GHIRLANDE - Digitami

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GHIRLANDE DI

EYA ~.&TTERMOLE

IN FIRENZE COT TTPI DI M. CELLINI E C.

alla Galileiana

1867

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ALL~ CAR~ MEMORI~

DI MIA MAD RE

Se or· dico a queste semplici l'ime _,

Che ingegno ed a?·te non hanno inver _,

« O voi che siete {acili e prime

Fedeli imagini del mio pensier _,

Ite pel mondo. Che dalla gente

Siate gradite sperar non sò ,

Che raro è quegli che pone mente

Al canto afff,itto che il cot· dettò •.

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.Von ;. lusinga di pla11so ince>"·lo,

Di dolce enconiio non è desi1· ;

Non bramo lode che non mi merto

ftfa un sacro voto voglio compfr.

17; 1ma ghirlanda di pochi fiori

Che sul tuo marmo vengo a posar ;

Liue han profumo, mesti colori,

E il pianto languidi li f e' sbocciai·.

Se chi gli guarda scherza , e a dispregio

Poscia li getta litnge da sè ,

Non pensi togliermi ambito fregio ....

Mad're, gli accofai solo JJer te !

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I.

A J\IIIO PADRE

l'RIDI PE!WSJERJ,

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Il, lHTRA1'TO DELLA "-\MMA

1; irnairin della mamma io r ho Yicina E la vaùo sovente a conwmplnr,

,\ llorquando mi sYeglio ogni matti11a

La mamma mia mi Yolgo a sn.lniar;

Mi volgo a salutar la vera amica,

E prego Iddio percM la hcncdicn !

L' imai;cin della mamma io r ho dappress1) .

E !'ll'mhrami d'avere un gran tcsor:

.\ qucll' imagin mi rivolgo spcs~o 1

Mentre l'adorno di gentili 11or; l'ria di dormire a lei mando o~ni ~era

Cn ~aiuto, un sorri~o . nnn. pre~hi1•ra.

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DORlll

l>ormi . dormi o bambinella

Che a te presso il buon Signor. Come il raggio d'una stelln

Mando l'angelo d'amor. f'no sguardo cd un sorriso

Innocente ti dono ,

Che trovare in Paradiso Sol fra gli angJli si può.

normi , dormi o mia fanciulla

Sovra te sereno ~ il ciel, :1folla piccola tua culla

~on temer cal<lo n~ gicl. llormi , dormi , bella e lieta

Non sarai mai più cos) ,

Nella culla tua segreta

Non prevedi i mesti dl. Per vegliarti, o bambinella,

\ te presso il buon Signor,

Come il rag~io d'una stella ,

'landO l'angelo d'amor.

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Il. UACIO

E la 11.ia mamma liii hucio m'ha donato, 1·n bacio santo di materno amore,

J,' ho raccolto nel core e lho sc.>1•bato

Come la brina in seno accoglie un llore.

Al tior la brina è balsamo del ciclo,

li bacio della mamma è il più che anelo.

li più che anelo è il bacio della mamnm ,

l'ho d'ogni ~acro affetto ha in sè la liamma.

senza il !mo bacio derelitta e muta

Ogni speranza mi saria caduta; '1' è risuonato qui nel mezzo al cori'

Come la voce dcl più casto amoi•c.

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G

liNA BAMBl~A A SUA llADIU~

(' lu: t'a1·an gli augcllini, o ma111ma nua .

or che lìocca la neve sul terreno t Ila questo luogo volc1·n11no via

\lontre calda io son c1ui sovra il tuo ~eno In terra lla mangiar non 1 roveranno :

o:· <limmi mamma mia, ~o~a fnranno 1

oh : non pen:sare cara all'augcllino,

Di che nutrirsi Iddio lha provrn<luto . ~la pensa invece al po\"el'o tapino

Che non ha chi gli volga un pio saluto ,

Ripensa invece al mi!;Ct'o suo stato,

E <'on lui parti il pan che Dio t ' ha dato.

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PER AVER PERDUTO UN CCORICINO DONATO~ll

DALLA M.t\DIA.

o giovinetta , dite, pcrchll mesta o~gi tanto vi state, oggi eh' è fl',.ta ~ Chinate il viso come amitto llore .

Sembrate tutta assorta in gran dolore ; ·\ vreste persa qualche cosa nniata. o giovinetta afflitta e sconsolata t

Ahimè ! perduto ho il coro della mamma. Ch'era vago, gentile e avca la tlamma. ~li rimane però quello ~uo n•ro , .\rdente d'un amor tanto sincPro; \rdcnte d'un amor cosl HC<'lll'O,

Che sempre durerà tanto eh' io 1luro ! ·

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N I N N A- N A N ~ A

Canto popolare.

Dormi , o fanciulla - pari ad un angiolo

A te vicina la madre sta , Presso alla culla - odi la flebile Voce che un canto sciogliendo va :

- Tu sei pura come il sole Tu sei bella come il cl\ •

T' addormentin le parole

Oi chi t'ama e ti nutr\ .

- \'o' implorare la 'h\donna

Che ti voglia benedii',

Col suo manto e la sua gonna

Che ti venga a ricoprir.

- Sei più bianca della 11evc Allorchè fiocca dal ciel ;

~rentre dormi lieve hcvc

Io coprir ti vo' d'uu vcl.

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- Quci;ti miei baci d'amore

:\on ti turbin nel dormir,

Della madre è fatto il coro Per amare e benedir -.

Mil'a, la ùonna - cantando assiùua

\'a la fanciulla cullando ancor, E la Madonna - pietosa e vigile Oona alla madre conforto e amor !

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I O

L' A.NGELO DELL' 1UIORt:

\11J!cl ù'amore che drit Paradiso

'li scendi a consolar col tuo :;ol'ri:;o . t~uando morrò, sovra. il sepolcro mio Deponi un fiore e vieni a (lirmì addio.

lvi aleggiando candida preghicl'a,

Angelo bello tu sciorrai In se1·a:

E mi dirai con amoroso grido :

Io non ti lascio ~ola. a Dio t'atlìdo.

Et! io risponderò : vieni anche il gio1·110

Ad aggirarti alla mia tomba intomo; \ icni ogni d\ per qui deporre un fiore

Che rlica: Fedeltà. Spn·an::a, 11more.

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I/ ,\ l\GELO ClSTODE

- L'angelo tuo custoùe b a te vicino Quando tu vai la sera a riposar.

Di lui pri,·o il tuo cor saria meschino

Il labbro tuo non potria più. pregar -.

Cosl la mamma mia sempre m'ha ùerto

Che presso a mc v' ~ un angcl benedetto.

- or ti protegge con quell'ali :::ante

E nel tuo ~onno a vigilar ti sta ,

'la germogliando in te malvage piante. tìJi occhi con l'ali suo si coprirà ;

E fa cosl - la mamma mia ro' ha ùetto - J,'angel clw manda Dio presso al tno lotto -.

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LA PAROLA D' l1N ANGELO

Era la notte e ranima pen-.:osa

\'agheggia>a le stelle e il vasto ciel • \.Olitla come un'appassita rosa

Sbocciata presso aù un romilo avei.

l•:ra l'ora gentil che mesta mesta Sorge la luna i monti a illuminar, E il solingo usignolo i campi desta

I·: vico col canto i boi:chi a rallegrar. o fo~~e il venticello della st•ra

Che tra l'orbe scherzasse in mezzo a· lior,

o un suono arcano di gentil preghiera,

O il sospiro d'un' anima che muor, Int<'nùere mi parve una parola

IJna parola che ridir non so,

Che tanto affetto racchiutlova sola

g che in eterno mai non Rcorderl> !

Quclhl voce soave io r ho co1•c:ita

~cl mormorlo dell'aura e dcl rusccl. E rodo ancora , ma non l'ho trovata

E potr1) ~olo ritrovarla in ciel !

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COS' ~ L' .\llORE ?

L'amore è un esta!li, un·armonia

Che do lcemcn te fa velia al cor ,

I~ un llor cho mo$trasi leggiadro pria

:'Ila poscia pallido si china e muor.

L'amore I' un alito che lcnomente

Com<' uno zc!llro s•mti !!pirar; :'Ila poi nel vorlice gclta repente

Fra l'ondc inslahili d'infido mar.

L'amore è flebile lcggiero suono È fra lo tenebre luce e ùesir, Dell'alma languida dolco abbandono

E della misl!ra 'ita sospir.

L'amore è un palpito , un roseo velo,

È una rugiada che avviva il cor,

Una purissima aura di cielo,

Dell'unh·er:;o gioia e dolor !

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I..' H R OR.\

lìli augolli allegri cantano Che l'alba è già spuntata, E clalforiente tremula Luce ne vien dorata.

l fiorellini sbocciano Del ruscelletto in rirn Come un'amica tenera r: onrla lo stel ravviva.

A nuova vita sorgono Tutto le cose belle , E unite un inno sciolgono Che va fino alle stelle;

Le giovinet~e accorrono Ne' campi a spigolare O accanto a verdi margini Le ro~c arl intrecciare.

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La 1111rnletta lihera

Vairando va pel cielo F ,;nllc ~tclle stendert•

Sembra leggero un velo

Al mio pensiero ;;iruile

1:augello spiega il volo

\llor che lascia celere I suoi diletti , e solo

\a . come a lui sorridere \ edesse la speranza

1'erena promettendogli

Bei giorni d'esultanza

Ma l'augelletto rapido

Ritorna al caro nido

Come il pensiero alrumilc

Santo materno lido :

Ed al Signore inalzasi

Quando ;;puntar ridente Scorge la luce pallida

\'aga, dorar l'oriente.

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lG

PR EGHIERA

A me concesso Ria ~el sacro tempio entrar; Signor, la voce mia Vi possa ancor pregar.

\"icino a me manilatc t;n angiolo immortal;

Signor, m'allontanate

Lo spirito dol mal.

r: aucclla che Ri prostra In Voi non ~pori invan, stendete a lei la vostra Provvida o santa man.

Fate che a Yoi rivoli Tol ta al torrcRtre vel. Santi pensieri soli \li scendano dal ciel !

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PREGllERESTJ PER ME ?

O fanciulletta, se a miei lungb1 atTann1 Desse la pace clesiata il ciel

Se il mio frale celasse al fior dogli anni

Tina croce pietosa ed un avei ,

Quando lenta la squilla della fiera

Alla chiesa invitasse il pio fede! ,

Di' mi diresti una gentil preghiera

Come 11 mormore Yago d'un ru~el !

E pregheresti pace all'alma mia Dispogliata dal suo terrestre voi f

Pregheresti per me fanciulla pia J>orchb godessi eternamente in ciel ?

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L' AVlENIRE COLOR DI ROSA

Io veggo l'avvenir tinto di rosa , Di bianco , verde e d'ogni bel color , Avventurata sembrami ogni cosa Dalla fede sorrisa o dall'amor.

Ma se una lio\e nube qualche volt.a Adombra il cielo de'miei lieti dl , Dal bacio della mamma essa m· è tolta E dileguar la veggo ognor cosl.

Yo1 che potete o figli avventurati Ooi genitori il capo benedir,

i\1' intenderete, ed anche a \Oi beati Gl' istanti fuggiran como un sospir.

Anche a voi l'avvenir sempre di rosa Tinto si mostrerà d'un bel color, Anche a voi non sarà la fntico~a Yita che un sogno di dolcezza e amor.

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LE PRIME ~I EllORIE

Oh 1 dove andaro i miei sogni ridenti Che faccan lieto il giovinetto core , Dove quei giorni e dove quei momenti

Senza mestizia e senza mai dolore 1

Pcrchè fuggiron l'oro ad una ad una <'omo il baglior d'un lampo a notte bruna 1

lo dl•lr infanzia ne' passati istanti A vcvu in chiesa una vision sublime , E del cielo vedea gli angeli santi Coll'ali bianche e le dorate cime , E della luce che all'altar splcndca Tutto stellato il tempio mi parca.

Coll'augoUino d'un allegro canto :..rera gradito cmpir l'al'ia serena, E dcl suo nido affettuoso accanto Mirar la selva di tioret.ti piena ,

Che quai gemme preziose in sul ~cntiero :'llostran vaghi colori al pa~~cggicro !

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,\ ,·venturati d' innocenza gli anni ! ~fcntre la speme al nostro cor l'isponde, I<: l'anima cbe ignora i disinganni S'apre alle caste gioie vereconde E l'occhio a cui del pianto ignoto ò il velo Si volge lieto ov' è più azzurro il cielo.

Ma passa quell'età come il ruscello • Che scorre in mezzo ai fiorellini e all'erba,

E il pensier vago di quel tempo bello La ricordanza solamente serba ; Ma piange dopo mestamente Il core• Quei dl vissuti di speranza o amore.

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NON TI SCORDAR DI ME

Gentil che te ne vai , Quando ritornerai?

nove rivolgi il piè 1

Non ti scorda1· di mr •

A Oio la mia. preghiera

Quando verrà la ~era

Io scioglierò per te ;

·:-.to1i ti sconlar di mr !

\errò da. te gentile

Col venticcl d'Aprile, Sull'ali delJa fò;

Non ti scordar rli me·.'

Oontil che te ne vai

Quando ritornerai?

Dove rivolgi il piè 1

\on ti scordar di me!

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UNA RO SA

Accanto a quella croce che pietosii Bianca s' inalza sovra il muto avei, Vaga in ogni stagion cresce una rosa Compagna inseparabile o fede!.

Povero flore ! tu non sei negletto , :iè mai la pianta tua s' inaridl ,

Da che, mesto nascesti, o benedetto, La sorgente del pianto ti nutrL

Al viator che passa nel momento Che d'Aprile sospira il venticel , Dir sembra in malinconico lamento li nome di chi giace nell'avei.

.\ccanto a quella croce che pietosa Bianca s' inalza sovra chi morl Vaga in ogni stagion cresce una rosa 'iè mai la pianta sua s· inaridl.

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SE AVE SI L'ALI '.

Se l'ali avessi per poter volare Di qui lontana andarmene vorrei , Bramerei tutto il mondo visitare E tante cose poi rar.conterei , Racconterei fra ral tre cose belle Quanti fiori ho ve<luto e quante slollc.

~elle vallate, e sui monti scoscesi I più lontani , andarmene vorrei , Mi crederiano un angel nei paesi Sovra i quali volando io passe1'ei ; Ma un angelo non son , nli so volare , Quel nome in tet'l'a non mi si pu() dare.

Forse un angel sarò quando disciolta Fia l'alma mia da questo vel ter1•cno Forse allora potrò nell'ali avvolta Levarmi a contemplar il ciel sereno : ::\1a in terra allora non potrò tornart• Tut.to quel che ho veduto a raccontare.

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L.\ FARFALL·\ \'ENE7.l.\NA

!lrlla farfalla che su tutti i tiori \'oli , aspirando mille grati odori , Tu sei la Veneziana farfalletta Che lungi emigri dalla terra olotta, Emigri lungi dalla terra amata Che Dio sembra d'aver dimenticata.

Tutta di bianco e nero sei vestita E per Yenezia par tu chiegga aita. Tutta ti sei vestita in bianco e nero Per dirci che a Venezia è lo straniero • Lo straniero che tien la terra eletta

Dalla quale tu emigri o farfalletta.

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BELL' At:GELLETTO !

Hcll'augellc l.to ti· colp1 la morte

Quando rla un ramoscol spiegavi l'ali

E credi , è da invidiarsi la tua sorte

Tu fugp;b:;ti la terra cd i suoi mali !

lo ti contemplo. ed una voce in co1·e

:\lì dici che tu fosti avventurato.

Hell'augellotto , che senza dolore LasciaRli queRt.o mondo dcRolato !

Quella b1·cyc ~cintilla della vita

Per sempre è spenta noi tuo picciol petto.

Felice fo~ti nell'età fuggita r)r pii) felice sei boli 'aup;elletto !

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AD UNA RONDl~E

Rondinella messagger:l

Dcl bel soffio dell'Aprii Voglio farti una preghi or t Rondinella mia gentil.

Tu che vai di qui raminga

Visitando o terre o mar.

T'allontana e va' soling<\

Dolce terra a ricercar.

Rondinella, sulla "e1·a O'un sorriso , un bacio , un lior

Vanne, oh vanno messaggera

A chi amai d'immenso amor.

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o-_,

AD UN AUGELLINO

'fascesti per soffrir , \ugelletto gentile,

Soffristi per morir

Pria dell'Aprile>.

Io t'assomiglio al fio1·

Che vago è la mattina., Poi quando il giorno muor

Langue e ~i china.

~la lasci nel morir,

O vezzoso augellctto , Un mesto sovvenir

Di dolce alTetto.

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IL IUPOSO DELL' OPER\10

fìià langue il giorno; l'ultimo

Raggio del sole estinto Su!L'onde che s' incalzano Manda il {uo pio fulgor . l~d io dal sonno vinto

Mi volgo al mio Signor .

.'la pria co' figli il premio

Parto di mia fatica E nell'albergo rustico

no loro un po' di pan; Per lor la mano amica

Lavorerà diman.

Ed al mattin sollecito Vedrò la prima stella Spuntar ridente o splendida

Sull'alto campani!

Che l'umil gente appella

Entro il de"oto a~il .

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zg

Anch'io sincera ed umile

Alzo una prece a Dio ,

Grato siccome l'esule Che torna a riveder

Il caro suol natio

Il cognito sentier

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A MADDALENA COPPI

Tu lasci la tua casa ove ramore

Sempre t'arrise all'anima gentil , Un contento hai nel cor misto a dolore Simile a nube sovra un sol d'Aprii.

E nel lasciare la magion diletta I tuoi cari ti volgi a salutar , t:o'ai come il pellegrin cbe sulla 'etta Soc;ta dei monti che gli duol varcar.

E l'adorata madre tua che mesta, Addio ti dice e poi ti stringe al coi· ,

Lacrime versa in mezzo alla tua festa Como lieve rugiada io seno a un fior.

A fauste nozze ora ti chiama ldùìo g nel suo tempio le benedirà ,

\ te tla grato il ,·oto del cor mio Pclire il nodo sia che ( 11 tlirà

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:n

I..' ~DDlll DEL. SOLDATO lTALIAMl.

Canto pol'Olare.

Parto diletta - ti dico addio li non combattere - è una viltA

\ oce ùi popolo - grida cho Iddio

Ifa benoùòtta - la libertà.

Forto ed intrepiùo - è I' Italiano

Che d'essor liboro - prova il desir, Saldo egli è sempre - di cuore e ffi<lllO

Hiura ùi vincero - o di morir ! -

Quando rispll!ndere - vedi un cimiero

Vien con la mento - gontilo a mc Abbi un sospiro - pcl tuo guerriCl'O Ghe p~r lItalia - pugna col Re!

~e mc rerito - volct<:>C Iddio

Se me <lovcsse - morte colpir,

Ricorda l'ora - di questo addio

\bbi una lacrima - pcl mio mo1•ir.

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LA FIGLIA DEL REOOJMENTO.

Canto JIOpolarc.

Quando risuona - lItala terra

Del sacrosanto - grido di guerra,

Lo schioppo im,braccio - con ardimento Volo all'assalto - col reggimento.

J<'ra mille colpi - non ho paura

Corro sul monte - nella pianura.

So ben che vince - anehe so cade

Quei che difende - la libertade.

Qoando il soldato - per la mitraglia

\'eggo morente - nella battaglia.

lo gli · sussurro - dolente - addio

~tartire santo - del suol natio ;

Sta benedetta - la tua memoria

g sulle pagine - dì patria storia

Lieta il tuo nome - 1' Italia scriva

Or che la spenta - speme s'avviva.

La tricolore - bandiera inùoma

\'o' sulle mura - piantnr dì Roma. Ji ._ che snl Yeneto - mare, una !'ltella

Veggo risplendere - fulgida e h<>lla !

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lu\ ~IBNDICAXTE.

Blessed are tbc :Mcrclful for ~ ,,/t-LU/ sha.11 oltalo ~r;f~ , . J

(Vangtlo di S. llfattco)

'ono >cdova , mesta e poverella ;

La carilade o miei signori imploro,

Oio net mondo mi fe' vostra sorella

Ma al par di voi non ho castelli cd oro:

Stendo la man con un sospir segreto

\ quei che passa indifferente o lio1o.

Deserta son rimasta in sulla torr.t

Senza nessuno che mi porga aita ,

Col rio destino sosterrò la guorra ~ino alla fino di mia trista vita, Signori miei , la carità mi fate

E felici il cammin poi seguitato.

,\hi ! C'ltc "~uarda l'afflitta tapina

Ed 01t1·e muovo rati.o il passeggero,

.\hi ! elle niuno v~r mo l'orecchio inchina

E nJppur mi rh·oJge un sol pensiero :

Buoni signori , Iddio n tcn~a sani . Tcn:.ra mi..;eria e duo! da voi lontani

a

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Ma se commosso alcun poi m1 facesse La carità. sovra il mio volto il riso Ritornerebbe , e le parolo istesse Vi direi del Signor del Paradiso: Benedetti i pietosi ognor saranno E pietade da me sempre ottorranno.

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L' ORFANA VENEZIAN.\

lo son povera tlgliuola, Ho perduto i genitor, Son rimasta sola sola Senza baci e senza amor.

Fui felice nei prim' anni, J\fa provai poscia il dolor. \'ivo mesta fra gli affanni E per me non spunta un fior.

La mia patria sconsolata Ho scolpita in mezzo al cor .... Ma di me pill fortunata, Le riman la speme ancor !

Io son povera figliuola, Ho perduto i genitor , Son rimasta sola sola

Senza baci e senza amor !

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TRISTEZZA E PIANTO ?

Tristezza e pianto , come ptt<) troYare ~ ....

Chi <lella ~ ha la dolcezza in cor ?

Quando i fiori, le stelle , il ciclo e il mare

llanno un linguaggio che parla d'amor?

No, lieta l'alma quanrlo splende il sole

Prova una gioia rhe mortai non ~ ,

E a Dio si volge con sante parole ,

Coli' inno puro che in~egna la fè .

Trovare non potrà tristezza e pianto

Quei che si posa sul materno cor ,

Allorchè soavemente un bacio santo

Bnpisre l'alma di gaudio o d'amor

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DOLORE E CONFORTO

Tutt'avvolta in >elo nero Una donna se ne va , Quasi imagin del pensiero Che dolente in cor le st~\.

Quell'afllitta al Camposanto Sola sola volge il piè , Genufles~a a un'urna accanto Chiama inYan eh.i pill non è.

~org1 • o madre sconsolata Cho tuo figlio è andato in ciel L'alma sua se n'è volata , Non è dentro al freddo a.voi.

È volata in Paradiso

Fra la gioja e lo splondor. Ed or 'ive nel sorriso Della fede e dell'amor.

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NON PIANGER PIÙ !

A loie \'annelli.

O madre sconsolata allor che a sera Di tua figlia ti prostri sull'avei , Non odi il mormorio d'una pregluera Siccome un'aura che ti vien dal ciel? È la sua voce che ti parla al core Come un angel di Dio consolatore

Ti dice: « In terra sei rimasta sola Povera madre , ma non pianger più ,

t:n dl verrà che della tua figliuola Fra l'ali accolta giungerai quassi). o madre mia, non piangere chi è morto E trovato ha nel cielo il suo conforto !

L'angelo mio custode m'ha chiamata Che presso a Lui n'andassi ad abitar, E dietro alla sua voce io son volata Dove per te non cesso di pregar; Dovo alfine i:;ul tuo materno viso Il bacio mio riporterà il sorriso ! »

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BEATO cm MUORE NEL SIGNORE

o fanciulla non piangere chi muore Chi) ratto il giusto se ne vola al ciel ; Però piangi colui che nel dolore

Lo depose pietoso entro l'avei.

Ei vorrebbe seguirlo , e andare insieme

A goder de' beati il dolce riso Ove maggiore il premio è della speme

Pe1• colui che ha mertato il Paradiso.

O fanciulla. non piangere chi è morto , Chè Yive in quel soggiorno ùesiato !

" Egli trovò nel cielo ogni conforto , E ùella terra s'è dimenticato !

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L.\ MOR T E

v· è una pietosa vergine ,·cstita

D'un vago argenteo voi tutto stellato ,

E colla bianca mano ella ci addita Il sereno dol cielo immacolato, Mentre ogni giorno sulla terra coglie> ena ghirlanda di fiori e di foglie.

Poi spiega l'ale verso lo splendore

Delle dorate porte, o in Paradiso t

Giunta , depone a' piedi del Signore Il suo serto gentil , con un ~orri<10 .

E sugli omeri candidi , la bolla

Treccia bruna discioglie in vaghe anella !

Oh morto , morte tu la sola amica

!Ji migliore speranza animatrice ~ci, mentre il volgo ti chiama nemica

E nel codardo cor ti maledice; Pcrcbè gli appari ingiusta ci si <1paura

t:n fulmine ti crede, una 8Ciagura 1

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Altra pero ne' sogni miei ti ,·edo Vergine bella, e una mesta preghi<>1·a Dolcemente ti volgo, e ti richiedo ni venir teco nella santa sfora. Ovo prima fra gli angoli no stai Incoronata di lucenti rai.

Allorquando col tuo soffio al mortale Hai spenta la scintilla della vita. La i.;ua bellezza mandi all'ideale, La sua virtude alla gloria inlìnita: E coll'amplesso d'un' amica cara, La lacrima d'addio gli torgi amara!

Cangi la speme sua nella ccl·tczza, Tutti gli affetti in un di\ ino amOl't'.

In vita eterna la sua giovinezza i'\ ella gioia del cielo il suo clolor(' . E nella forma di vago narci~o , li ~uo ~pirito porti in Paradi~o :

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E MORTA

È morta e dalla terra dolorosa L'anima pura già se n'è partita, Sovra un letto di fiori ella riposa , Non la destate - quella sua romita Fossa ove sboccian pallide viole Mesto saluta ogni mattina il solo.

t:n dl al sorriso schiuse il labbro anch'ella, Ma pianse stanca poi dell'esistenza , E vide che la cuna ognor piìl bella È il sepolcro gentil dell'innocenza: \"i dorme quieta, e sul leggiadro "Volto Ha lo splendor del Paradiso accolto.

O giovinetta , sulla terra morta Della speme cadea la tua ghirlanda,

E come foglia che il vento trasporta Erranto e sola per la vasta landa , Fuggl quella tua breve ora di vita !lresta rosa di maggio illanguidita !

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II.

A MIA SORELLA

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45

PHEGlllER.\ ALLA ~L\DON~ .\

.::-11 uH• <lolente manda un <lolcc ragi,:io

A illuminare il mio mortal viaggio ,

L'occhio materno sopra mo d.elinJt- /t1~~ Pietosamente , o Stella mattutina !

\ 01•gin d'amore stammi sempre accanfo

E proteggimi tu col sacro manto ,

J>rcnrli pietà di questa tua mcschi11a Chi• a te si prostra, o Stt'lla matt11ti11a '.

E fa' che !'Ciolta dalla ve>:t.c fralt•

CorrH· a farfalla a mc spuntino l'alt',

I~ In spoglia mortai fatta divina

A. t<' ritorni , o Stella mattutina!

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46

UN PEl\SIERO A MIA MADRE

Allor che mesta l'anima mia Torna al trascorso tempo primier,

Giorni felici che non obblia Sempre rintraccia co' Ruoi pensier.

E la materna stanza rivedo, Ove bambina trascorsi i d\

E all'augellino che vola chiedo, Percbè fuggiron ratti cosl 1

Perchè fuggiron !'ore sl liete Della mia vita come un respir ?

Pur della madre mia le segrete Oolci parole mi sembra udir,

Sin nella nota dell'usignolo Che a notte bruna, in soo tenor,

fra frasche occulte sembra che solo )festo saluti l'astro d'amor.

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47

Siccome l'umile canto d' affetto Alla mia mamma sciolsi primier ,

Ho fatto giuro che benedetto Essa avr~ l'ultimo de'mici pensier.

E quando venga quel dl fatale, Che la mia mente bello creo ,

A lei pensando nell'immortale Placido sonno m' addormirO !

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• J~

\ m.\ )I \llHE.

1; .\n:riolo 1MI' Armonia.

,\'ngiolo santo del I' armoma

Quando pietoso ti volgi a rrw ,

LÌ<'ta i;' inalza r anima mia

Soavemente rapita in te.

Dalle tue flebili note un' m·canu

\'oce d' affetto parla al pensicr .

Che vola libero da sovrumana

Possa, sospinto nel i<uo scntier

l'er rue la vita mesta i<ar1a

Come una rosa che sboccia e muor .

\ngelo santo dell'armonia

Senza il tuo dolce canto 1l' amor~

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19

CHE ~LU FAR(l SENZA DI TE ?

Romania.

Che mai farò senza di te? la vita Senza di to non puo donarmi un !lor , E solo in meste fantasie rapita

La Hne invocherò d'ogni dolor.

Che mai farò 1 se l'empio fato mio

Mi vuol divisa per scmpro ùn te ,

\ivrò deserta in sconsolato oblio

li tuo ricordo portando con mc.

Senza di to sarò come l'augello Cui tolto il nido sospirato fa,

Sonza di te sarò qual venticello Che torna al fiore o non lo trova pi1).

Che mai faro senza di te che mota

Cnica fosti a' miei dolenti dl?

1,a morfo invocbero cbo sempre allieta

Chi sulla terra nel dolor langul !

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l~ VOTO A MIA ~IADRE

Un voto feci il dl che ti perdei.

Un volo di dolor,

E ti promisi tutti i pcn«ier miei

Ili confidarti ognor.

Come floleva pria sona il tuo petto

La testa ripo~ar,

E consolata dal tuo dolce affetto

Paelarti e lacrimar,

Oggi puro verrò - cM ~tanca "ono

negli aspri miei martir

E a te li narrerò coli' abbandono

Di chi vuol tutto dir. -

Verrò - verrò. - ~fa oh ! Dio! sotto il terrei.o

O ~Ja<lr.? mia sci tu,

Còpi\J la polve il tuo dilotto seno ~<' mi rispondi più !

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51

,\ vvcnturate o giovinette voi

A cui rimane ancor

La cara madre, cbe co' <letti suoi Vi riconforta ognor !

Lieto prome~se se vi fa la gente Con ri<:o lusingbier ,

Quando il metro d'amor po~cia ropenfe Cangia co' suoi pensicr,

l>i giu<:to <:degno se il ros11or pudico

Imporporar vi fa ,

Celate il volto sovra il seno amico

Che mai si cangierè\.

lo, mesta figlia! della madre amata Che un dl volava in ciel .

Allorchè piango .... cerco i;consolata

Il suo romito avei !

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5:2

AD UN PJANO-FOl\1'E

~ul quale a'e'a suonato mia madre.

Addio povero Cembalo!

Dal mio deserto tetto

Lo >edi , ti trasportano Sotto straniero oste!.

lo non udrò più il magico

Tuo dolce suon diletto ,

Qual voce d'uno i;pirito

Cbe alberga il terzo ciel •

lo non vedrò più l'agile

Bianca e leggiadra mano ,

Che quasi lieve zeffiro

Scorrer i.::olca su to.

Noi vedrò più - quell'Angiolo ...

Da noi volò lontano

Alla miglior sua patria Ritorno gil\ nt.: fè.

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Addio povero Cembalo ! Chi sa di te che tìa I

Dove anderai ? qual baPbaro Or ti profanel'à I

Forse una danza ce\erl' Sarà tua melodia ,

:\lentre il mio ciglio lacritne Per te veri:ar doni\ !

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LA PREGHIERA DI ~llA ~IADHK

E lfolla vita faticosa anch· io

Veggo spegnersi l"ultima speranza, Tal che d' ogni più tacito desio

Debbo solo invocar la 1·icordunza.

Chi pii.I conforterà la pelleg1·ina

Che solitaria e senza guida pa~sa? ~on ha fiori il dese1·to, e la meschina

La stanca testa .;;osp1ra1ulo abbassa.

)la v· () una voce che dt~ lungi viene

A vvfi trlce detraftlitto coro ;

Cho vale il duol, cho valgono lo p1•nc

Se le divide un angelo d'amore ~

1iu1•8ta voce soave l> dc' prim' anni

Come dell'eco llcbile armonia, La prece cli'() pei giorni degli affanni Che m'insegno la cura !'\ladre mia.

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--J,)

E1l in mctzo agli oltra,;gi, alla svù11111ra

Io la :;ciorrò come in quel t"lllJIO, il sai. Onde dai detti tuoi fatta pii) purn

Ritorni a te per non la~cial'f i mai.

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5G

~JESSAGGIO D'AMORE

Canzonetta.

I caldi miei sospiri

Recate o cari lior ,

Narrate i miei martiri A lei eh' è il mio tc8or.

Lo dite eh' è la stella Del mesto pellcgrin

Che di sua luce abbclla

L'incerto mio cammin.

Pregate che d'amore

Abbia un pcnsier per mc .... . o tlori dcl mio core ,

In voi soltanto ho lb'

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81 ED ITAZ IONE

Oh ! corno il tempo celere Fugge e non fa ritorno 1

Di quc~ti fiori semplici

Dci quali ora m\\clorno

Nò un'ombra nb un ve!ltigio

Fra pochi dl sarà.

Cosl tutte hanno termine

Le cose del creato e Per lo gran mar dell 'essere ,. Tutto si muove, e un fato

Potente , incomprensibile Ci 8pinge ognor cos\.

Sebben la. barca celere

Solchi r onda del duolo,

Perchè non possiam l'àncora

Per un istante solo

Gettar sul va--to oceano T>' una gradita età 1

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i>8

TUTO LOXTA~O

Quando contemplo - di notte bruna

Sorgere in cielo - pallida luna ,

Con voce flebile - ti çhiamo invano;

Perchò no andasti - tanto lontano 1

Allorchè zet'llro - placido e pio

Passa leggero - sul volto mio ,

Lo credo un bacio , - stendo la mano

Perchè no andasti tanto lontano 1

E se mi reca - candido fiore

Soavi aflluvi - di grato odore

Con voce flebile - ti chiamo invano

Perchè ne andasti - tanto lontano?

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H I TORNA.

Romanza.

Yeggo tornare il solo Ridente sul mattin •

Sbocciare in sull' ajuole

La rosa e il gelsomin ,

Ed alla siepe . al prato L' erbette e i vaghi tlor

Tornare , e de~iato L'aprile in mezzo a lor.

La rondine ritorna

Col garrulo suo stuol , La primavera adorna

~i margherite il suol ,

Tutto tornar ridente

\'eggo; e pensando a te, Ti chiamo dolcemente .....

)fa tu non torni a me~

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GO

\'IENI MECO.

A Fclitina Poidrbnrd.

Oh ! guarda il fratellino, o 1\famma mia Placidamente dormo nella cuna,

l'ero m· han eletto eh' è volato via Noi ciel sereno dovo sta la luna, E m' hanno detto che ha spuntate l' a.li Per fuggire la terra o tutti i mnli .

.\J' è par~o di veder quando sognava

\'cnir piano la morte a lui d'accanto ,

Ila detto al fratellino che l'amava,

Che n'andasse con lei .... ma senza pianto,

cm ha sussurrato poi : Ti rassicura

A un angioletto non fo mai paura.

« l<'anciullino ti .porto in Paradiso

Ove lieto vivrai col tuo Si~nore;

Là sul labbro di tutti è ~omprc il ri~o

E la !<peranza vive eterna in core;

lo pieto~a son teco, oh! vien t'affretta, Ti conduco alla pafria benedetta >.

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Ul

Ei con amore poi per man l' ha preim E nel più puro ciel sono fuggiti ; Gna nube celt•ste s'è distesa

Dove pas!:avan dolcemente uniti :

Ha ripetuto in lontananza l'eco , « ~landa un bacio alla :\Iamma e vieni meco » .

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TI OI ERÒ.

Romanza.

Ti fo promcs~a di \'Olcrti bene

Finchè la l'osa il ~uo profumo avrà,

Adorerò le tue <!olei catene

Fino a clic l'eco un suon ripeicr1\.

Fino a che lieta torncr~\ r aurora

E poi la Sl!ra nllorcbè muore il di. ~ino a che l'icdc incoronab Flnm

Ti prometto d' amarti ognor cosi.

lo t'amerò fintanto che al boschetto

Resti rugiada e zeffiro d'amor ,

T'amerò lino al d\ che l' augellotto

Abbia una. nota che risponda. al cor.

Ti fo promc~Ra di volerti bene

Fin chr la luna torna a illuminar,

~\1lorer,) le t uc rlolci catene

fino a r:hc l'onda ,i tra,·olgc in mar!

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ODE .\ ~EA ( Oa ~loore ).

Frammenlo.

Se l'onda io fo11si • e tu qncll' isoletta Che Yerdeggiante sorg~ in mezzo al mar , Alla tua terra cara o benedetta

Non lascerei nessun avvicinar.

s· io fossi la conchiglia. e tu lamata

Candida perla che nel scn le posa ,

Ad ogni sguardo ti terrei celata

Come divina e sacrosanta cosa.

S' io fossi qnell' arancio, e tu il suo fiore

Che si dischiude sul ramo gentil •

Io non conrederei i no grato odore Nemmeno al venticello doli' apt'il.

:\on far che il tuo so~pir l'onda rice\'a

Non ti chinar sull'acqua che zampi!la

Fa' che il nitido suo i;pocchio non )l('Ya

Il bel rill<'s~o della tna pupilla.

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()il

La rosea guancia e le lucenti chiome

Donano un raggio al fonte cristallin , Che la mia Nea potrei vedervi come

I>ipinta fosse da penne! divin.

:\1io talamo nuzial quel ruscollotto

E la mia tomba, oh! possa divenire, l\I' unirO a te nel flutto benedetto, Ali' ombra tua verro tmito a morire!

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SE31PRE ~!EST A

Spuntata appena la prima stella

Siccome vaga gemma d'amor ,

Mesta saluto l' alba novella

Che non m'infondo letizia in cor.

Della speranza fioco l' accento

Sulle mie labbra sembra morir, Siccome il murmure languido e lento

Di foglia mossa da un pio sospir.

Povera tiglio. che sempro plora

Come nugelletto cho si smarrl ,

ro guardo il suolo che non s'infiora Nè mai d' anemoni ti rivestl

~ol dolcemente l'alma ravviva

La tua memoria , diletta a me ,

.\ngiolo amato, eh' io ponsi o scriva

Innamorata mi volgo a te !

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GG

DOR)IIRO , DORMIRÒ

Dormirò , dormirò tranquillamente

Fra il profumo di rose e di viole , !::tanca d'ogni pensiero è ornai la mente

Tal che gustare il sno riposo vuole ; Dormirò, tlorroir() sotto la croce

Ove solo d' Iddio giunge la voce.

Allorchè Yeggo quando muore il giorno

Una bara passar h\ nella via,

Erl odo arcanamente a me d'intorno

~ommessa recitar I' .fre Maria

Dico pensanrlo all'esistenza amara

- Fosse per me la prece, e mia la bara! -

Se 1mlla coltre , quei che passa lieto

Yedesse posta una bianca ghirlanda,

For~e dirla con un sospir i;egreto:

« Perd1è fu tolta ali' aura amica e blanda Cotanto giovinotta, e della vita

In sull'au"ora, al mondo ahi fu rapita? »

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. .\fa il passeggiar non sa eh' io dalla gente Nulla di grato aspetto e nulla bramo, Solo vorrei dormir placidamente Con lei che piango e che amorosa chiamo Dormirò, dormirò non vo'compianto Ripo~armi desio, .... son stanca tanto !

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CONTEMPLANDO IL QUADl\O DI SANTA CECILIA

Ileb ! canta o pura vergine

Di fede un inno pio Della tua voce il sonito S'innalzi insino a Dio.

Un sovrumano spirito Veglia quest'arpa semprll E un'armonla sl flebile Non muta mai di tempre,

È la tua nota un balsamo , Divina melodia Che scender paro ali' anima Per tacita magia,

1'1ove la luce eterea Sul tuo celeste viso -Deh ! canta l'inno, o vergine, L'inno di Paradiso. ·

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Ed ah ! se unita al gemito

D'un'anima sincera

Giungesse a te quest'umile

Mestissima pregàiera;

Del canto tuo nell'estasi

Che gli angeli consola Della tua voce , o vergine ,

Dammi una nota sola J

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70

AllORE E LUCE

Addolorata no giorno

Senza conforto al coi-. Della speranza intorno

Invan cercava il fior.

n'uno splendor divino Lieto mirava il ciel ,

Ma ogni astro pereg1•ino ::\li nascondeva un vel.

E mesta nella vita

Pareami di languir, Siccome una romita

Che vive di dosir .

.Ma stanco alfine il core. Un angiolo invocò,

E l'angiol dell'amore Pietoso a me volò.

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A Dio quando mi sia

Concesso di volar , M'additerà la via

D' onde dovrò passar.

I~ col celeste duce

Giungendo al mio Signor /

Alla divina luce M'avrà guidata Amor !

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SERE NATA

È notte - in. ciekrulgono

Le stelle a cento a conto , Deh ! vieni, è tutto un'estasi La terra e il firmamento.

Deh ! vieni meco , inebriati D'arcana voluttà, Questo sospiro dicati Ciò che il labbro non sa.

F. notte - un lieve zeffiro Passa su tutti i fiori ,

Freme e ne bacia il calice Fra mille grati odori.

Oh ! possa questo gemito

Del mesto tuo fede! ,

Alle tue stanze giungere Col canto dell'auge!.

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Ma parmi, o fra la tenebra Di questa notte oscura Veggo leggiera muoversi Una gentil figura L ..

Oh ! sl , sei tu , sei l'angiolo Per cui palpita il cor , ....

Come t'adoro dicati La mia canzon d'Amor !

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IL RUSCELLO E LA VITA

Vago Ruscello , placido t'aggiri Di primavera tra l'erbetta e i fior, Simile al fanciullin senza sospiri Cho in terra trova sol carezze e amor.

Poi divenuto un rapido torrcnle Di rupe in rupe corri sempre più , Come piena di vita arditamente Va contro all'avvenir la gioventù

o ruscelletto stanco del cammino Di' perchè muto te ne vai cos1? Simile all'uom cho presso al suo declino

Col pensier torna a' suoi passati d\.

I! tuo corso nel mar senza confine Precipitando rapido sen va , Siccome l'uomo della vita al fine Cade nel seno dell'eternità !

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AD UNA FARFALLA

O farfalletta, sei L' imagin dell'amore, Che d'uno all'altro fiore

Vola sempre

Cangiando ognor di tempre. In un dorato incanto A te schindonsi accanto

I fior più belli;

Ma di piacer novelli Vaga, e di voluttade Non ti cale se cade

L'amaranto

Su cui posasti amante , Pria che la vergin rosa

T'invitasse amorosa Col profumo.

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Da quella pur qual fumo Dal vento trasportato Qual sogno innamorato

Sparirai.

E il dl che scuoterai La polvere dall'alo Alla sfera immortalo

Andrai le~gera !

Ahi ! triste cosa e vera • È come te l'amore ! E<l a qualunque fiore

S'avvicina.

Suole sera e mattina D'intorno trasvolare,

Poi vuole accarezzare E chiede affetto.

,\stuto e l.anguidetto

Del cor signore appena Lo punge, l'avvelena ....

E vola via!. ..

La sua dolce armonia Ha già cangiato metro, Schernisce, ride dietro /

E se ne vanta

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i7 S' inebria sempre e canta.

Dimentico e giocondo Sulla scena del mondo

Lieto vola ...

u fa1•falla trasvola ... : All'Amor ti assomiglio , Che par bianco e vermiglio

Ed è s\ nero!

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LA POETESS.\.

Frammento.

La Poetessa ! oh non sai nella sua vita

Quanto conforto e quanto amaro prova :

Da una celeste fantasia rapita L. oblio del malo ne' suoi sogni trova;

Yivo ba il ricordo dcll' et:\ fuggita , E desiderio e speme in quella nuova , Allorchò fanciulletta , Poesia

E Amor , le porgon fiori cd armonia.

Ed Ella canta allora il ciel sereno,

L' astro cl' argento che ridente brilla,

I baci avuti sul materno seno ,

Le rose bianche e la notturna ~quilla ,

Le rive, l'onda del bel mar Tirreno,

Delle muse il ~orriRo e la scintilla ;

Allor ricorda nel suo veri:;o quanto \" b sulla terra di piC1 casto e santo.

Poscia fra mille prediletti e cari

))omestici pen~ieri intuona i carmi ,

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Riverente contempla i patrii altari • Le tele preziosissime ed i marmi, Pensa alla sua cith\ che sempre pari Ebbe gloria ne'suoi grandi e nell'armi, I•: nell'ardor dell'estasi la speme flisposa ali' inno del valore insieme.

1\ta. perchè la fanciulla un giorno mesta Confida al suo liuto ogni pensiero? Sul petto china ornai la stanca testa E tutto intorno a lei sembra mistero; L'allegra nota ahimè pitì non le resta Cui risponder so leva il capincro ....

Ama, la giovinetta, e la parola Dell'intimo segreto b questa sola.

Pna. voce gentil l'è risuonata, ~iccome leco a cui risponde il core, Ecl a quel detto l'alma innamorata Dcl bello accoglie in sb nuovo splendore Dimentica la terra inebriata Sol noll'acceso immaginar d'amore Ahi! perdo la sua pace, e una ventura Chiama quel che a lei tla danno e sciagura !

iJuei cho I' lta cinta di catene stretto

L'ardente anima sua tutta le dona, La preme sovra il seno e le promette

Con quell'accento che più dolce suona

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80 Le cose al mondo più care e dilette , Del desiderio nel sentier la sprona Talchè vinta e nel gaudio omai rapita

Giura far sacra a lui tutta la vita ....

\'la porchè lievi sogni , ah perchè tanto Presto qual ombre tacite svanite? Perchè non resta più del vostro incanto Che la memoria e tutte vi partite 1

Come ricordo sol lasciate il pianto E ad allegrarci , no , più non venile !

La luce ahimè de'vostri divi rai Perchè s'invola e non ritorna mai 1

La fanciulla de'vaghi occhi ridenti e Più non vedrà il fulgore >. Una straniera Terra l'accoglie, e solo ai mesti accenti Risponde il venticello della sera. Oh beati quei giorni e quei momenti. Che rumil profferia prece sincera , Tutto il fato or le toglie, e sul suo viso Quasi cruda ironia resta il sorriso.

Chi a lei si volge ornai , chi più conforta

Quella romita d'amarezza piena 1 Chi le sarà. nel mondo amica scorta , Mentre cammina neH' incerta arena ? La dolce madre che l'amuva è morta Nè può ridirle la sua lunga pena,

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81

Trae l'esistenza derelitta e muta

na mille affetti sempre combattuta.

I n mistero di lacrime e d'alianni Sara. il viver ùi quella alma cortese

Ila consumato il fior de'suoi primi anni

Lungi dal patrio suo gentil paese .

\ temer nuovo duolo e nuO\ i in~anni L'angoscia che ha sofferto ahi ! già le app1·eo; t•

E sulla cetra dalle corde infrante Lieve non po~a più la man tremante.

oh verrà il dl che di sè stessa ignara

Senza amor t!a condotta a nuzial festa ;

E rassegnata, genuflessa an ·ara

sotto il suo velo piegherà la testa ,

~on la preghiera fervorosa e cara

s· innalzerà dal labbro della mesta;

,\ vrà di rose incoronato il crine :\fa avrà celate in mezzo al cor le spine.

E so ila che ritorni al suo costumo Oll pii) non canterà del ciel sereno ;

Non dolio stelle e della luna il lume Nù •lo! 801 che si cola al monte in seno;

J.,a nota non avrà poi' natio fiume

Per ronda azzurra del bel mar Tirreno:

'\/'.' per lo margherite che un mattino

lnl.èrrogate avea sul suo destino.

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)la ripresa quell'arpa, che dolente La donna nell'amor sempre abbandona, l>e' suoi figli alla culla rlolcemcnte, U'un'armonia divina oggi risuona.

Dimentica del mondo e della gente Più bramare non vuol gloria e corona, E nel materno amplesso sacrosanto l>i quell'afflitta è ornai lultimo canto.

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83

IL PASSERO SOLITARIO

o Solitario Passero Sull'alto campanil

Tutti i tuoi dl trascorrono

Romiti e senza aprii.

La tua canzono flebile Ha il suono del dolor ,

Quasi somiglia al gemito Di sconsolato cor.

Doh ! dimmi non allograti Questo luconto sol i

Porchò non spieghi libero L'invidiato vol 1

Deh ! guarda tutti gli alberi Come fioriti son;

Il viatoro arrestasi In un dolce abbandon.

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84

La farfalletta inebriasi Di luce e di splendor,

Posandosi sul calice Del semichiuso !lor.

Guarda l'allegra rondine Che scorre e terra o ciel ,

L'erba sul fresco margine

Del limpido rusco! ;

E fra 'l grano lo lucciole Che ognor danzando va.n ...

Ma per te mosto Passero Furon croati invan.

Oh ! quanto s'assomigliano li tuo col mio dostin ;

Per me divengon lacrime

Le stillo del mattin.

Per me risuona un gomito

La nota dell'amor , Perchè mi sembra it'ridore

Spietata al mio. dolor.

Alla tua vita è simile La mia, rornito augol;

Yivi di canto languido Al sollione e al gel

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85

'Ed io J>Osseggo un'umile

Arpa che in un sospìr

Ritrae le dolci imagini

Degli anni elle fugg11• .

E se ùal vento il sonito

Disperso va talor , Che me ne importa 1 ci dh~sipa

Le nubi dal mio cor.

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86

GRAZIELLA.

C<into popolare impro\\~to.

La casta luna risplende bella Incoronata d'un bianco ve! ,

\' ien nella barca, vien Grazi'olla Accompagnata dal tuo fede!.

Vieni - sull'onda di puro argento La navicella potrà vagar,

I~ del tuo canto puro l'accento Solo avrà l'eco del vasto mar

Vien Graziella con chi t'anela Cbe giunta è l'ora del mio partir ;

Tua bianca sciarpa ci da da vela Da lieve zeffiro il tuo sospir !

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87

LE ~llE CORDE

O cetra malinconica risuona Ma cangia il tuo tenor,

.\ te mai non risponde una persona. Perchll canti il dolor.

Se liete corde toccllerO, la gente A udirmi accorrerà,

Chè sol dove si vive allegramente Sempre scherzando và.

g se qualcuno sventurato al mondo Si pasce di sospir ,

<W resta solo nell'oblio profondo Il dolce sovvenir.

Ma una voce gentil sussurra - Spera -

Al mesto pellegrin,

- Non muore il sol quando tramonta a ~era :\la riede io sol mattin -

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~8

se riede il sole; o cetra mia risu,,na Ma cangia il tuo tenor ....

A te mal non risponde una per~ona Perchè canti il dolor.

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80

S U 1,1,' A L I T U E.

A un augellello.

Lunl(i come il pensiero andat' \'OJ'l'CÌ

sull'ali tue se potessi volare, Ma questo mondo no di visitan•

Non bramerei.

Che l'ehbon di gt'andezze egli ilia pieno

rn ogni loco alberga la sciagura ;

Andrei 1lunque volando alla ventura

Pel ciel sereno.

Soitpint.a dalla speµie e dal desio Nel lume e nell'azzurro inebrinf :t Vorrei spiegare l'ala innamoraf.11

lnsino a Dio.

E coli\ chiusa nel mio bianco velo ,

Due cose invocherei dal Paradiso,

Ili simpatia la lacrima , e il sorriso O'angiol di cielo !

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DO

POVERO FIORE !

Inaridito fiore

Che langui sullo stel Non mostri più splendore Siccome in mezzo al gel.

Ti guardo , ti sorrirlo

Ti volgo i miei sospir E a te dolente afllùo I mesti sovvenir.

8boceia>i in vetta a un monte

Con mille erbette al piè

Siccome gemma in fronte D' incoronato re.

Ma disfogliato e mesto Sull'appassito stel Ti chini, or che funesto Fato ti diede il ciel.

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O ftorellin , sim!lo Al tuo fu il mio destin , Io non vedrò l'Aprile Tu non vedrai 'I mattin.

Sulla deserta strada Ci accompagnò il dolor • Tu privo di rugiada Ed io priva d'amor!

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Cl') .,_

ECCO IL DOSCOETTO.

Il ERE' s T H E BO W I•: H.

( Da Mom ).

Ecco il boschetto ch'ella tanto amava

L'albero che piantò ,

Ecco l'arpa su cui sempre destava 11 i1uono che incantò

r .o l'oso adesso sbocciano solette nov' b la man che le solea intre<•ciar?

Tacciono le canzoni ora neglette

li labbro ov' ò che le suolea intuonar ! Ecco il boschetto ch'ella tant-0 amava

L'albero che piantò

Ecco 4'arpa su cui sempre destava

li suono che incantò.

1'111) ti 1 nuovo fiorir la primavera,

"'.Via il suo profumo clii~ pi1) non godra;

L'onda dcl tempo che movea lel{giera

li rapido sno corso or più non ha.

L'anno vicino a lei sembrava un giorno

\'icino a lei parcano istanti i <Il ,

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li ciel, mai non formò spirto pìt) adorno,

Pietà, non pianse mai liglia cosl.

Ecco il boschetto ch'ella tanto amava , L'albero che piantò,

Ecco l'arpa ~u cui sempre destava

Il suono che incantò !

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L' ED E I\ A

1 'iù della rosa tinta di vermiglio . Più d'ogni fiore che la vita ha breve ;

Più dcl candido calice dcl giglio Puro qual neve ,

l11tln più caro d'ogni cosa cara, M' è dell'edra del monto un ramoscello : Elr è una pianta semplice, non rara

Pure ha il suo bello

ì'ìon alle cure avvezza, al delicato Mite calore della serra cresce , Nè sovra al verde l'ltel l'umor bramato

Alcun lo mesco.

:\la ~olitaria vive nel boschetto nella querce sul tronco o dell'abeto . Laddove echeggia il sol dell'augelletto

Canto segreto.

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Un giorno amai la rosa e il suo vermiglio

:\la punsermi le spine dello stelo,

\mai la viola, e mi parava il giglio,

Cosa di C'ielo .

.:\tu vidi poi che il suo calice bianco

~e colla mano lo profani , cade , '-'è alzar gli fan di nuovo il capo stanc1'

:\!iti rugiade.

Aiu11i le margherite, e mestamente

Lo interrogai sui dl dell'avvenire,

Mi promisero, e veggo oggi dolente

Che san mentire.

Mi promisero amore ed esultanza

Ma è troppo vana abimò la lor parold ,

!\1' ingannarono, e amica ora m'avanza L'Edera sola.

L'amo pii) d'ogni fiore profumato

Che In questo suolo fe' sbocciare Iddio .

Che il suo destino sehbene ignorato Somiglia al mio.

Ornata è sol dalla sua verde foglia.

Nè manda effluvi di soarn odore,

:'\la l'arbore ai cui piè vive e germoglta

Cinge o si muore.

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9G

Oh ! se dovessi io pure ogni gentile

.\fletto , abbandonar co' pensicr miei,

Al ramoscello d'Edera simile

lo pur morrei !

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LA VIOLA

Aggiungi una Viola al tuo verone,

Adornalo d'un fior tanto gentil ,

Hivolgilc amorosa una canzono

Or che spunta l'aurora e nasco Aprii.

Canta or che la tua vita. ò sl so1•cna,

Forse il futuro non sarà cosl

Che l'esistenza tl' amarezza è piena

E di dolori son cosparsi i dl.

so un angiolo pietoso a confortaro Viene talvolta il derelitto cor, Le crude pene s' ei ci fa scordare

Nella dolco speranza o nell'amor,

Libra poi l'ali e se ne fugge a volo

Lascia la terra con i suoi martir ,

Il misero abbandona solo solo ,

E di lui piìl non serba il sovvenir.

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Aggiungi una Yiola al tuo verone Canta fanciulla ne'tuoi lieti d), Forse un tempo verrà che la canzone Sulle tue labbra non sarà C'OS) !

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AD UN Al\'EllONR

\'ioni gentile Anemone Posa su questo petto ; No - sullo stelo languido Non déi restar soletto.

Ogni altro fiore pallido Giace sfogliato al suol ,

Spietato il vento sibila È fra le nubi il sol.

Verr~ linverno rigido, Poscia la primavera; Ma tu gentile Anemone Morrai prima di sera.

Anch'io potessi ahi misera! Nell'ultimo mio d\

Trovare un cor che palpiti Su cui morir cosl !

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IL L.HIENTO DI M \RGIIERlTA

Addio bei sogni - addio dolce pensiero Che un giorno vagheggiai ;

Ricopre la mia stella un velo nero Nè la vedrò più mai.

Era sl lieta! Il giorno al mulinello Me ne staYa a filar ,

E poi quando sorgeva Espero bello

Anda•a a riposar.

Nella semplicih\ do! viver mio

Non conosceva il pianto , A sera offriva una preghiera a Dio

Ed al mattino un canto.

Ma un giorno egli m'appar - della mia nota

Muore sul labbro il suon , Del mulinello immobile la ruota

Rimane in abbandon.

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na quell'istante un nuovo pararliso

In ·cor ~i rivelava,

l in suo sguardo, un suo detto , un suo ~01·1·1s1

In ciel mi trasportava ....

\!» un d\ m'abbandonò ; dal suo viaggio Non fo'ritorno più

Hisero lo fanciulle del villaggio Di mia frale virtù.

onta o sventura a chi scherzando toglio Di gioventù la pace.

g dcl sorto d'amor le verdi fogli e

Oi calpestar si piace !

Onta o sventura a chi d'irrider o~a

Al fallo ed al dolor Deve dell' innocenza avventurosa

Pietoso essere il cor !

Ad.dio hoi sogni - addio dolco pen!'ltoro Che tanto vagheggiai;

Ricopro la mia stella un volo nero

Nè la vedrò più mai!

'

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'

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III.

AL.L'ILLUSTRE

PIETRO GIANNONE

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A ML\ MADRE

E tu passasti come tutto quanto Che di perfetto in sè la terra accoglie, NO il nostro amaro pianto Richiamare ti puote a queste soglio;

Trasse lungi da noi l'angiol di Dio

li tuo spirito pio , g al cominciar del giorno

Della mia Yita io non t'ho pii) d'intorno.

Oh ! percM non son io teco sotterra ?

Oeh ! mo pure percbè morte non volll• f Quest'affannosa guerra Avrei quotata sotto amiche zolle, g forse un dl di mesti fiori un serto Sul tumulo deserto Qualche pietoso avrla

Per mo deposto e per la madre mta.

Se dal cielo mi vegli oh vedi come

Misera son dal dl che ti perdei ,

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lOG E ti chiamo per nome Tutti a te confidando i pensicr miei ; ì\tu non temere ah no : del mio destino lo seguirò il cammino R nel morta! viaggio La tua memoria mi darà coraggio.

Ili questa vita salirò dcl monte L'erta ingombra dai vepri e dalle spine, (\è piegherò la fronte

S'anco il sudore mi bagnasse il crine ; ~la se per muto sdegno o vil timore Poi mi tremasse il coro, Sul sepolcro materno Verrò a calmare quel contrasto interno.

I·: qual s'invoca protettrice santa To invocherò. partito angiolo mio , Dalla stanchezza affranta

Avrò di venir teco almo desio; Pur se tu mi conforti in mezzo ai pianti

Del mondo, anderò avanti , E so mi dai la fede

Oh non fia mai che mi vacilli il piede.

1~ vero che per sempre or m' l:l negato

li benedetto tuo tenero amplesso ~l:l sul tuo seno amato Posarmi ancora mi sarà concesso. , ì\è il tuo plauso avro pii'! di cui sovente

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lOì Altera era la mente, Ma pur col tao sorriso

I,a calma mi darai del paradiso.

Con riverente affetto or mi rammento Dei tuoi consigli, della tua parola , Ogni moto ogni accento Tu l'imparasti a una severa scuola; Alla scuola del duolo e degh affanni Che sin da' tuoi prim'anni Più pietosa ti rese Per il debole altrui.. .. per chi t'offese.

Oeh mi perdona se talvolta errai Se non fui taco ognor mite o serena,

Di ciò mi strugge ornai Inutile amarezza e tarda pena. Ma sai che una mestizia indcllnita

M'accompagno la vita, Tal cb' io vedeva in tutto Presentimento d'infinito lutto.

Negli ultimi tuoi dl sovra quel letto Che inorridisco a rammentar soltanto,

Dicesti con affetto e Temo lasciarti perchè t'amo tanto ,.

Dissimulando io contradir volea La dolorosa idea ,

E supplicando Iddio Ti 1lavo i baci dell'estremo addio.

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'\ell' esistenza mia forse la gente o· amore mi farà dolce promessa •

E forse arditamente

Hipeterà la tua parola istessa; :'Ifa il labbro tu ne chiudi s' ella lia

Una menzogna ria,

I<: dammi col tuo raggio Di tue virtudi l' immortal retaggio.

'.

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lOD

A FIR ENZE

Salvo o Firenze mia, città do' fiori Cbo tutto il mondo ammira! OiTrlr ti voglio in mezzo a'miei dolori

La nota della lira ;

Gemito e canto mandoran concordi Mestissimi gli accordi , Ma pur grato ti sia L' umi! tributo della voce mia.

Amarti io non dovrei: nelle tuo mura Triste menai la vita, Nel seno tuo terribile sciagura Recente m'ha colpita, Ma tanto bella sei, che so il tuo cielo Rimiro senza velo,

t'n raggio di speranza

l ' ltiroo sento che nel cor m'avanza .

'-=ante memorie ho in te; di care scene Qui mi rivivon l'ore,

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llO

L'ora che un tempo fùr liete o serene Come un sogno d'amore ; Ma un d\ poi venne in cui conobbi anch'io Qual sia lultimo addio, La dipartita amara D'una persona ahi! troppo amata e cara.

Pure lungi da te giammai potrei Girne o Firenze mta, Sebben la calma del pensier perdei ,

L'usata calma pia; Allorchà penso che quel sacro monte Che sorgo a te di fronte, Nel suolo suo rinserra Colei che m'amo tanto in sulla terra,

sento in me stessa che un'arcana possa Mi signoreggia il core , E lega a te quest'anima commossa Col vincolo d'amore.

Lascia dunque eh' io sia tutta la vita In tua beltà rapita,

E poi cb' io mi addormenti Nella dolce armonia de' tuoi concenti.

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lll

A L L' HJI C I Z I A.

A WiUiam Bcrnn.

Santa amistà lJ,er te fiorisce e vh·c Quanto inalza la mente !

Nello suo brovi gioie fuggitivo

Di te nulla più casto il mondo assente:

Vincol di pace sei , raggio di luco

Che col pensiero a Dio ne riconduce.

Oh quanta gente una vana parola

Ti chiama, e a te non crede

E non avvezza. alla tua sacra scuola

Nel tuo nome sublime ahi I non ha fùde; Altra teco s'adira, e ti confonde

Col falso amor che il disinganno asconde !

Io , pero benchè in mezzo a questa turba

Che t'offende e t'oblia,

In me raccolta, mentre nlun mi turba.

Per te vo'sciorre all'aura. un'armonia;

Inno d'amor non tla, ma un mite accento ,

Un sospiro d'affetto , un pio lamento.

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Sl - mentre la distanza o l'empio fato Dolenti ci divide Talvolta da un oggetto onico amato, L'amistà ne conforta, indi sorride E mormora: « Unirò nel libro mio I vostri nomi, per mostrarli a Dio >.

E1l altra volta , tu che la parola Hai sempre del conforto , Y ai ripetendo il detto che consola,

11 mesto core alla speranza morto , E mentre amica egli t'accoglie, impara Siccome a Nume ad inalzarti un'ara !

oh possa questa età che lieta spinge A concordia fraterna , E che un vincol di fc' tutti no stringe La fronte ornarti di corona eterna ! Per te sovra la terra, oh fia migliore 11 domestico affetto e il patrio amore '

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A L L' I T A L I A.

20 Maggio i86G.

Oh salve Italia mia , deh vedi come Corron l,ieti al cimento i figli tuoi ,

E nell'almo tuo nome

Oggi simili sono ai Greci eroi ! S) vinceranno ! Dell'Adriatico lido

È sacrosanto il grido, g la risorta libertade alfine Dall'Alpi all'Etna non ha pii) confine.

nenodetta l'etade in cui risplendo Il raggio salvator del bel paese E al ~ondo intero apprende Cho Italia non perl , ma solo atte~o ! Fra le sventure cittadine o l'onto

Giammai chinò la fronte, E all'oppressore, le sue genti ognora

Furono pronte a gridar: - Mora - mora 1

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oh salve Italia mia, mentre la spada Impugneranno questi figli arditi, Alla nostra contrada Delle donne i tributi oh ! fian graditi. A lei consacreremo i nostri cari Delle Romane al pari , E se cadranno nella pugna morti La lor polvc sarà poi ve di forti!

Come esulta la mente al sol pensiero Che tla la patria nostra in breve unita ! Viva il genio guerriero : \'i va chi per r Italia or dà la vita! Alfino udito fu d'oltre gli avelli ll gritlo dei fratelli,

E giunse a noi da quelle sacre zolle Dove uncor del lor sangue il suolo b molla.

S1 - da quel suolo una pottJnte voce Desta al cimento dell'Ausonia i figli;

Lor balza il cor veloce E temer più non sanno armi e parigli. Nuovi campioni della prisca etate Oh benerletti siate! :'\ell'etcrne sue pagine la storia Di vostre gesta narrerà la gloria!

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DOPO AVER \EDUTO

IL TRASPORTO DI S. C.\TERl~A DA SIEXA

( (lundro di Gio\noni Costn ).

Forma pift scelta e pift nobll concetto , No, ritrar non potria pennel celeste

Oh come tutto in quel soave aspetto D'un' armonia divina si riveste! Brilla un raggio che vien dal paradiso Dell'estinta sul viso, Dove la calma placida e riflessa Che all'alma degli eletti è sol concessa.

Degna non è di te la terra ! tale Beltade è fatta per serbarsi in ciclo; Un'aureola ti cinge il capo, e l'ala Mancano sole al tuo terrestre velo.

Giunte hai le bianche mani in atto pio Come pregando Iddio , E sovra i Jlori che appassir non ponno

Dormi tranquilla della fede il sonno.

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Oalla pietà di puri angeli santi

Il lieve corpo tuo vien trasportato 1

Cbe intuonando al Signor sommessi canti Oi rose e gigli hanno il sentiero ornato; Malinconia soave e in un profonda, S\ tutta ti circonda .... Che palpitare a chi ti guarda il core Fai, qual corda vibrata dall'amore.

Quanto somigli alla mia dolce madre Qual nell'ultimo giorno io la mirai !

Ambo pallide e meste, ambo leggiadre Della beltà che non si cangia mai !

lleh ! fa' per quell'amor che in ciel t'aspetta Anima benedetta, Che il mio guidato dall'eterna speme 8i ricongiunga al vostrd spirto insieme

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ALLA llIA ftlUSA

Oggi un cnnto, o mia 1\lu~a, oftrir ti voglio D'amor dolce tributo.

s· io per te non avrò nel Campidoglio

La ghirlanda cl'allor, pure tessuto

Di fior di campo un'umil sorto m'hai.

Ed ogni dl mi dai

Non gloria e onor mendace,

:\f&. nell'ostello mio conforto e paee.

Oh! quante volte l'alma combattuta

Da milio arcani affetti, Quasi oceano fremente, si trasmuta Poscia. in placida calma; oh! benedetti

Oli accenti tuoi che allor d'udiro parmi

Tranquilli sussurrarmi : e Dimmi , perchè t'adiri ! >

Non merta al mondo niun pianti e sospiri.

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e Non vale un tuo sospir la bassa sfora

Nè un tuo pensiero pio;

Chi di lacrime vive o di preghiera

Da lutti in te1-ra ponesi in oblio ,

Amato è solo quei cui brilla in viR<> Scherzevole sorriso ;

~la tu che sei sl mesta

Po~a sul scn<> mio la stanca testa ,. .

Oh! sl sovra il tuo sen voglio posare,

Quasi obliando il fato,

Come a diletta amica. favellare

So a consolarmi, tu mi scondi a lato:

Il sai d'uopo ho di te 1chò /mi spaura

La vasta landa oscura

nove senza il tuo raggio

Non potrei seguitare il mio viaggio.

Sui miei colli talor volgendo il passo ,

Ti ritrovo pensosa

Nel camposanto dove a un umil sas~<>

Sboccia vicina una solinga rol'la;

O ti trovo dcl la.go in sulla sponda

Dovo limpida l'onda

Pria passa e poscia riede

l': mollemente i' accarezza il piode.

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Allol'a il canto mio con lieve accento Timido ti saluta

Poi la flebile nota in un lamento

Cui leco sol risponde si permuta. Oh! perchb ognor m'inebri d'armonia

Odi la prece mia, l\t i cingi tlcl tuo velo

E mi dischiudi sorridente il cielo !

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IN OCCASIONE DEL RITHOVO

DELLE OSSA DI DANTE ALIGlllERI A RAVENNA

Qual grazia mai , quale potenza arcana Ridona a noi le sacrosanto spoglio Ooll' anima sovrana

Ch' ogni italica gloria in sè raccoglie; Mentre nel nome del divin Poeta, Festeggia oggi la lieta

Gentil eittade a cui Ei volgeva i sospiri e i carmi sui?

Oh! chi sa quante volto irato o flol'o Nel voi sublime dello vio supcrne Tornava il suo pensiero Allo chiuse per lui caso paterno, Ma di Fiorenza il nomo dol~emente Mormorando dolente Alla dei:.erta vita Chi sa qual mesta calma avrà largita.

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E lontano dal suo e bel san Giovanni >

U'onde l'avovan come reo bandito, Ei pianse sovra i danni

Del suo paese servo ed avvilito; ln mezzo a gente che la sua non era e Vide l'ultima sera > E r anima n' uscio

Pura e disposta a risalire a Dio.

E la città che con amor materno Un pietoso e gentil detto gli volse , Serba il ricordo eterno Del grand'esul che amica in seno accolse;

!\fa alla sponda natia placata o amante

Torna l'ombra di Dante , E a perdonar lo sprona e Amor che nella mente gli ragiona •.

Canzone, pria che l'umile tuo verso Ch'è cl' arte dispogliato e di beltado Por sempre sia disperso , Prega porchè giammai fraterne spade L'urUn nemiche, e la concordia duri Anche no' dl futuri ,

E fin I' Italia lieta rn nomo dell'altissimo Poeta !

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~IEllORIE E LACRDIE

Quanto tempo gia. >olse o madre mia

Dal dl che alla miglior patria volasti ,

E sull'oscura via Me afllitta e sconsolata abbandonasti ! Allorchò genuflessa a to d' accanto DI vonir toco ti facea preghiera , Colei cho t'amò tanto, Obliar non dovevi, alma sincera; Ma dovei trar con te lo spirto mio

A Il' amplesso degli aogioli o d' Iddio.

Mentre sola sopporto il crudo affanno Che celo al mondo e cho la gente ignora,

Do' sensi miei l'inganno I~ l'aspettar che a me tu ,·enga ancora;

Ma nel dolce pensiero in cui la mente In un' ostasi sacra ognor si bea Ahi ! tornami repente

Di tua partita la spietata idea, E nel feretro ancor ti veggo accolta Come nel giorno in cui fosti sepolta.

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Rimombro ogni tuo detto e guardo attorno

Le vuote sale di memorie pieno .... Qui mi parlasti un giorno,

Qui mi contasti tutte lo tuo peno;

I~ no' miei fisi gli amorosi rai

Mentre pensosa mi stringevi al petto.

Non ti scordar giammai ,

Mi sussurrasti , del materno affetto , Ei non si cangerà; fra queste braccia

AllorcM piangi ascon<lerai In faccia.

I~ poi cho a lacrimar fui condannata,

Or elle il tuo seno , ahimè pii) non mi re~tn.

Misera e travagliata

Sotto il peso del duol chino ra tosta !

Ah troppo è vero , che un arcano immenso

Vuoto ho d'intorno a me mentre cammino,

Ma pur se a te ripenso

Qualunque sia non terno il mio destino.

Forza mi vien da te! mi sento in core

Dal tuo ricordo sol fatta miglioro!

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ALI E CORO~A

Di mia frale esistenza in su' prim'anni

Il cor stanco si sente ,

Che rimembrando il duolo e i disin~anni

Sen va l' atllitta mente ;

E in mezzo a un lungo meditar, la vita Ml trascorre nel tedio illanguidita.

O perchè un giorno, un caro giorno anch'io

Sperai serena e lieta ,

Con un sorriso chiesi un bene a Dio,

Ma la prece segreta,

Forse non giunse al cielo e sulla terra

Ancor sostengo una tremenda guerra.

Pur se fla dato a chi languisce e geme

Sciogliere un voto mesto ,

Ad un sospiro a una lacrima insieme

Giunga agli angeli questo

Gmil mio detto ed obliato e vano

Ob ! non fla del mfo cor l' intimo arcano. . .

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·Se caro al cielo è quei che ha più sofferto Libera lia. quest'alma. , Lasci il cammino faticoso e incerto i

E qual celeste palma , Onde volar cogli spirti immortali Deb ! concessi le sion cm·one eri ali I

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ALL.\ POESL\

Oh come l'aura dolcemente spira. Fra i millo fior del prato! Oggi ogni sguardo mira

Che una nuova beltà veste il croato ! A questo vago riso di natura Che nell'anima lieto si diffonde Odo soave e pura

Una voce che lieve si confonde.

Oh ! a sl dolce concento che gradito S'erge allo spazio e va per l'infinito, Si sposi un inno mio

Ch' abbia potenza d' inalzarsi a Dio.

E tu Musa gentil che sempre al core Sai favellar d'amore, Sii di quest' umil detto L'altissimo soggetto.

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Oh quanti crederan che orgoglio sia

s· io di te scrivo adesso , Poichè alla penna mia

Tanto onor non dovrebbe osser concesso;

Pur tu lo sai che non mi spingo ardire

A consacrarti riverente un canto,

Ma un culto che ridire

Non so co' detti poichb troppo è santo.

Mesta vissi tìn ora ed incompresa,

!\fa nell' ore che a me tu sei diseesa

Tutto bo dimenticato

Sin del mondo gl' inganni o il duro fato.

Quando piangendo accanto a mc ti chiamo

oh non sai come ti amo !

Tu sci la chiara luce Che a Dio mi riconduce.

Allorch!) giunta l'ultim'ora sia

Per questo corpo frale

O dolce Poesia, Dammi il mistico tuo bacio immortale,

M' addormirò come chi spera e crede

Nel sotterraneo regno della morte,

E I' angiol della Fecle Del ciel mi schiuclerà le i:acre porte.

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E se mi sarà dato d' intuonare L'inno di gloria, vo'di to parlm>e

No'cantici divini, Voglio ridir di te co' serallni. Dammi tu l'armonia! nello splondore Io canterò d'Amore Che senza il suo sorriso Sin mesto è il Paradiso I

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AU,A CARA MEMORIA DI ENRICilETTA DE'CONTI DE PUUSK.t

)!orla a Buda in Ungheria il 5 Scllemhrt ISGG.

Allorquando io sciogliea lieta e ridente

La facil rima che m'inspira amore

E tu suolevi chiedermi sovente

Il verso del mio core,

Oh! chi pensato avria che in mezzo al pianto•

Ti farei sacro un canto,

Nel d\ che ralma tua libera e bella

Fatt' è anzi tempo agli angioli i:orella?

tt ~\ morta sei ! sovra 4t leggiadro vi~o

Rifiorire le rose or più non ponno ;

Pii1 non ti brilla sulle labbra il riflo Ah ! t'ha sopita il sonno !

I~ soave conforto in vallo amara

La tua memoria cara ,

~imilc a fior che colto innanzi sera

Lascia il profumo suo nel loco ov' era.

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130

or mi rimembro i luoghi e !'ore <love

Ti vidi o più non ti potrò vedere,

Mille passate ricordanze e nuove

Ilo Pl'esonti al pensiero ....

E schiuso scorgo ad itali concenti Lo tué labbra ridenti. ...

Odo una voce che alla tua somiglia Ili sventurata patria, inclita tlglia !

)la pur mentre ti piango oggi la gente

Favellando di te pensosa o pia,

Ed alle sue paro!.; io pur dolente Sposo la voce mia,

Duopo è che in coro mestamento dica: Lo fu la sorte amica;

Oh ! quanta ambascia, oh ! quanti disinganni Fugge chi muore in sul tlorir degli anni !

Tu non mirasti della mnrlro amata

l'allida la sembianza e taciturna,

Qual pellegrina non fosti inchinata

l>ov' ella giace all'urna;

~ò come a me le lacrimo del duolo Ti fùr conforto solo ,

Xl' tu reclini il volto o il ~on ti strugge

Lieve sospir che inavvertito fugge.

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I~: pure in un con te scesa sotterra La dolce madre e a lei tu posi accanto Oh ! dormite tranquille , e della guerra Di questa vita intanto A voi non giunga quel crudo fragore Che fa tremare il core, Ed abbia dentro il placido ricetto Pace lo spirto e il fervido intelletto!

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POVER.\ FOGLIA !

Je mcura où je m' a\tacbe-

Deb ! dimmi ove ten vai sola e smarrita Povera foglia, por la vasta landa 1

Dove vai tu romita ~ Questo gelido vento ove ti manda 1

Dall'arbore gentil lungi portata Da quel crudo sci stata, E la tua sorte ria, Povera foglia, è simile alla mia.

Sul ramo della querce eri tu verde, Come fu vorde un dl la mia speranza, Ma quel color si perde ,

E ne rimane sol la ricordanza; Povera foglia, al par di te mia vita Trascorre illanguidita, E recl\no la testa Come persona a cui più nulla resta.

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133

Giuoco dei venti , oh ! s\ tu pur !;Ci ~tala

Com' io fui giuoco di perver:<a sorte, Anch'io fui trasportata

Per quella via che ne conduco a mori<';

E avrai lasciata come ho fatto anch'io

Sull'albero natio

La pianta dell'amor~. L'edera che s'attacca oppur ~i muore.

Povera foglia, che ne vai migrando Mentre in terra nessun di te i::i cale •

Vien sul mio core, e quando

L'alma a Dio salirà fatta immortale,

Seco ti porterà foglia smarrita,

Simbolo della vita,

Che incerta per la landa

Dcl mondo va dove il destin la manda.

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134

A LOUISA GRACE-BARTOLIM.

Il tuo buono spirito ml guidi

nella terra della Olustlzle.

(Yc'&llMi )

Tu che u ..i angelo fosti in yelo umano,

Accogli I' umil fiore

Che con tremante mano T'offro qual pegno di fraterno amorr.;

Intrecciarsi alla tua sacra ghirlanda Non puO nè lo domanda,

:\ta sol gli sarà grato

Sulla terra oYe dormi esser po:;ato.

Oh ! quante volte alla memoria mia

Aflldanrlo i tuoi carmi,

D'affetto mi sentia

Un vincolo elle a te parea legarmi: é: obliando del cor l'affanno grave,

In vision soave

Io ti vedeva allora

Accarezzarmi qual pietosa suora.

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!:;ebbene il canto mio non ne sia degno

Pur ti chiama sorella , Cho disuguale ingegno

Avemmo sl, ma non patria e favella:

Tu mori tasti un' immortal corona,

E il nomo mio non suona

Fuor del nativo ostello Ovo appresi ad amare il buono e il bello.

l'l•rchè volasti qual piuma leggera Di vita oltN il confine,

Innanzi che la sera

Mesta segnasse del tuo d) la fine?

::;1 tosto , ahimè , perchè privasti il monr\o

Del divo e~tro fecondo,

Che a noi col tuo sorriso

Schiudea soavità di paradiso ?

tasti del tao cembalo sonoro !\on pi~ destano accordi ,

l'ur son mesto tesoro Al tuo sposo, d'amor santi ricordi. Tace l'osto! che di tua voce pria

Accolse l'armonia,

I•: son le carte amate

Con le dipinte tele abbandonate.

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:\fa mentre ti vagheggia il mio pensie1·0.

L'anima in te rapita

l>i bellezza e mistero.

Ti vede lieta nell'eterna vita. Ti diòr profumo i fior di questa val tu • Poi come le farfalle • Del mondo nell'oblio

Librasti l'ali innamorata a 1>10.

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PEL TRASPORTO DEL GARIBALDINO ETTORE GIAi\NINI

Morto a Firenie il i Sellembre f866 per le ferite riporlalf dal Campu

Oeh ! salve Italo eroe! sino alla fossa

Dalla pietà di tanti accompagnato

Oivotamente sei, mentr' io commossa

Desto la corda dal silenzio u~ato ;

Che se quest'arpa un d\ cantò d'amore Ne palpitava un core,

Ma poicbè adesso niun le suo canzoni

Può udire, inutil è che ancor ri~uoni .

Oh ! nel mio seno dal dolore affranto

Quai pensieri desto la tua partita!

E molle il ciglio di sincero pianto

Spinta da una mestizia indefinita,

La mente ansiosa, abim~, fatto ha ritorno A quel nefando giorno ,

In cui per sempre la terrestro via

Abbandono la dolce D?adre mia.

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l5ia l rnùtJ a te che a nobile ardimento

Cedesti forte si di patrio amore Oh! quanti, oh! quanti prodi a cento a cento

Caduti son sul campo dell'onore;

E mentre ne infrangean l'aspro ritorte

Trovih' gloriosa morte! Chll ~ mai la spoglia nostra 1 Ahi! si risolrn

Dopo tanti contrasti in poca polve !

Deh ! ~qlve Italo eroe, salve ! La storia

Te non rammenterà nei libri eterni,

l\lt\ in me viva sara la tua memoria

Finchò dati mi flan sensi fraterni. 01· ti piaccia gradir del frale ingegno

Quest'amoroso pegno, Insino al di che non ti porti il raggio

I>'nn s"rto tricolot• più degno oma~gio.

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IN MORTE D' UNA GIOVINETTA

Morta, morta. sei tu I Da questa sfera Qual pallid' ombra discomparsa sei , Ma desiando io pur l'ultima sera Te pianger non saprei.

Oh l quanto è avventurato Colui che dorme dei suoi cari a lato !

l'urc nel d1 che la tua spoglia scende Sotterra, ti consacro il 'orso mio; Tu non sai quale invidia ora mi prentlc r>ol dolce eterno oblio , Dcl riposo che morta Qnei che passa por via ripida e incerta.

\ te pensando oggi rimembro quanto T' ora sul labbro, delle mie collino

Facile il puro melodioso canto. ltimombra il brano crine I neri occhi lucenti E l'armonia dei non studiati acconti.

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Oh! ben so che nel tuo corto viaggio Fosti semplice e pia, soave e buona; Dunque , o cara, ti sia grato l'omaggio Che da quest' arpa suona , E si disperde intorno Come la squilla quando cade il giorno.

Tranquilla sii : dimentica dormendo Il mal che ti struggea, l'ansia, il desio,

D' altre sciagure il debito, morendo

Ti condonava Iddio Chè credi, un'infinita Valle di disinganni è questa vita.

Tranquilla dormi: il tumul che t'accoglie Di sculti marmi non sarà fregiato, Ma bianchi gigli, rose e verdi foglie

Con i fiori del prato g lacrime dilette Ti porteran le amiche giovinette.

Ed io pure sovente ivi guidata Dalla pietà che mi commove il core,

Verro clivotamente, ed inchinata

Qual stanco vintore, Sulla tua t ~ja anch'io Deporrò mestamente il serto mio.

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A CHOP I N

In questa valle dove alberga il duolo Passasti al par dell'ombro peregrine. Licvo spingendo il volo A quella patria che non ha confine !

D'amor tributo o dolce alma cortese

Col pianto ognun ti rese , Ma come il mio pensiero Nion di beltà ti veste e di mistero.

~l tante genti di te mi parlaro Como d'una divina opra di cielo , Che il nome tuo m'è caro E come spento amico ognor t'anelo . Oh! so che avevi dell'Italia mia

L'arcana melodia, Del genio la seintilla, Bionda la chioma e languida papilla.

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Allorchè ascolto una tua nota il core Per ignoto poter balza veloce, I~ allor tutta d' amoro Rhmonarmi gradita odo una voce ; Della gioja non è l'allegro accento, Ma segreto lamento Che sconsolato e pio Sembra risponder sempre al pianf-0 mio.

Oh ! che vuoi dunque dir 1 dell'alma mesta ,

f: forse sfogo quel dolente suono 1

Un d\ china la testa In atto di sconforto e d' abbondono, Sul confidente cembalo do~tato Avrai quel canto amato , Con l' armonia divisa Cotanta ambascia che nessuno avvisa.

Aoch' io son sulla terra afflitto spirto

Nè alcuna cosa v'è per mc ridente

Di rose nè cli mirto li crine mio non cinse mai la gente;

Se talun stretto ha questo seno appresso In un soave amplesso, t'n istante fn solo ..... I 'oichè la gioia se ne fugge a ,·olo !

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o tu che or sei beato in quella sfera Cbc il decreto d' Iùdio fatta ha pit) bella ,

O dolco alma sincera,

Moco talvolta con amor favella :

Luce , azzurro e armonia dal Paradii::o

'landami col tuo riso, lo t'amo tanto il sai Sebbene in terra non ti vidi mai.

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IV.

A SUA ALTEZZA LA PRINCIPESSA

ELISA PONIATOWSKA

RICORDI.

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IL CONVOLVOLO

Oh ! come bello m'appare il ciclo

Or che lo cuopre d'azzurro un velo, Oh ! come è grata la calma pura

Della natura.

Ecco dorato spunta in oriente Fra mille raggi l'astro lucente

E verso i monti vola amorosa

La nube rosa.

Come gentile quest'aura molle Spira sui fiori nel natio colle,

J,' augello vola lieto e leggero Come il pensiero.

Ma nel suo r iso la terra mia l\1' infonde in core malinconia,

Come una nota che in dolce accento

Suoni lamento.

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E una pietosa semplice istoria Mi torna rapida alla memoria Con i vivaci lieti colori

Di mille fiori.

Era un sereno mattin d'aprile Ad un sorriso d'amor simile, Nell'ora dolce che spira ali' alma

Conforto e calma

Quel d\ un convolvolo bello s' aprìa

In sulla piccola finestra. mia; Lo vidi , e parvomi sul vcrgln stelo

Cosa di cielo.

Splendeva il calice di lume arcano Tal che a descriverlo m'accingo invano Ed in un'estasi tutta d'amore

Guardai quel fiore .

A lui più volte tornai fedele .Ma udite .... udite .... sorte crudele ! Venne a turbare quel pio contento

Gelido vento.

l~d il convolvolo che tanto amai •

Vidi reciso; piansi e tremai .... Chi> in terra cosa leggiadra e pura

Passa e non dura !

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l IO

.\llORE E llOR TE .

• . . . Cose qul\gglò si belle

Altro il mondo non ba, non han le •lclle.

LEOP.f.RDI

Nulla li chieggo del tuo passato, Il tuo presente soltanto io vo', No - non mi curo d'un tempo anelato Che ritornare giammai non puO.

Mi ginr1 a' piedi con dolci accenti Ch'io son la meta de' tuoi desir, E poi con sguardi languidi e lenti Fugge dall'ansio petto un sospir.

Non so se vera sia la parola Che sl gradita muove da te Ma so che t'amo - questa è la sola Possente voce che ascolto in me.

E nulla chioggo ciel tuo passato, 'ulla ti chieggo dell'avvenir,

li tuo presente sol mi sia clato .. ... . E poi hcata potro morir I

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A K \TERINA A.'\ ELL

Solo una volta vider gli occhi miei

Di tua bel tade o Katcrina il fior ,

Ma s1 gentile e leggiadra tu sei

Che il rimembrarti m'è gradito al cor

E ho sculto in seno il tuo sembiante amato Che dcl suo divo raggio m' invaghl

Come una voce che nel tempo anilato

In dolci note risuonar s· utll.

Del natio tìume sulle sponde amene

Sola una volta t'ho veduta gir,

E le maniere tue cli grazia piene

Dolcemente mi mossero un sospir,

Era, rammmento, sul cader ciel giorno,

g quasi ti volesse accarezzar ,

Lieve lieve spirò la brezza intorno Venendo la tua chioma a sollevar.

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:\h patve quel d' un angelo il sorriso

Che le sottili labbra ti sfioro, Ne' sublimi occhi tuoi , di paradi~o

Vidi una luce che ridir non so !

Oggi , pensando alla tua cara imago

1; armonia t'offro che m' inspira amor ,

Lieta la mente del pensier più vago

O Katerma ti rammenta al cor;

Erl 111 qualunque sia terra lontana,

Ru cui leggero poserà il tuo piè

Di dolce simpatia la voce arcana

Ti dica ognor - !' Non ti scordar di me ! »

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1-') :::>-

LA GIOVANE &IADIU;

Dormi , dormi sul mio core , Non ti turbi il mio sospir,

Mio bell' angelo d'amore Renedetto il tuo rcspir.

Perla sci della purezza , Tu se' giglio del Signor , Come te niun fiore olezza Mio bell' angelo d'amor

Il profnmo della rosa A me sembra il tuo rcspir. Snl mio seno or ti riposa Non t i turbi il mio sospir.

Ogni cn cbe passa segna Sempre duolo in core a me , Chè nel mondo ahi ! più non regna

Nè la speme, nè la t'è

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Ma se a te mesta mi volgo Palpitar mi sento il cor , E guardandoti disciolgo La canzone dell' amor.

Dormi , dormi sogna il cielo , Angioletti uguali a te ...... Non ti cinga del suo velo Il dolor che vive in me !

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15-1

.\ ELVIRITA

Una fanciulla come te sognai

Oh! quante e quante volte nella vita,

E nell'ardente fantasia rapita

Come I' ambi !

.\ veva st:hiuso il labbro ad un sorriso. Bruna la chioma, e nella sua pupilla \ vea il balen di fulgida scintilla

Di paradi~o.

Se I' ansia dell'amor ferveale in petto

\ vea lo sguardo d' ispirata dea, g se pregava l'angelo parea

Del patrio tetto.

Qual 1lolce meraviglia il d\ provai

Quando ti vidi per la prima voi ta,

E la visione dei mit!i sogni accolta In te mirai!

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Oh ! bcncdetoo il vincolo d' amore Che intrecciato di rose a te mi lega!

Quel sacro incanoo suo cho non si spiega Conforta il core !

B ne prometto un' amisu\ sicura

Che splenderà fra il riso e fra gli annnni,

B rimarrà col volgere degli anni Costante e pura !

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SOVVENGATI

Quando le stelle splendono Là nella volta azzurra ,

Allorchè un lieve fremito In mezzo ai fior sus~urra, Oh ! allor di me sovvengati , ::;ovvengati ùi me !

Se I' eco nelle tenebre Par che ai tuoi lai risponda ,

Se nell'immenso oceano Rugge agitata l'onda, Oh! allor di me sovvengat1 ,

Sovvengati di me !

E pensa che nell'anima Ol lei che tanto t'ama,

Sorge tempesta simile O' ardente unica brama ... ... Sempre di me sovvcngati. Sovvengati d1 mc.

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Allorchè spira un alito Ch' ogni profumo accoglie,

E delle rose vergini

Hacia le caste foglie ,

Oh ! allor di me sovvengati ,

Sovvengati di me 1

E pensa al dl che offrendomi Un bottoncin di rosa :\li sussurrasti: ei dicati .... 11 labbro mio non osa! Oh ! di quel d\ sovvongati

Sovvenga.ti di me !

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DIANCBJ FIORI.

A mia sorella.

Di bianchi fiori la tua stan7.~ adorna,

Dagli angeli del ciel son prediletti ;

A porre nel paniere ogni dl torna

I gigli , le gardenie ed i mughetti.

Finchè ti ride amore e prima,era Sul crine ti vo' por la bianca rosa,

Poi quando ti vedrò lieta e leggera

Muovere col gentil nome di sposa ,

Di" fior d'arancio un vago ramoscello

Vo' darti con un bacio eil un sorri~o,

Posandoti sul son ti dica quello

Che i bianchi (i.or son cari al Paradiso !

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VOTO ED ECO.

A Gherardo Dal-Pino.

Allorchè in lieve fantasia rapit;l

I fiori e il ciel sereno , Solca cantare all'alba della vita

Colla gioja nel seno,

In un de' malinconici sospiri

Che vibra il tuo liuto,

Tu m'inviavi fra dolci dt3Siri

Un voto ed un saluto.

e ~e un dl, dicovi , per I' instabil fa1o Tu dei provaro il pianto,

Consolatore ti rimanga il grato Almo poter del canto »

Ah ! venne l ora dello strazio acerbo

E la triste dimane!

Delle mie note ogni armonia non serbo,

Ma un'eco mi rimane ......

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Non è l'eco d'un' arpa allegra e pia Ma un suono di dolore,

Che a ogni ricordo della vita mia Sempre risponde al core !

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A ELE ONORA

Dal tuo canto gentil commosso il cuore, Cii) cho sente ridire a te vorria,

Ma concesso non gli è che il dotto muoro E a te grata vien sol l'anima mia.

Vago il volto cd il nomo hai similmente

.\ lei por le cui grazie in stil sovrano •

Tasso cantò della cristiana gento

1; armi pietose e il proùe capitano

:\la più dolco di lei tu chiudi in sono l.'n cor sortito a generosi affetti

Che mestamente di quol!ti ripieno

Spinge :ml labbro tuo tenori detti.

.\h ! non dir no, che sopra la tua. bara

i; alo distenda l' angiol del Signore ;

Invece lieto su te vegli , o cara,

~e1•bandoti alle ).Iusc e al nostro amore :

11

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LE MIE COLLINE.

I.

Amo i miei colli floridi Coperti di verzura,

Amo il ruscel che mormora , Specchio della natura.

Amo il gentil convolvolo ,

Che lieto sul mattino Bagnato schiude il calice

Nel vago mio giardino ;

Amo vedere celeri Lo farfallette amate ,

Per i miei campi libere Spiegar l'alo dorate.

Amo fra cupe tenebre La lucciola che danza ;

L · eco soave o flebile D'un canto in lontananza

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Amo la luce pallida Qual' è suI primo albore ,

La chiesa, i fior , la semplice Capanna del pastore.

Amo pensosa all'umile

Croce sedermi accanto, <Jhe della fede simbolo

Sorge nel camposanto.

E qui sol chiedo un tumulo Per quando morta sia;

Nel prato i fior che sbocciano

Cuoprin la. tomba mia !. ...

II.

Quanto m'è grato per la via che mena Sui verdeggianti miei colli vagar, E tranquilla ispirarmi alla serena

Malinconia de' campi, e meditar.

Oh ! come vago allor della natura

L'eterno riso innamorato a.ppar,

La campagna , il ruscello e la verzura

C' invitan dolcemente a contemplar.

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M'è grato su quo' colli andar romita Co'roioi pensieri in mozzo all'erba e a' 1101· ,

E sol dall'aura dcl mattin sogulta Yolgere il passo mio senza timor.

sembra udire indistinta un'armonia Che dolcemente ne favella al cor, l'iel sentiero del bosco all'ombra pia Quando ispira mestizia il d\ ohe muor.

Coll'anima m' innlzo in quoll' istante Provando uu gaudio ohe ridir non so,

E invoco l'augollioo o rolezzante Fiore tlel prato che colà sbocciò.

L quando penso che in una straniera Terra , negletta forse io m<?rirò,

Dal cor· sorgo una voce , e grida al tera : Solo in Italia il miv sepolcro avrò !

III.

Come sogni leggieri e dorati Gli anni primi riveggo fiorenti , Malinconici giorni e beati

.\ voi tornano il core e gli accenti : Come stanca dal vento la rosa

,L'alma mia s'abbandona o riposa

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:\1i ricordo il bel raggio dol sole , La solvetta di mirti e d'allori

Mi ricordo le fertili aiuole

Ove lieti sbocciavano i fiori Che al mattin mi volgevano muto

Come teneri amici un saluto.

E rivedo il mio placido ciclo Splender bello sul verde dcclivo.

Quasi cinto da tremulo velo Veggo il fior che si posa sul rivo •

g la nota d'augello re.mingo

Io d'intendere ancor mi lusingo.

E mandando a quei giorni un sospiro

Dolcemente mi sento rapita,

E non s'o se piangendo deliro Quando mesta mi troYo e romita ....

Di quegli anni membra.odo il sorri~o

I~ la terra per me un paradiso !

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PIANGER CON ME ?

A Marianna.

Tu pianger meco ~ perchà vuoi lo rose

Del tuo leggiadro volto impallidir? Vagheggia col pensicr pii\ liete cose g lascia a me le lacrime e i sospir.

Tu ben lo sai che l'esistenza mia l~ vasta landa ove non cresco un tlor , Sol m'allieta talvolta un'armonia Che arcanamente mi fa velia al cor.

f: l'armonia che flebile e gradita L' itala cetra tua desta por me;

Tocca le corde , e l'anima rapita Un istante d'ebbrezza avrà con te!

Ma tu non pianger : solo il santo amplesso

~li serba della tua dolce amistà, S\ , pii\ di prima ne abbisogno adesso Poicbò perduta ogni speranza ho già !

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A MIA MADRE

U N A li E M O R I A.

(Luglio 186~ ).

~el piccol libro della mia memoria Una pagina v'è gradita e pia , Degli anni lieti della vita mia

Semplice istoria.

Era in quell'ora che in un dolce oblio La mente si raccoglie in santa calma, E nel sentirsi più sincera l'alma

Favella a Dio.

Carezzava la brezza della sera L'erbetta molle da lieve brinata, Mentre sul labbro mi scendea l'usata

Umil preghiera.

Coli' argentato candido suo velo Dissipando l' orror di notte bruna , Dietro al monte vedea sorger la luna ,

Perla del cielo.

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Oh! tlel creato alla beltade, il core Quanta luce e armonia sempre ricevP !

Questo pensiero a tor mi venne un lic' Bacio d'amore.

Di cln le rosee labbra erano, e quale Spirito amico presso me veniva? Era visione d'ombra fuggitiva 1

Portava I' aie l

No, non solea qual angelo leggiadre \li bianche vestir di paradiso, Ma avea il bacio d'un angelo e il sorriso·

Era mia Madre!

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AB TROPPO È VERO I

Senza amor, senza 110 tenero stretto Che risponda a.I gioire, al peruu, Oh chi mal, chi vorrebbe soletto Questo squnllldo mondo slllta.r?

GUEBAROO DAt. Pnso. ( /la Jfon~• ).

,\h ! troppo è vero! chi abitar vorrln

Questo mondo di pianto o ùi ùolor. senza il conforto d'un' anima pia

Che dolcemente ti r ispondo al cori

Beato è quei che d'un affetto puro Legnn gli stami sovra il imo cammin ,

E noll' intimo suo fatto sccuro Arditamente aspetta il suo destin I

~la v'è chi sulla terra, afflitto spirto, Passa come romita ombra invornal ,

Senza coglier nè anemoni nè mirto

~el suo viaggio sulla via mortai.

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E desiando ognor r estrema aurora Come quei che nel duolo assai languì,

China lo sguardo o lacrimando implora Del mesto viver suo l'ultimo d\

Poichè abitare ah no, nessun vorria Questo mondo di pianto e di dolor,

Senza il conforto d'un' anima pia, Senza la speme d'un fedele amor!

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IL GARID.\LDL~O ~IORE~TE .

Episodio del .... Luglio 18GG , 11rcsso Gargnaoo.

Ll\ sotto un tetto povero , Di giovinezza al fiore ,

Giace languente o pallido

Un uom cho soffre o muore;

Dalla mitraglia ha lacera

Quella camicia rossa Che il volontario indossa

Per santo patrio amor.

Chi son le amitto vigili Che ognor gli stanno accanto i \bi! ncppllr vorsan lacrimo ..

Non ha quel duolo il pianto! Per nome ansioso chiamano

Quel moribondo forte ,

Ed alle labbra smorto

Appressano un licor

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Una è !a suora, vergine

Dalla pietosa imago , Che l'occhio ha puro e limpido Qual' onda del suo lago. L'altra è la madre, misera Che inargentato ha il crine , Di vita ogni confine Ell'è presso a varcar.

Le donne mute attonite Veglian l'eroe ferito, Deliro a loro ci volgesi Col guardo omai smarrito;

Mille pensier gli sorgon". Confuso egli ragiona Di guerra un canto intuona Col patrio favellar.

Mentre le palle fi~chiano

Di batterie nemiche E delle case crollano , Le care mura antiche,

Mentre delle Termopili Rinnovasi il valore , Ed ogni figlio in core Giurata ila libertà;

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Oh ! salve Italia allegrati

Vien l'ultima riscossa,

D'un prodo egli è presagio

Dalla camicià rossa ;

Ei muore di vittoria

Colla canzon dc' baldi :

« Evviva Garibaldi

E tutti i so' solùt\ ! io

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A llN PENSÉE DI ~llA MADRE

Sin che ti vidi, o fior lie~ ed altero

Volgerti al sole rilucente in ciol,

~in che ogni d\ ricevesti il leggiero

Racio amoroso d'ogni venticcl,

nel mio core un sol veri:io, oli non potei

Deh ! mi perdona, consacrare a te , PoicM co!la ridente a' pensier miei

Xon puO sposarsi, nè fa senso in me.

Ora pero che sullo stel negletto

<ìià ti vidi piegare ed appassir,

ll'arcana simpatia , di dolce affetto ,

Deh ! la!leia eh' io ti mandi un mio sospir.

'I'n ti volgesti al ciel sereno o altero

Como mi volsi anch'io no' lieti dl,

lo puro ebbi un gentil bacio leggero,

.\fa da quel tempo ogni gioir laniru\.

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Dunque lascia ch'io t'offra il pianto mio C'ol mesto verso eh' io consacro a te ; 11 mio do lor nel tuo destino oblio .... Povero fiore , somigliasti a mc !

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DANTE E BEATRICE

liscia dal tempio la soave e pura

Fanciulletta alla nona ora elci giol'no •

E pareva miracol di natura

Il suo sembiante di boltade adorno,

Qnanù'ei la vide per la prima volt.a :'\cl ~uo candido ve! tutta raccolta.

La nona primavera ornai caduta

Era per la gentil che gli nrse il pdto.

Oh! com~ vaga gli apparisce, e muta

La favella rimane al giovinetto;

E l'attonito ciglio io Ioi s'a1llsa

'fai che l'anima par da lui d i vi~a.

Eran compiuti li nove anni appena

Ila! primo giorno ch'ei r avca mirala.

Quando dinanzi gli torno serena •

l>a due nobili donne accompagnata. E1l inchino la fronw nel pa~sa1·e

.\ lui che gli occhi non osava alzare

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Sol quando s'allontana , ei desioso Con lo sguardo la segue e la rimira; Un'intima dolcezza, un amoroso Palpito il muove, e tacito sospira; g gi~ per essa il giovine poeta Volge la mente a gloriosa meta.

Da quali' istante l'anima rapita In lei trovo l'amore e la speranza ; Un alito sent\ di nuova vita Che gli diede l'ardire e la costanza Di sostenere con immoto ciglio Della sorte gli oltraggi e il duro esigi io.

E consacrato a lei l'ingegno e il core La virtò n'eterno nel suo gran verso; rspirato dal genio dell'amore Manifesta la fece all'universo ; E dalla gente ria per lei diviso ,\ll'altezza sai\ del paradiso.

14 Maggio 1865.

12

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VENEZIA A FIRENZE

In mezzo ai fiori, ai carmi ed alla gente Venuta a festeggiare il tuo Poeta, O mia Firenze , una voce morente L'eco allegra dell'Arno ti ripeta ; l~ la sorella tua mesta o dolente Montro tu esulti incoronata o lieta!

s to sconsolata sulla mia laguna Come una vedovella in vesto bruna , g al cielo alzando il pallido sembiante

Mando oggi atnitta un pio saluto a Da1tfe ,

Chè s'egli fosse in vita, in vesto nera

Non mi possederia gonte straniera!

11 Maggio 1865

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BEATRICE.

(Dalla Vita Nuo1a ).

Il vostro salutar non mi negate O creatura di virt~ regina , Che quando veggo che per via passate Una dolcezza in me sento divina, E l'anima d'amore m'infiammate Come un raggio di stella mattutina.

E se ogni speme dal mio cor togliete Piangere sconsolato mi vedrete , Ed in solinga parte mestamente Andrò partito da tutta la gente; Ma l'ultimo sospir dell'infelice Sarà per la sua dolce Beatrice !

14 Maggio 1885.

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PER L'ALBUM DI ~!ARIANNA·

Pari ad un fior che languido Sovra il tuo sen posasti , E poi fra occulte pagine Negletto ritrovasti ,

Pari ad un suono flebile In un concento uilito , E che alla tua memoria Ritorna nn dl gradito;

Allorchè t'empie l'anima

D'affetto almo desio, Allora , oh risovvengati Almen del nome mio !

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IL PRDIO AMORE

lo lo conobbi nell'età primiera li giovinetto che m'accese il cor; Tanto l'amai, che mio pensier sol era

Di partire con lui speme o dolor.

Oh ! come mi parea bello e gentile Quando vér me il vedea muovere il pil· . E il suo parlare a un'armonia sim\le

Promessa eterna mi parea di fè.

Como ora bella la sua chioma bruna Carezzata dal mite venticel , Allorquando splemlea vaga la luna Come candida gemma in mozzo al ciel !

O giovinetto, la tua ricordanza Sl dolce parmi che m·a~·h·a il cor,

Or cbe l'ultima mia mesta speranza

Come un raggio di sol celasi e muor !

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A. MIA SORELLA.

Allorchè in dolce volnttà rapita Il ciel vagheggio che la calma inspira • Confrontando la tua con la mia vita , Se il mio labbro sorride il cor s'adira.

Non è l'invidia che nel seno mio Bassamente si mesce ad ogni affetto , Ma una mestizia , un tacito desio , Un pensiero signor dell' intelletto.

A te verrà dati' azzurra marina, Il profumo gentil che l'onda esala , Ed il creato un'armonia divina Del venticel ti manderà sull'ala.

Avrai l'amplesso di colui che t'ama E il santo nome ti darà di sposa : Vanne, tutto al piacere oggi ti chiama , Nella tua festa l'alma mia riposa.

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E la VGCe d'amore anch'io vorrei Unir giuliva al tuo soave acconto , Ma tutti dileguaro i sogni miei,

E ogai nota per me suona lamento.

Tu non avesti di tua vita al flore

Chi fè ti promettea... poscia ne rise , Nè mirasti appassite e senza odore Le prime rose sullo stol reciso.

:\le tolga il cielo che le mio vicende Spargan di qualche amaro i sensi tuoi; Esser dei lieta, fausto il sol ti splentle N è ti fu sogno il desiderio o il poi !

lo sulla terra, sl, prima di sera

Poi triste calle che il destin mi diede , Andrò come romita ombra leggiera Che per oscura valle affretta il piode !

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NON M'AMI PIÙ !

Più non mi sembra il ciel tanto sereno E sorge il sol come funerea faco , Il natio colle non m'appare ameno N~ più ritrovo la campestre pace.

Della squilla i rintocchi in sulla sera Parmi più lenti nel villaggio udir, E tornando all'usata umil preghiera

Sento che si risolve in un sospir.

E pure in un sospiro a me d'accanto

Parmi l'eco morir dolente e pio, Sempre anch'esso risponde al mio compianto Quando invoco mia Madre, invoco lddio.

Ma il tuo nome 1'110 già dimenticato, Non lo ripete l'eco mai quaggiù .... Fra le meste memorie del passato

Ho scritto qut!lla che non m'ami pi?ì !

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ALLORA ED OGGI.

A mia Madre.

Deh ! perchè quando tolta in man la lira Tocco lo corde e trarre un suon vorrei , Seco si porta l'aura che sospira

I carmi miei 1

Ed una mosta voce mi sussurra: Oh ! porchè vuoi cantar speranza e amore , S'hai, mentre guardi nella volta azzurra.

La morte in core f

li core è mesto sl , ma sol desio , S'altro dato non m'è, cantaro il pianto In ricordo di lei che il verso mio

Amato ba tanto.

l' n cl\ un raggio di sole, un fior del prato,

L'onda del maro , una stella cadente , Parlavano un linguaggio immacolato

Alla mia mente;

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18G

E allor tutta d'amor l'alma rapita Non sciogliea carmi di sapienza pieni , Ma apparian nel riflesso di mia vita

Puri e sereni.

Ora tutto cangiò, svanite sono Le imagini soavi del pensiero , E sul mio labbro ogni pill lieto suono

Non è sincero.

Ab ! perchà non poss' io semplice e pia L'avvenire mirar di rose ordito? Perchè l'alma non erra al par di pria

Per l'infinito 1

Qual rondinella inferma, che lo stuolo Vede partir por cognite contrade, Che spiegare vorria libero il volo

E a terra cade ;

Tal quando nel mio san nuovo vigore

Diffonde un raggio di luce soave , Sento ogni ambe.scia al travagliato core

Fatta ~en grave.

E lungi col pensiero andar vorrei Togliendo in man la confidente lira, Ah ! no ...... soco si porta i carmi miei

L'aura che spira !

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VI\'I FELICE !

Go , go , dcceiver, go , SOmo d&y, perh&ps, thou'lt 'vakeu From plcasuro's droam to know Tho grlcf of hearts forsakcn ! ...

Tuoaus MOORll

Vivi felice ! Deh ignorar tu possa Tutta l'angoscia del mio core affranto ,

Nè mai l'alma commossa

Turbata sia da doloroso pianto. Vivi felico ! Nella tua dimora

Regni la pace ognora , E lungamente sul tuo labbro resti Il sorriso che a me toglier sapesti.

Tu imaginar non puoi quali esultanze Svegliate avei nel fervido pensiero , E di quante speranze Per te pieno vedeva il mondo in toro! Giurai per te di lasciar le dorate Sale di fiori ornate , E sino il confidente mio liuto

Che darti non potea degno saluto.

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P.erckè chiudesti a tanto affetto il core, g i dolci accenti tuoi non ml ripeti 1

nel mio, pitl sacro amore Chi offrir ti puote , e chi giorni pii\ lieti ?

Forse un tempo verrà quando saprai Come e quanto t'amai , E della gente lusinghiera stanco Fida compagna m; vorresti al fianco.

Le brune figlie del tuo suo\ natio Pill d'una ti faran cara promessa, Ma non come nel mio , Vedrai la fè nel loro sguardo espressa, R forse un dl nel sogno il più dorato Tu sarai risvegliato , E allor comprenderai se amaro sia r; affetto profanar per chi t' obi\ a !

Tu sii felice! ma quando pill vive Ti sien le rimembranze o liete o meste, Lascia le patrie rive Le sa vanne e le vergini foreste; Torna .... vedrai eh' è questo core amante

Afllitto ma costante , E udrai dal labbro, qual ultimo suono, La più soave voce del perdono !

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189.

Dormi o bella infelice! a to la vita Ogni suo fior negò !

Tu sei povera rosa illanguidita

Che sullo stel piegò.

Se sacro dritto all'amor tuo mi presta

Il calice del duo! , Oh! l'ho libato io puro , e non mi resta

Che il pianto .... il pianto sol !

Vittima santa ! tu lo sdegno ignori Che ferve in seno a me ,

Ma se sventura impreco ai traditori Odo venir da te ,

Una voce gentil che di perdono Favellando mi va,

E ali' inquieta alma mia rende quel suono Pace e serenità.

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Allorchè penso a tante stelle spente Nel cielo dell'amor,

Alla memoria mia torni sovonte E piango il tuo fulgor;

Il tuo fulgor che tanto bello un giorno Mostrossi indi sparl ,

Come il giglio di cui I' al taro adorno Sol per un breve dl ! ..

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MARIA-ELISA

Tu sei la rosa del nativo albergo , E per chiamarti un angolo d'amor , Se lali bianche ti mancano al tergo , Pur degli angeli bai tu le forme e il coi.,

Allorcbè dormi fra lieta e pensosa

La giovin madre vicina ti stà Guardando il suo tesor che si riposa In una calma che pari non ba.

g lacrima .. . . ma pianto è di dolcezza, È una preghiera che inalza per te , E al destarti ti culla e ti carezza Riconfortata da novella fè.

Nanna nanna amor mio; la mamma ha :steso Sul tuo volto sereno un bianco Tel, E la canzone flebile ba ripreso •...

Sogna i suoi baci , gli angioletti e il ci<'l !

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AD AURORA

Tu !unge sei da me, mai non ascolto Gli accenti tuoi nel favellar natio , Nè sulle rose del tuo giovln volto Giammai si riposo lo sguardo mio.

Non ti conosco, e t'amo; a mo ti pinse Opra perfetta chi di te narrò , E per tal modo il suo parlar mi vinse , Che a te sovente il mio pensier torno.

Ti so d'inclita mente, alto intelletto, Di nobil cor che ogni \l'irtudo aduna

So che l'angelo sei del patrio tetto , O bruna figlia della tua laguna !

I.ascia dunque eh' io t'ami, evvi una lieve Fra noi corrispondenza, oh credi a me ; Xè la mite alma tua cr ucciar si deve

Se troppo ardisco in simigliarmi a te.

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L : l'are doti che ti fan sl bella

!'regio od ammiro, ma pur troppo 10 ~ento

Che so un istante ti chiamai sorella

C"n audaco pensier tra.d\ l'accento ;

Sol parì a te nell'albergo natio

i.· angelo de'miei cari io detta son;

Lo merito 1 non so ... . ma nel cor mio Scende soave di quel nome il suon!

Forse la sua dolcezza a me ricorda

l'n dl sereno che non puo tornal'c; I~ qual d'una negletta arpa la corda

nome e poi canta se la fai vibra1•c.

Cosi la rimembranza del passalo

Nel mio seno ridesta amore e duol.. ••

Oh! ma perchè col pianto mio turbato

Ilo il vivo lume del tuo chiaro sol f

Pur se dritto m' imparte il dolce affetto Ch'io per te provo e che ~l ben t'O noto,

Lascia o gentil che dal commosso petto

sincero emerga un desiderio e un voto.

e roso in fior nel calle della vita

Intrecciar non potrai sempre quaggii1,

Umen la madre non ti sia rapita,

'\hi ! r.rudo ..... troppo non nve1·1n p1 1 '

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HH

CAHl.OT'rA E 31ASSIMll.IAl\O

Chi è costei che le lunghe ore dcl giorno

Passa in silenzio alla finestra assi~a? Contemplar sembra la campagna intorno

E non la vede .... , ma col guardo flsa

I n punto lontanissimo e remoto , lnvb:iibile a tutti, a lei ben noto

Chi l! costei che i giardini e il vasto parco

\a come un'ombra tra<;correndo sola?

se del chiuso recinto è aperto il varco

Dal sno castello rapida s'invola,

Corre .... , ma poscia a ogni albero s'arresta

Per mormorare una parola mesta.

Il b<~lgo contadino in cui s'avvicnc

lmile la saluta e la rimira;

La villanella che dal campo viene

Hisponde al suo sorriso, indi SO!!pi1 a ;

E qua<1i fosse della sua famiglia

~clama dolente ognun : Povera figlia!

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E la Oglia ìJ d'un re; quel fronte altero

Di due corone il peso ha sostenuto;

J>cr brevi giorni quella d'un impero ,

Poi quella del dolor possente o muto ;

Ed ora Iddio che le sue preci accolse

ogni ricordo per pietà le tol~c 1

'Nella calma del pallidi> suo viso D'un' nitra dolce imaginc è il rill<'!<SO, E col :;uo mite immemore i>orri~o , Che a quegli che obli:'.\r solo è concesso ,

Torna alle nostre menti contristate

La creazione del Britanno vate;

E nuova Ofelia, ella pure intrecciando L'orba del prato e i fiori alle sue chiome ,

\a senza meta e senza guida errando .

Forse a sìJ stessa ripetendo un nome ; Jliome che pria d'encomio ha risuonato ......

Poi di libero sangue ahi s'è macchiato !

Oh! porchè mosse a una straniera gente Il giogo a impor, lo sconsigliato Sire ?

LI\ dove pari al sol puro od ardente

~i conservò del patrio amor l'ardire '

Dove noli' europeo sangue giurato Pu vendicar di )lontezuma il fato!

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1D6

r:: se a scusarlo v'è chi dir desia

Ch'ei là bramò la civilhvle eletta,

Risponderò: Non fu missione pia,

1;: incivilito assai chi si rispetta;

Chi vive e muore pel suo dritto: Invece

Per ambizione usurpator si fece.

o passione fatai , brama funesta

Cui sacrificio fa l' nomo di tutto ,

Dopo il tuo sogno d' Or cosa ne resta ?

l>ove ne meni 1 alla sventura al lutto !

Fai d'un nobile cor tiranno ignavo,

E (l'un libero popolo uno schiavo.

Oh s1 , meglio saria che nel fu1'ore

I>' una battaglia egli fosso catluto,

\la pur se al mondo un esempio maggiore

Nel suo decreto il ciel dare ba voluto ,

La palla fu del messicano suolo

Vendicatrice no, ma giusta ~olo .

Fol'se obliò quel prence sventurato,

Ch'altri prima di lai , più grandi e forli , llau co11 la vita il conquistar pagato.

I ·11 poi ferro di Bruto andò fra i morti ,

! ' n captivo languì sovr'crmo scoglio ...

\ ittiruc iiol del cieco um:<no orgoglio'

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.Ma perchè tanto ragionar di quelli Che sovra il rron te un Rerto d' tir port;\1 o ?

V'è pit'\ nobil pensier; non si favelli Ui Sant' Elena più nè Queretaro '

E resti sol nel libro della Storia Di questi tristi nomi una memoria.

Ed altri nomi ricercando andiamo Ch'ebbero sol domestici compianti, E mille valorosi ricordiamo Martiri oscuri , non pero men santi. Dormito, un d\ vendetta anete o vo.

D'Italia, Candia e di Polonia eroi!

Pur quei che di Carlotta o parli o scriva

Troppo severo giudice non sia , Misera tanto ell'è, di tutto priva! Ma se rancor nutrisse tuttavia , Yegga una volta quel pallido vi~o .. .. Disarmato sarà dal suo sorriso.

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V.

ALLA l\llA Al.\llCA

ELVIRA SPANNOCCHIA

BAl.LJl.Tll.

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GISELDA , cm A~n ?

Udite il rintocco dell'Ave Maria Scendete dal monte coll'aura d'aprii:

fanciulle vezzose , prendete la via Che mena la greggia dnl prato all'ovil.

rornate al paterno ricetto ridenti , Gli date un saluto con teneri accenti •

l'oi segga in silenzio chi vuole ascoltar

La semplice istoria che prendo a narrar .

\dorna di veizi più car i al Signore Cresceva Giselda fra mille virtù ,

Cortese avca r alma , pietoso avea '1 core E crudo m'è a dire ch'ella or non ~ pitì.

\ i ve va qual fiore d'olezzo o d'incanto.

Scioglie' a la voce qual angelo al canto: Dappresso a sua madre !<apeva tilar ,

o· lddio nella casa sapeva pregar.

\ chi lo chiedeva « Giselda chi ami? » Risponder soleva :· « Gli augelli ed i llor ;

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Sono anche legata da teneri stami

Con dolci compagne sorelle d'Amor. ~on care le figlie di questo villaggio

Lor brilla negli occhi d'affetto un bel raggio. lln raggio che splende sul pio casolar

Siccomo una stella nel torso del mar •·

\la quell'esistenza di rose tessuta Per breve stagione soltanto duro,

Cito un dl mentre stava filando seduta

Un bel cavaliere vicin lo passò. Egli era straniero , cingeva una spada ,

Le chiese volesse mostrargli la strada , E mentre esitava: « Che cosa sai far i »

I,e disse; - e Giselda: « Filaro o pregar •·

Ed egli soggiunse : e S\ picciolo mani Per ruvida canapa Iddio non creo !

\'icn meco , paesi ridenti e lontani

In mezzo a' piaceri mostrarti, sapro. \'edrai le cittadi di popolo pieno,

Ooh ! lascia dei monti lo rustiche pene , Lo dita ti voglio di gemme fregiar

son troppo leggiadro , non donno lllar •·

r; incauta fu vinta ; l' impura fhvolla Qual nota soave !monaro all'ud\;

« l>omnni ali' alb6re , rispose la bella, Tornate o cortese , v' aspotterO qui,

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\voto ragione , lo veggo , mi spiace

Dei campi l'usata monotona pace; \ 1 voglio seguire per terra e per mar ,

\ iviamo soltanto per ridere e amar? »

A chi lo chiedeva: « Giselda, chi ami I ,.

Quel giorno rispose: « La danza e il pia•1c1 •

Saloni clorati , smanigli e ricami, .\ntichi castelli , focosi destricr »;

~ poi ~oggiungeva chinando lo sguardo : « Un giovin signore cortese e gaglhmlo ,

r.ho in splendidi luoghi mi vuole menar , Nb più queste dita doV!'anno lllar ».

Corcanclo la gioia l'ignara fanciulla

Il patrio suo tetto lasciava cosl , I monti ridenti dov'ebbe la culla,

Città popolate cercando fuggl ; :\la giunta nel mezzo d'incognita gente

Nessun fu che ad essa volgosso la mente ; Piangendo diceva : « Non so cosa far ,

Fra questo tumulto non posso pregar •.

J,'umllo lasciando sua semplice vostc Oi veli trapunti si volle coprii• ;

.\fa l'oro dol giorno sembravalo meste, Dal seno anelante fuggiate un sospir ....

Perch~ quell'eterna promessa 1.l'affotto

Un giogo sembrava al bel giovinetto;

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Qnanù' olla ùiceagli : « Non sai cos' b amar » ,

Risponder soleva: « Hitorna a filar :.

C. ia spira ne' boschi d'aprilo la brezza , Qunncl' ceco intrecciando ghirlande cli lior,

In riva al rusceno , d'arcana bellezza S'appressa una donna, parlando d'amor.

Dei monti ripete l'allegra canzone, Che nel disinganno pordè la ragione;

Sorride siccome volesse scherzar , Poi stanca nell'onda si getta.. e cli1'par'

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1.\ SEREt..\1'A IN ISPAGN,\

:-:alvu o gentil dimo1·a, Ol lei che m' innamora ! Vo'darti col liuto Un umile saluto, Or che la luna in ciel

Spiega l'argenteo vcl.

~., amore non ripuch

Il tno balcon dhchiudi , Mostrati o dolce stella Con la tua luce bella;

Dcl mesto pellegl'in

Hisplendi in sul r.nmmin.

Salve o gentil ostello Suspir del mcnc~trcllo , ('oJI' umile liuto

Yo'darti un pio saluto, Cantan1lo starò qul

Sin che non riede il <11 !

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IL MONTANIXO

Madre mia , suonata è lora

Cb' io ti debbo abbandonar,

Oh ! però tu tremi ancora

E ti veggo lacrimar!. ...

g destin di noi tapini I congiunti di lasciar ,

Tutti i mesti montanini Yanno lungi a lavorar.

l\ta costante col pensiero

A'miei cari volerò,

All'affetto cho primiero

Entro il cor mi faveJI().

Madre mia quando compito

Il dover Jaggiu!;O avrò ,

All'albergo mio romito

Lietamente torner().

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LA TRADITA

Sol evi dirmi ch'ero buona o bella, Cile santo avevo il cor,

Ciie d'ogni desiderio ero la stoll n Nol cielo tuo d'amor

~enza di me dicevi che la vita

Mesta come un sospil'

Ti scorreria nel tedio illanguidita ;

l\fa pure se morir

llinnanzi agli occhi miei ti fo~i;e dato Nell'ultimo tuo dl,

oh ! ti saresti allor detto bonto

Spirando almen cosl.

Ma l'ali tue ghiacciate il diRingauno

Distese sul mio cor ,

01·a nel mondo è per me tutt' aflan111>

!\on v'è più speme e amol'.

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Stl un'altra nelle sue dolci catene

Prigione ora ti tien ,

Pen~a che un giorno ad obliar le pene \enivi in sul mio sen.

H1co1·dut1 cbe un angelo adorato

'l'u mi chiamavi un d\, ' Chieder solei s' io t'avrei sempre amato,

gd io dicea di s\.

::\on dirle che dsplenùe come il $ole ,

Non darle la tua fé,

Non ripetere a lei quelle parole

Che dir ~olevi a me!

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L'ANGIOLO E IL FANCIULLO

Fanciullo.

Rell'angelo del ciel, d'amore e luce Su me chinate i vostri dolci ra1 ,

Nella strada mortai siatemi Duce ,

Ual fianco mio non vi partite mai

In mo accendete una celeste tlamma

Ondo mi volga a Oio con vero affetto .

Fate eh' io sia migliore, o <lalla mamm.'\

E tla'congiunti miei sia benc<letto.

Ch' 10 sia pietoso con il poverello

Seco partendo il pane <lei Signore .

E cho il nemico mio chiami fratello

Porgendogli la man senza rancore

Be\l'angiolo del ciel, la mia preghiem

Sebbene umile sia non distlcgnatc ,

!<'ate eh' io scelga la diritta o vera

:;traila , che mena all'animo beate!

\ I

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Angiolo.

O fanciullo , se vuoi eh' io su te vegli ,

La via che mena alla montagna scegli , IJeb ! guarda l'altra come piana appa1•e Quasi a seguirla volesse invitare.

<;parsa è di ,·aghe rose imbalc:amate ~u cui si poc:an farrane dorate ,

.Ma dietro a quei bei fiori , a quelle fronde . Innocente, non sai ciò che s'asconde

\hi ! quanta gente sconsigliata o audace In questo bel sentier porse la paco, nane bugiarde roso ahi~ sempre punta

Sin che al misero fine ella sia giunta.

Scegli; quest'altra via che vedi stretta,

Oi spine ingombra appar sino alla vetta, Ma la croce s' inalza in sull'altura Illuminata da una luce pura.

Srogli ; ecco il simbol della fede e il riso flell'aniroe che Yanno al paradiso; Ove tu pure andrai fanciullo mio ~e il l'lentier sesruirai che mena a Dio

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E là vedrai le giovinette buone Che d'anemoni intrecciano corone, E là udirai sull'arpa d'oro un suono Che sembra dire : Amor, fede e perdono

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LA ZL"'GAIU.

Dopo aw guard31a la mano d'un giolanc.

( lmprovvlsatn ).

Oh! Dio! quai segni!. - Lascia che ancora

La mano esamini - che porgi a me... .

Huarda, il mio volto - già si scolora ...

Ahi ! tremo tutta - vacilla il piè !

Veggo .... hai tradita - la giovinetta Che t' a vca dato - fidente il cor ; Ella et'a pura - come angioletta

E in ogni accento - spirava amor.

Perchè quel fuoco - che vien da Dio

Col disinganno - gh\ spento hai tu !

Perchb la misera - poni in oblio

Nb a lei d'accanto - ritorni più?

<;iammai la pace - trovar potrai

La dolce pace - cbo manda il ciel ,

Nù sotto un tetto - riposerai

La stanca testa - sia caldo o gel.

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E senza amore - senza un amico Che a te sorrida - nei mesti dl

Andrai poi mondo - solo e mendico , Errante e povero - sempre cost ...

Pur, so la vita - vuoi trar contento

So vuoi la speme - che avviva il cor , A lei ritorna .... - del tradimento

Oeh ! le cancella tutto l'orror.

Torna alla mesta - tua giovinetta

Soavi accenti - vanne a implorar;

Oh ! della donna - l'anima eletta

Soropre pietosa - sa perdonar!

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NOTRE DUIE DES BOI S. ~

Preghiera d'una fanciulla.

Dal folto bosco la preghiera mia Giunga nel cielo a Te

Nella tua gloria, o Vergine Maria. Abbi pieta. di me.

In sen di questo cristallino fontu Fra il profumo de' fior,

E coronata d'edera del monte L'imagin tua d'amor

In questa solitudine profonda Sospira il venticel

g sposa il mesto mormorio dell'onda Al canto dell'auge!.

• Da una vignetta del Genio dcl Cristianesimo , di Cbllteanbrìaod

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Sorge la luna e quasi fos!'e gìorno Illumina il terren ,

E fa con i suoi raggi a Te d' intorno Aureola al fronte e al san.

O Vorgin santa la mia prece ascolta. Imago in ermo altar;

Vergine, il sai non è la pl'ima volta Che vengoti a pregar.

Il sai che tante fanciullette liete Un giorno , al par di me ,

Ora dolenti parole segrete Vengono a dire a Te.

Da un vago giovinetto accompagnala

Solea venir io qui, l\fa la scena ridente ora è cangiata

Da quei felici dl.

Divotamente genuflessi insieme Pareaci l'avvenir,

Un sentiero di rose ove la speme Precorre ogni desir.

Ma un dl la sqttilla che chiamava all'armi Tremenda risuono ;

Ei volle per la patria abbandonarmi Nè a me piìl ritorno.

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Di sconsolati affetti or la tempesta Rugge sovra di me ,

E misera nel mondo non mi resta Che di prostrarmi a Te.

Vergine benedetta, che per prov~ Sai cosa sia lamor ,

Se ogni sera venire a te mi giova

Fammi una grazia ancor ;

Qui dove il fiore un nuovo olezzo eiiala Ritorni il mio ferlel,

E presso te con leggerlssim'ala Seco mi porti in ciel !

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IL CA~TO DELLA ZINGARA.

Manoelita.

Io son la farfalletta che si bea De' prati in mezzo agli olezzanti fior.

Cangio sompre desir, cangio d'idea

E la mia vita è un'estasi d'amor

li passato non curo e la dimane ,

L'ora presente do tutta al piacer .

Le mio parole son parole vane

E ad ogn' istante cangio i miei poM1cr.

Figlia do'monti e dell'ardente sole

Cantando mo ne vo senza un sosp1r .

Danzo il bolèro al suon delle mandl'lle

E nella mano leggo l'avvenir.

Io «on la farfalletta del mattino

Che vola in mezzo agli olezzanti llor.

Amico sempre mi sax•à il destino

Che la vita è un'estasi d'amor

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IN UN ISTANTE!

Ell' era lieta - ma in un ista1ite Divenne pallido - quel pio sembiante, Ogni allegrezza - della sua vita Iti un istante - le fu rapita, g un vuoto immenso - nel mezze al cor Successe all'estasi di dolco amor.

l 'n bel mattino - quando l'aurora Co' chiari raggi - la terra indora .

Abbandonare - l'amato tetto

Vide il fedele - suo giovinetto. Di guerra il grido - s'è fatto udir Ond' ei coscritto deve partir.

Mesta una sera - nell'erma stanza Le tolser lultima - cara sporanza; A vea la madre - che amava tanto .\la la portarono - nel Camposanto ... Le vide il ciglio - sparso d'un vcl Allorchè l'anima - volava al ciel.

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~ da quel giorno - straniera al mondo Cela il segreto - duolo profondo ; Chi la carezza~ - chi la conforta , Egli è lontano - la madre è morta .. Un vuoto immenso - lo strugge il co1 In un istante - tutto è dolor !

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220

I.

STRADELLA.

Stradella eanla d'amore nlla sua Dam:i.

Oiletta mia, sci bella come il giorno

Quando dorato dal!' oriente nasce,

Mi volan ratte l' ore a te d'intorno

Dimenticar mi fai pene ed ambascc,

Ed il segreto del mio cor ti svelo Come all'nngiolo mio sceso dal cielo.

,\ te vicino l'avvenir s'abbella

Come un sogno di speme desiato ,

Vieni con me dove lamor t'appella

Ed il vivere mio rendi beato,

Vieni diletta. mia con quei che t'ama

Di Stradclhi l'affetto ornai ti chiama

Yieni che il ciclo del tuo suol natio

Più lietamente contemplar potrai ,

E salirà la mia preghiera a Dio

Che abbandonare Ei non ci possa mai , E quando sarai mesta , dal mio petto

uscirà sempre una canzon d'affetto.

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lilli dnlla veneta laguna

Bacia amoroso il flutto inargentato ,

Nella segreta gondoletta bruna

Scendi senza tremare a mo da lato .. E r avvenire sfiderò , soltanto

La mia diletta possedendo e il canto !

II.

Preghiera di Stradella.

l'ietade di quest'anima

Pietà di me Signore ,

A Te mia prece elevasi

Come l'odor d'un llore;

::5ignor per queste lacrime

Abbi di me pietade

Fa' che mi guidi un angiolo

Sino alle tue contrade.

Oh ! non dannare il misero

Nel fuoco del dolore;

Pietade di quest'anima

Pietà di me Signore !

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222

m.

S1radcl13 disarma i Bmi rol moto.

Odi, è Stradella cbe leva un canto; - Chiede l'aiuto di qualche santo, -. Fa bene a chiederlo, ma questa volta, Faccio scommessa cho non l'ascolta.

- Qua. fra lo tonebre stiamo appostati Pronti ad ucciderlo quand'egli vien ; Ora i suoi giorni saran troncati Con un puguale nel mezzo al sen - .

Cosl due bravi dicean ridendo, Colà mandati pel fine orrendo , E sotto al brun manto! celate stringean l'infami armi comprate .

.\ta intesa dopo, la preco santa Di que' ribaldi commosse il cor , E mormorarono : Stradella canta, Quella preghiera ripeti ancor.

\ Ila tua nuova dolce armonla L'animo nostro pcrtln 's•apria; Canta Stradella, la tua canzone Farebbo docile sino un leone.

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E via gettando quell' arme vile Che lo doveva colpir in cor, A lui si prostrano con atto umile Con lui ripetono : Pietà Signor !

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224

CANZONE AFFRICANA

Dormì o figlio del sol, sui miei ginocchi

normi , non ti destar ;

lla1 come stelle rilucenti gli occhi .

ro _per te vo' cantar!

Dormi che figlio sei di queste f!OI ve !

Ti culli il lieve $Uon ,

:\lentrc il selvaggio grido delle bel\·e

Si sposa alla canzon.

Duopo non è che ali' avvenir tu pensi .

Sarai libero ognor ; Hni qual leone i tuoi deserti imrncn-:i

E l'arco feritor.

Col ventaglio di piume dolcemente

L'aura fo mite a te ....

Dormi o figlio del sol placidamente ,

Il giorno ancor non è !

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ORA È SOL.\ !

J•:ra semplice , era pura, Il suo Dio sentia nel cor,

g il vedea nella natura Che saluta il primo albor .

.!\la s1 bella, sl gentile , Troppo presto in un sospir ,

Della vita al dolce aprile,

Le sue guance si stlorlr.

<Jra è sola , ora è negletta , Il gioir per lei svanl ,

Più contento non aspetta Che le arrida ai mosti dl '.

1"uor che al salcio che riposa Solla pietra d'un avei

\ ive ignota; a tut.ti ascosa,

Piange sola col ruscel .

la

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226

Alla squilla della sera S'inginocchia ad un altar,

E una tacita preghiera

Stà devota a mormorar.

Mesta a pari dell'augcllo Che allorquando muore.il dl,

Chiede invano al venticello La compagna che smarr\ ,

Quella pia chiama dolente La sua Madre che volo

Alla sfera più lucente .... E deserta la lascio !

Ma verrà quel cll che lieta Farfalletta diverrà.

La mestizia sua segreta

Nella gioia cangierà.

Dalla terra dolorosa Spiegherà l'ali al Signor ,

Diverrà perenne rosa Dove sono eterni i llor !

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L' ADDIO DEL MARINARO.

A Lisila Spcnce.

Addio mia patria! Addio sacro terreno! Addio limpido ciel !

Cna nubo non v'è che il tuo sereno

Turbi d'oscuro vel.

Alli ! lungi, là dove su ignoti scogli

L'onda si frange ognor , O voce malinconica, deh sciogli

Il canto dell'amor;

E giunga la canzone a chi sovente Guarda pel vasto mar

so una vola agitata dolcemente Sull'orizzonte appar.

Addio terra nativa! ahi! questa ò l'ora Ch' io lungi vo da te;

Addio gentile che a me pensi ognora

E so!lpiri per me I

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Una medaglia ov'è sculta :\tnria Fra noi divisa stà,

Metà ne porta al collo suo la pia , Ed io l'altra metà.

Oh ! forse un dl potrò tornare invano L' imagine a invocar,

E dovrò forse sotto ali' occ!\no Tranquillo riposar ....

In quel giorno, colei elle m'amò tanto,

Che il suo pensier mi diè , Bagnerà la medaglia del suo pianto

g pregherà per me !

.\1a memhrando la nota dell'amore Che sculta in cor lo fu ,

lnrnno chieder:\ dcl !'UO cantore Che non ritorna più !

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UN FIORE DI NAPOLI.

,\ llaria dei Marchesi lmperialr.

Ell'era bella come un viola Al primo sole del mattin sbocciata, « l\Ia ognor piangeva cho dormiva sola : ora dormo coi morti accompngnn.ta ...

Qual tlorellino dal turbino infranto

China sul petto la pallida tosta, Ahi! niun versa per lei tenero pianto

Chè sulla terra nessun più. lo resta !

Coperta dalle sue lucenti chiome Un romito sepolcro avrà la pia, g sulla pietra sarà scritto un nomo Cho giammai l'eco ripetuto ha pria.

Ell' era bella come una viola Al primo sole del mattin sbocciata;

« Piangeva sempre chè dormiva sola .

ora dorme coi morti accompagnata "·

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tNA FANCIULLA , LO SPIRITO DEL ~IALE , UN ANGIOLO

L:i Fanciulla.

Oh! come sconsolata la mia vita Senza speme trascorro e senza affetto !

Come povera rosa illanguidita Sovra un sentiero squallido e negletto , Vodrò sfiorir la bella gioventù Che brilla un giorno o non ritorna più !

Lo Spi rito dcl malr.

Sl giovinetta, tu cbe sci s\ bella

Che sia teco pietoso il fato morti, Ma sovra te non ride amica stella , E non t'offrono mai splondiùi serti Per le tue chiorue inanollatc , i /lor , Nè le sue gemme mai d6nati amor!

Doh ! guarda come l'altro fanciullette Vivono in mezzo ai canti e all'allegrla, Sognando ognor mille cose ùilutto

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D'ogni dolcezza nella lieta via: A nuove danze muovon sempre il pili ... .

CM nel mondo è il gioir , ma non per te.

La Fanciulla.

Qual voce giunge a me 1 d' an6iolo ignoto ,

Questa mi sembra la favella arcana;

Il vero ei dice , e sento in core un moto

Siccome di potenza sovrumana .... Ma dimmi, o spirto, non dovrò gioir

Un giorno, un giorno sol pria di morir ?

Lo Spirito dcl male.

No, se non cedi a me. Per te l'aurora

Fra l'addensate nuvole si cela;

Quanto la vita de'mortali inflora

L'avverso tuo destin non ti disvela.

~ta vuoi l'ebbrezza, l'estasi, il piacer! Ridi di tutto o segui il mio !'lcnticr.

L'Angiolo.

Non dare ascolto a quella voce ria

Che dubitando a sè ti tiene intesa ;

Di virtù passa per la casta vin,

Torna.i tosto , se linversa hai presa.

O giovinetta, o figlia del Signor,

Essere devi di virtude il fior.

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Lo Spirito del male.

\ mo credere déi fanciulla bella , Obbedire déi solo al mio comando ; Con migllor corso e con miglioro stella • Prendi il cammino eh' io ti vò mostrando · Chè so mi stai cortese ad ascoltar, Ogni tua pena ti farò scordar.

L'Angiolo.

Fuggi , deh ! fuggi il suo maligno detto

g pensa solo alla tua madre mesta , Oh ! fa' che consolato e benedetto Le sia 'l tempo che vola e non s'arresta, Onde dir possa la pietosa a te : Dcl conforto tu sei l' angiolo a me.

La Faodulla.

O Spirito che alberghi in Paradiso , Al tuo splendore tutta io mi rivolgo ; \'odi , già torna sul mio labbro il riso R i fior d'amore che tu m'olfri io colgo ,

Possa il tuo detto che non ha l'egual Cacciar da me lo Spirito dol mal !

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S .\F F O

;\li <!ili il ciel la pupilla onùe mirare La tua gentil beltà,

:\li diede il core onde poterti amare Con sacra fedeltà;

l\la che val mai per te cotanto alletto?

Non curi il mio sospir ;

.\(l altre volgi ogni cortese dett.-0 E nulla a me sai dir !

Del riso tuo la voluttade arcana niammai potrò gustar;

\'a' 1lunque nell'oblio speranza vana \'a' dunque a dileguar.

t.e prime volte eh' io ti vidi, il core

Dimenticava il duol , :\t'allegrai come illanguidito fiore

\ llor che sorge il sol

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23-1

Ma se non calEi a te di tanto alletto ,

S'è vano il mio sospir, Se l'umil canto fia da te negletto,

Ne pera il sovvenir !

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IL BARDO.

A •'rancesca Parr.

I.

li trovatore io sono Che di te parla ognor ,

La notte e il giorno intuono

Un lieto inno d'amor.

Ob ! non sdegnare il canto ,

Dolce potenza egli ha ;

Invitò al riso e al pianto

Sin da remota età.

Fu sacro il Bardo inglese Quando cantò il valor,

Ma caro a ogni paese

l;: l'inno dell'amor.

Vien dunque in sul verone.

Vieni , rispondi a me ;

Flebile è la canzone

Che parla ognor di te.

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Evvi dell'Anglia mia

Libero il detto sol, Sposato all'armonia Del!' italo tuo suol I

II.

Ma l'arpa mia frattanto Non posso più temprar ,

Ed accompagno il canto Col mesto sospirar.

No, tlncbè Italia mira Schiave le sue città , La povera mia lira Nes~una nota avrà! ....

li trovatore io sono ; Chi vuol meco venir ?

Dell'Anglia un inno intuono Coli' italo sospir !

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LA FIGLIA DEL PESCATORE.

&rearola .•

o tiglia dell'onda, Oeh ! lascia la sponda .

\'ien meco sul mar.

Non fu il mar croato

Tr .nquillo o agitato

''"~ chi vuole amar ?

llch vieni ! la terra

Gli schiavi rinserra,

Noi ltberi siam; ~iam liberi insieme ,

Ne arride la speme, Concordi voghiam.

li sole che splende

1' cl mare già scende •

Oeh ! vieni mio ben.

F1a sole o tempesta ,

La bruna tua testa

Mi posi sul sen.

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VI.

ALLA MIA AMICA

MARIANNA GIARRÈ

Rl!iiPt:TTI.

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~41

~I AL I A

In carih\ giovanotti no mio, Vi prego , in carità non mi guardate ,

CM il crudele poter v' ha dato IJdio

Che con lo sguardo una malla facciate.

Se v'tl dato di fa.re una mal\a

i'ion vi volgete dalla parte mia;

Tengo il corallo come talismano ,

)la veggo bene che lo tengo invano ....

· Chè una malla la fate · nel guar<laro.J ,

E quel che ò fatto non "i può disf:u•e !

16

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242

\'ERIT 1\

Proferirla non voglio una parola ('h'esser non possa portata al Signore. Vo'che la verità semplice e sola

Esca dal labbro mia spinta dal core; I•: vo' che l' angel che la mostra a I io, La mia parola non ponga in oblio, E vo'che scriver possa il benedetto Di Veritd sul libro ogni mio detto, no,·e non scrive r angiol del Signore

« Quella parola che non vien dal core ! >

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243

AMORE

1': l' ho veduto un vago fanciulletto Alla mia porta venire a picchiare, Per carità che aprissi egli m'ha detto, Che presto aprissi e lo facessi entrare ; ~la gli ho risposto che non voglio aprire

E a visitarmi non deve venire .

• \Ila mia porta no picchiar non vale, CM al llanco ha l'arco con l'acuto strale; E gli ho risposto dopo brm~camento :

\attene altrove, e non far dir la gente, \"attene via, la gente non far dire, CM tu ferii«:i e più non fai guarire. .

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CORTE·S IA

(Juando intendo parlar di cortesia,

Quan1lo intendo lodar qualcllc persona,

A voi subito vien la monto mia,

La vostra voce nel mio cor risuona ;

\ voi tornare la mia monto suolo, lìli atti vostri mcmbrando <> lo parole; Lo parole membrando che noi core

Ancor mi suouan por colpa d'amore,

g penso e penso allor che quella gente

'on ha mai visto voi sicuramente,

:\on v'ha mai visto o non sa cosa sia

O' un'anima gentil la cortesia !

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IL DIAVOLO

.\hi ! m·~ parc:o veder laggiù nell'ombra

li Diavol che guardavami ridendo!

Quando ci penso il sol per me s'adombra

E mi volgo al Signor forte piangendo ;

Di vederlo mi par nell'ombra o!lcura,

Tanta m'ha messa orribile paura ....

E mi son fatta il segno della. croco

\'olgon<lomi al Signor con umil voce ,

Mentre gridava a lui: Vanne lontano.

N() mi toccar con la dannata mano ; O Demone infornai vattene via ....

Che agli angioli appartien l'anima mia

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ALLA. WNA

Ritorna a consolar la notte estiva O luna col tuo disco inargentato, l'er me porta un saluto all'Arno in riva, Porta un saluto al giovinetto amato ; .Ma s'egli m'ha dimenticata, allora Cuopri d'oscurità la sua dimora, E se mi serba ancor l'affetto e il core ~landagli ovunque vada il tuo chiarore!

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247

ALLA CA~IPAXA

Arresta il tuo squillar campana mia Perchè dell' ore tue più non m'importa , Tutte recano a me malinconia Or che la speme nel mio core è morta ; Arresta il tuo squillar , campana mesta ,

Sin che per me non puoi suonare a festa ,

E sin che a festa non potrai suonare , Co' tuoi rintocchi più non mi turbare!

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l:N NARCIS()

sulla finestra m'è nato un narciso

E il sol gli ba dato il suo p1•imo saluto.

Ed io poi gli bo rivolto un dolce riso

Per ringraziarlo che ci sia venuto;

Por ringraziarlo che vonuto sia

A germogliar sulla tìnostra mia; Finchè si mostrerà bollo e ridente

Yuol dir che mi vuoi ben sinceramente,

:\fa quando dopo lo vedrò languire

\'uol dir che il bene tuo stà per finire,

E resterò quand'egli sarà morto

Priva di te, tlel fiore o di conforto:

E resterò quand'egli più non viva ,

Del fiore, di conforto e di te priva!

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249

L.\ àlONAC.\

Mi vo' far monncella in un cori\ ento,

Che il piacere del mondo egli è fallace,

Smanigli non vo' più d'oro e d'argento Ma vo' soltanto ritirarmi in pace;

Che se il cor dentro palpitasse gajo,

:\on lo saprebbe che il mio bruno sajo,

Non lo saprebbe che la cella mia,

li Crocifisso e la corona pin.

Mentre nel mondo se qualcun sorride ,

Ognun chiedo - perchè? (se mai lo vide) Mentre nel mondo se qualcun sospira

Ogni sguar<l1 lo segue e lo rimira ....

Meglio è dunque star soli eternamente

Che accompagnati e schiavi della gente!

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UN SOG~O

\'idi stanotte o di veder credea , Splender la luna candida nel cielo , E la campagna intorno mi parca Tutta ravvolta in argentato velo;

Tutto ravvolto in velo inargentato L ·onda del fiume ed i fiori del prato. Ali' inferriata della mia tluestra Abbandonata io stava in sulla destra, Quando apparire ho Yisto lo mio amore

Illuminato da quel gran splendore ;

m veniva vér me dicendo : Spera .... Ma .... destata mi son che un sogno egli era !

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DISTACCO

L'angiolo mio non ti vo· più chiama1·e,

Non ti vo' più chiamare il mio tesoro, c~uei ùolci nomi non ti vo'pill dare

N l) le ghirlan<le <li rose e d'alloro ,

Nè più ti voglio dare un dolce nome,

Non più fiori posar sulle tuo chiome;

:-.ta ricordando poi letà beata ,

~ii chiederai perchè t'ho abbandonata. lo ti risponderO che nel tuo petto !\on accogliesti mai sospir d'affetto ,

E ti diro che ti fu amore in seno

Come il baglior d'un rapido baleno.

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TUTTO PERDONO

Ritorna a riposarti sul mio petto

Se ora nessuno accogliere ti vuole ,

<Juei ohe prova il do lor prova l' atrett.o

E di consolazione ha lo parole; Invece d'aggirarti in tanti guai,

A me ritorna e non partir più mai ,

Ritorna e dimmi , pentito mi sono, Ch'io ti risponderò: Tutto perdono!

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UNA FOGLIA DI CEORI.\ \.

.\ ~larivlla.

Ilo colta una fogliuzza <li Ceùrina

Ch'è simbol di sconforto e di <lolor·e , L'amo più d'una rosa porporina

Perchè mesta somiglia allo mio core ,

Poro la foglia di Cedrina è verde

1': lo mio cor lo sue speranze perde ,

\fa perchè il riso sul mio labbro l! morto

\mo il simbol di duolo e di sconforto !

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ADELINA •

.\ Felicie Poidebard.

Un angiolo ho veduto in bianca vei;ta

g con le chiome del color dcl sole,

Un serto avea sulla gentil sua testa

Ol biancospino , di roso e violo; R <li vederlo un'altra volta anelo Coli' ali sue leggi ere al par cl' un V(' lo.

Qur.st' ani,tiol sulla terra a•cn mandato

lòdio dal cielo e poi l'ha richiamato: E gli ba detto: e Ritorna. in Para1foo

Per mantener divino il tuo sorriso • ;

r.Ji ha detto: e ~ulla terra non restare,

Che il tuo sorriso si potrà turbare •·

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LA FIDANZATA

O Rondinella vanne in sul mattino,

\ anno un bel giovinetto a salutare E 1ligli a nome mio ch'egli ha vicino

Il mio ponsier che non lo pm~ lasciare ;

Jo: digli .... e digli poi che l'amo tanto ....

Cho scco vo' partir piacere o pianto;

O Hondinella va' come li desio

Alla stella d'amor del vh-er mio .... E gli dirai che mi parri\ tìorita

.\ccanto a lui la strada della \ ita !

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SE SIETE BUONA

~e siete buona vi darò un anello

Dove nel mezzo ci sarà un rubino ,

Se siete buona vi darò un nugello

Che avra. le penne ùi color turchino,

Che avrà le penne del color ciel sole,

E un mazzolino cli rose e viole; l'oi vi darò la chiave dcl mio core , Quando r aprite troverei.e ,\more

E del mio core vi farò padrona

~la ben inte~o .... se sarete buona !

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257

DES IO

E vorrei fare come l'usignolo Che nella notte se ne sUl. a cantare , E;;so canta l'amore e canta il duolo, La sua canzone la vorrei imparare ; Vorrei imparare que: cantar dolente A cui risponde l'eco mestamente :

Io pur vorrei cosl gìrne smarrita Quando sorgo la luna in eiel romita , Sulla vostra finestra andar vorrei Come fa l'usignol vi canterei !

17

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258

VOI SOLO

Non basterlano no centomil'anni Per ritrovar persona a voi sim\le , Che del mondo nel mezzo ai crudi affanni

Siete conforto qual fiore d'aprilo ; Bruna avete la chioma o la pupilla , Languido il guardo cho d'affct.to brilla ; Aveto un raggio nel girar degli occhi Che spesso avvien che tlentro l'alme tocçhi,

Pietoso e santo in petto avete il core

E presso voi la vita è tutta amore ;

I~ tutt' amore, è tutta poesia , nella dunque sarà la vita mia.

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T' AMO

I.

Son tutti giorni atllitta e sconsolata g di me ste!lsa non so cosa fare, D'esser mi par da tutti abbandonata g sembrami che niun mi possa amare ; Misera me! sulla terra sortita

Sono a menar malinconica vita; Sulla terra deserta e sempre sola Chiamo che alcun mi dica una parola ,

E con amore o tenerezza chiamo Chi sulla terra possa dirmi : T'amo I

II.

O ragazzina , no non lo sperato Cho alcun vi dica che v'ama davvero, Voi siete al par di tanto sconsigliato Che tutto il mondo crederian sincero ;

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260

f'iit tli tremila sl ne troverete Che vi diran che la pil'.1 bella siete.

g giureranno che per voi nel core

\utrono il più gentil cullo d'amore;

Ed io soltanto sulla terra bramo Che non crediate a chi 'i di1•i\: ramo!

·'

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261

SBIPATIA

o <ìiovinetto mio se ci çredetc lo non sapea cos'è la simpatia , E vi dirò S<) crederlo vorrete Ch' io non sapea s' ella esistel:!se pria; Ii: so qualcun di lei parlar mi volto Io sorrideva o lo chiamava folle: ~ra nel mirar' i poi nel mezzo al coro (Tn alito sentii di dolce amore, E vidi come non sapPva pria

Ch' ~ sorella d'Amo>' la Simpatia!

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LA TERRA DEL SORRISO

D1con che v'è una terra in mezzo al mare.

Che bacia l'onda ed accarezza il vento ,

Come i fior vi si vedono sbocciare Gelsomini e convolvoli d'argento ,

g sulle rose di quella contrada

Sono perle le stille di rugiada. Ed io cammino per la landa e il mare . Ma questa terra non la so trovare ,

N è troverò la terra dol sorriso

Che quando volerò nel Paradiso,

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263

UN BEL VISINO

Hagazza mia non fate la superba , Perchò credete avere un bel visino ,

Chè tra i fiori che sbocciano fra J'erhu

La mammola val più del gelsomino , Val più la mammoletta che s'asconde

Che centomila gelsomini e fronde;

Nessun flore l'uguaglia in gentilezza

Ch' umiltade non guasta la bellezza,

Ed io vi voglio dir che un bel vi~ino

Ila vita all'alba e muore in sul mattino

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264

LA FORTUM

E l'ho veduta una bella signora

Passeggiar per il monte e In vallata ,

E1•a la Dea che tutto il monito ado1'a

Era la Dea da ognun desiderata ;

A vova un bel vestito e l'ala al piede,

.\fa avca la benda agli occhi , o non ci Vt>rle .... Le ho dotto di venirmi a visitare, Ma non vuole dar retta al mio pregare ,

E bcneM di veder non sia capace ,

Ha detto che vuol ir dove le piace.

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AMORE E ODIO

T ·ho amato più cho gli angioli del cielo , Più che la luna di notte serena,

l\fa aveo dinanzi agli occhi un folto 'elo , Jo: mi serrava una falsa catena.

Adesso t'odio qual t'ho amato pria

Perchè ho spezzato la catena mi:\.

Era di spine ej la credca d'alloro !

Era di piombo o la credeva d'oro !

ora odio solo per to nutro in cor··

l'cr quanto prima t.' ht> portato arnoro !

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L'ANE LL O

Hiprendi pur l'anello che mi ùasti Ove il tuo dolce nome ò stato inciso. llicordo egli ò del d\ che tu m'amasti, Ricordo egli ò d'un d\ di paradiso;

Ora cito più non ci dobbiam guardare Il dono tuo non voglio pii) serbare; ~la nel mio core all'anello sim\le Sta scritto ancora. il nome tuo gentile ... . Però riprendi pure ora il tuo dono Se ornai da te dimenticata sono !

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267

&IESTIZIA

Oimè come son mesta in questa sera 1

Oh come sono afflitta e sconsolata !

Gho mi valgono i fior di primavera? g che mi valo l'aura imbalsamata 1

Cosa mi fa dell'augellino il canto,

8e pieno il core di mestizia è tanto?

Cosa mi fanno le stelle dcl cielo

E lo roso gentili in sullo stelo ?

l'ho cielo e terra ed ogni cosa oblio Se mai non veggo il giovinetto mio !

o terra , o ciel , conforto non mi dai

Chè lo mio amore non lo vo~go mni !

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268

PERDONO

Or dona pur dei fiori a questa e a quella,

Or dille pur che ha d'angelo il sorriso ,

Che rocchio suo risplende al par di stella

g che viver non puoi da lei diviso;

Ripeti mille e più dolci parole

Ch' or lo mio core perdonarti vuole, Pietosamente ti vo' perJonarc

E come pria non mi voglio crucciare .... ~ra ~appi che il mio cor te pi(t non brama

Ch~ sol perdona quando più non ama!

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269

.\LL'AR~O

Onda che te ne \•ai tanto veloce

soffermati un istante ad ascoltare,

Soffermati un momento , e la mia voce

li corso tuo doh posso rallentare;

Passando in mozzo alla cittade mia

Ratta cosl non seguitar la via ,

:'Ira portale a mio nome un pio salato

Di simpatia segreta umil tributo, O ahuen passando il lido e le vel'zuro

Bacia amorosn .... o poi seguita puro !

Casentino.

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270

AMORE

Credevo di saper cos' ò l'amore E di saper cos'è l'essere amata Perchò on leggero bàttito di coro Dolcemente m'aveva inebriata ; l\la fino al giorno che non t'ho veduto L'amore cosa sia non l'ho saputo , Non conoscevo quell'affetto vero Che fa dimenticare il mondo intero ,

Che fa dimenticar tutto il creato Sol per un dolce sguardo innamorato.

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271

UN ANGELO

v· ~ pinto un angel sulla spilla mia , La spilla d'oro della qual m'adorno,

Bionda ha la chioma, la sembianza pia

g un'aureola di luce ha intorno intorno:

Angiolo mio , sul son quando ti porto

Dammi sul labbro il riso del conforto •

Fa' che un lieto pensiero a me sia dato

Per grazia tua bel serafino alato , E se un' imagin sei d'angiol d'amore

Posandomi sul sen fammi migliore!

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272

LUTTO

lo mi voglio vestir tutta di nero ,

Un abito da lutto vo' portare ,

lmagine sarà del mio pensiero, J>cl mio pensiero cbe ama tcco a stare ;

Ora che più veder non ci dobbiamo

E che per i;empre scp:trnti siamo , Vestir mi voglio in abito da lutto

J>er mostrar che per me finito è tutto,

J>er mostrar che per mc tutto è finito

E che teco ogni ben mi fu rapito!

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273

1L CAXQCClllAL!ì

~e ;\vessi un canocchia! con cui mil'aro llentro al cor della gente ogni pensiero ,

Tutti i segreti tuoi vorrei spiare

\'orro1 vedere se tu sei sincero ;

So avessi un canocchia! miracoloso

Leggerei ciò che in cor tu tieni ascoso ,

Leggerei ciò che il core ascoso tiene

se male tu mi vuoi , se mi vuoi bene;

'.\la il canoccbiale poi ti donerei

C~ì:l tu vedessi i sentimenti miei !

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274

LA SPAGM'.OLA PAQUll.t.A

Pen~arn al mio liuto, alle farfalle,

,\I cielo , agli augelletti , a'pcsc1 d'oro,

Pensavo all'aura ùel nativo calle.

Alle ghirlande di rose e ù'allo1·0;

Ma i miei pensier, te visto, in un momento

Furo11 dispersi come piume al vento,

Ed or non penso più che all'armonia Perchl: la voce tua sposa alla mia .

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275

GJUOCOIAMO AL \ ERDE

Giovinottino mio, giuocbiamo al verde 1'01chè questo gli è il giuoco dell'amore ,

se la tua foglia la freschezza perde ~tostrerà che la fè ti scema in core ,

g se vedrò il tuo verde andato a male Allor dirò: Di me più non gli cale!

E se vedrò che la fogliuzza ~ morta

.\llor ilirO: Di me più non gl' importa!

.s. Domenico.

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270

S& ~OSSI UNA RO~DIS~

~e u!\a l'()lldine fossi- in sul mio colre:

\'olanùo vorrei rapida tornare,

Lieta mi poserei coll'aura molle Sui primi fiori e gli vorrei baciar<q

E gli vorrei baciar, chò profuma.I.i

In !lullu terra mia sono sbocciati ,

Jk\ciar teneramente gli vorrei Che !lOn sbocciati sopra 1 coiti miei.

Se una rondine fossi in sulla sera

Al mio paese volere~ leggera,

)fa non ho l'ali e si contenta il core

.\!andandogli un sosph' di dolce amor11.

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· · tll PH E

.Allorcbè "edo i ttorel1in del prato E gli augelletti dalla lieve piuma ,

\llorch() veggo il fiume inargentato

Far specchio al iumo di candida luna.

\" eggo le vaghe farfal1e votare

E la $ponda baciar l'acqua del mare,

Dolcemente ritorno al tempo andato

E a te ripenso o giovinetto amato; Oh! sta''6eeuro ohe per anni od anni :-.'on cangerà il mio core negli affanni, No: lo mio cor non cangerà di tempre

Chll innamorato a te torner<\ sempre!

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278

CASTELLI IN ARIA

Castelli iu aria non gli vo' più fare.

Castelli in aria senza fondamento ,

Belle cose non vo' più immaginare

Chb son tempo e pensier gettati al veDto; ltone dunque omai da mo lontane llolci visioni che siete S) vane !

Chb fa duopo a' mortali in sulla terra

Con gli affetti del core os~ero in guerra •

E non badar se il mondo ò pian di peno

;\la prenderlo con pace e come viene;

Ogni affetto del cor porre in oblio ,

Pronder la vita come vuole l<lrlio 1

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IL BRUNETTINO

llch ! rhì I' ba visto il caro Brunellìno,

Il caro nrunettin del mio srgroto 1

Ili tomi o donne vi passò vicino 1

Di Le , nel voi to si mostrava lioto ?

Oh ! chi nol vide no, come ho fatt' io ,

:\on può conoscere il tormento mio;

E~li r.he meco avea dolci maniere

M1 pas~a accanto e non mi \'UOI Ycdere:

:'\li pai:!'a accanto e non mi \'UOI l{Unr<lnrc,

E1I io meschina non so co11a fal'e ;

E mentre nello sdegno irata sono

Chicggo vendetta .... e sempre gli perdono.

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280

L' ADDrn

Oh ! non guardarmi , non mi clèi vedere • Se una lacrima verso o poi sospiro ,

IJobole è il cor ma forte è il mio volere ,

l~ una lotta d'affetti è un pio deliro ....

<~ucsta forse sarà l'ultima volta

l'hc inebriata. l'anima t'ascolta; :-.ra i;e udir non dovrò più la tua voce

Porterò rassegnata io pur la croce,

E andero ripetendo il detto chiaro

« ~ruor giovane colui che al cielo è caro 1 >

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281

I TRK DONI DBLL' ANIMA AllA

L'alma tre doni di portar desia Agli angeli che stanno in Paradiso Il dl che tolta dalla terra sia

Fatta più pura nel divin sorriso; J>'un martire che cade nel pugnare

I na goccia di sangue vuol portare , Di quei che torna sulla dritta 'Via

Del pentimento la lacrima pia, E vuol portare dov' è più splendore l'n :,;ospiro gentil di dolco amori! ; E !lella Fò darà chiusi nel volo t_>ucst 1 tre doni agli angeli del cielo !

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UN SOSPIRO

o tu cbo lunga sei da questo lido

C'ui tanto spazio solitario tiene ,

nirnmi non odi un doloroso grido? 1\ te un sospiro mio dimmi non viene?

No: non m'intendi, e mi risponde Holo

L'auge! che spiega l'invidiato volo,

li venticel con leggerissim'aln E il tlorellino che l'olezzo esala ;

E questa vita ch'oggi traggo stanca

Un dolce 1letto tuo più non rinfranc.1.

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283

AMORE E SPERANZA

Ilo fatto un sogno e m' è par~o vedere

1 nn gentile che vér me vcn\a,

E m' invitava con dolci maniere

J>ella. vita a seguirla in sulla via ;

Ili 1liversi colori avea la vesta

E la chioma pendeale dalla testa.

lo vedendo l'Amor vicino a lei

1:1i ho domandato chi fos~e co~te1.

Ed cglt m· ha risposto: Ella è l:l Spcrne, Che con rne nella vita è ~empro 10~1cme

E la Speranza che ridente e pia

\·a ognor curando la ferita mia.

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284

ONDE E SOSPIRI

È ver che veggo il cielo e veggo l'onda Del mar cha malinconica si lagna , Vaggo la luna inargentar la sponda Col candido suo raggio , e la campagna; Veggo sbocciare sullo stel le rose g veggo e veggo mille belle cose : Pero nessuna mi conforta il core Perchè l'anima mia sol chiede amore;

Xon ho la stella no: d'ogni desio

J>erchè mi manca il giovinetto mio, E la mia vita è un mesto sospirare Qual' onda che si frange in mezzo al mare !

Livorno.

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28j

L.\ URGll~RIH

t'na gentile margherita ho colta

E interrogata sopra l'amor mio ;

Le ho dimandato poi più d"una volta

S'ci m'ama sempre o mi pone in oblio:

Foglia per foglia tutta io l'ho sfogliata

Fino che una risposta non m'ha data,

E mentre il cor sospirava d'affetto

T'ama .... t'adora ... ., non t'ama . .. m'ha detto, Ed io sdegnata, allora in mano mia Non lho voluta o lho gettata via .... l\fa poi pensando al mio crude! destino

Ho racéolto da terra il fiorellino.

Dicendo : A Imeno un fior ci dica il vero,

Se della gento il cor non è sincero !

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286

IL LEONE DI \'ENEZIA

E l'ho veduto un nero nuvolone

Immobile nel mezzo al firmamento,

\ vea preso figura d'un leone

Che minaccioso mi mettea spavento;

Era il Leone di Yenezia mia

Che grida a llo straniar: Vattene via,

Vattene via , chè quando meno credi ~l'avventero su te , se tu non cedi ;

~l'av,·enterò, ti strapperò dal seno

Velia \'enezia, quando credi meno !

3 Febbraio 186:>.

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287

LUNA E TERRA

Oh come vago appar l'astro d'argento Che sl vicino sembra al Paradiso :

l n'estasi nel cor sempre mi sento

Quando nel suo cbiaror lo guardo ùso ~e !'aie mi potessero spuntare

\Ila luna 'orrei tosto volare.

E rivolgendomi alla terra poi ,

l>irei : Non vo' tornar mai più rra i tuoi ;

:\on vo' tornar , n~ più mi rivedrai,

Chè chi stt\ bene non si muove mai !

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288

IL ~110 JDEAL~

Quand'era bambinella io lo sognava

Un giovin che portasse un dolce nome, E eh' egli avesse ognor m'immaginava

Nere siceome l'ebano Io chiome ;

Nere le chiome e bruno bruno il vi!<O

Che avesse come un angelo il sorriso , Con gli occhi tanto belli da incantare

Con uno sguardo che non l'io spiegare , <'on un grazioso portamento altero

Ma .... lo volevo con il cor sincero ;

E I' ideale mio I' ho già trovato

~la ..... senza il cor da me desiderato !

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1AUSTO E ftlARGUERITA

Fausto.

Leggiadra damigella permettete Ch'io v' offra il braccio andando per la via, Sola a casa cosl non tornerete Chè insieme ci terremo compagnia; Gentilmente uno sguardo rivolgete A chi vi parla, o damigeUa mia.

Margberib.

::>ignor, non mi chiamate damigella Cbè non sono gentil nè sono bella ; Non ho bisogno ve lo dico in vero Del braccio d'un cortese cavaliero ,

E sono avvezza andando per la via De' miei pensieri a stare in compagnia.

111

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LA COLLANA NERA

« O giovinetta percbè siete afflitta

E ognor portate una collana nera?

Sembrate sulla terra derelitta

Como pallida stella della sera ; Quando il dl muore andate al camposanto

Un tumulo a bagnar del vostro pianto >.

" Ohimè grande è il <.lolor eh' ora m'opprime Ed ogni sera vado a San Miniato ,

L'ultimo raggio brilla ognor sublimo

Sovra la mesta tomba d'un soldato ;

È mio fratello ! e la collana nera

Como voto la porto e giorno e sera ~.

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CONSIGLIO

O r.iovinetto che desiderate o· andare nn' altra terra a visitare. Ascoltatemi un poco e non cercate

Quosta cittade mai d'abbandonare ; Fareste come il giglio in sullo stelo senza la brina che gli vien dal cielo , E n'andereste come foglia morta

Quando il soffio del verno la trasporta , Senza sapere dove và smarrita Per quella landa che si chiama vita; Senza il conforto d'un affetto pio Morireste deserto e nell'oblio.

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AFFETTO E LUCE

O Giovinetto dalla chioma bruna Quando passate risplende la via E confortate anche più della luna Con la luce d'amor l'anima mia , C.:he quando in voi m'avvengo un paradigo

Mi sembra di veder nel vosti•o riso; Nel vostro riso vcggo ogni desio E vi chiamo nel coro angelo mio , Come l'ultimo ben ch'ora m'avanza

Invoco ognor la vostra ricordanza ....

E più l'invoco quando a notte bruna Veggo che sorge pallida la luna.

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~ON Ci CREDETE !

O giovinetto tanto mi piacete Glie penso a voi dall'alba al tramontare. ~empre vi cerco e quando non vi siete

Citino il capo e non fo che sospirare; :\on fo che sospirar .... non ci credete?

Passerei per vedervi e terra e mare.

Camminerei pei clivi e le vallate l•'ra h neve d'inverno e il sol d'estate, 1: per ~olo vedervi anche un momento Ili stella in stella andrei poi firmamento; llcserta o sola son se non vi siete io v'amo tanto .... e voi non ci credete!

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RISPETTI POPOLARI

I.

'AM ORE .

. Fior dcl pensiero O rondinella torna al nido caro Sulla. finestra mia torna davvero; Chè al collo un filo d' or ti vo' legar~ Con una letterina da portare , Dove scritto vi stà che lo mio core Benchè deluso serba sempre amore !

II.

SC ORT ESI A.

Spigo e viole Innanzi tutto dev' esser gentile Quegli a cui serbcrO dolci parole , Che di fiamma d'amor mai non m' accese .:\eppure un giorno un'anima scortese ;

g bene intenda la canzone mia Chi non pratica mai la corte!:iat

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III.

IL MIO CASTELLO.

Fior d'Amarante li mio castello è posto sovra un monti! !>'onde !ii veggon tante cose o tante ; n'onde all'alba ogni dl vedersi suole Levarsi bello e rilucente il sole , l~ verso sera poi gli astri gommati g i colli di Firenze inargentati !

IV.

LA V E GLIA.

Vior di Giunchiglia \'arso la sera per andare a veglia I.o farei volentieri anche tro miglia; CnmmineNi quando di notte bruna Fra i rami delle querci appar la luna , E che velato da un gentil mistero Dorme tranquillo l'universo intero !

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V.

APE GENTILE.

Fiori e Viole Non mi venire intorno Ape gentile.

Ma ti basti d'udir le mie parole; E lo sai bene che una vergin rosa

Punta dall'ape cado , e in torra posa ....

Vattene dunque lungi dal mio core ,

Ape gentile che ti chiami Amore !

VI.

MA f.

Fiori e \ erbene lo voglio improvvisare una canzone

llhe dica allo mio amor che gli vo' bene ;

Che cosa gli dirO 1 Che dir gli pos!lo 1

nomando sempre a lo mio cor commo~so ,

1-:d ei risponde : Dire gli potrai

Che il vero affetto non si cangia mai !

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VII.

SK NON VI \'EGGO.

o fiore amato So non vi veggo il mondo mi par vuoto g squallido , deserto e abbandonato ; ~fa quando in voi m'avvengo allor mi pare

Ili non aver pift nulla da bramare,

f: lieto allor cli mille affetti il core !.'universo m'appar pieno d'amore!

VIII.

GEMME E CATENA.

Ho11a sbocciata Venitela a veder cos\ vestita Di bianco vol, pas~ar la lldanznta; ~e fossi sposa anch'io siccome lei Certo cotanto alle~ra non sarei , CM di breve contento ha ratma piena

Chi di gemme risplende .... e s'incatena!

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IX.

LA GASTELL.\NA.

Fior di \'crbena Tutti mi dicon che son castellana Perchè porto le chiavi o la catena; Perchè porto la borsa alla cintura E la mia casa stà sopra un·aitura; Castellana mi chiama lo mio amore Perchè sono padrona del suo core , Ma un castello il suo core io non lo chiamo Bens) la reggia ove comando ed amo '.

X.

Hose o verbene Iddio lo dicu a tutte le persone e Chi cerca tro>a : e chi domanJa ottiene • ·

La :\torte e Amore Dice un grand'uomo son le cose care

Che solo in terra dan conforto al core.

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Spigo e \'iole

Conosco quei che mi vuol bene o male ,

,\ buon intenditor poche parole.

Fior dL Tl'ifoglio

J<'i<larsi è bene e non Marsi è meglio ;

neJla gente tldar più non mi voglio.

!\on fato conti

Su' giovinotti cbe Yi sembran santi

Ch~ !'acque chete rovinano i ponti !

RlbUot•u Comunale di L\tdMo

111 11 11111111111111 647350

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11\DICE

l.

.1 111-io Pail1·e. - Ptimi 1icnsieri.

l'ug.

11 ritrll tto della m:imm" s Dormi 4

li bacio 5 l'n:i. bambina a sua mndre 6 Per 1\\'1 r perduto un cuo·

ricino donntoml dt\lla lll!\llltnt\

1'inna-nanna 8 L'angelo dell'amore 10 l.'angclo custode tt La. p.\rola d'un l\o~elo 12 Cos' ù l'amore? 13 r:aurora u 1'reghlor11 10 1'regbert1tti per mn? t7 J,•av,•eolro color <Il rosa 18 l .e prime memorie lU ~on ti scordar di me lll

Pag.

Una rosa 22

Se avc~sl l'ali I 23 L:i farfalla vene~i.u:i. 21

n .. u·augelletto ! 25 Ad una rond IM 2G Ad \m nugelllno !!l

Il riposo dell'op~ralo !~

A )faddaleoa 30 L'addio de~ sold11to italiano 31 La figlia dcl rcgghnento 112 La m"ndicantc !13 Vorf.lna ven02ian" 35 Tristezza e pianto ? 36 Dolore e conforto 31 Non pl:mger plà I ss Bt-ato chl muoro nel Signore :;~

L:i. morte 40 È roortn u

II.

A 11iia Sm•ella - Melalk'onic.

'Preghiera alla. Mndonna \'n pensiero a ml& roadro

tS 1 1:anglolo dell 'armonia 46 Che mal farò senza di te?

48 49

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302 Pag. Pag.

Un voto a mia m,ulro 50 Amo1·e e luce 70 Ad un piano-forte eul quale Serenata 72

&veva suonato mia madre 51 Il rosccUo e la. vlt& 7• La preghiera di mia. madre 5S Ad uoa f&rfalla 1!'> llfea11aggio d' amoro 5G Ln. pocte.,sa 78 Mcdltaziooo ò7 li passero solitario 83 Tanto lontano 68 Grnzlclla M Hiloroa 59 Lo mio corde ~· Ylcnl mcco 61) Sull'ali tue 8~

Ti amerò 62 rovcro fiore I !IO Ode a. Nea (Da :\tOQre) 6S Ecco li boschetto {Da Mooro) 92 t>empro mesta 65 L'edera. 9~

l>ormlrò , dormirò GG L11 vlol11 91 Contempla.odo li qu11dro di Ad un anemone 911

Santa Cccilfu G8 li lamento di Marghcrltll LOO

III.

Atr illusti·a Pietro Giannona. - Cantoni.

.\mia madre ,\ Firenze All'amicizia Ali' Italia Ilo po aver veduto • i I •rra­

Htiorto di S. Catcrlnn da

105 10:1 lll

113

Memorie e lacrime t !2 All o corona 1u Alla poe. la 126 Alla m•·morla di Enrichetta

do' Conti de Pulzaky. 12~1

Povera foglia. I 132

Siena" 115 A Louls:\ Grace-Bartollnl tSi Alla mia musa 111 Pcl tra•porto del i:arlbaldloo In occasione del ritrovo delle

o~sa. di Dante a. Ra-ven~

I:ttore G laoolnl 137 Tn morte d'una giovinetta tS9

120 A Chopin UL

IV.

t S. A. la Prmcipassa Elisa Poniatowslw.- Ricordi.

li coovol volo Amore e morte

111 I A Kntorloa Ansell 119 16 giovane madre

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303 Pag. Pag

A Elvlrlt.l 154 Venezia a Firenze 178

l:!OV\'Gngatl 156 Beatrice 179

llianchl fiori 158 Per l'album di Marianna 180

Voto ed eco 159 li primo amore 181

A mconora 161 A mia sorella 182 I.e mie colllne 162 Non m'ami più I 18<1

Pianger con mo? Hl6 Allom cd oggi 185

Una. meroorlu. 167 Vivi fellco 1 187

Ah troppo è vero ! 169 A Gns11aru. Stampa 18~

Il garibaldino morente 171 Maria Elisa 191

A un pen~ée di mia. madre 174 Ad Aurora 19ll

})ante e u~atrlco 176 Carlotta e Massimiliano 194

V.

All'amica Elvir·a SpannoccMa. - Ballate.

Oiselda, chi nml? 20. , Canzono all'dcima 224

La sorenl\ta In Jspagna 205 Om ò sola 1 226

ll monto.nino 206 L'addio dcl marinaro 221

La traditi\ 207 Un fiore dl Napoli 229

L'angiolo e il f11oclullo 209 Una Fanciulla, lo Spirito del L:~ zlngarn 212 m&le, un Angiolo 231J

Notrc Dnmo o.Ics Bols 214 Saffo 2SS

l\fanuellta. 211 Il b.lrdO 2s:> l o un Istante! 218 La figlia del pescatore ~31

Stradella !:20

VI.

All'aniica 1'!al'ianna Oiarrè. - Rispelli.

Malia 211 I Alla luna 2~5

Verità rn I Ali• um>''" 2i7

Amore 2J3 Un oarcl~ 248

Cortesia 21-1 La monaca 114!1

Il c.llavolo 2!5 Co sogno !50

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30·i l'ag. t•u.11·

l>islacco 251 Il Brunettlno !1~ Tutto ptrdono 2l2 L'addio 2S<t

t:na foglhL di ce<\rlna 255 I tre doni dell'anima mii\ !!nt Adclin« iU4 Un sospiro 2~2

r.a. fidanzah !~!) Amore e spnanza !S3

~ ~lcte buoni\ 256 Onde e sospiri 2~l

De.~lo 257 J.l.L margherita :!Sl Yol solo 258 li leone di Vcnczl ~ !Sb 1" amo 2;,9 Lun:i e t«rra !S7

~lmpathL 261 li mio Idealo 2SS 1.:i. terra dcl sorri«> 262 ltausto e Margherita 2i·I

l n bd viAlno 2G, La eollnn:L n••ra !,O La fortuna 261 Oon~lgllo 2~H

Amore e odio 265 Affetto o luce !!!J2

L'anello 166 Non ci credete ? t<J3 èl[c~tida. 267 Perdono 268 lli•pctti pnp<>lari. All'Arno 2r.:J - r. Amore !~l

Amore 1170 - I!. Scortesia ivi l'n angelo 271 -·m. li mio castello 2J~

l.utto 272 -IV. J,a veglia lvi li canoccblale 27S -Y. Api' g€nlll• !~6

l'aqnilla t11 - VI. Mal ivi (;iuochlnmo al ''e1·de 2751- VII. l:ìo non vi vcgi:;o ~91

Hc fos1I una ronrllnP. 276 -- VIII. Gemme e catena ivi t:;cmpre :n1 1- IX. La CAst.:llana Z9S ca,telll In aria 278 - X. Storn~lli ivi

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