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REPUBBLICA ITALIANA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMIERO Via delle Fonti 10, 38054, località Transacqua, Primiero San Martino di Castrozza, (TN) Tel. 0439 62435 Fax 0439 762466 C.F. 90009790222 e-mail: [email protected] PIANO DI LAVORO DIDATTICO MODULARE PREVENTIVO DI GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA CLASSE: 3 a I.T.T.-C.A.T. ANNO SCOLASTICO : 2016 - 2017 GLI STUDENTI : ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ REDATTO DALL' INSEGNANTE : Gretter Beniamino Il DIRIGENTE SCOLASTICO : Prof. ssa Christine Zanoni Trento, lunedì 12 settembre 2016 Scaricabile da:

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REPUBBLICA ITALIANA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMIERO

Via delle Fonti 10, 38054, località Transacqua, Primiero San Martino di Castrozza, (TN) Tel. 0439 62435 Fax 0439 762466 C.F. 90009790222 e-mail: [email protected]

PIANO DI LAVORO DIDATTICO MODULARE PREVENTIVO D I

GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA

C L A S S E : 3a I . T . T . - C . A . T . ANNO SCOLASTICO : 2016 - 2017 GLI STUDENTI : ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ REDATTO DALL' INSEGNANTE : Gretter Benia mino Il DIRIGENTE SCOLASTICO : Prof. ssa Christine Zanoni

Trento, lunedì 12 settembre 2016

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______________________________________________________________________________________________________________ - GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA: PIANO DI LAVORO IN SEDE PREVENTIVA - B. GRETTER -

-Il sapere molteplice non insegna ad avere intelletto. (Eraclito di Efeso, - 500 )

-Due sono le strade (omissis) quella di ciò che è e che non può essere che non sia; quella di ciò che non è e

che è necessario che non sia. (Parmenide di Elea, - 500) - (omissis) infatti, gli uomini sia ora che nel tempo primo hanno incominciato a filosofare per il fatto di

meravigliarsi (= thaumàzein). (omissis) Una sola rondine non fa primavera. (Aristotele, - 350) - (omissis) noi non affidiamo alla memoria la realtà; ma si afferrano con straordinaria velocità solo le

immagini, e vengono depositate in celle straordinarie, e straordinariamente ne sono evocate con il ricordo.

(omissis) Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede lo so; quando voglio spiegarlo a

qualcuno che me lo chieda, non lo so. (omissis) Sono cose estremamente palesi, e comunissime, e poi stanno

troppo a lungo nascoste, e quando le ritroviamo ci sembrano nuove. (Agostino, + 400)

-Ε’ frustrante fare attraverso molte cose quello che può essere fatto attraverso poche cose. (W. Ockham, +

1300)

-La brevità è la perla della saggezza. (W. Sakespeare, + 1600)

-Abbi il coraggio di usare la tua testa. (I. Kant, + 1770)

-(omissis) la lezione non procede in linea retta, totalmente rinchiusa in una formula razionale ma, come

l’essere vivente, sviluppa i propri organi, rispondendo ogni volta alle esigenze che si manifestano in corso

d’opera. In tal senso non sarebbe fuori luogo definire la lezione ideale una sorta di colloquio, di

conversazione tra persone spiritualmente prossime. La lezione non è un tragitto su un tram che ti trascina

avanti inesorabilmente su binari fissi e ti porta alla meta per la via più breve, ma è una passeggiata a

piedi, una gita, sia pure con un punto finale ben preciso, o meglio, su un cammino che ha una direzione

generale ben precisa, senza avere l’unica esigenza dichiarata di arrivare fin lì, e di farlo per una strada

precisa. Per chi passeggia è importante camminare e non solo arrivare; chi passeggia procede tranquillo

senza affrettare il passo. Se gli interessa una pietra, un albero o una farfalla, si ferma per guardarli più da

vicino, con più attenzione. A volte si guarda indietro ammirando il paesaggio oppure (capita anche

questo!) ritorna sui suoi passi, ricordando di non aver osservato per bene qualcosa di istruttivo. I sentieri

secondari, persino l’assenza di strade nel fitto del bosco lo attirano col loro romantico mistero. In una

parola, passeggia per respirare un po’ di aria pura e darsi alla contemplazione, e non per raggiungere più in

fretta possibile la fine stabilita del viaggio, trafelato e coperto di polvere. Allo stesso modo, l’essenza della

lezione è la vita scientifica in senso proprio, è riflettere insieme agli uditori sugli oggetti della scienza,

e non consiste nel tirar fuori dai depositi di un’erudizione astratta delle conclusioni già pronte, in formule

stereotipate. La lezione è iniziare gli ascoltatori al processo del lavoro scientifico, è introdurli alla

creazione scientifica, è un modo per insegnare attraverso l’evidenza e addirittura sperimentalmente un

metodo di lavoro; non è la semplice trasmissione delle «verità» della scienza nella sua fase «attuale»,

«contemporanea». Infatti che cos’è, in questo senso, la «verità» scientifica? Non è forse come il vento che

non posa mai? Non è come l’onda che scivola via nell’instancabile risacca? Non è un processo inarrestabile?

In una parola, non è un’energia viva, l’ενεργεια [energeia], in contrapposizione alla cosa sclerotizzata,

l’‘ εργον [ergon]? (omissis).

Potrebbe sorgere la domanda: ma allora una lezione di cui si prendono appunti, e ancor meglio una

lezione stampata e tanto più pubblicata, non è una contradictio in adjecto ? (contraddizione in termini-B.

Gretter). Se la lezione è creazione immediata come si può fissarla sulla carta e, una volta fissata non perderà

vigore, non si dissolverà la sua sostanza più vitale? Non perde così il diritto di esistere, una volta scritta?

Direi di no. Anche una cosa che permane nello scorrere del tempo (gli appunti) può avere come

contenuto qualcosa di transitorio; anche una cosa mediata dalla scrittura può essere immediata; anche una

cosa fissata può essere libera quanto al contenuto. Così il diario, una delle forme più libere e

indisciplinate tra le opere letterarie, può essere trascritto e talvolta (raramente!) reso pubblico. Come il

petalo di una rosa pitturata splenderà per sempre della rugiada mattutina sul punto di asciugarsi; come sul

cilindro del fonografo una voce appena tremolante per l’incertezza, viene afferrata per essere riprodotta

innumerevoli volte con la stessa incrinatura momentanea; così nel diario e persino negli appunti di una

lezione resta immobilizzato qualcosa che ha senso solo come creato «ora» e «immediatamente», e pur

restando fissato, rimane per sempre creato «ora» e «immediatamente»: questo foglietto ingiallito e

sfatto, arde di oro eterno nel canto (Versi di Afanasij Fet, Ai poeti, 5 giugno 1890. ndt). (evidenziazioni in

grassetto-B. Gretter) (P. A. Florenskij, + 1917)

-Là dove l’uomo non può dire niente, è meglio che stia zitto. (L. Wittgenstein, + 1922)

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PIANO DI LAVORO DIDATTICO MODULARE PREVENTIVO D I

GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA PER LA CLASSE 3 a A S I . T . T . - C . A . T .

Anno scolastico 2016 - 2017 PREMESSA Il programma didattico rappresenta il quadro di ri ferimento degli insegnanti e dei lavoratori studenti per attuare il migliore sistema di insegnamento apprendimento possibile. Dopo aver preso in considerazione i livelli di partenza e dopo aver riassunto le finalità dell' insegnamento si passa alla programmazione vera e propria. Quest'ultima si apre con l' inquadramento degli obiettivi di apprendimento; prosegue con l' individuazione della metodologia didattica; continua con la definizione dei criteri di valutazione; riporta infine la descrizione dei contenuti con l' indicazione dei tempi previsti. 1) DESCRIZIONE DEI LIVELLI DI PARTENZA La situazione di partenza dovrebbe essere rilevata a mezzo di un test di ingresso volto a valutare le conoscenze e le capacità maturate durante le precedenti esperienze scolastiche. Il gruppo classe, composto di una studentessa e da dieci studenti, sembra ben disposto alla collaborazione ed all’apprendimento. Gli studenti hanno libro, quaderno, penne e mantengono una postura idonea e lasciano trasparire un buono se non esemplare livello d’attenzione. Da anni l’insegnante non trovava una situazione ed una disposizione di tal risma al lavoro didattico. I lavoratori studenti, provvisti di conoscenze di base inerenti le Scienze della Terra e la Biologia, ricchi di esperienze di vita concreta, affronteranno nel terzo anno lo studio della Geopedologia ed ecologia, ossia delle terre, del suolo e degli escosistemi, saranno così gettate alcune basi conoscitive per affrontare negli anni successivi lo studio dell'Economia urbana e regionale e di alcuni capitoli dell'Estimo rurale, dell' Estimo catastale e dell'Estimo territoriale ed ambientale. La disciplina Geopedologia ed ecologia condensa nel suo ambito alcuni capitoli fondamentali della Pedologia, dell'Ecologia generale e dell'Ecologia applicata al controllo degli inquinamenti e rappresenta una integrazione fra le discipline del primo biennio, Scienze della Terra e la Biologia: come dire che, studiato il mondo fisico (Scienze della Terra) e biologico (Biologia) nel primo biennio, ora s’affronta l’integrazione fra i due mondi nei sistemi geopedologici ed ecologici (Geopedologia ed ecologia). E’ un esempio di coerenza epistemologica e di filosofia della scienza.

2) FINALITA' DELL'INSEGNAMENTO Nel sistema insegnamento apprendimento si realizza e si completa l'istruzione degli studenti che, insieme alla ricerca, sono risorse fondamentali per creare nuova ricchezza, sviluppo, lavoro. Il futuro dipende dall'istruzione. Si crede che l'insegnante, lungi dal dipingerlo come un eroe e senza dare adito a mistificazioni, possa ancora fare molto in questa direzione, mettendo le sue conoscenze a disposizione dei discenti ed interagendo con loro. Le finalità dell'insegnamento della disciplina Geopedologia ed ecologia sono ancora quelle di promuovere la conoscenza all'interno dell' I.T.T.-C.A.T. ed in un contesto pluridisciplinare. La disciplina oggetto del presente piano di riferimento programmatico si uniforma innanzi tutto alle finalità della scuola: 1. Contribuire alla formazione della personalità nelle sue componenti individuali e sociali (dimensioni di cittadino, di produttore e di consumatore); contribuire ad educare a quel potere che significa responsabilità pubblica (“Niuno ha diritto di fare cattivo uso del proprio diritto” A. Rosmini). 2. Contribuire a realizzare l'uguaglianza di opportunità e/o possibilità, mediante il riconoscimento della diversità e attraverso la promozione dell' eccellenza individuale. Contribuire a costruire una personalità democratica. 3. Contribuire a preparare al mondo del lavoro nelle dimensioni: valoriale, economica, tecnologica e strutturale organizzativa. Questa finalità veniva ritenuta meno nobile rispetto alle prime due e collocata tranquillamente al terzo posto; nella situazione drammatica ed inquietante dei nostri tempi si rivela cruciale. Contribuire a riqualificare gli studenti lavoratori già inseriti professionalmente.

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In secondo luogo anche la disciplina Geopedologia ed ecologia si inserisce in un sistema di insegnamento apprendimento che è unitario, si ricordano i termini di questa unitarietà. LA MULTILATERALITA' ORGANICA DELLA CONOSCENZA E' d'obbligo superare le comode suddivisioni delle materie basate su criteri funzionali (discipline umanistiche, discipline scientifiche, discipline professionali) e dare a ciascuna pari dignità sul piano culturale. La conoscenza si esprime in una molteplicità di forme; deduttiva, empirica, multimediale, estetica, etica, metempirica, di coscienza, di fede. Ogni espressione è considerata significativa, degna d'essere scoperta, valida per la promozione umana. In questo quadro di multilateralità organica si inseriscono gli obiettivi valoriali delle sfere cognitiva, affettiva e psicomotoria. La forma della conoscenza della disciplina Geopedologia ed ecologia è prevalentemente di tipo empirico: le ipotesi sono provate mediante l'osservazione e l'esperimento. Per la Geopedologia ed ecologia infatti sono fondamentali le Scienze Fisiche, le Scienze Chimiche e le Scienze Biologiche. Per certi aspetti l'Ecologia -lo studio degli ecosistemi in particolare- ha caratteri deduttivi, estetici ed etici, perché dà modo di ri-considerare e valorizzare l'approccio scientifico tradizionale (Galileiano, Baconiano, Newtoniano) e di ri-unire le discipline per favorire un approccio integrato alla soluzione dei problemi complessi connessi con le attività umane. In questo senso l'Ecologia pare la disciplina di riferimento per coordinare gli approcci scientifico-tecnici alla traduzione operativa dei principi dello Sviluppo Sostenibile (H.G. Bruntland - World Commission on Environment and Development - "Our common future" - Wced, 1987, p. 9 - "... a process of change in which the exploitation of resources, the direction of investments, the orientation of tehcnological development and istitutional changes are made consistent with future as well as present needs"). Si ricorda qui che l’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza ha fatto della sostenibilità il suo Leitmotiv. LA NECESSITA' DI SAPER GESTIRE LA COMPLESSITA’ Gestire la complessità significa privilegiare, potendo, l'adozione di mediatori didattici simbolici, i quali permettono di ragionare per concetti e teorie. Questo intento valga fatta salva la predilezione per i mediatori attivi (realtà) ed iconici (immagini) quali punti di partenza, soprattutto nei casi di studenti con particolare Bisogni Educativi Speciali. Si cerca di radicare una capacità simbolica (pensare a simboli) per mettere il lavoratore studente nelle condizioni di saper accomodare le novità che saranno acquisite in futuro nel quadro di quanto appreso a scuola e di quanto appreso direttamente nel mondo del lavoro. Questa operazione può apparire in controcorrente con il messaggio culturale dominante che vede la schiacciante vittoria dei mezzi multimediali, i quali utilizzano soprattutto mediatori attivi ed iconici a scapito di quelli analogici e simbolici. Non abbiamo paura del disorientamento o peggio della schiavitù culturale e della disaggregazione intellettuale ... anche se ne avvertiamo i pericoli latenti. Non è un retorico tentativo di restaurazione, bensì la ferma volontà di bilanciare correttamente i media cercando di non perdere gli indiscussi vantaggi della capacità di astrazione: il senso critico e l'indipendenza di giudizio. L' ESIGENZA DI UNA MENTALITA' DEMOCRATICA Si tenta di sottolineare, nella quotidianità del comportamento, i valori che distinguono la società democratica: la libertà in primis, la neutralità, l'imparzialità, il dialogo, la convivenza, la solidarietà, la fiducia, la tolleranza, l'interdipendenza (fra persone, fra gruppi, fra sistemi), la capacità di relazione. Si tenta di realizzare un mutuo scambio continuo fra le proposte didattiche dell'insegnante e le attese legittime di ciascun lavoratore studente. L' INNOVAZIONE Organizzare l'insegnamento in funzione dell'innovazione significa industriarsi per stimolare il senso critico, la creatività, l'immaginazione, il cambiamento, l'iniziativa, la competenza, la cultura del lavoro per uno scopo, la cultura del progetto per un fine. Sempre nell'intento di contribuire costruire nello studente un quadro valido dentro al quale possa egli inserire autonomamente le novità che matureranno nell'ambito disciplinare nonché le conoscenze acquisite nella vita. LA TRADIZIONE L insegnamento apprendimento di ciascuna materia, quindi anche della Geopedologia ed ecologia, deve attuarsi giorno dopo giorno nel rispetto della tradizione dell’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza. Per questo ci si riserva di stabilire e mantenere i contatti con gli insegnanti del gruppo didattico che rappresentano la continuità di un modello di insegnamento che caratterizza l'I.T.T.-C.A.T. dell’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza (P.E.I. – Carta dei Servizi – Reg. d’Istituto).

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3) OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E' necessario ricordare come gli obiettivi didattici minimali specifici curricolari, declinati in termini di conoscenze, competenze e capacità (di seguito d-Obiettivi Specifici Disciplinari), di competenza pianificatoria dell’insegnante la disciplina Geopedologia ed ecologia debbano essere individuati e prefissati rispettando il quadro degli obiettivi trasversali od orizzontali alle diverse discipline della classe terza del secondo biennio individuati a livello del Dipartimento Disciplinare di Discipline Tecniche ed Arte di competenza dell’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza (di seguito c-Obiettivi Orizzontali o Trasversali del Dipartimento Disciplinare e del Consiglio di Classe), rispettando a seguire gli obiettivi verticali al Piano o Progetto Educativo dell’I.T.T.-C.A.T. dell’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza (di seguito b-Obiettivi del Piano Educativo e degli Studi d’Istituto), uniformandosi infine alle Linee Guida della Provincia Autonoma di Trento (di seguito a2-Obiettivi delle Linee Guida Provinciali) ed ai Principi ed agli Indirizzi Repubblicani Italiani (di seguito a1-Principi Repubblicani). La gerarchia di competenza è da intendersi ribaltata: a1, a2, b, c e d. L’insegnante crede che, sui piani linguistico (sintattico e semantico), logico e scientifico, non sia risolutivo pensare ad una gerarchia d’obiettivi che scendano, per così dire, dal livello delle Linee Guida Provinciali fino ai singoli Obiettivi Specifici Disciplinari, gli obiettivi atomici discriminabili dall’insegnante ai fini valutativi. Non è risolutivo come attestino le più avanzate conquiste della linguistica, dell’epistemologia, della fisica e delle matematiche da un secolo a questa parte (H.R. Hertz, E. Mach, G. Frege, B. Russel, L. Wittgenstein, K. Goedel, W. K. Heisemberg, K. Popper et alii). Le aleatorietà, le aporie ed i paradossi logici, le contraddizioni linguistiche (sintattiche e semantiche) e ancora logiche abbondano, anche volendo essere ottimisti, nella lettura degli obiettivi preventivati ai vari livelli dei quali supra e comunque, nelle migliori delle ipotesi, residua sempre un che d’imponderabile, di non perspicuo. E si sapeva fosse così. La gerarchia viene comunque seguita dall’insegnante per l’impegno amministrativo assunto e perché crede che il fatto serva a scongiurare derive anarchiche o liberaliste che non albergano nelle volontà etica, morale e politica dello stesso. Gli obiettivi enunciati ai livelli più alti hanno certamente un significato, nel quadro complessivo, per l’uso che l’insegnante ne fa ora, leggendoli ed integrandoli nel piano, sforzandosi, nel limite del possibile, di tradurli in obiettivi atomici maggiormente discriminabili, ai fini valutativi, in termini di 1-prestazioni attese, 2-condizionate nella loro realizzazione e 3-valutabili nel contesto di quella vita che vive nelle aule. Lo sforzo si tradurrà molto spesso in tautologie che preservino l’idea di lezione espressa da P. A. Florenskij e riportata in epigrafe. Di seguito vengono riportati gli obiettivi di apprendimento ordinati su tre livelli gerarchici. OBIETTIVI VERTICALI D’STITUTO, DIPARTIMENTALI, PROV INCIALI, REPUBBLICANI Gli Obiettivi del Piano Educativo e degli Studi d’Istituto e del Dipartimento Disciplinare competente, nel quadro delle Linee Guida Provinciali e dei Principi Repubblicani, si ricavano dal Progetto Educativo d’Istituto, dalle Linee Guida Provinciali e dai programmi ordinamentali (Fig. 1) per l’esame di stato dell’I.T.T.-C.A.T. Si rimanda pertanto alla consultazione di quei documenti nel pieno rispetto dei quali si vogliono sviluppare gli Obiettivi Specifici Disciplinari del presente piano di lavoro della materia Geopedologia ed ecologia. Il settore di competenza dello studente dell'Istituto Tecnico Tecnologico, Indirizzo Costruzioni Ambiente e Territorio è quello del rilievo topografico e della conseguente restituzione; della rappresentazione e lettura cartografica; delle tecniche di fabbricazione dei manufatti; della progettazione integrale di costruzioni edili e stradali (limitatamente alle dimensioni che rientrano nelle attuali competenze del Geometra libero professionista come normate dal Ministero della Giustizia); della pratica amministrativa e contabile del cantiere edile; dell' estimo urbano (o civile), legale, rurale, forestale, industriale, procedurale, catastale, territoriale ed ambientale. Questo ampio settore consente l'acquisizione di conoscenze e capacità, quindi di competenze, anche in materia di gestione dell'ambiente in senso ecologico e di gestione del territorio in senso urbanistico. Appare opportuno un richiamo sull'evoluzione subita dal filone disciplinare agrario, economico ed estimativo. Tradizionalmente l'insegnamento aveva come fulcro i problemi della gestione delle aziende agricole, per rispondere ad una struttura socio economica caratterizzata dalla prevalenza del rurale sull' urbano, dell' agrario sul territoriale-ambientale. Col passare del tempo, essenzialmente per la necessità di trovare nuovi equilibri fra le attività che usano il suolo e gli spazi (agricoltura, selvicoltura, verde pubblico) e quelle che più propriamente li consumano (edilizia a vari livelli, trasporti, attività minerarie), le tradizionali discipline Tecnologia rurale ed Economia e contabilità ed Estimo si sono arricchite di nuovi i contenuti e gli insegnanti si sono dati altri obiettivi. Si parla ora, più propriamente, di filone od area disciplinare dell’ambiente e del territorio (A e T. di C.A.T., appunto). Infatti, con l'entrata in crisi dei collaudati modelli, improntati alla razionalità scientifica, di certo non superati ma fortemente ridimensionati a tutti i livelli, si è reso d'obbligo un approccio integrato alla soluzione dei problemi connessi con le attività umane, soprattutto di quelle che incidono fortemente sugli equilibri degli ecosistemi (insediamenti abitativi e produttivi, trasporti, discariche, depuratori). In quest'ottica, quella del PERITO DELLE COSTRUZIONI, DELL’AMBIENTE E

DEL TERRITORIO, che integra le moderne tecnologie -del rilievo (fotogrammetria), della progettazione (disegno assistito

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dall' elaboratore elettronico) e delle costruzioni- con la capacità di leggere il territorio e gli ecosistemi, diventerebbe una professione di base moderna, suscettibile di essere sfruttata capillarmente. In questo contesto ed in prospettiva la ricerca disciplinare nell'area dell’ambiente e del territorio deve, da un lato approfondire i blocchi tematici classici quali la matematica finanziaria, la microeconomia, la macroeconomia, la contabilità, i capitoli dell' estimo e dall' altro lato orientarsi ai problemi della ruralistica, della pianificazione territoriale, dell' ecologia, della salvaguardia delle risorse irriproducibili, della valutazione degli impatti, dei giudizi di compatibilità e fattibilità , della gestione del territorio in senso urbanistico e dell' ambiente -meglio dire degli ecosistemi- in senso ecologico, dello SVILUPPO SOSTENIBILE . Le sperimentazioni didattiche introdotte più o meno recentemente e mai divenute ordinamentali, -progetto "Brocca", progetto "Cinque", progetto "Sirius"-, fino alle ultime riforme della scuola- tengono conto di questi cambiamenti, di questi arricchimenti e del conseguente diverso profilo professionale da formare. (Figura 1) Quadro orario

SECONDO BIENNIO E QUINTO ANNO - I.T.T. – C.A.T.

MATERIE D' INSEGNAMENTO

CLASSI ED ORE SETTIMANALI PROVE

CLASSE 058/A (LXXXIV) TERZA QUARTA QUINTA

Ecologia e geopedologia 4 / / orale

Economia ed Estimo / 4 / sc./gr. ed orale

Geopedologia, Economia, Estimo / / 5 sc./gr. ed orale

Il superamento dell’esame di stato conclusivo all’I.T.T.- C.A.T. consente l'accesso al praticantato professionale -nelle attività professionali inerenti il patrimonio immobiliare come prevedono i regolamenti professionali- ed agli esami di Stato per l' esercizio della libera professione di Geometra (D.M. 15.03.1986, G.U. 22.05.1986 n. 117 e D.M. 14.07.1987, G.U. 21.07.1987, n. 168).

Il diploma I.T.T.-C.A.T. è equipollente agli altri diplomi ai fini della prosecuzione degli studi in ambito universitario. Il raggiungimento del diploma presso l'I.T.T.-C.A.T. dell’I.C. Primiero S. Martino di Castrozza rappresenta dunque l'Obiettivo Verticale riconosciuto giuridicamente ed al quale sono sotto ordinati gli altri obiettivi. Nel rispetto di quell' obiettivo verticale lo studio della Geopedologia ed Ecologia avrebbe la pretesa di insegnare a leggere il territorio e gli ecosistemi al fine di attuare una corretta gestione del territorio in senso urbanistico e dell' ambiente in senso ecologico. Il diplomato dell' I.T.T.-C.A.T. acquisirebbe una professionalità di base moderna, attuale, suscettibile di essere sfruttata capillarmente in tutti i nuovi ambiti nei quali servono un cartografo, un topografo, un disegnatore, un contabile di cantiere, un estimatore, un esperto di catasto, un lettore del territorio e degli ecosistemi. Quei nuovi ambiti sarebbero: il monitoraggio delle situazioni di rischio a livello industriale, artigianale ed agricolo; i progetti di ri-naturalizzazione e di delimitazione dei biotopi; i progetti di disinquinamento dei suoli, delle acque e dell'aria; la raccolta differenziata ed il riciclaggio dei rifiuti; la conduzione e gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue, degli impianti di termodistruzione e di compostaggio, delle discariche. In questo quadro, ed a questo livello, si possono riportare gli Obiettivi delle Linee Guida Provinciali, e per intero, come un monolite, per poterle apprezzare, analizzare ed usare al meglio. Raramente è capitato allo scrivente di leggere qualche cosa di altrettanto delirante, e non solo sul piano psicodidattico e/o della psicologia dell’apprendimento. Non ci sono ordini di priorità, per cui si intende che il valore, per così dire, attribuito agli enunciati sia lo stesso. Si può intendere che alle competenze (saper applicare) sia attribuita una certa priorità. Gli obiettivi, di competenza, conoscenza e abilità (capacità), sono dichiarati mediante flessione verbale come prestazioni espresse da verbi coniugati nel modo infinito anche se, spesso, la flessione è nominale, e le prestazioni sono declinate come sostantivi da intendersi quali oggetti (o contenuti) da conoscere. Alcune prestazioni (tutelare, salvaguardare, valorizzare …) ed alcuni oggetti (principi …) hanno una valenza così comprensiva, così condizionata da elementi extra-scolastici e futuribili e di natura stocastica, così olistica che, pur riconoscendone il valore ottativo nelle intenzioni, scoraggiano qualsivoglia approccio operativo da parte del docente più avveduto ed aggiornato e che voglia anche solo concorrere all’impresa. La locuzione principi è utilizzata nei testi universitari a significare la trattazione di tutto lo scibile relativo alla materia dei principi presi in esame nella fattispecie. La dizione tutelare, salvaguardare e valorizzare investono più il valore che non il fatto, le sfere etiche/morali/politiche più che quelle scientifiche. Ed i valori, D. Hume docet, non sono scienza, non sono verificabili o falsificabili, investono la

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volontà, non la fisica e la chimica. L’insegnante pensa sia qui arduo se non impossibile pervenire ad una traduzione discreta in obiettivi atomici maggiormente discriminabili, ai fini valutativi, in termini di 1-prestazioni attese, 2-condizionate nella loro realizzazione e 3-valutabili nel contesto di quella vita che vive nelle aule. In grassetto s’evidenziano gli obiettivi idonei a qualche uso per il terzo anno del secondo biennio.

ESTRATTO DALLE LINEE GUIDA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Il docente di “Geopedologia, economia ed estimo” concorre a far conseguire allo studente, al termine del percorso quinquennale, i seguenti risultati di apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionali: riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo; utilizzare modelli appropriati per investigare su fenomeni e interpretare dati sperimentali; individuare le interdipendenze tra scienza, economia e tecnologia e le conseguenti modificazioni intervenute, nel corso della storia, nei settori di riferimento e nei diversi contesti, locali e globali; orientarsi nella normativa che disciplina i processi produttivi del settore di riferimento, con particolare attenzione sia alla sicurezza sui luoghi di vita e di lavoro sia alla tutela dell’ambiente e del territorio.

Competenze secondo biennio e quinto anno I risultati di apprendimento sopra riportati in esito al percorso quinquennale costituiscono il riferimento delle attività didattiche della disciplina

nel secondo biennio e nel quinto anno. La disciplina, nell’ambito della programmazione del Consiglio di classe, concorre in particolare al raggiungimento dei seguenti risultati di apprendimento espressi in termini di competenza:

tutelare, salvaguardare e valorizzare le risorse del territorio e dell’ambiente; compiere operazioni di estimo in ambito privato e pubblico, limitatamente all’edilizia e al territorio; utilizzare gli strumenti idonei per la restituzione grafica di progetti e di rilievi; gestire la manutenzione ordinaria e l’esercizio di organismi edilizi; utilizzare il linguaggio e i metodi propri della matematica per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative; utilizzare i principali concetti relativi all’economia e all’organizzazione dei processi produttivi e dei servizi. L’articolazione dell’insegnamento di “Geopedologia, economia ed estimo” in conoscenze e abilità è di seguito indicata quale orientamento per la progettazione didattica del docente in relazione alle scelte compiute nell’ambito della programmazione collegiale del Consiglio di classe. 6-I.T. tecnologico - Indirizzo Costruzioni, ambiente e territorio Articolazione Base Geopedologia, economia ed estimo. Secondo biennio Linee guida per l'elaborazione dei piani di studio delle istituzioni scolastiche (prima stesura - 2013) Provincia autonoma di Trento

Conoscenze Processi geomorfici e unità geomorfologiche fondamentali dell’Italia. Fattori e processi di formazione del suolo e correlate proprietà fisiche, chimiche e biologiche. Agrosistemi, ecosistemi e loro evoluzione. Processi e fenomeni di dissesto idrogeologico. Principi ed opere per la difesa del suolo. Significato e valore delle carte tematiche. Ciclo dell’acqua, disponibilità e depurazione idrica per le necessità umane e produttive. Classificazione dei rifiuti e metodi di smaltimento. Processi di inquinamento dell’atmosfera, delle acque e del suolo. Fonti energetiche disponibili, con particolare riferimento alla situazione italiana. Concetti di bisogno, bene, consumo e produzione. Concetti e teorie del mercato e della moneta. Sistema creditizio e fiscale italiano. Principi di economia dello Stato e comunitaria. Calcolo di interesse semplice, interesse composto, valori periodici, reintegrazione e ammortamento del capitale. Capitalizzazione dei redditi, valore potenziale, riparti proporzionali. Descrizione statistica dei fenomeni. Principi di valutazione, aspetti economici e valori di stima dei beni. Metodi, procedimenti di stima e valori previsti dagli standard europei e internazionali.

Abilità Riconoscere le caratteristiche dei suoli, i limiti e i vincoli nell’uso del suolo. Riconoscere le cause dei dissesti idrogeologici, individuare le tecniche per la prevenzione dei dissesti e la difesa del suolo. Individuare e scegliere le aree più idonee ai diversi utilizzi del territorio. Interpretare le carte tematiche per comprendere i fattori che condizionano l’ambiente e il paesaggio. Ricercare e interpretare le fonti informative sulle risorse ambientali, sulla loro utilizzabilità e sulla loro sensibilità ai guasti che possono essere provocati dall’azione dell’uomo. Utilizzare termini del linguaggio economico. Riconoscere le leggi e i meccanismi che regolano l’attività produttiva in relazione all’impiego ottimale dei fattori. Determinare il costo di produzione di un bene ed il reddito di un immobile. Riconoscere la struttura del sistema fiscale italiano e delle più comuni imposte. Riconoscere la storia, le istituzioni, gli strumenti legislativi e gli obiettivi dell’Unione Europea. Applicare il calcolo matematico finanziario e l’elaborazione statistica dei dati nelle metodologie estimative. Applicare le metodologie del processo di valutazione applicabili sia a beni e diritti indi-viduali, sia a beni di interesse collettivo.

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OBIETTIVI TRASVERSALI OD ORIZZONTALI DIPARTIMENTALI E DI CONSIGLIO DI CLASSE Gli Obiettivi Trasversali od Orizzontali alle diverse discipline della classe terza dell'I.T.T.-C.A.T. sono stati estrapolati in seguito ai contatti avuti con i colleghi (Collegio Docenti, Gruppo Disciplinare di competenza e Consiglio di Classe) e vengono di seguito elencati, secondo una tassonomia congeniale all’insegnante, evidenziando in grassetto gli obiettivi per il raggiungimento dei quali, a nostro giudizio condizionato, la materia Geopedologia ed Ecologia si presta particolarmente (Riunioni Dipartimentali, Consigli di Classe). SAPER ESSERE:

OBIETTIVI TRASVERSALI COMPORTAMENTALI

1 - Saper essere autonomi nei propri giudizi. (avere senso critico, discernimento). 2 - Saper essere flessibili (aperti sul piano intellettuale e professionale). CONOSCENZE:

OBIETTIVI DI TIPO COGNITIVO (SAPERE)

3 - Sapere i nuclei concettuali portanti della Geo-Pedo-Eco-Logia COMPETENZE:

OBIETTIVI TRASVERSALI DI TIPO COGNITIVO (SAPER UTILIZZARE )

4 - Sapere attivare percorsi di auto apprendimento (Acquisire un metodo di studio; imparare da soli). 5 - Sapere scegliere e programmare itinerari individuali di studio e lavoro. 6 - Sapere comunicare efficacemente utilizzando appropriati linguaggi tecnici (Geo-Pedo-Eco-Logia) 7 - Sapere operare per obiettivi e progetti (itinerari individuali, lavori di ricerca e progetto, area di progetto). CAPACITA':

OBIETTIVI TRASVERSALI DI TIPO COGNITIVO (SAPER FARE; AVERE ABILITA' )

8 - Sapere utilizzare i depositi di informazione (analisi, sintesi e collegamento). 9 - Sapere elaborare testi e/o documenti e/o progetti e rappresentarli in modo efficace rispetto a differenti finalità (itinerari individuali). 10 - Sapere documentare adeguatamente il proprio lavoro con l' uso dei pacchetti software più diffusi (aree di progetto proposte dai colleghi …). 11 - Sapere eseguire indagini geo-pedologiche. (riconoscimento dei substrato geologico, profili, classificazione dei suoli) 12 - Saper individuare le fonti di inquinamento del suolo e degli ecosistemi. (fonti di pericolo per l'acqua, l'aria, il suolo e gli ecosistemi)

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OBIETTIVI DIDATTICI SPECIFICI Con la definizione degli Obiettivi Didattici Specifici della materia Geopedologia ed Ecologia si entra nella programmazione didattica vera e propria del docente curricolare. Personalmente non vorremmo arrogarci il diritto -nonché l'onere e le responsabilità connesse- di fissare obiettivi di sorta. E' infatti arduo delineare il punto di arrivo ideale del processo formativo proprio in nome della libertà e della indipendenza di giudizio delle quali si parlava a proposito delle finalità dell' insegnamento. Vedremmo di buon occhio una scuola dove gli obiettivi derivassero strada facendo dall'influenza reciproca e dall' interazione fra gli insegnanti ed i lavoratori studenti, lasciando a questi ultimi la facoltà di esprimere le loro sensibilità ed idealità. Pertanto l'insieme degli obiettivi didattici specifici deriva per il momento da una scelta dell'insegnante e rappresenta una proposta dovuta sul piano amministrativo ma suscettibile di cambiamenti ed anche di stravolgimenti. Questi obiettivi didattici specifici vengono ridefiniti ogni anno, alcuni vengono meglio precisati; altri, rivelatisi troppo ambiziosi, vengono abbandonati a favore di quelli realizzabili: per la eventuale ridefinizione e/o per il ridimensionamento degli obiettivi si fa riferimento all' esperienza degli insegnanti anziani del corso serale. Dal momento che la materia Geopedologia ed Ecologia è da ritenersi propedeutica e quindi a contenuto prevalentemente conoscitivo-formativo, gli obiettivi sintetici sono: 1. Abituarsi all'uso del lessico tecnico specifico della Geopedologia e della Ecologia. 2. Acquisire sufficiente dimestichezza nell'uso degli strumenti metodologici per indagare il Suolo, per classificare il Suolo e per ricononoscerne le Valenze d'Uso in vista della Pianificazione Territoriale. 3. Acquisire conoscenze sufficienti intorno agli interventi di prevenzione del Dissesto Idrogeologico ed intorno alle

tecniche di difesa del Suolo e di contrasto e controllo dei fenomeni di dissesto. 4. Acquisire conoscenze sufficienti sulla struttura e sul funzionamento degli Ecosistemi. 5. Acquisire conoscenze sufficienti intorno alle cause dell' Inquinamento (Suolo, Acqua, Aria) ed in merito al problema dei Rifiuti Solidi Urbani e del Riciclaggio. 6. Acquisire conoscenze sufficienti intorno agli interventi di prevenzione degli Inquinamenti, in merito alle

tecniche di gestione delle risorse inquinate (Suolo ed Acqua) ed in merito alle tecniche di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (Incenerimento – Pirolisi – Termovalorizzazione; Bioessiccamento).

In generale occorrre riconoscere che la materia è alquanto dispersiva, dovendosi trattare “all’acqua di rose” una mole ragguardevole di tematiche.

4) METODOLOGIA DIDATTICA La metodologia è forse l’unico aspetto non ancora colonizzato dalla iperpoiesi normativa ed amministrativa in materia di scuola, l’unico grado di libertà, forse, appannaggio del docente. E non sembra poco, anche in considerazione del fatto che, eclissatesi le pretese fondazionali e di categorizzazione delle metafisiche, sconfitte le pretesi di riduzionismo logico, di completezza e di determinazione assoluta, la metodologia stessa potrebbe essere intesa, perché no, anche come una finalità, un obiettivo, un contenuto, un mezzo, facndo in sé collimare tutta l’azione pedagogica. Come se il comportamento metodologico stesso fosse l’oggetto dell’apprendere ad apprendere. Per l’insegnante che scrive così è.

Lo stile di insegnamento sarà approntato nella convinzione che lo studente deve apprendere ad apprendere, deve tessere una sorta di rete che gli permetterà di trattenere sempre maggiori conoscenze anche in futuro. Il comportamento degli insegnanti sarà volto a stimolare nello studente una mentalità di studio auto gestito, così da rispettare le finalità e così da riuscire nell' intento di perseguire gli obiettivi.

L' azione dell' insegnante si uniforma allo schema cosiddetto matetico (µαθητησ è colui che apprende) suggerito da G. Ferrazzi che a nostro giudizio permette di realizzare un modello di tipo collaborativo-tutoriale (Fig. 2). L’approccio è riconducibile anche al più recente apprendimento cooperativo di S. Kagan, desunte dal recente manuale omonimo, ed in particolare a certe sue strutture che coinvolgono i discenti. Lo stile di insegnamento viene approntato nella convinzione che lo studente deve apprendere ad apprendere, deve tessere una sorta di rete che gli permetterà da un lato di valorizzare e sistematizzare quanto già acquisito sul campo (ratio del vecchio Progetto "Sirius") e dall' altro lato di trattenere sempre maggiori conoscenze anche in futuro. Il

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comportamento dell' insegnante è volto a stimolare nello studente una mentalità di studio auto gestito, così da rispettare le finalità e così da riuscire nell' intento di perseguire gli obiettivi. Se si vuole questo liberismo didattico è indispensabile che lo studente studente possa scegliere se stare attento o meno alle lezioni frontali e se partecipare attivamente o meno alle lezioni ed alle esercitazioni (altre priorità … impegni …). Le ore di lezione previste dall' orario settimanale sono 4. Le settimane utili per il primo quadrimestre sono 15, ne consegue che le ore a disposizione per l' insegnamento della Geopedologia ed Ecologia sono 60 nel primo quadrimestre (4 ore/settimana X 15 settimane/quadrimestre = 60 ore/quadrimestre). Lo stesso computo vale per il secondo quadrimestre. Le ore di lezione annue sono in totale 120.

Convinti dell'utilità dell' esperienza diretta, potendo disporre di un laboratorio e di una sala audiovisivi, si provvede ad organizzare il lavoro didattico prevedendo una parte teorica e alcune esercitazioni. Le due parti sono complementari per quanto è attinente alle finalità dell'insegnamento e agli obiettivi di apprendimento; si differenziano circa la forma del lavoro didattico e circa gli stili di apprendimento. Nella parte teorica l'avvicinamento alla conoscenza è deduttivo/espositivo; l'approccio ai problemi è analitico e i mediatori didattici (analogici e simbolici) consentono lo studio di modelli della realtà; lo stile di apprendimento, dal punto di vista dello studente, va dal generale al particolare. La partecipazione degli studenti alle lezioni frontali viene incoraggiata, con occhio alle finalità dell'insegnamento, facendo in modo che gli argomenti trattati risultino: - significativi per la disciplina (obiettivi e contenuti) - significativi per i valori da trasmettere (finalità) - significativi per lo studente (stimolanti l'interesse; che tengano svegli …; emotivamente stimolanti) Durante le lezioni frontali l'insegnante si sforza di concentrare le energie sui nuclei concettuali portanti della materia. Per questo si adotta lo strumento delle mappe concettuali, elaborandole in preparazione alle lezioni con il software Cmap-Tool dell’Istitut for Human and Machine Cognition (I.H.M.C.) dell’Università della Florida secondo gli indirizzi di J. Novak e D. Ausubel. Gli studenti sono invitati ad elaborare alla lavagna e sul quaderno le mappe delle parti del libro lette in aula, costruendole a mano su un quaderno di formato grande e possibilmente ad anelli onde poter agevolmente integrare i fogli di eventuali appunti forniti dall’insegnante. Agli studenti viene fornito il software open source Cmap-Tool. Copie delle mappe, possibilmente colorate, saranno affisse alle bacheche dell’aula. Si limiteranno drasticamente le dettature, le letture ad alta voce da parte degli studenti e le copiature di testi estesi dalla lavagna. Gli appunti e le mappe concettuali forniti dall'insegnante saranno datati e numerati progressivamente dall'inizio dell' anno così da poter essere archiviati agevolmente ed integrati con gli eventuali appunti e le mappe personali Verranno praticate, metodologicamente, le strutture descritte da S. Kagan come Numbered Heads Together e Team Words Webbing, quest’ultima accordantesi con lo strumento delle mappe concettuali appena riferito. Durante le esercitazioni i contenuti disciplinari sono affrontati seguendo un percorso induttivo/esperienziale; l'approccio ai contenuti disciplinari è sintetico, per problemi, per progetti, i mediatori didattici (attivi e iconici) consentono di studiare la realtà con l'esperienza diretta e con le immagini; lo stile di apprendimento, dal punto di vista dello studente, va dal particolare al generale, dal singolo problema alla sistemizzazione delle conoscenze. Si profitterà il più possibile del Laboratorio di Scienze, dell’uso del Microscopio Luce e dello Stereo Microscopio e dei Materiali contenuti nella “Cassetta Rossa”. Trattasi di una sorta di clausola di salvaguardia rispetto al delirio della declinazione degli obiettivi dei quali più sopra: nel corso delle esercitazioni si mantiene una presa diretta con in reale, vero o falso, fenomenico o noumenico, contingente o mistico che sia. Gli studenti s’eserciteranno a gruppi di due o tre, realizzando autonomamente i percorsi proposti e delineati dall’insegnante curricolare e da quello del laboratorio, scegliendo i materiali (coloranti, solventi, attrezzi …) e la logistica anche in base alla propria sensibilità.

Ed è proprio in questo ambito che si vorrebbero sfruttare media didattici moderni quali i filmati ed accedere alle banche dati esterne all'I.T.T.-C.A.T. Le fotografie dei preparati osservati allo Stereomicroscopio ed al Microscopio Luce saranno affisse a delle bacheche ed a dei cartelloni (Tecnologia Leica Microsystem usata dall’insegnante e tecnologia Exacta Optech nel laboratorio della scuola). Fra i MEDIA utilizzati nel lavoro didattico sono comprese le eventuali visite d'istruzione "assistite", gli eventuali incontri con esperti, i siti della rete. Il libro di testo adottato è il principale strumento di lavoro e verrà utilizzato costantemente, eccezion fatta per alcune problematiche di pedologia. Il testo è un lungo, complesso e completo manuale che potrebbe essere affrontato anche con diverse priorità rispetto alla scansione proposta, scansione che comunque si rispetterà per questioni logistiche. Alcuni capitoli (La Cartografia: Cap. 6 - pagg. 210-258 e Le Risorse: Cap 10 ed 11 – pagg. 356-405) sono di servizio agli altri capitoli, trattano tematiche interdisciplinari, sono materiale di consultazione: per questo vengono affrontati indirettamente, vengono “usati” a servizio degli altri capitoli. Taluni argomenti potranno essere anticipati rispetto ad altri e ciò sarà fatto ogniqualvolta sarà ritenuto opportuno per assicurare continuità ed omogeneità alla trattazione di argomenti affini e correlati nei contenuti.

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Libro di testo adottato per la materia Geopedologia ed Ecologia S. Minelli S. Oggioni S. Patelli

GEOPEDOLOGIA ECOLOGIA TERRITORIO IIa Edizione (febbraio 2015) – Euro 23,80 ISBN 97888-8361-257-2

Atlante dell’insegnante per la materia Geopedologia ed Ecologia Dieter Heinrich Manfred Hergt

"ATLANTE DI ECOLOGIA" –FONDAMENTI – ECOLOGIA GENERALE – ECOSISTEMI –

PROBLEMI GLOBALI E SOLUZIONI POSSIBILI IVa Edizione tedesca (1998) – Euro 20,00 HOEPLI Editore - ISBN 88-203-1975-6

Principali testi usati e/o messi a disposizione degli studenti interessati 1) "ELEMENTI DI RURALISTICA" -CORSO DI GEOPEDOLOGIA E ECOLOGIA Pier Luigi Perino1993 PAGUS s.r.l. Editore

2) "PRINCIPI DI ECOLOGIA FATTORI ECOLOGICI ECOSISTEMICA APPLICAZIONI" prima ediz. 1988 - L. Susmel (Cleup) 3) "LA CARTA EUROPEA DEL SUOLO" Consiglio d' Europa - 1972 - Strasburgo 4) "CARTA GEOLOGICA D' ITALIA" Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato 5) "CARTA MONDIALE DEI SUOLI" a cura della F.A.O. - via delle terme di Caracalla - Roma 6) "CARTA DELLA UTILIZZAZIONE DEL SUOLO D' ITALIA" Foglio 4 (Scala 1 : 200.000) a cura del C.N.R. (Centro Studi di Geografia Economica - Dir. Gen. del Catasto e dei SS.TT.EE) Touring Club Italiano - Milano (1976) Foglio 21(Trento) e foglio 36 (Schio) (I.G.M. a scala 1 : 100.000) 7) "CARTA FORESTALE DEL TRENTINO DELIMITAZIONE DEI CINGOLI DI VEGETAZIONE ZONA ALTA VALSUGANA"

(Scala 1 : 50.000) Stazione Agraria Forestale di S. Michele all' Adige (1976) 8) "ATLANTE VITICOLO IL CONTRIBUTO DEL PROGETTO DI ZONAZIONE ALLA CONOSCENZA, GESTIONE E

VALORIZZAZIONE DEL VIGNETO DELLA CANTINA LA VIS" M. Falcetti, C. De Biasi, C. Aldrighetti, E. A. C. Costantini, S. Pinzauti. Ia Edizione: Maggio 1998 - Edizioni Cantina La Vis - Lavis - Trento 9) "MUNSELL SOIL COLOR CHARTS" 1975 Edition - Munsell Color Company Inc. 10) "TASSONOMIA DEL SUOLO" Edizione italiana a cura di Celso Giovagnotti (1980) - (Edagricole) Soil Survey Staff - Soil Conservation Service U.S. Department of Agriculture 11) "KEYS TO SOIL TAXONOMY" 4a edizione - SMSS - tecnical monograph nr. 6 Cormell University - Ithaca - New York. 12) "ELEMENTI DI PEDOLOGIA" Giovanni Casalicchio, Gilmo Vianello (1979) - (CLUEB) 13) "PEDOLOGIA PRATICA" Mc Rae Stuart G. (1991) - (Zanichelli) 14) "INTRODUZIONE ALLO STUDIO DEI SUOLI" Franco Previtali (1984) - (CLESAV Milano) 15) "METODI NORMALIZZATI DI ANALISI DEL SUOLO" 16) S.I.S.S. (1985) - (Edagricole) (ISBN 88-206-2674-8) 17) "CHIMICA DEL SUOLO" Sequi P. (1989)- (Patron Editore) 18) "CHIMICA AGRARIA" G. Dell' Agnola (1978)- (CEDAM ) (ISBN 88-13-34506-2) 19) "ECONOMIA E PIANIFICAZIONE DELLA CITTÀ SOSTENIBILE" Roberto Camagni - Ed. Il Mulino (1996) (ISBN 88-15-05645-9) 20) "LA GRANDE TRASFORMAZIONE" - Karl Polanyi - 1974 - Ed. Einaudi (ISBN 88-16-39354-5)

21) "IL TERRITORIO CONTESO" - Flavio Boscacci" Ed. Il mulino (1996) (ISBN 88-15-05771-4)

LEGISLAZIONE ESSENZIALE IN MATERIA AMBIENTALE Legge Merli: L. 10 maggio 1976 n. 319 Normativa sulla Valutazione dell' Impatto Ambientale (V.I.A.): Direttiva C.E.E. n. 85/337 - L. 8 luglio 1986 n. 349 - L. P. 29 agosto 1988 n. 28

ACCORDI - CONVENZIONI - PIANI - PROGRAMMI D' AZIONE Convenzioni internazionali: Dichiarazione di Tokio del 1987 - Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 - Conferenza di Kioto del 1997 - Piano GEMS / WATER (1990-2000) Accordi a livello comunitario: Carta Europea del Suolo del 1972 - Atto unico europeo del 1986 - Trattato di Maastricht del 1992 - Trattato di Amsterdam del 1997 - Quinto Programma d' Azione (1993-2000) Documenti che impegnano diversi paesi Rapporto G.H. Bruntland del 1987 - Agenda XXI (Rio de Janeiro del 1992) - Carta di Aalborg (Aalborg 1994) - Protocollo di Kioto (Kioto 1997)

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(Figura 2) Lo "schema matetico" sulla base del quale progettare le situazioni formative ispirate ad un modello collaborativo-tutoriale del rapporto tra discente e docente. (µαθητησ è colui che apprende).

REGISTRAZIONE(INVENTARIO)

FONTI AUTOREVOLICONFRONTO

PROBLEMATIZZAZIONE

MOTIVAZIONE

DISCUSSIONE

VALUTAZIONE

CONTRATTO

ATTIVITA'

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5) CRITERI DI VALUTAZIONE Si tratteggiano di seguito gli scopi, la tendenza e gli strumenti del processo di valutazione. La valutazione diretta (sommativa; formale; tests) e la valutazione indiretta (valutazione continua) coinvolgono maggiormente i docenti quali controllori del processo di apprendimento. La autovalutazione costituisce la tendenza immanente del lavoro didattico, volto a stimolare negli studenti un comportamento autovalutativo.

SCOPI DELLA VALUTAZIONE

VALUTAZIONE INDIRETTA (VALUTAZIONE CONTINUA) La valutazione continua è costantemente messa in atto, senza tradursi puntualmente in voti. Gli scopi della valutazione indiretta sono di seguito esposti. - Individuare ed analizzare le difficoltà e gli ostacoli che impediscono allo studente il desiderato ed atteso processo di acquisizione di conoscenze, competenze ed abilità. - Proporre allo studente (o indurlo a scoprire) strategie che gli consentano un progresso.

VALUTAZIONE DIRETTA (V. SOMMATIVA; V. FORMALE) La valutazione diretta è attuata tramite pochi qustionari o poche prove strutturate (almeno una a quadrimestre), brevissimi colloqui orali e prestazioni laboratoriali opportunamente formalizzati, in precisi momenti programmati e concordati, e si traduce puntualmente in voti. Gli scopi della valutazione diretta sono di seguito esposti. - Informare studente ed insegnante sul livello raggiunto in ordine agli obiettivi didattici minimali specifici, indicati genericamente come conoscenze come competenze o come abilità operative o capacità (abilità e metodologia operativa). - Valutare indirettamente la misura in cui sono stati raggiunti gli obiettivi trasversali nel rispetto dei quali sono stati individuati gli obiettivi didattici minimali specifici. - Valutare: chiarezza espositiva, precisione di calcolo, organizzazione del lavoro individuale, ordine e pulizia grafica, progettualità, partecipazione al dialogo educativo, assiduità nel prendere appunti, attitudini professionali e costanza. TENDENZE DELLA VALUTAZIONE

AUTOVALUTAZIONE - Indurre nello studente corretti comportamenti autovalutativi attraverso il mutuo confronto tra Studenti, Insegnanti ed Esperti. - Sollecitare ciascun studente affinché superi il livello di prestazione raggiunto in ordine agli

obiettivi. - Sollecitare gli studenti affinché aiutino l'istituzione scolastica a migliorare ulteriormente in vista degli obiettivi e nel rispetto delle finalità.

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STRUMENTI DI VALUTAZIONE DIRETTA (V. SOMMATIVA; V. FORMALE) Il voto di pagella di Geopedologia ed Ecologia è unico ed è un voto orale. Per quanto riguarda gli indicatori, i punteggi ed i voti e per quanto riguarda i descrittori ed i livelli si vedano le TABELLE 1 e 2. Si è deciso deciso di tradurre le valutazioni in decimi, voto da 1 (uno) a 10 (dieci), allo scopo di avere uniformità di scale valutative. Sarà preferito il dialogo, il colloquio orale. L’insegnante preferisce un rapporto dialogico, di tipo socratico-platonico anche per la valutazione. Può darsi che per qualche problema tecnico, si debba ripiegare sul questionario o su una prova strutturata. Vengono utilizzati dei questionari o delle prove strutturate preparati dall'insegnante allo scopo di valutare in quale misura siano stati raggiunti gli obiettivi cognitivi indicati genericamente come conoscenze (parte teorica) e come abilità operative o capacità (eventuali esercitazioni addestrative). Ciascun questionario o prova strutturata (almeno uno per quadrimestre) si compone di un numero adeguato di quesiti, generalmente 15-20, su problemi prevalentemente chiusi strutturati sulla falsariga degli obiettivi specifici di apprendimento delineati in itinere. La struttura dei quesiti è quella prevista per le simulazioni della terza prova dell’Esame di Stato (D.P.R. 23 luglio 1998, n. 323; D.M. 18 settembre 1998, n. 357). Oltre ai quesiti ministeriali (Tipologie A, B, C, D, E ed F) si utilizzeranno anche quesiti del tipo Vero/Falso (V/F) e le Mappe Concettuali appena abbozzate da completare. I punteggi parziali attribuiti ai quesiti saranno differenziati: da 0 a 5 punti per la tipologia A; da 0 a 3 punti per la tipologia B; da 0 ad 1 punto per le tipologie C e V/F. Dalla somma dei punteggi parziali attribuiti ai vari quesiti si ottiene il punteggio globale e da questo ultimo, a mezzo di una proporzione, si ottiene il voto in quindicesimi, ed infine, a mezzo di un criterio di conversione non proporzionale, il voto in decimi, possibilmente intero per approssimazione, da registrare negli atti. Sarà valutato anche ogni altro elemento oggettivo e soggettivo ritenuto utile. Con questo sistema si rende la valutazione un po' più oggettiva. Se possibile si adotta anche la classica interrogazione. Anche alle eventuali esercitazioni viene attribuita una votazione della quale si tiene conto in vista del voto finale. Dal calcolo della media aritmetica dei voti di ciascun quadrimestre -questionari, esercitazioni, visite guidate, escursioni, prodotti- e dalla valutazione di ogni altro elemento utile di natura oggettiva e soggettiva si perviene al voto orale finale registrato nel Registro Elettronico ed in Mastercom. Si farà riferimento alle delibere del Collegio Docenti, del Dipartimento Disciplinare e del Consiglio di Classe competente per le questioni relative al saldo dei debiti formativi eventualmente accumulati. In generale, verrà sottoposto a valutazione del superamento del debito lo studente che non ha affrontato la valutazione prevista o che ha avuto una valutazione gravemente insufficiente.

INDICATORI, PUNTEGGI E VOTI IN GEO-PED-ECOLOGIA

INDICATORE

PUNTEGGIO (da uno a dieci)

(da 1 a 10)

OSSERVAZIONI

1) ASPETTO FORMALE DEL COLLOQUIO (E REDAZIONALE) Ordine generale; pulizia grafica (grafici, tabelle); chiarezza; consequenzialità; coerenza; articolazione delle risposte ai quesiti.

2) ASPETTO FORMALE GEO-PEDO-ECOLOGICO Riferimenti scientifici , dati scientifici (fisici, chimici e biologici); uso dell' espressione algebrica (formule ed equazioni) e grafica (grafici).

3) CONTESTUALIZZAZIONE IN AMBITO OPERATIVO Riferimenti operativi e tecnologici (applicazione in ambiti concreti); produzione di esempi concreti; collegamenti interdisciplinari.

STIMA IN CIFRE (VOTO DA UNO A DIECI - DA 1 A 10) (Per la corrispondenza con i livelli si veda la Tabella 2)

media aritmetica

(Tabella 1) Sono riportati i 2 (due) indicatori utilizzati e la forbice del punteggio attribuibile per la stima in cifre degli elaborati scritti e dei questionari di Geopedologia ed Ecologia e per la formulazione dei voti espressi in decimi. Non sempre si riesce ad utilizzare tutti gli indicatori, soprattutto nei questionari composti da quesiti su problemi chiusi, nei quali si preferisce dare un punteggio come spiegato più sopra.

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DESCRITTORI E LIVELLI IN GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA

........ student ........ affronta i quesiti (il colloquio) con (1) .................................................. si esprime con (2) ........................................................................................................................... dimostrando di conoscere le problematiche geopedologiche ed ecologiche sviluppate

(3)............................................................................................................................................... Inoltre (4) ............................................................................................................................... .............................. (e di) (ed) effettuare utili collegamenti logici fra gli aspetti geopedologici ed

ecologici coinvolti.

Il livello raggiunto è stimato complessivamente: (5) ......................................................................

__________________________________________________________________________ (1) un ottimo grado di sicurezza (e/o disinvoltura ed/od autonomia), un buono ..., un discreto ..., un idoneo ..., un adeguato ..., un sufficiente ..., uno scarso (inadeguato) ..., un insufficiente ..., un gravemente insuff.te ... . (2) un' ottima proprietà di linguaggio tecnico (ed/od ottimo registro scientifico-tecnico), una ricercata ..., un' efficace ..., un' accurata ..., una buona ..., una discreta ..., un' adeguata ..., una sufficiente ..., una scarsa ..., un' inadeguata ..., un' insufficiente ..., una poco efficace ..., una poco convincente ..., una gravemente insufficiente ... . (3) ... in modo approfondito ed organico. ... completo. ... bene. ... discretamente. ... sufficientemente. ... in modo lacunoso. ... in maniera stentata. ... in modo settoriale. ... in modo superficiale. ... in modo insufficiente. ... in modo gravemente insufficiente. (4) sa contestualizzare la teoria geo-pedo-ecologica nel caso specifico -ed/od è capace di sostenere le sue tesi in contraddittorio , e/o dimostra idonee capacità di sintesi e di collegamento intra-inter-trans- disciplinare, e/o dimostra idonee abilità di analisi ed investigazione analitica, e/o sa utilizzare il linguaggio specifico delle materie, e/o sa cogliere i nuclei concettuali portanti delle discipline- ..., è sempre in grado (sa, dimostra, utilizza, coglie) ..., quasi sempre è in grado (sa, dimostra, utilizza, coglie) ..., non è sempre in grado (di dimostrare, di utilizzare) ..., incontra qualche difficoltà (nella analisi, nella sintesi) ..., solo in parte sa (dimostra, utilizza, coglie) ..., sa (dimostra, utilizza, coglie) ad un livello sufficiente ..., solo se guidato (aiutato) riesce ad esprimersi (a dimostrare, ad utilizzare, a cogliere) ..., con grave difficoltà sa (utilizza, dimostra, coglie) ..., non è in grado (non sa, non dimostra, non utilizza) ..., (5) SCALA DEI LIVELLI E CORRISPONDENZA CON I VOTI IN DECIMI. Ottimo (9,6 - 10,0). Distinto (8,6 - 9,0 - 9,5). Buono (7,6 - 8,0 - 8,5). Discreto (6,6 - 7,0 - 7,5). Più che Sufficiente (6,1 - 6,5) (corrispondente al classico 6+). Sufficiente (5,6 - 6,0 - 6,5). Quasi Sufficiente -o Appena o Non del tutto- (5,6 - 5,9) (corrispondenti ai classici 5/6 e 6-) Insufficiente (4,6 - 5,0 - 5,5). Gravemente Insufficiente (< 4,6 - 1,0). __________________________________________________________________________ (Tabella 2) Sono riportati i quattro descrittori (1) (2) (3) (4) che guidano l' insegnante di Geopedologia ed Ecologia nella individuazione e nella stima del livello raggiunto (5), nella formulazione dei voti espressi in decimi e nella formulazione dei giudizi. Si noti la corrispondenza fra i livelli ed i voti. Sono evidenziati in grassetto i descrittori ed il livello reputato minimale in considerazione degli obiettivi specifici della disciplina. Le modulazioni espresse per il livello Sufficiente -Più che ... e Quasi ... (o Appena ... o Non del tutto ...)- valgono per tutti i livelli, anche se di preferenza si usa il voto intero.

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6) DESCRIZIONE DEI CONTENUTI IN SEDE PREVENTIVA (! ) PREMESSA: I MODULI D’INSEGNAMENTO della materia Geopedologia ed Ecologia (Classe 3a ) sono 4.

I contenuti della disciplina Geopedologia ed Ecologia vengono scelti dando la priorità ai temi che consentono di afferrare i nuclei concettuali portanti della materia (in accordo con quanto detto a proposito della metodologia didattica). I contenuti della disciplina Geopedologia ed Ecologia vengono ripartiti in quattro moduli, affrontabili senza priorità, per complessive dodici unità didattiche. La scansione temporale prevista non è rigida causa la scarsa capacità di controllare il fattore tempo e causa la necessità di avere un congruo numero di voti formali come stabilito dal Consiglio di Classe e dalle esigenze di segreteria.

GEOPEDOLOGIA

MODULI UNITA’ TEMI TRATTATI A LEZIONE ORE DI LEZIONE

MODULO 1

ASPETTI GENETICI E STRUTTURALI DI SUOLI E TERRE

27

MODULO 2

CONSERVAZIONE E DIFESA DI SUOLO ED ACQUA

27

2° MODULO VAL. COLLOQUIO O QUESTIONARIO - SECONDO QUADRIMESTRE 6 60

ECOLOGIA

MODULI UNITA' TEMI TRATTATI A LEZIONE ORE DI LEZIONE

MODULO 3 COMPONENTI E DINAMICHE DEGLI ECOSISTEMI 27

MODULO 4 PREVENZIONE E GESTIONE DEGLI INQUINAMENTI 27

1° MODULO VAL. COLLOQUIO O QUESTIONARIO - PRIMO QUADRIMESTRE 6 60 120

Sono state usate delle tavole di programmazione a sei colonne. Lo studente e l'insegnante trarrebbero notevole vantaggio da una programmazione dettagliata in tal guisa: il primo, in particolare, troverebbe prefigurati nella colonna b ( OBIETTIVI CONOSC. E CAPACITA’ DELLA LEZIONE ) i quesiti che a grandi linee gli saranno proposti ed è facilitato nel ripasso in vista delle VALUTAZIONE DIRETTA (V. SOMMATIVA ; V. FORMALE) al termine di una unità didattica. Data la limitata esperienza in proposito, ci si riserva di ri-preparare le singole lezioni in itinere. Ove possibile gli obiettivi saranno definiti indicando in modo chiaro e rigoroso le tre parti (A, B e C); ad esempio:

A B C LA PRESTAZIONE ATTESA LA CONDIZIONE DI REALIZZAZIONE IL CRITERIO DI VALUTAZIONE Definire, usando il lessico della Pedologia, il Suolo, il Profilo e l' Orizzonte. Classificare, data la descrizione degli orizzonti, almeno due Suoli. Riassumere, a mezzo di un diagramma di flusso, la struttura e le funzioni di un Ecosistema. Definire, usando il linguaggio dell' Ecologia, l' Habitat, l' Ecosistema, il Biotopo. Riassumere, con uno schema in più parti, una strategia di intervento per … Analizzare, discorsivamente, una tecnica di disinquinamento di …

PIANO DI LAVORO - METODO DI STUDIO – SCIENZE COGNITIVE

- Consegna di copia integrale del piano di lavoro preventivo ed esame dello stesso - Il metodo di studio (richiami) - 1-La raccolta delle informazioni a lezione (gli appunti) - 2-La pianificazione del lavoro individuale (lo studio domestico) - 3-La verifica in classe (questionari, compiti scritti, valutazioni orali, prodotti)

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MODULO N. 1 ASPETTI GENETICI E STRUTTURALI DI SUOLI E TERRE

a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 1 Unità didattica n. 1.1

Struttura e dinamiche della superficie terrestre (Geologia)

(APPUNTI E FOTOCOPIE DELLE LEZIONI; TESTO PAG. 2-51)

1.1.1 -Riportare la definizione di roccia. -Riportare le modalità con le quali si sono formate le rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche e fare degli esempi riferiti alla realtà alpina. - Riportare la definizione di minerale.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Carta geologica d' Italia Mappe concettuali Libro Caldonazzi Avanzini M.S.N. Trento Laboratorio

La Geologia (gea+logos) Classificazione delle Rocce Le Rocce Ignee Le Rocce Sedimentarie Le Rocce Metamorfiche -La piattaforma porfirica atesina -Il massiccio Adamello-Presanella -Le Dolomiti (Marmolada) -La catena Ortles-Cevedale I Minerali argillosi (Sialiti) Silicati e Allumosilicati

10 ore

1.1.2

- Elencare gli agenti dell' alterazione superficiale della crosta terrestre.

Lezione frontale

Testo Lavagna Mappe concettuali

L' alterazione superficiale L' erosione glaciale (morene) L' erosione eolica (loess) L' erosione idrica (sedimenti)

1.1.3

- Enunciare la teoria della tettonica delle placche. - Spiegare le relazioni causa-effetto relativi ai più importanti fenomeni geologici. - Leggere le dinamiche in atto in un dato contesto.

Lezione frontale Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Mappe concettuali Libro Caldonazzi Avanzini M.S.N. Trento

LA TETTONICA DELLE PLACCHE La dinamica terrestre Deriva dei continenti Vulcanismo e Magmatismo L' orogenesi (l'isostasia) I fenomeni sismici La formazione delle rocce

1.1.4

- Definire il principio dell' attualismo (James Hutton) - Elencare le ere e gli intervalli geologici. - Spiegare l'utilità della Filogenesi e della Paleontologia. - Riassumere i criteri di datazione delle Rocce. - Fare un inquadramento geologico del Trentino.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Carta geologica d' Italia Mappe concettuali Libro Caldonazzi Avanzini M.S.N. Trento

IL CALENDARIO GEOLOGICO Il principio dell' attualismo La datazione radiometrica Albero genealogico della vita. La Paleontologia La Filogenesi Il calendario geologico -E. Criptozoico (4.600-530 mil. a.) -E. Paleozoica (530-245 mil. a.) -E. Mesozoica (245-65 mil. a) -E. Cenozoica (65-2 mil. a.) -E. Neozoica (2-0 mil. a.)

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MODULO N. 1 Unità didattica n. 1.2

Studio e classificazione del Suolo (Pedologia)

(APPUNTI; TESTO PAGG. 54-99 (210-258))

1.2.1 - Riassumere la storia della Pedologia. - Dare la definizione di Suolo (pedon e sulum). - Definire il processo pedogenetico ed i fattori che lo determinano.

Lezione frontale Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Mappe concettuali Materiale web DiapositivePowerpoint

La Pedologia (pedon+logos) Il Suolo (pedon, solum, edafon) I FATTORI DELLA PEDOGENESI

-La matrice litologica -Il clima (temp.ra e precip. ni) -La comunità biotica -Il rilievo -Il tempo -L' attività dell' uomo

12 ore

1.2.2

- Analizzare i costituenti minerali del Suolo. - Riassumere le proprietà delle sostanze umiche. - Analizzare la componente biotica del Suolo.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Materiale web DiapositivePowerpoint

IL SUOLO COME FATTORE

MEROBIOTICO COMPLESSO (Il suolo come "ecosistema"?) Frazione minerale Sostanze umiche (acidi umici) Soluzione - Microrganismi

1.2.3

-Riassumere i processi di alterazione (weathering). - Riassumere le proprietà dei minerali argillosi.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna DiapositivePowerpoint

Disgregazione delle rocce Decomposizione delle rocce I prodotti dell' alterazione I Minerali argillosi (Sialiti)

1.2.4

- Spiegare alcuni dei processi che caratterizzano la pedogenesi. - Riconoscere i processi pedologici più comuni.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Mappe concettuali DiapositivePowerpoint

MECCANISMI PEDOGENETICI -Eluviazione - Illuviazione -Lisciviazione - Arricchimento -Erosione - Cumulazione -Podsolizzazione - Laterizzazione -Decomposizione - Sintesi

1.2.5

- Identificare e descrivere gli orizzonti di un profilo pedologico (solum). - Riassumere le modalità d' uso delle Munsell Charts. - Riassumere le modalità di esecuzione dei principali tests pedologici.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Mappe concettuali DiapositivePowerpoint Laboratorio

IL PROFILO DEL SUOLO -Il colore del Suolo (Munsell) -Litologia e substrato pedogenetico -La tessitura del Suolo -La struttura e porosità del S. -L' effervescenza (HCl 10%) -La reazione (Ind. 1 < pH < 11) -Analisi fisico-meccanica del S. -Analisi chimica del S.

1.2.6

- Analizzare i criteri di classificazione del Suolo secondo la Soil Taxonomy e le Keys to Soil Taxonomy dell' U.S.D.A. - Dare un Nome al Suolo.

Lezione frontale Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo, lavagna Mappe concettuali DiapositivePowerpoint Laboratorio

TASSONOMIA DEL SUOLO La Soil Taxonomy Le Keys to Soil Taxonomy -Classificazione di un Entisuolo -Classificazione di un Inceptisuolo -Classificazione di un Mollisuolo

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MODULO N. 1 Unità didattica n. 1.3

Proprietà e meccanica delle terre (Geotecnica)

(APPUNTI; TESTO PAGG. 184-207)

1.3.1 - Dare la definizione dei principali parametri geotecnica. - Descrivere un diagramma di una terra.

Lezione frontale Numbered Heads Together Team Words Webbing

Appunti Lavagna Mappe concettuali Laboratorio

La Geotecnica (gea+technes) MECCANICA DELLE TERRE

-Equazione di Coulomb:

τ = c + σ . tg ϕ -Angolo di attrito interno -Coesione

5 ore

1.3.2

- Riassumere l’utilità delle principali prove effettuate sulle terre. - Riconoscere un’argilla, un limo, una sabbia (Test McRae)

Lezione frontale + Discussione

Appunti Lavagna Mappe concettuali Laboratorio

STRUMENTI DI INDAGINE DELLE TERRE

- Scatola di Casagrande - Edometro - Cella triassiale - Altri strumenti

1.3.3

- Riassumere i modelli utilizzati per spiegare i movimenti franosi. - Definire l’equilibrio limite. - Stabilire, per sommi capi, lo stato di un pendio.

Lezione frontale Numbered Heads Together Team Words Webbing

Appunti lavagna Mappe concettuali Fotografie Diapositive Powerpoint

PROBLEMI PRATICI

EQUILIBRIO E STABILITÀ DEI PENDII

Pendii illimitati Pendii limitati

/ Valutazione Dialogo, colloquio

Quest.rio Quaderno

1 ora

MODULO N. 1 COMPETENZE ACQUISITE

Lo studente sa: interpretare ed applicare (usare) dati e parametri pedologici e geotecnici in simulazioni d’intervento alla portata di persone della sua età e del suo livello culturale; eseguire semplici indagini pedologiche e geotecniche; riconoscere i substrati geologici; indagare i profili dei suoli; classificare sommariamente i suoli; classificare sommariamente le terre.

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MODULO N. 2 CONSERVAZIONE E DIFESA DI SUOLO ED ACQUA

a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 2 Unità didattica n. 2.1

Prevenzione del dissesto idrogeologico (Sistemazioni) (APPUNTI; TESTO PAGG. 160-181 (210-258))

2.1.1

- Definire il fenomeno dell' erosione e classificare i fenomeni erosivi. - Spiegare analiticamente il fenomeno dell' erosione operata dall' acqua. - Analizzare le modalità di intervento.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

FENOMENO DELL' EROSIONE Le forme di Erosione L' erosione idrometeorica I fattori dell' E. idrometeorica Le fasi dell' E. Idrometeorica Tempo di corrivazione d. acque Controllo dell' E. idrica Equazioni quali-quantitative

10 ore

2.1.2

- Definire il fenomeno delle Valanghe - Classificare le tipologie di Valanghe. - Spiegare come avviene il distacco delle Valanghe. - Riassumere le categorie di opere atte a prevenire il distacco delle Valanghe.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

FENOMENO DELLE VALANGHE Tipologie di Valanghe Previsione del fenomeno V. Formazione delle V. Il distacco delle V. Lo scorrimento delle V. Protezione dalle Valanghe -Opere di difesa attiva (distacco) -Opere di difesa passiva (scorr. to)

2.1.3

- Definire il fenomeno della Frana. - Spiegare, con modelli fisici, il fenomeno delle frane. - Proporre le opere per contrastare le frane.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Mappe concettuali Laboratorio

FENOMENO DELLE FRANE Tipologie di Frane Il distacco delle Frane. Modelli fisici Contrastare le Frane. -Combinazione di opere d' ingegno -Assestamento forestale

2.1.4

- Riassumere le tecniche adottate per la difesa del suolo forestale. - Riassumere il ruolo del rimboschimento. - Riassumere le tecniche di gestione del bosco. - Proporre le sistemazioni idonee ad un dato contesto.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Diapositive Powerpoint Laboratorio

PROTEZIONE DEL SUOLO FORESTALE Selvicoltura Sist. ni idraulico-forestali -Interventi estensivi -Interventi puntiformi Difesa dagli incendi Aree protette e Parchi -Antitesi fra conservazione ed uso Tecniche sistematorie -Briglie di trattenuta -Briglie filtranti

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a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 2 Unità didattica n. 2.2

Sistemazioni idraulico agrarie ed irrigazione (Agronomia) (APPUNTI; TESTO PAGG. 318-353)

2.2.1 - Riassumere il concetto di Bonifica Integrale ed il concetto di Bonifica Idraulica. - Riassumere l' utilità dell' affossatura e del drenaggio. - Riassumere le sistemazioni di pianura. - Riassumere le sistemazioni di collina. - Progettare le sistemazioni dette terrazzamento, ciglionamento e rittochino

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

L’Agronomia (ager+nomos) SISTEMAZIONI AGRARIE

La Bonifica Integrale (Legge n. 215/1933) La Bonifica Idraulica -Il Drenaggio (acque profonde) -L' Affossatura (acque superficiali) Sistemazioni di pianura La "Larga ferrarese" Sistemazioni di collina -Il Ciglionamento -Il Rittochino

5 ore

2.2.2

- Riassumere l' orientamento attuale in materia di strutture irrigue. - Definire il potenziale idrico e spiegare le unità di misura dello stesso -Definire, graficamente e discorsivamente, le quattro costanti idrologiche. - Saper calcolare l' acqua disponibile di un suolo dati i dati elementari. - Saper riassumere le disposizioni di legge in materia di denuncia obbligatoria dei pozzi. - Analizzare le diverse tipologie costruttive di impianti di irrigazione, evidenziandone i riflessi sul Suolo e sulla risorsa idrica.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Diapositive Fotografie Diapositive Powerpoint Progetti

LA PRATICA DELL' IRRIGAZIONE I Consorzi di Miglioramento Fondiario (C.M.F.) Il potenziale idrico (ψ). Le unità di misura di ψ: Le costanti idrologiche: C.I.M.; C.C.; C.A.; C.I.

L' acqua disponibile del Suolo La curva di ritenzione idrica Il volume di adacquamento La denuncia dei pozzi D.L. n. 275 del 12.07.1993 L. n. 584 del 21.10.1994 I.S.O./ T.C. 18/S.C. 23

SISTEMI IRRIGUI Ad aspersione soprachioma A microportata di erogazione (o sistema a goccia). A microjets (o a spruzzo) A microsplinters (o a siringa)

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a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 2 Unità didattica n. 2.3

Pianificazione territoriale ed uso del Suolo (Ruralistica)

(APPUNTI; TESTO PAGG. 210-258)

2.3.1 - Spiegare in che cosa consiste in Nuovo Ordine di cui parla L. Susmel. - Definire lo Sviluppo Sostenibile.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

PIANIFICAZIONE ECOLOGICA La Ruralistica (rus) Il Nuovo Ordine -Restauro dell' equilibrio -Consumo controllato d. risorse -Sviluppo Sostenibile

12 ore

2.3.2

- Dare la definizione di Territorio. - Dare la definizione di Pianificazione Territoriale. - Esprimere le proprie vedute in materia di Pianificazione Territoriale. - Spiegare come si possono individuare le Unità Sistemiche Territoriali. - Attribuire la Valenza d' Uso ad una Unità Sistemica Territoriale.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Carte tematiche

IL TERRITORIO Definizione di Territorio Pianificazione e Programmazione PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

E SVILUPPO SOSTENIBILE Paradigma ecologista Paradigma territorialista Pianificazione partecipativa, comunicativa e radicale PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

ED USO DEL SUOLO Unità Sistemiche Territoriali (Unità di Paesaggio) Valenza d' Uso del Territorio - Utilità degli studi pedologici

2.3.3

- Spiegare alcuni modelli operativi di valutazione del territorio per usi agricoli. - Spiegare i vantaggi della Land Capability Classification.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

PIANIFICAZIONE DELL' USO

AGRICOLO DEL SUOLO Modelli operativi (M.O.) 1 M.O. pedologico 2 M.O.agronomico -Land Capability Classification -Classificazione Agronomica del T.

/ Valutazione Dialogo, colloquio

Quest.rio Quaderno

1 ora

MODULO N. 2 COMPETENZE ACQUISITE

Lo studente sa: identificare le principali cause e gli effetti dei dissesti di natura idrogeologica; fornire indicazioni applicative, approssimate alla portata di persone della sua età e livello culturale, sugli interventi sistematori, idraulico-forestali ed idraulico-agrari, atti a prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico; applicare (usare) le informazioni in simulazioni di collaborazioni alla predisposizione di piani di utilizzo degli spazi forestali e rurali.

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______________________________________________________________________________________________________________ - GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA: PIANO DI LAVORO IN SEDE PREVENTIVA - B. GRETTER -

MODULO N. 3 COMPONENTI E DINAMICHE DEGLI ECOSISTEMI

a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 3 Unità didattica n. 3.1

Struttura e funzionamento degli ecosistemi (Ecosistemica)

(APPUNTI; TESTO PAGG. 102-140)

3.1.1 - Riassumere gli ambiti di studio dell' Ecologia. - Spiegare l' oggetto di studio dell' autoecologia. - Spiegare l' oggetto di studio della demoecologia. - Spiegare l' oggetto di studio della sinecologia od ecosistemica.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Laboratorio

L’Ecologia (oichia+logos) Ambiti di studio dell' E. Sistemi lineari e sistemi ciclici Branche della Ecologia Ecologia Generale -Autoecologia (Ecoide) -Demoecologia (Popolazioni omotipiche di Ecoidi) -Sinecologia (Popolazioni eterotipiche di Ecoidi)

14 ore

3.1.2

- Riportare la definizione di Ecosistema. - Elencare e classificare i più importanti fattori ecologici (L. Susmel). - Spiegare le più importanti relazioni frunzionali fra i fattori ecologici. - Spiegare la rilevanza del suolo all' interno degli ecosistemi. - Dare un Nome agli ecosistemi.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie

SINECOLOGIA OD ECOSISTEMICA DEFINIZIONE DI ECOSISTEMA

E. = Biotopo + Biocenosi E. = Struttura Funzionale

STRUTTURA DEGLI ECOSISTEMI Fattori ecologici -Fattori Abiotici (Clima ed altri) -Fattori Biotici -Fattori Merobiotici (Suolo, Lago) -Il Suolo (F. merobiotico complesso) Concetto di Nicchia Ecologica N.E.=individuo+habitat+funzione Catene e reti trofiche Piramidi ecologiche

3.1.3

- Spiegare le relazioni trofico-energetiche in seno agli ecosistemi. - Spiegare le relazioni fra i processi autotrofi ed i processi eterotrofi. - Spiegare il ciclo dell' acqua ed i cicli bio-geo-chimici fondamentali. - Spiegare i cicli biogeochimici.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Laboratorio

FUNZIONAMENTO DEGLI ECOSISTEMI Processi autotrofi ed eterotrofi Bilancio dell' Energia Bilancio della Materia Omeostasi (stabilità) Ciclo dell' Acqua Cicli bio-geo-chimici -Cicli biogeochimici Analisi di Alcuni Ecosistemi -Bosco (Foresta); Lago -Agroecosistemi (Campagna) -(Centri Urbani ed Industriali)

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NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 3 Unità didattica n. 3.2 Analisi degli ecosistemi (Ecosistemica)

(APPUNTI; TESTO PAGG. 141-156 (210-258) (356-405)) 3.2.1 - Definire il concetto di

Bioma e differenziarlo dal concetto di Ecosistema. - Classificare gli Ecosistemi (H. Ellemberg 1973). - Elencare alcuni Biomi terrestri. - Descrivere il Bioma della Foresta Temperata. - Descrivere gli elementi costituenti un ecosistema forestale. - Riassumere i criteri utilizzati per valutare le biomasse di un ecosistema.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Laboratorio M.O. S.M.O. Materiali “Cassetta Rossa”

Bioma ed Ecosistema Ecosistema=Struttura funzionale Bioma=Insiemi biologici complessi Bioma= Fitoma+Zooma

TASSONOMIA D. ECOSISTEMI 1 E. naturali e naturaliformi a) E. Marino (Acqua Salata) b) E. Limnico (Acqua dolce) c) E. Semiterrestre (Palude+Aria) d) E. Terrestre (Suolo areato+ Aria) 2 E. antropizzati a) E. urbani b) E. Industriali Biomi della Foresta Temperata (Biomi forestali)

ECOSISTEMI FORESTALI ECOSISTEMI LACUSTRI

13 ore

3.2.2 - Riportare gli elementi che identificano un Agroecosistema. - Spiegare il concetto di agricoltura integrata ed i suoi riflessi sugli agroecosistemi. - Spiegare il concetto di agricoltura biologica ed i suoi riflessi sugli agroecosistemi.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie

AGROECOSISTEMA L' agricoltura classica 1a -S-E.Asia (15.000 anni fa) 2a -Medio Oriente (10.000 anni fa) 3a -Mediterraneo (3.000 anni fa) L' agricoltura industriale 4a -Occidente (1800-1945) Agricoltura sussidiata Agricoltura integrata Agricoltura biologica Turismo rurale Microfiliere produttive

3.2.3 - Riassumere gli interventi possibili per uno sviluppo urbano di tipo sostenibile. - Analizzare i casi delle città di Aalborg (Danimarca), di Vaxjo (Svezia) e di Erlangen (Germania).

Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie

CENTRI URBANI E INDUSTRIALI Problema dei reflui Problema dei rifiuti Esperienze significative Aalborg (Danimarca) Vaxjo (Svezia) Erlangen (Germania) Parchi e giardini Rinatur. ne dei corsi d' acqua

/ Valutazione Dialogo, colloquio

Quest.rio Quaderno

1 ora

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MODULO N. 3 COMPETENZE ACQUISITE

Lo studente sa: analizzare gli elementi strutturali e funzionali dei principali ecosistemi naturaliformi, sia terrestri sia limnici; identificare le principali relazioni trofiche ed energetiche dei principali ecosistemi; effettuare basilari analisi a carico di ecosistemi antropizzati terrestri e diagnosticarne eventuali anomalie; collaborare, almeno a livello di simulazione, a mettere a punto azioni tese al ri-equilibrio di ecosistemi antropizzati caratterizzati da equilibri guastati.

MODULO N. 4 PREVENZIONE E GESTIONE DEGLI INQUINAMENTI

a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 4 Unità didattica n. 4.1

Inquinamento dell' acqua (APPUNTI; TESTO PAGG. 318-345 (356-405))

4.1.1

- Spiegare, con l' uso di diagrammi, il ciclo delle acque. - Riassumere il problema della protezione delle risorse idropotabili. - Analizzare i problemi attuali della potabilizzazione ...

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Laboratorio

CICLO DELLE ACQUE -Diagrammi del ciclo delle acque -Ciclo delle acque e inquinamento

RISORSE IDROPOTABILI Linee dell' O.M.S. Protezione delle risorse idropotabili Rischio microbiologico infettivo da Giardia e Cryptosporidium Efficacia di Filtrazione e Clorazione Interventi di potabilizzazione

10 ore

4.1.2

- Analizzare le modalità di diffusione degli inquinanti nei corpi idrici superficiali e sotterranei. - Analizzare il problema relativo all' inquinamento da sorgenti concentrate. - Analizzare il problema dell' inquinamento agricolo.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Laboratorio

INQUINAMENTO DELL' ACQUA Processi di diluizione dell' I. PROCESSI DIFFUSIVI NEI CORPI IDRICI -Miscelamento verticale -Miscelamento trasversale -Miscelamento longitudinale I. da sorgenti concentrate I. da sorgenti diffuse (diluite) I. delle falde sotterranee

4.1.3

- Analizzare le tecniche di smaltimento dei reflui urbani (depuratori) - Spiegare le potenzialità della fitodepurazione

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie

IMPIANTI DI SMALTIMENTO Legge 319/'76 e succ. modifiche Tecnologia della depurazione -Trattamenti meccanici; fisico-chimici e biologici Fitodepurazione

4.1.4

- Definire, attraverso alcuni parametri, la qualità dell' acqua.

Lezione frontale + Discussione

Lavagna Fotografie Laboratorio Torrente

QUALITÀ DELL ' ACQUA -Monitoraggio inquinamento acqua -Indici di qualità dell' acqua -Parametri

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______________________________________________________________________________________________________________ - GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA: PIANO DI LAVORO IN SEDE PREVENTIVA - B. GRETTER -

4.1.5

- Riassumere le moderne tecnologie di sistemazione dei corsi d' acqua. - Proporre tecniche di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie Torrente

SISTEMAZIONE CORSI D' ACQUA -Ruolo della vegetazione -Minimo deflusso vitale -Parametri vegetazionali -Qualità dell' ambiente acquatico Rinatur. ne dei corsi d' acqua -Riflessi sull' autodepurazione

a b c d e f

NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 4 Unità didattica n. 4.2

Degrado ed inquinamento del suolo (APPUNTI; TESTO PAGG. 346-353 (356-405))

4.2.1

- Riassumere le tecnologie adottate per il recupero delle aree degradate.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Appunti Fotografie

RECUPERO SITI DEGRADATI Recupero aree di escavazione Recupero discariche di inerti Recupero versanti di cava

10 ore

4.2.2

- Riportare le fonti di inquinamento del suolo. - Riportare le principali classi di composti chimici che danno luogo ad inquinamento del suolo. - Riportare e classificare le tecnologie adottate per il disinquinamento di siti contaminati. - Fare una ricerca sulle tecniche adottabili per il disinquinamento delle aree che furono occupate dalla Sloi e dalla Carbochimica a Trento Nord.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Mappe concettuali Fotografie Laboratorio M.O. S.M.O. Materiali “Cassetta Rossa” Suolo Pieve Suolo Transacqua Suoli insegnante

RECUPERO SITI CONTAMINATI Fonte-Vettore-Recettore Fonti concentrate (Hot spots) Fonti diffuse (Diluite) Classi chimiche inquinanti TRATTAMENTI EX SITU (prevedono l' escavazione) 1 Trattamenti on site 2 Trattamenti off site a Compostaggio b Bioreattori c Landfarming TRATTAMENTI IN SITU (non prevedono l' escavazione) a Bioinsufflazione + Bioventilazione b Ricircolazione d' acqua Tecnologie emergenti -Lavaggio -Trattamenti elettrocinetici -Trattamenti termici -Filtrazione in situ

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NR. LEZ.

OBIETTIVI CONOSC. ED ABILITA’ DELLA LEZIONE

MODALITÀ DI LAVORO DIDATTICO

STRUMENTI DI LAVORO DIDATTICO

CONTENUTI DELLA LEZIONE

ORE

MODULO N. 4 Unità didattica n. 4.3

Inquinamento dell' aria (APPUNTI; TESTO PAGG. 284-300 (356-405))

4.3.1

- Riportare le principali classi di composti chimici che danno luogo ad inquinamento dell' aria. - Spiegare le modalità di diffusione degli inquinanti in relazione al gradiente verticale della temperatura.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Fotografie

INQUINAMENTO DELL' ARIA Sostanze inquinanti l'aria Elementi di fisica dell' atmosfera Basi meteorologiche Processi adiabatici Processi diffusivi nella bassa atmosfera Trasporto degli inquinanti Dispersione degli inquinanti

4 ore

4.3.2

- Riassumere il problema delle piogge acide. - Riportare le cause del fenomeno.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna

LE PIOGGE ACIDE Emissione S02 nell' atmosfera Effetti sulla vegetazione Effetti sul Suolo Prevenzione

MODULO N. 4 Unità didattica n. 4.4

Smaltimento dei rifiuti solidi urbani (APPUNTI; TESTO PAGG. 262-281(356-405))

4.4.1

- Riassumere i vantaggi della strategia della raccolta differenziata. - Analizzare le tecnologie di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. - Spiegare come avviene il compostaggio dei rifiuti solidi urbani.

Lezione frontale + Discussione Numbered Heads Together Team Words Webbing

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali Discarica di Imer Laboratorio M.O. S.M.O. Materiali “Cassetta Rossa”

PROBLEMA DEI RIFIUTI Raccolta differenziata R.S.U. Frazione putrescibile d. R.S.U. Riciclaggio integrale TECNOLOGIE DI SMALTIMENTO 1Termodistruzione (inceneritore)

2 Trattamenti biologici a Aerobico (compostaggio) b Anaerobico (digestione) 3 Confinamento in discarica

3 ore

4.4.2

- Riassumere i contenuti della normativa europea ed italiana sui rifiuti. - Classificare i rifiuti solidi urbani e altri rifiuti.

Lezione frontale + Discussione

Testo Lavagna Appunti Mappe concettuali

LEGISLAZIONE VIGENTE D.L. 05 febbraio 1997, n. 22 Dir. C.E. 156/'91 sui rifiuti Dir C.E. 689/'91 sui rifiuti pericolosi Dir. C.E. 62/'94 sugli imballaggi

/ Valutazione Dialogo, colloquio

Quest.rio Quaderno

1 ora

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Geopedologia ed Ecologia–Classe Terza I.T.T .-C.A.T.- I.C. Primiero S. Martino di Castrozza-Trento – A. Scol. 2016/2017 Pag. 28 ______________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________ - GEOPEDOLOGIA ED ECOLOGIA: PIANO DI LAVORO IN SEDE PREVENTIVA - B. GRETTER -

MODULO N. 2 COMPETENZE ACQUISITE

Lo studente sa: analizzare i fenomeni basilari dell’inquinamento di acqua, suolo ed aria; interpretare semlici dati e parametri chimici, fisici e biologici legati ai fenomeni di inquinamento di acqua, suolo ed aria; applicare (usare) le sue informazioni all’interno di simulazioni atte a mettere a punto soluzioni progettuali (edili, stradali e igienico sanitarie) atte a prevenire i fenomeni di inquinamento; proporre, almeno a livello di simulazione, ad interventi specifici di disinquinamento e di smaltimento dei rifiuti.

VERIFICHE: COLLOQUI O QUESTIONARI I° Colloquio o Questionario o prova strutturata

II° Colloquio o Questionario o Prova strutturata

Il presente piano di lavoro, che rispetta le linee guida provinciali della P.A.T. e le prescrizioni ministeriali, viene eventualmente copiato sul server e sui blog o siti della scuola. Sulla base di tale piano di lavoro e del libro di testo adottato si fa ogni anno un percorso più leggero e diverso che è arduo prevedere. Esistono anche degli appunti, copiati su supporti di vario tipo, presi a mo di diario dagli studenti in passato e che comunque sono secondari rispetto al testo adottato. Trento, lunedì 12 settembre 2016 I Rappresentanti degli Studenti: L'insegnante: Gretter Beniamino _________________________ _________________________

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_________________________ Il Dirigente Scolastico: Prof.ssa Christine Zanoni _________________________ _________________________

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Geopedologia ed Ecologia–Classe Terza I.T.T .-C.A.T.- I.C. Primiero S. Martino di Castrozza-Trento – A. Scol. 2016/2017 Pag. 29 ______________________________________________________________________________________________________________

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Sabbia granitoide allo Stereo Microscopio (X 35 luce riflessa). Si riconoscono i minerali: quarzo quarzo ametista, topazio, olivina, orneblenda, ortoclasio.