Germano Sartelli - Colloqui con la natura 1956-2009

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CAPIT Ravenna Danilo Montanari Editore colloqui con la natura 1956 . 2009 GERMANO SARTELLI

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Germano Sartelli Mostra a Marina di Ravenna - Park Hotel 10 luglio - 13 settembre 2009 Capit Ravenna

Transcript of Germano Sartelli - Colloqui con la natura 1956-2009

CAPIT Ravenna

Danilo Montanari Editore

colloqui con la natura 1956.2009GERMANO SARTELLI

Danilo Montanari Editore

a cura di Claudio Cerritelli

colloqui con la natura1956.2009

GERMANO SARTELLI

Germano Sartellia Marina di Ravenna

Park Hotel10 luglio-13 settembre 2009

IdeazioneEmilio Benini

OrganizzazioneCapit Ravenna,Franco Bertaccini

CollaborazioniPro Loco - Marina di RavennaPark Hotel Ravenna

PatrociniRegione Emilia-RomagnaProvincia di RavennaComune di Ravenna, Assessorato alla CulturaFondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

Fotografie a cura di Hobby Foto - Ravennaad esclusione di:pag. 32, 38, 56 Emilio Beninipag. 40-41 Daniele Casadiopag. 44 Patrizia Dal Re

StampaGrafiche Morandi - Fusignano (Ra)luglio 2009

ISBN 978-88-87440-11-9

© 2009 CAPIT Ravenna© 2009 Danilo Montanari Editore, Ravenna

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Con questa mostra si conferma l’alto profilo delle iniziative espositive che da qualche anno stanno rivitaliz-zando una tradizione, ormai pluridecennale, di impegno di Marina di Ravenna verso la pittura in particolaree le arti in generale.Quest’anno l’attenzione si è rivolta ad un grande artista imolese, Germano Sartelli, di cui vengono illustratele fasi essenziali dell’iter creativo attraverso una scelta di opere che dagli esordi - a metà del secolo scorso -documentano un percorso di ricerca che giunge ai giorni nostri.La ristretta notorietà di Sartelli presso il grande pubblico e l’avere operato pressoché stabilmente nel suoluogo natale non devono indurre a sottovalutare l’importanza del suo ruolo nel panorama dell’arte italianadel ’900. Egli si colloca fra i massimi artisti italiani nell’ambito della sperimentazione che caratterizza l’attivi-tà delle maggiori personalità artistiche dal secondo dopoguerra ad oggi.La sua attività si sviluppa senza precisi confini fra scultura e pittura in un costante rinnovamento delle tec-niche e dei materiali come la ricca produzione esposta ha modo evidenziare. Va riconosciuto alla Capit lo sforzo organizzativo che l’allestimento di una rappresentazione così completadel percorso pittorico dell’Artista ha certamente richiesto.Nel contempo auspichiamo che il ricorrente successo di pubblico delle ultime esposizioni possa ripetersianche in questa occasione per offrire motivo a chi ha contribuito alla realizzazione di questo evento di tro-vare ragione di un impegno anche per future proposte di qualità.

Fabrizio MatteucciSindaco di Ravenna

Presentazione

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In questa mostra dedicata all’arte di Germano Sartelli sono documentate le fasi essenziali delsuo percorso creativo attraverso una scelta di opere che dagli anni Cinquanta giunge alle ricercheattuali, sorprendenti e inventive come quelle che risalgono ai momenti iniziali.

Le composizioni materiche con cui l’artista esordisce oscillano dal piano bidimensionale allaterza dimensione, rivelando lo stesso respiro naturale sia nelle valenze polimateriche della pitturasia nell’uso di reperti metallici, frammenti e lacerti densi di sensibilità plastica.

Sartelli esplora i differenti materiali della natura senza mai occultare il loro carattere originario,si tratta di spessori e di stratificazioni che suggeriscono sottili sintonie con il modo di sentire lospazio come palpito interno alla luce del visibile.

Negli anni Cinquanta l’artista utilizza foglie come ritmi spaziali che trasformano le nervature insegni interni agli umori del colore-terra, con ombre misteriose che nascono dal corpo della natura.Con la stessa sensibilità, egli si serve di frammenti di tela da cui si staccano fili sospesi su orditi ditracce materiche, imprevedibili tragitti della fantasia. Nello stesso tempo, Sartelli lavora su garzeleggere e su carte intrise di atmosfere perdute, dispone intrichi di linee ondeggianti come percorsiin divenire, lascia emergere ritagli di giornale come dettagli di scritture parallele agli alfabeti dellanatura, evocando quelle che Pier Giovanni Castagnoli ha definito “immagini di segreta bellezza”.

Il pensiero immaginativo della natura sostiene tutte le tensioni di ricerca, se ne avverte l’ener-gia vivificante in ogni esplorazione corporea, in ogni tentativo di piegare la materia del paesaggioalle vibrazioni dell’aria, per filtrare giorno dopo giorno le forze nascoste del mondo circostante.

Nelle opere legate alla scultura l’artista segue gli impulsi del gesto che imprime energia al corpoesile e provvisorio dell’immagine, un corpo fatto più di vuoto che di pieno e, proprio per questo,capace di emergere per allusioni e rarefazioni. La forma aerea sembra non bloccare mai il fluiredella materia che cresce in tensione con l’esterno, quasi oscillando nel vento, in bilico tra oppostedirezioni: si erge verso l’alto, gioca sull’orizzonte, lo supera con slanci che conquistano equilibriinstabili.

La natura è vissuta come una grande riserva di segni da cui prelevare infinite suggestioni, evo-cazioni poetiche che hanno la concretezza tangibile dell’esperienza manuale, il legame antropolo-gico con i procedimenti del fare. Per Sartelli si tratta di scegliere i reperti, valutare la loro funziona-lità, lasciarli in attesa di definizione, fare in modo che vengano alla luce nuove possibilità di impie-go: questi sono gli atti preliminari che conducono al collage di carte strappate e macerate o all’as-semblaggio di metalli corrosi, barattoli schiacciati, sottili lamiere arrugginite dal tempo.

Germano Sartelli, colloqui con la natura 1956 .2009

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Tutto ciò non è estraneo ai modi più fortemente scultorei del piegare metalli di varia prove-nienza, saldare i pezzi corrosi in un nuovo organismo plastico, farli vibrare in un diverso spazio dovela percezione dell’oggetto trovato si trasforma nell’incanto di un’altra identità.

Maurizio Calvesi già nel 1958 accostava l’arte di Sartelli alle esperienze di Burri, a quella capa-cità di assumere i “segni più logorati e dimessi” in funzione di una rottura dei convenzionali registripittorici, verso un uso della materia capace di evocare “il crepitio sommesso della lacerazione”.

Le opere in ferro degli anni Cinquanta oscillano tra grovigli di fili in moto perpetuo e figure fili-formi che somigliano a personaggi sopravvissuti alla violenza del tempo, scheletri di alberi dopo ildiluvio, frammenti saldati come antenne che s’inerpicano cercando il vuoto.

La continua ricerca di mutazioni spaziali non porta mai la scultura ad essere eco del propriolinguaggio ma a produrre tensioni verso l’origine della forma, per interrogare la materia oltre sestessa.

In Sartelli l’amore della natura è radicato come una felice condanna che lo tiene legato alloscorrere lento del tempo, agli umori visivi, tattili, sonori, persino olfattivi, infatti la natura è un poemada riscrivere continuamente, affidandosi alla sapienza istintiva delle mani che toccano i materialisenza tradire eccessi e ridondanze.

Si tratta di una pratica della scultura che non mira mai al monumentale e al celebrativo maesprime piuttosto il respiro animato delle cose, con profonda aderenza ai tempi umani di ideazio-ne e di esecuzione.

Il colloquio con la natura avviene attraverso la cattura dell’aria che s’impiglia nel gioco contor-to delle pieghe, degli scarti, delle intrusioni che spingono lo sguardo a superare l’urto della mate-ria. La scultura come frammento conserva i caratteri del tutto, è un nucleo che stringe in sé tutti ipossibili movimenti senza rinunciare a sottolineare la bellezza della corrosione, il fascino del mate-riale degradato, la contorsione inarrestabile della forma che non ha un attimo di tregua. La naturadel ferro racconta se stessa, il modificarsi della superficie, il peso delle stratificazioni e degli ossi-damenti, prodigi materici già presenti nel corpo originario della lamiera, mutazioni di corteccia e diluce, di forme aggettanti e di cavità mai uguali a se stesse.

La seduzione del frammento come strumento di invenzione della forma è presente anche nellesculture in ferro dei primi anni Sessanta, in quelle opere dove la misura si amplifica in una portataespressiva più forte delle esili apparizioni del periodo precedente.

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I piani si piegano, si spezzano, si accartocciano in un complesso fluire di stratificazioni geologi-che, di morfologie che evocano le oscure cavità della terra, i percorsi segreti della materia, la luceche si annida tra pieni e vuoti pulsando nel respiro indecifrabile delle ombre. L’artista punta sullaverità del dato naturalistico come spazio concreto per immaginare la genesi delle forme, passa dalreale alle suggestioni immaginarie che si possono captare dentro gli avvolgimenti della materia.

Parallelamente alla sculture metalliche, verso la fine degli anni Cinquanta e per tutto il decen-nio successivo, il repertorio delle materie usate da Sartelli si allarga all’uso delle ragnatele e dellemuffe che rivelano nuovi registri pittorici, un senso della luce come velo che lascia apparire imma-gini sospese e irripetibili.

Entrano in gioco anche le composizioni sperimentali delle cicche dove l’artista sottometteall’invenzione di equilibri e di accostamenti tonali frammenti di cartine dai bordi bruciati, dall’a-spetto precario e dal color nicotina, caratteri intrinseci che diventano pretesti di pittura, ritmicostruttivi risolti in molteplici variazioni.

“Anche l’alone del fuoco che increspa l’orlo della cicca di una sigaretta – ha scritto AndreaEmiliani – è memoria di solitudine, di un silenzio orribilmente duro a riempirsi di un qualche signi-ficato”.

Del resto, qualunque sia l’atmosfera originaria di queste materie, Sartelli sa riscattarne la pre-senza attraverso la trasfigurazione tattile del loro peso emotivo, nel senso che la natura non è maiassunta ciecamente ma rivive nel desiderio di fantasticare, seguendo la sensibilità del fare più chele codificazioni di chi usa la natura come linguaggio concettuale.

Semmai la distanza mentale dal corpo dell’immagine è risolta nel situare alcuni oggetti quoti-diani dentro teche di plastica o di vetro opaco che ne rendono misteriosa la lettura, come un filtroluminoso che evoca l’ambigua identità delle forme.

Dopo questo senso di sospensione l’artista torna al colloquio diretto con la natura, basta osser-vare quale magia tattile assumono le piume di olmo, le scorze di pino, gli intrecci di fieno e via via,durante gli anni Settanta, i ricami di paglia, i ritmi dei ciocchi e dei legni naturali, le partiture di vimi-ni e le terre sospese su strati di carta finemente incollata.

A questo processo di trasmutazione Sartelli si rivolge calibrando da par suo composizioni chediventano scritture, partiture, arie musicali dove ciò che conta è il ritmo totale dei singoli segni, gliuni concatenati agli altri come in un alfabeto primario.

Sui fogli abitati dai vimini agisce la fantasia aerea dello spazio sospeso, così come nelle carte

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esiste la promessa del paesaggio come luogo di andamenti sbilanciati che tagliano l’orizzonte peraprire lo spazio, sconfinamento dell’immaginazione e metamorfosi della natura.

La sensazione è che l’ambiente più idoneo per leggere queste opere sia lo studio dell’artistasull’Appennino imolese, la condizione originaria della loro genesi immaginativa, l’unica che resti-tuisce il contesto effettivo per capire la luce e la misura spaziale delle materie che parlano lo stes-so linguaggio della natura e tuttavia conservano, al suo cospetto, una irriducibile autonomia disguardo.

L’arte non vuole mimetizzarsi tra le forme naturali esistenti ma aspira a farsi luogo di profon-da evocazione del respiro biologico delle cose, misura personalissima e astratta della natura, vis-suta nel suo costante riferirsi a quella che Claudio Spadoni ha definito “cultura materiale cheSartelli ha nel sangue”.

Nei primi anni Ottanta nasce un ciclo di paesaggi fatti di terra e di carte sovrapposte che sialternano alla leggerezza irraggiungibile di nuove grandi ragnatele su fondo scuro. Si passa dal velodi luce alla dura consistenza della terra che il gesto sommuove e trasforma in ritmi fugaci, in pal-piti d’ombra che respirano nella luce del cielo.

Ad esse seguono i “tronchi” utilizzati sia per frammento sia per prelievo integrale, in tal sensoSartelli interviene innestando cortecce di ferro che vanno a sostituirsi al linguaggio della naturacome pure vibrazioni che il frastagliarsi della materia restituisce a se stessa.

Non a caso l’artista usa la superficie scorticata dell’albero come supporto per accogliere fram-menti di metallo accostati, sovrapposti, fissati come se fossero sul punto di staccarsi. In alcuneistallazioni ambientali i “tronchi” sono collocati come in un bosco immaginario, suggeriscono l’ideadi paesaggio reale abitato dai materiali dell’arte, pensiero plastico che ingloba natura e artificio inun unico processo estetico. Il segno è trattato nella sua purezza, è inciso sul metallo e poi fissatosul legno, funziona come un seme che produce altri segni che, a loro volta, si articolano in strut-ture più consistenti fino a dilatarsi nell’ambiente. D’altra parte, i tronchi sono disposti ad altezzediverse, sembrano abitare il luogo della galleria come uno spazio non staccato dal mondo, sonosculture viventi non destinate a simulare la natura-paesaggio ma ad essere tramiti di un nuovopaesaggio, quello che Dario Trento ha definito “natura analoga”.

In effetti, questo ciclo di lavoro indica fino a quale sottile e naturale ambiguità Sartelli sa spin-gere il rapporto tra l’oggetto-tronco e il manufatto artistico, esibendo senza finzioni il doppio regi-stro arte-natura come poli visibili dello stesso magnetismo formale. Il fatto che l’immagine mostri

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esplicitamente le possibilità della scultura di assumere non solo un’iconografia preesistente ma lapresenza stessa della materia non mette in gioco l’idea provocatoria del ready-made e neppure ilsenso della simulazione ma solo, e unicamente, il desiderio di calarsi nel paesaggio come slancioverso altre consistenze materiche. Solo un profondo rispetto e un’ammirazione stupefatta per il lin-guaggio delle forme naturali può aver spinto Sartelli a questo difficile esercizio di equilibrio tra legnoe metallo, tronco e corteccia, natura e scultura, duplice identità che si trasforma nell’unico destinopossibile: l’immagine come sintesi di tutte le esperienze precedenti.

In un ciclo dedicato all’idea di “foresta”, una vegetazione fatta di ferro e acciaio segue la verti-gine verticale dell’albero che contiene altri alberi, viaggi istoriati nel fitto gremirsi dei segni, conminimi spiragli e con massimi dinamismi entro il loro nucleo di germinazione.

In altri casi, sottili lingue di metallo si sollevano dal piano di appoggio, si sovrappongono lenta-mente fino a divaricarsi verso l’alto in un gesto di apertura, con un poetico senso di annullamen-to nella luce che ispira il silenzio, la meditazione, l’ascesi. La lavorazione della superficie tocca ver-tici di finezza e di precisione segnica che raggiunge esiti di non facile descrizione, soprattutto quan-do l’erosione della materia porta lo sguardo dall’altra parte della superficie, a traforare la soglia per-cettiva.

Qui Sartelli si lascia andare ad un sensibilissimo esercizio di scrittura che gli serve per cattu-rare la luce che trapela creando effetti preziosi, fioriture di pieni e di vuoti, trasalimenti del coloremetallico in toni che corrispondono alle vibrazioni della luce.

L’aspetto sottile e frastagliato materializza le inquietudini dell’artista, alla continua ricerca divariazioni e mutazioni che non devono mai ridurre la scultura ad essere eco del proprio linguag-gio ma tensione verso l’origine della forma, condizione essenziale per interrogare la materia oltrese stessa.

Questa tensione si avverte anche nel recente ciclo delle carte segnate, graffiate, incise comesuperfici cariche di sensi pittorici e vibrazioni plastiche, grandi pagine di quell’infinito poema di lucenaturale dove Sartelli fissa le tracce mutevoli della sua inconfondibile arte.

Claudio Cerritelli

OPERE1956.2009

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STRACCIO1956, tecnica mista, 55x35 cm

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GARZA1956, tecnica mista, 55x35 cm

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SCULTURA1957, ferro, h 85 cm

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SCULTURA1957, ferro, h 85 cm

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COLLAGE1958, tecnica mista, 77x67 cm

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SCULTURA1958, ferro, h 59 cm

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COLLAGE1958, tecnica mista, 50x23 cm

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CARTINE DI CICCA1959, tecnica mista, 66x48 cm

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CARTINE DI CICCA1959, tecnica mista, 30x24 cm

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CICCA1960, tecnica mista, 24x18 cm

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PAGLIA1961, tecnica mista, 47x65 cm

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FIENO1962, tecnica mista, 70x100 cm

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RAGNATELA DI STOPPA1964, tecnica mista, 60x40 cm

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RAGNATELA DI STOPPA1965, tecnica mista, 100x70 cm

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CICCHE1970, tecnica mista, 60x50 cm

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PAGLIA1974, tecnica mista, 100x70 cm

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RAGNATELA DI FILO1975, tecnica mista, 66x48 cm

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PALI1977, tecnica mista, 100x70 cm

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CICCA1980, tecnica mista, 70x100 cm

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TERRA1982, tecnica mista, 170x148 cm

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TERRA1982, tecnica mista, 100x120 cm

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COMPOSIZIONE1984, tecnica mista, 140x200 cm

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COMPOSIZIONE1984, tecnica mista, 140x200 cm

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CARTA LAVORATA1984, tecnica mista, 100x80 cm

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COMPOSIZIONE1988, tecnica mista, 75x244 cm

SCULTURA1990, rovere, h 184 cm

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SCULTURA1993, legno con inserti in ferro, 23x72x23 cm

SCULTURA1994, ferro, h 300 cm

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SCULTURA1995, ferro, h 63 cm

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SCULTURA1995, ferro, h 76 cm

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SCULTURA1995, ferro, h 41 cm

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SCULTURA1996, bronzo, h 73 cm

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SCULTURA2000, acciaio inox, h 51 cm

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CARTA GRAFFIATA2006, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x140 cm

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LUNA2008, rete metallica con inserti in lamiera, 191x60 cm

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Nasce a Imola nel 1925.Dal 1938 al 1944 frequenta a Imola il laboratorio di ebanisteria dell’intagliatore Gioacchino Meluzzi. A Imola svilup-pa le sue prime sperimentazioni artistiche condotte attraverso un isolato e paziente tirocinio. Dagli anni ’40 si appli-ca al restauro di sculture marmoree; tra queste da segnalare il ripristino, nel biennio 46-’47, di quelle poste ad orna-mento del ponte cittadino sulla via Emilia.Nei primi anni del dopoguerra entra in contatto con gli ambienti artistici di Bologna.Nel 1958 la sua prima esposizione personale, al Circolo della Cultura del capoluogo emiliano, presentata daMaurizio Calvesi che con Andrea Emiliani rimarrà uno dei suoi più fedeli esegeti.Dagli anni ’50, per circa trent’anni, insegna pittura nell’atelier dell’ospedale psichiatrico “Luigi Lolli” di Imola; nel 1954organizza a Roma, presso la Fondazione Bresso, una mostra di opere dei degenti. L’esposizione, che riscuote unvivo interesse sia in campo artistico che medico clinico, è oggetto di numerose recensioni sulla stampa nazionalea testimonianza della vasta eco suscitata.Nel 1962 riceve il premio per la scultura del Ministero della Pubblica Istruzione, e due anni più tardi, nel 1964, vieneinvitato da Maurizio Calvesi, Afro Basaldella, Lucio Fontana e Cesare Gnudi a partecipare alla XXXII Biennale diVenezia. In questi anni conduce il suo lavoro nello studio-officina collocato nella Rocca di Imola.La sua attività artistica si rinnova costantemente nelle tecniche e nei materiali.La continua sperimentazione, partendo dalla lavorazione del ferro e del legno, si spinge, negli anni ’50, verso unaricerca continua di nuovi materiali, dagli stracci ai fili metallici, dalle cicche alle cartine di sigaretta.Con gli anni ’60 introduce nella sua produzione il vimini, le paglie, le ragnatele, i ciocchi. Legno, carta, ferro e lamiere diventano dagli anni ’70 in poi materia della sua creazione artistica; avventura che èproseguita sino ai giorni nostri con una vastissima produzione che si manifesta in una gamma molto ampia di for-mati e tematiche.La produzione pittorica e scultorea di Sartelli è stata esposta in molte mostre personali e rassegne collettive ed èpresente in numerosi musei e collezioni private.

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Biografia

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1958 Galleria Circolo di Cultura, Bologna

1962 Galleria Arco d’Alibert, Roma

1963 Galleria De’ Foscherari, Bologna

1964 Studio d’Arte Errepi, Bologna

1969 Galleria De’ Foscherari, Bologna

1973 Palazzo Comunale, Cesena (Fc)

1974 Galleria De’ Foscherari, Bologna

1977 Galleria De’ Foscherari, Bologna

1978 Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

1979 Galleria Nuova 13, Alessandria

1980 Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

Galleria civica d’arte moderna Palazzo deiDiamanti, Ferrara

1981 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

1982 Laboratorio d’arte contemporanea, Goro (Fe)

1983 Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

Galleria Morone 6, Milano

Galleria Primo Piano, Carpi (Mo)

1984 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria Baccarini, Faenza (Ra)

Galleria Il Patio, Ravenna

Saletta comunale d’esposizione, Castel SanPietro Terme (Bo)

1985 Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

Galleria Voltone della Molinella, Faenza (Ra)

1986 Santa Maria delle Croci, Ravenna

Galleria municipale E. Manet, Genevilliers,Francia

1988 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria Nuovo Ruolo, Forlì

1989 Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

1991 Galleria Il Sole, Bolzano

Galleria De’ Foscherari, Bologna

1992 Galleria L’Incontro Imola (Bo)

Cassero, Castel San Pietro Terme (Bo)

1993 Centro culturale Nuovo Ruolo, Forlì

1994 Pinacoteca Comunale, Imola (Bo)

Galleria L’Incontro, Imola (Bo)

Galleria De’ Foscherari, Bologna

C.I.R., Imola (Bo)

1995 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Circolo degli Artisti, Faenza (Ra)

Principali mostre personali

1997 Palazzo Rasponi Murat Arti, Ravenna

1999 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria Morone 6, Milano

2001 Galleria De’ Foscherari, Bologna

2002 Pinacoteca Civica, Bologna

2004 Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria Credito Cooperativo, Fusignano (Ra)

2005 Chiostro di San Domenico, Bologna

Galleria L’Elefante, Treviso

2006 Galleria Peccolo, Livorno

Palazzo Sersanti, Imola (Bo)

Mauriziano, Reggio Emilia

2007 Rocca Sforzesca-Pinacoteca, Dozza (Bo)

2008 Museo Riva del Garda (Tn)

Villa delle Rose, Bologna

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“Premio Campigna”, S. Sofia (Fc)

“Sculture, sculture, scultori. Tendenze in Emilia

Romagna”, Cassero, San Pietro Terme (Bo)

1987 “Topothesia. Ricognizione d’ambiente”, Cassero,San Pietro Terme (Bo)

1988 “Premio Marconi”, Bologna

“Premio Campigna”, S. Sofia (Fc)

“Intorno al ’60”, Chiostri di S. Domenico, Imola(Bo)

“La più bella Galleria d’Italia”, Fortezza da Basso,Firenze

“L’art a Bologne”, Musèe de Augustins, Tolosa

1989 “Premio Avezzano Presenze”, Avezzano (Aq)

“Collages”, Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria Arco d’Alibert, Roma

“Figure del fiume”, Palazzo Buzzalla, Adria (Ro)

1990 “Acquisizioni ’89”, Galleria comunale d’artemoderna, Bologna

“Premio Marche”, Ancona

Galleria De’ Foscherari, Bologna

“Premio Michetti”, Francavilla a Mare (Ch)

“Paraxo”, Andorra

“Museo all’aperto”, Maglione Canavese (To)

1991 “Cinquanta artisti a Santa Sofia”, S. Sofia (Fc)

“L’arte del paesaggio”, Loggetta Lombardesca,Ravenna

1992 “Panorama arte a Bologna. La generazionedi mezzo“, Monzuno-Bazzano-Baricella (Bo)

1993 “L’arte contemporanea a Bologna”, PrimaBiennale, Palazzo Re Enzo, Bologna

1995 “Figure della pittura. Arte in Italia 1956-1968”, Palazzo Sarcinelli, Conegliano (Tv)

1996 “Elementi: aria, acqua, terra e fuoco”,Magazzino del Sale, Cervia (Ra)

“Tra peso e leggerezza. Figure della sculturaastratta in Italia”, Cantù (Co)

1997 “Arte italiana: ultimi quarant’anni. Materiali anomali”, Galleria d’Arte Moderna, Bologna

“Dadaismo, dadaismi. Da Duchamp a Wharol“,Palazzo Forti, Verona

“L’informale italiano”, Galleria Niccoli, Parma

1998 “Musica e no”, Palazzo Ducale, Mantova

1999 “Proiezione 2000“, XIII Quadriennale d’arte, Roma

1957 Galleria L’Ariete, Milano

1958 “Premio Morgan’s Paint”, Rimini

1962 “Premio Ministero della Pubblica Istruzione”,Roma

1963 “Premio Castello Svevo”, Termoli (Cb)

1964 XXXIII Biennale di Venezia

1985 “Premio Spoleto”

“Premio Città del Tricolore”, Reggio Emilia

1967 “Premio Silvestro Lega”, Modigliana (Fc)

1968 “Premio Modigliani”, Livorno

“Premio Michetti”, Francavilla a Mare (Ch)

1971 Rassegna “Muro dipinto”, Dozza Imolese (Bo)

1973 “Tre artisti in Romagna”, Palazzo delle Esposizioni,Faenza (Ra)

1976 “Rassegna d’arte contemporanea”, Ascoli Piceno

“Arte Fiera Galleria il Centro”, Bologna

1977 “La carta”, Galleria De’ Foscherari, Bologna

Palazzo Comunale, Foligno (Pg)

Galleria Arco d’Alibert, Roma

1978 “Oggetti”, Galleria De’ Foscherari, Bologna

Galleria La Piramide, Firenze

Premio Campigna, S. Sofia (Fc)

1981 “Regesto 70”, Bologna

“Immaginario mediterraneo”, Siracusa

1982 “Registrazione di frequenze”, Galleria comunaled’arte moderna, Bologna

“Naturalismo, memoria e presenza”, Goro-Codigoro (Fe)-Bagnacavallo (Ra)

1983 “Critica ad arte”, Palazzo Lanfranchi, Pisa

“L’informale in Italia”, Galleria comunale d’artemoderna, Bologna

“L’idea dell’oro”, Galleria De’Foscherari,Bologna

1984 “De via Aemilia”, Padiglione arte contemporaneaFerrara - Ca’ Vendramin Calergi, Venezia

“Scultura disegnata”, Roma

“Recenti acquisizioni”, Galleria comunale d’artemoderna, Bologna

1985 “Paesaggio e paesaggio”, Palazzo Ducale,Mantova

1986 “L’acquerello gigante”, Galleria De’ Foscherari, Bologna

“Paesaggio senza territorio”, Castello dellaMesola (Fe)

Mostre collettive

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1958 M. Calvesi, Sculture e collages, presentazionemostra personale, Galleria Circolo di Cultura,Bologna.

1962 M. Calvesi, Germano Sartelli, presentazionemostra personale Galleria Arco d’Alibert, Roma

1963 A. Emiliani, Germano Sartelli, catalogo, GalleriaDe’ Foscherari, Bologna.

1965 A. Emiliani, A scatola aperta, presentazionemostra personale, Errepi Studio d’Arte,Bologna.

1969 M. Calvesi, A. Emiliani, Germano Sartelli,catalogo, Galleria De’Foscherari, Bologna.

1973 P. G. Castagnoli, Sartelli, in Tre artisti inRomagna, catalogo, Palazzo delle Esposizioni,Faenza (Ra).

R. Savi, Tre artisti in Romagna, “Nac”, 1973,n.6/7, pp. 30-31.

1974 P. G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo,Galleria De’ Foscherari, Bologna.

1977 P. G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo,Galleria De’Foscherari, Bologna

1978 C. Spadoni, Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro,Imola (Bo).

1979 G. Fioroni, Germano Sartelli, catalogo, GalleriaL’Incontro, Imola (Bo).

M. Vescovo, Germano Sartelli, catalogo, Galleriad’arte moderna Nuova 13, Alessandria.

1980 M. Vescovo, Sartelli, catalogo, GalleriaL’Incontro, Imola (Bo).

G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo,Galleria civica d’arte moderna Palazzo deiDiamanti, Ferrara.

C. Cerritelli, Germano Sartelli fantasma tra lecose, “Questarte”, aprile.

1981 C. Spadoni, Germano Sartelli, legno, smalto,ferro, vimini, catalogo, Galleria De’ Foscherari,Bologna.

P. G. Castagnoli, Diario di un poetadell’Appennino, “La Repubblica”, 3 giugno.

B. Bandini, L’avventura di Ulisse, in Immaginariomediterraneo, catalogo, Siracusa.

C. Cerritelli, Germano Sartelli, catalogo, GalleriaL’Incontro, Imola (Bo).

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1991 C. Spadoni, Germano Sartelli, catalogo, GalleriaDe’ Foscherari, Bologna.

pag 44SCULTURA1994, ferro, h 300 cm

pag 45SCULTURA1995, ferro, h 63 cm

pag 46SCULTURA1995, ferro, h 76 cm

pag 47SCULTURA1995, ferro, h 41 cm

pag 48SCULTURA1996, bronzo, h 73 cm

pag 49SCULTURA2000, acciaio inox, h 51 cm

pag 51CARTA GRAFFIATA2006, tecnica mista, 100x70 cm

pag 52CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x70 cm

pag 53CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x70 cm

pag 54CARTA GRAFFIATA2007, tecnica mista, 100x140 cm

pag 55LUNA2008, rete metallica con inserti inlamiera, 191x60 cm

62

pag 14STRACCIO 1956, tecnica mista, 55x35 cm

pag 15GARZA1956, tecnica mista, 55x35 cm

pag 16SCULTURA1957, ferro, h 85 cm

pag 17SCULTURA1957, ferro, h 85 cm

pag 18COLLAGE1958, tecnica mista, 77x67 cm

pag 19SCULTURA1958, ferro, h 59 cm

pag 20COLLAGE1958, tecnica mista, 50x23 cm

pag 21CARTINE DI CICCA1959, tecnica mista, 66x48 cm

pag 22CARTINE DI CICCA1959, tecnica mista, 30x24 cm

pag 23CICCA1960, tecnica mista, 24x18 cm

pag 24PAGLIA1961, tecnica mista, 47x65 cm

pag 25FIENO1962, tecnica mista, 70x100 cm

pag 26RAGNATELA DI STOPPA1964, tecnica mista, 60x40 cm

pag 27RAGNATELA DI STOPPA1965, tecnica mista, 100x70 cm

pag 28CICCHE1970, tecnica mista, 60x50 cm

pag 29PAGLIA1974, tecnica mista, 100x70 cm

pag 30RAGNATELA DI FILO1975, tecnica mista, 66x48 cm

pag 31PALI1977, tecnica mista, 100x70 cm

pag 33CICCA1980, tecnica mista, 70x100 cm

pag 34TERRA1982, tecnica mista, 170x148 cm

pag 35TERRA1982, tecnica mista, 100x120 cm

pag 36, 37COMPOSIZIONE1984, tecnica mista, 140x200 cm

pag 39CARTA LAVORATA1984, tecnica mista, 100x80 cm

pag 40, 41COMPOSIZIONE1988, tecnica mista, 75x244 cm

pag 42SCULTURA1990, rovere, h 184 cm

pag 43SCULTURA1993, legno con inserti in ferro,23x72x23 cm

Elenco opere

Studio Legale OrlandoRavenna

Comune di RavennaAssessorato alla Cultura

Provincia di Ravenna

48100 Ravenna - Via A. Guerrini, 9 - Tel/Fax 0544.217274

MAILwww.mbe.it

BOXES ETC.

RUSSI - RAVENNA

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

HOBBY FOTOVia Castel San Pietro 33

48100 Ravenna

UDINE

Un ringraziamento particolare a

Famiglia Zanchetta

per la disponibilità degli spazi espositivi