Gestione del territorio e dell’ambiente Lezione I principi ... del territorio 2010-2011/Lezioni...

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Transcript of Gestione del territorio e dell’ambiente Lezione I principi ... del territorio 2010-2011/Lezioni...

LezioneLezione

Dott. Simone GorelliDott. Simone Gorelli

I principi dello sviluppo sostenibile per la I principi dello sviluppo sostenibile per la gestione del territorio e dellgestione del territorio e dell’’ambienteambiente

Gestione del territorio e dellGestione del territorio e dell’’ambienteambiente

ContenutiContenuti

Il concetto di sviluppo sostenibile

Sistema economico circolare

Le risorse rinnovabili e non rinnovabili

L'Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992

PerchPerchéé lo sviluppo sostenibile ?lo sviluppo sostenibile ?

Rapporto attività antropiche e ambientali basato su un principio di sfruttamento: l’uomo trae dalla terra le risorse di cui necessita rilasciando in cambio elementi di alterazione ambientale.

Pressione antropica per molti secoli attenuata e assorbita dalla capacitàdi rigenerazione del pianeta. Anni più recenti: la pressione antropica ha alterato lo stato ambientale in modo pressoché irreversibile.

La società percepisce il problema e sta cercando di reagire con risposte concrete.

• 10.000 anni fa compresa tra i 2 e i 20 milioni,• nell’anno 1 c.c. compresa tra i 170 e i 330 milioni• nel 1650 500-600 milioni,• nel 1804 1 miliardo• nel 1900 1,6 miliardi,• nel 2000 oltre 6 miliardi• nel 2050, 9,3 miliardi (prev. media Nazioni Unite)

Crescita della popolazioneCrescita della popolazione

51 miliardi di ettari

Superficie terrestreTerre emerse

15 miliardi di ettari 29% della superficie terrestre

10%

23%

34%

33%

aree coltivate pascoli permanenti foreste suoli ghiacciati, rocciosi, deserti, laghi, fiumi, tundre

5 miliardi di ettari1.5 miliardi di ettari

5,1 miliardi di ettari

5,1 miliardi di ettari

0.3 miliardi di ettari terreni edificati 2% terre emerse e 0,6 %

della superficie terrestre

Uso delle terre emerseUso delle terre emerse

PerchPerchéé lo sviluppo sostenibile?lo sviluppo sostenibile?

Il problema interessa in maniera più accentuata le aree urbane

80 % dei cittadini europei vive nelle aree urbane

Il rumore;

la cattiva qualità dell’aria;

il traffico intenso;

la scarsa manutenzione dell’ambiente costruito;

la pessima gestione ambientale

Problemi di salute e peggioramento della

qualità della vita

Pianificazione strategica Sviluppo sostenibile

Definizione del rapporto Bruntland (1987)

“uno sviluppo che soddisfa le esigenze attuali, senza compromettere per le generazioni future la possibilità di

soddisfare le proprie”.

Sviluppo sostenibileSviluppo sostenibile

Principi di sviluppo sostenibilePrincipi di sviluppo sostenibile

A. Principio di relazione e integrazione

B. Principio di sviluppo

C. Principi di governance

D. Principi prioritari di protezione ambientale

Obiettivi dello sviluppo sostenibileObiettivi dello sviluppo sostenibile

Triangolo di Serageldin (1994)

Obiettivi economiciObiettivi economici•crescita•equità•efficienza

Obiettivi socialiObiettivi sociali•partecipazione•mobilità sociale•coesione sociale• identità culturale•sviluppo istituzionale

Obiettivi ecologiciObiettivi ecologici• integrità dell’ecosistema•capacità di carico•biodiversità•problemi globali

• La sostenibilità sociale

• La sostenibilità economica

• La sostenibilità ecologica

Si intende quel percorso da compiere per migliorare la qualità della vita e l’equità tra le generazioni, impedendo l’impoverimento delle generazioni future e arrestando il degrado ambientale tenendo sempre presente la capacitàdi carico della Terra per mantenere l’equilibrio tra le risorse e i consumi.

Le tre dimensioni dello sviluppo sostenibileLe tre dimensioni dello sviluppo sostenibile

SostenibilitSostenibilitàà debole debole --SostenibilitSostenibilitàà forteforte

Sulla base di come vengono considerate le variabili dello sviluppo e di come si interpreta la responsabilità verso le generazioni presenti e future, Stati e organizzazioni determinano le proprie strategie in base a differenti orientamenti alla sostenibilità:

La sostenibilità forte afferma la infungibilità delle risorse naturali, poiché esse sono parte insostituibile del patrimonio a disposizione; al loro degrado non c’èrimedio e quindi non sono sostituibili neanche dall’incremento di altri valori, come quelli sociali o economici. Ad essi, infatti, esse sono complementari. Così se storicamente il fattore limitante lo sviluppo è stato il capitale sociale, nel mondo contemporaneo è la risorsa naturale a diventare rapidamente il fattore limitante lo sviluppo, che si tenta quindi di risparmiare o di riciclare. E’ quindi lecito consumare risorse fintanto che non si eccedano le capacità di ripristinarle.

La sostenibilità debole afferma invece che è possibile sostituire le risorse naturali, se ciò porta ad un aumento del valore totale del sistema, a patto che nel lungo periodo lo stock di risorse naturali sia almeno costante. Si deduce, pertanto, che le risorse naturali possono essere sostituite da beni e servizi, e ciò rende necessario comparare investimenti e benefici. In tal senso la sostenibilità ‘debole’fa riferimento alle leggi di mercato, le quali tendenzialmente dovrebbero scoraggiare l’uso di risorse naturali grazie all’aumento del loro prezzo a causa della crescente scarsità.

vediamo di individuare la relazione tra ambiente e sistema economico:

se non consideriamo l’ambiente, il sistema economico appare come un sistema lineare (aperto):

se, per comodità analitica, tralasciamo U e K e aggiungiamo il flusso delle risorse naturali N che costituiscono degli input per il sistema economico, il quadro è più completo ma il sistema è ancora lineare e considera l’ambientesolo come generatore di risorse:

P UC

K

N CP

Il sistema economico circolare (1)Il sistema economico circolare (1)

P = produzione

C = beni di consumo

K = beni capitale (produrranno beni di consumo in futuro)

U = utilità o benessere

ed i rifiuti ? se ci pensiamo, l’ambiente naturale è il deposito ultimo dei materiali di rifiuto che compaiono in ogni fase del sistema economico:

Tralasciando la produzione di beni capitali, l’aspetto interessante di questa relazione è che in un dato periodo la quantità di rifiuti è uguale alla quantitàdi risorse utilizzate:

N = R = Rn + Rp + Rc

1° legge della termodinamica non è possibile creare o distruggere la materia (tutto ciò che utilizziamo viene convertito o disperso nell’ambiente)

N CP

Rn RcRp

Il sistema economico circolare (2)Il sistema economico circolare (2)

R = rifiuti

N CP

r

Ambiente come collettore di rifiuti

R

La terra è vista come un sistema economico chiuso in cuisistema economico e ambiente non sono caratterizzati da relazioni lineari, ma

circolari

Il sistema economico circolare (3)Il sistema economico circolare (3)

r = attività di riciclaggio (è possibile convertire una parte dei rifiuti R in risorse)

ma non tutti i rifiuti possono essere riciclati, perché diviene rilevante la:

2° legge della termodinamica parte delle materie prime utilizzate nel sistema economico tendono ad essere utilizzate entropicamente e, di conseguenza, disperse all’interno dell’ambiente.

L’esempio più evidente è quello delle fonti energetiche (petrolio, carbone, ecc..), ma questo vale anche per molte altre materie prime.

L’ambiente ha la capacità di accogliere questi rifiuti e convertirli in prodotti meno pericolosi o, talvolta, ecologicamente utili capacità di assimilazione(che è, comunque, limitata).

Il sistema economico circolare (4)Il sistema economico circolare (4)

È importante, però, distinguere tra due tipi di risorse:risorse rinnovabili (RR)risorse non rinnovabili (RNR)la cui utilizzazione ha effetti notevolmente differenti per quanto riguarda la sostenibilità.

Risorse rinnovabili e non rinnovabili (1)Risorse rinnovabili e non rinnovabili (1)

RISORSE RINNOVABILI:

la loro quantità non è fissa, può essere accresciuta (o ridotta) consentendo (o meno) allo stock di queste risorse di rigenerarsi (caso di prelievo inferiore alla loro capacità di rigenerarsi).

RISORSE NON RINNOVABILI:

Lo stock di risorsa è fisso, per cui l’utilizzo riduce in ogni caso lo stockesistente.

Risorse rinnovabili e non rinnovabili (2)Risorse rinnovabili e non rinnovabili (2)

p = produzione di risorsa

u = tasso di utilizzo della risorsa

Risorse rinnovabili e non rinnovabili nel Risorse rinnovabili e non rinnovabili nel sistema economico circolaresistema economico circolare

A = capacità di assimilazione dell’ambiente

Abbiamo già detto che l’ambiente ha tre funzioni principali:fornitore di risorse naturaliassimilatore di rifiutifonte diretta di utilità

La sostenibilitLa sostenibilitàà dei sistemi economici circolaridei sistemi economici circolari

con riferimento alle prime due, per mantenere un equilibrio sarà necessario:

impiegare risorse rinnovabili ad un tasso di utilizzazione non superiore a quello di rigenerazione naturale (u<p);

mantenere una produzione di rifiuti nell’ambiente al di sotto (o al massimo uguale) alla sua capacità di assimilazione (R<A).

Interazioni Interazioni antropicoantropico--ambientaliambientali

Le interazioni antropico-ambientali possono essere descritte con varie equazioni, Harrison (1992) ridefinisce le variabili della precedente equazione di Ehrlich e Holderen (1971) dando origine alla seguente:

Strumenti di gestione ambientale

= Popolazione X XImpatto totale

Consumo pro capite

Impatto per unità di consumo

Interazioni Interazioni antropicoantropico--ambientaliambientali

Muoversi verso la sostenibilità ambientale dei sistemi di produzione e di consumo richiede strumenti di:

misurazione;conoscenza;valutazione;orientamento;guida;

per decisioni informate e ponderate e per la valutazione delle pressioni ambientali.

Percorso condiviso da tutti i soggetti che influiscono sulle condizioni ambientali del pianeta.

Risparmio ecologico a tutti i livelli.

Il problema ambientaleIl problema ambientale

Le interazioni uomo-ambiente vengono analizzate in funzione delle metodologie di gestione ambientale e delle responsabilità degli stakeholders, tenendo sempre presente l’importanza della conoscenza delle problematiche ambientali a tutti i livelli: dal semplice cittadino, all’ambientalista, all’imprenditore, allo studioso, al decisore pubblico.

Solo soggetti consapevoli dei rischi che corrono per la loro salute e per quella del loro ambiente possono fare scelte consapevoli e responsabili di auto-sviluppo sostenibile.

Il problema ambientaleIl problema ambientale

Evento Situazione indeterminata

ProblemaSegnale Indagine

La genesi

Inquinamento industriale

Vento proveniente dalle zone industriali

Pioggia

Foreste danneggiate

Piogge acideAnalisi delle emissioni inquinanti

Analisi dei dati meteo

Analisi chimica delle acque piovane

Analisi delle manifestazioni del

fenomeno

La caratterizzazione di un problema ambientale può variare notevolmente a seconda del tipo di sapere di cui i soggetti coinvolti nella sua definizione sono portatori (Brunori, 2003).

Come è ormai largamente accertato i problemi ambientali hanno una forte componente soggettiva(Romano, 1998), legata cioè alla percezione che i soggetti hanno di determinati fenomeni e del valore che ad essi attribuiscono.

La caratterizzazione

Il problema ambientaleIl problema ambientale

Il problema ambientale è un aspetto endogeno delle politiche ambientali.

Necessità di identificare parametri che consentano di analizzare e classificare i problemi ambientali.

Parametri da contemplare contemporaneamente nell’analisi del problema ambientale:

la riconoscibilità dei danni, delle cause e del rischio;

la struttura, vale a dire il numero di fonti del problema, i soggetti coinvolti e le loro relazioni, la scala geografica e temporale dell’impatto;

la resistenza, ovvero i costi di abbattimento delle cause dell’impatto, la situazione finanziaria dei soggetti destinati all’abbattimento, gli equilibri di potere e la divergenza/convergenza di interventi.

Il problema ambientaleIl problema ambientale

Gli approcci politici e gestionaliGli approcci politici e gestionali

Possono essere distinti alle estremità due principali approcci per la gestione di un problema ambientale definiti top-down e bottom-up in funzione delle interazioni verticali tra i soggetti in gioco.

detto anche approccio “dall’alto”, è un modello basato sulla coercizione: viene esercitata una forte pressione sui comportamenti attraverso un sistema di regole e sanzioni (es. standard sui livelli massimi tollerabili di inquinanti nelle varie sfere ambientali: aria, acqua, suolo, biosfera).

con questo approccio i soggetti locali, stimolati da una comune percezione del fenomeno, definiscono autonomamente il problema ambientale e trovano, attraverso tentativi ed errori, le forme piùappropriate di interazione con l’ambiente, modificando a tale proposito i propri comportamenti e le proprie attitudini.

Lo Lo shiftshift governmentgovernment--governancegovernance

Su queste basi possiamo introdurre un nuovo concetto di governo sostenibile delle risorse ambientali di tipo bottom-up: la governancecome evoluzione del tradizionale government.

è usato in riferimento alle formali strutture istituzionali e alla presa di decisioni autoritarie nello stato moderno che si rifanno alla metodologia di gestione dall’alto.

tale concetto è riferito ad un cambiamento nel significato di governo, con riferimento a un nuovo processo di governare e al nuovo metodo attraverso il quale la società è governata; esso pone una diretta attenzione alla distribuzione del potere, sia interno che esterno allo stato e si focalizza sull’interdipendenza di forze governative e non governative che lavorano insieme (Stoker, 1997).

Lo Lo shiftshift governmentgovernment--governancegovernance

Le forme tradizionali di governo tipicamente di tipo “command and control” hanno come caratteristica la rappresentatività, in quanto i decisori pubblici sono il risultato di una scelta dei soggetti della comunità (elettori).

La governance, oltre alla rappresentatività, possiede altre importanti caratteristiche, essa è interattiva, diretta e di carattere partecipativo, nonché pluralista dato che coinvolge nei processi decisionali anche i cittadini e tutti gli stakeholder, sia come singoli che come organizzazioni.

Caratteristiche a confronto

L'Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992, dando avvio al coinvolgimento dei governi nazionali di numerosi paesi nelle politiche di sviluppo sostenibile e individuò in Agenda 21 il principale strumento di tali politiche.

Agenda 21 è uno strumento che cerca di individuare tutte le azioni da intraprendere per progettare e realizzare concretamente le politiche di sviluppo sostenibile.

Conferenza di Rio de Janeiro 1992Conferenza di Rio de Janeiro 1992

• cooperazione tra i diversi paesi e tra i vari livelli di governo in ogni paese; • eguaglianza dei diritti (si devono assicurare ai popoli e ai gruppi sociali svantaggiati gli stessi diritti del resto dell'umanità per l'accesso alle risorse alla cui conservazione detti popoli e gruppi sociali possono dare contributi fondamentali): sviluppo umano e formazione (precondizioni sia per l'eguaglianza dei diritti che per la partecipazione attiva alla protezione delle risorse); • pianificazione (lo sviluppo sostenibile è raggiungibile solo se specificamente pianificato, cioè non lasciato alle libere forze del mercato); • capacity building (si devono aumentare le capacità finanziarie e amministrative per gestire i grandi cambiamenti richiesti dallo sviluppo sostenibile); • informazione (ogni stadio del programma di Agenda 21 deve essere accompagnato da informazioni sullo stato dell'ambiente e sulle ripercussioni sociali ed economiche delle iniziative/azioni intraprese per migliorarlo).

Obiettivi Agenda 21Obiettivi Agenda 21