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68 Uno svizzero per la Pennsylvania La carabina “Swiss Match” di Pedersoli riproduce fedelmente un fucile da tiro ad avancarica derivato dal modello d’ordinanza elvetico del 1818. È stata pensata per la categoria di tiro Pennsylvania, che prevede l’uso a 50 metri del fucile a pietra focaia sparando in posizione in piedi di Paolo Tagini Fucili >>> C ome tutte le attività sportive, anche il tiro ad avancarica ha una propria federazione internazionale che ha, fra l’altro, il compito di stabilire le regole per l’esecuzione delle gare; è infatti ne- cessario garantire il corretto svolgimen- to delle competizioni e che i partecipan- ti rispettino un certo rigore storico nelle armi per evitare l’uso di meccanismi o accessori che all’epoca non esistevano ancora. Si sobbarca questo complesso compito il MLAIC (Muzzle Loaders Associations International Committee, ossia comitato internazionale delle as- sociazioni ad avancarica – www.mlaic. org) che nel 2006 ha varato una nuova specialità di tiro con decorrenza dal- l’anno successivo. Si tratta della Penn- sylvania, una disciplina di tiro indivi- duale che si effettua con il fucile a pie- tra focaia a canna rigata equipaggiato con mire di disegno dell’epoca; si spara in piedi dalla distanza di 50 metri. Per questa categoria la ditta Davide Pedersoli aveva a catalogo due modelli di successo di riproduzioni di armi storiche, il “Mortimer” e il “Cham- pion”; ha però voluto aggiungerne un terzo, per completare l’offerta che questa stimata Casa di repliche di armi antiche mantiene sempre molto ricca e completa. È così nato lo “Swiss Match Rifle”, visibile in queste pagine. Alle origini del tiro Si tratta di un fucile monocolpo ad avancarica con sistema d’accensione a pietra focaia in calibro .45; l’aspetto generale dell’arma ricorda quello di un altro modello Pedersoli, il “Bristlen a Morges” (che presenta però il siste- ma di accensione a percussione), an- ch’esso figlio della tradizione armiera elvetica. È interessante notare che, da un lato, sono perfettamente note le caratteristiche tecniche del fucile militare svizzero del 1818 da cui lo “Swiss Match” di Pedersoli deriva (v. box “Nasce il tiro militare di preci- sione”) ma, dall’altro lato, poco si sa invece delle carabine da tiro a segno che all’epoca furono sviluppate par- tendo proprio da questo modello mili- tare elvetico e che vogliono essere, in definitiva, il punto d’arrivo del lavoro di Pedersoli. In ogni caso, lo “Swiss Match” fu approvato nel 2006 dal MLAIC per le competizioni della cate- goria Pennsylvania; il Comitato L’acciarino, del tipo a molla avanti 068-073-Pedersoli.indd 68 3-02-2009 9:56:40

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Uno svizzero per la PennsylvaniaLa carabina “Swiss Match” di Pedersoli riproduce fedelmente un fucile da tiro ad avancarica derivato dal modello d’ordinanza elvetico del 1818. È stata pensata per la categoria di tiro Pennsylvania, che prevede l’uso a 50 metri del fucile a pietra focaia sparando in posizione in piedi

di Paolo Tagini

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Come tutte le attività sportive, anche il tiro ad avancarica ha una propria federazione internazionale che ha,

fra l’altro, il compito di stabilire le regole per l’esecuzione delle gare; è infatti ne-cessario garantire il corretto svolgimen-to delle competizioni e che i partecipan-ti rispettino un certo rigore storico nelle armi per evitare l’uso di meccanismi o accessori che all’epoca non esistevano ancora. Si sobbarca questo complesso

compito il MLAIC (Muzzle Loaders Associations International Committee, ossia comitato internazionale delle as-sociazioni ad avancarica – www.mlaic.org) che nel 2006 ha varato una nuova specialità di tiro con decorrenza dal-l’anno successivo. Si tratta della Penn-sylvania, una disciplina di tiro indivi-duale che si effettua con il fucile a pie-tra focaia a canna rigata equipaggiato con mire di disegno dell’epoca; si spara

in piedi dalla distanza di 50 metri. Per questa categoria la ditta Davide Pedersoli aveva a catalogo due modelli di successo di riproduzioni di armi storiche, il “Mortimer” e il “Cham-pion”; ha però voluto aggiungerne un terzo, per completare l’offerta che questa stimata Casa di repliche di armi antiche mantiene sempre molto ricca e completa. È così nato lo “Swiss Match Rifle”, visibile in queste pagine.

Alle origini del tiroSi tratta di un fucile monocolpo ad avancarica con sistema d’accensione a pietra focaia in calibro .45; l’aspetto generale dell’arma ricorda quello di un altro modello Pedersoli, il “Bristlen a Morges” (che presenta però il siste-ma di accensione a percussione), an-ch’esso figlio della tradizione armiera elvetica. È interessante notare che, da un lato, sono perfettamente note le caratteristiche tecniche del fucile militare svizzero del 1818 da cui lo “Swiss Match” di Pedersoli deriva (v. box “Nasce il tiro militare di preci-sione”) ma, dall’altro lato, poco si sa invece delle carabine da tiro a segno che all’epoca furono sviluppate par-tendo proprio da questo modello mili-tare elvetico e che vogliono essere, in definitiva, il punto d’arrivo del lavoro di Pedersoli. In ogni caso, lo “Swiss Match” fu approvato nel 2006 dal MLAIC per le competizioni della cate-goria Pennsylvania; il Comitato

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stabilì che non potesse essere usata la diottra e a causa di questa de-cisione Pedersoli ripiegò su una tacca di mira con sistema di traguardo a fo-ro ricavato su una piastrina scorrevo-le, regolabile in altezza e derivazione. L’intero blocco della tacca di mira può essere spostato lungo la canna e bloc-cato in una posizione prescelta, in modo da piazzarlo alla distanza pre-ferita dall’occhio del tiratore. Impre-ziosisce ulteriormente il blocco della tacca di mira la presenza di un pen-dolino d’ottone che serve per aiutare il tiratore a trovare l’assetto perfetta-mente verticale dell’arma ed evitare

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1 La magistrale esecuzione del vivo di volata. Si notano anche l’estremità della bacchetta di caricamento e il tunnel che protegge il mirino

2 Un particolare del puntale dell’astina, tagliato a becco d’anatra

3 Anche il disegno del ponticello del grilletto risente dell’inconfondibile tradizione elvetica

4 Il sostegno per la mano debole, per essere conforme al regolamento di tiro MLAIC, è costituito da un profilato di acciaio brunito, piegato all’incirca a “U”, ricoperto da una striscia di pelle. È fissato all’arma nella parte anteriore del ponticello del grilletto e in una fascetta metallica incassata nel calcio

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così che spari con il fucile inclinato lateralmente. Si tratta, in pratica, di un sistema più semplice da realizzare (a fronte dei mezzi a disposizione nel XIX secolo) della bolla d’aria che a volte si nota sulle moderne carabine da tiro e che assolve lo stesso scopo. Il mirino è del tipo “a testa di

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un sistema più semplice da realizzare (a fronte dei mezzi a disposizione nel XIX secolo) della bolla d’aria che a volte si nota sulle moderne carabine da tiro e che assolve lo stesso scopo. Il mirino è del tipo “a testa di

Nel regolamento militare del 5 giugno 1818 per la Confederazione Svizzera, ove sono elencate le caratteristiche dell’armamento dei vari reparti, compare una carabina modello 1818. Tra le caratteristiche dell’arma figurano la lunghezza (1.330 mm), il calibro (16,5 mm), il mirino regolabile lateralmente, la tacca di mira con alzo a due fogliette, l’attacco per la baionetta, il calcio prolungato fino alla bocca e con le asole, protette da piastrine ovali, per ospitare le tre chiavette per il fissaggio della canna. Vi sono elencati, però, altri particolari che fanno subito intuire che non si trattava di un’arma concepita secondo la classica impostazione di un moschetto da fanteria o di altri corpi a cavallo: il calcio leggermente ripiegato, la canna rigata e il peso, variabile tra 5,5 e 7,0 chilogrammi. Tale carabina, con queste caratteristiche, assunse il ruolo di modello tipo per l’armamento dei carabinieri, reparti di volontari addestrati al tiro di precisione e, da quella data in avanti, dotati di armi speciali fabbricate appositamente.Quella dei carabinieri e delle armi con canna rigata era una storia già nota sin dal 1751, quando nasce la Compagnia d’Aigle, forse la prima dei carabinieri, composta da volontari di età compresa tra 20 e 50 anni e abili nel tiro di precisione. Nel 1769, per opera del capitano Salomon Landolt, nasce una compagnia di tiratori scelti a Zurigo, e anche in questo caso viene sottolineato che ai volontari reclutati erano riservate le migliori carabine. Per le popolazioni della Svizzera, quindi, il tiro è stato, quasi da sempre, una attività preferita perfino ai giovanili divertimenti; il modo di concepire il rapporto uomo-arma ha sempre fluttuato in un breve spazio in cui il confine tra lo stare all’erta in armi e il sentirsi gratificato dalle proprie abilità di tiratore non ha mai avuto una marcatura ben definita.(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)

Nasce il tiro militare di precisioneNel regolamento militare del 5 giugno 1818 per la Confederazione Svizzera, ove sono elencate le caratteristiche dell’armamento dei vari reparti, compare una carabina modello 1818. Tra le caratteristiche dell’arma figurano la lunghezza (1.330 mm), il calibro (16,5 mm), il mirino regolabile lateralmente, la tacca di mira con alzo a due fogliette, l’attacco per la

Nasce il tiro militare di precisione

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5 Il calciolo metallico, di stile tipicamente svizzero, è rifinito mediante tartarugatura

6 Davanti al congegno di puntamento descritto nel box della pagina successiva si trova anche questa tacca di mira a fogliette, voluta dalla federazione di tiro tedesca perché obbligatoria nelle gare di quel Paese. È possibile rimuoverla dal suo incastro a coda di rondine oppure, più semplicemente, ignorarne la presenza

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alla volata della canna mediante un incastro a coda di rondine.

Meccanica classicaNella configurazione originale, la carabina “Swiss Match” di Pedersoli presentava un appoggio per la mano debole di legno, a forma di fungo. Quando, nel 2007, l’arma partecipò alle prime competizioni ci fu chi contestò la compatibilità storica di questo accessorio con lo spirito dell’arma. Nonostante il palm rest a fungo avesse avuto l’approvazione del MLAIC, la Pedersoli preferì svolgere nuove ricerche storiche e riuscì a trovare, nell’ambito della collezione di un appassionato lombardo, un altro esemplare originale della carabina che montava un appoggio per la mano de-bole di foggia completamente diversa, d’acciaio e rifinito con una striscia di cuoio. Questo accessorio – anch’esso approvato dal MLAIC – è parte inte-grale della carabina “Swiss Match” prodotta ora da Pedersoli.Per quanto riguarda le altre caratte-ristiche tecniche, all’acciarino (del

La collimazione si effettua attraverso il foro presente nella piastrina scorrevole posta in basso nel complesso della tacca di mira. Nella sua parte superiore si nota il pendolino di ottone (materiale scelto perché diamagnetico) che serve per aiutare il tiratore a trovare l’assetto perfettamente verticale dell’arma ed evitare così che spari con il fucile inclinato lateralmente. Prestando attenzione alla foto, si nota che l’intero blocco della tacca di mira può scorrere lungo la canna e pertanto è possibile regolarne la distanza rispetto all’occhio del tiratore.

Come trovare l’assetto migliore

7 Sulla codetta si trova la predisposizione per il fissaggio della diottra; questo accessorio non è però ammesso nelle gare ufficiali per la categoria Pennsylvania

8 Il meccanismo di scatto con stecher a doppio grilletto offre anche la possibilità di effettuare regolazioni

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tipo “a molla avanti”) è accoppiato un congegno di scatto con dispositivo al-leggeritore (stecher), attivato median-te pressione sul grilletto posteriore; quello anteriore determina lo sgancio del cane. La canna, dal generoso profilo esterno ottagonale, è lunga 782 mm (30” e 13/16). È ottenuta partendo da barre rigate con la tecnica della brocciatura che vantano indiscutibilmente un ot-timo livello di lavorazione che si tra-duce nella possibilità di ottenere una precisione di tiro notevole.Il calcio, dalla caratteristica linea, si nota a prima vista per la piega pronun-ciata; l’astina si prolunga quasi fino a circa un terza della lunghezza della canna e nella sua parte inferiore è rica-vato l’alloggiamento per la bacchetta di caricamento (che è d’acciaio). G

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Pedersoli Swiss Match Rifle

Costruttore: D. Pedersoli & C. – Via Artigiani, 57 25063 Gardone V.T. (BS) Tel. 030/891500 – Fax 030/8911019 Internet: www.davide-pedersoli.comModello: Swiss MatchTipo: fucile monocolpo ad avancaricaCalibro: .45Funzionamento: sistema di accensione a pietra focaiaCanna: lunga 782 mm (30” 13/16); 7 righe destrorse con passo di 1.200 mmCong. di scatto: ad azione singola, con stecherMire: mirino “a testa di bambola” alloggiato in un tunnel protettivo, tacca di mira regolabile nei due sensi (è anche presente un alzo a fogliette)Cong. di sicurezza: prima monta del caneCalcio: calcio di legno di noce lucidato a olio, con calciolo d’acciaioPeso: 7,4 kgLunghezza totale: 1.230 mmMateriali: acciaio (pendolino della tacca di mira d’ottone)Finitura: canna, bindella, tubetti della bacchetta e molla della martellina bruniti marrone; acciarino, calciolo, ponticello del grilletto, codetta della canna e piastrine della chiavetta tartarugati; congegni di puntamento bruniti neriNote: arma di libera vendita

PROUno dei fucili a pietra più completi<CONTROPeso dell’arma proibitivo per tiratori small e medium

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PREZZO 1.987,00 euro (di listino)

Costruttore: D. Pedersoli & C. – Via Artigiani, 57 25063 Gardone V.T. (BS) Tel. 030/891500 – Fax 030/8911019 Internet: www.davide-pedersoli.comModello: Swiss MatchTipo: fucile monocolpo ad avancaricaCalibro: .45Funzionamento: sistema di accensione a pietra focaiaCanna: lunga 782 mm (30” 13/16); 7 righe destrorse con passo di 1.200 mmCong. di scatto: ad azione singola, con stecherMire: mirino “a testa di bambola” alloggiato

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Rosata ottenuta sparando dalla distanza di 50 metri in appoggio

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