GENERE E IDENTITA: PER UNA EDUCAZIONE ALLE DIFFERENZE Linsegnante della scuola dellinfanzia di...

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GENERE E IDENTITA’: GENERE E IDENTITA’: PER UNA EDUCAZIONE PER UNA EDUCAZIONE ALLE DIFFERENZE” ALLE DIFFERENZE” L’insegnante della scuola L’insegnante della scuola dell’infanzia di fronte al bambino dell’infanzia di fronte al bambino che presenta uno sviluppo atipico che presenta uno sviluppo atipico dell’identità di genere. dell’identità di genere. Torino, 6 novembre 2007 Torino, 6 novembre 2007 Mariateresa Molo Mariateresa Molo

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““GENERE E GENERE E IDENTITA’: PER UNA IDENTITA’: PER UNA EDUCAZIONE ALLE EDUCAZIONE ALLE

DIFFERENZE”DIFFERENZE”

L’insegnante della scuola L’insegnante della scuola dell’infanzia di fronte al bambino dell’infanzia di fronte al bambino che presenta uno sviluppo atipico che presenta uno sviluppo atipico

dell’identità di genere.dell’identità di genere. Torino, 6 novembre 2007 Torino, 6 novembre 2007 Mariateresa MoloMariateresa Molo

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DISTURBO DISTURBO D’IDENTITA’ DI D’IDENTITA’ DI

GENEREGENEREDallo Sviluppo anomalo Dallo Sviluppo anomalo

in infanzia al transgender in infanzia al transgender

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ProgrammaProgramma• Introduzione• Formazione identità di genere• Definizione DIG• Caratteristiche del bambino• Disagio e possibili interventi • Intervento sul disagio• Intervento sull’identità atipica• Collaborazione con risorse del territorio• Dibattito

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IntroduzioneIntroduzione1. Forte e persistente identificazione nel genere

opposto2. Disagio persistente col proprio genere3. Comportamenti o sensazioni non transitori

Ostracismo sociale, poche relazioni con i pari, ansia di separazione

Suggeribile un intervento in caso di sviluppo atipico di identità di genere in quanto aiuta l’integrazione con i pari, previene sequele psico-patologiche e in alcuni casi può prevenire lo sviluppo di DIG in età adulta

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Identità di genereIdentità di genere

“sono un maschio / sono una femmina”immagine corporea:

caratteristiche fisiche e vissuto emotivo ruolo di genere: educazione cultura influenze sociali

orientamento sessuale: istinto emozioni sentimenti

M F mascolinizzazione+defemminilizzazione femminilizzazione+demascolinizzazione

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FormazioneFormazione• Sesso cromosomico: xx / xy (embrione

indifferenziato fino alla 6°-12° settimana di gravidanza)

• Sesso gonadico: ovaie / testicoli (la secrezione di testosterone trasforma i genitali in senso maschile)

• Formazione genitali esterni• Strutturazione cervello• Periodo perinatale (dal II al IV mese)• Riconoscimento di sé (1 anno e mezzo)• 3 anni (socialità)• Pubertà (attivazione)

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Schema corporeo in continuo divenireIdentità percettiva in relazione con l’ambiente

(accettazione e approvazione)Identificazione imitazioneReciprocazione: conferma di ciò che non si èSistema di attaccamento e caratteristiche delle figure di attaccamento:dominanza presenza ammirazione timore odio

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Disturbo identità di genereDisturbo identità di generenell’età adultanell’età adulta

A - Forte e persistente identificazione col sesso oppostoB - Persistente malessere riguardo al proprio sesso o senso di estraneità riguardo al ruolo sessuale del proprio sesso C - L’anomalia non è concomitante con una condizione fisica intersessualeD - L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento Diagnosi differenziale: Anticonformismo, Feticismo di Travestimento, Schizofrenia

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Disturbo identità di genereDisturbo identità di generenella fanciullezzanella fanciullezza

Desiderio dichiarato di essere del sesso opposto oppure insistenza sul fatto di esserlo (lo diventerà da grande), non solo nel ruolo sociale

Rifiuto persistente delle strutture anatomiche del proprio sesso (non si svilupperanno o scompariranno)

Esordio del disturbo prima della pubertà

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Disturbo identità di genereDisturbo identità di generenell’adolescenzanell’adolescenza

Presenta le stesse caratteristiche del disturbo nell’infanzia

Non presa in considerazione l’età di insorgenza

Viene diagnosticato quale Disturbo atipico dell’Identità di genere

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Dati statisticiDati statisticiNon esistono dati certi e aggiornati

sull’incidenza del disturbo dell’identità di genere nell’età adulta. Le statistiche riportano 1:30.000

FtM sono 1/7 degli MtF

Circa 20%-30% dei bambini con sviluppo atipico dell’identità di genere diventerà un adulto con disturbo dell’identità di genere.

Spesso permane un orientamento sessuale omosessuale.

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Cause SAIGCause SAIGricerche biologichericerche biologiche

Genetica (storia famiglia, studi gemelli)

Genetica molecolare (cromosoma Xq28)

Ormoni prenataliStress materno

prenatale Ordine nascita

Neuropsicologia (abilità cognitive)

Strutture anatomiche (asimmetria cerebrale, area preottica ipotalamo)

Numerosità fratelliIperattivitàBellezza fisica

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Cause SAIGCause SAIGricerche psicologichericerche psicologiche

Assegnazione sessuale e sue conseguenze

Preferenza prenatale per un sesso specifico

Rinforzo sociale per comportamento tipizzato sessualmente

Relazione madre-bambino (simbiosi benedetta)

Sviluppo psicosessuale materno (desiderio essere maschio)

Funzionamento emozionale materno (DOC depressione ostilità borderline)

Relazione padre-bambino (assenza, tempo condiviso)

Funzionamento emozionale paterno (abuso sostanze, depressione – relazione d’oggetto)

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Caratteristiche del bambino Caratteristiche del bambino maschio con SAIGmaschio con SAIG

Interesse per attività femminili

Preferenza per abiti femminili

Capelli lunghiGiochi femminili

(bambole, casa, mamma), programmi TV con personaggi femminili

Compagni di gioco femmine

Evitamento di lotta e sport competitivi

Scarso interesse per giocattoli maschili (macchinine)

Desiderio di essere bambine

Urinare da sedutiFingere di non avere il

peneRaro il disgusto per i

genitali

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Caratteristiche della Caratteristiche della bambina con SAIGbambina con SAIG

Reazioni negative per l’abbigliamento femminile (anche evitamento di situazioni sociali)

Capelli corti, scambiata per un maschio

Eroi maschili (Batman, Superman)

Giochi con i maschiRuoli, sogni, fantasie

Interesse per sport con contatto fisico, giochi violenti, giochi maschili

Disinteresse per bambole e ruoli femminili

Urinare in piediRifiuto di seno e mestruoAvrà un pene, sarà un

uomo

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Disagio e interventi Disagio e interventi terapeuticiterapeutici

SAIGConfusione su identità di

genereScarsi esempi di

comportamento tipico e possibiltà di sperimentarsi, dato l’evitamento dei pari

Perpetuarsi e consolidarsi della condizione atipica

Effetti di SAIG

Difficoltà di inserimento e integrazione sociale

Timore di ostracismo, prese in giro, aggressioni

Evitamento amicizie anche se desiderate

Aumento dei problemi con l’età

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E’ giustificato un intervento sullo sviluppo atipico dell’identità di genere?

Innanzi tutto è importante non patologizzareCi possono essere difficoltà transitorie di identità digenere che si risolvono spontaneamente.Solo un rifiuto forte e persistente del proprio genere richiede di esser preso in considerazione, da parte di uno psicoterapeuta

Intervenire nei confronti del disagio che ne consegue è un compito primario che coinvolge tutti

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Interventi in ambito Interventi in ambito scolasticoscolastico

Si tratta di interventi non ancora strutturati, alcune esperienze ne dimostrano l’efficacia ma mancano ricerche scientifiche che le confermino.Non prendono in considerazioni dinamiche intrapsichiche o familiariDuplice fronte di intervento: la classe e

il bambino

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Classe vissuta come sicura, non mette in crisi

Favorire accettazione e integrazione del diverso

Pianificare attività neutre rispetto al genere, non tipiche di un sesso

Evitare differenze maschi/femmine Assicurare la sicurezza personale limitando i

comportamenti di irruenza e sopraffazioneCollaborare ed esser riferimento per la

famiglia

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Intervento psicosociale col bambino

Aiuto a sentirsi più a suo agio col proprio genere

Identificazione di aree di interesse condivise con i pari

Limiti al comportamento “cross”, (non riceve rinforzo sociale e non è tollerato) per evitare di perpetuare la condizione

Incoraggiamento ad attività alternative che consolidino un’identificazione positiva nel proprio genere

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Interventi terapeutici in Interventi terapeutici in ambito clinicoambito clinico

Terapia comportamentale: premio per raggiungimento obiettivo prefissato (giochi, abbigliamento, giochi di ruolo, partecipazione a gruppo di pari, manierismi)

Finalità di modificare comportamenti specifici, non identità di genere. Poca influenza su schema interno Teoria del rinforzo sociale Inconvenienti: specificità dello

stimolo e della risposta; presuppone neutralità psicosessuale

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PsicoterapiaIl comportamento atipico si correla ad altri fenomeni dello sviluppo, relazioni di attaccamento ed emergenza del séTemi trattati: relazione madre-bambino, relazione padre-bambino, genitori che incoraggiano il comportamento atipicoInoltre: favorire fiducia verso terapeuta del proprio sesso, comprensione dei motivi del comportamento atipico, approvazione di ogni segno di cambiamento

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Trattamento dei genitoriAffrontare la loro preoccupazione Sensibilizzarli alla dinamica fra di loroLoro ipotetico ruolo nella genesi e mantenimento dell’identità atipicaMonitoraggio e gestione del comportamento atipico:

imporre limiti (diminuisce la confusione sull’identità)favorire gli incontri con pari (offrono un modello di riferimento)

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ConsiderazioniConsiderazioniPochi dati di follow-up per poter valutare

l’efficacia degli interventiAuspicabile il trattamento in età infantile;

difficile promuovere un cambiamento una volta raggiunta la pubertà

Assistere lo sviluppo dell’identità di genere, non dirigerlo

Aiutare i bambini a diventare più sicuri nelle loro identità, a sentirsi più a proprio agio nell’ambiente usuale

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Integrazione con i servizi Integrazione con i servizi territorialiterritoriali

Salute tutelata dalla nascita all’adolescenza. E’ da assicurare uno sviluppo psicofisico armonico (Ministero della Salute 2000)

L’integrazione e il coordinamento di forze diverse (consultori familiari, medici di base, pediatri, istituzioni scolastiche, servizi salute mentale) crea qualcosa in più della somma delle forze

Identificazione fattori di rischio, inserimento fattori protezione, segnalazioni, accompagnamenti, informazione su punti di riferimento

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PediatraValuta condizione

fisicaSegue lo sviluppo

PsicologoValuta condizione

psichicaInterviene su

SAIG

FamigliaRuolo di paziente,

Ruolo di Co-terapeuta

ScuolaSegnala

Lavora con operatori

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Collaborazione scuola-Collaborazione scuola-famigliafamiglia

Informare e sensibilizzare la famiglia, a volte inconsapevole di SAIG (rifiuto, senso di colpa, segreto da nascondere)

Essere riferimento per la famiglia e appoggiarla nella creazione di un ambiente sociale che accetta il SAIG

Utilità di un appoggio tecnico nel processo dalla comprensione all’alleanza

La scuola è punto nodale della rete