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MANUALE DI GESTIONE INTEGRATA SGS Macro-processo: FIL-6 Documento: GDR.6-021.00 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE FONDAZIONE FILARETE - FILARETE SERVIZI Emiss.1 Rev.1 Data: 01/04/2010 Prima stesura: Novembre 2009 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

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INDICE 0 PREMESSA 3

0.1 FINALITA’ 3 0.2 OBIETTIVI 3 0.3 CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZA 4 0.4 AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA 4 0.5 COMPITI E DOVERI DEGLI INCARICATI PER LA LOTTA ANTINCENDIO, PER

L’EVACUAZIONE E L’EMERGENZA E DI ALTRO PERSONALE DI SERVIZIO INCARICATO 5

0.6 PROVVEDIMENTI NECESSARI PER L’INFORMAZIONE SULLE PROCEDURE DI DIVULGAZIONE DEL PIANO

5

1 DESCRIZIONE DEI LUOGHI 6

DESCRIZIONE DEI LUOGHI, DEL FABBRICATO, DEL L'ACCESSIBILITÀ AI MEZZI V.V.F. E DELLE AREE A RISCHIO SPECIFICO

6

1.2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE 7 1.3 DESCRIZIONE DEL PERSONALE PRESENTE (AFFOLLAMENTO MEDIO, QUALIFICHE) 7 1.4 DESCRIZIONE DISPOSITIVI, SISTEMI E ATTREZZATURE DI SICUREZZA 8 1.5 IDENTIFICAZIONE DEI LUOGHI SICURI E DEL PUNTO DI RACCOLTA 8

2 AZIONI CHE I LAVORATORI DEVONO METTERE IN ATTO IN CASO D’INCENDIO, EMERGENZA, RISCHIO GRAVE E IMMEDIATO

9

2.1 IPOTESI DI SCENARI INCIDENTALI 9

3 PROCEDURE PER L’EVACUAZIONE 13

3.1 GENERALITÀ 13 3.2 ISTRUZIONI PER CHI DA L’ALLARME 14 3.3 ISTRUZIONI PER CHI DEVE EVACUARE IL POSTO DI LAVORO 14 3.4 ASSISTENZA DURANTE L’INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO E DEI SOCCORRITORI 16

4 RICHIESTA DI INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO E DE I SOCCORSI 17

4.1 ISTRUZIONI PER LE CHIAMATE DI SOCCORSO 17

5 ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI IN CASO DI INCEN DIO 21

5.1 GENERALITÀ 21 5.2 ASSISTENZA ALLE PERSONE CHE UTILIZZANO SEDIE A ROTELLE O CON MOBILITÀ

RIDOTTA 21

5.3 ASSISTENZA ALLE PERSONE CON VISIBILITÀ O UDITO MENOMATO O LIMITATO 21

6 IL DOPO EMERGENZA 22

6.1 ACCERTAMENTO DELLE CAUSE DELL’INCENDIO O DELL’EMERGENZA 22 6.2 GESTIONE DEL DOPO EMERGENZA 22

7 PLANIMETRIE 23

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0. PREMESSA

La stesura di un piano d’emergenza è un passaggio fondamentale nell’adempimento dei vari obblighi

previsti dal D. Lgs n° 81/08 e dal DM 10.3.1998.

Il datore di lavoro, in accordo con le persone incaricate della gestione dell’emergenza, ha

predisposto il presente piano come parte integrante del documento di valutazione dei rischi, all’interno del

quale ha indicato come fronteggiare situazioni di emergenza, ovvero situazioni che potrebbero comportare

un pericolo per l’incolumità delle persone o di danno alle cose ed all’ambiente.

0.1 FINALITÀ

La finalità del piano d’emergenza consiste nell’ esplicazione delle azioni da intraprendere in caso di

incendio o di emergenza per:

- limitare le conseguenze, i danni all’ambiente ed all’azienda;

- consentire l’evacuazione dall’azienda in condizioni di sicurezza, prevedendo tutti i possibili tipi di

emergenze che possono manifestarsi;

- garantire l’intervento dei soccorritori.

0.2 OBIETTIVI

Il piano di emergenza deve conseguire i seguenti obiettivi:

- evitare che l’attivazione del piano di emergenza, a causa di un incidente, possa provocare ulteriori

emergenze di altro tipo;

- prevenire o limitare pericoli alle persone, internamente ed esternamente all’azienda;

- prevenire o limitare danni ambientali nelle zone immediatamente limitrofe all’azienda;

- organizzare contromisure tecniche per l’eventualità di emergenza di ogni tipo;

- coordinare gli interventi del personale a tutti i livelli, in modo che siano ben definiti tutti i comportamenti e

le azioni che ogni persona presente deve attuare per salvaguardare la propria incolumità e, nei limiti del

possibile, per limitare i danni alle strutture ed impianti dell’edificio;

- stabilire le priorità d’intervento: soccorso alle persone, messa in sicurezza delle attrezzature e della

documentazione, attivazione degli impianti finalizzati a contenere e ridurre le emergenze;

- intervenire, dove necessario, con un pronto soccorso sanitario;

- coordinare l’intervento interno con quello di eventuali mezzi esterni;

- individuare tutte le emergenze che possano coinvolgere l’attività, la vita e la funzionalità dell’azienda;

- definire esattamente i compiti di ognuno durante la fase di pericolo.

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0.3 CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZA

Il piano di emergenza ha i seguenti contenuti generali:

- le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio;

- le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre

persone presenti;

- le disposizioni per chiedere l'intervento dei Vigili dei Fuoco e per fornire le necessarie informazioni al loro

arrivo;

- specifiche misure per assistere le persone disabili;

- individuazione ed identificazione di un adeguato numero di persone incaricate di sovrintendere e

controllare l'attuazione delle procedure previste.

Per la stesura del piano di emergenza si è tenuto conto dei seguenti aspetti:

- le caratteristiche dei luoghi con particolare riferimento alle vie di esodo;

- il sistema di rivelazione e di allarme incendio;

- il numero delle persone presenti e la loro ubicazione;

- il livello di formazione e di preparazione tecnica delle persone che operano negli edifici

- i lavoratori esposti a rischi particolari;

- il numero di addetti all'attuazione ed al controllo del piano nonché all'assistenza per l'evacuazione (addetti

alla gestione delle emergenze, evacuazione, lotta antincendio, pronto soccorso);

- il livello di informazione e formazione fornito ai lavoratori.

Il piano di emergenza contiene le seguenti istruzioni scritte:

- i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio;

- i provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato sulle procedure da attuare;

- le procedure per la chiamata dei Vigili del Fuoco, per informarli al loro arrivo e per fornire la necessaria

assistenza durante l'intervento.

0.4 AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA

Il piano di emergenza sarà aggiornato periodicamente, sia in caso di necessità sia in caso di

variazioni.

Il piano sarà verificato periodicamente anche con esercitazioni almeno annuali.

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0.5 COMPITI E DOVERI DEGLI INCARICATI PER LA LOTTA ANTINCENDIO, PER L’EVACUAZIONE E L ’EMERGENZA E DI ALTRO PERSONALE DI SERVIZIO INCARICATO

Gli incaricati devono attuare le azioni che si rendano necessarie in caso di incendio o di emergenza

antincendio, secondo quanto indicato nei capitoli seguenti.

Nell’azienda devono essere sempre presenti almeno un coordinatore della gestione delle emergenze

ed almeno due degli incaricati alla lotta antincendio e alla gestione dell’emergenza per piano: questo

comporta la necessità di programmare la concessione di ferie e permessi e degli orari di presenza.

Il Coordinatore per le emergenze si occuperà del coordinamento del piano di emergenza per tutti i

locali confinati (allegato GDR.6-100.17). Tali aree sono soggette ad una procedura specifica per la gestione

delle presenze e per la sorveglianza del persone che occasionalmente vi lavora.

Il nominativo dei lavoratori incaricati è contenuto nel presente documento e nel Documento di

Valutazione dei Rischi.

0.6 PROVVEDIMENTI NECESSARI PER L ’INFORMAZIONE SUL LE PROCEDURE DI DIVULGAZIONE DEL PIANO

Viene data la massima divulgazione del piano di emergenza alle persone incaricate delle azioni da

intraprendere.

Tutti i lavoratori saranno informati con istruzioni scritte (stralcio modalità di evacuazione e procedure

da attuare) e con un apposito incontro.

Il piano di emergenza, infatti, è utile prima che capiti l’emergenza e non durante la stessa, pertanto

deve essere conosciuto e studiato prima; durante l’emergenza può, al limite, essere consultato.

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1 DESCRIZIONE DEI LUOGHI

Presso l’insediamento di viale Ortles 22/4 la Fondazione Filarete ha l'obiettivo di creare, ospitare e

accompagnare iniziative imprenditoriali high-tech nel campo della biofarmacologia e della biomedicina. Nei

circa 6.000 mq della struttura viene ospitato un mix di piattaforme tecnologiche e di imprese all’avanguardia

attraverso le quali la Fondazione Filarete valuta, assiste ed accelera nuove iniziative imprenditoriali per la

progettazione, la caratterizzazione farmacologica e la somministrazione di farmaci e strumenti diagnostici

innovativi.

La sede di viale Ortles è il risultato dell’opera di recente ristrutturazione di un edificio preesistente. Il

complesso edilizio è articolato in tre corpi di fabbrica organizzati attorno ad un cortile interno, collegati tra

loro ai diversi piani sia direttamente che attraverso terrazze e percorsi scoperti.

1.1 DESCRIZIONE DEI LUOGHI, DEL FABBRICATO, DELL'AC CESSIBILITÀ AI MEZZI V.V.F. E DELLE

AREE A RISCHIO SPECIFICO

L’edificio risulta pressoché isolato e facilmente accessibile.

Le planimetrie dei piani allegate alla presente (tavole FLS-UT_AF 01/09, FLS-UT_AF 02/09, FLS-UT_AF

03/09, FLS-UT_04/09 ) illustrano la suddivisione degli spazi interni: l’edificio si sviluppa in tre piani fuori terra

(PT, PP e PS), oltre ad un piano interrato ed al piano copertura.

In sintesi:

- il piano interrato (di estensione notevolmente ridotta rispetto alla superficie coperta dal fabbricato)

risulta destinato per lo più a vani tecnici e depositi (viene trattato come spazio confinato soggetto a

specifica procedura);

- il piano terra, oltre ad ospitare diversi spazi adibiti a laboratori e locali a servizio esclusivo delle varie

attività, include alcuni spazi condivisibili tra le stesse (auditorium, area di ristoro, area didattica,

alcune sale riunioni);

- al piano terra, ma in particolare ai piani primo e secondo sono ubicati i locali laboratorio, gli uffici e gli

studi di ricerca, la maggior parte ad uso esclusivo di singole attività (piattaforme) direttamente gestite

da Filarete, altri condivisi tra le stesse, altri da assegnare a inquilini estranei alla Fondazione;

- il piano copertura, accessibile solo al personale addetto alla manutenzione, risulta interamente

destinato alla collocazione di macchine ed attrezzature impiantistiche.

I tre corpi di fabbrica che compongono il complesso edilizio, sono così individuati:

- corpo di fabbrica lungo via Barletta, è composto da n. 3 piani fuori terra;

- corpo di fabbrica lungo viale Ortles, ha n. 3 piani fuori terra e n. 1 piano seminterrato;

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- corpo di fabbrica interno, è composto da n. 3 piani fuori terra.

Le superfici lorde degli edifici esistenti risultano essere:

Piano interrato 484 mq

Piano terra 2045 mq

Piano primo 2098 mq

Piano secondo 2105 mq

Cortile 688 mq

Totale 7420 mq

L'accesso principale è collocato in viale Ortles, con passo carrabile dal quale si accede al cortile

interno; da questo passaggio si raggiungono tutti i corpi di fabbrica interni mentre un ingresso pedonale

(sempre da Viale Ortles) porta al piano rialzato di uno dei tre corpi di fabbrica.

Entrambi gli accessi sono controllati da un servizio di guardiania all’ingresso.

I collegamenti verticali sono costituiti attualmente da tre vani scala (uno per ogni corpo di fabbrica)

una scala esterna, da tre ascensori e un montacarichi.

1.2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE

La descrizione delle attività svolte all’interno dell’edificio, la valutazione delle tipologie dei materiali

trattati, delle attività di ricerca eseguite e dei rifiuti prodotti, viene descritta e analizzata nel DVR per ogni

singola piattaforma.

In tale contesto verranno anche elencati i rischi principali cui saranno soggetti i ricercatori e i

dispositivi di prevenzione e protezione specifici per le diverse piattaforme, al loro utilizzo e alle procedure di

sicurezza specifiche alle varie sottoaree.

Come anticipato, numerosi sono gli spazi (studi e laboratori) al momento non occupati.

1.3 DESCRIZIONE DEL PERSONALE PRESENTE (AFFOLLAMENT O MEDIO, QUALIFICHE)

Gli edifici sono destinati ad ospitare laboratori di ricerca ed i relativi spazi di supporto.

AI piano terra dell'edificio 03 è ubicata l'area reception del complesso, con i servizi generali: le aule

didattiche, la biblioteca, l'area ristoro. Tali aree sono fruibili solo per il personale del complesso stesso, a

meno di occasionali partecipanti alle attività di didattica e/o convegni, facenti però sempre capo a strutture

esterne connesse alle attività svolte all'interno del centro.

L'affollamento massimo del complesso è stimato in 280 presenze.

L’area con più elevato indice di affollamento risulta essere quella dell’auditorium che può contenere

fino a 150 persone. L’area si trova al piano terra con le vie di fuga ampie e ben illuminate.

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Per i criteri generali utilizzati nella progettazione delle vie di fuga si rimanda alla relazione tecnica

presentata ai Vigili del Fuoco.

Per la determinazione del numero di presenze nell’edificio, è stata ufficializzata una procedura per la

gestione degli accessi all’edificio (GDR.6-100.16) per cui il personale dipendente o visitatore esterno ha

l’obbligo di registrarsi ad ogni ingresso ed uscita presso la reception ubicata al piano terra dell’edificio.

Il coordinatore delle emergenze dispone di due registri per la rilevazione del personale presente:

- Registro personale: elenco delle persone presenti con indicazione dell’appartenenza a piattaforme,

spin-off o corporate;

- Registro Imprese – Visitatori: elenco delle persone esterne alla Fondazione.

1.4 DESCRIZIONE DISPOSITIVI, SISTEMI E ATTREZZATURE DI SICUREZZA

Si rimanda alla relazione tecnica presentata ai vigili del fuoco e alle planimetrie allegate.

1.5 IDENTIFICAZIONE DEI LUOGHI SICURI E DEL PUNTO D I RACCOLTA

Nelle planimetrie sono inoltre segnalate le vie di esodo e il punto di raccolta in posizione esterna

all’edificio ed in area non chiaramente definita in quanto trattasi di area pubblica.

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2 AZIONI CHE I LAVORATORI DEVONO METTERE IN ATTO IN CASO D’INCENDIO,

EMERGENZA, RISCHIO GRAVE E IMMEDIATO

2.1 IPOTESI DI SCENARI INCIDENTALI

FILARETE occupa l’edificio sito in Viale Ortles 22/4 - Milano.; l’edificio è composto da tre blocchi

comunicanti e da un quarto comparto separato adibito ad ufficio tecnico.

All’interno dell’edificio operano tre società la FILARETE FONDAZIONE, la FILARETE SERVIZI e LA

FILARETE INVESTIMENTI; inoltre, sono presenti società terze che traggono origine dall’attività di incubatore

che è propria della Fondazione.

Per consentire una lotta antincendio adeguata è stato predisposto, in tutto l’edificio, un sistema di:

- protezioni attive costituite da impianti fissi (idranti) e da impianti mobili (estintori) per ridurre gli

effetti di un possibile incendio e da interruttori elettrici;

- protezioni passive costituite da strutture portanti resistenti al fuoco, da serramenti con parti

trasparenti che si possano rompere in caso d’incendio per l’evacuazione del fumo, da porte

tagliafuoco relativi ad aperture di passaggio attraverso strutture tagliafuoco.

Di seguito sono presentate alcune ipotesi di possibili scenari incidentali all’interno dell’azienda,

evidenziando schematicamente le procedure d’intervento.

SCENARIO 1: INCENDIO DI MATERIALE COMBUSTIBILE o INFIAMMABILE

L’evento può verificarsi ovunque si vengano a creare accumuli di materiale combustibile a causa di

distrazione, negligenza nell’uso di fiamme libere, inadeguata pulizia delle aree di lavoro, scarsa

manutenzione delle apparecchiature o per il mancato rispetto del divieto di fumo.

Di seguito vengono illustrate le azioni da intraprendere nel caso in cui si dovesse fronteggiare un

piccolo o medio focolaio.

a) Piccolo focolaio - estinguibile con gli estintori portatili:

- avvisare il coordinatore;

- intervenire immediatamente con un estintore portatile;

- soffocare eventualmente le fiamme con stracci, coperte ignifughe, sabbia, ecc;

- allontanare il materiale combustibile che si trova nelle vicinanze;

- non usare acqua prima di aver tolto l’elettricità.

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Se dopo aver utilizzato 2 o 3 estintori la situazione non è sotto controllo è necessario procedere come

definito nel punto successivo.

b) Medio focolaio - non estinguibile con gli estintori portatili:

- il coordinatore avvisa i Vigili del Fuoco, l’ufficio tecnico ed i referenti delle altre aziende presenti

nell’immobile;

- l’incaricato chiude le valvole del gas, ferma gli impianti di ventilazione e di riscaldamento e toglie tensione

agli impianti attraverso l’interruttore elettrico generale;

- il coordinatore ordina l’evacuazione (attivando il segnale di allarme, coinvolgendo i responsabili delle altre

aziende presenti nell’edificio);

- gli addetti presenti collaborano all’evacuazione, secondo le procedure stabilite, aiutando anche eventuali

ospiti a raggiungere il luogo di raccolta;

- il coordinatore procede al conteggio dei presenti nel luogo di raccolta ed in caso di assenze decide sulla

possibilità di rientrare nell’edificio;

- il coordinatore attende i Vigili del Fuoco, per informarli della situazione.

SCENARIO 2: FUGA DI METANO SENZA INCENDIO O ESPLOSIONE

Nel caso in cui si dovessero verificare delle fughe di metano (causate da rotture di tubazioni, valvole,

ecc.) ogni lavoratore che si viene a trovare nei pressi della zona interessata ha il compito di dare l’allarme,

avvisare il coordinatore, quindi gli addetti provvedono a:

- chiudere le valvole di intercettazione del gas;

- fermare gli eventuali impianti di ventilazione, spegnere le fiamme libere e togliere tensione agli impianti

attraverso l’interruttore elettrico generale;

- favorire la ventilazione dell’ambiente aprendo i serramenti per diluire i gas in modo che raggiungano livelli

inferiori alle soglie di pericolosità;

- stare pronti ad intervenire con estintori.

Se con questi interventi la situazione di rischio non è stata risolta, il coordinatore:

- avvisa i Vigili del Fuoco;

- comanda l’evacuazione e si procede come nello scenario 1b.

SCENARIO 3: FUGA DI METANO CON INCENDIO

Nel caso in cui si dovesse verificare un principio d’incendio dovuto a fughe di metano, ogni lavoratore, che si

viene a trovare nelle vicinanze della zona interessata, ha il compito di dare l’allarme, avvisare il

coordinatore, quindi gli addetti provvedono a:

- chiudere le valvole di intercettazione del gas;

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- togliere tensione agli impianti attraverso l’interruttore elettrico generale;

- intervenire con estintori portatili in funzione dell’entità dell’incendio;

- durante l’intervento è possibile soffocare le fiamme anche con stracci, coperte o sabbia.

Il coordinatore:

- avvisa i Vigili del Fuoco;

- comanda l’evacuazione e si procede come nello scenario 1b.

E’ di fondamentale importanza non intervenire con acqua prima di aver tolto l’elettricità.

SCENARIO 4: INCENDIO DI QUADRO ELETTRICO

Nel caso in cui si dovesse verificare un principio d’incendio di un quadro elettrico o di un macchinario

chi si viene a trovare nelle vicinanze della zona interessata, ha il compito di dare l’allarme, avvisare il

coordinatore, quindi gli addetti provvedono a:

- togliere tensione al quadro agendo sull’interruttore generale a monte dello stesso;

- intervenire con estintori portatili in funzione dell’entità dell’incendio;

- durante l’intervento è possibile soffocare le fiamme anche con stracci, coperte o sabbia, allontanando

eventualmente il materiale combustibile presente nelle immediate vicinanze.

E’ di fondamentale importanza non intervenire con a cqua prima di aver tolto l’elettricità .

Se con questi interventi la situazione di rischio non è stata risolta, il coordinatore:

- avvisa i Vigili del Fuoco;

- se necessario comanda l’evacuazione e si procede come nello scenario 1b.

SCENARIO 5: ALLAGAMENTO

Nel caso in cui si dovesse presentare un allagamento dovuto ad una forte perdita di acqua è necessario

dare l’allarme, avvisare il coordinatore, quindi gli addetti provvedono a:

- interrompere l’erogazione dell’acqua dal contatore esterno;

- togliere tensione agendo sull’interruttore generale;

- verificare se vi sono cause accertabili della perdita di acqua (rubinetti aperti, visibile rottura di tubazione,

ecc.).

il coordinatore:

- avvisa i Vigili del Fuoco;

- se necessario comanda l’evacuazione e si procede come nello scenario 1.

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SCENARIO 6: PRIMO SOCCORSO IN CASO D’INCENDIO ALLE PERSONE

Stendere a terra la persona incendiata e coprirla con coperte o indumenti (al limite rotolare per terra

allo scopo di soffocare le fiamme).

Non tentare di togliere le parti di indumenti che si sono attaccati alla pelle dell’infortunato, non rimuovere i

vestiti bruciati e non rompere le vesciche.

Non applicare lozioni o pomate. Ricoprire la parte ustionata con garza sterile asciutta.

Nel caso in cui l’infortunato dovesse vomitare è necessario porlo in posizione laterale di sicurezza.

Effettuare le chiamate di soccorso.

Far trasferire senza indugio la persona infortunata all’ospedale.

Non somministrare alcun tipo di bevanda o liquido.

SCENARIO 7: INTERVENTO PER INFORTUNIO

Attuare le procedure di primo soccorso che qui si riassumono:

- avvisare gli incaricati del primo soccorso;

- avvisare il 118;

- cercare di capire il tipo di ferita o il danno fisico alla persona;

- interrogare la persona, se cosciente, sulla parte colpita ed il tipo di danno;

- agire secondo il tipo di ferita o malore;

- un incaricato si pone presso l’accesso stradale per attendere l’ambulanza ed indirizzarla al luogo dove si

trova l’infortunato.

SCENARIO 8: INCENDIO O EMERGENZA PROVENIENTE DA ALTRI EDIFICI ADIACENTI

Si opera secondo le procedure oggetto del disciplinare avendo cura di coordinare le attività con i

responsabili degli edifici adiacenti.

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3 PROCEDURE PER L’EVACUAZIONE

3.1 GENERALITÀ

La decisione di attivare la procedura d’evacuazione non deve essere presa con leggerezza in quanto

può comportare rischi per i lavoratori.

Occorre pertanto analizzare i vari aspetti connessi con l’esodo. Il tempo totale per un’evacuazione

completa da un luogo in emergenza è infatti costituito dalla somma di alcuni tempi parziali:

- il tempo necessario per rilevare una situazione d’emergenza;

- il tempo necessario per diramare gli allarmi;

- il tempo che si può definire di preparazione all’evacuazione (assimilazione del segnale di allarme,

eventuale richiesta di conferma, individuazione della via di esodo più opportuna, ecc.);

- il tempo indispensabile per percorrere lo spazio tra il luogo in cui ci si trova al momento dell’allarme ed il

luogo sicuro più vicino.

La somma dei vari tempi può, a volte, essere dell’ordine di alcuni minuti; ciò, in particolari

emergenze può essere di pericolo per l’integrità fisica delle persone.

La procedura di evacuazione deve essere attuata in tutti i casi previsti dagli scenari precedenti e

comunque quando sussiste:

- incendio grave;

- fuga di gas infiammabili;

- pericolo di crollo di strutture;

- terremoto;

- allagamento, alluvione.

La decisione di attuare l’evacuazione deve essere presa dal coordinatore delle emergenze.

E’ utile ricordare che una situazione di pericolo genera sempre una forte tensione emotiva che, se

abbinata ad un’ignoranza comportamentale, può facilmente tramutarsi in panico.

Uno stato di panico in un individuo o in un gruppo di individui può determinare conseguenze

altamente negative per gli stessi:

- ostruzione delle uscite per assembramento presso di esse;

- mancata utilizzazione di tutte le uscite di sicurezza presenti nel luogo;

- confusione, disordine, tendenza ad allontanarsi dal pericolo in qualsiasi modo;

- manifestazioni di sopraffazione ed aggressività.

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3.2 ISTRUZIONI PER CHI DA L’ALLARME

L’allarme è costituito da un impianto sonoro azionato automaticamente a seguito di intervento dei

rilevatori presenti.

Il coordinatore dell’emergenza, si accerta dell’origine e della causa e verifica se si tratta di:

a) falso allarme;

b) vero allarme a causa di un pericolo limitato, per il quale è sufficiente l’intervento del personale interno;

c) vero allarme a causa di un pericolo grave ed immediato tale da richiedere l’evacuazione.

Nel caso a) il coordinatore comunica il cessato allarme.

Nel caso b) si attuano gli interventi di lotta antincendio.

Nel caso c) il coordinatore dà la segnalazione di evacuazione, come di seguito specificato.

MODALITÀ DI SEGNALAZIONE DELL'ALLARME PER L'EVACUAZIONE

Il coordinatore si occuperà di premere il pulsante di allarme e di ordinare a tutti i presenti di

abbandonare l’azienda e di recarsi nel luogo di raduno.

NUMERO DI TELEFONO DEL COORDINATORE PER LE EMERGENZ E

444

3.3 ISTRUZIONI PER CHI DEVE EVACUARE IL POSTO DI LA VORO

La prima condizione è quella di mantenersi calmi e non farsi prendere dal panico (nel caso in cui il

pericolo sia evidente e grave, non perdere tempo nel tentativo di portare in salvo effetti personali, o

documenti aziendali).

Prima di abbandonare il proprio posto di lavoro, a meno che non esista un pericolo grave ed

immediato, è necessario che il personale provveda a:

- spegnere le attrezzature di laboratorio e/o di ufficio;

- chiudere le valvole del gas;

- chiudere le porte e le finestre, ma non a chiave;

- la chiusura della porta deve avvenire solo dopo aver verificato l’assenza di personale dal locale che si

lascia;

- la chiusura dei locali, secondo la procedura in essere relativa agli spazi inutilizzati assimilabili a aree

confinate, sancisce l’assenza totale di personale di qualsiasi natura anche per interventi di manutenzione

o semplicemente di ispezione e controllo. In caso di evacuazione per rischio grave, la chiusura delle porte

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senza aver verificato presenza di personale aumenta lo stato di pericolo; la chiusura a chiave per

proteggere effetti personali è assolutamente vietata;

- non aumentare lo stato di agitazione, evitare di intralciare le uscite di emergenza ed in generale le vie di

fuga;

- non utilizzare ascensori e montacarichi .

Modalità di uscita

- gli incaricati per ogni piano si recheranno , senza correre e senza utilizzare ascensori o montacarichi, nei

punti stabiliti. Durante il tragitto daranno indicazioni al personale assistendoli nell’evacuazione ed

indicando i percorsi più brevi; il tempo previsto per questa fase è da considerasi nelle circostanze meno

favorevoli di circa quattro minuti;

- gli incaricati inizieranno il loro giro di verifica e controllo non appena si incontreranno nel punto

convenuto;

- i percorsi degli incaricati per le operazioni di verifica ed assistenza sono a loro noti e sono stati testati in

condizioni di non emergenza. La loro ispezione si conclude quando si incontrano nuovamente alla fine

del giro. I percorsi sono stati studiati e prevedono un tempo inferiore ai dieci minuti;

- dal percorso bisogna escludere le aree già compromesse o dove il rischio è troppo elevato;

- gli incaricati durante il percorso di controllo: indirizzano il personale verso le vie di fuga più vicine,

assistono le eventuali persone a mobilità ridotta o con visibilità o udito menomato;

- gli incaricati assistono gli adulti, il pubblico, nel seguire la via d’esodo prestabilita verso l’esterno e

raggiungere il luogo sicuro presso il punto di raccolta.

Durante questa fase occorre:

- camminare accucciati e respirare lentamente nel caso in cui dovesse esserci del fumo;

- non correre in presenza di piani inclinati in discesa;

- non accalcarsi nei punti stretti e nelle porte;

- non sostare in aree dove possono circolare i mezzi d’emergenza (ambulanze, mezzi dei Vigili del Fuoco,

ecc …).

Il coordinatore, dopo aver avvisato i vigili del fuoco ed ordinato l’evacuazione:

- si documenta presso il servizio di reception e mediante una stampa dei tabulati delle presenze

nell’edificio;

- sorveglia la corretta evacuazione del personale e degli eventuali ospiti;

- si accerta che nessuna persona abbia problemi a raggiungere l’uscita;

- si accerta della funzionalità delle uscite d’emergenza;

- riunisce il personale ed eventuali ospiti presso il punto di raccolta;

- fa l’appello del personale e degli eventuali ospiti per accertare che tutti abbiano raggiunto

l’esterno.

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Tutti restano nelle aree prestabilite fino al termine dell’emergenza o fino a nuovo ordine da parte del

coordinatore per le emergenze.

3.4 ASSISTENZA DURANTE L’INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO E DEI SOCCORRITORI

Il coordinatore per le emergenze:

- attende i soccorritori presso l‘ingresso;

- fornisce ai soccorritori le informazioni utili.

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4 RICHIESTA DI INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO E DE I SOCCORSI

4.1 ISTRUZIONI PER LE CHIAMATE DI SOCCORSO (Coordin atore)

Le chiamate di soccorso vengono fatte per telefono utilizzando l’apparecchio dell’azienda od un

cellulare. Presso il punto di chiamata è affisso il cartello con i numeri di telefono degli enti esterni ed

eventualmente dei responsabili aziendali.

ENTI ESTERNI TELEFONO

VIGILI DEL FUOCO 115

EMERGENZA SANITARIA 118

POLIZIA 113

CARABINIERI 112

RESPONSABILI AZIENDALI COGNOME E NOME TELEFONO

Datore di Lavoro o Delegati Ing. Sirio Vurro (Filarete Servizi)

Prof. Paolo Milani (Fondazione Filarete)

Dott. Giuseppe Malusà (Filarete Investimenti)

02-56660260

02-56660264

02-56660176

Responsabile del Servizio di

Prevenzione e Protezione

Ing. Massimo Ughini

Coordinatori per l’Emergenza Raffaele Di Palo

Federico Martello

Gero Antonio Bongiorno

Laura Mancano

444

Incaricati Antincendio Federico Martello, Gero Bongiorno (Piano Terra)

Simona Rodighiero, Irene Corradini (Piano Primo)

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RESPONSABILI AZIENDALI COGNOME E NOME TELEFONO

Barbara Martini, Fausta Schiavini (Piano Secondo)

Raffaele Di Palo (riserva)

Incaricati per il Primo Soccorso Raffaele Di Palo

Maria Morena Lucà

Francesca Nava

Eleonora Corradi

335 26 91 25

160

164

242

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Presso il punto di chiamata è affisso il seguente cartello con la procedura di chiamata:

CHI CHIAM ARE IN CASO D’EMERGENZA

Per le seguent i emergenze:

INFORTUNIO DI MEDIA ENTITÀ:

1 - Servizio sanitario di emergenza 118

2 - Responsabili aziendali

INFORTUNIO DI GRAVE ENTITÀ:

1 - Servizio sanitario di emergenza 118

2 - Responsabili aziendali

INCENDIO:

1 - Vigili del Fuoco

2 - Responsabili aziendali

RISCHIO DI INQUINAMENTO VERSO L’AMBIENTE ESTERNO:

1 - Vigili del Fuoco

2 - Carabinieri

3 - ASL

4 - Responsabili aziendali

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ISTRUZIONI PER LA CHIAM ATA

All’atto della chiamata specificare in modo particolareggiato:

- il nome dell’azienda, la località ed il relativo numero di telefono;

- chi sta effettuando la chiamata (presentazione con nome, cognome e qualifica aziendale);

- come fare a raggiungere il luogo;

- dire brevemente cosa sta succedendo.

In caso di incendio specificare anche:

- che cosa sta bruciando;

- che esistono idranti ed estintori in tutto l’edificio.

In caso di infortunio specificare anche:

- la tipologia di infortunio accaduto (ad esempio caduta dall’alto, investimento, scossa elettrica, ecc.);

- se la persona infortunata è cosciente o meno, se ha (visibili) emorragie o fratture di arti.

IMPORTANTE:

PRIMA DI RIAGGANCIARE IL TELEFONO CHIEDERE ALL’OPER ATORE IN CONTATTO SE GLI

SERVONO ALTRE INFORMAZIONI .

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5 ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI IN CASO DI INCEN DIO

5.1 GENERALITÀ

Sono considerate persone disabili che possono avere accesso al luogo di lavoro anche: le donne in

stato di gravidanza e coloro con inabilità temporanea.

5.2 ASSISTENZA ALLE PERSONE CHE UTILIZZANO SEDIE A ROTELLE O CON MOBILITÀ RIDOTTA

Attualmente non sono, normalmente, presenti persone che utilizzano sedie a rotelle o persone con

mobilità ridotta, qualora, la situazione dovesse ravvisarsi è previsto che un’incaricata/o presti adeguata

assistenza accompagnando il soggetto disabile in luogo sicuro.

5.3 ASSISTENZA ALLE PERSONE CON VISIBILITÀ O UDITO MENOMATO O LIMITATO

Non sono, normalmente, presenti soggetti portatori di menomazioni o limitazioni uditive e visive.

In presenza di individui caratterizzati da tali inabilità, durante l'emergenza un’incaricata/o li assisterà

assicurandosi che raggiungano il luogo sicuro.

Fenomeni di sordità impediscono al soggetto di percepire i segnali di allarme ed in tal caso viene

assicurato una sollecita allerta.

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6 IL DOPO EMERGENZA

6.1 ACCERTAMENTO DELLE CAUSE DELL’INCENDIO O DELL’E MERGENZA

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve tenere in giusta considerazione la

conservazione delle prove atte ad accertare le cause dell’incidente.

Occorre quindi lasciare tracce (appunti, rapporti immediati, cronologia degli eventi, componenti

interni o esterni che sono intervenuti, ecc.) per accertare le cause che hanno provocato l’emergenza.

Al termine dell’emergenza è necessario eseguire un’indagine per raccogliere tutte le informazioni,

atte a prendere i provvedimenti necessari ad evitare il ripetersi dell’incidente.

6.2 GESTIONE DEL DOPO EMERGENZA

Il coordinatore per le emergenze accerta che l’allarme sia effettivamente rientrato (esempio:

l’incendio sia completamente estinto) e chiede l’intervento del datore di lavoro e del responsabile del SPP.

L’attività dell’azienda non può essere ripresa, su autorizzazione del datore di lavoro, se non dopo un

accurato esame di tutta l’area e degli impianti coinvolti nell’incidente.

Le azioni da intraprendere dopo un’emergenza sono:

- sorvegliare l’area e gli impianti coinvolti, per garantire la conclusione dell’emergenza;

- ricaricare gli estintori;

- indagare sulle cause dell’incidente;

- individuare le persone e le cose danneggiate (interne ed esterne all’azienda);

- eseguire la stima dei danni, diretti e indiretti;

- prendere idonei provvedimenti, tecnici ed organizzativi, per evitare il ripetersi dell'evento.

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7 PLANIMETRIE

Le planimetrie allegate GDR.6-020.01 “Piano di Emergenza ed Evacuazione Piano Terra”, GDR.6-

020.02 “Piano di Emergenza ed Evacuazione Piano Primo”, GDR.6-020.03 “Piano di Emergenza ed

Evacuazione Piano Secondo”, conformi al Certificato di Prevenzione Incendi, contengono i seguenti

elementi:

- estintori e idranti;

- materiale di primo soccorso;

- destinazioni d’uso dei locali, porte tagliafuoco;

- vie e percorsi d’esodo, uscite di sicurezza;

- punto di raccolta in caso d’evacuazione.

Per gli addetti alla lotta antincendio sono inoltre allegate le planimetrie GDR.6-021.03 “Squadre di

Emergenza Piano Terra, Piano Primo e Piano Secondo”, con:

- punti di ritrovo per piano;

- percorsi per la verifica del piano di evacuazione, inclusi i punti di controllo con il secondo addetto.