Futur Roma Quad 13

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Transcript of Futur Roma Quad 13

  • Angelus Novus Edizioni

    RIVISTA QUADRIMESTRALEDI STUDI COMPARATI E RICERCHE SULLE AVANGUARDIE

    Diretta daGabriel-Aldo Bertozzi

    uaderni di Brnice13

  • Brnice aderisce al CRIC

    Finito di stampare nel mese di dicembre 2010presso Editoriale Eco srl - S . Gabriele (TE)

    Tel. 0861.975924 - E-mail: [email protected]

    Copyright 2010 Angelus Novus Edizioni - LAquila

    Immagine di copertina:Giacomo Balla, Compenetrazioni iridescenti radiali [Vibrazioni prismatiche], 1913-1914,tempera su car tone, cm. 41,8x54,3, [GAM, G alleria Civica d Arte Moderna eContemporanea, Torino].

  • Luci e ombre del FuturismoAtti del Convegno internazionale

    LUSPIOLibera Universit degli Studi per lInnovazione e le Organizzazioni

    Roma 27-28 ottobre 2009

    A cura diAntonio Gasbarrini - Novella Novelli

  • Enti sostenitori

    Patrocinio morale

    SUSLLFSOCIET UNIVERSITARIA

    PER GLI STUDI DI LINGUAE LETTERATURA FRANCESE

    AMOPAASSOCIATION DES MEMBRES

    DE LORDRE DES PALMESACADMIQUES - PARIS

    DELEGAZIONE GENERALEDEL QUBEC DI ROMA

    Il Convegno e il presente volume sono stati realizzati con il contributodellIstituto di Studi Politici San Pio V e del Comune di Roma

    (Assessorato alle Politiche Culturali e Organizzazione)

  • INDICE

    Antonio Gasbarrini - Novella Novelli Luci e ombre del Futurismo.Presentazione . . . . . . . . . . . . .

    Gino Agnese Lavventura di Boccioni. Frammenti ineditiSimonetta Bartolini Il Futurismo e Lacerba . . . . . . . . . . . . . . Simona Cigliana L ottimismo artificiale di F. T. Marinetti

    come chiave del mito dellinfinito divenire . . Leonardo Alaeddin Clerici Lampada di moschea & dimensione gnostica

    di F. T. Marinetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Matteo DAmbrosio Svegliatevi, studenti d Italia! Il Futurismo

    e la giovent . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Antonio Del Guercio Metafisica vs. Futurismo . . . . . . . . . . . . . . Domenico Del Nero Intonare il rumore: note sulla musica futuristaTullio De Mauro Parole futuriste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Matilde de Pasquale August Stramm tra Espressionismo e FuturismoGiovanni Dotoli La rivoluzione del Futurismo . . . . . . . . . . . Hctor Febles Dal futurismo alle avanguardie poetiche

    ispano-americane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Franco Ferrarotti Le avanguardie nel contesto sociale: il caso del

    Futurismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giovanni Fontana Testo, gesto, voce. La performance futuristaAntonio Gasbarrini Filippo Tommaso Marinetti: fondatore dello

    Squadrismo (1919) & epico cantore delQuarto dora di poesia della X Mas (1944)

    Giordano Bruno Guerri Vita di Filippo Tommaso Marinetti . . . . . . Giovanni Lista Il Futurismo in quanto Futurismo . . . . . . . .Novella Novelli Il rayonnement del Futurismo nella

    stampa francese (1909-1914) . . . . . . . . . .. Germana Orlandi Cerenza Il Nunisme di Pierre Albert-Birot

    e il Futurismo italiano . . . . . . . . . . . . . . . . Giuseppe Parlato Velocit e ruralismo. Due miti dellItalia fascistaAntonio Picariello Futurismo + magia + colonialismo francofonoIon Pop LAvanguardia romena e il Futurismo . . . . . Franois Proa Omaggio a Mario Verdone . . . . . . . . . . . .Luciano Romoli Futurismo 1909-2009. Cento anni-luce

    Videometafore e riflessioni da Balla a Vitafuturista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Marcello Veneziani Un grande futuro alle spalle . . . . . . . . . . . .

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    RINGRAZIAMENTI

    Un ringraziamento va allAteneo, nelle persone del MagnificoRettore, Prof. Giuseppe Acocella e del Presidente del Consiglio diAmministrazione Prof. Antonio Nicola Augenti, per il supportomorale e scientifico. Al Presidente dellIstituto di Studi PoliticiSan Pio V di Roma e allAssessore alle Politiche culturali eComunicazione del Comune di Roma, Dott. Umberto Croppi, chehanno permesso la realizzazione del Convegno e lapubblicazione dei presenti Atti. Alla Facolt di Interpretariato eTraduzione della LUSPIO, al Preside Prof. Francisco Matte Bon e atutti coloro che hanno partecipato attivamente. Un grato e sentitoringraziamento va ai colleghi del Comitato Scientifico (SimonettaBartolini, Matilde de Pasquale, Antonio Gasbarrini, Antonio Iodice,Novella Novelli, Giuseppe Parlato) e al Comitato Organizzatore(Dott. Marco Scollo Lavizzari e Dott. Mario Selvaggio).

    Ai numerosi e prestigiosi organismi per il patrocinio morale:Regione Lazio, UNESCO, Ambasciata di Francia (Consigliere cul-turale Bruno Aubert), Societ Universitaria per gli Studi di Linguae letteratura Francese (Presidente Prof. Sergio Cappello), Associationdes Membres de lOrdre des Palmes Acadmiques Paris, allaDelegazione del Qubec di Roma (Dott.ssa Daniela AmaliaRenosto). Un particolare ringraziamento inoltre allIstituto diSkriptura (Bruxelles, Istambul) presieduto da Leonardo AlaeddinClerici, nipote di F. T. Marinetti, per la sua partecipazione e per ladocumentazione sul Futurismo di cui ha fatto dono alla nostraBiblioteca. A tutti i relatori per il loro alto contributo scientifico.

    Un sentimento grato va alla Prof. Matilde de Pasquale per la suaassidua collaborazione e generosa disponibilit.

    Grazie, infine, agli studenti e a tutti i partecipanti la cuipresenza massiccia alle dense giornate futuriste, stata indicativadellinteresse e dei persistenti stimoli ancor oggi provenienti dalprimissimo Movimento davanguardia, seppur Centenario...

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    LUCI E OMBRE DEL FUTURISMOPresentazione

    di ANTONIO GASBARRINI - NOVELLA NOVELLI

    Antiaccademico, e per certi versi irriverente se non debordante, ilConvegno Luci e ombre del Futurismo tenuto nellottobre delloscorso anno in occasione del Centenario, pur se ha sciolto qual-che nodo, pi duno ne ha intrecciati. Le luci, alla fin fine, nelle24 relazioni hanno soprav anzato di gran lunga le ombr e. Nonsolo di carattere ideologico, ma anche estetico . I contorni dellaseparazione cromatico-allegorica, per, non sono stati mai netti.Anche le penombre, in buona sostanza, hanno ricevuto il crismadi una loro dignit teoretica.

    Da queste ultime bisogner par tire per approfondire, nellim-mediato, ricerche pi sistematiche di quelle pr oposte, spessopenalizzate dal risicato spazio tipografico utilizzato dallautore. Lamedia pi corposa dei v ari testi di 15-20 pagine. S i oscilla poida un minimo di 5-6 ad un massimo di circa 70, con valori inter-medi attestati sulla trentina. Non stata certo la lunghezza delloscritto a garantire una maggiore o minore qualit del contributo.Allapparente disomogeneit compositiva, corrisposta, fortuna-tamente, unalta, a tratti altissima tensione investigativa.

    Gino Agnese e G iordano Bruno Guerri hanno tratteggiato,con rara efficacia sintetica, alcuni aspetti poco conosciuti dellebiografie dei due principali pr otagonisti della prima ed ultimaora: Boccioni e Marinetti. Il primo basandosi su documenti ine-diti che hanno rivelato con il medium fabulatorio di una sto-ria damore maturata a Parigi con Augusta Popoff, il successivoviaggio in R ussia e la nascita del figlio P ietro (1906-1907) risvolti significativi della sua pi importante esperienza formati-va. Il secondo, con la spumeggiante pr osa che lo contraddistin-gue, mettendo in rilievo i cruciali passi-cesura della movimenta-ta biografia marinettiana, conclusasi esistenzialmente, ma anchesimbolicamente, con l epitaffio della lapide di una dimessa

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    tomba al cimiter o di M ilano: Filippo Tommaso Marinetti.Poeta.

    Antonio Picariello, sempre a liv ello biografico, ne sottolineaopportunamente limprinting Nord Africano assimilato nella cittnatale di Alessandria d Egitto, imprinting che diverr attrattorefatale di quella primordiale, ma non arcaica, energia magica, ludi-ca ed esoterica che caratterizz er il tratto pi significativ o delFuturismo eroico.

    Chi meglio di uno dei pi pr ofondi conoscitori e studiosi delfondatore del F uturismo, il nipote Leonar do Alaeddin Clerici,poteva trattare in modo cos inusuale la misconosciuta iper di-mensione gnostica del padre dellAvanguardia? La funambolica, atratti ermetica scrittura irrispettosa dei consolidati canoni lingui-stici, ha creato pi dun grattacapo ai curatori

    Giovanni Lista, da par suo, ha sviscerato in 15 punti i paradig-mi principali della poetica futurista: par tendo dal suo determi-nante ruolo storico svolto nellalveo della modernit ed appr o-dando alla poco studiata prassi estetica del M anifesto comearte. Una vera e propria lezione di stile, pu ben dirsi, e nongi semplici esercizi alla Queneau.

    Di vera e pr opria rivoluzione del F uturismo dalla par olaallarte totale scriv e Giovanni Dotoli, mentre a M arcelloVeneziani sta molto a cuore chiamare in ballo il mito prometeicodel fuoco avanguardistico divorante la giovent bruciante delprimo Novecento. Due voci sintonizzate sull onda lunga dellapersistente fortuna di uno dei pi agguerriti o meglio, guerrafon-dai (absit iniura verbis) Movimenti delle av anguardie storichelegittimate.

    La conosciuta lucidit di Franco Ferrarotti gli consente di spa-ziare in lungo e in largo nella spinosa tematica delle av anguardie(anche contemporanee) filmate nel lor o contesto sociale.Rilevando, per il Futurismo, la gravissima falla di un antipassati-smo di maniera, data la palese incapacit di capir e che la conte-stata tradizione si risolv e in un paradosso: solo la tradizione(e non gi il tradizionalismo) contiene in nuce i fecondanti semidellazzerante antagonismo iconoclasta.

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    Il bisturi linguistico di Tullio De Mauro viviseziona, con unagaloppata filologica densa di sorpr ese, alcune parole-chiave dellalingua usuale affermatasi nellItalia in corso di industrializzazio-ne ai primi del Novecento. Neologismi coniati in buona parte daifuturisti, su cui per v a a primeggiare, secondo linsigne studio-so, linventivit linguistica di un genio parafuturista come GianPiero Lucini.

    Circa le pi pr egnanti ricadute estetiche del F uturismo nel-lambito letterario, visivo (pittura, scultura, cinema), musicale, itesti di Simona Cigliana, Antonio D el Guercio, Domenico DelNero, Luciano Romoli e Franois Proa, hanno scavato a fondo con unottica ermeneutica aggiornata le consolidate acquisizio-ni storiografiche illuminate spesso da accecanti lampeggiamenti.

    Simona Cigliana attira l attenzione sul pr ogetto di r omanzoLottimismo artificiale di Marinetti, utilizzando al meglio gli 87fogli del manoscritto conser vato alla Yale University Library, asuo tempo espunti dai Taccuini 1915-1921 pubblicati una venti-na di anni fa. D allanalisi delle pagine inedite emerge la visionemitico-metafisica marinettiana di un infinito div enire alimen-tato dalla trascinante forza creatrice della parola.

    Antonio Del Guercio stronca, senza mezzi termini, il devian-te trionfalismo ideologico del F uturismo rilanciato con ilCentenario (ridotto ad una messa cantata di destra ) mettendoin riga Cubismo, Futurismo e Metafisica con la giustapposizionedi alcuni quadri esemplari. E bbene. La par tita mortale traFuturismo e M etafisica (in termini di str utture innovative dellinguaggio) ancora giocabile all interno della dimensione tragicadellintero Novecento, a tutto vantaggio della seconda ed a tota-le scapito di una laterale presenza dellavanguardia futurista.

    Quanto alla musica, Domenico Del Nero riesce con una rigo-rosa esegesi a intonarne il rumore di fondo, nobilitato, tra lal-tro, dalle sei originali famiglie rumoristiche di L uigi Russolo(rombi, fischi, bisbigli, stridori, per cussioni, voci di animali euomini), feconde genitrici della Musique Concrte ed elettronica.

    Per quanto concerne la cinematografia, due ar tisti addetti ailavori (lo scienziato L uciano Romoli e l inista Franois Proa),

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    rivisitano la limitatissima produzione filmica dei futuristi con lalente dingrandimento dellarte digitale (R omoli) e di unOmaggio dedicato ad uno dei pi insigni studiosi del Movimento,il compianto Mario Verdone. Il testo di Luciano Romoli parteintegrante del video pr oiettato durante il Conv egno, realizzatocon un sofisticato software informatico di sua invenzione (leido-algoritmo, ovvero lalgoritmo creato con immagini iterate) che hamesso a nudo lo scar to esistente tra i trucchetti dinamizzatoridi allora e le traspar enti vertigini spaziotemporali accessibiliallossimorica realt virtuale.

    Franois Proa con pochissimi flash biografici dedicati al suoMaestro Mario Verdone, ricompone l affascinante itinerarioumano (con un Marinetti visto da vicino, lamicizia con i fra-telli Bragaglia e con Arnaldo G inna) e professionale (segretarioredazionale della storicizzata rivista Bianco e Nero edita dalCentro Sperimentale di Fotografia). Questo, laffascinante retro-terra esistenziale di uno dei pi acuti studiosi italiani delFuturismo, da lui sempre interpretato come un continuo gioco dispecchi tra le varie discipline artistiche.

    Coinvolgente, inoltre, la performance del poliartista GianniFontana tenuta dopo la nutrita relazione sulla parola-suono futu-rista definitivamente liberata dalla camicia di forza delle costrizio-ni metriche: par ola-suono tratta dagli spar titi verbovisivi dellaPiedigrotta di Francesco Cangiullo, riattualizzata in tutta la suapirotecnica valenza sinestetica.

    Non potevano mancare, in un Conv egno trasversale qual stato Luci e ombre del Futurismo, gli interventi dedicati al r uolocentrale svolto dalle riviste per la sua divulgazione in I talia e nel-lintera Europa.

    Simonetta Bartolini e Germana Orlandi Cerenza risfogliano,rispettivamente, le pagine pi significativ e della fior entinaLacerba fondata nel gennaio del 1913 dai vociani Papini e Soffici(sopravviver fino al n. 22 del maggio 1915), e della parigina SICdellartista-scrittore Pierre Albert-Birot (uscita dal 1 gennaio1916 fino al 31 dicembre 1919). Autentici avamposti della scar-dinatrice estetica futurista vieppi alimentata dalla palingenetica

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    parola guerra, Lacerba e Sic continuano ad essere ancor oggi unpunto di riferimento obbligato per chiunque v oglia approfondi-re i passaggi salienti delle acquisizioni av anguardiste delMovimento italiano e delle sue ricadute negli altri P aesi europei.A cominciare dalla Francia (il binomio Gino Severini-Sic costitui-r infatti lasse portante del Nunismo di Albert-Birot).

    Lo spoglio di decine e decine di testate (giornali e riviste, dal1909 al 1914) inter essate al Futurismo in terra di F rancia, con-sente a Novella Novella di ricomporre lunitariet di uno slabbra-to mosaico. Le cui singole tesser e, sino ad oggi frantumate edisperse in mille riv oli, sono state riposizionate in una lor o piconsona prospettiva storica (in par ticolare la centralit dialetticadella non sopita querelle intercorsa circa la primogenitura avan-guardista tra Cubismo e Futurismo).

    Lesportazione del Futurismo in Germania e Romania ulte-riormente trattata negli scritti di M atilde de Pasquale e Ion Pop.La studiosa italiana r ende conto dell avventura futurista nellaBerlino degli anni D ieci dominata dalla figura catalizzatrice diHerwarth Walden che tra il 1912 e il 1916 pubblicher una quin-dicina di Manifesti nella rivista Der Sturm. Secondo la fine germa-nista, la centralit del Manifesto tecnico della letteratura futuristaemerger in tutta la sua dir ompenza rivoluzionaria nelle moder-nizzate (ma sostanzialmente prussiane) liriche di August Stramm.

    Dal suo canto I on Pop fa attecchir e in R omania, un po ascoppio ritardato negli anni Venti, lazzerante iconoclastia futuri-sta prebellica, essenzialmente con la mediazione del gr uppoContimporanul e della rivista costruttivista Integral sulle cui pagi-ne saranno tradotti i principali manifesti futuristi dimpronta let-teraria. A suo parere per molti testi romeni ascrivibili alla moder-nit avanguardista, la percentuale chimica del Futurismo nonsar insignificante.

    Molto alla larga l approccio alla tematica del Conv egno diHctor Febles, il quale, dalle tracce sbiadite del F uturismo nel-lavanguardia doltreoceano (rivisitata nelle oper e poetiche delcubano Jos Lezama Lima e del messicano J os Gorostiza), faattingere lincipiente spinta del rinno vamento letterario negli

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    anni Trenta del Novecento, dal seicentesco classicismo barocco diGngora e Sor Juana Ins de la Cruz.

    Tra le luci, ombr e e penombre sinora esaminate, non potev amancare la chiamata in causa della vexata quaestio Futurismo /Fascismo. Intricata problematica che sembrav a definitivamentearchiviata e che inv ece, proprio nelle due giornate di studio, hainaspettatamente riaperto uno dei capitoli pi contr oversi dellastoriografia riguardante il primo mo vimento dellAvanguardiaeuropea. Tre, le par ticolari angolazioni di G iuseppe Parlato,Matteo DAmbrosio e Antonio Gasbarrini.

    Partendo dallassioma il futurismo non stato un ideologiaParlato conduce unoriginale analisi sul tradimento fascista delmito futurista della velocit, che se trov un suo coerente sbocconelle attivit spor tive e agonistiche, s impantan sul v ersanteduna urbanistica schiacciata dal contromito fascista dellaruralit (tradizione). M olto efficace l acuto dellautore sullamacchina-bicicletta, mussoliniano medium che era riuscito amettere daccordo le due correnti di pensiero.

    Un vorace topo darchivio come Matteo DAmbrosio, ripro-pone integralmente una quindicina di manifesti attinenti il privi-legiato rapporto instaurato dai futuristi con la gio vent (studen-tesca, in particolare, dagli inizi degli anni Venti sino ad uno degliultimi proclami marinettiani datato 1942 ed indirizzato Ai gio-vani universitari). La salubr e passeggiata cognitiv a tra paginemeno note e studiate della fondazione dei F asci futuristi in variecitt italiane o dell Appello di Marinetti ai militari d Etiopia(1937), chiarisce una volta per tutte come la GUERRA sia resta-ta lunica maestra autentica insieme moralizzatrice ispiratrice etecnica dal punto di vista letterario e ar tistico.

    Antonio Gasbarrini, infine, estremizza la responsabilit storicadel Marinetti fondatore dello squadrismo ed epico cantore dellaX Mas ricentrando alcuni momenti topici della sua ricchissima,ma troppo spesso obliterata o manipolata biografia fascista.

    Con uninquietante domanda finale: cosa ne sar ebbe stato, nelpieno di una lacerante guerra civile, dellarciconvinto sansepolcrista-repubblichino se non fosse sopraggiunta una salvifica mortenaturale?

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    LAVVENTURA DI BOCCIONIFRAMMENTI INEDITI

    di GINO AGNESE

    Nuovi documenti, in gran parte pubblicati nel mio recente libroBoccioni da vicino, (Liguori Editore, Napoli, 2008) aggiungonoaltra luce a due aspetti e momenti della vicenda umana diUmberto Boccioni: aspetti e momenti che av evo cominciato asvelare in Vita di Boccioni (Camunia, Milano, 1990) e nel saggioLa figura di A ugusta, le letter e a Busoni (in Sul Dinamismo,catalogo dellomonima mostra, Roma, 2008).

    Mi riferisco alla relazione damore che un Boccioni ventiquat-trenne allaltrettanto giovane signora r ussa Augusta PopoffBerdnikoff e al sentimento patriottico dell artista, che fece di luiun ardente soldato, fino agli ultimi istanti di vita. Dalla relazionedamore con A ugusta Popoff moglie di un funzionario delGoverno zarista, Valre Vladimiroff Berdnikoff, detto ancheSergej nacque in R ussia nel 1907 un bambino, P ietro, poidivenuto francese dadozione, la cui foto fu trovata nel portafoglidellartista, come attesta una lettera autografa di Amelia Boccioniche ho potuto pubblicare in Boccioni da vicino assieme ad imma-gini di quel bimbo in diverse stagioni della sua esistenza, conclu-sasi nel 1995 vicino P arigi. Ultimamente la figliuola di P ietroBerdnikoff ha messo a mia disposizione autografi e fotografie digrande interesse. E cos quella r elazione, della quale nulla sisapeva prima che io la rivelassi in Vita di Boccioni, appare adessocome levento di gran lunga pi importante avvenuto nella vita diBoccioni: nel suo privato, certamente, ma con riflessi nellarte.

    Fu a seguito di quella r elazione, infatti, che Boccioni visseunesperienza straordinaria e formativa: il viaggio suo pi lungo,il soggiorno in Russia tra il calare dellestate e gli iniziali freddi del

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    1906. In tutta la restante vita dellartista dieci anni si trovanotracce della esperienza r ussa. E la pi sorpr endente quella cheho documentato, anzitutto per giustapposizione, ancora inBoccioni da vicino: la deriv azione (quasi un calco) del dipintoTre donne dalla Trinit, la celebre icona di Rublev.

    Quanto al sentimento patriottico di Boccioni, le mie ricer cherecenti hanno definitivamente annullato la fantasiosa storia chelartista in ultimo si fosse pentito d essere tornato soldato e aves-se rivisto, e rifiutato, le convinzioni che alla vigilia della grandeguerra fecero di lui un esponente dell interventismo. Non visono pi dubbi, ormai, che quella fantasiosa storia fu originata daun fraudolento collage di lettere di Boccioni compiuto dal mae-stro Busoni, linsigne musicista, un grande amico dellartista, maaltres un uomo sconvolto fin dentro le pi riposte fibre dal fattoche le sue due patrie la nativ a Italia e ladottiva Germania sidilaniassero nellimmane conflitto, che perci avversava.

    A ulteriore testimonianza del sentimento di Boccioni, c ades-so un documento che fatalmente datato al giorno stesso dellatragica caduta da cavallo: il 17 agosto 1916, quando av eva tren-taquattro anni. una lettera autografa di Raffaele Cadorna, gio-vane ufficiale, figlio del comandante in capo delle for ze combat-tenti italiane, Luigi Cadorna. E in questa lettera tr ova confermaancora una volta il contrario della favola dun Boccioni converti-tosi in ultimo alle file di quanti fur ono contrari alla guerra e allaliberazione delle terre irredente. Infatti si legge, nella missiv a,che Boccioni si raccomand per esser e strappato alle r etrovie edessere inviato senza indugi alla linea di combattimento .

    Era in realt la vita della retrovia in cui si trovava e cio lac-quartieramento del 38 R eggimento dArtiglieria da Campagna,alle periferie di Verona quella vita da cui voleva uscire, comescrisse al maestr o Busoni; e nient affatto la vita del soldatocombattente, che invece desiderava. E ben si pu capire che, doposettimane e settimane di pesanti addestramenti e di fatiche umi-lianti, seguenti alla sua scelta di rifiutar e il posto di scriv ano infureria, che subito gli era stato offer to dallufficiale comandante,

    Lavventura di Boccioni. Frammenti inediti

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    egli volesse battersi in prima linea e sfuggir e al lavoro di puliziadella stalla e dei cav alli (era un Reggimento che si valeva di can-noni da 75, ippotrainati), alle marce daddestramento, allo smon-taggio e rimontaggio dei pezzi: tutte incombenze che toccavanoa commilitoni pi giovani di lui di almeno dieci anni, in pr eva-lenza robusti ragazzotti reclutati nei distr etti di campagna, delNord o del Sud. (La gran parte di quei militari sperava di rimane-te l, al Chiev o, vicino Verona, e di non esser e destinataal fronte: tanto che per la scelta dei ser venti delle bombar de,unarma della prima linea, v enivano effettuati dei sor teggi: e adessi Boccioni invano, sua sponte, si offr di partecipare).

    Tornando al viaggio in Russia del 1906, le mie recenti ricerche alcune di esse successiv e alla pubblicazione di Boccioni davicino ne confermano l importanza formativa, che era sfuggitaa tanti decenni di attenzione e di studi dedicati all artista. Laderivazione delle Tre donne dalla celebr e tavola di R ublev,di cui ho detto, oggi la testimonianza pi evidente di quanto fuproficuo quel tempo trascorso a Tzaritzin, lodierna Volgograd(la Stalingrado duna volta), a Mosca e a S an Pietroburgo. Fu ilsuo pi lungo viaggio, lo segn per tutta la vita e tra l altro gli fece per cepire, per la fr equentazione chebbe di ambientigiovanili russi, che nell arco di un decennio l arte sarebbecompletamente cambiata. (D ella quale cosa egli scrisse nelgiornale padovano La Liber t il 9 maggio 1907: un ar ticolorecentemente scoperto da Virginia Baradel).

    Se a Parigi, nellestate del 1906, non avesse incontrato AugustaPopoff, e se non si fosse legato a lei sino a seguirla in R ussia,Boccioni non avrebbe mai pensato di viaggiare nellimpero delloZar1. Giunto a Parigi da Roma, versava in condizioni di povert.In una lettera alla signora O razia Prini (moglie dello scultor eGiovanni, che gli av eva dato amicizia e sostegno a R oma)Boccioni scrive di ser virsi delle Car te postale, e non dellelettere, perch i pochi centesimi di differ enza della spesa diaffrancatura per lui sono impor tanti. E quando dev e raccogliereil denaro per il viaggio invia messaggi disperati (le lettere ai Prini

    Gino Agnese

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    sono ora nella Biblioteca della Quadriennale di Roma, sebbene infotocopia)2.

    La povert di Boccioni v entiquattrenne a Parigi veramentepenosa. E se un sogno poteva illuminarla, quel sogno era di potersoggiornare non gi in R ussia ma per un po a Monaco, la cittdella Secession, la meta pi ambita. (Cos la indica in una lettera,ancora spedita ai Prini, mentre, nel 1907, a Venezia e preparaun altro viaggio in Russia, un viaggio che andr in fumo: quellopropostogli da una bizzarra signora, M aria SemenovnaKastromina, la quale, comunque, gli far conoscer e la capitalebavarese).

    Gi che dicevo delle lettere indirizzate ai Prini: esse conferma-no la volont di ferro di Boccioni, la volont di migliorarsi e farsivalere, e svelano in dettaglio la formidabile progressione della suapreparazione. Il Boccioni della primavera 1906 un giovane chescrive lettere dimesse, di nessun conto, ognuna specchio di unadebolezza e di una trascuratezza espressive, persino grossolane, damatita rosso-blu. Ma il Boccioni del 12, e ancor pi quello del13, che espone i suoi quadri nella galleria B ernheim Jeune e poile sue scultur e nella galleria La Botie, ben altra persona. cambiata abbastanza la sua grafia e i contenuti delle letter e,ancorch amicali e confidenziali, sono di appr ezzabile spessore;come anche la padronanza della forma, che s fatta sciolta e sicu-ra. Non firma pi U mberto Boccioni ma soltanto Boccioni,esprimendo nelle righe una sicur ezza evidente. D a zoppicantecorrispondente che era nel 1906, div enta nel 1914 l autore diPittura e Scultura Futuriste, un libro che piacer persino a quel-lesigente lettore che fu Prezzolini, un libro che rester.

    Rimane per aperto, di controversa interpretazione, il rappor-to che Boccioni ebbe con le donne. And via da Roma, nel 1906,perch si r ese conto che sar ebbe finito nel gir o infame dellapittura commerciale; ma il suo stabilirsi a P arigi fu anche unafuga, un allontanarsi da una S ignora (come la chiama in unadelle lettere ai Prini), che non v olle pi incontrare. Un amore?O soltanto una delle sue passioni? Ai P rini, a Orazia, (e nessuno

    Lavventura di Boccioni. Frammenti inediti

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    sa se pour cause) dice che le donne bisogna pr enderle inblocco, pi che una per volta. Scrive una volta da Milano e rac-conta duna sera chera stato invitato a cena in casa duna ragazzache ne ha invitato altr e due, e che poi tutt e quattro andranno ateatro. Come sappiamo, Sibilla Aleramo fece amara esperienza dilui, dun uomo che si negava al sentimento (non che non l aves-se, ma ad esso si negava, secondo la scrittrice) e si negava in forzadun motivo misterioso, oscuro. Una malattia? Laffetto pi cheintenso che lo legav a alla madr e e alla sor ella? Lo scr upolo dicoscienza di av er dato un figlio, non riconosciuto, ad A ugustaPopoff Berdnikoff? Non si sa. E non si pu facilmente escluder eche quel negarsi al sentimento fosse una mascheratura.

    Resta linterrogativo, che spr ona ancora alla ricer ca. Maperch, poi, non credere al motivo pi esplicito che da sempre haaccompagnato quel suo v oler essere non soltanto un clibataire,bens anche un uomo sciolto da ogni obbligo o anche da ogniimpegno di stare in coppia? Come sappiamo, quello era ancheun impegno di gruppo. Tanto che il primo che lo contravv enne,Severini, andato sposo alla gio vanissima Jeanne Fort, si ebbeil rimprovero sferzante di M arinetti e soprattutto di Boccioni.(A dire il vero, nelle caustiche deplorazioni di quelle nozze entra-rono anche ragioni di salute, per ch lo sposo era debole di pettoe la sposa molto gio vane). Limpegno di gruppo degli esponentifuturisti (disatteso dallo stesso Marinetti, superati i quarantanni)era di consegnarsi allarte, e solo allarte. In un biglietto a unama-ta, che ho pubblicato in aper tura del mio Boccioni da vicino,lartista scrive: Ciao cara, sii buona e pensa alla tua paceavvenire e agisci in modo di conservare la nostra libert. (Dove evidente la pr eoccupazione che un amor e non conduca a unlegame, a ununione che resti tale nel tempo).

    E si consegn cos tanto all arte, Boccioni, che tolta la passio-ne nazionale, non si v olse ad altri orizz onti. Giovani socialistierano stati tra i suoi migliori amici negli anni r omani. Anchea Milano, dal 1907, av eva guardato ad ambienti socialisti,conoscendo Alessandrina Ravizza, la santa laica , eseguendo la

    Gino Agnese

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    puntasecca Gli scaricatori di carbone, dipingendo in una saladellUmanitaria il quadro suo pi grande, che v orr chiamare Illavoro e che intitoler poi La citt sale. Ma lorizzonte sociale nonlo attrae pi di tanto se vero come vero che passa attraver-so le manifestazioni romane di solidariet per la repressione zari-sta del 1905, poi attrav erso i moti parigini div ampati attorno alpresidente Loubet, poi attrav erso manifestazioni e sparatorie aVarsavia nel 1906, poi attraverso i fermenti che pur si coglievanoa Tzaritzin, poi attraverso altri eventi che infiammano od offusca-no lorizzonte sociale: e senza lasciar e la traccia d un giudizio,duna reazione, dun suo prendere parte, sia pure sotto la speciedun appunto.

    Ci che fuori la sfera dell arte (ma sarebbe pi esatto dir edella sua arte) e comunque ci che non entra nel dominio del-lestetica, non lo coinvolge. Lestetica, sia come terreno di arditaspeculazione filosofica e sia come attenzione alle pi corr entiespressioni di plausibilit formale. Boccioni autor e dellunicotitolo filosofico che sia mai stato assegnato a un opera darte(almeno a unopera darte contemporanea): e quel titolo Formeuniche della continuit nello spazio; ed poi, nel quotidiano,linstancabile osservatore, e critico, delle pi comuni espr essionie mode.

    Nel Taccuino di Venezia, 1907, 30 mar zo, si legge: H oveduto ieri una gio vane attrice tanto elegante da farmi cr edereche se potessi studiare su quella donna potrei forse trovare quelloche cerco. Quella o anche unaltra purch abbia in s tutta quel-la musicalit di movimenti che io trovo nelle donne eleganti delXX secolo. Mi sento attratto molto verso le forme di vita elegan-te. Tutto per me elegante quando tr ovo quellarmonia di lineache mi fa sognare come con le note musicali. I eri ho veduto unvinaio in una posa che mi rammentava il Perseo e non aveva nullada invidiare ad una statua greca. Sembrerebbe uneresia estetica aun pauroso del presente, ma affermo assolutamente che le pieghedei calzoni, della giacca, del gilet valevano in musica unanatomiagreca.

    Lavventura di Boccioni. Frammenti inediti

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    Elegante viene dal latino eligere, che sta per sceglier e: ed curioso notare come Boccioni, riv oluzionario elegante (bastavedere le sue foto) scegliesse le donne a cui destinav a considera-zione, simpatia o passione, guardando alla loro eleganza. Non gidunque guardando alla bellezza intesa come mera, immobileperfezione di linee e di forme, bens guar dando allarmoniadellinsieme: perci allincedere, al porgere, al tr ucco, agli abitio, meglio, all armonia viva di tutto ci. M orir nelluniformedi soldato, cadendo da cav allo. Lui che in una delle letter e aOrazia Prini scrisse: Voglio morire in frack.

    1 La Russia godeva allepoca di un fascino straordinario negli ambienti cultu-rali e ar tistici, specialmente nella capitale francese, per effetto della sua grandenarrativa e ultimamente per le reazioni suscitate dalla rivoluzione del 1905. SanPietroburgo e Mosca, ma in generale il paese degli Z ar, erano mete ambite maremote, difficili. Peraltro Parigi si affollava di rivoluzionari o di nobili r ussi, diartisti e studenti, di scrittori e belle signor e giunti dalla R ussia. Boccioni ebbelamore della gio vane Madame Berdnikoff, DAnnunzio ad Ar chachon avrquello della ballerina Natalia de Goloubeff e Apollinaire dar nome e titolo russial pitttore Serge Frat: Sergej Nicolaievitc Yastrebzov.

    2 Le lettere a Giovanni e Orazia Prini sono tra le carte Trombadori acquisi-te per donazione recentemente dalla Quadriennale.

    Gino Agnese

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    IL FUTURISMO E LACERBA

    di SIMONETTA BARTOLINI

    Il lettore, che nel gennaio 1913, si tr ov fra le mani il primonumero di una nuova rivista chiamata Lacerba, do vette capirefin dal titolo che non si trattav a semplicemente di un periodicodi cultura solo innovativo, ma addirittura rivoluzionario.

    La caduta dellapostrofo fra larticolo e laggettivo sostantivatonel titolo ripreso da unopera del XII secolo di Cecco DAscoli,che in latino avr ebbe recitato Acerba etas mentre in volgare eradiventata LAcerba dichiarava immediatamente lo spirito anti-conformista che animav a i fondatori del quindicinale, o vveroPapini e Soffici1; soprattutto dichiarava la loro volont di dar vitaad un giornale nel quale la creazione artistica solcasse spazi incon-sueti (creazione linguistica diviene quel titolo privo di apostrofo:Lacerba) se non addirittura contrastanti, per alcuni v ersi, rispet-to a quelli occupati dalla Voce prezzoliniana dalla quale peral-tro entrambi provenivano.

    E infatti alla vigilia dell uscita del primo numero della rivistaPapini scriveva a Soffici:

    Avrei trovato un tipografo che stamper ebbe due volte al mese unarivista di 8 pagine a 2 colonne a spese sue (farebbe anche la spesa deiclichs). Ma io vorrei farne una rivista pi teorica che ar tistica (pernon urtare Prezz. che proprio ora ha trasformato la Voce e lapre libe-ramente a noi) e per ci non so se la cosa ti pu piacer e. Servirebbe,insomma, per tutta quella par te nostra filosofica (razzi, paradossi,immoralismo, libert ecc.), e conterrebbe anche letteratura ma vistacome idea. Molta roba tua potrebbe entrarci benissimo.2

    La storia dei vari tentativi fatti da Papini e Soffici per fondareun proprio giornale alternativ o e complementare alla Voce,nella quale fino dallinizio entrambi si erano trovati a disagio per

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    Il Futurismo e Lacerba

    il carattere eccessivamente teorico e scarsamente aper to allacreativit artistica della creatura prezzoliniana lunga unlustro3, al termine del quale i due amici e sodali appr odano aduna rivista che non sia pi, come auspicato e desiderato inprecedenza, un luogo dove esprimere e mettere in pratica la loroidea di arte, ma sia piuttosto indirizzata a dare vita ad un sistemaestetico (soprattutto per Papini, il pi teorico dei due) alternati-vo a quello della V oce, che si esprima in senso, come dicePapini, anticrociano, ma anche immoralista (intento sul qualeSoffici concorda pienamente); che abbia una for za innovativa erivoluzionaria, in una parola avanguardistica.

    Innovazione, rivoluzione e dunque di conseguenza av anguar-dia rappresentano le parole guida di Papini e di Soffici che finodallinizio del secolo avevano indirizzato limpegno intellettuale eartistico nel senso di tentare di operare un cambiamento radicalenel costume culturale italiano oltr e limmobilismo e laccademi-smo di stampo ottocentesco (si pensi allesperienza di Leonardoper Papini e alla lunga e pr oficua permanenza a P arigi perSoffici); per entrambi Lacerba sar dunque il luogo dove inter-pretare, secondo le rispettive personalit artistiche e intellettuali esensibilit poetico-teoriche, il rappor to con quella tensione dirinnovamento che da sempre apparteneva loro.

    Di conseguenza non stupir se gi dal numero del 1 febbraioPapini inizier ad aprir e le por te ad una discussione costr uttivasul movimento di Marinetti, pubblicando un ar ticolo intitolatoSignificato del Futurismo nel quale i primi dieci paragrafi sonodedicati ad una sor ta di pars destruens, ovvero allanalisi di tuttequelle caratteristiche del mo vimento che ne mostrano i limitiideologici e in par te formali e stilistici. F ra queste la critica piinteressante sollevata da Papini quella dell indulgenza ad unacultura di stampo illuministicoroussoviano con la pretesa di fartabula rasa, di rifiutar e lautorit del passato, e cos facendoproponendo, di fatto, nuo vamente, una forma di passatismo insalsa francese che pu v antare solo la no vit di non esser cono-sciuta in I talia4. I r estanti dieci paragrafi sono inv ece dedicati

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    Simontetta Bartolini

    a sottolineare quanto nel futurismo inter essante, innovativo esoprattutto gravido di impor tanti potenziali sviluppi; fra questila sua natura nazionalistica, libertaria, dinamica, e antiborghese.

    Interessante notare che Papini, ripercorrendo in apertura del-larticolo le tappe del suo interesse per il movimento di Marinetti,spiega al lettore di averne discusso con S offici fin dalluscita delmanifesto pubblicato nel 1909 in Francia, e di aver condiviso conlamico una sintonica cautela rispetto a quelle dimostrazioni con-tinue di eccessiva enfasi5 cos caratteristiche nei futuristi.

    In effetti, Soffici su La Voce nellaprile del 1909 aveva pub-blicato un articolo significativamente intitolato La ricetta di RibiBuffone, il cui soggetto era evidentemente il manifesto futuristadi Marinetti ferocemente canzonato come potpourri mal amalga-mato di suggestioni ar tistico-letterarie diverse, tenute insiemedallartificiosit intellettualistica, e diffuse con i mezzi di unapubblicit da agente di commercio6. A questa altezza il manifestomarinettiano, soprattutto per quel che riguar da la formulazioneadottata, pi tendente ad operar e una deflagrazione in campoculturale che a proporre una reale alternativa artistica, si mostra aSoffici, e abbiamo visto anche a P apini, come r ealizzazione diquellartificiosit intellettuale che pi v olte ha condannato inquanto estranea alla sua interpr etazione di un rinno vamentoartistico capace di permaner e nel tessuto culturale italiano inforza di un autenticit espressiva aliena dalle facili inv enzioni,magari eclatanti, ma passeggere.

    In seguito Soffici ancora sulla Voce (19 maggio 1910), conun articolo intitolato Risposta ai futuristi, ritorna, questa v oltaseriamente, sul movimento di Marinetti che insieme a Boccioni,Russolo, Carr e Buzzi gli aveva inviato una lettera di solidariete ammirazione per la campagna che egli stav a conducendo afavore di M edardo Rosso. l occasione per far e il punto sulFuturismo: in par te contestandogli ancora la super ficialit chetraspare dalla esibizione di atteggiamenti pr ovocatori piuttostoche da vere e proprie creazioni artistiche, in parte dichiarando dicondividere il loro spirito innovatore:

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    A me pare in sostanza che la lor o smania di novit e di modernitsia piuttosto un atteggiamento esterior e che un bisogno pr ofondodel loro spirito ansioso di incarnarsi in creazioni originali. Cantarelincendio dei musei, delle biblioteche, la dev astazione delle citt,lapertura dei manicomi, pu significare liricamente una liberazio-ne dellanima dallincubo di mondi mor ti; ma che si debba farlocon enfasi 600esca decadente e che poi tutto debba finire con lapo-teosi dellautomobile e dell aereoplano! Cristo! una buffonata.Cos io non seguo i futuristi per questi balli in maschera. Lor oamico e, se v ogliono, fratello, quando si tratta di dar e addossoallaccademismo di trissottini d Italia non mi pr opongo mailideale di essere stirato come un colletto da una Mercedes in corsa.Seguiter a difendere a spada tratta alcune ottime poesie del B uzzie del L ucini, ma non muo ver un dito per la costr uzione delbinario militare del Gorisankar. Trovo ancora il buon v ecchio soleabbastanza interessante da non buttarlo nella cassetta della spazza-tura come unarancia andata a male, non ho rancori personali conle stelle, n per i begli occhi duna lampada elettrica assassiner maiil chiaro di luna.

    Ci non significa che il F uturismo, addomesticato allarte,nutrito di v era poesia, non possa rappr esentare una riser va dienergia vitale cui attinger e per compiere quellopera di rinnova-mento culturale che lui ha in mente da tempo . E allora l annosuccessivo saluta con piacere e interesse lannuncio di una mostrafuturista a Milano, tanto da scriv ere a Prezzolini da Parigi il 13aprile del 1911:

    [] ho ricevuto la circolare per quella esposizione indipendente diMilano. Lidea ottima e mi ha fatto un grandissimo piacer e.Vorrei certo fare qualcosa: una nota []. S e fosse aperta quandotorner in Italia passerei da Milano e ne parlerei largamente. Mi faun piacere immenso vedere tali manifestazioni di liber t = dintel-ligenza = di rinascita. Sarebbegli dunque che la nostra cara e scia-gurata Italia si sveglia davvero? Ho pensato che il fatto di questaesposizione quasi simbolico . Come credo di averti detto. Se cuna sorgente, un filo d arte in I talia, sgorga dal popolo e dalleanime inculte: v edere che appunto di qui che il rinno vamentocomincia mi fa sperar e. Dopo essersi esaurita a for za di fecondit

    Il Futurismo e Lacerba

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    la nostra razza non pu buttar rami nuovi, bisogna che ricominci abuttar polloni dalla terra stessa. Del resto questa esposizione non sola a farmi v edere con occhi un po pi gioiosi la patria. D acchson qui a Parigi sento e vedo cose che mi fan pr esentire la necessi-t la fatalit e quasi la provvidenzialit del nostro risveglio. Non sose questo risveglio si debba cer care intorno a noi: cr edo piuttostoche un tal presentimento non altro in fondo che la mia coscien-za dItaliano che si risveglia e si afferma con pi di for za, in mezzoal deperire, allo sfacelo della cultura francese []. 7

    Dunque evidente che i pr ecedenti interventi polemici neiconfronti del futurismo non rappr esentano un pr egiudizioestetico-ideologico determinante, ma un attenzione, certamentenon esente da critica, disposta ad un apertura di credito quandofosse possibile riuscir e a perseguir e simili finalit ar tistiche.Finalit che spera di v edere realizzate nella mostra che i futuristiaprono a Milano nel 1911 e che egli v a a visitare di ritorno daParigi. La delusione cocente tanto da scriv ere ancora sullaVoce una str oncatura cos violenta da pr ovocare la r eazioneirata dei milanesi che organizz eranno una sor ta di spedizionepunitiva che si concluder con l ormai celebre scazzottata aFirenze al bar delle Giubbe Rosse.

    Alla rissa, come noto seguir una pacificazione chiarificatri-ce dalla quale nascer un intenso dialogo fra S offici e Papini e ilgruppo futurista, un dialogo grazie al quale, appunto secondo leproprie diverse sensibilit e intelligenz e i due amici fior entini siavvicineranno piano piano, pi che al metodo, al merito delFuturismo. Nel caso di S offici questo percorso sar agevolato, amio parere, dalla lunga gestazione del saggio su Rimbaud cheuscir nel 1911 dopo due anni di intensa riflessione sui modi e lecaratteristiche intrinseche della for za eversiva e cr eatrice dellapoesia rimbaldiana8.

    L11 luglio del 1912 S offici comincer ad aprir e la por ta aduna possibile accoglienza nel suo mondo ar tistico del futuri-smo, evidenziandone la forza propulsiva e vitale: Il Futurismo un movimento e il movimento vita9.

    Simontetta Bartolini

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    Si comprende dunque perch Lacerba manifesti fin dall ini-zio linteresse esplicito per il futurismo e per ch Papini coinvolgae dichiari lidem sentire di Soffici in quel primo articolo. Articoloche peraltro contiene gi espressi, con straordinaria e forse in parteinvolontaria lungimiranza, gli elementi che in seguito, comevedremo, non solo decreteranno lallontanamento fra i lacerbianidella prima ora (P apini, Palazzeschi e S offici cui si unir ilmilanese Carr) e il gruppo dei marinettisti, ma anche quelli cheporteranno sia S offici che P apini a dichiarar e il F uturismounesperienza conclusa da superare per procedere oltre.

    Abbiamo detto della personalit ar tistica e culturale di Sofficie del suo pr ecoce incontro-scontro con il futurismo . Convieneadesso vedere la posizione di P apini che si assume, almeno for-malmente, lonere di avviar e su Lacerba il dialogo con quelmovimento, e di aprire ai milanesi non solo le porte della rivista,ma anche di una sua convinta collaborazione. N el frattempoSoffici in quel 1913 sembra assumere una posizione pi defilata,senzaltro meno militante di quella dell amico che partecipa allafamosa serata al teatro Costanzi di Roma del 21 febbraio con undiscorso che pubblicher sulla rivista nel numer o del 1 mar zo,facendolo precedere da una breve introduzione nella quale sotto-linea la natura e la qualit del suo rapporto con il Futurismo. Egliinfatti rispondendo a quanti gli av evano rimproverato unaimprovvisa conversione e una eccessiva dedizione, spiega chequanto letto alla serata romana e di seguito pubblicato riprende-va nelle sue tr e parti quanto gi da lui ampiamente esposto intempi precedenti e in altri luoghi:

    Infatti il mio discorso si compone di tr e parti: una contro Roma(riprendendo scritti miei del Leonardo e della Voce degli anni 1905e 1908) la seconda contr o i cristianucci (cfr. testo del carlino del1910 e Voce del gennaio 1913) e la terza contro B. Croce (che ioho regolarmente criticato e combattuto dal 1904 fino al pr esentegiorno). Andando a R oma dunque, io non pr endevo le idee deifuturisti ma portavo le mie accanto a quelle loro.10

    Il Futurismo e Lacerba

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    Nel numero successivo Papini torna sull argomento con unarticolo intitolato antifrasticamente Contro il Futurismo (15marzo 1913) nel quale ripetendo di non appar tenere al mo vi-mento di Marinetti, ma di condividerne molte battaglie e idee, neanalizza tutte quelle caratteristiche che possono risultare pi urti-canti ed equivoche a chi sia rimasto ad unidea di cultura legata avecchi schemi. Fra queste linsincerit di un apparente artificio;le pagliacciate delle serate nei teatri; l uso della pubblicit; e inparte anche lallegria contro la seriosit della cultura accademicae pedante.

    In questultima caratteristica il richiamo al Lasciatemi divertirepalazzeschiano evidente per quanto indir etto. E pr oprioPalazzeschi sar, allinterno di Lacerba, all inizio anello di rac-cordo con i futuristi della cui cerchia faceva parte fin dallinizio ein seguito quasi alfiere, per quanto sottotraccia e mai aper tamen-te dichiarato, della scissione in futuristi e marinettisti.

    Nei numeri seguenti della rivista di cui, nonostante le ripetutedichiarazioni fatte dai r edattori sulla assenza di un dir ettore,Papini era comunque, senzaltro pi di Soffici lorganizzatore e ilconduttore, la pr esenza dei futuristi aumenta esponenzialmentefino ad occupare gran parte della foliazione e dando alla linea edi-toriale di Lacerba un indirizz o piuttosto mar cato sia da unpunto di vista teorico che ar tistico. Il primo maggio del 1913Carr pubblicher Da Czanne a noi futuristi, quindi il 15 giugnoMarinetti Immaginazione senza fili, poi ancora Carr, Latmosferadavanguardia che prepariamo; Boccioni, La scultura futurista;Russolo, Glintonarumori futuristi, (1 luglio 1913). N el numerodel 15 agosto a firma di Marinetti e Mac Delmarle appare in fran-cese Manifeste futuriste contre Montmatre, in quello successiv o (1settembre) La pittura dei suoni, rumori, odori. Manifesto futurista efinalmente il 15 settembre appare in italiano Lantitradizione futu-rista di Apollinaire; segue Il teatro di variet. Manifesto futurista diMarinetti (1 ottobre) fino al Programma politico futurista firmatoda Marinetti, Boccioni, Carr e R ussolo (15 ottobre) e vari altriarticoli di impostazione teorica. Contemporaneamente appaiono

    Simontetta Bartolini

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    e prendono stabilmente casa presso la rivista fiorentina le firme diLucini, Tavolato, Cangiullo, Boccioni, F olgore, Viviani, Pratella,Govoni, e altri futuristi che pubblicheranno in quei mesi e poinellanno successivo i loro testi creativi.

    Nel frattempo Soffici che pure del futurismo era stato, comesi visto il primo interlocutor e, sembra seguire una via pi tan-genziale rispetto alla dichiarata, entusiastica e adesiv a collabora-zione papiniana. Lartista di P oggio a Caiano appar e in ogninumero della rivista con il suo Giornale di bordo che rappresente-r una sorta di espressione lirica, e programmatica della linea edi-toriale di Lacerba tanto che, a proposito del futurismo, signi-ficativa lultima annotazione, datata 15 dicembr e e pubblicatasullultimo numero del 1913:

    Di parola in parola, Carr, Palazzeschi e io ci siamo trovati sprofon-dati in un esame delle nostre necessit artistiche. Della necessit diuscire dai vecchi schemi letterari e pittorici; dellimpazienza di slar-gare, di violentare e dirompere i modi di espressione per arrivare auno stile pi largo e pi liber o, per accostarsi maggiormente allafluidit e alla variet della vita e delle impressioni. Impossibilit direstare al posto conquistato; fatalit di andar e innanzi, di cer careancora e sempr e se non si vuol morir e. Rinunziare al dorato,allarmonioso; coltivare la aspr ezza, la discor danza il br utto elurtante. Armonie nuo ve intraviste. N ecessit di ricacciar e lalogica, la misura. Andare agli estremi, esasperare in noi il coraggio,la temerit, la pazzia cr eatrice. Ci che acquisito in ar te non siperde. Rischiar il tutto per il tutto, senza paura. N on si potr maiandare al di l dei limiti dellarte quando si artisti: il pericolo direstare al di qua. La nostra grandezza sar di spinger e cos lontanolardire da rasentar e limbecillit, il nulla. I mpiegare la nostrasensibilit allucinata a cr eare un nulla che sia qualche cosa. Nottestorica in fondo, per le strade buie e fr edde, noi tre, dopo questaorgia, il cuor e ardente di coraggio e la testa tutta vibrante divisioni miracolosamente future.11

    Queste parole concludono un numer o dedicato interamentealla pubblicazione degli inter venti di Marinetti, Soffici, Papini,Carr, Boccioni alla Grande serata futurista tenuta al teatro Verdi

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    di Firenze il 12 dicembre, e alle reazioni, espresse per via episto-lare e pubblicate come tali, degli amici e sodali come Palazzeschi,Govoni, Scarpelli. D al numero successivo la rivista cambiercarattere grafico della testata e si pr oporr ai lettori come v ero eproprio alfiere del futurismo . Dunque quellultima pagina delGiornale di bordo assume in questo contesto un v alore intensa-mente ideologico rappr esentando e anticipando la futura lineaeditoriale di Lacerba.

    Con la dichiarata trasformazione (anche dal punto di vista este-tico: caratteri lunghi e str etti della testata con una intensa pr eva-lenza del nero in tutta la grafica) nellorgano del Futurismo, anchela partecipazione di Soffici alla rivista cambier segno: oltre a qual-che intervento teorico intorno alla pittura futurista12, a completa-mento di quanto scritto lanno precedente, egli rarefacendo la suacollaborazione la indirizzer soprattutto verso la creazione poeticain versi, in pr osa e nella forma di calligrammes alla maniera diApollinaire che costituir gran par te del corpus delle Simultaneite chimismi lirici. Sono di questo periodo testi di for te improntasperimentale13 nei quali S offici sfrutta la sensibilit formale delpittore, la sua capacit di raffigurar e unemozione unendola allalezione futurista delle parole in libert che per in lui manterran-no una sorta di libert vigilata, tanto da poter poi esser e ripro-dotte al netto della grafica estrema di quella esperienza.

    Papini al solito sar pi aper tamente militante ma al contem-po mantenendo quella liber t di giudizio che gli caratteristica,tanto che nel momento in cui sembra che Lacerba sia ormaiperfettamente aderente alla linea di M arinetti e dei suoi, P apinipubblica un ar ticolo intitolato Il cerchio si chiude (15 febbraio1914), nel quale evidenzia il pericolo di unarte che nella spasmo-dica ricerca del nuovo finisse per tornare al vecchio solo rivestitodi abiti nuovi14. Non si trattava di una v era e propria polemica,ma di una riflessione intorno ai pericoli connessi ad un azionerivoluzionaria che poteva rischiare di essere vittima di se stessa,come spesso accade alle riv oluzioni, e non solo a quelle di tipoculturale.

    Simontetta Bartolini

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    Nel numero seguente gli risponde Boccioni con una r eplicaallapparenza un po stizzita nella quale l artista controbatte alleaccuse, secondo lui, mosse ingiustamente da P apini15. Larticolo seguito da una breve nota redazionale nella quale si avvertono i let-tori che la controreplica di Papini tarder per lassenza dello stessoda Firenze (era infatti a Parigi con Soffici e Carr) e che nel nume-ro seguente ci sar intanto una risposta di Palazzeschi (che in assen-za di Soffici e Papini si occupava della redazione della rivista). Inrealt Papini non far attendere la sua risposta a Boccioni che com-parir nel numer o successivo di Lacerba al posto di quellaannunciata di Palazzeschi16. ipotizzabile che egli concordasse conSoffici e forse che anche Carr sia stato fatto partecipe del caso la risposta a Boccioni. Nonostante queste scaramucce la collabora-zione fra i futuristi e Lacerba procede ancora per diversi mesi.

    Nel frattempo Palazzeschi aveva pubblicato sulla Voce del 28aprile il suo addio al F uturismo (probabilmente maturato nelperiodo in cui si era occupato di Lacerba al posto di S offici ePapini) e proprio questa posizione palazzeschiana farebbe pensa-re ad una sua non trascurabile influenza sulle futur e posizioniassunte da Lacerba, o quanto meno potrebbe indurre a formu-lare lipotesi che si fosse andato formando nel tempo un idemsentire con Papini Soffici e Carr che porter alla futura scissioneche quindi non pu essere interpretata come una marcia indietroda parte dei fondatori della rivista, ma, come essi terranno a chia-rire, deve essere interpretata come un vero e proprio manifesto dipoetica rivoluzionaria alternativo a quello di Marinetti.

    Nel frattempo lo scoppio delle ostilit fra Francia e Germaniacambia le carte dellinteresse sul tavolo di Papini e di Soffici e alcontempo accelera il pr ocesso di autonomia poetico-ar tistica;nellultimo numero del 1914 un editoriale non firmato dichiare-r un nuo vo cambio nella linea della rivista che div enter pipolitica in senso inter ventista pur non trascurando la battagliaper larte. Nella pagina due si trova una significativa sintesi dellapolitica editoriale della rivista nei suoi due anni di vita nella qualefra laltro si legge:

    Il Futurismo e Lacerba

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    In questi due anni Lacerba ha pubblicato: scritti teorici e lirici diPAPINI, SOFFICI e PALAZZESCHI; scritti polemici e critici diLUCINI e TAVOLATO poesie e ar ticoli futuristi di ALTOMARE,AURO DALBA, BETUDA, BUZZI, CANGIULLO, CAVACCHIOLI,FOLGORE, GOVONI, JANNELLI, MARINETTI. [...]

    Dunque Papini, Palazzeschi e Soffici significativamente non sicollocano fra i futuristi (mentr e, altra nota curiosa, Carr nonviene citato in nessun gr uppo); e infatti nella ter za pagina eccolarticolo firmato da P apini e Soffici con il quale essi pr endonoufficialmente le distanze dal Futurismo di Marinetti, che poi essidefiniranno piuttosto marinettismo inv ocando in seguito per sla definizione di v eri futuristi. Larticolo si intitola, Lacerbail Futurismo e Lacerba, e inizia con una dichiarazione pr elimi-nare con la quale si avv erte il lettor e che la rivista si avvia aintraprendere una nuova e diversa strada da quella per corsa finoad allora.

    Quindi dopo av er ripercorso le motiv azioni e le tappe dellanascita di Lacerba, fino allapertura al Futurismo, e al proficuoscambio avvenuto con il gr uppo milanese, seppure con qualcheriserva in ordine ai metodi da essi adottati, riser va superata perlaver trovato fra essi futuristi poeti e artisti di vero talento. Talecollaborazione, prosegue larticolo, venne minata una prima voltadalla sdegnosa violenza con cui Boccioni risposte allarticolo diPapini Il cerchio si chiude, in seguito, per quanto la r eplica dellostesso Papini avesse momentaneamente chiusa la querelle, la pub-blicazione degli [...] ultimi manifesti di Marinetti sulle parole inlibert seguiti dal suo Zanq tumb tumb, e nella plastica con l ap-parizione del libr o di Boccioni sulla Pittura Scultura Futuristeconvinse definitivamente i fondatori di Lacerba che i loro timo-ri sul Futurismo erano fondati:

    Il Futurismo non era pi un azione concorde di sfor zi paralleli eindipendenti per screditare larte passata e creare unarte nuova masi avviava a diventare una ricetta precisa, un metodo imposto sottopena deresia, una marca di fabbrica. Non era pi un liber o moto

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    di personalit libere per una maggiore libert ma voleva essere unascuola, una setta una chiesa con grandi sacerdoti riconosciuti e chesoli hanno il diritto di dettar le formule e segnar le strade. Q uellatendenza di cui s fatto parola e che consisteva nel dare pi valorealle innovazioni appariscenti che a quelle r eali si andav a via viaaggravando. Marinetti faceva chiaramente capire che la letteraturanon esisteva pi al di fuori delle par ole in libert ma daltra partecinviava parole in libert di suoi discepoli dove gli espedienti for-mali e spesso meramente tipografici mal nascondev ano al nostrobuon naso il v ecchio puzzo della banalit, del r omanticismo, deldannunzismo e delle pi fr uste e sfruttate sensibilit italiane. [...]Abbiamo ricevuto e abbiamo dato. Abbiamo sfidato insieme le rab-bie bestiali delle folle borghesi e abbiamo fatto insieme una bella eoriginale rivista. Ora torniamo soli come cominciammo, pi for tie pi lieti di prima.17

    E infatti, a seguir e, ecco ricomparir e la firma del dispersoPalazzeschi con un ar ticolo Neutrale: il gr uppo originario diLacerba si ricostituisce nel nome di un azione comune indiriz-zata questa v olta allimpegno politico, alla par tecipazione allesorti dellItalia nella difficile contingenza internazionale.

    Inizia cos il 1915, la testata della rivista, quasi a segnalar e ilnuovo corso, cambia nuovamente: i caratteri riprendono il colo-re, rosso, dopo il ruggine del primo anno, si abbassano prenden-do laspetto di lettere ottenute con uno stampino. Papini e Sofficisi dedicheranno quasi esclusiv amente alla questione politica, glialtri collaboratori (rimangono, oltr e al r edivivo Palazzeschi,Govoni, Agnoletti, Carr, inizieranno a collaborar e, fra gli altri,anche Prezzolini e J ahier) proseguiranno, come annunciato, labattaglia culturale ed estetica al netto delle esasperazioni futuristema non del rinnovamento, n dello spirito riv oluzionario; tantoche il numero del 14 febbraio si apre con un articolo a firma con-giunta Palazzeschi, Papini, Soffici intitolato Futurismo e marinet-tismo, nel quale i lacerbiani indicano la pr esenza di due correntiallinterno del Futurismo: [...] ben distinte per caratter e arte epensiero che finora sono rimaste unite per necessit di lotta [...]e che si possono nominalmente identificar e come [...]

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    Futurismo e M arinettismo [...]. P er Futurismo scriv onoPalazzeschi, Papini e Soffici si deve intendere:

    [...] un movimento di pensiero il cui fine preciso di creare e dif-fondere valori, sostanzialmente ed effettiv amente nuovi o permeglio dire valori la cui v erificazione dovr trovarsi nellavvenire.Le sue basi teoriche vanno stabilite in un approfondimento dei piazzardosi problemi filosofici, estetici psicologici, morali operatomediante una sensibilit non solo attuale ma precorritrice, non solostrana ma acuta fino allo spasimo . Le sue forme d estrinsecazionepossono, anzi devono essere, immensamente libere, originali, since-re sciolte da ogni costrizione logica discorsiv a; puramente espressi-ve e propulsive. In questo senso il Futurismo, resultato estremo diprecedenti culture ed esperienze creative, dovr iniziare un periodoculturale e creativo assolutamente distinto dai pr ecedenti sebbenead essi intimamente collegato come vuole le necessit storica diogni sviluppo spirituale.

    Dunque lo spirito pi autentico del F uturismo consiste inun rinnovamento che non faccia tabula rasa del passato (tornacos quella critica che Papini aveva elevato allinizio al futurismodi soggiacere a cer to non condivisibile spirito illuministico-roussoviano), ma lo superi come un figlio fa con il padr e. Sitratta di combatter e come v err sintetizzato nelle tr esinossi conclusive fra ci che contraddistingue F uturismo eMarinettismo quanto a Tendenze e teorie, Precursori e Aderenti il culto del passato, non il passato. Si tratta di non fermarsialla superficie della creazione, ma nutrirla di pensiero:

    Al Marinettismo, che si serve di una tecnica nuova manca una sen-sibilit rinnovata, purificata. Rifiutando ciecamente il passato essotende ciecamente allavvenire, ma poich non si d ar te o pensieroche non sia una propaggine sublimata di unarte o di un pensieroanteriori, il Marinettismo si trova come un fenomeno isolato senzareale attinenza con il futuro, appunto perch non lha col passato.

    I Marinettisti, ma non Marinetti, reagirono in massa invian-do lettere di protesta alla rivista, qualcuna di esse fu pubblicata,

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    per esempio quella di Balilla Pratella; di altre, Palazzeschi, Papinie Soffici dettero conto ai lettori. Nel numero del 13 marzo 1915,ad una breve nota sottoscritta dai tr e lacerbiani, fa seguito unasorta di precisazione firmata da Soffici il quale, a fr onte del ten-tativo di tanti Marinettisti di estrapolare la sua posizione rispettoagli altri, replica sottolineando la sua solidariet e per fetta con-cordanza di vedute con gli amici, e anzi concludendo che [...] laparte da me pr esa in questa faccenda stata essenzialissima.Quasi a mar care quanto detto, nel numer o di Lacerba del24 aprile in prima pagina esce un ar ticolo dichiarato di S officinel sommario, ma firmato E lettrone Rotativi e intitolatoAdampetonismo.

    Adampetonismo rappresenta la cer tificazione del distacco dalgruppo di Marinetti, nello stesso modo in cui la Ricetta di RibiBuffone aveva, con una fer oce ironia, aperto il dialogo con iFuturisti nel 1909. Quel sarcasmo pungente, quel paradosso chesfiora il grottesco del primo articolo viene nuovamente chiamatoin campo per mar care laddio definitivo ad un F uturismo nelquale Soffici ormai non si riconosce pi. M a questa v olta ildiscorso si fa pi serio, pi pr ofondo, e le formule della satiraappaiono metafore chiamate in campo per non rischiar e dipersonalizzare il discorso, ma piuttosto per porr e laccentosullerrore nel quale il F uturismo, che fa capo al gr uppomilanese, sta sviluppando . Perci non pi M arinettismo, maAdampetonismo, una scuola cooperativa artistica e letteraria,scrive Soffici, di cui Elettrone Rotativi fatalit profeta motore.

    Siamo ad un mese esatto dall entrata in guerra del Italia,Lacerba pubblicher lultimo numero il 15 maggio; dallo stori-co 24 di quello stesso mese le battaglie si sposteranno nelle trin-cee e saranno ancora i protagonisti visti fin qui a volerle combat-tere. E anche il modo in cui ciascuno di loro (tranne Papini rifor-mato per la vista) combatter questa guerra sar immagine dellaparticolare cifra con cui av evano affrontato la battaglia culturalee gestito la rivoluzione futurista. Dunque non stupir pi se alla

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    fine della guerra alcuni di loro saranno protagonisti del tanto ese-crato, poco compreso e troppo equivocato ritorno allordine.

    Dopo aver vissuto con quello che S offici ebbe a definir elumano in travaglio di storia, aver saggiato il silenzioso, pazien-te eroismo di quel popolo disposto a morir e in trincea, quelpopolo cui erano pr ecluse le sapienti ar chitetture teoriche e fra-seggi poetici elitari degli intellettuali riv oluzionari, molti di lorocompresero che una stagione era conclusa; av eva fatto il suotempo ed ora, dopo aver fatto piazza pulita delle macerie di certavecchia, polverosa, arida, esausta cultura pr ofessorale dovevafermarsi a costruire una nuova casa che avesse per solide fonda-menta nel passato.

    1 Scrive Soffici nellautobiografia: Il titolo lo trovai io, lo disegnai a caratteridi tipo etrusco, e fu Lacerba: al resto provvedemmo Papini e io di conser va; e lofacemmo con tanta alacrit che non eran forse passate tr e settimane quando ilprimo gennaio 1913 il giornale pot uscir e. La gente si meravigli a v edere chenel titolo della nuo va rivista mancava lapostrofo fra larticolo e la par ola che ladesignava: taluno ci interpell a tal pr oposito, talaltro ne rise; non c era invecenulla da meravigliarsi o da rider e. In unantica edizione dell operetta di CeccodAscoli, che mera venuta tra mano molti anni innanzi nella biblioteca di S ainteGenevive a Parigi, avevo visto stampato il titolo in quel modo, ed ora mi era pia-ciuto giovarmi della vecchia scoperta. Mi parve che Lacerba in quella forma con-servasse meglio il carattere arcaico, insieme ambiguo e irritante, di una parola chei dotti hanno voluto significasse, volta a volta, lanimale in cui Diana trasform iltroppo curioso Atteone, il canestro, il mucchio; ed alla quale noi davamo sempli-cemente il senso di una cosa immatura, gio vanile, nello stesso tempo che agra algusto dei lettori, previsti sempliciotti e impreparati., Autoritratto dartista italia-no nel quadro del suo tempo, Firenze, Vallecchi, 19682, 2 voll., II, p. 658.

    2 Lettera di P apini a S offici del 9 dicembr e 1912, G. P apini-A.Soffici,Carteggio II, 1909-1915. Da La Voce a Lacerba, a cura di M. Richter, Roma,Edizioni di Storia e Letteratura-Fiesole, Fondazione Primo Conti, 1999, p. 322

    3 In proposito mi permetto di rinviare al mio studio, Ardengo Soffici. Il roman-zo della vita, Firenze, Le Lettere, 2009.

    4 Unaltra cosa ci turb. I n questo futurismo cera ancora parecchio passati-smo. Il fondo del pr ogramma (celebrazione della vita moderna) non era nuo vo;Walt Whitman, V erheren, DAnnunzio, (Laudi). Il desiderio di sradicar e la

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    cultura passata, di bruciare le biblioteche e i musei, di ritornare giovani, puri, per-sonali dinanzi allarte e alla natura non che un riflesso del gran paradosso r ous-seaniano. Far tabula rasa del passato; abbasso le civilt trascorse; viv a i selvaggi!Redenzione della cultura, dal vecchio, dalla storia. Il futurismo un po lanarchiaapplicata allarte. G.Papini, Il significato del futurismo, in Lacerba, n3, 1 feb-braio 1913.

    5 Peccato per che sentano il bisogno di scrivere con questa enfasi, con que-ste secentisterie appena mascherate dalla meccanica, e che si presentino con lariadi clowns tragici che voglian far paura ai placidi spettatori di una matine politea-mica, Ibidem.

    6 Pigliate un chilo di Verhaeren, duegento grammi di Alfr ed Jarry, cento diLaforgue, trenta di Laurent Tailhade, cinque di Viel-Griffin, una manciata diMorasso s anche del M orasso un pizzico di P ascoli, una boccetta di A cquaNunzia. Pigliate ancora: quindici automobili, sette aereoplani, quattro treni, duepiroscafi, due biciclette, div ersi accumulatori elettrici, qualche caldaia r ovente;metteteci del vostro: fior dimpotenza e ampollosit: frullare il tutto in un lago dimateria grigia e di bav a afrodisiaca; fate bollire la miscela nel vuoto della v ostraanima al fuoco della ciarlataneria americana, e poi datela a ber e al pubblicodItalia. La ricetta di Ribi Buffone, La Voce, 1 aprile 1909, poi in Statue eFantocci, cit., ora in Opere I, Firenze, Vallecchi, 1959, pp. 597-98.

    7 Lettera di Soffici a Prezzolini del 13 aprile 1911, in G. P rezzolin-A. Soffici,Carteggio I , 1907-1918, a cura di M ario Richter, Roma, Edizioni di S toria eLetteratura, 1977, p. 172.

    8 Sul rapporto fra lo studio della poesia rimbaldiana e il magister o indirettoche Soffici riconosce al poeta di Charleville e la sua stagione futurista in pittura enella poesia dei Chimismi lirici, mi permetto di rimandare ancora al mio ArdengoSoffici. Il romanzo della vita, cit.

    9 A. Soffici, Ancora del Futurismo, La Voce, 11 luglio 1912.10 G. Papini, Il discorso di Roma, Lacerba, n5, 1 marzo 1913.11 Con questa annotazione si chiude il Giornale di bordo sullultimo numero

    del 1913 di Lacerba datato 15 dicembr e; il numero successivo della rivista sardatato 1 gennaio 1914.

    12 Cfr. A. Soffici, Il soggetto nella pittura futurista, Lacerba, 1 gennaio 1914;poi in Cubismo e futurismo, poi in Opere I, cit.

    13 Tutta la produzione poetica sofficiana pubblicata su Lacerba confluir inseguito in v olume, il citato Bif&zf+18. Simultaneit e chimismi lirici e poi inMarsia e Apollo, ma questa volta rinunciando alle evidenze grafiche come la diver-sificazione dei caratteri cui v eniva attribuita una sottolineatura espr essionistica:un esempio sicuramente significativ o quello di Bicchier dacqua dove la par olasilenzio viene ripetuta cinque v olte, la prima in caratter e standard, le altre in uncarattere assai pi grande progressivamente decrescente quasi a voler rappresenta-re appunto lo spegnersi della parola nel suo progredire verso lassenza.

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    14 Si tratta di sostituire alla trasformazione lirica o razionale delle cose le cosemedesime. Per ora siamo al principio. Sostituzioni parziali dove c ancora la partedella personalit nella scelta delle cose gr ezze mescolate a quelle elaborate. Ma seil metodo prendesse piede e si spingesse alle ultime conseguenz e pi rigorose neverrebbe che il miglior quadro di natura morta una camera mobiliata; il migliorconcerto linsieme dei rumori di una citt popolosa; la miglior poesia lo spettaco-lo duna battaglia colla sua cinematografia sonora, la pi pr ofonda filosofia quel-la del contadino che v anga o del fabbr o che mar tella senza pensar e a nulla.Prospettive assurde ma legate, senza salti, a premesse e prove gi reali. (G. Papini,Il cerchio si chiude, in Lacerba, 15 febbraio 1914).

    15 Caro Papini, il tuo articolo Il cerchio si chiude indegno di te e della primapagina di Lacerba, giornale futurista. [...] O ra, caro Papini, ( doloroso doverrivolgere a te queste parole, mentre combattiamo contro tutti) quando nella pit-tura, nella scultura, nelle par ole in liber t, nellarte dei rumori, trovi sostituitealla trasformazione lirica o razionale delle cose, le cose medesime, non vuol direche il cer chio si chiude [...]. pr oprio in quel momento che il cer chio dellepossibilit creative si apre maggiormente. il momento in cui l artista, pur disfuggire al procedimento creativo che lo fa cadere inevitabilmente nelle pi logo-re apparenze, vi sostituisce la r ealt stessa. Ma appena questa r ealt entra a farparte della materia elaborata dell opera darte, lufficio lirico a cui essa vienechiamata, la sua posizione, le sue dimensioni, il contrasto che suscita, ne trasfor-mano lanonimo oggettivo e l incamminano a div enire elemento elaborato .(U. Boccioni, Il cerchio non si chiude, in Lacerba, 1 marzo 1914).

    16 Caro Boccioni, con quella stessa franchezza che adopri giustamente con meti dico subito che il tono della tua lettera non mi piace affatto . Qui in Lacerbacredo di essere un po in casa mia e di poter dir e e stampare quel che mi par e epiace senza nessuna paura di sanzioni passatiste o futuriste. Il dire che il mio arti-colo indegno di me e della prima pagina di Lacerba grottesco. Qualunquecosa io scriva qua dentro, o in prima, o in seconda o in sedicesima pagina, sarsempre degno di essere scritto, e non v err mai a chiedere a te n ad altri i temidei miei ar ticoli. Entrando nel Futurismo io non ho cr eduto di entrare in unachiesa ma in un gruppo di artisti rivoluzionari e spregiudicati che cercano soprat-tutto la distruzione e loriginalit. [...] Che larte moderna si trovi in un momen-to di meravigliosa trasformazione e che nuo ve possibilit creatrici si presentinoagli spiriti coraggiosi quali noi siamo lo so per lo meno quanto lo sai tu. M a ilpunto toccato da me impor tantissimo e vitale perch lallargamento dei nostrimezzi e veicoli espressivi potrebbe condurre qualcuno a delle macchie di verismopi bestiali del verismo antico. (G. Papini, Cerchi aperti, in Lacerba, 15 marzo1914).

    17 Cfr. Papini Soffici, Lacerba il Futurismo e Lacerba, in Lacerba, 1dicembre 1914. Gi in una lettera del 24 luglio 1914 S offici scriveva a Papini ilproprio disagio: Pi si va in l pi sento la disperata diversit che passa fra noi e

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    quegli amici milanesi. S iamo troppo navigati, tr oppo profondi, troppoFUTURISTI per sentirsi bene in questo collegio di bravi gio vanotti esaltati estrillanti i lor o entusiasmi sinceri ma tanto nafs in fondo . In quelle letter e[speditegli da alcuni futuristi milanesi] mi par eva di sentir e leco delle fanfar edaltri tempi. All epoca della Riv oluzione francese si do vevano mandar letter esimili da un comitato a un altr o per proclamar qualcosa o ordinare la ghigliotti-na di qualche disgraziato che av eva il torto di non credere a occhi chiusi alla dearagione. Nella fattispecie si trattav a di ottenere la prima pagina (numero prossi-mo) il posto donore !!!!!!!!! per un manifesto sullarchitettura futurista di Antoniodi SantElia, e di ottener e che si stampi nello stesso numer o una specie didipinto parolibero dello stesso Carr. (cfr, Carteggio II, cit., p. 387).

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