembra essere raddop-piato. È pur vero che una dif-

ferenza numerica così marca-ta potrebbe essere spiegatadall’adozione di diversi sistemidi rilevazione statistica o dicatalogazione degli scali. Èinfatti improbabile che in solidodici anni sulle coste del no-stro Paese siano “spuntati” exnovo 144 porti!In ogni caso, limitando l’at-tenzione al confronto 2010-2012, tutti gli indicatori infra-strutturali segnalano una so-stenuta crescita: numero diaccosti più 10 per cento; su-perficie dei piazzali destinatialla movimentazione mercipiù 10 per cento; addiritturaè raddoppiata la capacità deimagazzini frigoriferi. Il Mez-zogiorno guida la crescita: quisi registra un progresso (in so-li due anni!) di ben 17 puntipercentuali nel numero diporti, con il “debutto” di 26nuovi scali.Sembrerebbe dunque un si-stema in salute, dinamico, at-tivo, in forte espansione, ca-pace di mostrare i muscoliall’Europa. E invece… pro-prio il confronto con il Vec-chio Continente tende a de-lineare un quadro ben diver-so. Nella classifica dei primidieci porti continentali permovimentazioni di cargo -fanno testo, in questo caso, leindagini Eurostat - non figuranessun porto tricolore. Al topRotterdam, Anversa e Am-burgo, ma va segnalata anchela presenza dei turchi di Botas(al sesto posto). Per trovareun italiano bisogna scenderefino alla 17a posizione (Trie-ste) e alla diciannovesima (Ta-ranto, comunque in decisoprogresso in termini di cre-scita relativa rispetto all’annoprecedente). Non va molto meglio nel traf-fico container. I tre leader dimercato sono sempre gli stes-si (con uno scambio di posi-zioni per l’argento e il bron-zo). Gioia Tauro è in settimaposizione (ma scala di un po-sto rispetto all’anno prima),La Spezia quattordicesima eGenova diciottesima.La lettura di questi dati evi-denzia la mancanza di una“struttura di riferimento”, quel“grande porto multifunziona-le” che invece gli altri Paesieuropei possono vantare. Perintendersi: Rotterdam inOlanda, Anversa in Belgio,Amburgo in Germania, LeHavre in Francia, Algeciras inSpagna, tutti al top a prescin-dere dalla tipologia di movi-mentazione. Quella italiana appare dunquecome una chiara anomalia nelquadro europeo: non solo sia-mo parecchio indietro nelleclassifiche, ma le strutture chein qualche modo riescono amettersi in luce alla voce car-go, escono di scena quandosi tratta di movimentare i

container e vice versa.D’altra parte, anche se si con-sidera l’andamento del flussodi merci e di passeggeri, sianel breve periodo (gli ultimidue anni) sia con un orizzon-te temporale più ampio (dal2000 ad oggi), i conti sem-brano non tornare. I flussi di merci in arrivo epartenza segnalano un discre-to incremento prendendo co-me anno base il 2000 e unacontrazione limitatamenteagli ultimi due (complice lacrisi internazionale che ha

colpito l’economia nel suocomplesso). Per quanto ri-guarda il traffico passeggeri sirileva un calo di quasi due mi-lioni di imbarchi/sbarchi tralo scorso anno e il 2000. Ma cosa succede se questiflussi complessivi sono disag-gregati in diporto e trafficointernazionale? Così facendo,sembra trovare ulteriore con-ferma la debolezza del siste-ma italiano. Infatti, a soffrire,sono state proprio le movi-mentazioni sulle lunghe di-stanze. Basta guardare al dato,

purtroppo assi significativo,delle merci internazionali inarrivo: meno 11 per cento trail 2000 e il 2012! Un datodavvero pesante, visto che ne-gli ultimi dodici anni il restodell’Europa, nel complesso,ha beneficiato di un incre-mento dei volumi.Al contrario, si registra unafortissima crescita in terminidi cabotaggio (più 49 per cen-to le tonnellate di merci in ar-rivo nel confronto 2012-2000e più 42 per cento quelle inpartenza). Un dato che sem-

bra potersi leggere come ul-teriore conferma del fatto chela scelta italiana di una plura-lità di strutture (relativamente)di medio-piccole dimensionipuò essere premiante in am-bito locale, ma quando oc-corre affrontare la sfida glo-bale sono forse altri i numeriche contano davvero.La sensazione che in Italia cisiano “troppi” porti rispettoai parametri europei – e cheaver privilegiato la quantitànon abbia giocato a favoredella qualità - sembra confer-mata proprio da un confrontotra le capacità di movimen-tazione delle nostre strutturee dei principali scali comuni-tari. I nostri porti più “grandi”all’estero sarebbero infatti solodelle realtà di “media” gran-dezza. Nel traffico cargo Rot-terdam movimenta in un an-no 396 milioni di tonnellatedi merci ovvero quasi diecivolte Genova e Trieste (en-trambe appena al di sopra dei40 milioni di tonnellate). An-versa è a quota 160 milioni(4 volte Genova o Trieste) eAmburgo oltre i 104 milionidi tonnellate.Nel comparto container, Rot-terdam domina con 14,7 mi-lioni di TEU più di quattrovolte rispetto al primo scaloitaliani - Gioia Tauro - che siferma a 3,3 milioni di TEU.A seguire, Amburgo (9 milio-ni di TEU, circa il doppiodell'Italia) e Anversa (8,3 mi-lioni di TEU, poco meno deldoppio dell'Italia). I primi die-ci porti italiani, considerati as-sieme, non arrivano a coprireil volume movimentati dallasola Amsterdam. E questonon può che essere letto co-me un segnale di forte debo-lezza del nostro compartoportuale.

PORTI E AEROPORTI

INFRASTRUTTURE PORTUALI: DAVVERO L’ITALIA HA I NUMERI GIUSTI PER COMPETERE IN EUROPA?

Le principali caratteristiche infrastrutturali dei porti italiani

2012

2901.941459,1

17.769,2

694,7

7.789,4

2010

2591.761415,3

16.073,1

351,8

7.181,2

var. 12/00

12,010,210,510,6

97,5

8,5

2001

1461.119282,3

15.146,3

8.311,0

Numero portiNumero accostiLunghezza totale accosti (km)Superfici dei piazzali per le merci (migliaia di metri quadrati)Capacità magazzini frigoriferi (migliaia di metri cubi)Capacità altri magazzini (migliaia di metri cubi)

Flussi di merci e passeggeri nei porti italiani (traffico internazionale e di cabotaggio)

2000

315.155131.484446.63943.21543.16186.376

2010

324.457169.634494.09140.80543.79584.600

2012

316.632157.747474.37942.51942.07184.590

var. 12/10

0,520,06,2­1,6­2,5­2,1

var. 12/10

­2,4­7,0­4,04,2­3,90,0

Merci in arrivo (migliaia di tonnellate)Merci in partenza (migliaia di tonnellate)Totale merci (migliaia di tonnellate)Passeggeri in arrivo (migliaia)Passeggeri in partenza (migliaia)Totale passeggeri (migliaia)

Flussi di merci e passeggeri nei porti italiani (solo traffico internazionale)

2000

255.61971.765

327.3843.2363.2396.475

2010

236.48684.100

320.5863.0313.0976.128

2012

227.94272.906

300.8482.9203.1206.040

var. 12/10

­10,81,6­8,1­9,8­3,7­6,7

var. 12/10

­3,6­13,3­6,2­3,70,7­1,4

Merci in arrivo (migliaia di tonnellate)Merci in partenza (migliaia di tonnellate)Totale merci (migliaia di tonnellate)Passeggeri in arrivo (migliaia)Passeggeri in partenza (migliaia)Totale passeggeri (migliaia)

Flussi di merci e passeggeri nei porti italiani (solo cabotaggio)2000

59.53659.719

119.25539.97939.92279.901

2010

87.97185.534

173.50540.83240.69981.531

2012

88.69184.841

173.53239.59938.95278.551

var. 12/10

49,042,145,5­1,0­2,4­1,7

var. 12/10

0,8­0,80,0­3,0­4,3­3,7

Merci in arrivo (migliaia di tonnellate)Merci in partenza (migliaia di tonnellate)Totale merci (migliaia di tonnellate)Passeggeri in arrivo (migliaia)Passeggeri in partenza (migliaia)Totale passeggeri (migliaia)

Il Mezzogiorno guida la crescita degli ultimi due anni

2012

6443

183290

2010

6042

157259

var. 12/10

6,72,4

16,612,0

Numero di porti

Nord ItaliaCentro ItaliaSud ItaliaTotale Italia

La top ten dei principali porti europei per movimentazioni(e gli italiani presenti nei primi 20)

Traffico container

Rotterdam (NL)Amburgo (DE)Anversa (BE)Bremerhaven (DE)Valencia (ES)Algeciras (ES)Gioia TauroFelixtowe (UK)Le Havre (FR)Barcellona (ES)La Spezia (14°)Genova (18°)

Traffico passeggeri

Dover (UK)Paloukia Salaminas (EL)Perama (EL)Helsinki (FL)Calais (FR)Stoccolma (SE)Pireo (EL)Helsingborg (SE)Helsingør (Elsinore) (DK)MessinaNapoli (12°)Reggio Calabria (13°)Capri (14°)

Traffico cargo

Rotterdam (NL)Anversa (BE)Amburgo (DEMarsiglia (FR)Algeciras (ES)Botas (TR)Le Havre (FR)Amsterdam (NL)Immingham (UK)Bremerhaven (DE)Trieste (17°)Taranto (19°)

di una scuola media di unquartiere periferico della città,per essere lo strumento di co-municazione e diffusione delleattività sostenibili sviluppatenel porto di Bari, verso gliutenti portuali e la cittadinan-za intera. “Il prossimo incontro di Du-brovnik – dice il responsabilescientifico di Ten Ecoport,prof. Leonardo Damiani delPolitecnico di Bari - rientrafra le attività di coordinamen-to del progetto e la sua agen-da testimonia l'ottimo lavorosvolto dai partner, nel rispettodelle previsioni progettuali perquanto attiene sia le attivitàtecnico-progettuali, sia quelledi coinvolgimento di tutti isoggetti che partecipano a di-verso titolo ai processi di tu-tela ambientale. Il lavoro svol-to è stato prezioso per miglio-rare i processi di cooperazio-ne fra paesi europei e candi-dati. Non è un caso che ilmeeting si tenga in Croazia,proprio alla vigilia del suo in-gresso fra i paesi UE, al ter-mine di un percorso di inte-grazione del quale Ten Eco-port costituisce un rilevantetassello. Con questo progetto,la Puglia aspira a diventare unpunto di riferimento per i tra-sporti marittimi nella regionedel Sud Est Europeo, non so-lo per la sua posizione stra-tegica, ma anche per la capa-cità di definire protocolli digestione capaci di trasformarele rotte del Sud Est in corridoiecologici”.

Il traffico container nei principali porti europei e italiani (migliaia di TEU)

14.7309.0358.3175.9114.338

3.3071.205910

Rotterdam (NL)Amburgo (DE)Anversa (BE)Bremerhaven (DE)Valensia (ES)

Gioia TauroLa SpeziaGenova

La crescita dei porti e degli accostiregistrata negli ultimi anni nonsembra pagare in terminidi efficienza e di risultati. Infatti, i volumi di traffico merci e passeggeri…

Nel nostro Paese manca unastruttura di riferimento”, quel“grande porto multifunzionale”che le altre nazioni possonovantare: Rotterdam in Olanda, Anversa in Belgio, Amburgo inGermania, Le Havre in Francia, Algeciras in Spagna

Nel traffico container i primi dieciporti italiani, considerati assieme,non arrivano a coprire i volumi movimentati dalla sola Rotterdam

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10 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

prof. Ing. Edoardo Benassai*

1. ORIGINE DEL FENOMENOEROSIVOLo sviluppo del traffico ma-rittimo e le nuove tecnichedei sistemi di attracco hannoportato all’aumento delle di-mensioni delle navi e quindidella loro potenza propulsiva.Hanno determinato in secon-do luogo, lo sviluppo di tipimolto particolari di navi ca-ratterizzate da specifici dispo-sitivi di manovra per l’acco-sto. Queste nuove tendenzenell’architettura delle navihanno favorito l’emergere difenomeni di escavo al piededelle strutture di banchina.L’entità dell’escavo è un pro-blema da prendere in consi-derazione nella fase di pro-gettazione, di costruzione edi utilizzazione di tali opere.L’escavazione del fondo ma-rino può essere attribuito al-l’effetto prodotto da forzeerosive, dovute alla presenzadi forti correnti in prossimitàdelle strutture di attracco. Inalcuni casi la configurazionedella struttura contribuiscemaggiormente all’erosione.L’abbassamento del fondomarino al piede di questestrutture può influenzarne lastabilità, e può indurre dissestilocalizzati parziali, fino al col-lasso dell’intera opera.Talvolta può anche causaresoste operative, riducendo ilfronte di ormeggio comeconseguenza del verificarsi dizone di deposito di materialerimosso dalle correnti.Sinteticamente l’erosione sulfondo del mare si verificaquando la velocità dell’acquanei pressi della superficie delterreno supera un valore cri-

tico (velocità critica) il qualedipende a parità delle condi-zioni idrodinamiche dalle ca-ratteristiche del terreno esi-stente. Per effetto della corrente ilmateriale del fondo cominciaa muoversi, dando luogo al-l’escavo del suolo e ad unamigrazione delle particelle inzone limitrofe.Questa alterazione del fondomarino costituisce la causa diinconvenienti progressivi, trai quali:n Un danneggiamento dellafondazione delle opere di or-meggion Una crisi dell’installazione,nel caso in cui si produca unariduzione della operativitàdelle funzioni della struttura.

2. VELOCITÀCRITICALa velocità della corrente inprossimità del fondo graziealla quale si determina il mo-to le particelle dà luogo al-l’escavo più o meno intenso.Essa è legata alle caratteristi-che del terreno nella zona diormeggio. A titolo di esem-pio, con riferimento ai sim-boli che seguono, (g – acce-lerazione di gravità, γ – pesospecifico) sono riportati i va-lori di tale velocità Vcr in al-

cuni casi.

3. INFLUENZADEL TIPO DISTRUTTURASULLE MODALITÀDI EROSIONEL’effetto della corrente è le-gato al tipo di infrastrutturedi ormeggio. Si possono ci-tare i due casi emblematici:a) Le strutture di ormeggio ditipo aperto (banchina su pali-ficata con piattaforma)Si tratta di un tipo di banchi-na fondata su pali o pilastri.In questo caso l’erosione ri-guarda sia il versante sotto labanchina, sia il fondo situatoal piede del terrapieno, sottoil fronte di ormeggio. Il feno-meno dell’escavo sul para-mento inclinato viene postoin evidenza nella Figura 1.

b) Le strutture di ormeggio chiu-se (banchine verticali)Per strutture di ormeggiochiuse il processo di erosioneviene influenzato dalla pre-senza della parete verticaledella banchina. L’erosione èlocalizzata sia sul fondo sottola linea di ormeggio sia al pie-de della banchina di attracco.L’effetto della corrente si ma-nifesta in particolari zone chevanno controllate. In Figura

2 è mostrata l’erosione delfondale nelle banchine verti-cali in presenza di navi fornitedi elica centrale e di navi mu-nite di eliche trasversali.

In figura 3 è riportata una se-zione della banchina a gravitànella quale sono presenti fe-nomeni di erosione e vieneindicata una soluzione per ilripristino della fondazione,ciò ad evitare il ribaltamentodella struttura dal lato delmare a causa della mancanzadi sostegno.

Nel caso di un tipo di operadi attracco con paratia anco-rata, se l’erosione raggiungevalori notevoli si manifestanoeffetti significativi come la de-formazione della parete ver-ticale della banchina o grandiabbassamenti nella zona po-steriore della paratia. L’ero-sione riduce la pressione ver-ticale nella regione della spintapassiva rivolta verso la pareteverticale (che offre sicurezzaalla struttura). (Figura 4)

4. FATTORI CHE INFLUENZANOL’EROSIONE I principali fattori che deter-minano il processo di erosio-ne intorno alle strutture di

ancoraggio sono:n La velocità della correntegenerata dall’elica.n L’altezza delle eliche ri-spetto al fondo.n Le caratteristiche del sedi-mento.L’erosione è direttamentecorrelata alla velocità al fon-do, e quindi alla velocità dirotazione dell’elica. L’aumen-to di dimensione di essa de-termina incrementi nella pro-fondità e nell’estensione dellazona di erosione e, di conse-guenza, dell’altezza delle areedi accumulo del materiale ri-mosso. Il campo di velocitàdel getto generato dalle elicheè schematicamente riportatoin figura 5, in cui sono con-trassegnate tre zone: zona ini-ziale, zona di stabilimentodella corrente e zona diespansione.A seconda del tipo di nave,si possono distinguere due ti-pi principali di propulsione aseconda della posizione el’orientamento delle eliche:n Eliche principali (eliche dipoppa): si trovano a tergo egenerano un flusso immedia-tamente dietro l’elica, diffon-dendo la corrente in direzio-ne dell’asse longitudinale del-la nave.n Eliche trasversali di prua(eliche di prua), di solito sitrovano all’interno di un di-spositivo che genera una cor-rente trasversale alla nave. Es-se sono utilizzate per facilitarela manovra nelle zone in cuisi dispone poco spazio e du-rante le operazioni di attraccoe salpamento. Possono essereraggiunte velocità della cor-rente di 7 m/s per le navi digrandi dimensioni portacon-tainer.Per calcolare la velocità ini-ziale all’uscita del propulsore,ci sono numerose formuleproposte da diversi autori egruppi di lavoro, tra le qualipossono essere evidenziate letre riportate nel seguito. Lapotenza utilizzata può esserediversa a seconda del tipo dimanovra (di attracco o di sal-pamento) e del tipo di nave.Correlato all’effetto dell’ero-sione con la potenza instal-lata per alcuni tipi di navi si

presentano le condizioni peg-giori, come ad esempio legrandi navi di passeggeri, naviportacontainer, le navi Ro-roe traghetti. Per valutare la ve-locità iniziale all’uscita delpropulsore si fa riferimentoalla nomenclatura (PIANC,EAU 2004) indicata in tabel-la. Un altro fattore da consi-derare nella forma di diffu-sione del getto e quindi nelcampo di velocità è la pre-senza del timone, che presen-ta una superficie che divideil flusso in due parti su en-trambi i lati della pala: uno sipropaga verso la superficie el’altro verso il fondo.

5. ALTEZZADELL’ASSEDELL’ELICARISPETTO AL FONDOL’altezza dell’asse dell’elicarispetto al fondo, Hp, defini-sce il fattore di prossimitàdella generazione della cor-rente rispetto al fondo, ed èuno dei parametri determi-nanti. All’aumentare dellaprofondità Hp diminuisce laprofondità di erosione cosìcome l’altezza dei depositi dimateriale rimosso (zona dideposizione). Per altezze ele-vate Hp, la lunghezza del-l’area erosa tende ad aumen-tare, anche se la sua larghezzatende a diminuire. Con Hpelevata la posizione dell’aereaerosa tende ad allontanarsidall’elica.Data l’influenza di questo pa-rametro Hp, il gruppo di stu-dio 22 del PIANC, per i casidi opere di ormeggio apertipropone una serie di racco-mandazioni, che sono le se-guenti:n Per le banchine caratteriz-zate da un’elevata frequenzadi manovre di attracco e disalpamento occorre disporredi un’altezza sotto chiglia(franco) di 1 m nell’operazio-ne di attracco.n In situazioni favorevoli dimarea questa limitazione po-trebbe essere ridotto a 0.6 m.n In ogni caso è consigliabileavere una minore altezza sot-to chiglia (franco) di un 1 mper navi portacontainer, tra-ghetti e Ro-ro. Per la mag-gior parte delle navi si pos-sono accettare condizionimeno rigorose ammettendoun’altezza sotto chiglia (fran-co) di 0.3 m.La distanza tra l’asse dell’elicae la profondità massima dierosione è indipendente dal-l’altezza iniziale dell’elica sulfondo. Una volta raggiunta un certogrado di erosione, la velocitànella parte inferiore della zo-na erosa non sarà sufficienteper continuare a rimescolareil sedimento. Questa conclusione è corre-lata alla velocità critica delsedimento, e si può quindidedurre che la profonditàdell’erosione può essere de-terminata dalla velocità di ro-tazione dell’elica, ottenuta apartire dall’equazione di Ha-mill, e conoscendo la velocitàcritica del sedimento.

6. DIMENSIONIDEL SEDIMENTOLa dimensione del sedimentoè un altro fattore di grandeimportanza in questo feno-meno in quanto determina

L’ESCAVO DELLE STRUTTURE DI ORMEGGIO PRODOTTO DALLE ELICHE DELLE NAVI

Figura 1. Erosione in opere di attracco aperte

Figura 2. Banchine a paramento verticale. a) Erosione del fondale per effetto dell’elica principale; b) Erosione del fondale pereffetto dell’elica trasversale

Figura 3. Zona della fondazione della struttura a gravità soggetta ad erosione

Figura 4. Banchina a palancolata con piattaforma. Deformazione del paramento e abbassamentodel coronamento a tergo dell’opera

Figura 5. Andamento delle velocità nello specchio d’acqua posteriorealla nave

Velocità critica per diverse caratteristiche del terreno (PIANC – 1997) Tabella. Velocità iniziale del getto generato dalle eliche

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Massimo BorsaNicola Zuppelli

LA RICERCA TRABRINDISI E NAPOLIIl crescente interesse degli ul-timi 20 anni per lo studio del-la vita di servizio delle strut-ture in calcestruzzo armatoesposte all’ambiente marino,manifestatosi nei ricercatorie progettisti di diversi paesidi tutto il mondo, ha postola base per lo sviluppo delprogetto di ricerca svolto daparte di Italcementi sulla du-rabilità delle strutture in am-biente marino e lagunare aclima temperato. L’obiettivoera fornire al mercato unaperformance adatta a soddi-sfare le esigenze degli inge-gneri alle prese con la pro-gettazione di strutture por-tuali completamente o par-zialmente sommerse. Gliobiettivi sono stati raggiuntilegando alla tecnologia delcalcestruzzo metodi di pro-gettazione efficienti che per-mettono di scegliere con co-gnizione il materiale più adat-to per le condizioni di espo-sizione delle opere.Le ricerche sui fattori che in-fluiscono sulla durabilità delcalcestruzzo in ambiente ma-rino, hanno fornito un insie-me di dati e di modelli chesembrano essere soddisfacen-ti per minimizzare la proba-bilità di deterioramento distrutture esposte in climi fred-di (vedi le esperienze nel Mardel Nord come ad esempioil Ponte di Øresund che col-lega la Danimarca alla Sve-zia;oppure il Ponte “De laConfédération” in Canada,che collega l’isola del PrincipeEdoardo con la terrafermanel New Brunswick.), mentresono insufficienti nel caso diesposizione in ambienti ma-rini a clima caldo, tipici del-l’area del Mediterraneo. Inogni caso, le prescrizioni peril calcestruzzo di strutturemarine era basato tradizio-nalmente sul buonsenso piut-tosto che su prestazioni do-cumentate, pur soddisfacen-do le normative e le prescri-zioni in vigore sulle classi diesposizione del calcestruzzo(EN 206). In realtà, per il clima medi-terraneo, o in altre condizionidi esposizione a temperatureelevate, ai fini della progetta-zione di un mix-design ingrado di assicurare una vitain servizio anche superiore aicento anni, il progettista do-vrebbe disporre di un model-lo affidabile del processo dipenetrazione dei cloruri e diun insieme significativo di da-ti che lo validano e lo rendo-no affidabile. E’ stato necessario quindisvolgere una ricerca mirataper meglio chiarire l’intera-zione dei vari costituenti delcemento con gli ioni poten-zialmente aggressivi presentinell’acqua marina come clo-ruri, magnesio e solfati. Inol-tre, ulteriori ricerche sonostate indispensabili per cor-relare i parametri fisici dellastruttura studiata che con-trollano la permeabilità e laresistenza, con i parametrichimici che controllano lanatura, la quantità e la velo-cità di formazione dei pro-dotti che generano l’espan-sione interna.

Le condizioni di esposizionedel calcestruzzo all’ambientemarino risultano differenti inrelazione alle seguenti zone: 1) zona completamente som-mersa; 2) zona degli spruzzi; 3) zona atmosferica, comple-tamente emersa.

La temperatura è un fattoremolto importante nel proces-so di penetrazione degli ionicloruro. In alcuni casi sono stati pro-posti dei modelli matematiciper rappresentare la dipenden-za della concentrazione degliioni cloruro con il tempo

d’esposizione, tenendo contoanche della temperatura, main effetti si è trattato di modelliempirici ottenuti dalla solu-zione della seconda legge diFick, in cui si è rappresentatoil coefficiente di diffusione conun’espressione del tipoDeff=K1(T)K2(t)D0.

I modelli matematici avreb-bero dovuto tener conto dellediverse zone di esposizioneattraverso la opportuna va-riazione delle specifiche con-dizioni al contorno. Lo studiodel trasporto di ioni cloruriall’interno di strutture in cal-cestruzzo è stato reso parti-colarmente difficile dallacomplessità chimica e strut-turale di tale materiale. Inoltreil clima, in particolare la tem-peratura e l’umidità ambien-tale oltre che la temperaturadel mare, influenzano i pro-cessi coinvolti nella penetra-zione dello ione cloruro inmaniera determinante. Per questi motivi, si è resonecessario uno studio voltoalla determinazione dei pa-rametri fondamentali per lamodellazione della cineticadi penetrazione dei clorurinelle strutture in calcestruzzoarmato esposte ai climi tem-perati quali si riscontrano nelMare Mediterraneo. Perquanto riguarda i calcestruzzi,sono state scelte delle com-posizioni in relazione a diffe-renti tipi di legante, che sonostate preparate e caratteriz-zate in laboratorio. La taratura e definizione fi-nale del modello, è stata fattaattraverso la realizzazione diprove accelerate di laborato-rio e di prove sul campo alungo termine, acquisendodati provenienti da campionidi calcestruzzo, strumentatie non, esposti sul sito speri-mentale di Italcementi realiz-zato presso il porto di Brin-disi (Lega Navale) e succes-sivamente trattati presso ilLaboratorio di Brindisi, unastruttura collegata a i.lab, ilCentro Ricerca e Innovazio-ne della sede centrale di Ber-gamo di Italcementi. E’ uncentro dedicato allo sviluppodi tecniche e materiali perl’incremento dell’affidabilitàe della durabilità delle grandiinfrastrutture. È strutturato intermini di personale e attrez-zature in modo da poter in-traprendere la progettazionee lo sviluppo di nuovi pro-dotti e di nuovi materiali peril mondo delle costruzioni.La ricerca è stata condottaanche collaborando conl’Università Federico II di Na-poli (Dipartimento di Inge-gneria dei Materiali) per mi-gliorare le conoscenze e letecniche inerenti proprio la“Durabilità delle strutture incalcestruzzo armato esposteall’ambiente marino e lagu-nare a clima temperato”.

LE APPLICAZIONIQuesta esperienza ha portatoalla definizione di i.idro MA-RINE CONCRETE comelo conosciamo oggi e ha per-messo anche di “correggere”alcuni parametri teorici perla soluzione della legge di dif-fusione dei cloruri all’internodel calcestruzzo. Grazie aquegli studi si è riusciti a ela-borare modelli molto precisi,che ci consentono, oggi, difornire calcestruzzi ad hoc perogni specifica esigenza. Nellospecifico la formulazione uti-lizzata al Mose. è stata messaa punto ulteriormente con ol-tre 150 prove nel laboratorioCalcestruzzi di Limena (Pd)e poi testato presso alcuni la-

N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 11

PORTI E AEROPORTI

I CALCESTRUZZI IN AMBIENTE MARINO E LAGUNARE PER STRUTTURE PORTUALI: DALLA RICERCA ALL’APPLICAZIONE

TABELLA CON LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEI PRODOTTI I.IDRO MARINE CONCRETE UTILIZZATI PRESSO I CANTIERI DEL MOSE

MISCELA Rck 45 XS3 SCC (autocompattante)

Proprietà U.M Valore

Consistenza (slump flow) cm 75Consistenza (V­funnel) secondi 9Massa volumica del calcestruzzo kg/m3 2423Resistenza a compressione a 24 ore MPa 26.5Resistenza a compressione a 28 gg MPa 56.5Resistenza a trazione indiretta a 28 gg (per splitting) MPa 4.8Modulo Elastico secante a 28 gg GPa 33.65Permeabilità ai cloruri prova accelerata coulomb BassaRitiro igrometrico 28 gg µm/m ~290

MISCELA LC 44 XS3 S5 (light concrete)

Proprietà U.M Valore

Consistenza (abbassamento al cono) cm 25Massa volumica del calcestruzzo kg/mc 1990Resistenza a compressione a 24 ore MPa 28 Resistenza a compressione a 28 gg MPa 55Resistenza a trazione indiretta a 28 gg (per splitting) MPa 4.0Modulo Elastico secante a 28 gg GPa 24.3Permeabilità ai cloruri prova accelerata coulomb BassaRitiro igrometrico 28 gg µm/m ~280

la velocità critica del sedi-mento di forma tale chequanto più piccola sarà la di-mensione dei granuli costi-tuenti il suolo tanto più saràerodibile e maggiore l’areadell’erosione.Questo fattore influenza an-che la geometria della zonadi erosione. Per le stesse con-dizioni di velocità dell’elica el’altezza dell’asse dell’elica sulfondo, la profondità di ero-sione è maggiore quanto mi-nore è la dimensione (D50) ela densità del sedimento.Relativamente alle zone dideposito dei sedimenti, la suaaltezza è maggiore quantomaggiore è la dimensione delsedimento, mentre al contra-rio sono più estese per sedi-menti di dimensioni minori.Questo comportamento èdovuto a una dimensione in-feriore, il sedimento richiedeminore velocità per spostarsi(velocità inferiore critica), cherende la portata di dimensio-ne minore rispetto al depo-sito di materiali di maggiordiametro.

7. DURATA DEL FLUSSO DI CORRENTELa profondità massima dierosione è anche legata altempo di funzionamentodell’elica. La durata della ma-novra di attracco e di salpa-mento è quindi un elementoche riguarda l’erosione nellafase di attracco. Il metodo diHamill (1988) consente unastima della profondità mas-sima di erosione tenendoconto del tempo di azionedell’elica.

*Università di NapoliFederico II

Nel sito Internet www.giornaleingegne­re.it a completamento del presente ar­ticolo fa seguito un secondo argomentotrattato dal prof. Benassai sulla valuta­zione del livello di erosione

BIBLIOGRAFIAA. P. CEUTA (2009). Informe sobre los da­ños en el atraque nº 3 del muelle Caño­nero Dato en el Puerto de Ceuta.CEDEX (2011). “Efecto de socavación enlas obras de atraque producida por la ac­ción de las hélicesde los buques”. Clave: 21­309­5­001. ParaPuertos del Estado.CEDEX (1996). Socavación por actuaciónde hélices. Clave: 21­496­9­160CEM (2003). Coastal Engineering Manual.Scour and Scour Protection. EM 1110­2­1100 (Part VI).CIRIA/CUR. The Rock manual. CIRIA pu­blication C683. London, 2006EAU (2004). Recommendations of theCommittee for Waterfront Structures,Harbours and Waterways. Berlin: Ernst& SohnHAMILL, G (1988). The scouring actionof the propeller jet produced by a slowlymanoeuvringship. PIANC, Bulletin 1988, Nº 62.PIANC (1997). Guidelines for the designof armoured slopes under open piledquay walls. Reportof working group 22. Supplement to Bul­letin 96PIANC (1987). Guidelines for the designand construction of flexible revetmentsincorporatinggeotextiles for inland waterways. Supple­ment to Bulletin no. 57.PORT DESIGNER’S HANDBOOK (2010).Carl A. Thoresen. Thomas Telford Limited,London.VALDES JOSE M., REDONDO LÁZARO, GU­TIÉRREZ RAMÓN M., MARTÍN IMMACU­LADA (2012) Socavación en las obras deatraque producida por el efecto de lashélices de los buques, IV Congreso Na­cional de la Asociación Técnica de Puertosy Costas, Valencia. segue a pag. 13

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Giulio BertolaEmanuele Maiorana

1. DESCRIZIONEIl sistema Syncrolift® (Figura1) è stato sviluppato grazie al-la lunga esperienza Rolls-Royce nel settore navale.Il progetto infatti nasce eviene largamente impiegatoper il trasferimento di grandinavi dall’acqua alla terrafer-ma.Si tratta di un sistema com-posto da una struttura forma-ta da travi principali in ac-ciaio, ognuna delle quali è col-legata alle altre tramite ordi-ture di travi secondarie chesviluppano il piano di appog-gio della piattaforma. Sul piano di appoggio vienecollocato il sistema di binari,per il trasferimento del caricosopra la piattaforma.Ogni trave principale è appe-sa alle due estremità ad unargano, ogni coppia di arganirelativa ad una trave è colle-gata a tutti gli altri per mezzodi un sistema di distribuzionedati che converge al centrodi comando, dal quale è pos-sibile gestire tramite softwaresimultaneamente il sistemacomplessivo di argani, e quin-di la posizione altimetricadell’intera piattaforma. La piattaforma realizzata daOmba Impianti & Engineer-ing, consente nella fattispeciedi ammarare le strutture dicemento armato sui quali al-loggeranno le paratie del sis-tema Mose. In particolare sitratta della piattaforma con lamaggiore capacità di caricomai realizzata da Rolls-Royce.Le caratteristiche principalisono:n Lunghezza: 63 mn Larghezza: 52,5 mn Peso totale della piattafor-ma: 4000 tn n° 52 argani capacità di sol-levamento in coppia: 1200 tn Escursione verticale dellapiattaforma: 17 m n n° 13 travi principali a dop-pio T: h = 5 mn n° 196 travi secondarie adoppio T

n n° 255 travi terza orditura

2. FABBRICAZIONEDa segnalare i seguenti aspet-ti: il materiale utilizzato e l’at-tività di saldatura. Per quanto riguarda il primoaspetto, si tratta di acciaioS355J2 verniciato e S690QLper le parti di estremità delletravi principali, in corrispon-denza della zona di maggioresollecitazione di taglio per glieffetti del perno di collega-

mento con gli elementi di sol-levamento. La saldatura è sta-ta un’attività degna di notaper via delle grandi dimen-sioni delle anime e per la pre-cisione geometrica da garan-tire. Lo spessore delle piatta-bande delle travi principali èpari a 100 mm, le anime han-no spessore 40 mm e 100mm nelle parti di estremità.In particolare si è fatto largouso del processo di saldaturaad arco sommerso ed è stata

curata la sequenza per gestiregli inevitabili ritiri dovuti alleelevate dimensioni degli ele-menti e al consistente apportotermico.

3. ASSIEMAGGIOSTRUTTURE INAREA PORTUALEDate le notevoli dimensionidelle travi principali, ognunadi queste è stata fabbricata instabilimento in quattro concie trasportati in area portuale

di Marghera dove sono statiassemblati (Figura 2). Sono stati effettuati quindi 52trasporti eccezionali per unalarghezza di 5 m (i conci ditrave sono stati trasportati inorizzontale) ed un peso di cir-ca 50 t.In area portuale i conci di tra-ve sono stati verticalizzati, ac-coppiati e saldati con proces-so a filo continuo tra di lorotramite giunti testa a testa apiena penetrazione.

Dato l’ambiente caratterizzatoda atmosfera marina, brezzeed umidità, sono state instal-late delle “capannine” di com-partimentazione dei giunti pergarantire la costante prote-zione del bagno di saldaturacon gas inerte (Figura 3).Ogni trave assemblata ha unpeso di circa 200 t.Particolare attenzione è stataposta nel garantire il rispettodelle ristrette tolleranze geo-metriche. Le fasi di saldaturasono state studiate e testateper gestire i ritiri di piattaban-de ed anima in maniera sim-metrica, senza compromette-re la planarità delle superfici.La riduzione della lunghezzacomplessiva dell’intera traveè stata compensata agendo apriori nel definire la lunghez-za dei conci di trave, e in fasedi saldatura monitorando tra-mite rilievi di precisione ilcomportamento della strut-tura. Per garantire la geome-tria delle travi principali e ilcorretto posizionamento re-ciproco si è scelto di comple-tare ciascuna trave (saldaturadi tre giunti principali), inse-rire l’orditura secondariacomposta da quattordici travia doppio T di altezza pari a1300 mm, e traslare una delledue travi mediante due par-ticolari cavallette che permet-tono la regolazione della tra-vata sui tre assi potendo per-tanto raggiungere una preci-sione millimetrica. Solo suc-cessivamente sono state sal-date le travi di orditura secon-daria bloccando così la geo-metria del modulo formatoda due travi principali e dalleorditure tra di esse.Ogni modulo appoggia soloalle estremità, per permettereil successivo posizionamentodei carrelli di trasporto (Figu-ra 4).

12 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

PIATTAFORMA DI VARO PER STRUTTURE DI CEMENTO ARMATO NELL’AMBITO DEGLI INTERVENTI ALLE BOCCHE LAGUNARI DI VENEZIA

DATI DI PROGETTO

Progettista: Rolls Royce

Ente Proprietario: Magistrato alle Acque di Venezia

Ente Committente: Consorzio Venezia Nuova

Ente Appaltante: Grandi Lavori Fincosit

Realizzazione strutture metalliche e montaggio: Omba Impianti & Engineering

Attrezzature ed assistenza al trasporto: Fagioli SpA

Figura 1. Impianto Sincrolift®

Figura 2. Assiemaggio in area portuale Figura 3. Saldatura tra due conci di trave Figura 4. Traslazione trave principale

Figura 5. Predisposizione carrelli per trasporto

Figura 7. Posizionamento Figura 8. Installazione pulegge inferiori Figura 9. Armamento argani

Figura 6. Trasporto dei moduli su chiatta

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boratori esterni.Il MOSE è il sistema di pa-ratoie mobili a scomparsa incostruzione alle bocche diporto lagunari per la difesadi Venezia e dell’intero eco-sistema dalle acque alte. Rap-presenta il più grande cantie-re di ingegneria idraulica delmondo, che vede impegnaticirca 3.000 addetti diretti eindiretti. Le paratoie mobili del Moserappresentano il cuore di unvasto sistema di opere checoniuga la difesa fisica deicentri abitati lagunari dagliallagamenti con il ripristinoe la riqualificazione ambien-tale della laguna. Si tratta delpiù imponente programmadi difesa, recupero e riquali-ficazione dell’ambiente chelo Stato italiano abbia mai in-trapreso, un impegno cheviene attuato secondo un ap-proccio sistemico e coordi-nato dal Ministero delle In-frastrutture e dei Trasporti –Magistrato alle Acque di Ve-nezia attraverso il ConsorzioVenezia Nuova. La realizza-zione del MOSE sta richie-dendo una produzione di cir-ca 220.000 metri cubi di cal-cestruzzo, un quantitativocertamente imponente e cheha comportato una partico-lare attenzione nell’impiegodi calcestruzzi a prestazionispecifiche. La società Calcestruzzi è in-tervenuta nei lavori con lafornitura di i.idro MARINECONCRETE, il calcestruzzoper applicazioni specificheappositamente sviluppato perl’uso in ambienti marini oesposti a condizioni ambien-tali soggette all’azione corro-siva del mare o dell’aria. Purimmerso nell’acqua di mareil prodotto è in grado di re-sistere a diverse azioni cor-rosive quali quelle esercitatedai cloruri e dai solfati, dal-l’azione meccanica esercitatadalle onde e dalla conseguen-te azione del bagnasciuga.Nella sua formulazione spe-cifica per il Mose, è in gradodi contribuire a garantire unavita di esercizio dell’opera dioltre 200 anni.In questo specifico caso sonoutilizzati due prodotti: i.idroMARINCE CONCRETEautocompattante Rck 45 ei.idro MARINE CONCRE-TE Lc 44. Quest’ultimo, purpossedendo le medesime ca-ratteristiche di resistenza delprecedente, è molto più leg-gero ed è impiegato per lacostruzione dei cassoni dispalla, che devono affrontareproblemi di galleggiamentodiversi dai cassoni di soglia. I cassoni che contengono leparatie - i più grandi dall’im-ponente misura di 60 x 35metri - sono stati rinforzaticon barre di acciaio ordinarioo inox.Per far fronte agli elevati vo-lumi richiesti dall’opera, Cal-cestruzzi ha installato unacentrale di betonaggio, all’in-terno dell’area di cantiere ri-cavata su un’isola artificialecontigua all’isola di Pellestri-na, composta da 2 impianti

mobili. i.idro MARINECONCRETE viene immes-so a ciclo continuo nelle au-

tobetoniere e dopo un brevetragitto viene scaricato diret-tamente nei cassoni mediante

betonpompe. Una volta ter-minate le opere civili e alle-stiti i servizi tecnici, i cassoni

saranno posati direttamentein mare per la realizzazionedell’opera. Grazie al dispositivo indu-striale del Gruppo Italcemen-ti, il cemento prodotto dallecementerie di Calusco d’Ad-da (Bg) e Trieste arriva alPorto di Marghera e da lì rag-giunge direttamente via marelo stabilimento di produzionedi calcestruzzo CalcestruzziS.p.A. Grazie a questa sceltasostenibile è stato completa-mente eliminato il traffico suferry boat e su strada.

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 13

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4. TRASPORTOMARITTIMO E MONTAGGIO IN CANTIEREGli elementi di piattaforma as-semblati in area portuale risul-tano comporre sei moduli delpeso variabile dalle 700 t alle900 t. Ogni modulo è un com-posto rigido formato da travisaldate, cinque sono compostida due travi principali ed unaè composto da tre travi prin-cipali. Il collegamento tra i moduliin posizione definitiva sarà for-mato da elementi di orditurasecondaria posizionati in ap-poggio tra i moduli. Sono statieffettuati tre viaggi tramite unachiatta di grandi dimensioni(27,5 m x 91,5 m x 6 m) ingrado di trasportare due mo-duli contemporaneamente perun peso complessivo di circa1600 t. Ogni modulo di struttura èstato preso in carico da car-relli SPMT (Figura 5) chehanno imbarcato gli elementisopra la chiatta (Figura 6).Raggiunta la banchina di Ma-lamocco, è stata ormeggiatala chiatta e grazie alla flessi-bilità di manovra dei carrelliSPMT è stato possibile tra-slare e ruotare il modulo di90° per la predisposizione allapresa in carico del sistema disollevamento installato a ter-ra. Questo sistema (Figura 7)è composto da una serie dicavallette idrauliche montatesu binari, una trave di ripar-tizione appoggiata sopra allecavallette sulla quale sono sta-ti alloggiati gli strand jack inprossimità di ogni trave conpossibilità di traslazione sullatrave stessa. In questo modoè stato possibile garantire laregolazione geometrica su treassi in fase di posizionamen-to. Le fasi di installazionemesse a punto con l’aiuto deitecnici di Fagioli sono state leseguenti:1. Ormeggio della chiatta;2. Traslazione del modulo ver-so poppa e rotazione di 90°;3. Avvicinamento delle caval-lette idrauliche per la presa incarico;4. Presa in carico delle travi;5. Sollevamento del modulocon cavallette idrauliche estrand jack e allontanamentodella chiatta;6. Regolazione su tre assi dellaposizione e scarico del mo-dulo in posizione finale e mes-sa in scurezza;7. Ripetizione della sequenzaper i moduli successivi che so-no stati ingaggiati ai prece-denti;8. Installazione subacquea de-gli elementi di collegamentoinferiori tra i vari moduli.

5. COMPLETAMENTOMONTAGGIOOmba ha provveduto a com-pletare l’installazione allesten-do tutto il sistema di argani(Figura 8) composto da:n bozzelli a doppia puleggiaagganciati a ciascuna estre-mità delle tredici travi;n alloggiamenti per le puleg-ge superiori di rinvio;n basamenti degli argani;n argani;n armamento funi (Figura 9);n posa binari.Ogni operazione è stata mi-rata a garantire l’elevata pre-cisione geometrica richiestada Rolls-Royce.

Per il materiale fotografico fonte Mini­stero delle Infrastrutture e dei Trasporti– Magistrato alle Acque di Venezia, tra­mite il suo concessionario Consorzio Ve­nezia Nuova.

I CALCESTRUZZI INAMBIENTE MARINOE LAGUNARE PER STRUTTUREPORTUALI: DALLA RICERCAALL’APPLICAZIONE

segue da pag. 11

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14 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

Linea diretta con gli OrdiniSPECIALE ELEZIONITelecomunicazioni e tecnologie dell’informazione,

accordo tra Ordine di Milano e Comune

AlessandriaConferme in blocco Marco Colombo presidenteNotevole partecipazione di iscritti e conferma in blocco del Consiglio.L’Ordine degli Ingegneri di Alessandria ha eletto il proprio apparatodirigente per i prossimi quattro anni, con la conferma di Marco Colomboalla presidenza. Il Consiglio dell’Ordine nelle restanti cariche risultadunque così composto: vice presidente ingegner Giovanni Gatti, se­gretario ingegner Nicoletta Rispoli, tesoriere ingegner Danilo Branda.Consiglieri: ingegner Monica Boccaccio, Ingegner Gianmario Bolloli,ingegner Enrica Cattaneo, ingegner Sandro Rota, ingegner CalogeroTurturici, ingegner Sofia Valenzano e ingener Antonio Zanardi. “Il nuovoConsiglio – si legge in una nota emanata dall’Ordine piemontese ­dovrà attuare la recente riforma delle professioni che prevede, tral’altro, la separazione dell’esercizio disciplinare, organo terzo nominatodal Presidente del Tribunale, e l’avvio dell’aggiornamento obbligatorioper tutti gli iscritti”.

CatanzaroRinnovata la fiducia a Salvatore SaccàE’ presidente dell’Ordine di Catanzaro dall’aprile del 2000 e anche allerecenti elezioni ha ottenuto la fiducia dei colleghi con una sorta di“plebiscito”, vale a dire il 92% delle preferenze: parliamo di SalvatoreSaccà, soddisfatto di poter continuare nel lavoro svolto sino ad oggiper i colleghi calabresi. “Dobbiamo sempre più tenere conto delle esi­genze dei giovani laureati – spiega l’ingegner Saccà ­, con un occhiodi riguardo per le nuove professionalità, dall’innovazione alle tecnologieavanzate. Penso anche al settore biomedico, solo per fare un esempio,nel quale per gli ingegneri vi sono interessanti opportunità. ComeOrdine di Catanzaro siamo particolarmente sensibili a tali tematichee staremo il più vicino possibile ai colleghi, con suggerimenti, percorsidi orientamento e corsi formativi”. Con un unico obiettivo: “Permettereagli ingegneri calabresi di vivere ed esercitare la loro professione nellaloro terra, senza dover emigrare. Per far questo, però, è necessariocreare una rete operativa tra mondo delle professioni, tessuto sociale,economico e politico locale affinché si individuino in maniera collegialesoluzioni e strategie condivise per creare sviluppo e favorire la crescita”.Ecco, dunque, la composizione del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneridi Catanzaro sino al 2017: Presidente Salvatore Saccà; vicepresidenteAnnamaria Cuffaro; segretario Antonio Francesco Pulice; tesoriereAldo Bitonti. Consiglieri: Maurizio Benvenuto, Antonio Borrello, AntonioCalifano, Domenico Ciocci, Carlo Cosentino, Aldo Cristiano, Paolo Lo­prete, Salvatore Lupica, Giuseppe Romano, Salvatore Sozzi, IsabellaRomeo (ingegnere iunior).

ImperiaDomenico Pino resta alla guida dell’Ordine“L’Ordine di Imperia continuerà ad impegnarsi per portare il suo con­tributo a livello provinciale, regionale e nazionale con proposte fina­lizzate ad uno sviluppo sostenibile ed a una modernizzazione del Paese,introducendo innanzitutto la logica della ‘sicurezza’, della ‘prevenzione’e della ‘semplificazione’”. Con queste parole Domenico Pino ha salutatola sua conferma alla guida dell’Ordine degli Ingegneri di Imperia sinoal 2017. Conferma alla segreteria anche per Mauro Ausonio, mentretesoriere è stato nominato Enrico Ingenito. Poiché l’Ordine ligure ha superato i 500 iscritti, i consiglieri sono passatida 9 ad 11, di cui 6 riconfermati e 5 alla loro prima nomina. “In questomomento ­ ha ricordato il presidente Pino ­ l’incremento del numerodei consiglieri è particolarmente utile in quanto con la recente ap­provazione della Riforma delle Professioni saranno più onerosi i compitiistituzionali degli Ordini, uno fra tutti la formazione obbligatoria conla necessità di offrire maggiori opportunità di aggiornamento perl’acquisizione dei crediti formativi minimi da parte degli iscritti chesvolgono la professione”.

SondrioDopo 26 anni Moratti salutaScaramellini nuovo presidenteE’ Marco Scaramellini il nuovo presidente dell’Ordine degli Ingegneridella Provincia di Sondrio. Vice presidente è stato nominato Luca Ga­dola, segretario Paolo Bissoni, mentre il tesoriere è Maria CristinaZecca. Nel suo discorso iniziale, l’ingegner Scaramellini ha voluto rin­graziare il presidente Enrico Moratti “per l’importante lavoro svoltodurante i suoi 26 anni di presidenza che ha portato a risultati significativia favore della categoria”. “In un periodo così difficile come quelloattuale – ha aggiunto Scaramellini – la certezza della professionalitàdegli iscritti e la convinzione che la nostra categoria abbia un importanteruolo nella società, saranno la spinta per ridare voce agli ingegneri”.In conclusione, l’elenco dei consiglieri dell’Ordine di Sondrio: AmosBaggini, Donata Balzarolo, Enrico Cinalli, Gabriele De Piazzi (iunior),Pietro Maspes, Mario Stoppani, Gianluca Venturini.

Accordo di collaborazione tra l’Ordinedegli ingegneri della Provincia di Milanoe il Comune ambrosiano nei settori delletecnologie dell’informazione e delle te-lecomunicazioni. In particolare, l’Ordine milanese offriràconsulenze gratuite al Comune per lastesura di capitolati relativi ai servizi in-formativi e all’agenda digitale. Ma nonsolo: il rapporto di collaborazione pre-vede anche l’impiego di giovani stagistipresso gli uffici dell’amministrazione co-munale, grazie anche all’intervento delPolitecnico di Milano. I giovani potranno acquisire utili espe-rienze nel comprendere dinamiche diun’azienda pubblica e, tra le varie man-sioni, si occuperanno di elaborare nuovistrumenti e soluzioni utili a sviluppare ea implementare i sistemi informativi dipubblica utilità. “Si tratta di un accordo importante –spiega Stefano Calzolari, presidentedell’Ordine degli Ingegneri di Milano -.Tra il nostro Ordine e il Comune Mila-nese è già attiva una collaborazione chedura da tempo, iniziata con la precedenteamministrazione e ampliata con l’attuale.

L'Ordine è un’istituzione al servizio dellacollettività, attenta al bene comune, chesi onora di poter coadiuvare il Comunedi Milano nelle attività tecniche che oggirisultano più ‘cruciali' per uno sviluppo

armonioso della città e della società, nellequali gli ingegneri detengono know-howed esperienza specialistica e sono in gra-do, perciò, di favorire scelte tecnicamenteadeguate, moderne e sostenibili”.

Tutela del paesaggio e tirocini gratuiti,intesa tra Ordine di Brescia e MinisteroApprendere le procedure nor-mative sulla tutela del paesag-gio, i criteri di valutazione edespletamento delle pratiche,l’evasione delle pratiche d’uf-ficio, la verifica delle praticherelative a consolidamentistrutturali a seguito di dannisismici e finalizzati al miglio-ramento sismico. E inoltre: re-digere schede di danno in zo-ne soggette a danni sismici,comprendere i criteri di valu-tazione e espletamento prati-che su interventi strutturali peredifici sottoposti a tutela. Sonoqueste alcune delle possibilitàofferte dall’accordo stipulatoper l’avviamento alla profes-sione – dedicato ai giovani in-gegneri - tra l’Ordine di Bre-scia e il Ministero per i Benie le Attività Culturali - Soprin-tendenza per i Beni Architet-tonici e per il Paesaggio diBrescia, Cremona e Mantova.L’Ordine degli Ingegneri dellaprovincia di Brescia, bandisceinfatti 6 tirocini gratuiti seme-

strali riservati a ingegneriiscritti all’Albo professionaledegli Ingegneri della Provinciadi Brescia e con età massimadi 35 anni al momento di pre-sentazione della domanda. I tirocini si svolgeranno pressola sede della Soprintendenza,in via Gezio Calini, a Brescia.Sarà l’Ordine bresciano a farsicarico di tutti i costi relativialle assicurazioni e polizze perla tutela dei tirocinanti e del-l’ente dove conducono il tiro-cinio. La durata prevista è di500 ore complessive, da esple-tarsi nell’arco di 6 mesi (nonrinnovabili) e con un massimodi 25 ore settimanali. Si ini-zierà il prossimo 21 ottobreper i primi tre tirocini e il 31marzo 2014 per i tre succes-sivi. Le domande di parteci-pazione vanno presentate en-tro le 12 del 7 ottobre 2013nella sede dell’Ordine degli In-gegneri della provincia di Bre-scia (Crystal Palace – via Ce-falonia, 70).

Grave lutto per Alberto Gagliardi, presidente dell’Ordine di Verbano Cusio OssolaUn grave lutto ha colpito Alberto Gagliardi, presidente dell’Ordine di Verbano Cusio Ossola. Nei giorni scorsi è venuto a mancare il figlio,Filippo, trentenne ingegnere della “Bini Engineering” di Gemonio, in provincia di Varese, colpito da un male incurabile. Filippo Gagliardilascia la moglie Anna, che proprio entro il mese di settembre l’avrebbe fatto diventare padre per la prima volta. Alla famiglia Gagliardivanno le più sentite condoglianze della direzione del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, della direzione e della redazione delGiornale dell’Ingegnere.

“Cresci-Italia 2.0”, gli Ingegneri contrari ai pagamenti effettuati tramite carte di debitoNovità importanti arrivano dal “Cresci­

Italia 2.0”, vale a dire il decreto sulla di­gitalizzazione dell’Italia, introdotto dal Go­verno Monti: a decorrere dal 1° gennaio2014, i soggetti che effettuano l’attività divendita di prodotti e di prestazione di servizi,anche professionali, saranno tenuti ad ac­cettare anche pagamenti effettuati attra­verso carte di debito. Una soluzione che trovala forte opposizione degli ingegneri, comespiega Armando Zambrano, presidente delCni: “Siamo nettamente contrari. Questa norma impone un ulteriore balzelloa carico dei professionisti. Inoltre, non hanessuna finalità di lotta all’evasione e al som­merso, in quanto la quasi totalità delle pre­stazioni professionali ha una soglia di valoresuperiore ai 1000 euro, oltre la quale già ora

tutti i pagamenti devono essere tracciabili equindi fatti con sistemi di pagamento qualiassegni o bonifici”. In effetti, bastano poche cifre per compren­dere come sia poco conveniente la nuovascelta decisa dal Governo: al professionista,infatti, è richiesto di farsi carico dei costi diinstallazione del POS (mediamente intornoai 100 euro), del pagamento di un canonemensile (all’incirca 30 euro) e del pagamentodi una commissione su ogni transazione chepuò superare anche il 3%. Supponendo una commissione mediadell’1% su ogni transazione, per le sole pre­stazioni erogate dai professionisti tecnici nelsettore delle costruzioni, si tratta di 60 milionidi euro l’anno, soldi che da reddito per i pro­fessionisti si trasformano in rendita per il si­

stema bancario. “Noi non siamo contrari allatracciabilità e alla lotta all’evasione – incalzaZambrano ­ Ma tale lotta non può essereutilizzata come paravento per taglieggiareulteriormente un sistema professionale cheaffronta una crisi drammatica senza alcunsostegno pubblico, a differenza di molti altrisettori produttivi quali lo stesso settore ban­cario”. “Il divieto di effettuare pagamenti superioria 1.000 euro è già sufficiente a sradicare laquasi totalità dei pagamenti in nero per iprofessionisti, in particolare per quelli tecnici. Chiediamo quindi l’immediata cancellazionedella contestata disposizione – conclude ilpresidente del Cni ­ e che eventuali misuresostitutive di lotta all’emersione siano intro­dotte a ‘costo zero” per i professionisti”.

CNI

Il Crystal Palace, sede dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Brescia

La maggior parte degli Ordini provinciali sono stati interessati – e alcunilo sono tutt’ora – al rinnovo delle cariche elettive. In questo numero delGiornale diamo conto ai lettori della composizione dei Consigli direttividi alcuni Ordini: nel prossimo – e sulla newsletter – continueremo ad in­formarli degli esiti elettorali. A tal proposito, invitiamo tutti gli Ordiniprovinciali a farci pervenire via e­mail le composizioni dei nuovi Consiglial seguente indirizzo: [email protected].

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dott. ing. Luca Iannantuoni

Tre nuovi report rilanciano l’al-larme sui pericoli del mercurio,sottolineando che i suoi effettinocivi per la salute e per l’am-biente sono eccessivamentesottovalutati. Il momento scel-to per la loro pubblicazionenon è casuale, bensì strate-gico: gli esperti stanno in-fatti portando a termine labozza di un nuovo trattatointernazionale che mira a ri-durre ulteriormente l’uso dimercurio. Il trattato, giuridica-mente vincolante, dovrebbeessere concluso sotto l’egidadelle Nazioni Unite. Le rela-zioni tecniche sono state pub-blicate indipendentemente dal-la Zero Mercury WorkingGroup (ZMWG), il Biodiver-sity Research Institute (BRI) el’Ufficio europeo dell’ambiente(European Environmental Bu-reou, EEB) e mostrano comela diffusa contaminazione damercurio su scala planetaria

abbia fatto registrare effetti ne-gativi sulla salute con livelliconsiderati “sicuri” fino a pochianni fà. Secondo i promotoriquesto va inteso come uncampanello d’allarme per tuttii governi per arginare la cre-scente ondata di inquinamento

da mercurio e finalizzare a

breve il trattato. In particolarela contaminazione avviene neimari, facendo rilevare un con-tenuto medio di mercurio nelleprincipali specie di grandi pesci(pesce spada, squalo, tonno)che può variare di un fattore100 rispetto alla media e checomunemente, per il pesce

consumato regolarmente dallepersone, supera gli standard disicurezza statunitensi. Addirittura lo studio associamalformazioni del feto in viadi sviluppo al consumo abitua-le di pesce da parte delle ma-dri, suggerendo di rivedere gliattuali livelli di tolleranza al-l’esposizione al mercurio perla salute. L’UE ha adottato, findal 2005, una strategia per ri-durre le emissioni di mercurionell’ambiente, riducendo laproduzione e la domanda egarantendo la protezione con-tro l’esposizione, in particolareal metilmercurio nel pesce enei frutti di mare. Questa stra-tegia è stata seguita con l’ado-zione del regolamento CE1102/2008, che vieta le espor-tazioni di mercurio metallicoe di alcuni composti del mer-curio nonchè delle miscele eobbliga allo stoccaggio in si-curezza di questa sostanza: unregolamento già pienamentein vigore dal 2011.

La sicurezza nucleare è riferi-bile principalmente alla pre-venzione, al rilevamento e allarisposta contro il traffico ille-cito di sostanze nucleari o altrematerie radioattive e rientra,prevalentemente, tra le com-petenze nazionali. A tale pro-posito le salvaguardie nuclearisono le attività volte a garan-tire che le materie nucleari sia-no utilizzate esclusivamenteper gli usi pacifici consentiti esi applicano grazie all’attua-zione di sistemi di contabilitànucleare e a ispezioni indipen-denti. Queste si basano su ac-cordi internazionali checonsentono alle autoritànazionali e internazionalicome l’AIEA e la Com-missione europea di ve-rificare il costante uso pa-cifico delle materie nucleari.Allo scopo, nel 2009 l’Ue hapredisposto in materia un ap-posito Piano d'azione per ilsettore chimico, biologico, ra-diologico e nucleare (CBRN),che è stato adottato dal Con-siglio europeo nel dicembredello stesso anno. Nell’occa-sione il Consiglio ha incorag-giato gli Stati membri dell’UEe la Commissione a promuo-vere maggiormente la culturadella sicurezza, ponendo l'ac-cento sul rafforzamento delleconoscenze negli Stati membriin relazione al settore della si-curezza CBRN tramite mi-gliori valutazioni dei rischi, ri-cerca, scambio di migliori pra-tiche, nonché formazione edesercitazioni comuni. Il pianod’azione ha inoltre incoraggia-to l’EUSECTRA - Europeannuclear security training cen-tre, ente a tal fine previsto, maancora da costituire, ad offrireuna formazione sulla sicurezzanucleare e radiologica e a so-stenere ed integrare queste at-tività a livello nazionale. IlCentro è stato poi effettiva-mente istituito come Centroeuropeo di formazione per lasicurezza nucleare, con sede aKarlsruhe, ed è stato inaugu-rato dall’Esecutivo comunita-rio a fine aprile 2013. Compitodel Centro è formare gli ope-ratori di prima linea, gli istrut-tori e gli esperti abilitandoli al-l’individuazione delle sostanzenucleari o altre materie radio-

attive e alla lotta contro il traf-fico illecito di tali materie. Iprogrammi di formazione so-no stati sviluppati di concertocon l’Agenzia internazionaleper l’energia atomica (AIEA)e il Dipartimento dell’energiadegli Stati Uniti. EUSECTRA

offre una formazionepratica su una grande va-

rietà di materie radioattive enucleari e con un’ampia sceltadi attrezzature e strumenti dimisurazione. All’interno delCentro, una delle aree di for-mazione riproduce le condi-zioni aeroportuali ed è dotatadi un metal detector a transitoper il controllo dei passeggerie di un nastro trasportatore araggi X. All’esterno, la forma-zione concerne vari scenari eprevede l’utilizzo di 4 diversiportali di controllo delle radia-zioni. Complessivamente du-rante le attività di formazionevengono utilizzati oltre 30 stru-menti di misurazione e rileva-mento. Il Centro integra le at-tività di formazione già svoltein materia dal Centro comunedi ricerca (JRC) della Com-missione europea nelle sedi diKarlsruhe e Ispra. Il Centro diformazione doterà gli operatoriche intervengono nelle emer-genze degli strumenti più ag-giornati per prevenire e affron-tare gli incidenti nucleari, i qua-li, anche se assai rari, possonoavere gravissime conseguenze.Ad EUSECTRA è affidataprincipalmente la funzione diproteggere i cittadini europei,ma anche quella di rappresen-tare un punto di riferimentoper altre organizzazioni cheoperano nel settore. In questosecolo la sicurezza nuclearerappresenta infatti una grandesfida per tutto il Mondo e laformazione e la cooperazione

internazionale ai fini del rile-vamento di materie radioattivee nucleari sono elementi fon-damentali della risposta allaminaccia posta dal traffico il-lecito di materiali nucleari ecomponenti di impianti. Ladirezione generale degli Affariinterni della Commissione Ueha affidato l’attuazione delcentro di formazione al JRCper la sua lunga e positivaesperienza nella formazionenel settore. Nell’arco di duedecenni il JRC ha partecipato,infatti, all’attuazione di moltiprogetti nel campo del rile-vamento e dell’analisi forensedi materie nucleari, anche aldi fuori dell’Unione europea,in particolare attraverso il pro-gramma TACIS per l’assisten-za tecnica alla Comunità degliStati indipendenti) e gli stru-menti di preadesione dell’UE.

P.A.

N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 15

AVIAZIONE

Dimezzate le emissioni entro il 2050Solo l’adozione di criteri globali basati sulla realtà del mercato può con­tribuire al raggiungimento dell’obiettivo condiviso dall’Organizzazioneinternazionale dell’aviazione civile (ICAO) e dall’industria aeronautica peruna crescita zero delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020 euna loro riduzione del 50% entro il 2050. Secondo un nuovo studio, pubblicato nel marzo scorso dalla ManchesterMetropolitan University, l’impatto complessivo di tutte le misure di ri­duzione di anidride carbonica attualmente sul tavolo è insufficiente perraggiungere il target e neutralizzare gli effetti dei ritardi ad oggi accumulati.Sulla base di questo studio, l’organizzazione non governativa Transport& Environment (T&E) ha recentemente sollecitato l’ICAO ad “affrontarele sue responsabilità”. Lo studio, partendo dall’assunto che le emissionidel trasporto aereo rappresentano attualmente il 2­2,5% delle emissioniglobali di anidride carbonica, evidenzia che gli scenari futuri dell’ aviazioneprevedono forti aumenti di traffico aereo e quindi di emissioni (UNEPBridging the Emissions Gap). L’ ICAO ha fissato una serie di obiettivi perle prestazioni ambientali del trasporto aereo internazionale, tra cui unmiglioramento globale medio annuo della qualità del carburante che ac­cresca l’efficienza del 2 per cento fino al 2020 e che possa quindi portaread un obiettivo capace di garantire, a partire dal 2020, il mantenimentodi un valore costante delle emissioni nette, pur aumentando i volumi ditraffico. Delle tipologie di misure studiate, l’estensione delle attuali misurebasate sul mercato ETS (commercio delle emissioni) appare quella cheoffre il maggior potenziale di mitigazione. Pertanto si prevede il mecca­nismo ETS come valida strada da perseguire, in quanto se venisse imple­mentato a livello globale, a garanzia della copertura di tutta l’aviazioneinternazionale, il risparmio di emissioni potrebbe essere addirittura su­periore alle aspettative.

L.I.

Attualità europaI rischi legati al mercurio

lo studio associa malfor­mazioni del feto in via di

sviluppo al consumo abitualedi pesce da parte delle madri,suggerendo di rivedere gli attualilivelli di tolleranza all’esposizio­ne al mercurio per la salute.

Complessivamente durante leattività di formazione vengonoutilizzati oltre 30 strumenti dimisurazione e rilevamento. IlCentro integra le attività di for­mazione già svolte in materia

dal Centro comune di ricerca(JRC) della Commissione

europea nelle sedi diKarlsruhe e Ispra.

L’UE rafforza la formazione per la sicurezza nucleare

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16 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

dott. Alberto Pieri*

I I giovani e le scienze, or-ganizzato dalla Fast findal 1989, seleziona gli stu-

denti delle scuole superioriche realizzano e presentanoprogetti in qualsiasi camposcientifico e delle applicazionitecnologiche. I migliori con-correnti valutati e scelti dallagiuria vanno a rappresentarel’Italia non solo al concorsodell’Unione europea dei gio-vani scienziati (EUCYS, Eu-ropean Union Contest forYoung Scientists), che rimaneil riferimento per l’impegnodella Fast; ma pure ai princi-pali eventi mondiali degli stu-denti eccellenti, compresiquelli che hanno dato le mi-gliori soddisfazioni: la Fierascientifica internazionale diTaipei; Isweeep di Houston;Isef/Intel a Phoenix negli Usa.L’appuntamento principalerimane comunque la finaleeuropea, che nel settembre2012 si è tenuta a Bratislava,Repubblica Ceca. L’Italia par-tecipava con 3 progetti pro-

posti da 6 studenti di Udine,Rovereto e Treviso. E due la-vori sono stati premiati. Ana-stasia, Ilaria e Sebastian delMalignani di Udine, con il lo-ro studio “Un nuovo proto-collo per la diagnosi dei tu-mori stromali gastrointestinali(GIST) e non GIST”, otten-gono uno dei premi speciali:tirocinio di una settimana al-l’Istituto per la salute e la di-

fesa del consumatore pressoil Centro comune di ricercadella Commissione europea.Luca e Michele dell’Iti Mar-coni di Rovereto, che presen-tano “Fresatrice CNC”, ven-gono inviati alla 64a edizionedi Isef/Intel, la più grandecompetizione mondiale perle ragazze e i ragazzi delle su-periori che si tiene ogni annonegli Stati Uniti.

A inizio febbraio 2013 Danie-la, Leila e Lorenzo, Istitutotecnico Galilei di Jesi, ricevo-no a Taipei il terzo premio inchimica con il progetto “Ce-reali biologici e non biologici:il modello sperimentale chefa la differenza”. Il 12 maggioa Houston in Texas, dove sisvolge la 5a edizione di Iswe-eep, l’Olimpiade internazio-nale dei progetti di ingegne-

ria, energia e ambiente, anco-ra i due ragazzi di RoveretoLuca e Michele si aggiudica-no il 3° premio in ingegneriacon il lavoro “Static sun de-tector” un sensore statico ca-pace di determinare la posi-zione e la irradiazione del so-le. Molto significativo, infine,il secondo premio nella cate-goria Energia e trasporti aIsef/Intel di Phoenix. Davide Massimo, ancora il Mali-gnani di Udine, salgono sulpodio grazie al progetto “Hy-pergolic and ecological pro-pellants” che propone unnuovo tipo di combustibile li-quido non inquinante per ilsettore aerospaziale.La speranza è di fare ancorameglio in futuro. Dal 3 al 6maggio 2013 c’è stata la 25aedizione de I giovani e lescienze, manifestazione sottol’Alto Patronato del Presiden-te della Repubblica, un’edi-zione davvero straordinaria,grazia anche al contributo diRegione Lombardia e Fon-dazione Cariplo, arricchita dalsupporto del programma perla diffusione della culturascientifica del Miur e dal so-stegno di Aica: più progetti,durata più lunga, giuria stra-ordinaria per la qualità dei

componenti, premi molto in-teressanti. Tra i 22 riconosci-menti, i principali riguardanola partecipazione a Eucys2013 a Praga, Liysf a Londra,Mostratec in Brasile, ExpoScience in Messico, Tisf a Tai-pei, Isef/Intel a Los Angeles,Esi ad Abu Dhabi, Irs a Mo-sca, Isweeep a Houston, Ine-spo in Olanda … Ma ancheYou Scientist all’Ifom di Mi-lano e Divento un astronomoall’Osservatorio astronomicodi Asiago. E in attesa di mi-gliorare anche quest’anno irisultati dell’ultima edizione,la Fast comunica le date perla manifestazione del 2014.L’esposizione dei progetti fi-nalisti è prevista da sabato 3a lunedì 5 maggio del pros-simo anno; la data ultima perl’invio dei lavori è venerdì 28febbraio 2014, ore 17.00. I de-stinatari sono gli studenti del-le superiori e del primo annodi Università con più di 14anni e meno di 21 a settem-bre 2014. I settori: tutti i cam-pi della scienza e delle appli-cazioni tecnologiche. E come sempre vincano i mi-gliori ! Maggiori informazionisul sito www.fast.mi.it.

*Segretario generale Fast

I riconoscimenti assegnati agli studenti selezionati nell’ambito del concorso “ I giovani e le scienze” promosso da Fast

Studenti italiani sulle passerelle mondiali della scienza

Cinque studenti premiati alla finale del 24o Eucys, concorso dell'Unioneeuropea per i giovani scienziati. Da sinistra Michele Simoncelli e LucaPasserini del Marconi di Rovereto; Anastasia Moravskaya, SebastianGregoricchio, Ilaria Furlan del Malignani di Udine

David Zilli, a sinistra, e Massimo Cappelletto delMalignani di Udine a Isef/Intel 2013 con il missilea combustibile liquido ecologico

Progetto di riuso e riconversione delle saline di Cagliari per l’allevamento dei gamberi

PRIMO PREMIO INTERNAZIONALE E MEDAGLIA D’ORO PER LA MIGLIORTESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURASOSTENIBILE A SEI STUDENTI DEL POLITECNICO DI BARI

Sono sei, tutti pugliesi e freschi di laurea in architettura, gli studentidel Politecnico insigniti del Premio Internazionale per Architettura So­stenibile “Fossa e Bartolo”.I vincitori del concorso sono: Francesco Garofoli (Bisceglie), AlbertoMaria Ficele (Molfetta); Sara Lagna (Galatina); Vincenzo Salierno (Bi­tonto); Daniele Spirito (Latiano); Francesco Vurchio (Andria), coordinatidai docenti, Zattera, Carullo, Menghini, Raffaele.I neo­architetti hanno sbaragliato il campo e ottenuto il miglior consensodi una qualificatissima e severa giuria internazionale (Thomas Herzog,Erik Bystrup, Glenn Murcutt, Nicola Marzot, Antonello Stella, GianlucaMinguzzi), proponendo il lavoro di tesi di laura con il titolo “Architetturadel Sale”. Il loro apprezzato progetto, propone il restauro, riuso e lariconversione economica delle antichissime Saline di Cagliari, oggi al­l’interno del Parco Naturale Regionale del Molentargius Saline. L’in­teresse degli studenti per quell’area scaturisce quasi casualmente dallascoperta di un progetto, “il magazzino del sale” (progettato anchenelle saline di Margherita di Savoia), dal noto ingegnere Pier LuigiNervi. Il paesaggio tipico delle saline e il complesso architettonico,molto più articolato rispetto alle saline di Margherita di Savoia, sot­toposto ad una pressione antropica diversa e complessa, hanno su­scitato l’interesse a proseguire gli studi di ricerca. Il progetto degli studenti del Politecnico di rifunzionalizzazione per ilrilancio, la valorizzazione e la salvaguardia di quegli ambienti umidimira alla conversione di alcuni bacini della salina a zone adibite ad ac­quacoltura, in particolar modo all’allevamento del gambero, quale at­tività produttiva economica compatibile con le risorse ambientali pre­senti nell’area. Gli allevamenti, esclusivamente di tipo estensivo, fa­voriscono una catena alimentare autonoma e sfruttano i bacini nonpiù utilizzati della salina. In particolare l’intervento prevede il riutilizzodella zona adibita in passato alla lavorazione dei sali di magnesio conil recupero contestuale anche dei relativi edifici, in gran parte oramaiin stato di rovina, in cui avviene la prima fase della produzione, quellacioè iniziale di crescita. La seconda fase prevista, avviene invece neibacini all’aperto. Dopo la raccolta il gambero viene portato all’internodell’edificio per la lavorazione del gesso, prima di essere trasferito,ancora vivo, nel vecchio magazzino del sale, per essere finalmente la­vorato e commercializzato.Il sito ha ricoperto fin dal periodo romano un ruolo importante, in re­lazione alla presenza dell’area di raccolta del sale. I metodi di raccoltarimangono pressochè invariati fino al 1700. Nel 1739 avviene il primovero progetto di ammodernamento delle saline. E’ del 1830 la primariorganizzazione tecnologica e idraulica delle saline. Nel 1930 si realizzala cosiddetta “città del sale” un complesso di edifici e locali dove av­veniva la lavorazione del sale. Ciò conduce ad una trasformazione delterritorio e anche al suo deterioramento dalla seconda metà del ‘900,fino alla chiusura nel 1985. Il Premio “Fossa e Bartolo” festeggia i suoiprimi dieci anni. Gli aspetti ambientali e climatici sono stati ritenutifondamentali dalla giuria nella valutazione della qualità delle opere enella formulazione dei giudizi. Per tale motivo sono state premiate ar­chitetture che hanno saputo raggiungere elevate qualità formali ancheattraverso l’analisi accurata delle variabili ambientali. Medaglie d’argentoex aequo, sono state attribuite all’Università “G, D’Annunzio” di Chietie alla Harvard Graduate School of Design (USA) con una sorprendentetesi tutta pugliese: “Brindisi 2050: riorganizzare il tempo/riarticolarel’idrologia”! Menzioni d’onore all’Università di Roma, "La Sapienza" eal Politecnico di Milano.

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 17

dott. ing. Marco Castelli

Sono passati quasi ottoanni da quando, verso lafine del 2005, visitando

il Museo del Duomo consta-tai la quasi totale assenza dinotizie sulla nascita di quellasua Gran Guglia che anche ame (molti anni dopo che nefu affascinato Stendhal !) èsempre sembrata la sua partepiù originale e intrigante. Fa-ticai anche a trovare il nomedell’autore della Guglia. Iniziaicosì una ricerca, sia negli ar-chivi della stessa Fabbrica, siapresso i personaggi che se neerano occupati a vario titolo,e venni così in contatto conMarco Orombelli, Carlo Fer-rari da Passano, BenignoMörlin Visconti, Ernesto Bri-vio, Giulia Benati, UldericoDe Piazzi , fra gli “interni”, eMaria Luisa Gatti Perer, Au-rora Scotti Tosini, GiuseppeStolfi, per citare solo alcunifra gli studiosi “esterni” allaFabbrica i cui contributi sul-l’argomento Gran Guglia horiportato nel libro “ Il casoCroce” pubblicato nell’agostodel 2009 (dizioni ARES).Grazie al fortunato incontro,sempre per queste mie ricer-che , col compianto ingegne-re “umanista” (come amavaautodefinirsi) Edoardo Bre-gani, Presidente onorario del-la Fondazione del Collegiodegli Ingegneri di Milano eautore benemerito della storiadel Collegio, alla cui memoriadedico con commozionequeste mie note, ho potutovedere realizzato un Conve-gno sulla Gran Guglia cheavevo avuto l’ardire di sugge-rirgli e che egli mise “magi-camente” in cantiere in “co-produzione” con la Fonda-zione del Corriere della Serae quella della Veneranda Fab-brica da pochi mesi presiedu-ta da Angelo Caloia. Il Con-vegno fu presentato dal Dr.Ing. Carlo Valtolina appenaeletto Presidente del Collegio.Si era così verificata, una coin-cidenza, credo casuale, fral’interesse della Fabbrica apubblicizzare l’imminente in-tervento di restauro dellaGran Guglia diretto dall’in-gegner Benigno Mörlin Vi-sconti, proiettando sulloschermo di Sala delle Colon-ne le bellissime immagini delmodello tridimensionale dellaguglia messe a punto a quelloscopo dal Prof.Carlo Montidel Politecnico e suoi colla-boratori e gli interessi culturalipropri del Collegio nei con-fronti del mio lavoro di ricer-ca culminato col desiderio,subito condiviso da E. Brega-ni, di far luce sia sulla appa-rentemente ingiustificata “am-nesia collettiva” che sembravacircondare il nome di Fran-cesco Croce sia su una certariluttanza in seno alla Fabbri-ca stessa a riconoscerlo comeprogettista della guglia “ perragioni filologiche”. Ricordo che Bregani, nono-stante la sua salute fosse or-mai malferma, si recò appo-sitamente in Fabbrica perproporre l’idea del convegnoal più anziano Ferrari da Pas-sano, con cui aveva rapportiformali, ma questa volta uscìcommosso dal colloquio an-che per l’avere i due scopertoun comune “passato di guer-ra” in Marina, l’uno come uf-ficiale comandante di unacacciatorpediniera , l’altro co-me giovane marò della Scuo-la Morosini, internato dai Te-deschi per essersi rifiutato diarruolarsi nella Wehrmacht. Lungi dal condividere le ri-

serve su Croce progettista,Ferrari da Passano promisecon entusiasmo la sua parte-cipazione a una Giornata diStudio su “La Gran Gugliadel Duomo di Milano e il Ca-so Croce” (la seconda partedel titolo fu da me suggerita):così, al bellissimo interventodel vecchio proto-architettoa vita (avendo egli difficoltàa parlare esso fu letto dallaProf.ssa M.A.Crippa che pre-siedeva la Giornata) feceroseguito quelli di alcuni fra ipiù qualificati docenti di in-gegneria ed architettura edesponenti della cultura attiva,tutti concordi nel rendereonore a Francesco Croce, ungrande ingegnere e un grandearchitetto ingiustamente di-menticato, davanti a una pla-tea di 300 tra ingegneri e ar-chitetti milanesi.

Come poco sopra accennato,si trattava tra l’altro di rispon-dere all’esitazione di alcuninel riconoscere FrancescoCroce quale autore a pienotitolo della guglia. La rispostadella Giornata di Studio, vistala copiosa documentazione el’ufficialità con cui fu gestitol’incarico conferito a Croce,e soprattutto, la audacia del-l’impresa realizzata, fu plebi-scitaria e a favore di Croce. Purtroppo venne meno lapromessa partecipazione diRenzo Piano, che, contattatodall’Ing. Bruno Finzi a Parigi,dove presenziavano entrambia un convegno, aveva aderitocon entusiasmo ma poi do-vette rinunciare per impegniprecedenti.Ricordando, come sottolineòBregani nella sua presenta-zione, che “ la difesa della

memoria degli architetti e in-gegneri censurati o dimenti-cati “ è uno degli scopi statu-tari del Collegio, va preso attocon soddisfazione come inquella Giornata di Studio del28 ottobre 2009, sono tornatead echeggiare, dopo 73 anni,le lodi ed il plauso che la Pro-fessoressa M.L.Gengaro ave-va tributato, per la prima vol-ta, all’indirizzo di “FrancescoCroce architetto milanese delXVIII sec.” nel Bollettinod’Arte del febbraio 1936 delMinistero dell’EducazioneNazionale: particolarmenteed esplicitamente “in forzadella sua ultima opera”, laGuglia, appunto. La grande studiosa notava

che questa ultima impresa co-struttiva di Croce era stata“avversata da contemporaneie posteri solo per il cambia-

mento del gusto da baroccoa neoclassico” e concludevacon queste parole “ è tempoche la sua arte sia rivalutata”. Tuttavia, per onor di crona-ca, Giulia Benati, Direttricedel Museo del Duomo, e an-che il suo predecessore ormaiin pensione, Ernesto Brivio,mi comunicarono, in privato,la necessità di tener contodell’opinione espressa dallaProf. M.L. Gatti Perer che, dicirca 20 anni più giovane del-la Gengaro, ne aveva in qual-che modo raccolto l’eredità,di “non potersi riconoscere F.Croce come sicuro autoredella guglia “finchè non ver-ranno ritrovati i disegni au-tografi con la sua firma”. Nonposso pensare che, quelli dellaGatti Perer , siano stati altroche genuini scrupoli scientificianche se appaiono, in questo

caso, un po’ …eccessivi !E forse è opportuno che io

colga l’occasione per rivelare, qui per la prima volta, diaver ricevuto una sua ultimatelefonata nella quale vollerimproverarmi benevolmentedi non averla interpellataquando raccolsi le firme perla dedica a Croce di una via,“chè avrebbe aggiunto volen-tieri la sua”. Ora, l’ultimo articolo apparsosu “La Lettura” allegata alCorriere di domenica 23 giu-gno con l’intervista di Massi-mo Zingardi alla Dr.ssa Be-nati, Direttrice del Museo delDuomo, e a Mons.Borgono-vo, Arciprete della V. Fabbri-ca, riaccende in me qualchepreoccupazione dettata, piùche da asserzioni, da omis-sioni contenute nell’intervista,per come saranno presentatenel rinnovato Museo la figuradi Croce e l’immagine dellasua Guglia che mi si consentadi chiamare, almeno qui, Gu-glia Croce (col nome del suoautore, come avvenuto per i4 gugliotti che la circondano).Non mi è chiaro cioè, se essaverrà ancora presentata solocome un ovvio complementoarchitettonico di scarsa im-portanza. In tal caso la Gior-nata di Studio organizzata dalpovero ing. Bregani sarebbepassata invano.Voglio essere ancora più espli-cito: augurandomi di esserepiacevolmente indotto a ret-tificare la mia impressionequando a novembre si apriràdi nuovo il Museo, non credosarebbe stato fuori luogo tro-vare in quell’ ampio prean-nuncio (su ben 4 pagine ric-che di immagini) della pros-sima riapertura anche (e so-prattutto!) quello di due au-tentiche e grandi novità uscitedalla Giornata di Studio vo-luta da Edoardo Bregani: lafama finalmente e meritata-mente riconsegnata al grandeautore della Guglia, e il rico-noscimento di quest’ultimaquale grande opera d’arte an-tesignana dei moderni grat-tacieli (e non solo simbolo in-confondibile di una Milanoche non smette di puntare inalto e guardare lontano!):un’opera straordinariamenteinnovativa che ha conferito atutto il Duomo una compiu-tezza progettuale che aspet-tava da 4 secoli. Un’operache, lo ricordo qui ancora alnostro Cardinale e al nostroSindaco, attende sempre dallontano 1774, (come scrissi aentrambi il 15 settembre2012), di essere inaugurata so-lennemente!Per queste ragioni sono anchecurioso di sapere quando ver-rà finalmente dato accogli-mento alla petizione da mepresentata in Comune conuna lunga lista di firme di uo-mini di cultura e cittadini mi-lanesi, fra le prime quella diEdoardo Bregani, il 31 gen-naio 2007 (quasi 7 anni or so-no !) perché venisse dedicatoa F. Croce il primo tratto divia Palazzo Reale che inqua-dra la straordinaria opera co-me nel film “L’albero deglizoccoli” di E. Olmi.Cari amici e colleghi ingegne-ri e architetti del Politecnico,solo quando vedremo realiz-zati questi due simbolicamen-te importantissimi eventi, lainaugurazione della GugliaCroce e quella della Via Fran-cesco Croce, potremo rilas-sarci e congratularci in cuornostro, ed esclamare, in spi-rituale vicinanza con lui: “Ca-ro Edoardo, missione com-piuta!”.

La Gran Guglia del Duomo di Milano e il caso CroceQuella giornata di studio in onore di Edoardo Bregani

ATTUALITÀ ITALIA

Funerali di Carlo VI (padre di Maria Teresa) – incisione di M.A..Del Re – 1741. Iltiburio del Duomo di Milano, prima…

Veduta del Duomo di Milano” , in “Memorie di…Milano nei secoli bassi” di G.Giulini(Pag. 428­ Vol. XI : incisione di Giulio C. Bianchi – 1774) …e dopo Francesco Croce.

Il Nuovo Grande Museo del Duomo: il racconto di Milano e dell’Europadott. ing. Franco Ligonzo

Trasferire in una nuova sede le testimonianze del proprio passato, come ha fatto la Veneranda Fabbrica del Duomo, non èsolamente un modo per metterle in ordine e conservarle, ma è anche un’occasione per mantenere la memoria. E mai potrà esserepiù appropriata l’affermazione che con il Nuovo Grande Museo la Veneranda Fabbrica del Duomo fa un dono alla città e al mondo.A Milano, infatti, il Tesoro del Duomo racconta non solamente la storia della Chiesa milanese da prima ancora che diventasseAmbrosiana, ma la storia della città da quando divenne la capitale dell’Impero d’Occidente. Infatti, l’episcopato milanese svolsenei secoli anche un essenziale ruolo civile: fu baluardo contro le atrocità dell’Impero con Ambrogio, poi baluardo a difesa dellapopolazione contro le invasioni barbariche, poi motore dell’integrazione dei Longobardi, poi difesa dell’identità Ambrosiana di fronte a Carlo Magno, poi precursore delleautonomie cittadine con Ariberto d’Intimiano, poi ancora baluardo contro il Barbarossa con il Carroccio, poi supporto alle Signorie dei Visconti e degli Sforza, poi di nuovobaluardo contro gli spagnoli con Carlo Borromeo e contro l’ideologia nazista con il cardinale Schuster. Fino ai giorni nostri in cui è scrigno di valori cattolici e civili con grandiArcivescovi come papa Montini, il Cardinale Martini e l’arcivescovo Tettamanzi. E la Biblioteca costituisce un ulteriore dettaglio di questa storia, dal momento dell’apicedella signoria dei Visconti fino ai secoli della dominazione Asburgica, sia spagnola sia austriaca. Quella raccontata dal Tesoro e dalla Biblioteca del Duomo non è quindisolamente storia religiosa per i fedeli, ma è anche storia politica per tutti i milanesi e non solo. Essendo la storia milanese, almeno in alcune linee generali, anche la storiadello sviluppo dell’Occidente Europeo, il Nuovo Grande Museo sarà per i viaggiatori d’altri continenti testimonianza della nostra identità cittadina, chiave di lettura dellacultura europea e strumento di unione attraverso la memoria e la conoscenza.

LA COLLEZIONE DEL GRANDE MUSEO DEL DUOMO DI MILANO

• OLTRE 2000 METRI QUADRI DI SPAZIO ESPOSITIVO • 27 SALE • 13 AREE TEMATICHE • L’ANIMA E LO SPLENDORE: IL GRANDE TESORO DEL DUOMO DI MILANO • IL GRAN CANTIERE: LE ORIGINI E LA PRIMA GUGLIA • LA FABBRICA LABORATORIO D’EUROPA: L’EPOCA VISCONTEA • LA CATTEDRALE DI LUCE: L’ARTE DELLA VETRATA IN DUOMO • IL DUOMO DEI BORROMEO • ANTICHI ORDITI: GLI ARAZZI GONZAGA • LA GALLERIA DI CAMPOSANTO. I MODELLI E LA SCULTURA IN DUOMO • I MODELLI LIGNEI • LE PORTE BRONZEE

QUALCHE NUMERO SULL’ARCHIVIO

Archivio Storico Quasi 500.484 cartelle il documento più antico è del 1145

Archivio di Deposito Consistenza: 1.700 cartelle, in continuo arricchimento

Sezione dei Mandati Consistenza: 1773 cartelle, dal 1502 al 2010

Sezione Registri Consistenza: quasi 2.700 pezzi, dal 1356 ad oggi

Fototeca Consistenza: oltre 40.000 immagini, dalla secondametà del XIX secolo

Sezione Musicale Consistenza: 55 libroni e 461 cartelle Estremi cronologici: dal 1480 circa, in continuo arricchimento

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Page 18: Giornale Dell Ingegenere(2013!09!25)

prof. ing. Giovanni Vincenzo FracastoroDipartimento EnergiaPolitecnico di Torino

Idati sul mercato europeodel solare termico, trattidal sito della European

Solar Thermal Industry Fe-deration (ESTIF), indicanoin 3,4 milioni di metri quadrila nuova superficie installatanel 2012, corrispondenti auna potenza di 2,4 GWth

1,con una riduzione dell’areadi nuova installazione del 6,4per cento rispetto all’annoprecedente. Si tratta delquarto anno consecutivo dicalo delle nuove installazioni,dopo il picco assoluto di 3,36GWth raggiunto nel 2008. LaGermania rappresenta oltreun terzo (34 per cento).Nell’analizzare questi dati, unpo’ deludenti rispetto alle al-tre fonti rinnovabili, bisognaricordare che l’industria delsolare termico è prevalente-mente rivolta all’edilizia re-sidenziale, che incontra leben note difficoltà. In ognicaso, la potenza cumulata in-stallata in Europa ha rag-giunto i 28,3 GWth (40,5 mi-lioni di metri quadri, di cui3,4 in Italia), con un aumentodel 7,7 per cento rispetto al2011. Il fatturato dell’indu-stria solare, che impiega32.000 persone, è di circa 2,4miliardi di euro.A livello di area solare procapite, Cipro resta saldamen-te in testa con 0,82 m2 perabitante, seguita da Austria(0,45), Grecia (0,35) e Ger-mania (0,20). Con i suoi 0,05m2 (un metro quadro ogniventi abitanti) l’Italia è ancoraa poco più della metà dellamedia europea.

QUANTA ENERGIAPRODUCE UN IMPIANTOA COLLETTORI SOLARI?La stima di ESTIF dell’ener-gia complessivamente pro-dotta dai collettori solari ter-mici in opera è di circa 20TWh, di cui 2 TWh in Italia.Poiché il nostro Piano diAzione per le Energie Rin-novabili prevede di raggiun-gere 22 TWh entro il 2020,siamo appena al 9 per centodel cammino, mentre nel fo-tovoltaico gli obiettivi 2020sono già stati praticamenteraggiunti, anche se a prezzodi pesanti conseguenze sullabolletta elettrica, distorsionidel mercato e di una forte in-stabilità della domanda, cheha generato e poi distruttomigliaia di posti di lavoro. Se si confrontano i 2,38 GWdi picco installati in Italia conla produzione stimata di2.000 GWh risulta un nume-ro di ore equivalenti (rappor-to fra energia prodotta e po-tenza di picco) pari a2.000/2,38 = 840: un valorepiuttosto basso se rapportatoalle ore equivalenti del foto-voltaico (1.291 nel 2012 pergli impianti fissi, secondo ilGSE). Supponendo che ladistribuzione geografica degliimpianti non sia sostanzial-mente differente, e dunqueche la disponibilità della ri-sorsa solare sia sostanzial-mente la stessa, a che cosa èdovuta questa differenza?In parte essa è spiegabile col

fatto che l’efficienza conven-zionale adottata per i collet-tori solari termici (70 percento) è decisamente ottimi-stica. Ma vi è un’altra ragio-ne: la quasi totalità degli im-pianti fotovoltaici è connessain rete, e dunque tutta l’ener-gia da essi prodotta vienecontabilizzata, immessa inrete ed utilizzata, mentre nonvi sono, almeno in Italia, retitermiche disposte ad “ospi-tare” il surplus di calore pro-dotto dai collettori o a sup-plire ad eventuali deficit.Di qui la necessità di disporredi un accumulo termico pressol’utente, con esigenze di spaziadeguati e ulteriori costi, econ perdite che si aggiungo-no a quelle del collettore so-lare. Normalmente, le dimen-sioni dell’accumulo sono talida consentirgli di immagaz-zinare solo l’energia neces-saria per coprire la domandadi uno – massimo due –giorni, e non certo di “trasfe-rire” gli eccessi di calore so-lare estivi all’inverno seguen-te. La mancanza della rete ela limitatezza dell’accumulo

hanno dunque due conse-guenze negative:1 - un impianto solare termi-co non è mai in grado disoddisfare tutta la domanda,e necessita dunque sempredi un sistema ausiliario (so-litamente una caldaia). Ciòsignifica che il fattore solare,ovvero il rapporto fra energiasolare utilizzata e la sommadi questa con l’energia ausi-liaria, non raggiunge mai il100 per cento;parte del surplus di energiaraccolta dai collettori vasprecata e ciò fa diminuire laresa specifica, ovvero l’energiautile prodotta per unità di su-perficie.2 - In genere, più cresce ilfattore solare, più è piccolala resa dei collettori. A titolodi esempio si veda la Figura1, valida per la produzionesolare di ACS alle nostre la-titudini. Al crescere dell’area di col-lettori per persona il fattoresolare (curva blu) cresce inmodo meno che lineare e rag-giunge il 100 per cento soloper aree enormi: all’aumen-

tare del fattore solare, la resaspecifica (curva rossa) divienesempre minore. L’area otti-male è quella che si ha quan-do il Valore Attuale Netto(VAN) (curva gialla) è mas-simo, ovvero, in questo caso,in corrispondenza di 1 m2 apersona,. A questo valorecorrisponde un fattore solaredel 60 per cento e una resaspecifica di circa 500kWh/m2.In Italia la domanda di ACSè di circa 3 Mtep (2 per cen-to del totale). Solo nella pocorealistica ipotesi di installare1 m2 di collettori a testa ilcontributo del solare termicoraggiungerebbe dunque iltarget dei 20 TWh (1,7Mtep). Occorre dunque pen-sare ad altri impieghi.

MIGLIORAMENTI TEC-NOLOGICIUtilizzi diversi dalla produ-zione di ACS richiedono ele-vate prestazioni, in terminidi efficienza e durata, delcomponente fondamentaledegli impianti solari termici:il collettore solare. In terminidi efficienza, occorre ridurrele perdite:n ottiche, attraverso l’uso divetri super trasparenti e pia-stre molto “nere”;n termiche, grazie a piastrebasso-emissive e alla tecno-logia del vuoto.Per quel che riguarda le per-dite ottiche, i vetri low-ironcon rivestimento antiriflet-tente lasciano passare oltreil 95 per cento della radia-zione solare. Il duplice requi-sito di una piastra contem-poraneamente “nera” (ovve-ro con coefficiente di assor-bimento vicino all’unità) ebasso-emissive (emissivitànell’infrarosso molto bassa)è soddisfatto da tempo attra-

verso speciali vernici selettive.Le migliori vernici selettivesu substrato in rame hannoun coefficiente di assorbi-mento intorno al 94-95 percento e una emissività nel-l’infrarosso dell’ordine del 5-7 per cento. Inoltre, la tec-nologia del vuoto ha permes-so di ridurre le perdite con-vettive fino a meno di 1 Wper ogni m2 di superficie as-sorbente e per ogni °C di dif-ferenza di temperatura. Ul-teriori migliorie possono es-sere ottenute usando tubisotto vuoto con heat pipe e aconcentrazione (CPC). I ren-dimenti delle varie tecnologiesono illustrati in Figura 2.

I COLLETTORI IBRIDICol progresso delle tecnolo-gie solari e gli incentivi esi-stenti, le falde orientate a Suddei nostri tetti sono divenuteuna potenziale fonte di red-dito importante: collettorisolari e pannelli fotovoltaicisgomitano per guadagnar-si… “un posto al sole”. Peraccontentare tutti sono natii collettori “ibridi”, ovverotermico-fotovoltaici, costituitida normali pannelli fotovol-taici al di sotto dei quali èpresente una intercapedinepercorsa da aria. Il calore ri-mosso dall’aria riduce la tem-peratura delle celle fotovol-taiche aumentandone il ren-dimento e contemporanea-mente può essere utilizzatoper la produzione di acquacalda sanitaria o per il riscal-damento ambiente.

GLI ACCUMULI TERMICILa stratificazione degli accu-muli termici consente di for-nire acqua a temperatura altaall’utente anche quando latemperatura media dell’ac-cumulo è relativamente bassa(vedi Figura 3). Si comincia inoltre a studiarela possibilità di utilizzare so-stanze diverse dall’acqua, chepermettano, a parità di in-gombro, di immagazzinaremaggiori quantità di caloresotto forma di calore latente(PCM – Phase Change Mate-rials). Fra queste, oltre ai salidi fusione (sali eutettici, solfatidi sodio, di magnesio) e agliossidi minerali (MgO, CaO)di cui si sfrutta il calore diidratazione, le più interessan-ti e vicine alla commercializ-zazione sono alcune paraffi-ne che possono accumularefino a 300 kJ/kg contro i 100dell’acqua, considerando unsalto termico utile di 20-25°C.

NUOVI UTILIZZIOltre al tradizionale uso perla produzione di acqua caldasanitaria (ACS), comincianoad emergere in Europa nuovisettori di impiego. Crescono,in particolare in Danimarca,gli impianti di grandi dimen-sioni (oltre 500 m2) utilizzatiper alimentare le reti di tele-riscaldamento. Segnali pro-mettenti provengono anchedal settore degli usi termiciindustriali. Tuttavia, l’uso piùpromettente degli impiantisolari è quello per il riscalda-mento e il condizionamento(solar cooling), soprattutto diedifici commerciali.Allargare l’impiego degli im-pianti solari al riscaldamento

degli ambienti implica la ne-cessità di trovar un adeguatoutilizzo del calore prodottonel periodo estivo. Gli im-pianti che usano calore perprodurre freddo si dividonoin due principali categorie:n a ciclo chiuso (assorbimen-to, adsorbimento);n a ciclo aperto (DEC, Desic-cant and Evaporative Cooling)e LDAC (Liquid DesiccantAir-Conditioning).

I vantaggi dell’uso di caloresolare gratuito al posto dienergia pregiata (elettricità)sono per ora controbilanciatidall’elevato costo della mac-china frigorifera e dalle suemodeste prestazioni (COP =0,6-0,7), che portano l’effi-cienza complessiva, conside-rando anche il collettore so-lare, a superare di rado il 20per cento. Se si vuole raffre-scarsi col Sole, va valutata,in alternativa, la possibilitàdi usare un normale chilleralimentato da pannelli foto-voltaici.

ASPETTI ECONOMI-CO-LEGISLATIVIE CONCLUSIONII collettori solari termici sonoprodotti ormai affidabili, ven-duti con garanzia di 5-10 an-ni, testati secondo NormativeEuropee UNI-EN (12975-1/2) e con una sopravviven-za a 20 anni del 50 per cento(Peuser et al., 2002). Gli im-pianti solari richiedono peròprogettisti, installatori e ma-nutentori competenti, nonsempre facilmente reperibiliin Italia. Con un costo intorno ai 600euro/m2, un costo dell’ener-gia termica di 0,1 euro/kWhe una resa specifica dell’or-dine di 400 kWh/m2, anchein assenza di incentivi gli im-pianti solari si ripagano nelcorso della loro vita utile(tempi di ritorno intorno a15 anni). Il recente DM28/12/12 (“Conto energia ter-mico”) prevede incentivi cheammontano a 170 euro/m2

di area dei collettori per 2anni (area < 50 m2) e 55 eu-ro/m2 per 5 anni nel caso diaree superiori. Con questi in-centivi il tempo di ritornopuò scendere a poco più di5 anni per impianti con areainferiore a 50 m2. Nel casodi solar cooling gli incentivisalgono rispettivamente a255 euro/m2 per 2 anni e 83per 5 anni. Gli impianti so-lari termici sono oggi in Ita-lia di fronte alla possibilitàdi fare un salto di qualità, siaper affermarsi come alterna-tiva credibile agli attuali si-stemi di produzione del-l’ACS, sia per aprirsi nuovispazi di mercato. Speriamoche questa occasione nonvenga persa.

NOTE1 Convenzionalmente si attribuisce a unmetro quadrato di collettori solari termicila produzione di una potenza termica di700 W quando viene esposto a un’irra­dianza solare di 1 kW/m2. Ciò corrispondea un’efficienza del 70 per cento, un valoreche mette in evidenza le migliori presta­zioni di picco dei collettori solari termicirispetto ai pannelli fotovoltaici. Tuttavia,tale valore è largamente sovrastimato enon tiene conto del variare delle presta­zioni dei collettori al variare delle tipologieimpiantistiche e delle diverse condizionioperative.

18 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

Il solare termico: situazione e prospettive

Figura 1 – Fattore solare, resa specifica e Valore Attuale Netto al variare della superficie pro­capite di collettore

Figura 2 – Rendimento di diverse tipologie di collettori solari: (PV = piano vetrato, TSV = tubi sotto vuoto).

Figura 3. Accumulo termico stratificato (Wallnoefer)

m2/personaR

esa

(kw

h/m

2 ) e

VA

N (

€)

Fattore solare

Resa specifica

VAN

90%

80%

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%

1

0,9

0,8

0,7

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

0

900

800

700

600

500

400

300

200

100

0

0 0,5 1 1,5 20 0,5 1 1,5 2

0 0,05 0,1 0,15 0,2

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 19

CAPACITÀ INSTALLATA TOTALE A FINE 2012

Paese superficie Potenza Quota % potenza(in m2) (in MW termici) (su totale Europa)

Germania 16.049.000 11.234,3 39,63Grecia 4.119.200 2.883,4 10,17Austria 4.108.338 2.875,8 10,15Italia 3.365.730 2.356,0 8,31Spagna 2.587.162 1.811,0 6,39Francia 2.074.400 1.452,1 5,12Polonia 1.211.390 848,0 2,99Svizzera 1.145.431 801,8 2,83Portogallo 856.867 599,8 2,12Gran Bretagna 709.673 496,8 1,75Cipro 707.776 495,4 1,75Danimarca 682.345 477,6 1,68Olanda 509.065 356,3 1,26Altre nazioni* 2.367.717 1.657,6 5,85

TOTALE UE 40.494.094 28.346 100+ Svizzera

* tutte al di sotto del mezzo milione di metri quadrati

POTENZA ENTRATA IN ESERCIZIO NEL 2012

Paese Potenza Quota % potenza(in MW termici) (su totale Europa)

Germania 805,0 33,39Italia 231,0 9,58Polonia 211,4 8,77Francia 174,7 7,25Grecia 170,1 7,06Spagna 158,0 6,55Austria 144,5 5,99Svizzera 99,4 4,12Danimarca 79,1 3,28Portogallo 63,4 2,63belgio 43,4 1,80Gran Bretagna 41,5 1,72Repubblica Ceca 35,0 1,45Ungheria 35,0 1,45Altre nazioni* 119,1 4,94Totale UE + Svizzera 2.410,6 100

* tutte al di sotto dei 35 MW termici

L’Europa del solare (ter-mico) parla sempre te-desco. L’affermazione

non coglie di sorpresa: è notoinfatti che la Germania è sta-to il Paese che più di ogni al-tro ha creduto in questa so-luzione tecnologica e ha sa-puto investire concretamentenel suo sviluppo e nella suadiffusione molto più di quan-to non abbiano saputo farele nazioni mediterranee teo-ricamente… baciate dal sole.Come spesso succede, però,i numeri sono molto piùespliciti delle parole. Puntodi riferimento, il rapporto So-lar Thermal Markets in Europerealizzato da ESTIF (Euro-pean Solar Thermal IndustryFederation) e pubblicato loscorso giugno. Partiamo dallacapacità complessiva instal-lata. La Germania può van-tare oltre 16 milioni di metriquadrati, circa il 40 per centodel totale europeo (Svizzeracompresa). Sul secondo e ter-zo gradino del podio la Gre-cia e l’Austria se la giocanoalla pari con poco più di 4milioni di metri quadrati. Ildistacco rispetto alla Germa-nia è dunque abissale. Quartapiazza per l’Italia con pocopiù di 3,3 milioni di metriquadrati (e il gap con i tede-schi appare ancora più evi-dente).I rapporti di forza cambianodi poco se si prende comeparametro di riferimento lapotenza termica installata enon la superficie utile. I tede-schi con 11.234 MW surclas-sano gli altri Paesi europei (e

anche in questo caso l’Italiadeve accontentarsi della quar-ta piazza).Questo, come detto, in ter-mini di “consolidato”. Qual-che ulteriore interessantespunto viene dall’analisi del-l’andamento del mercato loscorso anno. Il 2012 non èstata un’annata eccezionaleper il settore. La ESTIF sti-ma, infatti, che la capacità in-stallata è stata pari a 2.410MW (circa 3,4 milioni di me-tri quadri) con un calo del 6,4per cento rispetto al 2011. Leragioni di questa frenata sonosintetizzabili in poche parole:“Il perdurare di una situazio-ne economica e finanziariadifficile che si traduce in unacontrazione dei supporti pub-blici al settore”. A supportodel fattore “crisi generalizza-ta”, va aggiunto che la recen-te contrazione non è un casoisolato. È dal 2008 – anno incui fu raggiunto il picco di3,36 GW (e 4,8 milioni dimetri quadrati) – che l’anda-mento del comparto è con-traddistinto dal segno rosso.Un po’ come quello dell’eco-nomia planetaria…Inoltre va aggiunto che unmercato che risulta fortemen-te “sbilanciato” su un singoloPaese non può che essere for-temente condizionato dalleperformance di questo ulti-mo. Il fatto che la Germaniaabbia registrato una contra-zione del 9,4 per cento nel2012, inevitabilmente, ha tra-scinato al ribasso l’intero bot-tino continentale.A parte l’Italia, cui abbiamo

già fatto cenno, il mercatoche sembra essere più inte-ressante in questa fase è quel-lo polacco che “continua amostrare tassi di crescita mol-to interessanti, grazie soprat-tutto ai robusti incentivi”. Loscorso anno in Polonia sonoentrati in esercizio 211 MWche hanno portato la potenzacomplessiva installata alle so-glie degli 850 MW termici.Particolarmente ambiziosisembrano essere i target peri prossimi anni: l’obiettivo di-chiarato è quello di arrivarea 10 GW (circa 14 milioni dimetri quadrati) entro la finedel 2020.

Per quanto riguarda la tipo-logia delle applicazioni, unpo’ in tutta Europa il residen-ziale continua a generare lamaggioranza assoluta delladomanda; anche se il seg-mento che segnala i tassi dicrescita più sostenuti è quellodei grandi impianti - al di so-pra dei 500 metri quadrati edei 350 kW termici - che tro-vano applicazione sui grandicomplessi commerciali. Que-sto vale in particolare per laDanimarca dove il mercatodelle grandi installazioni co-pre addirittura il 65 per centodel totale.Nonostante il recente rallen-

tamento, la situazione gene-rale pare comunque soddi-sfare gli esperi della ESTIF.“Il solare termico – dichiara-no sul rapporto Solar ThermalMarkets in Europe - confermaun ruolo crescente nella stra-tegia energetica europea. Icirca 28 GW operativi sonoin grado di generare l’equi-valente di 20 TWh termiciall’anno evitando l’emissionein atmosfera di 2,5 milioni ditonnellate di anidride carbo-nica. Significativo anche l’im-patto economico con un girod’affari pari a 2,4 miliardi dieuro (nel 2012) e 32.000 postidi lavoro full time”.

È la Germania la regina indiscussa d’EuropaSignificativol’impatto economicodel settore con un giro d’affari alivello continentalepari a 2,4 miliardi di euro e 32.000posti di lavoro full time

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20 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 9 - Settembre 2013

Il nostro Giornale ha incon-trato l’ingegner FedericoMusazzi, responsabile as-

sociazione Assotermica/ANI-MA, per fare il punto sull’in-dustria di settore e sull’attualelivello di competitività delMade in Italy.

Ingegnere, come si posizionaattualmente l’offerta dei pro­duttori italiani sul mercato na­zionale e su quelli internazio­nali?L’industria nazionale costitui-sce un’eccellenza produttivain ambito internazionale ed è

cresciuta negli ultimi anniespandendosi anche fuori daiconfini del nostro Paese. I no-stri prodotti sono riconosciutie apprezzati per la loro effi-cienza e versatilità.Purtroppo se guardiamo almercato interno, il solare ter-mico non è ancora piena-mente sviluppato ed è ben aldi sotto dei numeri di altriPaesi (ad esempio, Germaniae Grecia) che hanno un rap-porto di metri quadrati instal-lati per abitanti di tutto rispet-to. Questo è un peccato sepensiamo al fatto che l’Italia,

oltre a un’industria di rilievo,ha tutte le caratteristiche cli-matiche per sfruttare appienoil solare termico.

Quali sono i nostri principalicompetitor?La Germania è il Paese lea-der, come spesso accade an-che in altri comparti, sia intermini di produzione sia dimercato di sbocco, ma i Paesidell’Europa dell’Est rappre-sentano un interessante areageografica che sta crescendodal punto di vista produttivo. Per quanto riguarda la con-

correnza extra europea, for-tunatamente il problema è li-mitato e si può dire che la no-stra è una filiera prettamenteitaliana, o almeno europea. Ciò è dovuto anche al fattoche il settore del solare ter-mico è ben compartimentatoed immune alla penetrazionemassiva di prodotti dal FarEast a bassissimo prezzo, que-sti ultimi concepiti in mododiverso dai classici pannellisolari piani che costituisconopiù del 90 per cento dei nostrimercati. Anche solo pensare di impor-

tarli da aree lontane diventamolto difficile...

Il settore è ancora fortementelegato alle dinamiche degli in­centivi o ha cominciato a“camminare” con le propriegambe?Diversamente da quello cheè accaduto, ad esempio, peril solare fotovoltaico, gli in-centivi sono stati di portataben inferiore per il mondodelle rinnovabili termiche equindi anche per il solare ter-mico. Certo, le detrazioni fi-scali sono uno strumento im-

portante perché hanno con-sentito al settore di svilupparsinegli anni e soprattutto di im-postare una strategia di co-municazione verso l’utente fi-nale che ne facesse percepireconcretamente le potenzialitàe i tempi di ritorno degli in-vestimenti. A maggior ragione in questomomento di crisi, è impor-tante che gli incentivi sianomantenuti e rinforzati perchécostituiscono un vantaggioanche per lo Stato in terminidi raggiungimento degliobiettivi di efficienza energe-tica e di maggior gettitod’IVA. Purtroppo la continua messain discussione di questo stru-mento e i ritardi nell’applica-zione del Conto Energia Ter-mico hanno alimentato un’in-certezza che non fa bene alsettore e che non consente dipianificare investimenti a lun-go termine con serenità.

Incontro con Federico Musazzi, responsabile associazione Assotermica/ANIMA

Il Made in Italy? Un’eccellenza produttiva sui mercati internazionali

dott. ing. Silvano Viani*

Il Decreto Legislativo 3marzo 2011, n. 28, obbligaa dotare gli edifici nuovi,

o sottoposti a ristrutturazionirilevanti, di:n impianti di produzionedell’energia termica che ga-rantiscano la copertura conenergia rinnovabile del 50 percento dei consumi per l’acquacalda sanitaria e una percen-tuale dei consumi globali perl’acqua calda sanitaria, il ri-scaldamento e il raffresca-mento crescente in funzionedell’anno di presentazionedella richiesta edilizia (20 percento sino a fine 2013; 35 percento nel 2014-2016; 50 percento dal 1° gennaio 2017);n impianti alimentati da fontirinnovabili con potenza elet-trica pari a una quota, rispettoalla superficie in pianta del-l’edificio, crescente in funzio-ne dell’anno di presentazionedella richiesta edilizia (1kW/80 m2 sino a fine 2013;1 kW/65 m2 nel periodo2014-2016; 1 kW/50 m2 dal1° gennaio 2017).La Direttiva 2010/31/UE in-troduce il concetto di edificioa energia quasi zero, ovveroNZEB dall’inglese Nearly Ze-ro Energy Building, e impone

a tutti gli edifici di nuova co-struzione di essere a energiaquasi zero a partire dalla finedel 2020, termine anticipatodi due anni per gli edifici

pubblici. In particolare taleDirettiva fornisce la seguentedefinizione di NZEB: “edificio ad altissima prestazioneenergetica (…). Il fabbisogno

energetico molto basso o quasinullo dovrebbe essere coperto inmisura molto significativa daenergia da fonti rinnovabili,compresa l’energia da fonti rin-

novabili prodotta in loco o nellevicinanze”.Tale definizione è molto qua-litativa, per cui spetta a ognistato membro il compito di

specificare quali caratteristi-che qualifichino un edificiocome NZEB. In Italia, nonessendo stata per il momentorecepita completamente laDirettiva anzidetta, non sonoancora disponibili criteri perqualificare un edificio comeNZEB.RSE ha effettuato valutazionisui fabbisogni di energia ter-mica di edifici con diverse di-mensioni (villetta monofami-liare o bifamiliare o quadri-familiare, condominio da 6 o12 o 24 appartamenti), diffe-renti periodi di costruzione apartire dagli anni ’60 (primadella legge 373/76, all’internodi tale legge, all’interno dellalegge 10/91, all’interno delDPR 59/09) e varie ubica-zioni (Milano, Roma, Paler-mo) rappresentative di estesearee dell’Italia. In particolaregli edifici che rispettano i re-quisiti indicati dal DPR59/09 potenzialmente po-trebbero essere consideratiNZEB qualora abbiano unmarcato utilizzo di energiada fonte rinnovabile.I risultati delle valutazioni ef-fettuate indicano che neglianni i fabbisogni per il riscal-damento si sono ridotti no-tevolmente, essendo miglio-rate le tecnologie costruttive(serramenti con doppio vetro,tetto e pareti ben isolate,...),al contrario dei fabbisogni peril raffrescamento che non so-no diminuiti e in alcuni casisono preponderanti rispettoai fabbisogni per il riscalda-mento (centro e soprattuttosud Italia). Per questi motivirisulta necessario inserire ne-gli edifici soluzioni tecnolo-giche che consentano di ri-durne efficacemente i fabbi-sogni per il raffrescamento(serramenti con vetri doppie con rivestimento bassoemissivo, tetto e pareti benisolate e possibilmente ven-tilate, schermi adombranti,…) e impianti che sfruttinola radiazione solare anche perraffrescare.Gli impianti solari per soddi-sfare i fabbisogni di energiatermica degli edifici non sonomolto diffusi e spesso si limi-tano a produrre acqua calda

Impianti solari per edifici a energia quasi zeroin aree a prevalente domanda di raffrescamento

Figura 2 ­ Superfici dei pannelli solari e prelievi di energia elettrica dalla rete stimati necessari per coprire il fabbisogno di energia termica del condominio a Palermo con le percentuali di energia rinnovabileimposte dal Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, nei prossimi anni; in particolare i valori negativi rappresentano energia elettrica immessa in rete

Figura 1 ­ Schemi di impianti termici studiati da RSE per un condominio con 12 appartamenti a energia quasi zero a Palermo. Quello a sinistra è con pannelli solaritermici con tubi sottovuoto e frigorifero ad assorbimento a semplice effetto e quello a destra è con pannelli solari ibridi e frigorifero a compressione; in particolare latubazione tratteggiata nello schema di quest’ultimo impianto viene utilizzata in inverno, come bypass, per produrre riscaldamento

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1563

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 21

TABELLA 1 Superfici dei pannelli solari e prelievi di energia elettrica dalla rete stimati necessari per coprire il fabbiso­gno di energia termica del condominio a Palermo con le percentuali di energia rinnovabile imposte dal De­creto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, nei prossimi anni

Percentuale di energia rinnovabile

35%(anni 2014 ÷2016)

50% (dal 1.1.2017)

Superficie e tipo di pannelli solari

60 m² pannelli termici (a)41 m² pannelli ibridi (b)

(b)/(a) = 68%

92 m² pannelli termici (a)67 m² pannelli ibridi (b)

(b)/(a) = 73%

Prelievo energia elettrica ad agosto

2.404 kWh (a)2.339 kWh (b)(b)/(a) = 97 %

2.076 kWh (a)1.676 kWh (b)(b)/(a) = 81%

Prelievo energia elettrica ad agosto

10.949 kWh (a)7.849 kWh (b)(b)/(a) = 72 %

8.408 kWh (a)1.783 kWh (b)(b)/(a) = 21 %

sanitaria e, a volte, anche aintegrare il riscaldamento in-vernale. Nel mercato esistonocomunque tecnologie checonsentono di produrre fred-do con la radiazione solare,che peraltro presenta il van-taggio di essere più elevataquando il fabbisogno per ilraffrescamento è maggiore(giugno, luglio, agosto). Dal 2009 RSE svolge attivitàdi ricerca nel settore del solarcooling e, per ricavare elemen-ti sulle prestazioni ottenibilicon questa tecnologia, ha an-che effettuato studi per l’im-pianto di produzione termica(riscaldamento, raffrescamen-to, acqua calda sanitaria) diun condominio con 12 ap-partamenti a energia quasi ze-ro a Palermo considerandodue soluzioni alternativecommercialmente disponibili,rappresentate nella Figura 1,rispettivamente con pannellisolari termici con tubi sotto-vuoto e frigorifero ad assor-bimento a semplice effetto, econ pannelli solari ibridi(contemporaneamente ter-mici e fotovoltaici) e frigori-fero a compressione. Non èstato considerato un impian-to con pannelli solari foto-voltaici e frigorifero a com-pressione poiché risulta cheil D.L. 3 marzo 2011, n. 28,non permette di considerarecome rinnovabile l’energiaprodotta da un impianto conpannelli solo fotovoltaici.Nella Figura 2 e nella tabella1 sono riportate le superficidei pannelli solari e i prelievidi energia elettrica stimati peri due tipi di impianto, dimen-sionati in modo che utilizzinole percentuali di energia rin-novabile (acqua calda sanita-ria, riscaldamento e raffresca-mento) imposte dall’anzidet-to Decreto Legislativo 3 mar-zo 2011, n. 28, nei prossimi

anni. Come si può osservare,per soddisfare gli obblighi dilegge è risultato più vantag-gioso utilizzare l’impiantocon pannelli solari ibridi e fri-gorifero a compressione poi-ché richiede una minore su-perficie di pannelli solari enecessita di un prelievo dienergia elettrica dalla rete piùridotto, sia nei mesi estivi esoprattutto globalmente du-rante l’anno.Inoltre, nelle mezze stagioniquesto sistema immette ener-gia elettrica in rete, sostituen-do energia altrimenti prodot-ta prevalentemente con fontifossili e fornendo un ricavoal gestore dell’impianto.RSE ha pure effettuato il mo-nitoraggio di impianti, peredifici adibiti ad uffici in Italia,con pannelli solari termici -piani o con tubi sottovuoto -e frigorifero ad assorbimentoa semplice effetto o con pan-nelli solari termici con tubisottovuoto e sistema DEC(Desiccant Evaporative Coo-ling).L’analisi dei dati sperimentaliha messo in luce che i con-sumi elettrici negli impiantidi solar cooling costituisconouno degli aspetti più criticisia nella progettazione chenella gestione degli impianti.In generale l’impianto con si-stema DEC è risultato più in-teressante, dal punto di vistaenergetico; in particolare èstato valutato che consumacirca il 30 per cento di ener-gia primaria in meno di unsistema di condizionamentoa ciclo chiuso ad acqua conchiller tradizionale.Sono state valutate anche leprestazioni di una soluzionealternativa a temperatura piùelevata, con collettori solaritermici a concentrazione efrigorifero ad assorbimento adoppio effetto, che potrebbe

presentare prestazioni ener-getiche simili a quelle con si-stema DEC, ma con costid’investimento inferiori. Inparticolare è stato sviluppatoun modello, in ambienteTRNSYS, di questa soluzio-ne valutandone le prestazionicon diverse condizioni diesercizio e differenti dimen-sioni dei componenti.I risultati ottenuti sono assaipromettenti, a tal punto daportare RSE ad avviare larealizzazione di un prototipoall’interno della propria areasperimentale. Tale sperimen-tazione porterà a valutare intermini energetici ed econo-mici le effettive potenzialitàdi applicazione della soluzio-ne individuata, ed eventual-mente a rivedere la preferen-za assegnata in questo lavoroa una soluzione con pannellisolari ibridi e frigorifero acompressione. In conclusio-ne, utilizzare energia solareper coprire parte dei fabbiso-gni di energia termica (acquacalda sanitaria, riscaldamento,raffrescamento) ed elettricadegli edifici facilita il soddi-sfacimento degli obblighi dilegge attuali e futuri e generaun minor consumo di com-bustibili fossili, e quindi con-tribuisce a ridurre l’inquina-mento ambientale e la nostradipendenza dai combustibiliimportati.

*RSE

Le attività descritte nell’articolo sono statefinanziate dal Fondo di Ricerca per il Si­stema Elettrico nell’ambito dell’Accordodi Programma tra RSE e il Ministero delloSviluppo Economico ­ D.G. Nucleare, Ener­gie Rinnovabili ed Efficienza Energetica ­stipulato in data 29 luglio 2009 in ottem­peranza del DM 19 marzo 2009.Informazioni più dettagliate su queste at­tività sono contenute nel sito internetdella società, liberamente consultabile,http://www.rse­web.it.

Solare termico

Come valuta l’attuale quadronormativo di riferimento inItalia? Quali possibili miglioriesuggerite?L’attuale formulazione dell’al-legato 3 del Decreto 3 marzo2011 n. 28, che recepisce ladirettiva RES, è assolutamen-te penalizzante per il settoreperché fissa degli obblighi disoddisfacimento dei fabbiso-gni termici di un edificio confonti rinnovabili che sono ec-cessivamente severi. Si rischia così di fissare degliobiettivi “solo sulla carta” e diimpedire una diffusione dellemolteplici fonti rinnovabili,tra le quali il solare termico,indirizzando il progettista ver-so “scelte” obbligate o, peggio,verso deroghe per impossibi-lità tecnica. L’eccessiva severità delle per-centuali e la mancanza di unametodologia condivisa per ilcalcolo della quota rinnova-bile nei nuovi edifici rende di

fatto inattuabile il decreto suquesto punto e getta i proget-tisti e tutti gli operatori nellapiù totale incertezza.Stiamo proponendo di torna-re a un’applicazione più allar-gata che comprenda non solole nuove costruzioni ma an-che la nuova installazione diimpianti termici e la ristrut-turazione degli stessi con va-lori sostenibili, come era nelvecchio D.Lgs. 311/06.

Quanto è importante l’inno­vazione e dove si sta orien­tando la ricerca di settore?Quale spazio possono averele tecnologie del solare ter­mico nel promuovere l’effi­cienza degli edifici, un settorenel quale l’Italia sembra averemargini di miglioramentodavvero notevoli?Il solare termico si sta rive-lando l’applicazione di più fa-cile integrazione impiantisticae anche di miglior accetta-

zione commerciale da partedei tradizionali partner delsettore termoidraulico. Sfruttando questo vantaggiol’innovazione ci sta portandoverso tecnologie ibride chepermettono di integrare inun’unica soluzione, ad esem-pio, una caldaia o una pompadi calore con un sistema so-lare termico.Tali sistemi sono basati su ge-neratori di calore molto com-patti e di grande versatilità,adatti per essere inseriti suogni tipo di impianto la cuiproduzione di acqua calda sa-nitaria è integrata dai collet-tori solari termici; il risultatoè un sistema ibrido che per-mette di unire i vantaggi of-ferti dalla modulazione deibruciatori a basse emissioni(o dalle pompe di calore) conlo stoccaggio dell’energia gra-tuita fornita dal sole, garan-tendo sempre un confort sa-nitario di livello superiore.

LettereTra disoccupazione e sviluppoHo letto con interesse l’articolo del Prof. An-dreini pubblicato sul numero n. 5 del Giornalee intitolato “La via responsabile della crescita”.Espongo alcune considerazioni in proposito.Finalmente ricompare il diagramma-base dei“Limiti dello sviluppo” (1972). Sono passati40 anni, ma tracciando una verticale sull’anno2013 e osservando i cinque grafici, si trovaproprio la situazione attuale: le risorse in calodeciso, popolazione e inquinamento che con-tinuano a salire inesorabilmente, alimenti eproduzione industriale che hanno appena pas-sato il picco e iniziano a scendere.Sui veri problemi del mondo, quel rapportopromosso dal Club di Roma resta lo studiopiù completo degli ultimi decenni: furono esa-minati dodici scenari, con ipotesi diverse, main pratica fu divulgato al pubblico solo il primo.Le proiezioni a conclusione del rapporto sistanno rivelando esatte: infatti in questi de-cenni non si sono modificate le interazioni frale grandezze esaminate, cioè il modo di vivere,ovvero il cosiddetto BAU (business as usual).Malgrado tutto, si vorrebbe continuare comeprima, con la crescita, che è la causa del male. Se continuiamo con le premesse attuali, uncollasso è inevitabile e forse verrà innescatoda un evento traumatico. Probabilmente il si-stema economico mondiale crollerà, il prezzodel petrolio oscillerà in modo drastico e im-prevedibile, le Borse salteranno. Sarà la finedel modello basato sull’incremento indefinitodei beni materiali, la fine di una forma di pen-siero, scambiata ancora una volta per una finedel mondo. Il paradigma in atto deve cambiare al più pre-sto, invece si pensa solo all’economia e ai suoinumerini. I politicanti sono impegnati a di-stribuire una certezza: prima o poi ci sarà “laripresa”. Se continuiamo così, molto prestonessuno penserà più allo spread, al P.I.L. e alreddito pro-capite, che appariranno comeamenità da relegare nei libri di storia, perchéci saranno problemi ben più grossi.La Vita ha tre miliardi di anni, l’umanità haun milione di anni, la cosiddetta “civiltà” hadiecimila anni, la crescita economica-indu-striale ha duecento anni. La folle presunzione

della nostra specie è solo un delirio di gran-dezza. Attualmente sulla Terra gli umani sono oltresette miliardi e aumentano di 80-90 milioniall’anno (questa cifra è l’aumento, non il nu-mero dei nuovi nati, che è molto maggiore),scompaiono 100.000 Kmq di foreste all’anno,l’anidride carbonica aumenta di 3 ppm all’an-no, si estinguono 30 specie al giorno, la bio-diversità si degrada a vista, il consumo di ter-ritorio fa registrare cifre vertiginose. Palese-mente questi fenomeni, conseguenze inevitabilidella crescita economica, non possono con-tinuare ancora a lungo. Quindi la Natura deveguarire dal suo male, facendo terminare quellaforma del pensiero che sta distruggendo laTerra. E la disoccupazione? Alcuni anni orsono(1995) è stato pubblicato un libro intitolato“La fine del lavoro” (di Jeremy Rifkin) ristam-pato da Mondadori nel 2005: ma non c’è bi-sogno di scomodare tanta autorità, è sufficienteun’occhiata sommaria al mondo di oggi perrendersi conto che il lavoro per tutti non c’èpiù, e non potrà mai esserci, se continuiamoa pensare come prima. Dove c’erano 50 im-piegati, ora ne basta uno con un computerche ha tutte le informazioni e fa quasi tutto.Dove c’erano migliaia di operai, basta qualchemacchina. Il cosiddetto lavoro, modificato profondamen-te nei significati, non potrà occupare media-mente più di due-tre ore al giorno a testa.Non stiamo parlando di qualche articolo dilegge, di alcune agevolazioni fiscali o delle ri-cette di qualche giuslavorista, stiamo parlandodella fine di un modello culturale.Il problema della disoccupazione non potràmai essere risolto, ma si aggraverà sempre piùse si vogliono mantenere i principi dell’Occi-dente moderno. Occorre partire da altre basi,occorre abbandonare: la competizione eco-nomica, la globalizzazione, la crescita, il mer-cato e la corsa ai consumi. Se invece si man-tengono tali premesse, i problemi del mondosono chiaramente insolubili.

dott. ing. Guido Dalla Casa

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N. 9 - Settembre 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 23

recensione a cura di Riccardo De Col

Il secondo capitolo del volume esplora ilcampo della gestione degli acquisti. Per chi ha seguito cantieri di medio­grandidimensioni, sa che un aspetto fondamentaleè dato dal subappalto delle lavorazioni. Or­mai non è possibile, per come è organizzatoil lavoro nei cantieri, che un’Impresa possaavere la completezza delle maestranza percoprire tutti i campi delle lavorazioni: le tec­nologie e le tecniche di lavorazione diven­tano sempre più campo di specialisti e de­vono essere gestite nel modo più correttopossibile onde evitare perdite di tempo. La qualità dell’opera è comunque a carico delGeneral Contractor che deve saper riversare nei contratti coisubfornitori, tutti i requisiti richiesti dal contratto e dal progettocon le relative clausole che devono sussistere per il periodoprefissato di garanzia. Anche per questo secondo aspetto del­l’esecuzione l’autore fornisce schede di controllo che gli ven­gono dalle proprie esperienze, documenti che ogni lettorepotrà poi adeguare alle proprie esigenze ed eventualmentemigliorare. Terzo ed ultimo capitolo è l’analisi ed il controllodelle lavorazioni. Non sarebbe male che controlli, tolleranzee gradi di accettabilità fossero indicati in modo preciso già nelprogetto e nel contratto. E’ anche vero che al livello minimo icontrolli sui materiali e sulle strutture sono quelli già indicatinelle vigenti Norme tecniche per le Costruzioni NTC08 , maqueste da sole non bastano. Un esempio immediato riguardale norme per le costruzioni metalliche che attualmente non

arrivano a coprire il campo della lavorazionein officina e del montaggio almeno sinquando non diverranno operative le UNIEN 1090­2. Ma anche per altri materiali e lavorazioniche rappresentano parti importanti dellestrutture si pongono gli stessi problemi: si

pensi ai materiali compositi per il rafforzamentostrutturale di murature ed elementi strutturali in cemento ar­mato o ai materiali per la protezione al fuoco delle strutturein acciaio. E’ lodevole lo sforzo dell’autore di affrontare inmodo pratico il problema dei controlli, proponendo molteschede di controllo frutto della propria esperienza. L’incidenzadi queste attività rappresenta un aspetto non trascurabile del­l’opera; , indagini,controlli e prove su materiali ed opere com­piute sono peraltro di grande importanza in quanto spiananola strada al collaudatore nella fase finale di accettazione dellacostruzione. Si osserva da ultimo che si moltiplicano incontridi aggiornamento anche in questo campo e sicuramente questocontributo di Torricelli serve ad alimentare il dibattito. Il risultato sarà il sicuro miglioramento della capacità profes­sionale degli attori coinvolti nel processo edilizio.

MARCO TORRICELLIIl controllo dei processi nei cantieri edili ­ La gestione della Progettazione, ­ La gestione degli acquisti, ­ Il controllo delle principali lavorazioniMaggioli editore. Anno 2013 Prezzo: € 32

Sala di lettura

recensione a cura di Sandra Banfi

Le lettere dall’India di Guido Gozzano ap­parvero sulla “Stampa” di Torino nel 1914.Pur mantenendo un carattere di imme­diatezza di fatto furono elaborate più tardisugli appunti di viaggio, conservando an­che un grande valore documentario, epubblicate postume nel volume “Versola cuna del mondo” nel 1917. Il viaggio di Gozzano, intrapreso tra ilfebbraio e l’aprile del 1912, riguardòBombay, Ceylon e Goa. Per tutte le al­tre tappe il Poeta si sarebbe ispirato altesto di Pierre Loti “L’Inde (sans les An­glais)”, a conferma della sua fascina­zione per l’Oriente, che ebbe il puntodi partenza nelle letture esotiche in­fantili.

Nel volume l’Autrice ripercorre passopasso il viaggio di Gozzano riportando

fedelmente i brani originari e sceglien­do in particolare quelli che si riferisco­no all’architettura indiana nel suo fa­scino di forme e di colori, stimolati dal­la grandiosità e singolarità di ciò cheegli vede.Il volumetto di 104 pagine, corredatoda numerose immagini delle tappe delviaggio è redatto con cura da Elisa Ma­riani Travi, storica dell’arte, saggista,collaboratrice di numerose riviste diArchitettura e del nostro giornale.

ELISA MARIANI TRAVILETTERE DALL’INDIAGUIDO GOZZANO E L’ARCHITETTURACusl 2013Pagg. 104Prezzo: € 13,70

“Sullo scenario a due tinte, l’azzurro del cielo e il bronzo cupo dei cipressi, s’innalza la più immacolata e giganetesca mole sognata daquesti sultani amici del candore (Il Taj Mahal). Una semplicità che sfugge alla parola e all’indagine estetica. Sullo zoccolo immensouna cupola eccelsa, e ai quattro lati minareti scagliati al cielo: non altro (…) Aveva il colore di certi nevai oggi, mentre lo contemplavoper l’ultima volta. Poi è passato al rosa, al cerulo, al verde, all’ardore violaceo dell’acciaio nell’ora della tempra…”

Lettere dall’IndiaGuido Gozzano e l’architettura

Il controllo dei processinei cantieri edili

“Ecco il noto profilo dei templi e dei palazzi, conle scalee, le verande, le specule, le infinite fine­stre tutte rivolte verso il fiume, ecco le strane‘cupole a pigna’, così caratteristiche nell’archi­tettura indiana” (…)

Agra, il Taj Mahal (sec. XVII)

Il Taj Mahal in un’immagine storica

Varanasi Benares

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