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GALLERIA DEGLI UFFIZI PAESI, PASTORI E VIANDANTI MARMI ANTICHI E VISIONI DIPINTE DAGLI UFFIZI A SANTO STEFANO DI SESSANIO L'idea di allestire una nuova mostra a Santo Stefano di Sessanio nasce dalle recenti e solide relazioni culturali instauratesi tra la Galleria degli Uffizi e il comune abruzzese, connesso a Firenze da indissolubili vincoli storici. Fin dal 1579, infatti, Costanza, figlia unica di Innico Piccolomini, cedette la Baronia di Carapelle a Francesco de' Medici Granduca di Toscana. Fu così che queste terre passarono al casato fiorentino fino al 1743. Per Santo Stefano di Sessanio furono secoli di benessere e splendore, anche grazie al fiorente commercio della lana "carfagna", prodotta in Abruzzo, lavorata in Toscana e venduta poi in tutta Europa. Nel corso della scorsa estate, l‟amministrazione comunale con l‟ausilio della società Carsa (che si è occupata dell‟organizzazione e della promozione della manifestazione), ha allestito in tre sedi espositive appositamente designate una mostra dal titolo Condivisione di affetti. Opere d’arte dalla Galleria degli Uffizi (27 luglio - 16 ottobre). Mostra che era nel novero della collana La città degli Uffizie che ha riscosso grande successo di pubblico. L‟impresa aveva come scopo primario quello di alleviare le sofferenze di un luogo martoriato dagli eventi sismici del 2009 e, per far questo, si era ritenuto opportuno trasferire temporaneamente in Abruzzo ventitré opere conservate nella Galleria fiorentina che proiettassero sul luogo un po‟ della luce di cui gode il museo, sì da richiamare l‟attenzione di turisti e visitatori. Questo progetto si era reso possibile anche grazie al contributo degli Amici degli Uffizi, che con lo stesso sentimento avevano prontamente sostenuto la Galleria in seguito all‟attentato mafioso del 1993, in cui numerose opere rimasero assai danneggiate (e tre addirittura perdute). L‟Associazione è stata dunque nobilmente partecipe anche di questa manifestazione, reputandola utile come contributo alla rinascita di un paese di grande bellezza, guastato dall‟evento sismico. Considerata la grande affluenza e la sentita partecipazione della cittadinanza stessa e dei suoi numerosi ospiti (sia italiani che stranieri), si è pensato che il tema per una nuova mostra potesse essere quello legato al paesaggio e alla pastorizia. Per la rassegna si è altresì ritenuto opportuno esporre opere che, essendo conservate nelle stanze dei depositi o in luoghi fuori dell‟ordinaria frequentazione, sono poco conosciute o addirittura ignote. Nella passata edizione la suddivisione in tre diversi spazi espositivi aveva riscosso un ottimo consenso; questa soluzione infatti, permetteva e garantiva un percorso di visita più ampio e dettagliato del borgo, consentendo di ammirane i suoi suggestivi punti panoramici e i caratteristici scorci in pietra calcarea bianca, il cui candore è stato reso opaco dal tempo. Si è data così la possibilità di osservare anche quelle stesse testimonianze che fanno riferimento all‟epoca del dominio mediceo, come i loggiati dalla linea aggraziata, i portali disposti ad arco con formelle fiorite, le finestre in pietra finemente lavorate e decorate, le eleganti bifore e le mensole dei balconi, oltre allo stemma della famiglia Medici e del granducato di Firenze, che sormonta la maestosa porta d'ingresso. Come avvenuto per la passata edizione, in cui una portiera con lo stemma appunto mediceo apriva il tragitto espositivo, la mostra avrà quest‟anno, come primo numero di catalogo, una veduta di Piazza della Signoria addobbata per la Festa degli Omaggi: istantanea che restituisce al posto più insigne di Firenze l‟aspetto aulico e

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PAESI, PASTORI E VIANDANTI MARMI ANTICHI E VISIONI DIPINTE

DAGLI UFFIZI A SANTO STEFANO DI SESSANIO L'idea di allestire una nuova mostra a Santo Stefano di Sessanio nasce dalle recenti e solide relazioni culturali instauratesi tra la Galleria degli Uffizi e il comune abruzzese, connesso a Firenze da indissolubili vincoli storici. Fin dal 1579, infatti, Costanza, figlia unica di Innico Piccolomini, cedette la Baronia di Carapelle a Francesco de' Medici

Granduca di Toscana. Fu così che queste terre passarono al casato fiorentino fino al 1743. Per Santo Stefano di Sessanio furono secoli di benessere e splendore, anche grazie al fiorente commercio della lana "carfagna", prodotta in Abruzzo, lavorata in Toscana e venduta poi in tutta Europa.

Nel corso della scorsa estate, l‟amministrazione comunale con l‟ausilio della società Carsa (che si è occupata dell‟organizzazione e della promozione della manifestazione), ha allestito in tre sedi espositive appositamente designate una mostra dal titolo Condivisione di affetti. Opere d’arte dalla Galleria degli Uffizi (27 luglio - 16 ottobre). Mostra che era nel novero della collana „La città degli Uffizi‟ e che ha riscosso grande successo di pubblico.

L‟impresa aveva come scopo primario quello di alleviare le sofferenze di un luogo martoriato dagli eventi sismici del 2009 e, per far questo, si era ritenuto opportuno trasferire temporaneamente in Abruzzo ventitré opere conservate nella Galleria fiorentina che proiettassero sul luogo un po‟ della luce di cui gode il museo, sì da richiamare l‟attenzione di turisti e visitatori. Questo progetto si era reso possibile anche grazie al contributo degli Amici degli Uffizi, che con lo stesso sentimento avevano prontamente sostenuto la Galleria in seguito all‟attentato mafioso del 1993, in cui numerose opere rimasero assai danneggiate (e tre addirittura perdute). L‟Associazione è stata dunque nobilmente partecipe anche di questa manifestazione, reputandola utile come contributo alla rinascita di un paese di grande bellezza, guastato dall‟evento sismico.

Considerata la grande affluenza e la sentita partecipazione della cittadinanza stessa e dei suoi numerosi ospiti (sia italiani che stranieri), si è pensato che il tema per una nuova mostra potesse essere quello legato al paesaggio e alla pastorizia. Per la rassegna si è altresì ritenuto opportuno esporre opere che, essendo conservate nelle stanze dei depositi o in luoghi fuori dell‟ordinaria frequentazione, sono poco conosciute o addirittura ignote.

Nella passata edizione la suddivisione in tre diversi spazi espositivi aveva riscosso un ottimo consenso; questa soluzione infatti, permetteva e garantiva un percorso di visita più ampio e dettagliato del borgo, consentendo di ammirane i suoi suggestivi punti panoramici e i caratteristici scorci in pietra calcarea bianca, il cui candore è stato reso opaco dal tempo. Si è data così la possibilità di osservare anche quelle stesse testimonianze che fanno riferimento all‟epoca del dominio mediceo, come i loggiati dalla linea aggraziata, i portali disposti ad arco con formelle fiorite, le finestre in pietra finemente lavorate e decorate, le eleganti bifore e le mensole dei balconi, oltre allo stemma della famiglia Medici e del granducato di Firenze, che sormonta la maestosa porta d'ingresso.

Come avvenuto per la passata edizione, in cui una portiera con lo stemma appunto mediceo apriva il tragitto espositivo, la mostra avrà quest‟anno, come primo numero di catalogo, una veduta di Piazza della Signoria addobbata per la Festa degli Omaggi: istantanea che restituisce al posto più insigne di Firenze l‟aspetto aulico e

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prezioso dei tempi antichi, quando ancora sul lato che fronteggia la Loggia dei Lanzi si levava austera la facciata della chiesa di San Romolo, ma soprattutto quando ancora la pavimentazione era in cotto, geometricamente spartita da liste di pietra serena, scenografico palcoscenico per gli accadimenti solenni e per i drammi quotidiani. L‟elegante impiantito rosso dunque faceva da base ai marmi monumentali bianchi e ai grandi bronzi che ne venivano esaltati. Furono i Lorena, per ragioni economiche, che rivestirono la piazza col grigio del macigno.

Il percorso espositivo si articolerà in tre diversi ambienti, ciascuno dei quali illustrerà aspetti importanti della realtà rurale: il paesaggio, i mestieri legati alla vita montana e contadina.

Numerosi e ragguardevoli, sono, nelle raccolte della Galleria degli Uffizi, i dipinti che ritraggono paesaggi lussureggianti, vivida testimonianza di quell‟attività pittorica che andò ad intensificarsi a Firenze come a Roma soprattutto a partire dal Seicento.

Tra gli artisti che con solerzia e profonda dedizione si dedicarono alla rappresentazione della campagna, dei rilievi montuosi e delle loro infinite sfaccettature antropiche e paesaggistiche, si riscontrano in maggior misura i forestieri venuti d‟oltralpe, suggestionati dalla poesia della natura mediterranea. Erano perlopiù olandesi, fiamminghi, francesi e tedeschi che, in Italia, e a Roma in particolare, scendevano per un soggiorno obbligato con il fine di istruirsi all‟arte.

Il Seicento, come detto, è dunque per eccellenza il secolo della pittura di paesaggio, poiché il genere, pienamente istituzionalizzato nella pratica artistica, assurge ad un ruolo primario ed indipendente: i trattatisti si sforzano di operare distinzioni al suo interno tra paesaggio "ideale" (o "eroico") e "pastorale", cui si aggiungerà in seguito il sottogenere "veduta", inteso come la rappresentazione obiettiva di una particolare località. Pur essendo ritenuto comunque un genere inferiore rispetto al ritratto ed alla pittura di storia, tuttavia il paesaggio s'impone presso gli artisti e soprattutto presso i committenti, dei quali spesso realizza il desiderio di veder rappresentati luoghi e oggetti cari e facilmente riconoscibili. Accanto ai celebri scenari arcadici di Claude Lorraine, si rammentano quelli di una nutrita schiera di maestri nordici che a lungo si affaticarono in questa varietà di rappresentazione della realtà, anche artisti meno noti; molti dei quali si specializzarono in settori precisi quali la veduta invernale, il paesaggio con animali, scene appassionate di caccia o lande popolate di intrepidi viandanti, tutti presenti in mostra.

In Italia fu poi Salvator Rosa a introdurre il gusto per la raffigurazione del paesaggio drammatico e tenebroso, che poi avrà molto successo a cavallo tra Seicento e

Settecento, quando si diffonde come tema prediletto quello dei cataclismi naturali (eruzioni vulcaniche, mareggiate ed uragani), che vengono fissati sulla tela da pittori italiani e stranieri al seguito di viaggiatori. Nel clima illuministico che caratterizza la cultura settecentesca, il paesaggio raggiunge così un'estensione ed un'autonomia che non erano mai state conosciute prima.

A Firenze un artista di quelli forestieri, anche se non oltramontano, fu particolarmente amato in casa Medici, poco dopo gl‟inizi del Seicento. Cosimo II, che, “per suo virtuoso sollazzo”, se lo tenne accanto a dipingere quando gli attacchi del male presero a forzarlo al letto; era arrivato da Napoli ed è per questo che lo chiamavano Filippo Napoletano, pur facendo di cognome Angeli. Tanti furono i „paesi‟ ch‟egli dipinse, mescolando appunto natura vera con suggestioni di luoghi sognati; e vi calò scene di vita come ad esempio uomini e dame protagonisti di un giorno di festa dedicato al ballo in

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un‟aia nei pressi di un mulino, tovaglie distese in riva a un fiume per una merenda al fresco di piante secolari e di diverse specie. Questi, e non le pur graziose figurine che le animano, sono i personaggi principali delle due grandi tele di Filippo Napoletano che fanno da corolla agli altri numerosi dipinti capaci di evocare la disposizione d‟animo dei pittori al cospetto della natura.

Con la sezione dedicata ai mestieri tipici della vita rurale e ai protagonisti di questo mondo, saranno presentate una selezione di opere che possano dare importante testimonianza di quei momenti e di quelle attività che un tempo animavano gli antichi borghi e le campagne. Tra queste compare la piccola tela di Michelangelo Cerquozzi che ritrae due vecchie contadine sorprese a filare la lana (che riecheggia quell‟attività tipica della zona) e una scena di Giovanni Domenico Valentini ambientata in una chiassosa e affollata cucina.

Accanto alle tele, testimonianza preziosa di questa intensa attività pittorica, saranno offerte agli occhi degli ospiti di Santo Stefano di Sessanio preziosi marmi romani, che avranno il compito d‟illustrare i sentimenti degli antichi nei riguardi di quegli stessi temi esibiti nei quadri.

La mostra, promossa dagli Uffizi, aspira - come è ormai nell‟uso della Galleria - a indirizzare l‟attenzione del pubblico verso opere meno celebrate di artisti pur sempre noti e verso creazioni di maestri di minor fama, ma non per questo meno poetici. L‟auspicio è ovviamente che anche questa nuova opportunità consenta a Santo Stefano di Sessanio di rinnovare il successo di Condivisione di affetti.

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Sezioni della mostra ed elenco delle opere

1. Firenze

1. Scuola fiorentina, Festa degli omaggi in Piazza Signoria, 1600 (ca), Inv. GDSU n. 1919, olio su tela, cm 119x141,5;

2. Paesaggi

2. Filippo Angeli detto Filippo Napoletano, Ballo in campagna, 1618, Inv. 1890 n.

558, olio su tela, cm 99x179; 3. Filippo Angeli detto Filippo Napoletano, Merenda sull’erba, 1619, Inv.1890

n.557, olio su tela, cm 99x180; 4. Pieter Van Laer detto Bamboccio, Il riposo dopo la caccia, 1635–1640, Inv.1890

n. 1229, olio su tela, 56,5x43,5; 5. Pieter Van Laer detto Bamboccio, Cacciatori davanti a una casa rustica, 1635-

1640, Inv. 1890 n. 1235, olio su tela, 35x45; 6. Pieter Van Laer detto Bamboccio, Il bagno, 1636 circa, Inv. 1890 n. 1202, olio

su tela, 61,5x49; 7. Cornelis Van Poelenburg (Olanda, Utrecht 1594/95-1667), Il ritrovamento di

Mosè, olio su tela, 1625–1635, Inv.1890 n. 1196, cm 64,4x85,2x6,4; 8. Elsheimer Adam, scuola (Germania, Francoforte 1578 - Roma 1610), Apollo e i

buoi di Admeto, Inv.1890 n. 1080, olio su rame,cm 44,5x38,5; 9. Gaspard Dughet (scuola), Paesaggio con cacciatori, 1670-1690, Inv. S. M. e C. n.

14, olio su tela, cm 173,5x244; 10. Gaspard Dughet, attr. (Italia, Roma 1615 - 1675), Paesaggio con pastori e

pescatori, 1640 circa, Inv. S. M. e C. n. 144, olio su tela, cm 61x77,8x5,5; 11. Gaspard Dughet, attr. (Italia, Roma 1615-1675), Paesaggio con pastori, 1640

circa, Inv. S. M. e C. n. 145, olio su tela, cm 60x77,5; 12. Michelangelo Cerquozzi (Roma 1602-1660), Erminia tra i Pastori, 1640-1646,

Inv. O.A. n 497, olio su tela, 145,5x110,5x8; 13. Fredrerick De Moucheron, Paesaggio con cacciatori, pastori e armenti, 1660-

1670 circa, Inv. 1890 n. 1270, olio su tela, cm 102x119x; 14. Henri Mauperchè (Francia, 1602/10-1686), Paesaggio con pastori, Inv. 1890 n.

5091, olio su tela, cm 75x100x6; 15. Salvator Rosa (Napoli 20 giugno 1615-Roma 15 dicembre 1673), Paesaggio con

figure, 1640-1649, Inv. 1890 n. 1327, olio su tela, cm 54x94; 16. Pandolfo Reschi (Danzica 1640-Firenze 1696), Ritorno dalla caccia, Inv. 1890 n.

5405, olio su tela; 17. Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Concerto campestre, Inv. 1890 n.

1379, olio su rame, cm 34x46; 18. Herman van Swanevelt, Paesaggio con viandanti e cacciatori, Inv. 1890 n. 1310,

olio su tela, cm 50x66,5; 19. Giuseppe Maria Crespi, Due pastori con gregge, Inv. 1890 n. 7603, olio su tela,

cm 60x41;

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20. Adriaen Van de Velde, Pesaggio con animali, Inv. 1890 n. 1273, olio su tela, cm 46x52,5;

21. Francesco da Ponte detto Bassano il Giovane, Ratto d’Europa, Inv. 1890 n. 6219, olio su tela, cm 102x122;

22. Jan Miel, Pastori e animali, Inv. 1890 n. 1236, olio su tavola, cm 33,5x49; 23. Jacopo da Ponte detto Bassano, Mosè e il roveto ardente, Inv. 1890 n. 913, olio

su tela, cm 95x167;

24. Livio Mehus, Scena pastorale, 1660 circa, Inv. 1890 n. 5615, olio su tela, cm 76x77;

25. Claude Galée Lorrain detto Claudio de Lorena (Chamagne, Nancy 1600-Roma 1682), Danza di contadini, Inv. 1890 n. 1168, olio su tela, cm 92,5x118,3x8,3;

3. Mestieri/personaggi (questa selezione di opere sarà ripartita delle sedi espositive denominate rispettivamente „Carceri‟ e „Botteghe‟)

26. Jacopo da Ponte detto Jacopo Bassano, Famiglia di contadini, Inv. 1890 n.

1359, olio su tela, cm 49x42; 27. Livio Mehus, Autunno, 1670-1680, Inv. 1890 n. 4847, olio su tela, cm 76x77; 28. Giovanni Domenico Valentini, Bottega di un alchimista, Inv. 1890 n.5569, olio

su tela, cm 73 x 97; 29. Giovanni Domenico Valentini, Cucina, Inv. 1890 n. 9236, olio su tela, cm 96 x

122; 30. Antonio Maria Vassallo, Cascina, Inv. 1890 n. 1342, olio su tela, cm 52x69,

Depositi, (R: sta bene, ha bisogno di un po‟ di manutenzione, la cornice è ok); 31. Sebastien Bourdon attr., La buona ventura, 1634-1637 circa, Inv. 1890 n.

1206, olio su rame, cm 48x39, Depositi; 32. Michelangelo Cerquozzi, Due vecchie contadine che filano, Inv. OA n. 554, olio

su tela, cm 27,5x27,5; 33. Filippo Angeli detto Filippo Napoletano, Mulino, Inv. 1890, n. 7903, olio su

rame; 4. Marmi antichi

34. Arte romana, Fanciullo con noci, tarda età antonina o prima metà severiniana,

marmo, h cm 90, Inv. 1914 n. 166; 35. Arte romana, Ovis Steatopygia, metà II secolo d.C., basalto nero, 28,9x30, Inv.

1914 n. 368; 36. Arte romana, Rilievo con tempio di Vesta, età traianea o severiniana, marmo,

cm 70,7x71, Inv 1914 n. 336; 37. Arte romana, Bovide che si abbevera, marmo, I sec. d.C., cm 15x15, Inv. 1914

n. 647; 38. Arte romana, Rilievo con scena dionisiaca, marmi, I sec. d.C., cm 37x45, Inv.

1914 n. 314; 39. Arte romana, Viaggiatore, marmo, età adrianea, cm 95x93, Inv. 1914 n. 537; 40. Arte romana, Fronte di coperchio di sarcofago: Scena di caccia, marmo, III sec.

d.C., cm 20x93, Inv. 1914 n. 420.

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Immagini

Firenze

PITTORE FIORENTINO (XVI - XVII sec.)

Festa degli omaggi in Piazza della Signoria, 1600 c., olio su tela; cm 103x128

Galleria degli Uffizi; Inv. GDSU n. 1919P

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Paesaggi

FILIPPO ANGELI DETTO FILIPPO NAPOLETANO,

Merenda sull’erba,

1619, Inv.1890 n.557, olio su tela, cm 99x180

Filippo Angeli detto Filippo Napoletano,

Ballo in campagna, 1618, Inv. 1890 n. 558, olio su tela, cm 99x179

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Pieter Van Laer detto Bamboccio, Il bagno,

1636 circa, Inv. 1890 n. 1202, olio su tela, 61,5x49

Adriaen Van de Velde, Pesaggio con animali,

Inv. 1890 n. 1273, olio su tela, cm 46x52,5

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Elsheimer Adam, scuola (Germania, Francoforte 1578 - Roma 1610), Apollo e i buoi di Admeto,

Inv.1890 n. 1080, olio su rame,cm 44,5x38,5

Salvator Rosa (Napoli 20 giugno 1615-Roma 15 dicembre 1673), Paesaggio con figure,

1640-1649, Inv. 1890 n. 1327, olio su tela, cm 54x94

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Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Concerto campestre,

Inv. 1890 n. 1379, olio su rame, cm 34x46

Francesco da Ponte detto Bassano il Giovane, Ratto d’Europa, Inv. 1890 n. 6219, olio su tela, cm 102x122

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Claude Galée Lorrain detto Claudio de Lorena (Chamagne, Nancy 1600-Roma 1682),

Danza di contadini,

Inv. 1890 n. 1168, olio su tela, cm 92,5x118,3x8,3

Gaspard Dughet, attr. (Italia, Roma 1615-1675), Paesaggio con pastori, 1640 circa, Inv. S. M. e C. n. 145, olio su tela, cm 60x77,5

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Mestieri/Personaggi

Livio Mehus, Autunno,

1670-1680, Inv. 1890 n. 4847, olio su tela, cm 76x77

Giovanni Domenico Valentini, Cucina,

Inv. 1890 n. 9236, olio su tela, cm 96 x 122

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Arte romana

Arte romana, Fanciullo con noci,

tarda età antonina o prima metà severiniana, marmo, h cm 90, Inv. 1914 n. 166

Arte romana, Bovide che si abbevera,

marmo, I sec. d.C., cm 15x15, Inv. 1914 n. 647

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Arte romana, Rilievo con scena dionisiaca,

marmi, I sec. d.C., cm 37x45, Inv. 1914 n. 314

Arte romana, Viaggiatore,

marmo, età adrianea, cm 95x93, Inv. 1914 n. 537