Gian lorenzo bernini
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Gian Lorenzo Bernini
Gian Lorenzo Bernini(1598-1680)
Bernini vive orgogliosamente il suo tempo ricevendone fama,onori e ricchezza. Figlio di un modesto scultore di
origine toscana, Gian Lorenzo nasce a Napoli nel 1598 ma la sua formazione avviene principalmente a Roma dove si
trasferisce con la famiglia nel 1605 e dove svolgerà la sua brillante attività artistica sino alla morte, sopraggiunta nel
1680. Bernini non è solo scultore ma anche architetto, pittore scenografo, commediografo e disegnatore. La sua carriera si svolge principalmente all’interno della corte papale , della quale diventa il principale rappresentante artistico e il portavoce ideologico. L’adesione dell’arte
berniniana alle teorie controriformiste della Chiesa di Roma è così totale da formare con esse un tutt’uno.
Bernini porta alla massima fioritura il linguaggio barocco dando concreta attuazione ai grandi piani urbanistici con i
quali i pontefici romani avevano intenzione di sottolineare la grandiosità e la potenza della Chiesa.
Il Linguaggio Barocco
L’artista non concepisce più le tre arti in modo separato come avveniva nel Rinascimento, ma le
immagina come un’unica forma espressiva integrata.
L’architettura delle facciate è influenzata dalla scultura, sostituendo le linee morbide e sinuose tipiche di una statua a quelle rette e squadrate
degli elementi architettonici.La scultura si appropria dei giochi di luce e di
ombra propri della pittura che arriva a dei risultati illusori talmente realistici da rendere difficile
percepire dove finisce lo spazio reale e dove inizia quello dipinto. Questo interagire delle arti poi si
inserisce scenograficamente nel contesto più vasto della città, di modo che ogni piazza e ogni via appaiono come fantasiosi elementi teatrali.
L’arte barocca risente prepotentemente di questo gusto teatrale.
Le Sue Opere Più Famose:
Apollo E Dafne; L’Estasi Di Santa Teresa; Baldacchino Di San Pietro; Il Colonnato Di Piazza San Pietro; Il Ratto Di Proserpina; La Fontana Dei Quattro Fiumi;
Apollo E Dafne
L’artista rappresenta il momento in cui Apollo, il dio greco della musica, sta per raggiungere la bellissima ninfa Dafne di cui si era
perdutamente innamorato a causa di una freccia scagliatagli da Eros.
La sventurata di Dafne, pur di sottrarsi all’amore non
corrisposto, chiede e ottiene di essere tramutata in una
pianta di alloro.
Bernini raggiunge un senso di
movimento prima di allora sconosciuto alla scultura. La gamba di Apollo , infatti , appare sollevata dal suolo
nell’atto della corsa. Il leggiadro corpo nudo di Dafne,invece, per sfuggire
all’indesiderato abbraccio, si inarca in avanti in un ultimo anelito
di libertà.
Il prevalere delle linee curve , la grazia dei panneggi, la levigatezza dei corpi sono espedienti grazie ai quali l’artista svincola il proprio linguaggio
da quelli specifici della scultura , cercando nuovi effetti di tipo pittorico.
La sfortunata ninfa urla disperata e, mentre
Apollo sta già cingendola con la mano sinistra , i
capelli e le mani iniziano a trasformarsi in rami di
alloro , mentre le dita dei piedi diventano
radici che bloccano la corsa .
L’Estasi di Santa TeresaNell’Estasi di Santa Teresa
nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria , l’artista esprime
la volontà di strabiliare il pubblico. La scena rappresenta Santa Teresa d’ Avila in estasi
mistica , nell’atto di essere sopraffatta dalla visione di
Dio.Il Bernini scolpisce la Santa
semisdraiata su delle nuvole mentre un angelo, simile a Cupido, sta per trafiggerle simbolicamente il cuore con
una freccia . Dietro al gruppo una cascata di raggi dorati illuminati da una finestra
nascosta allude alla presenza divina.
La collocazione e gli atteggiamenti dei
personaggi li rende simili ad attori su un
palcoscenico. Questo aspetto è sottolineato dalla
presenza ai due lati della cappella di due finti
balconcinidai quali, come da un
palco teatrale, le statue raffiguranti membri
della famiglia Cornaredo assistono all’estasi della
Santa . Il confine tra sogno a realtà si fa
sempre più incerto al fine di strabiliare
emotivamente gli spettatori
La composizione dinamica del gruppo è sottolineata dai
movimenti degli arti e delle teste, da quello dei capelli e del drappo
che scopre il corpo giovanile e sensuale della Ninfa sul cui volto rivolto all’indietro è visibile una
lacrima.Il corpo di Plutone è invece
possente e muscoloso e la sua virilità è accentuata dalla barba e
dai capelli.Bernini si compiace di offrire agli
spettatori brani di scultura virtuosistica e particolari che
rendono figure reali i personaggi mitici, mentre l’artificiosità della
scena è data dalla natura del movimento. L’atteggiamento dei
due è piuttosto improbabile, sembrano quasi danzare.
Ratto Di Proserpina
Proserpina lotta inutilmente per sottrarsi alla stretta, spingendo la sua mano sul
volto di Plutone, il quale affonda letteralmente le mani sulla coscia e sul
fianco della donna con un effetto eccezionale: il marmo dà la sensazione
della morbidezza della carne.L’opera ha un punto di vista privilegiato, quello frontale, che rende riconoscibili i
personaggi e comprensibile la scena, ma è anche perfettamente rifinita in tutte le sue
parti, piena di particolari anche minimi, che invitano l’osservatore ad un esame più
approfondito.
La fontana sorge al centro della piazza, nel punto in cui fino ad allora si trovava un
“beveratore”, una semplice vasca quadrata per l’abbeveraggio dei cavalli. Si compone di una base formata da una grande vasca
ellittica a livello della pavimentazione stradale, sormontata da un grande gruppo marmoreo, sulla cui sommità si eleva un
obelisco egizio, imitazione di epoca romana.
La Fontana Dei Quattro Fiumi
Le statue in marmo bianco che compongono la fontana hanno una
dimensione maggiore di quella reale. I nudi rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra,
uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, che nell'opera sono
rappresentati come dei giganti in marmo che siedono appoggiati sullo scoglio centrale: il Nilo , il Gange , il
Danubio e il Rio della Plata.
Il disegno dei quattro colossi nudi che fungono da allegorie dei fiumi si rifà
all’antichità. Sull'antico, però, prevale l'invenzione del capriccioso.
Il Baldacchino di San PietroCostruito per volere di papa Urbano
VIII il Baldacchino doveva avere proporzioni e caratteristiche tali da potersi inserire in maniera armonica
e proporzionata sopra l’altare.Su questi quattro giganteschi
basamenti rivestiti in marmi colorati si ergono altrettanti colonne tortili in bronzo dorato in ricordo dell’antica basilica costantiniana decorate con
viticci e api.Sui capitelli si impostano quattro
dadi che distanziano il capitello dalla trabeazione creando un effetto
ottico di slancio. Anche la trabeazione concava verso l’interno appare leggera e preziosa e imita i
pendoni di un baldacchino in tessuto.
Al posto di un tetto a quattro falde o di una cupola, vengono impiegate quattro enormi volute foggiate a
dorso di delfino.L’unicità è data dall’inserimento
nella cupola : le colonne tortili danno uno slancio verticale. Il colore scuro snellisce struttura , le trabeazioni concave danno l’impressione della
morbidezza della stoffa
Il colonnato di Piazza
San Pietro Commissionato nel 1657
da papa Alessandro VII,tale colonnato
consta di 284 colonne e di 88 pilastri disposti su
quattro file . A coronamento della
struttura sorretto da enormi capitelli di
ordine tuscanico , vi è uno spesso architrave
sormontato da una cornice marmorea. La
copertura è a capanna, ma in profondità della
gronda si erge una balaustra sulla quale
sono collocate simbolicamente verso la piazza 162 gigantesche
statue di santi.
Il colonnato si congiunge alla facciata della basilica grazie a due
ali laterali fra loro divergenti. Grazie alla disposizione Bernini
capovolge l’effetto prospettico e la percezione delle distanze si attenua
e la facciata sembra più vicina . I due rami curvi fanno pensare a un
grande abbraccio simbolico e al fedele che attraversa la piazza si
offrono visioni prospettiche sempre diverse.