Gesù ci prende per mano E ci dice “alzati” · ti la parola cimitero deriva dal verbo greco che...

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Gesù ci prende per mano E ci dice “alzati” Gesù cammina verso una casa dove una bambina di 12 anni è morta, cammina accan- to al dolore del padre. Ed ecco una donna che aveva molto sofferto, ma così tenace che non vuole saperne di arrendersi, si avvicina a Gesù e sceglie come strumento di guarigione un gesto commovente: un tocco della mano. L'emoroissa, la donna impu- ra, condannata a non essere toccata da nessuno - mai una carezza, mai un abbraccio - decide di toccare; scardina la regola con il gesto più tenero e umano: un tocco, una carezza, un dire: ci sono anch'io! L'esclusa scavalca la legge perché crede in una forza più grande della legge. Gesù approva il gesto trasgressivo della donna e le rivolge parole bellissime, parole per ognuno di noi, dolce terapia del vivere: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male". Le dona non solo guarigione fisica, ma anche salvezza e pace e la tenerezza di sentirsi figlia amata, lei, l'esclusa. Giunsero alla casa del capo della sinagoga e c'era gente che piangeva e gridava forte. Entrato, disse loro: "Perché piangete? Non è morta questa bambina, ma dorme".. Dorme. Verbo entrato nella fede e nel linguaggio comune: infat- ti la parola cimitero deriva dal verbo greco che designa il dormire. Cimitero è la casa dei dormienti, è la casa di Giai- ro, dove i figli e le figlie di Dio non sono morti, ma dormono, in attesa della mano che li rialzerà. Lo deridono, allora, con la stessa derisione con cui dicono anche a noi: tu credi nella vita dopo la morte? Sei un illu- so: "finito io, finito tutto". E Gesù a ripetere: "tu abbi fede", lascia che la Parola della fede riprenda a mormorare in cuore, che salga alle labbra con un'ostinazione da innamorati: Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. Gesù cacciati fuori tutti, prende con sé il padre e la madre, ricompone il cerchio vitale degli affetti, il cerchio dell'a- more che dà la vita. Poi prende per mano la piccola bambina, perché bisogna toccare la disperazione delle persone per poterle rialzare. Chi è Gesù? una mano che ti prende per mano. Bellissima immagine: la sua mano nella mia mano, concretamente, dolcemente, si intreccia con la mia vita, il suo respiro nel mio, le sue forze con le mie forze. E le disse: "Talità kum. Bambina alzati". Lui può aiutarla, soste- nerla, ma è lei, è solo lei che può risollevarsi: alzati. E lei si alza e si mette a camminare. Su ciascuno di noi qualunque sia la porzione di dolore che portia- mo dentro, qualunque sia la nostra porzione di morte, su ciascuno il Signore fa scendere la benedizione di quelle antiche parole: Talità kum. Giovane vita alzati, risorgi, riprendi la fede, la lotta, la scoperta, la vita, torna a ricevere e a restituire amore. Padre Ermes Ronchi Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo… Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an- che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48) dalle ore 18.00 alle 24.00 Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Luca giovedì ore 18.00 - 19.00 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00

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Gesù ci prende per mano

E ci dice “alzati” Gesù cammina verso una casa dove una bambina di 12 anni è morta, cammina accan-to al dolore del padre. Ed ecco una donna che aveva molto sofferto, ma così tenace che non vuole saperne di arrendersi, si avvicina a Gesù e sceglie come strumento di guarigione un gesto commovente: un tocco della mano. L'emoroissa, la donna impu-ra, condannata a non essere toccata da nessuno - mai una carezza, mai un abbraccio - decide di toccare; scardina la regola con il gesto più tenero e umano: un tocco, una carezza, un dire: ci sono anch'io! L'esclusa scavalca la legge perché crede in una forza più grande della legge. Gesù approva il gesto trasgressivo della donna e le rivolge parole bellissime, parole per ognuno di noi, dolce terapia del vivere: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male". Le dona non solo guarigione fisica, ma anche salvezza e pace e la tenerezza di sentirsi figlia amata, lei, l'esclusa. Giunsero alla casa del capo della sinagoga e c'era gente che piangeva e gridava forte. Entrato, disse loro: "Perché piangete? Non è morta questa bambina, ma dorme".. Dorme. Verbo entrato nella fede e nel linguaggio comune: infat-ti la parola cimitero deriva dal verbo greco che designa il dormire. Cimitero è la casa dei dormienti, è la casa di Giai-ro, dove i figli e le figlie di Dio non sono morti, ma dormono, in attesa della mano che li rialzerà. Lo deridono, allora, con la stessa derisione con cui dicono anche a noi: tu credi nella vita dopo la morte? Sei un illu-so: "finito io, finito tutto". E Gesù a ripetere: "tu abbi fede", lascia che la Parola della fede riprenda a mormorare in cuore, che salga alle labbra con un'ostinazione da innamorati: Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. Gesù cacciati fuori tutti, prende con sé il padre e la madre, ricompone il cerchio vitale degli affetti, il cerchio dell'a-more che dà la vita. Poi prende per mano la piccola bambina, perché bisogna toccare la disperazione delle persone per poterle rialzare. Chi è Gesù? una mano che ti prende per mano. Bellissima immagine: la sua mano nella mia mano, concretamente,

dolcemente, si intreccia con la mia vita, il suo respiro nel mio, le sue forze con le mie forze. E le disse: "Talità kum. Bambina alzati". Lui può aiutarla, soste-nerla, ma è lei, è solo lei che può risollevarsi: alzati. E lei si alza e si mette a camminare. Su ciascuno di noi qualunque sia la porzione di dolore che portia-mo dentro, qualunque sia la nostra porzione di morte, su ciascuno il Signore fa scendere la benedizione di quelle antiche parole: Talità kum. Giovane vita alzati, risorgi, riprendi la fede, la lotta, la scoperta, la vita, torna a ricevere e a restituire amore.

Padre Ermes Ronchi

Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo…

Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an-che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48)

dalle ore 18.00 alle 24.00

Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Luca giovedì ore 18.00 - 19.00 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00

Case : ore 8.30; Molina ore 9.00; S.Libera: ore 16.00

Da sabato 30 giugno è iniziato il 2° turno adulti presso la Casa S. Cuore di Tonezza.

Ore 7.30 dal Bocciodromo: partenza 3° turno campeggio Ore 20.30 in Auditorium: incontro per genitori dei ragazzi del 5° turno campeggio

Ore 20.30 in s.Gaetano: incontro di preghiera guidato da RnS. (Rinnovamento nello Spirito).

Ore 19.00 a Molina: liturgia della Parola e Comunione Euc. a Molina: l’incontro con la Parola sarà sospeso nel pe-

riodo estivo e riprenderà nel mese di ottobre.

Ore 20.30 in canonica: incontro “Banca della Preghiera”

Ore 11.00 in S.Libera: matrimonio di Altissimo Andrea e Bergozza Francesca Ore 15.00 in S.Libera: matrimonio di Reolon Emanuele e Schiavo Giulia Samantha

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00 Case : ore 8.30; Molina ore 9.00;

S.Libera: ore 16.00 Borgo Redentore ore 18.30

Per i lavori affrontati al Centro Giovanile questa settimana sono stati offerti € 65.00

In segno di gratitudine e riconoscenza, alla Madon-na dono una collana d’oro per la protezione della mia nipotina. Con Fede. Una nonna (La collana d’oro viene conservata nel deposito “Tesoro di S.Libera”).

CORSI DI LINGUA IN S.GAETAMO INGLESE E SPAGNOLO

Vista la buona risposta da parte del territorio, riparti-ranno a fine settembre i corsi di inglese e spagnolo, organizzati dalla parrocchia di Malo. Si tratta di corsi con frequenza monosettimanale ( lezioni di un'ora ) che si terranno sempre per piccoli gruppi e in orari serali e di tardo pomeriggio. Nella settimana dal 10 al 15 settembre l’insegnate responsabile incontrerà gli interessati e raccoglie-rà le iscrizioni (presso il bar di San Gaetano). Le lezioni andranno avanti fino a giugno e saranno centrate principalmente sulla lingua parlata, con gio-chi di ruolo e conversazioni. Lo scopo principale, infatti, rimane quello di incentivare l'ascolto e la pra-tica orale, attraverso macro argomenti che rafforzi-no la conoscenza dei principali vocaboli e delle espressioni più comuni nelle grandi aree tematiche di lavoro, quali trasporti, turismo, famiglia, salute, casa, abbigliamento, scuola, cibo, meteo e professio-ni. Per maggiori informazioni su orari e giorni dei diver-si corsi, contattare Raffaella Mancini Sgueglia, tele-

fonando al numero 347.6442718 o scrivendo all’e-mail [email protected] .

per i ragazzi delle medie dal 26 agosto al 2 settembre presso la “Casa Alpina” a Pian delle Fugazze. Quota di partecipazione:

180,00€ per i tesserati AC

190,00€ per i non tesserati

Sconto di 20,00€ per il fratello o sorella

Per informazioni: Martina Riva: 333 3972821

MOLINA: sabato prossimo 7 luglio, il gruppo giovanissimi 2a

tappa di Molina, sarà in uscita a Roana per una specifica attività del loro gruppo

AAA: cercasi studenti volontari per ripeti-zioni scolastiche gratuite a ragazzi di classi elementari / medie in S.Gaetano.

Per la disponibilità a questo servizio prende-re contatto con Marilena 0445 605218

DOMENICA 8 LUGLIO

FESTA DEL REDENTORE

A BORGO REDENTORE 18.30 S. Messa

Seguono festeggiamenti e cena all’aperto

SABATO 30 GIUGNO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: ann. Ore 19.00 Duomo: Uff. Ore 19.00 a Molina: uff.

DOMENICA 01 LUGLIO Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00

Case ore 8.30; Molina ore 9.00; S. Libera ore 16.00

LUNEDÌ 02 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 a Molina : uff. Ore 19.00 in Duomo:

MARTEDÌ 03 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00 in Duomo:

MERCOLEDÌ 04 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 in Duomo: Ore 19.00 a Molina presso chiesetta di S.Rocco:

GIOVEDÌ 05 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00: in Duomo: ann.

VENERDÌ 06 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 in Duomo: uff. Ore 19.00 a Molina:

SABATO 07 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: uff. Ore 19.00 Duomo: uff. Ore 19.00 a Molina:

DOMENICA 08 LUGLIO Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00

Case ore 8.30; Molina ore 9.00; S. Libera ore 16.00 Borgo Redentore ore 18.30

In Duomo, alla Messa prefestiva del sabato sera, si riserva lo spazio per soli 10 defunti (massimo uno per famiglia).

E’ meraviglioso ascoltarlo nella sua calma e profondità quando, al mattino presto, durante la nostra preghiera in canonica, prima di iniziare la giornata, don Emilio ci arricchisce delle sue riflessioni teologiche-bibliche. Anche se abbiamo anni di stu-dio alle spalle, sa sempre trovare uno spunto per rendere intelligibile un brano della Bibbia. Confronti, “formenghescicte”, esegesi bibliche, coraggiose applicazioni di testi biblici… genera meraviglia la capacità e la profondità di don Emilio nel saper rendere semplice e chiaro forme e modi di pensare e legge-re la Parola nella Chiesa. Una ricchezza di coltura, di spiritualità che per noi “più giovani” è come un salutare respiro, scuola a tempo pieno, riferimento per confronto e verifica di scelte etiche e mora-li. E così don Emilio non è solo “gamba lunga” (per colazione al mattino ha l’abitudine di farsi una camminata fino a Montepian e ritorno !) ma dimostra una profondità di pen-siero che suscita ammirazione e invidia, peccato che a volte a messa abbia la voce un po’ contenuta e timida da costrin-

gere qualche fedele a fare ricorso a una visita audiometrica o all’uso di amplifon. Ecco, con don Emilio Piazza, giovedì 28 giugno, a Tonezza nella Casa Sacro Cuore, abbiamo festeggiato il suo 82mo compleanno. Felici noi preti della canonica, con le nostre suore (rappresentate da suor Marina ) con la sua numerosa famiglia Piazza e tutta la Comunità di Malo (e … Castelnovo che ancora porta nel suo cuore) ci siamo uniti per cantare in coro: TANTI AUGURI DON EMILIO e un forte abbraccio felici di averti tra noi.

IL PAPA DELL’ALLEGRIA Di Juan Vincente Boo, corrispondente del quotidiano ABC in Vaticano da quasi 18 anni

Famiglia: La gioia dell’amore Settimana dopo settimana, Francesco dà e riceve baci e abbracci più di chiunque altro. È estenuante, ma lo accetta perché la persona è, allo stesso tempo, anima e corpo. Sia l'equilibrio personale che la comunicazione con gli altri e con Dio passa attraverso questi due elementi. Proprio per questo fatto, al papa piace commentare il passo evangelico della visitazione e ricordare che «quando Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, la creatura – Giovanni il Battista - esultò nel suo grembo». In quella scena c'è una palpitante sintonia spirituale e biologica tra quattro persone: una donna anziana, una ragazza e due bambini ancora non nati. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2015, Francesco scriveva: «Il grembo che ci ospita è la prima “scuola” di comunicazione, fatta di ascolto e di contatto corporeo», perché è lì che «cominciamo a familiarizzare col mondo esterno in un ambiente protetto e al suono rassicurante del battito del cuore della mamma». La formazione del carattere dolce e sereno dei figli inizia già nella bellezza dei primi mesi di gravidanza.

Ai nostri giorni la pubblicità, la moda, lo sport e l'industria dello spettacolo hanno la tendenza a dare partico-lare evidenza al culto dei corpi perfetti e delle situazioni idilliache. Il mondo reale, però, non è così. Per que-sto, nel suo messaggio, il papa aggiungeva: «Non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna avere paura dell'imperfezione, della fragilità, e nemmeno dei conflitti», perché la famiglia è anche «scuola di perdono». Viviamo, in buona parte per colpa di due industrie potenti - quella della pubblicità e quella dello spettacolo -, nella cultura del provvisorio, dei sentimenti passeggeri. Dell'amore «usa e getta». In questo clima molti giova-ni non hanno il coraggio di creare un focolare domestico. Aspirano a un amore fedele per tutta la vita, ma nessuno dà loro garanzie in un mondo dove si ricevono continuamente inviti a cambiare compagnia telefoni-ca, polizza assicurativa...

Il 14 febbraio 2014, piazza San Pietro era ricolma di uno speciale ottimismo. Il papa aveva invitato dodicimila coppie di fidanzati, provenienti da trenta paesi, a celebrare insieme il giorno di San Valentino, patrono degli innamorati. Maria Alexia e Nicolas, venuti da Gibilterra, emozionarono i ventiquattromila fidanzati nel descrivere come avevano deciso di sposarsi, non solo perché lo volevano, ma anche perché nel matrimonio «le gioie si molti-plicano per due, e i problemi si dividono a metà». A quelle parole molte coppie di fidanzati si guardarono contemporaneamente negli occhi: era, quella, una buona motivazione per fare il passo. Miriam e Marco, italiani, diedero la possibilità al papa di illustrare un'idea in grado di alleviare molti rinvii e problemi: «È cosa buona che i matrimoni siano sobri, in modo che risalti quello che è davvero importante». Francesco ricordò ai ragazzi che Gesù aveva moltiplicato i pani in ben due occasioni. E assicurò loro che «il Signore moltiplicherà il vostro amore e ve lo renderà fresco ogni giorno. Ne ha una riserva infinita!››. Suggerì anche una variante al Padre Nostro: «Dacci oggi il nostro amore quotidiano». Invitò i fidanzati a ripe-terla immediatamente: la ridissero tre volte tutti insieme. E regalò a ognuna delle dodicimila coppie un cusci-netto bianco per posarvi gli anelli il giorno del matrimonio. Non promise loro, però, che la vita sarebbe sempre stata un canto di fate. Al contrario, li avvisò che non esiste «né il marito perfetto né la sposa perfetta... e non parliamo poi della suocera perfetta!». Tutti risero di gusto. Disse loro che, inevitabilmente, ci sarebbero stati attriti, e che sarebbe stato necessario imparare a dire: «Perdonami se ho alzato la voce. Perdonami se sono andato via senza salutarti. Perdonami perché sono arriva-to tardi, perché questa settimana sono stato troppo silenzioso, per non averti ascoltato, perché ero arrabbiato e tu ne hai pagato le conseguenze...››. La fedeltà e la felicità nella vita matrimoniale sono «un lavoro di oreficeria che si svolge tutti i giorni durante l'intera vita. Il marito rende la sposa una donna matura, la sposa rende il marito un uomo maturo. I due cresco-no in umanità, e questa è la principale eredità che trasmettono ai figli». Sette mesi più tardi, il 14 settembre, il papa celebrò il matrimonio di venti coppie romane nella basilica di San Pietro, estendendo una bella iniziativa di Giovanni Paolo II, che aveva impartito il sacramento del matrimonio a otto coppie durante il Giubileo delle Famiglie nel 2000. Tra le venti coppie che Francesco unì in matrimonio ce n'erano alcune di coniugi più anziani- di cui in parte già con figli - e altre più giovani. Mario e Lara, che avevano partecipato alla festa di San Valentino con il papa, ovviamente portarono i due anelli sul cuscinetto bianco che aveva loro regalato quel 14 febbraio.