Gianni Sulprizio OGERS R. R ARL C T R. R ENTRATA ERAPIA - IBSindicare efficacemente l’esperienza...

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T ERAPIA C ENTRATA SUL C LIENTE CARL R. ROGERS Editor dell’edizione italiana Gianni Sulprizio edizioni la meridiana

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“Butterei volentieri via tutte le parole di questo manoscritto se potessi in qualche modoindicare efficacemente l’esperienza vissuta di cui è fatta la terapia. È un processo, unacosa in sé, un’esperienza, una relazione, una realtà dinamica.”

Carl Rogers

“Questo libro tratta della sofferenza e della speranza, dell’angoscia e della soddisfazionedi cui è pieno lo studio di ogni terapeuta. Tratta dell’unicità della relazione che ognisingolo terapeuta allaccia con ogni singolo cliente e nello stesso tempo degli elementicomuni che si scoprono in tutte queste relazioni. Parla del cliente che siede nel miostudio lottando per essere se stesso ed è nello stesso tempo mortalmente spaventato diessere se stesso, del cliente che tenta di vedere la sua esperienza così com’è, desidera diessere quell’esperienza ed è terrorizzato nello stesso tempo da tale prospettiva. Questolibro parla di me mentre sto con questo singolo cliente, confrontandomi con lui,partecipando a quella sua lotta nel modo più profondo di cui io sia capace. Parla deimiei tentativi di percepire la sua esperienza vissuta e del significato e dell’aroma chequesta esperienza ha per lui. Parla del mio rammarico per l’umanissima fallibilità dellacomprensione di quel cliente e per tutte le volte in cui non ce la faccio a vedere la suavita come lui stesso la vede. Parla del compiacimento per il mio privilegio di agire comelevatrice di una nuova personalità, del mio timore reverenziale di fronte all’emergeredi un sé, di una persona, del mio assistere a una nascita, in cui ho avuto ruolo importantedi facilitazione. Tratta del cliente e di me mentre osserviamo con ammirazione le forzepotenti e ordinate che trapelano in tutta questa esperienza, forze che sembranoprofondamente radicate nell’intero universo. Credo di poter dire che questo libro trattadella vita così come si manifesta nel processo terapeutico, con il suo cieco potere e conla sua tremenda capacità di distruzione, ma anche con la sua travolgente spinta versola crescita non appena si presentino le condizioni favorevoli.”

Dalla Prefazione di Carl Rogers

Carl R. Rogers, uno dei fondatori del movimento di psicologia umanistica, è tra glipsicologi più influenti del ventesimo secolo. Il suo impatto sull’insegnamento, sulcounseling, sulla psicoterapia, sulla risoluzione dei conflitti e sulla pace è senzaparagoni. Carl Rogers ha determinato una trasformazione basilare e profonda nelcampo della psicologia e delle relazioni umane. La sua intensa convinzione che ognipersona avesse valore, dignità e la capacità di autodeterminarsi, era contraria alpensiero diffuso ai suoi tempi.Di Carl R. Rogers la meridiana ha pubblicato: Carl Rogers: un rivoluzionario silenzioso(2006).

TERAPIA CENTRATASUL CLIENTE

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Editor dell’edizione italiana Gianni Sulprizio

edizioni la meridiana

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Euro 30,00 (I.i.)

ISBN 978-88-6153-036-2

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IInnttrroodduuzziioonnee 0000

PPrreeffaazziioonnee

CCaappiittoolloo 11 Il carattere evolutivo della terapia centrata sul cliente

00

CCaappiittoolloo 22 L’atteggiamento e l’orientamento del consultore

CCaappiittoolloo 33 La relazione terapeutica vissuta dal cliente

CCaappiittoolloo 44 Il processo della terapia

CCaappiittoolloo 55 Transfert, diagnosi e applicabilità della terapia centrata

sul cliente

CCaappiittoolloo 66 L’insegnamento centrato sullo studente

CCaappiittoolloo 77 La formazione di consultori e terapeuti

CCaappiittoolloo 88 Una teoria della personalità e del comportamento

BBiibblliiooggrraaffiiaa

Indice

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Il carattere evolutivodella terapia

centrata sul cliente

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IL CARATTERE EVOLUTIVO DELLA TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE

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La psicoterapia è oggi con ogni probabilità l’area dellescienze sociali che si sta sviluppando più rapidamente negli StatiUniti. Per circa il 20% dei membri dell’American PsychologicalAssociation la psicoterapia, o counseling di adattamento, rappre-senta uno tra gli interessi principali, mentre fino a una decina dianni fa ciò sarebbe stato vero solo per pochi. I programmi di for-mazione in psicoterapia sono progrediti quanto a numero, sferad’azione, intensità e, speriamo, ad efficacia. Ci sono inoltre edu-catori impegnati ad aggiornarsi sugli sviluppi della terapia così daessere in grado di usare queste tecniche nel loro lavoro di counse-ling nei college e nelle scuole. I sacerdoti e altri operatori in cam-po religioso seguono training in psicoterapia e counseling permigliorare le loro capacità di trattare i problemi personali dei loroparrocchiani. Sociologi e psicologi sociali nutrono un profondointeresse per questo campo per le sue possibili applicazioni allavoro di gruppo e perché esso permette di avere un’idea più chia-ra sia delle dinamiche di gruppo che di quelle individuali. E comeultima considerazione, ma non per questo meno importante,osserviamo che il lavoro psicoterapeutico applicato ai bambininelle scuole, ai reduci di guerra, ai lavoratori dell’industria, aglistudenti, ai genitori e agli altri adulti che desiderano un supportopsicologico trova ampio riconoscimento nell’opinione pubblica.In breve sembra esserci una forte tendenza a studiare, svilupparee utilizzare quelle procedure che aiutano l’uomo moderno a rag-giungere una maggiore pace mentale. Sembra che, proprio per-ché la nostra cultura è cresciuta in modo disomogeneo, essa diaall’individuo supporti molto meno solidi. L’individuo non puòlimitarsi oggi a seguire i costumi e le tradizioni della società cuiappartiene; egli scopre, al contrario, molti dei problemi e deiconflitti della vita risiedono in se stesso. Ogni uomo deve trova-re dentro di sé delle soluzioni per le quali, in passato, era la socie-tà ad assumersi la responsabilità. Dato che la psicoterapia man-tiene la promessa di risolvere alcuni di quei conflitti e dà all’in-dividuo la capacità di essere in maggiore armonia con se stesso edi avere relazioni più soddisfacenti con gli altri e con il suoambiente, essa è diventata un importante punto di riferimento,di interesse pubblico e professionale.Lo sviluppo del counseling non direttivo o centrato sul cliente èlegato a questo diffondersi dell’interesse per le procedure psicote-rapeutiche. La terapia centrata sul cliente è un prodotto del suo

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tempo e del suo setting culturale. Il suo sviluppo non sarebbe statopossibile senza quello che è stato il contributo di Freud alla nostracultura: la scoperta dei conflitti inconsci e della complessa naturaemozionale dell’uomo. Sebbene la terapia centrata del cliente abbiaseguito percorsi diversi rispetto a quelli che hanno portato alle teo-rie di Horney, di Sullivan o di Alexander e French, ci sono tutta-via molti punti di contatto con queste moderne formulazioni delpensiero psicoanalitico. Le radici della terapia centrata sul clientepossono essere trovate nella terapia di Rank e del gruppo di Phila-delphia che ha integrato le teorie di Rank con le proprie. La tera-pia centrata sul cliente è stata influenzata ancor più profondamen-te dal tipo di psicologia che si è sviluppata negli Stati Uniti, con lasua propensione per le definizioni di tipo operazionale, per lamisurazione oggettiva, con la sua insistenza sul metodo scientificoe sulla necessità di sottoporre tutte le ipotesi a un processo di veri-fica oggettiva o di confutazione. Come risulterà evidente ai lettoridi questo volume, la terapia centrata sul cliente ha anche un debi-to nei confronti della psicologia della Gestalt, con la sua enfasi sul-la stretta interconnessione di quel complesso di fenomeni in cuiriconosciamo l’individuo. Alcune delle sue radici risalgono addirit-tura alla filosofia dell’educazione, della società e della politica cherappresenta il nocciolo della nostra cultura americana. Pertanto laterapia centrata sul cliente si è fondata, sia consciamente cheinconsciamente, su molte della correnti di pensiero clinico, scien-tifico e filosofico che sono presenti nella nostra cultura.Tuttavia sarebbe probabilmente un errore considerare la terapiacentrata sul cliente come un mero prodotto di influenze cultura-li. Essa è basata sulle attente e specifiche osservazioni del com-portamento umano nell’ambito della relazione terapeutica; taliosservazioni trascendono in qualche misura i limiti o le influen-ze di una data cultura. Oltre a cercare di scoprire le leggi impor-tanti che operano in una relazione terapeutica, la terapia centra-ta sul cliente si sforza di individuare le invarianti, le sequenzecomportamentali che non sono vere soltanto per quel determi-nato momento o quella determinata cultura, ma che descrivonoil modo in cui opera la natura umana in generale.Anche se dieci anni fa le espressioni non direttivo e centrato sulcliente non erano state coniate per definire una terapia, è cresciu-to molto rapidamente l’interesse per il punto di vista da essedescritto. Questa terapia ha attirato l’attenzione degli psicologi

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in misura tale che se ne possono trovare riferimenti, sia positiviche negativi, in qualsiasi libro o rivista di psicologia. Si avvertel’esigenza di informare coloro che desiderano conoscere più afondo lo sviluppo di questo particolare approccio terapeutico aiproblemi dell’individuo e alle relazioni umane, e con questolibro ci auguriamo di poterla, in una certa misura, soddisfare.

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C’è stata una tendenza a considerare l’approccio nondirettivo o centrato sul cliente come qualcosa di statico: un meto-do, una tecnica, un sistema piuttosto rigido. Nulla potrebbe esse-re più lontano dalla verità. I professionisti che lavorano con que-sto approccio utilizzano concetti dinamici, costantemente rivistialla luce della continua esperienza clinica e dei risultati delle ricer-che. Si tratta di cambiamenti continui nell’ambito di un approc-cio generale ai problemi delle relazioni umane e non di una tecni-ca relativamente rigida, applicata più o meno meccanicamente.In questo flusso di pensiero in trasformazione ci sono alcuneipotesi centrali che danno continuità allo sviluppo della ricercadi ulteriori conoscenze. Forse una delle ragioni del valore alta-mente stimolante della terapia centrata sul cliente è il fatto chequeste ipotesi possono essere controllate empiricamente, sonosuscettibili di verifica o di confutazione e promettono perciòcontinui progressi piuttosto che la definizione di dogmi. Sembrapiù che probabile che la psicoterapia, grazie agli sforzi di diversioperatori, stia uscendo dal regno di ciò che è mistico, intuitivo,personale, indefinibile, per entrare nella piena luce di un’analisioggettiva. Questo significa inevitabilmente che la caratteristicaprincipale di tale terapia è il cambiamento e non la rigidezza. Percoloro che operano nel campo della terapia centrata su clientequesta capacità di sviluppo e continua ridefinizione sembra anziessere una delle sue qualità più rilevanti.

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Questo volume si propone di presentare non un puntodi vista rigido ma la puntalizzazione provvisoria di un approccio

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terapeutico in via di sviluppo, con le sue pratiche e la sua teoria,indicando le direzioni dei cambiamenti che sono già evidenti efacendo confronti con alcuni punti di vista di altri orientamentiterapeutici.Un primo obiettivo sarà quello di sintetizzare le teorie clinichedi coloro che sono impegnati nella terapia centrata sul cliente.Saranno presentate le ipotesi che essi hanno avanzato e le formu-lazioni che stanno facendo del processo terapeutico. Il materialeillustrativo proveniente dai colloqui registrati dovrebbe dareun’idea di come vengono trattati i problemi nella seduta dicounseling. Saranno riportate le testimonianze dei clienti1 stessisul loro vissuto, dato che esse hanno avuto un’influenza precisasul pensiero dei terapeuti. Si spera così che il lettore possa farsiun’idea del pensiero e della pratica attuali dei terapeuti cliniciche operano seguendo questo orientamento con un’ampia gam-ma di differenze individuali. Un secondo obiettivo sarà quello dipassare in rassegna l’evidenza scientifica ottenuta a propositodelle ipotesi che sono esplicite o implicite nella terapia. A pocoa poco si è andata accumulando un’evidenza oggettiva rispettoalle varie fasi della terapia e i risultati di queste ricerche sarannoanalizzati e discussi.Un aspetto relativamente innovativo, che contraddistingue que-sto volume dalle nostre pubblicazioni precedenti, è la presenta-zione di una teoria della terapia e di una teoria della personalità.Sia allo scopo di spiegare il processo della terapia, sia per rico-struire la struttura di base della personalità che rende possibile laterapia, la teoria viene continuamente riformulata e rivista e per-tanto le articolazioni di questo pensiero verranno presentate sot-tolineando la loro qualità dinamica.Infine si cercherà di definire alcuni dei problemi tuttora nonrisolti e alcune delle perplessità che richiedono un approfondi-mento ulteriore, nuove ricerche e nuove teorie.

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È chiaro che queste pagine hanno lo scopo di presentaresolo un punto di vista, lasciando ad altri la trattazione di orien-tamenti diversi. Non ci scuseremo per questa presentazione“unilaterale”. L’autore ritiene che l’atteggiamento critico tenuto

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generalmente nei confronti di ciò che può essere definito come“scuola di pensiero” nasca dal mancato riconoscimento di unaspetto dello sviluppo della scienza. Quando un nuovo campo diricerca si apre ad uno studio oggettivo, la scuola di pensiero è unindispensabile passo culturale. Dove l’evidenza oggettiva è limi-tata, è quasi inevitabile che si sviluppino ipotesi molto differen-ziate per spiegare i fenomeni osservati. I corollari e le articolazio-ni di tali ipotesi costituiscono un sistema che è una scuola dipensiero. Queste scuole di pensiero non saranno abolite soloperché lo si auspica, cioè grazie a un processo di “wishfull thin-king”. Chi tenta di conciliarle con un compromesso finirà eglistesso in un eclettismo superficiale che non aumenta l’oggettivi-tà e non porta da nessuna parte.La verità non si raggiunge grazie a concessioni da parte delle dif-ferenti scuole di pensiero. La scomparsa definitiva delle formu-lazioni contrapposte avviene quando le tematiche sono chiaritemediante evidenza empirica o quando le rispettive ipotesi con-fluiscono in un nuovo e più completo punto di vista che collocai problemi in una nuova prospettiva, nella quale le questionivengono ridefinite in un modo fino ad allora inconcepibile.La presentazione di un singolo orientamento, o una scuola dipensiero, comporta degli svantaggi, ma questi sono ridotti alminimo se ne siamo consapevoli. C’è la possibilità che le ipote-si siano presentate come dogmi. C’è la possibilità che il coinvol-gimento emotivo in un punto di vista impedisca la percezionedell’evidenza contrastante. A compensare questi inconvenientic’è il vantaggio della facilitazione fornita dal progresso. Se siamoin possesso di un coerente sistema di ipotesi che stiamo verifi-cando e se siamo in grado di scartare, rivedere, riformulare que-ste ipotesi alla luce dell’esperienza oggettiva, noi abbiamo inmano uno strumento prezioso, una “task force”, grazie alla qualesi possono aprire nuove aree di conoscenza.Pertanto in questo volume verrà presentato lo sviluppo di unpunto di vista, ci sarà l’esposizione di un sistema di ipotesi, manon il tentativo di presentare altri sistemi, dal momento chequesti sistemi sono molto meglio presentati da chi ne è convin-to. Saranno presentate sia l’evidenza oggettiva ottenuta con laricerca a favore di quelle ipotesi, sia l’evidenza clinica nella suaforma più oggettiva, cioè il colloquio registrato. Si è tentato dieliminare le distorsioni di origine emotiva, ma il lettore può

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facilmente scoprire dei punti nei quali questo tentativo non èriuscito e che egli perciò potrà rettificare. Se è vero che un cor-po sistematico di ipotesi, con implicazioni che riguardano ognitipo di relazione interpersonale e di gruppo, può servire a stimo-lare nuove ricerche, nuove valutazioni critiche della pratica clini-ca e un pensiero teorico più adeguato, allora questa presentazio-ne dovrebbe essere funzionale al suo scopo.

RECENTI SVILUPPI NELLA TERAPIA

CENTRATA SUL CLIENTE

Nel 1940 l’autore di questo volume fece un primo ten-tativo di sistemare in forma scritta2 qualcuno dei principi e del-le tecniche di un nuovo approccio alla terapia, un approccio chevenne presto etichettato “counseling non direttivo”. Due annipiù tardi fu pubblicato Counseling and Psychotherapy: NewerConcepts in Practice3. In quel volume era stata data una presenta-zione dell’esercizio di quei principi di counseling miranti a libe-rare le capacità integrative dell’individuo. Può essere utile per illettore rivedere brevemente alcuni degli sviluppi che si sono veri-ficati nei dieci anni circa che ci separano dal momento in cuiqueste idee sono state formulate per la prima volta. Sarà così piùchiara la ragione per cui ora riteniamo necessaria un’altra presen-tazione.

SSvviilluuppppii iinn ccaammppoo pprraattiiccoo--pprrooffeessssiioonnaallee

All’epoca in cui fu scritto Counseling and Psychotherapy,una parte del lavoro che veniva svolto presso la Clinica Psicolo-gica dell’Università dello Stato dell’Ohio era portato avantisecondo il punto di vista non direttivo, basato su un lavoro pre-cedente dello staff del Rochester Guidance Center sotto la dire-zione dell’autore. Inoltre un punto di vista molto simile era sta-to sviluppato e messo in pratica indipendentemente da Roethli-sberger e Dickson4 nello stabilimento della Western ElectricCompany. Un approccio terapeutico per certi versi simile, diret-tamente derivato dall’opera di Otto Rank5, era stato praticato

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dagli operatori sociali, dagli psichiatri e dagli psicologi che ave-vano fatto il loro training nell’area di Filadelfia, sotto la direzio-ne di Jessie Taft e Frederick Allen. Si trattava in ogni caso del-l’applicazione di un orientamento pratico-terapeutico che conta-va principalmente sulle capacità del cliente.Al momento attuale diverse centinaia di specialisti di counselingnei college e negli istituti per reduci, di psicologi nei centri dicounseling, nelle cliniche di igiene mentale e negli ospedali psi-chiatrici, di operatori delle scuole e dell’industria, di assistentisociali e religiosi, con diversi gradi di preparazione e di abilità,stanno tentando di saggiare le ipotesi di un approccio non diret-tivo. Questi operatori sono entrati in contatto con studenti, conadulti, con bambini disadattati e con i loro genitori. Essi hannoaffrontato, nell’ambito di diversi setting, aree speciali quali i pro-blemi coniugali, i problemi professionali, i disturbi del linguag-gio, le malattie psicosomatiche come le allergie, una vasta gammadi problemi nevrotici e anche qualche psicosi. Finora non c’è sta-to il tempo necessario per fare ricerche sul processo e sui risultatiin tutti questi campi, ma l’esperienza di questi operatori ha eser-citato la sua influenza sul nucleo della terapia centrata sul cliente.Inoltre, durante lo scorso decennio, i terapeuti che hanno speri-mentato questo orientamento hanno osservato con interessecome i loro trattamenti avessero una durata sempre maggiore ecomportassero crescenti gradi di ristrutturazione della personali-tà. Pertanto, mentre dieci anni fa un esperto di counseling nondirettivo poteva constatare che i suoi trattamenti avevano unamedia di cinque/sei colloqui ciascuno e che raramente si arriva-va ad un massimo di quindici, lo stesso esperto vede oggi che isuoi trattamenti hanno una media da quindici a venti colloqui eche il numero di cinquanta o cento colloqui non è eccezionale.Questo cambiamento è avvenuto a causa della maggiore abilitàdel terapeuta nell’instaurare col cliente una relazione empatica?Oppure a causa del fatto che quando il terapeuta diventa piùesperto si rivolgono a lui individui più gravemente disturbati? Operché si è verificato qualche sottile cambiamento nella teoria onella pratica? Qualunque sia la causa, la teoria della terapia cen-trata sul cliente ha tratto vantaggio dal variare dell’intensità diqueste esperienze.Possiamo dire pertanto che, al momento attuale, la teoria clini-ca della terapia centrata sul cliente si è arricchita grazie alla vasta

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gamma dei problemi e dell’intensità delle sue applicazioni all’at-tività professionale. Dal bambino lievemente disadattato all’a-dulto psicotico, dalla persona che trova aiuto in due colloquiall’individuo che arriva ad un’ampia riorganizzazione della per-sonalità in centocinquanta colloqui, ecco il dilatato raggio d’a-zione della pratica attuale della terapia centrata sul cliente.

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Dieci anni fa il counseling non direttivo era concepitocome un processo di scambio verbale, utile soprattutto per gliadolescenti e gli adulti. Successivamente si è ritenuto che i prin-cipi basilari di questo tipo di counseling potessero essere appli-cati ad una notevole varietà di attività, alcune delle quali addirit-tura molto diverse dalla psicoterapia stessa. Si discuterà estesa-mente di alcune di queste attività nelle pagine successive, ma quisi può accennare a certe direzioni su cui la terapia centrata sulcliente ha esercitato la sua influenza.La terapia basata sul gioco con i bambini difficili è risultata piùefficace quando è stata condotta secondo criteri centrati sulcliente. Il libro di Axline6 offre esauriente e persuasivo del lavo-ro che è stato fatto in questo campo, dove lo scambio verbale èspesso ridotto al minimo o manca del tutto.La terapia di gruppo, sia con i bambini che con adulti, è stata rea-lizzata efficacemente sulla base delle stesse ipotesi fondamentalidel counseling individuale. Si è lavorato con adulti disadattati,con studenti in difficoltà o che devono sostenere certi esami, conreduci di guerra, con gruppi interrazziali, con bambini e genitori.Dall’esperienza della terapia di gruppo è nato il progetto di con-durre corsi universitari con un approccio centrato sul cliente o,meglio, sullo studente. Alcune delle nostre più importanti acqui-sizioni sono derivate dai clamorosi fallimenti e dai brillanti suc-cessi dei nostri tentativi di adattare i principi e le procedure del-la psicoterapia all’educazione.Questi sono campi più importanti nei quali sono state identifi-cate le implicazioni della terapia centrata sul cliente. Ma contri-buti ugualmente significativi alla nostra teoria ci sono arrivati daaltri tentativi meno compiutamente analizzati. Esperienze inte-ressanti in cui si è usato un approccio centrato sul cliente in

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situazione di gruppo con crisi e conflitti ci hanno convinto chequesto approccio può fornire un contributo alla conduzione digruppi di operatori dell’industria, dell’esercito e di altri campi diattività. Particolarmente significativi sono stati i nostri tentatividi applicare l’approccio centrato sul cliente alla gestione dellanostra stessa istituzione, al lavoro delle commissioni, ai proble-mi della selezione e della valutazione del personale. In questicampi c’è ancora molto da imparare, ma sono già stati fatti deiprogressi veramente stimolanti.Perciò in un decennio abbiamo visto la terapia centrata sul clien-te evolversi da metodo di counseling ad approccio alle relazioniumane. Ci siamo resi conto che essa può essere applicata siaall’assunzione di un nuovo membro di uno staff, sia alla decisio-ne di dare un aumento di stipendio, sia alle persone con insuffi-cienti capacità di gestire le relazioni sociali.

PPrrooggrreessssii nneellllaa rriicceerrccaa

Niente mostra più chiaramente come la psicoterapia stiaprogredendo quanto il costante sviluppo della ricerca su di essa.Dieci anni fa c’era solo un esiguo numero di ricerche che inqualche modo riguardavano la psicoterapia. Durante lo scorsodecennio più di quaranta studi sono stati pubblicati da parte dioperatori con un orientamento centrato sul cliente. Inoltre cisono una quantità di studi non ancora pubblicati e più di unaventina di progetti di ricerca in via di elaborazione. È veramen-te straordinario l’effetto che ha avuto tutta questa attività. Seb-bene le ricerche abbiano avuto chiare e spesso gravi limitazioni,esse hanno utilizzato strumenti dotati di un buon grado di affi-dabilità e i metodi sono stati descritti in modo sufficientementedettagliato da permettere a ogni operatore competente di verifi-care i risultati, sia ristudiando i casi che ne costituivano il mate-riale, sia usando lo stesso metodo su un nuovo materiale. Tuttiquesti sviluppi indicano che sta diventando sempre più difficileparlare in termini puramente dogmatici di qualsiasi aspetto del-la psicoterapia. A poco a poco è diventato evidente che noi pos-siamo indagarne oggettivamente quasi ogni fase, dal più sottileaspetto della relazione terapeuta-cliente alle misurazioni delcambiamento comportamentale.

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La base di questo sviluppo è stata in primo luogo la massa dimateriale costituito da casi completamente registrati. Counselingand Psychotherapy riportava il primo caso terapeutico pubblicatoin forma integrale. Esso fu seguito dal Libro dei casi del counse-ling non direttivo7 nel quale erano riportate cinque casi con lamaggior parte dei colloqui riprodotti testualmente. Attualmenteil Centro di counseling dell’Università di Chicago ha circa tren-ta casi completamente registrati e trascritti disponibili per i ricer-catori. Si spera che se ne aggiungeranno almeno altri cinquanta.Ci sarà quindi una massa di materiale per la ricerca come non èmai esistito prima. Successi e insuccessi, casi condotti da consul-tori esperti e in fase di formazione, casi brevi e lunghi, tutto ciòsarà esemplificato.Sono stati soprattutto i terapeuti centrati sul cliente a farsi cari-co di accumulare registrazioni di casi e di proseguire la ricercanella terapia. Sappiamo tuttavia con certezza che terapeuti dialtri orientamenti stanno adesso registrando i loro casi e prima opoi verranno fatte ricerche da psicanalisti freudiani, terapeutiesperti in ipnosi, adleriani e terapeuti eclettici. Queste ricerchepreviste per il futuro contribuiranno a cambiare le etichette del-le varie scuole e a unificare il campo della psicoterapia.

LLoo ssvviilluuppppoo ddeeii pprrooggrraammmmii ddii ffoorrmmaazziioonnee

Quando Counseling and Psychotherapy fu pubblicato nel1942 voleva sapere che mercato avrebbe avuto il libro nei corsiuniversitari di counseling. A quel tempo la risposta fu che nonc’erano che due o tre corsi di quel genere in tutto il paese. Que-sto quadro è ora cambiato in modo sorprendente. Più di unaventina di università offrono corsi di formazione in psicoterapiain cui viene attribuita una certa importanza all’orientamentocentrato sul cliente. Molte di queste università offrono unasequenza completa di corsi di formazione in cui una parte cen-trale è costituita dalla pratica della terapia con supervisione.Questi corsi si stanno sviluppando in modo tutt’altro che spora-dico. Hanno ricevuto una formale approvazione da parte dell’A-merican Association che ha stabilito il training dello psicologoclinico non è completo senza il training in psicoterapia e che ilprogramma universitario in psicologia clinica deve includere un

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curricolo accurato in questo campo8. Anche in psichiatria si sonoverificati questi stessi sviluppi e, al posto degli sporadici corsi diperfezionamento che si usavano un tempo, vengono organizzatiin vari centri programmi sempre più integrati.In questo quadro generale di crescita dei programmi di forma-zione in terapia, c’è stato un costante sviluppo del training nellaterapia centrata sul cliente. I nostri metodi e le nostre procedu-re sono cambiate così tanto che un apposito capitolo del presen-te volume è dedicato a questo aspetto. Il principio della fiducianell’individuo ha trovato la sua completa realizzazione sia nelprogetto di training che nella terapia stessa. La nostra preoccu-pazione si è spostata dalla tecnica del consultore all’atteggiamen-to e alla filosofia del consultore, mentre la tecnica ha continua-to ad avere importanza, ma è stata considerata da un punto divista più sofisticato. C’è stata l’esperienza di un training per dot-torandi in psicologia clinica. Nel 1946 e nel 1947 c’è stata l’e-sperienza di un breve training intensivo per più di cento psico-logi esperti e specializzati, destinati a diventare consultori del-l’Ufficio reduci di guerra. Sperimentando tutti questi itinerari diformazione in terapia, abbiamo inevitabilmente imparato moltosulla terapia stessa.

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Man mano che l’attività ricordata andava articolandosi, siè sentita sempre più la necessità di unificare le varie ipotesi teori-che e così la formulazione della teoria è diventata la preoccupa-zione più importante per il terapeuta centrato sul cliente. Abbia-mo trovato nella nostra stessa esperienza la conferma dell’affer-mazione spesso citata di Kurt Lewin che “niente è più pratico diuna buona teoria”. Molta parte della costruzione della nostra teo-ria si è sviluppata attorno al costrutto del sé, come sarà chiaro piùavanti. Si è tentato di formulare questa teoria nei termini di unateoria dell’apprendimento e nei termini della dinamica delle rela-zioni interpersonali. Nel corso di questo processo alcune ideesono state scartate, altre profondamente modificate, altre ancorasono state sviluppate. Parecchi anni fa era sembrato che la teoriadella terapia andasse formulata in termini di insight verbalizzato.Oggi ci sembra che questa formulazione non basti affatto a spie-

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gare tutti i fenomeni della terapia e per quanto essa occupa unposto relativamente piccolo nella nostra teoria attuale.È interessante rilevare quanto frequentemente la terapia centra-ta sul cliente sia stata criticata per il fatto che “essa non si basa sualcuna teoria coerente della personalità”. Questa critica sembratravisare a tal punto il ruolo della teoria nello sviluppo scientifi-co che è necessario anticipare subito una breve precisazione.Non c’è bisogno di teoria finché non ci siano fenomeni da spie-gare. Limitandoci alla psicoterapia, non c’è bisogno di una teo-ria finché non ci siano cambiamenti osservabili che richiedonouna spiegazione. Allora una teoria unificante è d’aiuto per spie-gare ciò che è accaduto e per fornire ipotesi controllabili riguar-danti esperienze future. Nel campo della terapia il primo requi-sito è l’abilità di produrre buoni risultati. Grazie all’osservazionedel processo e dei suoi esiti si può sviluppare una teoria ideataper spiegare le nuove esperienze con le quali pertanto essa verràmessa a confronto per controllarne l’adeguatezza. La teoria èrivista e modificata con lo scopo – mai definitivamente raggiun-to – di fornire un completo quadro concettuale in cui possanoessere fatti adeguatamente rientrare tutti i fenomeni osservati. Ifenomeni e non la teoria sono la cosa fondamentale.Elton Mayo9 espone brevemente questo punto di vista primacon le sue parole e poi usando quelle di un suo collega. Da que-sta citazione si può trarre il succo del suo pensiero.

Da un punto di vista storico penso che si possa affermare che in generaleuna scienza nasce come un prodotto di un’abilità operativa sviluppata inuna data area di attività. Qualche operatore esasperato, in un momento diriflessione, è riuscito a rendere esplicite le ipotesi che sono implicite nell’a-bilità stessa. Questo è il punto di partenza del metodo logico-sperimenta-le. Le ipotesi, una volta rese esplicite, possono essere sviluppate logica-mente; lo sviluppo porta a mutamenti sperimentali della pratica e cosìall’avvio della scienza corrispondente. Ciò che va sottolineato è che leastrazioni scientifiche non sono ricavate dal nulla o da una riflessionecasuale, ma sono sin dall’inizio profondamente radicate in un’abilità opera-tiva preesistente.A questo punto sembra appropriato riferire un commento tratto dalle lezio-ni di un collega, Lawrence Henderson, chimico eminente: “Sia in quellacomplessa faccenda che è la vita che nella medicina, la teoria e la praticasono condizioni necessarie al capire e il metodo di Ippocrate è il solo meto-do che abbia avuto successo ampio e generalizzato. Il primo elemento diquel metodo è il lavoro duro, continuo, intelligente, responsabile nella stan-za del malato e non nella biblioteca: il completo adattamento del medico alsuo compito, un adattamento che è ben lungi dall’essere puramente intel-lettuale. Il secondo elemento di quel metodo si articola nell’accurata osser-

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vazione delle cose e degli eventi, nella selezione, guidata da un giudiziofondato sulla familiarità e sull’esperienza, dei fenomeni salienti e ricorrentie nella loro classificazione esaustiva e sistematica. Il terzo elemento di quelmetodo è l’attenta costruzione di una teoria: non una teoria filosofica, nonun grande sforzo dell’immaginazione, non un dogma quasi religioso, mauno strumento modesto, prosaico […] un utile bastone che sia d’aiuto percamminare […] Tutto ciò si può riassumere così: il medico deve avere in pri-mo luogo un’intima, quotidiana, intuitiva familiarità con le cose; in secondoluogo una sistematica conoscenza delle cose; in terzo luogo un efficacemodo di pensare intorno alle cose.”10

Adottando questo punto di vista ci è sembrato del tutto natura-le che il fragile fiore della teoria sia nato dal solido terreno del-l’esperienza. Un ribaltamento di quest’ordine naturale ci sarebbesembrato sbagliato. Per questo motivo presenteremo in questovolume un gruppo di formulazioni teoriche che hanno una cer-ta unità e che danno luogo a fruttuose analisi sul cambiamentoterapeutico nonché ad una concettualizzazione della personalitàindividuale, basata anch’essa sull’osservazione del cambiamentodella personalità. Ma non sarà mai sottolineato abbastanza che leteorie sono mutevoli e fluide. Sono invece i fenomeni che essecercano di spiegare che restano ostinatamente reali. Forse doma-ni o l’anno prossimo individueremo una formulazione teoricamolto più esauriente che possa valere per una più vasta gammadi questi fenomeni basilari. In tal caso, la nuova teoria forniràaltre e migliori ipotesi da controllare e altri stimoli alla ricercadella verità.

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Questo capitolo introduttivo ha tentato di dare un qua-dro dei fattori che hanno influenzato lo sviluppo della teoria del-la terapia centrata sul cliente durante gli ultimi otto o dieci anni.Ma a quali conclusioni sono arrivati i terapeuti? Come hannomodificato il loro approccio o come hanno trattato i casi piùdiversi e più gravi? Che cosa ritengono più importante fare peressere d’aiuto alle persone con problemi? Che cosa hanno capitodel processo della terapia ascoltando, da soli o in gruppo, le regi-strazioni dei colloqui più significativi? Come spiegano i loroerrori e quali cambiamenti si sono prodotti nel loro pensieroquando hanno tentato di ridurre le probabilità dell’errore? Qua-

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li conferme e quali delusioni durante la laboriosa analisi di que-sta miniera di materiale registrato? Quali teorie sono arrivati aformulare questi terapeuti e perché le ritengono ragionevoli? Lepagine che seguono rappresentano l’interpretazione personaledelle risposte attuali a queste domande che viene data da unasingola persona; e sono risposte che almeno in parte sarannosuperate al momento in cui queste pagine saranno pubblicate.

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Note

1 Che termine si deve usare per indicare la persona con la quale il terapeuta è in relazione?“Paziente”, “soggetto”, “analizzando” sono i termini che sono stati usati. Noi abbiamo impiega-to sempre di più il termine cliente e siamo arrivati al punto di includerlo nell’etichetta “terapiacentrata sul cliente”. Abbiamo scelto questo termine perché sembra descrivere nel modo piùpreciso la rappresentazione di questa persona, così come noi la percepiamo. Il cliente, secon-do il significato che il termine ha acquistato, è una persona che viene attivamente e volontaria-mente a chiedere aiuto per risolvere un problema, ma senza alcuna intenzione di rinunciare aessere personalmente responsabile della situazione. Abbiamo scelto questo termine perchéevita la connotazione che la persona sia malata o oggetto di un esperimento e così via. La paro-la cliente può avere delle connotazioni legali inopportune e se se ne troverà una migliore, sare-mo lieti di usarla. Al momento, tuttavia, questo sembra il termine che rende nel modo più appro-priato il nostro concetto di persona che viene a chiedere aiuto. 2 In un saggio intitolato Nuovi concetti di psicoterapia, inviato alla sezione di Psicologia Clini-ca del Minnesota nel dicembre del 1940. In forma leggermente modificata quest’articolo èdiventato il II capitolo del libro Counseling and Psychoterapy pubblicato nel 1942.3 Rogers, 1942a.4 Roethlisberger, Dickson, 1939.5 Rank, 1945.6 Axline, 1947b.7 Snyder, 1947.8 Programma di formazione in psicologia clinica. Rapporto della commissione sulla formazio-ne in psicologia clinica dell’American Psychological Association, “Americ. Psychologist”, 1947.9 Mayo, 1945.10 Ivi, pp. 17-18.

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“Butterei volentieri via tutte le parole di questo manoscritto se potessi in qualche modoindicare efficacemente l’esperienza vissuta di cui è fatta la terapia. È un processo, unacosa in sé, un’esperienza, una relazione, una realtà dinamica.”

Carl Rogers

“Questo libro tratta della sofferenza e della speranza, dell’angoscia e della soddisfazionedi cui è pieno lo studio di ogni terapeuta. Tratta dell’unicità della relazione che ognisingolo terapeuta allaccia con ogni singolo cliente e nello stesso tempo degli elementicomuni che si scoprono in tutte queste relazioni. Parla del cliente che siede nel miostudio lottando per essere se stesso ed è nello stesso tempo mortalmente spaventato diessere se stesso, del cliente che tenta di vedere la sua esperienza così com’è, desidera diessere quell’esperienza ed è terrorizzato nello stesso tempo da tale prospettiva. Questolibro parla di me mentre sto con questo singolo cliente, confrontandomi con lui,partecipando a quella sua lotta nel modo più profondo di cui io sia capace. Parla deimiei tentativi di percepire la sua esperienza vissuta e del significato e dell’aroma chequesta esperienza ha per lui. Parla del mio rammarico per l’umanissima fallibilità dellacomprensione di quel cliente e per tutte le volte in cui non ce la faccio a vedere la suavita come lui stesso la vede. Parla del compiacimento per il mio privilegio di agire comelevatrice di una nuova personalità, del mio timore reverenziale di fronte all’emergeredi un sé, di una persona, del mio assistere a una nascita, in cui ho avuto ruolo importantedi facilitazione. Tratta del cliente e di me mentre osserviamo con ammirazione le forzepotenti e ordinate che trapelano in tutta questa esperienza, forze che sembranoprofondamente radicate nell’intero universo. Credo di poter dire che questo libro trattadella vita così come si manifesta nel processo terapeutico, con il suo cieco potere e conla sua tremenda capacità di distruzione, ma anche con la sua travolgente spinta versola crescita non appena si presentino le condizioni favorevoli.”

Dalla Prefazione di Carl Rogers

Carl R. Rogers, uno dei fondatori del movimento di psicologia umanistica, è tra glipsicologi più influenti del ventesimo secolo. Il suo impatto sull’insegnamento, sulcounseling, sulla psicoterapia, sulla risoluzione dei conflitti e sulla pace è senzaparagoni. Carl Rogers ha determinato una trasformazione basilare e profonda nelcampo della psicologia e delle relazioni umane. La sua intensa convinzione che ognipersona avesse valore, dignità e la capacità di autodeterminarsi, era contraria alpensiero diffuso ai suoi tempi.Di Carl R. Rogers la meridiana ha pubblicato: Carl Rogers: un rivoluzionario silenzioso(2006).

TERAPIA CENTRATASUL CLIENTE

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Editor dell’edizione italiana Gianni Sulprizio

edizioni la meridiana

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Euro 30,00 (I.i.)

ISBN 978-88-6153-036-2